La Toscana nell’età del...

85
La Toscana nell’età del Risorgimento A cura di Valentino Baldacci Cosimo Ceccuti Prefazione di Riccardo Nencini

Transcript of La Toscana nell’età del...

Page 1: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

La Toscana nell’età del Risorgimento

La Toscana nell’età del Risorgim

ento

A cura diValentino BaldacciCosimo Ceccuti

Prefazione diRiccardo Nencini

Assessorato alle Riforme istituzionali,Rapporti con gli Enti locali e Bilancio

Copertina Toscana Risorgimento.indd 1 18/11/2010 11:14:44

Page 2: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 1

Page 3: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

150° anniversario dell’Unità d’Italia

Appuntamenti con la storia della Toscana per le Comunità dei Toscani all’estero

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 2

Page 4: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

La Toscana nell’età del Risorgimento

A cura diValentino BaldacciCosimo Ceccuti

Prefazione diRiccardo Nencini

Assessorato alle Riforme istituzionali,Rapporti con gli Enti locali e Bilancio

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 3

Page 5: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Si ringraziano Maria Carla Monaco per la ricerca iconografica relativa ai pannelli dal n. 1 al n. 10;e Eugenia Panettieri per quella dal n. 11 al n. 20.

Il testo de L’architettura della pubblica utilitàriprende, con alcune modifiche,

quello presente nel progetto “Itinerari lorenesi in Toscana”(www.itinerarilorenesi.it), promosso dal Consiglio Regionale della Toscana e coordinato da Valentino Baldacci,ed è opera di Gabriele Morolli,che ringraziamo per la sua disponibilità.

Grafica della mostra e del catalogo:Rauch Design

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 4

StampaCentro stampa Giunta Regione Toscana

Page 6: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

La Toscana non è solo il cuore geografico dell’Italia. Ne è dasempre il cuore politico e culturale, centro propulsore dell’unifica-zione risorgimentale, fucina di idee e di ideali, avamposto dei dirit-ti, culla della lingua italiana.

Ecco perché, in occasione del 150° dell’Unità d’Italia, è no-stro dovere celebrare il ruolo che la Toscana e i toscani ebbero nel-l’evento che più di ogni altro ha segnato la storia nazionale.

Fin dall’inizio del mio mandato, ho sostenuto che i festeggia-menti per il 150° avrebbero dovuto coinvolgere attivamente anchele comunità dei Toscani all’estero, attraverso una serie di iniziative daorganizzare sul territorio regionale ma anche in città di altri statinelle quali è più diffusa la presenza di nostri concittadini.

Un appuntamento così emozionante non può escludere queitoscani che vivono stabilmente all’estero ma continuano a mante-nere un legame strettissimo con la loro terra d’origine, facendo della‘toscanità’ il loro tratto identitario più forte.

Firenze e la Toscana contribuirono in modo determinantealla ‘formazione culturale’ della nascente Italia e lo fecero anzituttoattraverso la diffusione della lingua italiana; Alessandro Manzoni, nel1868, ammonì l’allora ministro dell’Istruzione affinché in tutte lescuole si insegnasse ‘il toscano, ovvero l’italiano’.

A questo si aggiunga la vocazione cosmopolita ed europeache la nostra regione non ha mai abbandonato; Firenze capitale fula culla della multiculturalità del tempo, una città aperta e un mo-dello di integrazione nel quale fiorirono in quegli anni numerose eattive comunità straniere che da tutta Europa, ma anche da altricontinenti, trovarono un punto di riferimento culturale e sociale.

Per non parlare delle innovazioni in altri campi, urbanistico earchitettonico ma anche giuridico e dei diritti in particolare, che inquegli anni fecero della capitale d’Italia una frontiera avanzatissima.

Prefazione

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 5

Page 7: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

I toscani e i fiorentini sono stati insomma tra i principaliartefici del processo costitutivo dello Stato italiano, una nazionegiovane e da plasmare che dopo l’unità politica dovette costruirequasi da zero quella sociale e culturale.

La mostra “La Toscana nell’Età del Risorgimento” vuoleessere un omaggio, ma soprattutto un ‘monumento’. Un monu-mento vivo, aperto, fatto di immagini e di scritti che avranno ilcompito di suscitare emozioni, in particolare nei giovani ed in tutticoloro che vivono all’estero ma portano nel sangue e nel cuore laToscana.

Riccardo Nencini

Assessore regionale ai Rapporti con le comunità

dei Toscani all’estero

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 6

Page 8: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Quando il 9 luglio 1737, alla morte dell’ultimo grandu-ca mediceo, Gian Gastone, il concerto delle nazioni europee, inconseguenza della guerra di successione polacca, con una di quellemosse dinastiche allora abituali, spostò sul trono di Firenze il giova-ne duca di Lorena, Francesco Stefano, da poco sposato con la futu-ra imperatrice d’Austria Maria Teresa, nessuno avrebbe potuto pre-vedere quali sarebbeo state le conseguenze, nel successivo secolo emezzo, sulla storia della società toscana di quella che appariva ed erauna semplice mossa dinastica.

In effetti queste conseguenze tardarono a venire, perchéFrancesco Stefano rimase costantemente a Vienna, al fianco della suaeccezionale consorte, e la sua visita a Firenze nel gennaio 1739 ri-mase un’eccezione. Non devono trarre in inganno le iscrizioni cheappaiono ancora oggi sull’arco di trionfo elevato in suo onore inquella occasione, subito prima della Porta San Gallo, al termine dellastrada proveniente da Bologna: anche la dedica “Propagatori com-mercii”, che sembrerebbe antivedere la futura politica economicadel figlio Pietro Leopoldo, appare più un omaggio agli stereotipicortigiani del tempo che una precisa indicazione politica.

E tuttavia i quasi trent’anni della Reggenza consentirono allaToscana di uscire progressivamente dal cono d’ombra nel quale erafinita con la troppo lunga agonia degli “ultimi Medici”, non solo delpovero Gian Gastone, ma, ancor più, del lunghissimo regno diCosimo III, che in una vita sempre più triste e inutile aveva dissipa-to le aspettative che aveva creato con la sua brillante gioventù.

La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in unaposizione di subordinazione a Vienna (subordinazione che più voltesi manifesterà nella storia del secolo e mezzo lorenese) una nuovaclasse dirigente, aperta alla dimensione europea che caratterizzava la

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO7

La parabola dei Lorena e l’unificazione nazionale

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 7

Page 9: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

casa d‘Austria. I Richecourt, i Botta Adorno aprirono la strada alriemergere di una classe dirigente locale che già si fece strada inquegli anni, con Pompeo Neri, che divideva le sue fatiche fraMilano e Firenze, ma soprattutto emerse nei decenni successivi,quando, salito al trono il giovane Pietro Leopoldo, poté collaborareal più straordinario esperimento politico che l’Europa abbia cono-sciuto nella seconda metà del Settecento.

La grandezza di Pietro Leopoldo, la sua eccezionale tempra diuomo politico sono negli ultimi anni riemersi dall’oblio nel qualeun’interpretazione sabaudistica della storia d’Italia, tuttora comun-que assai resistente, l’aveva confinato, anche se la sua fama recentesembra legata soltanto a un provvedimento, quello dell’abolizionedella pena di morte e della tortura, in sè di grande importanza sim-bolica, ma che può essere pienamente compreso solo all’internodella sua complessiva linea politica, volta a fare della Toscana unpaese moderno e con ciò a proporlo a modello per l’intera Europa.

Non sembri fuori luogo questo insistere sulla dimensioneeuropea di Pietro Leopoldo: essa era chiarissima ai suoi contempo-ranei e basta scorrere le riviste e le gazzette del tempo per render-sene conto.A una storiografia miope e provinciale è sufficiente con-trapporre un solo articolo (al di là della sua monumentale biografia)del grande storico austriaco Adam Wandruszka, che non a caso con-trappose nel titolo di quell’articolo il “principe filosofo” (cioè PietroLeopoldo) al “re lazzarone” (cioè Ferdinando IV di Napoli). D’altraparte era proprio con il titolo di “principe filosofo” che PietroLeopoldo veniva definito nei circoli intellettuali europei, dove ilriferimento alla ispirazione “filosofica” del granduca rimanda natu-ralmente ai “philosophes”, e quindi alla matrice illuministica dellasua politica di governo.

Ma quello che più interessa in questo contesto è il richiamoalla figura e all’opera del “principe filosofo” che si fece strada nellanuova classe dirigente toscana che emerse dopo la bufera dellaRivoluzione francese e della vicenda napoleonica.

Dopo dieci anni di incerta navigazione del successoreFerdinando III nelle procelle dell’età rivoluzionaria, dopo qualcheanno di anacronistico ritorno a un clima prelorenese con l’effimeroRegno d’Etruria, dopo sette anni di diretto dominio francese con

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

LA PARABOLA DEI LORENA E L’UNIFICAZIONE NAZIONALE

8

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 8

Page 10: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

l’annessione della Toscana all’Impero napoleonico, con l’imposizio-ne non solo delle leggi ma perfino della lingua nell’amministazio-ne, il ritorno a Firenze di Ferdinando III nel 1814 fu accolto congrande favore e financo con entusiamo da quasi tutti gli abitanti delrestaurato granducato.

Ma ciò che interessa non è tanto il destino del secondogeni-to di Pietro Leopoldo, quanto il fatto che in Toscana laRestaurazione assunse ben presto un aspetto e caratteristiche deltutto diverse da quelle che si manifestarono nelle altre parti d’Italia.Non si tratta tanto di “mitezza” o di “toscano Morfeo”, riferito alsuccessore Leopoldo II, salito al trono nel 1824, come una storio-grafia miope e filosabauda ha insinuato. Il fatto più rilevante è che,passata la bufera della Rivoluzione, emerse una classe dirigente chein parte era la stessa che aveva guidato il paese nell’ultimo periodoleopoldino, in parte era, per ragioni anagrafiche, del tutto nuova, mache a quella tradizione esplicitamente si rifaceva.

Della prima categoria facevano parte, in prima fila,VittorioFossombroni e Neri Corsini, che di fatto guidarono la Toscana finquasi alla vigilia del 1848. Della seconda faceva parte una schiera dipersonaggi che avevano in comune il fatto di appartenere all’anticaaristocrazia toscana e di essere ricchi proprietari terrieri, da CosimoRidolfi a Gino Capponi, ma che si erano liberati, dopo essere pas-sati, direttamente o indirettamente, attraverso il lavacro prima leo-poldino e poi napoleonico (che, oltre ai danni di un dominio stra-niero aveva anche apportato una ventata innovativa), della neghitto-sità che aveva caratterizzato i loro antenati a partire almeno dal tardoRinascimento, per proporsi come nuova classe dirigente toscana.

