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Massa Marittima21 marzo 2008

Via Crucis

diocesi Massa Marittima - Piombino

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Via CrucisMassa Marittima 21 marzo 2008

Regia: Massimo Masini

Lettore: Franca Salerno

Scenografia: Riccardo Carresi

Luci ed effetti speciali: Dream Solutions

Proiezioni e riprese video: Video Grafica 01

Coro: Coro S. Barbara di Massa Marittima

Direttore: Maurizio Morgantini

Dipinti di: Giancarlo Fulceri, Giuliano Giuggioli, Daniele Govi,

Dino Petri, Renato Piazzi, Paola Salvestrini

Progetto grafico: PetriBros

Ringraziamenti: Parrocchia della Cattedrale di S. Cerbone, Par-

rocchia di S. Pietro all’Orto, Amministrazione Comunale di

Massa Marittima

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Duccio da Boninsegna: Storie della Passione (tergo della Madonna delle Grazie)

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Duccio da Boninsegna: L’Orto del Getsemani (part. da Storie della Passione)

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L’orazione nel Gethsemani

Tu hai riassunto in Te tutte le agonie. Le più terribili: l’agonia del male, della fame, della guerra; i tormenti delle attese inutili, le torture di tutte le persecuzioni, gli strazi dei campi di concentramento. Tutta la famiglia delle tribolazioni risale la e vi si ferma da padrona.

Tu hai ricapitolato in Te tutti gli orrori. (Ma dove hai lasciato la tua beatitudine!).

Tu sei calato a picco nella paura. Nella miseria nera dello Spinto la paura è il nostro inferno, ma tu sei tra l’orrore degli orrori.

Come hai fatto a sfuggire alla follia? (Ma dove hai lascia-to la tua beatitudine!).

La tua testa doveva bruciare, roveto inestinguibile dell’amarezza perenne.

C’è sempre un roveto nella vita, e non si spegne; c’è sem-pre qualche oliva schiacciata tra le mole del frantoio.

Chi può meravigliarsi che tu sia calato a picco nel risuc-chio della paura. Sommavi, sommavi e sommavi; il totale dei delitti non tornava mai.

Oh! volesti esplorarlo fino alla feccia il mistero d’iniquità, nella sua sorgente, in tutte le irradiazioni malefiche. E fosti

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Dino Petri

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come travolto. Invocasti inutilmente il Padre e la consolazio-ne degli amici.

Pronto è lo Spirito, la carne inferma. «Andiamo!»

E poichè le nostre agonie sono tue, “Tu starai in agonia fino alla fine dei secoli”...

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Duccio da Boninsegna: La cattura di Gesù (part. da Storie della Passione)

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La notte della cattura

Quante volte avevano cercato di catturarti, di lapidarti per le tue parole di verità. E non erano riusciti.

Ora è l’ora delle tenebre.

Le tue opere sono buone, le tue parole sono verità e po-tenza, eppure sei considerato un malfattore, come uno che agisce di notte col favore delle tenebre, da arrestare con spade e bastoni.

Sono molti, ma il tuo sguardo cerca un volto, il volto di una persona amata, che ben conosci e segretamente speri non sia lì, nell’ora del tradimento. Giuda.

Cristo, Tu lo sai... è un mistero che Tu ti sia fatto baciare da Giuda. O è uno dei tuoi atti profetici? O è il gesto perfetto dell’Amore? Cristo, Tu Sai, è il secondo dei tuoi atteggia-menti amichevoli, delle tue azioni di simpatia e di gentilezza verso il traditore. Il primo è di poco fa quando gli desti un boccone di pane intinto nella salsa.

Fu allora dopo quel boccone “che Satana entrò in lui... preso dunque il boccone Giuda subito uscì. Era notte”.

Non hai ribrezzo ora, nel buio, dopo lo sfinimento dell’agonia che Satana ti baci attraverso le labbra di Giuda? Il tuo fremito possente non ha distrutto il Maligno nell’anima straziata dov’egli ha preso il suo posto?...

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Giuliano Giuggioli

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Per quale tortuoso labirinto è riuscito ad insinuarsi in quell’anima per arrivare fino a Te?...

È, questa, la notte dei misteri più oscuri: di fronte alla dolcissima Incarnazione sta la più orrenda incarnazione di Satana. Come si è svolto questo accostamento e che cosa è successo al contatto delle labbra? Tu non l’hai rifiutato, dun-que l’hai voluto.

