VI - SCHEDARIO TOPOGRAFICO · Dopo la ri-conquista la guardia a Pienza fu molto diminuita e questo...

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(1.1) Corsignano (Pienza) – Pienza (Q 121 III 1718/4772) Letteratura edita Habitat III, 484/493 m slm, pianoro, sabbia con intercalazioni di argille e ciottoli, fosso Rigo a 500 m, area edificata, edificato. Affidabilità – Buona Categoria – Monumento Pienza si trova in Val d’Orcia, sulla sommità pianeggiante di una collina di arenaria, affacciata sulla valle, in posizione direttamente antistante il versante settentrionale del Monte Amiata. Il pianoro è caratterizzato, soprattutto in direzione sud, da oliveti che circon- dano l’abitato. Notizie storiche – Pienza è una piccola cittadina che nelle forme at- tuali di alcune parti, sorge a metà del XV secolo sul castello di Cor- signano. L’opera fu voluta dal pontefice Pio II, originario del ca- stello di Corsignano, tornato in età avanzata nel suo paese, che volle trasformare in una piccola “città ideale”, sulla scia delle idee umani- stiche rinascimentali. Per quanto riguarda l’origine del nome di Corsignano, la tradizione vuole che derivasse da Corsinianus, uno dei commilitoni di Silla, fra i quali fu diviso il territorio chiusino. La città ha forma ovale, con tre porte aperte e due postierle chiuse. A ovest si trova la porta principale denominata al Murello, per la quale entra la strada provinciale che viene da San Quirico d’Orcia. A est si apre la porta Al Ciglio, che guarda verso Monticchiello. La terza porta è detta Al Santo, si affaccia a sud-est, il nome deriva da un avvenimento storico; vi entrò la reliquia di Sant’Andrea, patrono della città e della diocesi, che Pio II, mandò da Roma. Le altre due postierle chiuse guardano a nord. Le prime notizie storiche del ca- stello di Corsignano risalgono all’anno 828, quando l’abate dell’ab- bazia di San Salvatore sul Monte Amiata, vi comprò delle terre. L’abbazia organizzò intorno a Corsignano una sua corte, inclusa più tardi nei privilegi imperiali di Ottone III (996), di Enrico II (1004 e 1007), di Corrado II (1027 e 1036). Presumibilmente fra il XII e il XIII secolo, sorsero intorno a Corsignano un castello, un borgo e la chiesa di Santa Maria. La prima attestazione certa del castello di Corsignano, però risale al 1208, quando in un documento appare soggetto all’autorità di Siena. Risulta citato tra i castelli obbligati a pagare un’imposta straordinaria per diminuire il debito pubblico se- nese, aggravato dalla rovinosa guerra contro Firenze. Dal IX al XIII secolo, comunque, le notizie sono scarse relativamente alle vicende politiche di questo paese. Durante la guerra del 1229-1235, il ca- stello fu colpito dagli eserciti di Firenze e di Orvieto. La sua posi- zione strategica, a dominio della Val d’Orcia, gli conferì dal 1251, la posizione di presidio senese. Nel 1265 fu designato castello di frontiera, quindi particolarmente vigilato. Durante l’offensiva ghi- bellina del 1289 fu occupato dai Cacciaconti. Nel 1330 divenne di- stretto podestarile, sotto il quale arano annoverate 40 comunità. Nel 1348 appare vicariato. Tra XIII e XIV secolo si consolida il peso di Corsignano sull’assetto del territorio senese e si estendono i possedimenti fondiari dei Piccolomini, nobile consorteria senese, esiliata in Val d’Orcia nel corso del XIV secolo, in seguito agli scon- tri che portarono alla caduta del Governo dei Nove e alla sostitu- zione della classe dominate. Una secolo dopo nel 1458, Enea Silvio Piccolomini diviene papa col nome di Pio II e nel febbraio del 1459 effettua il suo primo passaggio per Corsignano, suo castello natale, dove decide di costruire una grandiosa chiesa, al posto di quella di Santa Maria e nuovi palazzi, servendosi dell’opera di un architetto fiorentino, Bernardo da Settignano detto il Rossellino. Inizia così l’opera di scavo e di raccolta di pietre e legnami necessari all’impresa. Il 29 agosto 1462 viene consacrata la nuova chiesa de- dicata alla B.V. Assunta in cielo, e dichiarata cattedrale insieme a quella di San Salvatore di Montalcino. Mediante questo provvedi- mento molti popoli delle diocesi limitrofe di Grosseto, Chiusi e Arezzo furono dati alle due cattedrali; e il vescovo delle due chiese novelle fu assoggettato immediatamente alla Santa Sede. Il nome di Corsignano venne cambiato con quello di Pienza. I lavori di rinno- vamento rinascimentale di Pienza coinvolsero anche le mura, ma iniziarono a rallentare già prima della morte di Pio II (+1464), an- che se la cittadina continuò comunque a svilupparsi, sia come luogo amministrativo che come centro commerciale. Questo sviluppo fu favorito da alcuni provvedimenti della Repubblica. Infatti Siena vo- lendo condiscendere alle premure già esternate dal pontefice Pio II, mentre era cardinale, con deliberazione del 30 aprile 1459, concede agli abitanti di Corsignano alcuni privilegi ed esenzioni, inoltre in- dice l’uso di un grosso mercato o fiera annuale di sei giorni, da ini- ziare il 3 di maggio. Questi privilegi furono rinnovati nel 1494, fino a che nel 1514 furono accordate a Pienza quattro fiere annuali di tre giorni ciascuna, cioè per San Gregorio di marzo, per la Santa Croce di maggio, per San Matteo di settembre e per Santa Caterina di novembre. I provvedimenti nello specifico si concretizzarono nell’esenzione perpetua da ogni nuova imposizione, nella conver- sione della gabella del mosto in un contributo forfettario ai castel- lani di 50 lire, in una moratoria decennale e nel pagamento rateale per coloro che da un anno avessero lasciato lo Stato per debiti, nel- l’esonero dal pagamento di parte dello stipendio del podestà di San Quirico e correlativo aumento per il vicario di Pienza che vedeva estendersi la competenza anche al penale, la consueta sospensione dei debiti civili, mentre la manutenzione delle mura era sempre a carico del comune locale. Per quanto riguarda la creazione della diocesi di Pienza e Montalcino, creata, come detto, da Pio II nel 1462 con un atto che veniva a completare il suo sogno di trasfor- mazione del borgo fortificato di Corsignano, in un città e garantire alla famiglia un dominio in spiritualibus su un territorio da secoli le- gato alla presenza giurisdizionale ed economica dei Piccolomini. Alle antiche proprietà si aggiunge, dalla fine del ’400 e per tutta la prima metà del ’500, un serie di acquisti nella Val d’Orcia di terre prative, boschive, poderi, oltre a numerosi beni immobili in Pienza. Si può dire che la nuova diocesi di Pienza, per tutto il XVI secolo appartenne ai Piccolomini che scisse e riaggregò, a suo beneplacito e col consenso di Roma, i due territori dell’episcopio. La divisione fra le due diocesi avverrà alla fine del Cinquecento. VI - SCHEDARIO TOPOGRAFICO 65

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Page 1: VI - SCHEDARIO TOPOGRAFICO · Dopo la ri-conquista la guardia a Pienza fu molto diminuita e questo permise ai francesi di Monticchiello di rientrare in città senza troppe diffi-coltà.

(1.1) Corsignano (Pienza) – Pienza (Q 121 III 1718/4772)Letteratura editaHabitat III, 484/493 m slm, pianoro, sabbia con intercalazioni diargille e ciottoli, fosso Rigo a 500 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Pienza si trova in Val d’Orcia, sulla sommità pianeggiante di unacollina di arenaria, affacciata sulla valle, in posizione direttamenteantistante il versante settentrionale del Monte Amiata. Il pianoro ècaratterizzato, soprattutto in direzione sud, da oliveti che circon-dano l’abitato.Notizie storiche – Pienza è una piccola cittadina che nelle forme at-tuali di alcune parti, sorge a metà del XV secolo sul castello di Cor-signano. L’opera fu voluta dal pontefice Pio II, originario del ca-stello di Corsignano, tornato in età avanzata nel suo paese, che volletrasformare in una piccola “città ideale”, sulla scia delle idee umani-stiche rinascimentali. Per quanto riguarda l’origine del nome diCorsignano, la tradizione vuole che derivasse da Corsinianus, unodei commilitoni di Silla, fra i quali fu diviso il territorio chiusino.La città ha forma ovale, con tre porte aperte e due postierle chiuse.A ovest si trova la porta principale denominata al Murello, per laquale entra la strada provinciale che viene da San Quirico d’Orcia.A est si apre la porta Al Ciglio, che guarda verso Monticchiello. Laterza porta è detta Al Santo, si affaccia a sud-est, il nome deriva daun avvenimento storico; vi entrò la reliquia di Sant’Andrea, patronodella città e della diocesi, che Pio II, mandò da Roma. Le altre duepostierle chiuse guardano a nord. Le prime notizie storiche del ca-stello di Corsignano risalgono all’anno 828, quando l’abate dell’ab-bazia di San Salvatore sul Monte Amiata, vi comprò delle terre.L’abbazia organizzò intorno a Corsignano una sua corte, inclusa piùtardi nei privilegi imperiali di Ottone III (996), di Enrico II (1004e 1007), di Corrado II (1027 e 1036). Presumibilmente fra il XII eil XIII secolo, sorsero intorno a Corsignano un castello, un borgo ela chiesa di Santa Maria. La prima attestazione certa del castello diCorsignano, però risale al 1208, quando in un documento apparesoggetto all’autorità di Siena. Risulta citato tra i castelli obbligati apagare un’imposta straordinaria per diminuire il debito pubblico se-nese, aggravato dalla rovinosa guerra contro Firenze. Dal IX al XIIIsecolo, comunque, le notizie sono scarse relativamente alle vicendepolitiche di questo paese. Durante la guerra del 1229-1235, il ca-stello fu colpito dagli eserciti di Firenze e di Orvieto. La sua posi-zione strategica, a dominio della Val d’Orcia, gli conferì dal 1251,la posizione di presidio senese. Nel 1265 fu designato castello difrontiera, quindi particolarmente vigilato. Durante l’offensiva ghi-bellina del 1289 fu occupato dai Cacciaconti. Nel 1330 divenne di-stretto podestarile, sotto il quale arano annoverate 40 comunità.Nel 1348 appare vicariato. Tra XIII e XIV secolo si consolida ilpeso di Corsignano sull’assetto del territorio senese e si estendono ipossedimenti fondiari dei Piccolomini, nobile consorteria senese,esiliata in Val d’Orcia nel corso del XIV secolo, in seguito agli scon-

tri che portarono alla caduta del Governo dei Nove e alla sostitu-zione della classe dominate. Una secolo dopo nel 1458, Enea SilvioPiccolomini diviene papa col nome di Pio II e nel febbraio del1459 effettua il suo primo passaggio per Corsignano, suo castellonatale, dove decide di costruire una grandiosa chiesa, al posto diquella di Santa Maria e nuovi palazzi, servendosi dell’opera di unarchitetto fiorentino, Bernardo da Settignano detto il Rossellino.Inizia così l’opera di scavo e di raccolta di pietre e legnami necessariall’impresa. Il 29 agosto 1462 viene consacrata la nuova chiesa de-dicata alla B.V. Assunta in cielo, e dichiarata cattedrale insieme aquella di San Salvatore di Montalcino. Mediante questo provvedi-mento molti popoli delle diocesi limitrofe di Grosseto, Chiusi eArezzo furono dati alle due cattedrali; e il vescovo delle due chiesenovelle fu assoggettato immediatamente alla Santa Sede. Il nome diCorsignano venne cambiato con quello di Pienza. I lavori di rinno-vamento rinascimentale di Pienza coinvolsero anche le mura, mainiziarono a rallentare già prima della morte di Pio II (+1464), an-che se la cittadina continuò comunque a svilupparsi, sia come luogoamministrativo che come centro commerciale. Questo sviluppo fufavorito da alcuni provvedimenti della Repubblica. Infatti Siena vo-lendo condiscendere alle premure già esternate dal pontefice Pio II,mentre era cardinale, con deliberazione del 30 aprile 1459, concedeagli abitanti di Corsignano alcuni privilegi ed esenzioni, inoltre in-dice l’uso di un grosso mercato o fiera annuale di sei giorni, da ini-ziare il 3 di maggio. Questi privilegi furono rinnovati nel 1494,fino a che nel 1514 furono accordate a Pienza quattro fiere annualidi tre giorni ciascuna, cioè per San Gregorio di marzo, per la SantaCroce di maggio, per San Matteo di settembre e per Santa Caterinadi novembre. I provvedimenti nello specifico si concretizzarononell’esenzione perpetua da ogni nuova imposizione, nella conver-sione della gabella del mosto in un contributo forfettario ai castel-lani di 50 lire, in una moratoria decennale e nel pagamento ratealeper coloro che da un anno avessero lasciato lo Stato per debiti, nel-l’esonero dal pagamento di parte dello stipendio del podestà di SanQuirico e correlativo aumento per il vicario di Pienza che vedevaestendersi la competenza anche al penale, la consueta sospensionedei debiti civili, mentre la manutenzione delle mura era sempre acarico del comune locale. Per quanto riguarda la creazione delladiocesi di Pienza e Montalcino, creata, come detto, da Pio II nel1462 con un atto che veniva a completare il suo sogno di trasfor-mazione del borgo fortificato di Corsignano, in un città e garantirealla famiglia un dominio in spiritualibus su un territorio da secoli le-gato alla presenza giurisdizionale ed economica dei Piccolomini.Alle antiche proprietà si aggiunge, dalla fine del ’400 e per tutta laprima metà del ’500, un serie di acquisti nella Val d’Orcia di terreprative, boschive, poderi, oltre a numerosi beni immobili in Pienza.Si può dire che la nuova diocesi di Pienza, per tutto il XVI secoloappartenne ai Piccolomini che scisse e riaggregò, a suo beneplacitoe col consenso di Roma, i due territori dell’episcopio. La divisionefra le due diocesi avverrà alla fine del Cinquecento.

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Tornando alle vicende storiche di Pienza, nel 1502 Cesare Borgiavi pose i sui accampamenti, nell’azione contro il governo di Pan-dolfo Petrucci. A questo seguirono altri passaggi militari nel pe-riodo delle guerre d’Italia. Nel 1530 i pientini ricevettero dai sol-dati di Carlo V un grosso colpo. Questo imperatore visitò in se-guito Pienza nel 1536, così come vi passò nel 1538 il papa PaoloIII di ritorno dal Congresso di Nizza. Ma appena l’esercito cesa-reo-papale ebbe conquistato Firenze e saccheggiato Lucignano inVal di Chiana e si voltò alla Val d’Orcia, prendendo Pienza comequartier generale di Ferrante Gonzaga. Lo scopo era quello di in-durre il governo senese a ribandire i fuorusciti e farli tornare liberiin patria, dove voleva fosse rimesso in seggio l’Ordine dei Nove.Maggiori disastri furono sopportati dai pientini durante l’ultimaguerra di Siena, per le tante volte che Pienza fu presa, perduta ericonquistata. Nel 1552 le mura furono rafforzate a cura del conted’Elci, commissario senese e fu costruito un forte di fronte allaporta verso Siena. Nel 1553 dato che l’esercito imperiale si avvici-nava a Pienza dalla parte della Val di Chiana, i senesi vi inviarono500 fanti al seguito del capitano Giordano Orsini a presidiare lacittà, ma questi avendo avuto poco tempo per creare dei ripari,furono costretti a far abbandonare almeno ai cittadini più facol-tosi, Pienza in favore di Montalcino. Una volta che gli imperialifurono giunti sotto le mura, facilmente se ne impadronirono e latennero fino a quando Carlo V fu costretto a inviare le truppe im-pegnate intorno a Siena e quindi anche a Pienza, sulle coste diNapoli, dove era apparsa una numerosa flotta turca. Purtroppoappena l’esercito imperiale ebbe risolto la situazione al Sud,mandò un contingente, comandato dal conte di Santa Fiora a li-berare Montepulciano dai senesi, stanziati a Pienza, Chianciano eMonticchiello. Pienza così fu presto nuovamente riconquistatadalle truppe cesareo-medicee. Pienza a seguito di altri avvenimentilegati ad alterne vicende, dipese dalla sua riconquista fu distrutta ele sue mura furono atterrate. I francesi trovando così Pienzaaperta e sfasciata, vi si aquartierarono, occupando la chiesa mag-giore, il campanile e il Palazzo del Comune. Nel tempo che i fran-cesi rimasero a Pienza, tentarono di ricostruire alla meglio le muracon muri a secco, provando a ripararsi, ma lo impedì Pietro Ja-copo della Staffa, nobile perugino che accorse con 50 cavalli e al-cuni fanti spagnoli, imponendo alla guarnigione francese di riti-rarsi attraverso la porta al Ciglio verso Monticchiello. Dopo la ri-conquista la guardia a Pienza fu molto diminuita e questo permiseai francesi di Monticchiello di rientrare in città senza troppe diffi-coltà. A seguito della morte di Carlo V, le truppe francesi per or-dine del loro sovrano, nell’agosto del 1559, dovettero consegnarea Firenze: Pienza, Chiusi, Montalcino e tutti gli altri paesi fino adallora presidiati.Dopo il 1559 i pientini divenuti sudditi del granduca di Toscana,non incontrarono altre avventure guerresche, nonostante questo lasua popolazione andò sensibilmente diminuendo nel corso dei se-coli. Dallo studio dell’Estimo della Repubblica di Siena del 1316-20, condotto da Passer-Neri presso Corsignano sono registrati trepalazzi: uno di proprietario locale, due di proprietari cittadini. Inol-tre sono testimoniate 292 case di proprietari locali, 34 di proprietaricittadini. 13 casalini di locali, tre di cittadini.Descrizione unità topografica – Pienza aveva un perimetro dellemura più o meno rettangolare, oggi di esso sono rimasti solo i latiest e sud, mentre non é più visibile a nord. Il lato est, che è com-preso tra due torri angolari rotonde in pietra con base a scarpa, èstato usato come muro esterno del conservatorio, una delle due

torri angolari, quella più a sud è mozza. Il lato sud è stato interrottocirca a metà, per creare il poderoso basamento poligonale dell’ab-side della cattedrale, le mura sono molto sbassate, compresa unatorre rotonda con base a scarpa e cordone, posta a metà della por-zione orientale, per tutta la lunghezza in ambedue i tratti, fanno dasostegno a due strade panoramiche. Si conservano ancora le dueporte principali: una a ovest ad arco tondo, in pietra tra due torricon bassa base a scarpa e cordone, mentre sopra la porta due men-sole di tre pietre stondate successivamente, aggettanti reggono unapparato a sporgere, forse originariamente con spiombatoi, ma deltutto rifatto e intonacato come tutta la parte alta della porta. L’altraporta, a est, posta nel lato sud trasversalmente alle mura, con arcotondo a mattoni forse rifatto e fiancheggiato da speroni a scarpa; sullato sud poi, poco a oriente della cattedrale si vede un’altra piccolaporta, forse posteriore, posta anch’essa trasversalmente alle mura, adarco ribassato in mattoni.

Attestazioni documentarie –CA, n. 105, maggio 828 (cartula venditionis) “...Consta me Cri-stofalo (...), habitator in Citiliano, vindedit hac tradedit tibidom(no) Adualdo abb(ati) de monasterio Domini Salvatori sitoMonte Amiate ad ipso s(an)c(to) monasterio omnes res et sub-stantjas meas (...) tam in casale Citiliani, et in Corsiniano, seoet per singulis casalib(u)s v(e)l vocabulis, ideo: tam casis, curtis,hortis, vineis, pratis, campis, cultis et arvis, silvis, aq(ui)s et pa-scuis (...)”.CDA, n. 221, 1004 “(…) corte in loco, qui vocatur Corsiniano(...)”.D, maggio 1004, Il re Arrigo II a istanza dell’abate Winizioprende sotto la sua protezione il monastero si San Salvatore delMonte Amiata con le corti e i castelli spettanti al medesimo, cioèil borgo de Valtiole, borgo Rico detto Rota Cordosa, corte del Ba-gno, corte di Santa Maria, corte di Ferignano, di Corsignano, diCampagnatico, di Camposona, di Tintinnano, di Santa Maria aLamole, col castello di Montelatroni, corte di Garmarita, coi ter-reni di Corneto (....)”.CDA, n. 227, 1007 “(…) curte in Corsiniano (…)”.D, aprile 1036, L’Imperatore Corrado II, a istanza di Gilla suaconsorte e di Enrico suo figlio, dona a Epigisio abate del mona-stero di San Salvatore del Monte Amiata, che riceve per dettomonastero, varie celle e corti, cioè il castello di Montelatroni, ilcastello di Montepinzuto, la cella di Santa Maria in Corneto,San Salvatore in Corsignano (...) e concede al medesimo tutte ledecime e commina la pena di 1.000 lib. d’oro a chi avesse osatomolestare la donazione.D, novembre 1037, Dinanzi ad Atalberto conte, misso dell’Im-peratore Corrado nel placito da lui tenuto presso Torrita (...)compare Ranieri di Pietro avvocato del monastero di San Salva-tore del Monte Amiata per ricercare coloro che avessero vantatodiritti su i beni della chiesa di Sancti Apollinari, di Ferognano,Citiliano, Corsignano e altri luoghi nominati (...)”.RS, n. 443, dicembre 1208 (viene nominato Corsignano in nota n. 2).RS, n. 480, dicembre 1210 “(...) Actiones q. habemus contra vospro priore obligatione tempore potestarie Bartolomei Rinaldini avobis Uberto et Paganello facta refutamus; renuntiamus omniiuris auxilio salva obligatione, qua de dictis denariis et eorumguidardone Giannes et Guido se mihi Grigorio nunc statimobligaverunt pro consulibus de Corsignano (...)”.

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RS, n. 986, febbraio 1235, “Ista sunt, que petentur pro parte co-munis Sen. contra comune Urbevet. (...) et devastaverunt castrade Monteghiello, de Corsignano (...). Item petit Urbevetanoscompelli ad satisfacitonem dampnorum illatorum ecclesiis, locisreligiosis et hospitalibus comitatus Sen. (...) mon. dominarumde Corsignano (...)”.D, 27 febbraio 1232, Giovanni abate del monastero di SantaMaria de Follonica, col consenso dei suoi frati, dà a livello aMencolino rettore dello spedale dell’Orcia, il podere che tenevaGuido di Nuvilone da Corsignano, per il canone di sol. 3 al-l’anno e con l’obbligo dell’albergaria per due cavalli e per duescudieri specialmente quando gli abati si portavano al bagno diVignoni, e di un cavallo e di uno scudiero quando vi si porta-vano i frati, con altre condizioni nell’atto descritto.D, 7 gennaio 1233, Giovanni abate di Santa Maria di Follonica,col consenso dei suoi frati, dà a livello a Ranuccio di Bencivenni,procurataore dello spedale del ponte dell’Orcia edificato inonore dei SS. Iacomo e Cristoforo, un podere che fu di Guido diNovilone da Corsignano, per l’annuo canone di sol. 3 e più l’al-bergaria per l’abate e per i frati del monastero.

Definizione – Castello Cronologia – 828-età contemporaneaBibliografia – CAMMAROSANO-PASSERI, 1976, pp. 349-350; RE-PETTI, 1833-1843, I, p. 807; IV, pp. 190-202; Suppl., p. 182;CAPPELLETTI, 1844-1870, XVII, pp. 604-624, 631, 632; DD.OIII, nn. 202, 295; VERDIANI BANDI, 1894; DAVIDSOHN, 1896-1927, I, p. 595; II, pp. 290, 291n; DD.H II, nn. 68, 130; LU-SINI, 1901, pp. 242-244, 248-252; MANNUCCI, 1906; DD.K. II,n. 79; RS, nn. 443n, 986; MANNUCCI, 1914; VERDIANI BANDI,1926, pp. 20, 37, 48, 54, 60, 67, 110, 111, 115, 119-121, 158,172-177, 227-252; CDL, n. 17, VENEROSI PESCIOLINI, 1933,pp. 124, 129, 153; MANNUCCI, 1937; CECCHINI, 1957, p. 276;CARLI, 1966; BOWSKY, 1917, pp. 88, 89; PETRI, 1972; CDA, n.105; REDON, 1975, p. 120; RSP XIV, 1959, p. 315; RSP XVIII,1963, p. 321; IMBERCIADORI, 1940, pp. 11-22; KURZE, 1973;MONTANARI, 1984, pp. 150-151; CALISSE, 1983, pp. 289-345;CASTAGNETTI, 1982, pp. 29ss; ASS, Consiglio generale 185, cc.115v-116, 21 dicembre 1375; Statuti dello Stato 33, cc. 30, 64v,65, 73v, 76v, aa. 1440-1492; Concistoro 2131, c. 5, novembre1450; TOTARO, 1984, pp. 226-230; EPSTEIN, 1986, pp. 251,256; ASS, Concistoro 2126, c. 28, 15 e 24 febbraio 1402; Conci-storo 2128, c. 57, a. 1433; Concistoro 2126, c. 1, s.d. (intorno al1401). Concistoro, c. 28, 15 e 24 febbraio 1402. Concistoro 2127,c. 67, a. 1428; PIETRO LEOPOLDO D’ASBURGO LORENA, 1974, p.277; PASQUI, 1899, vol. I ; 1937, vol. III; POPOK, 1985; PECCI,1748; LAMI, 1758, vol. III; LUSINI, 1898, pp. 346-445; SCHNEI-DER, 1975; BOGNETTI, 1968; TAFI, 1972; BESTA, 1906, p. 61 ss;MARONI, 1973; DELUMEAU, 1985; TABACCO, 1970; CAMMARO-SANO-PASSERI, 1984; Consiglio generale 209, cc. 166v-170r; RE-DON, 1982, p. 224 ss.; Capitoli 180 (30 aprile 1459), Concistoro2133, n. 20; BARBIERI, 1972; GUIDI, 1932; GIUSTI-GUIDI, 1942;MORETTI-STOPANI, 1981; CARLI, 1966; BERNETTI, 1971; PAPA-RELLI, 1950; PICCOLOMINI, 1903; BANDINI PICCOLOMINI, 1905;GIORGETTI, 1974; SANTI, 1795-1806, vol. III; CORTONESI,1984; GIORGETTI, 1983¸ ASS, Consorteria Piccolomini 17, Siena1740; POLVERINI FOSI, 1987; MARONI, 1847; ASV, Segreteria diStato, nunziatura di Firenze, 4, c. 132r; POLVERINI FOSI, 1980;ASV, S. Congr. Visit. apostolica C 50, cc. 1r-15r; ASV, S. Congr.Concilii. Relationes ad Limina 639 A, c. 37v; PETRI, 1984, p. 37;

CA, n. 105; RS, nn. 443; 480, 204, 986, 436-437; LIVERANI,1872; LIVERANI, 1875¸VAN DER MEER, 1977, p. 64; CATALDI,1977; MACK, 1987; ADAMS, 1983, pp. 8-28; ADAMS, 1985, pp.99-110; BARBACCI, 1933, pp. 352-358; BARBACCI, 1934, pp. 1-134; BATTAGLIA, 1936; BERNETTI, 1971; CALAMARI, 1931;CARLI, 1965; CASANOVA, 1931, pp. 11-34; CATALDI, 1978, pp.73-116; FINELLI, 1984; FINELLI-ROSSI, 1979; FORMICHI, 1978,pp. 119-128; FROMMEL, 1983, pp. 71-164; GAETA, 1967, pp.127-227; HEYDENREICH, 1981, pp. 105-146; HILARY, 1970;HOLTZINGER, 1882, pp. 17-24; KIRBY, 1962; KRAMER, 1934,pp. 58-92; MANNUCCI, 1927; PETRI, 1976; PICCOLOMINI, 1984;PIEPER, 1986, pp. 1711-1732; PIEPER, 1989, pp. 76-86;REINHARD, 1972, pp. 261-299; CATALDI, 1977; RUBINSTEIN,1957; SCHIAVO, 1942; TOTARO, 1978; UGURGIERI DELLA BE-RARDENGA, 1973; VAN OS, 1987, pp. 23-40; VOIGT, 1856-1863;WIDMER, 1959, pp. 111-138; ZIMOLO, 1964; CORTONESI, 1990,p. 2-3, 33, 44-49, 87-89, 102-106, 126, 130, 143-144, 151,288-299, 322-324, 333-348, 349-358, 361, 364, 366-379, 393-398, 409, 411-446, 447-490, 491, 498-504, 289, 433, 438, 458,461, 466, 489; PASSERI-NERI, 1994, p. 12.

Dati telerilevati – Foto verticale-obliquaDescrizione dati telerilevati – Sia le foto oblique sia quelle verticalinon aggiungono nulla alla forma del castello di Corsignano, ancoraben percepibile nelle conservate mura di cinta che segnano tutto ilperimetro dell’abitato e permettono di percepire la compattezza del-l’impianto medievale.Eira, 1976Aima, 1996Aerial survey, 2000/2001/2002/2003.

Fig. 1. Foto aerea obliqua del centro storico di Pienza

(1.2) Pienza – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Si ha notizia del rinvenimentosporadico di epoca generica romana di un sarcofago in marmo.Il clipeo centrale appare sorretto dalle mani di due figure alate(eroti), a destra presenza di due figure alate, a sinistra stessa rap-presentazione (forse si tratta delle quattro stagioni). Forse prove-niente da Roma. Il sarcofago dovrebbe trovarsi nel Palazzo Pic-colomini.Interpretazione – Possiamo solo segnalare la presenza di una

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tomba, ma non avendo nessun indizio cronologico preciso, né datisulla localizzazione non possiamo dire altro.Definizione – TombaCronologia – Generica età romanaBibliografia – PISTOI, 1997, p. 33.

(1.3) Pienza – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Dai dintorni del paese proviene ilritrovamento di quattro frammenti litici iscritti e un’urna calcarea.Le lettere incise sono:

– la– s(...)cia/usa– xmp/fa(/)rp– iti

L’urna calcarea è una cassa di forma parallelepipeda con peducci,sulla faccia anteriore la decorazione è un cavallino, ai lati delle pic-cole rosette. Tutto è stato consegnato al palazzo Piccolomini, datatoa una generica età etrusca.Interpretazione – Probabilmente si tratta dei resti di una tomba, idati in nostro possesso non permettono di dire altro.Definizione – TombaCronologia – Generica età etruscaBibliografia – PISTOI, 1997, pp. 33 –34 ; ET AS 0.4.

(1.4) Pienza- PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Si ha notizia di un ritrovamentoavvenuto in una zona imprecisata del territorio di Pienza, nel 1779,di una necropoli, di generica età etrusca forse una tomba a ipogeoappartenuta alla famiglia Cae. Le urne reperite si trovano a Leiden,e riportano le seguenti iscrizioni:– ane. cae. vetus. acnaice (coperchio di una in tufo). Cae è un gentili-zio proveniente in massima parte da Chiusi, attestazioni provenientianche dall’Ager Tarquiniensis, da Populonia, dall’Ager Senensis.– arnt. caes. anes’. ca(inal)/clan. puiac (coperchio di urna in tufo). Cai-nal proviene da Chiusi ma anche dall’Ager Senensis e da Arezzo. Puiacproviene da Caere, Tarquinia, Ager Senensis, Clusium, Arretium.– v. veti. cainal (coperchio di urna in tufo)– aules’(aulnis’) arntialisa/ atinal(prunas’atn)e (coperchio di urna intufo). Arntialisa proviene in massima parte dall’Ager Senensis e daChiusi, più raro a Perugia e Cortona. Atinal è un gentilizio attestatonell’Ager Senensis e a Perugia.– anes’. caes’. pui. hui/ ni. ei. itruta (urna in pietra tufacea). Caes èun gentilizio attestato nell’Ager Senensis. Puil è attestato nell’AgerSenensis, a Perugia e a Faesulae.– cainei (urna in pietra tufacea). Cainei è un gentilizio attestato inmassima parte a Chiusi, ma anche nell’Ager Hortanus, a Volterra,nell’Ager Senensis, a Perugia e ad Arezzo.– tanxvil vel turni (urna in pietra tufacea). Tanxvil, proviene daCaere, Tarquinia, A. Tarquiniensis, A. Hortnus, Volsinii, Vulci, inmassima parte l’A. Senensis e Chiusi, meno Perugia, Arezzo.– tita: laucane (urna in pietra tufacea). Laucane proviene maggior-mente da Chiusi e Perugia, la variante laucane(i) proviene dall’A.Senensis.

Ancora di periodo generico etrusco sono dei rinvenimenti spora-dici: un’olla ansata con la seguente iscrizione graffita sul corpo: – v.vete. cainal. Consegnata al museo archeologico di Firenze.Un altro importante rinvenimento è avvenuto nel 1869. Si tratta diuna tomba, forse ipogea, vicino a Pienza (ma è sconosciuta la loca-lizzazione precisa). Probabilmente la tomba appartenne alla famigliadei Laphe. All’interno si trovavano diverse urne in travertino dirozza fattura, a forma di cassa parallelepipeda senza peducci e sei os-suari fittili. Le urne portavano le seguenti iscrizioni:– arnt. laphe (urna in travertino) Laphe è un gentilizio attestato nel-l’A. Senensis).– (...) laphe/ cainal (urna in travertino) Cainal = gentilizio daChiusi.– a. lanphe/vels’. p (urna in travertino).– larti, larn (urna in travertino).– l: lamphe: huratn (urna in travertino).– tana: s’ali/nei. laph/esa (urna in travertino).– la lam/s’ alin (...) (urna in travertino).– tana. petri/s’ alinal (urna in travertino).– larti. titei/lanphesa (urna in travertino). Titei o tite proviene daChiusi e da Perugia.– t+muria+vipinal (urna in travertino). Vipinal = gentilizio diffusoa Chiusi e in A. Senensis.– l+laphe: murias’ (urna in travertino).– l.lamphe/titial (urna in travertino). L’iscrizione si ripete due volte,sia sulla fronte che sul lato).– l.lanphe.caina (olla fittile, l’iscrizione si trova intorno al coperchio).– a.lanphe.atainal (olla fittile, le lettere sono graffite sul corpo).Atainal = dall’A. Senensis.– tana.atainei.vetural (olla fittile).– (...)e.tercna (olla fittile).– hl venza huranznl (olletta fittile, lettere graffite sul corpo).– arnt petral (olletta fittile).Interpretazione – Le urne sono state consegnate al museo archeolo-gico di Firenze. Si tratta del rinvenimento di una necropoli, contombe appartenute alle famiglie dei Cae e dei Laphe. Per il fatto chesia certa la volontà di distinzione della gens delle due famiglie, è in-dubbio che si tratti di famiglie abbastanza importanti e con unruolo forte nella società, è probabile che l’esigenza di continuare lastirpe all’interno delle tombe, fosse proiettato anche nella realtà, at-traverso la gestione della terra. Però nel caso della famiglia dei Cae,dobbiamo ricordare che si tratta di un gentilizio di origine servile,per cui è possibile si tratti di una famiglia divenuta importante soloin seguito alla perdita della condizione servile, forse perché è man-cato in precedenza un potere saldo delle famiglie di origine nobile?Definizione – NecropoliCronologia – EllenismoBibliografia – PISTOI, 1997, pp. 34-35; CRISTOFANI, 1992, pp. 89-114; MANGANI, 1992, p. 109; ET AS 5.1 (a) (b); ET AS 1358-1378 ; ET AS 1381-1387 ; VAN DER MEER, 1977, p. 64.

(1.5) Pienza – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Tra i rinvenimento sporadici diepoca etrusca, avvenuti in passato intorno a Pienza, c’è anche unakylix attribuibile al “Pittore di Spina”, a suo tempo consegnata alMuseo Diocesano di Pienza.

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Interpretazione – Probabilmente il pezzo apparteneva al corredo diuna tomba, ma essendo stato rinvenuto in modo sporadico non èpossibile dire altro.Definizione – TombaCronologia – EllenismoBibliografia – PISTOI, 1997, p. 35.

(1.6) Cava Barbieri – PienzaLetteratura editaHabitat III, 484/493 m slm, terrazzo, sabbia con intercalazioni diargille e ciottoli, fosso Rigo a 500 m, incolto , incolto .

Affidabilità – BuonaCategoria – Scavo

Descrizione sito – Il sito si trova in posizione sottostante tra lachiesa di Santa Caterina e la Porta al Prato di Pienza, tra le muradell’abitato e la sottostante pieve di Corsignano, è facilmente indi-viduabile per la presenza delle tracce ancora visibili della cava.Descrizione unità topografica – Rinvenimento in passato nellacava Barbieri, posta tra Santa Caterina e la pieve di Corsignano, inlocalità Romitorio, di materiale preistorico riferibile per lo più aepoca neo-eneolitica e all’Età del bronzo. Questa zona intorno aglianni ’70 è stata sottoposta a uno scavo stratigrafico. Il primo passoè un saggio stratigrafico effettuato nel 1968, lo scavo poi è statocondotto dal ’73 all’81. La stratigrafia archeologica individuataaveva questa sequenza: livelli di riporto moderni. Strato agricolo.Frammenti fittili dell’Età del bronzo medio e finale. Livelli perti-nenti al Neolitico. All’interno di quest’ultima stratificazione è statopossibile individuare diversi momenti: il livello superiore era carat-terizzato da anse a rocchetto tipo Diana (Neolitico superiore). Il li-vello medio aveva frammenti di ceramica figulina acroma dipintastile Ripoli, insieme ad alcuni frammenti di ceramica grezza dellacultura di Sasso-Fiorano (Neolitico medio). Infine il livello inferioreaveva ceramica grezza appartenente alla facies culturale della cera-mica impressa (Neolitico inferiore). Oltre questa interessante strati-grafia, sono stati rinvenuti notevoli resti di industria litica, anche diossidiana, industria ossea e abbondanti resti osteologici. Dai livelli del Neolitico provengono anche due frammenti eccezio-nali: uno è in osso lavorato, una forma a tre volti che si ripetonouno sopra l’altro, di dubbia utilizzazione, come l’altro rinveni-mento: una testa di ariete fittile, lisciata, una lavorazione molto ac-curata. L’interpretazione dello scavo ha fornito dati interessanti, in-fatti una stratigrafia così imponente di epoca neolitica è unica inambito toscano, inoltre l’abitato neolitico è costituito da capannecon pianta ellittica, ed è un esempio unico fino a ora in ambito to-sco-laziale.Interpretazione – Si tratta di una zona abitata a partire dal Neoli-tico fino all’Età del bronzo finale. Definizione – AbitatoCronologia – NeoliticoBibliografia – CALVI REZIA, 1969, pp. 355 e ss.; GRIFONI CREMO-NESI, 1971, p. 272; ASAT, p. 338; CALVI REZIA, 1980, pp. 323-334; CALVI REZIA, 1968, pp. 410-411; CALVI REZIA, 1987, pp.603-610; CALVI REZIA, 1969, p. 368 e ss.; CALVI REZIA, 1969, p.355 e ss.; CALVI REZIA, 1980, p. 333; RITTATORE VONWILLER,1969, pp. 143-144, TAV XXXII; CALVI REZIA, 1974, in RSP,XXIX, 1, pp. 247-248; CALVI REZIA, 1979, in RSP, XXXIV, 1-2,pp. 308-309; CALVI REZIA, 1973, in I.I.P.P., pp. 22-23; CALVI RE-ZIA, 1979, in I.I.P.P., pp. 15-17; CALVI REZIA, 1981 (a), in I.I.P.P.,p. 11; CALVI REZIA, 1977, in “Preist. Alpina”, XIII, pp. 60-66;

CALVI REZIA, 1982, in RSP, XXXVII, 1-2, pp. 233-248; CALVI RE-ZIA, 1976, in RSP, XXXI, 1, pp. 307-308; CALVI REZIA, 1975, inRSP, XXX, 1-2, p. 382; CALVI REZIA, 1981 (b), pp. 10-11; PISTOI,1997, pp. 36-38; PAOLUCCI, 1988, p. 65.

(1.7) Cava Barbieri – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Cfr. sito 1.6. Descrizione unità topografica – Sono stati rinvenuti materiali spo-radici di epoca generica etrusca, e una protome antropomorfa fem-minile in bucchero.Definizione – FrequentazioneCronologia – ArcaismoBibliografia – PISTOI, 1997, p. 38.

(1.8) Romitorio – PienzaLetteratura editaHabitat III, 484/493 m slm, terrazzo, sabbia con intercalazioni diargille e ciottoli, fosso Rigo a 500 m, incolto, incolto.

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Descrizione sito – Il sito si trova in posizione sottostante alla chiesadi Santa Caterina, tra la chiesa e la pieve di Corsignano. Si tratta diun ambiente rupestre, di vani ricavati nell’arenaria.Descrizione unità topografica – La parete di arenaria è stata utiliz-zata in un’epoca imprecisata del passato come tomba rupestre, condiversi vani scavati nella roccia. In seguito il sito è stato riutilizzatoin epoca medievale come eremo. In questo momento storico le pa-reti interne vengono scolpite con volti, figure antropomorfe, zoo-morfe e fitomorfe. Tutte le sculture sono di difficile datazione. Lastanza più ricca di esse, quasi tutte in altorilievo, è quella contiguaalla cappella. Tra esse ci sono la statua di un frate, una testa di Cri-sto, una sirena bicaudata, simile a quella della vicina pieve di Corsi-gnano. Il gruppo di altorilievi più consistente è rappresentato dairesti di quattro figure quasi a tutto tondo, delle quali almeno duefemminili, avvolte in lunghe vesti, che dovevano affiancare un cri-sto alla colonna, ormai scomparso. Tra questo eremo e la sovra-stante chiesa di Santa Caterina sono state ricavate delle scalette dicollegamento e un viottolo scavato nel tufo. Notizie storiche – Non sappiamo quanto gli eremiti continuaronoa frequentare questo luogo. Nel 1344 sicuramente il luogo era abi-tato, infatti sulla parete si trova graffita un’iscrizione di un certofrate Luca, che porta questa data:“A.D. MCCCXLIV Voi che venite prendete a mente a me che giaccionel monimento, tal fui come voi siete e tal so come voi sarete, dite unPater pe’ l’anima di F. Luca”.Sicuramente fino ai primi anni del 1700 la loro presenza è ancoraattestata da documenti e da citazioni di eruditi e cronisti del tempo.Questi eremiti avevano anche il compito alla custodia di un’edicoladella Madonna del Latte, situata nel pianoro sopra l’eremo, in se-guito l’edicola fu inserita all’interno della chiesa di Santa Caterinacostruita appositamente. Il Vannucci ricorda come fuggì l’ultimoeremita che abitò al Romitorio. Si trattava di un romito veneziano,il quale con la scusa di andare in montagna a far legna: “attaccò unasino né più si vedè”.Interpretazione – In epoca imprecisata forse tomba, in età medie-vale eremo.

