PELLEGRINAGGI ED ESERCIZI SPIRITUALI

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In copertina:Grotta di San Michele Arcangelo,Valle della Divina MisericordiaCeppato, Casciana Terme (PI)

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PELLEGRINAGGIED ESERCIZI SPIRITUALI

ASSOCIAZIONE MAMMA CARMELAViale Lunigiana 30

MILANO

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Pro manoscritto

A norma del decreto della S. Congregazione della Fede(Atti della Santa Sede 58/16 del 29.12.1966)già approvato da Papa Paolo VI il 14.10.1966

Cenacolo della Divina MisericordiaViale Lunigiana, 30 - 20125 Milano

Edizione extracommerciale

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I pensieri, le riflessioni e le meditazioni, raccol-ti in questo libretto, sono stati ispirati ad un’anima.

Sono però rivolti a tutte quelle anime che, desi-derose di amare il Signore, cercano di mettere inpratica i suoi insegnamenti e di vivere una vita cri-stiana più perfetta.

Gesù benedica queste pagine e chi le legge condesiderio di migliorarsi, concedendo l’aiuto dellasua grazia.

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PELLEGRINAGGIODAL 31 MAGGIO AL 3 GIUGNO 1968

A SAN GIOVANNI ROTONDO - LORETO -SAN DAMIANO

Gesù 31 Maggio 1968 (verso S. Giovanni Rotondo)

Figlia mia, ascoltami: la lezione te la do sul treno,mentre vai da quel mio figlio prediletto che tantegrazie e tanti doni strappa al mio cuore. Ti vogliodire come mai la sua preghiera ha tanta forza sulmio cuore, per cui, ciò che chiede a mia Mamma e ame, è come un comando per noi.

Padre Pio non esiste per se stesso, ma unicamen-te in me e per me. Non agisce, non pensa, non par-la, non soffre, non prega, se non in Dio, e compien-do in ogni momento la santa volontà di Dio. Tuttociò che compie, sono io che l’opero in lui; perciò lesue opere sono meravigliose, ed egli non conoscedistanze di luoghi e di tempi.

Dio è ovunque, tu lo sai, e questo pensiero ti de-ve ogni momento risvegliare la fede ed eccitare apensieri di fiducia e di speranza.

Dio non ti abbandona mai. Egli ti tiene immersanella sua immensità come il mare raccoglie nelle sueacque i pesci. Come questi non potrebbero viveresenza l’acqua ove sono immersi e dove trovano il lo-ro alimento, così tu non puoi vivere che immersa

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nel tuo Dio. Tu, vivendo costantemente alla suapresenza e immersa in Lui, vivi la vita spiritualequale motivo della tua esistenza.

“Vivi alla mia presenza e sarai perfetto”, dice loSpirito Santo. Ama di parlare col tuo Dio nella pre-ghiera; dona al tuo Dio il tuo cuore! Te l’ho dettomolte volte che Dio è geloso del tuo cuore, e tu lodevi custodire unicamente per Lui.

Ora, tu vai da Padre Pio e devi riportare da que-sta visita questi insegnamenti.

Tu vai a trovare un uomo che ha fatto della suavita una donazione completa a Dio fino a farsi sosti-tuire da Lui. Vai a vedere un uomo che ha fatto del-la sua vita un olocausto a favore dei fratelli, nel sa-crificio simile e unito a quello che io stesso feci sullacroce.

Imitalo in queste donazioni.Tu pure donati completamente a me; compi la

mia volontà con fede, con amore, con gioia in ogniistante della tua vita.

Chiamami in te perché ti sostituisca. Parlerò inte, e allora la tua parola sarà efficace. Penserò nellatua mente e amerò nel tuo cuore. Santificherò le tuesofferenze. Darò valore alle tue opere che io stessocompirò in te, e tu sarai unicamente un mio fedelestrumento.

Imita quel mio caro figlio nella sua dedizione a

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favore dei fratelli. Il tuo sacrificio sarà più efficace,porterà la redenzione, e aiuterai me nell’opera dellasalvezza.

Il pellegrinaggio porterà i suoi frutti. Sono contento della tua offerta a favore suo. Mi

piace la generosità, soprattutto se è a favore di chiha dato tutto per gli altri.

Ti prometto che parlerò a lui di te e del tuo grup-po, e che adoprerò le sue sofferenze per ottenere atutti quelle grazie spirituali e materiali per cui aveteintrapreso il viaggio.

Gesù 1 Giugno 1968 (a San Giovanni Rotondo)

Figlia mia, sii sempre pronta ad eseguire i mieiordini e a rispondere ai miei richiami. La luce vienedall’alto e la forza pure, ma la volontà, che Dio la-scia libera, la devi mettere tu e da questo dipende ilmerito. Sforzati sempre di mettere, da parte tua,tanto buon volere e tanta semplicità! Non sofistica-re nelle cose. È bene? Fallo senza tentennare, senzadubitare, senza tergiversare. Fallo per amore diDio, con semplicità, guardando al fine, che è que-sto: la gloria di Dio e la vita eterna.

In ordine a ciò compi sempre tutte le tue azioni.Sarai tranquilla e ti arricchirai di meriti.

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Ti raccomando oggi un particolare raccoglimen-to: invoca lo Spirito Santo su di te e sul mondo cheva in rovina. Prega per la Chiesa, per il mio VicarioPaolo VI, per i Vescovi e i sacerdoti.

Ti benedico, figlia.

Gesù 2 Giugno 1968 (verso Loreto)

Figlia mia diletta, sono con voi e vi benedico.Avete fatto bene ad indirizzare le vostre preghiereper la vostra Patria, che io ho fatto mia, essendovi inessa la sede del mio Vicario in terra.

Lungo questo litorale incontrerete anche la ca-setta dove io trascorsi i miei anni giovanili e soprat-tutto la mia infanzia, accanto alla mia dolce Mammae al mio padre putativo.

Vogliate mandare un saluto a quel luogo santo,dove mia Mamma ancora semina grazie speciali. Se-minate la vostra strada di riparazione, poiché inquesti giorni e per tutta l’estate i peccati si moltipli-cheranno e attireranno castighi sulle famiglie e sul-l’Italia, mentre molti innocenti perderanno ciò chehanno di più bello e che rapisce il mio cuore.

Sia la vostra riparazione fatta di sacrificio, di pre-ghiera, di buon esempio. Ve ne renderò merito be-nedicendo le vostre intenzioni e le anime vostre.

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Gesù 3 Giugno 1968 (a San Damiano)

Figlia, ovunque tu vai io sono con te e i miei in-segnamenti non ti devono mancare.

Ti confermo che ciò che scrivi ti viene per donomio, suggerito da me stesso, e che la tua collabora-zione è per te un dovere a cui non puoi sottrarti.

Tu agisci per illuminazione, e gli insegnamentiche ricevi riguardano unicamente la vita spirituale.I desideri che ho della vostra santificazione non so-no solamente per te, ma per tutte quelle personeche tu avvicini continuamente.

Oggi vi ho seguito nel vostro pellegrinaggio aLoreto; nel santuario della mia infanzia vi ho dona-to molte grazie.

Questo è lo spirito che deve guidarvi nella visitadi luoghi dove, mia Mamma ed io, abbiamo stabili-to di dimorare in modo particolare, facendo sì cheessi diventino come oasi nel deserto del mondo.

Vi dovete portare in tali luoghi con grande amo-re, grande rispetto e spirito di riparazione. Dar lodea Dio in questi luoghi, che sono come vestiboli delcielo, è riparare per ciò che si commette nel mondo,che è il grande tempio di Dio.

Mi fa anche piacere che ognuno esponga le suenecessità, ma state ben attenti a non sopravvalutarei bisogni materiali in confronto a quelli spirituali.

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I pellegrinaggi sono cose gradite a me e a miaMamma, perché servono ad esercitare la penitenzae a cementare gli affetti fra di voi, mentre ravvivanola fede e l’amore per Dio e per mia Mamma. Ama-temi, figli miei; amate mia Mamma e amatevi. Il miocuore è assetato d’amore e desidera che nel mondosi diffonda l’amore.

Fate bene attenzione però nei vostri affetti. Ricor-date il comando di Dio: “Amerai il Signore con tutta lamente, con tutto il cuore, con tutte le tue forze”. Ricor-date il secondo, che è simile al primo: “Amerai il pros-simo come te stesso per amore di Dio”. Ricordate an-che quelle parole che spesse volte sentite ripetere: “Chiama il padre e la madre più di me non è degno di me”.

Amami dunque quanto puoi, e ama tutti comeami te stessa, ma amali in me e per me se vuoi che ituoi affetti siano santi e accetti, meritevoli di premioeterno.

PELLEGRINAGGIO DAL 8 AL 10 APRILE 1969A SAN GIOVANNI ROTONDO E LORETO

Maria SS. 8 Aprile 1969, ore 1 (verso San Giovanni Rotondo)

Figli miei, sono con voi! Sono la Regina del buonviaggio, che voi avete invocato prima della vostrapartenza. Sono qui per compiere verso di voi l’ufficio

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di Mamma, come lo compio per ogni creatura che starealizzando il suo pellegrinaggio verso quella meta al-la quale tende ognuno che viene in questo mondo.

Verso di voi le mie sollecitudini sono anche piùtenere ed assidue per un duplice motivo.

Anzitutto mi avete chiamata per rendere piùfruttuoso questo vostro pellegrinaggio e perchéporti nella vostra anima quelle deliziose conse-guenze che la Mamma reca ai propri figli con la suapresenza.

Ma io sono anche con voi con tanta riconoscen-za per quella riparazione e disinfestazione che statecompiendo in questo scompartimento e su questotreno, che ha sentito risuonare tante e tante bestem-mie e ha visto tanti e tanti peccati.

Di questa vostra riparazione, fatta di semplici in-vocazioni ma tanto piene d’amore, io vi ringrazio eper questo vi benedico.

Voi andrete in quel luogo benedetto e in quelprezioso santuario da dove volgevo gli occhi pienidi bontà sopra il mio fedele figlio e devoto servo, elo sguardo che gli rivolgevo, lo incoraggiava a con-tinuare nella sua vita di sacrificio e di abnegazione.

Lo stesso sguardo io volgerò a voi e vi parlerò alcuore, vi dirò cose meravigliose che vi serviranno diconforto e d’incoraggiamento a proseguire nella vi-ta di sacrificio che il Signore vi ha stabilito. Sappia-

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te comprendere ed accettare; sappiate vedere in tut-to la bontà di Dio e quello che il Signore vuole davoi, e confidare e rassegnarvi anche quando le cosenon vanno come desiderate voi.

Figli, sappiate essere buoni anche quando non ètutto oro quello che ottenete, e che dovete combat-tere una vera battaglia per conquistare la palma del-la vittoria.

Coraggio, figli, e avanti! La vostra riparazione eil vostro amore hanno uno scopo e una ricompensa.

Il vostro viaggio e la vostra preghiera sono unaseminagione e matureranno i loro frutti, se non im-mediati, a distanza di tempo, ma senza dubbio ma-tureranno per voi e per gli altri. Mettete delle buoneintenzioni, delle motivazioni generali, disinteressatee generose.

Il vostro Padre Pio, che vi sta aspettando nel suosarcofago, se volete pensare alle sue spoglie morta-li, ma che in spirito è con voi essendo in Dio e al suocospetto, già intercede per voi e vi aiuta.

Vi benedico, figli cari, e buona notte!

Padre Pio 9 Aprile 1969 (verso Loreto)

Figli cari, ho tanto desiderato di rivolgervi la miaparola di saluto in quella terra benedetta.

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Figli, siate benedetti e gioiosi. Io veglio sulle vo-stre case e su di voi, e vi benedico per ciò che avetefatto e che farete. Nulla vi sia gravoso, e sappiateche, quando lavorate per il Signore, Egli vi ricambiacon doni a non finire, e non solamente spirituali.

Figli miei, sapeste quanto ci preoccupa la gio-ventù, che sempre più corre nella corruzione e nel-la superbia verso l’inferno! Quanto dovete esseredesiderosi di aiutare i giovani con l’esempio, con laparola, con la preghiera, e con tutti quei mezzi cheil Signore mette a vostra disposizione!

Amateli questi giovani, consigliateli se vi ascolta-no, ma soprattutto pregate per loro! Quante diffi-coltà sopraggiungono ad ogni momento! Vi racco-mando di non lasciarli mai in ozio. Conoscete ilproverbio: “L’ozio è il padre dei vizi”. Fate in modoche i vostri giovani abbiano sempre delle occupa-zioni sane e sante, perché l’adempimento del pro-prio dovere col lavoro conduce alla santità.

Non perdete tempo voi, e non fatelo perdere aglialtri, poiché il tempo è prezioso. Quanto poi allevostre preoccupazioni, lasciate fare a Dio e fidatevidi Lui! Egli è un Padre buono, che non bastona senon quando c’è un’estrema necessità. Se volete faretutto da voi, non concluderete nulla, ma, se vi fatesostituire, tutte le cose saranno fatte bene.

Verrete ancora a San Giovanni, ed io vi presen-

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terò alla Mamma celeste, come ho fatto in questigiorni, e vi otterrò la grazia di piangere i vostri pec-cati e quelli del mondo tutto.

Tra poche ore arriverete alla santa Casa. Io vi ac-compagnerò e pregherò per voi.

Padre Pio 10 Aprile 1969 (verso Milano)

Figli miei, eccomi qui con voi dopo due giornatepassate completamente in santa compagnia!

È bello vivere col Signore, non vi pare? Ebbene,continuate ad amarlo e ad amare la Mamma del cie-lo. Sono Essi che vi devono aiutare a superare ognidifficoltà e a raggiungere il più gran bene.

Io vi benedico e vi aiuto continuamente, inter-cedendo per voi grazie speciali, ma mi occorresempre la vostra prontezza nel corrispondere alledivine chiamate e alle ispirazioni del vostro angelocustode.

Amate i vostri angeli e non lasciateli inoperosi.Fateli diventare vostri emissari di bene. Mandateli aparlare di Dio al cuore dei vostri figli, e parlate aivostri figli dei loro angeli. Vedrete che le cose cam-bieranno, ed essi diventeranno più buoni.

Figli miei, avete visto che vi ho aperto la stradanella santa Casa, quando tutto sembrava impossibi-

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le? Vi serva quest’esperienza a non dubitare maidella provvidenza di Dio. Abbiate fede in Lui, e tut-to si appiana. Il Signore esaudisce tutti i desideribuoni, purché le vostre domande siano presentatecon fede.

PELLEGRINAGGIODAL 29 APRILE AL 2 MAGGIO 1971

A SAN GIOVANNI ROTONDO - MONTESANT’ANGELO - LANCIANO - LORETO

Maria SS. 29 Aprile 1971, ore 21,30 (verso Loreto)

Figli miei, pace a voi! Sono la Regina del buonviaggio e vengo a darvi, con la buona notte, il mioaugurio più efficace di grazia, di amore e, perchéno?, anche di santità.

I cattivi si sottopongono ad ogni genere di sacri-fici per arrivare ad accontentare il loro corpo e, indefinitiva, il demonio. Voi vi assoggettate a sacrificiper amore del mio Gesù e mio. Siate dunque bene-detti e, per quel che ci date, state certi che sarete ri-pagati in abbondanza. Dovete crescere in virtù esantità, ed essere l’ammirazione dei vostri fratelliche già vi hanno preceduto nel regno dei santi.

La santità è una conquista che ha inizio quaggiùin questo pellegrinaggio terreno.

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I pellegrinaggi nei nostri santuari devono segna-re delle tappe nella santità. Non fabbricatevi peròuna santità che sia come una chimera, ma una santi-tà vera, fatta di umiltà, di spirito di sacrificio, diamore di Dio e di desiderio di compiere la sua vo-lontà ad ogni istante.

Figli, non spaventatevi per le difficoltà. Io vi so-no vicina e vigilo su di voi, quando vegliate e quan-do dormite. Non vi abbandono mai!

Cari figli miei, vi abbraccio. Riposate per qual-che tempo sul mio cuore. Veglieranno i vostri ange-li, e ripeteranno i vostri atti d’amore come una mu-sica divina. Passando dalla mia Casa, vi manderòl’angelo del santuario a benedirvi in modo partico-lare.

Io mi occupo di voi perché voi vi preoccupatedegli interessi del mio Gesù e miei.

Ai vostri cari, che avete momentaneamente la-sciato, dono grazie speciali e li aiuto in tutto.

Buona notte, figli!

Padre Pio 30 Aprile 1971, ore 12 (a San Giovanni Rotondo)

Figli miei, io vi ho chiamati e voi siete venuti.Siate benedetti! Io vi porgo il mio saluto francesca-no, dicendovi: “Pace e bene!”.

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Qui racchiudete tutto: la pace che gli uomini de-siderano e che vanno cercando dove non la possonotrovare. Pace a voi, alle vostre anime, che solo conla pratica della carità potrete avere e diffondere.

E il bene? Ecco, figli miei, il bene, che è tantonecessario compiere e diffondere, fatelo, fatelosempre, fatelo silenziosamente e non temete mai diesagerare. Il bene è la preghiera ben fatta, le operebuone, e tutto ciò che porta benefici spirituali a voie agli altri. Fate dunque il bene e fatelo bene, senzachiasso, con molta serenità, perché il rumore non viporta quella pace interiore che è frutto della grazia.

Io sono qui con voi. Il mio corpo attende di es-sere glorificato da Dio, e lo sarà nel giorno della ri-surrezione.

La mia anima è nella beatitudine di Dio. Il Si-gnore però, in vista di quelle sofferenze che accet-tai, chiesi, ed offersi in vita, permette che ancora,come e più di quando ero in vita, il mio corpo ema-ni quella forza e quella potenza che viene da Lui,mediante la quale coloro che vengono a visitarmiabbiano aiuti e grazie.

Benedite il Signore e interponetemi nel bene chefate, specie nella preghiera, perché sono tanto con-tento di supplicare il Padre in favore di tutti i mieifigli.

I gruppi di preghiera a cui appartenete sono da

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me aiutati e benedetti. Siate sempre docili ed ubbi-dienti alle autorità della Chiesa e procurate che levostre riunioni portino alla pratica della carità dopoche all’amore alla preghiera.

Vi benedico tutti, dicendovi ancora: “Pace ebene!”.

San Michele Arcangelo 1 Maggio 1971, ore 12(nel santuario di San Michele)

Fratelli miei, pace a voi. Lodate il Signore, ma-gnifico nelle sue opere, e invitate gli angeli del cieloa partecipare alle vostre preghiere ed opere.

Sono Michele, l’angelo che presiede alle schiereangeliche e patrono della Chiesa per volontà di Dio;ma sono anche interessato alla vostra custodia perdifendervi da tutti quegli spiriti che, odiando Dio evoi, vi seducono per portarvi alla dannazione eterna.

La stessa lotta, ingaggiata all’inizio della creazio-ne tra angeli buoni e ribelli, continua nel mondo econtinuerà fino alla fine del mondo. Chiamatecisempre in vostro aiuto, perché la lotta del male con-tro il bene abbia a finire con il trionfo di Dio e delbene.

Il mio nome è un’espressione che indica la gran-dezza di Dio e la mia nullità. Vorrei imprimervi be-

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ne nella mente questo pensiero: che il vostro nomedi cristiani vi indica la vostra grandezza come figliredenti da Gesù, Figlio di Dio, ma anche la vostranullità, quando da Lui siete separati. Questo pen-siero v’inviti sempre più a cementare quel legameche vi unisce a Lui e a temere tutto ciò che da Lui visepara.

Amate di umiliarvi continuamente davanti a Dioe anche fra di voi, se volete attirarvi le sue benedi-zioni e avere fra di voi armonia e pace!

Fratelli, grazie per essere venuti a far visita almio santuario. Ne riporterete il dono del dolore deipeccati e le mie grazie. Vi benedico.

Mettetemi come sovrintendente alle vostre fami-glie, perché siano difese dal maligno ed aiutate neiloro bisogni. Vi prometto di liberare, oggi stesso,quelle anime che mi avete raccomandate durante ilsanto Sacrificio per i meriti del sangue di Gesù.

Santa Teresa di Gesù Bambino 1 Maggio 1971

Fratelli e sorelle mie, mi avete voluta compagnadel vostro viaggio e ho la possibilità di parlarvi.

Vi voglio dare un suggerimento che vi aiuti apassare bene questa terza giornata del vostro pelle-grinaggio.

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Siate generosi nell’offerta dei vostri piccoli sacri-fici: siano essi le profumate rose che voi gettate alvostro Dio come omaggio filiale d’amore. Io ve le ri-cambierò con i miei doni che promisi di far caderedal cielo dopo la mia morte. Sia la vostra offerta si-lenziosa e piena d’amore. Meno persone saranno aconoscenza della vostra offerta amorosa e più saràgradita al Padre, che è geloso dei vostri affetti.

Offrite con semplicità, senza dare troppa impor-tanza a ciò che fate, perché, se assomiglierete aibambini, attirerete le divine tenerezze.

Sorelle e fratelli miei cari, in Dio, che ci ha crea-ti e che vi attende, vogliatevi bene sempre e abbiatecura degli altri come di voi stessi. La piccola via del-l’infanzia spirituale che io seguii, sia la vostra, el’amore dia a voi un santo trasporto che vi permet-ta di volare nella via del Signore.

Vi sono compagna e vi benedico. Prego con voie per tutti i vostri bisogni.

Maria SS. 2 Maggio 1971, ore 11,20(in viaggio, da Lanciano a Loreto)

Figli miei, sono la Vergine dell’Annunciazione. Avete fatto bene ad unire nel vostro pellegrinag-

gio queste due visite a Lanciano e Loreto: qui, il

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Verbo si è fatto Carne e divenne quel Pane vivo di-sceso dal cielo che doveva dare nutrimento spiri-tuale a tutti gli uomini; là, il Pane eucaristico diven-ta Carne per testimoniare la presenza del Verboincarnato.

A Loreto, il fiat di unione della mia volontà conquella del Padre realizza il grande miracolo dell’In-carnazione; a Lanciano, l’incredulità di un sacerdo-te ottiene il miracolo, perché Gesù, nella realtà del-la sua presenza e del suo dono, possa confermarenella fede tutti gli increduli.

È lo stesso miracolo eucaristico, ottenuto in duemodi diversi, per il bene dell’umanità e della cri-stianità.

Ma che cosa sono questa umanità e questa cri-stianità se non una immensa Ostia vivente, un im-menso Pane eucaristico, su cui ognuno, pronun-ciando il suo fiat, potrebbe trasformare la sua vitarendendola santa e sacra agli occhi di Dio?

A ognuno un invito! Figli miei, pronunciate sem-pre il vostro sì su quella particella di ostia che è la vo-stra sofferenza quotidiana: sarà la vostra messa, cherealizzerà, in voi e per tutti, la vostra incarnazione.

Sul miracolo eucaristico che avete visto vi dire-mo ancora qualche cosa. Per ora, con la mia bene-dizione e la mia carezza materna, vi auguro di esse-re sempre gioiosi.

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Maria SS. 2 Maggio 1971, ore 18,30 (verso Milano)

Figli miei, siete giunti quasi al termine del vostrobel pellegrinaggio, che i santi del cielo hanno ac-compagnato e che Dio ha benedetto. Vi ringraziodel fervore e della fede che avete messo nella vostrapreghiera e della carità che vi ha uniti, anche se nonvi sono mancate le occasioni di esercitarla con umil-tà e bontà.

Ora vi voglio lasciare un ricordo, che vi serva atener presente nella vostra mente i doni del Signoreche avete ricevuto in questi giorni.

Avete incominciato il mese di maggio, che desi-derate trascorrere onorandomi. Mi offrirete rose efiori di sacrificio, che io adoprerò a vostro favore.

Voi sapete però quanto sono unita al mio Gesùin tutte le sue operazioni. Egli è presente nel taber-nacolo, ed io gli sono accanto per riparare tuttequelle offese che tanto lo fanno soffrire. Egli è pre-sente nei miei santuari, per cui la mia casa è la sua,e la sua è anche la mia.

Io vorrei pregarvi di un favore. Tutto ciò che fa-rete per il mio Gesù, lo farete per me, per cui vorreiproprio che il più bel dono per me fosse una mag-gior devozione alla SS. Eucaristia. I vostri attid’amore, di dolore, di riparazione e di donazionedevono consolare il mio Figlio.

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Avete visto uno dei più grandi miracoli dell’Eu-caristia; non a caso avete là diretto i vostri passi. Inun periodo della storia in cui il SS. Sacramento vie-ne così poco onorato e molto oltraggiato, la vostrafede nella presenza reale di Gesù nell’Eucaristia siad’esempio a tutti.

Ecco dunque ciò che vi chiedo e che voi non mipotete negare! Le vostre genuflessioni, i vostriomaggi, la vostra adorazione, siano d’incitamento atutti ad un maggiore rispetto e ad una maggior de-vozione.

Mi avete cantato di “tenervi per mano”. Accetto,ma voi fate in modo di essere docili alle ispirazioniche io vi donerò nei modi più diversi.

Se starete spiritualmente in adorazione davantial tabernacolo in mia compagnia, vi terrò presentinella mia adorazione al cospetto di Dio.

Figli, vi ripeto: fate di quel Sole divino, che pur-troppo troppo poco viene esposto sui vostri altari epoco onorato, il vostro amore!

Vi benedico, figli. Buon mese di maggio con Ge-sù eucaristico! Ciò che farete per Lui, lo farete perme.

Sono la Signora del SS. Sacramento, la Mammache vi dona il Pane divino che è la mia carne e il miosangue.

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PELLEGRINAGGIODAL 9 AL 12 MAGGIO 1972

AD AIROLA - SAN GIOVANNI ROTONDO -MONTE SANT’ANGELO - LORETO -

TERMOLISan Michele Arcangelo 9 Maggio 1972, ore 23

Fratelli cari, sono con voi e vi accompagnerò du-rante questo pellegrinaggio per volontà di Dio.

Sono l’Arcangelo Michele, che tanta importanzaha nel compito che il vostro gruppo di preghiera haavuto da Dio.

Voi avete una missione particolare e una missio-ne collettiva non indifferente. L’aiuto che io vi pos-so dare è grande, poiché le opere importanti sonosempre combattute dal demonio, che odia Dio,odia il bene e chi lo compie. Io perciò vi sto accan-to e vi mando gli angeli che vi aiutino. Se pregate,vi mando i Serafini, perché accendano in voil’amore di Dio. Se dovete compiere qualche buonaazione, raddoppio il numero degli angeli custodi,perché vi suggeriscano, vi guidino e vi accompa-gnino. Quando assistete al santo Sacrificio dellaMessa, gli angeli dei cori celesti raccolgono i vostrisacrifici e li uniscono al sangue divino, che presen-tano al Padre prostrandosi in adorazione davanti aLui.

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Quanta importanza hanno gli angeli nella vostravita, lo capirete in cielo. Io però ve ne do un saggio,dicendovi che l’opera solerte di un angelo può sal-vare da innumerevoli catastrofi interi paesi e città.

Vi aspetto a San Michele, dove mi consacrerete levostre famiglie e le vostre opere, e intanto, mentre viauguro buon viaggio, vi benedico ad uno ad uno.

Siate buoni, e sappiate distinguere le tentazionidel demonio da ciò che è volontà di Dio, che per-mette anche il male per ricavarne il bene. Ve ne doun segnale. Se ciò che vi succede mette discordia,odio o rancore fra di voi, state pur certi che non vie-ne da Dio, ma dal maligno.

La pace, fratelli, sia nei vostri cuori come il di-stintivo dei veri figli di Dio, e le vostre opere porti-no dovunque la pace come frutto di quella caritàche dimora in voi.

Maria SS. 10 Maggio 1972, ore 5

Figli miei, sono con voi. Sono la Madonna delbuon Viaggio.

Godo che abbiate scelto questa data per compiereil vostro pellegrinaggio. Siete ancora nel periodo pas-quale, e il vostro risveglio religioso non deve andaredisgiunto dai pensieri che la Pasqua vi suggerisce.

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Pasqua vuol dire passaggio, e ricorda il passaggiodegli Ebrei dalla schiavitù d’Egitto alla terra pro-messa. Significa anche il passaggio dalla morte allavita, da una vita di tiepidezza a quella di fervore.

Voi state compiendo un tragitto che vi deve ri-cordare quanto è importante il pellegrinaggio terre-no, che vi prepara a raggiungere la celeste Gerusa-lemme.

Siate dunque sereni, perché ogni giorno che pas-sa vi fa intravedere uno spiraglio di quella luce cheviene dall’alto, sempre che voi vogliate sgominaredai vostri cuori e dalle vostre menti quella nebbiache molte volte tenta di offuscarli.

Avete visto quanto è fastidiosa la nebbia, chescende molte volte anche improvvisamente così darendere difficile il cammino e la visione delle cose.Basta un raggio di sole a metterla in fuga, come nelcampo spirituale basta un po’ di amore di Dio a farrinascere buoni pensieri e santi propositi.

Questo pellegrinaggio vi deve portare una nuovarinascita e un incoraggiamento per affrontare e su-perare le difficoltà quotidiane.

Un pellegrinaggio deve avere sempre uno scopo.Anche voi dovete mettere un’intenzione.Chi cam-mina inconsapevolmente, senza meta e senza ren-dersi conto del motivo del vivere e del morire, sitrova davanti alle più amare sorprese.

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Se volete compiere opera di apostolato, pregateper quei poveretti che della vita apprezzano solo lecose più inutili. Aiutateli con la buona parola quan-do sarete tornati alle vostre case, perché anche perloro la Pasqua deve significare risurrezione dallamorte spirituale alla vita della grazia.

Tra pochi giorni finirà l’incontro delle anime vo-stre con Dio in luoghi sacri, ma un giorno, e per al-cuni molto presto, vi sarà un altro incontro. Predi-sponetevi ogni giorno con gioia, con la stessa ansiacon cui io andavo sospirando di raggiungere il mioFiglio divino in cielo.

Per i vostri familiari che avete lasciato a casa,non preoccupatevi. Pregate per loro e abbiate fidu-cia. I miei angeli vegliano su di loro.

Arrivederci e un abbraccio ad ognuno. Siate tan-to sereni.

Maria SS. 10 Maggio 1972, ore 12 (ad Airola)

Figli miei, sia pace e gioia ai vostri cuori.Sono tanto contenta che abbiate voluto far visita

a questo luogo benedetto. Voi mi avete salutata as-sieme al mio Figlio. Sappiate, figli, che le sue divinesembianze sono pure le mie, come le vostre devonoriprodurre le sue.

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Il Signore ci ha fatti ad immagine e somiglianzasua. C’è però una somiglianza inconfondibile traquei figli che mi amano e mi onorano e il mio Gesù.Voi vedete un volto insanguinato, ma la sua bellez-za divina vi parla di un amore fatto di grande sacri-ficio. Così dovete procurare di assomigliargli sem-pre più. Non importa se le apparenze non sonoquali voi le vorreste; coltivate la vostra vita interioreper mezzo della rinuncia e del sacrificio.

Io benedico questa casa. Desidero che siano cono-sciute le grandi cose che hanno vissuto anime estre-mamente umili. Desidero vocazioni. Desidero che ilvolto insanguinato del mio Gesù sia conosciuto, ama-to e venerato dalla maggior parte degli uomini. Colo-ro che lo guarderanno con amore, con pentimento deipropri peccati, guariranno dalla colpa, come il popoloebreo, guardando il serpente di bronzo innalzato daMosé, guariva dal morso di serpenti velenosi.

Figli, vi benedico tutti. Dite con effusione d’amo -re: “Volto di Gesù, salvaci!”.

Maria SS. 10 Maggio 1972, ore 15,30 (ad Airola)

Figli miei diletti, sia pace a voi e a questa casa.Sono la Regina della Pace, e che cosa desidero se

non di riempire le anime, le famiglie e il mondo di

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questo prezioso dono dello Spirito Santo così ne-cessario per un buon vivere umano? Pace vi dono,pace vi darò, pace recherò alle vostre famiglie.

Mi è stata preparata una dimora, e sono diventa-ta Regina di questo luogo. Mentre da molti focolarie da molti cuori mi si allontana, qui si è ardente-mente desiderata la mia presenza.

Io opererò in questa casa veri miracoli di trasfor-mazioni spirituali. Chi mi pregherà con fede, capiràche solo possedendo Dio mediante la grazia è pos-sibile godere e fare un po’ di bene nel mondo. Chimi guarderà con fiducia, capirà che solo per mezzodell’umiltà e della generosità è possibile comunica-re con i fratelli, possedere e donare la pace.

E a voi, che siete venuti ad onorarmi qui, il miograzie! Ricordate che la gentilezza e la riconoscen-za, che tanto profondamente coltivai nella mia vita,non mi permettono di lasciar passare inosservate ledelicatezze che ricevo. Continuate ad amarmi e adamarvi, aiutandovi a vicenda, poiché questo è il mo-do migliore per testimoniarmi.

Desidero che trascorriate i nove giorni di pre-parazione alla Pentecoste in santo fervore. Dallavostra preparazione dipende l’abbondanza dei do-ni. Invocateli sopra il Papa e su tutta la Chiesa, so-pra i regnanti e governanti e su tutto il popolo cri-stiano.

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Sia la prossima festività una vera Pentecoste difuoco, che dia ai miei ministri la forza di smasche-rare il male e di combatterlo, dando al tempo stessoun esempio di integrità di vita e di forza.

Il gaudio e la pace siano anche nelle famiglie do-ve gemono nella sofferenza fisica e morale i suoimembri; siano negli ospedali, nei ricoveri, nellescuole, e in tutte le case dove possono trovare ospi-talità altre anime. E il fuoco divino della carità av-vampi dovunque.

A coloro che lasciò prima di salire al cielo, Gesùraccomandò la diffusione dei suoi insegnamenti,come li aveva ricevuti dal Padre e donati a tutti.

Riempiti di divino amore con umiltà e con forza,sappiate donare dovunque ciò che ricevete. Sareteapostoli, semplici se volete, come del resto lo eranoi primi apostoli e discepoli, ma l’azione della graziain voi sarà così potente che conquisterete i cuori.

Lo spirito d’indipendenza e l’idolatria della pro-pria personalità fanno di tanti religiosi dei veri“fuori posto”. Però essi sono così convinti di esserenel giusto che anche il Signore chiude un occhio.

La vocazione religiosa è un dono talmente gran-de che esige una corrispondenza fatta di perfezione,di cui molti non si rendono conto.

Ed ora, figli, vi benedico tutti e vi dico arrive-derci, perché, quando risentirete i messaggi regi-

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strati o li leggerete, costaterete la mia presenza, lamia grazia e la mia benedizione.

Padre Pio 11 Maggio 1972

Figli, la pace sia con voi, ora e sempre.Sono con voi. Vi benedico, e seguirò, precederò

e accompagnerò la vostra giornata perché possiateavere santi pensieri, gioia e pace, ma anche perché,nel raccoglimento interiore, ricaviate quei frutti cheGesù e la vostra e mia Madre celeste desiderano.

Mantenete l’armonia fra di voi e portatela do-vunque.

Ci sono molte persone che si preoccupano e siimpauriscono dei castighi che possono sopraggiun-gere, e si turbano gli animi mentre turbano gli altri.La morte è castigo del peccato, ma è anche unagrande sorella che, venendo incontro a ciascuno,apre la porta dell’eternità. Alla morte, come ad unfelice incontro, vi dovete preparare, compiendogioiosamente ogni vostro dovere e tutto quel beneche il Signore vuole da voi e che la vostra generosi-tà vi sprona a fare.

Tutto ciò che è previsto e voluto da Dio, accade,e l’unico modo è di accettarlo come dono dalla ma-no di Dio, in penitenza dei peccati e come ripara-

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zione. Tutti siete debitori, per cui occorre accettareed offrire.

Io vengo spesso nel vostro cenacolo per benedi-re, aiutare e consolare tutti i bisognosi. Compio an-cora là ciò che in vita compivo specialmente a S.Giovanni Rotondo.

Voi cercate di imitarmi dandovi vicendevolmen-te la mano per tutte le necessità, sia materiali chespirituali. Siate sereni, e diffondete la serenità el’amore più che il timore.

Fate un proposito in questo viaggio, che manter-rete anche a casa: non lamentarvi mai di nessuno. Sedovete correggere chi sbaglia, fatelo personalmentecon tanta bontà e carità, ma, per il resto, guardate lecose con l’occhio di misericordia del Signore.

Il dono del timore di Dio, che chiederò allo Spi-rito Santo tramite la Vergine Maria, per voi, sia solouna grande preoccupazione di non offenderlo e dinon corrispondere alle sue grazie.

Figli miei, vi pare poco anche questo comunica-re col cielo, quasi che foste delle persone meritevo-li di grandi privilegi? Temete e amate per ricono-scenza e con quella delicatezza che hanno i figliaffezionati per non offendere il Padre loro.

A chi perciò vi verrà parlando di grandi castighi,voi risponderete: “Confidiamo nella misericordia diDio e cerchiamo di essere buoni per non meritarli”.

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Io vi benedico ancora e vi auguro un buon viag-gio anche con Maria, poiché l’andrete a visitare nel-la sua santa Casa.

Angeli custodi 12 Maggio 1972 (Verso Termoli)

Fratelli cari, siamo i vostri angeli custodi qui pre-senti con voi. Siamo animati di zelo per la gloria diDio e per il bene di tutte le anime.

Vi dobbiamo muovere un piccolo lamento, per-ché troppo poco ricorrete alla nostra opera. Anchevoi qualche volta vi sentite menomati perché non sirichiede il vostro aiuto, mentre vi sentite in grado difornirlo ai vostri figli. Noi siamo tutti collegati gliuni agli altri, come le anime in grazia sono unite fradi loro, e nella visione di Dio vediamo ciò che è uti-le a ciascuno.

Che direste di certi poveri che, nonostante la lo-ro miseria e il mezzo che avrebbero di arricchire,volessero ostinarsi a rimanere nella loro povertà la-mentandosi continuamente?

Voi potete arricchirvi di aiuti, non solo comunima anche straordinari, chiamandoci in vostro soc-corso e chiedendo a noi ciò che volete che Dio viconceda. Vi potete unire a noi pregando, ed esserecerti che rispondiamo alle vostre invocazioni,

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unendovi le nostre, fatte di amore e di adorazione.Quando vi sentite stanchi dopo una giornata di la-voro e vorreste onorare la nostra Regina con la re-cita del rosario, fate un bell’atto di fede: voi recita-te la prima parte dell’Ave Maria, e state certi che ilvostro angelo custode risponderà recitando la se-conda parte.

Voi vi date da fare e giustamente per esorcizzare,cioè cacciare i demoni dal mondo, dalle anime edalle famiglie, ma perché con uguale premura nonchiamate gli angeli, specie i custodi, a rimpiazzarequei demoni, a difendere quelle anime e a combat-tere per voi? Se i demoni sono numerosi e sparsidovunque, lo sono anche gli angeli! Non vi restache farli lavorare con la vostra invocazione, amarli eringraziarli, per attirare sempre più la loro benevo-lenza.

Noi siamo accanto ad ogni uomo, ma chi si ri-corda di noi? Molti ci negano! Abbiamo in custodiacittà, paesi, famiglie, parrocchie, cattedrali e chie-suole. Anche la vostra cappella ha degli angeli cu-stodi, che adorano e amano il Signore continua-mente ed offrono i vostri rosari come riparazioneper ogni bestemmia.

Gli angeli furono i primi a raccogliere le stille disangue, offerte da Gesù al Padre, nell’orto degli uli-vi, sul Calvario e dall’alto della croce. Ora continua-

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no questa missione riparatrice e purificatrice neisanti sacramenti e nel santo Sacrificio.

A noi ricorrete dunque e, quando vi sentite ab-battuti, sofferenti, angosciati e bisognosi di confor-to, rivolgetevi a noi che, come abbiamo consolatoGesù nell’orto, consoleremo anche voi.

Dite spesso: “Angeli del Signore, benedite pernoi il Signore, e aiutateci ad amarlo e a servirlo sem-pre!”.

Noi vi copriamo con le nostre ali, che non sonovisibili e come voi le immaginate, ma sono una real-tà mistica su cui potete avere la massima certezza. Èuna realtà di azione che unisce il mondo a Dio, fa-cendo del soprannaturale non tanto un mistero, masolamente un segreto riservato a chi ha fede.

Gesù 12 Maggio 1972, ore 21 (verso Milano)

Figli miei diletti, vi do il mio saluto e la benedi-zione più ampia.

Avete visto come noi manteniamo le nostre pro-messe? Così voi mantenete le vostre. Se non avetefatto qualche serio proponimento, fatelo prima dilasciarvi, oppure appena tornati alle vostre case.

Sono il vostro Gesù, che vi ama di un amore pie-no di tenerezza. Come vi amo io, vi ama il Padre,

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poiché io e Lui siamo una cosa sola. Ho detto aimiei discepoli: “Chi vede me, vede il Padre mio!”.

Voi non mi vedete con gli occhi del corpo, macon gli occhi della fede, e mi vedete attraverso lemeraviglie che io opero nelle anime e nel mondo.

Vi ho detto ancora che gli insegnamenti e la pa-rola che voi ascoltate da me, sono gli insegnamentie la parola del Padre mio. Oggi vi voglio invitare arafforzare quei legami d’amore che vi uniscono ame e ad amare con me il Padre.

Dall’amore che io nutro per il Padre mio, unamore eterno ed infinito, procede lo Spirito Santo.Se vi unirete a me in quest’attesa della Pentecoste,si opererà la vera fusione dell’anima vostra con il di-vino Spirito, che è lo Spirito mio e del Padre.

Avete pochi giorni di preparazione. Pensatesempre che l’amore che voi mi date è un’inezia inconfronto di quello che ricevete, ma che, uniti, di-ventano una fornace d’amore. La vostra goccia siperde in un mare infinito.

Questo fuoco d’amore vi consumi, vi divori, vitrasformi, così da rendervi capaci di cose meravi-gliose. Non dite mai: “Son capace di nulla, non sofar nulla!”. Se sapete amare, sapete far tutto, perchél’amore v’immerge nel Figlio, vi porta al Padre, e vidona lo Spirito Santo.

Siete giunti al termine del vostro tragitto, che ha

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dato gloria a Dio e che ha portato giovamento allavostra vita fisica, morale e spirituale. Andate nelle vo-stre case, e fate vedere che siete diventati più buoni.

Voi avete lasciato le vostre occupazioni e qualcu-no vi ha sostituito; siate riconoscenti, non trovateda ridire per ciò che non è stato fatto o che forse po-teva essere fatto meglio. Se voi vi siete presi unospazio di tempo per pregare e per riposare il vostrospirito, gli altri hanno lavorato anche per voi.

Quando intraprenderete un altro pellegrinaggioa distanza di tempo, troverete le porte aperte per ibuoni risultati che ne ricavate.

Vi benedico ancora, augurandovi una buonanotte. Arrivederci, con sempre rinnovato fervore,accanto alla nostra Mamma!

PELLEGRINAGGIODAL 8 AL 12 MAGGIO 1973

A ROMA - SAN GIOVANNI ROTONDO -MONTE SANT’ANGELO - LORETO

Maria SS. 8 Maggio 1973 (verso Roma)

Figli diletti e cari, eccomi qui con voi. Sono laVergine del buon Viaggio, e non potevo fare a me-no di venire a porgervi il mio augurio.

Voi siete incamminati verso la città che chiamate

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“eterna”, per portare al Capo della cristianità il vo-stro tributo di fede e il vostro affetto, ed io vi uniscola mia parte d’affetto. La grandezza della missione ela gravità del peso che gli abbiamo affidato, dimo-strano la fede e la fiducia che noi nutriamo per lui.Noi andremo di comune accordo. Io riceverò il tri-buto della vostra preghiera, che serve a convalidarela fede e l’amore, e porteremo a lui un aiuto con-creto ed effettivo.

Quando i primi cristiani si muovevano per anda-re a far visita ai primi Papi, incontravano grandi sa-crifici e mettevano a repentaglio anche la vita; e, intempi remoti, molte persone si muovevano da terrelontane e, a piedi o con mezzi molto semplici, anda-vano dal Padre della cristianità sopportando grandisacrifici ed impiegando lunghi giorni.

Le comodità di cui voi disponete, non escludonoqualche piccolo incomodo, che è ben poca cosa aconfronto di ciò che altri affrontarono.

La vostra gita pellegrinaggio, però, è ugualmen-te benedetta, e i frutti che ne ritrarrete saranno mol-ti. A supplire le lunghe camminate e i digiuni e lepenitenze, ci sarà la preghiera e soprattutto la caritàvicendevole. Solo quando si forma unità di cuorecon il proprio simile, si può vantare il titolo di vericristiani, e solo se vi amate, vi compatite e vi aiutatevicendevolmente, porterete il vostro aiuto efficace

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al sommo Pontefice, che potrà veramente contaresu di voi per un prossimo migliore avvenire.

Fatevi perciò buona compagnia, e chi vuol ave-re più grazie da me, sia più prodigo di bontà versogli altri. Mettete anche delle intenzioni a questovostro pellegrinaggio, e state tranquilli per coloroche avete lasciato a casa. Come vi accompagnano evi seguono i miei angeli, così una schiera di essi in-vio presso i vostri cari, perché li aiutino nei loro bi-sogni.

Chi ha persone malate a casa, me le affidi e stiatranquillo. La fede deve dirigere le vostre azioni edeve darvi la certezza che Dio, nella sua infinitabontà, può arrivare dovunque mediante la vostrainvocazione.

Pregate, amate, abbiate fede e siate sereni. Tuttoandrà per il meglio.

Benedico tutti. Dopo il rosario, riposatevi. Buo-na notte!

San Gabriele Arcangelo 9 Maggio 1973(a Roma, nella Casa di Nazareth)

Sia pace a te e a tutti coloro che hai portato qui.Sono l’angelo custode di questa casa, e godo di

benedire ed aiutare coloro che vi entrano.

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Come a Nazareth, io annuncio il Signore a chi lovuole accogliere. Non chiedo che la disponibilità delproprio cuore a compiere la volontà di Dio e che siriconosca la propria insufficienza. È sempre così ilmodo di fare del Signore quando invia i suoi angeli.

Anche un breve soggiorno in questa casa donarespiro e gioia. Avveniva così per tutti coloro cheentravano nella casa di Maria di Nazareth. Il suosorriso, la sua bontà, il suo prodigarsi perché tuttiavessero il necessario, dava alle anime distensione eserenità. Così avveniva per gli apostoli, per i paren-ti ed anche per lo stesso Gesù, quando ritornava daisuoi viaggi apostolici.

Io, qui, apro la porta a tutti ed ispiro e dirigo, illu-minando. Vorrei che questa casa, come è piena di an-geli, fosse sempre piena di anime desiderose di bene!

La pace, dunque, ti dono e dono a tutti: sacer-doti, anime consacrate e laici. Se si conserverà la ca-rità fraterna e l’umiltà, qui faremo tante cose. DaNazareth è venuto il Sole, non ti pare?

Ora ti benedico con tutta la comitiva. Benedico isacerdoti e le volontarie ancelle del Signore, che siprodigano perché tutto sia in ordine perfetto. Pro-grediranno sempre più in virtù, nella misura in cuisono staccate dal mondo e da ogni cosa.

Sono Gabriele, l’inviato da Dio. Benedici conme il Signore e Maria.

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Maria SS. 9 Maggio 1973, ore 23(a Roma, nella Casa di Nazareth)

Figli diletti e cari, con quanta gioia raccolgo, co-me in un cesto d’oro, le rose profumate che mi of-frite! Sono la Regina del Rosario. Avete seminatorose lungo le strade, nelle ore della notte e lungo ilgiorno. Non posso che ringraziarvi e benedirvi.

Qui, il rosario ha un significato tutto particolare.Qui sono Gesù, Giuseppe, e sono io che illumino lementi e riscaldo i cuori. Non è difficile capire i divi-ni insegnamenti, quando la luce vi viene diretta.Qui, dunque, vogliamo lasciarvi dei ricordi partico-lari che voi porterete nelle vostre case, che, se vor-rete, potranno essere una Nazareth.

Che si faceva in quella santa casa? Che si fa qui?Che farete a casa vostra? A Nazareth si pregava, siamava e si lavorava. Anche qui si ripetono questeazioni, ed è ciò che farete anche voi per santificarela vostra famiglia.

Un pellegrinaggio è una cosa da poco e presso-ché inservibile, se non concorre a darvi quella sere-nità morale, quel riposo fisico e quel miglioramentospirituale che deve portare con sé.

Voi, dunque, ritornerete alle vostre case e dovre-te fare della preghiera una necessità della vostra vi-ta. Non fate però di essa un insieme di suoni più o

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meno intonati. Fate che la preghiera sia come unamusica che, partendo dal vostro cuore, si unisca aquella degli angeli e dei santi: santi del cielo, santidel purgatorio, santi viventi.

La vostra vita interiore, vita d’unione con Dio,sia così profonda che nessuna cosa umana possadanneggiarla. Quando Dio ha fatto della vostra ani-ma il suo cielo, che vi resta da desiderare? La vitaspirituale è tanto più intensa quanto più voi avverti-te la presenza di Dio e, in un aumento continuo del-la grazia, aumentate contemporaneamente lo spiri-to di preghiera.

In casa vostra dovete amare, crescere nell’amoregiorno per giorno. Dovete imparare a guardare lecreature che vi circondano, non per quell’involucroche le ricopre, ma per l’anima che possiedono, perla quale sono il volto di Dio. Sono il suo volto divi-no, non solo quando con la loro bontà vi mostranodi Lui qualche raggio dei suoi attributi, ma anchequando, sfigurate dal peccato e dalla cattiveria, nonvi possono rappresentare che un Gesù sofferente.

Amare vuol dire non cercare sé stessi, ma volereil bene delle persone che amate. Quanta pace di piùavrete nelle vostre famiglie, se cercherete di far pia-cere agli altri più che cercare il vostro tornaconto!Quanto è bello l’amore materno e paterno, quandoè scevro da ogni interesse personale e tutto intento

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a dare il meglio di sé per educare alla generosità ealla bontà!

E per ultimo, il lavoro deve riempire le vostregiornate. Anche se saltuariamente vi è permesso edè doveroso il riposo, il lavoro deve essere una gioiadella vostra vita. Quanto sono deliziose quellemamme e quelle figlie che non cedono all’ozio nep-pure un istante, ma, come api o come formiche in-stancabili, passano da un’occupazione all’altra fa-cendo delle opere delle loro mani un dono preziosoda offrire a Dio, dopo che alla comunità familiare!Amate il lavoro, e il vostro esempio sarà imitato dapiccoli e grandi, per la gioia comune. Quando avre-te trascorso una giornata come vi ho detto, si potràveramente dire che ogni vostra famiglia è oggetto diammirazione da parte di Dio.

Figli, vi ho chiesto un grosso sacrificio, ma legrazie che avete ricevuto oggi meritano un ringra-ziamento ben grande.

Se considerate poi le fatiche a cui il Pontefice,nella sua già tarda età e con la sua poca salute, si sot-topone, ben dovete prendere la vostra parte di sa-crifici per aiutarlo.

Oggi avete anche visto un uomo, un religioso,che soffre. Porta nel suo corpo i segni della passio-ne e collabora con Gesù per la salvezza del mondo.Quando andate a far visita a persone che soffrono

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per amore, ciascuno di voi deve dire: egli soffre perme, ed io che cosa faccio per lui, per gli altri?

