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Rassegna Stampa del giorno 5 Febbraio 2014 Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007 p p p a a a g g g i i i n n n a a a 1 1 1 via Modena, 5 - 00184 ROMA Tel. 06.4746351 - Fax 06.4746136 e-mail : [email protected] Sito: www.fiba.it Aderente alla UNI (Union Network International), alla CES (Confederazione Europea dei Sindacati) e alla CISL Internazionale M M M e e e r r r c c c o o o l l l e e e d d d ì ì ì , , , 5 5 5 F F F e e e b b b b b b r r r a a a i i i o o o 2 2 2 0 0 0 1 1 1 4 4 4 U U U n n n a a a f f f o o o r r r i i i s s s m m m a a a a a a l l l g g g i i i o o o r r r n n n o o o ( ( ( t t t i i i l l l e e e v v v a a a q q q u u u a a a l l l c c c h h h e e e r r r o o o m m m p p p i i i s s s c c c a a a t t t o o o l l l e e e d d d i i i t t t o o o r r r n n n o o o ! ! ! ) ) ) : : : «Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere unesistenza felice, la più grande è lamicizia!» ( ( ( E E E p p p i i i c c c u u u r r r o o o ) ) ) R R R A A A S S S S S S E E E G G G N N N A A A S S S T T T A A A M M M P P P A A A A A A S S S S S S I I I C C C U U U R R R A A A Z Z Z I I I O O O N N N I I I / / / L L L A A A V V V O O O R R R O O O : : : A rischio stralcio il pacchetto Rc auto ................................................................... 2 Alle Poste cè una nuova rete .................................................................................... 3 Rc auto, beffa per la Campania sparito il calmiere per le tariffe .................. 4 B B B A A A N N N C C C H H H E E E / / / L L L A A A V V V O O O R R R O O O : : : Un giorno di «lavoro agile», 100 aziende ci provano ....................................... 5 L’Inps vede rosso, perdite per 12 miliardi ............................................................ 6 Banco Chiavari anticipa la Cig .................................................................................. 7 E E E C C C O O O N N N O O O M M M I I I A A A : : : P P P R R R I I I M M M O O O P P P I I I A A A N N N O O O : : : «Stop austerity, ora investimenti pubblici» .......................................................... 8 «Bankitalia fiduciosa sugli stress test Bce» .......................................................... 9 E la Corte dei conti chiede 234 miliardi a S&P’s ................................................. 10 Inps in rosso per 12 miliardi Ma lo Stato salda i conti ..................................... 11 L'inflazione calcolata con le cialde del caffè ........................................................ 12 Ma Confindustria divorzia da Palazzo Chigi Scarto impressionante tra parole e fatti................................................... 13 Il Patto di stabilità è superato ora ci vogliono regole meno rigide........... 14 Prezzi, il paniere è più tecnologico con sigarette e giornali elettronici ...... 15

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Comunicato di informazione a cura della Federazione Italiana Bancari e Assicurativi

Tribunale di Roma - Registro della stampa n. 73/2007

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via Modena, 5 - 00184 ROMA

Tel. 06.4746351 - Fax 06.4746136 e-mail: [email protected] Sito: www.fiba.it

Aderente alla UNI (Union Network International), alla CES

(Confederazione Europea dei Sindacati) e alla CISL Internazionale

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AAA SSS SSS III CCC UUU RRR AAA ZZZ III OOO NNN III /// LLL AAA VVV OOO RRR OOO ::: A rischio stralcio il pacchetto Rc auto ................................................................... 2 Alle Poste c’è una nuova rete .................................................................................... 3 Rc auto, beffa per la Campania sparito il calmiere per le tariffe .................. 4

BBB AAA NNN CCC HHH EEE /// LLL AAA VVV OOO RRR OOO ::: Un giorno di «lavoro agile», 100 aziende ci provano ....................................... 5 L’Inps vede rosso, perdite per 12 miliardi ............................................................ 6 Banco Chiavari anticipa la Cig .................................................................................. 7

EEE CCC OOO NNN OOO MMM III AAA ::: PPP RRR III MMM OOO PPP III AAA NNN OOO ::: «Stop austerity, ora investimenti pubblici» .......................................................... 8 «Bankitalia fiduciosa sugli stress test Bce» .......................................................... 9 E la Corte dei conti chiede 234 miliardi a S&P’s ................................................. 10 Inps in rosso per 12 miliardi Ma lo Stato salda i conti ..................................... 11 L'inflazione calcolata con le cialde del caffè ........................................................ 12 Ma Confindustria divorzia da Palazzo Chigi “Scarto impressionante tra parole e fatti” ................................................... 13 “Il Patto di stabilità è superato ora ci vogliono regole meno rigide” ........... 14 Prezzi, il paniere è più tecnologico con sigarette e giornali elettronici ...... 15

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Destinazione Italia. Norme stravolte, si cerca la mediazione - Con le nuove tabelle danno possibili sanzioni per mancati sconti

A rischio stralcio il pacchetto Rc auto

ROMA Assicurazioni, energia, bonus ricerca: fioccano modifiche al decreto Destinazione Italia. Dall’esame delle commissioni alla Camera rischia di uscire completamente stravolto, e ridimensionato, il pacchetto Rc auto e, in assenza di un accordo tra governo e maggioranza nella giornata di oggi, non è escluso che si vada allo stralcio dell’intero articolo 8 per trasformarlo in un disegno di legge delega. Al termine di una riunione alla quale hanno partecipato un centinaio di deputati, il Pd ha fatto filtrare aperto malumore per la riformulazione dei relatori che fmirebbe «per peggiorare il testo favorendo le grandi compagnie di assicurazioni». Tra le possibili modifiche, una sorta di “baratto” tra sconti ed entrata in vigore delle nuove tabelle danni, fortemente sollecitate dalle compagnie. Si prevede che dall’entrata in vigore delle tabelle dei risarcimenti per le lesioni di lieve entità e per quelle macropermanenti (sollecitate dalle assicurazioni), l’Ivass monitorerà l’andamento delle tariffe Rc auto, per area territoriale, e in caso di mancate riduzioni farà scattare sanzioni a carico delle compagnie (fino al 10% del fatturato). Nella riformulazione dei relatori, viene cambiata anche la norma sul risarcimento in forma specifica: le assicurazionipotranno scegliere la tipologiadiveicoli e gli ambiti territoriali nei quali offrire la facoltà di farsi risarcire da carrozzerie convenzionate con la compagnia, a fronte di uno sconto di almeno il 5%. Inoltre, nel caso sia rifiutata questa formula (ma solo se il danneggiato è diverso dall’assicurato), per determinare la soglia dei risarcimenti debutteranno i «costi standard per lavori a regola d’arte», determinati dall’Ivass. Già approvate, invece, le modifiche sul pacchetto energetico e su altri temi. Un emendamento M5S prevede sanzioni per le compagnie di gas ed elettricità che non espliciteranno nei contratti una serie di compOnenti di base di costo, in modo che siano confrontabili con altre offerte. Altra novitàdi impatto per i consumatori alle prese coni contatori elettronici: dovrà esserci un intervallo di tempo massimo peri conguagli nei casi di lettura stimata. Quanto al credito d’imposta per la ricerca e ai voucher per le Pmi digitali è confermata la soluzione sulle coperture (si veda Il Sole 24 Ore del 24 gennaio): si attingerà al Fondo sviluppo e coesione (ex Fas) e al Fondo per l’attuazione delle politiche comunitarie. Il bonus ricerca, però, viene limitato alle imprese con un fatturato annuo inferiore a soo milioni. Estensione per i mutui a tasso zero per l’imprenditorialità giovanile e femminile: tra i progetti finanziabili rientrano anche le iniziative nel commercio e nel turismo. Novità anche per il pacchetto a sostegno del credito non bancario: il Fondo di garanzia Pmi potrà prestare garanzia anche in favore delle società di gestione del risparmio che, per conto dei fondi comuni di investimento, sottoscrivano mini-bond. Cambia completamente pelle il bonus “libri”: il credito d’impo- ‘sta del m% per chi acquista testi cartacei, fino a un massimo di 2.000 curo all’anno (di cui i.000 per i volumi scolastici). Che, per effetto di un emendamento targato Pd, si è trasformato però in un “bonus librai”. A beneficiarne non saranno più le persone fisiche e giuridiche, bensì gli esercizi commerciali che esercitano la vendita al dettaglio. Con un limite: dovranno applicare uno sconto del 19% sui libri di lettura comprati dagli studenti delle superiori che si presenteranno con un buono lettura rilasciato dai presidi sulla base delle risorse stanziate dal Dl (so milioni da qui al 2016). Resta da capire come questo meccanismo si interfaccerà con la previsione, contenuta in un emendamento del M5S, che ha esteso il bonus fiscale agli e-book.

