Viaggi e pellegrinaggi a Gerusalemme fra Sette e Ottocento Corso di Laurea Magistrale Storia...

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Viaggi e pellegrinaggi a Gerusalemme fra Sette e Ottocento Corso di Laurea Magistrale Storia contemporanea, a.a. 2014-2015

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Viaggi e pellegrinaggi a Gerusalemme fra Sette e Ottocento

Corso di Laurea MagistraleStoria contemporanea, a.a. 2014-2015

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Carta mondo arabo

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Carta MO

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Nel secolo dei Lumi

I miti della geografia sacra perdono significato: comincia una rivoluzione scientifica che avrebbe trasformato il mondo

Il nuovo razionalismo incoraggia i cristiani a indagare le proprietà fisiche dei fenomeni in sé, invece che come simboli dell’invisibile

Cambia l’approccio con luoghi, persone e storia

Esemplare è il viaggio di Costantin Volney

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Costantin François de Chassebeuf, detto Volney

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Costantin François de Chassebeuf, detto Volney

Volney fu un viaggiatore francese della seconda metà del XVIII secolo

In lui ritroviamo lo spirito del viaggio filosofico, un viaggio nello spazio e nel tempo.

Secondo la sua concezione del viaggio, muoversi nello spazio significa muoversi a ritroso nel tempo, così come viaggiare alla scoperta di altri popoli significa conoscere chi è venuto prima

Si tratta di una rappresentazione dell'altro che è fortemente ambigua:

da un lato è caratterizzata da una immagine etnocentrica e auto-celebrativa della cultura europea,

dall'altro questa stessa rappresentazione rivela la consapevolezza del fatto che la cultura europea è, in qualche modo, erede di una grande tradizione costituitasi in un «altrove».

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…. Volney

Interessato all’egemonia francese in Oriente, Volney metteva in evidenza tre ostacoli :

1. le mire inglesi sulla regione2. la Sublime Porta3. l’islam, considerato una provocazione in quanto in stretta prossimità con il mondo cristiano, ha saputo

avvalersi di elementi importanti della tradizione giudaico- ellenica

ha conseguito successi politici e militari raramente eguagliati

i territori islamici circondano o includono le regioni bibliche

il baricentro del dominio islamico è sempre stato vicino all’Europa

in arabo e ebraico sono le più grandi fonti per la civiltà cristiana

dal VII sec. l’Islam ha insidiato e talvolta sottomesso l’Europa cristiana

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Napoleone, l’Orientalismo e lo spirito coloniale

1798: Napoleone occupa l’Egitto e vi resta tre anni

È la prima grande incursione di una potenza europea in territorio ottomano dopo le crociate

La vita nelle terre ottomane viene perturbata Napoleone è accompagnato da alcune dozzine

di savants, membri dell’Institut d’Egypt, che contribuiranno alla costruzione di un sapere che Edward Said chiamerà Orientalismo

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La Description de l’Egypte

Si tratta di 23 volumi pubblicati tra il 1808 e il 1828 che raccolgono le ricerche dei Savants di Napoleone

Obiettivi: ricondurre la regione alla precedente classica grandezza insegnare i metodi dell’Occidente progredito acquisire il predominio politico in Oriente attraverso un grandioso

progetto di conoscenza, teorizzare l‘Oriente, dargli forma come appendice europea conferire dignità al sapere acquisito tramite l’occupazione coloniale Metodo: istituire nuovi campi di specializzazione e creare nuove discipline suddividere, schematizzare, incolonnare, classificare, registrare da ogni dettaglio trarre una generalizzazione e da ogni

generalizzazione una legge immutabile su natura, temperamento, mentalità, costumi…