L’età della Restaurazione ebbe così in Toscana un doppioaspetto: la politica tollerante del governo granducale permise allaToscana non solo di essere, negli anni ’20, terra di asilo per gli esulipolitici di tutta Italia, e in particolare del Meridione, ma di consen-tire l’aperta diffusione di idee liberali che fecero in quel periodo diFirenze il centro del dibattito politico e culturale italiano. Questoclima aperto e tollerante permise l’emergere di una fondamentaleesperienza editoriale, quella dell’Antologia, che fu non solo luogo dicircolazione di idee europee ma, soprattutto, punto di riferimento edi incontro della nuova classe dirigente liberale in formazione: dei

LA PARABOLA DEI LORENA E L’UNIFICAZIONE NAZIONALE

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO9

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 9

Page 11: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Capponi, dei Ridolfi, dei Lambruschini.Al tempo stesso il governogranducale, guidato da Vittorio Fossombroni, riprendeva la politicaleopoldina nel campo dello sviluppo dell’agricoltura e del commer-cio, favoriva la formazione di un moderno sistema bancario, davamano a una politica delle infrastrutture rinnovando il sistema stra-dale e più tardi, dagli anni ’40, dotando la Toscana di un rilevantesistema ferroviario, riprendeva il programma leopoldino delle boni-fiche dei territori paludosi, si faceva carico dello sviluppo di unapolitica verso i servizi di pubblica utilità.

Questa classe dirigente aveva ben presente la memoria diPietro Leopoldo e non tanto come gloria patria quanto come esem-pio a cui attingere per elaborare una politica per il presente: nonsolo il Pietro Leopoldo della politica economica liberista, il grandu-ca promotore dello sviluppo delle infrastrutture, il promotore dellebonifiche, ma anche, e forse soprattutto, il granduca della riformacomunitativa, che aveva non solo razionalizzato il sistema delleamministrazioni locali, ma che soprattutto aveva aperto la strada aquel progetto di Costituzione elaborato da Francesco Maria Giannie accolto dal granduca, che solo l’avvicinarsi della bufera rivoluzio-naria e soprattutto la forzata partenza per Vienna per assumere lacarica di imperatore al posto del defunto fratello Giuseppe II avevaimpedito di mettere in pratica.

È a quel modello di Costituzione liberale e moderata, lonta-nissimo dalle esperienze giacobine degli anni ’90, come, ovviamen-te, dalla tirannia militaristica napoleonica, che guardavano gli uomi-ni che si riunivavano intorno all’Antologia, e che infatti ne promos-sero la ristampa nel 1829, alla vigilia di un punto di svolta della sto-ria europea ma, anche, come vedremo, di quella toscana.

La rivoluzione del luglio 1830 a Parigi aveva proposto unmodello di superamento del sistema assolutistico dell’ancien régimealternativo a quello giacobino, che era stato ripreso dai cospiratoridi tutta Europa e in particolare dai carbonari italiani. Non unarepubblica giacobina ma una monarchia costituzionale guidata dauna classe dirigente borghese emersa in virtù della propria capacitàe della propria intraprendenza economica. In Toscana il messaggiodella rivoluzione di luglio fu raccolto dagli uomini dell’Antologia,che erano in buona parte di origine aristocratica ma che della bor-

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

LA PARABOLA DEI LORENA E L’UNIFICAZIONE NAZIONALE

10

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 10

Page 12: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

ghesia avevano fatto propria gran parte della mentalità e della capa-cità. Essi giudicarono maturi i tempi perché la Toscana facesse ilgran salto e da un politica di tolleranza pur sempre esercitata nelquadro della monarchia assoluta si passase alle forme della monar-chia costituzionale, o per lo meno se ne ponessero le premesse. Essi,i Ridolfi, i Capponi, i Rinuccini, i Ginori, pensarono di utilizzarel’occasione di un viaggio del giovane granduca Leopoldo II aVienna per organizzare, per il suo ritorno a Firenze, una grande festadi bentornato che avrebbe assunto il significato di una sorta diannessione del granduca stesso alle loro idee e di premessa per unatrasformazione costituzionale della Toscana. Il fatto che il governoin carica, il Fossombroni per primo, vedesse con favore questa mani-festazione, li rafforzò nella convinzione che erano maturi i tempiperché la Toscana, così come era avvenuto nel Settecento, si pones-se di nuovo all’avanguardia nel processo di trasformazione allora inatto.

Fu evidentemente un errore: quegli uomini non si erano resiconto che a Vienna Leopoldo II era stato decisamente richiamatoall’ordine e invitato a ricordarsi di far parte di un sistema di fami-glia, quello asburgico, pronto a tirare le redini ogni volta che, in unmomento critico come quello presente, qualche menbro della fami-glia, anche se a capo di uno Stato formalmente indipendente comela Toscana, avesse voluto deviare dalla strada tracciata a Vienna.Leopoldo II fece sapere che non gradiva quel bentornato, la festa fuannullata, i promotori che coprivano cariche a corte dettero ledimissioni e di lì a meno di tre anni, in seguito ad ulteriori pressio-ni austriache, l’Antologia fu chiusa.

Sappiamo, e lo storiografia l’ha costantemente sottolineato,che il momento del definitivo distacco della classe dirigente tosca-na dalla dinastia lorenese si colloca nel 1849, quando Leopoldo II,il 30 gennaio, abbandonò il paese e si rifugiò a Gaeta accanto aglialtri sovrani spodestati, e ancor più, quando, nel maggio dello stessoanno, tornò non ascoltando l’appello dei moderati toscani ma sor-retto da 15000 soldati austriaci.Tutto questo è vero e indiscutibilema è anche vero che l’inizio del distacco della classe dirigente tosca-na da Leopoldo II cominciò proprio in quell’ottobre 1830.Certamente gli eventi successivi riaprirono la partita, l’ondata neo-

LA PARABOLA DEI LORENA E L’UNIFICAZIONE NAZIONALE

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO11

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 11

Page 13: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

guelfa e federalista degli anni Quaranta permise di ipotizzare nuovesoluzioni; ma alla fine, nel momento decisivo, quel legame di fami-glia, che era in realtà un legame politico, si fece sentire ancora unavolta e l’abolizione definitiva dello Statuto concesso nel 1848, avve-nuta il 6 maggio 1851, sancì soltanto uno stato di fatto.

Gli ultimi dieci anni della presenza della dinastia lorenese inToscana sono, in un certo senso, senza storia. Anche se, ancora nel1859, alla vigila del 27 aprile, qualcuno tesseva manovre per mante-nere a Firenze lo status quo, le vere carte erano già state giocate eavevano dato la vittoria a una dinastia, quella dei Savoia, che pertutto il periodo della Restaurazione si era distinta per spirito rea-zionario e antiliberale e che aveva costruito la sua fortuna politicanel 1848-49 più in virtù della sua vocazione espansionistica e mili-taristica che per scelte liberali. Ma tutto cambiò repentinamente inquel decennio, che abbiamo detto senza storia dal punto di vistadella dinastia lorenese. In Piemonte era apparso un politico liberale,Camillo di Cavour, uno dei pochi veramente liberali e di aperturaeuropea, che in quel decennio fece del Piemonte quello che erastata la Toscana negli anni ’20, il luogo di raccolta e di incontro ditutti gli spiriti liberali d’Italia. Contrariamente al sovrano lorenese,quello sabaudo ebbe l’accortezza di non opporsi a quel movimen-to. E si ritrovò sul trono del regno d’Italia.

Una soluzione finale del Risorgimento, quella racchiusa nelmotto garibaldino “Italia e Vittorio Emanuele”, per la quale Firenzee la Toscana tornarono a svolgere un ruolo fondamentale, come giàlo era stato, fin dagli anni Venti, per la formazione della coscienzanazionale.

La pacifica rivoluzione del 27 aprile 1859, che aveva costret-to Leopoldo II a lasciare il Granducato, era il risultato conclusivodell'azione comune dei democratici mazziniani di Giuseppe Dolfi,dei militanti della Società nazionale italiana di FerdinandoBartolommei, dei liberal moderati di Bettino Ricasoli tornatiperentoriamente sulla scena politica dopo la decennale “rottura” colGranduca, seguita ai fatti del 1849.

La decisione del governo provvisorio, nello stesso pomerig-gio del 27 aprile, di offrire la dittatura a Vittorio Emanuele II che si

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

LA PARABOLA DEI LORENA E L’UNIFICAZIONE NAZIONALE

12

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 12

Page 14: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

accingeva a battersi contro l’Austria rivela la prevalente volontà diunione al Regno di Sardegna destinata a mettere in crisi gli accor-di pattuiti a Plombières nel 1858 fra Napoleone III e Cavour, cheipotizzavano quale assetto finale della penisola - una volta estromes-sa l’Austria dal Lombardo-Veneto ceduto al Piemonte – un’Italiadivisa in quattro Stati sovrani, eretta in confederazione sotto la pre-sidenza del Papa-Re.

La posizione della Toscana, seguita nella ribellione alle anti-che monarchie dalle Legazioni e dai Ducati, indurrà Napoleone IIIad interrompere le ostilità firmando gli accordi di Villafranca, l’11luglio 1859, rinunciando alla liberazione del Veneto, pur dopo i suc-cessi militari riportati dagli alleati franco-piemontesi nei confrontidegli austriaci.

Il voto dell’Assemblea toscana del 16 agosto 1859 che sanci-sce la decadenza della dinastia lorenese, seguito da quello di pochigiorni successivo di unione al Regno di Sardegna (confermatomolti mesi dopo dai risultati del Plebiscito dell’11-12 marzo 1860)e soprattutto la determinazione annessionistica del “dittatore”Bettino Ricasoli, il Barone di ferro, vanificheranno le manovre e itentativi ostili delle cancellerie europee come pure delle correntiseparatiste o restauratrici.

La Toscana, più delle Legazioni e dei Ducati di Parma e diModena, risultava decisiva. Una volta portato il Regno al di quadell’Appennino (con l'acquisizione dell’ex-granducato, appunto),l’unità della penisola sotto lo scettro di Re Vittorio Emanuele sareb-be stata solo questione di tempo e di circostanze favorevoli. Non èun caso che la spedizione dei Mille avvenga a meno di due mesi didistanza dai Plebisciti.

Alla scomparsa improvvisa di Cavour, il 6 giugno 1861 (nonsono trascorsi neppure tre mesi dalla proclamazione del Regnod’Italia), la successione di Bettino Ricasoli alla guida del governoappariva “naturale”: per il prestigio dell’uomo che con tanta capar-bietà ed energia si era battuto per l’unità, ma anche per il ruolodeterminante svolto dalla Toscana, abilmente messo a frutto daCavour per andare oltre gli accordi di Plombières.

Una volta conseguita l’unità politica si presentava il comples-so problema dell’unificazione, non solo burocratico-amministrativa:

LA PARABOLA DEI LORENA E L’UNIFICAZIONE NAZIONALE

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO13

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 13

Page 15: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

“fare gli Italiani”, secondo la celebre frase attribuita a MassimoD'Azeglio. È ancora la Toscana a svolgere appieno il delicato com-pito: adoperandosi efficacemente per contenere i limiti della “pie-montesizzazione”, contribuendo in modo decisivo alla formazionedi un comune senso di appartenenza, in grado di rasserenare glianimi, di superare il senso delle “due Italie”, una di “dominati” e unadi “dominatori”, una di “conquistati” e una di “conquistatori”.