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SONO I CONSULENTI CHE POSSONO COLLOCARE FONDI E POLIZZE FUORI DAGLI UFFICI POSTALI

Alle Poste c’è una nuova rete Sono già un centinaio e potrebbero presto lievitare. Una novità consentita dal decreto Crescita che farà aumentare il valore dell’azienda in vista dell’ipo. Oggi l’ad Sarmi incontra i sindacati

Che dentro Poste Italiane ci siano diversi business, dalle polizze ai conti correnti, dai mutui ai servizi telefonici, è cosa nota. Diversificazioni che si sono rivelate una strategia vincente perché, a differenza dei servizi postali tradizionali, alle prese con la crisi della corrispondenza, la partecipata Poste Vita e la divisione BancoPosta continuano a crescere e macinare utili anno dopo anno, intercettando gran parte degli oltre 10 miliardi di valore stimato per il gruppo. Ora alle Poste sta però partendo un nuovo progetto, finora rimasto sottotraccia, che potrebbe rivelarsi fonte di ricchi guadagni per gli anni a venire e rappresentare l’asso nella manica dell’ad Massimo Sarmi per far salire le valutazione del gruppo in vista della cessione del 40% del capitale, attesa entro fine anno, come previsto dal piano di privatizzazione del governo. L’assist è arrivato proprio dall’esecutivo che, con il decreto Crescita di fine 2012, ha ampliato il raggio d’azione del gruppo postale prevedendo che tra le attività di BancoPosta ci sia anche «la possibilità di svolgere attività di promozione e collocamento di prodotti e servizi bancari fuori sede ». In pratica i dipendenti delle Poste possono andare direttamente a casa del cliente, privato o piccola impresa che sia, per proporre fondi pensione, mutui o anche polizze Vita. Come dire che anche le Poste, proprio come una qualunque banca, hanno la possibilità creare una propria rete di promotori finanziari per fare raccolta di risparmio sul territorio. E proprio come gli istituti tradizionali hanno riscoperto recentemente questo ramo d’ attività, perché fonte di nuova raccolta utile a controbilanciare la crescita delle sofferenze, anche alle Poste sembrano aver compreso la potenzialità del nuovo canale. «L’azienda ha avviato un progetto per sviluppare l’offerta fuori sede con riferimento alle prestazioni dei servizi di investimento e assicurativi nei confronti della clientela retail, si legge nell’ultimo bilancio semestrale del gruppo e a giugno dell’anno scorso c’erano già «34 dipendenti», contemporaneamente iscritti all’albo degli intermediari Consob e a quello degli intermediari assicurativi. Una piccola rete che ín pochi mesi ha continuato a crescere visto che se si consulta oggi l’ albo tenuto dalla Consob emerge che i promotori finanziari con un mandato di Poste Italiane sono già poco meno di un centinaio e le potenzialità sono enormi considerando che la struttura dell’intero gruppo è composta oggi da poco meno di 14 mila uffici postali e circa 140 mila dipendenti. Lavoratori che, come noto, avranno un ruolo anche nel piano di privatizzazione del gruppo con la partecipazione al capitale e un posto atteso nella governane. Come avverrà il loro coinvolgimento non è ancora noto. Le indiscrezioni parlano di azioni offerte gratuitamente, o quasi, per circa il 5% del capitale. Ma si tratta, per ora, solo di voci e forse oggi potrebbe esserci qualche indicazione più precisa visto che in mattinata Sarmi incontrerà le sei sigle sindacali cui aderiscono i dipendenti del gruppo (la maggioranza è con la Cisl). Intanto proseguono i lavori per la privatizzazione. Ieri c’è stata la consegna delle offerte da parte delle banche interessate a svolgere un ruolo di advisor per conto del ministero dell’Economia. Lettere di invito spedite solo a banche (si veda altre articolo in pagina) e non a società di consulenza che potrebbero partecipare ad altre fasi dell’operazione. Come 1’ incarico di valutatore indipendente che sarà chiamato sempre dal ministero dell’Economia o il servizio di advisoring per conto delle Poste.

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Rc auto, beffa per la Campania sparito il calmiere per le tariffe