Figli, vi benedico tutti. Avrete una notte tran-quilla. Vi manderò i miei angeli perché continuinoad invocarmi a vostro nome e a nome dei vostri fa-miliari. Tutti amo d’infinito affetto. Buona notte, fi-gli. Arrivederci!

Gesù 10 Maggio 1973 (a Roma)

Figli diletti, sia pace a voi, ora e sempre. SonoGesù di Nazareth, che voi amate, onorate, e checercate di consolare riparando le offese che riceve.Grazie per i doni d’amore che mi fate!

Quando chiedo di entrare in una casa, se la por-ta si apre e mi si ospita, il mio cuore esulta di gioia,e riversa su tutti e su ciascuno un desiderio infinitodi bene e di amore. Quella casa diventa la mia Na-zareth, la mia Betania, e i suoi abitanti diventano imiei amici più cari.

Quante famiglie vorrei santificare così, renden-dole oasi nel deserto del mondo!

Non posso però togliere a questi miei amici lacroce, perché dovrei privarli delle gioie purissimeed infinite del paradiso. Ogni anima deve, infatti,arrivare al cielo percorrendo la via del Calvario, ma

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io mi comunico ai miei amici, rendendo dolce il sof-frire per amore. Se voi sapeste quanto amore di pre-ferenza si nasconde dietro quelle sofferenze che iopermetto! Così, voi siete nel numero di quelli.

Qui, come in un cenacolo, desidero nutrire levostre anime di quel prezioso alimento che è la di-vina parola. Il demonio si vendica molte volte, evuol suscitare pensieri di sfiducia e di tristezza, mavoi rimanete nell’amore.

Qui con voi, a rappresentarmi, viene il ministrodi Dio. Siano benedetti questi figli che, desiderosidel bene delle anime, incuranti delle dicerie e dellecritiche che ne possono venire, danno vita a queigruppi familiari di preghiera in cui ripongono spe-ranza e fiducia per un tempo migliore.

Io benedico tutti con ampio gesto d’amore: col-laboratori e familiari, sacerdoti e laici, bambini eadulti, ed assicuro che questa casa avrà fino alla ter-za e quarta generazione la mia protezione ed assi-stenza paterna.

Vi amo, figli, come nessuno potrà mai amarvi.Fate conoscere il mio amore, poiché, chi mi cono-sce, non può non corrispondere a tanto amore.

Benedico anche i vostri interessi materiali, e viassicuro che il benessere non mancherà, poiché an-che quello è segno della vostra fiducia nella provvi-denza e premio alla vostra fede.

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Gesù 10 Maggio 1973 (a Roma)

Figli diletti, la pace sia con voi. Sono Gesù mise-ricordioso, vittima per voi e salvezza vostra.

Nel mondo, ancora oggi sono condotto comepecora al macello, secondo la profezia di Isaia, ma,purtroppo, tanto la profezia come il martirio sonomisconosciuti. Dicono molti: “Come possiamo cre-dere se nessuno ci annuncia la verità?”.

Io provvedo, talvolta anche miracolosamente,suscitando maestri di verità, così come quando hoinviato Filippo all’eunuco. Ma saranno ascoltati?Ora, ecco, scelgo anche voi per far conoscere i desi-deri del mio cuore. Voi vedete in più luoghil’immagine del mio volto sanguinante e, quando visi parla di me, il vostro cuore s’intenerisce. Ebbene,sappiate parlare così da intenerire i cuori per ciòche nel mondo mi addolora. Le anime sfigurate dalpeccato sono il mio volto sanguinante. Molti non losanno, e come potrebbero credere?

Parlate agli uomini, ma prima fate che la luceentri in voi attraverso la grazia e il ricorso allo Spi-rito del Signore! Avverrà allora che, come la Vero-nica sulla via dolorosa, potrete detergere dal san-gue, dal sudore e dagli sputi quel volto sfigurato dalpeccato.

Non mi si conosce perché non mi si vuol cono-

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scere, e perché mancano coloro che offrono la lorocollaborazione anche per mezzo della sofferenza.

Luce di grazia, istruzione religiosa, zelo apostoli-co, sono i tre gradini che vi portano a conoscere lemiserie umane e a liberarvene.

Entrate con fede e con desideri di bene nella ca-sa del divin Volto, affinché, per le sofferenze amo-rose offerte dalle anime vittime e per il mio sanguesparso, scenda su di voi l’abbondanza delle graziecelesti che vi riempiano di gioia.

Io fin d’ora vi benedico, e mi mostro agli occhidella vostra fede nella beatitudine e nello splendoredella risurrezione, perché possiate, sempre più en-tusiasti, continuare a fare tutto quel bene che desi-dero da voi. Benedico coloro che diffondono in va-rio modo la parola, che giunge a voi ancheattraverso questo mio strumento.

Quando chiedete grazie per il tramite del mio di-vin Volto, ad esso aggiungete gloria; non quella glo-ria infinita che gli viene da Dio e che, in quanto ta-le, non può essere aumentata, ma quella gloriaesterna che contribuisce alla maggior conoscenzafra gli uomini dell’annuncio evangelico. Quando in-vocate il mio Volto per darmi riparazione e gloria,io rendo più luminoso il mio volto, impresso nell’a-nima vostra, e vi aggiungo grazia e merito.

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Maria SS. 10 Maggio 1973, ore 21 (a Roma)

Figli diletti, sono con voi. Sono la Vergine delbuon Viaggio, sono la Madre delle divine grazie.

Sono contenta, tanto contenta di questo pellegri-naggio. Vedo i vostri cuori più buoni e, anche se inalcuni qualche residuo di rancore mi amareggia, so-no sicura che, con la mia grazia e con un po’ di buo-na volontà, si appianeranno anche le difficoltà chesembrano insormontabili.

Cari figli, com’è bello vedere la bontà nel cuoredegli uomini! È così difficile scoprirla che, quandoun gruppo di persone in una perfetta armonia rie -scono a capirsi e ad amarsi, rallegrano tutto il para-diso.

Verrete domattina in quel santuario in cui io ac-colgo i miei figli come bambini di pochi mesi e li ac-costo al seno per nutrirli del mio latte e farli cresce-re in età, virtù e grazia, come il mio Gesù bambino.

In età crescono tutti, mi direte voi, ma non è co-sì che intendo io. L’età, come passare di anni, contapoco, poiché si può essere vecchi anche se giovanidi età e si può essere giovani pur avendo molti anni.Crescere in età vuol dire, per me, farvi raggiungerequella maturità per cui ogni vostra azione sia equili-brata e compiuta con rettitudine e giustizia davantia Dio e agli uomini.

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Sì, figli, fate in modo di acquistare quella capaci-tà di distinguere il bene dal male, ciò che è bene eciò che è meglio, perché possiate, con la vostra di-rittura, guidare al bene anche gli altri.

Vi crescerò in sapienza, figli! Quanto è caro almio cuore quel desiderio di scoprire qual è la vo-lontà di Dio a vostro riguardo per poter comportar-vi in modo ad essa conforme! Io vi aiuterò a capire,a guidare, a scegliere. Basandovi su criteri umani,voi avrete la capacità di capire e di volere.

Vi crescerò sempre più anche nella grazia, per-ché nessuno deve andare in purgatorio per poter ar-rivare al grado di gloria che Dio gli ha fissato, ma,con l’amore di Dio e del prossimo che ogni giornopiù e meglio v’insegnerò a praticare, arriverete allastatura perfetta, quella del mio Gesù.

Così, anche stasera, mentre vi presento i miei au-guri più belli e, abbracciandovi, vi dico il mio amo-re, vi benedico. Buona notte, figli, a domani.

Maria SS. 11 Maggio 1973 (a San Giovanni Rotondo - in albergo)

Figli diletti di Maria, siete qui; vi aspettavo, e go-do che la vostra visita coincida con i giorni di pre-parazione alla festa dell’apparizione di Fatima.

Qui sarà intronizzato il mio Gesù crocifisso ed io.

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Parleremo, perciò, a tutti coloro che qui verranno apregare, di penitenza e di rosario. Io veglio su questacasa, e la benedico con tutti i componenti di questafamiglia. Veglierò sui piccoli, sugli adulti, e a tuttiadditerò la via più semplice per arrivare al cielo.

Lo so che avete tante preoccupazioni e, non-ostante quelle, avete voluto dedicarmi un localequanto mai bello. Siate benedetti, figli! A chi mi al-loggia con amore nella propria casa, io preparo unacasa ben più bella nella gloria dei santi.

Siate apostoli di bene, sempre. Siate strumenti dicarità e di bontà, ed avverrà per tutti quel miracoloche avvenne a Paolo quando, diventato cieco sullavia di Damasco, si rivolse ad Anania, come Gesù gliaveva detto, perché potesse riacquistare la vista. Cad-dero dai suoi occhi come delle squame ed egli vide.

Far cadere le squame dagli occhi dei cristianinon è cosa tanto facile quando si tratta di far capireche le cose eterne valgono di più che quelle che pas-sano. Ma, qui ai miei piedi, tutto diventerà sempli-ce e bello.

Grazie di ciò che avete fatto e farete per me!Quel Dio che ricompensa anche un solo bicchierd’acqua dato per amor suo, sarà, per mezzo mio,prodigo di benedizioni.

Arrivederci, figli diletti. Vi abbraccio con tene-rezza materna.

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San Michele Arcangelo 11 Maggio 1973 (a Monte S. Angelo)

Fratelli miei, sia pace ai vostri cuori! Sono ilprincipe delle milizie celesti, e vengo ad incorag-giarvi a proseguire il vostro cammino, partecipandoalla milizia spirituale in aiuto e difesa del Papa.

La Chiesa è l’opera di Gesù Cristo; il Capo invi-sibile è Lui, ma il suo Vicario ha urgente bisogno diaiuto. Ancora, come all’inizio della creazione degliangeli, io vado combattendo i superbi che, ribellan-dosi all’autorità del supremo Pontefice, si ribellanoa Dio.

“Chi è come Dio?”, dico a coloro che non cono-scono la loro nullità e, nella loro presunzione, pen-sano di uguagliare Dio.

“Chi è come Dio?”, ripeto a voi, e, mentrev’invito ad unire le vostre forze spirituali nella co-mune ed ardua battaglia, vi prego di coltivare sem-pre più in voi la virtù dell’umiltà. Solo con la prati-ca precisa di essa, sarete veri militi, veri soldati,adatti a difendere il vostro Capo.

Coraggio, dunque: forza, fiducia e umiltà! Il demonio, che, scatenato nel mondo, non va

che seminando peccato, odio e discordia, sia anco-ra una volta debellato dagli umili servitori di Dio.

Pace ancora a voi e alle vostre famiglie.

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Maria SS. 11 Maggio 1973, ore 19,30 (a San Giovanni Rotondo)

Ben tornati, figli miei! La Regina della Pace viaspettava ancora per dirvi parole d’incoraggiamen -to e d’affetto.

Vedete il mio Bambino: tiene stretto al cuore unramo d’ulivo e nella manina un rosario.

Voi direte: Ma la Mamma celeste ci dice semprele stesse cose! Sì, figli. Il mondo ha bisogno diun’arma, di un vessillo, per avere la pace. Quest’ar-ma, questo vessillo, è la mia preghiera: il rosario!

Quando guardate l’ulivo, voi dite che è segno dipace perché, uscendo per la terza volta la colombadall’arca di Noè, rientrò portando nel becco un ra-moscello d’ulivo. Ma, guardandolo, io penso a quelgiorno terribile che precedette di poco la passionedel mio Figlio: le stesse persone che lo accolsero fe-stosamente in Gerusalemme agitando rami di ulivo,l’avrebbero poi tanto malmenato, insultato, croci-fisso.

Così, mentre io vi porgo il ramo d’ulivo e vi assi-curo e vi porto la pace, non posso non ricordarviche per mezzo delle cose aspre e difficili si arriva al-le stelle; per mezzo della croce alla risurrezione, do-po che al Calvario.

Vi dono la pace, vi torno a dire, ma sappiate cheessa non vuol significare tranquillità di vita, senza

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preoccupazioni. Pace non è sinonimo d’indolenza,di pigrizia e d’insofferenza al dolore.

Vi è stato detto: “Se vuoi la pace, prepara laguerra!”. Le guerre fra gli uomini sono suscitate dalmaligno, ma c’è una guerra che dovete combattere:quella contro le tentazioni e le inclinazioni cattive,la guerra per superare i dubbi della fede e quella tri-stezza che è conseguenza di sfiducia. Allora soltan-to il cuore riposa in Dio, e le gioie più pure vengo-no a rapire pensieri e affetti per portarli, comeprezioso dono, al suo trono.

Abbiate pace, cioè vivete fiduciosi alla presenzadi Dio, che tutto conosce, tutto sa di voi e permettetutto ciò che per voi è bene. Questa pace del cuoresi rifletterà sulla famiglia, sulla società, sulla Chiesa.Non abbiate timore di essere abbandonati e soli.Quel Dio, che ha promesso ad Abramo di donarglitanti figli quante le stelle del cielo e i grani di sabbiadel mare, vi può circondare dell’affetto di migliaiadi creature e farvi sentire il cuore così pieno da nonpoterne contenere di più. Qui verranno molte per-sone a pregare ed avranno serenità e pace.

Figli, vi benedico tutti. Si ha avuto tanto buongusto nella costruzione di questa cappella. I santiangeli la vegliano.

A tutti, con affettuoso abbraccio, una maternabuona notte.

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Padre Pio 11 Maggio 1973 (a S. Giovanni Rotondo)

Figlia mia, sono contento che facciate questi ra-duni di preghiera un po’ dovunque. Vorrei che fos-se un impegno per tutti coloro che gestiscono luo-ghi pubblici, il riunire le persone, almeno alla sera,per una preghiera comunitaria, per la recita di al-meno una parte del rosario.

Chi viene sulla mia tomba, viene con pensieri difede e, per ottenere grazie, deve adoperare la pre-ghiera.

Non troveranno perciò opposizione nemmenofra i clienti, e sarà il rosario un mezzo per ottenerebenedizioni sui propri interessi e sulla propria atti-vità. Non si vergognino, perciò, i proprietari e i ge-stori d’alberghi o di pensioni familiari, d’invitare al-la preghiera i propri ospiti. L’apostolato che essifaranno, avrà un’eco profonda anche lontano diqui. La preghiera, figli miei, è troppo necessaria eindispensabile nei momenti attuali.

Io sarò con voi dovunque andrete, non per ac-cendere un fuoco di paglia, ma per dare inizio aduna regola chiara di comportamento per coloro chesono e che vengono a S. Giovanni Rotondo.

Vi benedico tutti nel nome del Padre, del Figlioe dello Spirito Santo. Pace e bene a tutti.

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Maria SS. 12 Maggio 1973 (verso Loreto)

Figli diletti, sono la Regina del cielo e della terra,qui con voi. Grazie per il desiderio di bene e la fi-ducia che mi dimostrate, mettendovi nelle mie ma-ni, anima e corpo, per sempre!

Sì, siete miei, e nessuna cosa vi deve far temere.In vita, in morte e dopo morte, voi siete e saretepossessione mia. Non mi allontanerò da voi nellevostre necessità, perché quel compito che voi miavete affidato, di sorveglianza, è un mio delicato epreciso dovere. Forse che una mamma buona puòabbandonare i propri figli nel momento del biso-gno? Sono e sarò con voi per addolcire le vostre pe-ne e per godere delle vostre gioie.

La vita è un pellegrinaggio, l’unico pellegrinag-gio che ha vera importanza. Gli altri non sono cheun’immagine di esso.

Anche in questi pellegrinaggi che voi fate nonmancano mai le contrarietà e qualche cosa che tur-ba; però avete visto come il pensiero che tutto eraprevisto e le consolanti parole del mio Gesù, vi han-no dato pace e serenità.

Fate sempre così nella vita. Voi dovete raggiun-gere la meta.

Sapete che accanto a voi, come vigile sentinella,sta un angelo. Sapete che il Signore vi assiste, donan-

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dovi giornalmente quel Pane che deve nutrirvi, quelvino fatto sangue che deve corroborare le vostre for-ze. Sapete che una Mamma è interessata, più diquanto non lo siate voi, a guidarvi per la via sicura.

State tranquilli, siate buoni, state in pace. Nessu-na cosa è sconosciuta al Padre vostro e, mentre voivi arrabattate per trovare la soluzione più spedita epiù semplice dei vostri problemi, Egli li vede già ri-solti alla luce dell’eternità.

Continuate ad amarvi tutti, e fate che l’affettoche vi unisce diventi come una calamita per attiraremolti fratelli vostri.

I miei angeli sono con voi; salutateli festosamen-te, poiché non sono desiderosi che di servirvi.

Tra poco vi siederete a tavola, ed io sarò con voiper benedire la vostra mensa. Come una mammaterrena, scodellerò la minestra, vi verserò il vino, vidarò la frutta.

È tutta una gioia quando, dalle cose umane, sisale a quelle divine. La mia presenza vi aiuti a santi-ficarvi e a godere di ogni dono del cielo.

Gesù 12 Maggio 1973

Figli diletti, vi riempio di luce e di amore. SonoGesù, Figlio di Dio.

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Ogni cosa che comincia nella vostra vita terrenaha fine, così come ogni giorno ha fine col calar delsole. Ma verrà un giorno che sarà l’ultimo e, quan-do sorgerà di nuovo il sole, sarete nella luce infinitadi Dio. A questo giorno eterno, che non avrà tra-monto, v’invito a rivolgere il vostro pensiero.

Vi ho detto nella mia vita mortale: “Chi crederà,sarà salvo!”. Questa fede che salva, voi l’avete rice-vuta in abbondanza. Fate in modo di accrescerlagiorno per giorno, momento per momento, eserci-tandola! Essa è mezzo di santità e di salvezza nelmondo. Se l’aumenterete giornalmente, godrete ditutti i vantaggi che essa vi porta.

La fede vi obbliga ad essere umili, perché vi ad-dita le verità eterne che racchiudono misteri pro-fondi. Quando l’uomo, conscio della distanza infi-nita che esiste fra lui e Dio, si sottomette accettandoanche l’inspiegabile, non viene avvilito nella sua di-gnità, ma ne viene ingrandito proprio per quell’u-miltà per cui crede.

Essere figli di Dio è una grande cosa, che esigeuna fede profonda e sincera in Lui e un amore sen-za misura. La fede è il primo gradino di quella scalache vi fa salire fino a Dio. Poi viene tutto il resto.

Credere, coincide con sperare, perché la vitaeterna di Dio è anche un’eredità per l’uomo. Così,vivendo di fede, tutto si semplifica, tutto si spiega,

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di tutto si gioisce. Ogni volta che, pensando a Dio,rinnovate nella vostra mente il pensiero della suabontà, della sua presenza sconfinata ed immensa,della sua giustizia infinita, voi aumentate la vostrafede e, per quell’unione che esiste fra gli uominitutti, ottenete ai fratelli che essi pure aumentino laloro fede.

Ma che vorrà essere per voi, in questo momento,l’atto di fede? Scorrete in un attimo le giornate tra-scorse. Tutto vi era stato promesso, ed ogni pro-messa è sempre stata mantenuta. Vi sprono a guar-dare questo fatto come una prova, a cui dovete farricorso nei giorni che verranno.

Dio vi ha diretti e vi dirige. Per ciò che ha fattoper voi, sgorghi dal vostro cuore un inno di ringra-ziamento! A chi vi benefica, usate dire il vostro gra-zie. Se la fede vi mostra Dio come il vostro grandebenefattore, è a Lui che dovete mostrare la vostragratitudine.

E per ciò che Egli farà per voi? Abbiate ancorafede, e siate, vorrei dirvi, esagerati nel chiedere.

Voglio, a questo punto, darvi un consiglio. Suc-cede che spesso i miei figli non vengano asseconda-ti nei loro desideri. A volte, si tratta di desideri dan-nosi alla vostra anima; di cose puerili o troppoumane che, con la pazienza, la riflessione e quelsenso di equilibrio che vi deve dirigere, potete risol-

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vere anche da soli. Il ricorso a Dio è sempre indi-spensabile, ma voi dovete collaborare con la ragio-ne, la volontà e l’intelligenza.

Io vi assisto sempre e, come un padre desiderache il proprio figlio cresca con la capacità di lavora-re e faccia le sue esperienze che l’aiutino a matura-re, così Dio lascia la libertà e l’esercizio del buonsenso e di quelle facoltà con cui l’uomo diventa ingrado di progredire.

Vi dico ancora: abbiate fede; continuate ad affi-darvi a Dio in tutto; le vostre facoltà spirituali viguidino nell’attuazione delle opere umane, e statetranquilli.

Se la tribolazione si prolunga, fate del vostro me-glio per sopportarla, per superarla o per accettarla,ma non lasciatevi mai deprimere, perché questa èmancanza di fede!

Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo. Voi ave-te ricevuto un battesimo di acqua e Spirito Santo,ma ogni volta che lo volete potete ricevere un batte-simo di sangue che vi purifica.

La Confessione, figli! Troppo si disprezza que-sto grande sacramento. A chi vuole crescere e avan-zare nelle virtù, occorre l’aiuto di Dio mediante lagrazia. Io faccio scendere su di voi il mio sangue nelsacramento della Confessione. È come un rinnova-to battesimo per chi lo riceve, e ridona splendore al-

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le anime abbruttite dal peccato. Fate buon uso diquesto dono! Quando arriverete davanti al Giudicesupremo, vi sarà chiesto quale uso avrete fatto delsangue dell’Agnello.

Vi dono il mio abbraccio, mentre vi ripeto coninsistenza ed amore: “Chi crederà, sarà salvo!”.

PELLEGRINAGGIODAL 19 AL 20 OTTOBRE 1973 A LISIEUX

Maria SS. 19 Ottobre 1973

Figlia mia, quanto godo della tua intenzione e deltuo desiderio di chiedere, mediante questo pellegri-naggio, la virtù dell’umiltà, attraverso la pratica del-l’infanzia spirituale! È veramente indispensabile perarrivare alla perfezione e mettere una buona base.

Vedi, figlia mia, quanta superbia vi è nel mondo,e perciò quanta rovina! “L’umiltà è verità”, si dice,ma, siccome il mondo vive di menzogna, gli uomininon sono umili. Essere umili è un desiderio di mol-ti, ma la pratica di questa virtù è difficile.

Non ti pare che, per chi tutto ha ricevuto, la vana-gloria non dovrebbe esistere? Tutto fu dato all’uo-mo, la vita del corpo e quella dell’anima, e di nullapuò vantarsi, di nulla è assoluto padrone. Infatti, chisi toglie la vita commette un delitto, e chi la toglie ad

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altri viene condannato non solo da Dio, ma anchedalle leggi umane. Nemmeno dei beni che possiedel’uomo è assoluto padrone, poiché anche la ricchez-za è un bene che deve servire alla comunità.

L’uomo è destinato a lasciare tutto ciò che gra-tuitamente ha ricevuto, e a presentarsi al Padre solocon le opere buone che ha potuto compiere col suoaiuto, e col male che le inclinazioni cattive e la suamalvagità gli hanno fatto compiere.

Di che dunque si può vantare questa creaturache Dio ha elevato per mezzo del Figlio suo? Dinulla. E la sincerità dovrebbe far ripetere mille emille volte: “Sono venuta dalla polvere e ritorneròin polvere”.

Perché questo pensiero della propria nullità siaperò giovevole, occorre anche guardare, alla lucedella verità, l’opera mirabile che Dio svolge in ognicreatura. Il magnificat del cristiano deve essere ilcanto quotidiano dell’umiltà e del ringraziamento.

Se osservi i movimenti della grazia in favore diogni anima, devi esclamare: “L’anima mia magnificail Signore!”, e la gioia deve riempire il cuore diognuno, poiché grandi cose ha fatto e fa Colui che èpotente e il cui nome è grande.

Ma procedi con me gradatamente e, mentre esal-ti la bontà, la misericordia e la grandezza di Diooperate in ogni creatura, devi studiarti di conside-

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rare che gli stessi diritti e doveri che competono ate, sono anche per gli altri.

Ecco perché l’umiltà t’insegnerà a non disprez-zare nessuno! Siete tutti sullo stesso piano, tutti po-veri, tutti ricchi di grazie meravigliose di Dio. Il ri-spetto per ognuno deve essere il secondo impegnoche guida l’anima alla conquista della verità, ossiadell’umiltà.

Se gli altri sbagliano, anche tu potresti sbagliare.Se gli altri sono da poco ai tuoi occhi, tu puoi dive-nire da poco agli occhi di Dio, sottovalutandoli. Ilgiudicare gli altri è sempre indice di superbia, per-ché arroga all’uomo un diritto che l’uomo non puòvantare.

Da questa comprensione della miseria propria edei diritti altrui, deriva quella carità che deve diri-gere il comportamento umano e che deve animarele opere di ognuno.

È perciò grande il desiderio di essere piccoli,perché serve ad elevare sé stessi davanti a Dio e aportare fra gli uomini quella comprensione che aiu-ta tutti ad elevarsi.

La piccola santa di Lisieux ti sia di modello nelgiornaliero combattimento contro te stessa per iltrionfo di Dio in te e negli altri.

Ti benedico con tutta la comitiva. Sono la Madredella santa umiltà e vostra Madre.

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Maria SS. 19 Ottobre 1973 (verso Lisieux)

Figli, siate piccoli. Ve lo ripeto: siate piccoli allascuola di Teresa, ma sappiate che l’umiltà, a differen-za di altre virtù che Dio dona con facilità a chi arden-temente le desidera, non si acquista che con l’esercizio.

Subire umiliazioni è duro, ma è il prezzo più po-tente che Dio mette a vostra disposizione per farviumili. Non preoccupatevi di divenir santi e di salire,quanto di scendere sempre più in basso nell’intimodella vostra anima per far marcire quel seme che, senon marcisce, non mette la spiga.

Il seme è il desiderio di possedere l’umiltà, leumiliazioni sono il terreno e il concime, e la spigamatura in opere meravigliose di bene.

Siate piccoli come Teresa, siate allievi della suascuola. Non avrete da rammaricarvi di nulla. Trove-rete che tutti hanno ragione di scoprire in voi dei di-fetti e di mettervi sotto i piedi. Le umiliazioni di-ventino il vostro pane quotidiano. In questo vi ègrande beatitudine. Figli miei, vi benedico.

S. Teresa di Gesù Bambino 20 Ottobre 1973 (a Lisieux)

Fratelli miei, vi rivolgo il mio saluto che trasmet-terete anche agli altri compagni di viaggio.

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Siete venuti a farmi visita nei luoghi della mia di-mora terrena e dove trascorsi gli anni di religionepiù proficui per la mia santificazione, ed io vi rin-grazio. Avete dovuto incontrare dei piccoli sacrifici,che non incideranno sulla vostra salute e sulle vo-stre occupazioni familiari.

Ora tornerete alle vostre case e continuerete lavita d’ogni giorno. Vi prego, però: fate che non siastato tempo perso quello di questi giorni. Perseve-rate nella preghiera e nell’umiltà, e i sacrifici chedovrete incontrare fateli con lo stesso amore e conla stessa serenità con cui li avete accettati in questigiorni. La penitenza è indispensabile per la vita delcristiano, che non può difendersi dai pericoli e per-severare nel bene senza imporsi la mortificazionedei propri sensi.

Se sarete mortificati, sarà più facile mantenere lapace e l’armonia fra di voi. Dice lo Spirito Santoche chi non pecca con la lingua è uomo perfetto.Desidero aiutarvi perché mai abbiate a venir menoalla carità, e la mortificazione della lingua vi sarà ditanto aiuto per mantenerla.

Nel silenzio, poi, troverete il Signore e lo sentiretepresente in voi, così da non sopportare i chiassi mon-dani. Il raccoglimento interiore esige il silenzio ester-no, anche se dovete essere sereni e non dovete lasciarmancare quella nota d’ilarità che dà letizia ai cuori.

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Così, fratelli miei, mentre la vostra vita comunecontinuerà, sarà un esempio e un’attrattiva per glialtri.

Il Bambino Gesù che tanto onorai, e sotto i cuipiedini avrei voluto spargere continuamente petalidi profumate rose, vi benedica. Io lo prego calda-mente per tutti voi.

Siate missionari nello spirito. Siate ferventi nellacarità e, animati da desideri buoni, cercate di at-tuarli sotto la direzione di chi vi dirige con sempli-cità e con precisione. L’ubbidienza è la mortifica-zione della volontà e perciò la più meritoria.

A tutti e a ciascuno un affettuoso grazie e un ar-rivederci.

PELLEGRINAGGIODAL 31 MAGGIO AL 4 GIUGNO 1974

A CASCIA E A SAN GIOVANNI ROTONDOMaria SS. 31 Maggio 1974

Figli diletti e tanto cari al mio cuore, sia pace avoi e grazia.

Sono con voi, figli, e accompagno il vostro pelle-grinaggio, ma sono anche coi vostri cari che avetelasciato a casa, e posso benedire ed aiutare tutti co-loro che voi mi raccomandate. Ma, in particolare,

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benedico quelle persone che voi desiderate che sia-no convertite.

Il vostro pellegrinaggio è nella forma giubilare;ebbene, voi avrete il perdono che desiderate, e perle vostre preghiere, che otterranno la liberazione amolte anime purganti, saranno convertiti i peccato-ri che raccomandate.

Ma, figli, ricordate che, nell’onnipresenza diDio, come sono con voi, sono anche nei Santuariche voi visiterete.

Quando, attraversando le montagne di Ebron,mi recai a far visita ad Elisabetta per porgerle il mioaiuto nell’imminente maternità, compii anch’io unpietoso pellegrinaggio. Durante il viaggio, fatto inparte a piedi e in parte cavalcando l’asinello, Giu-seppe ed io cantavamo e pregavamo proprio comefate voi. Io portavo Gesù, nascosto nel mio seno, ela sua presenza santificò Giovanni che stava per na-scere e portò immensa gioia in quella casa.

Qui le cose cambiano un poco. Voi venite comeElisabetta - tutti potete essere, per me, Elisabetta - evenite ad accogliere il mio Gesù, che io stessa met-terò nel vostro cuore. La mia e la vostra gioia saràgrande.

Quando io varcai la soglia della casa di Elisabet-ta, ella mi venne incontro esclamando: “E come maisi degna di venire a me la Madre del mio Signore?”.

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Ella con un atto di umiltà predisponeva il suo cuo-re ad accogliere il dono di Dio.

Io vi attendo con gioia; davanti ai miei altari voivenite a pregare. Fate in modo che un sentimento digrande umiltà vi riempia il cuore, perché possiateveramente essere ripieni di grazia.

Se vorrete, poi, ripensare per un momento quan-to il Signore è stato ed è buono con voi, vi verràspontaneo il canto del “Magnificat”, che è l’innodel ringraziamento più gradito a Dio, poiché gli ri-conosce con i suoi meriti la sua onnipotenza.

Figli, è già notte e, come ogni mortale, sentite il bi-sogno di riposare. Io benedico il vostro riposo e il vo-stro sonno, e invito gli angeli a continuare per voi lapreghiera. Non dimenticate, però, coloro che gemononella sofferenza, i malati di tutto il mondo, che moltevolte si disperano e non sanno accettare il dolore.

Arrivederci, figli, vi abbraccio e vi ringrazio. Lavostra fede sarà premiata e i vostri sacrifici utilizza-ti. Buona notte!

Maria SS. 1 Giugno 1974 (verso San Giovanni Rotondo)

Figli miei diletti, eccomi ancora in vostra com-pagnia. Sono la Madonna del buon viaggio, la Regi-na degli Apostoli, la Sposa dello Spirito Santo.

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State percorrendo un breve viaggio in confrontoal viaggio della vita. Sì, un breve viaggio di devozio-ne e di amore.

Avete fatto visita ad una grande santa, che puòessere di modello alle giovani, alle spose e alle mam-me, oltreché alle religiose e alle anime consacrate, eora andate dal mio grande figliolo che, vissuto stig-matizzato per ben cinquant’anni, riparò e condan-nò la leggerezza e i peccati di molti. Soprattutto vis-se il suo sacerdozio in modo tanto ammirevole dapoter essere additato come modello a tutta quellacategoria di persone che, godendo di una particola-re chiamata e avendo ricevuto grazie singolari, do-vrebbe corrispondere con particolare impegno.

Voi siete in viaggio per andare ad attingere dal-l'esempio dei santi quegli insegnamenti che sonocome le indicazioni stradali che vi servono per por-tare a termine il viaggio della vita. Sappia ciascunodi voi, apprendere ciò che gli necessita, per nonavere il rimpianto di aver perduto del tempo tantoprezioso.

Io sono contenta di voi. Vi siete comportati se-condo i miei desideri, e sono sicura che migliorereteanche maggiormente dando alla vostra vita cristianaquella solidità, quell’equilibrio, quella serenità cherendono piacevole e desiderata la vostra compagnia.Avete passato qualche tempo in allegria. Bene, bene!

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Sì, sappiate fare, di piccole cose innocenti, un mez-zo per conquistare i cuori.

Non voglio lasciar passare questo giorno senzaricordarvi, particolarmente, ciò che avvenne inquella prima Pentecoste.

Noi eravamo riuniti nel cenacolo in preghiera.Erano passati nove giorni. Il decimo giorno, versole nove del mattino, si levò un vento forte che, sof-fiando con veemenza, ci fece prevedere il grandeavvenimento. Poi venne nella sala come un grossoglobo di fuoco che, suddividendosi in tante linguequanti erano i presenti, ci misero nel cuore come uncalore ed una vita. La mente di tutti si rischiarò im-provvisamente, e ciò che prima sembrava difficileda capire divenne facile e luminoso. Ognuno arde-va dal desiderio di comunicare agli altri quella gioiadi cui godeva e quel fuoco di cui ardeva.

Fu così che Pietro fece la sua prima predica, do-po della quale ben tremila persone si convertirono evollero essere battezzate.

Ecco, figli: il vento e il fuoco dello Spirito Santodiedero inizio alla Chiesa.

Voglio farvi fare una breve riflessione. Passando,in questo vostro viaggio, avete potuto ammirare icampi lavorati e coltivati dalla mano e dall'amoredell'uomo. Sì, anche dall'amore, poiché senza amo-re non si fa nulla!

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Ebbene, senza il calore che viene dal sole, e ilvento che, trasportando il polline da una pianta al-l'altra, le rende feconde, non ci sarebbe vita, e voinon godreste dei frutti della terra. Ciò che è per laterra è anche per la Chiesa e per le anime.

Sappiate supplicare lo Spirito Santo perché siaprodigo dei suoi doni con la Chiesa e coi suoi fedeli.Col vento delle buone ispirazioni illumini la mentedi tutti, e col fuoco dell'amore fecondi la vita di cia-scuno, rendendoli veri apostoli di bene dovunque.

Ed ora riposate un po’ la mente e i polmoni; uni-tevi spiritualmente con me, perché possa farvi go-dere di quella felicità e di quel gaudio di cui lo Spi-rito Santo è sorgente inesauribile.

Gesù 1 Giugno 1974 (a San Giovanni Rotondo)

Figli diletti, sono in mezzo a voi e vi riempio delmio Spirito e dello Spirito del Padre. Siano perciò lericchezze di questo Spirito comunicate a voi, cosic-ché possiate divenire veri miei testimoni nel mondo.

Vi sono alcuni che si professano testimoni diDio, ma svisano la verità o accettano solamente ciòche fa comodo loro di accettare, ma la vostra testi-monianza deve essere appoggiata sulla verità, accet-tata al completo.

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Lo Spirito di sapienza e d’intelletto rischiari ognigiorno di più la vostra intelligenza, cosicché la vo-stra fede non subisca né mutamenti, né dubbi, nétentennamenti.

La roccia su cui siete appoggiati e dove costruitela vostra perfezione, è la pietra angolare su cui hoedificato la Chiesa. Sono io stesso, figli, e chi è conme non può rimanere deluso.

Vi arricchisco del dono della scienza, perché ve-diate le verità in una luce divina e possiate con faci-lità risalire dalla terra al cielo in tutte le cose.

Lo Spirito che vi guida vi darà forza in tutte lebattaglie della vita e, consigliandovi il buono e ilmeglio, v’indirizzerà perché possiate compiere tut-te quelle opere che la vostra vocazione e missione vicomportano. Sappiate corrispondere e, arricchitid’amore di Dio e del prossimo, fate che la vostrapietà cristiana diventi di esse la manifestazione.

Se amerete intensamente, non potrete essere pri-vi del santo timore di offendere Dio; però, il vostronon sarà né un timore dei suoi castighi e nemmenoun timore servile basato sulla ricompensa.

Il puro amore di Dio vi riempia l’anima, così danon desiderare che la sua volontà e, in essa, di ser-virlo.

Ripieni di Spirito Santo saprete capire le lingue,perché i bisogni di tutti diventeranno un oggetto di

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studio per voi, di preoccupazione e di lavoro. E lesaprete parlare, perché il linguaggio dell’amore èfacilmente capito da tutti.

Sia dunque una Pentecoste di fuoco, questa, incontrapposto alla pentecoste di violenza e di sanguedel mondo!

Dodici uomini ripieni di Spirito Santo sconvol-sero il mondo e portarono fra gli uomini un germenuovo, che doveva divenire albero grande.

Voi siate travolgenti nel vostro intimo, per queldesiderio di santità a cui siete invitati, chiamati coninsistenza e spinti. Siate travolgenti per la forza cheil vostro Dio vi dona nel diffondere il bene, e diven-tate, nell’umile riconoscimento del vostro nulla ani-mato dal divino, come quell’atomo di energia chepuò produrre grandi cose.

Avete avuto ragione di pensare che l’anima diquel grande, secondo la scienza umana, fosse convoi per parlarvi ancora e benedirvi. È una cosa mi-steriosa che capirete bene in cielo. Il suo desideriodi bene, che lo introdusse nella vera scienza, quelladelle cose eterne, gli permette di comunicare anco-ra agli uomini verità semplici e di fede che portanole anime al bene.

Vi benedico, figli. Sono Gesù di misericordia edi amore infinito.

I piccoli sacrifici richiesti dal lungo viaggio sono

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il vostro contributo per la redenzione delle animeche mi raccomandate. Siate uniti, siate buoni, siateprudenti, per non abusare delle vostre forze.

Padre Pio 4 Giugno 1974 (verso Milano)

Figli diletti, eccovi alla fine del vostro viaggio.State ritornando alle vostre città, ai vostri paesi, allevostre case.

Come sarà il vostro domani? Voi dite che vi tro-verete di fronte alla realtà e che ricomincerà la vo-stra vita normale. Io vi dico che, dopo aver gustatotante gioie soprannaturali, dopo aver visitato diver-si santuari, dopo aver visto sui vostri passi tantepersone buone, non potete continuare come prima.

Questo pellegrinaggio, che vi ha permesso di fa-re rifornimento di spiritualità e di nuove energie,deve segnare un punto di partenza per una mag-gior devozione e fermezza nella vostra pratica cri-stiana. Un fervore nuovo dovete portare nell’eser-cizio dei vostri doveri, e dovete segnarvi qualchepunto che vi resti impresso nella mente e sia per voicome la stella polare che vi indichi la direzione daprendere.

Ogni giorno voi nutrite il vostro corpo; ebbene,fate che l’anima vostra sia corroborata da quell’ali-

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mento soprannaturale che deve darvi forza: l’Euca -ristia.

Oh, se sapeste apprezzare la Messa e la Comu-nione, e se sapeste fare di questi grandi doni il cen-tro della vostra vita, come migliorereste spiritual-mente! Se non avete la possibilità di accostarvi alSignore sacramentalmente, lo potete ricevere coldesiderio e porterebbe molti frutti anche la comu-nione spirituale.

Dovete raggiungere la vetta della santità. Quellodella Comunione, è quel Pane e quel Vino che rin-vigorisce e dà l’aiuto necessario per progredire.

Se andate per una strada che sapete che vi portaalla meta, non vi spaventate se trovate degli sterpi odei sassi; siete sicuri di non sbagliare, anche se vi so-no difficoltà. Nella vita di tutti i giorni difficoltàsenza numero, battaglie con voi stessi e con gli altrivi fanno soffrire.

Non temete, se amate l’Eucaristia; è il Signorestesso che si fa vostro medico, vostro samaritano,che cura le vostre ferite, vi carica sulla sua cavalca-tura e vi affida a chi vi può dare una mano.

Chi vi darà una mano? Una Mamma bella e buo-na, che veglia su ciascuno di voi come ha vegliato sudi me.

Quando guardavo, durante la mia vita di religio-so, quel dolcissimo volto della Madonna delle Gra-

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zie, scompariva dal mio cuore ogni tristezza. Era lei,la Mamma vera, che poteva consolare coi miei do-lori quelli di coloro che venivano a me per conforto.

Amate la Mamma celeste, tesoriera delle grazie emediatrice di grazie fra Dio e l’uomo. Tutti chiedo-no, tutti hanno bisogno. Andate dunque da lei. Se lechiedete a me, io vado dalla Regina del paradiso elei ci ascolta.

Vi voglio fare ancora un invito.Siate sempre attivi, se non volete invecchiare an-

zitempo, e impiegate bene le ore della giornata. An-che se vi è permesso di prendervi un giusto sollievoe un po’ di riposo, sia sempre un meritato riposoche serva a ristorare le forze per meglio proseguirenel servizio di Dio.

L’apostolato sia il vostro impegno, il vostro idea-le, ed anche il vostro hobby al quale dedicate tuttoil vostro tempo libero. Ricordate che il maligno e icattivi, che gli danno mano, non riposano mai. An-che voi siate instancabili nel bene.

Nelle vostre riunioni ricordatemi qualche volta:servirà a non far dimenticare quelle cose che io desi-deravo ed esigevo, specie in fatto di moda e di onestà.

Io vi benedico tutti. Grazie per essere andati avisitarmi a S. Giovanni Rotondo e per aver ascolta-to il mio precedente invito, recitando il rosario al ri-storante.

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PELLEGRINAGGIODAL 13 AL 15 SETTEMBRE 1974

A COLLEVALENZA

Maria SS. 13 Settembre 1974, ore 4 (verso Collevalenza)

Figli diletti, sono la Madre vostra, la Regina delbuon viaggio, e vi ho portato una schiera di angeli,che vi accompagnino in questo pellegrinaggio. So-no anche la celeste Infermiera, pronta a correre insoccorso di quei malati che mi avete raccomandati eche mi raccomanderete nei giorni che seguiranno.

Il mondo è come un immenso ospedale, in cui imalati più gravi non sanno di esserlo e trascurano leloro malattie. Voi sapete di quali malati intendoparlare: sono coloro che, vivendo in peccato morta-le, ospitano nell’anima, come in casa propria, il de-monio. È un ospite ingrato il demonio, che moltevolte non si accontenta di occupare l’anima e ado-pera i corpi come strumenti di peccato per danneg-giare anche le anime altrui. Quando pregate per imalati, non dimenticate questa categoria.

Vi sono poi i malati nel corpo che non accettanola malattia e che si ribellano a Dio, incolpandolo deiloro mali.

Sappiate, figli, che i mali di qualunque specie nonsono mai causati da Dio, ma semplicemente permes-

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si, poiché Egli sa ricavare il bene anche dal male.Ogni sofferenza fisica o morale o spirituale è conse-guenza del peccato, ma, offerta al Signore in adesionealla sua volontà di salvezza, diventa un potente mezzodi perfezione, e Dio, che ricompensa ogni piccolo do-no fatto a Lui, tramuta in gioia anche il dolore.

Voi passate per le vie del mondo e seminate levostre rose profumate: sono le ave Maria che inquesti giorni riempiranno le vostre ore libere, ed ioprofumerò di fede e di grazia il letto degli ammala-ti, cosicché tutti possano capire il mistero d’amoreracchiuso nel dolore.

Un giorno Gesù, passando per via, s’incontròcon un corteo funebre. Era una povera vedova cheportava a seppellire il proprio figlio. Gesù ebbecompassione e, avvicinatosi alla bara, invitò quel fi-glio ad alzarsi.

Durante il vostro ritiro, Gesù si avvicinerà ai vo-stri cuori per scuotervi e per rinnovare la vostra vita-lità spirituale; siate pronti ad accogliere il suo invito,ma, se vi preoccupa la situazione di qualche figlio oparente o conoscente, non mancate d’invocarel’aiuto di Dio anche per loro. Gesù benedetto simuoverà ancora una volta a compassione di loro ecompirà miracoli di risurrezione.

Vi benedico, figli. Grazie per il sacrificio offerto.Vi abbraccio con tenerezza materna.

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Gesù 13 Settembre 1974, ore 19,30 (a Collevalenza)

Figli diletti, quanto godo di rivolgervi la parolanel tempio di Dio, che è il mondo intero, e in que-sto luogo benedetto dove io effondo i miracoli del-la mia misericordia!

Sono il vostro Gesù d'amore infinito, e vedo conpiacere che voi venite qui, come ad una fonte, perattingere un aumento di fede, di carità e di speranza.

Sappiate però che, come a quest'umile mia servachiedo di farmi conoscere alle anime con i miei at-tributi, così a voi, che formate il cenacolo dell’amo-re misericordioso, chiedo la medesima cosa. Un filod’oro unisce il vostro gruppo a questa grande ope-ra. Avete il medesimo compito, anche se stabilito inmodo diverso.

Che programma vorrò darvi per la vostra vita av-venire? Corrispondete al mio amore, approfittandodi tutti quei doni che continuamente vi elargisco.

Che intendo dirvi con questo? Sappiate amare.L’amore non è un fuoco che potete chiudere in voistessi. Saper amare, significa essere grati a Colui chevi dà tutto ed essere generosi nel farne parte ad altri.

Vorrei chiarirvi questo desiderio che vedo moltevolte frainteso.

Se io, che sono l’Eterno, l’Infinito, il Figlio diDio, chiedo umilmente a voi la vostra collaborazio-

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ne, voi pure dovete per mio amore essere così sem-plici ed umili e timorosi di voi stessi da dover chie-dere continuamente aiuto, non solo a me, ma a tut-ti i vostri simili.

Non giudicate mai nessuno come inetto, incapa-ce, o cattivo. Io vedo nell’intimo dei cuori e, sel’apparenza o le imperfezioni esterne possono sem-brare a voi deplorevoli, io so valutare e colgo gli at-timi di fervore, di bontà e i desideri di bene e me nerallegro.

Siate buoni, figli, e sappiate che nessun'opera diDio può essere portata a termine senza quel rinne-gamento di sé stessi che è come il sacrificio che famarcire il seme per produrre la spiga. Nessuna ope-ra matura senza quell'umiltà che fa venire Dio ver-so di voi e vi fa collaborare alle sue opere.

Non sciupate i doni di Dio. Corrispondete al suoamore e diffondete la sua misericordia. Siate fidu-ciosi, e andate incontro a tutti, non tanto per porta-re qualche cosa di vostro, ma per portare l’amore echiedere a tutti che diventino figli dell’amore, cre-denti all’amore, amanti dell’amore.

Molte cose potrete fare anche voi, come, in umil-tà, furono create qui opere poderose, ma il metodoè sempre quello che io adopero: scelgo strumentiinetti e docili, e li elevo e ne faccio la mia ombra.

Buona notte, figli. Riportate da questo dialogo

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col cielo questo pensiero: a Dio nulla è impossibile,e nessuno può ricusare a Lui il suo servizio. Voi nonsiate mai coloro che spengono il lucignolo che fu-miga, ma date coraggio e fiducia a tutti. Gli operaidell’ultima ora, come i primi, riceveranno abbon-dante ricompensa.

Figli, vi riempio di gioia e di amore.

Maria SS. 14 Settembre 1974, ore 16 (a Collevalenza)

Figli diletti, eccovi qui assetati di Dio, assetati dibene, desiderosi di cibo spirituale! Siete come que-gli uccellini implumi che aprono il becco per acco-gliere l’imbeccata della madre. E non sono vera-mente io quella Madre che vuol darvi nutrimento esalute e forza?

Siete venuti qui e avete gioito; domani partirete,e non piangerete perché ogni cosa bella finisce, ma,pieni di fervore, porterete dovunque ciò che avetedentro. Vorrei che foste veramente come quel corri-dore che con la fiaccola in mano percorre lunghestrade nel mondo, per arrivare a dare luce a chi neabbisogna.

Io, però, oggi voglio, come le buone mamme,darvi alcuni suggerimenti per il vostro viaggio e an-cora insisto, come già il mio Gesù, dicendovi: se vo-

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lete portare la fiamma e accendere d’amore i cuori,dovete amare. Anzitutto, amate la vostra famiglia,amate tutti i vostri familiari, chi vi fa soffrire e chi vidà consolazione; amate coloro che vi capiscono e viubbidiscono e coloro che non vogliono accettare ivostri consigli e i vostri suggerimenti. Amateli, nelvero senso della parola! Amate le loro anime, fino avoler morire pur di saperle salve!

Amare, non vuol dire accettare l’errore o il catti-vo comportamento, che dovrete deplorare sempredentro di voi e in casi particolari combattere aper-tamente, ma, mantenendo una vita esemplare, faredi essa una predica continua.

Amate i vostri figli, perché sono come un sacrodeposito che Dio ha messo nelle vostre mani e affi-dato alla vostra custodia. Amate coloro che aveteaccettato come figli, avendo essi contratto il matri-monio coi vostri figli. Amate i genitori anziani, lemogli amino i mariti, i mariti le mogli, ed amate tut-ta quella serie di parenti che il Signore ha messo sul-la vostra strada.

Non vi dico che dovrete evangelizzare tutti e stu-diare i difetti di ciascuno per criticarli, ma che li do-vete accogliere tutti, come io accolgo tutti con lebraccia aperte, ed edificare tutti con la vostra bontà.

Voi, che avete capito quali sono i veri valori, do-vete esser pronti a passare in seconda linea anche

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l’interesse, pur di far regnare fra di voi quella paceche supera ogni bene terreno. L’amore per i familia-ri, può sembrare forse a tutti un’assurdità il racco-mandarlo, ma è invece tanto difficile da praticare.“Vi voglio tutti salvi”, deve poter dire ciascuno divoi di tutta la schiera dei parenti, che qualche voltasono veri nemici fra di loro.

Dovete amare la Chiesa. Purtroppo l’egoismo,che entra anche nella preghiera, fa molte volte di-menticare questo grave dovere e, mentre si vedonogli errori che vanno diffondendosi e si vede il mal-costume di coloro che compongono la Chiesa, sipensa di cavarsela con qualche lamentela e conqualche preghierina.

Oh! figli, la Chiesa è il corpo mistico di Gesù, ecome si può rimanere indifferenti, mentre si dila-niano le sue membra e si strappa il suo vestito disposa di Cristo?

Se amerete la Chiesa in profondità, sarete piùpronti all’apostolato. Siete stati chiamati “sacerdo-zio regale”, e del sacerdozio ogni mamma ha rice-vuto come il carisma perché nel santuario domesti-co possa esercitarlo; ma vi sono istituzioni, ordinireligiosi, parrocchie che reclamano il vostro aiuto:un aiuto non tanto materiale, ma morale.

Vi sono sacerdoti depressi, tentati, sviati. Vi so-no religiosi che si vergognano di vestire l’abito che

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li distingue. Vi sono comunità che, qualificandosireligiose, minano la verità nelle sue fondamenta.

E la Chiesa, quella vera, di cui il Pontefice è il ca-po e voi siete le pietre viventi, deve essere in lacri-me, e pronta ad arginare il male e ad agire. Doveteperò sempre amare, e non a parole ma a fatti. Sap-piate soffrire con la Chiesa. Se ad un malanno perquanto piccolo voi date un indirizzo così: “Gesù,per amor tuo, per la tua Chiesa”, voi fate un lavoroche nel mondo non sarà conosciuto ma che serve arisanare numerose piaghe.