Risultato: possedere o credere di possedere la realtà perché nulla in Oriente si

oppone alla forza dell’Occidente

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La Description de l’Egypte

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Nap 2

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Nap 3

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Description de l’Egypte

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Nasce l‘OrientalismoDopo la spedizione napoleonica in Egitto il

linguaggio degli studiosi muta radicalmente:

il realismo descrittivo sale di grado diventa un vero linguaggio, uno strumento

creativo diventa l’ammirato modello di tutti i successivi

sforzi di avvicinare l‘Oriente all’Europa e poi inglobarlo

Si afferma l‘Orientalismo, quel complesso di immagini e di rappresentazioni che definiscono il mondo orientale nella cultura occidentale

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L’Orientalismo secondo Edward Said

“Orientalismo è il termine generale che ho scelto di impiegare per indicare l’approccio occidentale nei confronti dell’oriente; è la disciplina teorica con cui l’occidente si è avvicinato e si avvicina all’est in modo sistematico, attraverso lo studio, l’esplorazione geografica e lo sfruttamento economico”.

“Ho utilizzato il termine anche per indicare l’insieme di sogni a occhi aperti, immagini e risorse lessicali messe a disposizione di chiunque desiderasse parlare di ciò che si trova al di là della linea di confine tra est e ovest”

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Tra Orientalismo e “self-colonialism”. Il caso dell’Aida

La rappresentazione dell’Aida potrebbe essere definita come il successo dell‘Orientalismo, l’apogeo del colonialismo

Occasione: inaugurazione del Canale di Suez (1869)Il Viceré d’Egitto, Ismail Pascià, chiede a Verdi di comporre un inno per l’inaugurazione del Canale di Suez

L ’argomento: episodio di storia antica, preislamicaL ’inaugurazione del canale: Tradizionali distinzioni parevano

dissolte: la croce contemplava la mezzaluna, l’Occidente era venuto in Oriente …. Così almeno affermavano gli europei

L ’Aida va in scena al Teatro dell’Opera del Cairo la sera del 24 dicembre 1871Verdi non è presente alla prima, ma si guadagna il prestigioso titolo di Commendatore dell’Ordine Ottomano. Un anno dopo ha luogo la prima italiana al Teatro alla Scala di Milano la sera dell’8 febbraio 1872

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Il canale di Suez

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Inaugurazione del Canale di Suez I

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Inaugurazione del Canale di Suez II

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Ferdinand DeLesseps

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I temi dell’Orientalismo

I temi che più appassionano gli orientalisti del XIX secolo sono:

Il dispotismo, la gestione tirannica del potere, che si fonda sull’arbitraria, indiscriminata violenta imposizione della volontà dal più forte

La rappresentazione della donna tra schiavismo e seduzione: nelle fantasie erotiche dell’Occidente l’harem evoca il sogno dell’appropriazione della donna come preda di cui si può disporre a piacimento

Il mito del beduino: il beduino incarna un esempio di dominio assoluto sul territorio, l’animalesco istinto predatorio, l’indifferenza nei confronti delle ingiurie della natura e la strenua resistenza alla sofferenza fisica.

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L ‘Orientalismo nell’arte: la pitturaL ’Orientalismo nella pittura è un vero e proprio stile

pittorico dei primi decenni dell‘Ottocento Lo stile è caratterizzato da elementi grafici e tematici legati

alle culture esotiche di paesi lontani, l’Africa, la Persia, l’Arabia

presenti nell’immaginario collettivo Tali culture in quel periodo diventano più accessibili e reali,

almeno nel pensiero, attraverso i racconti di viaggiatori avventurosi

e prendono forza anche dal diffondersi, in alcuni stati europei, della politica colonialistica e dalle spedizioni archeologiche

L ’Orientalismo è naugurato in Francia dall’opera di Delacroix con la sua celebre Morte di Sardanapalo del 1827

La seconda metà dell’Ottocento vede il fiorire di una stirpe di artisti-viaggiatori che ricavano dai loro ricordi di viaggio opere popolate da odalische, danzatrici, berberi La maggior parte non visitarono mai i luoghi delle loro ambientazioni, dandone nei loro dipinti una versione personale, fantastica e spesso falsata