In modo particolare Firenze svolgerà quell’autentica missio-ne culturale, politica e civile nei sei anni di permanenza della capi-tale sulle rive dell’Arno, dal 1865 al 1871: un ruolo, quello dellacapitale, né cercato né gradito, piuttosto accolto come una necessi-tà ineluttabile, ma interpretato con una dedizione e uno spirito disacrificio universalmente riconosciuti.

È in quegli anni che prende avvio il processo di fusione, ditrasformazione unitaria dell’intero paese. Senza asprezza, senza vio-lenza, senza intemperanze, con civiltà e urbanità tutta toscana.

Si mescolano i dialetti, si conciliano le abitudini, si superanomolte delle antiche e radicate prevenzioni. Quasi senza accorgerse-ne, in mezzo a scetticismi e ritrosie senza fine, si crea un modonuovo di vita, nazionale ed unitario. Contro tutti gli ostracismi ed itabù municipali. Con gran vantaggio della lingua, una lingua vera-mente nazionale.

Si completa, anche a seguito di favorevoli vicende internazio-nali, il Risorgimento italiano, con la liberazione - in quei sei anni -di Venezia (1866) e di Roma (1870). Restavano ancora, al di là deiconfini,Trento e Trieste: ma quella era un'altra lunga storia.

Valentino Baldacci, Cosimo Ceccuti

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

LA PARABOLA DEI LORENA E L’UNIFICAZIONE NAZIONALE

14

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 14

Page 16: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 15

Page 17: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 16

Page 18: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

L’estinzione della dinastia medicea nel 1737 e l’ascesa diquella dei Lorena rappresentarono un punto di svolta nella storia dellaToscana.Gli ultimi decenni della dinastia dei Medici erano stati carat-terizzati dalla decadenza politica, economica, morale; i Lorena porta-rono un clima nuovo, il cui aspetto centrale era la concezione delruolo dello Stato come fattore fondamentale di regolamentazione edi sviluppo della vita sociale. Il primo granduca della dinastia lorene-se, Francesco Stefano, sposò Maria Teresa d‘Asburgo, imperatriced’Austria, e fu elevato anch’egli alla dignità imperiale, vivendo quin-di a Vienna, ma mantenendo l’indipendenza della Toscana. Il governodella Reggenza comunque dette avvio alle prime riforme che furo-no proseguite con ben altra energia in età leopoldina.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO17

Dalla Toscana leopoldina alla Restaurazione

Arco di trionfo in Piazza San Gallo

eretto in occasione della visita (1739)

dell’imperatore Francesco Stefano

a Firenze

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 17

Page 19: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Nel 1765, alla morte di Francesco Stefano, il figlio diciotten-ne Pietro Leopoldo divenne granduca di Toscana, regnando fino al1790. Nei 35 anni di esercizio del potere Pietro Leopoldo trasformòla Toscana, facendone uno Stato moderno, e diventando in Europa ilmodello del “principe filosofo”, dedito all’elevazione delle condizio-ni dei suoi sudditi e al progresso economico e civile della società.Radicali furono le riforme che Pietro Leopoldo introdusse, da quellapiù famosa, l’abolizione della pena di morte e della tortura, a quelledi carattere istituzionale, la riforma delle amministrazioni locali e ilprogetto di Costituzione, che non giunse a compimento per il muta-mento di clima politico provocato dalla Rivoluzione francese. Ma fusoprattutto in campo economico che il governo di Pietro Leopoldofu particolarmente incisivo: dalla decisa difesa della libertà di com-mercio alla politica delle infrastrutture, con il rinnovamento della reteviaria. Particolarmente significativo fu l’avvio di una vastissima operadi bonifica delle aree paludose che esistevano in Toscana, in partico-lare in Maremma. Né va dimenticata, su un altro piano, la nuova

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

DALLA TOSCANA LEOPOLDINA ALLA RESTAURAZIONE

18

A Gherardesca,L. Pampaloni:Monumento

a Pietro Leopoldo,Pisa, Piazza Santa

Caterina

Giovanni Lapi:Incisione

per la III edizione (Livorno, 1765)

dell’opera di Cesare Beccaria,Dei delitti e delle

pene

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 18

Page 20: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

impostazione che il governo leopoldino dette ai rapporti fra Chiesa eStato.

Nel 1790 a Pietro Leopoldo, chiamato a coprire il tronoimperiale di Vienna dove morì appena due anni dopo, successe il

figlio Ferdinando III, che si trovò a regnare in un periodo dif-ficilissimo, segnato dalla Rivoluzione francese e dalla guerraeuropea; nel 1799 infatti le truppe francesi invasero la Toscanae, dopo due anni di convulse vicende, fu creato, nell’ambitodel sistema napoleonico, il Regno d’Etruria, affidato a Maria

Luisa di Borbone Parma che governò come reggente in nomedel figlio Ludovico I.

A questo effimero regno seguì, nel 1807, la diretta annessionedella Toscana all’Impero francese: la Toscana fu divisa in tre diparti-menti (Mediterraneo,Arno e Ombrone) ed ebbe ordinamenti e leggidirettamente ispirati a quelli francesi. I francesi operarono un’opera disvecchiamento dei residui dell’antico regime, scarsi in realtà dopo lapolitica di Pietro Leopoldo. Il provvedimento più incisivo fu la sop-pressione dei monasteri e dei conventi, compiuta in maniera ben piùradicale di quella avvenuta in età leopoldina. L’incameramento e lavendita dei beni degli ordini religiosi permise l’estinzione del debitopubblico.Tuttavia la politica protezionistica francese, che si sostituì alliberismo di età leopoldina, danneggiò l’economia toscana. Le diffi-coltà economiche, unite allo scontento diffuso nei ceti popolari acausa della coscrizione obbligatoria e agli inconvenienti di una domi-nazione straniera, portarono a una progressiva impopolarità del domi-nio francese.

La caduta di Na-poleone nel 1814 ebbecome diretta conseguen-za il ritorno di Ferdinan-do III, che aveva vissutoin Germania come gran-duca di Würzburg, sultrono della Toscana.

DALLA TOSCANA LEOPOLDINA ALLA RESTAURAZIONE

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO19

Elisa BonaparteBaciocchi,

granduchessa di Toscana

durante la dominazione

francese

Suvereto,lapide

commemorativa del restauro della Fonte

della Boldrona,in francese

(1806)

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 19

Page 21: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Dopo la sconfitta di Napoleone a Waterloo e il crollo del-l’egemonia francese in Europa, il Congresso di Vienna decise larestaurazione del sistema politico precedente alla Rivoluzione fran-cese e il ritorno al potere delle antiche dinastie.Anche in Toscana ilGranduca Ferdinando III torna sul trono di Firenze dopo un quin-dicennio di esilio. Ma, come nella maggior parte degli Stati europei,anche per la Toscana la Restaurazione non significò il puro e sem-plice ritorno al sistema precedente al periodo napoleonico, e ciò pervarie ragioni.

Intanto, dal punto di vista territoriale, fu mantenuta la razio-nalizzazione introdotta in età napoleonica: fu confermata l’annessio-ne al Granducato del Principato di Piombino, dello Stato dei Presidie dell’intera isola d’Elba; Lucca, che nel lungo processo di formazio-

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO20

La Restaurazione in Toscana:politica e istituzioni

Il Congresso di Vienna,

stampa del 1815

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 20

Page 22: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

ne dello Stato regionale aveva sempre mantenuto la sua autonomia,fu provvisoriamente concessa ai Borboni Parma ma con la previsio-ne di una sua futura annessione al Granducato, che infatti avvennenel 1847. In sostanza, fu portato a compimento il processo di for-mazione dello Stato regionale, iniziato nel tardo Medio Evo: rispet-to ai confini della Toscana attuale, l’unico territorio che rimase fuoridei confini granducali fu quello di Massa e Carrara, che per la mag-gior parte fu attribuito al Ducato di Modena.

Nel campo della legislazione, alcuni principi normativi intro-dotti dai francesi furono aboliti ma altri furono conservati. Fu con-servato il codice commerciale napoleonico e furono mantenute lenorme relative all’abolizione della feudalità. Fu abolito il divorzio,introdotto durante il periodo francese, ma non furono riammessi iGesuiti e si oppose un rifiuto alla richiesta ecclesiastica di rivederela legislazione leopoldina in materia giurisdizionalistica. Furonoconsiderati legittimi gli acquisti dei beni delle corporazioni religio-se soppresse. Anche quando fu deciso il ritorno al passato, questopassato era quello leopoldino, cioè quello di uno Stato che per moltiaspetti era considerato all’avanguardia in Europa: ad esempio, fureintrodotta la legislazione liberista in materia di commercio.

LA RESTAURAZIONE IN TOSCANA: POLITICA E ISTITUZIONI

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO21

Ferdinando III e Leopoldo II

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 21

Page 23: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

LA RESTAURAZIONE IN TOSCANA: POLITICA E ISTITUZIONI

Anche la classe dirigente di cui si circondò Ferdinando IIIrisaliva all’età leopoldina. Vittorio Fossombroni e Neri Corsini, idue principali ministri del Granduca, avevano entrambi una forma-zione settecentesca; in particolare Vittorio Fossombroni, nato nel1754, aveva collaborato con Pietro Leopoldo nella politica dellebonifiche in Val di Chiana. Entrambi portarono nel governo dellaToscana un atteggiamento più rivolto al miglioramento delle con-dizioni economiche e sociali della regione che all’eventuale repres-sione di movimenti di opposizione, d’altra parte pressoché assentialmeno fino agli anni ’30. Fu in questo clima di tolleranza che pote-rono fiorire iniziative come l’Antologia, la rivista promossa da GianPietro Vieusseux, e trovarono accoglienza nel Granducato numero-se personalità che erano dovute fuggire, per motivi politici, da altriStati della penisola.

Giuseppe Pierotti:Cosimo Ridolfi

presenta a Gino Capponi

i figli Niccolò,Lorenzo e Luigi;

sullo sfondo la villa di Meleto

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 22

Page 24: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

L’economia toscana dell’800 è essenzialmente fondatasull’agricoltura, nella quale vige il sistema della mezzadria. Pur nonessendo esclusivo della Toscana, il sistema mezzadrile ne costituisceun aspetto peculiare, che caratterizza non solo i rapporti di produ-zione, ma anche la vita sociale, il paesaggio, il quadro culturale com-plessivo.Tuttavia il sistema mezzadrile, anche se si conservò presso-ché immutato non solo nell’800 ma anche fino alla metà del ‘900,fu oggetto di numerose discussioni e dibattiti, sia nell’ambito del-l’Accademia dei Georgofili che nelle stesse pagine dell’Antologia.Erano dibattiti iniziati già nel ‘700, che vertevano soprattutto sull’ef-ficienza, dal punto di vista produttivo, del sistema mezzadrile.Tuttavia sui dubbi relativi alla produttività della mezzadria prevalsecostantemente la considerazione relativa ai vantaggi che essa presen-tava in termini di collaborazione e di pace sociale, coinvolgendonegli stessi interessi proprietari e contadini. Nel 1827, per iniziativadi Raffaello Lambruschini, Cosimo Ridolfi, Lapo de’ Ricci e Gino

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO23

L’economia: agricoltura,industria, commercio,

sistema bancario

Fabbriche di acido borico

di Montecerboli

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 23

Page 25: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Capponi nacque il Giornale AgrarioToscano, con lo scopo di istruire ilpopolo intorno ai processi e ai pro-gressi agrari, di migliorare le condi-zioni di vita, di diffondere i principidell’economia pubblica e di agrono-mia che erano propugnati dall’Acca-demia dei Georgofili.

