La Giordania - accademiageograficamondiale.com · petrolio. Reportage 13 Petra ... mediorientale....

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Reportage di Nara Belli e Gabriella Lenti La Giordania 12 Foto di Pietro Ghizzani e Raffaele Colonese L’ indole degli abitanti della Giordania è specchio fedele della loro terra: sotto l’aspetto impervio, ruvido, aspro si nascondono perle preziose di saggezza e cultura millenaria. In eterna peregrinazione, in sfida con la roccia o la sabbia, in attesa della magia di qualche goccia d’acqua, là così rara, questi ... (segue)

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Reportage

di Nara Belli eGabriella Lenti

La Giordania

12

Foto di Pietro Ghizzani eRaffaele Colonese

L’indole degli abitanti della Giordania è specchio fedeledella loro terra: sotto l’aspetto impervio, ruvido,aspro si nascondono perle preziose di saggezzae cultura millenaria.In eterna peregrinazione, in sfida con la roccia

o la sabbia, in attesa della magia di qualche goccia

d’acqua, là così rara, questi

... (segue)

...popoli sono fieri di una naturaselvaggia misteriosa e dei capolavorimonumentali che le varie etnieindigene o dominatrici hannolasciato.Questi stupefacenti resti archeologicitestimoniano l’importanza di questoterritorio quale crocevia tra le anticherotte commerciali terrestri e marinedell’Asia, Africa ed Europa: città comePetra, Jerash, Aqaba, avevanoposizioni strategiche già un secoloprima di Cristo, ma gli scaviaddirittura riportano alla luce traccedi popoli risalenti a 17.000 anni fa!Amman, la capitale, è un agglomerato di2.000.000 di abitanti ammassati in case-scatola dal beige al bianco, come ununiforme presepe disteso su decine di colli;la zona nuova è quella che ospita il nostroalbergo, e ci soffermiamo a guardare palazziultramoderni, che sfoggiano un lussoamericaneggiante e anche abbastanza kitsch,

scuole private e strutture sanitarieall’avanguardia, ma... di verde neppurel’idea!La cittadella è il nucleo originario della città,qui possiamo ammirare il teatro di epocaromana, che poteva contenere fino a 6.000spettatori, le alte colonne e una grandepiazza, ma non è per questo che Amman èfamosa, quanto piuttosto per dare una

preparazionet e c n i c aspecializzata econcorrenzialea g i o v a n icervel l i per“esportarli” neivicini paesimediorientaliproduttori dipetrolio.

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Petra

Jerash

Ad un’ora di autobus troviamo il giornoseguente Umm Qais, un bell’insediamentogreco-romano con colonne basaltiche nereche contrastano con l’aria tersa del colle, dalquale si domina la valle del Giordano, illago di Tiberiade e le alture del Golan: l’ecodelle storie del Vecchio e Nuovo Testamentoci torna alla mente mentre proseguiamoverso una delle città di epoca greco-romanameglio conservate, Jerash.In quell’area non è un caso, esistevano infattiben 10 città (Lega della Decapoli) cheavevano stipulato un’alleanza politica ecommerciale nella attuale zona giordana,siriana e palestinese.Sull'antica via della seta,Jerash divenne una verametropoli e fu amataanche dall’imperatoreAdriano, che fece costruireal suo arrivo nel 129 d.C.un grandioso arco ditrionfo, attualmente inr e s t a u r o . M e n t r ed a l l ’a r e n a e s c o n ogladiatori e bighe colorateche ricordano al turista gliantichi splendori dei fastiromani, ci incamminiamo

verso i bellissimi siti dei mosaici bizantinie pensiamo che sorpresa deve essere stataper gli archeologi ottocenteschi riscopriresotto le stratificazioni della sabbia questepreziose rovine, dopo secoli di abbandonocoincidenti con la conquista islamica.L'enorme Piazza Ovale, detta così per la suaforma ellittica, il Cardo Massimo, viamaestra dai colonnati a perdita d’occhio,l’imponente tempio di Artemide con lescalinate bianche e le fontane ci lasciano abocca aperta e ci permettono di scattare,sullo sfondo di un cielo blu intenso,tantissime foto.