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Delacroix. Morte di Sardanapalo

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Matisse: Souvenir de Biskra

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Matisse: Coulotte rouge

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Delacroix: Donne di Algeri

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Delacroix: Donna d’Algeri

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Delacroix: Arab in the mountain

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Delacroix: Crociati a Costantinopoli

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Delacroix: Fanatici a Tangeri

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Il jihad contro Napoleone

Napoleone invade anche parte della PalestinaViene sconfitto da Ahmed al-Jazzar, detto il macellaio

per la sua crudeltà, governatore di Acri e artefice della grandezza di quella città e del suo porto

Napoleone cerca le alleanze della comunità ebraica locale proclamando la nascita di uno stato ebraico “ora è il momento ritornato dopo migliaia di anni, per pretendere la restaurazione dei vostri (degli ebrei) diritti fra le popolazioni dell’universo…. La vostra esistenza politica come nazione fra le nazioni, e l’illimitato naturale diritto di adorare Yeova secondo la vostra fede…..” (1798)

In questo proclama si possono riscontrare le lontane premesse del sionismo, ma lascia indifferente la popolazione locale.

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Le mappe di Jacotin

I Savants di Napoleone studiano anche la Palestina

Si producono le Jacotin maps, la base della cartografia per i successivi quarant’anni

Si tratta di 47 mappe sull’Egitto e 6 sulla Palestina

Ci sono ancora errori che saranno rettificati nel 1840

Per le aree che non hanno visitato, i Savants si sono affidati alle informazioni delle guide arabe, con conseguenti errori.

Forniscono indicazioni su montagne, fiumi, strade, insediamenti, khan, tipo di agricoltura, ma spesso fanno confusione sui nomi.

Contengono anche dettagli militari

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Palestina.Jacotin map

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L‘ottocento riscopre la Palestina

Il XIX secolo è il secolo del viaggio e della scoperta, ma a differenza di Africa la presunzione degli esploratori è di conoscere la Palestina

I primi viaggiatori in realtà si basano sulle preesistenti mappe, approssimative e poco attendibili

Nel corso del secolo verranno diffuse almeno 5.000 pubblicazioni sulla Palestina

I viaggi veri e propri in Terrasanta saranno solo dopo il 1831, per la maggior sicurezza sulle strade

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Il viaggio in Terra santa nell‘ottocento

Il pellegrinaggio medioevale ha fatto il suo tempo. Il viaggio in Oriente con Napoleone cambia natura e

in qualche modo si apre una nuova era segnata dall’approccio orientalista, dalla voglia della scoperta, dallo spirito romantico, dalle ambizioni coloniali, di conversione e di egemonia.

Utilità delle fonti di viaggio per capire quella realtà.Si procederà per case study, per punti di vista: Chateaubriand e lo spirito romantico Ali Bey e il viaggiare mascherati Rabbi David Beth –Hillel e il mondo ebraico I viaggiatori degli anni ’30, testimoni di storia James Finn e la prospettiva consolare Il viaggio organizzato

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Chateaubriand, orientalismo e spirito romantico

François-René di Chateaubriand (1768-1848)L’esilio nel nuovo MondoL’avvicinamento alla religione del 1802 Scrive Le Génie du Christianisme: Immagina il progetto di una epopea cristiana Decide di visitare i luoghi protagonisti del cristianesimo, come “erede dei

viaggiatori eruditi del XVIII sec.”. Scrive Itineraire de Paris à JèrusalemIn primo tempo si schiera a favore di Napoleone, poi tra gli oppositori. 1811: eletto membro dell'Académie française, accoglie con trasporto il

ritorno dei Borboni (pamphlet, De Buonaparte et des Bourbons, 1814) Poi si inserisce nell'opposizione ultra-monarchica Si ritira dalla vita politica dopo la Rivoluzione del 1830 Trascorre i suoi ultimi anni di vita in profonda solitudine, scrivendo