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Definizione – EremoCronologia – Basso MedioevoBibliografia – PISTOI, 1997, p. 38; PETRI, 1972, p. 48; PELLEGRINI,Messaggi nel Tufo, pp. 6-8; PELLEGRINI, 1995, p. 91; BOLDRINI-DE

LUCA, 1985.

Fg. 2. Ingresso del sito rupestre del Romitorio.

(1.9) Cava Barbieri – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Scavo

Descrizione sito – Cfr. sito 1.6.Descrizione unità topografica – Rinvenimento nella cava Barbieri,di materiale protostorico riferibile all’età del Bronzo. Questa zonaintorno agli anni ’70 è stata sottoposta a uno scavo stratigrafico. Ilprimo passo è un saggio stratigrafico effettuato nel 1968 , lo scavopoi è stato condotto dal ’73 all’81. La stratigrafia archeologica indi-viduata aveva questa sequenza: livelli di riporto moderni. Stratoagricolo. Frammenti fittili dell’età del Bronzo Medio e Finale. Nei livelli inferiori del Bronzo sono stati messi in luce i resti delreimpiego di una struttura megalitica datata al XV secolo a.C. Lastruttura ha una forma sinusoide, generata dall’opposizione di dueparti ellissoidali, i resti sono costituiti da massi di varie dimensioni.Tale struttura, che viene interpretata come un muro di cinta, pareabbia sostituito una recinzione precedente, strutturata in manierapiù complessa. Che tale luogo fosse dedicato al culto è testimoniato

dal rinvenimento di elementi caratterizzanti tale uso: una pietra contesta arrossata dal fuoco, un teschio di pecora, un Menhir. Inoltre èstata messa in luce una fossa sepolcrale contenente il corpo di uninumato di circa tre anni in posizione fetale.Interpretazione – Si tratta di una zona frequentata a partire dalNeolitico fino all’età del Bronzo finale. Definizione – Abitato e luogo di cultoCronologia – Eneolitico, Età del Bronzo Bibliografia – CALVI REZIA, 1969, pp. 355 e ss.; GRIFONI CREMO-NESI, 1971, p. 272; ASAT, p. 338; CALVI REZIA, 1980, pp. 323-334; CALVI REZIA, 1968, pp. 410-411; CALVI REZIA e ss.; CALVI

REZIA, 1980, p. 333; RITTATORE VONWILLER, 1969, pp. 143-144,TAV XXXII; CALVI REZIA, 1974, in RSP, XXIX, 1, pp. 247-248;CALVI REZIA, 1979, in RSP, XXXIV, 1-2, pp. 308-309; CALVI RE-ZIA, 1973, in I.I.P.P., pp. 22-23; CALVI REZIA, 1979, in I.I.P.P.,pp. 15-17; CALVI REZIA, 1981 (a), in I.I.P.P., p. 11; CALVI REZIA,1977, in “Preist. Alpina”, XIII, pp. 60-66; CALVI REZIA, 1982, inRSP, XXXVII, 1-2, pp. 233-248; CALVI REZIA, 1976, in RSP,XXXI, 1, pp. 307-308; CALVI REZIA, 1975, in RSP, XXX, 1-2, p.382; CALVI REZIA, 1981 (b), pp. 10-11; PISTOI, 1997, pp. 36-38;PAOLUCCI, 1988, p. 65.

(1.10) Cattedrale di Santa Maria Assunta – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Descrizione unità topografica – La storia del Duomo di Pienza èindistinguibile da quella della creazione di Pienza rinascimentale(la piazza in generale, il palazzo Piccolomini, gli altri palazzi). Ilprogettista della piazza e Pio II, decisero di collocare la nuovaCattedrale al posto della chiesa medievale di Santa Maria, orien-tata a est. Il nuovo edificio fu concepito invece orientato versoovest, sia per necessità spaziali, sia per predisporlo a ricevere attra-verso le grandi finestre una maggiore quantità di luce. La piantadel Duomo, che è ispirata alla norma adottata dall’Umanesimo,della ricerca di una perfetta simmetria, si suddivide in tre navate,al termine delle quali si apre una cappella. La disposizione di que-ste dà luogo, nella parte absidale, a una forma poligonale, cui con-tribuiscono anche le cappelle del transetto. In quella centrale sonocollocati gli stalli del coro, nei quali si trovano diciannove seggiintagliati e intarsiati secondo uno stile medievale, di fronte aiquali si trova un elegante leggio che esibisce uno stile rinascimen-tale. La navata centrale è più ampia delle altre, ma la loro altezza èuguale, per volere del papa, cui premeva particolarmente l’effettodella luce filtrante dalle finestre ampie, che guardano il vuoto. Lefinestre esibiscono trafori e modanature gotiche, racchiuse da cor-nici rinascimentali. Le pareti sono adornate in modo austero dalletavole fatte preparare dal papa. Nel piano sottostante il volumeprincipale, è ubicata la cripta, nella quale si trova il Battistero de-dicato a San Giovanni (questo spazio ospita anche i resti dellesculture che adornavano la facciata della chiesa preesistente, rinve-nute nel corso di lavori di restauro). Vi si accede da una scala col-locata sotto il campanile. Il battistero ospita il fonte battesimaledisegnato dal Rossellino. Fu nel 1463 che nel campanile fu collo-cata la campana fusa con quella di Corsignano, da Giovanni diTofano, sulla quale il papa fece scrivere:

Parva fui nuper qualis delubra deceret Et non urbani moenia pressa lodi.Mox Pius templum construxit et intulit

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UrbemQuantum Urbs atque Aedes postulat, esse jubet.Ergo Pientinos si latius imples camposNunc Urbi, sed tunc Oppdulo sonui.

La stabilità è il problema più grave di questo edificio. Il problemasi pose già in fase costruttiva, lo stesso pontefice committente rife-risce che per trovare fondazioni sicure si dové scendere a 108piedi. Esalazioni sulfuree uccisero alcuni operai che tentavano dicomprimerle. Nonostante ciò i lavori andarono velocementeavanti. Al termine della costruzione si creò subito una profondacrepa, da terra fino alle volte. la già precaria stabilità fu minatanella notte del 26 novembre 1545, quando un forte terremoto,fece cadere parte del campanile e delle volte (interventi che trova-rono restauro nel 1570), e creò la crepa ancora visibile. Il lentosprofondamento del Duomo ha interessato tutti i secoli fino aoggi, arretrandosi di tanto in tanto, a seguito di lavori di restauroe consolidamento di vario genere.Definizione – CattedraleCronologia – RinascimentoBibliografia – REPETTI, 1833-1843, I, p. 807; IV, pp. 190-202;Suppl., p. 182; MANNUCCI, 1906; MANNUCCI, 1914; MAN-NUCCI, 1937; CECCHINI, 1957, p. 276; CARLI, 1966; PETRI,1972; CATALDI, 1977; MACK, 1987; ADAMS, 1983, pp. 8-28;ADAMS, 1985, pp. 99-110; BARBACCI, 1933, pp. 352-358; BAR-BACCI, 1934, pp. 1-134; BATTAGLIA, 1936; BERNETTI, 1971;CALAMARI, 1931; CARLI, 1965; CASANOVA, 1931, pp. 11-34;CATALDI, 1978, pp. 73-116; FINELLI, 1984; FINELLI-ROSSI pp.127-227; HEYDENREICH, 1981, pp. 105-146; HILARY, 1970;HOLTZINGER, 1882, pp. 17-24; KIRBY, 1962; KRAMER, 1934,pp. 58-92; MANNUCCI, 1927; PIEPER, 1986, pp. 1711-1732;PIEPER, 1989, pp. 76-86; REINHARD, 1972, pp. 261-299; CA-TALDI, 1977; RUBINSTEIN, 1957; SCHIAVO, 1942; TOTARO,1978.

(1.11) Convento e chiesa di San Francesco – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – La fondazione del convento dei FrancescaniMinori viene fatta risalire poco prima della morte di San France-sco. In origine tale istituzione fu di tono piuttosto minore. Sap-piamo poco di questo convento, in esso sono contenute le tombedella famiglia Piccolomini, perché loro benefattori (specie Pio II).Il convento fu soppresso nel 1653 dal vescovo di Pienza GiovanniSpennazzi, con la mira di erigervi un seminario vescovile. Pocoprima di creare il nuovo istituto Giovanni Spennazzi morì, così lapopolazione premette per ristabilire nell’edificio il convento. Pervolere di papa Alessandro VII nel 1659 si ristabilirono i conven-tuali e vi rimasero fino al 1788, quando il convento venne dinuovo soppresso. Da questo momento il vescovo Giuseppe Pan-nillini vi istituì un’accademia ecclesiastica. Questa sistemazionecambiò nel 1792, quando ancora Giuseppe Pannillini vi istituì unseminario vescovile. Descrizione unità topografica – La chiesa di San Francesco si trovalungo il corso Rossellino, di fronte al lato nord del Palazzo Piccolo-mini, di fronte al palazzo Atrebatense ed è unita a questo dall’arcodi via del Balzello. La chiesa è in stile gotico, ha una sola navata

centrale e una travatura a cavalletti. Le pareti erano un tempo affre-scate in ogni ordine. Oggi rimane di essi solo una parte salvata dairestauri. La facciata è in pietra con apertura centrale a sesto acuto,l’architrave della porta è sorretto da colonnette sormontate da capi-telli. La facciata è caratterizzata da un occhio posto sopra la porta.Tutta la struttura ha subito notevoli rifacimenti dal XVII secolo inpoi. Il complesso oggi è trasformato in un albergo. Definizione – Chiesa e monasteroCronologia – Basso MedioevoBibliografia – REPETTI, IV, p. 195; PELLEGRINI, 1995, pp. 87-88;SANTI, 1999, pp. 93-94.

(1.12) Conservatorio di San Carlo, ex-monastero di Agosti-niane – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – Già dal XIV secolo entro le mura del castello diCorsignano è ricordata la presenza di un ospizio sotto il vocabolo diFraternità gestito dal comune. L’ospizio fu soppresso per motupro-prio nel 1754 e i suoi beni incorporati dal Santa Maria della Scaladi Siena. Nel 1613 l’edificio, acquistato dal canonico di Pienza, Ot-tavio Preziani, diviene monastero con chiesa annessa. Il monasteroè consacrato il 15 gennaio 1633, con bolla di papa Urbano VII, edè intitolato a San Carlo Borromeo e segue la regola agostiniana. DalXVIII secolo l’edificio ospita un conservatorio di oblate.Descrizione unità topografica – L’ex-conservatorio si trova prose-guendo dalla piazza Pio II in direzione di Porta al Ciglio. Alla finedel corso principale si incontra un bastione fortificato (ex-Conser-vatorio). Il bastione ha due torrioni e una chiesetta. Dall’esterno ilcomplesso appare strutturato in modo massiccio e mantiene l’a-spetto di una fortificazione.Definizione – Ospedale, monasteroCronologia – Basso Medioevo, XVII secoloBibliografia – REPETTI, IV, p. 195; PELLEGRINI, Grafica l’Etruria,p. 35.

(1.13) Palazzo Gonzaga – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – La storia di questo palazzo è legata a France-sco, figlio di Ludovico Gonzaga, destinato alla carriera ecclesia-stica, grazie ai legami politici della famiglia Gonzaga con il pa-pato di Pio II. Ancora adolescente Francesco divenne cardinalenel 1461. Essendo entrato alla corte papale di Pio II, viene coin-volto come gli altri cardinali nel progetto di arredo della nuovacittà. Nel 1462 viene sollecitato dagli altri cardinali a costruire ilsuo palazzo a Pienza, evitando di alloggiare al monastero diSant’Anna in Camprena. In seguito alla minaccia diretta delpapa, a costruirsi il suo palazzo, pena la perdita del Vecovado diMantova, Francesco fu aiutato dai genitori nella spesa e nel 1463fu costruito Palazzo Gonzaga.Descrizione unità topografica – Il palazzo Gonzaga si affaccia sul corsoprincipale, in direzione di Porta del Ciglio rispetto alla piazza. Almenonella facciata principale il palazzo è stato ristrutturato nell’800.Definizione – PalazzoCronologia – RinascimentoBibliografia – PELLEGRINI, 1995, pp. 72-73-74.

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(1.14) Palazzo Ammannati – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – Il palazzo è stato costruito dall’umanistaGiacomo Ammannati, vero amico di Pio II. Certamente l’Am-mannati fu l’unico cardinale che a morte avvenuta di Pio II,continuò a frequentare Pienza e il suo palazzo. In epoche di-verse si incrociarono in questo palazzo le parentele di duegrandi fisici: Galileo Galilei, figlio di Giulia Ammannati, pro-nipote del cardinale, e Isaac Newton, un ramo della famigliadel quale divenne successivamente proprietario del palazzo, cheancora oggi viene spesso designato Palazzo Newton. Il palazzoAmmannati è affacciato proprio sulla piazza principale, in posi-zione antistante rispetto alla cattedrale. Definizione – PalazzoCronologia – RinascimentoBibliografia – PELLEGRINI, 1995, pp. 74-75-76.

(1.15) Palazzo Borgia – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – Il palazzo Borgia (oggi palazzo Vescovile) era ilvecchio palazzo pretorio di Corsignano, acquistato direttamente daPio II e poi ceduto a Rodrigo Borgia, affinché lo trasformasse inresidenza personale. Rodrigo Borgia divenne cardinale a 25 anni,grazie al potere dello zio papa Callisto III. Il potere della famigliaera forte e lui lo usò per trascinare a Pienza tutti i prelati indecisi,ottenendo l’appoggio di Pio II, che gli dimostrò riconoscenza ac-quistandogli il palazzo. Ma la sua condotta sregolata spinse piùvolte il papa a riprenderlo, fino a tentare di togliergli la carica di vi-cecancelliere, che mantenne grazie al potere familiare. Nel 1492Rodrigo riuscì a farsi eleggere papa, a nome di Alessandro VI.Descrizione unità topografica – Questo palazzo fronteggia da unlato palazzo Piccolomini. Ha un piccolo cortile con al centro la ci-sterna. I pareri circa la sua costruzione sono discordi. Alcuni vi leg-gono una complessa ristrutturazione di quello antico, altri ne so-stengono l’assoluta originalità.Il palazzo si presenta con facciata asimmetrica, giustificata dal mo-vimento prospettico della piazza. Definizione – PalazzoCronologia – RinascimentoBibliografia – PELLEGRINI, 1995, pp. 76-77.

(1.16) Palazzo dell’Atrebatense (Jouffroy) – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – Da un Capitolo dell’Ospedale del Santa Mariadella Scala, sappiamo che al posto di questo palazzo prima del 1462si trovava un vecchio spedale di Pienza. Il 12 luglio 1462 viene con-cessa l’autorizzazione alla demolizione dello spedale, in concessionedi una nuova area e del recupero dei laterizi e legnami per far postoal palazzo del cardinale di Arras.Il cardinale francese di Arras, Francesco Jouffroy, detto l’Atraba-tense, era stato imposto al papa da re Luigi XII, ma Pio II provavaper lui una forte antipatia (un uomo sanguigno e attacabrighe, ma

di grande cultura). Palazzo Jouffroy è collocato lungo il corso fra ilpalazzo Gonzaga e il palazzo Borgia. Definizione – PalazzoCronologia – RinascimentoBibliografia – PELLEGRINI, 1995, pp. 77-78-79.

(1.17) Palazzo Forteguerri – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – Il palazzo è stato costruito da Niccolò Forte-guerri, membro della celebre famiglia pistoiese, imparentatacon i Piccolomini. Niccolò entrò nella carriera ecclesiastica pro-tetto da Pio II, che lo volle con sé ancora vescovo, a ricoprire lacarica di tesoriere apostolico. Nel 1460 divenne cardinale. Fumolto stimato da Pio II.Definizione – PalazzoCronologia – RinascimentoBibliografia – PELLEGRINI, 1995, pp. 79-80.

(1.18) Palazzo Cittadini (Spannocchi) – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – L’amicizia di Ambrogio con Pio II risale alla gio-vinezza. Nel corso della vita Ambrogio fu banchiere di fiducia delVaticano e cassiere di Pio II. Egli ebbe anche l’onore di aggiungerele lune dei Piccolomini al suo stemma e di aggiungere il cognomedei Piccolomini a quello della sua famiglia. Il palazzo di AmbrogioSpannocchi potrebbe essere l’attuale Palazzo Cittadini, affacciatosul corso, affiancato al Palazzo Comunale.Definizione – PalazzoCronologia – RinascimentoBibliografia – PELLEGRINI, 1995, p. 80.

(1.19) Palazzo Lolli – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – Gregorio Lolli era il segretario di Pio II. Egli erail proprietario della palazzina affacciata sul corso prima del vicolodell’Amore.Definizione – PalazzoCronologia – RinascimentoBibliografia – PELLEGRINI, 1995, pp. 80-81.

(1.20) Palazzo di Salomone Piccolomini – Pienza Letteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – Alcuni palazzi minori del centro cittadino, fu-rono restaurati o costruiti a spese delle casse papali, per aiutare imembri della famiglia Piccolomini. A Salomone Piccolomini fu-rono donati cento ducati, per rifare la facciata della sua casa, postaall’angolo di via Condotti. Definizione – PalazzoCronologia – RinascimentoBibliografia – PELLEGRINI, 1995, pp. 80-81.

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(1.21) Palazzo di Tommaso Piccolomini – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – Alcuni palazzi minori del centro cittadino, fu-rono restaurati o costruiti a spese delle casse papali, per aiutare imembri della famiglia Piccolomini. Pio II acquistò una vecchia casaper ristrutturarla e donarla a Tommaso Testa Piccolomini, scrittoreapostolico, amico del papa, più tardi vescovo di Sovana, insignitonel 1460 del cognome dei Piccolomini.Definizione – PalazzoCronologia – RinascimentoBibliografia – PELLEGRINI, 1995, pp. 80-81.

(1.22) Palazzo Comunale – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – La costruzione del palazzo pubblico comportònon poche difficoltà. Fu costruito sotto la direzione di Pietro Paolodel Porrina e Puccio di Paolo, rispettivamente aiuto e nipote delRossellino. Le difficoltà vennero dal fatto che sul luogo destinato alpalazzo si trovavano vecchie case dei cittadini. Allo scopo di indenni-zare i proprietari delle abitazioni vennero stanziati 118 ducati. L’edi-ficio venne costruito ex novo, ricalcando la struttura tipica dei palazzicomunali toscani, con l’accostamento della loggia e della torre. Lastruttura andò a occupare lo spazio predisposto: di fronte alla Catte-drale, con alla destra la residenza del papa e a sinistra il Palazzo deiBorgia. Uno spazio quello della piazza equamente distribuito tra duepoteri, quello religioso e quello civile. È caratterizzato da un ampiologgiato sorretto da robuste colonne di travertino che terminano concapitelli ionici. L’edificio superiore è composto da una facciata sullaquale si aprono quattro ampie finestre bifore. L’edificio è ben pro-porzionato e grazie alla policromicità dei materiali risulta ben inse-rito nella piazza. La torre è costruita in mattoni e riprende il temadel giglio gotico. Presenta un orologio che è andato a sostituire l’ori-ginale trafugato nel XVI secolo. Sul campanile sono visibili i resti diun orologio del ’400. All’interno gli spazi si raccolgono intorno a unsalone che si affaccia sulla piazza.Definizione – PalazzoCronologia – RinascimentoBibliografia – PELLEGRINI, 1995, p. 82.

(1.23) Le dodici case a schiera – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – Pio II parla della costruzione di dodici caseper il popolo. Esse si trovano nel settore nord-est della città. Icorpi di questi edifici sono ancora visibili. Le case furono co-struite con i fondi della tesoreria segreta del papa, probabilmenteallo scopo di sanare i disagi e gli espropri, resi necessari dall’operadi ristrutturazione radicale di Corsignano.Definizione – AbitatoCronologia – RinascimentoBibliografia – PELLEGRINI, 1995, p. 82.

(1.24) Palazzo Piccolomini – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – Il Palazzo Piccolomini è una struttura articolataa complessa, che incarna perfettamente la nuova mentalità abita-tiva, maturata tra gli intellettuali umanisti del XV secolo.Con un “Breve” del 19 luglio 1463 il papa dispone che il palazzodopo la sua morte, restasse alla famiglia, ma a due condizioni: chequesta non se ne disfacesse mai per alcuna ragione e che mantenessesempre la sua originale architettura.Descrizione unità topografica – L’edificio è molto simile all’al-tro palazzo disegnato da Leon Battista Alberti: il palazzo Rucellaia Firenze. In ambedue è stato introdotto il motivo degli ordinisovrapposti, secondo la tradizione degli anfiteatri romani. La no-vità maggiore del palazzo di Pienza è l’introduzione del primogiardino pensile rinascimentale. Su di esso si apre un triplice or-dine di archi, verso la valle. Questa soluzione capovolge comple-tamente la tradizione, che vuole il loggiato rivolto verso l’interno.Il palazzo ha la facciata e l’entrata principale lungo il corso. Unapredella in travertino chiaro cinge su tre lati il palazzo alla base.Le facciate che guardano la città sono scandite da ordini architet-tonici che si susseguono su una superficie a bugnato levigato, concanaletti sfalsati. In ciascuno dei piani superiori si aprono otto fi-nestre nel lato principale e sette negli altri due. Nelle ampie fine-stre sono archi semicircolari e colonnine esili, insieme alla croceguelfa di spartizione, evidenziando la sintesi tra elementi medie-vali e moderni. Il portico interno è sorretto da poderose colonne,da qui si aprono gli accessi ai piani superiori, al piano terra e algiardino. In ogni piano le stanze ruotano rivolte all’esterno, allaricerca di tutta la luce possibile. Le sale più grandi si collocano aest e a ovest, in simmetria. Il maggiore intento (perfettamenteriuscito) del progetto del palazzo è il connubio con lo spettacolodella natura che filtra da ogni finestra. La stanza del papa e la sua cappella si trovano proprio nel punto piùprossimo al porticato e alla Cattedrale. Il pontefice voleva che il pa-lazzo, come il resto della sua opera, fosse orientato verso lo spetta-colo naturale. Il giardino pensile in tutto ciò rappresenta il legametra la natura e la civiltà. Esso è ispirato dall’immagine del giardinoedenico: di pianta quadrata, ripartito in quattro parti, irrigato a par-tire dal centro da quattro fiumi.Definizione – PalazzoCronologia – RinascimentoBibliografia – PELLEGRINI, 1995, pp. 44-45-46.

(1.25) Santa Caterina – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – L’edificio religioso sorge sul luogo nel quale sitrovava l’antica cappella degli eremiti, che fin dal secolo XIV abita-vano il Romitorio (scavato sotto la chiesa). Descrizione unità topografica – Da Porta al Prato imboccandola strada che costeggia i giardini, si incontra il balcone di SantaCaterina. La chiesa si trova in fondo al viale. È costruita in cottoe risale alla fine del XVII secolo, fu consacrata nel 1731. Sullasemplice facciata si apre il portale affiancato da due finestrelle, inalto è chiusa da una finestra semicircolare. L’interno è a unicanavata, con due altari laterali in stucco. L’altare maggiore haforme barocche.Definizione – ChiesaCronologia – XVIII secoloBibliografia – PELLEGRINI, Grafica l’Etruria, p. 39; SANTI, 1999, p. 94.

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(1.26) La Canonica della Cattedrale – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – A sinistra del Duomo, si trova l’edificio fatto co-struire da Pio II per i canonici della cattedrale.Definizione – CanonicaCronologia – RinascimentoBibliografia – PELLEGRINI, Grafica l’Etruria, p. 29.

(1.27) Pienza – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Nel 1873 è stato visto inserito sulselciato del vicolo a lato del palazzo Piccolomini un frammento intravertino con la seguente iscrizione:

– lanfi. i. p (...) nel 1878 non c’era più. Definizione – IscrizioneCronologia – Generica età etruscaBibliografia – PISTOI, 1990, p. 35 ; CIE, n. 1099 ; ET AS 1358.

(1.28) Santa Maria – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Notizie storiche – Dalle parole di Repetti “(…) Pochi passi fuoridella porla al Ciglio, era una chiesa suffraganea della pieve di SanVito sotto il titolo di Santa Maria, nel sito dove tuttora esiste unportico spazioso di pietra tufacea lavorata a bozze, sul cui frontonehavvi una statua in marmo di Maria SS. Aveva diritto su questachiesa succursale il pievano de’ SS. Vito e Modesto innanzi che peristrumento del 1 febbrajo 1345 rogato da ser Luca di Nanni la ri-nunziasse alla Comunità di Corsignano, poscia di Pienza”. Descrizione unità topografica – In effetti appena fuori dalla Portaal Ciglio, sulla sinistra, in posizione addossata alle mura, si vede unvasto spazio aperto, corrispondente a un edificio attualmente senzacopertura. Sul lato che guarda verso la strada si intravedono dueaperture corrispondenti a finestre, con inferriata e un vano leggibilecome una porta ad arco. Definizione – ChiesaCronologia – Generico MedioevoBibliografia – REPETTI, vol. IV, p. 194.

(2.1) Castelluccio - Pienza (Q 121 II 1726/4768)Letteratura editaHabitat IV, 589 m slm, Sommità collinare, Conglomerati polige-nici con intercalazione di sabbia argilla e brecce, Torrente Astron-cello a 55 mt, Area Edificata, Edificato.

Affidabilità - BuonaCategoria - Monumento

Il Castelluccio si trova presso il valico della Foce, sul confine dellacomunità di Pienza con quella di Chianciano, fra le sorgenti deltorrente Miglia, tributario dell’Orcia e quelle dell’Astrone. Lamorfologia del sito dove si trova il Castelluccio è un ampio gradonedisposto su un vasto versante aperto in direzione sudest, completa-mente coperto da bosco.Notizie storiche – Il Castelluccio è nominato tra i cinque comu-nelli aggregati a Pienza con il regolamento economico del 2 giu-

gno 1777. Il Castelluccio, detto nel medioevo dè Bifolchi, o Ca-stelluccio Biforchi, poi anche Castelluccio della Foce, sembraaver tratto questo nome da un Bifolco di Sinibaldo dei Viscontidi Campiglia che visse nella seconda metà del XIII secolo e chepossedette anche il castellare di Tolle. Su questa storia esiste co-munque un margine di incertezza, infatti le sue origini sono an-cora sconosciute. Per quanto riguarda la storia dei Visconti equindi anche il possesso sui castelli della Val d’Orcia e sul Castel-luccio, non è certo quando questa famiglia entra nel dominio diCampiglia, è possibile che fin dal 1170 (secondo il Malavolti epoi dal Tommasi) fosse loro accordato con titolo di viscontato ilpossesso di Campiglia e di altri castelli. Certo è che i Visconti nelXII e dopo signoreggiarono su vari luoghi della Val d’Orcia, del-l’Ombrone Senese, del Paglia, e del Chiana. Tornando al Castel-luccio di certo sappiamo che dal 1320 appartenne alla comunitàdi Monticchiello, sappiamo che fu fortificato dai senesi alla finedel ‘300 e ceduto in parte allo Spedale di S. Maria della Scala chene fece un notevole centro di amministrazione fondiaria (gran-cia). Una notizia del 1368 ricorda il Castelluccio come ancoracostretto ad essere custodito da Monticchiello. Nel 1465 appar-tiene per pochi anni a Giovanni di m. Angelo Martinozzi che lodenuncia tra le sue proprietà, mentre tra 1473- 1474 Montic-chiello rivendica il possesso di Castelluccio. Il castello è soggettoa minacce nel 1552 ed è saccheggiato nel 1553. Quando la Re-pubblica donò il Castelluccio all’Ospedale di Siena, lo cedette in-sieme ad alcuni terreni già donati dai Conti di Sarteano nel 1244e posti nel territorio della Pieve di Conino. Alla metà del XV se-colo vi predicò Bernardino da Siena e a lui più tardi quandovenne edificata una cappella all’interno del castello, venne dedi-cata al suo nome. Nel 1443 fu riconquistato dalla Repubblicadopo un’occupazione di Montepulciano. Nel 1480 la giurisdi-zione del Castelluccio fu comprata da un certo Gabrielli di Siena,probabilmente per conto dello Spedale della Scala. Nell’ultimaguerra di Siena (1552-1556) il Castelluccio visse alterne vidende.La grancia ed il castello furono ripetutamente occupati dagli eser-citi di Cosimo I. Nel luglio del 1552 quando i senesi iniziarono aribellarsi contro gli spagnoli, i Medici ordinarono a Goro, co-mandante di Montepulciano di occupare il Castelluccio, toglien-dolo all’Ospedale. Un anno dopo lo restituirono finanziando idanni. Nell’aprile del 1555 nuovamente viene occupato dai fio-rentini e solo due mesi dopo ripreso da Siena. Solo nel 1556 ifiorentini occuparono definitivamente il Castellucco e vennerosmantellate le mura. A fine guerra viene restituito all’Ospedaledella Scala, che lo tiene fino al 1787. Il 1 aprile 1787 FlaminioDei acquista il Castelluccio dall’Ospedale per 646 scudi, 3 lire e10 soldi (la fattoria ha diciotto case coloniche). Nel 1837 vieneacquistato dalla famiglia Mieli di Roma che nel 1934 lo cedetteal Marchese Origo, attuale proprietario. Oggi il Castelluccio èinserito nella grande fattoria della Foce. Nell’Estimo effettuato da Siena tra il 1316-20 i tabulatores regi-strano al Castelluccio 1 palazzo di proprietario locale e 1 casa diproprietario locale. La località in quel tempo faceva parte del co-mune di Monticchiello.Descrizione unità topografica - Il castello si presenta con due torriangolari rotonde con base a scarpa agli estremi del lato sud-ovest eporta di accesso sormontata da piombatoi, rifatti, che si trova sullospezzato lato sud-est; il lato nord-est è convergente rispetto a quelloopposto e si raccorda infine a questo in corrispondenza della torreovest con un quarto di cerchio. Una cinta di mura lo aggira sui lati

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nord-est e sud-est. Molte arciere-archibugiere nelle torri e nellemura. Solo pochi tratti di mura o almeno i basamenti di essi peròsono autentici, ma in genere si conserva solamente il volume, estre-mamente rimaneggiato.Definizione - CastelloCronologia – Basso MedioevoBibliografia - REPETTI,vol. I, p. 585; Suppl. pp. 62,72; LIVERANI,1872, p. 306; MOCENNI, 1893; VERDIANI BANDI, 1893, pp. 145-150; CANESTRELLI, 1915, pp. 204, 323; VERDIANI BANDI, 1926, pp.120,123,168,169,230,236,241; CECCHINI, 1959, p. 408; NERI,1975, pp. 113-115; BullInst. 1846, p. 35; AnnInst, 1855, p. 51;GAMURRINI, NSA, 1890, pp. 310 e ss; GAMURRINI, NSA, 1892, pp.307 e ss; GAMURRINI, NSA, 1895, p. 43-79; BIANCHI BANDINELLI,1925, pp. 389-440; BIANCHI BANDINELLI, 1927, p.19 nn. 5-7, p.20,nn. 8-9; REE, 1944, p. 309; PAOLUCCI, 1988, p. 65; BPI 1893, p.53; BPI, 1895, pp. 103 e ss.; BPI, 1899, p. 242; BPI, 1900, pp.134 s.; BPI, 1902, pp. 44 ss.; ASAT p. 351; CAMMAROSANO PAS-SERI, 1976, p. 350; CAMMAROSANO PASSERI, 1984, p. 126; PICCO-LOMINI, 1934, p. 101 ss.; Consiglio Generale, 218, cc. 242v-243r,1436; Consiglio Generale, 233, c. 48r-v, 1469; ASS, Ospedale,1427,1428,3191,3269, 1442; BONELLI CONENNA, 1980; BIANCHI

BANDINELLI, 1926, p. 389 ss.; BIANCHI BANDINELLI, 1924, p. 16 ss.;DENNIS, II. 3, p. 366; BPI, 1892, p. 44; KARO, in STM. I, 244;MARTHA, Tav. I, 12; DULM, Graeberkunde, I, p. 346; PECCI, 1748,vol. 4, p. 83; BANCHI, 1863-1877, p. 326; PISTOI, 1997, pp. 24-25;CIMINO, 1986; PAOLUCCI, 1988, pp. 92-96; CORTONESI,1990,p.3,87,98,104,131,134,151,362,363,368; PASSERI-NERI,1994, p. 23; PASSERI, 2002, p. 55.Dati telerilevati - Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati - La foto aerea verticale mostra piùchiaramente l’andamento delle mura, altrimenti non percepibile acausa della fitta vegetazione.Eira, 1976.Aima, 1996.

(2.2) Castelluccio – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – In passato sono avvenuti dei rinve-nimenti nella zona di materiale riferibile a epoca eneolitica. Sap-piamo che sono avvenuti in grotte naturali nelle quali sembra sianostati trovati alcuni manufatti eneolitici. Altri frequentemente rac-colti in questa zona.Interpretazione – Le scarse notizie su questi rinvenimenti esclu-dono qualsiasi definizione.Definizione – FrequentazioneCronologia – EneoliticoBibliografia – ASAT p. 351; BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 19,n. 6; PISTOI, 1997, p. 25.

(2.3) Castelluccio – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – In passato sono stati rinvenuti,nella zona del Castelluccio, un sepolcro a cassa con vasellame are-tino, alcuni sepolcri con urne con iscrizioni latine arcaiche (dativoin aci) e altre tracce romane.

Interpretazione – Con i pochi dati a disposizione, possiamo solodire che si tratta di una necropoli, che esistevano delle iscrizioni inlatino. La cronologia è fornita dall’indicazione di vasellame aretino.Definizione – NecropoliCronologia – Prima età imperialeBibliografia – BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 19, n. 5.

(2.4) Castelluccio – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Si ha notizia del rinvenimento ditombe a camera etrusche, con vasellame a figure rosse di epoca etru-sco ellenistica.Definizione – NecropoliCronologia – EllenismoBibliografia – BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 19, n. 7.

(2.5) Castelluccio (Casa al Savio) – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito si trova a sud del Castelluccio, lungo ilversante sulla quale sommità è costruito il castello.

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Fig. 3. Immagine della porta d’ingresso del Castelluccio.

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Descrizione unità topografica – In località Casa del Savio, vennescoperta una stipe votiva. La scoperta avvenne nel 1871 in manieraoccasionale a seguito di lavori agricoli. La stipe votiva era compostada una serie di dieci bronzetti. Dalla stessa zona vennero segnalatianche frammenti di tegole e resti di un piccolo edificio di cultoesplorato da Leone Mieli a più riprese. Due dei bronzetti vennerotrafugati nel 1988.Definizione – Luogo di cultoCronologia – EllenismoBibliografia – PISTOI, 1997, p. 26; MINETTI, 2001, p. 12.

(2.6) Chiesa di San Bernardino (Castelluccio) – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Descrizione unità topografica – All’interno del Castelluccio sitrova la chiesa di San Bernardino. La chiesa è oggi di proprietà pri-vata, ha subito notevoli rimaneggiamenti nel 1935 da parte dell’ar-chitetto Pinsent che eseguì gli altari laterali in travertino, l’altaremaggiore con balaustra, la nicchia absidale a lacunari e il fonte bat-tesimale. La chiesa è a navata unica, sopra il portale presenta lostemma del Santa Maria della Scala. Recentemente sono stati sco-perti e restaurati degli affreschi della fine del XV, inizio XVI secolo.Definizione – ChiesaCronologia – Basso MedioevoBibliografia – REPETTI, I, p. 585; SANTI, 1999, pp. 100-101.

(3.1) Cosona - Pienza (Q 121 III 1711/4776)Letteratura editaHabitat II, 392 m slm, Sommità collinare, Sabbia con intercala-zioni di argille e ciottoli, Fosso dei Fondi a 650 mt, Area Edificata,Edificato.

Affidabilità - BuonaCategoria - Monumento

Cosona si trova sull’estremo confine nordoccidentale del comune diPienza, in una zona di spartiacque tra le colline della Val d’Orcia equelle delle Crete senesi. Si trova su una collina circondata da olivi.Notizie storiche – Cosona attualmente ha l’aspetto di una villa signo-rile di proprietà della nobile famiglia dei Forteguerri di Siena. La suastoria inizia ad essere documentata già dall’Altomedioevo. Nell’VIIIsecolo Cosona appare dai documenti come un villaggio, dove è no-minata anche la presenza di un decanus. Le prime attestazioni riguar-dano il toponimo di Cosona legato alla pieve di S. Maria. Questapieve fa parte di quel numero di edifici religiosi posti sul confine trala diocesi di Siena e quella di Arezzo, contese a partire già dal 650d.C. e riunite in un documento che per la prima volta le elenca nelnumero completo nel 714 d.C. Non solo la pieve è ricordata nei do-cumenti, ma anche il villaggio che se pur in maniera più sporadicaappare come un centro importante nei secoli VIII e IX. Purtroppodopo questo inizio incoraggiante, la sua storia per i secoli centrali delmedioevo, appare oscura, tranne alcuni riferimenti alla pieve e allasua circoscrizione. Un’attestazione indiretta della presenza di un ca-strum a Cosona l’abbiamo negli anni 1177-1180, quando in un testi-moniale indetto per redimere la questione della desputa tra Siena eArezzo per alcune pievi, il testimone Froncio de Sancto Quirico parladel castrum Cosonam. Nel 1208 il nome di Cosona appare tra quellisoggetti al pagamento di un’imposta straordinaria a Siena. Cosonaviene ricordato come castello in un documento del 1234, ed è in que-sto periodo che viene devastato dagli orvietani, alleati di Firenze nellalotta contro Siena. In questa contingenza si apre una questione cioèquella della distruzione del castello e forse dell’edificazione di una

nuova fortificazione. Infatti nell’ultimo lavoro di Passeri che ha rac-colto molti nuovi documenti riguardanti i castelli del senese, ne com-pare uno molto interessante che riguarda Cosona ed è del 1262, dovesi tratta del ritorno degli abitanti di Cosona nel vecchio castello. Nellaseconda metà del ’200 si affermò a Cosona il dominio dei Tolomei,la famiglia senese che più volte si era dimostrata ostile ai governi co-munali senesi. Dopo la congiura organizzata dalla famiglia nel 1385le autorità della Repubblica deliberarono l’occupazione del castello enel 1393 la sua demolizione. Il possesso però sarebbe rimasto ai To-lomei e nel ‘400 fecero costruire un palazzo fortificato presso le ro-vine del castello. Comprato nel 1465 da Ferdinando I d’Aragona, redi Napoli; il palazzo fu rivenduto lo stesso anno ai Forteguerri diSiena. Le ultime notizie sul castello si hanno nel 1483 quando i se-gnali di crisi sono indicati dal fatto che i proprietari Giovanni e Nic-codemo Forteguerri lamentano le spese per far guardare Cosona intempo di guerra. A distanza di due anni il commissario di S. QuiricoBartolomeo Luti informa dell’abbandono di Cosona.Cosona fu uno di quei comuni che si configuravano come agglome-rati consistenti, cinti da mura o comunque con una chiara identitàabitativa, che a fine ‘300 ricevevano ancora il vicario e ancora “tene-vano comune”, per vederne la sospensione e diventare “comunirotti” solo ai primi del ‘400. Dallo studio della Tavola delle Posses-sioni della Repubblica di Siena, condotto da Passeri-Neri Cosona èricordata come cassero e all’interno del cassero: 1 casa di proprieta-rio cittadino e una villa, composta da 13 case di proprietari citta-dini, una casa di proprietario locale e una chiesa. Da questo studioemerge un dato molto interessante per quest’area: tra le località in-dicate dai tabulatores per il pagamento delle imposte a Siena, apparela località Arienti (Castelvecchio), dove esiste un castrum e 2 case diproprietari cittadini. E’ interessante proprio Castelvecchio ad indi-care che nel 1316-20 esiste anche un Castelnuovo, cioè una fortifi-cazione più recente. La domanda è quindi dove si trovava questoCastelvecchio? Potrebbe avere a che fare con l’insediamento di vil-laggio ricordato dalle fonti altomedievali?Descrizione unità topografica - Una villa con torre è stata rico-struita verso la metà dell’800 sulle fondazioni di un antico castello.Attestazioni documentarie –

CDL, n. 12, (Praeceptum Iudicati) ottobre 715, “(...) baptisterioS(an)c(t)e Marie in Cosona (...)”.

CA, n. 29, settembre 777 (Cartula Cessionis), “(...) Ideoqueconsta me Ualderani, filius q(uon)d(am) Silperadi, de Cosunamanifestum est eo, (....) propterea cedo adque confirmo in teomnem tuo conqesito aut lavorato aut conparato aut quicumqeris conq(ui)rere in vita mea potueris, omnia et in omnibus, utdixi, in tua abeas potestate post decesso meo. (....). Act(um) inplive s(an)c(t)e Marie in Cosuna(…)”.