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Colonne a Jerash

Umm Qais

Il giorno seguente,sempre muniti di giacchea vento e qualche sciarpa - il tempo è belloma freddo - arriviamo alla fortezza di Kerak.Qualcuno cita il “feroce”Saladino, ma lanostra guida, molto carismatica e preparata,ci invita a riflettere raccontando buona partedella storia delle crociate … dietro le quinte,dalla prospettiva cioè di chi ha subìto e si èdifeso strenuamente, e allora sull’appellativo“feroce” cominciamo ad avere dei dubbi ...Le lunghe gallerie di pietra, i baratri e le altemuraglie giustificano comunque il mito diuna fortezza quasi inespugnabile!Un ristorante davanti al cassero ci aspetta edopo la visita siamo piuttosto affamati, mala cucina giordana, pur saporita e sana, nonoffre grande varietà di cibo: riso, agnello,pollo e pane tipo piadina con qualche salsasono il nostro quotidiano.Oggi però avremoanche dolcetti con miele e frutta secca e uncaffè alla turca e se vogliamo possiamo anche

fumare un Narghilé con tabacco speziato!Ormai aspettiamo il giorno seguente,quando finalmente arriveremo a Petra, chegià conosciamo di fama per essere statadichiarata dall’Unesco “patrimoniodell’umanità”E’ con trepidazione che percorriamo, prestoal mattino, il sentiero sempre pieno di gentee dell’odore dei cavalli, che scende lungo ilfianco della diga sul wadi Musa, inoltrandosinella spettacolare e maestosa gola del Siq:l’ingresso principale della città.Il Siq si formò grazie alle forze tettonicheche spaccarono la montagna in due.Il suggestivo sentiero si snoda tortuoso percirca 1200 metri e in alcuni punti leincombenti pareti alte circa 150metri sirestringono fino solo ad un paio di metri,ostruendo il passaggio a suoni, calore epersino alla luce del sole.

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Guardie a cavallo nel Siq

Alla fine del sentiero è apparsa ai nostri occhila più incantevole e incredibile visione: ilTesoro di Petra . Il colore dell’arenaria, le suesfumature rosate e le striature di ogni colore-dal rosa al rosso al giallo intenso -incorniciato dall’azzurro scuro del cielo,hanno superato ogni nostra aspettativa.

Il tesoro viene fatto risalire al I secolo a.C.,le sculture della facciata, seppur danneggiate,sono ancora riconoscibili e mostrano fino ache punto la cultura nabatea fosse influenzatada elementi del mondo ellenistico emediorientale.

Pochi metri più avanti sorge il maestosoteatro di Petra , fu realizzato prima che iromani si impossessassero del regno nabateo,interamente scavato nella montagna- potevaaccogliere fino a 8500 persone - più grandeaddiri t tura di quello di Amman.

Proseguendo dal teatro siamo nella zonacentrale di Petra dove si affacciano i pochiedifici oggi visibili, secondo gli archeologi,gran parte di Petra si trova ancora nelsottosuolo polveroso. Le facciate sonogeneralmente di tombe scavate nella rocciae in qualche caso di templi ipogei, l’internodei quali generalmente è semplice.

E’ molto difficile immaginare qualefosse l’aspetto di Petra all’auge delperiodo nabateo, quando era una cittàdi grandi ricchezze, di scambicommerciali in cui vivevano decine dimigliaia di persone, i grandi templi egli edifici pubblici oggi si presentanocome rovine in fase di scavo, ilussureggianti giardini oggi sonopolvere e pietre.

Dopo una desiderata rifocillata alristorante ci siamo armati di coraggioper affrontare la lunga scalinata che

porta al Monastero - volendo si sarebbepotuto raggiungere la cima con un asino anoleggio - ma abbiamo preferito andare apiedi, dove lungo il percorso abbiamoincontrato i tanti bambini che offrono i loro“taxi con aria condizionata”.