Mémoires d’Outre-Tombe

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L'Itinéraire de Paris à Jérusalem

Viaggio si svolge tra il 1806 e il 1807. Itinerario: Grecia, Palestina, Egitto, Tunisia e SpagnaRaccontato in 3 volumi pubblicati a Parigi nel 1811:

“retorico e superficiale” secondo l’archeologo Robinson. Perché ottiene un grande successo (ripetute edizioni e

traduzione in molte lingue)? Descrive la Palestina con l’emozione del devoto pellegrino

dei primi tempi. Si definisce “l’ultimo degli antichi pellegrini”.

Lo stile e i contenuti attraggono gli europei che vogliono storie di avventure e vivaci descrizioni di vita in una terra a loro inaccessibile.

Per noi il suo valore è nell’aprire una finestra sulla mentalità, sull’orientalismo, oltre che alcune descrizioni (ad esempio la descrizione della chiesa del Sacro Sepolcro due anni prima del fuoco che l’avrebbe danneggiata).

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Temi e punti di vista

Tematiche di interesse nell’opera di Chateaubriand:

Descrizione dei luoghi sacri e uso politico della religione

Analisi del fascino dei nuovi mondi Insistenza sul malgoverno locale come pretesto per

un intervento della Francia e delle potenze occidentali

Considerazioni sui luoghi sacri e sulla forza della tradizione

Il suo è un realismo ingannevole (descrizione di case, strade, rovine)

Sottolinea la funzione del deserto e della solitudine

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Chateaubriand

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Viaggiare mascherati

Viaggiare mascherati nel mondo arabo non è eccezionale: di per sé il viaggio in Oriente è la violazione di un mondo chiuso, proibito

Varie forme e obiettivi di travestimento Travestimenti per visitare le zone sacre della

Mecca (John Burckhard, Richard Burton) Travestimenti per commercio o spionaggio

(Carlo Guarmani) Travestimenti per visitare le zone sacre di

Gerusalemme (Joseph Bonomi, Catherwood e Arundale, Sara Barclay)

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Il pellegrinaggio a Mecca nell‘ottocento

Erano tre le grandi rotte carovaniere:1. Il convoglio si forma al Cairo (pellegrini dell’Africa

settentrionale), attraversa il Sinai, scende lungo le coste della penisola arabica verso Mecca.

2. Un altro convoglio si forma a Damasco (pellegrini di Istanbul, Turchia e paesi del MO), attraversa l’Arabia settentrionale e confluisce sulla via costiera per Mecca

3. Il terzo convoglio si forma a Baghdad (pellegrini da Oriente) e si snoda attraverso le zone impervie dell’Arabia deserta

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Ludovico de Varthema

Fu il primo occidentale a visitare Mecca (1470-1517)

Fece il pellegrinaggio a Mecca e Medina come mamelucco di scorta della carovana Hajj (aprile-giugno 1503).

Descrive le città sacre dell'Islam, i luoghi di pellegrinaggio principali e le cerimonie

Scrive: Itinerario di Ludovico de Varthema bolognese nello Egypto, nella Surria, nella Arabia deserta et felice, nella Persia, nella India et nella Etiopia: la fede, el vivere et costumi de tutte le prefate provincie.

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Ludovico de Varthema

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John Lewis Burckhard

Esploratore e orientalista svizzero (Losanna 1784 - Cairo 1817)

Studia l’arabo a Cambridge 1809 lascia l’Inghilterra. Si reca ad Aleppo dove si

specializza in diritto musulmano Prende il nome di Ibrahim ibn Abdullah 1815 Visita MeccaDiari: Travels in Syria and in the Holy Land Travels in Arabia. Comprehending an Account of

those Territories in Hedjaz which the Mohammedians regard as Sacred

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John Lewis Burckhard

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Richard Francis Burton (1821-1890)