CA, n. 33, marzo 785 (Cartula Cambiationis), “(....) Constatnos Radip(er)ti, fil(ius) q(uon)da(m) Ualderamo; nec non etLamp(er)ti, fil(ius) q(uon)d(am) Filoarti, qual(iter) cambiasse etcambiavemus inter nobis terre et casa; ad ubi ego q(ui) s(upra)Radip(er)ti dedit tjvi q(ui) s(upra) lamp(er)ti casa una, unac(um) solomento suo, seo et terra substus ipsa casas avente, hicin Cosuna, (....) tam ipsas casa, horto, vineis, silvis, campis, om-nia addiximus, quod cartula mea contene da ipsos Cuntjp(er)ti,tjvi in integrom dedi, excepto, anepositu vobis terra illa in Colt-serra da Opagu de ipsa portionem, nam alias amnia ipsas portio-nem tjvi in integra(s) dedi. (....) terra illa in Mascina, (....) terraad vocabulo Quercitu, (...)”.

CA, n. 44, agosto 794 (Cartula Venditionis), “(...) Consta meAnserada, coniux Grausuni, filia q(uon)d(am) Insari, (...) vinde-disse et vindedit adque tradedit tivi Raduli, filiu q(uon)d(am)

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Ualderami, portjone mea in integra de omnia ris vel substantjamea, qui mihi ligibus de subcessionem genituri meo contangerevindetur, in casale Cosuna, (...)”.

CA, n. 80, aprile 817 (Cartula Cambiationis), “(...) Constat meUillerad, filio b(one) m(emorie) Petroni q(ui) fuit gastaldio, necnon et constat nos Rotp(er)tu et Rotprandu, g(erma)nis, avitato-ris in vico Cosuna, manifesti sum(us) q(ui)a fecim(us) internob(i)s concambio, cambiasse adque p(er) n(ost)ra convenentjacambiabim(us) inter nob(i)s aliquantas terra cum silvas sup(er)se avente.Imprimis dedi ego Uillerad (...) in vocavolo Calcinaia(...) Uillerad in isto cambio terra nostra alia tanta, quanta istav(est)ra datjone esse videntur, in casale Casanu (...) et de aliaparte se tangit ad terra Grasoni (...)”.

CA, n. 96, marzo 825 (Cartula Venditionis), “(...) Constat meAcihp(er)tu, filio q(uon)d(am) P(er)tifusi, de Cosuna vindedisseet vindedit, tradedit tibi Ghausp(er)ti, filio Faustini, de Au-runda medietatem de cella mea(m), quas abere videor inCosu(na), de dominicale et orto ibidem sup(er) ipsas(upra)s(crip)ta cella, et pastino in balle infra s(upra)s(crip)tocasale, et illo pratale et quercito ad via torta, et ipso ca(m)po etuna bersura, una ad Toma (...)”.

RS, n. 22, settembre 994 , “(...) vendo que habeo in castellis, ec-clesiis, casis, aliis fra comitato et territurio Volterrano in l. et ca-stello Libbiano, in cori cum med. de ipsa roccha sive in Aconasive in Cosona vel aliis locis de ipsa medietate (...)”.

PASQUI, n. 389, “(…) Francio del Sancto Quirico iuratus dixit(…) de campo fugere cepimus ad castrum Cosonam (…)”.

RS, n. 443, dicembre 1208, “Nos XV inventores unde debitacomunis Sen. solvantur et disbrigentur, ordinamus singulis villiset castellis (viene nominata Cosona in nota n. 2)”.RS, n. 986, febbraio 1235 “(...) et combusserunt burgum deTorranieri, castrum de Vescona, burgum de Leonina, castrumde Cosona, (...) Item petit Urbevetanos compelli ad satisfactio-nem dampnorum illatorum ecclesiis, locis religiosis et hospitali-bus comitatus Sen. (...) ecclesiis de Cosona, (...)”.

CV, n. 298, 27 luglio 1235 “Appareat evidenter quod (...) exce-pit inde Sanctum Quiricum, Vignonem, Cosonam et Lucigna-num Ultrassum, quibus noluit quod quiquam peteretur, sed dealiis omnibus ad suum faceret sensum”.

Definizione - CastelloCronologia – 777 - Età contemporaneaBibliografia - REPETTI, I, p. 827; RS, nn. 443n, 986; SCHNEIDER,1914, pp. 15n, 227, 325n; CDL, nn. 17, 19; VENEROSI PESCIO-LINI, 1933, p. 151; CECCHINI, 1940, p. 317-326; BOWSKY, 1970,p. 63; CAMMAROSANO, 1974, pp. 85n, 273,274; CDA, nn.29,32,80; BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 22 n. 7; ASAT p. 337;CAMMAROSANO-PASSERI, 1976, p. 350; Catalogo del Museo Picco-lomini S. I. n. 21, I e S. II, CL. IV n. 6, 15, 18; PISTOI, 1997, pp.44-45; MICHELUCCI, 1979; CORTONESI, 1990, p.15,22,125,151,366,368,369,374,399,410; CAMMAROSANO, 1981,p. 227; PASSERI-NERI, 1994, p. 12; PASQUI, 1899, n. 389; PASSERI,2002, p. 131.Dati telerilevati - Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati - La foto aerea verticale mostra piùchiaramente come gli edifici del complesso siano raggruppati inun’area compatta dalla forma regolare.Eira, 1976Aima, 1996.

Fig. 4. Immagine del complesso della villa di Cosona visto da ovest.

(3.2) Chiesa dei SS. Laurentino e Pergentino (Cosona) – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – Questa chiesa è quella che ha sostituito nel 1373la pieve di Santa Maria, probabilmente corrisponde all’attualechiesa del podere La Pieve.Attestazioni documentarie –

ADP, n. 48 (Visita Pastorale 1613) c. 79r, “Laurentini, et Per-gentini extra fortellitium Cosona”.ADP, n. 65 (Visita Pastorale 1700) È presente la chiesa dei SS.Laurentini e Pergentini. È presente anche l’oratorio della NativitàB.M.V. “(...) Nativitatis B.M.V. dotata a quam Nobili Viro Ni-colao Fortiguerra (...) (dotata è un’espressione che indica quandovengono fatte delle donazioni per pagare il prete per officiare. Disolito si fa alla nascita della chiesa, potrebbe coincidere??).

Definizione – ChiesaCronologia – Basso MedioevoBibliografia – MARONI, 1990, pp. 56, 204.

(3.3) Cosona – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Si ha notizia della scoperta di al-cune tombe con urnette in pietra fetida. Dalla stessa zona di prove-nienza anche alcuni frammenti di vasi di bucchero e una fuseruoladi argilla con ornati a righe e piccoli fori. Interpretazione – L’interpretazione è di una necropoli, non sap-piamo il periodo preciso.Definizione – NecropoliCronologia – Generica età etruscaBibliografia – BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 22 n. 7; ASAT p.337; PISTOI, 1997, pp. 44-45.

(3.4) Cosona – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Intorno agli anni ’60 di questo se-colo, presso una vecchia cava di tufo, sono stati recuperati alcunimateriali fittili, tra i quali un’urna apoda, con il coperchio fram-mentario, che in origine doveva rappresentare un defunto recum-

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bente. Al momento della scoperta l’urna manteneva ancora note-voli tracce di pittura. La scena dipinta rappresenta una battaglia, incui compare la figura dell’eroe etrusco che combatte contro treguerrieri soccombenti. A sinistra della scena è rappresentato un de-mone femminile che afferra per il mantello il guerriero centrale.Oltre a questa interessante urna dipinta, dalla zona sono stati recu-perati anche tre ossuari fittili con ceneri del defunto, dei quali unoframmentario. Inoltre in passato, le notizie della provenienza daquesta zona di notevole materiale etrusco, specie urne sono ricor-renti, purtroppo tali materiali oggi non sono più controllabili.Interpretazione – Si tratta del rinvenimento di tombe, gli ossuarinon sono databili con una cronologia precisa, quindi si fanno risa-lire a una generica epoca etrusca, mentre l’urna dipinta si colloca in-torno alla seconda metà del II secolo a.C., quando questa iconogra-fia è particolarmente diffusa in ambiente chiusino.Definizione – NecropoliCronologia – EllenismoBibliografia – PISTOI, 1997, pp. 44-45.

(3.5) Cosona – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Nel 1984 viene recuperato dallazona di Cosona un elemento architettonico di travertino, sullafronte sono scolpite a basso rilievo tre cornici di ovuli e astragali, al-l’interno di esse sono contenute tre raffigurazioni: a sinistra due del-fini sovrapposti e contrapposti, al centro un fiore, a destra si intra-vede un’ala, forse pertinente a una Vittoria alata.Interpretazione – In base ai dati disponibili un’interpretazione pre-cisa non è possibile, si tratta di un elemento architettonico, che po-trebbe aver avuto numerose diverse utilizzazioni. Anche se è mag-giormente ipotizzabile un uso funerario.Definizione – FrequentazioneCronologia – Generica età romanaBibliografia – PISTOI, 1997, pp. 44-45.

(4.1) Fabbrica - Pienza (Q 121 II 1721/4773)Letteratura editaHabitat III, 483 m slm, Pianoro, Sabbia con intercalazioni di argillee ciottoli, Fosso delle Bucacce a 150 mt, Area Edificata, Edificato.

Affidabilità - BuonaCategoria - Monumento

Fabbrica si trova su un vasto pianoro nella porzione occidentale delcomune di Pienza, a nord di Monticchiello, diviso da questo daltorrente Tresa e dal fosso del Pianaccio. Attualmente l’edificio po-derale completamente ristrutturato si trova circondato da coltiva-zioni di viti e olivi. Notizie storiche – Fabbrica attualmente ha l’aspetto di una villapoderale, posta sopra un elevato poggio conformato a vasto alti-piano. La più antica testimonianza del luogo di Fabbrica è conte-nuta in un documento di una compera da parte dell’abate di S.Sal-vatore del Monte Amiata, ed è del 783 (è da considerare il fatto chequesto documento da Cammarosano è ritenuto un falso del X se-colo). Poi abbiamo notizia che nel X secolo faceva capo a Fabbricauna corte dell’abbazia di S.Antimo, confermata nel 952 dai re Be-rengario II e Adalberto, e nel 1051 dall’imperatore Enrico III. E’stato un antico possesso dei conti della Scialenga, ai quali apparte-neva Ranuccio di Fazio Cacciaconti che fu signore di Fabbrica in-

torno alla metà del secolo XIV. Fabbrica viene già conosciuta comeun castello dei domini dei conti Scialenghi nel 1213, quando sap-piamo aveva quarantadue capifamiglia nel castello e ventiquattronel borgo. In questa data, come accadde per tanti altri residenti neidomini degli Scialenghi, gli abitanti di Fabbrica giurarono fedeltà aSiena. Occupata dai fuoriusciti ghibellini di Siena, Fabbrica, fu ri-conquistata dal Comune nel 1289, e si deliberò la distruzione dellesue fortificazioni. Il documento di questo ordine è del 1290,quando Ildebrandino di Mancino propone di distruggere la fortezzadi Fabbrica, metà di Montisi e le mura di Sianalunga; mentreCiano di Ranuccio chiede la distruzione completa sia di Fabbricache di Trequanda, salvo che il governo preferisca una pena pecunia-ria. Mezzolombardo di Ranuccio chiede anche lui di distruggere deltutto Fabbrica, Montisi, Montelifrè e Castelmuzio. I consigliericoncordano con la proposta di Mezzolombardo. Nuove informa-zioni sulla fortezza si hanno nel 1387 quando Barnabò di Guccioessendogli stata disfatta dalla compagnia di Riccardo Ramise la suafortezza di Fabbrica chiede facilitazioni fiscali. Questo documentoprevede che dopo la distruzione decisa nel 1290 una fortificazionedeve essere stata ricostruita. Della costruzione di un nuovo fortiliziolo apprendiamo nel 1401 quando è concesso a Pietro Ugurgieri, sulluogo dove era il castello di Fabbrica distrutto dalla compagnia de-gli Inglesi. Ottant’anni dopo la proprietà di una torre di Fabbricapassa a un Piccolomini, ne abbiamo notizia nel 1481 quando An-drea di Nanni Piccolomini denuncia che durante le guerre ha do-vuto sostenere forti spese personali per la difesa della torre di Fab-brica. Alla metà del ‘300 si può riportare la fondazione della chiesadi S. Regolo a Fabbrica, dichiarata più tardi parrocchiale, apparte-nente alla diocesi di Chiusi, sino all’erezione della cattedrale diPienza (1462), cui fu assegnata. Nel XV secolo la tenuta di Fabbricafu posseduta dalla famiglia Massaini, venne venduta nel 1463 daGregorio Massaini a Jacopo Piccolomini, nipote di Pio II. Così latenuta entrò nel patrimonio dei Piccolomini (da qui deriva il nomedi Fabbrica Piccolomini con il quale a volte è designata). Nel corsodella guerra di Siena il castello fu occupato e quindi distrutto dallemilizie imperiali e fiorentine. L’ultima notizia sul castello è del1552 quando I. Bensi denuncia la caduta di Fabbrica. Il castello erasede della chiesa pievana di S.Martino (essa appare negli elenchidelle decime papali del 1276-1277 e del 1302-1303), oltre a questa,passando per Fabbrica un tratto importante della rete viaria senese,vi sorse anche uno Spedale, e nel borgo c’era anche un’altra chiesa:S. Croce. Dallo studio della Tavola delle Possessioni della Repub-blica di Siena, condotto da Passeri-Neri, sono state recensite pressoil castello di Fabbrica: 37 case di proprietari locali e 2 case di pro-prietari cittadini. Sul borgo di Fabbrica abbiamo un’interessantenotizia del 1237 quando si dice che il castello di S. Quirico garanti-sce ai mercanti il passaggio per il borgo di Fabbrica.Descrizione unità topografica - Costruzione ad angolo in pietra inparte con base a scarpa e torre nell’angolo, ma molto rimaneggiata.Nell’ala verso sud varie finestre ad architrave su mensole concavesu tutti i lati ed una ad arco tondo sul lato est. Nel fianco suddella torre un’archibugiera. Dai documenti sappiamo che oltre alcastello di Fabbrica esisteva anche il borgo di Fabbrica che conogni probabilità si sviluppava a ovest dell’attuale costruzione pode-rale, ad inglobare i resti della pieve di S. Martino, lungo il pianoroche si dirige verso il podere Albergo.Attestazioni documentarie –

CA, n. 31, giugno, 783 (Cartula Venditionis), “(....) Scripsi egoAudedatus notarius hoc documentum vinditzonis rogatus ab

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Indo, filius bo(ne) m(emorie) Traconi, v(iri) ho(nesti) et vindito-ris, concivis Senenses, avitator in casale Offiliano. Consta meq(ui) s(upra) Indo vindedisse et bindedit tibi dom(no) Ansp(er)toabbati rector monasterii D(om)ni Salvatori sito in monte Am-niate, vindedit tibi in s(upra)s(cripto) monasterio omnem sub-stantzam meam, (...) tam casis, vineis, terris, silvis, pratis, pa-scuis, devisis et indevisis in casale Offiliano, et in Fabrica, vel inaliis casalib(us) vel vocabulis, hubi hubi de substantza mea vel resmea inventum fuerit, mobilibus vel inmobilibus, serbos, ancillas,omnia et in omnib(us) tibi cui suo(er) Ansp(er)to abb(at)i, inmonasterio s(an)c(t)i Salvatori p(er)sistentem, expressum et adfi-nitum vindedit, et nihil mihi exinde reservabi. (....)”.

CV, n. 143, 10 dicembre 1213 “Sacramenta hominum de Fa-brica, qui iuraverunt ut superius cantinetur, quorum nominasunt hec: nomi (....)”.

D, 1213 ottobre, Formula del giuramento prestato dagli uominidelle terre e castelli di Rinaldo di Ildobrandino e di Guido Cac-ciaconti, cioé degli uomini di Rapolano, del Poggio S. Cecilia, diS. Gimignano presso Mantalceto, di Fabbrica, di Bibbiano, diMontisi, di Castelmuzio e di Monterifredi.

CV, n. 306, 21 novembre 1236, “(...) Actum in castro de Fa-brice, in domo Fabrichesi (...)”.

D, 1237 ? marzo, Papa Gregorio IX con bolla diretta a Ugeriocanonico di Siena, gli commette di far pagare allo spedale di S.Maria di Siena , i legati che venivano contesi dal pievano di Fa-brica da Cacciaconte conte di Montisi e da altre persone secolaried ecclesiastiche delle diocesi di Siena Arezzo e Chiusi.

D, 24 febbraio 1242, Ranieri del fu Boste del borgo di Fabbricasi dichiara debitore a Iacomo del fu Pepo da Siena, di stara 25d’orzo del prezzo di sol. 21 e promette fare il pagamento per S.Maria d’Agosto - In Corsignano-.

CV, n. 577, 21 dicembre 1254 “(...) volentibus venire et transirecum mercato et sine mercato, cum salmis et sine salmis, per stra-tam que venit per Clusium, Clancianum, Burgum Fabrice (...)”.Definizione - Castello

Cronologia – 783-età contemporaneaBibliografia - REPETTI, II, p. 78; VERDINI BANDI, 1893, p. 147;ID., 1894, p. 63; ROSSI, 1900, p. 372n; DAVIDSOHN, 1896-1927, vol. III, p. 466; SCHNEIDER, 1914, p. 103; SCHIAPARELLI,1924, p. 304; CV, nn. 143,300; DD.H.III, 1931, n. 271; RDT,

I, n. 2822; II, nn. 2834,2835,2878n; VENEROSI PESCIOLINI,1933, p. 154; CDA, n. 31; MAZZESCHI, 1976, p. 89; ASAT p.338; CAMMAROSANO-PASSERI, 1976, pp. 350-351; CORTONESI,1990, p. 15,87,151,366,371,375,390,409,461,301; CAMMARO-SANO-PASSERI, 1984; PISTOI, 1997, p. 49; CA, n. 31, pp. 59-60-61; CV, n. 143; n. 577; n. 306; D, Giugno 783, p. 9; 1242 24,Febbraio, p. 328; 1236 21, Novembre, p. 276; 1236 21, Novem-bre, p. 276; 1236, 25, Novembre, p. 277; 1213, Ottobre, p. 149;1237, Marzo, p. 280. CAMMAROSANO, 1981, p. 228; PASSERI,2002, p. 134, sul borgo p. 30.Dati telerilevati - Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati - La foto aerea verticale mostra la morfo-logia del pianoro su cui si trova Fabbrica, attualmente il podere nonha connotati particolari, indicativi dell’esistenza di una fortificazione.Eira, 1976Aima, 1996.

(4.2) Fabbrica – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito si trova in posizione vicina al complessoabitativo di Fabbrica, nella parte più prossima alla strada del campoche caratterizza la porzione nord del pianoro antistante a Fabbrica. Descrizione unità topografica – Nel campo antistante il podereFabbrica, si trova una tomba ipogea scavata in un banco di arenaria.La struttura è caratterizzata da un ingresso principale a volta conarco a tutto sesto, da cui si accede a un grande ambiente sul quale siaprono tre celle, due laterali, con tetto a capanna, e una sul fondodella parete centrale. La cella centrale è notevolmente più ampiadelle altre e presenta in basso tracce forse di un altare. Il pavimentodella tomba è quasi sempre coperto d’acqua a causa delle frequentiinfiltrazioni, che impediscono anche la visita dell’interno. Maquando la stagione secca favorisce il prosciugamento, è possibile no-tare la grande quantità di ossa sparpagliate all’interno dell’ambienteipogeo. Dato che questo punto in epoca medievale fu sede dellapieve di San Martino, che si è mantenuta in vita fino a metà ’500, èpossibile supporre che la tomba fosse stata utilizzata come ossuarioo cripta della chiesa. Una ricognizione effettuata durante la campa-gna 1996 ha permesso di verificare che tra la vegetazione vi è unagrande tomba ipogea che si trova scavata sotto terra, in un banco diarenaria, con l’apertura verso N. È composta da un grande atrio, edue stanze laterali. Purtroppo la presenza quasi perenne di infiltra-zioni d’acqua la rende impraticabile specie la stanza destra. Sopra latomba, in mezzo alla vegetazione si trovano delle murature in pietreabbastanza squadrate, segnalate da una grande croce di ferro. Pur-troppo le murature sono quasi interamente ricoperte dagli arbusti.Una cosa particolare, è il rinvenimento di resti di uno scheletro,parzialmente scavato (?) e in seguito ricoperto da nylon e rami di al-bero per nasconderlo. L’orientamento dello scheletro è nord-sud, aun livello superiore rispetto allo scheletro è visibile parte di una pa-vimentazione in cotto a spina di pesce. Nella radura dove oggi sitrova la croce, un tempo si trovava la pieve di San Martino a Fab-brica, fondata dalla chiesa di Chiusi, fatta demolire nel 1581a causadel suo pessimo stato, per volere espresso da monsifnor Bossi, du-rante una vista pastorale. Interpretazione – Tomba ipogea etrusca forse riutilizzata in epocamedievale come ossuario o cripta di una pieve, edificata nel Me-dioevo sopra la tomba ipogea preesistente, riutilizzata come ossua-rio o cripta.

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FIg. 5. Porzione settentrionale dell’attuale struttura di Fabbrica con lacerto di mura-tura a blocchi squadrati.

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Definizione – TombaCronologia – EllenismoBibliografia – ASAT p. 338; PISTOI, 1997, p. 49.

(4.3) Pieve di San Martino (Fabbrica) – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – Cfr. sito 4.2. Notizie storiche – Nella radura dove oggi si trova la croce, untempo si trovava la pieve di San Martino a Fabbrica, fondata dallachiesa di Chiusi, fatta demolire nel 1581 a causa del suo pessimostato, per volere espresso da monsignor Bossi, durante una vista pa-storale. La pieve è menzionata oltre che nel 1191 (bolla del papa ce-lestino III) anche nel decimario del 1275 e nell’Estimo di Fabbricadel 1320. Maroni identifica questa pieve con una di quelle paleocri-stiane della diocesi di Chiusi.Interpretazione – Antica pieve oggi distrutta.Definizione – PieveCronologia – Secoli centrali del Medioevo-XVI secoloBibliografia – MARONI, 1990, p. 61; GUIDI, 1932, p. 129; GIUSTI-GUIDI, 1942, p. 168.

(5.1) Montertine - Pienza (Q 121 III 1717/4768)Letteratura editaHabitat II, 396 m slm, Sommità collinare, Argille, Torrente Tresa,455 mt, Coltura Stabile, Oliveto

Affidabilità - MediaCategoria - Sito

Montertine oggi è una collina che domina sul corso dell’Orcia, si-tuata in posizione antistante alla fortificazione di Spedaletto. Lasommità della collina è destinata ad oliveto, mentre tutti i versantisono seminativi.Notizie storiche – Di questa localià sappiamo pochissimo. E’ ilmonte Hertari, concesso in feudo da Federico II nel 1220 a duePiccolomini di Siena.Verdiani Bandi nel suo volume sui castellidella Val d’Orcia parla genericamente del castello di Montertine“antichissimamente abbattuto”. Una notizia di Montertari è del1255 quando “pro recolligendis redditibus de Monterteri pro Com.Sen.”. Nel 1377 una carta del Concistoro 1792 ricorda Montertarinell’occasione del passaggio per la Val d’Orcia delle truppe dellaChiesa per cui si ha timore che possano prenderlo. Sappiamo che il colle di Montertine non venne mai tassato da Siena,essendo luogo esente etiam-dio per privilegio imperiale. Nel 1439 èancora ricordato come castello, del quale faceva parte anche il sotto-stante spedale di Spedaletto. Nel 1277 una lite sorta tra un espo-nente della famiglia Piccolomini e l’Ospedale di Santa Maria dellaScala, riguardo al possesso di un pezzo di terra posto ai piedi diMontertine e denominato Pian de Cagio, lo mostra come castello.Le pertinenze di Montertine sono indicate come confinanti da unlato con il Fosso Sambuco, da un lato con il Torrente Tresa e dall’al-tro con il fiume Orcia, quindi son tutt’ora facilmente individuabili.Nello specifico la località Pian di Cagio era già stata menzionatadalle fonti archivistiche negli anni 1240 (1241-42), nel Diploma-tico, quando nel 1241 Ildebrandino del fu Andrea da Monticchiellovende a Ildebrandino Parabuoi da Siena, la metà di un podere nelcastello di Monticchiello, in l. d. Caggio, ai piedi di Montertari, peril prezzo di L. 80 (...). Nuovamente nel 1242 Dialta del fu Gualche-rino, col consenso di Bernardino suo marito, vende a m. Ranieri diZaccone, che acquista per conto di Ildibrandino Parabuoi, un’ottava

parte del podere in Monticchiello in l. d. Piandicagio o Montertine,per il prezzo di L. 18. Schiaraldie di Scorcialupo da Monticchiello,col consenso do Albonetto suo marito, vende al suddetto che acqui-sta per conto di Ildibrandino Parabuoi, un’altra ottava parte dellostesso podere, per il prezzo di L. 20 La zona di Montertine viene in-teressata da altre compravendite che riguardano zone certamente vi-cine a quella di Pian di Cagio. Nel 1240 si vende un terreno postoin località Afredi e si specifica tra l’Orcia ed il poggio di Montertine.Nel 1243 Andrea di Benedetto dona a m. Ranieri rettore dello spe-dale di S. Maria di Siena i diritti che aveva nel piano fino alla Treisanel poggio di Montertari. La certezza che abbiamo fino ad ora suMontertine e il suo stato la deduciamo da una testimonianza riguar-dante la vertenza sopra descritta tra il Piccolomini e l’Ospedale dellaScala. Il giudice interroga un anziano di Corsignano riguardo allaposizione e al distretto di Montertine e lui afferma che il monte èpiù sopra (rispetto al fiume Orcia) ed è abitato! Ma la cosa più im-portante su questo castello è che in una testimonianza sempre ri-guardante la suddetta lite, si viene informati da un testimone a fa-vore del Piccolomini che l’antico castello sulla vetta di Montertineera ormai distrutto (Interrogatus quomodo dictus mons habuit perti-nentias dicit quod habuit ab antico quia ibi fuit quoddam castrum!).Per quanto riguarda un altro aspetto interessante della storia dell’a-rea di Montertine dobbiamo riportare un’evidenza che è emersadalla lettura dei documenti. Dal lavoro di Roberata Mucciarelli sulletestimonianze in merito alla questione della lite Piccolomini/Scala, siè evidenziato che i testimoni parlano del possesso sulle terre delPiano di Cagio dell’Ospedale da trent’anni, per vendite e donazioni.In effetti alcuni documenti contenuti nell’Inventario del Diploma-tico mostrano tra gli anni 1240-43 la cessione e la vendita di terre inquella parte di piano che va dall’Orcia a Montertine a Ranieri rettoredel Santa Maria della Scala in quegli anni. Le testimonianze ricor-dano addirittura il nome di una donna che cede le sue terre: Dialta.In effetti un documento 20 Gennaio 1242, ricorda una Dialta del fuGualcherino che col consenso di Bernardino suo marito, vende a m.Ranieri di Zaccone, che acquista per conto di Ildibrandino Para-buoi, un’ottava parte del podere in Monticchiello in l. d. Piandica-gio o Montertine, per il prezzo di L. 18. Sappiamo dalle testimo-nianze che Dialta si fece oblate e cedette tutte le sue terre. Non èdetto che il documento del 1242 non sia una delle cessioni che ellafece ancora prima di divenire oblata.Descrizione unità topografica - Fino ad alcuni anni fa si vedevanoancora sulla vetta del Poggio di Montertine tracce di mura, oggiscomparse, che stavano a testimoniare l’ubicazione del castello.Oggi non si vede più niente, probabilmente a causa dell’impiantodi un oliveto proprio sulla sommità.Attestazioni documentarie –

RS, n. 581, novembre 1220, “Fridericus II imp. concedit Ilde-brandino Rubani et Enghelberto Ugonis Piculhominis civibusSen. Montem Hertari in valle Urcie in feudum.”.

D, 28 novembre, 1241 Ildebrandino del fu Andrea da Montic-chiello vende a Ildebrandino Parabuoi da Siena, la metà di unpodere nel castello di Monticchiello, in l. d. Caggio, ai piedi diMontertari, per il prezzo di L. 80 (...).

D, 21 gennaio, 1243 Andrea di Benedetto dona a m. Ranierirettore dello spedale di S. Maria di Siena i diritti che aveva nelpiano fino alla Treisa nel poggio di Montertari

D, 17 dicembre 1240, Visconte di Martino e Ranieri di donnaSorella da Monticchiello e Ranieri di m. Ranuccio da Sofena ven-dono a Ranieri d’Anselmo, che compra per Cacciaconte rettoredello spedale di S. Maria di Siena, un pezzo di terra in Montic-

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chiello in l. d. Afredi tra l’Orcia ed il poggio di Montertine, per ilprezzo di L. 28. - Nella chiesa di S. Martino di Monticchiello -.D, 20 gennaio, 1242 Dialta del fu Gualcherino, col consenso diBerrardino suo marito, vende a m. Ranieri di Zaccone, che ac-quista per conto di Ildibrandino Parabuoi, un’ottava parte delpodere in Monticchiello in l. d. Piandicagio o Montertine, per ilprezzo di L. 18. Schiaraldie di Scorcialupo da Monticchiello, colconsenso do Albonetto suo marito, vende al suddetto che acqui-sta per conto di Ildibrandino Parabuoi, un’altra ottava partedello stesso podere, per il prezzo di L. 20. - In Monticchiello -.

Definizione – CastelloCronologia – 1220 - 1439Bibliografia - SCHNEIDER, 1908, pp. 263-267; VERDIANI BANDI,1926, p. 15; CAMMAROSANO-PASSERI, 1976, p. 351; Statuto delloSpedale di Siena, Bologna 1877, p. 243 ss.; BANCHI, 1863-1877,vol. 3, p. 249; CORTONESI, 1990, p. 102; RS, n. 581, pp. 259; D,1241 28 Novembre, po. 317-318; 1243 21 Gennaio, p. 335; 124017 Dicembre, p. 311; 1242 20 Gennaio, p. 326.; MUCCIARELLI,2001; PASSERI, 2002, p. 205.Dati telerilevati - Foto verticale/obliquaDescrizione dati telerilevati - Sia le foto oblique sia quelle verticalimostrano l’anomalia della collina rispetto alla zona circostante. Lapresenza degli olivi solo sulla sommità del poggio ne accentuano lavisibilità.Eira, 1976Aima, 1996Aerial survey, 2000Rilievo GPS

(6.1) Monticchiello – Pienza (Q 121 II 1721/4772)Letteratura editaHabitat IV, 544 m slm, sommità collinare, litofacies prevalente-mente arenacee, fosso Lanese a 320 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Monticchiello è situato in posizione dominante sulla Val d’Orcia,su un’altura posta fra il torrente Tressa e il fosso Rigo.Notizie storiche – La prima attestazione storica di Monticchiello ènell’elenco dei castelli e delle corti (purtroppo viene ricordato solocon il toponimo, senza l’indicazione di castello o di corte) cedute nel973 dall’aldobrandesco Lamberto, figlio del marchese Ildebrando aun certo prete Ropprando. Sino al ’200 la storia di questo impor-tante castello, sede della chiesa battesimale di San Leonardo (allaquale fu unita la più antica pieve di Santa Maria dello Spino), ri-mane quasi del tutto ignota. Dalle notizie prodotte si può rilevare,come la Val d’Orcia alla fine dell’XI secolo, fosse divisa fra tre signo-rie. La parte orientale, che si estende da Castiglioncello del Trinoroe dal Monte Cetona a Radicofani, ricca di casali, sotto la dipendenzadella consorteria dei Manenti di Sarteano e dei Visconti che unita-mente ai vicini conti di Marsciano, avevano giurisdizione su Campi-glia, su una porzione di Radicofani e su moltissimi castelli della Valledel Paglia. Sulla parte opposta dominava la vastissima contea Aldo-brandesca, a cui appartenevano Monticchiello e Castiglione d’Orcia,mentre nella vicina Rocca, Bagno Vignoni e parte di San Quiricodominava un ramo dei signori dell’Ardenga, feudatari degli stessi Al-dobrandeschi e che presero più tardi il titolo di conti di Tintinnano.Da ogni parte poi si insinuavano i possessi del monastero di San Sal-vatore al Monte Amiata. Tornando alle vicende storiche di Montic-chiello, si sa che nel 1156 il conte Paltonieri di Fonteguerra ne fecedonazione al papa Adriano IV, il quale lo retrocesse poi al conte in

beneficio. In seguito sembra che il castello fosse ceduto dalla SedeApostolica all’Ordine dei Cavalieri Teutonici, mentre il dominio ef-fettivo veniva esercitato da un’aristocrazia locale di Lambardi. Fra lecarte appartenute a Montepulciano, si conservano molti documentirelativi alle vertenze dovute alla vicinanza del confine con Montepul-ciano. Ne è un esempio il documento del 13 dicembre 1297, redattoa Siena nella residenza del Consiglio dei Nove, eletti dalle parti permettere fine alle liti tra le due comunità, relativamente ai confini in-torno al poggio o castellare di Tolli. Sempre su questa causa fu re-datto un altro documento il 21 ottobre 1308. Sappiamo che giàverso il 1175, Siena esercitava su Monticchiello la sua influenza. Dal1259 la Signoria di Siena aveva decretato di fortificare e munire diuna rocca il castello di Monticchiello; quindi in un Consiglio dellacampana, tenuto nel 1271, fu deliberato di inviare a Monticchielloun giusdicente sotto gli ordini del Podestà di Siena. L’inserimentonel contado senese si era certo compiuto nel 1208, come indica unaclausola dell’accordo di pace stipulato tra senesi e fiorentini e anchela circostanza che a Monticchiello venisse imposto un tributo (assaielevato) per il finanziamento del debito pubblico senese. Nel 1220 ilpopolo del castello (circa 80 capifamiglie), si rivolse al Podestà diSiena perchè venisse risolta una vertenza con i Lambardi; vi furonoanche delle vane proteste dei Cavalieri Teutonici e del papa per l’ac-quisizione di Monticchiello da parte di Siena. Nel 1283 i Ghibellinisenesi fuorusciti avendo preso il castello di Montefollonico, intima-rono la resa anche a quello di Monticchiello i cui abitanti dovetteropromettere di aprire loro le porte se il governo senese entro tre giorninon li avesse soccorsi, il ricatto non fu accettato, ma nonostante que-sto i monticchiellesi non accettarono di “ospitarli”. Un’altra notiziasu questo castello si trova in un documento del 21 aprile 1338, dovesi ricorda che Cola del fu Petruccio di Bernardino da Montepul-ciano, mentre era castellano della rocca di Monticchiello, vendé a uncerto Betto di Martinozzo da Montepulciano per il prezzo di 702fiorini d’oro un podere con altri pezzi di terra posti nel distretto diMonticchiello, nella contrada di Montuolo. Con un altro docu-mento scritto dalla curia di Monticchiello il 21 maggio dello stessoanno, ser Nuccio del fu ser Mino da Monticchiello, cedé al mede-simo Betto di Martinozzo, per il prezzo di 140 fiorini d’oro, tutte leragioni che egli aveva contro Cola del fu Petruccio di Bernardino daMontepulciano, di cui era creditore per 190 fiorini d’oro.La sovranità senese sul castello si consolidò con la guerra del 1229-1235, soprattutto per la comune ostilità contro Montepulciano, nel1233 i consoli di Monticchiello giurarono al podestà di Siena al-leanza, impegnandosi a non far risiedere nel castello “nessuna donnae nessun fanciullo dei nemici, in ispecie le mogli e i figli dei monte-pulcianesi che fuggirono quando quel castello fu espugnato e di-strutto”. Nel corso della guerra Monticchiello fu devastato dagli or-vietani, e i senesi per questo nel 1235 chiesero un risarcimento. Levicende insediative della zona di Monticchiello sono legate al feno-meno del sinecismo, diffuso in tutta la Toscana meridionale, tipicodella seconda fase di incastellamento. La storia del castello di Mon-ticchiello dal XIII secolo è strettamente legata all’abbandono di uncerto numero di centri circostanti, i cui territori andarono a con-fluire nella curia di Monticchiello, che raggiunse alla fine del ’200 le2.000 unità. La maggior parte dei centri abbandonati erano posti sulconfine con Montepulciano: Annano, Conino, Castellare Marzuoli,“Castillione quod est ultra plebem de Conino”. È probabile che l’at-tazione che esercitò Monticchiello si sia indirizzata anche verso altricentri, che un secolo dopo si presentavano come piccoli nuclei de-mici aperti, per esempio: Castelletto e Torricelle. Per tutto il XIII se-colo Siena sarebbe intervenuta nelle vertenze di confine tra l’ormai

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grande castello di Monticchiello e Montepulciano, essendo comeMontefollonico, un caposaldo dell’organizzazione militare senese sulconfine orientale del contado: dal 1250 datano le deliberazioni citta-dine per il rifacimento delle mura e la costruzione del cassero, nel1265 Monticchiello fu designato quale castello di frontiera. Pocodopo, negli anni della crisi del governo ghibellino senese, Montic-chiello e Montefollonico furono occupati dal capo guelfo DonosdeoTolomei e a lui concessi in feudo da Carlo d’Angiò (1268-1271).Tornato sotto l’autorità della Repubblica, Monticchiello ebbe un ca-stellano cittadino al comando del cassero e della sua guarnigione, maalla metà del ’300 il cassero, ampiamente restaurato, fu consegnatodirettamente alla comunità di Monticchiello per la custodia in nomedella Repubblica. Una serie di capitolazioni, frequentemente rinno-vate, determinavano le autonomie di Monticchiello e il Comune sidava una prima legislazione statutaria, oggi smarrita. Dopo aver su-bito nella seconda metà del ’300, come altre comunità della Vald’Orcia e della Maremma, gli assalti delle compagnie di ventura,Monticchiello fu occupato alla fine del secolo, probabilmente per iltradimento di un castellano (pare nel 1397 il castellano che guardavala rocca di Monticchiello per la Repubblica Senese, accettò di conse-gnare il castello ai fiorentini allora in guerra contro Siena, purché glifossero dati 2.000 fiorini d’oro), dai fiorentini e dai montepulcianesiin guerra contro Siena e i Visconti. Monticchiello ritornò poi sottoil dominio senese con la pace di Venezia del 1401. Infatti nello sta-tuto senese del 1406 ci sono i nomi dei castellani che la Repubblicasenese inviava a Monticchiello. Nel 1442 fu emanata un’ampia reda-zione di statuti in volgare. Monticchiello era ora un’importante cen-tro agricolo, con un ceto dominante di medi e agiati possessori localie un’articolata organizzazione demaniale e finanziaria; in posizionesubalterna si sviluppava un artigianato indigeno di lavoratori dell’e-dilizia e di tessitori. Nel 1502 il castello fu espugnato del Valentinoe la guarnigione trucidata. Monticchiello ebbe poi un ruolo moltoimportante nella guerra di Siena. Sarebbe caduto sotto l’assalto delleforze imperiali nel 1553, dopo aver opposto una resistenza tenace.La storia di questo assedio nei particolari, fu che i soldati francesi in-calzati e respinti dalla Val di Chiana si erano ritirati a Monticchiellocon il loro capitano Adriano Baglioni, il luogo era per sua naturaben difendibile, perchè oltre che a trovarsi su un piano rialzato è cir-condato da balze. L’esercito italiano si era fermato a circa 150 passidalle mura di Monticchiello, da dove iniziò l’assedio che si conclusecon la loro vittoria, conquistata non senza difficoltà. I vincitori perònon infierirono sui vinti in onore del valore con il quale avevano re-sistito avendo a disposizione non più di 100 soldati e senza neppureuna bombarda. Soltanto il Baglioni rimané prigioniero. Questa glo-riosa difesa di Monticchiello portò alla coniazione del termine diMonteflagello per indicare Monticchiello. Da allora Monticchiellodové ubbidire alle truppe imperiali, quindi al Governo di Cosimode’ Medici, cui si sottomise per atto pubblico del 16 agosto 1559.Lo statuto di Monticchiello esistente nell’archivio delle Riforma-gioni di Siena, fu redatto nel 1595. Per quanto riguarda l’aspetto economico e la generale crisi del XVsecolo, per Monticchiello mancano segnali di crisi della comunità edella proprietà contadina, anche se sappiamo che conobbe un gravis-simo calo demografico fino alla ritrazione delle mura nel 1436. Allafine del ’400 però Monticchiello è già in ripresa. Monticchiello eSan Quirico d’Orcia emergono tra Quattrocento e Cinquecento,grazie anche a una consapevole politica di pianificazione territorialeda parte di Siena. Diversi e ripetuti interventi popolazionisti, fino al-l’insediamento di una vera e propria colonia forestiera a Montic-chiello nell’ultima decade del XV secolo, sommati a interventi di

fortificazione e conseguente ristrutturazione urbanistica. Per quantoriguarda l’assetto urbanistico e la popolazione dallo studio dell’E-stimo senese del 1318-20, nel castrum di Monticchiello sono stati re-gistrati 2 palazzi di proprietari locali, 345 case di proprietari locali e18 di proprietari cittadini, un casalino di proprietario locale e duecasalini di proprietari cittadini, una pieve e la chiesa di San Martino.Descrizione unità topografica – La cinta delle mura che si attestaverso nord-est, dove il terreno diventa estremamente scosceso, finoalla rocca posta in cima alla collina, è tutta facilmente individuabilee in buona parte più o meno conservata, anche se a tratti ridotta aun modestissimo rudere. I tratti meglio conservati sono a sud-ovest,a sinistra della porta e a nord-est, dove le mura scendono dallarocca; in questo tratto, dalla parte interna, portano alla sommitàuna serie di piccole mensole in pietra. Esse sono intervallate da va-rie torri: tre quadrate, di cui una sbassata, nel tratto orientale tra cuiuna d’angolo e ben cinque sul tratto di ponente, talune più o menosbassate; di esse tre sono rotonde, una delle quali quasi integra, conbase a scarpa sormontata da cordone e sopra a questo, lateralmente,due larghe feritoie orizzontali con architrave in pietra. La porta diaccesso, posta a sud-ovest, è ad arco acuto in pietra e fiancheggiatada due piccole torri, di cui quella a sinistra è mozza. Della rocca, ol-tre a pochi frammenti di muri sparsi qua e là, è rimasta un’alta torrecon base a scarpa e cordone e coronata da apparato a sporgere inpietra su mensole di tre pietre stondate successivamente aggettanti,alquanto rovinato; essa è stata da pochi anni restaurata.Attestazioni documentarie –

CA, n. 203, aprile 973, Galliano, “In nom(ine) s(an)c(t)e indivi-due Trinitatis. Regnante do(m)no n(ost)ro Otto gloriossisimoinperator augustus, anno imperii ei(us) in Italia duodecimo (...).Manifestu su(m) ego La(m)b(er)to, fil(ius) b(one) m(emorie) Il-dibra(n)di q(ui) fuit marchio, q(ui)a p(er) anh cartula vindo ettrado tibi Roprando pr(es)b(iter)o, fil(io) b(one) m(emorie) Be-nedicti, id su(nt): curtis et casis et reb(us) meis illis (...): primacurte Astiano, secu(n)da Caliano cu(m castello et eclesia seuturre (...) quartadecima Mo(n)ticlello (...), seo venu(m) dare vi-deor tibi aliis omnib(us) casis et reb(us) meis mihi p(er)tinen-tib(us) sicut superius legitur ad deiniq(ue) s(upra) s(crip)tos(an)c(t)o monasterio, et p(re)nominatis curtis in singulis deno-minatis locis et calocabulis, simulq(ue) cu(m) p(re)tassatis castel-lis seu turris atq(ue) reb(us) (...)”.CV, n. 32, principio 1176 “ (...) facimus iurare omnes de Scianoet eius burgis hec omnia qui fuerit etatis XIIII annorum usqueLX et de omni lite et offensa quam Seneses, vel eorum adiutoresMontepulcianum et Montechiellum (...)”.RS, n. 407, ottobre 1202 “(...) Dabunt comitibus C milites duo-bus mensibus annuatium, donce guerra inter Senenses et Mon-tepulcianenses duraverit, ad standum in Monticchiello et inMonte de Folonica (...)”.CV, n. 60, 1 ottobre 1202, “(...) Item dabimus predictis (...) adstandum in Montechiello (...)”.CV, n. 82, 5 aprile 1205, “Geczus iurato dicit (...) tenereMontepulcianum pro comitatu Senensi, sicut tenebant Monte-chiellum (...)”.RS, n. 438b, ottobre 1208, “(...) Senenses facient finem Mon-tepulcianensibus; item filii Menentis comitis, filii Caccia-guerre, homines de Montefollonico, de Turrita et de Cilliano;dicti et Montekiell(enses) vel alii de comitatu Senensi non reci-pient Montepulcianenses qui deinces iverint (...) Montepulcia-nenses finem facient Senensibus, adiutoribus predictis et Mon-tikiello (...)”.