Oh, quante piaghe, figli, e quanto avete da fare!Amiamo assieme, preghiamo assieme, soffriamo as-sieme. Questo voglio da voi, e la Chiesa, che è sem-pre stata vittoriosa, trionferà ancora e sempre, e ilmerito e la gioia saranno anche vostre.

Amate, figli, tutta l’umanità. La famiglia del po-polo di Dio è il genere umano. Amate tutti, figli, enon vi sia sciagura vicina o lontana a cui possiate ri-manere indifferenti.

Io amo voi come amo i negri dell’Africa o gli oli-vastri dell’India. Fate anche voi così, e traducete inpratica questo amore non assentandovi quando vi sichiedono aiuti missionari. La partecipazione ai do-lori che affliggono l’umanità non deve essere unsemplice sospiro, ma, se non vi è possibile fare dipiù, una preghiera fervente deve essere come la

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molla che, facendo scattare le volontà, fa agire chipuò in favore dei miseri.

Così, ripieni d’amore, seminate questo amoredovunque, perché possa essere soffocato l’odio. Edora vi benedico tutti e vi prometto che, ogni voltache parteciperete ai vostri raduni, dopo avervi con-cesso il dolore dei peccati, vi chiarirò quanto vi hodetto e vi aiuterò ad agire in merito.

Maria SS. 15 Settembre 1974, ore 12 (verso Milano)

Figli diletti, eccovi qui, nel viaggio di ritorno, an-cora riuniti per trascorrere assieme quest’ultimagiornata comunitaria.

Io sono con voi e, come vi accompagno in questoviaggio, sarò con voi per tutta la vita. Sarò con voiper condividere le vostre pene e per darvi aiuto econsolazione, e voi mi amerete sempre e ricordere-te la Madre vostra addolorata che ha bisogno di voi.

Ritornerete alle vostre case e sarete i miei apo-stoli. Lo so che molte volte l’apostolato porta con sédei sacrifici, ma voi avrete la forza di compierli.

Occorrerà vincere il rispetto umano e mostrarsiveri cristiani che praticano ciò in cui credono. Mol-ti miei figli pensano che, per convincere gli altri afare il bene, basti parlare loro di cose belle che han-

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no visto o udito. No, figli, non basta; bisogna vivereciò in cui si crede, se si vuole che la predica facciaeffetto. Non temete di fare brutta figura andandocontro corrente. Il mondo ha un comportamentocontrario alla legge di Dio, ma, se voi mostrate chela vostra fede la vivete con perfetta coerenza con levostre opere, potrete convincere molti.

Oltre al rispetto umano, dovrete vincere voistessi, il vostro amor proprio. Non potete dare aglialtri ciò che non possedete. Intendo dire: se tuttisiete peccatori, come potrete insegnare la giustizia?Ecco perché dovete svuotarvi delle vostre miserie,e riempirvi di Dio per poter portare Lui con la suagrazia e la sua pace. Farete perciò attenzione persuperare quelle difficoltà che nascono da piccolecose e che possono distruggere l’opera di Dio nelleanime. Non fate prevalere mai il vostro io nelle co-se, ma cercate sempre il bene di tutti nella luce diDio.

Alla base di ogni opera d'apostolato, occorre met-tere l’apprezzamento della personalità altrui. Non sipuò convertire coloro che si disprezzano. È vero chealcuni difetti possono apparire all’esterno, e non po-tete chiudere gli occhi ma dovete fare delle constata-zioni di fatto, ma in ogni creatura umana vi sono tan-te cose a voi nascoste e che perciò non potetegiudicare.

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Ecco perché vi dico: avvicinatevi alle anime congrande rispetto, pensando che Dio ama infinita-mente ogni anima, per cui sarebbe disposto ancoraa rinnovare la passione e la morte.

E per ultimo, ecco: fate nel vostro cuore un'ab-bondante riserva di pace! Ogni anima che vi avvici-na deve godere della vostra compagnia per quellaserenità e quella pace che emana dalla vostra perso-na e di cui fate dono. Dovrete coltivare nel vostrocuore quella pace, e correre ai ripari immediata-mente quando dei motivi qualsiasi dovessero mi-nacciarla o interromperla.

Quante volte succedono, anche fra di voi, deipiccoli diverbi, che il Signore permette perché,umiliandovi reciprocamente, abbiate ad esercitarequella virtù che è così importante, la santa umiltà, ea rinsaldare i vostri legami d'amicizia con più forza.La cosa più importante è che non si conservino ran-cori e che non nascano delle antipatie che potreb-bero distruggere la pace.

Tenete presente nelle vostre relazioni che ognipersona merita tutto il vostro rispetto, essendo ilcorpo di ciascuno tempio dello Spirito Santo, el’anima di ciascuno una preziosa immagine di Dio.Voi vi rammaricate qualche volta di non vedere nul-la, né Dio, né Gesù, né la sua Mamma, ma, se avre-te questa capacità di vedere nei fratelli il volto di

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Dio, vi sembrerà molto bella la vita, e l’amore cheporterete a tutti vi distinguerà presso Dio, di cui sa-rete le anime privilegiate.

Così, con questo insegnamento, ho voluto dirvicome potete darmi consolazione. I miei dolori sonograndi come il mare, ma il mio amore non lo è dimeno.

Ai miei apostoli che desiderano farmi contenta,io faccio capire molte cose, e scopro i segreti chepossono aiutarli a progredire in santità e grazia.

Vi benedico, figli! La pace sia con voi, ora esempre.

PELLEGRINAGGIODAL 9 AL 14 APRILE 1975

A PONTEDERA - ROMA - AIROLA -BENEVENTO - S. GIOV. ROTONDO -

LORETOMaria SS. 9 Aprile 1975

Figli diletti, eccomi qui in viaggio con voi. Sonosanta Maria, la Madre di Dio, che voi onorate quo-tidianamente recitando quella preghiera che haprofumo di rose. Avete sparso, oggi, queste roselungo la via, come per invitarmi a benedire e ad aiu-tare tutti i viandanti, tutti coloro che percorrono,

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coi mezzi che il progresso ha dato agli uomini, la vo-stra stessa strada.

Ma nel pellegrinaggio della vita terrena, chi aiu-terà tutta l’umanità a percorrere la giusta strada,mentre molti rifiutano di ricorrere all’aiuto di Diomediante la preghiera e rifiutano la luce che, persuo mezzo, possono ricevere? Sarete ancora voiche, compiendo questo pio pellegrinaggio, vi riem-pirete di grazia e di spiritualità, così da divenire faridi luce anche per gli altri.

È un viaggio che deve segnare un punto di par-tenza nella vostra vita e un miglioramento efficace eradicale nei vostri rapporti con la società.

La prima società, la più piccola, è la vostra fami-glia, che da voi deve ricevere aiuto e forza. Unadonna può santificare o rovinare una famiglia. “Ciòche donna vuole, Dio vuole”, si dice, ed in parte èvero. Infatti, se pensate quale rovina ha portato nelmondo la prima donna, potete farvi un’idea di ciòche essa può fare.

Il Vangelo segnala, alla considerazione di tutti, ilcomportamento di alcune donne, che furono dap-prima causa di grande male e che, attratte dallosguardo, dalla parola, e dai richiami amorosi di Ge-sù, divennero apostole, e che apostole!, degne di es-sere ricordate per tutti i secoli.

Così, nella vita del mondo, trovate grandi pecca-

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trici e grandi peccatori, che il Signore ha chiamatosulla via del bene coi mezzi più diversi e più comuni.Voi, dunque, sarete i mezzi di cui il Signore si serviràper far rinsavire molte altre anime. Sarete luce nellamisura in cui la vostra conversione sarà profonda.

Non ditemi che siete già bravi e che volete conti-nuare così, perché pecchereste di superbia. La con-versione è una decisa volontà di volgere a Dio ognipensiero, ogni affetto, ogni azione, così da vivereunicamente per Lui.

Non vi pare che dovete molto camminare primadi arrivare a questa perfezione? Forse, se dovessi in-terrogare ciascuno in particolare, tutti mi potrestedire che siete attratti da interessi privati e personali,da desideri anche leciti e da preoccupazioni familia-ri. Tutti, nonostante le vostre proteste d’amore, mipotreste dire di essere più timorosi di perdere la sa-lute o i beni materiali che di perdere l’anima colpeccato.

A questo punto vi devo dire che siete ancora unpo’ lontani dalla perfezione che il Signore desiderada voi. Quando ritornerete alle vostre case, dovretesentirvi così staccati dalle cose del mondo da porta-re ai vostri familiari il desiderio di Dio, di santità edi bene, di cui sarete imbevuti.

Ed ora, figli, mentre una certa preoccupazione viprende per quel temporale che ha bagnato le strade

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su cui viaggiate, pensate a coloro che, nonostante lemolte lacrime che si spargono nel mondo, rimango-no indifferenti, e come di pietra è il loro cuore.

Dite pure con me: “Pioggia e vento, benedite ilSignore!”, e possa quest’invocazione portare bene-fici spirituali a tutte le anime.

Vi amo, figli, e desidero che, con questo viaggiodi penitenza e di sollievo, possiate purificarvi e pos-siate dar sollievo ai vostri cari, alcuni dei quali sonoancora in purgatorio, ma desidero anche che, illu-minati dalla luce che la fede vi dona, possiate farepassi da giganti nella virtù. Desidero concedervi fa-vori non comuni. Mi basta che siate disponibili allamia volontà, e il resto lo compio io. Mettete perciòdelle intenzioni particolari per questo pellegrinag-gio, ed io le realizzerò e vi farò contenti. Quando sicompie il viaggio della vita, è un’andata senza ritor-no. Questi pellegrinaggi terreni ne sono la figura, edevono essere una preparazione.

Vi benedico tutti, figli miei, e, con voi, i vostri ca-ri che avete lasciato a casa. Li custodirò e, per le vo-stre preghiere e sacrifici, li preserverò dai pericoli edarò loro dei buoni pensieri.

Buon viaggio, figli! L’incontro coi vostri fratellidel cenacolo, così intimamente unito a voi e a me,mi è tanto gradito. Siate sereni, e riposate sul miocuore.

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Maria SS. 10 Aprile 1975 (a Pontedera)

Figli diletti, sia pace a voi e grazia e ogni bene.Quanto godo di questo incontro di amicizia, fattoqui ai miei piedi! Avete restituito una visita, che è sta-ta preziosa per tutti: per chi l’ha ricevuta, e per chil’ha fatta. Ora si scambiano le parti, ma i doni reci-proci sono uguali: si aumenta, nel cuore di tutti, la fe-de, e ne avete per conseguenza un coraggio maggio-re e tanta gioia, per cui non avvertite più il sacrificio.

Che grande cosa è la fede, e quale consolazioneanche per voi di poter comunicarvela a vicenda!

Sembra a molti di poter fare a meno di questodono, ma, ad un improvviso trovarsi circondati dadifficoltà, provano disagio e disperazione. La fede ècome l’olio che conserva sana la mente e che raffor-za ogni carattere, così da procurare a tutti quella se-renità che rende più buoni anche gli ambienti. Oh,ditemi, figli! Non è vero che, da quando venite alcenacolo, non riconoscete più nemmeno voi stessi,tanto siete cambiati? Eppure, forse, non è cambiatonulla nella vostra vita, nella vostra famiglia; avetesolo scoperto la bellezza della fede e avete capitoche, con quella virtù divina che vi fu data nel Batte-simo, le cose possono cambiare. Avete capito che èinutile ostinarsi a voler camminare nel buio, quan-do splende il sole.

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C’erano anche al tempo di Gesù coloro che nonvolevano vedere, perché non volevano accettare laverità, ma voi avete capito tutto e, avendo scopertola perla preziosa, siete convinti che nessuna cosa va-le quanto essa.

Continuate, figli, come in una bella famiglia, adapprofondire la conoscenza del Padre vostro che ènei cieli, attraverso lo studio della divina Parola, econtinuate ad esercitare la fede, soprattutto nella fi-ducia che dovete avere nella Provvidenza. Vedrete imiracoli in questa vostra costanza.

Con ciò, non intendo farvi diventare come colo-ro che vedono miracoli dappertutto, ma vedrete deicambiamenti in voi stessi e negli altri, per cui do-vrete ringraziare Dio di avervi aperto gli occhi e diaver visto. Camminerete nella via del bene così spe-ditamente che vi sembrerà di essere stati semprezoppi e storpi al confronto di ora. Sarete così atten-ti alle divine ispirazioni che vi sembrerà di aver ac-quistato l’udito di cui eravate privi. Così, così av-verrà per tutti coloro che verranno qui a pregare,anche se sacerdoti.

Vi ho promesso un giorno che qui si sarebbe ce-lebrata la Messa, e vi confermo che il mio Gesù ladesidera, anche se coloro che hanno maggiori pos-sibilità possono e devono frequentare la parrocchia.Santa Messa e rosario sono come le catene di salva-

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taggio delle anime, specie della gioventù, in que-st’ora di tenebre.

Siate dunque perseveranti, e vedrete i miei e vo-stri desideri appagati.

Vi benedico tutti. Questa preghiera notturna è co-me il completamento di quelle effusioni d’amore cheavete dato al mio Gesù e a me domenica, quando vi èstato mostrato il tesoro e la ricchezza di grazia, dibontà e d’amore racchiusi nel cuore del mio Figlio.

Voi avete mostrato la vostra miseria e la vostrabuona volontà, per cui c’è stata veramente una com-pensazione di valori. Anche stasera, vi prego, datemila vostra miseria, ed io vi darò le mie ricchezze.

Vi abbraccio ad uno ad uno. Affido alla gioven-tù il compito di chiamare tutti i giovani accanto ame, e mi riservo di suscitare vocazioni sacerdotali elaiche all’apostolato. Benedico i sacerdoti presenti,che sono tanto cari al mio cuore e che aiuto conti-nuamente in ogni loro mansione.

Arrivederci, figli, e buona notte.

Maria SS. 11 Aprile 1975 (A Roma, verso le Tre Fontane)

Figli diletti, mi unisco a voi e desidero partecipa-re alla vostra gioia, che è certamente frutto dellapresenza operante di Dio in voi.

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Sono la Vergine della Rivelazione, la cui effigeandrete tra poco a visitare, e vorrei veramente rive-larvi le grandezze di cui Dio circonda ogni animache si mostra ed è disponibile alla chiamata di Dio.

Il vostro assistente vi ha parlato di una vocazio-ne per tutti. Voi siete mamme o padri o figli; sietelaici o consacrati: tutti avete da parte di Dio unachiamata, ed è facile capirla. Egli, che è l’Amore,chiama tutti all’amore.

Voi sentite parlare spesso di persone lontane, epensate a coloro che vivono una vita disordinata ecattiva, oppure a coloro che seguono ideologie di-verse delle vostre. Io vi dico, invece, che i veri lon-tani sono coloro che non amano. Il loro cuore, chiu-so da egoismo senza misura, non ha di mira che ilproprio io, che viene trasformato in un idolo.L’idolatria di sé stessi è la più pericolosa, perché lapiù difficile da abbattere. Tra questi lontani ve nesono molti anche tra i cristiani e tra coloro che pra-ticano la Chiesa e i Sacramenti.

Io vorrei che ciascuno di voi riflettesse un mo-mento, per vedere se il proprio cuore è un muscolodelicato in cui c’è come una risonanza di ciò che ilprossimo soffre, sia perché non possiede la fede chepuò dare speranza e conforto, sia perché mancadella grazia che è fonte di gioia.

I dolori fisici, morali e spirituali, dovrebbero es-

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sere accomunati e condivisi, perché nell’aiuto reci-proco non vi dovrebbero essere differenze che inci-dono. L’egoismo è la negazione dell’amore, che vivesolo dove c’è generosità e altruismo.

Ho chiesto molte volte ai miei figli in tutte le ap-parizioni di pregare per i peccatori, ma la chiaveche apre la porta dei cuori è ancora l’amore. Primadi tutto bisogna amare le anime, poi amare i pecca-tori, perché sono persone di questo mondo, fratellidi Gesù, che anche per essi si è immolato.

Se mi dite, perciò, che nella vostra vita vi sonopersone che, non solo non vi rispettano, ma vi fan-no soffrire, io vi rispondo che, per amore di Dio epraticando se è necessario l’eroismo, dovete amarle.Amereste il mio Gesù coperto di sputi, sanguinan-te, e lacero in ogni suo membro? Così dovete ama-re tutti.

È bello, ed io godo, quando baciate con effusio-ne il volto di Gesù misericordioso, ma, quando,nonostante le ripugnanze, voi andate incontro a co-loro che vi odiano o a chi vi danneggia, mi sietemolto più cari. Ricordate: i lontani da Dio sono co-loro che non amano! Fate in modo di non essere traquesto numero.

Vi benedico, figli. Vi dirò più tardi come si ama.

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Maria SS. 11 Aprile 1975 (a Roma)

Figli, a me tanto, tanto cari, siate benedetti perquella devozione e per quei sacrifici che avete ac-cettato ed offerto con gioia per mio amore.

Sono la Vergine che, apparendo a Fatima, chie-devo ai tre pastorelli la recita del rosario e peniten-za e preghiera. Voi, dunque, non fate che esaudire ilmio desiderio.

Voglio però ricordarvi che questi giorni, che sta-te trascorrendo qui nella Città Eterna, sono unabreve parentesi nella vostra vita. Poi dovrete, alla fi-ne del pellegrinaggio, ritornare nel mondo. Ancoraincontrerete le difficoltà, ancora dovrete lottare eancora sarete tentati in mille modi, per cui potrestedimenticare le gioie spirituali di questi giorni ed imodelli che vi sono stati proposti. Ancora potrestesentirvi scoraggiati e depressi.

Io vi do un suggerimento quanto mai opportu-no: ricordate i diversi commenti dei misteri del ro-sario che io vi ho dati!

Ora vi dovrei parlare dell’Ascensione di Gesù alcielo. Non vi pare che torna opportuno dirvi: se vo-lete perseverare nel bene, tenete fissa la meta? Ilcielo è la Patria, è il Porto, è la Casa del Padre. Ge-sù vi è salito come per incanto. Egli è scomparsodalla vista di coloro che lo stavano osservando men-

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tre saliva in alto, ma non sarà così per voi. La vostrasalita sarà difficile, faticosa e di tutti i giorni. Do-vrete tendere all’alto per mezzo dell’amore.

Vi ho promesso che vi avrei insegnato ad amare.È così che dovete amare, tendendo con tutte le vo-stre forze a Dio. Dio bisogna amarlo per sé stesso,per quello che è, per quello che si merita, perl’amore che vi porta, per il perdono che vi dona.

Anche se non dovete cercare Dio per i suoi doni,non può mancare la vostra gratitudine per ciò chedona a ciascuno. È un amore disinteressato e umileche vi mette davanti a Dio, come colui che ha vera-mente bisogno di essere aiutato, ma anche come co-lui che non merita nulla, perché non può presenta-re dei diritti.

Quando io vi vedo così, correre col pensiero econ l’affetto e col vostro lavoro verso il Creatore,che riempie di sé il mondo, e vi sento chiedere solodi amarlo e di servirlo, gioisco, e mi torna sponta-neo di dirvi: oh sì, correte dietro al Cristo, e riceve-te e diffondete soavi profumi!

E verso il prossimo? Ve ne parlerò ancora, maintanto, nel pensiero dell’Ascensione, sappiateamare e compatire tutti. Pensate che, forse, quellepersone che vi fanno qualche volta ribrezzo e qual-che volta paura, o anche semplicemente antipatia,sono come voi indirizzate al cielo. È là, anche per

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esse, la Patria. Formeranno la vostra gioia anchequelle, perché, attraverso il vostro amore e il vostrosacrificio, si saranno salvate. Amatele fin d’ora dun-que, così come sono. Pensate che, forse, davanti aDio, hanno molte attenuanti. Forse il male che fan-no non è sempre colpevole, mentre voi, che aveteavuto luce e grazia, siete responsabili anche delle lo-ro anime.

Prego per voi e per tutti coloro che mi racco-mandate, benedicendo.

Gesù 11 Aprile 1975 (a Roma)

Figli diletti, ecco, al finire di questa giornata, ilvostro Gesù, divin Maestro, che viene a porgervi ilsuo saluto!

Completerete e farete l’offerta al Padre di tuttociò di cui avete riempito il giorno, quando assistere-te al santo Sacrificio. Fin d’ora, dovete però mette-re intenzioni universali e particolari per rendere lavostra offerta più gradita a Dio.

Anche oggi, come sempre nella vita, non vi sonomancate occasioni di contrasti, e minacce di di-struggere con la poca carità la pace che non devemai mancare. È il vostro contributo di sofferenza al-la realizzazione di quel perdono generale che vi de-

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ve rendere puri davanti a Dio e gioiosi nell’anima. È anche permissione di Dio, perché possiate

constatare come sia importante l’ubbidienza nelmondo e quale disordine crea la disubbidienza alleleggi di Dio. Pensate, figli, quale grande caos si creanella coscienza di ogni uomo quando non si am-mette di avere un legislatore. È un’anarchia spiri-tuale, e quanto è difficile praticare la virtù quandosi misconosce o si nega l’esistenza di un modello,seguendo il quale si può vivere, secondo i desideridi Dio, il vero cristianesimo.

Sappiate capire e risalire, da ciò che osservatenella vita umana, alle cose dello spirito, perché tut-to ciò che capita vi sia d’insegnamento.

Alcuni tra voi hanno acquistato il giubileo, altrino, poiché è mancato il dolore dei peccati che è es-senziale per essere perdonati. Io vi aiuterò a fareuna santa confessione, in cui abbiate a deporre i vo-stri peccati, il vostro fardello, nel mio cuore, perchépossa essere distrutto. Domani continuerete la visi-ta alla città santa e, specie nella visita alle catacom-be, capirete quanto sia meravigliosa la fede cristianache insegna a vivere e a morire con gioia.

Desidero che possiate lasciare un buon ricordonella Casa che vi ospita, e che da voi, che ricevete le-zioni dirette dal divin Maestro, abbiano tutti unbuon esempio.

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Sappiate accettare ed offrire le piccole contrarie-tà, perché nessuno abbia a ritornare alla propria ca-sa ancora privo di quella grazia che è l’abito nuzia-le dei figli di Dio.

Vi abbraccio, benedicendovi.

Maria SS. 12 Aprile 1975 (verso Airola)

Figli diletti, sia pace a voi. Ecco, sono qui comeMadre dei poveri per arricchirvi dei miei doni. So-no cose divine che io vi dono, sono piccole monetepreziose, che vi servono a comprare quella perfe-zione che Dio solo può offrirvi e che voi potete ac-quistare corrispondendo al suo volere.

Vi presento il primo dono. È una giornata tra-scorsa in mia compagnia, pregando. Mentre il mon-do non vuol riconoscere il suo Creatore, e ad ogniavvenimento dà una spiegazione scientifica o uma-na, voi, con la preghiera, risalite con me fino al cie-lo e, guardando il sole che splende, guardando lanatura che si sveglia come da un sonno, sentite ildovere di ringraziare Dio. È poco ed è molto gusta-re la presenza di Dio nel mondo e dire grazie con ri-conoscente affetto.

Poi proseguite il vostro cammino, il vostro vive-re in comune, e rafforzate i legami d’amore che vi

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uniscono. Sembrano incontri casuali, sembrano co-se superficiali o del momento, ma io li consolido,questi affetti, che nascono vicino a me in momentidi vita spirituale intensa.

Come gli angeli sono uniti fra loro in modo daformare una bella e grande unità, così dovrebberoessere unite tutte le anime che amano il Signore.Non è verità di fede la comunione dei santi? E nonsiete voi i miei santi in embrione, coloro che devocrescere fino a farvi maturare e raggiungere l’etàperfetta, quella della perfezione del mio Gesù?

Un dono incomparabile d’amore è quello che iovi faccio, per il quale, stretti da mutuo affetto, devenascere quella solidarietà che vi fa andare incontroagli altri con sincero desiderio di bene.

Un altro dono vi voglio fare. Quando il peso dellacroce è caricato sulle vostre spalle, vi diventa insop-portabile; ma se, tutti uniti, facendo vostra la croce ditutti, vi aiutate, diventa meno dolorosa la croce.

Anche il mio Gesù ebbe aiuto dal Cireneo ed ioebbi il mio cireneo in Giovanni, dopo la morte delmio Gesù. Voi dovete essere cirenei gli uni degli al-tri. È vero che occorre una particolare sensibilitàper capire il prossimo, ma io otterrò questo donoprezioso a chi lo desidera.

Solitamente è il peccato, è l’egoismo che induri-sce il cuore. Voi non dovete esserne vittime. È cer-

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tamente meglio soffrire con gli altri, che chiudersiin sé stessi e crearsi il proprio paradiso interiore,escludendo il prossimo. È da questa sensibilità perle sofferenze altrui che sono nate nel mondo tanteopere gigantesche, che onorano Dio e gli uominiche le hanno volute in obbedienza alla sua volontà.

Io desidero che il vostro gruppo di preghiera pri-meggi in questo aiuto solidale di conforto a tutti, nonperché dobbiate desiderare di essere circondati dipremure, ma per quella sollecitudine che deve spin-gervi a capire le necessità del momento, di ciascuno.I giovani, per la loro vitalità ed esuberanza, sarannodi aiuto agli anziani, mentre questi, coi loro consiglidati dall’esperienza, saranno di aiuto ai giovani.

Questi ed altri doni io desidero farvi, mentrev’invito ad elevare ancora il vostro inno di ringrazia-mento a Dio per questa nuova giornata che vi dona.

Dico a tutti con tanta gioia: buon giorno, buongiorno! E veramente buono sarà, se terrete lonta-no da voi tutto ciò che è dannoso alla vostra vitaspirituale.

Il giorno buono può essere l’inizio di una vitabuona. La vita buona è l’inizio di quel giorno beatoche non conosce tramonto.

Figli, sentitemi con tutti voi e con ciascuno. Sia-te inseparabili da me, che vi amo e vi posso renderefelici.

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Maria SS. 12 Aprile 1975 (a Benevento)

Figli diletti, vi ho mandato il mio strumento per-ché vi dica il mio desiderio. Anzitutto, gradite il mioabbraccio e la mia promessa di benedire, di proteg-gere e di aiutare tutte quelle famiglie che vorrannodarmi ospitalità, accogliendomi non soltanto nelcuore, ma anche nella loro casa, facendo in modoche molte persone possano pregare e ritornare allafede. Poi vi esprimo ciò che dovete tradurre in real-tà. Voglio vedervi tutti così buoni da dovervi con-fondere col mio Gesù.

Egli era il più bello, il più santo tra i figli degliuomini, e voi dovete assomigliargli in tutto. Egli erala Verità e la Sapienza infinita, e voi dovete impe-gnarvi per custodire la verità e la fede, quella genui-na che parte dal Vangelo e di cui è custode la Chie-sa. Dovete imprimere, poi, le divine sembianze invoi mediante la grazia.

Sapeste, figli, quanto è brutto il peccato! Vi de-turpa l’anima più di quanto i Giudei abbiano de-turpato il volto del Signore. Sappiate che il giornopiù brutto della vostra vita è quello in cui, con unatto di ribellione alla legge di Dio, vi allontanate daLui.

E da ultimo, desidero che in tutte le case dellavostra città si reciti il rosario, poiché esso è l’arma

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invincibile che vi aiuta a vincere il nemico, è il sertodi fiori che presentate a me.

Io vi benedirò ogni momento della vostra gior-nata, se saprete mettere in pratica le mie parole. Iovengo dal cielo, e comunico coi miei figli come fan-no le mamme della terra, perché voglio che tutti, se-guendo me, abbiate ad arrivare a Gesù e a salvezza.

Vi affido un compito: quello di farmi conoscereed amare. Quando arriverete al cielo, sarò io che vipresenterò al Padre come miei figli prediletti.

Benedico i sacerdoti presenti e prometto loro lasalute, perché possano aiutare tutti, tutte quelle ani-me affidate alle loro cure.

A quei sacerdoti che s’impegnano a formare imiei cenacoli familiari, la promessa di far loro gu-stare la dolcezza che gustarono gli apostoli quando,dopo l’Ascensione, pregarono con me perché ve-nisse lo Spirito Santo sopra di loro.

Benedico i bambini presenti e prometto che, daquesti incontri di preghiera, verranno i sacerdotidella nuova era, tutti tesi al vero amore di Dio, e iveri galantuomini.

Figli, i tempi sono burrascosi; rifugiatevi sotto ilmio manto perché siate difesi e protetti. Consacra-tevi a me che, come una Mamma che vi ama, vi por-terò a salvezza.

Affido ai giovani il mio mandato: partite, giova-

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ni, alla conquista del mondo! Se amate i grandiideali, non vi lascerete tarpare le ali da nessuno. Ildemonio sarà per voi come un cane legato alla cate-na, e le tentazioni cadranno nel nulla o saranno pervoi fonte di meriti.

Arrivederci, figli. Sarò con voi per aiutarvi sempre.

Gesù 12 Aprile 1975 (verso San Giovanni Rotondo)

Figli diletti, figli del mio cuore, che ho riscattatocol mio sangue e che ho ricolmati di doni non co-muni, siate benedetti! Sono Gesù, misericordia in-finita. Godo che mi abbiate esposto alla venerazio-ne e all’adorazione anche su questa vettura, magodo soprattutto di essere il vostro Re d’amore.

Io, mentre vi porgo il mio saluto serale e vi au-guro di riposare sul mio cuore durante la notte, vivoglio ricordare brevemente il fatto evangelico.

Gli apostoli erano saliti sulla barca per pescare esi erano allontanati alquanto dalla riva. Io apparii e,camminando sulle acque, mi avvicinai a loro. Essiebbero paura, ma, quando li rassicurai dicendo:“Sono io!”, mi riconobbero. Io entrai allora nellabarca e, brevemente, raggiunsero la riva.

Figli, il mondo è pieno di gente che mi scambia,come gli apostoli, per un fantasma e non mi voglio-

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no accogliere perché non mi conoscono. Si ha pau-ra di me e si preferisce tenermi lontano e non sentirparlare delle mie opere, della mia volontà e dei mieiComandamenti.

Si ha paura di me nelle famiglie, e mi si conside-ra come un intruso che chiede continuamente sacri-fici. Mi sfuggono i giovani, perché pensano di potergodere la vita e dimenticano che le vere gioie non ri-siedono nell’appagamento dei sensi e nel soddisfarele loro esigenze. Mi sfuggono i vecchi, specie se ma-lati, perché prendono il mio annuncio, non come disalvezza, ma di morte. Temono me, come temono ecercano di sfuggire la morte.

Mi sfuggono persino i consacrati e i religiosi, chenon amano parlare di me che nelle prediche, le qua-li sono il più delle volte vuote di spiritualità vera,perché non sono il risultato di una vita vissuta, maun mettere in mostra la propria eloquenza.

Mi sfuggono, mi temono e mi ripudiano gli ope-rai, perché pensano che la giustizia da me predicataè in contrapposto con quella che desiderano essi.Ma non ho voluto e non propugno la carità, che de-ve tenere in considerazione i bisogni dei poveri, acui chi possiede deve dare il superfluo?

Così vi sono incomprensioni e violenze: delittochiama delitto, sangue chiama sangue!

Oh, se i cristiani per primi, e tutti i miei figli del-

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la terra, volessero accogliermi nella barca del lorocuore e vedere come io so dirigere le menti e calma-re le tempeste dei cuori!

Se togliete Dio alla società, avrete una caterva didisordini, avrete lotte senza fine. Se togliete Diodalle famiglie, avrete tradimenti e litigi, pianti e odia non finire. Se togliete Dio dai cuori, avrete degliinfelici e dei disperati.

Beati voi che venite alla mia scuola e potete capi-re i veri valori! L’anima, figli miei, è un valore, al cuiconfronto non vale nulla tutto il mondo. La fede, fi-gli, è un valore, è come un’ancora di salvezza chetutto trasforma, tutto risolve e tutto esaurisce nelsuo credo infinito. La vita vale per ciò che valel’anima, per ciò che vale la fede.

Figli, vi benedico tutti, e vi dono l’immensità delmio amore perché ne facciate parte ai fratelli.

Benedico in particolare il vostro bravo autista.Che possa essere veramente il conducente dei vericristiani e che la sua vettura sia custodita e vigilatada molti angeli.

Padre Pio 13 Aprile 1975 (a San Giovanni Rotondo)

Figli cari, sono in comunicazione con voi per vo-lontà di Dio. Vi chiamo ancora figli perché la mia

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assistenza alle vostre anime continua anche nel cie-lo. In realtà, l’unico Padre è Dio, che ha ogni dirit-to sugli uomini e che non abbandona mai le suecreature.

Sono qui, perciò, come padre e come fratello,per supplicarvi di non dar retta al demonio chescorrazza dovunque seminando discordia e liti. Daparte mia, veglio e prego per coloro che, apparte-nendo a gruppi di preghiera, devono continuarequell’opera, che mi è tanto gradita, di risvegliare lafede.

Ma che varrebbe la preghiera, se non fosse ali-mentata da quello spirito di fratellanza che deveunire i cuori? Siate uniti nella mente, dunque, per lafede, e la preghiera la vivifichi, ma non lasciatemancare l’amore.

Sapeste quante preghiere vanno perdute perchénon portano quel marchio che le avvalora! Ve lo hadetto san Paolo. O forse che volete essere voi puredei cembali che non suonano, oppure stonati? Ri-cordate che, se la preghiera è un mezzo per attirareDio in mezzo a voi, la carità è Dio stesso. Vogliatevibene, compatitevi e perdonatevi a vicenda, e racco-mandatevi sempre a san Michele, come lo pregavoio, perché, mantenendovi umili, vi aiuti a superarele difficoltà e a combattere il maligno. Pace e bene,figli. Resto e vi accompagno. Vi benedico.

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Maria SS. 13 Aprile 1975 (alla partenza da San Giovanni Rotondo)

Figli cari, come potrei lasciarvi partire senza dar-vi il mio saluto e senza chiedervi una promessa?

Sono la Madre della divina grazia e la Mediatri-ce di ogni grazia. Come tale, vi chiedo un dupliceproposito.

Sappiate conservare la grazia di Dio nei vostricuori. Odiate il peccato e, se vi capita di cadere perdebolezza in qualche colpa grave, non tardate a ri-correre, per aiuto, a me. Vi porterò al confessionalee vi concederò di lavare i vostri peccati nel sanguedel mio Gesù.

Figli, la morte è sempre in agguato e non sapetequando arriverà. Sapete, però, con certezza che mo-rirete, e che da quel momento dipende l’eternità.Oh, non vogliate mettere a repentaglio la vostra sal-vezza eterna! Vi prego, non fate soffrire il mio Fi-glio, non addolorate il mio cuore materno. Io sonodisposta ad aiutarvi sempre, non amareggiatemi.

Sono la Tesoriera delle grazie, ed io desidero con-cedervi tante, tante grazie. Non abbiate di mira cheuna cosa: la salvezza dell’anima e delle anime, e peril resto fidatevi di me. Io vedo le vostre necessità evoglio venirvi incontro, ma ricordate le parole diGesù: “Cercate in primo luogo il regno di Dio!”.Oh, il regno di Dio, figli, l’avete anche dentro di voi!

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Cercatelo, questo regno, crescendo in virtù.L’anima è la vigna del Signore, le virtù sono i fioriprofumati che l’abbelliscono. Cercate il regno diDio lavorando per la Chiesa. Essa è la Sposa di Cri-sto, ma vedete quanto è sofferente. Il suo velo dasposa si è trasformato in un abito a lutto. È in gra-maglie, la Chiesa, per tanti figli che tradiscono e, se-minando l’errore invece che portare la verità, le ani-me si perdono. Lavorate per la Chiesa. Anche voisiete la Chiesa!

Lavorando per la diffusione del regno, lavorateancora per voi. Per la salute, per il lavoro, per la casa,per tutto ciò che riguarda il vostro corpo, abbiate fi-ducia, tanta fiducia, poiché io sono la Madre della di-vina Provvidenza e a tutti questi bisogni provvedo.Dovete solo aver fede. Chiedetemi, figli, di assumer-mi la responsabilità della vostra vita, anima e corpo.

Potreste dubitare di me? Non vi ho liberati tan-te volte da mali e da pericoli, a cui voi con terrore ri-volgevate il vostro pensiero? State sicuri e sappiateche, per chi ha fede, la vita è veramente un dono, undono d’amore di cui dovete essere grati a Dio.

Vi benedico, figli, ad uno ad uno. Non importadi dove siete: siete miei, mia conquista ora, e saretemia gloria e mia gioia in cielo.

Arrivederci, figli. Ogni volta che venite qui par-tite con un carico nuovo.

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Maria SS. 14 Aprile 1975 (verso Loreto)

Figli miei, siate contenti che, vicina a voi, v’invitiad elevare ancora una volta un inno di ringrazia-mento a Dio per ciò che vi dona.

Osservate l’immensa distesa dei cieli, i montiche si stagliano all’orizzonte come immense mura-glie coperte di neve, e guardate tutto il rifiorire de-gli orti, dei giardini e delle vigne, come se per in-canto, cessato l’inverno, una mano misteriosa abbialasciato cadere manciate di petali, di gemme e diprofumi.

Non è solo uno spettacolo meraviglioso che deveattirare la vostra riconoscenza, ma è un dono ancheper la vostra vita fisica, che può godere di un’aria pu-rificata e respirare a pieni polmoni il suo ossigeno,mentre da questa vista entra in voi serenità e pace.

Siano perciò grazie a Dio, grazie infinite, poichénessun dono è piccolo, nemmeno quei fiori che nes-suno semina e nessuno innaffia o cura, tranne lamano invisibile di Dio, per la vostra gioia.

Ma vorrei che la vostra riconoscenza raggiunges-se anche tutte quelle anime che sono già passate al-l’altra vita, e che hanno lavorato nella costruzionedi quelle opere umane che contribuiscono alla vo-stra felicità, sia dando modo di poter percorrere inbreve tempo lunghe distanze, come per non incon-

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trare quei disagi che un tempo erano vere peniten-ze. Molti hanno sudato e lavorato, e qualche voltahanno anche perso la vita in lavori duri e difficili.

Ed anche ora, mentre la terra lavorata e coltivatavi presenta come dei quadri meravigliosi, vi fa pre-vedere ciò che farà, domani, lieta la vostra tavola.

Un grazie per tutti, un grazie fatto d’amore, poi-ché, anche se a vostra volta avete lavorato e vi sieteresi utili al vostro prossimo, la gratitudine vi è statae vi è gradita.

Anche nella vita spirituale è bello che abbiatesentimenti di gratitudine per chi vi è di aiuto e viaiuta a crescere. Le altezze della santità sono come imonti, non è possibile salire da soli, a vicenda vi do-vete aiutare. Vi sono poi persone che fanno comeda capocordata o da guida, e il loro impegno non èindifferente poiché, oltre alla responsabilità chehanno davanti agli uomini, sono chiamati a rispon-dere a Dio della loro mansione.

Ricordate le parole di Gesù: “A chi molto saràaffidato, molto sarà richiesto!”. La vostra gratitudi-ne verso queste persone si traduca in quella docilitàche faciliti la loro missione e in quella collaborazio-ne che può favorire il buon esito delle opere.

Il Signore è infinitamente felice e amabile, machiede ai suoi figli riconoscenza e gratitudine; vuo-le che sul suo esempio abbiate a riconoscere che

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ciascuno ha bisogno degli altri e ciascuno riceve da-gli altri. Tutto deve creare armonia e solidarietà,amore e gentilezza.

Figli, vi prego, sappiate apprezzare i doni di Dioe riceverli con timore e con riconoscenza. Toglieteda voi stessi quella leggerezza per cui non date va-lore a nessuna cosa che ricevete e vi sembra che tut-to vi sia dovuto, perchè sarebbe doloroso che ciòche vi viene dato con tanta abbondanza, vi vengatolto e sia dato ad altri che meglio ne approfittino elo facciano fruttare.

Vi benedico e vi ringrazio se mi vorrete ascoltare.

Gesù 14 Aprile 1975 (al rientro a Milano)

Figli diletti, sono con voi. Lo so che mi amate econosco i vostri desideri di perfezione, perciò negodo e, mentre mi professo vostro grande amico,desidero che voi pure mi diate prova di amicizia ve-ra. Sono il vostro Gesù, vostro Salvatore, e non de-sidero altro che di realizzare in voi quei progetti chedall’eternità esistono nella mente di Dio. Vi meravi-gliate? Eppure, da sempre il Padre ha visto ciò chevoi siete chiamati a fare nel mondo.

Vi sembra qualche volta, specie nei momenti discoraggiamento, di essere dei falliti o di non avere

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più nulla da fare oppure di aver sbagliato strada.Ebbene, il Signore da tutta l’eternità sa che, non-ostante i molti errori, Egli saprà tirare i fili e sapràricavare per voi stessi e per il genere umano il mas-simo bene. La vostra chiamata, che è da sempre, siè concretizzata in quella chiamata al cristianesimo,che è come un privilegio che io vi ho concesso per-ché voi poteste identificarvi con me. Fu per mezzodi questa chiamata che io ho potuto e posso strin-gere veri legami di amicizia coi miei figli.

Ora, eccovi al tramonto di questa giornata, chevi fa rientrare nelle vostre case, e io desidero chenon venga meno la mia amicizia con voi, che, anzi,deve consolidarsi sempre più ed essere più fortedella morte. Siete figli di Dio, siete cristiani, sietemiei amici: dovete amarmi e testimoniarmi sempre.Che fanno le persone che si amano veramente? Cer-cano di capirsi e di assecondarsi! Se qualcuno chevoi amate, vi domanda un favore, come potete rifiu-targlielo? Se amate il vostro Dio, il vostro Gesù, do-vete capirlo e assecondarlo.

Non sono fantasie le mie. Io so che cosa vi oc-corre, ma so anche che non potrei accettarvi comeamici, se non voleste assomigliarmi. Vi ho dato de-gli insegnamenti pratici. Vi ho detto: Amate tutticome me, e ve ne ho dato la prova perdonando an-che a coloro che mi crocifissero. Vi ho detto: Siate

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miti, ed io mi sono lasciato condurre come pecoraal macello. Ho beneficato tutti, ed ho visto i mieibeneficati, come belve feroci, urlare il “crucifige”.

Oh, figli, se ancora nel mondo si fa così, voi do-vete essere testimonianze vive di Cristo salvatore!Lo so che è difficile, ma non affrontano difficoltàtutti coloro che si amano? Io non forzo le volontà,chiedo e busso alla porta dei cuori, aspettando qua-si con timidezza la risposta. Io desidero i vostri “sì”!Il sì equivale al fiat. Dio disse il suo fiat e il mondofu creato. La Vergine disse: “Sì”, e la redenzione eb-be inizio. Io dissi: “Sì, Padre”, e l’immolazione sicompì.

Ora tocca a voi. Vi chiedo di amarmi così, ade-rendo alla mia volontà. Non abbiate timore di nonsaperla scoprire o capire; la volontà di Dio si mani-festa ad ogni istante e spesse volte è in contrasto conla vostra. Appunto per questo vi costa, ed io vi chie-do di compierla.

Quando il vostro amor proprio vorrebbe trion-fare e vorreste prendere il sopravvento sugli altri,ecco il momento buono per dimostrarmi la vostraamicizia. “Sì, Gesù”, ditemi, ed io vi darò forza.

Quando vorreste essere compresi, ed escogitateargomenti nuovi e mezzi nuovi per smuovere le ani-me, ditemi un “sì” che mi permetta di agire. Af-frontate la croce con serenità, e fatemi capire che,

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anche nelle conversioni che chiedete, volete lasciar-mi il merito e la gloria, poiché sapete che sono ioche converto, anche se vi chiedo una collaborazioned’amore.

Così vorrei continuare ed entrare nella vostra vi-ta, come il nocchiero nella sua imbarcazione, come ilpilota nell’aereo che comanda. Anche nel mare bur-rascoso della vita è necessaria una guida sicura che viindichi momento per momento la stella polare.

Figli, voglio che voi sappiate comunicare con mee che mi rendiate responsabile. Certo, non poteteincrociare le mani. Davanti ad un amico che vi ma-nifesta tutto il suo affetto, non potete essere né ri-belli, né ingrati, né indifferenti, e tanto meno gelidi.

Siate i miei amici in vita, perché per tuttal’eternità possiate godere del mio amore.

PELLEGRINAGGIODAL 24 AL 25 OTTOBRE 1975

A CATANIA E SIRACUSAMaria SS. 24 Ottobre 1975 (in volo verso Catania)

Figlie mie, quanta gioia mi procura questo vo-stro pellegrinaggio nella terra in cui io dimostrai,piangendo, il mio desiderio che le anime si conver-tissero!

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Voi andate per unire il nord al sud, il sud al nord,dove io impartisco le mie lezioni e chiamo tutti per-ché, conoscendo sempre meglio Gesù e la Mam ma,possano, sempre con più amore, servirli. Vi benedico.

Non temete, non vi succederà nulla e farete ungran bene. Stringerete soprattutto legami d’affettocon coloro che formano quei cenacoli che sono lemie oasi, i luoghi dei miei incontri con le anime.

È bella l’unione spirituale con tutti, perchéognuno dà ciò che possiede di meglio e avviene co-me un completamento vicendevole e un aiuto reci-proco. La Madre vostra è con voi e vi accompagne-rà dovunque.

Siete venute per consolarmi, e consolazione io vidono perché non mi lascio vincere in generosità.Chiedete grazie per tutti, per i miei dolori, per lemie lacrime e per l’amore che porto alle anime. Viesaudirò in tutto ciò che è per il maggior bene.

Rimanete in questo spirito d’attesa e, mentre sta-te volando tanto in alto e pare che le nuvole debba-no impedirvi di vedere, e ciò che appare ai vostriocchi è in dimensioni tanto ridotte da non distin-guere nessuna cosa, pensate che succede semprecosì nella vita umana.

La tristezza e la noia, le nubi della vita, possonoattutire in voi la fede e vi possono far svisare le co-se, ma sappiate che il vostro pilota tiene sempre fis-

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sa la meta che voi dovete raggiungere e vi guida conmano sicura, e la vostra hostess attende alle vostrenecessità con mano e cuore materno.

Sapete di chi intendo parlare: del grande Pilotache guida il mondo, Gesù salvatore; io, la vostraHostess, non faccio che prodigarmi per voi.

Coraggio, fiducia e fede sono le tre virtù che vifaranno eroi nella vita cristiana. Vi benedico.

Maria SS. 24 Ottobre 1975 (in un cenacolo)

Figli diletti, sia pace a voi. Ecco, mi avete tantoattesa sotto le spoglie del mio strumento, ed io sonovenuta. Lo so che mi amate e avete saputo attende-re. Io non deludo mai i miei figli, coloro che sannoaspettare. Sappiate sempre aspettare e la vostra pa-zienza sia un'espressione d’amore.

Anche il Signore sa aspettare. Lui, che potrebbeoperare in un istante e fare opere meravigliose in cuifar vedere la sua potenza e la sua gloria, attende, la-scia agire gli uomini e rispetta la loro libertà, perchéda essi vuole essere servito e amato liberamente.

Fate sempre, anche voi, così. Sappiate pazienta-re quando chiedete grazie per voi, e rassegnatevi avedere i vostri progressi spirituali tanto lenti. Sap-piate pazientare quando chiedete che i vostri figli, i

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vostri familiari, capiscano i doni di Dio e vi corri-spondano. Darete, con la pazienza, un segno diumiltà che vi farà camminare nella santità, più chese riceveste grazie su grazie.

Io vi benedico, figli miei, con tenerezza materna.Benedico questa casa, dove spargerò grazie partico-lari. Benedico coloro che la abitano e che mi dannoospitalità. Vi prometto, figli, che chi mette a disposi-zione la propria abitazione per dar modo alle animedi pregare, non sarà escluso da quella casa paterna,in cui l’incontro con la vostra Mamma sarà vera-mente delizioso.

Ad uno ad uno vi stringo al mio cuore e vi aspet-to ancora accanto a me. A chi presiede gruppi, quie lontano da qui, vada la mia benedizione che siad’incoraggiamento a continuare e d’aiuto a supera-re le difficoltà.

Sono la Madre vostra, immacolata e addolorata,e voi siete le mie mamme, i miei figli, sì, e soprattut-to le mie anime.

Arrivederci, figli.

Maria SS. 24 Ottobre 1975 (in una casa di riposo)

Figli diletti, tanto cari al mio cuore, sia grazia eamore nei vostri cuori!

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Le lacrime che caddero un giorno dai miei oc-chi, non sono che l’espressione di un immenso do-lore, quel dolore che accettai ed offersi, per cui di-venni Corredentrice del genere umano. Sono peròanche il segno di un desiderio infinito che io ho avostro riguardo. È un desiderio che coincide conquello che Gesù espresse alla vigilia della sua mor-te: “Siate uno, come io sono una cosa sola col Pa-dre mio”.

Quanto m’addolorano le famiglie sfasciate dalladiscordia, la società che non semina che violenza, equella mancanza di fiducia nel Capo della Chiesa,che dovrebbe essere ancora per tutti il buon pasto-re che accoglie e raduna le pecorelle attorno all’uni-ca fede, unica dottrina di Gesù, sommo Sacerdote!

Ma quanto m’addolorano quei figli che, pur fa-cendo del bene, non sanno mantenere quell’armo-nia che occorre per costruire e che serve come at-trattiva per portare al bene le anime!

Siate uniti, io vi chiedo, per le mie lacrime. Fateunità. I vostri cenacoli attireranno le benedizioni diDio e produrranno frutti copiosi, se lavorerete inumiltà e in collaborazione, escludendo ciò che puòdiventare la semente del demonio, cioè l’orgoglio.

I cenacoli sono destinati a far rifiorire la fede nel-le famiglie, a purificare la società, e a dare alla Chie-sa il suo antico splendore. Ma quest’opera di risana-

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mento dev’essere soprattutto individuale e deve aiu-tarvi a migliorare e a perfezionare voi stessi.

Ogni cenacolo è un’oasi di perfezionamento, echi lo frequenta, deve chiedersi ogni volta quali so-no i progressi fatti. Direi che ogni raduno dovrebbesegnare come il salire di un gradino della meravi-gliosa scala della perfezione.

È vero che il Signore sparge e diffonde lo straor-dinario un po’ dovunque, ma lo straordinario nondeve essere fine a sé stesso. Non dovete avere lasmania del soprannaturale e, tanto meno, la super-bia di averlo avuto in dono. I doni non vi santifica-no, sono solamente una responsabilità e un mezzoper comunicare ai fratelli la bontà di Dio.

Io da voi desidero la santità. Quando perciòaprite un nuovo cenacolo, potete dire: s'apre unafucina, dove si creano i santi. Non da soli potetecrescere in santità; saranno la preghiera e la paroladi Dio a mettere delle basi solide in mezzo a voi.Siate uniti, amatevi e fatevi santi. Diventerete quel-le pietre vive che vivificano la Chiesa. L’epoca mo-derna è ricca di risorse nuove per diffondere il ma-le. Voi sappiate scoprire l’arte di far amare il mioGesù perché le anime si salvino.

Figli, vi benedico tutti ad uno ad uno. Benedicoi miei ministri e, in modo particolare, ad essi affidoqueste nuove fioriture di anime, che la Chiesa deve

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appoggiare e benedire. Chi ha la forza, si faccia fon-datore di cenacoli. Chi non l’ha, si faccia aiutare,ma attualmente non c’è altro modo più facile e piùbello per risanare le famiglie.