La fine del sistema del bloccocontinentale napoleonico stimolònaturalmente la ripresa del commer-cio, favorita anche dalla reintroduzio-ne dei principi del libero scambio diorigine leopoldina. Anche l’industriatoscana conosce un certo sviluppo.Accanto alle tradizionali attività alconfine fra artigianato e industria(concerie, fabbricazione di cappelli,lavorazione della paglia, telerie, sete-

rie), alle attività minerarie, alla lavorazione del tabacco, prendonocampo iniziative che, per le dimensioni e per le caratteristicheimprenditoriali, hanno profili decisamente moderni, con venature dipaternalismo sociale: sono le iniziative di Tommaso Cini nel campodelle cartiere, di Lorenzo Ginori Lisci in quello della ceramica, diFrancesco Giacomo de Larderel in quello dell’industria chimica,che creano spesso, accanto agli opifici, veri e propri paesi-fabbrica,destinati ad ospitare gli operai. In questo quadro, un discorso a partemerita Livorno, dove si sviluppano l’industria cantieristica, maanche officine meccaniche, vetrerie, fonderie.

In questi anni si pongono le basi per la nascita di un moder-no sistema bancario in Toscana. Nel 1817 nasce la Cassa di Scontodi Firenze, con la partecipazione di capitale granducale. Nel 1826interviene la partecipazione di capitale privato, fornito, fra gli altri,dal banchiere Emanuele Fenzi, da Carlo Ginori Lisci, da CosimoRidolfi. Ma il momento fondamentale è costituito dalla nascita, nel

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

L’ECONOMIA: AGRICOLTURA, INDUSTRIA, COMMERCIO, SISTEMA BANCARIO

24

A. Gherardesca:Bigattiera con filande,

Villa Roncioni,Pugnano, Pisa

C. Reishammer:Cancello

della Fonderiagranducale,

Follonica

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 24

Page 26: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

1829, della Cassa di Risparmio di Firenze, che vede fra i promoto-ri numerosi appartenenti al gruppo dell’Antologia, da Gino Capponia Cosimo Ridolfi, da Gian Pietro Vieusseux a RaffaelloLambruschini. Fra i soci fondatori figurano anche membri dellafamiglia granducale e vari vescovi e appartenenti all’aristocraziatoscana. La Cassa diventa così lo strumento di saldatura fra i ceti diorigine aristocratica-fondiaria e quelli di origine finanziaria e com-merciale. Si aprono subito filiali a Figline, a Prato, a San Miniato eben presto in tutto il territorio toscano.

Elenco dei cento azionisti

fondatori della Cassa di Risparmio di Firenze (1829)

G. Franceschi,casa colonica

alla Manziana di Policiano

in Val di Chiana

L’ECONOMIA: AGRICOLTURA, INDUSTRIA, COMMERCIO, SISTEMA BANCARIO

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 25

Page 27: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Soprattutto do-po l’avvento al trono diLeopoldo II, nel 1824, ilgoverno granducale so-stenne attivamente lo svi-luppo economico. Nel1824 venne abolita la tas-sa sulle carni e sui proven-ti dei macelli, e diminuitadella quarta parte la tassaprediale. Nel 1825 vennerealizzata la riforma mo-netaria, affidata a CosimoRidolfi.

Ma è soprattutto indue direzioni che la po-litica economica del go-verno granducale si indi-rizza: quella del compi-mento della grande im-presa delle bonifiche,avviata nel ‘700 per inizia-

tiva di Pietro Leopoldo, e quella della costruzione di un modernosistema di comunicazioni che renda effettiva l’esistenza di un unicomercato regionale e lo metta in contatto con gli altri mercati. In unprimo tempo questo piano si realizzò con la costruzione di nuovestrade e con il miglioramento di quelle esistenti, e in un secondo, apartire dalla fine degli anni ’30, con un ampio piano di costruzioniferroviarie.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO26

Le infrastrutture: strade, ferrovie

L. Ximenes:Prospetto del ponte

della Strada Modenese sul fiume Lima

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 26

Page 28: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Fra le nuove strade realizzate in questo periodo vanno ricorda-te, fra le altre, quella del Muraglione, fra Firenze e Forlì; la Porrettana,fra Firenze e Bologna; quella di fondo valle della Val di Chiana; lo svi-luppo dell’Aurelia in Maremma e della Cassia verso Radicofani.Tuttigli interventi di tipo infrastrutturale erano posti sotto la direzione delCorpo degli Ingegneri d’acque e strade, istituito nel 1825, la cui dire-

LE INFRASTRUTTURE: STRADE, FERROVIE

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO27

Passo di Boscolungo (ora Abetone)

sulla Via Modenese

L. Ximenes:Ponte sul Sestaione

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 27

Page 29: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

zione fu tenuta, fino al 1859, daAlessandro Manetti, che fu il re-sponsabile dei lavori pubblici inToscana, non solo in campo stradalema anche in quello delle bonifiche eanche nella costruzione di opere dipubblica utilità, come acquedotti,cisterne, cinte daziarie, dogane ecc.

Il sistema ferroviario toscanoebbe uno sviluppo rapidissimo.L’iniziativa privata ebbe un ruolofondamentale: i banchieri EmanueleFenzi e Pietro Senn ottennero nel1838 la concessione per la costruzio-ne della “Strada ferrata Leopolda”, ilcui primo tratto fra Livorno e Pisa fuinaugurato nel 1844, mentre l’interopercorso, fino a Firenze, fu completa-to nel 1848. Due anni dopo, nel1850, fu collegata a Firenze, attraver-so Empoli, anche Siena.Nel 1846 fu-rono collegate Pisa e Lucca. Nel1851 fu aperta la “Maria Antonia” daFirenze a Pistoia, che nel 1857 fuprolungata fino a Lucca.Nel 1856 fu-rono iniziati i lavori per la Porrettana,che superando l’Appennino con-giungeva Firenze, attraverso Pistoia, aBologna, lavori che furono comple-tati nel 1863. Nel 1859 erano incorso i lavori per la Firenze-Arezzo.Al momento dell’Unità il sistemaferroviario toscano erano uno dei piùsviluppati d’Italia, al pari di quelli delPiemonte e del Lombardo-Veneto.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

LE INFRASTRUTTURE: STRADE, FERROVIE

28

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 28

Page 30: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

LE INFRASTRUTTURE: STRADE, FERROVIE

G. Prezzolini:Progetto per una

nuova strada dalla provincia

inferiore senese

alla Valdichiana

La Stazione Leopolda,

Firenze

Ponte sospeso sul fiume Cecina

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 29

Page 31: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

La bonifica di vaste areepaludose era stato uno degli a-spetti più significativi della politi-ca di Pietro Leopoldo.

Questa politica viene ri-presa nell’Ottocento e trova inVittorio Fossombroni la figuracentrale e più significativa.

Fossombroni non solo, co-me ministro, dà l’impulso politicoal progetto delle bonifiche mamette a disposizione la sua com-petenza di ingegnere idrauliconel Discorso sopra la Maremma, cheappare nel 1828. Nello stessoanno riprendono i lavori per labonifica della zona di Castigliondella Pescaia, diretti da AlessandroManetti. Le acque del lago furo-no raccolte in cinque bacini dicolmata; venivano poi scaricate inmare attraverso tre emissari, sca-

vati appositamente e dotati di cateratte. Furono inalveati vari fossi,costruite piccole botti sotterranee e modificato il tratto della viaEmilia-Aurelia tra Cecina e Grosseto: si riuscì così, con l'impiegodelle tecnologie più sofisticate e con dispendio di risorse umane edeconomiche, a dare una svolta decisiva nella sistemazione di questodifficile territorio.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO30

Le bonifiche

Piano di operazioniidrauliche

per la bonifica del lago di Bientina

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 30

Page 32: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Lo stesso Manetti dirigerà, dal 1838 al 1859, unendo alla col-mata il sistema di bonifica per canalizzazione, i lavori per il comple-tamento della bonifica della Val di Chiana, che nel Settecento eranostati avviati sotto la diretta responsabilità di Fossombroni.

Alla fine del Granducato la bonifica (che rappresentò perl’Italia e l’Europa un vero e proprio modello per qualsiasi politica dirisanamento e di valorizzazione economica delle pianure umide)era nel suo complesso terminata. Grazie alle bonifiche, il fondoval-le chianino fu gradualmente acquisito ad un’agricoltura particolar-mente produttiva (anche per il ruolo rivestito dall’allevamento bovi-no, dalla sericoltura e dalla tabacchicoltura, insieme alle tradizionalicoltivazioni cerealicole, viticole e olivicole); all’interno delle grandi

LE BONIFICHE

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO31

A. Manetti:Chiusa dei Monaci

presso Arezzo

Veduta del Traversante nel Padule di

Castiglione (1832)

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 31

Page 33: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

e ricche fattorie granducali checoprivano quasi tutta la pianura,spiccavano le centinaia di bellecase coloniche.

Anche il lago di Bientina,presso Pisa, venne prosciugato,con un audace lavoro di inge-gneria, anch’esso progettato daAlessandro Manetti, che preve-deva la deviazione del CanaleImperiale sotto l’alveo dell’Ar-no, per mezzo di un condottosotterraneo (la cosiddetta Bot-te), lungo 255 metri. I lavori ini-ziarono nel 1854 e furono com-

pletati nel 1859. Le bonifiche permisero il recupero di vaste zonecoltivabili, favorirono l’incremento demografico e consentirono lasconfitta della malaria, piaga endemica di vaste aree della Toscana.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

LE BONIFICHE

32

Veduta della Casa della Fattoria di Montecchio

Pianta del lago di Massaciuccoli

Fattoria di Bettolle

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 32

Page 34: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

LE BONIFICHE

Il padule di Fucecchio

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 33

Page 35: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Una delle caratteristichedel governo lorenese fu quella di nonpromuovere la costruzione di edificidestinati a esaltare le glorie della di-nastia o a costituire elementi di ma-gnificenza e di sfarzo, sia in campocivile che religioso. Non furono per-ciò costruiti, se non in casi sporadici,nuovi palazzi e nuove chiese: i Lo-rena, e in particolare Pietro Leopoldoe Leopoldo II, preferirono manifesta-re la presenza dello Stato, sollecitodel benessere dei cittadini, attraversola costruzione di edifici destinati afavorire nei modi più vari il governodella nuova realtà sociale ed econo-mica della Toscana da essi prefiguratae voluta.