I deputati meridionali Pd e Fi non ci stanno: fronte comune in aula Il governo ha presentato ieri un emendamento che riformula l’articolo 8, quello relativo all’Rc auto, di fatto bocciando quelle che erano le proposte «pro-Sud» di modifica del decreto Destinazione Italia. Ci sarà comunque tempo fino a questa mattina alle 10 per presentare dei sub-emendamenti da parte dei gruppi parlamentari nella decima commissione Attività produttive. Il decreto Destinazione Italia dunque, si prepara a sbarcare in aula. La notizia ha creato uno squarcio tra i banchi di Montecitorio e le critiche piovono da tutte le parti. Per trovare una quadra i parlamentari che stanno guidando la crociata contro il caro assicurazioni sarebbero stati pronti anche a fare un passo di lato, ma solo nel caso in cui fossero arrivate proposte concrete dal governo in fatto di premialità per gli automobilisti virtuosi e tutela delle aree più colpite e disagiate (in pratica quelle del Mezzogiorno). Da quanto era emerso nei giorni scorsi sembrava si volesse evitare il muro contro muro, cosa che sembra fosse gradita anche dal mondo delle lobby, e magari arrivare in aula con dei maxiemendamenti e il testo riscritto. La partita è ancora aperta ma sembra inevitabile lo scontro. Percorrendo la strada del no, l’esecutivo rischia di creare due fronti e un vero e proprio braccio di ferro che si consumerà durante la discussione in aula, a partire probabilmente già da domani. Il clima è rovente e ieri se n’è avuta prova durante la riunione del gruppo del Partito democratico alla Camera. Dopo la relazione di Leonardo Impegno, il deputato campano che ha presentato materialmente gli emendamenti, sembra si sia creato un fronte unitario tra i colleghi di partito. Da quanto emerso anche i capigruppo Roberto Speranza, Marco Causi e Gianluca Benamati hanno considerato il decreto Destinazione Italia così com’è «inadeguato e insufficiente». Si è deciso così di seguire una strategia politica condivisa e presentare un emendamento unitario, che ha trovato anche il favore del presidente della decima commissione Guglielmo Epifani. Inoltre i parlamentari campani del Pd, firmatari dei nove emendamenti presentati da Impegno, ovvero Enzo Amendola, Assunta Tartaglione, Guglielmo Vaccaro, Massimiliano Manfredi, Tino Iannuzzi, Valeria Valente, Michela Rostan, Umberto Del Basso De Caro e Massimo Paolucci, proseguiranno la loro battaglia ponendo ai voti dell’aula di Montecitorio le modifiche al decreto già proposte in commissione. Sullo sfondo c’è un dato politico importante che vede allargarsi sempre di più il fronte trasversale dei deputati meridionali pronti ad appoggiare la causa, tra questi ci sono parlamentari calabresi, pugliesi, siciliani ma anche alcuni toscani. Tra i più attivi c’è sicuramente l’onorevole Paolo Russo, che insieme al suo gruppo di Forza Italia non arretra di un passo: «Il governo è assolutamente refrattario a qualunque argomento che vada in difesa dei cittadini italiani. Mi pare sia sordo rispetto a questo problema nazionale. Ci confronteremo in commissione nelle prossime ore. Noi presenteremo emendamenti al nuovo testo e non ci sottrarremo. Porteremo fino in fondo la battaglia». I forzisti vanno avanti compatti e Russo rispetto alla posizione assunta dall’esecutivo tuona: «È una miope chiusura, oltre che incomprensibile. Non mi pare che questo sia il modo migliore di affrontare un emendamento così complesso. Li incalzeremo e eventualmente porteremo in aula la vicenda proseguendo la nostra battaglia. Presenteremo centinaia di emendamenti quando sarà il momento. Se si va con le opposizioni compatte, anche i grillini mi pare siano su queste posizioni, e un pezzo rilevante della maggioranza la partita è ancora aperta

Il testo Palazzo Chigi riscrive le norme sulle polizze senza bonus per i virtuosi

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La sperimenazione Coinvolti 5.000 dipendenti. Purassanta (Microsoft): ma serve un cambio di mentalità

Un giorno di «lavoro agile», 100 aziende ci provano

MILANO - Lavoro agile: la sperimentazione «di massa» organizzata dal comune di Milano per domani, 6 febbraio, ieri sera aveva l’adesione di 92 aziende. Qualcuno si sta aggiungendo all’ultimo minuto. Così l’amministrazione conta di superare quota cento. Si stima saranno oltre cinquemila le persone coinvolte dall’«esperimento». In sostanza, domani le imprese aderenti alla giornata del «lavoro agile» lasceranno i dipendenti liberi dalla timbratura del cartellino. Ognuno lavorerà a casa o in ufficio, a seconda delle esigenze. Le aziende mobilitate appartengono ai settori più diversi. Si va da Siemens a Unicredit group, da Cisco Italia a Barilla e Sia. Tra le banche anche Barclays, Popolare di Milano, Deutsche Bank. Nell’alimentare Nestlé, Coca Cola. E ancora: Microsoft, Shell, Mars, Sisal, Ubisoft, Ibm, Sanofi, Philips. A favore del «lavoro agile» si è schierato nei giorni scorsi il commissario del governo Letta per l’agenda digitale del governo, Francesco Caio. Nel mondo delle imprese si spende «senza se e senza ma» Carlo Purassanta, amministratore delegato di Microsoft Italia. «Prima ancora delle tecnologie e dei pc, per realizzare lo smartwork serve un cambio di mentalità. E’ necessario smettere di valutare i dipendenti in base alla quantità di tempo che passano in ufficio. E misurare i risultati prodotti, premiando il merito». Per Microsoft l’organizzazione «smart» del lavoro è servita anche a mantenere al proprio interno una motivazione alta, tipica delle start up, nonostante il gruppo in Italia conti goo dipendenti distribuiti nelle sedi di Roma, Milano e Torino. «Quando si tratta di fare una riunione, ormai non serve che il collega sia presente in ufficio - continua Purassanta -. Può essere benissimo a casa o non importa dove». Anna Zattoni, direttore generale di Valore D, associazione che raggruppa una novantina di imprese che hanno in comune l’obiettivo di valorizzare il contributo femminile, fa notare i risvolti positivi del telelavoro smart in materia di conciliazione famiglia-lavoro. «I dipendenti, uomini e donne, possono decidere di lavorare da casa quando un figlio è malato e non può andare a scuola o il tecnico deve venire a riparare la lavastoviglie - fa qualche esempio Zattoni - . In questo modo le imprese riducono le assenze e i lavoratori fanno fronte a qualche incombenza in più». E i costi per l’azienda? Sia Purassanta che Zattoni, sono concordi: l’investimento iniziale per garantire le tecnologie casalinghe al dipendente sono largamente compensate dai risparmi: uffici più piccoli e meno costosi, più produttività, meno assenteismo. Su 27esimaora.corriere. it il testo della proposta di legge tripartisan Mosca-Tinagli- Saltamartini sul lavoro agile depositata in parlamento.

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Allarme dell’Inps rosso da 12 miliardi per il 2014