La dolcezza di Dio deve bruciare e far contorcere nel suo sangue ghiaccio l’antico Serpente. Forse fuggì.

Giuda certo si pentì; gettò via il danaro, si confessò: “ ho peccato tradendo il Sangue Innocente”. Il pentimento trasce-se in accecante rimorso. “si allontanò e andò a impiccarsi”.

Fu disperazione o l’animo non resse allo strazio?

Fu l’estremo di pazzia o fu lucida disperazione?

Due in quest’ora sono stati i segni di benevolenza nei confronti di Giuda. Il Vangelo li ha registrati.

Ma chi ci impedisce di pensare ad un gesto segreto, all’of-ferta della Grazia nel volo silenzioso dell’Amore?

C’era un angelo nell’orto dell’agonia, forse è ancora lì, nascosto tra gli ulivi, da cui pende una corda.

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Duccio da Boninsegna: Il tradimento di Pietro (part. da Storie della Passione)

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Il tradimento di Pietro

Hai scelto Pietro, diverso da tutti, fin da quel giorno sulle rive del lago.

Stanco della inutile fatica della notte, ha accettato di ma-lavoglia di rimettere in acqua la barca tirata a riva. Ha rico-nosciuto di essere un peccatore davanti a te.

Ha lasciato tutto e ti ha seguito, sempre: un pò discepolo, un pò difensore ma sempre pronto, fino ad oggi quando ha estratto una spada nascosta tra le vesti per tentare una qual-che resistenza alla tua cattura.

È lui che ti ha riconosciuto, più col cuore che con la men-tre, Messia e Figlio di Dio.

È lui che rompe l’indugio e l’incertezza dei compagni e rinnova la decisione di seguirti “tu hai parole di vita eterna”. “Noi abbiamo creduto in te”.

Eppure, ora, la forza lo abbandona.

“Lo Spirito è pronto ma la carne è debole”.

E Pietro ha ceduto alla stanchezza, non ha saputo veglia-le con te nell’ora drammatica del Getzemani. È l’ora della paura.

Si difende, nega di conoscerti.

Lo risveglia il canto, notturno, del gallo. O l’annuncio del

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Giancarlo Fulceri

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giorno l’avvento di una luce che vince le tenebre della notte. Poi il tuo sguardo, ancora d’amore nonostante il tradimento.

La dolcezza del Dio – uomo brucia nel cuore dell’amico e le lacrime lavano la vergogna.

Ancora sulle rive del lago; ancora un fuoco che arde, an-cora una domanda precisa: Pietro mi ami?

E l’abbandono: Signore tu sai tutto, tu sai che ti amo.

Si rinnovano le parole della missione: su di te fondo la mia chiesa. Io sarò con te ovunque andrai.

E Pietro ti seguirà Signore, crocifisso come te, il suo ma-estro, il suo Signore, a significare che l’amore vince il timore, l’amore è più forte della morte.

L’amore è sempre un pò complice. C’è un’intesa fra gli amanti che altri non possono.

Complice della paura è la notte o la presunzione che non è mai risorsa al bisogno.

Poi viene il giorno, è vinta l’ora del timore quando irrom-pe la luce vera, rinasce la speranza che l’amore vince ogni cosa.

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Duccio da Boninsegna: La crocifissione (part. da Storie della Passione)

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La crocifissione

Sei innalzato fra cielo e terra: fulge il mistero della Croce. Abbiamo talvolta l’impressione che tu sia spirito in alto da una adorazione divoratrice; trascinato come da un vortice; che tu sia l’anelito eterno della disperata speranza umana; che tua sia una fiamma entro cui sia entrata l’immensa ondata dello Spirito col vento dell’Amore; e che Tu Ti sia inabissato sui vertici dell’universo, oltre il visibile, nel regno dell’Invisi-bile. La tua è la sofferenza innamorata che va in movimento ascendente, trapassa i cieli rimandando, oltre, la voce; oltre, le tue parole, il gesto dell’adorazione e dello sguardo addolora-to, fisso nello sguardo dolorante del Padre.

In questa tensione di fiamma mistica riconosciamo in Te l’esemplare dell’adoratore perfetto, di colui che nella stra-ziante vitalità dell’entusiasmo si offre totalmente al Padre.

C’è la gioia nei tuoi gridi come nella tristezza musicale del tuo Genio sordo; c’è la gioia nella tua tristezza, anzi è la gioia a sostenere la furiosa tragedia. Dentro ogni tua voce si inalvea il suono della beatitudine eterna che s’allea alla sofferenza ma non può soffrire, che si introduce dentro l’amarezza per darle slancio, ma non può essere offuscato... Ti solleva in un impeto universale a cui inviti tutti gli uomini e vi possono aderire.