Edifici scolastici (Università, Licei), Conservatori per fanciul-le, Reclusori per poveri (Pia Casa di Lavoro, Deposito di Men-dicità), Collegi e pubbliche Accademie, Musei e Gallerie ormai ac-cessibili a tutti, Osservatori astronomici, Gabinetti scientifici,Ospedali, Lazzeretti, Caserme, Cavallerizze, Carceri, Tribunali,Mercati, Macelli,Tabacchifici, Borse Merci, Mulini, Saline, oltre chela benefica rete infrastrutturale di Strade, Bonifiche, Ponti, Canali,Argini, Ferrovie con le relative Stazioni, e ancora Dogane ai pacifi-cati confini del Granducato, costellano ogni luogo della regione,dalle città maggiori ai centri minori e minimi, sino alle aree dei ter-

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO34

L’architettura della pubblica utilità

G.Valentini:Progetto

per la dogana di Ansina

presso il Mulino di Geppetto

sul fiume Nestorio

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 34

Page 36: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

ritori più poveri e spopolati e sino ad allora più abbandonati, risul-tando caratterizzati da un comune linguaggio fatto di efficienzastrutturale, di semplicità compositiva, di consapevole povertà orna-mentale, fortemente connotata in chiave di razionalismo edificato-rio e chiaramente affermante in faccia ai sudditi e ai visitatori stra-nieri che adesso la presenza, ovviamente benefica, dello Stato con-trollava ogni palmo del suolo patrio.

L’ARCHITETTURA DELLA PUBBLICA UTILITÀ

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO35

A. Manetti e C. Reishammer:

Progetto per la dogana d’acqua,

Livorno

P. Poccianti:Progetto

per la facciata del Cisternone,

Livorno

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 35

Page 37: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Numerosi furono gli architetti e gli ingegneri che operarononel campo delle opere di pubblica utilità: Alessandro Manetti che,oltre ad operare nel settore delle strade e delle bonifiche, progettòponti sospesi a canapi di ferro, come quello di Buonconvento, e rea-lizzò la cinta daziaria di Livorno; Pasquale Poccianti, autore dell’ac-quedotto di Livorno e della Cisterna e del Cisternino; GiusepePardini, che realizzò l’Ospedale Demidoff a Bagni di Lucca;Lorenzo Nottolini, che operò nell’ambito del Ducato di Lucca, rin-novando il volto della città, sistemando a verde pubblico l’intero cir-cuito delle mura, e fuori della città, realizzando il Ponte delle Catenea Fornoli.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

L’ARCHITETTURA DELLA PUBBLICA UTILITÀ

36

Teatro Goldoni,Livorno (1847)

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 36

Page 38: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

L’ARCHITETTURA DELLA PUBBLICA UTILITÀ

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO37

G. Cappellini:Progetto delle nuove

carceri pretoriali,Livorno (1853)

G. Martelli:Progetto

di mercato,Livorno (1849)

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 37

Page 39: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

La nascita dell’Antologia, rivista con periodicità mensile,avvenuta nel gennaio 1821, segna un momento di fondamentaleimportanza nella storia della Toscana dell’età della Restaurazione,perché rappresenta non solo la nascita di uno strumento di riflessio-ne e di approfondimento dei principali temi economici e sociali deltempo ma perché consente la formazione di una classe dirigentesostanzialmente omogenea, formatasi appunto su riflessioni e dibat-titi comuni. Una classe dirigente non alternativa, in questa fase, aquella granducale, ma anzi complementare, e, in prospettiva, desti-nata a succederle. Il mancato ricambio fra le due classi dirigenticostituirà la ragione fondamentale del venir meno della continuitàdella classe dirigente toscana e, dopo la morte di Fossombroni e diNeri Corsini, avvenuta pressoché contemporaneamente fra il 1844e il 1845, del progressivo allontanamento del gruppo che si era for-mato intorno all’Antologia dal governo granducale.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO38

L’Antologia: la formazione del gruppo dirigente moderato

Gian Pietro Vieusseux

Giuseppe Montani,principale redattore

dell’Antologia

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 38

Page 40: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Nella rivista le questioni letterarieebbero un posto marginale, mentre un ruolocentrale lo ebbero i problemi economici, lastatistica, la storia, il diritto, l’educazionepopolare. La rivista fu promossa dall’editoreginevrino Gian Pietro Vieusseux, che in pre-cedenza aveva dato vita a un Gabinettoscientifico-letterario, luogo di ritrovo e dilettura di giornali e riviste, ma la sua figuracentrale fu Gino Capponi.Ad essa collaboròassiduamente una serie di figure destinate asvolgere un ruolo centrale sia nella Toscanalorenese che dopo l’Unità: Cosimo Ridolfi,Raffaello Lambruschini, Vincenzo Salva-gnoli, Lapo de’ Ricci, Enrico Mayer. Ma nonva dimenticato che alla rivista collaboraronole figure più importanti della cultura italianadel tempo, da Leopardi a Tommaseo, anumerosi esuli che vivevavo a quel tempo aFirenze, come Pietro Colletta, Gabriele Pe-pe, Carlo Poerio; la rivista svolse così una

fondamentale funzione di unificazione culturale nazionale.

L’Antologia fu soppressa nel 1833 a causa di pressioni delgoverno austriaco su quello granducale. Ma, simbolicamente, la rot-tura fra il gruppo dell’Antologia e la dinastia lorenese era già avve-nuta tre anni prima, quando, nell’ottobre 1830, il gruppo che si rac-coglieva intorno alla rivista (Capponi, Ridolfi, Rinuccini, Ginori)organizzò una grande manifestazione di bentornato a Leopoldo II,che aveva compiuto un viaggio a Vienna. Lo scopo della manifesta-zione era quello di sottolineare il reciproco riconoscimento e l’esi-stenza di una collaborazione fra dinastia e gruppo dirigentedell’Antologia. All’ultimo momento la manifestazione fu proibita.Capponi, Ridolfi e Rinuccini dettero le dimissioni dalle cariche checoprivano a corte e anche se successivamente i rapporti ripreseroquella prima incrinatura segnò negativamente gli sviluppi futuri.

L’ANTOLOGIA: LA FORMAZIONE DEL GRUPPO DIRIGENTE MODERATO

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO39

Il primo tomo dell’Antologia

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 39

Page 41: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

L’ANTOLOGIA: LA FORMAZIONE DEL GRUPPO DIRIGENTE MODERATO

40

Cosimo Ridolfi

Gino Capponi

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 40

Page 42: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Nell’età della Restaurazione Firenze è lacapitale culturale d’Italia.Al raggiungimento di que-sto ruolo concorrono vari fattori. Uno di questi è ilrecupero della tradizione letteraria trecentesca pro-mosso dal Romanticismo, con la sottolineatura delruolo centrale di Dante, Boccaccio e Petrarca. Unaltro è l’esito del dibattito sulla questione della lin-gua, che vede l’affermazione del toscano colto comelingua nazionale. Un altro è la presenza nella Firenzedel tempo di numerosi esuli politici, provenienti siadal Sud che dal Nord della penisola; molti di questi

esuli sono letterati che contribuiscono a fare di Firenze il punto diriferimento della cultura del tempo.A questo fattore è connesso unaltro, la presenza a Firenze di istituzioni culturali che, in vari campi,costituiscono un punto di riferimento nazionale: alcune sono diantica origine, come l’Accademia della Crusca; altre risalgono al‘700, come l’Accademia dei Georgofili, che pone al centro dei suoiinteressi i problemi dell’agricoltura e il dibattito sulla mezzadria;altre sono più recenti, prima fra tutte l’Antologia, che si imponerapidamente come il punto di riferimento di dibattiti di interessenazionale.

Questa centralità di Firenze si allarga anche ad altre cittàtoscane, prime fra tutte Pisa, sede universitaria, dove nel 1839 sitiene il I congresso degli scienziati italiani. Nel 1840 il governogranducale riforma profondamente l’ordinamento degli studidell’Università di Pisa, che, nonostante il ripristino dell’Università diSiena avvenuto dopo il ritorno del governo granducale, resta il cen-tro degli studi superiori in Toscana. Nel 1846 il governo granduca-

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO41

La cultura, l’educazione,la scuola, l’Università

Copertina del Manuale

del sistema di Bell

e Lancaster o mutuo

e reciproco insegnamento

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 41

Page 43: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 42

Page 44: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

le riapre la Scuola Normale di Pisa, istituita per la formazione degliinsegnanti in età napoleonica sul modello di quella di Parigi, e chiu-sa nel 1814 dopo la caduta di Napoleone.

Fuori dei dibattiti letterari e dell’ordinamento ufficiale deglistudi, la Toscana di questi anni vede un interessante fenomeno, frut-to dell’iniziativa privata di proprietari terrieri e di illuminati peda-gogisti: un forte interesse per i problemi dell’educazione popolare.Già nel 1819 Cosimo Ridolfi, Luigi Serristori e Ferdinando Tartini

avevano fondato la Società per il mutuo insegna-mento, basata sul metodo Lancaster-Bell, in granvoga in quel tempo. Nel 1831 lo stesso CosimoRidolfi, figura centrale in tutte le iniziative innovati-ve di quegli anni, fonda a Meleto, nella sua proprie-tà, una scuola sperimentale di agricoltura. Nel 1836Luigi Serristori apre una scuola elementare per con-tadini a Presciano. Negli stessi anni si sviluppa ilmovimento per gli asili, promosso inizialmente daFerrante Aporti, che vede operare in Toscana duefigure di primo piano: Matilde Calandrini ed EnricoMayer, che aprono rispettivamente asili a Pugnano ePisa ed a Livorno. Sono entrambi protestanti, comelo è Piero Guicciardini, che apre un asilo a Firenze.In questo movimento per l’educazione del popoloben presto acquista un ruolo centrale RaffaelloLambruschini, che nel 1830 apre nella sua villa diSan Cerbone, presso Figline, un istituto sperimenta-le di educazione, frequentato sia da figli di proprie-tari che da figli di contadini; nel 1832 pubblicaSull’istruzione del popolo e nel 1835 promuove laGuida dell’educatore. Non va d’altra parte dimentica-to che quello dell’istruzione popolare era stato unodei principali temi dibattuti sull’Antologia.