Io vedo profilarsi all’orizzonte, non già i minac-ciosi castighi di Dio, ma il rinnovamento per gradidi quella Chiesa universale che comprende tutta lafamiglia umana. I sacerdoti, le religiose, siano inprima linea, e i bambini siano gli angeli che, con leloro preghiere, proteggano la terra tutta.

Vi sono Madre e vi amo, figli. Raccolgo nel miocuore tutte le vostre sofferenze e, unendole alle mie,ne faccio tesoro d’espiazione per voi e per tutti.

Arrivederci, figli.

Maria SS. 25 Ottobre 1975 (a Siracusa, in un cenacolo)

Figli diletti, sia gioia ai vostri cuori, poiché le mielacrime non sono state sparse inutilmente per voi!Ecco, io vedo i vostri buoni propositi, i vostri desi-deri di bontà.

Devo dirvi addio, ma preferisco dirvi arriveder-ci, perché la mia presenza, anche se invisibile, saràreale in questa casa e in tutti i cenacoli quando voivi riunirete.

Non ha detto il mio Gesù: “Quando voi sarete

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riuniti a pregare, io sarò in mezzo a voi”? E voleteche lasci solo il mio Gesù? Non sono io la Corre-dentrice del genere umano? Come posso dimenti-care la mia missione salvifica?

Io dunque veglio su di voi e, quando verrete quiper darmi un segno del vostro amore, io vi darò unsegno del mio, facendovi capire e gustare, oltre allapreghiera, quelle parole ispirate che leggerete comemeditazione.

Vi posso dare salute, prosperità, benessere e tuttequelle grazie materiali che desiderate, ma preferiscodarvi la forza di portare, ciascuno, la propria crocecon serenità, cosicché non abbiate a sentirne il peso.

Questo concederò ogni volta che vi riunirete.Ma non voglio deludervi mai, ed essendo la santitàlo scopo principale della vostra vita, vi promettoche, quando vi riunirete in preghiera, io cancellerò,a coloro che, confessati e comunicati, pregherannocon amore, la pena dei loro peccati. Così, solo così,aumenterete la grazia, cioè crescerete in santità.

E da ultimo, vi raccomando: mantenete nelle vo-stre relazioni umiltà e carità. Sono due virtù insepa-rabili, di cui una non può fare a meno dell’altra. In-fatti, sono gli umili che temono di disgustare ilprossimo e soprattutto Dio; e sono coloro che ama-no sinceramente, che temono d’offendere Dio e ilprossimo, l’amore verso il quale è da loro conside-

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rato come la continuazione di quell’amore di Dioche vanno praticando. Siete legati da questo dupli-ce legame e il vostro esempio sarà edificante pertutti. Porterete nella vostra casa, nelle vostre rela-zioni sociali, il buon profumo di Cristo.

Arrivederci dunque, figli. Vi benedico, metten-dovi una mano sul capo in segno di protezione. Nonvi lascerò mai e, se il mio arrivederci sembra a voiuna cosa irrealizzabile, sappiate che in cielo ci ritro-veremo, e sarà grande gioia e grande festa per tutti.

Benedico i fidanzati presenti. Figli, promettete-mi di mantenere la purezza ed io vi prometto di be-nedire la vostra famiglia futura, perché sia veramen-te felice.

Benedico i vostri malati. Mandatemi spesso ac-canto a loro anche di notte, perché la mia presenzaporti salvezza e richiami coloro che la rifiutano.

Benedico tutta la Chiesa e, in modo particolare,coloro che fanno parte di una schiera di privilegiati,quelli che, come prediletti, sono chiamati a collabo-rare più da vicino alla salvezza e ad esercitarel’apostolato. Purtroppo il demonio sta facendo unoscempio dei sacerdoti, ma volete che io rimangainerme? Il Movimento Sacerdotale Mariano è unesercito che prepara il mio trionfo.

Pregate, pregate, pregate, e traducete la vostrapreghiera in azione! Siate coerenti per edificare con

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l’esempio, e siate missionari di bene, perché la vo-stra vita sia valorizzata a beneficio dell’umanità.

Vi bacio ad uno ad uno.

Maria SS. 25 ottobre 1975 (a Catania, in una parrocchia)

Figli, a me tanto cari, sono in mezzo a voi. Sono la Madre di ogni consolazione e conforto, e

gioia voglio dare ai vostri cuori. Perché, vi doman-derete voi, perché mai la Madonna parla ai suoi fi-gli con tanta facilità, con tanta frequenza?

Io siedo Regina in paradiso, figli miei, ma il Signo-re Dio mi ha dato un compito quanto mai importantee difficile. Io devo correre continuamente accanto agliuomini, perché il sangue che Gesù ha sparso fino al-l’ultima goccia sulla croce, non venga sciupato. Vadodovunque, e porto nuovi mezzi, e invento semprenuove arti per attirare a me le anime. Quando esse so-no nel mio cuore, la salvezza è sicura, poiché io noncedo, ed esse non saranno mai preda del demonio.

Io devo però ottenere che la loro volontà aderi-sca liberamente alla volontà di Dio. Quando perciòle anime si consacrano a me, io cerco d’istruirle e difar loro capire ciò che è necessario per salvarsi. De-vono conoscere sempre meglio il Signore, per po-terlo amare e servire.

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Le virtù di Dio sono infinite, ma non sono na-scoste. Basta avere gli occhi aperti per scorgere nelmondo l’infinita sapienza, l’immensità e la provvi-denza di Dio; ed anche la sua misericordia e il suoamore non vi sono nascosti.

Ma vi sono alcuni che, davanti al male che si pro-paga a vista d’occhio nel mondo, dicono: Non credia-mo che Dio sia buono, perché Dio non castiga coloroche fanno il male! Ma non vi pare che, essendo tuttipeccatori, il Signore dovrebbe castigare tutti gli uomi-ni, anche quelli che si credono perfetti? Vi sembra giu-sto che si debba accusare Dio, poi, di quelle cattiverieche succedono nel mondo, quando Egli ha stabilitodelle leggi da osservare, ha dato i mezzi per osservarle,e ha minacciato castighi per coloro che fanno il male?

Dio è giusto e vuole che gli uomini siano felici.Certamente, essi hanno dei nemici potenti, che la-vorano instancabilmente per distruggere la loro fe-licità. Hanno però Dio dalla loro parte, e i demonitutti sono come cani legati alla catena che nulla pos-sono fare per danneggiare le anime.

Che cosa dovranno perciò fare questi suoi figli inun mondo pieno di cattiverie, di tentazioni e di pe-ricoli? Dovranno abbandonarsi tra le braccia di Dioe, anche se dovranno accettare la croce, la porte-ranno per amore, così da sentire, col suo aiuto, for-za e coraggio.

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Così, accanto a me, conoscete sempre meglio ilmio Gesù, medico delle anime, e i suoi amori di-ventano pure i vostri. Egli amava il Padre, che for-mava una cosa sola con Lui. Egli amava me, che gliho dato la vita del corpo, e l’ho fatto nascere almondo così da divenire vostro fratello. Amava i po-veri, i malati, i bambini, gli apostoli, che formavanoil primo nucleo della Chiesa nascente.

Se conoscete bene Dio, conoscete Gesù, e i suoiamori diventano i vostri. Allora divenite Chiesa vi-vente, e sapete dare a tutti quel dono d’amore che lafa trionfare su tutti i nemici.

Ecco che si realizza per voi quel servizio di Dio,che non è altro che rendersi servi e ultimi fra tutti,per portare tutti a Dio!

Figli, io so che molte di queste cose voi le fate giàe, sotto la guida del vostro Pastore, realizzate moltecose a me gradite. Continuate a diffondere il bene efate sempre unità. L’unione fa la forza. Se volete sa-pere se un’opera è gradita a Dio, guardate se portapace, se unisce i cuori nella fede e nella carità!

Gesù ha detto: “Ogni regno diviso in sé stesso èdestinato a perire”. Sappiate distinguere perciòl’azione di Dio da quella del maligno. Anche se leapparenze certe volte sono buone, se avvengonodelle fratture in famiglia, a causa di un determinatocomportamento, dovete molto temere.

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Custodite perciò intatta la vostra fede e non la-sciatevi attrarre da false luci. Siate ubbidienti allaChiesa e alle autorità che vi dirigono, perché chi ub-bidisce non sbaglia mai.

E, per ultimo, amate la vostra Mamma celestecon tenerezza di figli. Vi assicuro che nessuno, chemi abbia amato con sincerità e con affetto vero, si èmai perduto.

Ed ora vi benedico tutti. Benedico le vostre parrocchie e quelle case in cui

vi radunate a pregare. Benedico i bambini e i giovani presenti, compre-

si quelli che sono stati radunati sul piazzale. Alcunisono lontani da me, ma la vostra preghiera arriva aloro come una pioggia misteriosa e benefica. Bene-dico le vostre famiglie, a cui porterete la mia bene-dizione, dicendo: Ricordatevi che la Mamma delcielo vi ama.

Arrivederci, figli! Io vengo a pregare con voi nel-le vostre case, nei vostri cenacoli, State uniti, amate-vi sempre.

Maria SS. 25 Ottobre 1975 (al ritorno dal pellegrinaggio)

Figlie mie dilette, avete visto? Tutto è andato se-condo le previsioni, anzi, secondo la volontà del di-

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vino Pilota. Lasciatevi sempre guidare da Lui nellavita, e non temete nulla. La sapienza divina dirige ilmondo. Volete che non sappia guidare la navicelladell’anima vostra?

Fidatevi di Dio e mettetevi, momento per mo-mento, nella sua divina volontà. Fidatevi della suabontà e misericordia, non negandogli il piacere didonarvi la ricchezza infinita del suo amore. Non da-te adito al dubbio e alla depressione morale, che vipuò far perdere l’amore alla preghiera e il fervorenel fare il bene.

Vi assicuro che la grazia di Dio dimora nelle ani-me vostre, e che il vostro pellegrinaggio è stato digrande conforto al mio cuore. Consolazione mi ave-te dato, amore vi do, e sarò sempre accanto a voi intute le vostre necessità.

Vi benedico e vi abbraccio teneramente.

PELLEGRINAGGIODAL 24 AL 26 MAGGIO 1976

A RAVENNA - SAN GIOVANNI ROTONDO -LANCIANO

Gesù 24 Maggio 1976, ore 0,20 (verso Ravenna)

Figli miei, sono con voi e faccio mie le vostre in-tenzioni. La riparazione dei peccati e la consolazio-

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ne che volete dare alla Madre mia e Madre vostra,mi sono tanto gradite, per cui non posso che com-piacermi ed unirmi a voi.

I dolori di Maria sono quelli della Chiesa. Voi ve-dete la Madre della Chiesa in una luce divina. La sa-pete custode della verità e, nella sua caratteristica diMadre, la sapete feconda genitrice di anime alla vi-ta della grazia.

Ma forse troppo spesso si dimentica che la ma-ternità comporta una sofferenza continua. Ognimamma soffre nel dare alla luce il suo bambino eaccompagna con le sue preoccupazioni il cresceredel figlio, la sua educazione, la sua vita. La madrepartecipa della vita del figlio fino a far proprie lesue sofferenze. Se un figlio viene a mancare, la ma-dre sente come venir meno la vita in sé stessa.

Ebbene, figli, questa Madre meravigliosa, che èMaria, come ogni giorno soffre e gode nel dare allaluce nuovi cristiani, così soffre indicibilmente nelvedere anime, tanto care a Dio, rinunciare volonta-riamente alla vita della grazia e preferire la schiavi-tù e il dominio di satana alla propria vocazione e alprivilegio di figli di Dio e di Maria. Così, vede i suoiprediletti lasciarsi trascinare nel fango e preferire legioie fallaci del mondo a quelle eterne.

Chi potrà farvi comprendere il dolore di questasanta Madre, quando vede allontanarsi, e verso una

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morte eterna, quei figli redenti da me con tanta sof-ferenza?

È dunque encomiabile e doveroso il confortoche voi volete dare a Lei, e vi sarà ripagato con gra-zie e benedizioni. Desidero invitarvi anche ad offri-re al Padre il dolore della Madre mia, perché nessu-na creatura di questo mondo ha la capacità diplacare Dio più di Lei che, essendo innocente e sen-za macchia alcuna di peccato, è in grado di rendereuna riparazione perfetta dei peccati degli uomini.

Quanto dolore e quanto amore è racchiuso inquel cuore! Esso è così sensibile e delicato, che nes-sun cuore umano lo può uguagliare.

La perfezione di una persona si può misuraredalla sua vicinanza con Dio; ma chi poté vivere piùintimamente unita con Dio di Lei, che mi ospitò nelsuo seno per fornirmi un corpo umano?

Il mio cuore umano fu dunque somigliante alsuo, e il cuore della Madre mia prese l’impronta delcuore di Dio. Se Dio è amore per essenza, la Madremia doveva essere come un vaso di elezione per ac-cogliere in sé e donare a me, come uomo, e a tutti isuoi figli un amore divino senza misura.

Da questa intensità d’amore, procede l’intensitàdi dolore che deriva dall’ingratitudine umana e dal-la cattiveria. Ma in Maria vi è anche tutto il doloreche abbraccia tutte le creature della terra, figli.

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Maria è Madre secondo lo Spirito, ma non puòrimanere indifferente alle sofferenze umane. Ognilacrima, ogni sospiro, ogni malanno, ogni croce,trova nel suo cuore sensibilissimo una ripercussio-ne; come ogni piccola gentilezza o dono le fannopiacere, così ogni pena vostra trova risonanza in Leiche vi ama come una vera mamma. Vi ama, anima ecorpo. Ella sa che il dolore non può mancare nelmondo perché è un mezzo per completare la pas-sione mia.

Il dolore è come un inserirsi nella vita, poichésolo con la croce vi è salvezza, ma, come soffersi iodi vedere Lei soffrire, e anche per causa mia, cosìElla, pur sapendo che la sofferenza vi è utile e che visalva, soffre di vedervi soffrire.

Così, figli diletti, v’invito a mettervi con fiducia econ amore nel suo cuore, per ricevere da Lei inco-raggiamenti ed aiuti per amare la sofferenza, e laforza e la carità per prodigarvi per gli altri.

Ogni volta che voi, rinnegando la vostra volontàe per far contento il vostro prossimo, rinunciate aqualche cosa, le fate tanto piacere, specie se quellarinuncia serve a mantenere la pace.

Io ora vi benedico e vi accompagno. La Madremia veglia su di voi ed io veglio sulle vostre fami-glie! Rimanete nel mio amore e in quello di Maria.Riporterete da questo pellegrinaggio molte grazie,

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proporzionate ai sacrifici che avrete saputo accetta-re ed offrire. Ed ora vi auguro una buona notte.

Maria SS. 24 Maggio 1976, ore 5,30 (a Ravenna)

Figli miei, grazie per questa visita di amore e diconsolazione!

Veramente il mio cuore ha sanguinato, ed è statoun segno ed un richiamo. La scienza vuole fare in-dagini, ma la fede deve farvi luce e deve dirvi, anco-ra una volta, che voi siete circondati e immersi nelsoprannaturale, e che Dio, servendosi di tutto, vuolmanifestare la sua presenza nel mondo.

Perché, dunque, ha sanguinato questo cuore?Anzitutto vi voglio esprimere a parole quali sono igrandi miei dolori. Il mio Gesù ve ne ha parlato. Ionon farò che chiarire.

La Chiesa, di cui sono Madre, è ferita dalle ere-sie che vanno sempre più diffondendosi. È come sela bianca tunica, o il vestito da sposa che la ricopre,che è la verità, venisse fatto a pezzi. L’errore entradovunque distruggendo il dogma e creando confu-sione, dubbio, incertezza e rovina.

Il più grande dolore è questo: che coloro che do-vrebbero insegnare la verità, diffondono l’errore edanno scandalo al popolo di Dio.

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Come dovrebbe non soffrire il mio cuore, cosìamante della parola di Dio che custodii come in unsacro forziere? Dio è verità e, nella sua Chiesa, sata-na, padre della menzogna, ha il suo trionfo. Si di-strugge la verità fin dalla radice, dando ai bambini,non già l’acqua preziosa e salutare che disseteràl’anima loro per tutto il corso della vita, ma un vele-no sottile che distruggerà la verità e la moralità findal loro nascere.

Ma un altro dolore acerbissimo fa sanguinare ilmio cuore, ed è la lotta fratricida che si va delinean-do sempre più aspra e piena d'odio.

Figli, pregate, pregate! L’aria si fa turbinosa emefitica. Si temono le infezioni di colera e di tifo neiluoghi terremotati, ma le infezioni prodotte dall’o-dio di classe, dall’avidità dei beni terreni e dal desi-derio di distruzione e di violenza, è ben più terribile.

Figli, pregate e portate dovunque amore. Soffo-cate la violenza con la carità, e dirigete decisamentela vostra vita nella via della santità, se volete potermettere una diga al male che si propaga sempre più.

La gioventù, che va alla deriva e che è presa daidee materialiste e disfattiste, io affido a voi, mam-me! Voi non avrete più, in tal modo, soltanto il vo-stro numero limitato di figli, ma tutta la gioventùd’Italia e del mondo. Aiutatemi a salvarla! È terribi-le, figli, vedere tanta rovina! Aiutatemi! Pur mante-

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nendo la vostra serenità, poiché l’inquietudine nonporta benefici, sappiate consigliare, convincere,parlare ed agire perché si salvino le anime. Quantodolore, quanto amore! Non dovrei essere mammaper non dirvi queste cose, ma troppo amo voi, trop-po amo le anime.

Figli, la santa Messa, che tra poco concelebrere-te, sia un mezzo per ottenere aiuto a tutti gli uominie possa riparare le colpe di tutti. Io con voi assisteròed offrirò, col sangue di Gesù e mio, i vostri crucci,le vostre pene. Ne faremo un dono al Padre, mentreringrazieremo il Figlio che per tutti si è immolato.

Vi benedico e vi ripeto il mio grande amore.

Maria SS. 24 Maggio 1976, ore 17

Figli diletti, la pace sia con voi! Sono l’Ausi -liatrice del popolo cristiano, e sono qui per darvi lasicurezza della mia assistenza in ogni momento del-la vostra vita e della vostra giornata.

Se volgete uno sguardo attorno, non potete cheammirare l’assistenza di Dio nel creato. Pare cheuna mano invisibile sia passata in questi luoghi e ab-bia sparso, a grandi manciate, fiori variopinti cherallegrano lo sguardo e ne profumano l’aria. Ma, seosservate la rigogliosa vegetazione spontanea che

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cresce nei campi, e gli alberi destinati a dare all’uo-mo quegli alimenti che gli necessitano, dovreste farsgorgare dal vostro cuore un inno di ringraziamen-to, e un atto di fede nella Provvidenza e di amore aDio.

Ciò che avviene nel mondo è immagine bellissi-ma di quanto avviene nelle anime. Alle volte sonovirtù spontanee che nascono quasi a vostra insapu-ta, e il Signore getta a piene mani le sue grazie e isuoi favori. È tutta una fioritura, ed è un alimentarecontinuo, da parte di Dio, quelle anime che Egli hacreato e che gli appartengono per diritto.

Questo lavorio continuo che avviene nel mondo,che è una continua creazione, e quello che avvienenell’anima, che è la vigna del Signore in cui si deveattuare la redenzione e la santificazione, trovanonella vostra Mamma celeste un aiuto ed una forza.

Io vado compiendo ogni giorno quello che labrava giardiniera fa nel suo giardino o nel suo orti-cello. Io strappo le erbacce e porto la buona semen-te. Suscito pensieri e desideri santi, e rialzo coloroche, caduti o per cattiva volontà o per debolezza,minacciano di soffocare la buona semente.

Che avverrebbe se gli ulivi non volessero più da-re i loro frutti, se la vite non desse più uva e il fru-mento non mettesse la spiga? La stessa cosa porta-tela nel campo dello spirito! Che avverrebbe e che

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avviene quando un’anima rifiuta le grazie di Dio e siribella alla sua legge? Si rende impossibile la vitaumana e la vita spirituale.

Essere disponibili, è facilitare la nostra azione. Ilpopolo cristiano si può trovare in gravi pericoli. Co-me superarli? C’è un unico modo che è di grandefacilità a tutti: esporsi all’azione della grazia con lapropria disponibilità, e permettere al Signore e ame di agire. Il ricorso a Dio è come il promuoverequelle opere che danno vita e che possono veniresolamente da Lui. Affidarsi alla Mamma è avere unacertezza di riuscita in tutto ciò che riguarda la vo-stra vita. Se una mamma trascura i propri doveri, sirende responsabile degli sbagli dei figli, ma, se essinon la chiamano nelle necessità e rifiutano la suaopera, non potranno accusarla di nulla e dovrannopiangere le proprie colpe.

Figli, quante anime rifiutano Dio! Portano i piùinconsiderati motivi per non assecondarlo, e porta-no giustificazioni inesistenti per evitare di fare ilproprio dovere. Così, molta gente cresce e vive sen-za rendersi conto delle grandi realtà della religione.Si vegeta e si cammina come dei disorientati senzameta, che non si domandano né da dove vengono,né dove vanno.

Voi avete una meta da raggiungere; un fine deveaccompagnarsi in tutte le vostre azioni. Dovete te-

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ner presente la Patria e indirizzare ad essa i vostripensieri, i vostri affetti e le vostre opere. Vivere,senza pensare al cielo che vi aspetta, è camminaresenza meta. Io vi aiuto a trovare la via e a seguirla,facendo della vostra vita un mezzo di santità e diperfezione.

Figli, pare di non trattarvi come esseri di questomondo, parlando in questo modo. Gli uomini nonvogliono accettare e non sanno assoggettarsi allerealtà spirituali. Voi fate la vostra scelta e non la-sciatevi sviare da nessuna falsa teoria. Questi giorni,che sono per voi di sollievo, devono anche farvi ri-flettere. Nessuno può tenere il piede in due scarpee non si può servire a due padroni. Occorre sceglie-re e perseverare.

Dopo il pellegrinaggio si ritorna alle proprie oc-cupazioni, ai propri ambienti, e si possono anche ri-prendere antiche abitudini. Con esse può entrareuna vita di freddezza o di mediocrità. La riflessione,unita al mio aiuto, deve cambiare molte cose e por-tare il fervore della vita cristiana. Voi mi farete con-tenta soltanto così, e mi aprirete la porta dell’animaperché io possa essere per voi la vera Ausiliatrice.

Vi voglio santi, figli, perché il mondo non puòconvertirsi se non con l’esempio della virtù, spintafino all’eroismo. Grazie per le preghiere.

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Padre Pio 25 Maggio 1976 (a S. Giovanni Rotondo)

Figli e fratelli, eccomi qui con voi per virtù diDio! Io non lascio mai il cielo, ma sono davanti aDio in continua adorazione e davanti alla SS. Vergi-ne, e chiedo per tutti i miei figli spirituali e per igruppi di preghiera che siano perseveranti nella fe-de e che, in mezzo a loro e per mezzo loro, regni nelmondo e nelle anime la perfetta carità. La mia pre-senza è tutta particolare: è attraverso Dio che si co-munica con le anime.

Io, dunque, voglio oggi raccomandarvi di sfor-zarvi di rendere la vostra fede sempre più bella agliocchi di chi non crede, mediante quella rettitudineche vi rende veramente fedeli.

Se credete in Dio, dovete vivere alla sua presen-za praticando la giustizia. Se credete in Gesù Cri-sto, dovete imitarlo esercitando la misericordia. Secredete nella Chiesa, dovete essere voi pure chiesavivente vivendo in grazia di Dio. Se voi osservere-te questi tre punti, sarete dei veri cristiani e saretecapaci di diffondere la fede, la verità e anche lagrazia.

Quando poi io chiamo i miei figli spirituali ac-canto a me, dove giacciono le mie spoglie mortali,voglio dire loro quanto è necessario spendere benela propria vita per onorare Dio e arrivare al cielo.

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Sulla terra si festeggia il giorno della nascita di unacreatura, ma la vera nascita è quella che avviene do-po la morte, quando si entra a far parte della Geru-salemme celeste. Quando si pensa alla nascita allavita terrena, si deve ringraziare Dio di questo gran-dissimo dono, che permette di lavorare nel tempoper l’eternità e di beneficare tutta l’umanità.

Io fui tanto riconoscente a Dio per questo donoe tanto grato ai miei santi genitori. Pensate quali do-ni meravigliosi Dio ha fatto a tanti uomini per mez-zo della mia preghiera e del mio sacrificio. Se i mieigenitori mi avessero negato l’esistenza, quanto benenon sarebbe mai stato realizzato!

Vi dico queste cose perché le abbiate a far com-prendere a molte mamme che, giustamente, io chia-mavo assassine. Non è solo un omicidio ciò chemolte femmine chiedono, ma è un impedire a Diodi eseguire quei disegni amorosi che Egli ha sullesue creature, ciascuna in particolare.

Festeggiate pure, anche voi, la vostra nascita esia in voi il desiderio di corrispondere ai disegni diDio e di santificarvi. Io vi aspetto in paradiso e viaiuto perché possiate arrivare tutti quanti: la schie-ra dei santi è in continuo aumento, è una moltitudi-ne infinita! Si direbbe impossibile di conoscersi, ep-pure il miracolo avviene in continuazione, e tutti,nel Signore, si conoscono e si amano, mentre chi è

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giunto là non ha altro desiderio che quello di colla-borare perché, chi è ancora per via, possa arrivarepresto alla casa del Padre.

Ancora una raccomandazione. Siate generosi edottimisti anche nel saper accettare le pene di tutti igiorni, e non ingranditele a scapito della vostra se-renità e della pace degli altri. Più le fate grosse, epiù diventate egoisti. Tutto, poi, va visto a confron-to con le grandi sofferenze di molti vostri fratelli econ quelle immani sofferenze da Gesù sopportateper vostro amore.

Vi do un suggerimento: guardate gli avvenimen-ti mondiali alla luce della fede, e guardate i vostrimali alla luce della carità. Vi sarà così possibile lo-dare Dio anche quando gli altri imprecano, e vi sa-rà possibile usare delle vostre pene come di tantepiccole monete per aiutare i fratelli.

Ora vi benedico in nome del Padre, del Figlio edello Spirito Santo. Vi benedico in nome di Maria edei vostri cari che sono con me in paradiso.

Avete fatto bene a venire qui a pregare. La Regi-na della Pace e delle Vittorie concede questi bei do-ni a coloro che vengono a pregare qui.

Pace e vittoria sulle vostre passioni! Arrivedercie pace e bene!

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Maria SS. 26 Maggio 1976 (verso Lanciano)

Figli miei, sia pace a voi! Eccomi qui con voi peristruirvi e per dirvi con sempre rinnovato affetto:continuate a vivere uniti fra voi e uniti con Dio!

Quelle esperienze che fate nei vostri pellegrinag-gi, così graditi al mio cuore, fatele diventare regoladi vita.

Il pellegrinaggio a cui tutti appartengono anchesenza pensarci, è quello senza ritorno. Là tutti de-vono arrivare e devono rendere conto a chi lo ha or-ganizzato: a Dio stesso, che ha stabilito la vita comeun viaggio da compiere.

Voi avete capito quali sono i mezzi per poterproseguire nella via del bene. Sapete che l’unionecon Dio vi assicura serenità, grazia, fiducia e forza;non avete che da incrementare questa unione e ren-dere il vostro legame con Lui più forte della morte.Voi vedrete che, man mano che proseguite negli an-ni, vi verranno a mancare molte cose o vi dovrete al-lontanare forzatamente da alcune di esse. Voi dove-te fare di necessità virtù, e prepararvi a queidistacchi con amore e per amore di Dio.

Quando io vidi salire al cielo il mio Gesù, cre-detti che mi si staccasse il cuore, ma, abituata co-m’ero a cercare solo il volere di Dio e ad amare Luisolo, non desiderai in quel momento di consolare il

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mio cuore, seguendolo, ma di essere utile alla Chie-sa, prodigandomi per rafforzare in tutti la fede, lasperanza e la carità.

Così dovete prepararvi alla vostra ascesa e, se colcuore potete essere già nella dimora che vi è stataassegnata, e dovete desiderare il paradiso, vostraPatria, mentre siete sulla terra, dovete aver di mirala volontà di Dio e diffondere attorno a voi quellevirtù che parlano di Dio e che vi avvicinano semprepiù a Lui: la fede, la speranza e la carità.

Quelle meditazioni di cui si è arricchita la vostramente in questi giorni, saranno una buona riserva,per cui vi sarà facile in qualche momento di racco-glimento rientrare nel santuario del vostro cuore erisentire o ripensare ogni cosa.

Nei pellegrinaggi terreni vi sono soste stabilite, oobbligate da molte cose. Anche la vita ha le sue so-ste. Sono qualche volta le malattie, qualche altra idiversi guai, che pare che vogliano impedire la vo-stra azione, anche buona. Potreste in quel momen-to essere tentati di scoraggiamento, ma non dovetelasciarvi vincere e superare dalle difficoltà; doveteessere vincitori e adoperare le contrarietà come unmezzo. Se vi lasciate abbattere, siete dei vinti. La vi-ta umana è un susseguirsi di difficoltà, è una batta-glia in cui non ci devono essere né disertori, né inet-ti, né ribelli.

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Camminare per le vie del Signore vuol dire sali-re, lasciando senza rimpianto ciò che si dovrà la-sciare. Il distacco dagli affetti umani deve essere uninvito a santificarli. Il distacco dalle ricchezze deveessere un invito alla generosità. Il distacco da séstessi, dal proprio io, dal proprio corpo, dal propriomodo di pensare, deve farvi tuffare decisamente nelcuore di Dio per cercare in tutto la sua gloria. Ilpensiero della morte deve essere uno stimolo adesercitare con zelo quell’apostolato che è come unimpegno per i cristiani, un comando per chi ha ri-cevuto doni così importanti e straordinari, come liavete ricevuti voi.

Così, sempre sereni, sempre attivi, sempre stac-cati dalla vita, ma sempre uniti con Dio, il pellegri-naggio porta i suoi frutti copiosi, e vi fa salire gra-datamente, ma sicuramente, la scala della santità,alla cui cima io stessa, santa Maria, vi attendo perpresentarvi al Padre. Non dimenticate che, durantequalsiasi tragitto, voi avete delle necessità naturali,a cui non potete rinunciare. Nel viaggio della vitadovete tener presente anima e corpo, dando semprela supremazia all’anima; dovete accettare, benediree chiedere ciò che riguarda la salute e il benessere,sempre usandoli come mezzi che la Provvidenzadona per l’utilità personale e comune.

Figli miei, vi benedico. Nella fermata che farete

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a Lanciano, vi ravviverò la fede e l’amore per GesùEucaristia, e risveglierò in voi un desiderio vivo del-la Comunione sacramentale e spirituale che vi fac-cia progredire nel bene e che vi dia una rigogliosavita spirituale.

Gesù 26 Maggio 1976, ore 20 (verso Milano)

Figli diletti, sono Gesù vostro Maestro! Sono aporgervi il mio saluto e a lasciarvi dei ricordi di que-sto pellegrinaggio, che deve essere per voi memora-bile. Siete partiti con tanta gioia e un po’ preoccu-pati, e ritornate con una carica nuova che deve dareun indirizzo particolare alla vostra vita.

Io vi ricordo alcuni personaggi, nominati nelVangelo, perché vi servano da guida. Al momentodella crocifissione molti assistevano alla mia ago-nia, ma, all’infuori della Madre mia, di Giovanni edella Maddalena, quelli che mi diedero confortocol loro grande amore e col loro dolore furono po-chi. Subito dopo la mia morte vi fu un uomo che,dopo avermi trapassato il cuore con una lancia, di-scese dal Calvario picchiandosi il petto e dicendo:“Veramente Costui era Figlio di Dio”. Fu questoun atto di fede che gli valse la conversione e la san-tità.

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Ebbene, nella vostra vita vorrei che voi ripetestespesso quest’atto di fede. Quando ai malati guaritiio chiedevo chi fosse colui che li aveva guariti e misi rispondeva: “Il Figlio di Dio”, io godevo perchéla verità cominciava a farsi strada. Quando agliapostoli io chiesi chi credevano che io fossi, e Pie-tro per tutti rispose: “Tu sei il Cristo, il Figlio delDio vivente”, ne fui talmente contento da sceglier-lo come capo di tutti gli altri, e già si delineava laChiesa.

È perciò, la mia richiesta, molto importante pervoi e per me. Se voi credete che il vostro Gesù è Fi-glio di Dio, deve cambiare tutto nella vostra vita!Ciò che io vi chiedo ha valore di comando; ciò cheio vi dono è certamente superiore a quello che pos-sono donarvi le creature umane.

Che cosa vi chiedo? Di osservare i miei Coman-damenti! Vi chiedo amore e amore. Vi chiedo diperfezionare la vostra vita alla luce della carità. Eche cosa vi dono? La mia grazia e la mia gioia!

Il cristianesimo è tutto qui. Se farete penetraretanta carità nelle vostre giornate, le santificherete, e,se manterrete la grazia, possederete anche la gioia.Molti cristiani non sanno essere gioiosi perché nonsanno godere dei doni di Dio. Alcuni, però, pensa-no che non si possa mettere assieme penitenza, pre-ghiera e gioia. Costoro non saranno mai fari di luce,

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poiché gli uomini, che cercano solo la felicità, nonsaranno attratti da persone tristi o malinconiche. Imiei doni sono divini e, se voi credete nel Figlio diDio, la vostra vita sarà arricchita di tanta grazia dafarvi rimanere sbalorditi, poiché i miei doni sarannoun premio alla vostra fede.

Desidero, però, ricordarvi anche i due discepolidi Emmaus che, delusi e sconsolati, camminavanoal mio fianco senza rendersi conto. Buon per loroche, con un atto di squisita carità, m’invitarono afermarmi con loro: “Resta con noi, che si fa sera”!

Anche questa invocazione dovete far vostra inogni situazione triste o gioiosa! Dovete invitarmi astare con voi, perché io voglio far parte della vostravita. Devo dirigerla, devo animarla. I vostri interes-si sono miei; le virtù che desiderate acquistare, iodesidero donarvele. Io sono più desideroso di per-donare e dimenticare i vostri peccati e le vostre mi-serie, che voi di essere perdonati. Non devo essereuno spettatore della vostra vita, ma voglio penetra-re fino in fondo i vostri pensieri, i vostri affetti, i vo-stri desideri. Devo saper tutto di voi, non perchéqualcosa mi sia nascosto, ma voglio che voi mi met-tiate a parte, m’invitiate a restare con voi, perché sifa sera.

La vostra età è quasi per tutti più vicina al tra-monto che all’alba. Si fa dunque sera e, come alla fi-

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ne della mia vita terrena pronunciai il mio “Con-summatum est”, anche voi dovrete dire: “Ho spesola mia vita nel servizio di Dio”. Si fa sera per tutti,figli, anche perché si avvicinano giorni tristi di oscu-rità e di male. “Resta con noi; resta con noi”: ripe-tetelo ogni giorno perché la mia presenza, da voidesiderata, è già un pegno di salvezza.

Ma vi voglio pure ricordare un altro personag-gio importante che diede agli apostoli e ai discepo-li la conferma della mia divinità. Quando, salito alcielo, sparii dal loro sguardo, un angelo disse loro:“Uomini di Galilea, che cosa state guardando in al-to? Colui che avete visto salire ritornerà sulle nubialla fine del mondo per giudicare i vivi e i morti”.Io dunque, come Figlio di Dio, sarò chiamato incausa dopo la vostra morte come Giudice. Mi vor-rete giudice severo o misericordioso? A voi la ri-sposta! Se avrete trascorso la vostra vita credendoin me e tenendomi in vostra compagnia, facendo-mi vivere in voi, io sarò, non solo vostro Dio, maSposo, Padre, Fratello, Amico, e il mio regno saràvostro.

Vi benedico, figli miei, e vi amo. Sono con voi e,se non mi caccerete col peccato, sarò sempre convoi.

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PELLEGRINAGGIODAL 17 AL 22 MAGGIO 1977

A LORETO - SAN GIOVANNI ROTONDO -AIROLA - POMPEI

Maria SS. 17 Maggio 1977 (alla partenza per Loreto)

Figli diletti, sia pace a voi e grazia e ogni bene!Ecco, sono in mezzo a voi e vi seguo nel vostro pel-legrinaggio.

Sapete, figli, che vuol dire fare un pellegrinag-gio? Vuol dire andare nei luoghi di questo mondo,santificati dalla presenza di Gesù o mia, per chiede-re di crescere nella fede, nella speranza e nella cari-tà, così da poter arrivare, dopo il pellegrinaggio ter-reno, alla Patria celeste, dove il vostro incontro conGesù e con me sarà di una gioia infinita.

Dovete chiedere perciò in tutte le vostre tappe diavere una fede viva, umile, costante, sempre in sot-tomissione alla Chiesa di Roma e al Pontefice, chela dirige. Dovete chiedere sempre che il pensierodel paradiso sia una continua attrattiva per voi, percui abbiate a dare poca importanza alle cose pas-seggere del mondo e a servirvi di tutto ciò che il Si-gnore vi dona per il bene dell’anima vostra.

Infine, questi pellegrinaggi che voi fate, devonocrescere in voi la carità.

Oh! Sì, figli, il mondo abbisogna di anime che

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sappiano amarsi con sincerità e in profondità, valea dire che l’amore che deve unire i miei figli, deverispecchiare quell’amore di cui Gesù vi ha dato l’e -sempio.

Tutti dovete amarvi, e non ci devono essere mo-tivi di disunione. Se però volete sapere chi dovetemettere in prima linea per amarli più intensamente,non esito a dirvi che dovete amare per primi coloroche vi fanno soffrire e i vostri nemici. Veramente,un cristiano non dovrebbe avere nemici. Se però voichiamate con questo nome coloro che non pensanocome voi, che v’insultano o vi fanno del male, nonesito a dirvi che sono costoro che voi dovete racco-mandare nelle vostre preghiere e che dovete amare,perché sono i più bisognosi di aiuto.

Io vi assisto e vi benedico uno per uno, e vi donograzia abbondante perché possiate ricavare fruttoda questo pellegrinaggio. Ritornerete alle vostre ca-se pieni di gioia, e porterete a tutti la vostra gioia ela mia benedizione. Siate buoni! La bontà è un mez-zo per farvi amare e poter in tal modo guadagnareanime a Dio.

Arrivederci, figli! Consacratevi a me, e fate inmodo che tutti si consacrino. Non desidero altroper poterli salvare. Arrivederci! Arrivederci!

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Maria SS. 17 Maggio 1977 (a Loreto)

Figli miei, grazie per essere venuti ad onorarmiin questo luogo santificato e benedetto dalla miapresenza! Grazie per ciò che soffrite e per ciò chemi avete offerto con amore!

La vostra fede merita una particolare ricompen-sa. Vi sarà data nell’altra vita, ma anche in questa vi-ta desidero che abbiate un premio che nessuno vipossa togliere. Il premio è la pazienza con voi stessie con gli altri, che servirà a mantenervi quella sere-nità che vi è indispensabile in un mondo travagliatocome il vostro.

Io vi sono Maestra di santa pazienza, e vi pro-metto di esservi vicina e di aiutarvi.

Quando sarete tentati di ribellarvi a quei con-giunti che non assecondano la volontà di Dio, pen-sate a me, chiamatemi, e offritemi la vostra croce,consacrandomi le persone che vi fanno soffrire.Quando avrete desideri di bene che vorreste realiz-zare e vi si frappongono molti ostacoli, chiamatemi;io intercederò per voi e la strada si appianerà.Quando vedrete i vostri figli o mariti allontanarsidalla Chiesa e dai Sacramenti, rivolgetevi ancora ame e, offrendomi le vostre SS. Messe e le vostre san-te Comunioni, richiameremo assieme quelle animemolto più care al mio cuore che al vostro.

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Figli, vi benedico tutti ad uno ad uno. Benedico i bambini presenti. Quanta gioia han-

no dato al mio cuore! Essi sono in grazia di Dio ediventeranno sempre più buoni. Sappiate difender-li dai pericoli, vigilando sulle compagnie e sulle let-ture, e ascoltandoli molto perché dal dialogo nascala confidenza e si conservi l’affetto.

Io vi abbraccio e dico a tutti: arrivederci, arrive-derci! Siatemi figli fedeli, io vi sarò Madre affettuosa.

Maria SS. 18 Maggio 1977

Figli diletti, sono con voi; sono al vostro fiancocon una schiera interminabile di angeli. State semi-nando di rose la strada. Non sarà un viaggio inutileil vostro. Sarà un felice incontro di anime nei luoghibenedetti e santificati dalla presenza e dal sacrificiodi anime sante, che hanno scelto il sacrificio cometestimonianza del loro amore per il Signore.

Intendo parlare di Padre Pio, di Concetta e diBartolo Longo.

Io vi farò da guida, perché abbiate a ritrarre, daquesti incontri, una forza nuova che vi aiuti a supe-rare tutte le difficoltà della vita e ad accettare il sa-crificio con generosità e con amore.

Pensate, figli, quante persone hanno percorso

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queste stesse strade, ed ora non sono più! Genteche cercava il divertimento, o che correva per affaridivorando la strada, hanno incontrato la morte inincidenti stradali, e forse non pensavano che a vive-re serenamente senza curarsi di Dio.

Le rose che voi avete seminato coi vostri bei ro-sari, saranno un richiamo di fede per coloro chepasseranno dopo di voi.

Voi non conoscete l’effetto della preghiera. Essaè come una scintilla che lascia un segno indelebile.Vi pare di aver fatto nulla, eppure il mondo si reggesulla preghiera.

Così, questa notte diventa per voi operosa e ric-ca di grazia, perché la preghiera obbliga il Cielo adintervenire, a comunicare alle anime pensieri santi,forse quel dolore dei peccati che è indispensabileper salvarsi.

Vi raccomando di stare in buon'armonia col Cie-lo e fra di voi. Per coloro che avete lasciato a casa, cipenso io: non avete che da affidarmeli con grandeamore.

Date un’intenzione generale al vostro pellegri-naggio e un'intenzione particolare. La prima, sia diaiuto al Papa e alla Chiesa; la seconda, riguardi pu-re la vostra famiglia, e chiedete che tutti i suoi mem-bri vivano in grazia di Dio. Tutto il resto viene comeconseguenza. Ricordate anche coloro che si affida-

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no alle vostre preghiere per certi aiuti e per la solu-zione di situazioni difficili e di problemi gravi.

Figli, sappiate che la preghiera notturna valemolto davanti a Dio, sia per il sacrificio che compor-ta, come perché si contrappone ai tanti peccati di cuila notte è ispiratrice. Le tenebre della mente si ac-coppiano con quelle della notte, trascinando animenelle tenebre infinite, dove nessuna speranza di lucepotrà mai dare conforto. Voi camminate nella lucedi Dio, e il buio che vi avvolge poco conta! Dopoquesto rosario vi riposerete ed io veglierò su di voi.

Buona notte, figli!

Maria SS. 18 Maggio 1977 (verso S. Giovanni Rotondo)

Figli miei, eccomi qui con voi per darvi un pen-siero di fede e per aiutarvi a santificare queste gior-nate, che devono essere ricche di grazia e di grazie!

Siete passati dalla casa di Nazareth, e siete stati avisitare il corpo di un fraticello che il mondo dis-prezzava e che nessun convento avrebbe voluto ac-cogliere. Siete passati su ponti estesi e solidi, che vidimostrano l’intelligenza, la volontà e l’operositàdell’uomo.

Avete così potuto confrontare le opere divine equelle umane: quelle divine che, resistendo al tem-

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po, rimangono come monumenti eterni a parlare al-le generazioni di tutti i tempi di semplicità, di umil-tà, di penitenza, di povertà e di amore a Dio; le ope-re umane che, pur nella loro grandiosità, nonresisteranno al tempo. Basterebbe infatti una scossadi terremoto ad atterrare opere mastodontiche, pa-lazzi che si ergono quasi a sfidare il Signore.

Avete visto una casetta annerita dal tempo, metadi pellegrini, dove i malati trovano conforto, sollie-vo e, spesse volte, la guarigione, e avete visto un fra-ticello, vissuto molti secoli fa, che gode di una pe-renne giovinezza, fino a divenire protettore deigiovani studenti: lui, che allo studio era negato eche si salvava agli esami solo per intercessione divi-na! Avete visto la sua misera cella e lo strumento in-sanguinato della sua penitenza, col quale colpiva ilsuo corpo denudato. Egli viveva in castità ed ubbi-dienza, nascosto agli occhi di tutti. Dio lo ha mo-strato al mondo perché tutti imparino da lui.

Ma perché vi ho fatto questi confronti tra ciò chepassa e ciò che resta? Per animarvi a vivere la vostravita di fede in semplicità ed umiltà, non cercandonessuna cosa di cui vi potreste pentire.

I fiori, che non seminati da mano d’uomo fiori-scono lungo le strade che state percorrendo, resi-stono alle intemperie e alla siccità. Basta un raggiodi sole a renderli profumati e variopinti, e basta po-

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ca acqua a dissetarli. Siate anche voi quei fiori deli-cati che si lasciano coltivare dalla mano magistraledi Dio.

La vita è bella, se la guardate e la vivete con gliocchi della fede. Essa è un dono di Dio, e vale sem-pre la pena di essere vissuta, come vale la pena chei fiori fioriscano nei vostri giardini. Essi rallegrano ivostri occhi e i vostri cuori, perché sono opera diDio. La vostra vita deve fiorire e rallegrare Dio, perquella grazia che abita in voi e per le opere che permezzo di Dio compite.

Figli, siate gente di fede, se volete resistere altempo ed essere viventi nell’eternità.

Io vi benedico e vi auguro ogni bene. Benedico quelle coppie di sposi che celebrano il

loro anniversario. Vi benedico per ciò che farete dopo questo pel-

legrinaggio e per i mutamenti e perfezionamentiche porterete nella vostra vita. La vita passa presto,e i vostri figli, parenti ed amici, dovranno ricordar-vi nell’avvenire in benedizione per l’esempio cri-stiano che voi avrete dato.

Sono la Regina dell’universo, figli, e v’invito acantare la grandezza di Dio in tutto ciò che vedete,che sentite e che amate.

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Maria SS. 19 Maggio 1977 (a San Giovanni Rotondo)

Figli miei, con quanto amore vi porgo il mio sa-luto e vi accolgo nel mio cuore!

Sono la Madre vostra, e ogni movimento che voifate in mio favore mi procura grande gioia.

Quest’ora di preghiera che mi avete voluto dedica-re, ricadrà come pioggia di grazie sulla vostra famiglia,sulle persone che mi raccomandate e sulla Chiesa.

Voglio in modo particolare beneficare e benedirei bambini che in questo mese si accosteranno, o si so-no accostati, ai Sacramenti della Cresima e della S.Comunione. Possano essi conservare quell’innocen-za che forma la delizia del cuore di Gesù e mia. Pre-gate sempre per i fanciulli, perché sono oggettod'insidie da parte del maligno e della società che, mi-rando alla base, rovina le pianticelle fin dalla radice.

Gli scandali, che si seminano nel mondo, attiranoi castighi di Dio, ma, quando oggetto di scandalo so-no i bambini, si ferisce più profondamente il miocuore e la piaga diventa dolorosa per tutta la Chiesa.

Figli, per quella redenzione che Gesù ha opera-to nell’umanità rovinata dal peccato, e per la sua ri-surrezione, che assicura agli uomini la verità dellasua dottrina e per la quale la vita eterna diventa unadolce realtà, vi prego di non abusare mai dei mezzidi grazia che il Signore vi dona, e di pensare spesso

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al paradiso, luogo della vostra dimora! A questopensiero abituatevi, facendo esercizio di fede e vi-vendo alla presenza di Dio.

Voi siete venuti anche per salutare, nelle spogliemortali di padre Pio, colui che santificò questo luo-go, in cui richiamo anime da tutte le parti del mondo.

Ebbene, sapete quale fu il pensiero più insisten-te di padre Pio? Fu quello di raggiungere presto laPatria celeste! Lui, che per amore aveva tanto sof-ferto e pregato, aveva sempre timore di non merita-re il paradiso.

Vedete che differenza tra lui e molti cristiani chesi ritengono sicuri e meritevoli della gloria eterna,anche se non lavorano con umiltà e con dedizione aDio per ottenerla!

Voi stabilite bene nella mente questa verità: ilparadiso vi attende, poiché ciascuno di voi ha unposto preparato, ma bisogna meritarlo. Comportar-si umanamente bene, può essere utile per mantene-re quell’ordine che deve regolare la società. Per me-ritare, però, il paradiso, non basta questo! Occorreche la vita umana sia divinizzata dalla presenza diDio in voi. Occorre guardare alla meta, e fare ciòche il Signore vuole per raggiungerla.

Parlate di queste cose ai vostri bambini, ai vostricari, perché non arrivino all’ultimo giorno e riman-gano sconcertati davanti alla morte, a cui non ave-

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vano mai pensato, e perché non abbiano a disperar-si, anziché gioire di essere prossimi ad entrare nelregno della felicità e dell’amore.

Figli, vi chiedo che domani, accostandovi ai Sa-cramenti, abbiate a mettere nelle mie mani i vostripropositi santi. Io terrò in serbo la vostra Comunio-ne per l’ultimo giorno. Abbiate intanto serenità epace.

Io vi nutro del mio latte materno, come se fostedei neonati. Vi nutro del mio pane e della mia paro-la, perché possiate crescere e maturare in quellasantità che può cambiare il mondo.

Vi benedico, figli, ad uno ad uno. Non rattrista-tevi per ciò che non vedete momentaneamente rea-lizzarsi; siate pazienti, sappiate attendere e, facendocon amore la volontà di Dio, aumenteranno i meri-ti. Il cielo tutto è interessato a pregare e ad aiutarviin tutto.

Vi accompagno nel vostro pellegrinaggio comeguida.

Maria SS. 20 Maggio 1977 (verso Airola)

Figli diletti, eccomi qui con voi a continuare inostri dialoghi e le belle istruzioni, che tanta gioiadevono dare al vostro cuore!

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Vi preparate in questi giorni a ricevere l’abbon -danza dei doni dello Spirito Santo. La vostra pre-ghiera sia perciò, in modo speciale, fatta con spiritodi raccoglimento.

Vi unirete agli apostoli e a me che, raccolti nel ce-nacolo, disponevamo i nostri cuori alla visita delgrande Ospite. La vostra gioia sarà, nel giorno diPentecoste, proporzionata a questa preparazionefatta d’amore. La preghiera e il raccoglimento devo-no essere espressione d’amore. Non vi sembri stranoche, nonostante i cattivi avvenimenti e le notizie cat-tive, io continui a parlarvi di gioia. Non si diceva deimartiri che andavano ilari e contenti al patibolo?

La vita del cristiano deve portare sempre quellanota di letizia e di serenità che deve meravigliare ilmondo, che non conosce la vera gioia. Il raccogli-mento interiore non esclude la serenità, che ne è ilfrutto. La gioia è la caratteristica dei santi. Dovetesaperla conservare anche quando non si realizzano ivostri desideri e non conseguite le vostre speranze.Saper accettare una contrarietà e una croce serena-mente, vale più che dare in elemosina un patrimo-nio. Tutto il mondo saprebbe gioire quando tuttoandasse secondo le proprie aspirazioni, ma dove ri-siederebbe la virtù?