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RS, n. 443, dicembre 1208, “Nos XV inventores, unde debitacomunis Sen. solvantur et disbrigentur, ordinamus singulis villiset castellis (viene nominato Montechiellum in nota n. 2) (...)”.D, 7 maggio 1220, vertendo lite tra i Lombardi di Montic-chiello e gli uomini di detto castello, gli uomini predetti rimet-tono la controversia stessa a Oddone potestà di Siena, obbligan-dosi d’osservare la sentenza, sotto pena di l. 100. In Montic-chiello nella chiesa di San Leonardo.CV, n. 264, 21 marzo 1228-27 ottobre 1229, “(...) PietrusGualterocti Pieri Martii iuravit apud Montechiellum (...)”.D, 11 febbraio 1229, Ascarello di Cotone, si dichiara malleva-dore per Bonfigliolo e Ildibrandino pizzicaiuoli, a Orlandino diBerizo, per 26 staia di grano loro consegnata, e in garanzia ob-bliga un pezzo di terra in corte di Monticchiello. In Montic-chiello.RS, n. 824, gennaio 1230, “(...) quod Senenses castrum Mon-tikelli ad eandam domum pertinens suae ditioni subigere gestien-tes ab habitatoribus castri de parendo suis mandatis contra iusti-tiam iuramenta in magistri et domus praeiudicium exigant (...)”.RS, n. 908, ottobre 1232, “(...) Sen. refutent Urbevetanis Clu-sium, Monthiculum, Sartianum, Montepisini (...)”.D, 11 gennaio 1232, Gualduccio di Mangiovergari e Gemminasua moglie vendono a Peruccio e a Ranuccio del fu Rolando Al-farde, generi di Martino da Ruduli, alcune terre e vigne a Mon-ticchiello, per il prezzo di l. 10 e sol. 5. In Monticchiello.D, 18 gennaio 1232, Giovanni di Bonatto, promette a Guiduc-cio e a Ricca sua moglie, di rivendere per il prezzo di l. 50, unavigna comprata dai medesimi, in Monticchiello, in l. d. Solego.In Monticchiello.RS, n. 940, luglio 1233 “Iacobus Philippi et Rainerius Therisiiconsules Montekielli (...) in Montechiello stare aut habitare per-mictant et usque proximum festum s. Marie de aug. expellant.Homines castri Montechielli intendant custodie et munitionieiusdem die noctuque et oves de Radicofani (...)”.D, 31 luglio 1233, Iacomo di Filippo e Ranieri di Terisio, consolidi Monticchiello, giurano di obbedire agli ordini di m. GuglielmoAmati potestà di Siena, cioé di aiutare i cavalieri fuoriusciti diMontepulciano, di non ricevere donne e fanciulli dei nemici nelloro territorio, e altre condizioni nell’atto specificate. Ubertino ret-tore del castello di Torrita fa eguale giuramento. – Nella pieve delcastello di Monticchiello e nella chiesa di Santa Flora in Torrita.D, 26 agosto 1234, Goio del fu Berizzo Iovunculi, vende a Gio-vanni del fu Martino Magetti, la metà di un pezzo di terra “cumuna cista” olive in l. d. Pietraposatoia nel distretto di Montic-chiello, per il prezzo di sol. 9 e den. 6. In Monticchiello.RS, n. 986, febbraio 1235, “(...) et devastaverunt castra de Mon-teghiello (...) plebe de Monteghiello (...)”. D, 17 settembre, 1235, Aviduto notaio e procuratore del Co-mune di Radicofani, cede a Gualterotto di conte, procuratoredel Comune di Siena, tutte la ragioni che il detto Comune avevacontro i Comuni di Siena, Torrita, Monticchiello, contro Pietrod’Orlandino Monachi e contro gli usciti di Montepulciano econtro Bernardino da Cinigiano. In Monticchiello.D, 20 marzo 1237, Fariguola e Gualdrude da Monticchiello,donano a Ildibrandino del fu Maneto, frate dello spedale diSanta Maria di Siena, tre pezzi di terra in Monticchiello. InMonticchiello.D, 28 settembre 1238, Ildibrandino d’Andrea vende a Burnettodel fu Giovanni di Graziano, un pezzo di terra con un fico nel di-stretto di Monticchiello, per il prezzo di sol. 16. In Monticchiello.

D, 9 dicembre 1239, Albenetto di Cotone da Monticchiello,vende a Orlandino di Berizo un casalino in l. d. Spino, per ilprezzo di sol. 5. Nella piazza di Monticchiello.D, 29 aprile 1240, Farignola del fu Trivaglio e Gualdrada diMusca da Monticchiello donano allo spedale di Santa Maria diSiena tutti i loro beni posti in Monticchiello (...) – Nella curiadel Comune di Monticchiello.D, 1240 15 agosto, Toscano prete della chiesa di San Martino diMonticchiello procuratore della chiesa di Santa Mustiola diChiusi, dichiara di avere ricevuto da Andrea di Benedetto, chepaga per lo spedale del ponte dell’Orcia, staia 20 di grano per ilcanone della steccaia del molino dello spedale.D, 17 dicembre 1240, Visconte di Martino e Ranieri di donnaSorella da Monticchiello e Ranieri di m. Ranuccio da Sofena ven-dono a Ranieri d’Anselmo, che compra per Cacciaconte rettoredello spedale di Santa Maria di Siena, un pezzo di terra in Mon-ticchiello in l. d. Afredi tra l’Orcia e il poggio di Montertine, peril prezzo di l. 28. Nella chiesa di San Martino di Monticchiello.D, 1 settembre 1241, Salvuccio del fu Salvi di Ranaldo permutacon Ranuccio di Scarlino due pezzi di terra a Monticchiello in l. d.Fontanella, e riceve altra vigna in l. d. Tritane. In MonticchielloD, 28 novembre 1241, Ildebrandino del fu Andrea da Montic-chiello vende a Ildebrandino Parabuoi da Siena, la metà di unpodere nel castello di Monticchiello, in l. d. Caggio, ai piedi diMontertari, per il prezzo di l. 80 (...).D, 9 dicembre 1241, Benvenuta moglie di Ildebrandino d’An-drea da Monticchiello conferma la vendita fatta da suo marito aIldebrandino Parabuoi di Siena, di un pezzo di terra in luogodetto Caggio, per il prezzo di l. 80. In Monticchiello.D, 16 marzo 1241, Ranieri di Zaccone da Monticchiello, a ti-tolo di locazione, dà a Cacciaconte rettore dello spedale di SantaMaria di Siena, la quarta parte del piano di Caggio per il canonedi 12 staia di grano, per la durata di sei anni (...).D, 13 gennaio 1242, Salvuccio del fu Salvi di Renaldo vende aRanieri del fu Clara, un pezzo di terra in Monticchiello in l. d.Spino, per il prezzo di sol. 33. In Monticchiello.D, 20 gennaio 1242, Dialta del fu Gualcherino, col consenso diBerrardino suo marito, vende a m. Ranieri di Zaccone, che ac-quista per conto di Ildibrandino Parabuoi, un’ottava parte delpodere in Monticchiello in l. d. Piandicagio o Montertine, per ilprezzo di l. 18. Schiaraldie di Scorcialupo da Monticchiello, colconsenso do Albonetto suo marito, vende al suddetto che acqui-sta per conto di Ildibrandino Parabuoi, un’altra ottava partedello stesso podere, per il prezzo di l. 20. In Monticchiello.D, 11 aprile 1243, Aldobrando di Parabuoi dona a Cacciaconterettore dello spedale di Santa Maria di Siena, un podere a Mon-ticchiello in l. d. Piano di Caggio, confinante con i beni dellachiesa di Santa Mustiola, con l’impero, con i figli Piccolomini ecol fiume Orcia.D, 12 gennaio 1245, ...e Rosa sua moglie da Monticchiello, ven-dono a Burnetto del fu Servodeo de Percena, una piazza inMonticchiello con muro, pietre e legnami, per il prezzo di l. 4 esol. 10; In Monticchiello.D, 18 aprile 1249, copie fatte nel gennaio 1293. Atti per ristabi-lire amichevolmente i confini tra Monticchiello e Montepul-ciano. Segue una protesta fatta dal procuratore di Monticchiellonel 1293, quando i montepulcianesi si erano portati a distruggereil palazzo di Neri di Bernardino nel territorio di Monticchiello.D, 4 febbraio 1249, Ranieri e Berradino del fu Panzo Vaccatoree Adelasia loro madre, vendono a Ugolino di Piero di Turciconeun pezzo di terra a Monticchiello (...).

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D, 19 marzo 1249, Peruccio del fu Orlandino, genero del fuMarindrudoli, ridottisi in miseria, restituisce le doti a Berta figliad’Ambrogio e a Solabella mogli, la prima rispettivamente diGiovanni e l’altra di Ranieri suoi figli, cedendo loro alcuni ter-reni in Monticchiello per il valore di l. 100.D, 21 marzo 1249, Peruccio del fu Orlandino, essendosi ridottoin miseria, e volendo restituire a Berta moglie di Giovanni e aSolabella moglie di Ranieri suoi figli, le loro doti per la sommadi l. 100, cede un campo posto in Asio Casati e in Asio Cisolle.D, 8 dicembre 1250, Giovanni di Pepo cede a Marchisiana, mo-glie di Bucco d’Arezzo, i diritti che aveva verso Piero del fu Or-lando di Rustichello e suoi eredi, sopra una casa posta in Mon-ticchiello (...).

Definizione – CastelloCronologia – 973-età contemporaneaBibliografia – REPETTI, III, P. 563; ROCCHI, 1901; RS, nn. 438b.,443n., 824, 940, 986; SCHNEIDER, 1914, p. 103; MANNUCCI,1921, pp. 110-121; VERDIANI BANDI, 1926, pp. 25, 37, 48n., 49,59, 60, 64, 66-68, 72, 90, 107, 115, 158-163, 169-171; DAVID-SOHN, 1896-1927, p. 104; CV, n. 32; CANTAGALLI, 1962, p. 92;CDA, nn. 25, 54, 141; NERI, 1975; REDON, 1975, pp, 114n,120n; AnnInst, 1882, p. 146; BIANCHI BANDINELLI, 1925, pp. 400,434; BIANCHI BANDINELLI, 1926, II SO n. 1; GRIFONI CREMONESI,1971, p. 272 s.; PAOLUCCI, 1988, p. 65; ASAT p. 339; CAMMARO-SANO-PASSERI, 1976 p. 351; CORTONESI, 1990, p; 3, 41, 43, 45,49, 52-53, 87-88, 96, 102-105, 130-136, 142-144, 151, 195, 299,366-377, 395, 409, 453, 461, 472, 479, 489; ASS, Concistoro2132, c. 40, s.d.; ASS, Concistoro 2134, c. 30, a. 1473, c. 35, 27giugno e 11 luglio 1401; Concistoro 2128, c. 57, 1433; Concistoro2132, c. 40, senza data ma probabilmente 1462; Concistoro 2134, c.57, 1474; CAMMAROSANO-PASSERI, 1984; CIAMPOLI, 1979, vediStatuti di Siena 38. Consiglio generale 209, cc. 166v-170r. Consi-glio generale, 218, cc. 242v-243r, 1436 e Consiglio generale, 233, c.48rv, 1469. Consiglio generale, c. 48rv. Consiglio generale, 236, cc.6r e 36r, 1474. Concistoro 2117, c. 157r, 1475. Balìa 36, cc. 23r e49rv, 1488; GINATEMPO, 1988, pp. 367 nota 51, 410-14, 514 nota18 e Appendice 3; NERI, 1986; ASS, Ms. D. 83 (Relazione Gherar-dini), c. 667; CIL, XI, 2428-2473; CIE, 1129; BIANCHI BANDI-NELLI, 1927, p. 19, n. 1; MURATORI, 1773-89, t. 3, p. 722; AMMI-RATO, Istorie Fiorentine, vol. 8; vol. 4 p. 54; PISTOI, 1997, pp. 31-32; CA n. 115, pp. 244-245; n. 132, pp. 279-280-281; n. 141, pp.297-298-299; CA n. 184, pp. 387-388-389; RS, n. 240, pp. 90-91;n. 407, pp. 164-165; n. 438b, pp. 184-185-186; n. 443, pp. 190-191; n. 824, pp. 365 366, n. 859, 86, p. 381; n. 908, pp. 401-402;n. 940, pp. 416-417; n. 940, p. 417; n. 986, pp. 436-437; CV, n.82; n. 32; n. 60; n. 264; D, marzo 775, p. 8; settembre 909, p. 31;giugno 1022, p. 42; aprile 1027, pp. 42-43; CDL, p. 93 n. 21 ; p.179 n. 29; D, 1197, p. 117; 1213, 6 gennaio, p. 149; 1220, 7 mag-gio, p. 164; 1229, 11 febbraio, p. 216; 1231, 12 giugno, p. 224;1231, 19 giugno, p. 224; 1232, 11 gennaio, p. 240; 1232, 18 gen-naio, p. 240; 1233, 31 luglio, p. 246; 1234, 26 agosto, p. 252;1235, 14 agosto, p. 265; 1235, 17 settembre, p. 267; 1237, 20marzo, p. 291; 1238, 28 settembre, p. 294; 1239, 9 dicembre, p.302; 1240, 29 aprile, p. 306; 1240, 17 dicembre, p. 311; 1241, 1settembre, p. 315; 1241, 28 novembre, pp. 317-318; 1241, 9 di-cembre, p. 318; 1241, 16 marzo, p. 320; 1242, 13 gennaio, p. 326;1242, 20 gennaio, p. 326; 1243, 11 aprile, p. 329; 1245, 12 gen-naio, p. 361; 1249, 18 aprile, p. 407; 1249, 4 febbraio, p. 419;1249, 19 marzo, p. 421; 1249, 21 marzo, p. 421; 1250, 8 dicem-bre, p. 435; 1240, 15 agosto, p. 308; PASSERI-NERI, 1994, p. 24.

Dati telerilevati – Foto verticale-obliquaDescrizione dati telerilevati – Sia le foto oblique sia quelle verticalimostrano l’accentramento del castello e il perimetro delle mura.Volo Rossi, 1976Aima, 1996Aerial survey, 2000Aerial survey, 2002.

Fig. 6. Foto aerea obliqua di Monticchiello.

(6.2) Monticchiello – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Nel 1878 nell’orto della fattoriadel conte Borghesi di Siena, a ovest del paese, presso il confine conil comune di Chianciano, è stata trovata una tomba a camera conurnette cinerarie, fuseruole in selce e fittili, varie urne con iscrizioni:

– arnt ve (...) (urna fittile) Ve = gentilizio con attestazioni mag-giormente concentrate a Chiusi e Perugia.– vel.(...)v(...) (urna fittile, le lettere sono dipinte) Vel = gentiliziocon attestazioni maggiormente concentrate a Chiusi, ma moltonumerose anche a Tarquinia, Vulci, Ager Senensis.– tana:trepania (urna fittile) T(repania = gentilizio provenienteda Chiusi.– mi.selenia (urna fittile).

Interpretazione – Si tratta di una tomba con diverse urne iscritteche permettono di individuare due gentilizi: trebonia e selenia, dichiara origine latina. Questo indica che il periodo deve essere abba-stanza tardo (tardo ellenismo), quando il contatto con i romani hagià imposto la sua influenza, ma a parte questa osservazione nonsono dati elementi per una cronologia precisa.Definizione – NecropoliCronologia – EllenismoBibliografia – BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 19, n. 1; ASAT p.339; PISTOI, 1997, pp. 31-32; ET CL 1084-1086; CIL 2428; CIE1126-1129.

(6.3) Monticchiello – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Nei pressi del bivio per Chian-ciano – Montepulciano, in seguito a lavori di edificazione di due

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villette è stata incontrata e in seguito distrutta una tomba. Del cor-redo è rimasta un’urna frammentaria “conservata” in situ.Interpretazione – Tomba di epoca etrusca, non è possibile fornireuna cronologia più puntuale.Definizione – TombaCronologia – Generica età etruscaBibliografia – PISTOI, 1997, pp. 31-32.

(6.4) Monticchiello – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Intorno alla zona di Monticchiellooltre a diversi frammenti di materiale sporadico di epoca genericaromana, è stato rinvenuto un cippo di travertino iscritto:

D.M.L. TREBONIO

DONATO

L. TREBONUS

SPINTHER

FRATRI

Definizione – CippoCronologia – Generica età romanaBibliografia – PISTOI, 1997, pp. 31-32; CIL 2473.

(6.5) Pieve di San Leonardo e Cristoforo (Monticchiello) –PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Notizie storiche – Secondo Maroni, tra il secolo X e il secolo XIII,nei territori frazionati delle antiche pievi sorsero altre nuove pievi,che appaiono nelle Rationes Decimarum del 1302. Tra queste pievic’è anche quella di San Leonardo di Monticchiello. Agli inizi del se-colo XIII, già esisteva una chiesa di San Leonardo. In essa nel 1220,il podestà di Siena, Oddone, fa da arbitro in una controversia tra gliabitanti del paese e i “Lombardi”. Probabilmente questa primachiesa apparteneva a qualche ordine religioso (forse dei CavalieriTeutonici). La nuova chiesa di San Leonardo fu costruita soltantodopo il 1256 e terminata verso la fine del secolo: la campana mag-giore reca la data “Anno Domini 1292 ”. La chiesa di San Leonardo(solo dopo fu aggiunto Cristoforo, patrono del comune) fu costruitacon l’appoggio dei senesi. Al momento del passaggio alla Diocesi diPienza il territorio della pieve coincide con quello del Comune,comprendente le attuali parrocchie di Monticchiello, Castelluccio eSpedaletto. La parrocchia fu smembrata nel 1783 per erigere la pievedi Castelluccio, comprendente una parte di Monticchiello e la Co-munità di Chiarentana, ammessa al comune di Chianciano. Descrizione unità topografica – La chiesa dedicata inizialmente aSan Leonardo di Limoges, sorge sulla parte più elevata dell’abitato.Ha una pianta a croce commissa, con l’abside rivolta a Levante. Al-l’esterno l’edificio, presenta alte pareti, costruite con blocchi squa-drati di arenaria locale. Sui lati della navata si aprono sei finestre al-lungate ad arco tondo e doppio sguancio, delle quali solo due sonoaperte. Il portale ha lo sguancio decorato da pilastri con lo spigolosgusciato, alternati con esili colonnette salenti con basi attiche confoglie angolari. In alto, separato da una cornice orizzontale decoratadi un doppio ordine di fogliette, si apre il rosone suddiviso da co-lonnine, sulle quali s’impostano archetti acuti trilobati. L’internodella chiesa è stato rinnovato nel Settecento, sconvolgendo comple-

tamente la distribuzione interna precedente. Nel 1933, un restauroha riportato in luce alcuni elementi originari della chiesa: furonodemoliti i cinque altari barocchi e ripristinati tre altari in pietra are-naria. Furono martellati gli intonaci e vennero alla luce affreschi an-cora integri; furono riaperte cinque finestre, ripristinate le sacrestie.Definizione – PieveCronologia – Basso MedioevoBibliografia – MARONI, 1990, p. 227; NERI, 1986, pp. 67-68, 103-111.

(7.1) Palazzo di Polo – Pienza (Q 121 II 1722/4767)Letteratura editaHabitat II, 335 m slm, versante collinare, argille, torrente Rigo a 80m, coltura stabile, bosco.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito si trova poco a nord della S.P. n. 53, siraggiunge imboccando una stretta strada sterrata posta poco dopo ilpodere Checche, percorrendo la S.P. in direzione ovest. Il sito è po-sto lungo un versante collinare. Notizie storiche – Il toponimo è ricordato tra quelli toccati dal pas-saggio della strada romana che collegava la Cassia con Siena. NelCatasto Leopoldino del 1825 nell’area di Palazzo di Polo è indicatauna struttura dalle forme regolari, mentre nella cartografia IGM lalocalità è indicata anche con il termine: Ruderi.Descrizione unità topografica – In un boschetto isolato in uncampo, quasi totalmente nascosti dalla folta vegetazione, si ve-dono modesti ruderi insieme a molti resti di muri crollati presu-mibilmente medievali. Dalla sezione L del Catasto Lepoldinodella Comunità di Pienza si vede una struttura dalla forma rego-lare, a due ali giustapposte aperte su una corte, oggi di questoedificio ancora in piedi nel 1830 non si vede più nulla.Interpretazione – I dati a nostra disposizione sono troppo pochiper poter tentare un’interpretazione.Definizione – FortificazioneCronologia – Generico MedioevoBibliografia – MARONI, 1990, p. 55; CAMMAROSANO-PASSERI,1976, p. 351.Dati telerilevati – Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati – La foto aerea verticale mostra l’ef-fetto anomalo che producono le due radure lungo il versante com-pletamente a seminativo sul quale si trovano.Eira, 1976Aima, 1996.

(8.1) Palazzo Massaini – Pienza (Q 121 III 1719/4775)Letteratura editaHabitat III, 471 m slm, pianoro, sabbia con intercalazioni di argillee ciottoli, torrente Tuoma a 780 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Palazzo Massaini si trova su una sommità collinare che domina sul-l’ampia vallata posta a ovest e che degrada dolcemente fino all’Orcia,intervallata solo dal pianoro di Pienza. Si trova sul dorso dei poggiche separano la Val di Chiana da quelle dell’Asso e dell’Orcia, soprale sorgenti del torrente Tuoma, lungo la strada principale che da SanQuirico porta a Montepulciano. Attualmente Palazzo Massaini pre-senta delle forme rinascimentali e un ampio giardino all’italiana cheoccupa tutta la parte nord-ovest del pianoro sul quale sorge.Notizie storiche – Il nome di Palazzo Massaini deriva dalla famiglia

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patrizia senese che lo possedeva nel XVI secolo. Il palazzo sorse sulluogo dell’antico castello di Bibbiano Cacciaconti. Era un dominiodei conti della Scialenga e venne sottomesso nel 1213 ai senesi conun giuramento dei ventisei capifamiglia che allora vi risiedevano.Nei pressi si trovava la chiesa battesimale di San Donato di Citi-liano, Bibbianello, menzionata già nella disputa senese aretina neldocumento del 715, poi compresa nei registri delle decime papalidel 1278-79 e del 1302-03. Bibbiano Cacciaconti appare nell’e-lenco delle delibere del Consiglio generale del comune di Siena, di-scussa nel dicembre del 1271, in merito alle terre del contado in cuiSiena non invia rettori. Bibbiano risulta nell’elenco che segue unordine per grandi proprietà, tra i castra della ScialengaOltre a queste poche notizie non sappiamo altro sulle prime fasi delcastello di Bibbiano, mentre più luce si fa con il passare dei secoli.Sappiamo che un luogo chiamato Palazzo nei dintorni di Montisi èrammentato in una carta di procura dell’8 novembre 1373, apparte-nuta alla badia di Sant’Eugenio, ora nell’Archivio Diplomatico fio-rentino. Comunque è certo che all’epoca del motuproprio del 2 giu-gno 1771, relativo all’organizzazione delle comunità della Provinciasuperiore di Siena, il Palazzo Massaini era uno dei cinque comunellidella Comunità di Pienza. Dallo spoglio dell’Estimo della Repub-blica senese degli anni 1318-20 sappiamo che a Bibbiano Caccia-conti, presso il castrum, esistevano un palazzo di proprietario citta-dino, 12 case di proprietari locali e cinque di proprietari cittadini, trecasalini di proprietari locali e sei casalini di proprietari cittadini.Descrizione unità topografica – Torrione in pietra con base spor-gente, con finestre ad arco ribassato, che sembrerebbero origina-rie, come il coronamento ad archetti di mattoni su mensole a pi-ramide rovesciata e sormontato da una fitta serie di finestre adarco ribassato. Nel ’500 è stato trasformato in villa, aggiungen-dovi un’ala a est, con un portico, ora richiuso, e un’elegante log-getta nel cortile e semplici cornici ai portali. Verso sud-ovest è unaltro grosso fabbricato cinquecentesco con base leggermente scar-pata e sormontata da cordone sul lato a valle.Attestazioni documentarie –

CV, n. 143, 10 dicembre 1213, “Sacramenta (...) hec sunt:nomi tra i quali Bibbiano(...)”.

D, 1213 ottobre, Formula del giuramento prestato dagli uominidelle terre e castelli di Rinaldo di Ildobrandino e di Guido Cac-ciaconti, cioé degli uomini di Rapolano, del Poggio Santa Ceci-lia, di San Gimignano presso Mantalceto, di Fabbrica, di Bib-biano, di Montisi, di Castelmuzio e di Monterifredi.

ADP, n. 44 (Visita Pastorale 1592), 1V, “Ultimo loco accessit atCappellam Sancti Gismundi in villa vulgariter nuncupata il Pa-lazzo Massaini (...)”.

Definizione – CastelloCronologia – 1213-età contemporaneaBibliografia – REPETTI, I, p. 309; IV, p. 34; CV, n. 143; RDT, I,n. 1901; II, n. 1773; REDON, 1975, p. 127; BIANCHI BANDINELLI,1925, p. 434; BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 22 n. 8; ASAT p.337; CAMMAROSANO-PASSERI, 1976, p. 351; CIE, 1096-1097; PI-STOI, 1997, p. 46; CV, n. 143; ADP, n. 44 (Visita Pastorale 1592.Dati telerilevati – Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati – La foto aerea verticale mostra piùchiaramente l’andamento di quello che deve essere stato il perime-tro della fortificazione, oggi occupata solo in parte dal torrione indirezione sud, mentre a nord l’area è destinata a giardino.Eira, 1976Aima, 1996.

FIg. 7. Immagine della struttura di Palazzo Massaini vista da sud.

(8.2) Palazzo Massaini – PienzaAffidabilità – BuonaCategoria – SitoDescrizione unità topografica – Nel 1852 venne scoperta unatomba con urne in pietra fetida di forma parallelepipeda. Una delleurne presenta sul coperchio un’iscrizione, redatta in due parti, sulmargine anteriore del lato sinistro e nella parte opposta del tetto, l’i-scrizione è la seguente:– velia:s’(...)ui:velxural:tetals’ / (...)uiUn’altra urna presenta la seguente iscrizione, redatta su tre righi:-lar(...)arnti(...)s’a(...).Interpretazione – I dati a nostra disposizione permettono solo diconfermare l’esistenza di una tomba, senza una collocazione crono-logica precisa.Definizione – TombaCronologia – Generica età etruscaBibliografia – BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 22 n. 8; ASATp. 337; PISTOI, 1997, p. 46; ET AS 1388-89.

8.3) Chiesa di San Regolo (Palazzo Massaini) – PienzaLetteratura editaAffidabilità – BuonaCategoria – MonumentoNotizie storiche – La parrocchia di San Regolo è ricordata come lachiesa del Palazzo Massaini. In un documento del XVI secolo (Vi-sita Pastorale) è però ricordata la cappella di San Gismondo. Descrizione unità topografica – La piccola cappella si trova all’in-gresso del viale che porta al palazzo. Ha una struttura con tetto acapanna e unica navata.Attestazioni documentarie – ADP, n. 44 (Visita Pastorale 1592), 1V, “Ultimo loco accessit atCappellam Sancti Gismundi in villa vulgariter nuncupata il PalazzoMassaini (...)”.Definizione – ChiesaCronologia – Basso MedioevoBibliografia – REPETTI, I, IV, p. 34; SANTI, 1999, pp. 101-102.

(9.1) Palazzone o Palazzo di Tuoma o Torre di Pierozzo - Pienza(Q 121 III 1716/4776)Letteratura editaHabitat II, 344 m slm, Pianura, Sabbia con intercalazioni di argillee ciottoli, Torrente Tuoma a 43 mt, Area Edificata, Edificato.

Affidabilità - BuonaCategoria - Monumento

Descrizione sito - Il sito si trova lungo la strada che da Pienza porta

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a S. Anna in Camprena, appena svoltato per la piccola strada checonduce all’azienda agricola Bagnolo, in posizione pianeggiantelungo il corso del torrente Tuoma. Sulle vicende storiche di questastruttura fortificata sappiamo poco. Notizie storiche – La prima notizia riguardante il luogo dicto Val diTuoma è del 1318 quando si dice che il palazzo con la terra la casa eil mulino appartengono ad Agnolo Bindi. Un passaggio di proprietàè avvenuto visto che nel 1435 appartiene a Pierozzo e Tommasso diIacomo di m. Piero Piccolomini che denunciano il fatto che tutte lecase del palazzo sono state bruciate dai fiorentini. L’ultima notiziatra quelle raccolte dall’ultimo lavoro del Passeri è del 1554 quando aPetroio si rifiutano di difendere la Torre di Pierozzo.Descrizione unità topografica - Alto torrione rettangolare in filarettocon coronamento ad archetti di mattoni su mensole a piramide rove-sciata, sopra un cordone di pietra. Nel lato a monte una porta in pie-tra ad arco tondo ed al primo piano traccia di ampia finestra analoga.Sopra la porta alla sommità, in sostituzione di un archetto del coro-namento, un piombatoio in mattoni su belle mensole sagomate inpietra. Verso nord-ovest è addossato perpendicolarmente al torrioneun lungo fabbricato in due piani, coevo ma molto rimaneggiato.Interpretazione – Il Palazzone fa parte di quelle numerose fortifica-zioni presenti sul territorio di Pienza delle quali non abbiamo molticenni storici.Definizione - TorrioneCronologia – Basso MedioevoBibliografia – CAMMAROSANO-PASSERI, 1976, p. 351; PASSERI,2002, p. 224.

(10.1) Pievina – Pienza (Q 121 II 1725/4769)Letteratura editaHabitat IV, 618 m slm, versante collinare, sabbia con intercalazionidi argille e ciottoli, torrente Miglia a 140 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito si trova vicino al podere Palazzone, neipressi del bivio per Chianciano, quasi all’incrocio per Pianoia. Inquest’area si trova un podere che appunto nella cartografia è nomi-nato Pievina, costruito interamente in piccole pietre sbozzate, ma lastruttura non rivela nulla di un eventuale passato come luogo diculto. È stata ipotizzata l’identificazione dell’attuale Pievina con ilsito della pieve di Conino. Il riferimento alla pieve di Conino e lenotizie relative si trovano alla scheda: cfr. 64/Q 121 II/Pie.Descrizione unità topografica – Sulla vetta della collina e partico-larmente sull’orlo sono indubbie tracce di grossi muri crollati, que-sta è la notizia relativa a questo sito riportata dal catalogo delle forti-ficazioni di Cammarosano-Passeri. Una notizia fornita da Paoluccisulle ricerche condotte nel 1894 da Leone Mieli nei dintorni delCastelluccio e Casa al Vento, riporta che egli scoprì presso la Pie-vina una piccola necropoli con tombe alla cappuccina e venne ritro-vata anche un’urnetta fittile recante sulla cassa la raffigurazione delcongedo funebre presso la porta dell’Ade.Interpretazione – Per quanto riguarda la possibile identificazionedella Pievina con la pieve di Conino, non so quanto siano effetti-vamente relazionabili i resti di murature testimoniati da Camma-rosano-Passeri con la pieve. Comunque per quanto riguarda le no-tizie relative alla pieve: cfr. 64/1/121II/Pie. I resti di murature po-trebbero essere più facilmente messe in relazione con il sitodocumentato dalle fonti d’archivio del “Castillione quod est ultraplebem de Conino”, cfr.128/1/121II/Pie. In genere i dati a dispo-sizione sono troppo esigui per poter avanzare delle interpretazioniprecise. Di certo sappiamo che il sito in epoca romana è stato uti-lizzato come necropoli.Definizione – Fortificazione-necropoliCronologia – Generica età romanaBibliografia – CAMMAROSANO-PASSERI, 1976, p. 352; PAOLUCCI,2001, p. 45.

(11.1) Poggio Castellaccia – Pienza (Q 121 III 1715/4777)Letteratura editaHabitat III, 462 m slm, sommità collinare, rocce carbonatiche mas-sicce e/o stratificate, torrente Tuoma a 522 m, vegetazione perma-nente, bosco.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito si trova su un’altura completamente co-perta da bosco. La collina è posta lungo la strada che porta aSant’Anna in Camprena, all’altezza dell’incrocio per Cosona. Lamorfologia è quella di una collina con la sommità appuntita, la col-lina sale da 415 m alla base a 462 m sulla sommità. Alla base dellacollina in direzione sud si trova una vecchia cava di rena che carat-terizza ancora la morfologia del versante rendendo la parte sud piùdolce, grazie ai terrazzi della cava ormai in parte ricoperti dalla vege-tazione. I resti delle murature si trovano sulla vetta del poggio. Nonabbiamo ulteriori notizie sulle fasi di frequentazione dell’altura edella fortificazione.Grazie alla ricognizione effettuate nel 2001 abbiamo potuto racco-gliere alcuni indicatori sul periodo di frequentazione dell’area.Descrizione unità topografica – Il repertorio dei castelli di Cam-marosano-Passeri assegna a questo sito la presenza di resti evi-denti di una grossa muraglia crollata, che circonda più o menotutta la collina, che stanno a testimoniare l’esistenza di un anticocastello. Purtroppo non si può dire niente sulle fasi di frequenta-zione del sito. In base alle notizie che avevamo sul sito preceden-

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Fig. 8. Immagine del torrione del complesso di Palazzone.

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temente alla nostra visita, sapevamo che quello che stavamo cer-cando si trovava sulla sommità della collina. Le notizie che ave-vamo a disposizione parlavano di fortificazioni di cronologiacontrastante alcuni dicevano etrusche altri medievali. La nostravisita è iniziata partendo dalla base del versante sud-est, dove siapre una vasta radura. Abbiamo imboccato il sentiero che si aprein direzione nord nella parte bassa del versante. Poco dopo averpercorso il sentiero verso nord, tenendosi alla base del versantecollinare, abbiamo lasciato il sentiero battuto per infilarci nellamacchia più fitta di sottobosco in un sentiero appena accennato.Dopo una parte che ha iniziato a salire sempre più ripidamentesiamo giunti ai primi crolli di pietre ancora molto scomposti. Icrolli hanno accompagnato la salita fino a dove la sommità siapre in uno spiazzo abbastanza agevole e più libero dagli alberi,da dove si ha una bellissima vista sulla parte sud-est del paese diPienza e della piana tra il poggio e Pienza. Da questo punto doveabbiamo iniziato a salire ancora verso il punto di massima altezzain direzione nord. I crolli di pietre di piccole e medie dimensionierano dappertutto fino a confondersi con la pietra naturale affio-rante in vari punti sotto la vegetazione. Nella parte più elevata lasommità acquisisce la morfologia di un pianoro. Il pianoro piùlibero dalla vegetazione appare circondato da fortificazioni cheemergono appena dalla terra, ma che si riconoscono per il rilievoche danno alla superficie. La forma della fortificazione sembra es-sere vagamente circolare, e delimitare tutta la sommità. Il mate-riale affiorante tra le pietre è scarsissimo. Sono emersi appoggiatitra i crolli di pietre pochi frammenti di laterizi con chamotte (te-gole). Questi frammenti fissano la cronologia al periodo almenoetrusco-romano. Ma è da puntualizzare che il sopralluogo è statomolto veloce e non approfondito per cui una ulteriore visita po-trebbe far emergere i segni della frequentazione medievale che èmolto probabile sia presente sul poggio data la posizione e il do-minio su tutti i lati della collina sia verso Pienza che nelle altredirezioni.Interpretazione – I dati a nostra disposizione sono troppo limi-tati per poter dare un’interpretazione certa. Solo grazie alla rico-gnizione effettuata sulla sommità del poggio nel corso della cam-pagna 2001 siamo riusciti ad aggiungere alcuni dati su questosito. Per adesso il materiale raccolto e la tipologia dei crolli dipietre sulla sommità della collina fanno pendere l’interpretazioneverso una fortificazione ellenistica e comunque di periodo etru-sco-romano, per il momento non sono stati raccolti frammentiinerenti alla fase medievale che comunque è probabile sia statapresente. Questo primo sopralluogo sul sito già conosciuto siadal materiale edito sia dalla voce di Dondoli che in seguito a vec-chi sopralluoghi lo da come castellare etrusco, la letteratura editalo pone in varie maniere, Pistoi lo da come castellare etrusco,mentre il sito appare anche tra i castelli medievali schedati daCammarosano-Passeri.Definizione – FortificazioneCronologia – Generica età etrusco-romanaBibliografia – CAMMAROSANO-PASSERI, 1976, p. 352.Dati telerilevati – Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati – La foto verticale mostra una leggeratraccia vagamente circolare sulla sommità del poggio, caratterizzatoda copertura boscosa totale, che indica il perimetro delle muraturesottostanti.Eira, 1976Aima, 1996

(12.1) Podere La Rocca - Sciano Guidi o Ascianguidi - Pienza(Q 121 II 4775/1720)Letteratura edita

Affidabilità - BuonaCategoria - Sito

Descrizione sito - Sciano Guidi o Ascianguidi coincide con l’attualetoponimo La Rocca nella porzione nord del comune attuale di Pienza.Notizie storiche – Si tratta di una località nell’area di Pienza che eraancora comunello in epoca leopoldina. Sappiamo che nell’opera dipresidio voluta nel 1406 non ci si occupò di Sciano Guidi, e si de-cise di disfare il cassero. Notizie più dettagliate sono state raccoltenell’ultimo lavoro di Passeri e mostrano la prima notizia utile sulcastello nel 1404. Nel 1409 è dato ordine di distruggere dalle fon-damenta fortezza et circuito di Scian Guidi. Successivamente la for-tificazione deve essere stata restaurata e nel 1453 un certo Pietro diPietro Signorini denuncia il possesso di tre case ad Ascianguidi cheda un momento all’altro si aspetta siano bruciate. La difficoltà dellaposizione del castello, così vicina al confine con Montepulciano, sivede in un nuovo documento del 1466 dove si riferisce della fortifi-cazione di alcune case in Ascianguidi, necessaria essendo sui confinicon Montepulciano. Nel 1478 il possesso del castello è passato adAldobrandino di Pietro Signorini de’ Pecci che riferisce della diffi-coltà nel dover guardare il palazzotto essendo sempre in pericolo.Nel 1482 si ha la prima notizia della presa del castello da parte delmontepulcianese Andrea Cinughi con 40 uomini che con alternevicende terrà il controllo su Ascianguidi fino al 1483, quando il ca-stello viene consegnato e lo annuncia P. Bucci. Nel 1491 Niccolòdi Domenico di Placido denuncia di possedere della fortezza a metàcon Giovanni d’Antonio Massaini. Nuovamente nel 1526 Ascian-

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Fig. 9. La torre posta davanti al complesso abitativo del podere La Rocca.

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guidi è preso d’assalto da un gruppo di sbandati. Annunciazionidella prossima caduta si hanno nel 1552 quando da un documentoappare l’ordine di mandare vettovaglie alla rocca di S. Guidi, ve-lando la presenza di necessità basilari. Nel 1554 D. Piccolomini diPienza annuncia la perdita di Rocca Ascianguidi. L’ultimo docu-mento è del 1554 dove si denuncia il crollo e il recupero di Ascian-guidi. Esso fece parte delle 46 località “messe a contado” nel 1438.Un’attestazione documentaria del 1592 ricorda ancora esistente lachiesa di S. Maria della Neve a Rocca San Guidi.Attestazioni documentarie –

ADP, n. 44 (Visita Pastorale 1592) 1R E’ citata la chiesa di S. Ma-ria della Neve a Rocca San Guidi “Mox visitavit ecclesiam divaeMariae ad Nives in villa vulgariter detta La Rocca San Guidi (...)”.