LA CULTURA, LA SCUOLA, L’EDUCAZIONE, L’UNIVERSITÀ

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO43

Lorenzo Bartolini;La Carità educatrice

(1817-24)

Raffaello Lambruschini G. Paoletti:Il Torrino della

Specola,Firenze

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 43

Page 45: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Il ritorno del granduca Ferdinando III fu accolto inToscana, dopo le sanguinose guerre napoleoniche, alle quali anche itoscani avevano pagato un largo tributo, con un generale consenso,che si estendeva dalle classi dominanti, in particolare i proprietariterrieri, al mondo contadino. Contrariamente a quanto avvenne inmolte parti d’Italia, dal Piemonte alla Lombardia, da Napoli aModena, i moti nati dal movimento costituzionale in Spagna del1820-1821 ebbero in Toscana scarsa eco. Anzi, la Toscana, proprioper la tranquillità della sua situazione politica, divenne il luogo dovesi riunirono numerosi esuli, provenienti in particolare dal Regnodelle Due Sicilie, come Carlo Poerio, Pietro Colletta,Gabriele Pepe.Lo stesso Carlo Alberto, dopo la repressione del moto costituziona-le in Piemonte, si ritirò a Firenze.

La Carboneria ebbe in Toscana una presa debolissima; la figu-ra più nota, Giuseppe Valtancoli, era in realtà un informatore dellapolizia granducale che si adoperava perché i carbonari di Romagnachiedessero l’annessione di quelle province alla Toscana. Solo a par-tire dagli anni’30 si può parlare di formazione di piccoli gruppi diispirazione mazziniana, nati dopo la fondazione nel 1831 della“Giovane Italia”, localizzati soprattutto a Livorno, città che per ilsuo ruolo negli scambi economici meglio si prestava a ricevere ideenuove dall’esterno. Lo stesso sviluppo economico della città, favo-rendo una certa differenziazione sociale e la formazione di nucleisignificativi di artigiani e di operai, creava l’ambiente favorevole alladiffusione di idee rivoluzionarie.Anche Pisa, per il suo ruolo di cittàuniversitaria, si prestava ad accogliere, nell’ambiente studentesco, lenuove idee di libertà. Ben diversa era la situazione a Firenze e aSiena, dove l’egemonia dei moderati era pressoché incontrastata. In

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO44

I movimenti di opposizione

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 44

Page 46: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

particolare a Firenze, la formazione del gruppo dell’Antologia fece sìche si creasse un gruppo dirigente diverso ma non ostile al gover-no granducale.

A Livorno infatti nacque nel 1828, per iniziativa di FrancescoDomenico Guerrazzi e di Carlo Bini, L’Indicatore livornese, un gior-nale che per le sue idee e il suo linguaggio si poneva in antitesi conl’Antologia. Il giornale ebbe vita breve perché fu soppresso nel 1830;tuttavia Guerrazzi emerse come il principale esponente di una lineademocratica di opposizione non solo al governo granducale maanche al movimento liberale moderato. Nel 1833 Guerrazzi e Bini

I MOVIMENTI DI OPPOSIZIONE

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO45

Guglielmo Pepe

Pietro Colletta

Carlo Poerio

Giovan Battista Niccolini

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 45

Page 47: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

furono arrestati perché sospettati di legami con GiuseppeMazzini e la Giovane Italia. È in questi anni che si diffon-dono in Toscana non solo il mazzinianesimo ma anche ilsaintsimonismo e le idee di Filippo Buonarroti. Guerrazzisi conquistò una larga fama con i suoi romanzi storici diispirazione patriottica: nel 1828 pubblicò La battaglia diBenevento, nel 1836 L’assedio di Firenze, che ebbe un note-vole successo. Meno incisiva fu la sua azione cospirativa:dopo un velleitario tentativo di insurrezione a Mon-tepulciano, fu imprigionato nel 1833 nel Forte Stella aPortoferraio, dal quale fu presto liberato, tornando, per ilmomento, alla sua professione di avvocato. Ritornò all’at-tività politica nel biennio 1848-1849.

Fra tutti gli Stati italiani, comunque, il Granducatodi Toscana fu l’unico che nel periodo 1815-1848 nonvide alcun tentativo insurrezionale né un’attività cospira-tiva significativa. Ciò fu dovuto sia alla politica tollerantee non repressiva del governo granducale sia all’egemoniaesercitata dal gruppo moderato liberale.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

I MOVIMENTI DI OPPOSIZIONE

46

R. Castinelli:Tempietto

di Minerva Medica,Montefoscoli

Francesco DomenicoGuerrazzi

Francesco DomenicoGuerrazzi,

L’assedio di Firenze (1836)

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 46

Page 48: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Gli anni ’30 e ’40 videro un notevole attivismo da partedel governo granducale, e non solo nel campo delle bonifiche, delsistema viario, delle ferrovie, delle opere pubbliche in genere.Furono realizzate anche alcune riforme in vari campi: nel 1838 fuapprovata la riforma dell’amministrazione della giustizia, ispirata alprincipio del recupero dei reclusi; a tal fine fu istituita la Pia Casa di

Correzione. D’altra parte, la pena di morte, che era stata abolita dalgranduca Pietro Leopoldo e ristabilita dopo la sua morte per alcu-ni reati particolarmente gravi, continuò ad essere in vigore ma, con-trariamente a quello che avveniva negli altri Stati italiani, fu appli-cata assai raramente: due sole volte, nel 1820 e nel 1830. Nel 1840fu approvata la riforma universitaria, che razionalizzò e modernizzònotevolmente l’Università di Pisa, consentendo l’afflusso di nuovi epiù preparati docenti.

Agli inizi degli anni ’40 il clima politico italiano stava rapida-mente cambiando: la pubblicazione nel 1843 del Primato civile emorale degli italiani di Vincenzo Gioberti dette voce a quel program-ma moderato e federalista che era stato alla base anche del gruppodell’Antologia. La soluzione federalista proposta da Gioberti sembra-

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO47

Verso il 1848:una prospettiva federalista

Vincenzo Gioberti

La seconda edizione delPrimato

di Vincenzo Gioberti

Vittorio Fossombroni

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 47

Page 49: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

va conciliare l’esigenza di superare la divisione della penisola in tantipiccoli Stati sotto l’egemonia austriaca e quella di uno sviluppoeconomico e sociale di ciascun Stato mantenendo le proprie tradi-zioni e le proprie caratteristiche. Lo stesso Gian Pietro Vieusseuxaveva steso, nel 1822, un progetto di costituzione federale dell’Italia.In Toscana, tutto il gruppo dirigente che era emerso dall’esperienzadell’Antologia, con in testa il giovane Bettino Ricasoli, ritiene irri-nunciabile il mantenimento dell’autonomia della Toscana nell’ambi-to di una confederazione italiana.

È in questa fase cruciale che si manifesta lacontraddizione presente da tempo nella classe diri-gente toscana: il gruppo dei moderati liberali, che siera formato intorno all’Antologia, nel momento incui muoiono i due personaggi che dal 1814 aveva-no governato la Toscana (Vittorio Fossombronimuore nel 1844 e Neri Corsini appena un annodopo) non viene chiamato al governo dello Stato: ilgranduca ne diffida e preferisce scegliere ministriche gli appaiono più affidabili. Alla morte diFossombroni gli successe alla guida del governo, conil titolo di segretario di Stato, il Corsini, sostituito asua volta, al ministero dell’interno, da GiuseppePaver. Morto un anno dopo anche il Corsini, lasegreteria di Stato fu affidata a Francesco Cempini.Entrò nel governo anche Giovanni Baldasseroni, cheavrebbe svolto un ruolo rilevante nel decennio suc-cessivo. Si trattava di uomini cresciuti nella tradizio-ne del buon governo lorenese, ma sostanzialmentemediocri e non all’altezza dei tempi. Il Granducatosi avviava verso il decisivo biennio 1846-1847 (e

quello ancor più traumatico 1848-1849) senza una classe dirigentein grado di mantenere il ruolo centrale che la Toscana aveva avutonel corso del trentennio precedente.Tuttavia il biennio delle rifor-me che investì molti stati italiani dopo l’ascesa al soglio pontificio diPio IX interessò anche la Toscana. A livello di governo, GinoCapponi fu chiamato a coprire il ministero dell’interno; l’anno suc-

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

VERSO IL 1848: UNA PROSPETTIVA FEDERALISTA

48

Giovanni Baldasseroni

Gino Capponi in tarda età

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 48

Page 50: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

cessivo, nell’agosto 1848, dopo la crisi della guerra federale e lasconfitta dell’esercito piemontese a Custoza, divenne presidente delconsiglio, ma fu preso in mezzo alla tenaglia costituita da un latodalla demagogia dei democratici e dall’altra dalla volontà restaura-trice dei consiglieri più vicini al granduca, e dovette presto dimet-tersi.

VERSO IL 1848: UNA PROSPETTIVA FEDERALISTA

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO49

L. Magi:Leopoldo II,

Grosseto, Piazza del Duomo

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 49

Page 51: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

L’elezione di Pio IX nel 1846 e le sue prime concessioniaccentuano anche in Toscana l’attesa per le riforme, in particolare inmateria di stampa.

Il 6 maggio 1847 è promulgata la legge che attenua – senzaeliminarla del tutto – la censura, deludendo i democratici e i mode-rati più avanzati quali Bettino Ricasoli e Vincenzo Salvagnoli. Fannocomunque la loro comparsa i primi giornali politici, “L’Alba”,“L’Italia”,“La Patria”.

Il 24 agosto il Granduca procede all’ampliamento dellaConsulta e ne ridisegna le funzioni. Il 4 settembre viene istituita laGuardia civica e il 12 settembre una manifestazione inneggiante altricolore ne saluta la costituzione.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO50

Gli Statuti e la prima guerra per l’indipendenza. Il 1848

Firenze,12 settembre 1847.

Manifestazioni popolari per la

concessione delle riforme.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 50

Page 52: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Il processo riformatore procede, nonostante la moderazionedi Leopoldo II, sull’onda delle concessioni negli altri Stati dellapenisola. Così il 17 febbraio 1848 il Granduca concede lo Statuto,che ha come riferimento la Charte francese del 1830. Si disegna unamonarchia costituzionale, con forti poteri nelle mani del Sovrano ele attività legislative affidate al Consiglio generale (elettivo) e alSenato (di nomina regia).

Il 23 marzo scoppia la prima guerra per l’indipendenza: nelmito della guerra federata e sotto la spinta dell’opinione pubblicaLeopoldo II invia truppe regolari in aiuto di Carlo Alberto, re diSardegna, agli ordini del generale Cesare De Laugier. In seguito

all’allocuzione di Pio IX del 29 aprile, tramonta la spe-ranza della guerra federata: sui campi di battaglia lom-bardi si distinguono gli studenti universitari toscani alcomando di Giuseppe Montanelli, eroici protagonistidegli scontri di Curtatone e Montanara (29 maggio),nei quali riescono a fronteggiare il nemico nettamentesuperiore per numero ed armamenti.

In Toscana si accentua l’instabilità politica e ilcontrasto fra democratici e moderati. Il 16 agosto, dopola crisi del ministero presieduto da Cosimo Ridolfi,assume la guida del governo Gino Capponi. L’insigneuomo di cultura non riesce ad incidere e cresce nelpaese il peso politico di Francesco Domenico Guer-razzi e di Giuseppe Montanelli, fautore della “Costi-tuente italiana”. Sono loro a prendere in mano la guidadel governo dopo le dimissioni di Capponi (12 ottobre)ed il tentativo non riuscito per le idee eccessivamenteavanzate di Bettino Ricasoli (che già aveva provato acomporre un ministero all’inizio di agosto). Montanelliè capo del governo e ministro degli Esteri, Guerrazzidegli Interni.