Nell’agonia ti abbiamo visto schiacciato sotto il peso dell’obbedienza; forse era solo 1’adesione al mistero d’iniquità - che ti eri assunto - ad opprimerti. Ora, dopo l’abbandono, c’è tutta la forza dell’eternità schierata dentro l’obbedienza

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Daniele Govi

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dell’immolazione; questa forza trabocca, rompe e si spande come il più tripudiante grido di vittoria: - Io ho vinto il mon-do. - Tutto è compiuto.

Tutto il disegno del mistero di salvezza è stato eseguito fino all’ultimo. Getta nell’ultimo sussulto il tuo più splen-dente sguardo di sangue, il tuo più grande grido.

Sulla spinta dell’asse verticale le braccia della Croce, le tue braccia, sono ali che sollevano immensamente portando dietro tutto l’universo. Prima ali aperte, nel volo, all’offerta, ora braccia distesamente aperte, nel volo, all’abbraccio.

Che cosa avvenne nel momento più alto e più vero della tua vitalità umana quando aderisti all’oscurità della morte - tu sapevi di morire e volesti morire in quel modo e in quel punto - e su quella morte si pose lo sguardo di Dio e il ge-mito inenarrabile dello Spirito? Quale commozione tripudiò nel braciere immenso del cuore di Dio?...

Ora si ripiega la testa nella gloriosa maestà della mor-te, nell’umile e umiliata dignità dell’Innocente esposto tutto nudo alla fine...

Figlio dell’Uomo, che cosa vedono quegli occhi tuoi chiu-si sotto pesanti palpebre?

Che cosa contempli Tu, figlio di Dio?

La gioia eterna della Divinità è ora racchiusa nel sudario della morte umana...

Ma dimmi, Tu, che lo sai: si spegne il riso sulla bocca dei morti?...

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Duccio da Boninsegna: La sepoltura di Cristo (part. da Storie della Passione)

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Il seppellimento di Cristo

Una volta hai detto : «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti».Non abbiamo mai capito la terribile oscurità della tua parola. Ma in quest’ora di sera, quando, col martirio, si misura la potenza d’Amore, quando ogni nome - cristia-no e non cristiano – sarà giudicato sull’Amore, ora che tut-to il tramonto di urli, di sangue, di fuoco sta per precipitare nell’ombra e nell’aridità della notte, col pianto nella voce ti domandiamo: che cosa volesti significare quando ordinasti: lascia che i morti seppelliscano i loro morti? Hanno capito i tuoi apostoli, tua Madre, che erano loro i tuoi morti, che siamo noi, in quest’ora di delitto, i tuoi morti a seppellire il loro Morto?...

Sulla Croce è precipitato l’Amore nella tenebra fonda; nella notte dell’agonia, sotto gli ulivi, l’Amore era naufragato nella paura, ma poi, riemerso, era rinato da quella tremen-da sepoltura, per passare con tutto il suo dolore attraverso la prova, la tentazione, la tortura, fino al patibolo.

Ma qui l’Amore non ne poteva più; qui ha avuto sete, qui s’è sentito abbandonato nella solitudine, qui s’è posto nelle mani del Padre, qui ha tutto finito ed è disceso come un mas-so nel buio profondo.

Non piangete più; le lacrime sono senza conforto. Ora è morto l’Amore del mondo, il mondo è rimasto stupito, le

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Paola Salvestrini

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speranze sono cadute, i corpi si sono svuotati, le anime si sono svuotate perché è morto l’Amore.

Anche tua Madre, stasera, anche i tuoi discepoli sono morti.

Ti hanno portato al sepolcro e sono più morti di Te.

È la più triste esperienza, questa, di morire coi propri cari prima che cali il velo nero di morte.

Non sanno neanche più piangere; hanno versato tutte le loro lacrime; non sanno più gridare; si è seccata l’oscura sor-gente del grido. Neanche più un lamento, neanche più un singhiozzo. Anche la compassione s’è sperduta nell’ultimo compianto.

Solo l’ultima curiosità di vedere ancora il tuo Volto che rimanga impresso qui, nel vuoto bianco della memoria, nel bianco sudario dell’anima...

Solo tua Madre ha tentato di rimanere con Te...

Ecco, hanno rotolato la pietra. Un belato d’agnelli s’è af-fievolito nel tempio.