Figli, rimanete costantemente con me in questegiornate di sollievo. Sono Mamma, e capisco le vo-

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stre apprensioni. Capisco bene anche le vostre se-parazioni, io che, nonostante la gioia provata nel ve-dere il mio Figlio salire al cielo, sentii come staccar-si qualche cosa dalla mia vita! Alcuni tra voi hannoperso il marito, altri i figli; qualcuno piange una di-partita improvvisa e senza ritorno. Voi dovete farecome me. La preghiera deve tener viva la speranza,e l’intensità dell’amore di Dio deve animare i vostripensieri e dare ai vostri affetti umani un’elevazioneche non abbia ad invidiare quella che unisce i santifra di loro.

Figli, conosco le vostre ansie e il desiderio di ave-re notizie di coloro che vi hanno lasciati; eppure iovi dico: imitate me e sappiate amare, soffrire e gioi-re! Nessuna cosa avviene a caso nella vita!

Pensate quanto sarebbe stato bello che Gesù ri-manesse per anni ed anni sulla terra, anche visibil-mente; invece, dopo solo quaranta giorni dalla risur-rezione, salì al cielo. Era però necessario che gliapostoli ricevessero lo Spirito Santo, e che, a mezzosuo, la Chiesa cominciasse a diffondersi e a manife-starsi. Era necessario che anche la mia collaborazio-ne e il mio sacrificio giovassero alla Chiesa nascente.

Figli, sappiate che tutto ciò che avviene nella vi-ta, è guidato da una mano sapiente che trae frutti disantità e di salvezza da ogni avvenimento. Sappiatevedere la bontà e la sapienza di Dio in tutto, e avre-

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te quella tranquillità che era la nota predominantedei santi.

Ancora vi voglio dire: guardate me, e sappiateche anche di voi la Chiesa ha bisogno! I sacerdoti, ivescovi, e persino il Pontefice, devono essere aiuta-ti da voi; le vostre opere devono far fiorire la santi-tà e deve rifulgere in loro che hanno ricevuto unamissione particolare. Intendo parlare delle opereche mirano a portare le anime accanto al sacerdote,che viene in tal modo stimolato ad amministrare lagrazia attraverso i Sacramenti, la predicazione e lapreghiera liturgica e collettiva.

Tutta la Chiesa vive e deve fiorire nella carità;perciò, le vostre opere devono portare aiuto spiri-tuale, morale e materiale ai suoi membri, senza di-stinzione di colore e di età.

Amate e agite attraverso la preghiera, e, conl’istruzione religiosa che vi do e che potrete dare,portate gioia a tutti. Fate conoscere la bellezza del-la fede, se volete che, amando Dio, gli uomini sianofelici.

Figli, vi recherete ora nella casa del Volto di Gesù.In Lui e per Lui avrete ogni benedizione. Sappiateche un volto insanguinato non è uno scherzo. Se lapassione si rinnova misticamente in ogni celebrazio-ne della Messa, vi è però una continua passione, sof-ferta da Gesù nella sua Chiesa, suo Corpo mistico.

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Il volto di Gesù è adombrato nella sua infinitabellezza dai continui insulti fatti alla sua divinità ealla sua sapienza. Le bestemmie e le falsità riferite aGesù, distruggono la bellezza dei suoi lineamenti ele sue fattezze, degne d’ammirazione da parte degliangeli e dei santi.

Il suo bel volto è però insanguinato anche quan-do si offendono i fratelli con lo scandalo e con lamenzogna, e creando attorno ad essi quel clima disuperficialità nella fede e di materialismo nella vita,per cui non si anela più a vederlo, il volto di Gesù,glorificato dal Padre nella gloria dei cieli.

A voi affido la riparazione. Io sono nel cenacolo con voi e sono nelle vostre

case, nei vostri gruppi, per dirvi come potete daregloria, amore e riparazione al volto dolcissimo e in-sanguinato del mio Figlio.

Buon viaggio, figli! Vi benedico, abbracciandovi.

Maria SS. 21 Maggio 1977 (nel santuario di Pompei)

Figli miei, sono qui per concedervi le mie grazie.Sono la Regina del santo rosario. Con quanta gioiaio accolgo questa vostra visita! Non siete i miei mis-sionari? Non è la vostra missione particolare quelladi diffondere il mio rosario? Non c’è discordanza

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fra Pompei e Milano: sono due poli che tendono almedesimo scopo.

Oggi è indispensabile essere uniti nel fare il be-ne, anche se ognuno ha un compito particolare. La-vorate per un unico scopo: onorare e glorificareDio, e aiutare l’umanità a sollevarsi dallo stato pie-toso in cui si trova.

Il Signore mi ha messa come tratto d’unione, per-ché vuole che la vostra preghiera sia ben accolta dalPadre. Tratto d’unione fra voi e Dio! Avete sentito laparola di Gesù che ammoniva i suoi apostoli e di-scepoli, dicendo: “Chiedete tutto ciò che desiderate,al Padre! Finora – Egli diceva – non avete chiestonulla nel mio nome! Domandate ed otterrete”.

Ebbene, figli, io v’invito a chiedere a Gesù, nelmio nome, tutte quelle grazie di cui abbisognate.Non temete di sbagliare. Ad una Mamma buona,un Figlio buono non può rifiutare nulla. Chiedete aLui che, per l’amore che mi porta, abbia ad aiutar-vi. Il vostro amore per me è una garanzia.

Fate in modo che il vostro amore diventi semprepiù puro, sempre più perfetto. Amatemi come do-vere, poiché vi sono Madre e Sorella, ma amatemisoprattutto perché, in tal modo, io potrò darvi tut-to ciò di cui il mio cuore è pieno: le mie virtù e lagioia interiore, che nessuna cosa umana verrà a di-struggere. La gioia che io vi darò è quella che viene

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da Dio, che dimora in me con la pienezza della suagrazia.

Figli, invocate con me lo Spirito del Signore so-pra tutta la Chiesa, perché tutti, sacerdoti e laici,vogliano servirsi di me per risanare le piaghe che ladeturpano. Lo Spirito Santo mostrerà alla Chiesa lavolontà di Dio, che è questa: ancora la Vergine devedare alla luce il Figlio! Il Figlio redentore deve esse-re luce del mondo, passando per le mie purissimemani. Questa luce, che deve diradare le tenebre eche deve vincere il dragone rosso che si avanza mi-naccioso, viene portata avanti da una Mamma, chenon vuole che i suoi figli si dannino smarrendo ilgiusto cammino.

Pregate e invocate lo Spirito Santo sulla vostrapatria, perché la vostra Mamma celeste, Sposa delloSpirito Santo, possa ristabilire l’ordine e l’unità.Non fanno così tutte le mamme buone? Non cerca-no di unire i loro figli? La grande famiglia umanadeve essere risanata, e la vostra Italia, mia patriad’elezione dove il Signore ha voluto che risiedessela mia casa e il Vicario del mio Gesù, ha estrema-mente bisogno di luce e d'amore.

Domandate ed otterrete, io vi ripeto, e allargatele vostre richieste, poiché Coloro che vi voglionoconcedere, possiedono tutto e desiderano aiutaretutti.

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Figli, quando tornerete alle vostre case e sentire-te nel cuore la dolcezza del mio incontro con voi,non dimenticate che le mie ricchezze sono vostre!Nel dare ad altri il rosario che avete ricevuto da me,date a tutti queste ricchezze! Date l’amore, fatesempre in modo di unire le anime, e portate, con laluce del Redentore, le virtù di cui io intesseròl’anima vostra. Non abbiate smanie inutili. Fate tut-to con semplicità, con amore e con equilibrio. Nonrimandate, però, mai al domani ciò che potete fareogni giorno, poiché è necessario camminare spedi-tamente e trascinare, col vostro esempio, anime albene.

Domani partirete di qui, ed io e i miei angeli viaccompagneremo. Avete sentito un saggio di quellamusica celeste, anche se le vostre orecchie non sonoancora abituate ad intenderla. Abbiate fede, abbia-te sempre il pensiero della presenza di Dio, e gusta-te con serenità quelle gioie che la grazia di Dio vidona.

Vi benedico e vi proteggo con tutti i vostri cari.Sappiate accettare e offrire le vostre croci. Non du-bitate mai della misericordia di Dio, e sappiate di-stinguere quello che è umile riconoscimento dellevostre colpe, da quelle tentazioni di sfiducia e daquegli scrupoli che amareggiano il mio cuore e ilcuore di Dio.

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Arrivederci, figli, non tanto qui, quanto nel vo-stro santuario, dove io continuo ad essere la Vergi-ne che dona al mondo il Figlio, perché, credendo inLui, gli uomini si salvino.

Maria SS. 22 Maggio 1977 (verso Civitanova Marche)

Figli diletti, sia pace a voi! Quanto vi rallegra la vista del creato! Nevi, fiori,

piante ed erbe: è tutta un’armonia che eleva la vo-stra mente e il vostro cuore, che non dubita dell’e-sistenza di un Essere sapiente ed infinito che a tuttoha dato origine. Eppure, gli uomini non riflettono,e passano davanti ai miracoli di perfezione, com-piuti da Dio, senza avere per Lui una parola di rin-graziamento e di gratitudine.

Ebbene, sappiate che ciò che Dio compie nelleanime, è ancora più meraviglioso di ciò che ha mes-so nel creato.

Queste meraviglie sono nascoste ai vostri sguar-di, e solo in certi momenti di grazia vi accorgete diessere oggetto di cure da parte di Dio. Vi sono an-che coloro che, non provando quei deliziosi mo-menti in cui Dio si comunica a loro, negano la prov-videnza e l’assistenza di Dio, e non riconoscono leinnumerevoli grazie di cui sono arricchiti. Vi sono

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anche coloro che attribuiscono tutto alla loro ope-ra, come se poteste dire che i monti si sono fatti dasé, che i fiori da soli sono fioriti, e le acque, normal-mente e per virtù propria, hanno preso il loro corso.

Se doveste scoprire le bellezze di un’anima che silascia inondare d’amore dallo Spirito Santo e checomunica con Lui mediante la grazia, il sole non visembrerebbe più tanto splendente al suo confron-to! Come, però, vi sono coloro che non vedono laluce, perché i loro occhi sono ciechi o difettosi, co-sì vi sono i ciechi nello spirito, che non cercano divedere, non desiderano la luce.

Io desidero che ognuno di voi sia cosciente di es-sere nelle mani di Dio, di non essere mai abbando-nato da Lui. Giorno e notte, quando siete buoni equando la debolezza e la tentazione vi fanno cadere,e quando le molte vostre necessità potrebbero farvidubitare della sua assistenza e del suo amore, Egli èpresente più che mai, e vi procura con mezzi diver-si il vero bene.

Non dite mai di essere soli, e non dite mai che ilSignore non esaudisce le vostre richieste! Comeogni località ha il suo clima, adatto a far produrreciò che a una popolazione necessita, e come ognifiore ha il raggio di sole che lo fa vivere, così i figlidegli uomini hanno quegli aiuti che devono farli vi-vere spiritualmente, da cui deriva la fede, la speran-

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za e l’amore, e ogni anima è come il fiore che pro-fuma l’aria e che raccoglie nel suo calice quella luceinebriante e fecondatrice che la sostiene.

Figli, avete passato giornate buone e belle. Quellafratellanza che vi ha uniti a me e fra di voi, deve con-tinuare ed estendersi ad altri, deve fortificarsi e mi-gliorarsi continuamente, così da divenire vero amore.È difficile, lo so, perché molte volte l’egoismo pren-de la veste della necessità e fa agire in modo contra-rio alla carità, ma il vostro sforzo deve essere costan-te e la generosità deve trionfare.

Più voi saprete mantenere questo proposito difratellanza, e più la vostra famiglia spirituale sarà unefficace mezzo per ottenere grazie per tutta la Chie-sa e per tutti gli uomini della terra. Fiorisce forseun’aiuola se manca l’opera del giardiniere? Cresce-ranno erbacce che soffocheranno i fiori! Così, figli,se nelle vostre aiuole, cioè nelle vostre comunità,nelle vostre famiglie, non lascerete operare il Signo-re per mezzo della carità, anche ciò che potrebbesembrarvi bello verrebbe presto distrutto da queidifetti che non possono mancare dove si convive.Figli, questo deve essere uno dei propositi che de-vono maturare dopo il pellegrinaggio.

Quando le nevi dei ghiacciai si sciolgono, dannoorigine a corsi d’acqua che irrigano le campagne edanno sollievo e vita a tutti gli assetati.

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Figli, dalle altezze dello spirito in cui vi siete tro-vati in questi giorni, scenderete alla pianura, portan-do con voi quell’effluvio di doni che daranno gioiaanche agli altri. Che voi possiate comunicare a tuttil’apprezzamento della vita umana accettata e vissutacome dono d’amore, e possiate far capire a tutti co-me è bello vivere con Cristo e coi suoi santi in Dio.

A risentirci, figli. I miei angeli benedicono Dioper voi.

Maria SS. 22 Maggio 1977 (verso Milano)

Figli miei, eccovi alla fine del vostro pellegrinag-gio! Il sole vi dona il suo saluto volteggiando nel cie-lo e circondandosi di multiformi colori, ma io non de-sidero che vi fermiate ad osservare questo fenomeno.

Voglio che il vostro pensiero vada a quel Sole di-vino che deve colorare la vostra vita, dando ad essaun significato divino. Voglio parlarvi dell’Eucari-stia, che, come centro della vostra giornata e dellavostra vita, deve attirare la vostra attenzione.

È Gesù, che voi ricevete così spesso e che devedare a voi luce e conforto e fecondare di opere buo-ne ogni momento della vostra giornata. Sappiate ve-derla così la vostra Comunione eucaristica! Sappia-te guardarla con la stessa ansia con cui guardate il

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sole che gira! Se le vostre Comunioni saranno san-te, sarete capaci di vincervi in tante cose.

Vi è stato detto che, se volete essere dolci, dovetemangiare la dolcezza. E non vi ha detto Gesù di esse-re come Lui? Egli era la dolcezza personificata. Mache cos’è questa dolcezza che, agli occhi di molti,può sembrare bonarietà? Essa è la virtù dei forti, per-ché la sua pratica richiede una continua padronanzasu sé stessi. Esige anche una pazienza a tutta prova,che non permette di dare in escandescenze, e perciòè indispensabile per mantenere armonia e carità.

Oh sì, cibatevi di Gesù, dolcezza infinita, per po-ter essere quali Egli vi vuole, cioè dolci di caratterefino a farvi giudicare insensibili o apatici o anchebuoni a nulla!

Ma un’altra virtù vi porterà il mio Gesù, venen-do in voi. Se volete essere umili, vi dico: mangiatel’umiltà!

Oh, quanto grande fu l’umiltà del mio Figlio!Lui, il Figlio di Dio, la Sapienza incarnata, l’Amoreinfinito, la Potenza, la Bontà, la Provvidenza senzamisura, volle mettersi al servizio dell’uomo e volleessere come uno qualunque che trascorre una vitapiena di peripezie e di grandi sofferenze, come senon avesse potuto, anche solo col suono della suavoce, atterrare ed annientare ogni forza avversa. Lasua umiltà volle renderla accessibile a tutti, ricchi e

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poveri, santi e peccatori, giusti e ingiusti, poiché ilsuo esempio era un modello di vita che si adattavaad ogni categoria di persone.

Così lo vedete in mezzo ai dottori, nella casa delfariseo, nella casa della Maddalena, coi poveri. Egliè il vero povero: coi ricchi condanna la ricchezza einsegna ad usarla bene, coi peccatori siede a tavolae non si vergogna di dichiarare di esser venuto sullaterra per loro, non per i giusti.

Vedete quanto avete da imparare, figli, voi chemolte volte date una particolare importanza a ciòche è umano e che vi distingue dagli altri!

Sappiate, però, che la vera umiltà è verità. Rico-noscete pure i doni di cui Dio vi ha arricchiti, masappiate glorificare Lui, che tali doni vi ha fatto gra-tuitamente. Sappiate usare quei doni d’intelligenza,d’istruzione, di capacità in molte cose, per il bene ditutti, poiché ogni dono ha uno scopo ben preciso,personale e collettivo.

Non siate ansiosi di mettere in mostra le vostrevirtù, ma fate come Gesù vi ha detto nel Vangelo:“Gli uomini vedano le vostre opere e lodino il Si-gnore”. Se alla mensa eucaristica chiederete la virtùdell’umiltà, vi sarà concessa. Solo con questa virtùpotrete penetrare nel cuore di Dio e capire i suoi ar-cani misteri d’amore. Potrete anche avvicinare e pe-netrare nei cuori di chi vi sta vicino, poiché gli orgo-

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gliosi sono scostanti e gli umili possono farsi capireed amare. Ecco, figli, che, al calar del sole, un altropensiero deve colorare di rosa i vostri pensieri! Ver-rà un giorno in cui il tramonto non vedrà l’aurora:sarà il tramonto della vostra vita. Anche allora, il So-le divino, il Viatico, verrà a dare luce ai vostri ultimiistanti. Sarà un incontro delizioso per chi, avendoconsiderato l’Eucaristia come sole della propria vita,troverà in essa la forza, il conforto e la pace. Umil-mente e dolcemente stringerete al cuore il mio Ge-sù, e anche la vostra morte sarà serena. Sarà come lachiusura, il tramonto, di una giornata di sole.

Vi benedico, figli! Vi ho guidati, vi ho dato gioia.Mettete in pratica i miei consigli, perché io possa sem-pre essere fiera di voi. Qualcuno non mi ha offerto laComunione da mettere in deposito per l’ultima ora:fatelo al più presto! Vi abbraccio ad uno ad uno.

PELLEGRINAGGIODAL 28 MAGGIO AL 2 GIUGNO 1978

A LORETO - SAN GIOVANNI ROTONDO -MONTE S. ANGELO - AIROLA - POMPEI

Maria SS. 28 Maggio 1978 (a Loreto)

Figli diletti, eccovi qui a celebrare con amore econ riconoscenza la santissima Eucaristia!

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Io sono la Signora del santissimo Sacramento, edesidero che da questa solennità ricaviate il massi-mo frutto.

Che disse Gesù? “Chi mangia la mia carne e be-ve il mio sangue, avrà la vita eterna”.

È a questa vita che io desidero indirizzarvi, ed èper questo che io vi dono quel pane e quel vino chein ogni santa Messa viene consacrato e trasformatonel corpo e nel sangue di Cristo. Non è la mannache nutrì gli Ebrei nel deserto, che vi viene data, an-che se la manna prefigurava l’Eucaristia. Non èl’acqua scaturita dalla dura roccia, che venne offer-ta agli Israeliti che morivano di sete, anche se qual-che goccia d’acqua viene messa nel calice del vino.È un dono soprannaturale, che vi viene elargito co-me mezzo di santità e di salute, che io voglio chia-mare il nutrimento della Mamma. E non è la carnedi Gesù, mia carne? E il suo sangue, non è il miosangue?

Ecco perché io desidero parlarvi del santo Sa-cramento, ed invitarvi a fare sempre meglio, e sem-pre più frequentemente, le vostre Comunioni!

L’Eucaristia è un cibo che germina i santi e chedà forza a tutti i cristiani. La santità è unione conDio, e chi meglio di coloro che fanno dell’Eucari-stia il centro della propria vita potrà acquistare ilmodo di pensare, di amare e di agire di Gesù?

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Io vi do il mio pane, e desidero che siate compe-netrati della grandezza del dono. In esso, troveretela forza per resistere al male e per compiere il bene.Quando nel vostro cuore abita il Signore, potetedirmi di che cosa dovete temere? Quel Gesù, checomandava agli elementi della natura e che facevafuggire i demoni al semplice suono della sua voce,come volete che vi lasci soccombere davanti alletentazioni e ai pericoli d’ogni giorno?

Gesù è con voi, se lo ricevete, ed Egli governa lavostra esistenza, non permettendo se non ciò cheper voi è bene. Credete, figli! Credete, e, se voleteche le vostre Comunioni portino frutto, siano gradi-te a Dio, e siano un mezzo di salvezza, ascoltatemibene e vi dirò ciò che dovete fare.

Desidero che alla Comunione voi mi portiate trefiori, densi di profumo e di significato.

Portate un giglio, che rappresenti la vostra pu-rezza. Quanta pena mi fanno quei figli che, incu-ranti del loro stato spirituale e col cuore attaccato alpeccato, ricevono Gesù con freddezza, con indiffe-renza e con la stessa noncuranza con cui mangereb-bero un pezzo di pane! Figli, non dimenticate chechi mangia e beve indegnamente il corpo e il sanguedel Signore, mangia e beve la propria condanna.

Un altro fiore deve indicarvi la preparazione allaComunione. Desidero che mi portiate una rosa. Voi

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mi chiamate Rosa mistica. Io desidero da voi una ro-sa mistica, fatta di bontà, di carità, di amore. Ognipetalo ha un nome; ogni fiore è un dono d’amore.

Quanti atti d’amore dovreste mettere nelle vo-stre giornate! Molte volte i vostri pensieri sonoun’offesa all’amore, le vostre parole nascondonoveleno, e le vostre azioni sono una continua man-canza di carità verso quei figli che Gesù ed io amia-mo d’amore infinito.

Provatevi, figli! Dal momento in cui date inizioalla vostra giornata, sino alla fine, provate a mettereuna stilla d’amore in tutto ciò che fate!

Quando il sole cocente d’estate batte sulle corol-le dei fiori del vostro giardino, essi chinano moltevolte il capo come per invocare aiuto. Se però, du-rante la notte, gocce di rugiada fresca cadono sopraquei petali e nel calice dei fiori, essi si rinnovano epare che riprendano nuova vita. Nelle vostre fami-glie occorre la rugiada della vostra bontà per far ri-sollevare il capo ai vostri figli e mariti. Devono ri-cordarsi di Dio, della Mamma celeste, della fedeche hanno praticato nella loro giovinezza.

La rosa della bontà è la miglior preparazione al-la Comunione e il mezzo più eccellente per risanarele anime.

E da ultimo, figli, portate alla Comunione unavioletta. È un piccolo fiore che, tanto più è nasco-

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sto, e tanto più è profumato. Voi sapete il suo signi-ficato. Quanti meriti perduti per la mancanza diumiltà!

Raccogliete a piene mani questi fiori delicati eprofumati. Che vale raccogliere approvazioni e lodidagli uomini, quando Dio ignora le vostre opereperché avete già ricevuto la vostra mercede?

Ho finito, figli, e da oggi in avanti desidero ac-compagnarvi io stessa all’altare, e presentare a Ge-sù i vostri gigli, le vostre rose, le vostre violette,chiedendogli di tener molto conto della vostra buo-na volontà.

Vi benedico tutti, figli, ad uno ad uno! L’Eucari -stia sia il vostro nutrimento quotidiano con cuiv’inserite nel Corpo di Cristo per beneficare tuttal’umanità. Arrivederci! Arrivederci!

Maria SS. 29 Maggio 1978 (verso San Giovanni Rotondo)

Figli miei, buon viaggio, buon viaggio! Sono convoi, perché possiate trascorrere serenamente questegiornate di distensione e di preghiera, e perché pos-siate riprendere con maggior energia il vostro apo-stolato di bene dovunque vi troviate.

Siete stati a visitare la santa Casa, e avete vistoun’opera sorta per volontà di Dio a favore degli an-

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ziani. Ora andrete a pregare sulla tomba di coluiche, per la bontà del suo cuore e per volontà di Dio,diede inizio ad un’opera grandiosa a favore dei ma-lati e dei sofferenti. Voi, però, andrete a visitarlo co-me il capostipite di quei gruppi di preghiera chehanno il compito di rinnovare la fede nella società edi rinsaldare vincoli di amicizia fra gli uomini.

Desidero che la vostra famiglia spirituale siasempre più e sempre meglio indirizzata spiritual-mente, cosicché da essa possa fiorire la santità, e lagrazia di Dio abbia a suscitare sempre nuove opereatte ad assicurare la salvezza delle anime.

Sia questa l’intenzione principale del vostro pel-legrinaggio; per il resto, state sereni! Poiché sonocome giornate che trascorrete in compagnia delloSposo, non è giusto che abbiate a digiunare! Con-servate la letizia e la carità, accettando anche queisacrifici che la convivenza e il viaggio inevitabil-mente vi offrono. Ammirate la natura che vi circon-da, e lodate Dio per le numerose bellezze da Luicreate. La vostra serenità sia edificante; la vostrapreghiera, raccolta.

Siete in compagnia del cielo. Non venga meno invoi il pensiero che il tempio del mondo è tempio diDio, ma sappiate anche che dentro di voi abita laTrinità SS., e che non potete trascurare un Ospitecosì importante.

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I miei angeli assistono i vostri cari che avete la-sciato a casa. Siate perciò tranquilli e, se il pensierodella loro vita disordinata vi turba, affidate al miocuore questa preoccupazione con fede e con amore.

Sono la Madre del divino Amore, che voi onoratetanto largamente e che è ricca con voi di ogni bene.

Maria SS. 30 Maggio 1978 (a San Giovanni Rotondo)

Figli miei, sia pace a voi e grazia ed ogni bene!Siete venuti a trovare la Madre e il figlio, non è ve-ro? Mi fa piacere la vostra visita.

Voi siete quei figli che io nutro col mio latte eche cresco nella grazia di Dio, perciò in santità.

Qual è il latte che io vi dono? È la mia parola,con la quale nutrite la vostra mente di santi pensie-ri, la vostra volontà di santi propositi e il vostro cuo-re di santi affetti.

Non sciupate, vi prego, il mio dono d’amore!Fate ciò che facevo io durante la vita mortale delmio Figlio. Racchiudete in voi le mie parole, e fate-le diventare seme di vita eterna.

Vorrei che ogni pellegrinaggio in questo luogobenedetto segnasse una tappa per la vostra santità.Una santità vera, che non sia perciò una ricerca del-le sole comodità della vita, ma una ricerca continua

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della volontà di Dio, che vi chiede delle rinunce edei sacrifici.

Figli, dovete prepararvi a sacrifici sempre piùduri, e come saprete sopportarli, se vi fate pesare lepiccole croci e contrarietà che tutti hanno e che so-no inevitabili alla natura umana? Sappiate guardarela vita nella sua realtà, e sappiate amare.

Da dove deriva la grandezza di padre Pio? Dallamisura del dolore sopportato? Sì, anche da questo,ma soprattutto dall’amore con cui sofferse e dall’a-more che ebbe per Dio e per le anime.

Figli, sappiate imitarlo. Le stigmate della passio-ne di cui fu coperto il corpo di padre Pio, furonodolorose, ma, se voi tenete conto delle sofferenzemorali del cuore di molte mamme, potete dire che illoro cuore è ferito dalla lancia del dolore. Se pensa-te alla durezza del lavoro di molti operai, dovete di-re che le loro mani callose sono come stigmatizzatedalla fatica. Se pensate ai sacrifici di molti missiona-ri e alle lunghe camminate nelle terre di missione,potete ben dire che le loro sofferenze uguaglianoquelle degli stigmatizzati.

Ma che cos’è che contraddistingue un santo daun altro cristiano? È la misura dell’amore!

Figli, ingigantite nell’amore, se volete crescere insantità! Ogni sacrificio vi sarà leggero e vi sarà ben re-munerato. La vostra preghiera diventerà più efficace e

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più potente. Le vostre parole diventeranno un coman-do, i vostri consigli saranno accettati e la vostra vita sa-rà una vera testimonianza di quel Gesù che ha cosìamato gli uomini da sacrificare la sua vita su una croce.

Chi dovete amare? Anzitutto Dio, poi i fratelli,non dimenticando che non potete escludere nessu-no dal vostro affetto, poiché tutti, buoni e cattivi,sono figli di Dio.

La misura del vostro amore sia questa: dovetepoter dire di aver tentato tutti i modi per portare atutti i cuori i vostri desideri di pace, di bontà e difratellanza! Dovrete rinunciare perciò a molte cose.Dovrete accettare la critica, la contraddizione, forseanche la calunnia e la persecuzione, sempre perdo-nando ed amando.

Figli, ogni volta che venite qui, vi do una caricanuova di fede e di grazia. Voi diventate il prolunga-mento della vita di padre Pio sulla terra, seminandodovunque quegli insegnamenti che provengonodalla sua vita fatta d’amore nel dolore.

E siate pure voi santi! Vi dono le grazie che desi-derate, che vi sono utili per la salvezza eterna. Chie-dete sempre la conversione dei peccatori, se voletefar piacere al Padre, che vuole tutti salvi, al Figlio,che per i peccatori rinnova continuamente la suapassione, e allo Spirito Santo, autore di ogni santità,che chiama tutti a conversione.

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Trascorrerete serenamente queste giornate. Iosono con voi!

San Michele Arcangelo 30 Maggio 1978(nel santuario di San Michele)

Fratelli miei, sia pace a voi! Godo che siate ve-nuti a farmi visita, e vi prometto di difendervi dalmaligno, per quella potenza che Dio mi ha dato eper l’incarico da Lui stesso affidato agli angeli.

Io desidero però indicarvi i mezzi, di cui tutti vidovete servire, per combattere il male.

Dovete avere la volontà di combatterlo ed esseredecisi a fronteggiarlo. Per fronteggiarlo, lo doveteconoscere! Dovete perciò tenere costantemente da-vanti agli occhi della mente la Legge di Dio, ricor-dando che questa Legge, che è un codice morale,non cambierà mai per quanto gli uomini la mano-mettano e vogliano cancellarla dalla loro vita. Seavrete la volontà decisa a compiere il bene, vi saràpiù facile combattere il male, che potrà sfiorarvi manon intaccarvi l’anima.

La seconda cosa che vi necessita è la fortezza. Chi èdebole, è facilmente sopraffatto. Chi è forte, saprà vin-cere. Vi occorre però quella fortezza che viene da Dio,che è poggiata sulla fede, sulla speranza e sulla carità.

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Dovete essere forti nel vincere il male dentro di voi, ivostri difetti, se volete saper vincere quel male esternoche porta a tradire Dio e a negarlo nella società.

Da ultimo, dovete essere fiduciosi, ma questa fi-ducia deve nascere dalla vostra umiltà, che vi attirale benedizioni e gli aiuti di Dio.

L’umiltà è difficile da praticare. Io v’invito achiedere ogni giorno alla nostra Regina questa vir-tù. Fu per la virtù dell’umiltà che gli angeli rimase-ro fedeli a Dio, ed è ancora per la virtù dell’umiltàche il paradiso si riempie di beati.

Sappiate che senza umiltà non c’è salvezza. Se ilpeccato è un atto di superbia perché è una ribellio-ne a Dio, è solo con un atto di riconoscimento dellapropria miseria che il peccato viene perdonato!

Siate umili, fratelli cari, e non vi pentirete maid’aver sbagliato! Dio esalta gli umili, e dona loro lasua forza.

Vi benedico tutti. Amatevi gli uni gli altri e per-donatevi a vicenda.

Gesù 31 Maggio 1978 (verso Airola)

Figli diletti, buongiorno, buongiorno! Sono io,Gesù, che ve lo auguro e, mentre vi do le grazie ne-cessarie perché possiate passare una buona giorna-

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ta, vi chiedo la vostra collaborazione perché essa siatrascorsa in modo da meritare di essere perpetuatanell’eternità. Ogni attimo ha una risonanza nel tem-po e una risonanza eterna.

Voi, che siete inseriti nel mio corpo di Figlio diDio e dell’Uomo, acquistate dei poteri straordinariper valorizzare al massimo la vostra vita! Basta lagrazia a comunicarvi quel soffio vitale che, come hadato vita al creato, può rendervi partecipi dell’ope-ra della creazione. Basta la grazia a darvi la possibi-lità di collaborare all’opera di redenzione e di santi-ficazione, e, siccome tutto ciò che avviene nella lucedella Trinità è divino, tutto assume proporzioni uni-versali ed eterne, come è universale ed eterno Dio.

Non domandatevi, perciò, se compite tanto be-ne, e non misuratelo col metro umano! Quando vo-lete sapere se le vostre opere valgono e sono pregia-te, domandatevi se siete in grazia di Dio e se vivetecon Lui nelle intenzioni e nei desideri!

È un mistero d’amore, ma è anche una verità, chetutti gli uomini dovrebbero conoscere ed apprezzare.

La vita dell’uomo vale per il grado di grazia chepossiede, per cui dovrà ricevere una gloria eterna.

La predestinazione è la chiamata a vivere questodono di Dio, che viene dato a chi lo desidera senzaalcun merito da parte dell’uomo. La predestinazio-ne è perciò un’offerta gratuita da parte di Dio, a cui

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si deve corrispondere accettandola e rispondendocon l’osservanza della Legge.

Il popolo ebreo, scelto per darmi i natali, non fufedele alla chiamata, ma lungo i secoli le chiamatecontinuano.

Io desidero trovare dei cuori che mi ospitino eche mi amino, ma il rifiuto continua, proprio comevi ho raccontato nella parabola del ricco signoreche volle imbandire un pranzo di nozze. Gli invita-ti trovarono molte scuse per rinunciare all’invito.Essi erano i predestinati; poi, l’invito venne esteso eancora non bastavano i secondi chiamati. Il ricco si-gnore invitò storpi e zoppi, tutti quelli che stavanolungo le strade, e la sala fu piena. Fra tutti però fuscoperto un invitato senza l’abito nuziale.

Voi siete gli invitati e predestinati, chiamati daogni parte. Voi avete capito che l’abito nuziale vi èindispensabile. Invitate la Madre mia a cucirvelo inmodo perfetto, perché nessuna macchia e nessunostrappo lo renda indegno della vista di Dio! Piùquest’abito è apprezzato da voi, e più potete intro-durvi presso il trono del Re.

Figli, guardate le opere meravigliose di Dio se-minate sulla terra, ma sappiate che nessun’opera ètanto grande e pregiata quanto l’anima in grazia,poiché l’onnipotenza e lo splendore di Dio la rive-stono, e Dio agisce in lei.

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Vi benedico, figli! Sappiate che la grandezza del-la Madre mia dipende soprattutto dall’essere la pie-na di grazia. Tra poco vedrete il mio volto insangui-nato; possa esso darvi il dolore dei peccati e ilterrore del peccato! Io avrò raggiunto il mio scopooperando un così grande miracolo.

L’amore di Dio vi dia le ali nella preghiera e nel-l’azione, cosicché la vostra vita sia come una minie-ra inesauribile d’oro purissimo.

Bartolo Longo 1 Giugno 1978 (nel santuario di Pompei)

Fratelli miei, che abbondanza di doni avete rice-vuto! La misura è sovrabbondante e pigiata perquella corrispondenza che avete dato alla chiamatadi Dio. Ed ora, scendendo dal Tabor, dove aveteamato con Gesù il Padre, e uscendo dal cenacolo,dove avete amato Maria e avete pregato con Lei, ri-tornerete nel mondo a fare molto bene, soprattuttodiffondendo la devozione al santo rosario.

Ma chi è che vi parla? Sono Bartolo Longo, quelfiglio così amato da Dio e dalla SS. Vergine da poterraggiungere per mezzo loro la santità.

Quale fu la nota dominante della mia vita? Fra-telli, fu la carità che non mi dava tregua: la carità,per cui scomparve nel mio cuore ogni egoismo e per

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cui non ebbi di mira che il bene spirituale e mate-riale di tutti. I bambini mi attirarono e, per aiutarli,avrei rinunciato alla vita stessa.

Fate così anche voi, fratelli, e, se nel rosario tro-vate l’arma per combattere il nemico nell’eserciziodella carità, date morte a tutto ciò che può essereegoismo per portare nel mondo quel soffio divinod’amore che trasforma e vivifica tutti.

Vi benedico, fratelli. Ricorrete alla mia interces-sione! Vi aiuterò! Milano e Pompei devono fareponte per gli stessi amori. In questo luogo, sotto losguardo di Maria, fioriscono le vocazioni più belle.Le vocazioni sacerdotali e religiose, fatte di vera de-vozione alla Mamma celeste e di amore al sacrificio,vengono coltivate anche da me. A Milano, la Madredel divino Amore avrà il suo trionfo, e farà matura-re quei gigli che profumeranno l’altare e la Chiesa.

Fratelli, vi benedico e vi accompagno nel vostrolavoro d’apostolato.

Arrivederci! Arrivederci e tanto amore.

Gesù 2 Giugno 1978

Figli miei, sono con voi, e desidero farvi presen-te un mio desiderio vivissimo per sollecitare la vo-stra collaborazione. Sono Gesù di Nazareth, e vi ri-

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peto ciò che dissi un giorno: “Si fa più festa in cieloper un peccatore che ritorna, che per novantanovegiusti che non abbandonano la casa del Padre”.Vengo perciò a sollecitare il vostro aiuto, perché ipeccatori si convertano.

Si dice fra i cristiani un proverbio che sa di egoi-smo, e che non può essere di mio gradimento. Si di-ce: “Chi sta bene, non si muove”.

Io vedo, e capisco che la pace e la tranquillità so-no cose preziose che vengono da Dio; ma, non-ostante il mio desiderio che di questi doni voi ab-biate a goderne, non vi nascondo che dovete purepreoccuparvi di fare molto per quelle anime chenon camminano secondo la Legge di Dio e che met-tono in tal modo a repentaglio la propria salvezzaeterna.

Che cosa dovrete fare per i peccatori? Peccatorilo siete tutti per quella debolezza che possedete,per cui facilmente potete cadere nel peccato, e perquell’inclinazione al male che è la conseguenza delpeccato originale. Ma, quando vi parlo di peccato-ri, intendo alludere a coloro che hanno un attacca-mento morboso al vizio, al male, che non intendo-no lasciare, anche se sanno che la Legge di Dio lovieta.

Che cosa farete per costoro che, purtroppo, so-no in numero quasi smisurato? Io sollecito la vostra

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preghiera, che non può essere sporadica, e deve es-sere intensa, fatta col più grande amore.

A tal fine sollecito, come un giorno a suor Con-solata, l’atto d’amore, che ha una potenza straordi-naria sul cuore del Padre, sul cuore di mia Madre esul mio! E perché mai, voi direte, ha potenza sulcuore del Padre? Perché il Padre gode di vedereamato il suo Figlio, al quale ha dato pieni poteri interra e in cielo.

“Gesù, Maria, vi amo”, voi dite, e una frecciaamorosa arriva fino al mio cuore per chiamare, co-me in dolce compagnia mia, il Padre, che invita leanime a realizzare con Lui, per mezzo del Figlio,una perfetta unità.

E mia Madre? Potete pensare come si delizia,quando sente che le proteste d’amore la unisconocol Figlio, che da Lei ha ricevuto quel corpo che fuimmolato sulla croce e che continua ad amare infi-nitamente tutti e ad immolarsi ancora per tutti e perciascuno!

Dite spesso questa invocazione! Sarà come unapreziosa calamita che richiamerà i lontani.

Figli, devo però dirvi che non esiste amore verosenza sacrificio. Qui, mi presento a voi come un vo-stro fratello che desidera essere salvato dalla vostramano pietosa. Non sono i lontani, vostri e miei fra-telli? E, se per salvarli dovete salire fra dirupi e spi-

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ne o scendere nell’umiliazione, che è la maggioredelle sofferenze, chi mi vorrà negare il suo aiuto?

Sappiate, figli, che molte volte la preghiera di-venta inefficace, perché non si accetta il sacrificio enon ci si vuole umiliare davanti a Dio o accettarequelle umiliazioni quotidiane che fanno parte dellavita sociale ed umana.

Regolatevi come volete, ma fate un’esperienzapersonale. Vedrete realizzarsi molte conversioni,nel modo da voi desiderato, coi mezzi da me voluti.È pur vero che dovete anche lavorare per le anime.Il vostro apostolato d’azione è benedetto da me, edio lo rendo efficace. Continuatelo con quei mezziche voi conoscete, accompagnando i vostri gesti, ivostri doni, le vostre parole, con quella fede, conquella gentilezza e bontà che rendono gradite le vo-stre opere.

Ed ora, mentre le tenebre verranno presto a to-gliervi la vista delle cose, pensate alle tenebre cheoscurano le menti umane, che rifiutano la luce, lagrazia, il paradiso!

Se sapete che i vostri cari sono in pericolo, per-ché sprovvisti di quei mezzi che potrebbero rende-re ad essi facile il cammino, voi vi date da fare perprocurarli a loro.

Ebbene, sappiate che il vostro atto d’amore, i vo-stri sacrifici, e in particolare le umiliazioni accettate

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e la vostra azione apostolica, intesa come diffusionedella verità, daranno ai vostri fratelli erranti ciò cheloro necessita.

Buona notte, figli!

Maria SS. 2 Giugno 1978 (verso Milano)

Figli miei, eccomi qui con voi per darvi motivi diriflessione in questo vostro viaggio di ritorno. Avetepassato delle belle giornate ricche di preghiera e digrazia. Sia ringraziato il Signore!

Io ho portato e porto nel mio cuore ogni vostrodesiderio come Madre di Dio e come Sorella vostra.Devo però farvi osservare che tutto deve rientrarenella normalità, e perciò dovrete far fiorire tutto ciòche è stato seminato.

Avete visto, passando, molti terreni coltivati concura e certamente con amore, dare l’impressione diabbondanti raccolti. Alcuni covoni, già legati,aspettano di essere portati al mulino. Ma avete vistoanche terre incolte che producono sterpaglie, ed al-tre terre, frammiste a molti sassi, che produconospontaneamente fiori e ginestre che restano a parla-re di Dio con la loro bellezza.

Voi però siete desiderosi di sapere qual è il vo-stro posto nel giardino del Signore. Io vi rispondo.

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Per alcuni, il covone è quasi legato e presto dovràentrare nel granaio del Signore. Tutti, poi, avete ri-cevuto pioggia e sole per poter produrre abbondan-ti frutti. Non vi resta che fare in modo di essere co-me quei terreni ben curati che si lasciano coltivare.

Guardate l’anima vostra da quelle serpi velenoseche danneggiano la virtù e danno disgusto e paura achi vi avvicina! La vostra virtù deve essere amabile.La vostra fede deve essere gradita al vostro prossi-mo per quella semplicità, spontaneità e coerenza,che la distinguono da quella non vera. La vostra se-renità e il vostro entusiasmo non devono diventarefanatismo, ma devono mantenere quei limiti di mo-derazione che danno alle vostre parole maggior cre-dibilità.

È pur vero che io vado compiendo accanto a voianche cose straordinarie per darvi il segno che be-nedico il vostro apostolato, ma voi dovete rimanerecalmi poiché i fatti parlano da sé. Godete di tutto incuor vostro, e lasciate traboccare la vostra gioiaquando vi trovate fra di voi, per incoraggiarvi a vi-cenda e per rendere gloria a Dio.

La festa del Cuore del mio Gesù alimenti nel vo-stro cuore lo spirito di fede, ma soprattutto quellacarità che v’insegni la dedizione e lo spirito di servi-zio vicendevole: quello spirito che vi faccia felici diessere all’ultimo posto per rendere contenti gli altri.

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Quando celebrerete la santa Messa, io sarò inmezzo a voi e comparteciperò alla vostra offerta. Laconsacrazione, poi, vi renderà veramente partecipidi quel Corpo divino a cui, con le parole del sacer-dote, io continuamente do vita su ogni altare delmondo.

Siate benedetti, figli! Siate benedetti, ora e sem-pre!

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ESERCIZI SPIRITUALIDAL 6 AL 8 FEBBRAIO 1976

A TAVERNOLAMaria SS. 6 Febbraio 1976 ore 9,30 (verso Tavernola)

Figli miei, sono con voi come Madre e Regina.Sono la vostra guida e vi accompagno.

Quando, durante la sua vita mortale, il mio Ge-sù voleva prendersi un po’ di riposo, si ritirava in unluogo deserto e, mentre comunicava col Padre, rin-novava le sue forze fisiche, poiché, come uomo, an-ch’Egli sentiva la stanchezza. A questi intervalli o ri-posi, lontani dalle occupazioni normali e dallefatiche dell’apostolato, chiamava anche gli apostoli.

Oggi, i chiamati siete voi. Saranno tre giorni dipreghiera e di rifornimento spirituale.

Vi prego perciò di allontanare, dalla vostra men-te e dal vostro cuore, tutte quelle preoccupazioniche normalmente vi assillano, e di andare con gioiaincontro al Signore. Scoprirete in questi giorni i vo-stri lati difettosi, ma anche la bellezza della fede chedà serenità ed aiuto anche nelle difficoltà più gravidella vita, e v’incamminerete decisamente per quel-la vita cristiana che non è fatta solo di parole, ma diopere.

Io sarò costantemente in mezzo a voi. Le vostrefamiglie, i vostri cari, che avete lasciato a casa,

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avranno da me un’assistenza particolare, che voi ot-terrete loro attraverso la vostra preghiera e desideridi bene.

Avete seminato di rose la strada: così sarà semi-nata di opere buone la vostra vita dopo questo riti-ro, e tutto dovrà essere santificato in voi. Tutto puòe deve divenire opera buona, dalla preghiera, all’u-mile servizio reso ai fratelli.

Il Signore vi parlerà anche a mezzo dei suoi mi-nistri, ma soprattutto al cuore. Siate attenti, silen-ziosi e sereni. La gioia, che viene da Dio, sia costan-temente in voi e v’illumini lo sguardo, rendaradioso il vostro sorriso e vi riempia il cuore per lafelicità di tutti e di ciascuno.

Vi benedico ad uno ad uno, figli. Arrivederci e arisentirci.

Gesù 6 Febbraio 1976 ore 16 (a Tavernola)

Figli a me tanto cari, sia pace a voi. Ecco, sono inmezzo a voi, sono Gesù Salvatore. Sono qui vivo evero, e c’è con me la dolcissima mia Madre.

Che meraviglia, se sentite nel vostro cuore tantapace e se la vostra preghiera assume un’importanzatutta particolare? Essa è accompagnata e valorizza-ta dalla nostra. Diventa in tal modo efficace, e serve

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a riparare molto male, che esiste nella Chiesa, nelmondo, nelle anime.

Io vi ho chiamati qui a preferenza di molti altri,perché avevo bisogno di questa preghiera fatta congrande spirito d’amore. Vi ho chiamati per infuocar-vi d’amore ancora di più e perché possiate, nel mon-do che vi circonderà, quando ritornerete alle vostrecase, svegliare i dormienti, scuotere gli indifferenti egli apatici e dare una mano a coloro che giaccionosulla strada della vita in attesa che qualcuno li aiuti.

Io, perciò, ho bisogno di voi e, mentre riversonei vostri cuori i preziosi tesori racchiusi nel mio, viprego di non essere avari, ma di trasformarli in aiu-ti per i fratelli.

Quando un’anima si accosta a me, desiderosa dipiacermi, io divento tenero verso di lei e la conqui-sto con le carezze; poi, man mano che cresce nell’a-more, matura nell’anima il desiderio di assomigliar-mi. Allora si accorge che non può cercare soloconsolazioni, ma che deve soprattutto assomigliar-mi nella generosità e nel dolore.

Voi siete qui per attingere dal mio cuore questevirtù: generosità e amore alla sofferenza. Non sietepiù i bambini piccoli che chiedono solo dolciumi.Sono anni che mi seguite; ho visto gradatamente ivostri progressi spirituali, ma io sono sempre in at-tesa di miglioramenti. Non potete salire la monta-

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gna della perfezione in un attimo e nemmeno in ungiorno. Non vi dovrete meravigliare nemmeno se,dopo tante lezioni, qualche volta vi lasciate vinceredalla stanchezza morale, dalla noia, dal dubbio edall'insopportazione di voi stessi e degli altri.

Questa sosta è per rafforzarvi, per darvi un certoequilibrio, una certa stabilità e perché io possa dir-vi, come ai miei apostoli: “Andate e fate ovunquedel bene”.

Avete delle armi per voi stessi e avete dei mezziefficaci per tutti; usateli, e fate che alla fine della vo-stra giornata, cioè al chiudersi della vostra vita, iopossa dire di voi ciò che gli evangelisti dissero dime: “Fece bene ogni cosa”, oppure, “Passò facendosolo del bene”.

Le vostre giornate sono solitamente piene diazioni che valgono come opere di misericordia: fateche sia io stesso a compierle in voi.

Ecco l’arma imbattibile che trasforma ogni cosaagli occhi di Dio: la grazia, figli! Oh, la grazia, qua-le forza, quale potenza! È un fuoco che distruggeforse un passato di colpe, e fa rivivere, rinascere eporta in voi una linfa vitale, porta il Signore, Dio delcielo e della terra, Padrone del mondo. Lo porta invoi la grazia, e Dio, che i cieli non possono contene-re, sceglie di abitare nel vostro cuore come dolceOspite e di farvi vivere della sua vita.

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Quando splende il sole e manda i suoi raggi so-pra i vetri delle finestre della vostra casa, voi vedeteriprodursi e moltiplicarsi i suoi raggi e la sua luce.Qualche volta quei riflessi sono così potenti chenon sapete distinguerli dal sole stesso.

Figli, crescete nella grazia, conservate la grazia,perché l’azione di Dio in voi sia così evidente da di-venire come una calamita potente o una luce miste-riosa che porti le anime verso Dio. Siate perciò stru-menti di salvezza. Attraverso la grazia, sianopurificati i vostri pensieri. Le vostre parole portinoun’impronta di dolcezza. I vostri affetti siano cosìsinceri che si abbia a desiderare che tutti i cuori sia-no uniti in me e con me.

Figli, la grazia è come un fiore delicato e gentileche dovete custodire e difendere.

Vi furono santi che, fin dall’età immatura, capi-rono, per grazia di Dio, il suo pregio e promisero dinon volerla mai perdere nemmeno se si fossero ri-chiesti loro grandi sacrifici.

Questo io chiedo a voi e, mentre vi assicuro aiu-to ed assistenza, vi prometto che, nella misura in cuisaprete combattere con voi stessi, col demonio e colmale del mondo, per conservarvi in grazia di Dio, iovi renderò felici e renderò efficace il vostro aposto-lato per i vostri cari.

Sapeste come mi stanno a cuore i vostri figli!

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Persino i loro interessi e i vostri, sono da me guida-ti. Qualche volta vi lasciate prendere eccessivamen-te dalle cose materiali ed io vi lascio fare. Volete ar-rivare voi a tutto, ed io mi ritiro. Se voi volesteaffidarmi tutto, io mi renderei responsabile comple-tamente.

Osservate ciò che facevano i santi. Eppure, qual-cuno di essi, in punto di morte, avrebbe voluto averavuto più fede, più fiducia. Ebbene, voi siete anco-ra molto lontani da essi. Fate una prova! Abbiate fi-ducia. Pensate ad amarmi e a conservarvi in grazia!Io lavorerò per voi, per le vostre opere, per i vostrifigli, e compirò miracoli.

Figli, vi benedico tutti. Benedico questa casa, chila dirige e tutte le persone che vi passeranno. Cu-stodirò l’innocenza di coloro che si affidano a me.Richiamerò i lontani perché, nel dolore delle pro-prie colpe, ritrovino il mio cuore. Benedirò i sacer-doti desiderosi di santità, e li renderò secondo ilmio cuore.

Abbiate fiducia e credete al mio amore infinitoper le anime.

Ciò che vi do, datelo con generosità! Vi do amo-re e fiducia, e voi fate altrettanto, e non venga maimeno in voi la fede e la grazia.

Ci sentiremo ancora, e sarò vostra gioia.

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Maria SS. 7 Febbraio 1976 ore 6

Figlia mia, la ricerca di Dio non può e non deveessere un affannoso scandagliare la verità o un volerad ogni costo dare una spiegazione a tutto, compre-si i misteri, ma è l’andare con amore verso di Lui,anche se convinti dell’infinita distanza che esiste fraDio e le sue creature per quegli attributi che Eglipossiede e che l’uomo non potrà mai capire piena-mente.