Definizione - CastelloCronologia - Basso MedioevoBibliografia - Nuovi regolamenti cit. (nt. 13) p. 156; VERDIANI

BANDI, pp. 150-153; CAMMAROSANO, 1984, p. 169; ISAACS, 1983;Statuti di Siena 38, c. 77r, 1409; ADP, n. 44 (Visita Pastorale1592), PASSERI, 2002, p. 14.Descrizione dati telerilevati - La foto verticale mostra chiara-mente il tracciato del percorso murario, delineato maggiormenteda vegetazione stabile che ne demarca il contorno. La forma al-lungata in direzione nord-sud è enfatizzata al centro dalla pre-senza del torrione ancora in piedi. La foto obliqua mostra le stesseindicazioni sulla forma del castello.Eira, 1976Aima, 1996Aerial survey, 2002.

(13.1) Sant’Anna in Camprena - Pienza (Q 121 III 1715/4778)Letteratura editaHabitat II, 418 m slm, Terrazzo, Rocce carbonatiche massiccie e/ostratificate, Torrente Trove a 414 mt, Area Edificata, Edificato.

Affidabilità - BuonaCategoria - Monumento

Descrizione sito - Il monastero di S.Anna si trova a nord del Pog-gio Castellaccia, quasi sul confine con il comune di Trequanda. Ilsito si trova su una costa ampia che si forma sul versante nord delgrande rilievo del Poggio Castellaccia. Intorno alla costruzione lavegetazione dominate è rappresentata da bosco e da oliveti.Notizie storiche – Il monastero fu una fondazione olivetana, pro-mossa tra il 1324 e il 1334 da una certa Ugaccia, moglie del patriziosenese Ramezio Ragnoni, e arricchita di importanti strutture architet-toniche e di opere d’arte nei secoli XV e XVI. Altre versioni della sto-ria della sua fondazione la vogliono fondata dal beato Bernardo Tolo-mei, poi donata nel XIV secolo agli Olivetani, oppure fondata daBernardo Tolomei per la sua congregazione olivetana e dotata di benidalle nobili famiglie senesi Martinozzi e Ragnoni. Varie notizie sulmonastero sono state raccolte nell’ultimo lavoro di Passeri riferite intutti i casi a vicende militari della prima metà del XVI secolo. Una diesse rivela il compito di difesa richiesto ai monaci che nel 1554 de-vono difendere la torre del Pierozzo (Palazzone di Tuoma).Descrizione unità topografica - Dell’eremo fortificato trecentesco,interamente riedificato nel secolo XVI, restano soltanto pochi avanzisul lato dell’ingresso, cioè la porta principale ad arco ed una porticinavicina in arenaria tufacea, affioranti negli strappi dell’intonaco, ed unmodesto apparato a sporgere con piombatoi e feritoie, posto sopra laporta d’ingresso. La chiesa e il monastero vengono riedificati total-mente entro il 1517, secondo i dettami pacati dello stile di inizio XVIsecolo che penetra in Val d’Orcia a partire proprio da questo monu-

mento. Viene aggiunto alla struttura l’elegante protiro peruzzesco aslanciati pilastri e il chostro coevo, ma soprattutto dal ciclo di affre-schi eseguiti per il refettorio da Giovanni Antonio Bazzi detto il So-doma, con Episodi della vita di Gesù, caratterizzato da ornati grotte-schi aggiornati sul gusto di Roma antiquaria di Alessandro VI.Attestazioni documentarie -

ADP, n. 45, pp. 249-250, (Visita Bossio 1576): “(...) campanilemfulgurei devastatum infra annum accomodetur at prisitenam for-mam (...)”. (Riguarda un intervento di restauro sulla chiesa delmonastero)

Definizione - MonasteroCronologia – Basso MedioevoBibliografia - REPETTI, I, pp. 91,180,434; CAPPELLETTI, 1844-1870, XVII, p. 627; LUGANO, 1902, pp. 239-249; ID. 1947, p. 62;NSA., 1915, p. 266 nota 2; BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 22 n.6; SE XXXIII, 1965, p. 425, 467, n. 54; 468; PAOLUCCI, 1988, p.64; MAGGIANI, 1986, p.177 s.e nota 30; ASAT p. 335; CAMMARO-SANO-PASSERI, 1976, p. 352; CORTONESI, 1990, p. 15, 20,483;FATTESCHI, p. 650; GALLI, 1915, p. 266; SE, 1964, p. 169 ss.; PI-STOI, 1997, p. 43; ADP, n. 45, pp. 249-250, (Visita Bossio 1576);D, Marzo 775, p. 8; SANTI, 1999, p. 36; PASSERI, 2002, p. 309.Dati telerilevati - Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati - La foto verticale mostra chiaramentel’insieme del complesso monastico.Eira, 1976Aima, 1996.

(13.2) Sant’Anna in Camprena – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Si ha notizia del rinvenimento nel1910 di un’urna in pietra fetida iscritta, con coperchio a doppiospiovente. L’iscrizione è incisa sulla parte superiore della cassa:– tana:alufia/as’tnis (l’iscrizione è inedita ma il termine alufia, sitrova anche in un’iscrizione proveneinte da Pienza, con attestazionemaggiormente concentrata in A. Senensis).Oltre all’urna erano presenti una brocca a bocca circolare e ansa atripla scanalatura, un orcio e una brocchetta in argilla rossastra.Interpretazione – I dati a disposizione non permettono precisazioniulteriori, oltre a dire che si tratta di una tomba di periodo etruscogenerico.Definizione – TombaCronologia – Generica età etruscaBibliografia – ASAT p. 335; PISTOI, 1997, p. 43; PAOLUCCI, 1988,p. 64; GALLI, 1915, in NSA., p. 266, nota 2; MONACI, 1965, p. 468.

(13.3) Sant’Anna in Camprena – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Si ha notizia del ritrovamento divari materiali di epoca romana, un contrappeso di statera a forma dibustino, con tracce di decorazione a corona vegetale, e un numeroimprecisato di monete di epoca imperiale.Interpretazione – Non possiamo dire nulla oltre a registrare la pre-senza in questo luogo di una frequentazione di epoca imperiale.Definizione – FrequentazioneCronologia – Età imperiale

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Bibliografia – BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 22 n. 6; ASAT p.335; PISTOI, 1997, p. 43.

(13.4) Sant’Anna in Camprena – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Rinvenimento nella zona intornoa Sant’Anna in Camprena di un’anfora vinaria etrusco-romana interra giallognola e brocchetta analoga, provenienti da un ritrova-mento imprecisato. Tutto datato II-I secolo a.C.Interpretazione – Non siamo in grado di dire quasi nulla su questoritrovamento, se non che attesta in questo luogo una frequenta-zione tardo-repubblicana.Definizione – FrequentazioneCronologia – Tarda-repubblica. Bibliografia – BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 22 n. 6.

(13.5) Camprina (Camprena) – PienzaLetteratura editaHabitat II.

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Notizie storiche – Una vigna presso il villaggio di Camprena fu og-getto di un atto di compravendita stipulato tra privati nel 775 econfluito poi nell’archivio dell’abbazia del Monte Amiata. Ma diquesto antico insediamento non si conoscono ulteriori notizie.Attestazioni documentarie –

CA, n. 25, marzo 775: (cartula venditionis) “(...), Iscripsi egoMaurinu notario rogatus et petitus a Maurulu, fili(u)sq(uon)d(am) Auduald(i), v(iri) h(onesti) et vinditores, ab ac dievindedisse et vindedit vobis Radiuro et Radip(er)tu, g(ermanis)emoribus vinea in casale Camprina; et posita est ipsa vinea sup(er)cas(a) chip(er)tulo, et uno latere vinea Miccul(o), et di alia pars vi-nea P(er)tul(o), pede tene in vinea Uualp(er)te, et di alia pars vineade amuri; infra ista disignate loca vobis ex integr(o) vindedimusp(er) mens(ura)tu in tremissi quinque, et insemul absque mensu-ras vobis vindedit urdenis ucto, sic tamen et publica censura”.

D, A.1 del regno di Carlo Magno in Italia, marzo 775, “Mau-rolo del fu Auduald vende a Radiuro e a Raudiperto fratelli, uncasale a Campriana (...)”..

Definizione – CasalisCronologia – 775Bibliografia – REPETTI, I, pp. 91, 180, 434; CAPPELLETTI, 1844-1870, XVII, p. 627; LUGANO, 1902, pp. 239-249; ID. 1947, p. 62;CDA, n. 25; CAMMAROSANO-PASSERI, 1976, p. 352; CORTONESI,1990, p. 15, 20, 483; D, marzo 775, p. 8.

(14.1) Spedaletto – Pienza (Q 121 III 1717/4767)Letteratura editaHabitat I, 281 m slm, pianura, depositi alluvionali, fiume Orcia a300 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Spedaletto si trova in posizione pianeggiante, compreso tra il corsodel fiume Orcia a sud e la S.P. 53 a nord.Notizie storiche – Spedaletto è stato una delle principali grance del-l’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena, ma in precedenza, se-condo alcuni già nell’Alto Medioevo, era uno spedale lungo la Fran-

cigena: l’hospitalis Sancti Nicolai, o del Ponte. L’Ospedale di San Ni-cola si ricorda come una tappa posta lungo uno degli itinerari paral-leli a quello della Francigena magistram, che passava a nord dell’Or-cia, collegando San Quirico a Radicofani. Il tracciato viene indicatoanche da una fonte di XII secolo, il diario di viaggio del re Filippo IIAugusto di ritorno dalla terza crociata nel 1191. Questo percorso al-ternativo secondo alcuni studiosi avrebbe ricalcato il passaggio di unaviabilità di epoca romana. Proprio per la posizione strategica sulla viaFrancigena, nei pressi del ponte sull’Orcia, Spedaletto fu occupato epresidiato dai senesi alla fine del ’300, nel corso delle guerre contro iSalimbeni e gli altri nobili ribelli e contro la lega antiviscontea. Sindal XIII secolo era amministrato dallo Spedale della Scala, che loaveva ricevuto da una donazione tra il 1236 e il 1243, insieme ad al-tre cospicue donazioni nella zona (come quella di Rinaldo Piccolo-mini del 1284) che contribuirono a spingere l’Ospedale alla creazionedella grancia che divenne presto una delle principali lungo la Franci-gena, tanto che nel 1318 si stabilì di inviarvi un responsabile fisso.Alla fine del XIV secolo il comune di Siena impose allo Spedale im-ponenti opere di fortificazione, per la posizione poco sicura in cui sitrovava Spedaletto, così nel 1398 venne ordinato di rialzare di ottobraccia il palatium, di costruire un barbacane intorno al circuito mu-rario di otto braccia, con fossato, corridoi e bertesche, tutto nel girodi sei mesi (non tutti i lavori vennero eseguiti in tempo). Alla metàdel ’400 l’ente senese fece compiere nuovamente lavori di restauro enuove opere di fortificazione, con altre torricelle tonde, per le qualiesiste un’eccezionale convergenza di fonti materiali, storiche ed epi-grafiche. Venne espugnato dall’esercito del duca Cosimo I nel 1552.Da una petizione dello Spedale della Scala sappiamo che Spedalettonel XV secolo non era stato incluso nelle località della “messa a con-tado” senese del 1436 che prevedeva un’opera di tassazione; ma lacommissione di “accontadamento” aveva proseguito i suoi lavori in-cludendovela. Il 27 maggio 1439 lo Spedale osservò che Spedalettoera parte del castello di Montertine, luogo esente etiam dio per privi-legio imperiale e infatti mai tassato da Siena, per cui non si capival’attuale imposizione (21 lire) senza neppure sentire l’Ospedale se-nese. Il luogo era “naturalmente della vostra Comunità”, continuavala petizione, ma con abitanti “veniticci e forestieri” che non avrebberopotuto sopportare quel peso e se ne sarebbero andati con gran dannodell’Ospedale. Ovvia pertanto la richiesta di esonero. La domandavenne accolta, ma nel 1444 Spedaletto figura tassato, anche se con lariduzione della tassa a 20 lire. Per quanto riguarda l’economia dellagrancia, sappiamo che nel XV secolo la produzione maggiore dellaVal d’Orcia era l’allevamento, insieme a produzioni di cereali, vino eolio ma in misura minore. Ancora oggi il titolo dell’antico ospedale èrievocato dalla chiesa di San Niccolò, consacrata nel 1462.Descrizione unità topografica – Grandioso complesso approssima-tivamente quadrato con tre torri angolari e un grosso fabbricato ret-tangolare nel quarto angolo; all’interno è un cortile recinto da fab-bricati su tre lati, mentre il quarto è separato dall’esterno dalle solemura. È a cavallo di queste mura che sorge la costruzione rettango-lare suddetta con due piani sopra una base a scarpa sormontata dacordone; a essa si accede dall’interno del cortile a mezzo di un por-tone ad arco tondo con belle mensole in un’interruzione dellascarpa. Un ampio arco simile dà accesso a nord al cortile attraverso ilmuro di divisione, che è munito sui due lati di forte apparato a spor-gere di archetti di pietra su mensole di tre pietre stondate progressi-vamente aggettanti con numerosi piombatoi. Delle torri angolariquella di nord-ovest è assai più grossa delle altre, ha un’alta base ascarpa coronata da cordone ed è munita alla sommità da apparato asporgere merlato su lunghe mensole e con piombatoi; quella di sud-

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ovest ha solo una bassa base a scarpa e manca del coronamento;quella di sud-est, senza base a scarpa è coronata di archetti in mat-toni poco sporgenti su mensole di due pietre stondate e che reggonomerli in mattoni attualmente riempiti. In un secondo tempo si erainiziato a racchiudere il complesso dentro un’altra cinta muraria, cheperò è stata realizzata solo verso ovest; essa ha base a scarpa, sormon-tata da cordone di archetti lievemente aggettanti con soprastantemerlatura; nell’angolo meridionale, dove piega per raccordarsi con lacostruzione preesistente, è sormontata da una guardiola merlata, po-sta su un apparato a sporgere simile a quello delle mura interne econ piombatoi. Circa a metà sporge una torre che contiene la portadi accesso, analoga alle due interne, sormontata ai lati da due fessureper lo scorrimento delle catene del ponte levatoio e coronata da ap-parato a sporgere poco aggettante e merlato come quello delle muraadiacenti; dalla parte interna la porta si prolunga con un profondoarcone a volta, sormontato da un altro meno profondo e più basso econ un piombatoio al centro della volta. Le mura continuano poiverso nord a filo del lato esterno della torre-porta, con addossata al-l’interno la bella chiesa gotica e si concludono con un’altra torre nel-l’angolo nord-ovest con il solito apparato a sporgere leggermente ag-gettante e merlato, che si ritrova senza merli, anche sul lato nord nel-l’abside della chiesa; da qui al posto delle mura settentrionali, è unaschiera di bassi fabbricati rustici, che formano un secondo cortileaperto davanti al castello. Ovunque alla base, a metà altezza e suimerli di mura e torri e perfino nell’abside e nel fianco della chiesa sitrovano arciere-archibugiere sparse in gran numero.Definizione – FortificazioneCronologia – Secoli centrali del Medioevo-età contemporaneaBibliografia – GABBRIELLI, 1998, pp. 51-124; BEZZINI, 1998,p. 45; REPETTI, V, p. 441; BANCHI, 1863-1877, III, p. 267; VER-DIANI BANDI , 1926, pp. 17, 86, 90, 111, 123, 168, 169; CEC-CHINI, 1959, p. 408; BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 25 n. 19; SEVII, 1933, pp. 341, 347; NSA, 1934, 32 ss.; BPI 1935, 65;GRIFONI CREMONESI, 1971, p. 273; COCCHI GENIK-CECCANTI,1977, 138, 140; PAOLUCCI, 1988, p. 64 s.; ASAT p. 349; CAM-MAROSANO-PASSERI, 1976, p. 352, EPSTEIN, 1986, p. 103-156;Consiglio generale, 218, cc. 242v-243r, 1436 e Consiglio generale,233, c. 48rv, 1469; PISTOI, 1997, pp. 30-31; PAARDEKOOPER,1996; CATALDI-FORMICHI, 1989; PICCINI, 1990, p. 44n; STO-PANI, 1988; BEZZINI, 1996.Dati telerilevati – Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati – La foto verticale mostra chiaramentel’insieme del complesso fortificato, si percepisce come anomalianon tanto per la posizione o la morfologia ma per la struttura stessa.Eira, 1976Aima, 1996.

(14.2) Spedaletto – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Si ha notizia del rinvenimento didue sepolture di epoca neolitica.Interpretazione – Non possiamo dire nulla sul contenuto di questetombe, possiamo solo registrare l loro esistenza e la loro datazionemolto generica.Definizione – NecropoliCronologia – NeoliticoBibliografia – ASAT p. 349.

(14.3) Spedaletto – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Si ha notizia del rinvenimento dialcune tombe romane con materiale datato al I secolo a.C., ora di-sperso. Le sepolture erano con tegole e urnette in calcare cavernosoa cassetta trapezoidale, con coperchio fastigiato di rozza fattura.Interpretazione – Si tratta dei materiali pertinenti a una necropolidi epoca romano repubblicana. Definizione – NecropoliCronologia – Tarda repubblicaBibliografia – BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 25 n. 19; ASAT p. 349;PISTOI, 1997, pp. 30-31.

(14.4) Spedaletto – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Il 15 aprile 1934 l’ispettore onora-rio di Pienza, G. B. Mannucci, avverte del ritrovamento di mate-riali archeologici attribuiti all’Eneolitico (ca. 2500 a.C.), scopertidurante lavori di sbancamento per l’apertura di una strada. Unatomba a cassetta rivestita da cinque lastre di travertino. Lo scheletroche si trova all’interno è in posizione rannicchiata. Il corredo è rap-presentato da un’ascia piatta in rame, con taglio leggermente curvoun po’ corroso, margini ribattuti. Un’ascia in rame, con taglio cur-veggiante e leggermente espanso, margini appena rialzati. Una lamadi pugnale in rame, di forma allungata ed espansa, il tallone è diforma semicircolare e lungo il bordo presenta tre fori per l’immani-catura nel legno. La lama è spezzata all’attaccatura del tallone, ibordi sono un po’ corrosi. Una punta di freccia in selce chiara, diforma triangolare, ritoccata bene ai margini, le alette sono legger-mente sporgenti in basso, il peduncolo è rettangolare.Una punta di freccia in diaspro rosso, rotta in punta e in uno degliangoli alla base.A circa un metro si trova un’altra tomba, questa non presenta il ri-vestimento di lastre. Il corredo è composto da: un’ascia piatta inrame, con taglio curveggiante. Una lama di pugnale foliata in rame,molto corrosa e priva della punta. Un piccolo pendaglio litico dicolore grigio scuro, levigato a forma di ascia piatta, con taglio cur-veggiante e due fori a doppio imbuto alla base, forse per essere ap-peso alle vesti.Definizione – NecropoliCronologia – EneoliticoBibliografia – BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 25 n. 19; PISTOI,1997, pp. 30-31; PAOLUCCI, 1988, pp. 64-65; BECATTI, 1934, p.42 ss.; GRIFONI CREMONESI, 1971, p. 273.

(14.5) Chiesa di San Niccolò (Spedaletto) – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Descrizione unità topografica – La chiesa si trova all’interno dellefortificazioni di Spedaletto, proprio a ridosso della grande porta diaccesso al castello, essa fu consacrata nel 1462. La facciata si pre-senta in pietra, con grande rosone centrale, lunetta e portale risa-lenti al XIV secolo. All’interno la chiesa è a navata unica.Definizione – Chiesa

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Cronologia – Basso MedioevoBibliografia – REPETTI, V, p. 441; SANTI, 1999, p. 102.

(15.1) La Torre – Pienza (Q 121 II 1722/4775)Letteratura editaHabitat IV, 520 m slm, sommità collinare, sabbia con intercalazioni diargille e ciottoli, fosso del Pianaccio a 250 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Descrizione sito – Il sito si trova quasi al confine con il comune diChianciano. Percorrendo la S.S. 146 in direzione di Chianciano,poco dopo il bivio di Poggio Colombi, si incontra una diramazione adestra, il podere La Torre non è immediatamente visibile, dobbiamosalire una ripida salita per scorgere il profilo dell’antica costruzione.Sulle vicende storiche di questa struttura fortificata non sappiamonulla. Fa parte insieme ad altri siti come questo, di fortificazioni chenon trovano corrispondenza documentaria, andando ad allargare unaquestione che soprattutto per il territorio di Pienza è ricorrente.Descrizione unità topografica – Torre di rustica muratura in pietracon base a scarpa e cordone in pietra. Nella base porticina ad arcoribassato in mattoni nel lato sud-est e due finestrelle analoghe nellato sud-ovest; al primo piano finestrelle a feritoia con fortestrombo verso l’esterno a sud-est e nord-ovest. Il fronte nord-est, amonte, è stato ristrutturato nel ’500 in mattoni con porta ad arcotondo (richiusa), e all’altezza dell’imposta dell’arco, su tutto ilfronte, cornice in pietra serena dentellata e sagomata.Interpretazione – I dati materiali ancora visibili, ci informano del-l’esistenza su questo luogo di un castello, con fortificazione lungo ilperimetro della collina e torrione centrale. Ulteriori dati sulla strut-tura non sono leggibili.Definizione – TorreCronologia – Basso MedioevoBibliografia – CAMMAROSANO-PASSERI, 1976, p. 352.Dati telerilevati – Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati – La foto verticale mostra un’anomaliamorfologica, unita a elementi della vegetazione che ne ricalcano inparte i contorni a nord dell’attuale torre ancora in piedi.Eira, 1976Aima, 1996.

(16.1) La Torre – Pienza (Q 121 III 1716/4773)Letteratura editaHabitat III, 448 m slm, versante collinare, sabbia con intercalazionidi argille e ciottoli, fosso Sambuco a 1100 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Descrizione sito – La costruzione si trova nelle immediate vici-nanze di Pienza, leggermente a ovest del paese, nel punto in cui ilcostone inizia a declinare verso la valle. Sulle vicende storiche diquesta struttura fortificata non sappiamo nulla. Fa parte insieme adaltri siti come questo, di fortificazioni che non trovano corrispon-denza documentaria, andando ad allargare una questione che so-prattutto per il territorio di Pienza è ricorrente.Descrizione unità topografica – Alta torre medievale in pietra, in-corporata in una casa colonica. Non si può dire molto sul tipo distruttura medievale. Oggi resta solamente una torre incorporata inuna costruzione più moderna, che impedisce di individuare even-tuali ulteriori tracce medievali intorno alla torre.Definizione – Torre

Cronologia – Basso MedioevoBibliografia – CAMMAROSANO-PASSERI, 1976, p. 352.Dati telerilevati – Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati – La foto verticale mostra la presenzadella torre lungo il perimetro del costone di Pienza, ma non ag-giunge nessun elemento non visibile da terra.Eira, 1976Aima, 1996.

(17.1) Torre Tarugi – Pienza (Q 129 I 1725/4763)Letteratura editaHabitat II, 374 m slm, sommità collinare, argille, fiume Orcia a290 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Descrizione sito – Torre Tarugi si trova nella parte più a sud delcomune, poco dopo il punto in cui il torrente Miglia taglia a metàla stretta lingua di comprensorio comunale, all’altezza dell’incrocioche costeggia il podere Piano e il Poggio Villanova. La torre si trovasulla sommità di una collina. Fa parte insieme ad altri siti comequesto, di fortificazioni che non trovano corrispondenza documen-taria, andando ad allargare una questione che soprattutto per il ter-ritorio di Pienza è ricorrente.Descrizione unità topografica – Alta torre in pietra isolata in cimaa una collinetta.Interpretazione – Quello che attualmente si vede è solamente latorre isolata al centro di una collinetta, anche la ricognizione suiterreni circostanti non ha restituito tracce di ulteriori strutture, percui il sito può essere interpretato come torre di guardia, isolata, acontrollo di un punto di passaggio.Definizione – TorreCronologia – Basso MedioevoBibliografia – CAMMAROSANO-PASSERI, 1976, p. 352.Dati telerilevati – Foto obliquaAerial survey, 2002.

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Fig. 10. Torre Tarugi vita da nord.

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(18.1) Torricella – Pienza (Q 121 III 1715/4776)Letteratura editaHabitat II, 353-379 m slm, leggero pianoro, argille, torrenteTuoma a 95 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – MediaCategoria – Monumento

Descrizione sito – Il sito del podere Torricella dal quale emergonole strutture fortificate si trova in una posizione abbastanza nascosta,lungo il corso del torrente Tuoma, coperto da un’altura a est, chesale di circa 20 m rispetto alla posizione del podere. È posto tra ilpodere Bagnolo e il podere Palazzone. Fa parte insieme ad altri siticome questo, di fortificazioni che non trovano corrispondenza do-cumentaria, andando ad allargare una questione che soprattutto peril territorio di Pienza è ricorrente.Descrizione unità topografica – Fabbricato apparentemente medie-vale, rettangolare, addossato ad altri corpi più recenti, di muraturain pietra assai rustica con muri di forte spessore e interessante portaa piattabanda curva di conci di pietra.Interpretazione – Questo sito è di difficile interpretazione, la co-struzione di epoca medievale si trova inglobata in un complesso piùrecente, per cui resta difficoltoso riconoscere la sua funzione, se sitratta di una torre isolata o di un centro di dimensioni maggiori, lecui tracce oggi non sono più visibili.Definizione – TorrioneCronologia – Basso MedioevoBibliografia – CAMMAROSANO-PASSERI, 1976, p. 352.

(19.1) Citiliano – Pienza (Q 121 III 1719/4776 areale)Letteratura editaHabitat III.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Attualmente Citiliano non esiste più, il toponimo è rintracciabilesolo sulle fonti documentarie e si localizza comunque nella porzionenord occidentale del comune di Pienza, nei dintorni del PalazzoMassaini, tra il podere La Pieve e il Poggio Santo Pietro.Notizie storiche – Citiliano è un toponimo che inizia ad apparire giàsulla documentazione di VIII secolo d.C., legato a un insediamentoumano di una certa importanza, del quale andando avanti si perde lamemoria e rimane legato solo alla pieve di San Donato, poi detta diBibbianello. La località viene identificata da alcuni studiosi con lazona circostante il podere La Pieve, nei pressi di Palazzo Massaini ela pieve di San Donato viene identificata proprio con il sito oggi oc-cupato dal podere La Pieve. Da altri Citiliano e la pieve di San Do-nato, vengono posizionati presso la zona del podere Santo Pietro(cfr. 28/Q 121 II/Pie) a nord-est di Palazzo Massaini. Citiliano è no-minato nei documenti dell’abbazia di San Salvatore al MonteAmiata nell’VIII secolo e all’inizio del IX come vico, solo dall’828 èchiamato casale, dove è ricordata anche la presenza della figura di uncentinarius. La curtes di Citiliano in due diplomi di Corrado II(1027-1036), viene confermata al monastero di San Salvatore sulMonte Amiata. Del villaggio di Citiliano si parla ancora in un docu-mento del 1037, quando si dice che questo villaggio avrebbe assor-bito quello di Baiano (dove si trovava l’oratorio di San Salvatore, poiSant’Elena), tanto che in un placito del 1037 si ricorda la chiesa diSant’Elena in Citiliano. Citiliano viene fatto coincidere con Ceci-liano, località nominata in vari documenti come sede di una forestaregia, anche se su questi due toponimi e sulla pieve di San Donatoc’è un po’ di confusione documentaria. Alcuni fanno coincidere Ci-

tiliano con Ceciliano e la pieve di San Donato in Citiliano, ricordatadal 714 nella contesa tra Siena e Arezzo, con il monastero di SanDonato ad Asso. Sia Canestrelli, che Schneider che Verdiani-Bandiposizionano Citiliano e la fondazione regia (Ariperto II) di San Do-nato, lungo l’Asso, verso Montalcino, sotto la pieve di Santa Mariain Cosona. Schneider lo fa coincidere con il monastero di San Pietroad Asso. Altri come il Kurze, il Maroni e Cammarosano-Passeri po-sizionano Citiliano e la pieve di San Donato, nella zona di PalazzoMassaini (l’attuale podere La Pieve). In un elenco del XIII secolodove sono riportate 15 delle 19 pievi contese tra il vescovo di Siena edi Arezzo, compare la pieve di San Donato ad Asso ad aumentare lasituazione di confusione tra i due toponimi. Quello che è certo è chese Ceciliano è Citiliano, si trova su una foresta (cagio) di proprietà re-gia, ceduta nell’813 da Ludovico il Pio a Sant’Antimo. Personal-mente sono propensa a pensare che le due località non coincidanodato che Citiliano già dall’VIII secolo apparteneva al monastero del-l’Amiata al quale viene riconfermato ancora nel 1037, credo stranoche nell’813 fosse passato per donazione regia a Sant’Antimo.Attestazioni documentarie –

CA: n. 37, giugno 791 (cartula offersionis) “(...) Et ideo manife-stus sum ego Ualtifus(us) cl(ericus), filio q(uon)d(am) Ualtulo,avitator in vico Citiliano, finib(us) Senense, offersi omnem rispaup(er)tacule mee heclesie beatissimi s(an)c(t)i Salvatori,Ansp(er)t abbati pro redemjone anime mee: casa cum solamentosuo et intrense, c(um) case, orta, vinie, pratis, campis, silvis, rivis,pascuis, cultum vel incultu(m), movile vel inmovile, omnia et inomnibus quantu(m) mihi Ualtifuso legibus de germano meoAricauso contangere viditur, pro remedio anime me eclesies(an)c(t)i Salvatori offersi (...)”.

D, A 18 di Carlo Magno, A 13 di Pipino, gennaio 791, “Wlati-fuso chierico del fu Wultolo, abitante nel vico Citiliano nei con-fini di Siena (...)”.

CA: n. 48, febbraio 799 (cartula promissionis) “(...) Consta meUaltifusu cl(ericu), filiu q(uon)d(am) Ualticausi, avitator in Ci-tilianu (...) proptera pro mercide et remedium anime me di-spuno desuper omnia ris vel supstantja mea, sicut hic supter de-scrivero, ut germano meo Aricausu seu filiis aut eridis eius desu-per omnia ris vel supstantja mea per omne circuli annis faciaspinsiune ad ipsu monastjrio D(omi)ni Salvatori pro remediumanime me duodeci denariis nam non amplius (...)”.

D, A 26 di Carlo Magno, A18 di Pipino, febbraio 799, “Walti-furo del fu Ovalticauso, cherico abitante a Citiliano (...)”.

CA: n. 50, agosto 800 (cartula venditionis) “(...) Consta me Ildo,filiu q(uon)d(am) Sello, de bico Citiliano, territorio cibitatis Se-nense, ac die bindedisse et bindedit in monasterio Domini Sal-batori sito Monte Amiate, qui modo regitur p(er) Ermimar(o)habbate, casa mea, qui posita est in s(upra)s(crpto) bico Citi-liano, cum edificio suo, tam sup(er) terra vel suptus terra, utdixi: casa, corte, ortis, bineis, pratis, cetinis, campis, silbis, cul-tum vel incultum, mobilia vel inmobilia, utensilia intus vel foris,animalia maioris, minoris, omnia et in omnib(us) (...)”.

D, A 27 di carlo Magno, A 19 di Pipino, agosto 800, “Ildo delfu Sello del vico Citiliano (...)”.

CA: n. 87, giugno 821 (libellus convenientiae) “(...) Consta meUacari pr(es)b(iter) rector oratorio s(an)c(t)i Salvatori sitoBaianu, sicut inter nobis convenit, p(er) hunc livello confirmo inte Leutprandu, filio q(uon)d(am), in casa et res, vineis, terri, quimihi ex conparatjone obvine da Gumfridi in Citilianu (...)”.

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CA: n. 105, maggio 828 (cartula venditionis) “(...) Consta me Cri-stofalo pr(es)b(itero), filiu b(one) m(emorie) Raconi, habitator inCitiliano, vindedit hac tradedit tibi dom(no) Audualdo abb(ati) demonasterio Domini Salvatoti sito Monte Amiate ad ipso s(an)c(to)monasterio (...) tam in casale Citiliani et in Corsiniano (...)”.

CA: n. 106, maggio 828 (notitia iudicati) “(...) Notitja brave iu-dicati, adubi venerunt Andreas advocato D(omi)ni Salvatorissito Monte Ammiate et d(om)n(us) Auduald(us) v(ir) v(enerabi-lis) abb(a)s ad s(an)c(t)a Elina sito Baiano, territorio Senense,nec non ex alia parte veniens Alip(er)tu advocato suo ipsiuss(an)c(t)i Donati sito Citiliano (...)”.

CA n. 107, giugno 828 (libellus) “(...) Previdi ego Audualdusabb(a)s ex monasterio D(omi)ni Salvatoris sito Monte Ammiate(...) propt(er)ea dedim(us) curte cum om(ni)a ibi modo legibusp(er)tinentes nobis in casale Citiliano, qui est de s(upra)s(crip)tomonasterio, ideo: ta(m) casis domuicultilis seo massaricias, adipso cemso vob(i)s p(er)solvendo, sicut in libelli eoru(m) legitur,om(ni)a cum terris, silvis, vineis, rivis et pascuis, cultis vel incul-tis, mobilia et inmobilia, om(ni)a et in omnibus s(upra)s(crip)tecase et reb(us) (...)”.

Definizione – VillaggioCronologia – 791-1037Bibliografia – CORTONESI, 1990, p. 15, 25; FATTESCHI, p. 650;CA: n. 37, pp. 71-72; n. 48, pp. 92-93; n. 50, pp. 96-97; n. 87,pp. 170-171-172-173-174; n. 105, pp. 219-220-221; n. 106, pp.221-222-223-224-225; n. 107, pp. 225-226-227; D, gennaio 791,p. 10; febbraio 799, p. 11; agosto 800, p. 12; CAMMAROSANO,1981, p. 228; MANARESI, 1955-1960, III/1, n. 346, p. 75; REPETTI,I, p. 162, 741; SCHNEIDER, 1975, p. 276, p. 329.

(19.2) Pieve di San Donato in Citiliano – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Notizie storiche – Si tratta di una chiesa facente parte delle 19 con-tese tra il vescovo di Siena e di Arezzo. La pieve di San Donatoviene identificata da alcuni con il sito oggi occupato dal podere LaPieve, nei pressi di Palazzo Massaini (località dalla quale abbiamoricavato le coordinate e i dati di riferimento del sito), da altri con ilPoggio Santo Pietro a nord-est di Palazzo Massaini. La pieve vienedetta a partire dal 1045: plebes Sancti Donati in Bibbiano, ancoranominata tale nelle decime del 1295-1304 (Bibbianello). La pieveera ancora esistente nel 1390, oggi è scomparsa.Nel 1462 sappiamo che la pieve di San Donato in Bibbiano, passaalla diocesi di Pienza, dopo che Pio II ha creato le due nuove dio-cesi di Pienza e Montalcino.Attestazioni documentarie –

DA: n. 3, agosto 714 (giudicato di Ambrogio maggiordomo diLiutprando, per il quale si confermano a Luperziano vescovo diArezzo le chiese e i monasteri del territorio senese a lui contesidal vescovo Adeodato di Siena. “Dum in Dei nomine ex ius-sione piissimi et a Deo conservato domno Liutprando rege di-rectus (...) nomine Adeodato, de ecclesias vel plebes quas a tem-pore Romanorum sedis Sancti Donati possedit (...) Lupertianovescove aretine civitatis de predictas ecclesias causa dicere debe-ret (...) baptisterium a sancto Donato in Citiliano (...)”.

DA: n. 6, 5 luglio 715 (giudicato e decreto dei vescovi di Fiesole,Firenze, Pisa e Lucca fatto in favore del vescovo aretino nella con-

troversia per le chiese del territorio senese) “In nomine dominiDei et Salvatoris nostri Iesu Christi. Ex iussione domni excellen-tissimi Liutprandi regis (...) venerunt in nostram presentiamsanctissimi viri Adeodatus senensis ecclesiae episcopus et Luper-tianus aretine ecclesie episcopus altercationem inter se abentes dediocesis, ecclesiis et monasteriis in finibus senensis territorio eiu-sdem civitatis: ides (...) sancti Donati in Citiliano (...)”.

CA: n. 106, maggio 828 (notitia iudicati) “(...) Notitja brave iu-dicati, adubi venerunt Andreas advocato D(omi)ni Salvatorissito Monte Ammiate et d(om)n(us) Auduald(us) v(ir) v(enerabi-lis) abb(a)s ad s(an)c(t)a Elina sito Baiano, territorio Senense,nec non ex alia parte veniens Alip(er)tu advocato suo ipsiuss(an)c(t)i Donati sito Citiliano (...)”.

Definizione – PieveCronologia – 714-1462Bibliografia – REPETTI, I, p. 162, 741; SCHNEIDER, 1975, p. 276,p. 329; DA, nn. 3, 6; CDL, nn. 14-17-20.

(20.1) Tribbioli – Pienza (Q 129 I 1726/4760)Letteratura editaHabitat II, 386 m slm, sommità collinare, argille, fiume Orcia a200 m, –, –.

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – La localizzazione di questo sito è molto dub-bia, ci siamo basati essenzialmente su due carte pubblicate daKurze sui documenti del Monte Amiata. La località attualmentedetta podere Tribbioli a sud di San Pietro in Campo, viene da al-cuni studiosi identificata con l’antico toponimo Tribiloni. Lostesso Schneider identifica Tribiloni con Tribbioli. La localizza-zione di Tribbioli da parte del Kurze risulta posta appena a ovestdella posizione attuale del podere Tribbioli, a ovest dell’Orcia, maalla stessa altezza latitudinale, possiamo quindi prospettare unacoincidenza toponomastica con una area circoscritta. Possiamoconcludere che la posizione originaria del sito di Tribbioli po-trebbe non essere quella attuale, ma è probabile che l’area di ap-partenenza del toponimo graviti tra il podere Tribbioli a la partedi territorio a est di Contignano, nell’arco di circa 2 km. Lamorfologia dell’area di identificazione del sito è caratterizzata daun susseguirsi di colline argillose intervallate da fossi e corsi d’ac-qua che la tagliano in senso latitudinale.Notizie storiche – Il toponimo Tribiloni appare in un documentodel monastero del Monte Amiata del 791 come casale. In seguitoKurze pubblica nel suo volume sull’Archivio del Monte Amiatadelle carte dei possessi del monastero fino all’816 e vi compareTribbiolo, come località con beni citata una volta, il toponimo è ri-portato in altre due carte una al tempo di Lotario (metà IX secolo)sempre come località con beni citata una volta e una al tempo diLudovico II (853).Attestazioni documentarie –

CA: n. 38, aprile 791 (cartula venditionis) “(...) Consta me Ior-dannis v(ir) h(onestus), fil(ius) q(uon)d(am) Gaudentja, havita-tur ubi Ulma vocatur, livera potestatem vindediss(e) et vindedittivi v(iro) b(enerabili) Ansp(er)to abb(ati), qui deservire preessevidetur monastiriu D(omi)ni et Salvatori sito amiate, id est: exintegra sortis meas, quem havire et tenere visu sum in fundi ca-salis Tribilonis, et Sparagaria, seo et in Vinciale (...)”.

D, A 20 di Adriano I papa, aprile 791, “Iordanni del fu Gau-denzo, abitante in Ulma, vende ad Ausiperto abate del mona-

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stero di San Salvatore del Montamiata l’intera parte dei beni chepossedeva nel casale Tribilone, Sparagiaria e Vinciale (...)”.

CA: n. 62, febbraio 808 (cartula venditionis) Questo documentoè stato redatto a Tribiloni (Tribbioli?) e sono nominati i topo-nimi: Flabiano, Marconianu, Cellule, Gravilona, Paccianu.

D A 7 dell’Impero di Carlo Magno, A 12 di Leone III papa, feb-braio 808, “Filiprando e Roppertulo (...) vendono una casa convigne e selve (...) – Nel vico Tribilone”.

CA n. 184, settembre 908 (libellus) “(...) q(ue) est in casaleMonticlu, q(ue) vocitat(ur) ad Tribiu (...)”.

Definizione – CasalisCronologia – 791-808Bibliografia – CA: n. 38, pp. 72-73; n. 62, pp. 123-124 ; n. 184,pp. 387-388-389; D, aprile 791, p. 10; febbraio 808, p. 13; SCH-NEIDER, 1975, p. 108; KURZE, 1988, figg. II-III.

(21.1) Castellare di Tolle – Pienza (Q 121 II 1726/4767)Letteratura editaHabitat IV, 608 m slm, sommità collinare, conglomerati poligenicicon intercalazione di sabbia argilla e brecce, torrente Astroncello a260 m, bosco, bosco.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – La zona del castellare è con ogni probabilità daidentificare con l’attuale zona di C. Tolle sul confine tra il comunedi Pienza e quello di Chianciano, nei pressi della fattoria della Foce,poco a sud-est del Castelluccio. Il sito si trova sulla sommità di unacollina coperta da vegetazione boschiva. Per quanto riguarda l’iden-tificazione dobbiamo precisare che per il momento la collocazionegeografica è avvenuta solo in base a indizi quali il toponimo e laforma anomala della collina, dove è visibile una sommità collinaredominante e spianata.Notizie storiche – Nella zona compresa tra gli attuali siti di Castel-luccio e La Foce, si trovava il nucleo castrense di Tolle, già decastel-lato nella seconda metà del Duecento, quando di esso rimaneva unpalatium associato a un castellare sive casale contenente un certo nu-mero di capanne, ceduto al comune di Montepulciano tra il 1286 eil 1296 da Bifolco di Sinibaldo dei Visconti di Campiglia e dai suoieredi. Repetti identificò il Castellare di Tolle con il poggio Toto-nella (comune di Montepulciano).Definizione – CastellareCronologia – Basso MedioevoBibliografia – FARINELLI-GIORGI, 1998, p. 177; MARONI, 1990,p. 59; REPETTI, V, p. 783.