GLI STATUTI E LA PRIMA GUERRA PER L’INDIPENDENZA. IL 1848

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO51

Elmo della guardia civicatoscana (dotato

di coccarda tricolore) istituita da Leopoldo II

il 4 settembre1847:si tratta di un corpoarmato di cittadini

chiamato a mantenere l’ordine pubblico e a

difendere il sistema di libertà.

18 febbraio 1848.Il Corriere livornese

riporta in prima e seconda pagina

il testo dello Statuto concesso da Leopoldo II.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 51

Page 53: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Fra il 23 e il 24 gennaio il Consiglio generale e il Senatoapprovano la legge sulla Costituente italiana. Per non sottoscriverla,Leopoldo II parte improvvisamente per Siena. Avuta conferma dalPapa che sarebbe incorso nella scomunica firmando la legge, ilGranduca lascia Siena, si reca a Porto Santo Stefano (5 febbraio),riparando subito dopo a Gaeta.

L’8 febbraio la Toscana risponde dando vita a un governoprovvisorio col triumvirato Montanelli, Guerrazzi, Mazzoni. Ilgoverno provvisorio scioglie il Consiglio generale e indice le con-

sultazioni per l’elezione della Costituente, il 15marzo.

L’intento del governo – che ha rifiutato leproposte mazziniane per una soluzione repubbli-cana– è quello di avvicinarsi al Piemonte.

La neoeletta assemblea monocamerale tienela prima seduta il 25 marzo, cioè due giorni dopola disfatta delle truppe piemontesi a Novara,quando ogni speranza in Carlo Alberto è sfumatadefinitivamente. Nella sua maggioranza l’assem-blea risulta favorevole a Guerrazzi ed il 27 gli con-ferisce i pieni poteri. Il “dittatore”, consapevoledella gravità della situazione politica ed economi-ca del paese, tenta l’intesa coi moderati al fine dirichiamare il Granduca, ma la presenza di volonta-

ri livornesi, sostenitori di posizioni radicali, lo costringe a tempo-reggiare.

I moderati così, stretti intorno al Municipio di Firenze e algonfaloniere Ubaldino Peruzzi, rovesciano Guerrazzi invitando alrientro il Granduca, in una Toscana pacificata dai disordini, sì da evi-

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO52

Il 1849 in Toscana:dal governo provvisorio

al ritorno del Granduca

5 aprile 1848.Proclama di Leopoldo II

ai soldati toscani,in partenza per la guerra

contro l’Austria inLombardia.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 52

Page 54: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

tare le sofferenze e l’umiliazionedi un’occupazione austriaca.

Il 12 aprile il Municipioannuncia alla popolazione diavere assunto la direzione degliaffari al fine di “liberarvi daldolore di una invasione”, aggre-gando cinque cittadini fra i qualiGino Capponi e BettinoRicasoli. Peso rilevante nelladestituzione di Guerrazzi lohanno svolto le masse contadine

che dalle campagne circostanti sono calate su Firenze – incoraggia-te dai parroci – mettendo in fuga gli uomini fedeli a Guerrazzi.

L’Assemblea nazionale è sciolta il 13 aprile; Guerrazzi vienecondotto a Forte Belvedere in attesa di processo.Tutte le altre cittàdella Toscana aderiscono alle decisioni del Municipio fiorentino,fatta eccezione per Livorno, dove prevalgono le tendenze radicali erepubblicaneggianti.

IL 1849 IN TOSCANA: DAL GOVERNO PROVVISORIO AL RITORNO DEL GRANDUCA

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO53

28 ottobre 1848.Nasce in Toscana il

Ministero democraticopresieduto da Giuseppe

Montanelli,ministro degli Esteri.Francesco Domenico

Guerrazzi è ministrodell’Interno.

Gennaio-febbraio1849.

Goffredo Mameli viene inviato

a Firenze da Giuseppe Mazzini

per indurre Montanelli eGuerrazzi

a unire Firenze e Romain un unico governo

nazionale:la missione non avrà

successo.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 53

Page 55: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

DALLA TOSCANA LEOPOLDINA ALLA RESTAURAZIONE

La speranza della Commissione di governo è quella di con-servare lo Statuto e di evitare l’occupazione austriaca. In tal sensoviene inviata una delegazione a Gaeta da Leopoldo II esortandolo arientrare senza “le armi straniere dalle quali sempre aborriste“.

Tutto inutile. Leopoldo II invia Luigi Serristori con poterieccezionali, il 1° maggio, e negli stessi giorni il corpo di spedizioneaustriaco di 15.000 uomini al comando del generale D’Aspre pene-tra nel Granducato. Il 10 maggio è intimata la resa a Livorno, cheresiste con tremila uomini guidati da Enrico Bartelloni fino al gior-no 12. Invano, caduta Livorno, Leopoldo II invita D’Aspre a nonmarciare su Firenze: gli ordini vengono direttamente da Vienna e il25 le truppe imperiali entrano nella capitale assumendo il controllodell’intero Granducato lorenese.

Febbraio 1849.Manifestazione a

Firenze al diffondersidella notizia

della partenza (o “fuga”) del Granduca

Leopoldo II dallaToscana, illustrata

da Giuseppe Moricci.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 54

Page 56: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Il 27 maggio, da Castellammare, Leopoldo II nomina unnuovo governo guidato da Giovanni Baldasseroni e da AndreaCorsini (Esteri). Restano fuori i membri del Consiglio municipalefiorentino, inizio della insanabile rottura con i liberal moderati(anche temperati come Ridolfi) che si sarebbero tenuti lontani perun decennio da ogni attività pubblica.

Il 28 luglio il Granduca rientra a Firenze, accolto con entu-siasmo dalla popolazione: inizia lo svuotamento graduale ma siste-matico di tutte le garanzie costituzionali, dalle leggi riformiste alloStatuto, sospeso il 2 ottobre 1850 e abolito il 6 maggio 1851. Siadottano contemporaneamente restrizioni alla libertà di stampa. Siprocede a un forte accentramento amministrativo, anche se nonmancano importanti iniziative del governo granducale che istituscela Corte dei Conti, ricrea su nuove basi il Consiglio di Stato, risanail bilancio, riorganizza l’esercito, fonda l’Archivio di Stato, compielavori di bonifica nel Pisano, amplia il porto di Livorno, unifica nella

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO55

Gli austriaci in Toscana.Il decennio di preparazione

(1849-1859)

1852. Giuseppe Giusti è scomparso da due anni

ma i suoi versi ironici e taglienti circolano

fra la gente comune,spesso tramandati a

memoria.Il volume che raccoglie Versi editi e inediti

curato da GinoCapponi

e edito da Felice LeMonnier

viene sequestrato nellastamperia

e bruciato dai soldatiaustriaci

occupanti la Toscana.

Il marchese FerdinandoBartolommei,

animatore in Toscana della Società Nazionale

Italiana promossa da Cavour

per assicurare uno sbocco filo-monarchico all’im-

pegno dei volontari. La sua

opera di propaganda ebbe peso

rilevante,specie nelle file dell’eser-

cito del Granducato.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 55

Page 57: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Banca Nazionale Toscana le due Banche di Sconto di Firenze e diLivorno.

Il 25 aprile 1851 è concluso il Concordato con la Santa Sede,fortemente voluto da Leopoldo II: assai favorevole al papato, inquanto accorda ampie concessioni per “proteggere la moralità, ilculto e la religione”, rappresenta un’autentica inversione di rottarispetto alla tradizione leopoldina.

Le truppe austriache si ritirano da Livorno nel dicembre1854 e da Firenze nel maggio 1855.

Il 1° luglio 1853 si è concluso il processo a Guerrazzi che –per discolparsi dalle accuse di attività rivoluzionaria contro ilGranduca – aveva scritto su consiglio dell’editore le MonnierL’Apologia della vita politica. Condannato a quindici anni vede la penacommutata in esilio. Sceglie la Corsica, ma dal 1856 si stabilisce aGenova.

Livorno, il 30 luglio 1857, è ancora sede di un tentativoinsurrezionale democratico mazziniano (guidato da MaurizioQuadrio).

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

GLI AUSTRIACI IN TOSCANA. IL DECENNIO DI PREPARAZIONE (1849-1859)

56

11 febbraio 1849.L’opuscolo politico

di Vincenzo Salvagnoli Dell’Indipendenza

d’Italia,edito da Le Monnier

e diffuso in 6500 esemplari sostiene

la necessità per l’Italia e per l’Europa

di porre fine al dominio austriaco

Come per risollevareuna bandiera

Felice Le Monnieraveva ristampato

nel 1851,nella collanapatriottica della

“Biblioteca Nazionale”Le mie prigionidi Silvio Pellico.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 56

Page 58: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

GLI AUSTRIACI IN TOSCANA. IL DECENNIO DI PREPARAZIONE (1849-1859)

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO57

Il 18 agosto Papa Pio IX - simbolo della reazione, non piùdel mito neoguelfo – giunge a Firenze, proveniente da Bologna ediretto a Roma, festosamente accolto nella città.

Il movimento indipendentista guarda ormai al Piemonte diCavour e Vittorio Emanuele II. Autentico sostenitore in Toscanadella politica del governo di Torino è Ferdinando Bartolommei, frai più attivi esponenti della Società nazionale (organizzazione filo-monarchica messa in piedi da Cavour per la raccolta di volontari)nel granducato.Al marchese si affianca il conte Carlo Boncompagni,rappresentante diplomatico del Regno di Sardegna a Firenze.

Si sviluppa la “letteratura civile”, grazie all’impegno editoria-le di Felice Le Monnier e Gaspero Barbera che diffondono opusco-li politici di vasto successo quali Toscana e Austria di CelestinoBianchi e Dell’indipendenza d’Italia di Vincenzo Salvagnoli.Anche lepopolazioni contadine hanno attenuato ormai l’antica devozionenutrita per il Sovrano.

Alcune divise militari del Granducato di Toscana

alla vigilia della seconda guerra per l’Indipendenza.

È evidente il richiamoal modello della divisa

militare austriaca.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 57

Page 59: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

La Toscana, come gran parte dell’intera penisola, vive ilclima di attesa che caratterizza i primi mesi del 1859. Nell’estateprecedente, a Plombières, Napoleone III e Cavour hanno gettato le

basi di un’Italia federata in quattro Stati con la pre-sidenza del Papa, il Lombardo Veneto unito

al Regno di Sardegna con estromissio-ne dell’Austria se avesse assunto l’ini-

ziativa della guerra. Ciò avvienecon l’ultimatum del 23 aprile. InToscana democratici e moderati,con una manifestazione popola-re, pongono a Leopoldo II lerichieste per rimanere sul trono.