Ora l’ufficio pietoso è compiuto: i morti hanno seppellito il loro Morto. Nel silenzio...

Lascia che noi, i tuoi morti, che tutti i morti della terra, ci destiamo, quando Tu ti risvegli....

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Duccio da Boninsegna: Le pie donne (part. da Storie della Passione)

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Resurrezione

Svegliati tu che dormi e risorgi dai morti...». Il grido è risuonato tra i macigni bruni della morte. Qualcuno ne ha violato le viscere segrete, ha sciolto i dolori del parto, l’ha fatta generare. Tu sei il primogenito della morte ed essa ti ha dato alla luce, ti ha consegnato alla luce, ti ha offerto alla luce. Questa seconda tua Madre.

Il torrente d’Amore che prende l’avvio dall’Eternità, pas-sato come sfavillando attraverso la storia è sfociato pienamen-te nella tua Incarnazione, nella tua Passione. Qui sembrava che avesse fatto gora di sangue, ma il sangue è solo l’aspetto liquido dell’Amore straziato. Ecco, trabocca, e la vita. Tutto è compiuto.

Niente sarebbe compiuto se vincesse la morte. Essa è l’al-leata di Satana nel tentativo estremo di abbattere il divino nel mondo; ma essa è anche l’alleata di Dio per far rifiorire il divino nel mondo. Il fuoco della tua «follia» d’amore l’ha come travolta insieme con sè nell’immolazione ed ora è il roveto che brucia, è una nuova ombra di mistero uscita dal-le riserve stesse dell’Eternità. Ora, o Cristo, tutto l’universo, nella poderosa ascesa verso la luce sa d’essere stato amato di un amore redentore e sente d’essere stato portato fuori da ogni rischio di distruzione.

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Renato Piazzi

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Ma tu, «obbediente fino alla morte e alla morte di Croce», hai avuto la tua ricompensa. Proporzionata all’annientamen-to Dio Ti ha glorificato e Ti ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome.

Noi ti abbiamo ucciso e Dio ti ha reso la vita;

noi ti abbiamo triturato e torchiato e Dio ti ha dato la gloria.

Ora il tuo Amore spinge sempre di più il suo mistero verso la luce; ora ne aumenta la forza di irradiazione e di spe-ranza. La resurrezione, difatti, è la suprema speranza offerta ai poveri mortali, ai suicidi, sedotti dal Maligno.

Cristo speranza nostra è risorto.

Solo chi si sente corrodere dalla corruzione e dal terrore sa quale sia il valore immortale di questa speranza.

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Le riflessioni proposte sono tratte dagli scritti di Don Fernaldo Flori, sacerdote di Pienza (1915-1996) che ha dedicato la vita all’insegnamento e allo studio.

Scrittore e poeta legato da profonda amicizia a Carlo Betocchi, Geno Pampaloni, Elio Fiore, Carlo Bo, Mario Specchio, Leone Piccioni e soprattutto Mario Luzi.

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I PittoriGiancarlo Fulceri

Fin da giovanissimo si è dedicato al disegno e alla pittura, solo per passione, tenendosi fuori dal professionismo e dalle logiche di mercato. Autodidatta, più che pittore si definisce affascinato dall’arte rinascimentale di cui ha ricercato e studiato le tecniche pittoriche per poi utilizzarle nella realizzazione dei suoi lavori. Ha dipinto numerosi ritratti, molti dei quali si trovano nelle fa-miglie dei committenti. Alcune opere di committenza pubblica sono collocate nella Stanza Mortuaria del cimitero urbano e nel-la concattedrale di Sant’Antimo a Piombino.

Vive e lavora a Piombino, nel suo studio di via Roma 45.

Giuliano GiuggioliVive e lavora a Follonica. La sua formazione artistica ha segui-

to un iter consueto in altri tempi: autodidatta, ha appreso tutte le tecniche pittoriche e di stampa frequentando assiduamente le botteghe, le stamperie e i cantieri artistici, formandosi una solida cultura generale e soprattutto professionale. Attualmente la sua produzione spazia dalle grandi tele ad olio, alle sanguigne, alle tecniche su carta e legno, affreschi, murales, ceramiche, acquefor-ti, serigrafie e litografie. Nel 2004 si è dedicato anche all’attività di scenografo, realizzando le scene per il Musical “Cleopatra”, di Lamberto Stefanelli. I suoi lavori sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero. Cono-sciuto e apprezzato da molti anni a livello internazionale, tra le sue esperienze più ragguardevoli sono da menzionare le cinque partecipzaioni all’Art Expo di New York, città in cui, inoltre, è stato ospite dell’esclusivo Circolo degli Artisti, e la personale tenuta presso la Dennis Rae Fine Art Gallery di San Francisco. Molte sue opere sono state poi pubblicate dalla rivista “Anima Mundi”, edizioni Eri – Rai, diretta da Gabriele La Porta.