L’Inps vede rosso, perdite per 12 miliardi

Ma l’istituto: arriva l’assegno firmato dal governo, sistema inperfetto equilibrio ROMA - Conti in rosso per 14,4 miliardi ne12013 e 12 miliardi nel 2014. Ma i143% in meno di nuove pensioni erogate lo scorso anno e un altro 8% in meno quest’anno. Due aspetti della stessa medaglia: lo stato di salute dell’Inps e dei pensionati. Da una parte l’Istituto paga ancora la fusione con Inpdap ed Enpals, di qui i buchi. Dall’altro, la riforma Fornero è entrata a pieno regime e sempre più lavoratori devono rimandare la quiescenza. Entrambi i fattori - uniti allo stanziamento contabile operato dalla legge di Stabilità pari a25,2 miliardi - serviranno a mantenere in attivo il patrimonio che nel 2014 avrà però ancora il segno meno (-4,5 miliardi). «Il sistema previdenziale è perfettamente in equilibrio», ha assicurato ieri l’Inps, commentando i dati del bilancio del 2013 e quello di previsione del 2014, pubblicato in anteprima da Repubblica. it. Owero gli ultimi documenti contabili firmati dal presidenteMastrapasqua che ieri si è dimesso anche dalla vicepresidenza di Equitalia, da Coni Servizi e da Idea Fimit. Per la successione a Mister 25 Poltrone, ieri il governo considerava l’opzione commissario («È una valutazione che stiamo facendo, ma aspettiamo che torni il presidente del Consiglio», chiosava il ministro del Lavoro Giovannini). Ma in queste ore avanza spedita la candidatura di Mauro Marè, 54 anni, docente di economia e presidente dal 2004 di Mefop Spa, una societàpartecipata dal ministero dell’Economia e da ottanta fondi pensione, fondata ne11999 proprio per lo sviluppo del “Mercato dei fondi pensione”. Il professor Marè è considerato un uomo vicino alla sinistra (collaboratore di fiducia di Giuliano Amato con cui ha scritto due libri nel 2001 e nel 2007 proprio sulle pensioni e sul pilastro integrativo). Ma che non dispiace alla destra, visto che nel passato ha collaborato anche con Tremonti. Ieri dunque una nota dell’Inps ha stemperato l’allarme sulrosso nei conti e il rischio ammanco nel patrimonio. Specificando che «il miglioramento di oltre 25 miliardi (quelli stanziati dalla legge di Stabilità, ndr) della situazione patrimoniale sarà rilevato in occasione della prima nota di variazione al bilancio preventivo 2014». Dunque il previsto “buco” da 4 miliardi e mezzò in realtà diventerà un attivo di oltre 20,6 miliardi. La situazione contabile non è comunque tra le più floride, causa crisi e calo della contribuzione, visto anche lo stop alle assunzioni nel settore pubblico e i posti persi per ristrutturazioni e licenziamenti. La stretta Fomero - con requisiti più alti per l’uscita - dà una mano, certo. Gli assegni liquidati sono passati da 1,14 milioni nel 2012 a 649 mila nel 2013 (-43%) e caleranno ancora quest’anno a597 mila (-8,2%). Senza dimenticare però che la questione esodati (senza lavoro né pensione) non è ancora del tutto risolta. Per quanto riguarda il contributo dei vari fondi, ancora una volta si conferma il paradosso per cui il fondo dei precari (in attivo per 96 miliardi) e quello alimentato dai contributi per malattia, maternità, disoccupazione (in attivo per 179 miliardi) mantengono a galla tutti gli altri (fondo dei lavoratori dipendenti in rosso per 119 miliardi, fondo dei coltivatori diretti -80 miliardi, fondo artigiani -48 miliardi).

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L’INIZIATIVA PER EVITARE CHE I LAVORATORI RIMANGANO SENZA SALARIO

Banco Chiavari anticipa la Cig L’istituto interviene in attesa che arrivino gli assegni dallo Stato CHIAVARI (GENOVA). Il Banco di Chiavari e della Riviera ligure anticipa la cassa integrazione. Firmato ieri, nella sede di Chiavari dell’Istituto di credito, il protocollo che va incontro ai dipendenti delle aziende in crisi e scongiura il rischio che, nell’attesa dell’erogazione delle indennità da parte di Inps, i lavoratori rimangano mesi senza salario. La novità è frutto di un’intesa tra Banco, Cgil, Cisl, Uil, Ance Genova- Assedil, Ascom Genova (imprese Tigullio/Golfo Paradiso), Cna distretto del Levante, Confesercenti della provincia di Genova (coordinamento di Rapallo e del Tigullio), Confindustria delegazione di Chiavari. Nasce come risposta alla grave crisi economica che mette in ginocchio imprese di tutti i settori, costringendole a ricorrere agli ammortizzatori sociali. Il protocollo varato ieri anticipai trattamenti di cassa integrazione ordinaria, straordinaria, straordinaria in deroga nonché l’assicurazione sociale per l’impiego (Aspi), ex indennità di disoccupazione. Nel documento quest’ultima voce non compare perché l’estensione del beneficio è stata decisa, unanimamente dalle parti coinvolte, pochi istanti prima della firma. L’accordo resta in vigore fino à 31 dicembre di quest’anno. Il denaro sarà accreditato su apposito conto corrente per un massimo di sette mesi (prorogabili di due) in frazioni non superiori all’80 per cento della retribuzione netta (massimo ottocento euro mensili) per un importo che non potrà superare i 5.600 euro. Quando il lavoratore riceverà l’indennità da Inps gli accrediti cesseranno e lui dovrà restituire alla banca (senza interessi) il denaro incassato anticipatamente. «Non è un prestito sul quale maturano oneri - spiega Paolo Sanguineti, direttore dell’area Levante del Banco di Chiavari - e non comporta spese a carico dei lavoratori per i quali è stato anche allestito un servizio di informazioni dedicato à quale si accede attraverso il centralino: 0185/3271 o scrivendo all’indirizzo di posta elettronica sviluppochiavari@ bancochiavari.it».

D. BAD.

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dddaaalll nnnooossstttrrrooo iiinnnvvviiiaaatttooo LLLiiinnnaaa PPPaaalllmmmeeerrriiinnniii Gli striscioni della Lega Per il Quirinale una «protesta marginale: battere la vacua propaganda dei populisti» Ripresa italiana ed elezioni Segnali di ripresa indiscutibili, no effetti meccanici sul Governo dopo il voto Ue

«Stop austerity, ora investimenti pubblici»