La semplicità della fede diventa perciò una qua-lità indispensabile se si vuole mantenerla ed appro-fondirla, affinchè, trovandovi davanti a verità in-comprensibili, non avvenga il rifiuto di essa e sicada nell’errore e nel buio.

Quella sicurezza che il bimbo dà alle parole del-la mamma e del babbo, perché sa che non potrannoingannarlo, deve portare i figli verso il Padre celestee, sebbene non sia loro proibito di approfondirecon l’intelligenza e con lo studio ciò che riguardaDio, non devono dimenticare ciò che Gesù disse:“Ti ringrazio, Padre, perché queste cose le hai rive-late ai piccoli!”.

Una fede semplice commuove il cuore di Dio. Èla fede della donna malata da dodici anni, che an-siosa va in mezzo alla folla sperando di arrivare atoccare il mantello di Gesù. Chi è semplice, infatti,

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non conosce ostacoli, non si preoccupa di ciò chedirà la gente o di cosa penserà di lui.

Più la fede è semplice, e più è attraente e com-muove. È la fede dei bambini. Una fede semplice eprofonda è più durevole, più costante, più sincera.

Ama perciò le verità della fede, fa tesoro dellaParola di Dio. Ascolta con amore tutto ciò che ri-guarda Lui e la sua volontà. Cercalo, per sempremeglio conoscerlo e per amarlo e servirlo.

Quando Lo vedrai definitivamente, sarà come secadessero dai tuoi occhi delle bende, ma non ti pen-tirai di averlo cercato con semplicità di cuore.

Maria SS. 7 Febbraio 1976 ore 11

Figli diletti, sia pace a voi. Ecco che mantengo lapromessa! Sono con voi per rivolgervi la mia parola!

Sono la Vergine della Luce e voglio veramentearricchirvi di luce divina, perché possiate anzituttogioirne voi e poi perché possiate segnare la strada acoloro che formano il vostro piccolo mondo. Luce èla grazia, luce la verità, e, quando voi di queste cosemirabili divenite possessori, diventate come quellefontane che gettano acque cristalline e pure, oppu-re diventate come fari che proiettano luce sulle stra-de buie della vita.

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Possedere grazia e verità è perciò un impegno,una responsabilità che voi certamente capite.

Io però non mi voglio soffermare su di esse, mavoglio ammonirvi che, se la vostra vita diventa piùimportante per il compito che la grazia e la verità viriservano, deve però non mancare nel vostro cristia-nesimo quella nota di entusiasmo che rende piace-vole la vostra compagnia, più attiva la vostra gior-nata e più ricca di frutti, sia nel senso spirituale chemateriale.

Vi ricordo il “sì, Padre” che dovete in ogni mo-mento saper dire a Dio, quando vi si manifesta lasua volontà: un “sì” gioioso, anche quando si trattadi accettare una contrarietà, una malattia o di supe-rare degli ostacoli. “Sì, Padre”, anche se la vostravolontà vorrebbe diversamente, anche quando si-tuazioni difficili rendono faticosa la convivenza o viviene impedito di compiere quelle azioni a cui voidareste la preferenza. Deve essere un’adesionegioiosa alla volontà di Dio perché possa diventareamore e, dall’amore, di gradino in gradino, possiatearrivare alla perfezione.

La gioia cristiana è il miglior apostolato e il piùsemplice, poiché gli uomini, che vanno continua-mente cercando la felicità, saranno costretti ad imi-tarvi e troveranno la vera gioia, quella che solo nelSignore si può trovare e in coloro che lo possiedono.

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Ma sarebbe incompleto il vostro “sì”, se ad essonon facesse seguito quello che dovete rivolgere alvostro prossimo.

In questi giorni di riposo e di distensione, piùche di penitenza, voi godete e vi manifestate vicen-devolmente affetto e gioia. Ebbene, dovete fare inmodo che lo stesso clima di serenità e di armonia siripeta anche nei vostri ambienti familiari, parroc-chiali e fra tutti i parenti che vi circondano. La vo-stra disponibilità gioiosa alle loro richieste, il desi-derio di vederli tutti contenti, deve trapelare dalvostro viso, dalle vostre azioni e da tutta la vostrapersona.

L’entusiasmo per quella fede che forma l’oggettopiù importante della vostra vita, deve darvi compia-cenza e amore così grande che nessuno possa direche vi sia in voi ombra di egoismo.

Una sposa, una mamma entusiasta trasformal’ambiente familiare, poiché non fa pesare sugli altrile proprie sofferenze, la stanchezza e il sacrificio.Un sacerdote entusiasta porta un alimento spiritua-le in più alle anime, che vibrano alla sua vicinanza.Un padre, un giovane entusiasta, diventa come uncentro che attira la benevolenza degli amici e deiparenti.

Senza entusiasmo si intristisce, e anche le opereumane vanno a rilento e non vengono portate a ter-

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mine con precisione. Se gli operai fossero ricono-scenti a Dio ed entusiasti di aver salute e di poter la-vorare, credete voi che ci sarebbe tanto malconten-to e ci sarebbero tanti ribelli?

L’entusiasmo dovete portarlo dovunque, nellapreghiera e nel lavoro: accanto ai sani, perché viimitino; accanto ai malati, perché godano con voi epossano capire che anche la loro malattia può esse-re fonte di gioia. Quante volte la tristezza di chi as-siste i malati aggrava lo stato di salute e aggiunge al-le sofferenze fisiche anche quelle morali!

La gioia nel servizio di Dio è indice di perennegioventù, e la gioia nel servire i fratelli è come unaconvinzione sincera che in essi si vede il volto delSignore.

Per arrivare però ad avere un’uguaglianza di ca-rattere, in cui non venga meno l’entusiasmo, occor-re essere generosi. Occorre bandire dal proprio cuo-re quell’egoismo per cui si vorrebbe essere oggettodi cure e di premure da parte degli altri. Occorre di-menticarsi per pensare a chi può aver bisogno. Unospogliarsi continuo di ciò che fa piacere, fatto conamore e con gioia, è molto vicino all’eroismo.

Gli eroi, figli, non sono molti, proprio perchédevono eccellere nelle virtù, ma il cristiano, speciechi ha ricevuto tanti doni come li andate ricevendovoi, deve essere capace anche d’eroismo. Quando

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parlo dello spogliarvi, non intendo certamente il to-gliere, che comunemente si fa di qualche cosa, perfarne dono, ma quell’andare incontro a tutti secon-do le necessità per sostituirvi a loro con gioia, cioèper capirli e domandarvi come vorreste che si agis-se se foste al loro posto.

Figli, nella casa di Dio, come nelle vostre case,come al letto dei malati o nell’esercizio della missio-ne che il Signore vi ha affidato, vedetemi sempre ac-canto a voi per invitarvi ad agire come la sposa cheattende lo Sposo. Sempre con ilarità, con carità, contenerezza e con fedeltà, compite i vostri doveri.Gioiremo assieme quando lo Sposo vi riserverà laricompensa di ciò che avrete fatto per Lui.

Gesù, Sposo delle anime vostre, con me vi be-nedica.

Gesù 7 Febbraio 1976 ore 15,15

Figli miei, quanto è bello trovarci insieme perdirci i nostri pensieri e per decidere sulle nostre at-tività!

Sono Gesù di Nazareth: lo stesso che, radunatigli apostoli, li inviava a due a due per le vie della Pa-lestina. Sono qui per ripetervi, come già vi dissi:“Fate del bene e fatelo bene, e fatelo con sollecitu-

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dine perché non sapete quanto tempo vi resta anco-ra da vivere”.

Siete tutti incamminati verso la morte, per poterentrare nella celeste Gerusalemme.

Voi li conoscete i Novissimi, che un tempo veni-vano con maggior preoccupazione insegnati dovun-que fin dalla prima infanzia. Ora si sono quasi abo-liti; anzi, si mette in dubbio il giudizio di Dio,l’inferno e il paradiso.

È rimasta una verità che nessuno può negare,perché la sua realtà è più che mai evidente. Rimanela morte, che attende tutti inesorabilmente.

Voi siete gioiosi qui e, finché state bene, vi sem-bra che anche la morte debba essere gioiosa. Inrealtà la morte, anche se è l’ancella del Signore cheapre la porta dell’eternità, è senza dubbio un passoestremamente importante, doloroso e difficile.Avete visto quanto fu dolorosa la mia agonia nel-l’orto, quando mi si prospettava allo sguardo lamorte? La vostra sarà confortata solamente dallavoce della vostra coscienza, che vi dirà parole tran-quillizzanti.

Sta di fatto che morirete, e non sapete né dovené come. Non sapete se nel vostro letto o per la stra-da, se avrete il bene di ricevere gli ultimi Sacramen-ti o se morirete improvvisamente. Di una cosa do-vete essere certi: che in quel momento il demonio

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sferrerà la sua ultima battaglia e che la Madre vo-stra, Maria, veglierà su di voi.

Io desidero però in questo momento chiarirvi ilpensiero della morte come una mia chiamata. Io miavvicinerò perciò a ciascuno di voi e, chiamandoviper nome, vi chiederò da mangiare.

Ricordate quel giorno in cui mi avvicinai al fico,carico di foglie? Era fuori stagione ed io cercavo deifrutti. Non ne trovai e maledissi quell’albero, cheall’istante seccò.

Io dunque chiamo a tutte le età e, avvicinandomiall’albero della vostra vita, vorrò vedere i frutti. Tut-to ciò che avrete fatto senza amore, senza retta in-tenzione, con motivi umani, saranno foglie che ver-ranno distrutte nell’atto stesso in cui morirete. Viresteranno i frutti, e di quelli sarete largamente ri-pagati.

Ma quali frutti mi porterete? Quelli che, semina-ti dentro di voi in un terreno buono, avranno pro-dotto un aumento nella vita spirituale e vi avrannofatto raggiungere l’età matura.

È difficile crescere se siete abbandonati a voistessi, ma c’è il vostro Agricoltore che vi coltiva eche sa compiere tutto ciò che vi necessita in un mo-do meraviglioso. Egli pota, zappa, innaffia e fa tut-to bene, ma vuole docilità e collaborazione.

La buona semente che il Padrone del campo get-

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ta in voi, non deve cadere né sulla strada, né fra lespine, né in mezzo ai sassi.

Siete venuti qui ed abbiamo seminato. Guai se ilvento o gli uccelli o i passanti dovessero distrugge-re, non appena ritornati alle vostre case, tutto ciòche avete sentito!

Chi accoglie la Parola, e si lascia poi distrarre an-cora dalle mille preoccupazioni della vita o da quel-lo spirito di leggerezza e di mondanità che regna nelmondo, non può farla fruttare. Diventereste ancoracome quei tali che credono di costruire la casa sullasabbia. Soffiano i venti e distruggono ogni cosa.

Voi perciò dovete lasciarvi guidare da quella sa-pienza che viene da Dio. Se il pensiero della mortenon vi deve turbare e anzi vi deve essere abituale,deve però anche stimolarvi a comportarvi così comevorreste essere trovati in quel momento.

Vi sono due atti ugualmente importanti nella vi-ta dell’uomo: ricevere la Comunione e morire. Oc-correrebbe predisporsi all’una e all’altra cosa conquesti sentimenti: ricevere sempre la Comunionecome se fosse l’ultima della vostra vita, e pensare al-la morte quotidianamente, come alla Comunionepiù perfetta da realizzare nell’ultimo istante dellavita.

Figli, la vostra morte sia sempre predisposta epensata con l’ultimo Sacrificio della Messa che si

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celebrerà in quel momento, perché i miei meriti viricoprano e i vostri siano avvalorati.

La maggior parte di voi non è più giovane e giàgli acciacchi e le diverse esigenze, dovute all’età,fanno pensare al lumicino che sta per spegnersi.Non allarmatevi!

Se mi seguirete e mi capirete, non proverete do-lore superiore alle vostre forze. La fiamma dell’a-more brilli sempre più viva, l’entusiasmo per il be-ne vi accompagni sempre, e lo sfacelo della mortenon farà che spalancare quella porta chev’introdurrà nella luce eterna. Preparate frutti dibene, e lasciate che la tristezza occupi il cuore solodi chi, non credendo ai Novissimi, crede di potersollazzarsi in piaceri malsani e deplorevoli.

Figli, vi benedico, e questa benedizione sia unpegno di quella che riceverete da me quando mi ve-drete faccia a faccia.

Maria SS. 8 Febbraio 1976 ore 6

Figlia mia cara, sii sempre più riconoscente aDio per il dono della fede! Essa, non solo ti per-mette di comunicare con Dio, amore infinito, e diritrovare nella sua paternità tutti i fratelli, ma ti dàanche la certezza che tu non sei mai sola.

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Ti meravigli che qualche anima privilegiata abbiavisto e potuto comunicare col suo angelo custode; ep-pure, la fede ti dà la certezza che al tuo fianco tu pu-re lo hai, e che ti assiste, ti aiuta, porta i tuoi sacrifici ele tue preghiere a Dio, mentre accresce in te i donispirituali di Dio, aiutandoti a crescere nella virtù.

Egli, il tuo buon angelo è come il tuo attendente,pronto a servirti quando lo chiami, anche in quellecose materiali che ti riescono difficili.

Chi ha fede, capisce bene queste cose; e, come adun amico che ti cammina al fianco rivolgi la parola,l’ascolti se ti dà dei buoni consigli e gli porti gratitu-dine e rispetto, così ogni cristiano dovrebbe fare conquesto personaggio che Dio, con un tratto della suainfinita bontà, volle mettere accanto a ciascuno.

Per il cristiano non esiste solitudine, perché mi-riadi di angeli, come circondano il trono di Dio, co-sì vegliano sul mondo. È come una grande forza diprotezione, in opposizione alle potenze infernaliche agiscono per portare nel mondo peccato, odio,disperazione.

Il grido di san Michele: “Chi è come Dio?”, ri-suona ancora per ciascuno, ed è un invito ad eserci-tare l’umiltà.

La scala che Giacobbe vide, sulla quale gli ange-li salivano e scendevano, ti deve spronare alla pre-ghiera ben fatta, perché sia accetta a Dio.

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Il conforto che Gesù ebbe nell’orto degli ulivi amezzo dell’angelo, deve esserti presente nel mo-mento del dolore, e l’angelo dell’Annunciazionedeve aiutarti a dire il tuo “fiat” momento per mo-mento, perché tu possa accettare la volontà di Dioed agire in conformità ad essa.

Vedi, figlia mia, come nella fede ritrovi aiuto eforza per vivere umanamente e santamente.

Gesù 8 Febbraio 1976 ore 11,20

Figli miei cari, tutto ciò che ha inizio, anche sebello, finisce, e voi siete qui ancora per poche ore.Poi ritornerete ai piedi della Madre mia e infine al-le vostre case, per riprendere la vostra croce nelcompimento dei vostri doveri quotidiani.

Ebbene, il ricordo di questi incontri col Signorenon deve sparire tanto presto dalla vostra mente evi deve dare la convinzione che lo stare con me è ve-ramente un dolce paradiso. Ciò che è stato qui puòcontinuare per tutta la vita, anche se, in luogo deivostri bei rosari, dovrete mettere rose di bontà e diamore che saranno le vostre opere.

La nostra delicata e premurosa assistenza nonverrà mai meno, e voi potrete camminare per le viedel mondo come dei vincitori, se saprete fuggire il

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peccato che tiene schiavi. Quando perciò vi verran-no i momenti di sconforto, il ricordo dei giorni pas-sati in mia compagnia vi faranno rivivere, in sereni-tà e in grazia, ore tranquille e gioiose.

Ora, quale vostro Maestro, voglio darvi una pic-cola lezione. Vi ho parlato della morte che inesora-bilmente falcia ogni creatura nata in questo mondo;ma desidero anche ricordarvi che, alla mia chiama-ta, farà seguito il giudizio, che sarà molto severo eminuzioso.

Non vi parlo del giudizio finale, che sarà la glori-ficazione del Figlio dell’Uomo e della Croce neglieletti, e perciò in coloro che col dolore e con l’amo -re avranno collaborato alla salvezza dell’umanità,ma del giudizio particolare che seguirà immediata-mente la morte di ciascuno.

L’anima vedrà in quell’istante tutto il male com-messo in vita, tutto il bene fatto male e tutto il beneche avrebbe dovuto fare e che non avrà fatto.S’intende che i peccati confessati bene sarannocompletamente cancellati e serviranno come moti-vo di ringraziamento e glorificazione di Dio.

Che momento terribile, figli, quello del giudiziodi Dio! L’anima, che finché è nel corpo non sa capi-re la grandezza del Signore e la bruttezza del pecca-to, scorge davanti a sé, dopo essere stata liberata dalsuo involucro, l’immensa maestà di Dio, e lo vede,

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non già con l’infinita sua misericordia, ma con lasua giustizia infinita. Egli sarà perciò vostro giudice.

Quelle colpe che nel momento in cui furonocommesse sembravano inezie, così da essere com-messe con leggerezza, diventeranno come mostruo-se all’occhio dell’anima; e tutto quel bene che pote-va essere fatto con perfezione, lo si vedrà tantoimperfetto che, inorridite, le anime cercherannospontaneamente un luogo di purificazione che lerenda gradite all’occhio di Dio.

Quando le buone ispirazioni si susseguono pres-so i cuori degli uomini per invitarli al bene, molti lerifiutano e, mentre evitano loro stessi di operare ilbene, impediscono ad altri di realizzarlo.

Nell’altra vita i peccati di omissione apparirannocome grandi lacune, e la responsabilità di tante gra-zie mancate e di tanto male, conseguito ad azionibuone trascurate, sarà pure, dopo un giudizio seve-ro, severamente punita. Anzi, le anime colpevoli intal senso vagheranno per il mondo, in attesa che, amezzo loro, si compia quel bene che Dio avrebbevoluto e che altri dovranno compiere.

I segreti di Dio li scoprirete e saranno meravi-gliosi: formeranno il motivo di una riconoscenzaperenne.

Vi ho parlato brevemente di giustizia infinita, mavi voglio anche dare il mezzo per sfuggire ad essa e

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poter entrare al più presto nell’amplesso di Dio. Viho detto durante la mia vita: “Non giudicate e nonsarete giudicati; con la stessa misura con cui misu-rerete, sarete misurati”. Ecco il segreto.

Quando il vostro zelo diventa insopportazione,quando divenite facili scopritori della pagliuzza chesta nell’occhio del fratello e dimenticate la trave chesta nel vostro occhio, quando pretendete che altrifacciano ciò che voi non fate e siete più facili ad ac-cusare che a scusare, vi mettete nella condizione diquel servo che, non potendo pagare il suo padrone,fu perdonato, ma che, dovendo ricevere una picco-la somma da un altro servo, fu così severo da per-cuoterlo e farlo imprigionare.

Non è una preghiera accetta quella delle animeche non sanno perdonare! Il Padre nostro, che mol-ti recitano con tanta leggerezza, non è che una con-danna a cui il cristiano sottoscrive con la sua stessavolontà.

Quando il pensiero del giudizio di Dio vi po-trebbe far perdere la fiducia nella sua infinita mise-ricordia, non avete che da riflettere sul vostro com-portamento coi vostri simili, e, se vi risulta di esseregenerosi al perdono, pronti a vedere il bene e le vir-tù negli altri più che i loro difetti, fatevi coraggio!Chi avrà usato misericordia la troverà.

I vostri giudizi siano perciò sempre benevoli.

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Molte volte, ciò che voi giudicate male, è bene. Mol-te volte, coloro che compiono il male pensano di fa-re bene, e il Signore li giudica secondo le loro inten-zioni. Pensate che quelle persone, a cui potreste conla mormorazione e con la calunnia togliere quella vi-ta morale così preziosa, sono miei figli che io amo in-finitamente. Anche coloro che giudicate cattivi, nonabbiate troppa premura di criticarli. Sappiate inveceaddossarvi i loro peccati per offrirli a me, e ripararli.

Se io non mi fossi caricato dei peccati degli uo-mini, che sarebbe avvenuto anche di voi?

Bontà, carità, misericordia siano la guida dei vo-stri pensieri, delle vostre parole e delle vostre azioni.Il giudizio di Dio, ve lo prometto, vi sarà risparmia-to. I devoti, poi, della Madre mia avranno dalla suamisericordiosa bontà un'intercessione così validaper cui anche il purgatorio sarà di molto abbreviato.

Vi benedico, stringendovi al mio cuore. Rimane-te nel mio amore oggi e sempre.

Maria SS. 8 Febbraio 1976 ore 15

Figli diletti, ecco, vi accolgo tutti fra le mie brac-cia. Sono la Madre vostra Immacolata.

Voglio incoraggiarvi a proseguire per questa me-ravigliosa strada che la Provvidenza vi ha assegnato,

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perché quel fuoco che avete dentro possa comuni-carsi a tutti.

Figli, è indispensabile bruciare di amore di Dio,se si vuole togliere dal mondo quella febbre cattivache porta all’inferno. Certo, figli, all’inferno! Oh,non vorrei parlarvene, ma, tuttavia, desidero che cipensiate e che convinciate tutti che c’è l’inferno eche ci vanno molte, molte anime.

Dicono alcuni: non credo che ci sia l’inferno,perché l’abbiamo già sulla terra! In realtà, chi nonvive vicino a Dio e in Dio mediante la grazia, hal’inferno nel cuore; ma non basta, figli, questa in-quietudine, la mancanza di pace, forse di mezzi o disalute, a dire che avete l’inferno. Oh, no, esso è benaltra cosa e molto più terribile! Se lo doveste vede-re anche per un solo istante, ne restereste inorriditi.Se poi doveste provare ad esservi immersi, certa-mente scegliereste di subire tutte le pene, tutti imartiri, tutte le tribolazioni del mondo di tutti itempi, ma non quelle pene, quelle sofferenze indici-bili, terribili.

Mi pare di sentire alcuni che vorrebbero dire:“Ma come mai Dio, che è bontà infinita, permetteche le anime vi cadano, e le lascerà per tuttal’eternità?”.

Sapete, figli, l’inferno non è stato voluto da Dio.Egli voleva i suoi figli tutti buoni e felici. L’amore,

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che lo ha portato a creare il mondo, gli aveva fattocreare anche un luogo di felicità infinita, dovel’uomo, dopo la prova della vita, cioè dopo averloamato in vita, doveva essere trasferito per rimaner-vi per sempre. Unico impegno: ubbidire alla sualegge.

L’inferno, creato dopo la ribellione degli angeli,doveva servire come minaccia. Non fanno forse cosìanche i genitori quando vogliono essere prontamen-te ubbiditi dai loro figli? “Se non ubbidite, vi casti-ghiamo; sarete privati di un premio!”. Dio voleva, sì,far osservare la sua legge, ma come potevano gli uo-mini ribellarsi ad una legge d’amore, il castigo, an-che se terribile, era, è e sarà una testimonianza di mi-sericordia infinita e di giustizia.

Vi devo esprimere il volere del Padre: “Nessunodeve andare all’inferno, perché vi ho creati per lagioia senza fine”. Eppure, questa parola è suonata avuoto, e in tutti i tempi vi furono dei ribelli.

Non solo, ascoltatemi! Per dare a tutti la possi-bilità di riabilitarsi e salvarsi, il Figlio di Dio scendesulla terra e, dopo essersi immolato per tutti e perciascuno, stabilisce la sua casa in mezzo agli uomini:la Chiesa, a cui affida i mezzi di salvezza, mezzi sem-plici destinati a purificare le anime, e insegna a tut-ti ad umiliarsi e a chiedere, mediante la preghiera, lasalvezza.

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Credete voi che la bontà di Dio potesse espri-mersi in un modo migliore? No! Eppure, ancora gliuomini si ribellano, e avviene proprio come nellaparabola raccontata da Gesù: il padrone manda isuoi servi nella sua vigna e i vignaioli li uccidono;manda dei servitori e vengono uccisi; manda il suostesso figlio, che non viene risparmiato! Il mio Ge-sù, infatti, fu ucciso.

Questa parabola continua ininterrottamente nelmondo e, mentre si rifiuta la Chiesa, si distruggenelle anime la vita della grazia, e la crocifissione, colpeccato mortale cioè con la ribellione, continua.

Non vi pare, figli, che l’inferno debba aprirsi perquesti servitori iniqui e malvagi?

Sì, esiste l’inferno ed è abitato da anime che han-no ricevuto da Dio un numero stragrande di grazie.È abitato da figli di Dio che Egli ha amato ed haprescelto. Anche gli angeli erano creature privile-giate. Le loro doti assomigliavano particolarmente aquelle di Dio, anche se fra loro esisteva una distan-za infinita. La superbia li fece peccare, ed indurì illoro proposito di voler essere come Dio fino al pun-to che, quand’anche il Signore volesse trasformare iribelli in angeli buoni, si rifiuterebbero ancora diubbidire.

Così nell’inferno, coi demoni, vi sono tutte quel-le anime che non riconobbero i loro peccati e scel-

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sero sé stesse, le proprie passioni, le proprie soddi-sfazioni e la propria volontà preferendola a quelladi Dio. Non conta il numero delle grazie avute: èl’umiliarsi che conta! In questo stato di cocciutag-gine, in cui vengono a trovarsi al momento dellamorte, esse vogliono restare sempre. Hanno decisola loro dannazione con un atto della loro volontà, erimangono in questa decisione perché mai si umi-lieranno.

Voi mi potrete dire che il Signore dovrebbe avvi-sarli tutti di questa prospettiva, ed Egli l’avviso loha dato quando disse: “Ricordate che la morte vie-ne come il ladro, quando meno l’aspettate”, e quan-do disse ancora: “Pregate e vigilate, perché non sa-pete né il giorno né l’ora,”.

Brilli sempre, e mantenete una buona scortad'olio alla vostra lucerna, perché lo Sposo delle ani-me vostre arriva e, chi ha fede in Lui, può entrare anozze. Non lasciatevi sedurre dalla facile vita. Inparadiso non si va in carrozza. E soprattutto siatefedeli ai vostri propositi, perché non siano come fo-glie secche da buttare al fuoco.

Se nella vostra fragilità non potrete essere co-stanti nel bene, sappiate che io vi sono al fianco. Ri-correte al mio aiuto, come il bambino che correpiangendo fra le braccia della mamma dopo essercaduto. Ripulirò l’anima vostra, e vi darò ancora

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forza. L’inferno non è fatto per i miei figli che, rico-noscendo i loro falli, li detestano.

Figli, già altre volte vi ho parlato dell’inferno.Vorrei mettere un cartello premunitore al collo diogni cristiano perché ricordasse questa terribile ve-rità: l’inferno esiste e dura in eterno; chi vi cade, re-sterà per sempre.

Vi benedico tutti, figli miei, e raccomando a tut-ti, specie ai sacerdoti e alle suore, di farsi interpretidei miei pensieri e desideri.

Arrivederci, figli. Vi amo tanto e vi benedico an-cora ad uno ad uno.

ESERCIZI SPIRITUALIDAL 10 AL 12 FEBBRAIO 1977

A TAVERNOLAGesù 10 Febbraio 1977 (alla partenza per Tavernola)

Figli, sono in mezzo a voi. Sono il divin Maestro!Voglio porgervi il mio saluto pieno d’affetto, e vo-glio promettervi la mia assistenza particolare inquesti giorni che voi trascorrerete in armonia e in si-lenzio interiore con me.

Ho tante cose da comunicarvi: alcune ve le diròio, altre la Madre mia. Mi servirò dei ministri diDio, che vi parleranno e che riceveranno le vostre

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confessioni; e ci serviremo della mamma che vi ab-biamo messo accanto, perché sia il nostro altopar-lante.

Ci occorreranno queste cose perché i santi Eser-cizi Spirituali portino frutto.

Anzitutto, una grande disciplina. Dove c’è ordi-ne, regna il Signore. L’ordine, poi, è fatto di ubbi-dienza e di sacrificio. Mi occorrerà la vostra docili-tà e la vostra umiltà. Mi sarà indispensabile la vostrafede, per poter comunicare con voi e operare quel-le trasformazioni che vedo indispensabili affinchèpossiate divenire quali io vi desidero.

Voglio oggi ricordarvi il fatto evangelico, perspronarvi a trarne quel profitto e quegli insegna-menti che esso vi dona.

Io ero andato nel territorio di Sidone e di Tiro e,entrato in una casa, desideravo esser lasciato in pa-ce, quando venne una donna di quella regione che,prostrandosi davanti a me, mi chiese di liberare daldemonio la sua bambina che giaceva nel letto. Ledissi che ero venuto per i figli di Israele, e che nonpotevo dare le perle ai cagnolini. Alle mie parole,essa ribatté dicendo che anche i cagnolini mangianole briciole che i figli lasciano cadere sotto la tavola.La fede e l’umiltà di quella donna mi commossero,per cui la licenziai dichiarando che la figlioletta eralibera.

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Figli, voi andrete per due giorni di preghiera inquel luogo benedetto. Vorrei che vi portaste la fedee l’umiltà con cui quella donna si accostò a me. Nondesidero soltanto un comportamento esemplare,ma anche generoso. I molti fratelli e figli, che lascia-te dietro di voi, sono molte volte oggetto di zimbel-lo da parte del tentatore, e voi dovete supplicarecon me il Padre perché vengano liberati. Sarete nel-l’atteggiamento di chi chiede le briciole, ma vedre-te il mio cuore aprirsi alla misericordia e alla pietàper tutti coloro che la vogliono accettare. Non met-tete limiti al mio cuore, poiché chi vede, pensa eama me, vede il Padre, lo pensa e lo ama. Egli è Diocome me.

La fede che vi deve avvicinare deve essere senzatimore, e la fiducia che vi deve animare deve esserecertezza.

Io resterò in mezzo a voi e chiederò la vostracompagnia. Nulla deve essere trascurato di ciò chemi fa piacere, poiché la mia generosità sarà la vostracentuplicata!

In mezzo a voi la mia immacolata Madre racco-glierà i vostri desideri e li presenterà con me al Pa-dre perché siano realizzati. Abbiate grandi desideri,non perdetevi nelle futilità! Mirate alle altezze, cioèchiedete tutto ciò che il Signore vuole realizzare invoi e per mezzo vostro.

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Alcune mamme partono e lasciano i loro bimbiaffidati alla bontà di parenti; altre lasciano figli biri-chini e un po’ sviati. Ebbene, non datevi pensiero!Io amo i vostri bambini, amo i giovani e gli anziani.Per mezzo del vostro amore e della vostra preghie-ra, assisterò tutti, e sarà bello quando ritornerete esentirete che ciascuno è stato più buono che quan-do voi eravate presenti.

E chi non può venire? Sarà come se fosse con chiparte, perché io stabilirò dei contatti, fatti di affetto edi preghiera, che faranno di tutti una perfetta unità.Sappiate accettare ed offrire il sacrificio e la rinunciaper il bene delle anime. Chi parte in comitiva, devepure disporre l’anima a qualche contrarietà.

Vi prego, siate generosi, e sappiate offrire quellepiccole cose per tanti miei figli che, colpiti da gravisciagure, non abbisognano che della vostra solida-rietà per superare quelle difficoltà. Più sarete gene-rosi e sereni, e più il vostro cuore sarà largo per ac-cogliere le mie grazie e il mio amore.

Gli angeli vostri vi accompagneranno e veglie-ranno su di voi. Non dimenticateli mai, e non siatecausa di disapprovazione. Se mancate di carità colvostro simile, oltre ad offendere lui, offendete an-che il suo angelo. Siate perciò solleciti, quando viaccorgete di non esservi comportati bene, a scusar-vi e a ristabilire un ordine perfetto.

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I giovani siano comprensivi con le persone piùanziane. Chi è in perfetta salute, aiuti chi ne ha po-ca, e chi ha qualche malanno, lo sappia nasconderesotto il velo della bontà e del sorriso.

Vi benedico, figli, e vi auguro un buon viaggio.

Maria SS. 10 Febbraio 1977 ore 22,30 (a Tavernola)

Figli, tanto a me cari, come posso lasciarvi anda-re a riposare senza darvi il mio saluto e la buonanotte?

Ecco, io sono mamma, e come fanno le buonemamme coi loro bambini? Li preparano puliti, inordine, fanno recitare una preghiera e, mentre rac-contano qualche fatto vero della vita di Gesù o altrecose edificanti, i bambini si addormentano sereni.La mamma rimbocca le coperte e spegne la luce,dopo averli benedetti.

Questo voglio fare con voi e, mentre vi puliscol’anima dalle colpe veniali e dalle imperfezioni dicui riempite le giornate, vi metto nella mente e nelcuore buoni pensieri e vi benedico, affidando la cu-stodia di voi stessi al vostro buon angelo.

Ma vi sono anche mamme che hanno figli ormaigrandi, che rincasano a tarda notte e forse hannoaggiunto altri peccati ad una lunga serie. E le mam-

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me stanno in ansia, e pregano, e tendono l’orecchioper sentire se i figli arrivano.

Figli, anch’io sono una di queste mamme. Io re-sto in attesa che i lontani ritornino alla casa paterna,e li attendo pregando e offrendo, con le mie lacri-me, il sangue del mio Gesù.

Ebbene, questo pensiero vi accompagni finchévi prenda il sonno e, se capiterà che abbiate l’in -sonnia o che spesse volte vi abbiate a svegliare, vol-gete il pensiero al mio cuore immacolato e addolo-rato. Esso è come la porta di casa, sempre aperta inattesa che i figli ritornino.

Ora vi benedico, augurandovi una buona notte euna buona giornata che comincerà con la musica, eche sia tutta una musica!

Gesù 11 Febbraio 1977 ore 7

Figlia mia, io sono la Parola eterna del Padre. Ioparlai agli uomini di tutti i tempi. La mia Parola èvita, è verità, è grazia!

La Parola è semente che, nei giorni di raccogli-mento e di preghiera, viene gettata nelle anime.

Ricordi la parabola del seminatore? Egli uscì eseminò, ma parte della semente cadde lungo la stra-da e, venuti gli uccellini, la beccarono. Un’altra

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parte cadde sul terreno roccioso, dove c’era pocaterra, e subito germogliò, ma, quando si levò il sole,si inaridì.

Ti basti questo! Le distrazioni e le preoccupa-zioni della vita distruggono il frutto che la Parolapotrebbe portare. Eliminare ciò che porta la dissi-pazione dello spirito, è cosa indispensabile peraprire un colloquio con me. Dimenticare ciò cheforma l’assillo delle cose quotidiane, è la necessitàdel momento in cui si devono gustare le cose diDio. Ritornando però alle occupazioni necessariedella vita, si dovrà far in modo d'incanalarle perchégiungano, benedette e santificate, fino al cuore diDio.

La semente germoglia così, e impreziosisce la vita.Quando poi il vento e il sole delle passioni tente-

ranno di ardere il seme, occorrerà aggiungere la ter-ra e il concime della penitenza e delle buone opere,perché esso sia difeso dall’eccessivo calore.

Porta sempre nel tuo cuore questi desideri di be-ne, perché il raccolto sia abbondante.

Ogni anno che passa è un avvicinarsi al tempodella mietitura. Il buon seme deve produrre buongrano, che sarà raccolto nei granai eterni per la glo-ria di Dio e per la tua gioia.

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Gesù 11 Febbraio 1977

Figli miei, eccovi qui raccolti e devoti in preghie-ra! Io vi parlo, e voi mi ascoltate. La mia parola ètalvolta dolce come il miele, altre volte severa, ma èsempre la parola di un Padre che desidera il vostrobene e la vostra felicità. Che cosa desidero oggi por-tare al vostro sguardo?

Vi è stato detto che è bene, nei santi Esercizi, ri-cordare i “Novissimi” e meditarli.

Io dunque dovrei parlarvi della morte che, ine-sorabilmente, colpirà ciascuno di voi, anche se intempi diversi; ma preferisco parlarvi non tanto del-la morte del corpo, che comporta la separazionedell’anima da esso, ma di quella morte che deve es-sere volontaria e di tutti i giorni, perché possiate farvivere in voi quell’uomo nuovo che dovrà presen-tarsi al cospetto di Dio.

La morte del corpo è una cosa inevitabile, ed è ilprincipio di una vita che durerà in eterno, ma, dallostato di grazia o di disgrazia in cui si muore, dipen-de l’eternità.

La morte che voi dovete infliggere all’uomo vec-chio, è il cammino verso la perfezione, con la di-struzione di tutti quei difetti che la impediscono. Lamorte dell’egoismo, ad esempio, farà rinascere lagenerosità e l’altruismo. La morte dell’orgoglio, fa-

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rà rinascere l’umiltà e tutte quelle virtù che l’ac -compagnano.

L’uomo vecchio è fatto di concupiscenza e dipeccato; l’uomo nuovo risorge ogni giorno e anelaalla virtù e al bene, come il navigante anela di rag-giungere il porto, e come l’uccello desidera l’ariapura e le altezze.

Vi sono molte cose nella vita che fanno invec-chiare anzitempo: le fatiche, le croci e le tribolazio-ni, e la mancanza di ordine nel dirigere le funzionidei propri organi. Ma l’invecchiare spirituale è unacosa ben più grave, perché non fa godere dei donidi Dio, li fa disprezzare, e non fa agire con entusia-smo e con gioia.

La lotta contro la morte naturale è anche un de-siderio di prolungare il più possibile la vita. Nellecose dello spirito, il lavoro e la fatica servono a rin-vigorirla, purché tutto sia condotto sotto la guidadel Medico celeste che sa guidare e sottoporre allasua volontà chi a Lui s’affida.

Ora vediamo in quali cose è necessario morire.Vi è in ciascun’anima come un grande contrasto.

Si sa che si dovrebbe vivere per il Signore, mal’attaccamento alla vita e a sé stessi rende difficolto-so pensare a Lui ed agire per Lui.

Se ogni giorno ciascuno avesse come meta daraggiungere una virtù, la lotta contro il male non sa-

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rebbe tanto gravosa! In famiglia, e con gli altri fra-telli, le relazioni sarebbero più semplici. Il puntod’incontro non sarebbe difficile, e più facilmentecadrebbero le barriere che dividono. Quella virtùche volete raggiungere è come un colpo giornalieroa quel difetto che fa parte dell’uomo vecchio.

Se una forza sovrumana pare doversi impiegareper compiere quelle opere umane che sono destina-te a perire col tempo, con quanta energia, conquanta forza di volontà vi dovete impegnare perraggiungere la santità! Molti si creano una santitàfatta su misura, senza lotta contro sé stessi, ma sonodegli illusi. Senza annientare l’amor proprio, diffi-cilmente si potrà capire ciò che Dio vuole da voi.L’amor proprio vi fa concentrare pensieri, parole eazioni, su voi stessi: come potete arrivare a Dio?Ma, se la demolizione di una casa in rovina è neces-saria per poter costruirne una nuova, non vi pareche sia indispensabile quell’opera di abbattimento,spirituale e morale, che mira alle radici?

L’amor proprio è l’origine di molti mali, anchefamiliari e sociali.

Quando riuscite a mantenere la pace familiare?Forse quando, facendo emergere i vostri diritti, faterisuonare la vostra voce dicendo ciò che vi pare giu-sto dire? No certamente! Voi la manterrete quando,nonostante che abbiate la possibilità di emergere,

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voi date una staffilata al vostro amor proprio e, in-goiando forse delle pillole amare, tacete.

L’amor proprio crea l’egoismo, per cui non sihanno più occhi per vedere i bisogni altrui, ma tut-to si accentra su sé stessi. Questo egoismo fa perde-re la felicità agli altri oltre che a sé stessi, poiché cisarà sempre motivo di dolersi di essere trascurati,incompresi ed offesi.

Se la lotta contro questa serpe velenosa, che ro-vina il bene e che porta a disinteressarsi degli altri,sarà diuturna, crescerà in voi quella vita di graziache è come la mia statura e la mia somiglianza.

Ogni padre gode di vedere riflessa nei suoi figlila sua fisionomia morale, spirituale e anche fisica.Ebbene, voi dovete avere le mie fattezze, quelle delRisorto, e verso questa somiglianza e questa risurre-zione camminerete giornalmente, se saprete vincerequelle tendenze cattive e quei difetti che affioranocontinuamente. Una morte quotidiana volontaria,fatta di lotte, di conquiste e di ricadute, ma anche dibuona volontà di risollevarsi.

Figli, io guardo le vostre anime e mi rallegro, per-ché vedo che questa morte è un’attrattiva per voi. Ilperfezionarsi dell’uomo, come in ogni campo dellatecnica e della scienza, è una cosa innata, per cui tut-ti dovrebbero tendere a questo. Per il cristiano, ten-dere alla perfezione è un dovere. Attraverso l’annien -

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tamento di sé stesso, della propria natura, esso si ele-va ad una vita più perfetta, perché più simile alla vitadi Dio. Ora riposatevi un po’ e ripensate. Ogni paro-la può essere motivo di riflessione e di fiducia.

Gesù 12 Febbraio 1977 ore 7

Figlia mia cara, mi piace ricordarti quello che è ilperno della tua missione sul lato umano con unafrase che indica tutto un programma: “Ridi con chiride, piangi con chi piange!”. Questa partecipazio-ne alla gioia e al dolore degli altri è vera carità.

Ho goduto della vostra serenità in questi, se purbrevi, giorni di distensione. Le persone anziane de-vono riprendere coraggio, poiché la croce pesaquando gli anni aumentano. Questa serenità, unitaalla preghiera, diventa una forza, e sarà entusiasmoper il bene e accettazione della croce, che porteràarmonia e pace nei cuori e nelle famiglie.

Dopo la mia risurrezione, più volte, apparendoagli apostoli e alle pie donne, con l’augurio di pacedonai la gioia.

I giorni, poi, di raccoglimento e di preghiera, an-che se accompagnati da qualche sollievo, sono gior-ni passati con lo Sposo. E può la sposa essere tristeo tenersi in disparte mentre altri gioiscono?

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Siate sereni, e gustate le cose di Dio con sempli-cità di cuore.

Le pene che formavano il tuo cruccio, a te comeagli altri, in questi giorni le ho fatte dimenticare; poisi torna a contatto con la realtà, e occorrerà dimen-ticarsi, per potersi donare.

Ciascuno ha i propri dolori, ma, se ciascuno sichiude in sé stesso non preoccupandosi degli altri,diventa cupo e insopportabile. Un cuore aperto aglialtri porta con sé una nota giovanile di freschezza ed’amore, che nulla ha da invidiare alle ventenni.

Consolare gli afflitti, è condividere o sostituirsiagli altri per portare la croce. Anche questo va fattocon tanta serenità e con gioia.

Siate angeli annunciatori di pace: sarà in mezzo avoi Gesù bambino!

ESERCIZI SPIRITUALIDAL 5 AL 8 FEBBRAIO 1978

A TAVERNOLAGesù 5 Febbraio 1978 (prima della partenza)

Figli a me tanto cari, la pace e la grazia siano co-stantemente nei vostri cuori, e vi diano quella sere-nità che vi è indispensabile per compiere bene i vo-stri doveri.

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Sono Gesù Maestro, qui in mezzo a voi, e voglioio stesso dare inizio a quei santi Esercizi che farete,tutti voi che partite e voi che restate.

Durante la mia vita mortale, io mi ritiravo spessoin luogo solitario per pregare, per riposare e permeglio comunicare col Padre mio, anche se io e ilPadre siamo una cosa sola. La stessa cosa volevoche facessero anche gli apostoli quando ritornavanodopo i loro viaggi di apostolato.

A voi dico: non vi manderò in un luogo solitario,ma in un’oasi dove potrete dissetarvi alle sorgentidella vita e riprendere forza per continuare il cam-mino, riposando alla mia ombra. Vi si chiederà il si-lenzio, che deve essere soprattutto interiore, perchénel silenzio io possa parlare al vostro cuore.

Ma io vi chiedo soprattutto tre cose, su cui im-pernierete la vostra giornata. Vi chiedo di portare inquella casa, che vi vedrà attenti e oranti, tanta gioiainteriore, tanta bontà e tanta fede. La gioia vi deverendere fervorosi, disponibili e desiderosi di acco-gliere la rugiada celeste. La bontà vi deve affratella-re, così da non farvi notare i sacrifici che la vita co-munitaria porta con sé. La fede, poi, vi faràaccogliere la Parola di Dio con amore e con la fer-ma volontà di metterla in pratica.

Dovrete perciò dimenticare tutte le pene, speciequelle prodotte da preoccupazioni materiali che so-

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litamente vi tengono in agitazione. Dovrete lasciar-mi agire, permettendo che la luce dello Spirito San-to s’irradi nella vostra mente e riscaldi i vostri cuo-ri. Dovrete veder chiaro ciò che nella vostra vita vacoltivato e ciò che va sradicato.

Il lavoro di coltivare è affidato a noi, alla Madremia e a me, ma occorrerà la vostra collaborazione.Tutto ciò che è bello, amabile, santo, è bene che siaoggetto delle vostre premure; però, siccome moltevolte, illusi da una visuale imperfetta, potreste ve-dere come bello e buono e vero ciò che non lo è, oc-corre che abbiate a mettervi al cospetto di Dio congrande sincerità. Il dolce Ospite delle anime agirà;ma voi, desiderosi di luce, aprite le finestre dell’ani-ma a questo Sole divino.

Vi ho detto che dovrete togliere ciò che è male.Non dovrete perciò avere troppa pietà per quellecose che potrebbero procurarvi sofferenza. Più sa-rete spietati con voi stessi, e più buona e più prontasarà la guarigione! Che fa il medico quando deve le-vare una benda da una piaga purulenta? Strappa labenda fino a far sanguinare la piaga. Guai se doves-se non pulire, per non far soffrire!

Così, uniti come un cuor solo ed un’anima sola,guidati dalla Mamma celeste, ammaestrati da noi edai miei ministri che vi diranno parole divine, stabi-lirete il vostro piccolo programma per l’avvenire.

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Parecchie persone che quest’anno vanno nel-l’oasi, già erano state in precedenza ad attingereforza e grazia. Io desidero che questi santi Esercizisegnino un punto di partenza per un miglioramen-to reale. Che non si debba dire che è stata gettatainutilmente la buona semente!

“Temete il Signore che passa”, dice lo Spirito San-to! Quell’ondata di grazia di cui ogni anima sarà co-me investita, possa dare a tutti il costante pensierodell’azione divina nel mondo, e possa far gustare labellezza del servizio di Dio. Vivrete giorni di paradi-so, che dovranno continuare fino al raggiungimentodella Patria beata, anche se nessuno potrà rispar-miarvi il calvario, poiché è dal calvario che si sale alcielo.

E per quelli che restano? Avranno le stesse gra-zie se, in unione di cuori, con uno spirito di racco-glimento, sapranno trasformare le loro azioni in at-ti d’amore.

Figli, vi benedico tutti e rimango con voi per ri-cevere e per dare. Se non mi negherete nulla, io nonvi negherò nulla, e stabiliremo assieme i più intimilegami di amicizia e di affetto.

A tutti, il mio abbraccio!

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Maria SS. 5 Febbraio 1978 (a Tavernola)

Figli miei, come posso lasciarvi andare a ripososenza darvi quella buona notte che ogni mamma de-sidera dare ai suoi figli? E quali saranno le mie pa-role in questi momenti così preziosi d’intimità conme?

Ecco, figli, v’invito a volgere il vostro pensiero aitabernacoli che, nelle cappelle qui vicine, contengo-no il Re dei re. Ebbene, accanto a questi tabernaco-li, io veglierò durante la notte, sospirando il mo-mento del vostro incontro col mio Gesù, e sarò lietadi darvi io stessa quel prezioso dono, domani,quando vi accosterete alla santa Comunione.

Ora però, v’invito a pensare a tutti i tabernacolidel mondo. In alcune chiese, questi saranno oggettodi offese, di sacrilegi e persino di oscenità. I molti fe-deli che dovrebbero affollare le chiese, le lascianodeserte, e molti si accostano al sacramento d’amorein peccato mortale.

Io questa notte vi farò un grande dono: vi porte-rò con me, nella misura in cui lo desiderate, comeper fare adorazione e riparazione in tutte le chiesedel mondo. Voglio che, anche dormendo, l’animavostra possa esprimere a Gesù, vivente nell’Eucari-stia, i vostri desideri buoni e che Egli possa avereconsolazione.

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Ora, non lasciatevi prendere dal desiderio di ve-gliare, ma, se l’insonnia vi terrà desti, ringraziate ilSignore. Sappiate però che, anche dormendo, voisarete con la Mamma celeste a suscitare nel mondol’amore per la SS. Eucaristia. Ogni respiro, ogni so-spiro, ogni vostra intenzione, siano perciò attid’amore, che bastino, anche da soli, ad emularequella continuità d’amore che tiene uniti gli angelidel tabernacolo a quelli del cielo.

Buona notte, figli! Notte santa per tutti, e doma-ni il risveglio vi trovi gioiosi di continuare ad amaree servire il Signore.

Mamme, benedico i vostri figli e familiari. Figlimiei prediletti, vi benedico coi vostri figli spirituali.

Gesù 6 Febbraio 1978 ore 4,30

Figlia mia, parlo a te, ma mi rivolgo a tutti colo-ro che, con te, trascorrono queste giornate d’incon -tro con Dio. Oggi è spuntato per voi un nuovo gior-no, un altro dono di Dio! Come l’utilizzerete?Come sarà la vostra preghiera?

Vorrei che qui mi rappresentaste tutta l’umanità:i sofferenti nel corpo e nello spirito, i buoni e colo-ro che, rifiutando la grazia, si ribellano a Dio. Vor-rei che mi raccomandaste i miei prediletti, molti dei

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quali non hanno fede, non mi amano e s’incammi -nano sulla strada del male e del maligno, che li se-para definitivamente da me.

Dovrete raggiungere i cuori più induriti e piùribelli con la vostra preghiera. Ma perché possaavere una forza travolgente e reale, la vostra pre-ghiera dovrà essere animata dalla carità: dovrà es-sere carità!

Il fuoco, che avvampa e distrugge interi boschidurante l’estate, compie un’opera devastatrice; mail fuoco dell’amore che passa nel mondo, distruggeil male e, per la potenza che Dio gli dona, sulle ro-vine costruisce il bene.

Sempre così dovrà essere la vostra preghiera.Non un’abitudine, non un monotono ripetersi difrasi, che spesso la mente non segue, che le labbrapronunciano a cuore freddo, ma un fuoco d’amore,una musica divina che, prendendo l’intonazione dalvostro interno, sale e si diffonde, raggiungendo Dioe le sue creature.

Una riflessione profonda vi permetterà di stabi-lire come è stato finora il vostro rapporto con Dio,mediante la preghiera.

I giganteschi grattacieli, che la tecnica modernacostruisce in tutte le città, sono retti da armaturepossenti d’acciaio e cemento, senza le quali il primouragano potrebbe abbatterli.

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La vostra vita spirituale è come quei grandi edifi-ci. Le preghiere possono essere i mattoni che, unitil’uno all’altro, formano i diversi vani, ma, se mancal’amore, manca l’armatura, manca il sostegno. Alleprime difficoltà, create dalla salute, da contrasti colprossimo o da altri guai così comuni nella vita, verràmeno la volontà, la forza e la gioia del pregare.

Intensificate l’amore: ecco il mio desiderio! Fa-rete della vostra preghiera un’armonia di cielo. So-no Gesù che vi parla! Sono io, e il Padre che è in mee con me.