Esploratore, traduttore, orientalista inglese

Traduce Le Mille e una notte Si muove tra Medio Oriente, Tanganica, Corno

d ’Africa. Profondo conoscitore del mondo arabo e delle

sue lingue 1853: raggiunge travestito Mecca, con

sostegno della Royal Geographical Society. Diario: Personal narrative of a Pilgrimage to al-

Medina and Meccah

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Richard Francis Burton

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RichardFrancis Burton

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Carlo Guarmani

Mercante italiano, di Livorno, per 20 anni in Siria, prima a Beirut e poi a Gerusalemme.

Conosceva anche i più ostici dialetti… ben accetto dalle tribù beduine

Spia al servizio di due governi, Francia e Italia A Gerusalemme svolge anche funzioni di

console francese Mercante di cavalli

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Carlo Guarmani

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Domingo Badia Y Leblich, ovvero Aly Bey al-Abassi

Dai tempi delle crociate nessun ‘non musulmano’ era più stato ammesso all’Haram

Cristiano, spagnolo di Barcellona (1767), funzionario statale, concepisce un progetto di colonizzazione in Marocco. Adotta l’islam e si veste da arabo

1803 inizia il viaggio: dalla Spagna al Marocco fino a giugno 1805, quindi Tripolitania e Cipro. Sei mesi più tardi arriva in Alessandria, visita Cairo e Suez. E poi Jedda, le coste del Mar Rosso, e fa il pellegrinaggio a Mecca. Torna al Cairo e nel luglio del 1807 a Gerusalemme

Lascia un diario vivace e curioso Interessato al clima politico e sociale, agli usi e costumi,

all’abbigliamento e alle abitudini, ai gruppi etnici e religiosi

Grazie al suo travestimento, visita l’Haram

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Ali Bey al-Abassi

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Travestimenti a Gerusalemme.Joseph Bonomi (1796-1878)

Scultore, artista, egittologo Vissuto molti anni in Egitto, parlava

correttamente e scioltamente l’arabo Visita l’Haram Sherif nel 1833,

travestito da musulmano Fu il primo europeo a entrare e

riprodurre l’Haram Ospite del mufti, lascia di quella visita

un diario e alcuni schizzi

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Joseph Bonomi

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Frederic Catherwood e Francis Arundale

Architetti inglesi, viaggiano con Bonomi Non padroneggiavano la lingua e la cultura: il

travestimento (indossavano gli abiti degli ufficiali egiziani) non fu sufficiente

Intimoriti da voci che circolavano sui franchi travestiti che venivano scoperti e giustiziati, se ne andarono senza aver terminato completamente il loro lavoro

Circostanza favorevole fu il fatto che erano in buoni rapporti con Mohammed Ali, e in possesso di un firmano che li citava come “ingegneri al servizio di Sua Altezza”.

Fanno una mappatura dell’Haram

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Il Rabbino David D’Beth Hillel, alla ricerca dei fratelli ebrei

David D’Beth Hillel nasce in Europa, educato a Vilna (Lituania), discende da una famiglia di rabbini “studiosi”

Dall’Europa va a Costantinopoli e poi a Safed, nel 1815, dove rimane otto anni

Nel 1824 inizia il suo viaggio considerando se stesso il Benjamin de Tudela del XIX secolo

Il viaggio, che dura otto anni, è raccontato nel volume The travel from Jerusalem, through Arabia, Koordistan, Part of Persia and India to Madras

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Gli ebrei d’Europa

Dal ghetto all’illuminismo: molti tra gli ebrei europei abbracciarono immediatamente le idee illuministiche di libertà civile, tolleranza, individualismo, e disprezzo per la superstizione

Si offrivano loro a partire dal XVIII sec. tre possibilità:

1. assimilarsi (battezzarsi e perdere l’ebraicità)2. voltare le spalle all’illuminismo e difendere le tradizioni

al prezzo della segregazione sociale e della perdita dei diritti civili

3. cambiare, modernizzare, ripulire l’ebraismo di superstizioni ed elementi datati. È’ la Riforma, il cosiddetto l’illuminismo ebraico, l’Haskalah, nato nella Germania del ‘700. Si diffonde anche l’idea di una sostanziale affinità tra un ebraismo illuminato e razionale e un cristianesimo purificato…. Si apre la strada ai movimenti che mirano alla conversione

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Gli ebrei askenaziti

"Ashkenaz“ è il nome con cui si indica la Germania nella lingua ebraica medievale

Ashkenaziti sono i discendenti delle comunità ebraiche medievali della valle del Reno

In epoche successive molti di essi emigrarono, formando, oltre alle comunità già esistenti in Germania e in Francia orientale, altre comunità in Boemia, Italia, Olanda, Ungheria, Polonia, Russia ed altri dell'Europa orientale

Nell'XI secolo si calcola che gli ashkenaziti costituissero il 3% della popolazione ebraica mondiale

Oggi sono grosso modo l'80% del totale

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Gli ebrei sefarditi

“Sepharad“ è il nome con cui si indica la Spagna in ebraico medievale

Nella Spagna andalusa (VII-XV sec.) la comunità ebraica era numerosa e fiorente

Dopo la Reconquista iberica, conclusasi nel 1492, gli ebrei vengono espulsi dal neonato stato spagnolo, per opera dei cattolicissimi Reali Isabella I di Castiglia e Ferdinando II di Aragona

Si disperdono in Italia, nel Balcani, e in tutto il Mediterraneo, accolti dalle comunità ebraiche ivi già residenti

Da allora vennero chiamati sefarditi. Si fusero con gli arabi-ebrei locali (i mizrahi) fino ad assimilarli

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Gli ebrei di Gerusalemme

Nel XIX sec. la comunità ebraica a Gerusalemme è prevalentemente composta di ebrei sefarditi

Erano stati richiamati da Solimano che aveva offerto loro confortevoli situazione di vita. Testimonianza di un ebreo italiano Dawid de Rossi: “qui non siamo in Esilio come nei nostri paesi. Qui gli addetti alla dogana e ai tributi sono ebrei. Non esistono tasse speciali per gli ebrei”. Pagavano l’aliquota minima, la loro testimonianza era valida in tribunale.

A partire dal XVI cominciarono ad arrivare i profughi dalla Spagna Andalusa

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Luoghi di maggioreinsediamentoebraico

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Safed Antica città della Galilea, menzionata nel

Talmud di Gerusalemme Fu occupata dai crociati e liberata da Saladino Ebbe grande fioritura culturale ed economica sotto

il sultano Baibar Nel periodo mamelucco diventò luogo importante

del misticismo sufi Con la caduta di Granada, si popolò di profughi

sefarditi che riattivarono il movimento cabalistico Nel XVIII secolo perse la sua centralità economica a

favore di Akka, pur rimanendo un importante centro commerciale

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Safed nel 1912

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Safed - Sinagoga

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Safed

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La Kabbalah

La kabbalah – in ebraico ricezione - è il complesso delle dottrine esoteriche e mistiche dell’ebraismo.

Mira creare un contatto più diretto e più intimo con il divino, reso possibile attraverso un disvelamento che segue molteplici vie:

dall’analisi delle sacre scritture, la Torah, per scoprire il significato recondito e profondo delle narrazioni in essa contenute

fino alle pratiche di elevazione estatica volte ad avvicinare la presenza divina

Si tratta di un movimento mistico nato all’interno dell’ebraismo nella seconda metà del XII sec. in Provenza (Languedoc).

Dalla Provenza i cabalisti catalani si diffusero soprattutto in Castiglia, facendo della Spagna il centro più fecondo di tutta la storia della Kabbalah.