Napolitano al Parlamento Ue: basta attacchi all’euro - Serve apertura su modi e tempi del riequilibrio finanziario STRASBURGO. È la prima volta che Giorgio Napolitano si schiera così apertamente contro una politica dell’austerity «a ogni costo», una scelta che «ormai si ritiene non regga più». Non era mai accaduto che lo facesse in modo così netto ma ora che le elezioni europee sono a un passo e in tutti i Paesi cresce «un’agitazione distruttiva contro l’euro e contro l’Unione» alimentata da «una vacua propaganda», serve una «svolta» per rilanciare «crescita e l’occupazione» e combattere il malessere sociale che alimenta i populismi. Non è uno slogan di rito quello del capo dello Stato che suggerisce una via precisa all’Europa: «Servono investimenti pubblici (oltre che privati) al servizio di progetti europei e nazionali. A tal fme è necessaria maggiore attenzione per la sostenibilità del debito di ciascun Paese e - aldilà di parametri rigidamente intesi - una sufficiente apertura sui modi e tempi dell’ulteriore riequilibrio finanziario». Unpassaggio cruciale che sembra invitare a una maggiore flessibilità sulla regola del 3%. Parla a Strasburgo, nella seduta plenaria del Parlamento europeo, ma la voce di Napolitano arriva fino a Berlino. Sul tavolo la posta in gioco è alta:battere i p opulismi. E a maggio, data del voto europeo, ci sarà un «momento di verità» dice il capo dello Stato che scuote l’Ue su un nuovo corso. Accolto al Parlamento Ue con i massimi onori, introdotto da un breve intervento di Martin Schulz che loda la sua storia politica e bacchetta chi lo contesta «con l’obiettivo di portare l’Italia nel caos», Napolitano tiene un discorso in discontinuità con quello di anni precedenti in cui l’Italia era chiamata a fare la sua parte e il rigore di bilancio era il prezzo da pagare alla nostra inaffidabilità finanziaria e politica. Un discorso che i leghisti non capiscono o non vogliono capire visto che non si accorgono di quanto Napolitano incalzi l’Europa e la Germania nel cambiare rotta Sono in tre - Matteo Salvini, Mario Borghezio e Mara Bizzotto - a mettere in scena la protesta con cartelli “no euro” ma vengono zittiti dai fischi dell’Aula E il Colle misura la contestazione: «Marginale». Ma è appunto il “no euro” dei cartelli leghisti il rischio di cui parla Napolitano quando dà l’altolà all’austerity e chiede l’autocritica alle leadership europee che hanno abbandonato il progetto dell’Unione in un’inerzia politica e in una stretta economica Spesso viene interrotto dagli applausi, anche quando parla di politiche Ue che hanno avuto «ricadute di innegabile gravità in termini di recessione» sui Paesi chia- mati a una maggiore sacrificio. Sacrifici che l’Italia ha fatto - dice Napolitano - ma la «progressiva riduzione del debito non può essere caricata sulle giovani generazioni ». Insomma, un j’accuse pesante a un’Europa che oggi è al bivio «tra segni di ripresa e rischi stagnazione, se non di deflazione » e che, tuttavia, non riesce a scegliere. E a rompere un circolo vizioso che sta trascinando una «generazione alla deriva» mentre servono nuovi sistemi formativi e riforme del lavoro. Ma la spina è anche politica, di legittimazione democratica, di accelerazione sulle istituzioni Ue. Anche qui risuona una critica a quel metodo di decisioni intergovernative che sono prevalse «fuori dal tracciato comunitario » e riprendendo il fiscal compact invita a «collocare la governance di un’unione monetaria all’interno di un quadro istituzionale ». Qui c’è l’applauso più forte e convinto. Anche quando incalza le leadership europee responsabili di aver dato all’Ue una versione «riduttiva, economicista con pesanti connotati tecnici». Non si «torna indietro» dall’Europa ma adesso «ci sono dure battaglie contro meschinità nazionali: come si fa a sostenere che si salva l’Ue abbandonando l’euro? Le conseguenze vengono affrontate con disarmante semplicismo ». Ed è chiaro che Napolitano consegna alla Bce di Draghi il merito di aver salvaguardato il progetto europeo perchè prima «era indispensabile difendere l’euro». Mario Draghi è l’unico italiano con Altiero Spinelli che cita nel suo discorso. Il declino dell’Europa a fronte della globalizzazione è la posta finale ma solo «una cultura e valori comuni» possono essere il collante, gli stessi che hanno accompagnato la scomparsa di Claudio Abbado. Al termine del suo intervento ci sono i cronisti ad aspettarlo, a chiedergli se un’erentuale vittoria dei populismi in Italia (vedi Grillo) possa avere effetti sul Governo ma Napolitano nega. «Non credo a ricadute meccaniche sul Governo se la maggioranza tiene. Non si sa con quale obiettivo i partiti possano sottrarsi alle loro responsabilità». Ottimismo anche sulla ripresa «Per la prima volta stiamo vedendo dei “più”: questo significa che ci sono dei segni di ripresa indiscutibili ». Infine critica la versione che si è data del Rapporto Ue sulla corruzione: «È stata distorcente perchè il Rapporto partiva dalla valorizzazione di fatti compiuti ma è uscita solo la parte finale, dove c’è la condanna all’Italia». Chiude la sua giornata con le celebrazioni del progetto federalista di Altiero Spinelli, oggi l’incontro con gli europarlamentari italiani.

OCCUPAZIONE E CRESCITA «Necessaria una svolta per combattere il circolo vizioso fra rigore e crisi». «No a nazionalismi, elezioni Ue momento verità»

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Banche. Via Nazionale: l’asset quality review segue metodi oggettivi, mercato rassicurato sulla solidità complessiva del sistema

«Bankitalia fiduciosa sugli stress test Bce»

Il Governatore Visco: in Italia l’illegalità frena pesantemente la crescita dell’economia ROMA. La Banca d’Italia guarda «con consapevole fiducia» ai risultati dei test dei bilanci delle banche italiane da parte della Bce. Lo ha messo in evidenza il governatore della Banca l’Italia, Ignazio Visco, nel suo intervento tenuto in occasione del Convegno “Legalità e buon funzionamento del sistema finanziario” organizzato da Banca d’Italia e Consiglio superiore della magistratura. «In questi ultimi anni -ha spiegato Visco - il sistema bancario italiano ha, nel complesso, dato buona prova della propria capacità di resistere anche a fenomeni avversi di grande portata: la crisi finanziaria mondiale, le tensioni sui debiti sovrani, la doppia recessione. L’esercizio di valutazione complessiva dei bilanci delle principali banche dell’area dell’euro rappresenta il primo passo verso la vigilanza unica europea; per le banche che saranno vigilate in forma accentrata esso costituisce un importante banco di prova». Per Visco l’Asset quality review «segue metodologie oggettive alla cui definizione contribuiamo con la Banca centrale europea e le altre autorità di vigilanza nazionali; l’azione svolta nell’ultimo periodo sull’evoluzione del credito e della sua qualità ha consentito di rafforzare le banche italiane, rassicurando i mercati sulla solidità complessiva dei loro bilanci. Guardiamo ai risultati - ha sottolineato- con consapevole fiducia ». Poi, Visco ha ricordato che «la profondità della crisi attraversata dal nostro paese ha però avuto ripercussioni negative sulla qualità dei prestiti, soprattutto quelli alle imprese e che potranno configurarsi in taluni casi esigenze di ricapitalizzazione». Più a lungo ieri il Governatore non si è diffuso sullo stato di salute delle banche italiane e sulle loro prospettive e per saperne di più occorrerà attendere il suo intervento di fronte agli operatori finanziari al Forex, che si tiene a Roma nel fine settimana. Visco si è invece soffermato sul problema dell’illegalità come pesante fattore di condizionamento in rapporto alla crescita economica. E ha spiegato che l’illegalità nelle sue diverse forme, «dalla corruzione nell’esercizio di pubblici servizi alle violenze della criminalità organizzata, condiziona pesantemente la crescita economica, impedisce la corretta allocazione dei fondi pubblici destinati allo sviluppo, si ripercuote, a volte, sulla stessa possibilità di operare delle imprese». Dal canto suo, il vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, Michele Vietti, ha ricordato stime inquietanti, secondo le quali «l’economia sommersa e quella criminale hanno un fatturato valutabile nel suo complesso tra i 40o e i soo miliardi di euro, pari a circa un terzo della ricchezza nazionale ». Inoltre, ha spiegato,le indagini preventive segnalano «un’enorme area d’infiltrazione da parte della delinquenza organizzata nel tessuto economico, con modalità molto più sofisticate del passato». Di qui, secondo Vietti, la necessità di porre l’attenzione sulla cosiddetta «area grigia», fatta da «professionisti, politici, imprenditori, burocrati ». Secondo il capo del dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria di via Nazionale, Carmelo Barbagallo, «serve un approccio integrato fra la fase di prevenzione e quella di repressione» per contrastare in modo efficace la criminalità economica. Tuttavia, in armi recenti la cultura della lotta al riciclaggio sembra essere cresciuta fra gli operatori finanziari, secondo i dati forniti nel corso del convegno di ieri dal direttore dell’Unità di informazione finanziaria,( Uif) Claudio Clemente: «L’esponenziale crescita delle operazioni sospette identificate e segnalate dagli operatori alla Uif costituisce il dato che in modo più evidente esprime lo sviluppo registrato nell’attività di prevenzione. Le segnalazioni si sono quintuplicate in pochi anni, passando dalle 12.5oo alle oltre 65 mila sia nel 2012 che nel 2013; é un dato tra i più elevati in Europa. Di assoluto rilievo appaiono anche gli importi complessivi delle segnalazioni: circa 85 miliardi nel solo 2013» ha concluso