(22.1) Castellare Marzuoli – Pienza (Q 121 II – areale) Letteratura editaHabitat IV.Affidabilità – ScarsaCategoria – SitoDescrizione sito – Probabilmente Marzuolo si trovava nella zona trail Castelluccio e La Foce. Non conosciamo la zona di identifica-zione ma potrebbe trattarsi di uno dei poggi coperti da fitta vegeta-zione boschiva che caratterizzano il confine attuale tra il comune diPienza e quello di Montepulciano.Notizie storiche – Il castellare Marzuoli fa parte di quei centri si-tuati lungo il confine tra Monticchiello e Montepulciano, forte-mente contratti o abbandonati entro la fine del XIII secolo. Sul ca-stellare Marzuoli e sulla limitrofa chiesa (Sanctus de Marzuolo) sono

registrati gli atti relativi all’acquisizione da parte del comune diMontepulciano di quote del territorio pertinente al castellare diMarzuolo. All’inizio del Trecento un insediamento piuttosto consi-stente situato in località Marzuolo (due palatia e nove domus) risultacomunque censito nella curia di Monticchiello.Nel 1243 viene ricordata la cessione da parte del monastero delVivo, dei beni della tenuta di Marzuolo, al comune di Montepul-ciano. Nel lavoro di Passeri-Neri del ’94 sugli Estimi, in questazona viene ricordata la presenza di due palazzi di proprietari locali,otto case di proprietari locali e una casa di proprietario cittadino.Attestazioni documentarie – D, 1243, 4-20 aprile, M. Enrico da Pescia giudice del comune diMontepulciano, col Consiglio della campana di detto comune, no-mina procuratore Guasco del fu Mendi, per ricevere da Basiliopriore del monastero del Vivo, le premesse e la consegna dei beni diesso monastero, il suddetto procuratore riceve dall’abate col con-senso del Capitolo di detto monastero, la tenuta dei beni del Mar-zuolo, di Secundario de Talle detto Chiancianello e l’abbadia diSan Pietro in Campo con tutte le case, vigne, terre, boschi dalfiume Orcia fino a Montepulciano.Definizione – CastellareCronologia – fine XIII-1243Bibliografia – FARINELLI-GIORGI, 1998, p. 177; PASSERI-NERI,1994, p. 24.

(23.1) Castelluccio (Grotta delle Pocce Lattaie) – Montepul-ciano (Q 121 II 1725/4768)Letteratura editaHabitat IV, 485 m slm, sommità collinare, conglomerati poligenicicon intercalazione di sabbia argilla e brecce, torrente Miglia a 50 m,bosco, bosco.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito si trova non lontano dal podere Palazzone,in direzione est, ai piedi dell’altura di Poggio al Vento, sul confinetra Montepulciano e Pienza. La grotta si trova su un fianco che de-limita il corso del torrente Miglia.Descrizione unità topografica – All’interno della grotta delle PocceLattaie furono recuperati alcuni manufatti litici, resti di animali fos-silizzati e a breve distanza una canalizzazione di età romana con fi-stula di piombo che adduceva l’acqua a una fonte presso la grotta.La grotta è stata sede del culto millenario delle acque galattoforepraticato fino a tempi relativamente recenti. Nel 1959 vi fu recupe-rata una piccola statuetta fittile raffigurante una figura femminileammantata, che si è aggiunta ad altre piccole figure, rinvenute al-cuni decenni prima che testimoniano che presso la grotta venivanoofferti ex voto anatomici. Purtroppo le statuine in terracotta nonpresentano delle connotazioni tipiche di una specifica divinità.Sempre nel 1959 un piccolo saggio di scavo portò alla luce alcunireperti litici e resti osteologici.Definizione – Luogo di cultoCronologia – Paleolitico generico, generica età romanaBibliografia – PAOLUCCI, 1988, p. 64; PAOLUCCI, 2001, p. 13, 55;SECCHI TARUGI, 1960, p. 472 ss.

(24.1) San Pietro in Campo – Pienza (Q 129 I 1725/4761)Letteratura editaHabitat II, 374 m slm, sommità collinare, argille, torrente del Gra-gnano a 300 m, area edificata, edificato

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Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

San Pietro in Campo si trova nella parte più meridionale del co-mune, al centro della lunga striscia di terra che delimita i confini indirezione sud. Il sito è posto su una sommità collinare, circondatoda campi a seminativo.Notizie storiche – Non conosciamo la data di fondazione. Sappiamoche il monastero fu edificato su terreno demaniale. La prima notiziache attesta l’esistenza di questo monastero risale al 1031, quando lo siricorda patronato dei conti Manenti di Sarteano. A questa abbazia unconte Pietro, figlio del conte Winigildo e di Teodora, insieme ai fra-telli Ranieri e Forolfo, faceva dono nel 1055, di alcuni possessi. A te-stimonianza della sua maggiore antichità rispetto alle notizie che ab-biamo, viene un privilegio del papa Alessandro II del 1068, dove èdefinito: “antico monastero”, unitamente a San Salvatore del MonteAmiata, Sant’Antimo e San Benedetto. La storia di questo monasterosi intreccia più volte con quella del monastero amiatino del Vivo. Nel1117 i monaci del Vivo furono, per ordine di papa Onorio II scomu-nicati dal vescovo di Chiusi e da Alberigo cardinale e dopo non moltianni nel 1146, a petizione del loro priore Don Rustico, i detti eremitifurono da Eugenio III uniti alla Badia di San Pietro in Campo contutti i loro beni; fu allora che quest’ultimo monastero lasciò l’anticaregola di San Benedetto, per quella camaldolese di San Romualdo(intitolazione del Vivo). Nel marzo 1126, Manente, figlio del contePepone, donò metà di Castiglioncello del Trinoro ai monaci del Vivoe l’altra metà alla Badia di San Pietro in Campo. Nel 1176 San Pietro in Campo passa sotto la protezione del mona-stero di Sant’Eugenio di Siena. All’inizio del XIII secolo il mona-stero è costretto a sottomettersi a Siena per avere protezione controle molestie che gli venivano arrecate continuamente dai conti diSarteano. Al monastero di San Pietro in Campo pare appartenneprobabilmente già nel 1191 la chiesa di Santa Maria in Campo,detta in seguito in Contignano. Infatti in una bolla del ponteficeCelestino III del 1191 non appare la chiesa di Santa Maria Campo,probabilmente (secondo Maroni) perchè appartenete al vicino mo-nastero. Nel 1212, per stipulazione fatta in San Quirico in Osenna,fra il priore di Camadoli, l’abate del Vivo e quello di San Pietro inCampo, i monaci di San Pietro si dettero in accomandigia al co-mune di Siena, con tutto il loro vastissimo territorio, confermandotale accomandigia al vicario imperiale di Federico II in San Quirico.Nuovamente nel 1226 San Pietro in Campo si sottomette a Siena,trovandosi continuamente molestato dai conti e baroni, special-mente della Maremma. Fu costretto nuovamente a sottomettersinel 1231 si rassegnò nuovamente sotto la tutela della Repubblicasenese, successivamente, nel 1243 i suoi monaci si affidarono allaprotezione del comune di Montepulciano, quindi alla Repubblicafiorentina. Dal 1196 ha inizio la disputa di San Pietro in Campocon il monastero di San Salvatore del Montamiata, per i diritti sullachiesa di Sant’Andrea di Radicofani: “papa Celestino III con la suabolla diretta al priore del Vivo e all’abate di San Pietro in Campo,inibisce ai medesimi di costruire una chiesa presso Radicofani, indanno del monastero di San Salvatore del Monteamiata”. La di-sputa sarà particolarmente accesa intorno al 1237, quando la con-troversia si allarga anche alle chiese di Arcidosso, Montepinzuto eMontenero, “Pisano vescovo di Chiusi, col consenso di Arin-gerio arciprete e Augelo monaco di San Salvatore, procuratoredi Manfredi abate del detto monastero, eleggono Maffeo pie-vano di San Fiora e Rolando cappellano d’Arcidosso per deci-dere le loro controversie sorte a causa di alcune chiese d’Arci-dosso, Montepinzuto e Montenero”. L’abbazia di San Pietro in

Campo si trovava lungo uno dei percorsi alternativi più impor-tanti della Francigena magistram, quello che da Spedaletto siricongiungeva alla via principale poco dopo Ponte al Rigo. Se-condo alcuni studiosi San Pietro in Campo fa parte di queimonasteri nati proprio in seguito allo sviluppo, a partire dall’e-poca longobarda, dell’importante arteria stradale.Descrizione unità topografica – La chiesa si presenta a navataunica, conclusa da un’ampia abside semicircolare. La copertura do-vette essere lignea fin dall’origine. La struttura della chiesa eviden-zia molti elementi che, pur con divario qualitativo, manifestano uncollegamento con Sant’Antimo, per esempio le quattro esili colon-nette che spartiscono l’abside all’esterno, con capitelli a foglie sti-lizzate che scandiscono l’ampia curvatura absidale. La chiesa del-l’antica abbazia presentava un ingresso di tipo basilicale, oggi que-sto è chiuso e ne è stato aperto un altro laterale. L’interno hasubito notevoli trasformazioni, tra le altre cose sono stati tampo-nati due dei tre arconi di sostegno per ricavare alcuni locali. Oltrealla facciata rimane l’abside dell’antica struttura, di forma semicir-colare, e alcune formelle decorate inserite all’interno dell’abside ela porta del Morto, posta lateralmente e oggi tamponata. Traccedell’antica struttura abbaziale sono riconoscibili nel cortile lastri-cato in pietra, probabilmente quello che resta di un chiostro, at-tualmente circoscritto dalle abitazioni che si distribuiscono intornoa questo spazio. Le dimensioni del cortile sono circa 18x18 m.Attestazioni documentarie –

CA, n. 286, dicembre 1068 “Alexander episcopus, servus ser-vorum Dei. Sancte Clusine ecclesie in perpetuum (...). Sequen-tes igitur precepta canonum, presbiteris ab episcopo quartampartem decimarum dari, statuimus, tribus vero reliquis in di-spositione episcopi persistentibus, episcopum vero medietatemomnium primitiarum tertiamque totius oblationis cunctarumecclesiarum episcopatus vivorum ac mortuorum, tam in terris,quam in vineis, mobilibus vel immobilibus, seu cuislibet gene-ris possessionibus, habere censuimus, oblationibus antiquorummonasteriorum exceptis, videlicet sancti Antimi, sancti Salva-toris, nec non sancti Bendicti et sancti Petri in Campo. (...)”.

D, dicembre 1068, “papa Alessandro II, con sua bolla, defini-sce alcune vertenze tra il Vescovo e il clero di Chiusi (...).Concede al clero la metà delle primizie e il terzo delle obla-zioni fatte alle chiese del vescovado, eccettuate quelle dei mona-steri di Sant’Antimo, di San Salvatore, di San Benedetto e di SanPiero in Campo (...)”.

RS: n. 76, giugno 1072 “(...) aliorum in favorem Mauri abbatiseccl. s. Salvatoris de Monte Amiati et Peponis avocati sui contraLanfrancum ep. Clusinum et Binizonem abb. s. Petri de Campocum Rolando avocato suo de roca de Semzano”.

D, giugno 1072, “Alla presenza della contessa e duchessaBeatrice (...) si presentano Mauro abate del monastero di SanSalvatore del Monte Amiata e Pepo suo avvocato, dicendoche il monastero possedeva la corte e rocca di Senzano (...).Dopo di che Lanfranco vescovo di Chiusi e Bonizio abate diSan Piero in Campo (...) riconoscono al proprietà di dettomonastero (...)”.

D, 1081 3 giugno, Privilegio del re Arrigo IV concesso al mo-nastero di Sant’Eugenio posto nel contado di Siena, in luogodetto Pilosiano, col quale conferma le concessioni fatte al me-desimo dai suoi antecessori, e specialmente il possesso dellachiesa di San Pietro in Campo, di San Savino “cum corticellain Audrina et in ponzia”, la chiesa di San Pietro in Arganello,

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di San Michele in Veronula, di San Cecilia in Mendina, diSant’Angelo in Lucinula, la corte di Vescona, Vitavena e Ar-biola, la chiesa di Sant’Agnese, di San Pietro in Monte Sinderi,la corte de le Stine col castello, la chiesa di Sant’Anastasio inBaniaria, pieve di San Pietro in Valle, di Sant’Angelo in Vi-ciano e di Sant’Angelo in Certano, di San Pietro in Barontuli,di San Paolo in burgo de Sena, di San Miniato, di Sant’An-gelo, di San Romolo, di Sant’Agostino dove è edificato il ca-stello, la terra di Corsignano e Campriano, San Paolo nel ca-stello d’Orgia, il castello di Liziniano. In Roma.

D, marzo 1089, Manfredi del fu Tenzo dona al monastero diSan Pietro in Campo un pezzo di terra con vigna in l. d. Vite-reta. Nel monastero.

RS, n. 137, febbraio 1097 “(...) Gualfrendus f. Renzi donat Ra-nerio abbati s. Petri in Campo quasdam res infra plebem s. Sil-vestri in comitatu Causino”.

D, 1126, marzo, “Il conte Manente del conte Pepo, emancipatoda suo padre, dona al monastero di San Pietro in campo, in pre-senza di m. Pietro vescovo di Chiusi e di Guido proposto, lametà di Castiglioni, dalla croce delle Serraglia fino al castello diLazaro e dal fosso Covo fino al fosso della Serpentaia (...)”.

RS, n. 169, marzo 1127 “(...) Manente comes, comitis Peponisemancipatus f., in presentia Petri Clusini ep. et Guidonis Clus.eccl. prepositi donat monasterio s. Petri in Campo in manibusGuidonis abb. et Peponis prioris med. Castellionis”.

RS, n. 193, maggio 1146 “(...) Ego Martinus Clus. ep. cogitansde antiquo statu episcopatus inter cetera destituta mon. s. Petriin Campo consilio fratrum canonicorum et officialium et Pepo-nis eiusdem mon. abbatis suorumque fratrum monachorum, cle-ricorum et laicorum ad religionem reformandam Rustico prioriheremi s. Benedicti de Vivodono (...)”.

D, 1146 5 maggio (copia fatta il 4 febbraio 1250). “Martino ve-scovo di Chiusi dona al monastero di San Pietro in Campo e am. Pepo, abate del detto monastero l’eremo di San Benedettodel Vivo con tutti i suoi beni (...)”.

D, 1146 gennaio 13 (copia fatta il 4 febbraio 1250). “Bolla di papaEugenio III diretta a Rustico priore del Vivo con la quale prendesotto la sua protezione il monastero predetto con tutti i beni acqui-stati e da acquistare per donazione di re, di principi e di fedeli, coni monasteri di San Pietro in Campo, di San Benedetto di Moiano,di San Pietro in Arnano dipendenti da quello del Vivo (...)”.

D, 19 giugno 1176, “Bolla di papa Alessandro III diretta al mo-nastero di Sant’Eugenio, con la quale prende sotto la sua prote-zione il monastero e i beni che possedeva, cioé la cellula di SanMiniato (...) la chiesa di San Niccolò in Bartua, di San Pietro inCampo (...) già confermate dal suo predecessore papa Innocenzocon privilegio della sepoltura e della celebrazione della messa intempo di interdetto, tenendo chiuse le chiese (...)”.

D, 8 agosto 1185, “L’Imp. Federico I, ad istanza dell’abate Od-done, prende sotto la sua protezione il monastero di Sant’Euge-nio presso Siena, in luogo detto Pilosiano, con le chiese e terreposte a San Pietro in Campo (...) in Sant’Agostino di Corsi-gnano, con i poderi di Campriano (...)”.

D, 1196, 13 maggio, papa Celestino III con la sua bolla direttaal priore del Vivo e all’abate di San Pietro in Campo, inibisce aimedesimi di costruire una chiesa presso Radicofani, in danno delmonastero di San Salvatore del Monte Amiata.

D, 1225, 14 gennaio (copia fatta nel 1300) Ermanno vescovo diChiusi, avendo concesso a vita a Valentino, rettore della chiesadi San Vittore, per San Pietro in Campo, un benefizio dellachiesa di San Pietro in Sarteano, con l’obbligo di pagare al vesco-vado sol. 5, una ospitazione, la quarta parte dei morti e delle de-cime, con nuovo atto riduce perpetua detta concessione.

RS, n. 666, giugno 1225 “(...) Valentino rectori eccl. s. Victoriepro s. Petro in Campo (...) obedientiam pro ipsis ei fecit salva ra-tione s. Petri in Campo et s. Victorie (...). Ego Hermannus ep.promitto ecclesiam s. Victorie non tollere et confirmo s. Petro inCampo dictam eccl. et rectorem mittendum ibi, sicut abbati etconventui placuerit”.

D, 1226, 6 maggio, Il monastero di San Pietro in Campo del-l’Ordine benedettino nella diocesi di Chiusi, trovandosi conti-nuamente molestato dai conti e baroni, specialmente della Ma-remma, a mezzo di don Benigno suo procuratore si sottopone alcomune di Siena con i beni nell’atto descritti, e con alcuni capi-toli e condizioni specificati nell’atto medesimo.

RS, n. 693, maggio 1226 “Abbatia s. Petri in Campo ord. s. Be-nedicti Clus. dioc. custodiae et protectioni civitatis Sen. se sub-mittit consentientibus Gualfredo ep. Clus., Guidone priore Ca-maldul., Ildebrandino priore de Vivo, Rainerio abb. s. Petri inCampo, ad quoram preces Rodulfus de S. Miniate vicarius inTuscia pro Federico II imp. praesenense existens haec vice imp.ratificat et confirmat”.

D, 1237, 15 maggio, Testimonianze raccolte da Bonaventuranot. per ordine di Ranieri cardinale di Santa Maria in Cosme-din, nella questione tra i monasteri di San Salvatore del Monta-miata e quello di San Pietro in Campo, per i diritti sulla chiesadi Sant’Andrea di Radicofani.

D, 1237, 17-19 maggio, prete Monaco e m. Bonaventura, invi-tano Bartolomeo converso e procuratore del monastero di SanPietro in Campo a presenziare l’esame dei testimoni da farsi da-vanti a R. cardinale di Santa Maria in Cosmedin nella questionecol monastero di San Salvatore del Monte Amiata (...). Attesta-zione fatta da Serafino e Seracino consoli di Radicofani, dellalettera mandata dall’abate di San Pietro in Campo per giustifi-care la sua assenza.

D, 1237, 10 giugno, Testimonianze raccolte da Bonaventura perordine del cardinale Ranieri di Santa Maria in Cosmedin nellaquestione vertente tra Manfredi abate di San Salvatore delMonte Amiata e Giovanni abate di San Pietro in Campo, acausa di diritti sulla chiesa di Sant’Andrea di Radicofani (...).

D, 1237, 9-13 febbraio, Pisano vescovo di Chiusi, col consensodi Aringerio arciprete, e Augelo monaco di San Salvatore, procu-ratore di Manfredi abate del detto monastero, eleggono Maffeopievano di Santa Fiora e Rolando cappellano d’Arcidosso per de-cidere le loro controversie sorte a causa di alcune chiese d’Arci-dosso, Montepinzuto e Montenero. In Radicofani, nello spedaledell’abbadia di San Pietro in Campo posto sotto il borgo di Mal-milaceo (...).

D, 1237, 16 marzo, Giovanni abate di San Pietro in Campo, colconsenso dei frati nomina procuratore del monastero Bartolo-meo di Viviano per rappresentarlo davanti alla curia del papanella questione vertente col monastero di San Salvatore delMonte Amiata.

D, 1243, 4-20 aprile, M. Enrico da Pescia giudice del Comunedi Montepulciano, col Consiglio della campana di detto Co-

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mune, nomina procuratore Guasco del fu Mendi, per ricevere daBasilio priore del monastero del Vivo, le premesse e la consegnadei beni di esso monastero, il suddetto procuratore riceve dall’a-bate col consenso del Capitolo di detto monastero, la tenuta deibeni del Marzuolo, di Secundario de Talle detto Chiancianello el’abbadia di San Pietro in Campo con tutte le case, vigne, terre,boschi dal fiume Orcia fino a Montepulciano.

D, 1250, 3 febbraio, Il Consiglio generale della campana del Co-mune di Siena, adunato d’ordine di m. Gentile da San Geminianoassessore e di Guido di Ranuccio camarlingo, vicari di m. Ventril-lio di Guido di Ventrillio potestà di Siena, nomina m. Ugucciodel fu Bandino giudice procuratore di detto Comune per riceveredal monastero di San Pietro in Campo, Dall’eremo del Vivo e dairettori di Castiglioni dei Ladroni altrimenti detto Castiglion Se-nese, il castello predetto, obbligandosi i senesi di custodirlo perconto dei ricordati monasteri, ai quali promettono di far bandireannualmente che il detto Castello con tutto il territorio spettava aessi monasteri, e che il Comune lo riteneva in custodia per essi.

D, 1250, 7 marzo, Don Iacomo abate di San Pietro in Campo,col consenso dei suoi monaci e di m. Benigno priore del mona-stero del Vivo, da cui l’abbadia di San Pietro in Campo dipen-deva, e con licenza di m. Pietro cardinale dal titolo di San Gior-gio ad velum aurem, per utilità del monastero e per affrancarloda gravezze usuraie, vende a Uguccione del fu Bandino giudice eprocuratore del Comune di Siena, che stipula per detto Comuneil castello dei Latroni chiamato Castiglionsenese nel vescovadochiusino, con il territorio compreso dalla Croce della Serralla aCastello di Lazzaro, dal fossato Cavo al fossato della Serpentoia,eccetto alcune case e chiese nell’atto descritte (...).

Definizione – Chiesa, abbaziaCronologia – 1031-1250Bibliografia – MORETTI-STOPANI, 1981, p. 114; CORTONESI, 1990,pp. 300-322; REPETTI, I, pp. 187-188; AC, t. 5 c. 150; MASETTI, No-tizie istoriche dell’antica Città di Siena, p. 80, 89, 100; CAMICI, Sup-plemento, p. 1014; MURATORI, 1773-89, t. 3, p. 598; CA, n. 286.AC, t. 4 , p. 231; LIVERANI, 1872, p. 234; VERDIANI BANDI, 1926, p.28, 41, 47, 105; RS: n. 76, pp. 26-27; n. 137, pp. 52-53; n. 169, pp.62-63; n. 193, pp. 72-73; n. 666, p. 299; n. 693, p. 308; D, dicem-bre 1068, p. 51; giugno 1072, p. 52; marzo 1126, p. 74; 5 maggio1146, p. 82; 1146, 13 gennaio, p. 82; 1176, 19 giugno, p. 97; 1185,

8 agosto, p. 103; 1081, 3 giugno, p. 57; marzo 1089, p. 61; 1196, 13maggio, p. 115; 1225, 14 gennaio, p. 188; 1226, 6 maggio, p. 190;1237, 15 maggio, p. 281; 1237, 17-19 maggio, p. 281; 1237, 10 giu-gno, pp. 282-283; 1237, 9-13 febbraio, p. 289; 1237, 16 marzo, p.290; 1243, 4-20 aprile, p. 329; 1250, 3 febbraio, p. 441; 1250, 7marzo, p. 443. Bezzini, 1996, p. 28; Santi, 1999, p. 101.Dati telerilevati – Foto obliquaAerial Survey 2002.

(25.1) Cretaiole – Pienza (Q 121 III 1715/4773)Letteratura editaHabitat III, 374 m slm, pianoro, sabbia con intercalazioni di argillee ciottoli, fosso Sambuco a 280 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – MediaCategoria – Monumento

Descrizione sito – Il sito storico si identifica con l’attuale podereCretaiole, posto lungo la strada S.S. 146 che da Pienza porta a SanQuirico d’Orcia. Il sito è posto a dominio della Val d’Orcia su unosperone che si apre come una terrazza dal grande pianoro delineatodal passaggio della strada statale. Notizie storiche – Cretaiole è citata in un documento del 1088,raccolto nel Regesto Senese, purtroppo senza indicazione di tipolo-gia insediativa. L’unica indicazione è che un certo Raineri viene in-dicato come comitis in Cretaiuole.Descrizione unità topografica – Attualmente l’abitazione è comple-tamente ristrutturata e ospita un’azienda agrituristica, ma la suastruttura permette ancora di individuare tracce di epoca medievale,rintracciabili per esempio nell’ampia base a scarpa che caratterizzal’edificio sul lato est.Attestazioni documentarie – RS, n. 118, marzo 1088 “(...) Raineri comitis in Cretaiuole, sicutGerardi Bonzi ante est posita infra plebe s. Marie sito Cosona et in-fra plebe s. Stephani sito Cennano (...)”.Definizione – Generica area insediativaCronologia – 1088Bibliografia – RS, n. 118, pp. 44-45.Dati telerilevati – Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati – La foto verticale mostra la presenzadel complesso abitativo di Cretaiole.Eira, 1976Aima, 1996.

(25.2) Cretaiole – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Nel 1981 è segnalato il rinveni-mento di una tomba a camera di forma semicircolare databile nellaprima metà del II secolo a.C. All’interno della tomba sono state rin-venute varie urne in pietra fetida con corredo, recanti iscrizionidella gens Cainei. Una di esse presenta la figura di Scilla, sulla facciaanteriore. Oltre alle urne contenute nella tomba, dalla zona proven-gono anche altre quindici urne in pietra fetida, per lo più iscritte,del tipo a cassa semplice con coperchi displuviati. Alcune di essehanno la decorazione a rosette incise a basso rilievo. Una ha la testadi Gorgone alata posta sulla fronte. Un’altra è del tipo troncoconicocon coperchio conico. Dalla zona provengono anche un’olla e di-verse ciotole in vernice nera, uno specchio in bronzo e un orecchinoproveniente da un’urna.

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Fig. 11. Alcune bozze decorate inserite nella curvatura absidale dell’ex-abbazia di San Pietro in Campo.

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Interpretazione – Dai dati in nostro possesso possiamo dire che sitratta di una necropoli, sicuramente una delle tombe, quella a ca-mera, apparteneva a una famiglia abbastanza importante, purtropponon sono riportate le iscrizioni.Definizione – NecropoliCronologia – Prima metà II secolo a.C.Bibliografia – ASAT p. 358; PISTOI, 1997, pp. 42-43; PAOLUCCI,1988, p. 65; RASTRELLI, 1985, p. 438 ss.

(25.3) Cretaiole – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – In seguito a lavori di sbanca-mento di un piccolo poggio, lungo la S.S. 146 sono state incon-trate e poi distrutte delle strutture murarie. Insieme a queste mu-rature sono apparsi: frammenti di tegole, ceramica acroma, cera-mica a vernice nera, a vernice rossa, sigillata aretina, un beccuccioin bronzo pertinente a un vaso. Uno dei frammenti in sigillatapresentava un bollo in planta pedis = M(arcus) P(erenius) Sec(un-dus), risulta inedito.Interpretazione – I dati a disposizione non sono molto interpreta-bili, ma il fatto di incontrare sia vernice nera che sigillata in unostesso sito, indica che ci troviamo in una fase di passaggio tra iltardo ellenismo e l’età romana, non sappiamo se la frequentazione èstata continuativa o se c’è stata una cesura.Definizione – FattoriaCronologia – I secolo a.C.-I secolo d.C.Bibliografia – PISTOI, 1997, pp. 42-43.

(25.4) Cretaiole – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Abbiamo notizia del rinvenimentonei pressi della tomba a camera etrusca (cfr. 25/2/121III/Pie), diuna necropoli di epoca romana, con tombe alla cappuccina.Definizione – NecropoliCronologia – Generica età romanaBibliografia – PISTOI, 1997, pp. 42-43.

(26.1) Castel di Villero – Pienza (Q 121 III – ) Letteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Abbiamo notizia dell’esistenza fin dal IX secolodel Castel di Villero nei pressi di Cosona, ma ulteriori notizie sullasua ubicazione o struttura sono ignote.Definizione – CastelloCronologia – Generico MedioevoBibliografia – VERDIANI BANDI, 1926, p. 14; LIVERANI, 1872, p. 272.

(27.1) Castelletto – Pienza (Q 121 II 1721/4770)Letteratura editaHabitat IV, 503 m slm, versante collinare, sabbia con intercalazionidi argille e ciottoli, Sorgente a 450 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Descrizione sito – Castelletto si trova a est della pieve di Santa Ma-

ria dello Spino, posto su una sommità collinare spianta e protetta anord da una serie di collinette e dal Poggio Collo Sodo.Notizie storiche – Castelletto faceva parte di quei centri, che dalDuecento sono stati assorbiti dall’attrazione demica di Montic-chiello ed hanno poi continuato a esistere come fattorie fortificate,dotate di palatium. Dal lavoro di spoglio dell’Estimo degli anni1318-20 presso Castelletto sono registrate 4 case di proprietari resi-denti e 2 palazzi di proprietari residenti. Castelletto apparteneva allacomunità di Monticchiello.Descrizione unità topografica – L’attuale podere Castelletto man-tiene una struttura piuttosto imponente, di forma rettangolare,sulla quale nella facciata si aprono una serie di archeggiature.Definizione – PalazzoCronologia – Basso MedioevoBibliografia – FARINELLI-GIORGI, 1998, p. 177; PASSERI-NERI,1994, p. 23.Dati telerilevati – Foto aerea verticale/obliquaDescrizione dati telerilevati – La foto verticale e quelle oblique mo-strano la presenza del complesso abitativo di Castelletto, enfatizzatadalla vegetazione che ne delinea il perimetro.Eira, 1976Aima, 1996Aerial survey, 2000.

(28.1) Poggio Santo Pietro – Pienza (Q 121 II 1720/4776)Letteratura editaHabitat III, 526 m slm, collina, sabbia con intercalazioni di argillee ciottoli, fosso Stagno a 600 m, incolto, erboso.

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito si trova sulla sommità del Poggio Santo Pie-tro, posto lungo la S.S. 146 Montepulciano-Pienza, appena a sud-ovest dell’attuale agriturismo Santo Pietro. Il sito è adibito a oliveto,le piante sono ben presenti specialmente sui fianchi del poggio, men-tre nella sommità gli olivi sono ancora piccoli essendo stati piantati dapochi anni. La morfologia del sito è nord-est/sud-ovest. Alcuni stu-diosi identificano in questo poggio l’area del sito altomedievale di Ci-tiliano e dell’omonima pieve di San Donato, attestata nei documentidella disputa senese-aretina dal 715 (cfr. 19/Q 121 III/Pie).Descrizione unità topografica – Si ha notizia del rinvenimento diurne sepolcrali dai caratteri etruschi, con tegoli, quadroni smisurati,vasi di quel periodo. I dati provengono da una notizia di Santi(Viaggio al Montamiata) per cui non sono forniti particolari moltoindicativi del periodo o della fattura dei materiali, le indicazionisono molto generiche.Interpretazione – I dati forniti da Santi non sono molto precisi,possiamo solamente registrare l’esistenza di una necropoli di epocaetrusca.Definizione – NecropoliCronologia – Generica età etruscaBibliografia – SANTI, 1806, II, 303; BIANCHI BANDINELLI, 1925,p. 433; BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 20 n. 6; ASAT p. 337;BIANCHI BANDINELLI, 1926, Mon. Ant. XXX, c. 433; PISTOI,1997, pp. 46-47.

(28.2) Poggio Santo Pietro – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

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Descrizione sito – Cfr. sito 28.1. Descrizione unità topografica – Nella parte sommitale del poggioSanto Pietro nel 1983 è stata individuata una vasta area di mate-riale edilizio, frammenti ceramici e qualche breve tratto di mura-tura. Sul poggio si distinguono abbastanza bene un’area cimite-riale e una occupata da un edificio. Forse questo luogo può esserestato la sede della pieve medievale dedicata a San Donato, esi-stente ancora nel 1390, la stessa pieve che altri collocano presso ilpodere Pieve vicino Palazzo Massaini (cfr. 19/2/121III/Pie). Learature piuttosto profonde del 1983 hanno sconvolto alcunetombe di inumati, costituite da fosse rivestite con pietre, da unadi queste tombe proviene una fibbia circolare, datata alla metà delXIV secolo. I materiali rinvenuti sono: frammenti di catini in ce-ramica depurata, frammenti di ciotole in maiolica arcaica, unframmento di un boccale in maiolica arcaica. I materiali rinvenutisono databili tra XIV-XV secolo. Nell’area di identificazione del-l’edificio (interpretato come la pieve) prevalgono i laterizi, soprat-tutto le tegole con aletta arrotondata verso l’interno. In questazona sono state individuate alcune pietre squadrate con subbia-tura entro cornice. Inoltre sono stati raccolti un frammento dimarmo grigio di Carrara e uno di porfido rosso-egiziano prove-nienti probabilmente da qualche edificio di età romana reimpie-gati nella costruzione della pieve.Interpretazione – I dati a disposizione permettono di riconoscereun cimitero, i resti dell’edificio non sono stati identificati, probabil-mente si tratta di una cappella, forse la pieve di San Donato.Definizione – Luogo di cultoCronologia – Basso MedioevoBibliografia – PAOLUCCI, 1988, pp. 156-158, fig. 86; MARONI,1990, pp. 211-212.Dati telerilevati – Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati – La foto verticale mostra un’anomaliamorfologica molto netta presso il podere Santo Pietro. Si tratta diuna collina allungata in direzione nord-sud, demarcata da vegeta-zione stabile solo sui limiti estremi che ne enfatizzano il perimetro.Dalla superficie della collina emergono tracce forse di terrazzamentia nord, e linee orientate nord-sud sulla sommità.Eira, 1976Aima, 1996.

(29.1) Borghetto – Pienza (Q 121 II 1721/4774 areale)Letteratura editaHabitat III, 510 m slm, leggero pianoro, sabbia con intercalazionidi argille e ciottoli, fosso delle Bucacce a 440 m, –, –.

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il Borghetto è raggiungibile sia imboccando unastretta strada sterrata a sinistra della S.S. 164, percorrendola in dire-zione Montepulciano-Pienza, oppure percorrendo la strada sterratache collega Monticchiello a Pienza, immettendosi nella biforcazionesituata all’altezza del podere Albergo. Il Borghetto si trova su unversante collinare, in un punto in cui le curve di livello degradanodolcemente, si tratta di un’area completamente destinata a oliveti.Descrizione unità topografica – Da questa località proviene abbon-dante materiale relativo a una necropoli etrusca, di cui manca qual-siasi indicazione di rinvenimento. I materiali, circa 500 pezzi, fannoparte della Collezione Newton, furono rinvenuti alla fine dell’800nei dintorni della fattoria. Non si hanno notizie circa l’esatta ubica-zione delle tombe, forse di tipo a camera. I materiali sono: ceramica

italo-geometrica (oinochoai trilobe, fiasca, cratere, calici) e protoco-rinzia (ariballoi a palla con oche e a semplici strie), ceramica d’im-pasto, buccheri pesanti a rilievo, con o senza graffiti e decorati a ci-lindretto. Una kylix frammentaria attica a figure rosse, attribuibileal “Pittore di Sarteano”, databile tra 350-330 a.C. Specchi graffitidi stile libero con Ercole e Iolato. Vari strigili e bronzi (VI-V a.C. eII-I a.C.), ferro, una piccola coppa di vetro frammentaria, vasi invernice nera (III a.C.), vasi di argilla figulina (fine VII primi de-cenni del V a.C.), vasi a figure rosse etruschi (metà del IV a.C.),un’offerente femminile in bronzo, datata alla metà del V secolo a.C.La necropoli ha un arco cronologico di frequentazione molto vasto,va dai secoli VII-VI ai secoli III-I a.C. isolati accenni ai secoli V-IV.Manca ogni dato di scavo. Interpretazione – Si tratta di una necropoli forse con tombe a ca-mera. Sembra essere frequentata per un arco temporale vastissimo,non sappiamo se in modo continuativo o a intervalli cronologici.Definizione – NecropoliCronologia – fine VII secolo a.C.-I secolo a.C.Bibliografia – BIANCHI BANDINELLI, 1925, p. 434; BIANCHI BANDI-NELLI, 1927, p. 20 s. nn. 7-9; SE II, 1928, p. 584, 688; REE, 1964,p. 168 s.; ASAT p. 337; BA, IV, 1925 p. 572; PISTOI, 1997, p. 47;MONACI, 1965, pp. 425-468; CRISTOFANI, 1992, pp. 89-114.

(29.2) Borghetto – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Si ha notizia del rinvenimento inzona, di materiale di epoca romana. Un peso di statera in forma dibusto in bronzo, varie lucerne in bronzo e monete.I materiali sono datati tra I-II secolo d.C.Interpretazione – I dati a disposizioni sono troppo limitati per po-ter indicare un’interpretazione, possiamo solo riconoscere una fre-quentazione di epoca imperiale.Definizione – FrequentazioneCronologia – I-II secolo d.C.Bibliografia – BIANCHI BANDINELLI, 1925, p. 434; BIANCHI BAN-DINELLI, 1927, p. 20 s. nn. 7-9; ASAT p. 337; BA, IV, 1925p. 572; PISTOI, 1997, p. 47; MONACI, 1965, pp. 425-468.

(29.3) Borghetto – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione unità topografica – Rinvenimento di ceramica a ver-nice nera, bucchero grigio, ceramica acroma e impasti. Interpretazione – I dati non sono particolarmente leggibili e inter-pretabili. Possiamo solo affermare che il periodo è ellenistico, datala presenza di vernice nera e bucchero grigio.Definizione – FrequentazioneCronologia – EllenismoBibliografia – ASAT p. 337; PISTOI, 1997, p. 47.

(30.1) La Lama – Trequanda (Q 121 III 1716/4778 areale)Letteratura editaHabitat III, 378 m slm, Collina, sabbia con intercalazioni di argillee ciottoli, torrente Trove a 600 m, –, –.

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

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Descrizione sito – Il sito è fuori comune, appartiene al comprenso-rio di Trequanda, ma la zona di pertinenza è quella di Sant’Anna inCamprena, infatti il sito si trova appena a est del monastero diSant’Anna. La localizzazione si riferisce al podere La Lama, ma nonconosciamo la posizione precisa del ritrovamento.Descrizione unità topografica – Rinvenimento nel 1985 di un la-strone in travertino con iscrizione rubricata su otto righe, molto lacu-nosa:

– (...) ris:herm++lart:cilni:velacuri:marcni:(...) e+++a+:rexu(...) +:+ un+(...) +:etera/la+(...)amfini:na++(...)+:vel:ta++(...)

L’iscrizione è datata al terzo quarto del III secolo a.C.Interpretazione – L’iscrizione riporta i nomi di membri dell’aristo-crazia agraria delle aree a ovest della Val di Chiana, tra di essi cisono i Cilni in posizione eminente, ma posposta a quella degliHermni. Essendo la famiglia dei Cilni una delle più potenti dellapolis aretina, appare strano trovarle menzionate in una pietra rinve-nuta tra la Val d’Orcia e la Val di Chiana. Proprio la provenienzaè l’elemento più significativo di questo ritrovamento. Infatti essaprova l’esistenza di interessi della famiglia aretina in un territoriolontano da quello di origine, ma collegato alle vie fluviali Orcia eAsso, che mettono in connessione il comprensorio della Val diChiana con il bacino dell’Ombrone conseguentemente con l’Etru-ria costiera. Quindi si può leggere in questa iscrizione la diffusionedella cilnium genus, che tra l’altro è attestata anche in zone vicinealla Val d’Orcia: Bettolle, Asciano, Chiusi; ma anche molto lon-tane: Roselle, Sovana, Vulci, Tarquinia, Orvieto, Viterbo, a testi-monianza della loro importanza ed espansione. Il fatto che i lorointeressi abbiano lasciato testimonianza nei pressi di Sant’Anna inCamprena, è una testimonianza delle “tappe” della loro espansionesu un vastissimo territorio.Definizione – IscrizioneCronologia – Terzo quarto del III secolo. a.C.Bibliografia – PAOLUCCI, 1988, p. 65; ASAT p. 339; PISTOI, 1997,p. 48; MAGGIANI, 1988, pp. 171-192.

(31.1) Collimbuti – San Quirico d’Orcia (Q 121 III 1713/4772)Letteratura editaHabitat III, 356 m slm, –, argille, –, –.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – La zona del ritrovamento attualmente non èidentificabile, ma il podere Collimbuti si trova nel comune di SanQuirico d’Orcia, lungo la S.S. 146, più o meno a metà strada traPienza e San Quirico. Il podere si trova a dominio di una zona ca-ratterizzata dall’alternanza di dolci rilievi collinari, coltivati a semi-nativi, tipici dell’ambiente morfologico valdorciano.Descrizione unità topografica – Rinvenimento nel 1864 di alcunetombe con urnette a theca con iscrizioni della gente Aneini. Inoltreè stata scoperta un’altra tomba disfatta con materiale analogo, rin-venuta da persone del luogo e dispersa. Probabilmente da ubicarsiin questa località un ritrovamento analogo con iscrizione dellagente Trepu-Trebonia (III-I secolo a.C).Definizione – Necropoli

Cronologia – III-I secolo. a.C.Bibliografia – BIANCHI BANDINELLI, 1927, p. 23 nn. 5-6; ASAT p.340; CIE, I, 205-212, 1908-1929; Bull. Inst., 1869, p. 72; CIL,XI, 2473.

(32.1) Podere Porciano – Pienza (Q 121 III 1717/4772 areale)Letteratura editaHabitat III, 401 m slm, versante collinare, sabbia con intercalazionidi argille e ciottoli, Sorgente a 50 m, –, –.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – La località si trova lungo il Costone di Pienza,sottostante al Romitorio e alla chiesa di Santa Caterina, si incontrapercorrendo la strada bianca, che dalla pieve di Corsignano con-duce verso il podere Arpicella.Descrizione unità topografica – Durante l’effettuazione di lavoriagricoli nel 1969, sono stati rinvenuti numerosi frammenti di cera-mica d’impasto (alcuni con decorazioni impresse), molte lame,punte, grattatoi in selce e in diaspro e alcune lamette di ossidiana.Definizione – StazioneCronologia – NeoliticoBibliografia – ASAT p. 358; PISTOI, 1997, pp. 39-40; CALVI REZIA,1972.