Con l’espulsione degli ebrei dalla Spagna, il kabalismo si spostò in Italia, Germania, ma soprattutto in Palestina, a Gerusalemme e a Safed

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Il viaggio di David Beth Hillel 1824-1832

Si definisce Il Benjamin de Tudela del 19 secolo Itinerario: da Gerusalemme all’India; in Terrasanta, poi in

Libano e Siria, Turchia e Curdistan iracheno, Azeibarjan e Persia. Si ferma un anno a Bagdad (1827-28), poi nel Golfo e 4 anni in India, dove scrive il suo diario.

Obiettivo del viaggio1. La ricerca delle dieci tribù disperse2. “dare un resoconto degli usi e dei costumi dei luoghi

che ha visitato, le loro lingue, monete, pesi e misure, con un glossario delle parole più usate in 5 lingue”

Il suo volume ha un posto d’eccezione negli annali dei viaggiatori ebrei, anche se ancora oggi dopo 140 anni il libro è pressoché sconosciuto.

Aveva anche pensato di farne una guida turistica stile Baedeker

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Le Dieci Tribù perdute

Definizione: Con la locuzione ‘Dieci tribù perdute d'Israele’ si intende comunemente l'insieme delle tribù che nell’antichità avevano formato il Regno di Israele, cioè la parte settentrionale di quello che secondo la Bibbia fu il regno di Davide.

Secondo la Bibbia, dopo la morte di Salomone, il territorio si divide in regno di Giuda con capitale Gerusalemme, e regno di Israele con capitale Samaria

Nel 722 le Dieci tribù che facevano parte del regno di Israele vennero sconfitte e deportate dagli assiri, e se ne persero le tracce

Le tribù di Giuda e di Beniamino, che formavano il Regno di Giuda, conservarono autonomia fino al 586

Nel 516 ritornarono con la conquista dei persiani (Ciro)

Tra i discendenti delle tribù perdute: i Cazari e gli Etiopi

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La Palestina e Gerusalemme secondo Beth Hillet

Descrive gli ebrei dell’Impero ottomano (famiglie, tipologie di ebrei, sinagoghe).

Descrive la struttura economica e occupazionale

Lo stesso vale per Gerusalemme, con attenzione ai vari gruppi: Sefarditi, Caraiti, Samaritani

Dà informazioni sulla lingua, sui tributi, sui caratteri e sulle abitudini di ciascun gruppo, ebraico ma non solo: ci parla anche degli armeni, dei cristiani, dei musulmani…

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I Caraiti

Il caraismo si formò, tra l'VIII e il IX secolo, in Mesopotamia, allora conquistata dagli Arabi musulmani.

La nuova religione fu fortemente influenzata dall'islam e ne accolse una delle fondamentali critiche mosse dal Corano all'ebraismo: l'aver abbandonato il rigoroso monoteismo delle origini, che era stato ripreso anche dallo stesso Maometto, per "degenerare" nella pluralità delle interpretazioni rabbiniche.

L'età dell'oro del caraismo fu quella compresa tra il X e l'XI secolo, quando un gran numero di opere caraite venne redatto nelle regioni centro-orientali del mondo islamico.

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I Samaritani

Sono i membri di una comunità ebraica in Palestina, residenti dell'omonima città e regione (Samaria, oggi Nablus in Cisgiordania).

Da un punto di vista storico sono i discendenti di quanti, fra le popolazioni ebraiche delle dieci tribù del regno settentrionale di Israele, rimasero sul posto al momento della deportazione delle elites urbane esiliate dagli assiri

I samaritani hanno sempre osservato i precetti mosaici così come espressi nel Pentateuco, e si sono sempre considerati discendenti di Abramo e quindi eredi del suo patto con YHWH.

Secondo la versione samaritana della storia, sono stati semmai i giudei a deviare dalla retta religione, "aggiungendo" innovazioni "devianti" alla corretta fede mosaica, di cui ovviamente loro si ritengono i soli ed ultimi depositari.