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Il debito Secondo il Financial Times la contestazione riguarda il declassamento dell’Italia. Coinvolte anche Moody’s e Fitch

E la Corte dei conti chiede 234 miliardi a S&P’s

Quanto valgono in termini di bilancio pubblico e di spread «La Divina Commedia», «La dolce vita» o La Cappella Sistina di Michelangelo? Quanto va considerato, nella ricchezza dell’Italia, l’immenso patrimonio storico, artistico e letterario accumulato in millenni? Secondo la Corte dei conti questa ricchezza va considerata eccome, quando si valuta l’affidabilità creditizia di un Paese. Cosa che invece le agenzie di rating non avrebbero fatto nel 2011, quando sull’onda dei timori per la tenuta dei debiti sovrani nei Paesi periferici dell’Eurozona declassarono pesantemente, e in più momenti, il giudizio sul - l’Italia a un passo dal livello «spazzatura» (junk). Per i giudici contabili è stato un errore: anche per questo hanno citato il colosso Standard & Poor’s (rating sull’Italia «BBB»), per una cifra gigantesca, destinata a battere ogni record in termini di richieste di danni: 234 miliardi di euro. La notizia è stata anticipata ieri nella sua edizione online dal Financial Times, secondo il quale sono stati trascinati in giudizio anche le altre agenzie, Moody’s e Fitch. A mancare, nella valutazione degli analisti delle tre agenzie, fra le altre cose, anche la ricchezza immateriale dell’Italia fatta di opere d’arte, beni architettonici, letteratura, persino film (il FT cita proprio il capolavoro di Federico Pettini nel titolo dell’articolo). L’agenzia statunitense ha confermato la notizia della causa, definendola «non seria e senza merito». Anche un portavoce di Moody’s ha definito «priva di merito» la mossa della Corte, mentre Fitch ha fatto sapere che collaborerà nel processo: «Capiamo le preoccupazioni del tribunale, ma crediamo di avere operato sempre in maniera corretta e nel pieno rispetto della legge». Maggiori dettagli sulla mossa giudiziaria della Corte dei conti dovrebbero essere resi noti dalla Procura il prossimo 19 febbraio.. E già si preannuncia uno scontro durissimo: secondo il FT i legali delle agenzie si prepareranno a contestare la legittimità dell’azione, visto che si tratta di un tribunale che valuta la responsabilità dei dipendenti pubblici e non anche di una entità esterna come un’agenzia di rating, anche se le sue azioni influenzano direttamente l’attività dello Stato attraverso l’attribuzione di un merito di credito che è uno degli elementi che incidono sul costo del debito pubblico. In Italia il taglio del rating e il conseguente innalzamento dello spread, sottolinea il FT, portarono prima alla caduta del governo Berlusconi nel novembre 2011 e a una serie di misure economiche di emergenza da parte dell’esecutivo di Mario Monti. Si tratta della seconda azione giudiziaria dello Stato italiano contro le agenzie di rating: l’anno scorso il pm di Trani, Michele Ruggiero ha chiesto il rinvio a giudizio di nove tra dirigenti e funzionari di S&P e di Fitch (archiviata la sola posizione di Moody’s) per manipolazione del mercato continuata e pluriaggravata in quanto «attraverso artifici a carattere informativo fornivano intenzionalmente ai mercati finanziari un’informazione distorta in merito all’affidabilità creditizia italiana e alle iniziative di rilancio economico adottate dal governo italiano, per disincenti - vare l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne così il valore». L’udienza preliminare riprenderà il 18 febbraio con la decisione del gup Angela Schiralli sulle associazioni dei consumatori come parti civili.

L’accusa dei magistrati all’agenzia: non considera il patrimonio artistico

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AAAnnntttooonnneeellllllaaa BBBaaaccccccaaarrrooo Previdenza II «buco» per l’incorporazione Inpdap. Nuovo vertice, spunta Marè

Inps in rosso per 12 miliardi Ma lo Stato salda i conti

L’ente: pensioni, nessun fischio. Anzianità in calo del 43% ROMA - Il ministro del Welfare, Enrico Giovannini, riceverà oggi i rappresentanti sindacali per una consultazione in vista della nomina del nuovo presidente dell’Inps, dopo le dimissioni di Antonio Mastrapasqua. Tra i papabili, oltre al «tecnico» Gianni Giroldi spunta il nome di Mauro Marè, presidente del Mefop (istituto per lo sviluppo dei fondi di previdenza). Ma intanto emergono i primi dati del bilancio preventivo dell’Istituto per i12014, che sarà esaminato a breve dal proprio Comitato di vigilanza. E con i numeri tornano le polemiche sul «buco» dei conti che, secondo il bilancio preventivo 2014, sarebbe per l’anno in corso di oltre 12 miliardi rispetto ai 14,4 del 2013, con un patrimonio netto di -4.529 milioni dai 7.468 milioni di fine 2013. A fine 2012 il patrimonio dell’Inps era positivo per 21.875 miliardi. E per oltre 41 miliardi nel 2011 prima dell’unificazione con l’Inpdap (dipendenti pubblici). Ma una nota dell’Inps spiega che la legge di Stabilità ha già fatto fronte allo squilibrio generato dall’accorpamento all’Inps dell’Inpdap, rendendo definitivo le anticipazioni farre dallo Stato per 25,2 miliardi. Quindi di fatto il patrimonio 2014 resterà in attivo per oltre 20,6 miliardi. Nella nota bilancio si legge che lo stanziamento «protegge il patrimonio Inps dall’erosione determinata dall’incorporazio - ne Inpdap» e rende «il sistema previdenziale perfettamente in equilibrio». Tale miglioramento di oltre 25 miliardi di euro sarà rilevato «in occasione della prima nota di variazione al bilancio preventivo 2014 dell’Inps». Il disavanzo sarebbe ancora più accentuato senza la riforma Fornero, ovvero della «stretta» sulle pensioni di anzianità (fino a fine 2012 si usciva ancora con la finestra mobile e i vecchi requisiti) che ha prodotto un calo nel numero dei nuovi assegni liquidati del 43% tra il 2012 e il 2013: da 1,14 milioni a 649 mila. Dall’altra parte preoccupano le gestioni dei lavoratori pubblici con 8,8 miliardi di «rosso» nel 2013 e 11,48 previsti per il 2014 (il patrimonio è a -26,2 miliardi a fine 2013 e a -37,7 nel 2o14), anche se l’Inps fa sapere che «la problematica è avviata a risoluzione ». Anche il fondo pensioni lavoratori dipendenti registra un risultato negativo per il 2013 per 1,4 miliardi e oltre 120 miliardi di passivo per il patrimonio. Un altro fattore di fragilità emerge dal «quadro di riferimento macroeconomico»: l’Inps assume che il Pil italiano cresca nel 2014 come ha previsto il ministero dell’Economia, ma la maggior parte dei previsori nazionali e internazionali converge ora nell’indicare un tasso di crescita di circa 0,7 punti.