(32.2) Podere Porciano – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Cfr. sito 32.1. Descrizione unità topografica – Si ha notizia del rinvenimento dimateriale dell’Età del bronzo: ceramiche con striature a pettine econ cordoni plastici.Definizione – StazioneCronologia – Età del bronzoBibliografia – PISTOI, 1997, pp. 39-40; CALVI REZIA, 1972.

(33.1) Favolello – Pienza (Q 121 III 1717/4773 areale)Letteratura editaHabitat III, 450 m slm, versante collinare, sabbia con intercalazionidi argille e ciottoli, –, –.

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – La località del rinvenimento non è identificabile,sappiamo solo che si trova alla base del costone di Pienza, nella zonacompresa tra la pieve di Corsignano e il podere Arpicella.Descrizione unità topografica – Alla fine degli anni ’60 venne repe-rita una brocchetta fittile.Definizione – FrequentazioneCronologia – Non identificabile Bibliografia – ASAT p. 358; PISTOI, 1990, p. 50.

(34.1) Sassaie – Pienza (Q 121 III 1716/4773 areale)Letteratura editaHabitat III, 438 m slm, pianoro, sabbia con intercalazioni di argillee ciottoli, fosso Sambuco a 800 m, –, –.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – La località si trova in prossimità del podere Sasso,posto lungo la S.S. 146 che porta da Pienza a San Quirico, poco

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lontano dal cimitero comunale. La zona è prevalentemente coltivataa olivi. La località puntuale del rinvenimento non è identificabile.Descrizione unità topografica – In seguito a lavori agricoli, sonostate incontrate e poi distrutte delle strutture murarie, dalla stessazona sono stati recuperati frammenti di: ceramica acroma, dolia,vernice nera, vernice rossa, sigillata, un frammento di sigillata conbollo radiale Cinna, inedito, vari pesi da telaio.Definizione – FattoriaCronologia – I secolo a.C.-I secolo d.C.Bibliografia – PISTOI, 1997, p. 39.

(34.2) Sassaie – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Cfr. sito 34.1. Descrizione unità topografica – Rinvenimento nel 1934 di unatomba con urnette e vasi fittili. Un’urna in pietra fetida porta un’i-scrizione pertinente alla famiglia degli Alfi.Definizione – NecropoliCronologia – Generica età etruscaBibliografia – RIESCH, 1934, in SE VIII, pp. 334-336; CAMPO-REALE-MONACI, 1964, p. 168 ss.; PAOLUCCI, 1988, p. 65; ASATp. 358; PISTOI, 1997, p. 39.

(35.1) Costone di Pienza – Pienza (Q 121 III 1717/4772 areale)Letteratura editaHabitat III, 483 m slm, versante collinare, sabbia con intercalazionidi argille e ciottoli, Sorgente a 50 m, –, –.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito è posto lungo il costone sul quale sorgePienza, nel punto in cui comincia a degradare verso la valle, a ovestdi Pienza. La località precisa della posizione del rinvenimento non èindividuabile.Descrizione unità topografica – Siamo venuti a conoscenza che frail 1976 e il 1980, durante lavori agrimensorali vennero rinvenutivari frammenti di ceramica con decorazioni applicate, con striaturea spazzola e con incisioni; inoltre oggetti litici di selce e di diasprocome grattatoi semicircolari punte e lame. La scoperta è avvenutalungo un tracciato viario medievale. Definizione – StazioneCronologia – Età del BronzoBibliografia – PISTOI, 1997, pp. 38-39; CALVI REZIA, 1981 n. 1-2.

(36.1) Santa Giuseppina – Torrita di Siena (Q 121 III1722/4775 areale)Letteratura editaHabitat II, 498 m slm, versante collinare, sabbia con intercalazionidi argille e ciottoli, -, -.

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito si trova lungo la S.P. 146, nel punto di di-ramazione di Poggio Colombo venendo da Pienza da un lato si va aTorrita dall’altro a Montepulciano.Descrizione unità topografica – Nel 1974 in seguito a lavori agri-coli, si è avuto il ritrovamento sporadico di un’oinochoe di bronzomancante di fondo. Il pezzo è datato al V secolo a.C. Definizione – FrequentazioneCronologia – V secolo a.C.Bibliografia – PISTOI, 1997, p. 40.

(37.1) Campi Rutiliani – Pienza (Q 121 III 1717/4772)Letteratura editaHabitat III, 391m slm, versante collinare, argille sabbiose, sorgentea 200 m, seminativo, –.

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito si trova lungo la S.P. 18, poco dopol’incrocio per la pieve di Corsignano continuando a scendere lecurve che da Pienza portano verso la valle. L’area indicativamentepuò essere compresa tra la pieve di Corsignano e il podere Co-lombaiolo. La zona dei campi sottostanti il ciglio stradale, indi-cati genericamente da un grande cipresso è quella interessata dairitrovamenti.Descrizione unità topografica – Durante lavori agricoli, nel1975, vennero scoperti grossi blocchi di pietra arenaria poligo-nali e molti frammenti ceramici: vasellame da mensa, frammentidi dolia, ceramica a vernice nera, a vernice rossa, sigillata, coppi,tegoloni, frammenti di pavimento in cocciopesto, un peso da te-laio di forma tronco piramidale, una moneta bronzea attribuibilead Antonino Pio (138-161 d.C.) un frammento di conduttura inpiombo.Interpretazione – Si tratta di un sito plurifrequentato, le tracce ini-ziano con la vernice nera ellenistica e terminano con la vernice rossatardo antica. Se la frequentazione sia stata continuativa o a volte in-terrotta non possiamo desumerlo dai dati a disposizione. Quelloche è certo è che si tratta di un complesso di grandi dimensioni(villa o fattoria).Definizione – Complesso di medio grandi dimensioniCronologia – I secolo a.C.-V secolo d.C.Bibliografia – PISTOI, 1997, p 41.

(38.1 Poggio Grande – Pienza (-) Letteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Località non identificata.Descrizione unità topografica – Si ha notizia del rinvenimento diuna tomba di epoca etrusca generica, non meglio precisata.Definizione – TombaCronologia – Generica età etruscaBibliografia – PISTOI, p. 41.

(39.1) Pianoia – Pienza (Q 121 II 1725/4770 areale)Letteratura editaHabitat IV, 660 m slm, leggero pianoro, sabbia con intercalazionidi argille e ciottoli, fosso Scornabue a 350 m, –, –.

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito di Pianoia si trova all’estremo confine nor-dorientale di Pienza, lungo il limite con il comprensorio di Monte-pulciano. Pianoia è posta lungo la S.P. 88 che porta da Montic-chiello verso Montepulciano e Chianciano. L’area è facilmente in-dicata percorrendo la strada da Monticchielllo, dall’interruzionebrusca del bosco che poco dopo il superamento della località laMacchia si apre in un vasto pianoro con campi a seminativo che in-dica appunto la zona di Pianoia.Descrizione unità topografica – Si ha notizia del rinvenimento distrutture murarie non specificate, forse romane. I dati a disposi-zione sono scarsissimi, potrebbe trattarsi di una qualsiasi costru-

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zione, non sappiamo neppure le dimensioni e il tipo di apparec-chiatura.Definizione – FrequentazioneCronologia – Generica età romanaBibliografia – PISTOI, 1997, p. 42.

(39.2) Pianoia – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Cfr. 39.1. Descrizione unità topografica – Presso Pianoia sono state scavatesette tombe di cui due a camera e cinque a nicchiotti. Fanno partedi una necropoli ellenistica. Lo scavo è stato condotto dalla Soprin-tendenza della Toscana. Non lontano dalla necropoli nei primianni del XX secolo sono stati recuperati alcuni oggetti votivi da ri-collegare a un piccolo luogo di culto, ubicato a breve distanza da untracciato stradale minore che probabilmente collegava la Val d’Or-cia con l’insediamento di Casa al Vento e Montepulciano. I pochimateriali sembrano indicare un utilizzo del luogo sacro tra la finedell’età arcaica e l’età ellenistica.Definizione – Luogo di cultoCronologia – EllenismoBibliografia – VILUCCHI, 1998, pp. 342-343; MINETTI, 1988, p. 55.

(40.1 Pescina – Pienza (-) Letteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – Località non identificataDescrizione unità topografica – Nel corso di lavori agricoli, sonostati scoperti dei materiali provenienti da una tomba: un’urna intravertino, diverse piccole anfore, varie olle in ceramica.Definizione – TombaCronologia – Generica età etruscaBibliografia – PISTOI, 1997, p. 46; SE, II, p. 668; ASAT, p. 337.

(41.1) Buca delle Fate – Pienza (Q 121 II 1721/4774)Letteratura editaHabitat IV, 465 m slm, versante collinare, sabbia con intercalazionidi argille e ciottoli, fosso delle Bucacce a 180 m, vegetazione perma-nente, bosco.

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Descrizione sito – Il sito si trova lungo il costone di arenaria, postoin linea d’aria antistante in direzione nord-ovest al podere Fab-brica.Vi si giunge dalla S.S. 146 voltando in direzione del podereSaracina, da cui si procede a piedi lungo un sentiero nel bosco checosteggia il versante dell’altura fino a raggiungere il terrazzo di are-naria. La zona è raggiungibile con maggiori difficoltà anche dalladirezione opposta. Dal podere Terrabianca a piedi si attraversano idue campi a seminativo che sono stati ritagliati tra il bosco e si rag-giunge la base della collina sul cui versante si trova il sito. Attraver-sando il bosco dirigendosi verso il costone si raggiunge la terrazzadove si aprono i vani di Buca delle Fate.Descrizione unità topografica – In questa località viene segnalata lapresenza di un abitato con tombe. Lungo il perimetro della collina,per lo più a strapiombo, si trovano scolpite le tombe rupestri. Duesono ben visibili, altre non sono facilmente raggiungubili, le due vi-

sitabili sono contigue. La prima ha tracce di displuviatura sul sof-fitto e una parete piena di colombari quadrangolari, posti a destradell’ingresso. La seconda ha il tetto piano e molti colombari difronte all’ingresso e in altri punti del vano, ma poco riconoscibili.Le tracce dell’abitato vanno forse ricercate nella zona sovrastante letombe, sul pianoro posto sulla sommità della collina.Per quanto riguarda i colombari sono l’elemento che può metterein crisi l’identificazione del sito come necropoli. Infatti questa ti-pologia presente presso Vitozza nell’area interna del grossetano,ancora poco conosciuta in merito alla funzione, può mettere indubbio anche il sito della Buca delle Fate. Bianchi Bandinelli asuo tempo identificò i colombari di Vitozza come elementi confunzione funeraria (cellette per la sistemazione delle urne cinera-rie) e li datò all’epoca romana. Ma il dibattito intorno ai colom-bari si è poi sviluppato segnalando come in età classica e in etàmedievale, strutture di questo tipo venissero usate per l’alleva-mento di colombe. Se ne trova traccia in trattati di agraria diepoca romana e medievale, dove vengono descritti minuziosa-mente. Queste nicchie dovevano essere di circa 26 cm, distribuitein modo serrato lungo le pareti, l’accesso per i volatili dovevaaprirsi su pareti a picco ed essere abbastanza stretto per impedirel’accesso a uccelli rapaci. Era necessario anche un accesso perl’uomo che doveva raccogliere il prezioso guano, usato come ferti-lizzante. Secondo questi antichi trattati i colombari necessitavanodi canalette per l’acqua in cui i colombi potevano bere. In effetti aVitozza la ripulitura di uno dei piani di calpestio di una grottacon colombai ha permesso il rinvenimento di canalizzazioni chepotrebbero far pensare a questo uso. Presso il sito di Buca delleFate la ricognizione è stata piuttosto veloce e non è stata effettuataponendo attenzione a questo particolare, quindi non possiamoescludere anche a Pienza la presenza di questo elemento che avva-lorerebbe l’uso non funerario (o almeno non solo) di questegrotte. Inoltre a Vitozza altri elementi che portano l’interpreta-zione verso un uso non funerario vengono dal riconoscimentosulle pareti tra una nicchia e l’altra, di fori non regolarmente di-sposti, che possono essere collegati all’inserimento di asticelle.Presso Buca delle Fate sono presenti vari fori di dimensioni di-verse, posti in maniera non regolare, che potrebbero far pensare aun utilizzo come alloggi per palizzate, chiusure, asticelle, e cosìvia. Purtroppo sia a Vitozza come a Buca delle Fate i vani rupestrinon sono databili. Non è stato rinvenuto nessun reperto o ele-mento in qualche modo datante. Gli unici elementi da prenderein considerazione per capire vagamente l’uso possono essere i taglie i fori presenti sulle pareti oltre ai colombari, che in ambedue lelocalità possono essere messi in relazione anche con un utilizzo deivani in fasi diverse e per usi diversi. Presso la Buca delle Fate

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Fig. 12. Colombari ricavati in una delle pareti del sito rupestre della Buca delle Fate.

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quindi per il momento teniamo in considerazione l’interpreta-zione del luogo come necropoli, senza comunque escludere la pos-sibilità di un utilizzo invece a scopo non funerario, magari per al-levare le colombe o abitativo in fasi coeve o diverse (precedentie/o successive) alla datazione a epoca etrusco-romana fornita per ilmomento dalla letteratura esistente sul sito.Interpretazione – Probabile luogo sacro, usato come necropoli, peril quale non possiamo escludere anche un utilizzo diverso, mancanoper il momento indizi esaustivi.Definizione – FrequentazioneCronologia – Generica età etrusco-romanaBibliografia – PISTOI, 1997, pp. 48-49; MAZZESCHI, 1976, p. 89;BOLDRINI-DE LUCA, 1985, pp. 36-37.

(42.1) Piano delle Checche – Pienza (Q 121 II 1721/4766areale)Fonte oraleHabitat I, 285 m slm, pianura, depositi alluvionali, fiume Orcia a150 m, seminativo, –.

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito secondo le fonti orali dovrebbe trovarsi sulpiano delle Checche, cioè una vasta area pianeggiante compresa trail corso dell’Orcia e la S.P. 53 nell’area antistante il podere LeChecche. Non conosciamo la posizione precisa del sito indicativa-mente però il piano delle Checche si trova tutto in posizione pia-neggiante, su suoli destinati a seminativi.Descrizione unità topografica – Da fonti orali abbiamo saputo delrinvenimento anni fa, di un grande complesso di epoca romanapresso il piano delle Checche. Addirittura l’informazione ha for-nito il dato della presenza di circa 200 sepolture. Non abbiamochiarito la cronologia, certamente è stata menzionata una frequen-tazione imperiale del sito. Riguardo alla necropoli non sappiamoniente sulla cronologia. Interpretazione – Pur non avendo assolutamente nessun elemento inmano per fornire una interpretazione possiamo prospettare un com-plesso legato alla ricchezza proveniente dal passaggio della viabilità, senon addirittura coincidente con un attraversamento dell’Orcia.Definizione – Complesso di medio grandi dimensioniCronologia – Tarda repubblica-prima età imperiale.Bibliografia – Da una conversazione avuta con la dottoressa Viluc-chi, ispettrice di zona della Soprintendenza della Toscana e il mae-stro Dondoli ispettore onorario.

(43.1) Costilati – Pienza (Q 121 III 1715/4772 areale)Letteratura editaHabitat II, 391 m slm, pianoro, sabbia con intercalazioni di argillee ciottoli, fosso Sambuco a 500 m, –, –.

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il podere Costilati si trova a sud-ovest diPienza non distante dal confine con il comune di San Quiricod’Orcia. La zona è collinare e destinata per la maggior parte allecolture di seminativi e allevamento. Non conosciamo la zona pre-cisa del rinvenimento.Descrizione unità topografica – Si ha notizia del rinvenimento inzona, ma non conosciamo il luogo preciso, di materiali eneolitici:molti scarti di lavorazione litica, un’ascia di diorite levigata, raschia-toi e punteruoli, 13 punte di freccia e una di bronzo, trovate spora-diche nei dintorni, uno scalpello in roccia serpentina.

Definizione – StazioneCronologia – EneoliticoBibliografia – PISTOI, 1997, p. 50; BIANCHI BANDINELLI, 1927, p.22, n. 1; Bull. Paletn. XLIII, 1923, p. 105; STM, II, p. 218, n.366-367.

(44.1) Costarelle – Pienza (Q 121 II 1722/4773 areale)Attestazione documentariaHabitat IV, 479 m slm, versante collinare, litofacies prevalente-mente argillitiche, torrente Tresa a 390 m, –, –.

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Località identificata con il podere Costarelle, aovest di Monticchiello, situata in un’area dove attualmente predo-mina il bosco.Notizie storiche – Costarelle appare citata per 30 volte nelle schederedatte per l’Estimo del Comune di Fabbrica tra il 1316-20. Intutte le registrazioni la località appare legata alla presenza di terre aseminativo.Definizione – Sfruttamento agricoloCronologia – 1316-1317Bibliografia – EF = Tavoletta preparatoria dell’Estimo del comunedi Fabbrica.

(45.1) Lantra Lama – Pienza (Q 121 II 1722/4772 areale)Attestazione documentariaHabitat IV, 450 m slm, versante collinare, litofacies prevalente-mente argillitiche, fosso Lanese a 250 m, –, –.

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Località probabilmente identificabile con l’at-tuale podere Le Lame, a nord-est di Monticchiello.Notizie storiche – La località Lantra Lama appare citata 2 volte nel-l’Estimo di Fabbrica. In ambedue le registrazioni si parla di pro-prietà di terre.Definizione – Sfruttamento agricolo Cronologia – 1316-1317Bibliografia – EF = Tavoletta preparatoria dell’Estimo del comunedi Fabbrica.

(46.1) Valle Bernardi – Pienza (Q 121 II 1721/4772 areale)Attestazione documentariaHabitat IV, 442 m slm, versante collinare, litofacies prevalente-mente arenacee, sorgente a 10 m, –, –.

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Località identificata con l’attuale podere FonteBernardi, a sud-ovest di Monticchiello.Notizie storiche – Il toponimo Valle Bernardi si trova citato per 12volte nell’Estimo di Fabbrica. In tutti i casi si parla della proprietàdi terre lavorative.Definizione – Sfruttamento agricoloCronologia – 1316-1317Bibliografia – EF = Tavoletta preparatoria dell’Estimo del comunedi Fabbrica.

(47.1) Caggiolo – Pienza (Q 121 III 1719/4774 areale)Attestazione documentariaHabitat III, 461 m slm, sommità collinare, argille, fosso Stagno a270 m, –, –.

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Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Località identificata con l’attuale podere Cag-giolo, a ovest di Fabbrica.Notizie storiche – Il nome Caggiolo appare citato per 60 volte nelleregistrazioni dell’Estimo di Fabbrica. In tutti i casi si parla dellaproprietà di terre.Definizione – Sfruttamento agricoloCronologia – 1316-1317Bibliografia – EF = Tavoletta preparatoria dell’Estimo del comunedi Fabbrica.

(48.1) Fontanella – Pienza (Q 121 II 1720/4770 areale)Attestazione documentariaHabitat III, 424 m slm, leggero pianoro, argille sabbiose, torrenteTresa a 800 m, –, –.

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Località identificata con l’attuale podere Fonta-nelle, a sud di Monticchiello.Notizie storiche – In un documento del 1241 viene ricordatocome toponimo legato alla vendita di pezzi di terra. Il toponimoFontanella si trova citato 25 volte nell’Estimo di Fabbrica. Leschede si riferiscono 13 volte a proprietà di terra coltivata a orti,11 riguardano proprietà di case, una riguarda un cellarium. Il vo-lume del Passeri-Neri, sullo studio delle tavole dei vari Estimi, hariconosciuto nella zona di Fontanella la presenza di 9 case di pro-prietari locali e una di proprietario cittadino.Attestazioni documentarie – D, 1241, 1 settembre, Salvuccio del fu Salvi di Ranaldo permutacon Ranuccio di Scarlino due pezzi di terra a Monticchiello in l. d.Fontanella, e riceve altra vigna in l. d. Tritane. In Monticchiello.Definizione – AbitatoCronologia – 1316-1317Bibliografia – D, 1241, 1 settembre, p. 315; EF = Tavoletta prepara-toria dell’Estimo del comune di Fabbrica; PASSERI-NERI, 1994, p. 6.

(49.1) Frischeta – Pienza (Q 121 III 1719/4773 areale)Attestazione documentariaHabitat III, 404 m slm, versante collinare, argille sabbiose, fossoStagno a 137 m, –, –.

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Località identificata con l’attuale podere Fra-scheta, tra la zona est di Pienza e Fabbrica.Notizie storiche – Il nome Frischeta si trova citato 28 volte nell’E-stimo di Fabbrica. Tutte le registrazioni si riferiscono alla proprietàdi terre, tranne una contenente la stima di un’abitazione.Definizione – Generica area insediativaCronologia – 1316-1317Bibliografia – EF = Tavoletta preparatoria dell’Estimo del comunedi Fabbrica.

(50.1) Lucignano – Pienza (Q 121 III 1719/4772)Letteratura editaHabitat III, 443 m slm, sommità collinare, argille sabbiose, fossoRigo a 540 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito è da identificare probabilmente con l’at-tuale podere Lucignanello, a est di Pienza, posto su un’altura adominio della porzione di Val d’Orcia compresa tra Pienza eMonticchiello. In questo luogo viene citata la presenza di terra, sesia coltivata o edificata non viene specificato.Attestazioni documentarie –

D, maggio 1099, “Rolando figlio di Azzo, vende a Maiza diRoizo la sesta parte di una terra nel contado di Siena, postapresso la pieve di San Vito in Corsiniano, in luogo detto Luci-niano, dove fu la chiesa di Santo Stefano, per il prezzo di sol. 3 –In Lucignano”.

D, 1116 ottobre, “Nevaldino del fu Gerardo e Aza sua moglie,vendono a Rodolfo del fu Pietro due pezzi di terra nel contadodi Siena presso la pieve di San Vito in Corsignano in luogo dettoLucignano, per il prezzo di 20 sol. – In Corsignano”.

Definizione – Sfruttamento agricoloCronologia – Secoli centrali del MedioevoBibliografia – D, maggio 1099, p. 64; 1116 ottobre, p. 71.Dati telerilevati – Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati – La foto verticale mostra un’anomaliavegetazionale evidente soprattutto a nord della costruzione dell’edi-ficio monumentale di Lucignanello, posto sulla sommità della col-lina, segnata appunto dalla vegetazione disposta a semicerchio.Eira, 1976Aima, 1996.

(51.1) Podere Ragnuzzi – Pienza (Q 121 III 1714/4777)Ricognizione di superficieHabitat II, 375 m slm, pianoro, argille sabbiose, torrente Tuoma a1000 m, seminativo, arato

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Ricognizioni effettuate – 2Descrizione sito – Il sito si trova a ovest del podere Ragnuzzi, carat-terizzato da un rilievo molto evidente nella morfologia del fondoagricolo costeggiato a sud dalla strada bianca che conduce a Co-sona. Il campo a nord, est e ovest è delimitato da altri campi e dacostoni argillosi. La morfologia è tendenzialmente di versante colli-nare molto dolce, tranne appunto in direzione sud dove un rilievosi stacca nettamente dalla morfologia tipica del fondo. Il terreno èargilloso di colore uniformemente grigio con la tendenza al giallo inalcuni punti. La collinetta vicina alla strada è caratterizzata da ungrande albero secco sulla sommità.Descrizione unità topografica – A ovest del podere Ragnuzzi, suuna collinetta (la seconda dalla strada) si trova una concentrazionedi laterizi (coppi, tegole, tegole con cerchi fatti con le dita) ceramicaper lo più depurata. I laterizi si trovano sparsi lungo le arature, maemergono anche dalla piccola porzione di terra non lavorata. Laconcentrazione pur se sparsa misura approssimativamente 29, 5x22m, orientata nord-sud, la terra non presenta cambiamenti di colore.I reperti sono: coppi, tegole, ceramica depurata, poca grezza, maio-lica rinascimentale, vernice nera, vernice rossa.Interpretazione – L’interpretazione può essere dubbia, dato chemolti materiali sono stati portati via in passato, in più l’aratro hacompletamente sconvolto la situazione. Si riconosce comunque l’e-sistenza di una struttura in materiale deperibile e copertura in late-rizi, i materiali ceramici indicano plurifrequentazione, certamente èesistita una fase etrusco arcaica.

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Definizione – FrequentazioneCronologia – Arcaismo

(52.1) Caggio/ Cagio/ Cagione – Pienza (Q 121 III 1719/4774areale)Letteratura editaHabitat II, 250 m slm, –, –, fiume Orcia a 1.000 m, –, –.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito storico non si può identificare con l’at-tuale podere Caggiolo nei pressi di Fabbrica, a causa delle indica-zioni fornite dai documenti. Il sito sembrerebbe posizionarsi allependici di Montertine, purtroppo attualmente non si è conservatoun toponimo simile.Grazie a uno studio su alcune carte dell’Archivio di Stato di Sienacondotto da Roberta Mucciarelli, carte relative a una causa giudizia-ria tra il Santa Maria della Scala di Siena e un esponente della fami-glia Piccolomini, conosciamo bene le vicende che nel XIII secolohanno interessato quest’area di Pian di Cagio. Infatti la controversianasce proprio dai diritti di possesso avanzati da ambedue le parti suquesto pezzo di terra posto ai piedi di Montertine. Grazie alle testi-monianze riportate dalle carte conosciamo abbastanza puntual-mente la posizione di questo Pian di Cagio, si trovava compreso tral’Orcia a sud, Montertine e nord, il fosso Sambuco a ovest e il tor-rente Tresa a est.Notizie storiche – Le carte parlano di un avvenimento denun-ciato dall’Ospedale di Siena, accaduto nel mese di aprile del1277, quando Rinaldo di Turchio della famiglia dei Piccolominioccupa un terreno posto in località Pian di Caggio di proprietàdell’Ospedale della Scala di Siena da almeno trent’anni. Il ter-reno confina con le terre di Zaccone di Monticchiello, la viapubblica, i beni della comunità di Monticchiello e dell’Impero.Con la forza, le armi e un seguito di mezzadri anch’essi armati,Rinaldo Piccolomini ha cacciato gli uomini che vi lavoravano ecolmato una buca che da tempo era stata scavata. Nei giorni suc-cessivi il Piccolomini ancora aiutato dai suoi mezzadri ha nuova-mente cacciato i lavoranti, disperso gli animali e rovinato gli ara-tri. Alla denuncia segue una lunga serie di testimonianze sulfatto, fornite da gente dei dintorni di Montertine (Rocca a Ten-tennano, Vignone, Abbadia San Salvatore, San Quirico, Crevole,Corsignano e Monticchiello). Proprio le indicazioni fornite daitestimoni, come detto, offrono molte notizie utili alla ricostru-zione del paesaggio medievale. Specialmente una testimonianza èricca di informazioni. Si tratta di quella fornita da Rinaldo di Vi-tello, un sessantenne di Corsignano, testimone dalla parte delPiccolomini. Egli fornisce molte indicazioni sulla topografia delluogo: definisce con chiarezza i limiti delle pertinenze di Corsi-gnano che iniziano ai piedi del versante settentrionale di Monter-tine, e quelli delle pertinenze di Monticchiello che iniziano daltorrente Tresa, delimitando quindi all’interno di questi elementiquelle di Montertine. Egli ci informa anche del fatto che il MonteHertari (Montertine) nella parte più alta è abitato mentre inbasso iniziano le pertinenze della sua curia.Le testimonianze divergono specialmente per quanto riguarda leprove di possesso delle due parti. Quelli che pendono per il Piccolo-mini spingono sul fatto che Montertine è stato donato alla famigliadall’Imperatore con tutte le sue pertinenze, mentre quelli che pen-dono per la Scala insistono sul fatto che l’Ente è da trent’anni che èvenuto in possesso delle terre di Pian de Cagio, tramite vendite e do-

nazioni. La lite durò tre anni, l’ultimo atto è datato 1280 e vede larisoluzione della questione con la donazione delle terre contese in fa-vore dell’ospedale. La chiusura della disputa si intreccia con il de-stino di Bernardino di Alamanno dei Piccolomini, nipote di UgonePiccolomini infeudato da Federico II del castello di Montertine.Bernardino è l’erede di Montertine del quale si è disfatto in gioventùdonandolo a un consorte. Infatti fu proprio Bernardino che in virtùdel suo diritto feudale sul luogo dona Pian di Cagio all’ospedale, daun lato appianando i rapporti politici tra i Piccolomini e la Scala edall’altro ponendo fine alla questione giudiziaria in maniera pacifica.La questione dei passaggi di proprietà circa trent’anni prima dellaquestione giudiziaria effettivamente è stata registrata dallo spogliodei documenti pubblicati nella raccolta del Diplomatico dell’Archi-vio dello Stato di Siena. Nel 1241 Ildebrandino del fu Andrea daMonticchiello vende a Ildebrandino Parabuoi da Siena, la metà diun podere nel castello di Monticchiello, in luogo detto Caggio, aipiedi di Montertari, per il prezzo di lire 80. L’anno dopo Ranieri diZaccone da Monticchiello, a titolo di locazione, dà a Cacciaconterettore dello spedale di Santa Maria di Siena, la quarta parte delpiano di Caggio per il canone di 12 staia di grano, per la durata di seianni. Nel 1243 Aldobrando di Parabuoi dona a Cacciaconte rettoredello spedale di Santa Maria di Siena, un podere a Monticchiello inluogo detto Piano di Caggio, confinante con i beni della chiesa diSanta Mustiola, con l’impero, con i figli Piccolomini e col fiume Or-cia. Nel 1245 Andrea del fu Benedetto da Monticchiello, dona a Ra-nieri rettore dello spedale di Santa Maria di Siena i diritti che avevanel piano di Cagio, presso i beni dei figli Piccolomini di Siena. Po-trebbero essere proprio questi alcuni degli atti che hanno portato poinel 1277 a iniziare le vertenze per la penetrazione in questa porzionedi Val d’Orcia dell’ospedale senese. Attestazioni documentarie –

D, 1241, 28 novembre, Ildebrandino del fu Andrea da Montic-chiello vende a Ildebrandino Parabuoi da Siena, la metà di unpodere nel castello di Monticchiello, in l. d. Caggio, ai piedi diMontertari, per il prezzo di l. 80 (...).

D, 1241, 9 dicembre, Benvenuta moglie di Ildebrandino d’An-drea da Monticchiello conferma la vendita fatta da suo marito aIldebrandino Parabuoi di Siena, di un pezzo di terra in luogodetto Caggio, per il prezzo di l. 80. In Monticchiello.

D, 1241, 16 marzo, Ranieri di Zaccone da Monticchiello, a ti-tolo di locazione, dà a Cacciaconte rettore dello spedale di SantaMaria di Siena, la quarta parte del piano di Caggio per il canonedi 12 staia di grano, per la durata di sei anni (...).

D, 1245, 15 novembre, Andrea del fu Benedetto da Montic-chiello, dona a Ranieri rettore dello spedale di Santa Maria diSiena i diritti che aveva nel piano di Cagio, presso i beni dei figliPiccolomini di Siena (...).

D, 1246, 27 novembre, copia fatta nel 1286. Andrea di Bene-detto da Monticchiello, vende a m. Ranieri rettore dello spedaledi Santa Maria di Siena, la metà di una selva in l. d. Cagiole,nella Val d’Orcia, per il prezzo di l. 10.

D, 1243, 11 aprile, Aldobrando di Parabuoi dona a Cacciaconterettore dello spedale di Santa Maria di Siena, un podere a Mon-ticchiello in l. d. Piano di Caggio, confinante con i beni dellachiesa di Santa Mustiola, con l’impero, con i figli Piccolomini ecol fiume Orcia.

Definizione – Sfruttamento agricoloCronologia – Basso Medioevo Bibliografia – D, 1241, 28 novembre, pp. 317-318; 1241, 9 di-

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cembre, p. 318; 1241, 16 marzo, p. 320; 1245, 15 novembre, p.359; 1246, 27 novembre, p. 371; 1243, 11 aprile, p. 329; MUC-CIARELLI, 2001.

(53.1) Cisolle – Pienza (Q 121 II 1723/4770 areale)Letteratura editaHabitat IV, 473 m slm, versante collinare, argille sabbiose, torrenteRigo a 390 m, –, –.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito storico si identifica con l’attuale podereCisolle a est di Monticchiello, in direzione di Pianoia. Il termineasio, con il quale viene indicato il toponimo, indica un lotto di ter-reno edificabile.Attestazioni documentarie – D, 1249, 21 marzo, Peruccio del fu Orlandino, essendosi ridotto inmiseria, e volendo restituire a Berta moglie di Giovanni e a Sola-bella moglie di Ranieri suoi figli, le loro doti per la somma di l.100, cede un campo posto in Asio Casati e in Asio Cisolle.Definizione – AsioCronologia – Basso MedioevoBibliografia – DU CANGE, 1840, tomo I; D, 1249, 21 marzo, p.422.

(54.1) Colle Tolle – Pienza (Q 121 II 1726/4767)Letteratura editaHabitat IV, 548 m slm, versante collinare, puddinghe poligeniche,torrente Astroncello a 215 m, incolto , incolto .

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito si trova su un colle tagliato dal confine trai comuni di Pienza e di Chianciano, tra il Castelluccio e la Foce. Lazona è caratterizzata da ampie zone boscose, anche questa collinapresenta solo il versante meridionale libero da colture stabili, men-tre in direzione nord l’altura è tutta coperta da bosco ininterrottofino a superare il Castelluccio.Descrizione unità topografica – Dalla zona provengono i 715 pezziche compongono la Collezione Mieli, formata per iniziativa diLeone Mieli alla fine del secolo scorso. La cronologia dei materialiinizia con l’orientalizzante recente, con vasi etrusco corinzi prodottiin Etruria meridionale, oltre ad alcuni pezzi di importazione. Inparticolare è da ricordare un aryballos corinzio e un unguentario dialabastro, del tipo importato dall’Oriente in Etruria costiera e dif-fuso nell’interno dalle vie commerciali del Fiora e dell’Ombrone,che avevano il loro sbocco presso il valico di Castelluccio-La Foce.Notevole la presenza di buccheri, che giungono a datare i materialial VI a.C. Da questo momento si forma una lacuna progressiva-mente più forte fino ad arrivare al V a.C., periodo che coincide conil presunto inurbamento entro Chiusi. Ma il V secolo a.C. è co-munque rappresentato: da alcune ceramiche a figure rosse attiche(530-420 a.C.), da un foculo in argilla, decorato da due teste sileni-che (stilisticamente appartenenti alla prima metà del V a.C.).Quindi a differenza di altri centri come Cetona e Sarteano, checonobbero un definitivo abbandono in età classica, nella zona delCastelluccio, sembra non si assista a un tale declino, probabil-mente grazie alla sua favorevole posizione. In seguito, in epocaellenistica, la collezione testimonia una ripresa, notevolmenterappresentati sono i bronzi all’interno delle tombe, le oreficerie,la ceramica a vernice nera. Scarsamente rappresentato il mo-mento romano, restano pochi pezzi di un periodo che preceden-

temente (dal Gamurrini, 1895) era stato ricordato come note-vole, tanto da far ipotizzare la presenza di una villa nelle vici-nanze della necropoli. Rinvenimento nella zona di Tolle di unanecropoli etrusca con tombe a ziro comprendenti anche mate-riale villanoviano e tombe a camera datate al VI-V secolo a.C. in-sieme a tombe di epoca tardoetrusca; nella zona sono segnalateanche tegole funerarie con iscrizioni bilingui etrusco-latine e unacon iscrizione latina (CII 984 bis a-c; ET CL 1939-1948; CILXI, 2185-93, 7159-71). La necropoli comprende anche tombe apiccola camera, buccheri a cilindretto e a rilievo, materiali bron-zei e preziosi, caratteristici per i secoli VI e V, oltre a tombe aziro con canopi fittili e metallici. Sul colle sono state scavate duetombe parzialmente sterrate da ricerche abusive. Una sepoltura aincinerazione aveva un corredo di ceramiche etrusco-corinzie,vasi di bucchero e armi in ferro. L’altra è a inumazione e con-tiene pochi frammenti del corredo. Il tutto datato fine VII-inizioVI secolo a.C. V secolo a.C. La necropoli di Tolle è inseribilecronologicamente fra l’età villanoviana e la romanità. Il periodoarcaico sembra finora il momento di maggior sviluppo dell’area.I materiali di quest’età sono i più cospicui e coprono un arcotemporale che va dal VII secolo alla fine del VI a.C. Dalla necro-poli proviene anche un oggetto molto interessante: la cosiddettafibula Campana. Si tratta di una magnifica fibula d’oro iscritta,ad arco elastico, in passato passò con la raccolta Campana al Mu-seo del Louvre. Essa sulla staffa reca un’iscrizione composta a granaglia:

– miarathiavelaves-naszamathimafi)(rkemse-fempetvrsikipia)

Sull’asta d’oro della fibula si legge un’iscrizione in oro granulare chela qualifica come dono di Mamurce Turkisina a un certo Arath Ve-lavsna. Il cognome del donatore si identifica col nome del popoloetrusco stesso e costituisce la più antica testimonianza che si cono-sca sulla sua forma scritta. Attribuita all’ultimo quarto del VII se-colo a.C. la fibula dimostra quanto fosse alto il livello di cultura e diprosperità dei principi locali. Oltre alla fibula, con una grafia ar-caica analoga, dalla stessa zona proviene anche l’iscrizione su un co-perchio rotondo in arenaria tufacea:

– mi arathia favnamanei(CIL XI, 2189)

Meno note le notizie relative agli abitati, che forse erano ubicatisotto Poggio al Vento (Montepulciano). Il colle a partire dal 1996è stato interessato da scavi del Museo Archeologico di Chianciano,condotti da Giulio Paolucci ha portato all’indagine di ben 350tombe per la maggior parte intatte e a sepoltura singola. L’orienta-mento delle camere è quasi costante: verso sud-est o sud-ovest.Nell’area orientale della collina le sepolture sono meno affollate,mentre nella zona centrale e in quella occidentale la densità è cosìelevata che le tombe in alcuni casi si sovrappongono. Si tratta diuna necropoli con tombe di diversi tipi, a pozzetto, a camera, aziro, a inumazione. Notevole la presenza di canopi. Le tombe a ca-mera possono essere a cella semplice oppure a tramezzo, a piantaquadrangolare oppure vagamente circolare. I dromoi di accesso alletombe sono in genere brevi e in forte pendenza, totalmente riem-piti da argilla rossa trasportata dalla zona sottostante. Per le chiu-sure furono utilizzati cumuli di ciottoli, grandi pietre oppure lastredi pietra fetida o travertino. È interessante in questa necropoli lapresenza di canopi nelle camere di metà VII secolo a.C. Infatti fi-nora i tipi chiusini erano comunque abbastanza rari. Le tombe afossa più comuni sono quelle a pianta rettangolare con estremità

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arrotondate. Nella maggior parte dei casi queste tombe erano rico-perte solo da terra, raramente da scaglie di pietra fetida o da traver-tino. In queste fosse la testa del defunto è quasi sempre rivolta aest. Il corredo si trovava spesso ai piedi del defunto, oppure su unodei lati. Alcune tombe sono prive di corredo a testimoniare il diva-rio sociale dei defunti di questa necropoli. Con l’inizio dell’età ar-caica si diffonde quasi esclusivamente la tomba a camera con dro-mos di accesso, progressivamente allungata, fino a quando a fine VIinizi V raggiunge le massime estensioni. Le sepolture maschileerano segnalate in superficie da cippi sferici, mentre quelle femmi-nili con cippi a forma di casa con tetto a doppio spiovente. Nelletombe arcaiche ci sono anche sepolture a incinerazione. Molta af-finità nei corredi tombali è testimoniata nella fase finale del VI se-colo, con molta ceramica d’importazione. La ricchezza dei corredianche di questa fase testimonia il persistere della floridezza del cen-tro abitato della necropoli di Tolle. Questi insediamento (ancoranon individuato) continua ad avere una notevole importanza an-che nel momento di massima espansione di Chiusi. Il periodo vadall’Orientalizzante, all’Arcaico, una breve frequentazione romana.Insomma dall’VII secolo a.C. fino al II a.C., con una breve inter-ruzione pare intorno al V a.C., di pochi decenni. Notizie avute daGiulio Paolucci durante la breve conferenza tenuta su questo sito.Alcuni dei materiali dello scavo sono visibili al Museo delle Acquedi Chianciano.Nel Codice delle iscrizioni etrusche si legge in merito a questo sito:“A Castelluccio Biforchi in alta collina chiamata le Foci..., il cav.Leone Mieli ha scoperto molti sepolcri, alcuni dei quali hanno pro-dotto delle epigrafi, che nella sua fattoria di Castelluccio conserva, efurono vedute prima dal dott. Korte, che dubitò della loro sincerità,e quindi nel giugno del 1878 da me, che con accurato esame tolsida essi qualsiasi sospetto, sebbene sia persuaso che si tratti di monu-menti molto volgari. Il sepolcro principale da cui si tolse la maggiorparte delle esposte iscrizioni aveva una larga strada di accesso concinque nicchiotti o loculi coperti da tegoli, e la porta della cellamortuaria era serrata con due altri tegoli. Questo metodo di seppel-lire in Etruria spetta al sesto e settimo secolo di Roma”. Le iscrizioni rinvenute da Leone Mieli sono:

– su una tegola sepolcrale: setre clan/iu (CIE 1130)– su un olla cineraria fittile: setre:claniu (CIE 1131)– su una tegola sepolcrale: arnt. clauniu.vetina (l) (CIE 1132)– su una tegola sepolcrale: ..claniu/(ve)tinasa ve (CIE 1133)– su una tegola sepolcrale: (...)upu lata ve pupu lata (CIE 1134)– su una vaso cinerario fittile: vl pumpu la (CIE 1135)

Ancora nel Codice delle iscrizioni etrusche sono ricordati rinveni-menti in località La Foce: “Dall’altra parte del territorio di Chiusi, aponente, nei monti che dividono la valle d’Orcia da quella diChiana v’è un luogo chiamato le Foci (...). Questo fu antichissimotransito degli italici e degli etruschi, i quali ebbero cura fin da princi-pio di fortificare e abitare l’altura che gli sovrasta detta Casa al vento.La cinsero quindi di solidissime mura a grandi blocchi quadrati, e sen’è discoperto un fianco a ponente. Il sig. cav. Leone Mieli proprie-tario del luogo e del castello medioevale, il Castelluccio... ha fattocon grande amore molti scavi; e per aver aperto e perlustrato la ne-cropoli, che ampia in giro si estende, e per le dette mura di cinta eper le varie antichità, crede che quello sia il Camars vetus ossia i Clu-sini veteres notati da Plinio il maggiore. Ma lasciando per ora in so-speso questa questione, è certo che in quelle Foci si stanziaronoprima gli italici, a cui gli etruschi succedettero... Or son due anni nelricercar le tombe, una si trovò chiusa da una grande pietra di arena-ria fetida con iscrizioni nella fronte, e con un’altra per il lungo dello

spigolo o spessore. Pare che questa sia la vera spettante al sepolcro oalla persona principale: le brevi epigrafi della fronte sono staccate, in-dicanti vari nomi, che non sembrano siano di coloro, che successiva-mente furono deposti. Disgraziatamente la pietra non si cavò che intre pezzi, e due scritti rimasero fra la terra di scavo...” L’iscrizione sulla pietra rotta in tre pezzi è:

– mi suti lartia larkien(as)...///...rve ver... arikius apinas ituni amupe ver...– ve an parsi iuke mi ve teti nakvani ani ipa ama kep(en) ipa emken... (CIE 1136)– su una tegola sepolcrale: C.Tati.T.f. (CIE 1137)– su una tegola sepolcrale: Ar. Pederni/Larthiaei.Metliaei.f. (CIE1138)

L’ultima notizia riportata dal Codice delle iscrizioni etrusche sulletombe della Foce è:“Tomba posta all’estremità della collina sepolcrale, a mezzo-giorno, presso le Foci; aveva la strada incassata, volta a levante, ein ambo le pareti, come era di costume, i piccoli loculi, copertiesternamente da tegoli: dentro quello poi i vasi cinerari, di formaordinaria. Ogni tegola recava la sua epigrafe, rozzamente incisa inlettere latine, che indicano il transito, che allora avveniva dal lin-guaggio etrusco nel dominante romano... Come si vedrà, latomba appartenne alla famiglia Nastia”. Le iscrizioni sulle tegole sono:

– A.Nanstius/Hastiae (CIE 1139)– C.Nansti/fili (CIE 1140)– Lart Nan/Lartis.f (CIE 1141)– A.Na (CIE 1142)– C.Na (CIE 1143)– Lartia.Mar/ina.Nantna/lisa (CIE 1144)– Lart Mare/Ar.f.patr. (CIE 1145)– Arnunis lautni (CIE 1146)– Vaeliza Lantinaei (CIE 1147)– C.Thansins/Vetronia (CIE 1148)– I.A (...) (CIE 1149)

Abbiamo anche la notizia del rinvenimento di quattro tegole sepol-crali iscritte, raccolte tra il torrente Miglia e il torrente Astrone, leiscrizioni sono:

– Lartia.Marin.La.fil (CIE 1150)– Larthia.Marina/Cainae filia (CIE 1151)– Tana Papia (CIE 1152)– Murrenia/Veliza (CIE 1153)Ancora rinvenute tegole sepolcrali iscritte:– mi aratia iauiamenei (CIE 1154)– Ariauga/Ar(untis) f(ilius)/Ativai gna(tus) (CIE 1155)– lati vipin (CIE 1156)– cesu (CIE 1157)

Gli ultimi scavi presso la necropoli di Tolle hanno permesso il rin-venimento di indicazioni molto interessanti sulla cultura etrusca. Latomba 23 fatta di una cassa di lastre di pietra contenente due urnecinerarie è forse la cosa più interessante. Le due urne una maschileuna femminile sono in terracotta. Quella maschile è chiusa da uncoperchio che porta come manico una figura di uomo reclinante sulbraccio sinistro, come per un banchetto, vestito con un mantellobianco, la testa è mancante. Si tratta del primo esempio conosciutodatato al terzo quarto del VII secolo, di una figura ritratta in questaposizione, che in seguito assumerà un’importanza primaria nellascultura funeraria. Nel 1878 Leone Mieli scoprì presso la Foce unatomba ellenistica composta da un dromos di accesso, cinque loculisu ogni lato del corridoio e la camera funeraria. Tutti i loculi e la

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cella erano chiusi con tegole iscritte. All’interno vi erano gli ossuaricoperti da una coppa in vernice nera e da un piatto in presigillatavolterrana, talvolta iscritto e un solo vaso di corredo. La cella avevatre sepolture entro olle cinerarie e i corredi comprendevano alcuneceramiche, uno strigile di bronzo e una moneta di bronzo. Tutte leiscrizioni studiate dal Gamurrini sono da riferire allo stesso com-plesso funerario della famiglia dei Claniu.Definizione – NecropoliCronologia – Villanoviano-età imperialeBibliografia – PAOLUCCI, 1988, p. 65; PISTOI, 1997, pp. 24-27;ASAT, p. 351; BIANCHI-BANDINELLI, 1925, pp. 389-392; BIANCHI-BANDINELLI, 1927, p. 19, n. 7, p. 20, nn. 8, 9; CIMINO, 1986, pp.3-15; GAMURRINI, 1895, in Nsc., pp. 73-79; Annal. Istit., 1855, p.51, Tav. X; MARTHA, in Arte etr., Tav. I, p. 12; CIE, 1130-1135,1136-1138, 1139-1149, 1150-1153, 1154-1157; HAYNES, 2001,pp. 10, 28-31, 73-78.