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Daniele GoviGiovanissimo, ha per lui importanza decisiva l’amicizia col

pittore e xilografo Carlo Guarnieri, del quale oggi asserisce d’aver ricevuto “la prima ed unica, fondamentale, lezione sulla natura dell’arte”.

La sua formazione artistica si svolge a Firenze, prima al Liceo Artistico e poi all’Accademia di Belle Arti e Scuola Libera del Nudo, sotto la guida prestigiosa dei fratelli Sanzio e Goffredo Trovarelli. Dal 1986 insegna discipline pittoriche presso il Lice-oArtistico Statale P. Aldi di Grosseto.

Inizia l’attività espositiva nel 1976, presente in rassegne e pre-mi, dove ha conseguito numerosi riconoscimenti per la pittura e la grafica. Ha Anche eseguito numerose scenografie per il teatro e ha illustrato libri e manifesti.

Periodicamente tiene lezioni e conferenze presso associazioni quali: Centro per le Arti Visive di Piombino, Centro Artistico e Culturale “Sciarada” di San Vincenzo. Attualmente vieve a lavo-ra tra San Vincenzo, Grosseto e Firenze.

Dino PetriFrequenta l’Accademia Cimabue di Milano, a questo periodo

risalgono i contatti con importanti pittore dell’ambiente artstico lombardo. Segue i corsi internazionali di incisione dell’Istituto d’Arte di Urbino. Comincia ad esporre nel 1962, in una mostra tenuta al Palazzo dell’Esposizioni di Roma: da questo momento prende parte a numerose rassegne ed esposizioni nazionali e in-ternazionali. Appassionato di storia a documentato graficamen-te testimonianze importanti delle Colline Metallifere.

Numerosi sono i suoi lavori rivolti a temi di arte sacra tra i quali la grande crocifissione per la Chiesa parrocchiale di Ventu-rina. Vive e lavora a Massa Marittima.

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Renato PiazziVive e lavora a Follonica, inizia il suo percorso artistico verso

la fine degli anni ‘70, nel corso della sua ricerca rivolge particola-re attenzione ad una figurazione voluta, ad una volontà di imma-gine, ad un desiderio di essenzialità. Partecipa a numerose ras-segne nazionali ed internazionali. È presente in varie fiere d’arte nazionali, sue opere si trovano in colleioni pubbliche e private.

Paola SalvestriniHa maturato la sua preparazione artistica frequentando prima

la Scuola d’arte a Pisa, poi l’Accademia di Belle Arti e Scuola li-bera di nudo a Firenze, dove è stata allieva del maestro Loffredo.

Si laurea con una tesi su Kandiky, sin da allora attratta dal colore e dalle sue simbologie. La sensibilità che la contraddistin-gue l’ha indotta altresì a coltivare lo studio attento della forma umana, che sin dalla sua giovane età, esprime con la tecnica del pastello a secco, che le è stata insegnata dal maestro Carlo Guar-nieri, che la segue e la indirizza verso gli studi artistici. Prosegue la sua ricerca nel campo pittorico unendo ad esso altri materiali quali ad esempio la sabbia come nella sua personale “Orme nella sabbia” a Campiglia Marittima, apprezzata dal critico e poeta Elvio Natali. Nel 2002 per la chiesa “Sacra Famiglia” di Ventu-rina esegue due tele ad olio sul tema de “Le opere della Mise-ricordia”. Un’opera di grandi dimensioni, sanguigna su tela, si trova inoltre al Centro Agape di Venturina, scelta e premiata dal critico cinematografico prof. Fabio Canessa.

Nella fase più matura la sua visione poetica del colore non cambia, ma la gestualità viene sostituita dalla persona umana, che ritorna presente nel suo lavoro, iniziando un nuovo ciclo di pitture a pastelli dedicate a tematiche care all’infanzia e al gioco.

Vari artisti l’hanno sostenuta in questo nuovo percorso: il prof. Elvio Natali, il maestro Sergio Agostini e il maestro Daniel Schinasi.

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