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L’Istat Carovita fermo da tre mesi. Tra i beni per misurare la spesa anche le sigarette elettroniche

L’inflazione calcolata con le cialde del caffè

L’indice dei prezzi si è ridotto di un terzo, allo 0,7%. Il nuovo paniere ROMA - Il vizio entra nel paniere. Come ogni anno l’Istat aggiorna la lista dei beni tenuti sottocchio per misurare l’inflazione che, per inciso, anche a gennaio continua la sua frenata. E come ogni anno il saldo fra new entry e cancellazioni ci consegna una fotografia dei nuovi consumi degli italiani. Per dire, nel 1954 era entrata la brillantina, nell’86 il cardigan, nel 1991 (con un certo ritardo) il personal computer. Adesso la lista del - l’Istituto nazionale di statistica si arricchisce con la sigaretta elettronica, il caffè in cialde o capsule e anche la macchinetta per prepararlo. Entrano pure l’abbonamento ai quotidiani on line, le gomme termiche, il test di gravidanza e il sacchetto biologico per i rifiuti. Mentre dopo anni di onorato servizio diciamo addio al tailleur, sostituito da un più generico abito femminile. E anche alla «riparazione di apparecchi audiovisivi e informatici», che evidentemente non usa più, anche perché costa sempre di più. Ma come si decide cosa far entrare e cosa far uscire dal paniere? Vengono semplicemente aggiunti i prodotti che vedono crescere le loro vendite e cancellati quelli che stanno scomparendo dagli scaffali dei negozi. Inevitabilmente l’aggiornamento arriva con un po’ di ritardo, in genere un paio di anni. Ma la partita vera si gioca dopo, con la famosa ponderazione, cioè la scelta del peso da dare ai singoli prodotti o categorie nel calcolo dell’inflazione. Anche quest’anno le associazioni dei consumatori parlano di pesi falsati rispetto alla spesa reale. Il Codacons, in particolare, contesta il calo delle spese per «abitazione, acqua ed elettricità», la «solita discesa del peso» delle assicurazioni e anche dei parcheggi e dei pedaggi, nonostante l’ultimo ed ennesimo ritocco delle tariffe di inizio anno. Tutte variabili che, sempre secondo il Codacons, possono «falsare il calcolo dell’inflazione » con «ripercussioni sulla rivalutazione di pensioni e stipendi » e quindi sul reale potere d’acquisto delle persone. L’ultimo dato, diffuso proprio ieri dall’Istat, registra un’inflazione ferma a gennaio allo 0,7% su base annua. Lo stesso valore rilevato sia a dicembre sia a novembre. E il valore più basso dal 2009, un terzo di quello segnato appena un anno fa. Ma non è una notizia positiva. Anzi. Se negli anni 7o l’incubo si chiamava inflazione ai giorni nostri il pericolo è la deflazione, cioè la diminuzione del livello generale dei prezzi che arriva quando si indebolisce la domanda di beni e servizi. Una spirale pericolosissima, che ha messo in ginocchio il Giappone all’inizio del Duemila. E uno spettro che riguarda non solo l’Italia ma che si aggira per l’intera Europa. Come uscirne? Pochi giorni fa il governatore della Banca centrale europea Mario Draghi ha detto che «se dovesse mai esservi deflazione, la risposta arriverebbe utilizzando tutti gli strumenti disponibili». In casa nostra si moltiplicano gli appelli a sostenere la domanda. «Non ci stancheremo mai di ripetere che il punto centrale per la crescita è ridare fiato ai consumi restituendo potere d’acquisto alle famiglie», dice il presidente di Federdistribuzione, Giovanni Cobolli Gigli. Ma per farlo bisogna tagliare le tasse. Non proprio uno scherzo in un momento come questo.

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Il malessere degli imprenditori dietro le bordate di Squinzi. Al premier viene rimproverato un “eccesso di timidezza”

Ma Confindustria divorzia da Palazzo Chigi

“Scarto impressionante tra parole e fatti”

ROMA - Il governo Letta non è più il governo delle imprese. Il malessere tra i piccoli imprenditori, schiacciati da cinque anni di recessione, ha ormai raggiunto il limite di guardia. Giorgio Squinzi, presidente della Confindustria, se n’è fatto interprete e ha strappato: o l’esecutivo cambia marcia oppure vada a casa. Enrico Letta annunciò che con la legge di Stabilità il taglio al cuneo fiscale (lo chiedevano insieme imprese e sindacati) sarebbe stato significativo. Ma non è andata così. Dei dieci miliardi ipotizzati da Confindustria ne è arrivato soltanto uno, peraltro finanziato dalle imprese visto che è il frutto di un surplus di premi pagati all’Inail. È stata questala goccia che ha fatto traboccare ilvaso. La stabilità che si traduce in immobilismo non è quella che vogliono gli imprenditori. «C’è uno scarto impressionante - ragiona uno degli industriali di maggior peso nella squadra di Squinzi - tra il programma illustrato da Letta alle Camere e la sua realizzazione. La delusione, allora, è doppia perché Letta conosce bene i problemi fin da quando ha fatto il ministro dell’Industria, ma in questimesiha agito con eccessiva timidezza e senza coraggio ». A fine marzo a Bari il convegno biennale proprio della Piccola industria di Confindustria servirà anche a dare sfogo al malessere industriale. Che sta crescendo. Riguarda gli industriali ma anche le piccole aziende di artigiani e commercianti di Rete Imprese Italia che il 18 febbraio hanno deciso addirittura di scendere per la prima volta in piazza a Roma (piazza Santi Apostoli o piazza del Popolo) contro le politiche fiscali del governo. Tutte le forze sociali sono deluse dal governo più per quello che non ha fatto che per quello che ha deciso. Squinzi non è un raffinato “homo politicus”, non elabora strategie politiche. Gioca d’impulso sentendo l’umore delle sue associazioni territoriali (soprattutto quelle del nord che sono poi quelle che contano), tanto che ha attaccato il premier Letta mentre questi era impegnato in una visita all’estero. In genere non si fa. Letta infatti non ha gradito e ha replicato per ben due volte. In sintesi: gli imprenditori facciano il loro mestiere e non coltivino il disfattismo. Ma Squinzi non si è mosso di un millimetro, non ha indietreggiato. Ha detto ieri in una replica indiretta: «Rivendico il diritto-dovere di dire quello che serve in questo momento per far ripartire il Paese. E ripeto che dobbiamo muoverci in tempi rapidi, molto più rapidi. L’economia reale ha bisogno di interventi veloci». Dicono a Viale dell’Astronomia: «Dopo un crollo del Pil del 9,1 per cento dal 2007 e un ritorno della produzione industriale ai livelli del 1986, non si può essere ottimisti perché l’ultimo trimestre del 2013 si chiuderà con un +0.3 per cento. È la “sindrome di Palazzo Chigi” che fa vedere sempre ilbicchiere mezzo pieno. Ma per cogliere la ripresa bisogna muoversi e il governo non lo sta facendo». Mentre altri lo fanno. Tutti gli altri grandi paesi europei hanno messo in campo politiche industriali: l’hanno fatto la Germania, la Francia, l’Inghilterra e anche la Spagna. «In Italia, invece - c’è scritto in un paper del Centro studi di Confindustria- la politica industriale è tuttora assente. Ma per rimanere al passo degli altri, il Paese deve individuare le idee di cambiamento ». Ed è questo - ragiona Squinzi - che Letta non sta facendo. Ai confindustriali comincia a piacere - è emerso, per esempio, in alcune recenti riunioni a Bergamo e a Vicenza- il pacchetto di riforme di Renzi (legge elettorale, fine del bicameralismo, revisione del titolo V della Costituzione). Il punto però è che i renzianiignorano la Confindustria. Non un bel segno per lo Squinzi all’opposizione.