(54.2) Colle Tolle – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Cfr. sito 54.1.Descrizione unità topografica – Rinvenimento a sud del colle discarso materiale di età romana e dei resti di una struttura edilizia diincerta cronologia realizzata con ciottoli fluviali.Interpretazione – Costruzione di incerta funzione, materiali nonspecificati. Impossibile affermare qualcosa sull’interpretazione delrinvenimento.Definizione – FrequentazioneCronologia – Generica età romanaBibliografia – ASAT, p. 351.

(54.3) Colle Tolle – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Cfr. sito 54.1.Descrizione unità topografica – Nel corso degli scavi effettuati dalMuseo di Chianciano sulla necropoli di Tolle, sono stati messi inluce alcuni depositi preistorici, molto manomessi dagli scavi delletombe etrusche e dal dilavamento del terreno. Le aree residue dellafrequentazione preistorica sono limitate al settore centro-settentrio-nale della necropoli, anche se è probabile che l’insediamento occu-passe una superficie più estesa. Sono stati messi in luce un livellobasale di una struttura abitativa, e qualche frammento di ceramica.La struttura è tagliata da due corridoi di successive tombe. È ipote-tica la correlazione della capanna con alcune buche di palo indivi-duate sul lato sud-ovest. I materiali ceramici raccolti sono omoge-nei, prevalgono gli impasti grossolani con inclusi rilevanti. Scarsa-mente presente la ceramica semidepurata, poco spessa e consuperfici levigate. I dati provenienti da questo scavo consentono diintegrare il quadro del popolamento del comprensorio Monte Ce-tona-Val d’Orcia in epoca protostorica. I rinvenimenti di Tolle pos-sono essere attribuiti alla facies appenninica. Un tratto particolaredei reperti di Tolle è una certa insicurezza nell’esecuzione del mo-tivi decorativi, in linea con la caratteristica scadente di tutta la pro-duzione ceramica del sito. Tali rinvenimenti del Bronzo in questosito permettono di far intravedere nuovi modi di insediarsi sul ter-reno valdorciano rispetto agli esempi conosciuti in passato. Sembra

che le scelte abitative motivate dalla vicina presenza di luoghi fune-rari e di culto a Tolle vengano meno. Appare invece forse già com-presa in questa fase la funzione strategica di questo valico.Definizione – AbitazioneCronologia – Età del bronzoBibliografia – CUDA, 2001, pp. 69-71.

(55.1) San Gregorio – Pienza (Q 121 III 1717/4773)Letteratura editaHabitat III, 452 m slm, leggero pianoro, argille sabbiose, fosso Rigoa 817 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – BuonaCategoria – Scavo

Descrizione sito – Il sito si trova in prossimità di Pienza, inglobatodalle abitazioni della periferia nord. Giungendo a Pienza dalla dire-zione di Torrita, poco dopo il distributore Agip, sulla sinistra sinota un gruppo di abitazioni a schiera, il sito si trova in quel punto,ormai coperto dalle strutture, infatti i materiali sono emersi al mo-mento dello sbancamento per la costruzione delle fondamenta.Descrizione unità topografica – Durante uno sbancamento ese-guito nel 1976 per la costruzione di un blocco di appartamenti,vennero alla luce delle strutture murarie, una cisterna e un’area la-stricata. Oltre alle strutture in muratura, dalla zona emersero nume-rosi frammenti di ceramica acroma, sigillata aretina, uno dei fram-menti con bollo: (...)escenn(...), inedito. Vari frammenti di dolia, te-gole, tubuli, e pezzi di condutture in piombo. Il tutto venne datatoalla prima età imperiale.Il sito tra il 1996-97 è stato sottoposto a uno scavo dalla Soprin-tendenza e dal gruppo dei volontari di Pienza. È stato uno scavo diemergenza, venuto a seguito dei lavori di costruzione di un can-tiere edile. Sono emerse tracce di una struttura di epoca romana(villa o piuttosto grande e ricca fattoria), con materiali che vannodalla vernice nera alla sigillata e alla ceramica tardo antica. È visi-bile il riempimento e i contorni di una vasca ricoperta di cocciope-sto e le tracce di grossi muri. Purtroppo molte parti della strutturaprobabilmente sono state cancellate durante i lavori per la costru-zione delle case attigue negli anni ’70. Lo scavo ha arricchito lacronologia del sito. Dalla letteratura edita conoscevamo solo la faseimperiale, i risultati dello scavo hanno messo in luce una fase elle-nistica e una tardo antica. Infatti la vasca termale (probabilmenteun frigidarium) conservata per 7x5 m di ampiezza e per unaprofondità di almeno 1,70 m con attiguo piccolo vano pavimen-tato in cocciopesto, probabilmente databile in epoca imperiale èapparsa riempita prevalentemente con materiale tardo antico. Aepoca tardo antica sono stati attribuiti anche alcuni vani abitatividi cui rimangono parzialmente le fondamenta, posti più in alto ri-spetto alla vasca e forse i resti di una fornace da calce nelle imme-diate vicinanze dell’abitazione.Definizione – Complesso di medio grandi dimensioniCronologia – Tarda repubblica-prima età imperiale-tarda antichitàBibliografia – PISTOI, 1997, pp. 40-41.

(56.1) Grotta del Beato Benincasa – Pienza (Q 121 II1721/4772)Letteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Scavo

Habitat IV, 428 m slm, piede di collina, argille e marne siltose, tor-rente Tresa a 40 m, coltura stabile, bosco.

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Descrizione sito – Si tratta di un’apertura scavata nella roccia lungoil corso del torrente Tresa nella zona a nord-ovest di Monticchiello.In questa direzione il Tresa attraversa una vallata che si forma dallependici dell’altura di Monticchiello fino a risalire attraverso il po-dere Telle verso il grande pianoro rialzato delle Costarelle. È unazona molto boscosa, dove solo presso il podere Costarelle si trovanoalcuni campi a seminativo ritagliati tra i boschi.Descrizione unità topografica – La Grotta del Beato è compostaun complesso di ambienti scavati dall’effetto dell’erosione dell’ac-qua, che ha generato delle grotte dalle grosse spigolature, l’acquaprobabilmente infiltrava a pressione. Ci sono tre ingressi, uno dal-l’alto, uno intermedio e uno in basso, dal letto del torrente. L’in-gresso superiore si trova a circa 35 m dal torrente, è costituito daun’ampia apertura leggermente inclinata. Il secondo ingresso è po-sto a 15 m dal torrente, nella parte verticale della gola, è compostoda due imboccature distanti 10 m dalla cascata che alimenta un pic-colo lago. L’ingresso più basso si trova al livello del torrente sopraun secondo laghetto. Entrando da questa apertura rotonda e verti-cale, incontriamo la sala dello “Scavo”, un vano dell’altezza di circa2,5 m, dove in passato sono stati effettuati gli scavi archeologici. Dalì inizia un percorso di tipo speleologico che conduce attraverso unostretto cunicolo alla “Sala del Trono”, dove sono presenti fenomenidi stalattiti. Il percorso dei cunicoli conduce ad altre due sale, quelladel “Lago Fossile” e quella dei “Pipistrelli”. Dall’ingresso superioreincontriamo il vano dove si dice abbia vissuto il Beato Benincasanel ’400. In questa porzione sono stati effettuati solo piccoli inter-venti di scavo, dai quali sono emersi frammenti di reperti medievali.Nel 1973 si intraprende lo scavo stratigrafico del deposito indivi-duato all’interno della grotta, in parte già manomesso da interventiabusivi. I materiali testimoniano una frequentazione del sito a par-tire dal Neolitico (con ceramica tipo Fiorano, datata al Neoliticomedio-iniziale, fine V millennio), numerosi i materiali dell’Eneoli-tico finale fino all’Età del bronzo. Negli strati superficiali sono recu-perate 24 monete romane, datate tra la prima metà del II a.C. e gliultimi decenni del I a.C.-I d.C. Un riesame in seguito dei materiali,ha permesso il riconoscimento anche di ceramica medievale. Ilnome della grotta viene dall’eremita Giovanni Benincasa, vissutointorno al 1400, che passò più di venti anni in questo luogo. Se-condo la tradizione più accreditata il santo nacque a Montepul-ciano nel 1375, nel corso della sua vita si trasferì nell’eremo di Ba-gni San Filippo. Qui rimase pochi mesi per stabilirsi nei pressi diMonticchiello, dove la Compagnia dei Servi di Maria aveva dei ter-reni vicino alle grotte. Vi rimase vent’anni, vivendo nella parte su-periore, dove ancora una croce di ferro ricorda il suo soggiorno. Vimorì Il 9 maggio 1426. La tradizione popolare individua il giacigliodel santo all’interno delle grotte, il luogo è detto “Letto del Beato”.A lui vengono attribuite le “Orme del Diavolo”, impronte di qua-drupede impresse nelle rocce soprastanti la grotta, si pensa quandoil santo, per sfuggire al Demonio, spiccò con la sua cavalcatura unenorme salto attraverso la gola.Interpretazione – Sito plurifrequentato, le ipotesi fatte, sono: ascopo forse votivo nel periodo della prima frequentazione (Neoli-tico), un abitato nell’Età del Bronzo, lo sfruttamento come riposti-glio di un tesoretto di monete in epoca romana, e infine una fre-quentazione probabilmente a scopo abitativo in epoca medievale(dato che le ceramiche individuate sono per lo più da fuoco, di usomolto comune).Definizione – FrequentazioneCronologia – Neolitico-Basso Medioevo

Bibliografia – RADI, 1981; PISTOI, 1997, pp. 31-32; RADMILLI,1975, p. 88; PAOLUCCI, 1988, p. 65; FRANCOVICH-VANNINI, 1981;ASAT, p. 339; VALENTI, 1999, pp. 80-81.

(57.1) Casa al Vento – Montepulciano (Q 121 II 1725/4769)Letteratura editaHabitat IV, 683 m slm, sommità collinare, sabbie argillose, torrenteMiglia a 350 m, incolto, incolto.

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito si trova nel comune di Montepulcianosulla linea di confine con quello di Pienza a pochissima distanza dalpodere Palazzone. Morfologicamente l’altura di Casa la Vento ap-pare il punto più alto della serie di colline allungata in direzionenord-est/sud-ovest sulla quale sorgono anche il Castelluccio e laFoce. La sommità della collina è appiattita e allungata in direzionenord-sud. Più o meno al centro del piano si trova una casa poderaleormai abbandonata e tutta la superficie circostante è incolta.Descrizione unità topografica – Questa zona è stata messa in rela-zione alla vicina necropoli di Tolle, riconoscendo in questa alturail luogo che doveva ospitare l’abitato che ha utilizzato in vari mo-menti storici la necropoli. Il Gamurrini alla fine del secolo scorso èstato il primo ha formulare questa ipotesi. Egli informava che lacollina di casa al Vento era di forma ellittica, con l’asse maggioremisurante circa 180 m, quello minore circa 40 m. Informava an-

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Fig. 13. L’ingresso dalla parte del torrente Tresa della Grotta del Beato.

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che del fatto che quest’area restituiva tracce di mura con blocchiparallelepipedi di travertino murati a secco. Inoltre dallo scavo didue pozzi, rinvenuti all’interno dell’area abitata di Casa al Vento,scavati da Leone Mieli nel secolo scorso, proveniva molto materialenon solo ceramico. Tra le altre cose anche una testa frammentariain pietra arenaria, una maschera fittile di sileno coronato, un’ante-fissa fittile con ornamenti fitomorfi, una testina fittile, due dischidi terracotta, una tegola con iscrizione di un prenome personalecon il soggetto etrusco mi, un mattone con l’iscrizione dell’abbre-viazione ve del prenome personale Vel, ceramica a vernice nera epesi da telaio.Interpretazione – Si tratta dell’ipotesi che in coincidenza dell’at-tuale podere Casa al Vento si trovasse anticamente un abitato etru-sco, alcuni sostengono un oppidum fortificato.Definizione – OppidumCronologia – EllenismoBibliografia – PISTOI, 1997, pp. 24-25; BIANCHI-BANDINELLI,1925, pp. 391-392; GAMURRINI, 1895, in Nsc., pp. 73-79; CI-MINO, 1986, p. 8.Dati telerilevati – Foto aerea verticale Descrizione dati telerilevati – La foto verticale mostra un’anomaliamorfologica molto evidente, caratterizzata da una forma a mezzalunaattorno alla casa poderale che domina la collina. Il perimetro dellacollina, indicato dall’emergenza di murature e di vegetazione che nesegue il percorso, rappresentano un’anomalia ben individuabile.Eira, 1976Aima, 1996.

(57.2) Casa al Vento – MontepulcianoLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – Cfr. sito 57.1.Descrizione unità topografica – Nel 1959 in seguito a unaprofonda aratura furono praticati alcuni saggi di scavo sulla cimadella collina, dove nel secolo scorso era già stato riconosciuto un in-sediamento etrusco. Le ricerche misero in luce un lungo tratto dellacinta muraria (115 m), costruita in blocchi e ciottoli di pietra. Sulversante ovest furono individuati alcuni fondi di capanna e a nord-est venne scavata una fornace di forma circolare.Interpretazione – Si tratta del rinvenimento di capanne, ma nonabbiamo ulteriori notizie, neppure della fornace che è stata scavata.Definizione – AbitatoCronologia – Ellenismo-Tarda repubblicaBibliografia – PAOLUCCI, 1988, p. 64; SECCHI TARUGI, 1960,p. 461 ss.

(57.3) Casa al Vento – MontepulcianoLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – Cfr. sito 57.1.Descrizione unità topografica – Oltre ai resti di un abitato etru-sco il colle di Casa al Vento ha restituito anche materiali inerentia una villa romana: tre tavolette di cui una di smalto vitreo tur-chino, le altre di breccia verde, alcuni pezzi di bronzo e dipiombo, un glirarium, cioè un dolium, bucato in più parti delcorpo, con anse orizzontali impostate sulla spalla, destinato se-condo Plinio, all’allevamento dei ghiri per le mense ricercate. Il ri-

trovamento di frammenti di intonaco, di tessere di mosaico, diframmenti ceramici di epoca romana, fecero supporre il succedersiall’abitato di epoca etrusca, un edificio di età romana imperiale.Non abbiamo notizie sulle dimensioni del ritrovamento, ma lapresenza di marmi africani e di tessere mosaicali confermanosenz’altro la presenza di una villa.Definizione – VillaCronologia – Età imperialeBibliografia – PAOLUCCI, 1988, p. 64; GAMURRINI, 1895, in Nsc.,pp. 73-79; CIMINO, 1986, p. 8. SECCHI TARUGI, 1960, SE, p. 461.

(57.4) Casa al Vento – MontepulcianoLetteratura edita

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – Cfr. sito 57.1.Descrizione unità topografica – Nel 1893 Leone Mieli praticòdelle ricerche sulla collina di Casa al vento e in particolare anchesulla necropoli posta nella parte orientale della collina, dove furonorecuperati materiali del VII e VI secolo a.C.Definizione – NecropoliCronologia – VII-VI secolo a.C.Bibliografia – PAOLUCCI, 2001, p. 45.

(58. 1) Palazzo di Papa - Pienza (Q 121 II/129 I 1724/4764)Letteratura editaHabitat II, 314 m slm, Pianura, Argille, fiume Orcia a 600 mt,Area Edificata, Edificato.

Affidabilità - BuonaCategoria - Sito

Descrizione sito – Il sito si trova nella parte sud del comune lungoil corso dell’Orcia si raggiunge facilmente dalla strada che porta a S.Pietro in Campo.Notizie storiche – Due documenti del XV secolo si riferiscono aquesta località. Uno è del 1453 e si ricorda che Mariano di Gia-coppo Petrucci denuncia terreni con un casolone a Palazzo di Papa.Nel 1465 la proprietà è passata a Trailo, Galeazzo ed Elisabetta delfu Francesco Malavolti, in questo caso è indicato come un poderenella corte di Monticchiello.Definizione - PalazzoCronologia - Basso MedioevoBibliografia - PASSERI, 2002, p. 14.

(59.1) Hospitalis Sancti Benedicti – Pienza (Q 121 III1714/4778)Letteratura editaHabitat II, 349 m slm, pianoro, argille sabbiose, torrente Trove a960 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – L’Hospitalis Sancti Benedicti si identifica con l’at-tuale podere Spedalone. Il sito si trova immediatamente a sud-ovestdella collina del Poggio Castellaccia. L’unico modo per raggiungereSpedalone è percorrere una stretta strada che si incontra solo en-trando nella proprietà del podere Ragnuzzi. Spedalone si trova inuna zona di versante collinare, si tratta delle ultime propaggini delrilievo di Poggio Castellaccia, intorno al podere il prevalente uso delsuolo è a fondi agricoli a seminativo o incolti.Notizie storiche – Ancora nel 1227 l’attuale podere Spedalone era

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ricordato come Hospitalis Sancti Benedicti, posto nel piviere diSanta Maria di Cosona.Definizione – SpedaleCronologia – Basso MedioevoCronologia – MARONI, 1990, pp. 55, 61.

(60.1) Casati – Pienza (Q 121 II 1724/4769 areale)Letteratura editaHabitat IV, 553 m slm, pianoro, Sabbie argillose, fosso d’Orsennaa 255 m, –, –.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito storico si identifica con l’attuale po-dere Casato, a est di Monticchiello, in direzione di Pianoia, lazona si trova a destra della strada, nei pressi del podere Fonti-coni. La zona è circondata essenzialmente da campi coltivati eorti nelle immediate vicinanze dei poderi. Il termine asio, con ilquale viene indicato il toponimo, indica un lotto di terreno edi-ficabile.Attestazioni documentarie – D, 1249, 21 marzo, Peruccio del fu Orlandino, essendosi ridotto inmiseria, e volendo restituire a Berta moglie di Giovanni e a Sola-bella moglie di Ranieri suoi figli, le loro doti per la somma di l.100, cede un campo posto in Asio Casati e in Asio Cisolle.Definizione – AsioCronologia – 1249Bibliografia – DU CANGE, 1840, t. I; D, 1249, marzo 21, p. 422.

(61.1) Spino – Pienza (Q 121 II 1720/4770 areale)Letteratura editaHabitat III, 405 m slm, leggero pianoro, argille sabbiose, fossoSpino a 580 m, –, –.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito storico si identifica con l’attuale podereLospino, situato a sud di Monticchiello, raggiungibile tramite unadeviazione dalla S.P. 88, posta tra il podere Lamone e il podereMontello. Morfologicamente la zona è definita da una serie di ampiversanti collinari che degradano dolcemente verso il torrente Tresafino ad arrivare all’Orcia.Notizie storiche – Il toponimo è citato come casalino e come zonadi vendita di un pezzo di terra. Comunque in ambedue i casi sitratta di generico sfruttamento agricolo.Attestazioni documentarie –

D, 1239, dicembre 9, Albenetto di Cotone da Monticchiello,vende a Orlandino di Berizo un casalino in l. d. Spino, per ilprezzo di 5 soldi. Nella piazza di Monticchiello.

D, 1242, gennaio 13, Salvuccio del fu Salvi di Renaldo vende aRanieri del fu Clara, un pezzo di terra in Monticchiello in l. d.Spino, per il prezzo di 33 soldi. In Monticchiello.

Definizione – Sfruttamento agricoloCronologia – 1239-1242Bibliografia – D, 1239, dicembre 9, p. 302; 1242, gennaio 13,p. 326.

(62.1) Chiesa di Santa Croce (Villa Nano) – Pienza (Q 121 II1723/4772)Letteratura editaHabitat IV, 531 m slm, pianoro, sabbia con intercalazioni di argillee ciottoli, torrente Tresa a 457 m, –, –.

Affidabilità – BuonaCategoria – Sito

Descrizione sito – La località si trova a nord-est di Monticchiello,quasi al confine con Montepulciano. La morfologia è quella di unavasto pianoro caratterizzato da zone a seminativo delimitate dal bo-sco che ne disegna i limiti. Specialmente nella porzione antistante lacostruzione della Villa Nano tutta l’area è destinata a vigneti. Descrizione unità topografica – Nelle Decime del 1302-03, ap-pare la “ecclesia Sancte Crucis” di Annano (oggi Villa Nano). Diquesta chiesa si ha memoria ancora in un documento diocesanodel 1728, che afferma che i beni di questa chiesa passano al godi-mento dei Canonicati della cattedrale prima del 1544, e conclude“al presente”. Il luogo dove sorgeva tale chiesa si chiama ancoraSanta Croce.Definizione – ChiesaCronologia – 1302-1728Bibliografia – MARONI, 1990, p. 60; NERI, 1986, p. 71; MORETTI,1990, pp. 300-301.

(62.2) Villa Nano – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Cfr. sito 62.1.Descrizione unità topografica – Intorno al 1720 il vescovo monsi-gnor Arrighi rinvenne un’urna cineraria etrusca. Il luogo preciso delrinvenimento è sconosciuto.

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Fig. 14 . Ingresso e cortile del complesso del podere Spedalone.

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Interpretazione – I dati a disposizione indicano la presenza di unatomba, ma l’iscrizione trovata nelle vicinanze, prova anche l’esi-stenza di un abitato, purtroppo non localizzabile.Definizione – TombaCronologia – Generica età romanaBibliografia – MARONI, 1990, p. 60; DEMPSTER, 1722-24, urnaLXXXII, nota 4.

(62.3) Annano (Villa Nano) – Pienza Letteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Cfr. sito 62.1.Descrizione unità topografica – All’inizio del Trecento ad An-nano è attestata l’esistenza di piccoli insediamenti aperti, compresinella curia di Monticchiello. Annano fa anche parte di uno di queiluoghi forse fortificati abbandonati entro la fine del secolo XIII, acausa dell’entrata nell’orbita dell’espansione demografica di Mon-ticchiello.Definizione – Generica area insediativaCronologia – Basso MedioevoBibliografia – FARINELLI-GIORGI, 1998, pp. 176-177.

(62.4) Villa Nano (pieve di Totona) – Montepulciano (Q 121II 1725/4772)Letteratura editaHabitat IV, 532 m slm, pianoro, sabbia con intercalazioni di argillee ciottoli, torrente Scornabue a 460 m, –, –.

Affidabilità – ScarsaCategoria – Sito

Descrizione sito – Cfr. sito 62.1.Descrizione unità topografica – La località di Villa Nano, ha presoil nome dalla gens etrusco romana degli Anniani, la cui presenza ètestimoniata dal rinvenimento nel 1717, nel vicino podere dellapieve a Totona, di un’iscrizione romana mutila, incisa su un cippodi travertino, che documenta la presenza di un abitato romano:– ANNIANE/ MAXSIMI/ LE. UXORI/...Definizione – AbitatoCronologia – Generica età romanaBibliografia – MARONI, 1990, p. 60; DEMPSTER, 1722-24, urnaLXXXII, nota 4.

(63.1) Santa Maria de Spino – Pienza (Q 121 II 1721/4770)Letteratura editaHabitat III, 471 m slm, pianoro, argille sabbiose, fosso dello Spinoa 1.200 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – BuonaCategoria – Monumento

Descrizione sito – L’edificio della pieve esiste ancora, si trova a suddi Monticchiello, in una radura raggiungibile sia dal podere Fonta-nelle che dal podere Spinarello. La morfologia del luogo è di ver-sante collinare protetto a nord da una serie di rilievi mentre a sud siaffaccia verso il grande versante che degrada fino all’Orcia. Vicinoall’edificio della pieve si trovano alcune costruzioni poderali ormaiabbandonate.Notizie storiche – Essa fa parte delle probabili pievi paleocristianedella diocesi di Chiusi, elencate in una bolla del pontefice CelestinoIII del 1191. In un documento del 1014 è citata la pieve di SantaMaria de Spino.

Descrizione unità topografica – La pieve era già cadente nel1500, ma fu ricostruita, come attesta la lapide nella facciata, dallafamiglia Saracini nel 1570. Officiata saltuariamente fino al 1940era negli anni ’70 in stato di abbandono e in parte pericolante.Alla fine degli anni ’80 un gruppo di giovani volenterosi ha ten-tato di salvarla. Oggi la pieve si presenta ristrutturata grazie an-che all’intervento dei proprietari. Si presenta con la facciata inpietra arenaria e piccolo campanile a vela. A unica navata, ha su-bito profonde ristrutturazioni nel XVIII secolo, come dimostral’unico altare di forme barocche.Attestazioni documentarie –

CDA: 1014, 16 febbraio (cartula venditionis) “In nom(ine)D(omi)ni n(ost)ri Ihesu Christi D(e)i eterni (...) p(er) hanccartula vindo et trado tibi Martino pr(es)b(iter)o, filio b(one)m(emorie) Ioh(ann)i, idest: omnio(m) ex omnib(us) casis he-reb(us) meis illis, quam abeo in loco et finib(us) infra comitatoet territurio de Clusine(n)se, quod su(n)te ipsi casis hereb(us)infra iudicaria et plebem s(an)c(t)e Marie, que dicit(ur) Li-spino (...)”.

Definizione – PieveCronologia – 1014-Età contemporaneaBibliografia – MARONI, 1990, p. 220; NERI, 1986, pp. 67-68;SANTI, 1999, pp. 99-100.Descrizione dati telerilevati – Foto obliquaAerial survey, 2000.

(64.1) Pieve di Conino – Pienza (Q 121 II 1725/4769)Letteratura editaHabitat IV, 618 m slm, versante collinare, sabbia con intercalazionidi argille e ciottoli, torrente Miglia a 140 m, area edificata, edificato.

Affidabilità – MediaCategoria – Sito

Descrizione sito – Il sito dell’antica pieve di Conino, si identificacon l’attuale podere La Pievina, nei pressi di Fonticoni e Palazzone,nella porzione nord-est del comune di Pienza (per le indicazionisulla morfologia cfr. 10/Q 121 II/Pie).Notizie storiche – Nelle Rationes Decimarum del 1302 appaiono inomi di alcune pievi di nuova creazione, che sono sorte sui territorifrazionati, precedentemente di pertinenza delle pievi più antiche.Tra questi nomi appare quello della pieve di Conino presso Montic-chiello. Un decimario del 1693 esistente nell’archivio parrocchialechiama con il nome di pieve di Conino l’attuale podere La Pievina.

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Fig. 15. Alcuni elementi architettonici forse pertinenti alla scomparsa pieve di Conino.

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La pieve deve essere sorta tra XI e XIII secolo, è tra quelle chehanno frazionato i terreni appartenuti alle pievi più antiche. Descrizione unità topografica – In effetti presso il podere Palazzone,che si trova a poche decine di metri dall’attuale Pievina e fa parte dellastessa proprietà, sono state viste, durante la ricognizione del 1997,delle decorazioni architettoniche in marmo utilizzate come limiti peraiuole di fiori e piante nel giardino antistante il podere. Nello specificosono stati riconosciuti: una lastra di circa 50x30 cm, decorata con unserpente in rilievo, due cippi troncoconici, due statue (forse basi di co-lonne) a forma di animale (forse leoni seduti) e vari frammenti di ar-chitravi sagomati. Per quanto riguarda altre notizie su rinvenimentiavvenuti in precedenza presso la Pievina Cfr. 10/1/121II/Pie.Definizione – PieveCronologia – XI-XIII secolo-1693Bibliografia – MARONI, 1990, 59, 227; NERI, 1986, p. 68.

(65.1) Podere Marcoli – Pienza (Q 121 III 1719/4767)Ricognizione di superficieHabitat I, 283 m slm, pianura, depositi alluvionali, fosso Pian del-l’Asino a 10 m, seminativo, arato.

Affidabilità – ScarsaCategoria – SitoRicognizioni effettuate – 1

Descrizione sito – Campo di forma rettangolare, limitato a sud-ovest dalla S.P. 53, a est dal fosso Pian dell’Asino, a ovest dalla stradabianca che porta al podere Marcoli. Il campo è pianeggiante, la terraè di colore variabile dal grigio al marrone scuro, di tipo argilloso. Vi-stosi affioramenti di ghiaia dividono il campo nel senso nord-sud.Descrizione unità topografica – Non è possibile individuare unavera e propria concentrazione, anche se abbiamo riscontrato unmaggior numero di resti di ceramica grezza in direzione est, in pros-simità del fosso Pian dell’Asino, mentre a ovest vicino alla strada viera una maggior concentrazione di maiolica arcaica, frammenti dilaterizi erano invece sparsi un po’ in tutto il campo.Interpretazione – Il sito non è facilmente percepibile, ma i mate-riali presenti, anche se non di forte entità, sono probabilmente i re-sti di un’abitazione di generica età medievale (datata per la presenzadi maiolica arcaica).Definizione – AbitazioneCronologia – XIV-XV secolo d.C.Elementi datantiAcroma depurataCasseruola: tav. XLVI, n. 7.

(66.1) Spedaletto – Pienza (Q 121 III 1717/4767)Ricognizione di superficieHabitat I, 287 m slm, piede di collina, argille, fiume Orcia a 700m, seminativo, arato

Affidabilità – ScarsaCategoria – SitoRicognizioni effettuate – 1

Descrizione sito – Campo in leggera pendenza verso sud. Delimi-tato a nord da una casa moderna costruita appena a sud del podereOsteria, a est dalla strada bianca che porta al podere Osteria, a suddalla S.P. 53. La terra è di colore marrone scuro, di consistenzacompatta e argillosa.Descrizione unità topografica – In modo molto sporadico eranopresenti frammenti di laterizi, frammenti di ceramica grezza, cera-mica depurata e maiolica arcaica.

Interpretazione – Materiale sporadico. Una frequentazione è in-dubbia, forse anche legata al vicino complesso di Spedaletto, manon possiamo aggiungere altro data la frammentarietà e disomoge-neità dei materiali.Definizione – FrequentazioneCronologia – XIV-XV secolo d.C.

(67.1) Spedaletto – Pienza (Q 121 III 1717/4767)Ricognizione di superficieHabitat I, 274 m slm, pianura, depositi alluvionali, torrente Tresa a90 m, seminativo, arato.

Affidabilità – ScarsaCategoria – SitoRicognizioni effettuate – 1

Descrizione sito – Campo molto pianeggiante nella parte versonord-ovest, mentre la morfologia assume l’aspetto di una leggerapendenza verso sud-est. È delimitato a nord dalla S.P. 53, a sud dalfiume Tresa come a ovest, a est da una fitta vegetazione di confine.La terra è molto scura, argillosa con parti meno compatte più omeno al centro del campo.Descrizione unità topografica – Erano presenti pochi frammenti dilaterizi, e pochissimi frammenti di ceramica depurata.Interpretazione – Materiale sporadico, difficilmente collegabile aun deposito archeologico.Definizione – SporadicoCronologia – Non identificabile.

(68.1) Podere La Torre – Pienza (Q 121 III 1719/4767)Ricognizione di superficieHabitat I, 280 m slm, pianura, depositi alluvionali, fiume Orcia a400 m, seminativo, arato.

Affidabilità – ScarsaCategoria – SitoRicognizioni effettuate – 1

Descrizione sito – Campo di forma rettangolare, allungato in dire-zione nord-sud, delimitato a nord dalla S.P. 53, a ovest dalla stradabianca che porta al podere La Torre, a sud dal podere La Torre. ilterreno è scuro e compatto la morfologia è pianeggiante.Descrizione unità topografica – Il materiale raccolto era sporadicoma disposto abbastanza omogeneamente su tutta la superficie delcampo, si tratta di frammenti di coppi e tegole, frammenti di cera-mica grezza e depurata.Interpretazione – Materiale sporadico. I frammenti rinvenuti nonsono apparsi legati a nessun tipo di deposito. La datazione alla fasemedievale è dipesa dal tipo di laterizi presenti, in altre occasioni rin-venuti in associazione a maiolica arcaica.Definizione – FrequentazioneCronologia – Basso Medioevo.

(68.2) Podere La Torre – PienzaLetteratura edita

Affidabilità – ScarsaCategoria – SitoRicognizioni effettuate – 1

Descrizione sito – Cfr. sito 68.1.Descrizione unità topografica – La torre che caratterizza mag-giormente il complesso abitativo, oggi adibito ad agriturismo,appare inglobata nel caseggiato colonico. Dalla voce del proprie-tario abbiamo acquisito che durante i lavori di restauro e di

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sbancamento, avvenuti tra il 1996/97 per la ristrutturazione,sono stati individuati dei vani nella parte bassa della strutturadel torrione, forse dei cunicoli o dei vani archeggiati interrotti.Strutture sotterranee con archi sono state individuate anche du-rante lo sbancamento per la costruzione della piscina nelle im-mediate vicinanze del complesso, a circa 20 m a sud in direzionedell’Orcia. Definizione – FrequentazioneCronologia – Basso Medioevo.

(69.1) Podere La Torre – Pienza (Q 121 III 1718/4766)Ricognizione di superficieHabitat I, 278 m slm, pianura, depositi alluvionali, fiume Orcia a250 m, seminativo, arato.

Affidabilità – ScarsaCategoria – SitoRicognizioni effettuate – 1

Descrizione sito – Campo di forma vagamente rettangolare, ten-denzialmente pianeggiante, di terra molto compatta di colore mar-rone scuro, delimitato a sud-est dal podere La Torre, a ovest dalfiume Orcia. Su tutta la superficie sono presenti tantissimi affiora-menti di sassi di fiume dovuti ai probabili spostamenti dell’alveodell’Orcia. A est la terra è di colore marrone chiaro con affioramentidi piccolissimi frammenti di pietrisco chiaro frantumato dalle ara-ture. Nella parte che confina con l’Orcia appaiono ancora più note-voli gli affioramenti di ghiaia.Descrizione unità topografica – Molti frammenti di laterizi sonosparsi sulla superficie del campo, ma non c’è nessun frammento diceramica.Interpretazione – Materiale sporadico. I frammenti non sono ap-parsi legati a nessun tipo di deposito, inoltre è del tutto assente laceramica, dai soli laterizi non è stato possibile dedurre nessuna indi-cazione cronologica. La collocazione cronologica nel Basso Me-dioevo deriva dalla presenza dei laterizi in altre occasioni rinvenutiassociati a maiolica arcaica.Definizione – SporadicoCronologia – Basso Medioevo.

(69.2) Podere La Torre – Pienza (Q 121 III 1718/4767)Ricognizione di superficie

Affidabilità – MediaCategoria – SitoRicognizioni effettuate – 1

Descrizione sito – Cfr. sito 69.1.Descrizione unità topografica – Nella parte a nord del campo piùo meno nella zona che confina con la strada bianca che conduce alpodere La Torre, all’altezza del capannone per il fieno si trova laUT 2. Si distingue abbastanza nettamente il cambiamento del co-lore della terra che assume una tonalità di marrone più chiaro ri-spetto al resto, inoltre si nota la presenza di pietrisco molto frantu-mato. Si sono raccolti frammenti di laterizi molto frammentati,poca ceramica depurata. La concentrazione misura: 20x8 m, orien-tata est/ovest.Interpretazione – Probabile abitazione medievale, poco visibile per-chè le arature devono aver intaccato solo gli strati di crollo superfi-ciali. La presenza di un deposito è percepibile, ma la mancanza dimateriale datante limita notevolmente l’interpretazione. La colloca-zione cronologica nel Basso Medioevo deriva dalla presenza dei la-terizi in altre occasioni rinvenuti associati a maiolica arcaica.

Definizione – AbitazioneCronologia – Basso Medioevo.

(70.1) Podere Casavecchiata – Pienza (Q 121 III 1718/4767)Ricognizione di superficieHabitat II, 283 m slm, pianura, argille, torrente Tresa a 50 m, se-minativo, arato.

Affidabilità – MediaCategoria – SitoRicognizioni effettuate – 1

Descrizione sito – Campo pianeggiante delimitato a nord-est dallastrada bianca che porta al podere Casavecchiata, a nord-ovest daltorrente Tresa, a sud da una stradina segnata dai trattori che dividei campi. La terra è di colore marrone scuro ed è molto argillosa.Descrizione unità topografica – Nella parte più a sud del campo,lungo il corso del Tresa è visibile una piccola concentrazione diframmenti di coppi e tegole, alcuni sono bruciati. La terra non pre-senta nessun cambiamento di colore, ne’ una forma precisa. Nel re-sto del campo non concentrati sono stati raccolti pochissimi fram-menti di ceramica grezza e depurata.Interpretazione – I materiali presenti sembrano indicare una proba-bile piccola fornace o butto di fornace, mancando completamenteresti datanti, appare problematica ogni ulteriore interpretazione.

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Fig. 16 . La torre vista da ovest.