Vale la pena affrontare l’ascesa al Monastero,se non altro per ammirare il panoramamozzafiato dell’intera valle di Petra e ilmaestoso Monastero con le suggestivetonalità della sua pietra, specialmente seilluminato dal sole.

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Particolare dell'acquedotto di Petra

Il mattino successivo, sempre di buon ora,ci siamo recati al sobborgo settentrionale diPetra chiamato Siq al-Berid o “Piccola Petra”.Una volta entrati si capisce subito perché ilposto è stato battezzato Siq al- Berid (“SiqFreddo”): i raggi del sole riescono a filtraresolo per poche ore al giorno in questo siqlungo appena 350metri, che alterna passaggistretti a spazi aperti. Differisce da Petrasoprattutto per il maggiore grado di densitàdi case, templi e sale funerarie –alcunedecorate cona f f r e s c h icolorati –ma anchep e r icaratteristicie graziosig r a d i n iscavati nellaroccia.

Dopo Petrae c c o c iarrivati alWadi Rum;a bordo dijeep guidateda ragazziniaffrontiamo

il deserto di sabbia e arenaria, granito ebasalto: i colori sono stupendi, dall’ocraal rosa al rosso cupo, e mentre sventolanoi nostri copricapo “arabi” ci sentiamo unpo’ tutti Laurence d’Arabia alla scopertadelle tende beduine - le abitazioni di qui- e delle carovane di dromedari che sonoi loro mezzi di trasporto.Le poche case del “centro accoglienza”sono uno scenario un po’ desolante:sporco e rottami ovunque, buste diplastica sparse e povertà ci circondano

tristemente …A contrasto forte di tutto questo è l’albergoe il luogo che ci aspetta dopo: un elegantecentro benessere sul Mar Morto, ricco dituristi che vengono da tutto il mondo. Quii confort si sprecano, giardini, fontane,piscine, ammam, saune, spettacoli di danzadel ventre con magnifiche ballerine, cibo avolontà per tutti i gusti, ma è un paradisofittizio che poco ha a che vedere col resto delpaese.

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Nel Wadi Rum

Il Deserto del Wadi Rum

Il Mar Morto, a 400 metri sotto il livello delmare, non ha alcuna forma di flora o faunadentro, ma è famoso per le qualità curativedelle sue acque ad alta concentrazione disali minerali.Nuotare qui? Un’esperienza unica, poteteesibirvi in pose plastiche e persino leggeresenza mai andare a fondo, visto l’alto indicedi salinità contenuto nell'acqua, masoprattutto, spalmatevi con i fanghi neriprima di entrare: sembrerete tutti goffe fochema la vostra pelle ne uscirà vittoriosa!Purtroppo il lago – perché di questo in realtàsi tratta – vede rapidamente abbassarsi ilsuo livello, in quanto il Fiume Giordano chelo alimenta viene sfruttato troppo dallapopolazione per il noto problema della siccità(le case normali hanno acqua 24 ore asettimana!!!!), ma le autorità stannoprendendo provvedimenti per contrastarequesto fenomeno.Siamo arrivati all’ultimo giorno, dedicato ailuoghi fondamentali del Cristianesimo: ilMonte Nebo (da dove Mosè fu condannatoa guardare solo da lontano la terra promessa

senza poterla raggiungere per aver dubitatodella potenza di Dio) e le rive del Giordano,nel punto in cui fu battezzato Gesù.Poco oltre un filo spinato: fucili e carri armatici ricordano che siamo ai confini con Israelee le notizie delle tensioni internazionali ciriportano ad una triste realtà.Il popolo giordano però, che ha subìto nelcorso dei secoli dominazioni di ogni tipo,crede fermamente nella sua identità pacificaaugurandosi che tutto questo valga ancheper il futuro.

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