Diciamo assieme: “Padre nostro, che sei nei cie-li, sia santificato il tuo nome da ogni creatura. Ven-ga il tuo regno sulla terra, regno d’amore e di pace.Sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra, etutti possano essere felici vivendo della tua vita, co-me lo sono i beati e gli angeli che sono nella gloria.Avvolti e consapevoli del tuo amore, Padre, rendiciriconoscenti per il pane che ci doni, per il perdonodelle nostre colpe, che ci dai ogni volta che lo vo-gliamo, perdonando noi pure a chi ci offende. Libe-ra le nostre anime dalle seduzioni del demonio, delmondo e della carne! Rendici santi!”.

Così, figli, amando il Padre per mezzo mio, arri-verete a Lui, ed io ve lo farò conoscere sempre me-glio fino ad abbandonarvi sereni fra le sue braccia,sul suo cuore.

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Gesù 6 Febbraio 1978

Figli diletti, sono in mezzo a voi. Sono il vostroMaestro! Voglio ammaestrarvi con le parole più sem-plici, perché anche voi abbiate ad amare la semplicitàe perché, nell’esercizio della virtù e nel vostro com-portamento di vita, possiate sempre più assomigliarmi.

Vorrei parlarvi del peccato, che generò e generacontinuamente la morte: morte fisica, morte mora-le, morte spirituale.

Basterebbe che voi guardaste il crocifisso, per ve-dere come mi ha ridotto il peccato. Basterebbe os-servare il mondo, e vedere quanti mali lo deturpano,per accorgervi che le conseguenze del peccato nonsono cose trascurabili. Eppure, non voglio farvi rile-vare la bruttezza del peccato che continua a far stra-ge del mio corpo nella Chiesa e delle anime. Vi vogliofar pensare quanto sono pericolose quelle imperfe-zioni che molte volte vengono trascurate, e che nonsono certamente un segno del vostro amore.

Vi ho parlato stamane della preghiera come fuocod’amore, ma tutto ciò che porta a trascurare o a di-minuire l’amore non può essere gradito al mio cuore.

Che cosa sono le imperfezioni? Sono azioni buo-ne compiute con leggerezza, senza precisione, senzaentusiasmo, come per forza, e che perciò non pos-sono portare quei frutti di bene che io desidero.

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Che cosa sono le imperfezioni? Sono una rispo-sta negativa a quelle richieste che Dio può e vuolefare ai suoi figli, e che, senza essere imposte da undovere preciso, sono a Lui care.

Che cosa sono le imperfezioni? Sono la ricercadella propria volontà in tutte le cose, anche se buo-ne, per cui il Signore non può realizzare quei dise-gni amorosi che Egli ha su ciascun’anima.

A questi interrogativi voi dovete rispondere, do-mandandovi se il bene cercate di compierlo bene ese siete desiderosi di compiere ogni cosa nel quadromeraviglioso della divina volontà.

È facile che molte false visioni vi mostrino comebuono ciò che non è. A purificare e a raddrizzare leazioni è pur vero che vi sono le intenzioni rette chegiustificano, ma è bene confrontare spesso il vostroprogramma di vita con i doveri del vostro stato, conla direzione spirituale del sacerdote, che è bene sce-gliere, e studiare da vicino il mio comportamento ri-flesso in quella frase che tutto riassume e che dice:“Fece tutto bene; fece bene ogni cosa!”.

Un’imperfezione nella preghiera è una mancan-za d’amore! Un’imperfezione nell’agire può gene-rare disordine nella vita spirituale, nella famiglia, eportare conseguenze gravi in molte persone che diquell’azione dovrebbero sentirne beneficio.

Sulle ali dell’amore andate alla ricerca del vero

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bene e del meglio, in ordine all’amore di Dio!Quando si tende alla perfezione, si è in sintonia coni santi del cielo e con le anime purganti, che nel fuo-co d’amore purificano le loro imperfezioni. Ma si èanche membra attive della Chiesa, madre di santi,che, chiamando alla santità, mostra la via stretta edifficile della perfezione.

Se una mamma trascurata può essere causa di bi-sticci, può provocare ire e bestemmie. Una mammache si studia di compiere con perfezione i suoi doveriotterrà gli effetti contrari e, mentre si attireràl’ammirazione dei familiari, manterrà armonia e pace.

Non vi dico quanto può essere dannoso un com-portamento trascurato in un sacerdote! Tutto di-venterà di scandalo per i fedeli, che vedranno in luiuna mancanza di fede e di amore non accettabile.Al contrario, i miei ministri, che in ogni azione diministero o di vita comune rifletteranno il mio mo-do d’agire, saranno come lampade accese che da-ranno luce alla Chiesa; saranno il sale che saporisceogni loro parola, rendendola efficace; saranno laguida sicura, che il Signore metterà accanto ai mol-ti ciechi che vivono nel mondo.

Le figlie, poi, che spinte da desideri di apostolatoe di bene, compiranno ogni cosa con precisione eamore, avranno una chiamata particolare a vivere nel-la mia amicizia, per cui, disprezzando tutto ciò che il

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mondo apprezza, diventeranno come le bianche co-lombe che danno al mio cuore gioia e conforto.

Figli, sappiate che i santi Esercizi sono un donodel cielo: dono di grazia, invito alla santità! È ne-cessaria perciò una bella confessione, che vi ridonil’innocenza battesimale, arricchita di tutti quei me-riti che vi siete acquistati con una vita buona, e vidoni uno slancio amoroso verso Dio, un desiderioardente di servire il Signore, come lo servono gli an-geli, ministri di Dio e vostri servitori.

Ora parteciperete ad un’altra santa Messa. Chipuò, mi riceverà per la seconda volta, ed io, ancorae sempre, effonderò sulle vostre anime una fiamma-ta di grazie.

Maria SS. 6 Febbraio 1978

Figli miei, eccoci alla fine di questa bella giorna-ta, che avete trascorsa completamente in preghiera!Una preghiera ben fatta è stata la vostra, e che nonmancherà di produrre quei frutti che il Signore de-sidera.

Ed io sono qui per fare di questa bella giornataun dono al Padre, come segno d'adorazione, un do-no a Gesù, mio Figlio, come collaborazione alla re-denzione, e un dono allo Spirito Santo, come atto

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d’amore, per il quale le anime in grazia di Dio pos-sano accrescere la loro vitalità e gli erranti possanoritrovare la giusta strada.

Io voglio presentarvi in questo momento un qua-dro spettacolare che vi mostri quanto è utile la vo-stra preghiera, che io distribuisco, secondo le ne-cessità, durante le ore notturne. Non meravigliateviche, avendovi detto ieri sera che avrei vegliato alleporte dei tabernacoli, vi dica stasera altre cose! Nel-l’onnipresenza di Dio, e con la sua potenza e sa-pienza, io posso compiere molteplici azioni, che avoi umanamente possono sembrare impossibili.

Il quadro che io vi presento ha due aspetti: da unlato, le tenebre del peccato che ricoprono la terra;dall’altro lato, il miracolo della grazia, che rispondealla preghiera che si leva da più parti dell’emisfero edal mondo intero.

Se volete avere una pallida idea del male, mette-te assieme i delitti, la prostituzione, gli scandali: tut-to ciò che trova appoggio nell’oscurità.

A questo male aggiungete la sofferenza, quellache parte da molte case, dagli ospedali e dai luoghidi pena; sofferenza che potrebbe essere santificata,mentre il più delle volte diventa incentivo ad unmale maggiore o alla disperazione. Ma vedete an-che, con coloro che soffrono nel corpo, i lavoratori,che devono continuare nella notte quel lavoro che

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non può essere interrotto. Anche qui, ciò che po-trebbe essere trasformato in mezzo di santificazio-ne, viene molte volte portato avanti con odio, conmalumore e con bestemmie.

È tutto un quadro negativo a cui io sovrintendo,poiché le prostitute, gli assassini, i ladri, i drogati etutti coloro che agiscono contro la Legge di Dio e adanno del prossimo, sono miei figli. Ma sono ancheal letto dei moribondi, nelle corsie degli ospedali, edovunque c’è una sofferenza da utilizzare, da bene-dire e da lenire.

Come posso arrivare a tutti? Con la potenza dicui Dio mi fa dono, ma con il soccorso della vostrapreghiera! Quel Dio, che è bontà infinita e che per-mette e comanda all’uomo di rivolgersi a Lui inogni necessità, non può rimanere indifferente aquelle suppliche che arrivano a Lui dalle vostre lab-bra e dai vostri cuori, passando per la mia persona!

Alle vostre preghiere si uniscono altri cori oran-ti. Sono anime elette, che nella preghiera notturnadanno sfogo ai loro affetti e col loro sacrificio paga-no di persona. Sono anime vittime, che non hannososta nella loro offerta di dolore fisico o morale. So-no sante religiose e santi sacerdoti che, implorandomisericordia per il mondo, mi chiamano ad interve-nire. E sono anche le mie care sorelle, mamme co-me voi, che, preoccupate della sorte dei propri figli

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e mariti, non riescono a darsi pace e non hanno chel’unica aspirazione di vedere tutti i loro cari ripren-dere la via della verità, della fede, della Chiesa.

Ma quale sarà dunque la buona notte che io da-rò a voi stasera? Figli, voglio rendervi partecipi del-la mia opera!

Che fa una mamma quando ha dei figli buoni ene ha di ribelli, d'ingrati, di malvagi? Lascia che ibuoni riposino, finché tiene la porta aperta aspet-tando che gli altri ritornino; ma, se vede che tarda-no e pensa male, chiama quelli che mette a partedelle sue confidenze e dice loro la sua ambascia, poiinvita a recitare una preghiera e si lascia consolareda questi figli buoni che la capiscono.

Io faccio veramente come queste mamme e, setrovo in qualche anima buona desiderio di ripara-zione e desiderio ancor più vivo di consolarmi, lechiamo perché veglino un poco con me.

Qualche volta voi vi meravigliate di essere sve-gliati forse anche nel cuore della notte. Sono io, fi-gli! Io, che ho il cuore grande quanto il mare e,mentre vorrei accogliere tutti, non posso che tenereaperta la porta per chi si rifiuta e preferisce andaregirovagando assieme ai demoni che scorrazzano peril mondo.

Così mi siete d’aiuto! Entrate nella mia casa, fi-gli! Venite nel mio cuore e amatemi per tutti! La

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porta del mio cuore sarà aperta fino al giorno in cuiil numero degli eletti sarà completo.

Figli, il valore della preghiera notturna è moltogrande! Siate generosi, siate fedeli. Vi sarà dato ilcentuplo.

Ad uno ad uno vi darò il mio Bambino da bacia-re, e vi darò dolcezza al cuore.

Buona notte, figli! Buona notte! Splenda sul vo-stro capo la stella fulgente di Betlemme, e la gioiadella notte santa riempia il vostro cuore.

Gesù 7 Febbraio 1978

Figlia mia, dico a te per tutti.La vita dell’uomo è come lo sfogliare un quader-

no, in cui è necessario ogni giorno scrivere le pro-prie azioni. Su queste azioni, il Signore del cielo edella terra pronuncerà il suo giudizio, che sarà dipremio o di condanna. Nessuno può lasciare paginebianche, e nessuno deve segnare sgorbi e macchie.

Il Vangelo, che ha riportato i fatti più salientidella mia vita e i miei insegnamenti, riporta pure leparabole. Quella dei lavoratori, che vengono chia-mati a tutte le ore, esprime molto bene il mio pen-siero e il senso che è necessario dare alla propriavita.

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Ieri vi parlai della preghiera, che deve essere ani-mata e mossa dall’amore. Essa è l’azione più impor-tante della vita, perché vi fa comunicare con Dio.Ma tutte le altre azioni, che chiamate lavoro, posso-no e devono divenire preghiera, per essere gradite aLui. L’aspetto esterno di un’azione può prenderediversi nomi secondo la mansione, la professione ola missione di ciascuno, ma lo scopo e la santità del-l’azione deve rendere colui che la compie, operaionella vigna del Signore.

Ogni anima deve giornalmente celebrare la pro-pria messa, deve cioè trasformare il pane e il vinodell’umano nel mio corpo e nel mio sangue, cioè neldivino. Davanti a Dio non conta l’importanza del-l’azione, ma la trasformazione che l’azione subiscee che la rende degna di essere offerta a Lui e degnadi una ricompensa eterna.

Le qualità indispensabili, perché le azioni sianogradite a Dio, sono queste: che esse siano compiute ingrazia sua, che siano conformi alla sua volontà e chesiano espressione dell’amore di Dio e del prossimo.

Figli, quante opere sciupate nel mondo! Quanteavranno puramente una ricompensa umana, anche sel’apparenza presenta una utilità! Quanto lavoro nonsarà retribuito, perché il Padrone potrà dire: “Hai giàricevuto la tua mercede; non hai lavorato per me; noneri al mio servizio; non hai fatto la mia volontà!”.

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Come si manifesta la volontà di Dio agli uomini?C’è una legge che dirige il mondo, c’è una legge

che dirige le coscienze e c’è un comandamento cheriassume la volontà di Dio, così da renderne facile lapratica. È la legge dell’amore! Se nella preghieral’amore è quel sentimento profondo che unisce aDio e ai fratelli, nell’azione l’amore si concretizza esi trasforma in opere di misericordia e di bontà, chea Dio danno onore e ai fratelli danno aiuto. Unapreghiera senza amore è sciupata, come un’azionecompiuta senza amore.

Celebrate, figli, ogni giorno la vostra messa! In-seritevi nel mio corpo come bianche ostie, degne diessere offerte a Dio per il candore delle vostre ani-me, e il desiderio di lavorare nella vigna del Signoreanimi ogni vostra azione rendendola efficace per ilbene di tutti e degna di ricompensa eterna.

Maria SS. 7 Febbraio 1978

Figli a me tanto cari, sia pace a voi! Sono la Ma-dre vostra. Sono qui per aiutarvi, per illuminarvi eper darvi forza a proseguire nel cammino della virtù.

Mi è caro però avvertirvi che non potrete arriva-re alla perfezione se non esercitando quella virtùche è basilare, e cioè la pazienza. Non è facile dirvi

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l’utilità di questa virtù, perché tutti gli uomini desi-derano vedere appianate tutte le difficoltà, e rag-giungere e realizzare i propri ideali e desideri nelpiù breve tempo possibile.

La pazienza è la padronanza di sé, che non hanulla a che fare con la timidezza, con l’inerzia o conla lentezza. Essa è una virtù veramente divina. Chiinfatti, meglio della SS. Trinità, esercitò ed esercitala pazienza?

Il Padre, che con un atto solo della sua volontàavrebbe potuto creare l’universo e tutto ciò che es-so contiene, volle impiegare sei epoche, dando adesse uno spazio, e volle persino riposare dopo averterminato l’opera della creazione, come se avessecompiuto una grande fatica!

Il Figlio si presenta al mondo dopo millennid’attesa. Avrebbe potuto apparire già come adulto, einiziare la sua opera con l’apostolato. No, aspetta, esceglie il modo di nascere di un bambino. Nove me-si di preparazione, poi trent’anni di attesa nella piùumile casa, con due creature semplici e laboriose.Non solo! Gesù comincia il suo apostolato, e la pa-zienza diventa una vera necessità. Coloro che avevascelti non lo capiscono. Alcuni pensano che Egli vor-rà costruire un regno e, dopo molte istruzioni sulleverità eterne, dimostrano di non aver capito nulla, fi-no al punto che tra loro sorgono contrasti e rivalità.

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La pazienza fu virtù regina nella vita di Gesù,poiché Egli doveva dare l’esempio di saper attende-re, e la virtù della pazienza, accoppiata a quella del-l’umiltà, doveva fare di Lui la candida pecora dacondurre al macello.

La pazienza è la virtù dello Spirito Santo, che de-ve lavorare nel mondo come anima della Chiesa, econservare l’unità nella fede e l’unità dei cuori nellacarità. Quanto difficile è quest’azione santificatriceche deve elevare i cuori e le menti, così da renderliuna vera unità nel corpo mistico del mio Figlio!

Ma anche il lavoro di perfezionamento di ognianima esige pazienza e lo spirito del Signore vigila,provvede, abbatte, costruisce, facendo di coloroche si lasciano lavorare dei meravigliosi capolavori.

Il Signore pazienta con tutti. Pazienta con i pec-catori, con i suoi prediletti, con le anime tutte, e de-sidera che tutti abbiano a giungere a salvezza senzaforzare le volontà. Egli sa attendere!

Quando un giovane parte per il servizio militare,sembra una cosa inutile quella vita che intraprende.Si nota invece che, al ritorno, la disciplina militareha inciso sul carattere, così da renderlo più padronedi sé.

La disciplina della vita cristiana è la pazienza.Anche quando si desiderano cose buone, occorresaper attendere, poiché nell’attesa si perfeziona la

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volontà, che s'adegua a quella di Dio, e si diventapiù meritevoli di ciò che viene donato.

Quando i figli vengono in possesso di un dono, oviene realizzata una loro aspirazione, se è costata fa-tica, se si è sudato il punto d’arrivo, la soddisfazio-ne è maggiore e la gioia più grande.

Quando l’impazienza riguarda le conversioni, èanche desiderio di Dio che si affrettino. Pensatecon quanta gioia il Padre desidera riabbracciarequei figli prodighi che, forse dopo aver goduto del-le sue tenerezze paterne, si sono allontanati! Ma ilSignore ancora sa attendere, perché deve essere larisposta di una volontà decisa, quella che muoveverso Dio, e non un fuoco di paglia che si spegne al-la prima difficoltà.

È la virtù dei forti la pazienza, anche se si pre-senta come debolezza. Chi è paziente, infatti, nonreagisce, non è facile a condannare, è prudente nelgiudicare e fa della sua vita un esercizio continuo dicarità. Infatti, se chi non pecca con la lingua è uomoperfetto, difficilmente troverete una persona pa-ziente che offende il prossimo.

Il timore di offendere Dio e il prossimo, stannomolto bene con la pazienza. Se il beato Giobbe aves-se assecondato l’impazienza, si sarebbe scagliatocontro Dio, che così duramente permetteva che fos-se provato, e contro il prossimo che lo maltrattava.

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La pazienza fa i santi. Le mamme pazienti diven-tano padrone del cuore dei figli. Le spose diventanole più desiderate compagne dei mariti.

Con la pazienza si portano a termine opere diffi-cili, in cui la precisione è indispensabile, mentrel’impazienza è causa di molti disastri. Sapete perchémolti scolari sbagliano la soluzione dei loro proble-mi? Perché hanno impazienza! Vogliono finir pre-sto! Sapete perché avvengono molti incidenti stra-dali? Per l’impazienza dei guidatori!

Ebbene, davanti a Dio siete come dei bambini acui è affidato il problema da risolvere. È la vostravocazione, la vostra missione. Sappiate ragionarecon la luce che vi viene dall’alto. State calmi! Ab-biate pazienza!

La tela che compone la vostra vita non deve esserecome la tela che il ragno tesse, che alla luce del solesembra una cosa di grande valore e che un insetto oun soffio di vento può distruggere! La vostra tela de-ve essere lavorata con finezza: ogni filo è una grazia;ogni grazia diviene un mezzo per far fiorire in voi ilbene che deve durare in eterno. Se volete fare troppopresto, e se volete fare tutto da voi, il filo s’attorciglia.

Io sono la Madre della pazienza. Tutta la mia vi-ta è stata un esercizio perfetto e continuo di questavirtù. Io vi tengo la mano, vi guido. Sappiate la-sciarvi guidare e sappiate attendere!

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Ogni grazia richiede una fiduciosa speranza eun’attesa accompagnata da tanta preghiera e fattacon molta pazienza. Non dubitate mai di essereesauditi, e abbiate la certezza che, anche se il Signo-re vi fa aspettare, vi ama infinitamente.

Gesù 7 Febbraio 1978

Figli, vi ho mandato questo mio strumento per-ché vi aiuti a farvi capire i miei desideri e le mie spe-ranze.

Sono i giorni di carnevale, e il mondo si sbizzar-risce in ogni sorta di divertimento, noncurante deipericoli a cui gli uomini vanno incontro e dei danniche si recano alle anime.

È un tentativo, il mio, di far comprendere che lavera gioia sta nella tranquillità della coscienza e nel-l’unione con Dio, che è somma felicità; ma pochi micapiscono! Difficilmente si accetta di provare a con-durre una vita sana spiritualmente, cioè in grazia diDio, quando lusinghe d’ogni genere attirano e mo-strano la felicità altrove. È una felicità effimera quel-la che il mondo offre, che non dura e che qualchevolta genera rimorsi e amarezze e persino dispera-zione, ma il demonio la colora e la mostra come in-superabile e unica nelle soddisfazioni che offre.

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Molti perciò cadono! Sono spinti anche dall’e-goismo, ad un divertimento malsano: l’egoismo nel-la ricerca del piacere, senza curarsi di chi ne subiràle conseguenze, o di chi piange e soffre proprio acausa di divertimenti illeciti a cui si dà libero sfogo.

Così, nel mondo, ad ogni carnevale aumenta ilpeccato e le sue conseguenze deleterie: figli che im-parano la strada del vizio, giovani che perdonol’innocenza. L’incontro di amicizie malsane è moltofacile in questi giorni, e sono il principio di una ca-tena che non finisce e che diventa sempre più peri-colosa. Così, in nome del carnevale, durante il qua-le si dice che è lecito impazzire, si cambiano iconnotati, si dimentica di essere figli di Dio, e si ri-mane irretiti da tutto ciò che è libertinaggio in no-me della libertà. Le impudicizie, le droghe, gli spet-tacoli osceni e i luoghi pericolosi, formanol’attrattiva della gioventù, che si rovina.

Come potrò far capire a tutti che in tal modo siperde, con la salute del corpo, anche l’anima? Co-me vorrei entrare nella mente di tutti i miei figli perdire: pensate al paradiso che vi attende! Pensateche tutto ciò che è male non può donarvi la felicità,perché vi allontana da Dio, solo Autore insostituibi-le della vera gioia! Sappiate però che non vi è proi-bito un divertimento sano che porti distensione, se-renità e gioia nella vostra vita.

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La fede, che fa incontrare anche la morte contanta pace, ha la capacità e la forza di trasformare ildolore, così da renderlo dolce e molte volte gradito.Se la fede accompagna la vostra vita, che altro pote-te desiderare?

L’incontro con Dio nello studio della sua Parola,ebbe la capacità di far dire a certi santi che il lorocuore era troppo pieno di felicità, per cui non sem-brava possibile a loro di poter sopravvivere.

Se la fede fosse accettata come una realtà, si sen-tirebbe così vicino il cielo alla terra da fare con essouna vera unità.

Se i santi godono della presenza di Dio, ma con-tinuano ad amare i propri cari così da supplicare ilSignore incessantemente per la loro salvezza eterna,come dovrebbe essere gioioso il pensiero che, puressendo ancora viatori sulla terra, potete comunica-re con loro che vi hanno preceduti!

La fede è l’ancora di salvezza, ma è anche l’arcadell’alleanza, dentro la quale le anime stanno al sicu-ro. E che vi è di più gioioso del pensiero che, mentresiete nel mondo dibattuti da furiosi uragani, voi sieteal sicuro tra le braccia della santa Chiesa che, permezzo dei Sacramenti, vi dona la sicurezza della vo-stra salute e vi immunizza dagli assalti del nemico?

Ma che cosa farete voi per aiutare a riparare ilgrande male e per diffondere il bene?

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Ecco, figli, io mi presento a voi come divino pri-gioniero del tabernacolo, e, mentre vado elemosi-nando la vostra compagnia e la vostra riparazione,vi prometto di riempirvi il cuore di una dolcezza in-finita, quella che provò Giovanni quando posò ilsuo capo sul mio cuore.

Sì, gioite, figli, di quella gioia pura che è propriadi coloro che amano con sincerità il loro Dio e cheper amor suo amano ogni anima, e ricordate che ilvostro carnevale deve soprattutto consistere in que-sto: nel rendere contenti coloro che soffrono. I ma-lati, gli anziani, i bambini, abbiano i vostri affetti ele vostre preoccupazioni. Sentano di non essere di-menticati e di essere capiti.

Il mondo ha trasformato ogni giorno dell’annoin carnevale. Voi fate della vostra vita una continuadiffusione della vera gioia. Essa è come una calami-ta che unisce le anime nel mutuo aiuto, e, come ba-sta il malumore di una persona a rovinare la sereni-tà di una famiglia, così basta molte volte la gioia diun cuore buono e puro a purificare e a rallegrarel’ambiente.

Vi benedico, figli, e vi chiedo un po’ di preghie-ra prolungata questa sera prima del vostro riposo.Ve ne sono grato!

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Maria SS. 7 Febbraio 1978

Figli miei, eccoci all’ultima sera passata in comu-nione con tutti voi! Vi do la buona notte anche sta-sera, ma non intendo dirvi che sarà l’ultima. Verròogni sera accanto al vostro letto e vi suggerirò buo-ni pensieri, mentre vi ricorderò i propositi che, pri-ma di partire da questo luogo, avrete fatti. È unapromessa che manterrò, ve l’assicuro!

Intanto, però, voglio farvi dei doni, che vi pregodi ricevere con fede e con riconoscenza. Voglio re-galarvi i miei occhi, il mio sorriso, il mio cuore. Maperché, mi direte voi? E che cosa ne faremo?

Voglio insegnarvi a guardare, come guardo io, lecose del mondo. Le vostre preoccupazioni devonodiminuire di numero e d’intensità. Ciò che vedete, eche forma per voi oggetto di critica, deve essere og-getto di commiserazione e deve attirare la vostra pie-tà. Ciò che forse passerebbe inosservato davanti avoi, e in cui potreste scorgere l’opera di Dio, doveteguardarlo con interesse, e lodare il Signore che sa evuole compiere opere meravigliose, nelle quali mo-stra la sua sapienza, la sua potenza e la sua bontà.Distoglierete i vostri occhi dal fango e da ciò che po-trebbe dagli occhi scendere nell’anima e imbrattarla.

Vi do i miei occhi, perché voglio vedervi sempreluminosi.

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Devono, gli occhi, illuminare tutta la vostra per-sona. Li voglio pieni di dolcezza, i vostri occhi, per-ché basta la cattiveria mostrata attraverso lo sguar-do, a far cambiare umore a tutta la comunità, allafamiglia, e a rendere pesante l’aria che si respira.

I miei occhi, azzurri come il cielo, devono essereun invito a guardare e a pensare al cielo. I miei oc-chi hanno visto il Signore, perciò si sono riempiti diluce. Un giorno, voi pure vedrete il Signore, ma in-tanto guardatelo in tutti i volti che vi circondano.Guardatelo nei sofferenti, nei sacerdoti, nei bambi-ni, in coloro che tendono a voi lo sguardo suppli-chevole perché aspettano il vostro pieno di com-prensione, di misericordia e di bontà.

Ma vi ho detto che vi voglio dare anche il miosorriso.

È un dono grande, poiché, lo sapete, basta il miosorriso a rallegrare tutto il paradiso! È una cosasemplice il saper sorridere, eppure è alle volte comeun raggio di sole che viene a dissipare le nubi, e dàluce, conforto, consolazione a tutti.

La vita è piena d’incertezze che creano pena edolore. Questo dolore lascia un’impronta sul viso.Le labbra si piegano come in una smorfia, moltevolte, che rende disgustosa la persona. Voi dite: èantipatica una persona che non sa sorridere!

Ebbene, io vi do il mio sorriso perché sappiate

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capire, andare incontro a chi non sa sorridere, epossiate così dissipare le nubi. Molte persone han-no perduto la fede perché non hanno trovato unapersona disponibile che, con amore e con benevo-lenza, con un bel sorriso, abbia saputo ascoltarle edimostrare affetto.

Vi do il mio sorriso, che sia sempre d’incoraggia -mento e di aiuto a voi e agli altri. Vi voglio così se-reni, così uguali di carattere, così cordiali nelle vo-stre relazioni, in modo che tutti coloro che viavvicinano abbiano a pensare a me parlando convoi.

Il terzo dono è il mio cuore.Ve lo dono come asilo per i momenti in cui più

difficile vi sarà il portare la croce, ma ve lo dono an-che perché con esso possiate amare il mio Gesù etutta l’umanità. Dovete essere cuori generosi, chevibrano per la gioia degli altri e per la loro sofferen-za. Cuori che partecipano alle apprensioni di chi di-rige la Chiesa e di chi la compone, poiché in questafratellanza sta il vero cristianesimo!

Vi do il mio cuore perché possiate ardered’amore di Dio, trasformando ogni vostra giornatain una zelante offerta a Dio per tutti. Forse avverràche, dopo aver amato e dopo esservi sacrificati ge-nerosamente per tutti, non abbiate a ricevere quelricambio o quella riconoscenza che vi sarebbe do-

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vuta. Se avrete il mio cuore, potrete capire che do-vete dare non per ricevere, ma con disinteresse. Laprontezza al perdono, che ogni madre ha verso lesue creature, voi l’avrete verso tutti, perché sentire-te tutti come vostri figli, come li sento e li amo io.

Ed ora, figli, mentre dopo una giornata così in-tensa d’amore vi recherete a riposare, ricevete, co-me un dono d’amore, il mio bacio.

La corona, che intrecciate alle vostre mani o cheportate al vostro collo, sia ancora una volta da mebenedetta e sia un simbolo di quelle grazie di cui inquesto momento arricchisco la vostra anima, au-mentandovi quella grazia santificante che è come lavostra statura spirituale.

Diffondete la mia corona, fatela amare! Io ope-ro, per mezzo suo, cose meravigliose. È la bandierache dovete difendere. È l’ancora di salvezza nel co-mune naufragio. Quando vi pare di non farcela più,dite un rosario! Vi assicuro: spunterà l’aurora, tor-nerà il sereno!

Sono con voi, bambini miei. Arrivederci! Le vo-stre giornate lascino in questo luogo un profumomeraviglioso di santità, e possano, tutti coloro chepasseranno qui, raccogliere una fiumana di grazie.

Buona notte!

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Gesù 8 Febbraio 1978

Buon giorno, figli miei! Buon giorno a tutti: aimiei ministri, alle religiose, alle mamme, agli sposi,a tutti! Ecco l’augurio che formulo per voi!

La giornata, a cui date inizio ancora una volta,deve essere impregnata d’amore, perciò buona, san-ta, ma essa deve segnare l’inizio di una vita nuova,così ricca di corrispondenza alla grazia da essere ve-ramente quale io la voglio.

Purtroppo vi devo dire che, durante questo sog-giorno, in cui siete stati sul Tabor, non è possibileche mettiate le tende. Dovrete riprendere le vostreoccupazioni, i vostri doveri familiari, e non vi saran-no risparmiate sofferenze e dolori. Sappiate acco-glierli con la stessa gioia con cui in questi giorni ave-te accolto la Parola di Dio.

Guardate la croce con amore, come un dono diChi sulla croce per voi si è immolato, per ciascunodi voi, e credetemi che, se anche siete provati daldolore, non viene mai meno in me l’amore per voi!

Sì, vi amo infinitamente, fino al punto che nonpotrei amarvi di più! Vi amo indipendentementedai vostri meriti, ma, quando un’anima corrispondeal mio amore, io impazzisco d’amore per lei, e river-so su quell’anima e sul cammino che essa deve per-correre, ogni grazia ed ogni bene. Avviene allora fra

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di noi come un’intesa di profonda amicizia, comeun cambio spirituale che trova la sua gioia nell’ac-cettazione e nella richiesta di sofferenze e di dolore.

La donazione completa dell’anima a me, in qua-lunque stato o categoria sociale essa viva, mi chiamaad agire in lei e, mentre nel nascondimento e con sa-crificio mantiene e stringe sempre più i suoi legamiamorosi, io compio attorno a lei la mia opera di Re-dentore, qualche volta anche a sua insaputa.

Il dolore è una testimonianza d’amore. Esso di-venta il concime col quale alimento la vita spiritua-le di coloro che amo. Le lacrime irrorano i miei fio-ri, le mie pianticelle, come la rugiada nelle nottid’estate o come quella pioggerellina primaverileche, penetrando nel terreno da poco seminato, per-mette ai semi di mettere i primi germogli e di affon-dare le radici.

Figli, amate il dolore! Dall’amore e dal doloreviene la vita. Se guardate il dolore come un nemicoche viene ad importunarvi, vi viene a noia. Sel’amate, l’accogliete come un amico.

Imitate me, che andai incontro alla croce conamore perché con essa vi davo la salvezza! Non ri-fiutatemi la vostra collaborazione, non ribellatevi,non voltatemi le spalle!

“Con questa croce vinceremo”. Ripetete a voistessi questa frase ogni giorno, specie quando si

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presenta il dolore sotto qualsiasi forma. La vittoriafinale sarà vostra. Alla fine della vostra giornata rac-coglieremo i frutti, e sarete gioiosi perché comince-rà per voi quel giorno senza tramonto che vi vedràbeati nel cielo.

Vi benedico tutti.

Maria SS. 8 Febbraio 1978

Figli miei, eccoci arrivati al momento cruciale,quello che umanamente chiamate del distacco; non ècosì per noi, poiché, dovunque andate, là mi trovate.

Siccome, però, le parole di commiato fanno par-te della buona educazione, ed io devo esservi mae-stra in tutto, vi do il mio saluto. Esso è quanto piùpossibile pieno d’affetto. E vi dico: arrivederci, arri-vederci! Qualche lacrima mi bagna il viso, ma sonolacrime di consolazione perché in questi giorni miavete dato continue testimonianze d’affetto, e avetedimostrato in mille modi il vostro desiderio di esse-re buoni. Siano benedetti i vostri desideri e fate inmodo di realizzarli.

Il mondo, sia quello dei fedeli come quello degliinfedeli, non ha bisogno di parole! Tutti necessitanodel vostro esempio di cristiani, generosi e osservantidella legge dell’amore. La vostra attività sia sempre

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regolata dall’equilibrio, ma non sia mai condiziona-ta dall’egoismo. Così deve essere la vostra generosi-tà. Siate sempre più buoni che giusti; vale a dire, vin-cete con l’amore tutte quelle meschinità che viporterebbero a ricambiare il male col male.

In questi giorni la luce della grazia e la sapienzadivina hanno arricchito l’anima vostra. Non perdeteciò che avete acquistato. Siate vigilanti per poter di-fendervi dai pericoli. Siate fedeli alla vostra scuola.Non andate in cerca di novità e di altri cibi; potrestetrovare dei falsi profeti, e potreste trovarvi in quellostraordinario che anche il demonio sa far apparire.

Amate e aiutate la vostra mamma spirituale!Compatitela nei suoi limiti e nelle sue debolezze!Essa mi rappresenta, anche se l’umano non vieneseppellito. Amatela, e sappiate che ciò che fate a lei,lo fate a me personalmente.

Sappiate che, per amore della vostra famigliaspirituale, ha dovuto mettere in seconda linea gli af-fetti familiari, e ha fatto della sua casa, la mia, la vo-stra casa. Mantenete con lei e con me quei legamid’affetto e quel rispetto che vi faccia vedere in lei,me, e in me, lei.

La vostra preghiera giornaliera l’accompagni e ledia forza, resistenza fisica e morale nel compimentodi questa missione meravigliosa, che deve estender-si, ingigantire, come il granello di senape del Van-

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gelo. Sappiate mantenere fra di voi rapporti frater-ni e quella cordialità sincera che è indice di carità.

Abbiate sempre fiducia e riconoscenza per il sa-cerdote che ha la responsabilità ecclesiastica del vo-stro gruppo. Le battaglie che a lui si muovono dachi vuol giudicare senza vedere, non lo fanno de-flettere; però, per riconoscenza, dovete pregare perlui. Chi lo combatte, e magari lo deride, lo fa perchémeschino e perché dominato dal rispetto umano.Ciò non toglie che, combattendolo, si combatte lamia opera e si impedisce a molti fedeli di usare diquesto dono della parola di Dio e dell’insegnamen-to religioso. Pregate per lui e aiutatelo sempre!

Ed ora un’ultima raccomandazione. Io sono soli-ta chiamare tutti ai miei incontri, e vorrei che simoltiplicassero queste manifestazioni di fede e didevozione. Ebbene, se ve lo permettono i doveri delvostro stato, non mancate mai e portate altri! Se vibenedico una volta quando siete soli, vi benedicotante volte quante sono le persone che mi portate.Siete contenti?

Ancora vi ripeto: tutti avete avuto molto, ma, sequalcuno non ha trovato la parola particolare cheaspettava, in quella che io ho dato alla vostra mam-ma per voi, non rammaricatevi. Io arrivo al vostrocuore in tanti modi. Vi voglio tutti felici.

Vi benedico.

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ESERCIZI SPIRITUALIDAL 24 AL 27 SETTEMBRE 1978

A TAVERNOLAMaria SS. 24 Settembre 1978

Figli miei, sia pace a voi! Ecco, può forse laMamma non darvi la buona notte? Siete venuti dalontano, siete venuti qui nella casa del Signore, nel-la mia casa, e volete che vi lasci senza darvi la buo-na notte? No, figli, e ve la do con abbondanza. Vo-glio questa sera, prima che usciate di qui, ripulire levostre anime. Già possedete la grazia di Dio, peròquante imperfezioni, quante cose! Sono come pic-coli strappi a quel bell’abito che desidero che voiindossiate sempre.

Ecco perché desidero fare un bel bagno ristora-tore a ciascuno di voi! Non fanno così le buonemamme, prima di porre a letto i loro bambini? Co-sì faccio io con voi!

Come farò a pulirvi l’anima? Avrò bisogno di voi;avrò bisogno che voi ripensiate per un momento a ciòche, in questa giornata e nelle altre giornate, ha potu-to offendere il Signore. Dovrete ripensare a quelliche sono i vostri doveri verso Dio, verso il prossimo everso voi stessi, per vedere se nel compimento diquesti doveri avete portato quell’amore, quella preci-sione, quella bontà che il Signore desidera.

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Quando avrete visto ogni cosa, chiederete a meche vi doni la grazia di capire la gravità delle colpe.Purtroppo siete proprio come bambini. Che cosafanno i bambini? Si sporcano, si strappano, si scu-ciono gli abiti, bisticciano, e poi non ci pensano più.E voi fate come loro; ma col mio aiuto riflettete, evedrete che certe cose le potete evitare.

Non siete qui per divertimento, anche se è già laseconda volta entro quest’anno che venite per lamaggior parte; non siete qui per divertirvi, ma pervedere a che punto siete e per progredire. Io vi de-vo aiutare a progredire, ma anzitutto bisogna che virendiate conto che le imperfezioni, le manchevolez-ze di cui seminate la vostra giornata, non vannod’accordo con la perfezione.

Ecco, quando avrete capito, io vi concederò ildolore vero dei peccati: non quello che vi facciasciupare le lacrime, o quello che vi faccia metteretristi davanti a me e magari col cuore di pietra, no!Dovete capire che il Signore merita che voi abbiatea pentirvi, poiché, se i Giudei hanno crocifisso ilmio Figlio e le piaghe delle sue mani, dei suoi piedie del costato furono gravissime, il mio Gesù soffrìanche per le scalfitture causate dalle cadute, daigraffi, dalle battiture, dalle spine e da tutto quell’in-sieme di offese e di mali di cui è stata circondata lasua passione.

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Queste cose, che voi dite “piccole”, disgustano ilcuore del mio Gesù, e allora le piangeremo insieme.Mi direte: “Mamma, siamo decise, siamo decisi; vo-gliamo risolutamente camminare per la via dellaperfezione!”. È vero, avete tante contrarietà, avetedelle croci da portare, avete delle sofferenze da sop-portare; ma sono un nulla, sono un nulla, figli! Seavete la fede che vi aiuta, se avete la carità che vi ar-de nel cuore, tutte queste cose sono sciocchezze.

Ma voglio stasera farvi un altro dono, nella misurache il bagno è perfetto. Io vi posso ridonare l’inno -cenza battesimale; io vi rivesto di un candido camici-no. Non siete i miei bambini? Non fa così la mamma?Una candida veste, un candido camicino, che è la gra-zia. Sapeste, figli, il pregio di questo camicino! Sape-ste il pregio della grazia! Non c’è nessuna cosa almondo che valga quanto un’anima in grazia: è lospecchio di Dio! Un’anima in grazia è la dimora diDio; Dio diventa il dolce ospite di quell’anima.

Figlie mie, figli miei, miei ministri, così vi voglio,candidi! Abbiate timore di tutto quello che puòstrapparvi la grazia o anche soltanto diminuirvela,perché il grado di grazia che possedete è il grado disantità ed è il grado di gloria che raggiungerete.

Figli, da questa sera, rivestiti di grazia, quellagrazia che vi sarà confermata attraverso il sacra-mento della Confessione, stabilite il vostro proposi-

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to: vogliamo rendere quest’abito meraviglioso, sem-pre più splendente e mai permettere che, nei pen-sieri, nelle parole, negli affetti e nelle azioni, ci siaqualche cosa che abbia a diminuirne lo splendore.

Così, riposati fra le mie braccia, questa notte tra-scorrerete le ore serenamente. Però vi avverto diuna cosa: i bambini non stanno volentieri con la lu-ce spenta, ed io lascerò acceso il lumicino perché, sevi svegliaste, non abbiate timore. Non impensierite-vi; non datevi tanta preoccupazione perché nondormite! Prendete la corona e recitate un rosario. Ilrosario vi dà luce, ed io lascio acceso il lumicinoperché la vostra fede brilli sempre più viva.

Il lumicino acceso vi deve ricordare che siete quidi passaggio. Quando viene a mancare qualcuno,che cosa si fa? Si accende il lumicino. Che cosa ditequando uno sta per arrivare al traguardo? Sta perarrivare al lumicino. E io ve lo lascio acceso, questolumicino, non per intimorirvi, ma per dirvi: figlimiei, questa vita è molto breve e arriverete un gior-no anche voi al lumicino!

Ma voglio che questo lumicino sia una garanziache avete tenuta sempre aperta la porta. Aperta laporta a chi? A me, che, ogni volta che mi trovo convoi, godo, perché so che mi amate. E sarà proprionel momento in cui sarete al lumicino che io vorròentrare per la vostra porta e portarvi con me.

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Ma quel lumicino dovrà dire anche la vostra co-stanza nella fede. Ci sono tante cose nel mondo, tan-te tribolazioni. Non perdete mai la fede! Non dite:“Sto perdendo la fede perché sono troppo tribolata”!Non dite: “Sto perdendo la fede perché non ce la fac-cio più!”, perché sarebbe per me un grande dolore.

Anche se vi fanno soffrire, anche se le tribolazio-ni vengono proprio dalle persone che voi amate dipiù, sappiate sempre mantenere la vostra fede. Te-nete il lumicino acceso, guardate il lumicino del ta-bernacolo e ricordatevi: il Signore è sempre con voi,la Mamma è sempre con voi!

E allora, prima di andare a coricarvi, dopo averfatto il vostro bell’atto di dolore, dopo aver ricevu-to la mia benedizione, state sereni, non preoccupa-tevi di ciò che avete lasciato a casa. Ci penso io! Hotanti angeli a mia disposizione, schiere di angeli! Losapete che posso essere dappertutto per quell’onni-potenza di cui il Signore mi ha fatto dono! Nonpreoccupatevi!

Il Signore vi ha chiamati qui, come chiamava untempo gli apostoli. Come andava Lui stesso, Gesù,in luogo deserto per pregare, così siete qui per pre-gare, siete qui per riflettere, siete qui per dare allavostra vita un indirizzo, non nuovo, ma più forte,più chiaro, più deciso, più vero, per il bene, permantenere la grazia, per propagare l’amore.

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La benedizione di Dio onnipotente, Padre, Fi-glio e Spirito Santo, discenda copiosa dal cielo so-pra di voi e con voi rimanga sempre. Amen.

Maria SS. 25 Settembre 1978

La pace del Signore sia con voi. La grazia del Si-gnore rivesta le vostre anime. La bontà del Signoreriempia i vostri cuori.

Sono la Mamma vostra. Sono qui con voi. Oh,non mi stanco mai di essere coi miei figli! Non mistanco mai di rivolgervi le mie parole, so che voi legradite! Ma queste parole andranno lontano, nei se-coli, e in tutti i luoghi della terra; e chi le accoglierà,avrà pace, avrà gioia. Oggi, io vi voglio parlare diuna virtù che è basilare per la vita cristiana. È una diquelle virtù che sostengono l’edificio cristiano. Èuna di quelle virtù che non possono mancare nellasantità della vostra vita. Voglio parlarvi della pru-denza. Ve ne parlo brevemente, ma è necessario.

Capita molte volte che, trovandovi in questi ra-duni, voi abbiate il cuore pieno di gioia, pieno dientusiasmo, e non lo sapete più contenere. È neces-saria la prudenza, per moderare gli entusiasmi, per-ché non devono degenerare e non devono diventa-re o essere classificati “fanatismi”.

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Figli, se osservate la mia vita, voi vedete come laprudenza l’ha sempre diretta. O forse che mi man-cava il tempo, o anche il desiderio di far conoscerea tutti quelle cose meravigliose di cui avevo pieno ilcuore? Oh, no! Ma era la prudenza, che mi fermavatutto dentro e mi faceva parlare ed agire a tempoopportuno.

Figli, se voi sarete prudenti, i vostri pensieri noncorreranno più del necessario, e saranno meno faci-li i vostri giudizi temerari. Quante volte corretetroppo con la fantasia e con i pensieri, ed arrivate agiudicare ciò che gli altri non fanno, a giudicare ma-le ciò che per gli altri può essere bene! Siate pru-denti nei pensieri!

Ma vi voglio prudenti anche nelle parole. Quan-te volte una parola imprudente ha generato deiguai! Non vi parlo delle mormorazioni e delle ca-lunnie che possono uscire dalla bocca di tante per-sone, perché penso che voi metterete e terrete a fre-no la vostra lingua, anche mediante un lucchetto.Meglio parlar poco, piuttosto che troppo.

Se lo Spirito Santo vi ha avvertiti che l’uomo chenon pecca con la lingua è perfetto, voi potete imma-ginare quali pregi possa avere la prudenza. Quantiguai generati nelle famiglie perché non si sa tacere!

La prudenza deve rivestire anche le vostre azio-ni, perché l’agire senza consideratezza può essere

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causa di dolori ad altri, di mancanza di carità e puòrompere quell’armonia e quei legami che tengonounite le famiglie.

La prudenza è sorella dell’equilibrio, e voi doveteessere equilibrati. Non esagerate! Siate equilibratiin tutto, perché l’equilibrio dà alla vostra personali-tà una credibilità maggiore, un rispetto maggiore, evi rende più accetti.

È vero che qualche volta vi viene il desiderio dicomunicare, e di essere anche invadenti o irruenti,ma voi dovete sapervi comandare, poiché la pru-denza insegna a comandare a sé stessi, a frenare glientusiasmi, a dominare la propria volontà.

Siate prudenti, figli! Imitate la mia prudenza.Non vi pentirete mai di aver taciuto, di essere staticalmi; non vi pentirete mai di aver imitato il miocomportamento. Quante volte avrei potuto ammo-nire Giuda, per esempio, che veniva in casa anchepiù volte al giorno, e vi assicuro che di Giuda avevotimore, potrei dirvi anche paura. Mi inorridiva ilsuo comportamento; eppure, se lo ammonivo eracon lo sguardo, era con una mezza parola; ed eraper questo che di me aveva tanto rispetto.

Sapete perché certe mamme non raccolgono lastima dei propri figli? Perché sono imprudenti!Molte volte parlano, alzano la voce, vogliono far ca-pire tutto, sapere tutto. I figli hanno imparato quel

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timbro di voce, quel modo di comportarsi, e non loascoltano più; non vedono più nella mamma la regi-na della casa, la maestra della casa, colei che è ingrado, per la sua esperienza e per la sua bontà, didire ai figli: “Fate così e non così”.

Figli, siate prudenti anche con i vostri parroci,con i sacerdoti che vi dirigono, con i sacerdoti coiquali dovete fare del bene. Rispettateli, ma tenetevia debita distanza. Ricordate la loro dignità, le re-sponsabilità che hanno verso il popolo di Dio, manon abbiate un’eccessiva confidenza. Lo so che tan-te volte le mamme trattano un po’ tutti come figli,anche i sacerdoti; ma io vi consiglio un rispetto sen-za limiti, anche se la vostra cordialità deve dimo-strare ad essi che siete disposte a collaborare nellaloro missione.

Siate prudenti, quando portate queste belle cosedi cui il Signore vi fa dono, per non urtare la lorosuscettibilità, per non mettervi contro di loro, o me-glio, per non mettere loro contro di voi.

Abbiate semplicità e tattica. Voglio chiamarla“tattica” al modo umano, per dirvi: abbiate intelli-genza per saper distinguere, ed abbiate quella pru-denza nel saper donare e nel saper tacere, quando viaccorgete che ciò che dite non è accettato!

Ricordatevi che questi sono doni del Signore; velo assicuro, sono doni straordinari del Signore! E

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siccome lo straordinario non è di tutti, voi dovetegoderne, ma, nel darlo agli altri, dovete essere mol-to parchi.

È vero, qualche volta potrebbe esserci del “ri-spetto umano”, ma, se avete l’amore di Dio, il ri-spetto umano non esiste. A chi potete, avvicinatevi;a chi accetta, donate; a chi vi apre il cuore, date conlarghezza di cuore; ma siate sempre prudenti.Un’imprudenza può mettere il disaccordo nella fa-miglia, nel gruppo di preghiera, nella comunità incui vivete, e questo può recare dispiacere a Dio.

Figli, quanta prudenza nella mia vita! Quantevolte ai miei parenti, a quelli che abitavano attornoa me, avrei voluto comunicare le belle cose di Dio efar conoscere il mio Gesù, fin da bambino, come ilMessia, come il Figlio di Dio! No, la prudenza melo vietava. Quali pericoli maggiori avrebbe corso ilmio Gesù, se io imprudentemente avessi detto:“Costui deve salvare il mondo!”. I miei stessi pa-renti mi avrebbero fatta rinchiudere e avrebberodetto: “Cara Maria, tu sei bella, tu sei buona, ma tusei svitata!”. Come lo possono dire, e lo dicono tan-te volte di voi: “Povero figlio, è svitato! Ha studiatoper anni ed anni e va a ricevere le lezioni da unadonnicciola! È svitato, quel sacerdote!”. E moltevolte anche le mamme sono chiamate pazze, sonochiamate “matusa”, cioè di altri tempi, perché han-

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no sentito la parola della Madonna e la voglionomettere in pratica; hanno sentito la parola di Gesù ela vogliono mettere in pratica.

Voi continuate a metterla in pratica, ma usatequella bella prudenza che ho usato io nella mia vita:ci sarà più serenità in casa e, al momento opportu-no, voi potrete parlare, e tutti coloro che vi circon-dano resteranno meravigliati per la vostra pazienza,per la vostra bontà, per la vostra scienza, poiché, ve-nendo alla mia scuola, sarete illuminati. A coloroche vi domanderanno “Come mai?”, e che si mera-viglieranno, potrete con calma, con bontà, far cono-scere tutta la verità.

Ma siate prudenti, ve lo ripeto! Non finirò maidi dirvelo! La prudenza modera gli entusiasmi. Laprudenza è sorella dell’equilibrio. La prudenza vidà la gioia di possedere in cuor vostro quelle cosedeliziose di cui io vi faccio dono, di gustarle, e dipoterle estrarre come tesori da uno scrigno d’oro, apoco a poco, per darle, non ai porci, ma alle perso-ne di buona volontà che ne sono desiderose.

Ed ora vi benedico. La benedizione di Dio on-nipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, discendasopra di voi; discenda in particolare sul vostro cuo-re e, in esso e con esso e per esso, siano benedettetutte le persone che vi dimorano. Sia lodato GesùCristo!