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Zanonato: diciassette Paesi su 24 hanno firmato un documento che chiede il via agli investimenti

“Il Patto di stabilità è superato ora ci vogliono regole meno rigide” ROMA - «Il presidente Napolitano ha ragione»: la politica dell’austerità non regge più, va cambiata e va cambiata subito. L’Europa deve ridefinire al più presto il Patto di stabilità e aprire agli investimenti: è l’ unica possibilità che abbiamo per far crescere quei timidissimi segnali di ripresa che qua e là provano a manifestarsi. Flavio Zanonato, ministro dello Sviluppo economico fa suo l’appello del Quirinale al Parlamento di Strasburgo: «le condizioni del mercato sono cambiate, ora “ devono cambiare anche le regole» dice. Ministro, l’Europa, e la Germania in particolare, predicano daannilapolitica delrigoree della salvaguardia dei conti pubblici. Cosa dovrebbe indurle a cambiare idea? «La consapevolezza che non operiamo più in un mercato comunitario o comunque occidentale, ma che dobbiamo misurare la nostra competitività con Paesi che si muovono su sistemi e norme diverse. La rigidità non è più praticabile, le regole vanno riviste, le risorse vanno liberate e investite ». Il Patto di stabilità è vecchio e superato? «Non è più funzionale. Diciamo che quando abbiamo stretto il Patto, abbiamo ragionato un po’ come perle quote latte. Così come sul latte si trattò di limitare la produzione per aumentare i prezzi, per la politica economica si trattò di non indebitarsi più di tanto sul Pii per non creare inflazione. Raggiunto l’obiettivo, le regole vanno rese meno rigide». Secondo lei, l’Europa ascolterà questo appello? «Il momento è maturo, la scorsa settimana c’è stato un incontro fra i ministri dello Sviluppo dell’Europa di 24 paesi e 17 hanno firmato un documento dove si chiede la revisione della Stabilità in favore di maggiori investimenti». Fra i firmatari c’èanchela Germania? «No, ma anche l’economia tedesca ha i suoi problemi. Non dimentichiamoci che in Germania vivono otto milioni di lavoratori che campano grazie ai mini-jobs, e che quindi hanno un reddito pari a 500 euro. Anche là la crisi ha prodotto i suoi effetti, ma il loro approccio è diverso dal nostro. Noi abbiamo l’esigenza di tutelare il made in Italy dalla competizione aggressiva dei paesi asiatici, loro non ragionano sul made in, perché hanno un alto tasso di delocalizzazione delle imprese. Pensano al marchio, non al territorio di produzione». Ma possiamo permetterci di essere meno rigidi? «Dobbiamo, e lo diciamo da tempo. Gli accenni di ripresa che si stanno manifestando possono rafforzarsi solo se ricominciamo ad investire». Aspettando che l’Europa cambi le regole cosa può fare il governo italiano? «L’obiettivo che ci diamo è quello della reindustrializzazione: la quota del settore sul Pil è del 15 per cento, deve passare al 20. Dobbiamo inoltre insistere sui pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione, Abbiamo pagato 24 miliardi. Ora ne liberemo altri, dobbiamo far sì che asl, comuni, enti e regioni effettuino rapidamente quei pagamenti. E dobbiamo intervenire sul costo dell’energia». Lei prima ha parlato di accenni di ripresa, Confindustriainverità non è d’accordo. Ieri Letta ha invitato gli industriali a non essere disfattisti, condivide il giudizio? «Intanto preciso che in economia non esiste il bianco e il nero, non stiamo benissimo o malissimo. Continuiamo ad essere in difficoltà, ma ci sono alcuni indicatori che segnalano una svolta. Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Ed è proprio questo che il premier Letta ha detto». Nella mancanza di competitivitàdel sistema italiano leimprese hanno qualche responsabilità? «Ragionando sulle responsabilità non si va da nessuna parte. A me interessano le terapie, le soluzioni».

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Prezzi, il paniere è più tecnologico con sigarette e giornali elettronici

ROMA - La spesa si fa di corsa, fumando una sigaretta elettronica, dopo aver letto i giornali sul tablet. Yogurt probiotici, formaggio grattugiato in busta, cialde o capsule per la macchina del caffè e via. Parcheggiata l’ auto in un «lunga sosta» deve scapparci pure il tempo di vaccinare il cane, di comperarele scarpe da ginnastica ai bimbi e di consegnare il sacchetto biodegradabile dell’«umido». Il tutto indossando un comodo vestitino, perché il vecchio tailleur anni Ottanta (gonna, possibilmente mini, e giacca) è finito definitivamente in soffitta: simbolo di un rampantismo che ormai nessuno ricorda più. Ecco lo stile di vita e d’acquisti targato 2014, così come lo vede l’Istat che ogni anno - a febbraio - rinnova il paniere, ovvero la lista dei prodotti da tenere sotto controllo per calcolare il tasso l’inflazione. Un elenco che quest’anno privilegia la tecnologia e il «pronto all’uso», e che assegna pesi diversi alle diverse voci di spesa. Entra il quotidiano digitale, esce la riparazione dell’apparecchio audiovisivo e informatico. Perché se il computer è rotto si butta, di ripararlo non vale più la pena. Nelle new entry trovano posto abitudini ormai consolidate, come l’acquisto delle cialde e della macchinetta per il caffe, dello spazzolino elettronico, del pneumatico termico e delle e-sigarette. Al posto dello yogurt biologico, arriva quello probiotico, al posto del tailleur da donna, il vestitino. Visto che cani e gatti prendono il posto dei figli, ecco che il paniere fa sua la vaccinazione degli animali domestici (anche il test di gravidanza però). In realtà viene dato più peso allavoce alimentarie meno agli acquisti per l’abbigliamento e ai trasporti. Adusbef e Federconsumatori e Codacons sono perplessi a riguardo: «Troppo alto quello assegnato alla tecnologia: i prezzi sono in calo e falseranno ilrisultato finale». Obiettivo del ritocco resta comunque quello di meglio definire l’inflazione: in Italia le stime per gennaio la danno allo 0,7 per cento, come già a dicembre; sale all’1,1 nel carrello della spesa (l’insieme delle voci ad acquisto più frequente). Ma se il risultato italiano alimenta rischi di deflazione, alivello Ocse il costo dellavita sale all’1,6 per cento. L’inflazione si è impennata in Canada (dallo 0,9 all’1,2) e Usa (dall’1,2 all’1,5), infine nel Regno unito ( 2,1).

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La Fiba-Cisl

Vi augura di trascorrere

una giornata felice

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dddooommmaaannniii,,, 666 FFFeeebbbbbbrrraaaiiiooo pppeeerrr uuunnnaaa nnnuuuooovvvaaa rrraaasssssseeegggnnnaaa ssstttaaammmpppaaa!!!