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Maria SS. 25 Settembre 1978

Sia pace a voi! Quanto sono contenta di trovar-mi in mezzo a voi! Ero con voi anche durante la vo-stra ricreazione. Ho ascoltato le vostre parole; hoappoggiato quelle di qualcuno e vi ho benedetti,perché tutti avevate buona volontà.

Io, però, in questo momento, voglio farvi riflet-tere su un atto importantissimo della vostra vita, unatto che molti cristiani compiono con leggerezza:voglio farvi riflettere sul Sacramento della Confes-sione, ma anche su quella confessione che, prima diascoltare la Messa, voi fate davanti a Dio.

È un atto solenne, vi ho detto! In quel momento,mentre vi preparate a partecipare al Sacrificio dellacroce, voi vi mettete ai piedi della croce, come laMaddalena e come quei soldati che, avendo vistotutto ciò che aveva accompagnato la morte di Gesù,si batterono il petto scendendo dal Calvario.

Questo io voglio da voi: che ad ogni santa Mes-sa voi abbiate a far precedere il dolore dei peccati,comprendendo che il Sacrificio della croce è so-prattutto per ciascuno di voi. Ciascuno deve dire inquel momento: “Gesù si immola sulla croce persalvarmi!”.

I peccati della vostra vita, il Signore con tantabontà e con tanta facilità li perdona, ma non biso-

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gna trattare le cose di Dio con leggerezza; bisognache siate compresi del dono che ricevete, del fardel-lo che deponete ai piedi della croce e delle soffe-renze che ciascuno di voi ha causato a Lui, alla Vit-tima, che, spalancando le braccia, ha detto al Padre:“Padre, perdona”, e lo ripete ad ogni Messa.

Vi voglio parlare anche della Confessione, poi-ché molti cristiani pensano che la Confessione con-sista unicamente nell’accusa dei peccati o unica-mente nel ricevere l’assoluzione.

Si imparava, quando eravate piccoli e i vostripiccoli non sempre lo imparano, che, per accostarsia questo Sacramento, occorrono, e voi lo sapete: ildolore dei peccati, il proponimento di non com-metterli più, l’accusa dei peccati, l’assoluzione concui viene concesso il perdono, preceduti dall’esamedi coscienza, e la penitenza.

Queste cose sono normali, sono necessarie, machi mai tra gli adulti pensa di avverarle, di metterlein pratica? Per la maggior parte, le persone pensanodi andare a raccontare ciò che riguarda la loro vita,cercando il più delle volte di tener nascosta la mali-zia del peccato; vogliono qualche volta averel’approvazione del sacerdote confessore, averel’incoraggiamento nella loro vita, avere la consola-zione di sentirsi lodare.

Figli, la Confessione è ben altro! La Confessione

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è detestare i peccati, dopo di averli pianti come cau-sa della morte di Gesù.

Davanti a chi detestarli? È vero, voi vedete unapersona umana e molte volte scegliete: questo no,perché mi sgrida; quello sì, perché mi loda; questo ègentile, quello è burbero.

No, figli! La confessione si fa a Dio, anche se arappresentarlo c’è il sacerdote. Nessuno, all’infuoridi Dio, potrebbe perdonarvi i vostri peccati, perchésolo Dio sa perdonare i peccati. Anche se il sacer-dote ha ricevuto l’autorizzazione, non è lui che puòconcedere il perdono, ma lo concede nel nome diDio.

Che cosa dovrete portare allora alla Confessio-ne? Molta fede! Quando Gesù guariva un malato,quando dava vita a certi paralitici, a cui diceva:“Prendi il tuo lettuccio e va”, che cosa chiedeva?“Credi tu nel Figlio di Dio? Credi tu che io possaperdonare i peccati?”, e alla risposta affermativa,ecco, avveniva la guarigione.

Figli, quando vi accostate al Sacramento dellaConfessione, che è il Sacramento della misericordia,andateci con fede, perché le malattie spirituali di cuitutti sono affetti, non guariscono senza la fede.

Se si va con leggerezza al Sacramento della Con-fessione, se si va con secondi fini, se non si va conretta intenzione per ottenere la guarigione delle ma-

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lattie spirituali, si adopera un coltello che ha unadoppia lama e che può ferirvi anziché guarirvi.

Non ditemi, figli, che sono troppo severa! Capi-scano, i confessori, la grande responsabilità chehanno! Non si tratta di un gesto comune, èl’amministrazione di un Sacramento, istituito daGesù Cristo per cancellare i peccati, per risanare leanime. E questi sacerdoti devono essere compresidella loro grandezza, del loro potere, ma devono farpenetrare nelle anime quella fede che è indispensa-bile: “I tuoi peccati li deponi ai piedi della croce, edevi essere convinto che essi hanno recato grandedolore al cuore di Gesù, al Crocifisso.”.

Ma vi voglio dire un’altra cosa: vorrei che questapreparazione alla Confessione diventasse per voiun’abitudine, un’abitudine buona.

Il sacramento della Confessione è il sacramentodell’umiltà, che mai abbastanza sarà praticata. Diquesta umiltà devono essere pervase tutte le vostrefacoltà, poiché, se si passa dall’umiltà all’orgoglioanche nella confessione, si ottiene l’effetto contra-rio. Anche il demonio ha fatto fare una specie diconfessione a Eva! Anche il demonio gira per ilmondo e semina lodi e grandi qualità; e, quando lo-da, imbroglia.

L’umiltà che dovete portare al Sacramento dellaConfessione, deve essere come la mia umiltà, di cui

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voi avete sempre sentito parlare. Gesù ci ha detto:“Venite a me, che sono mite e umile di cuore!”. Mavoi non potete avere da Lui il perdono, se questaumiltà e se questa mitezza, non desiderate almenodi metterle in pratica.

Davanti al confessore molte volte le persone siinginocchiano, ma la loro testa non è chinata pernulla. Si passa da un discorso all’altro, da una scioc-chezza all’altra, per giustificare le proprie colpe;non si detestano con umiltà i propri peccati.

Figli, quando dovete confessarvi, venite da me!Sono la Mamma! Vi insegno io! Vi metterò sullelabbra le parole che piacciono a Gesù, vi farò batte-re il petto e dire con sincerità: “Signore, ti ho offe-so, non voglio più offenderti. Signore, se tu non miaiuti, io ricadrò negli stessi peccati subito dopo laconfessione!”.

Questa è la seconda qualità che dovete portare alconfessionale.

E vi è la terza. Ve ne ho già parlato un po’, ma laribadisco. Andate al Sacramento della misericordia:misericordia date, e misericordia trovate!

Chiedetevi, prima di accostarvi al Sacramentodella Confessione: “Sono io in pace con tutti? Hoperdonato a tutti?”. Se avete la disposizione al per-dono, confessatevi e dopo realizzate questa pace,questo perdono, questa misericordia. Vi ho detto

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che, diversamente, tornerete dal confessionale conun peccato in più.

Sappiate essere misericordiosi! Tutti sbagliano aquesto mondo. Ma guardate Gesù, dall’alto dellacroce! Ascoltate le parole del ladrone: “Signore, ri-cordati di me quando sarai nel tuo regno!”; e Ge-sù, carico di sofferenze, ha ancora la forza di girareil capo e di dire: “Oggi stesso sarai con me nel mioregno!”.

Figli, sappiate perdonare! Quanto più aumentodi fede ci sarà nelle vostre case! Anche se vi ricono-scete dalla parte della ragione, sappiate chiedereperdono con facilità, sappiate dire: “Forse ho sba-gliato io, perdono, starò più attenta, starò più atten-to!”. Ristabilite subito rapporti di armonia e di pa-ce. Ma che cos’è il mondo, se non regna l’armonia?Che cos’è la vostra famiglia, la vostra comunità, sevoi non sapete andare incontro a tutti con un sorri-so, con una parola, se non riallacciate quella amici-zia che forse per una parola si è infranta?

Figli, sono cose semplici. Certamente le sapetegià, ma servono sempre, perché il ribadire ciò che laMamma vuole è sempre utile ed io sono proprio lavostra Mamma.

Sapete con quanto amore vi guardo! Vi guardotutti. Vedo le pene dei vostri cuori, sapete, ma inquesti giorni vi voglio contenti; voglio che abbiate a

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gioire di essere nella casa del Signore. È così bellotrovarsi tutti insieme e vivere in anticipo ciò che èl’armonia del paradiso. Sapeste che gioia, il paradi-so! Che grandezza di felicità, il paradiso! Ma, se voisaprete amare, se voi saprete perdonare, se sapreteessere misericordiosi, se voi saprete usare dei doniinfiniti d’amore che il Signore vi fa anche attraversoi Sacramenti, credetemi, un po’ di paradiso anche interra lo avrete!

Sentirete che sono vicina a voi e che non vi man-ca niente. Anche se avete la malattia, anche se aveteun braccio ingessato, anche se avete qualche penanel cuore, anche se siete miseri, anche se le vostrepene le vorreste buttare nel lago, io vi sono vicina evoi, sentendo la mia presenza, dovete gioire anchein mezzo alle pene: pene spirituali, pene morali, pe-ne materiali. Ma sono un bel fascio di rose, che frapochi istanti metterete nel calice e che il sacerdoteoffrirà al Padre assieme al sangue di Gesù, assiemealle mie lacrime, alle mie sofferenze, perché tutti gliuomini abbiano a godere di questo immenso donod’amore che è la sofferenza del Cristo e la sofferen-za nostra.

Non siete inutili, sapete, al mondo! Nessuno de-ve dire: “Che cosa sto a fare al mondo?”; nessunodeve dire: “La mia testa non mi porta a ragionare; iosono tribolato e non sono capito!”; nessuno deve

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dire: “Io sono qui inutilmente in questa casa!”; no,perché tutti avete una missione da compiere. Gio-vani e vecchi, intelligenti o meno, istruiti o nonistruiti, avete una missione, una missione meravi-gliosa, che è quella di salvezza!

È vero, il mondo viene salvato da Gesù e da me;ma, se voi collaborate con Gesù e con me, se sieteaccanto a me, se voi siete nel mio cuore, siamo tuttiinsieme che salviamo il mondo!

Vi benedico, figli. La benedizione di Dio onni-potente, Padre, Figlio e Spirito Santo, discenda co-piosa dal cielo sopra di voi e, in modo tutto specia-le, sulla vostra mente, per darvi sempre più luce,onde possiate capire i veri valori della vita. Amen.

Maria SS. 25 Settembre 1978

Figli, non posso lasciarvi andare a letto senza be-nedirvi.

Ricordano, quelli che sono venuti a febbraio a fa-re il corso di Esercizi? Hanno ricevuto da me un tri-plice dono: il mio sorriso, i miei occhi, il mio cuore.

Questa sera vi voglio fare un altro dono: vi do ilmio manto.

Desidero che questo manto nasconda la vostrapersona, così da renderla visibile soltanto agli occhi

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di Dio. Che bello formare l’attrattiva e l’ammira -zione del Padre! Sembrerà una cosa difficile percerte spose, che devono piacere ai mariti, ma le duecose si possono abbinare, e vi dico: nascondete sot-to il mio manto anche i vostri mariti e teneteli cari,perché i vostri mariti hanno bisogno della mia pro-tezione, hanno bisogno del vostro affetto, del vo-stro amore intenso. I pericoli che incontrano sonotanti, non c’è età che tenga!

Figlie, amate i vostri mariti, e, se volete difenderlidai pericoli del mondo, ecco, vi ho dato il mio man-to. Circondateli con questo manto d’amore e di tene-rezza, di candore e di bontà, di fede e di speranza!

È un manto tutto speciale. Non c’è statua dellaMadonna che non abbia sulle proprie spalle unmanto, ed è il manto che deve ricoprire tuttal’umanità, tutti coloro che compongono la Chiesa,ma in modo particolare i miei sacerdoti.

Figli, quando pensate al manto che io vi dono,nascondete sotto questo manto tutti i sacerdoti delmondo! Metteteci in particolare coloro che cono-scete, coloro che amate, coloro che vi fanno del be-ne e anche coloro che vedete forse su una cattivastrada. Coperti dal manto della Madonna, torne-ranno a più miti pensieri, e i buoni si santificheran-no perché sentiranno il tepore del cuore dellaMamma.

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Figli, è un bel dono che io vi ho fatto, ma il miomanto vi ricordi soprattutto che dovete, sotto la miaprotezione e con la vostra bontà, attirare tante ani-me al mio cuore.

Un manto è sempre un modo per ripararsi datante cose: non solo dalle intemperie, non solo daciò che può essere dannoso alla salute, ma anche daipericoli spirituali.

Figli, vorrei proprio che ogni sera, allargando ilvostro manto, poteste dire: non ho allontanato nes-suno da me, ho cercato di fare del bene a tutti, nonho mancato di carità con nessuno, ho voluto bene atutti.

Questo io desidero da voi, e ora, mentre vedo ivostri occhietti un po’ assonnati e vedo che siete al-quanto stanchi, dopo una giornata così intensa dispiritualità e di sacrificio, io vi benedico con lar-ghezza di cuore e invito tutti gli angeli del cielo a fe-steggiarvi e ad accompagnarvi, perché questa notta-ta trascorra per voi nella più grande serenità.

La mamma ai suoi bambini rimbocca le coperte;la mamma bacia sulla fronte i suoi bambini, li acca-rezza e a loro sorride. Questo voglio fare con voi: viaccompagnerò nelle vostre camere, non vi accorge-rete che vi rimboccherò le coperte, ma sentirete ilmio tepore. Sentirete che non siete soli.

Figli, abbiate fede! Quello che umanamente è

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impossibile, è possibile a Dio, è possibile alla vostraMamma.

Oh, quante cose belle vedete giornalmente! For-se che il sole che gira è una novità? No, ve l’ho mo-strato tante volte ed è un segno della mia presenza,un’approvazione per il vostro operato. O forse chenon avete visto nel vostro cenacolo i fiori che simuovono, la corona che si agita, il cuore che batte?

Figli, sono segni, ma voi che avete fede, al di làdel segno vedete la realtà: siete immersi nel Signo-re! Vi ho detto qualche sera fa, non tutti eravatepresenti: desidero che voi siate come pescioliniguizzanti nell’oceano dell’amore di Dio, pesciolinisempre vivi, con una carica sempre nuova di spiri-tualità, di amore di Dio e di energia per fare il bene.

Così vi voglio, figli. E sappiate che questa pre-senza di Dio, continua, è accoppiata alla presenzadella vostra Mamma. Ma qual è quella mamma che,potendo star vicina ai suoi figli, sempre, voglia ab-bandonarli e andarsene lontana a pensare per sé,mentre potrebbe prodigarsi per loro? Nessuna divoi farebbe questa cosa e, se potesse accompagnarei propri figli dovunque, lo farebbe.

Questo lo posso fare. Non negatemi la vostra fe-de! Credetemi: sono con voi! Sono con voi giorno enotte; sono con voi quando siete tribolati e quandosiete gioiosi. Sono con voi per vivere della vostra vi-

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ta. Voglio stare con voi perché siete i figli degli uo-mini, stando in mezzo ai quali Gesù, il Figlio di Dio,gioiva. E voglio essere con voi perché voglio gui-darvi lassù, e un giorno, quando mi vedrete faccia afaccia e potrete godere della mia presenza, oh, allo-ra la nostra felicità sarà completa!

Io vi prometto che, insieme a voi, avrete tutti ivostri cari. Non dubitate della mia potenza! O for-se che mi è impossibile richiamare dei figli, anche sehanno perso la fede? No, non mettete in dubbio lapotenza di Dio e la mia potenza! Non sono stata ioche vi ho chiamati al mio seguito? E voi, non avetecorrisposto con generosità e con amore? E voleteche io sia meno generosa di voi?

Quelle grazie che mi chiedete fanno parte deimiei desideri. Chi più di me desidera la conversionee la santificazione dei vostri familiari? Fidatevi dime! Raddoppiate l’amore! Vivete di fede! Seguite-mi! Lasciatevi guidare, e io vi prometto, perl’ennesima volta, che i vostri cari saranno con voi econ me nel cielo.

La benedizione di Dio Padre, quella del mio Fi-glio Gesù e dello Spirito Santo, scenda su di voi e sututta quanta la Chiesa.

Figli, buona notte!

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Maria SS. 26 Settembre 1978

Ancora una volta sono qui con voi! Sono la Ma-dre vostra, ma voglio chiarirvi come e perché sonoMadre vostra.

Quando nacque il mio bambino Gesù, io potevodire: “Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato”. Maquel figlio non era solamente un uomo, bensì Figliodi Dio, e in quel momento io potevo dire: “SonoMadre di Dio”, anche se da tutta l’eternità Dio esi-steva ed io ho cominciato ad essere nel momento incui fui creata.

Sono Madre di Gesù, che non può disgiungere,nella sua persona, la divinità dall’umanità. Anchevoi dite: “Io sono madre di questo figlio e di questafiglia”, e non dite: “Io sono mamma del corpo diquesta figlia e dell’anima di questa figlia!”, perché,se voi voleste disgiungere nei vostri figli l’anima dalcorpo, avreste un cadavere, non avreste un uomo ouna donna.

In Gesù, la divinità è unita all’umanità, e io per-ciò sono Madre di Dio. Ma ditemi: chi ha dato vitaagli uomini? Dio! Ecco perché tutti gli uomini pos-sono essere, e lo sono in realtà, miei figli. Figli diDio, siete figli miei.

Ma vi è un altro motivo! Gesù ha dato inizio aquella grande istituzione che è la Chiesa e, della

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Chiesa, Gesù è il Capo. Io ho dato vita al Capo, etutti i cristiani e tutti coloro che vivono uniti all’ani-ma della Chiesa, e perciò in grazia di Dio, sonomembra di questo Corpo mistico che è la Chiesa.Ecco perché voi potete dirvi, e lo siete in realtà,miei figli.

Avendo generato il Capo, ho generato le mem-bra. Nessuna mamma mette al mondo un bambinosolo con il capo: sarebbe una mostruosità. Ed io,che sono Mamma di Gesù, ho dato vita al corpocompleto. Ecco perché mi hanno definita “Madredella Chiesa”, “Madre del Corpo mistico di Gesù”.Ed è la seconda ragione.

Ve ne è una terza ed è questa: ogni mamma dà vi-ta ad un bambino attraverso il dolore, ed io fui Ma-dre del dolore, Madre dei dolori. Io ho potuto eposso dirvi: “Vedete se vi è un dolore più grandedel mio!”. Ma ai piedi della croce, Gesù ha confer-mato la mia maternità universale. Ecco che, in Gio-vanni, presente ai piedi della croce, Gesù mi mostratutti voi e tutta l’umanità: “Ecco tuo figlio!”.

Il dono più grande e più bello che Dio possa fa-re ad una donna è questo: renderla collaboratricenell’opera della creazione. Ogni mamma è collabo-ratrice di Dio in quest’opera meravigliosa. Ognidonna che dà vita ad un bambino, collabora all’o-pera di Dio; collabora perché dà vita al corpo, a cui

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Dio dona l’anima. Ecco perché la donna deve esse-re riconoscente a Dio per questa meravigliosa de-gnazione e per questa meravigliosa collaborazione!

Ma non può bastare il dare la vita del corpo, oc-corre dare la vita soprannaturale, collaborare neldare la vita dell’anima: ed ecco la mamma che por-ta il bambino al fonte battesimale. Questa vita natu-rale e spirituale va cresciuta: ed ecco la mamma chediventa la prima maestra che, con la parola e conl’esempio, collabora a crescere queste creature,umanamente e spiritualmente.

Figlie, è una grande missione la vostra, purtrop-po da molti disprezzata, da molti non conosciuta,da molti rifiutata. È un’offesa grave a Dio, a Gesù, ame e a tutta l’umanità, perché ogni essere che vienesulla terra è destinato a glorificare Dio per tuttal’eternità. È un’offesa grave a Gesù, perché ogni es-sere deve collaborare all’opera redentiva per salva-re l’umanità.

Voi capite, figli, dove voglio arrivare, dovel’umanità purtroppo sta arrivando con i suoi omici-di e con le sue cattiverie, aggravate da mancanza difede e da egoismo.

Ma permettetemi che vi dica che, al di sopra del-la maternità umana, c’è un’altra maternità: c’è lamaternità e la paternità spirituale, destinata a colla-borare con l’opera di salvezza del Signore, per far

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fiorire, nella Chiesa e nel mondo, Dio, la santità e lavita.

Ecco che in questo momento io vi invito a rin-graziare il Signore, che suscita vocazioni sacerdota-li e verginali un po’ dovunque, e anche nella nostracomunità farà fiorire una bella aiuola di vergini. Sa-rà un’aiuola di vergini che, collaborando con quellamissione affidata alla vostra mamma spirituale, con-tinuerà nel tempo, nei luoghi e nei secoli, quelle co-se volute dal Signore.

Ringraziate il Signore! Esca dal vostro cuore ve-ramente un inno di ringraziamento a Dio, che vi hafatte per la maggior parte mamme, mamme comeme, mamme secondo l’ordine della natura. E rin-graziate il Signore, che ha voluto che la donna, tut-te quante le donne, anche se non madri nell’ordinedella natura, nell’ordine spirituale possano esserevere madri delle anime.

Ringraziate il Signore e collaborate, perché que-st’opera di crescita dei suoi figli, dei figli di Dio, deisalvati, continui nel mondo e sia a gloria sua e a be-neficio di tutti.

Vi benedico. La benedizione di Dio Padre, diGesù e la mia, in collaborazione con l’opera delloSpirito Santo, scenda particolarmente su tutti voi evi conceda di vivere santamente la vostra vita.

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Gesù 26 Settembre 1978

Sono Gesù Bambino. Sono venuto a rallegrare ilvostro raduno e a dirvi, con tutto il mio amore: vo-glio essere da voi consolato, voglio essere da voi ac-carezzato e baciato, ma voglio soprattutto dirvi chedovete imitarmi in una piccola, grande cosa.

Guardatemi: sono in una culla con le braccineaperte. Ho bisogno di tutti, io, il Figlio di Dio fattouomo, esistente da tutta l’eternità. Nel mio nometutte le cose furono create, e io sono lì ed ho biso-gno di tutti. Ho avuto bisogno di tutti durante lamia vita mortale: di tutti, non solo della mamma chemi lavasse, che mi nutrisse, che facesse tutto quelloche fanno le mamme attorno ai loro neonati.

Persino quando istituii la santa Eucaristia, ebbibisogno di chi facesse il pane e di chi preparasse ilvino. Ma non avevo creato l’uva e non avevo datovita al frumento? Eppure, nessuna cosa che io avreipotuto fare come Figlio di Dio, mi fu concesso difare come figlio dell’uomo, e come figlio dell’uomoebbi bisogno di tutte le persone di questo mondo.

Fratellini miei, sorelline mie, io voglio insegnarviquesta grande verità: ricordate che nessuno al mon-do è autosufficiente, che tutti avete bisogno di tutti,e che perciò, con umiltà, dovete chiedere la colla-borazione degli altri.

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È un atto di umiltà, quello di chiedere aiuto, emolte volte fareste veramente a meno di questaumiltà e vorreste arrivare a tutto da soli, mentre alSignore è molto caro che voi abbiate a sentire que-sto bisogno degli altri. È anche un atto di fiduciache voi date a coloro che vi circondano, chiedendola loro collaborazione.

Qualche volta sapreste fare meglio voi le cose,che gli altri, ma io ho piacere che voi chiediate aiu-to, perché quelle persone che si prestano, lo fannocon amore, con entusiasmo, e si sentono pure utiliper la comunità, per la famiglia, per il mondo.

Questo chiedere aiuto serve a rafforzare i vinco-li di amicizia, serve a rafforzare i legami familiari eanche a dare a ciascuno un compito. Tutti, al mon-do, hanno dei doveri da compiere, e ognuno devecompiere ciò che gli spetta; però, in ogni dovere c’èuna parte a cui si può collaborare.

Credete voi che al Figlio di Dio sarebbe manca-ta la possibilità di nutrirsi da sé? Oh no, certo! Maquella Mamma che mi stava vicino con quanto amo-re mi ha nutrito! Quanta gioia in quei momenti incui io accettavo da Lei il dono d’amore e Lei mi of-friva il suo dono d’amore!

Mamme, i vostri figli aspettano da voi un nutri-mento, qualche volta materiale, qualche volta spiri-tuale: datelo con amore, ma accettate il loro contri-

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buto; accettate il loro sorriso, la loro gratitudine,come un ricambio d’amore. Tutto ciò che avvienenella famiglia può essere trasformato e può assume-re un valore spirituale. Quelle opere di misericordiache molte persone vanno compiendo fuori casa,ogni mamma le può compiere in casa propria.

Forse non avete più i bambini piccoli come me:avete quelli grandi. Dovete stirare le camicie, dove-te aggiustare i calzoni, dovete fare tutto ciò chel’ordine, la pulizia, la regola, esigono da voi. Fatelocon amore!

La Mamma vestiva me, bambino, e voi potetevestire i vostri Gesù bambino in casa vostra. Nonsono piccoli? Sono cattivi, forse? Ma non importa!In loro è presente Dio, anche se qualche volta è pre-sente in uno stato di sofferenza. Qualche volta iosono in loro come Gesù agonizzante, come Gesùcrocifisso; ma voi, servendo loro, servite me, serviteGesù bambino. Fatelo con amore!

Possono cambiare molte cose nelle famiglie,quando queste prestazioni sono fatte con amore! Equello che dico a voi mamme, lo dico a tutti, perchéanche gli uomini sono utili, collaborano. Possonoessere grandi, mai autosufficienti; possono esseredatori di lavoro, e possono essere anche coloro chericevono collaborazione.

C’era, con me, san Giuseppe, il padre putativo.

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E non vi dico quanto è stata utile la sua presenza,non solo per il lavoro a cui accudiva, quel lavoroche faceva con tanto amore e di cui mi fu maestrodalla mia infanzia, ma per tutti quei favori che face-va alla dolce Madre mia, per quella collaborazioneche aveva con Maria, la sua dolce sposa.

Vorrei proprio che fossero qui tutti gli sposi delmondo, per insegnar loro ad avere questa generosi-tà nel prestare l’opera di amore e di collaborazionealla sposa in favore del bambino Gesù.

Non mi posso dilungare: la mia piccolezza ricevela vostra comprensione. Io vi dico solamente: siatebuoni! Quando vi si chiede di aiutarvi, aprite il cuo-re e sorridete, dicendo: “Sì, aiutatemi!”. Quandovolete che le cose riescano bene, che riescano me-glio, siate voi stessi a dire: “Vuoi aiutarmi?”. Io saròfelice di vedervi attorno alla mia culla come i pasto-ri, come la Mamma, come Giuseppe, tutti intenti avedere quali sono le mie necessità.

L’umiltà nel chiedere la collaborazione varrà mol-to di più che l’essere riusciti a fare da soli, ricordate-lo bene! E se avete la fortuna di avere dei giovani ac-canto a voi, giovani figli o giovani nipoti, fatelilavorare! Dite loro: “Abbiamo bisogno di voi! Pernoi passano gli anni e siamo incamminati verso il tra-guardo”. Forse siete ancora in piene forze, ma occor-re che essi seguano la vostra strada e vi sostituiscano.

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Chiedete la collaborazione! Non siate di quellemamme che vogliono fare tutto perché sanno di fa-re meglio! Chiedete la collaborazione! Lasciatecampo ai giovani! Perderete un po’ di tempo nel-l’insegnare, ma poi avrete delle soddisfazioni, per-ché in questi giovani, che molte volte sono esube-ranti, che molte volte hanno desiderio di fare etrovano preclusa la strada, si preparerà l’avveniredella vostra famiglia, della Chiesa, del mondo.

Aprite la strada ai giovani! Indirizzateli bene!Fateli vostri collaboratori, perché continuino la vo-stra opera, sia nel campo materiale che in quellospirituale.

La gloria delle famiglie è questa: che le nuove ge-nerazioni abbiano a portare avanti, onorato, il no-me dei genitori e abbiano a saper compiere quelleopere a cui i genitori hanno dato vita e che deside-rano far fiorire.

Sono Gesù bambino! Voglio venire tra le vostrebraccia. Voglio ricevere i vostri baci, soprattutto nelmomento della Comunione. Quale momento piùdolce, per me, di poter essere un’unità con voi? So-no io che agisco e chiedo la vostra collaborazione;ma nella Comunione questa fusione completa, ani-ma e corpo, realizza il mistero d’amore mio perl’umanità e il mistero d’amore dell’anima che si uni-sce al suo Dio.

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Preparatevi alla Comunione di stasera con tantogeneroso affetto, con tanto amore! Quando verròdentro di voi, vi farò sentire che non è più pane, chenon è più vino. Sono un Essere vivente che ha biso-gno di vivere e di manifestare agli uomini la sua vita.

Vi benedico. La mia benedizione scenda su divoi come una dolce carezza. Nel nome del Padre,del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Maria SS. 26 Settembre 1978

Figli miei, non posso deludere la speranza deimiei ministri che desiderano la buona notte; e ve lado con tutto il cuore, questa buona notte!

È l’ultima sera che passate in questo luogo, e de-ve rimanere nella vostra mente un grande ricordo.

Avete visto la documentazione filmata di unagrande reliquia. Credete, figli, sono veramente leimpronte della passione del mio Gesù quelle che te-sté avete visto! Ma io desidero che rimangano nellavostra mente e nel vostro cuore. Ecco perché vi di-co: vi farò dono, non delle stigmate fisiche, ma diun ricordo perenne di queste stigmate, perché ab-biate a tradurle in opere e in amore.

Se guardate le ferite delle mani, dovete pensareche quei fori vi parlano di generosità. Oh, siate ge-

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nerosi con tutti! Che nessun povero si avvicini a voie si senta espulso; che nessuna persona venga da voia chiedere aiuto, alla quale voi abbiate a negarlo!Ecco i fori delle mani!

Ma vi mostro anche le ferite dei piedi, e vi dicociò che è scritto per ispirazione dello Spirito Santo:“Beati i piedi di coloro che evangelizzano”. Che co-sa significheranno per voi queste ferite? Figli, siategenerosi nel compiere il vostro apostolato! Lo soche qualche volta la stanchezza fisica ha il soprav-vento, lo so che qualche volta preferireste riposare;ma io vi dico: guardate le ferite dei piedi del mioGesù e prendete forza. Non lasciatevi superare daquelle difficoltà che facilmente sono superabili. Senon compite voi le opere di apostolato che il Signo-re vi chiede, andranno altri e diffonderanno il male.Quel bene che si chiede a voi, soltanto voi lo potetefare, e lo dovete fare nel nome di Gesù crocifisso.

Ma vi mostro anche la corona di spine, e vi dico:se qualche volta l’orgoglio, la superbia, volesseropenetrare nel vostro capo, oh, rivolgete il pensiero aquella corona di spine che fu uno dei martìri piùtremendi del mio Gesù e prontamente allontanateda voi quei pensieri! Siano miti i vostri pensieri, sia-no umili, perché, soltanto se coltiverete quell’umil-tà che è la base di ogni virtù e della santità, voi po-trete raggiungere le alte vette della perfezione.

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Vi mostro ancora il cuore del mio Gesù trapas-sato dalla lancia. Esce da quel cuore sangue ed ac-qua, simbolo dei Sacramenti. Figli, che non avven-ga mai che abbiate ad accostarvi ai Sacramenti, chevi danno la grazia o che ve la aumentano, in modoindegno! Sappiate che i Sacramenti sono quei cana-li di grazia per cui l’anima vostra viene purifi cata,santificata, resa degna dell’ammirazione di Dio.

In quel cuore io ho messo voi questa sera: nelcuore del mio Gesù agonizzante; nel cuore del mioGesù, ferito dalla lancia; nel cuore del mio Gesù,ardente d’amore, che vi dona l’effluvio della graziaper mezzo dei Sacramenti e per mezzo di questapreghiera fervente, comunitaria, piena d’amore.

Figli, credetemi, vi amo! E la mia benedizione diquesta sera, la mia buona notte, risentitele nelle vo-stre orecchie ogni sera, prima di coricarvi. Baciandoil Crocifisso, baciando le sue piaghe, baciando ilsuo capo, pensate come ha ridotto l’Uomo – Dio lacattiveria degli uomini; un pò di cattiveria l’avetemessa forse anche voi. Ebbene, domandate perdo-no ogni sera a Gesù e, come vi promisi qualche serafa, io sarò vicino a voi per compiere quel bagno sa-lutare che vi ridoni lo splendore della grazia e che virenda degni della visione beatifica di Dio.

Vi benedico, figli, e buona notte. Nel nome delPadre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

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Maria SS. 27 Settembre 1978

Figli diletti, eccovi qui, desiderosi della mia pa-rola.

Mi piace quest’ansia, questo desiderio di ascolta-re e di accogliere la parola di Dio; mi piace, ed esau-disco i vostri desideri quando sono improntatid’amore. Siamo all’ultimo giorno, poi riprenderetele vostre solite occupazioni, ed io devo dirvi: siateperseveranti nel bene!

Perseverare nella vita cristiana, nella fede, nellasopportazione della croce, è molto difficile; tanto èvero che Gesù, parlando ai suoi discepoli diceva:“Molti sono i chiamati e pochi gli eletti!”. Pochi glieletti, perché non sono perseveranti, danno manoall’aratro e poi si volgono indietro; cominciano unavita buona della quale si stancano.

Ecco perché io, dicendo a voi “siate perseveran-ti”, devo anche dirvi: pregate, perché solamentecon la preghiera potrete perseverare nel bene e arri-vare alla vetta.

Qual è la preghiera che io desidero da voi? Oh,lo sapete, desidero il rosario! Però, non dimentica-te che la preghiera che io desidero non è fatta sol-tanto di parole, ma anche di riflessione. Se gradiscola preghiera vocale, gradisco e desidero intensa-mente quella mentale. Sappiate, però, che non si-

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gnifica dire con la mente ciò che potreste dire con labocca, ma riflettere su quelle verità eterne da cuiviene la virtù.

Sapete perché molti sacerdoti hanno lasciato laloro missione? Sapete perché molti sacerdoti hannosbagliato strada? Perché hanno messo, al posto del-la preghiera, l’azione, che è come dire: mettere séstessi al posto di Dio.

Vi è stato detto: “Chi prega si salva”; e Gesù di-ceva: “Pregate senza interruzione!”. Quando si tra-lascia la preghiera, viene meno il respiro dell’ani-ma, viene meno quell’ossigeno che dà vita ai vostripolmoni.

Vi dico ancora che io desidero da voi quella me-ditazione che è come una preghiera specializzata,che vi mette più direttamente a contatto con Dio.Oh, vi prego, tenetevi nell’umiltà! Non andate incerca di libri teologici che non fanno che creareconfusione nella vostra mente! Accettate quelle pa-role che con tanta semplicità vi vengono dette, mache hanno sapore di sapienza!

Non fatemi il torto di diffondere i miei messaggi,e di trascurarli voi perché non sono letti e non sonomeditati! Vi prego pure: non fate delle indigestionidi messaggi! Non leggete un libretto al giorno! Ba-sterà un messaggio, basterà una frase che vi colpiscaveramente la mente e il cuore per poter trarre da

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quella frase quel nutrimento che vi serve per tutta lagiornata.

Sapete perché tante mamme rifiutano la croce edicono che non ce la fanno più? Hanno tralasciatola preghiera che è la loro forza, che dà a loro fidu-cia, tranquillità e serenità, poiché le mette nellaconvinzione di aver fatto il loro dovere. E se questemamme tralasciano la preghiera, chi darà lorol’aiuto per capire i figli e per sopportarli, per sop-portare il marito e per aiutarlo a convertirsi?

Figli, è necessaria la preghiera! È necessaria so-prattutto per i giovani, perché essi hanno dei gran-di ideali, ma gli ideali di bene, di santità e di salvez-za non si possono realizzare se non attraverso lapreghiera e la meditazione.

Oh, non ditemi, quando si riuniscono tanti gio-vani che fanno bellissimi discorsi, che trattano di ar-gomenti sociali, che costruiscono il mondo! A co-struire il mondo non bastano i discorsi, non bastaavere davanti agli occhi il bene che si deve fare epensare che altri lo dovrebbero fare.

Occorre, con la preghiera e con la meditazione,santificarsi, perché, credetemi, sono i santi che co-struiscono il mondo! Passate la storia, e vedetequante persone “grandi”, che hanno creduto dicambiare il mondo e di fare un mondo nuovo, sonotramontate come tramonta il sole. Osservate tanti

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fraticelli, che nel convento non hanno fatto checonfessare e comunicare, e un certo san GiovanniVianney, che dal suo pulpito chiamava le folle peristruirle nel catechismo, e ditemi se non è la santitàche converte e che costruisce il mondo!

Non esiste la santità senza la preghiera, ma nonaffastellate la preghiera, pregate con calma! È moltomeglio. La preghiera deve essere anche un riposo,non una fatica; un riposo fisico, anche se è una faticamentale e spirituale. Non abbiate fretta d’arrivare!Basta alle volte dire con chiarezza i vostri pensieri, ivostri desideri a Dio, perché il Signore vi venga in-contro ed esaudisca la vostra preghiera.

Ma vi dico anche: siate perseveranti nel sacrifi-cio! Forse, quando si parla di sacrificio, si sottova-luta quella mortificazione che ha una capitale im-portanza e che consiste nel sottomettere la propriavolontà a quella di Dio, la volontà umana a quelladivina. È questo il sacrificio che io domando a voi:saper dire, momento per momento: “Signore, siafatta la tua volontà!”.

Ma come si compie la volontà di Dio? Ve l’ho ri-petuto altre volte: l’osservanza dei Comandamenti,l’osservanza delle leggi della Chiesa, l’osservanzadei doveri del vostro stato, è la volontà di Dio! Chevarrebbe che una mamma si portasse in cappella edicesse rosari senza numero, quando a casa, forse, il

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marito bestemmia? Figli, sottomettete tutto alla vo-lontà di Dio, perché, se fate la volontà di Dio, gli of-frite la più bella mortificazione.

E l’altra cosa che vi raccomando: siate ubbidien-ti a chi vi dirige! Qualche volta potete essere ubbi-dienti anche alla mamma spirituale che dirige il vo-stro gruppo; questo serve a mantenere quell’ordine,mancando il quale le cose non andrebbero bene.

Ma soprattutto vi dico: sappiate ubbidire ai vo-stri superiori! E per superiori, intendo i vostri par-roci, la Chiesa. Qualche volta siete tentati di fare co-me volete. No! Sappiate sottoporre ai vostri parrocii vostri desideri, se vi pare cosa buona; ma, se il vo-stro parroco dovesse giudicarla sbagliata, ubbidite,poiché l’ubbidiente non sbaglia mai.

Ubbidite ai vostri confessori in ciò che riguarda lacolpa, poiché molte volte voi siete abituati a riferireciò che riguarda l’apostolato. Ma chi fa il bene, nonha bisogno di nessun permesso! Se quel bene che fa-te riguarda l’andamento della parrocchia, siete obbli-gati ad ubbidire al parroco; ma se l’apostolato lo fateindividualmente come opera buona, non è il confes-sore che vi può proibire, poiché fare l’apostolato in-dividuale non è peccato.

Ubbidire è un grande sacrificio, e lo dico allespose e alle mamme: ubbidite ai vostri mariti! For-se può sembrare una cosa molto gravosa e difficile,

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eppure vi assicuro che i vostri mariti ammirerannola vostra ubbidienza e verranno dalla vostra parte,ma sappiate ubbidire. Vi devo dire che ci vuolemolta tattica. Sembra una parola troppo umana eun po’ furbesca, ma le spose devono avere questatattica e devono saper convincere i mariti che essefanno del bene che porta beneficio a tutta la fami-glia; e convincerli a fare altrettanto.

Quanto mi consola quando nel vostro cenacolo,nel mio cenacolo, vedo arrivare famiglie intere! Ma-riti che, richiamati, vengono a ricevere le benedizio-ni e a vedere che cosa fa la moglie! Che bello! Checonsolazione! Io posso benedire tutta la famiglia.

È questo il sacrificio che io vi chiedo, perché ilbene debba continuare, perché possiate arrivare fi-no in fondo.

E poi, la penitenza dell’azione! E mi duole didirvi che certe volte il peso degli anni rende un po’difficile il lavoro. È difficile per i giovani, che vor-rebbero il divertimento; è difficile per gli anziani,che vorrebbero il riposo. Ma io vi dico che il lavoroè la penitenza dei vecchi; il lavoro è un mezzo disantificazione, e voi, se lo saprete compiere conamore, avrete grande gioia nel cuore e accumulere-te grandi meriti in paradiso.

Non stancatevi mai e, appena potete, reagite suvoi stessi, anche se qualche malanno vi viene a col-

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pire, perché questa reazione vi è di grande aiuto perconservare quell’energia e quella giovinezza chenon dovrebbe mai tramontare.

Quando il sacerdote, prima del Concilio, si ac-costava all’altare, diceva: “Mi accosto al Signoreche rallegra la mia giovinezza”; e magari era un vec-chio cadente che si accostava all’altare, ma il cuoreera sempre giovane.

Abbiate questo cuore giovane, questo cuore gio-vane che sa amare, amare in profondità, e che sa es-sere energico, sventando i pericoli, amando il lavoro.

Se voi farete del lavoro una necessità, se voi fare-te del lavoro la vostra forza, oh, tutti saranno con-tenti di voi! Vi verranno ad interrogare. Non saretequelle persone inutili, che cercano l’angolino per-ché ormai hanno raggiunto una certa età, ma saretedesiderati da tutti.

E qui vi devo dire che molte volte le mamme, po-verine, diventano le serve dei figli; arrivano i nipoti-ni, e loro sono impegnate; i giovani hanno bisognodi libertà, e loro diventano schiave.

Una regola: se la vera necessità, la malattia, il la-voro indispensabile per alimentare una famiglia, re-clamano la vostra opera, siate generose! Sacrificate-vi! Ciò che fate per loro, lo fate per il Signore, e ilSignore vi retribuirà con una larga mercede, conuna abbondante ricchezza spirituale. Ma se questa

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richiesta a voi fosse fatta per il divertimento, per losvago, oh, dite ai vostri figli: “Badate ai vostri bam-bini”! Sarà il prendersi una responsabilità e mette-rete le cose a posto, perché, quando ci si incammi-na per la strada del lumicino, si ha bisogno dipregare molto, di meditare molto, e di sentirsi utilianche nel compiere il bene.

E perciò quell’apostolato a cui sentite di essereattratte, non deve essere messo da parte, perché inipotini reclamano la vostra opera. Seguite i nipo-tini! Seguiteli, perché molte volte vengono trascu-rati gli insegnamenti religiosi. Accoglieteli conamore quando vi vengono in casa, ma sappiate di-re: “Oggi non posso, ho degli impegni fuori casa!”;e non siete nemmeno tenute a dire dove andate,perché vi farebbero certe critiche che non finisco-no mai.

Scusatemi! Siete miei figli, e vi parlo con sinceri-tà e con chiarezza. Se volete essere perseveranti nelbene, dovete ascoltarmi, perché le mamme anzianenon cessano mai di essere mamme, ma non devonodiventare gli strofinacci di casa.

Sappiate farvi amare e rispettare, poiché la vo-stra vita deve essere un cammino verso il cielo. Lavostra vita è stata forse spesa tutta nel sacrificio enel lavoro, ma ora, avanti a chi tocca. Lasciate postoai giovani, anche nel lavoro, anche nel sacrificio! Se

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saranno addestrati al sacrificio, un giorno vi ringra-zieranno. E a questo sacrificio, gli sposi avvezzino ibambini, le bambine, i loro familiari; li avvezzino allavoro, perché le membra sono così fatte: più siadoperano e più diventano forti.

Vi sono certe parabole che esprimono molto be-ne questo concetto. Ma voi sappiate che più questibambini e bambine verranno esercitati anche nei la-vori manuali, più vi daranno consolazioni e si ac-corgeranno quando voi avete qualche disturbo, ediranno: “Mamma, sta’ seduta che faccio io!”; men-tre, se la mamma avrà fatto tutto in casa, i figli nonsi accorgeranno dei suoi malanni.

È una predica molto confidenziale, ma moltoutile, e alla fine di queste parole, che vorrei proprioche penetrassero nel vostro cuore e che vi dessero lagioia di essere compresi dalla vostra Mamma, rice-vete la mia benedizione.

Benedico in modo particolare tutte le nonne,perché vedo in esse la mamma Anna, la nonna delmio Gesù; le benedico perché abbiano pazienza,comprensione, amore verso le loro nuore. Sapestequanto dispiace al mio cuore quella lotta continuache c’è tra la suocera e la nuora! Io vorrei abolirla,quella parola “suocera”! Io vorrei proprio che fossesolamente “la mamma del marito” o “la mammadella moglie”! Ecco: che fosse solamente la mam-

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ma, e che raccogliesse tutta quella benevolenza chela mamma raccoglie.

Però, voglio dirvi un’altra cosa. Sanno le suocereessere veramente mamme? Con la stessa benevolen-za con cui perdonano le manchevolezze dei figli,sanno perdonare quelle dei generi e delle nuore?

Facciamo un piccolo esame di coscienza, vero,cari? Sì! Lo farete oggi pomeriggio e porterete a ca-sa questo bel proposito: nelle mie nuore, nei mieigeneri, voglio vedere i miei figli, e non solo i miei fi-gli, ma Gesù in persona, la Mamma in persona.

La benedizione di Dio onnipotente, Padre, Fi-glio e Spirito Santo, discenda copiosa dal cielo so-pra di voi e con voi rimanga sempre.

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INDICE

pag.Pellegrinaggio dal 31 maggio al 3 giugno 1968a San Giovanni Rotondo - Loreto - San Damiano

Gesù - verso San Giovanni Rotondo 5Gesù - a San Giovanni Rotondo 7Gesù - verso Loreto 8Gesù - a San Damiano 9

Pellegrinaggio dal 8 al 10 aprile 1969a San Giovanni Rotondo e Loreto

Maria SS. - verso San Giovanni Rotondo 10Padre Pio - verso Loreto 12Padre Pio - verso Milano 14

Pellegrinaggio dal 29 aprile al 2 maggio 1971a San Giovanni Rotondo - Monte Sant’Angelo - Lanciano - Loreto

Maria SS. - verso Loreto 15Padre Pio - a San Giovanni Rotondo 16San Michele Arcangelo - nel santuario di S. Michele 18Santa Teresa di Gesù Bambino 19Maria SS. - in viaggio, da Lanciano a Loreto 20Maria SS. - verso Milano 22

Pellegrinaggio dal 9 al 12 maggio 1972ad Airola - San Giovanni Rotondo -Monte Sant’Angelo - Loreto - Termoli

San Michele Arcangelo 24Maria SS. 25Maria SS. - ad Airola 27

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Maria SS. - ad Airola 28Padre Pio 31Angeli custodi - verso Termoli 33Gesù - verso Milano 35

Pellegrinaggio dal 8 al 12 maggio 1973a Roma - San Giovanni Rotondo - Monte Sant’Angelo - Loreto

Maria SS. - verso Roma 37San Gabriele Arcangelo - a Romanella Casa di Nazareth 39Maria SS. - a Romanella Casa di Nazareth 41Gesù - a Roma 44Gesù - a Roma 46Maria SS. - a Roma 48Maria SS. - a San Giovanni Rotondo 49San Michele Arcangelo - a Monte S. Angelo 51Maria SS. - a San Giovanni Rotondo 52Padre Pio - a San Giovanni Rotondo 54Maria SS. - verso Loreto 55Gesù 56

Pellegrinaggio dal 19 al 20 ottobre 1973a Lisieux

Maria SS. 60Maria SS. - verso Lisieux 63S. Teresa di Gesù Bambino - a Lisieux 63

Pellegrinaggio dal 31 maggio al 4 giugno 1974a Cascia e a San Giovanni Rotondo

Maria SS. 65Maria SS. - verso San Giovanni Rotondo 67

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Gesù - a san Giovanni Rotondo 70Padre Pio - verso Milano 73

Pellegrinaggio dal 13 al 15 settembre 1974a Collevalenza

Maria SS. - verso Collevalenza 76Gesù - a Collevalenza 78Maria SS. - a Collevalenza 80Maria SS. - verso Milano 84

Pellegrinaggio dal 9 al 14 aprile 1975a Pontedera - Roma - Airola - Benevento -San Giovanni Rotondo - Loreto

Maria SS. 87Maria SS. - a Pontedera 91Maria SS. - a Roma, verso le Tre Fontane 93Maria SS. - a Roma 96Gesù - a Roma 98Maria SS. - verso Airola 100Maria SS. - a Benevento 103Gesù - verso San Giovanni Rotondo 105Padre Pio - a San Giovanni Rotondo 107Maria SS. - verso Loreto 111Gesù - al rientro a Milano 113

Pellegrinaggio dal 24 al 25 ottobre 1975a Catania e Siracusa

Maria SS. - in volo verso Catania 116Maria SS. - in un cenacolo 118Maria SS. - in una casa di riposo 119Maria SS. - a Siracusa, in un cenacolo 122Maria SS. - a Catania, in una parrocchia 125Maria SS. - al ritorno dal pellegrinaggio 128

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Pellegrinaggio dal 24 al 26 maggio 1976a Ravenna - San Giovanni Rotondo - Lanciano

Gesù - verso Ravenna 129Maria S.S. - a Ravenna 133Maria SS. 135Padre Pio - a S. Giovanni Rotondo 139Maria SS. - verso Lanciano 142Gesù - verso Milano 145

Pellegrinaggio dal 17 al 22 maggio 1977a Loreto - San Giovanni Rotondo - Airola - Pompei

Maria SS. - alla partenza per Loreto 149Maria SS. - a Loreto 151Maria SS. 152Maria SS. - verso San Giovanni Rotondo 154Maria SS. - a San Giovanni Rotondo 157Maria SS. - verso Airola 159Maria SS. - nel santuario di Pompei 163Maria SS. - verso Civitanova Marche 167Maria SS. - verso Milano 170

Pellegrinaggio dal 28 maggio al 2 giugno 1978a Loreto - San Giovanni Rotondo -Monte Sant’Angelo - Airola - Pompei

Maria SS. - a Loreto 173Maria SS. - verso San Giovanni Rotondo 177Maria SS. - a San Giovanni Rotondo 179San Michele Arcangelo - nel santuario di S. Michele 182Gesù - verso Airola 183Bartolo Longo - nel santuario di Pompei 186Gesù 187Maria SS. - verso Milano 191

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Esercizi spirituali dal 6 al 8 febbraio 1976a Tavernola

Maria SS. - verso Tavernola 194Gesù - a Tavernola 195Maria SS. 200Maria SS. 201Gesù 205Maria SS. 209Gesù 211Maria SS. 215

Esercizi spirituali dal 10 al 12 febbraio 1977a Tavernola

Gesù - alla partenza per Tavernola 220Maria SS. - a Tavernola 224Gesù 225Gesù 227Gesù 231

Esercizi spirituali dal 5 al 8 febbraio 1978a Tavernola

Gesù - prima della partenza 232Maria SS. - a Tavernola 236Gesù 237Gesù 240Maria SS. 243Gesù 247Maria SS. 249Gesù 254Maria SS. 258Gesù 262Maria SS. 264

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Esercizi spirituali dal 24 al 27 settembre 1978a Tavernola

Maria SS. 267Maria SS. 272Maria SS. 278Maria SS. 285Maria SS. 290Gesù 294Maria SS. 299Maria SS. 302

Finito di stampare in febbraio 2010 presso Milano