È il regolamento di contiatteso per dieci anni. Le condizioni

imposte a Leopoldo II sono perento-rie: ripristino dello Statuto, dichiarazio-

ne di guerra all’Austria, abdicazione in favo-re del figlio. Il rifiuto del Granduca, che sente di non poter contaresull’esercito contro la popolazione, segna l’inizio della fine del regnodei Lorena in Toscana.

Leopoldo II lascia Firenze, con la famiglia sulla via di Bolognae quindi di Vienna. Non farà più ritorno a Palazzo Pitti. La rivolu-zione del 27 aprile iniziata in Piazza Barbano (oggidell’Indipendenza) si conclude in poche ore, senza il minimo spar-gimento di sangue.

Si forma, nello stesso pomeriggio, un governo provvisorio,composto da Ubaldino Peruzzi,Vincenzo Malenchini e Alessandro

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO58

Il 27 aprile 1859 e la partenza dei Lorena

Ritratto di Giuseppe Dolfi,

opera di Nino Costa.Il fornaio di borgo

San Lorenzo a Firenze fu fra gli

artefici della preparazione della

manifestazione popolare del 27 aprile

1859.

Il 26 aprile 1859.Dipinto del 1861

di Odoardo Borrani che rappresenta

una donna toscana impegnata a cucire

una bandiera tricolore alla vigilia della

rivoluzione.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 58

Page 60: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 59

Page 61: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Danzini, per adottare tutti i provve-dimenti resi urgenti dal precipitaredella situazione, in primis il manteni-mento dell’ordine pubblico.

Il 28 aprile il governo provvi-sorio chiede a Vittorio Emanuele IIdi assumere la dittatura temporanea.Il 30 aprile il Re di Sardegna nomi-na commissario straordinario CarloBoncompagni, accettando non la dit-tatura, ma il protettorato. In quellostesso giorno il governo provvisoriodella Toscana dichiara guerraall’Austria.

Affiorano, da subito, le com-plicazioni internazionali. Lavolontà prevalente dei toscani diunirsi al Regno di Sardegna apre lavia alla soluzione unitaria e vanifica

l’assetto futuro della penisola ipotizzato a Plombières: se VittorioEmanuele II avesse portato il suo Regno al di qua dell’Appeninol’unità della penisola sarebbe stata solo questione di tempo.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

IL 27 APRILE 1859 E LA PARTENZA DEI LORENA

60

Una scena dellaRivoluzione del 27

aprile in piazza dellaSignoria nel dipinto di Enrico Fanfani.

Sono le ore 16 del 27 aprile 1859.

Il governo provvisorio appena costituitosi

in Toscana informa i cittadini dell’”abbandono”

del Granducato da parte di Leopoldo II.Viene offerta la dittatura

a Vittorio Emanuele.

L’11 maggio 1859 il Governo della Toscana

delibera l’adozione della bandiera tricolore.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:21 Pagina 60

Page 62: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

L’11 maggio 1859 il governo provvisorio trasmette i po-teri al Boncompagni, il quale a sua volta nomina un ministero:

Ricasoli è ministro dell’Interno, l’uomo fortee più determinato nel perseguimento del-l’unione al Regno di Vittorio Emanuele II.

Anche i Ducati di Modena e Parma ele Romagne (le antiche Legazioni) seguonol’esempio della Toscana e a allontanano i so-vrani o i loro rappresentanti.

Sui piani di Lombardia i franco–pie-montesi sconfiggono gli austriaci al terminedi sanguinose battaglie: Magenta, Solferino,San Martino… Garibaldi, alla guida dei vo-lontari dei “Cacciatori delle Alpi”, vince ilnemico a S. Fermo e a Varese. Tuttavia l’11luglio Napoleone negozia a Villafranca l’inter-ruzione delle ostilità, accettata da VittorioEmanuele II (non da Cavour, che si dimette).Le gravi perdite su entrambi i fronti e – so-

prattutto – il fallimento del progetto politico di Napoleone III diun’Italia federata, risolvono il conflitto con la cessione della solaLombardia al Piemonte, non del Veneto che resta all’Austria, e conl’impegno del ritorno dei sovrani spodestati nei rispettivi territori.

Ricasoli, dittatore in Palazzo Vecchio, reagisce con assolutadeterminazione. Il 14 luglio dà vita a “La Nazione”, quotidianopolitico teso a sostenere la scelta unitaria e la sovranità del popolotoscano nel decidere i propri destini. Il 7 agosto vengono indette le

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO61

Il governo provvisorio,Bettino Ricasoli e la seconda

guerra per l’indipendenza

Il Sorbettino.Caricatura

di Bettino Ricasoli,dittatore di Toscana fra 1859 e 1860,principale artefice

dell’unione dell’ex-Granducato

al Regno di VittorioEmanuele II.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:22 Pagina 61

Page 63: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

IL GOVERNO PROVVISORIO, BETTINO RICASOLI E LA SECONDA GUERRA PER L’INDIPENDENZA

62

elezioni per l’assemblea toscana, cha apre il giorno 11 i propri lavo-ri nel Salone dei Cinquecento al motto “Italia sia”.

Il 16 agosto l’assemblea proclama la decadenza della dinastialorenese e pochi giorni dopo, il 20, sancisce la volontà di unirsi alregno di Sardegna.

Inizia un periodo delicato sul piano interno e internaziona-le, con una politica so-stanzialmente comune,come in comune sono leforze armate, fra Toscana,Legazioni e Ducati.

A Firenze, il 9 no-vembre l’assemblea deli-bera l’affidamento dellareggenza al principe diCarignano. Il 21 dicem-

bre giunge a Livorno ilBoncompagni, delega-

to dallo stesso principeEugenio.

L’entrata degli zuavi francesi e degli

artiglieri toscani a Rubiera.

La cittadina in provincia di Reggio Emilia appare nello sfondo del dipinto

del 1861 di Telemaco Signorini.

14 luglio1859.Nasce il quotidiano

fiorentino La Nazione,voluto da Bettino

Ricasoli come reazione agli accordi di

Villafranca, che hanno posto fine alla guerra fra franco-piemontesi

ed austriaci, liberando la sola Lombardia

e non il Veneto.La numerazione

della testata inizierà dal 19 luglio.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:22 Pagina 62

Page 64: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Nel mese di gennaio del 1860 Cavour torna alla guidadel governo e si accelera la conclusione della delicata fase del pro-cesso unitario. Cedendo Nizza e la Savoia alla Francia ed accettan-

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO63

Il 1860-61.Dai plebisciti alla proclamazione

del Regno d’Italia

Le schede per i votanti (suffragio universale

maschile) in occasione del Plebiscito

dell’11-12 marzo1860 sulla sorte della Toscana:

unione alla monarchia di Vittorio Emanuele

o regno separato.I suffragi espressi

a favore dell’unionefurono 366.571 contro 14.925.

Marzo 1860.La deputazione toscana

presenta a Torino a Re Vittorio Emanuele il risultato del Plebiscito.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:22 Pagina 63

Page 65: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

do il principio del ricorso al plebiscito, ottiene da Napoleone III ilconsenso a procedere alle annessioni negate a Villafranca e nel suc-cessivo congresso di Zurigo.

In Toscana il 20 gennaio èproclamata l’estensione delloStatuto sardo. Per rendere vane leultime perplessità francesi, Rica-soli rompe gli indugi e convoca iplebisciti per l’11 e il 12 marzo,consentendo solo una settimanaprima del voto piena libertà distampa.

Nella notte del 15 marzo,dopo una giornata di manifesta-zioni di giubilo che avevanocoinvolto la capitale e l’interaregione, il ministro di Grazia eGiustizia Enrico Poggi dà final-mente lettura dal terrazzino diPalazzo Vecchio del risultato delplebiscito, accolto da una follafestante assiepata in Piazza dellaSignoria: 386.445 elettori, pari al

72,3% degli aventi diritto, si sono recati alle urne (a suffragio uni-versale maschile): 366.571 voti vanno all’ “unione al regno diVittorio Emanuele (94,5% dei suffragi espressi); 14.925 al regnoseparato (4,3%); 4.949 erano le schede nulle (1,2%).

Consacrata la volontà unitaria, Ricasoli provvede all’elezionedei deputati da inviare a Torino, al Parlamento nazionale. Immediatada parte di Vittorio Emanuele II la nomina del primo Senatore dellaToscana, il marchese Gino Capponi. Lo stesso giorno 25 marzoentrano in Firenze le truppe piemontesi. Il 29 arriva il principeEugenio, luogotenente del Re.

Il 16 aprile si ha l’ingresso di Vittorio Emanuele, accolto daBettino Ricasoli, governatore generale.Anche le correnti repubbli-

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

IL 1860-61. DAI PLEBISCITI ALLA PROCLAMAZIONE DEL REGNO D’ITALIA

64

28 febbraio 1861.Rivolgendosi agli

“Italiani delle provincedi Toscana” Bettino

Ricasoli annuncia con orgoglio e altezzamorale la conclusionedel mandato ricevuto

di “governatore generale delle provincie

di Toscana”.Diciassette giorni dopo

viene proclamato il Regno d’Italia.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:22 Pagina 64

Page 66: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

IL 1860-61. DAI PLEBISCITI ALLA PROCLAMAZIONE DEL REGNO D’ITALIA

cane (non erano mancate polemiche, nei mesi precedenti, control’autoritarismo di Ricasoli) accettano la monarchia nel segno del-l’unità: si consacra il vecchio programma della “Società nazionale”.

Poco meno di due mesi dopo lo svolgimento dei plebiscitiGiuseppe Garibaldi avvia la spedizione dei Mille in Sicilia. LaToscana è presente coi primi finanziamenti (livornesi), coi volonta-ri e con la solidale partecipazione della pubblica opinione, che vaoltre le prudenze della classe dirigente.

In Toscana, a Talamone, Garibaldi si rifornisce delle munizio-ni e dal grossetano Callimaco Zambianchi avvia il tentativo di pene-trazione nel Lazio.

Completata l’impresa con la liberazione garibaldina delMezzogiorno e delle Marche e dell’Umbria da parte delle truppe diVittorio Emanuele, i plebisciti sanzionano l’estensione del Regno diSardegna a quei territori: il 17 marzo 1861 nasce il Regno d’Italia,che attende ancora Venezia e Roma.

16 aprile 1860.Vittorio Emanuele II

fa il suo solenne ingresso a Firenze: è la prima

visita del nuovo sovranonella Toscana annessa

col Plebiscito.La veduta dal vero è

su piazza Santa MariaNovella.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:22 Pagina 65

Page 67: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO66

Nell’aprile 1861 si verifica alla Camera dei Deputati lo“scontro” fra Garibaldi e Cavour sulle sorti dell’esercito meridiona-le. L’appello alla concordia levato da Bettino Ricasoli e l’approvazio-ne dell’ordine del giorno accolto dal capo del governo ed accettatoda Garibaldi (astenutosi al momento del voto), esalta l’altezza mora-le e il senso dello Stato del Barone toscano.

Alla morte repentina di Cavour (6 giugno), Bettino Ricasoliappare il leader moderato più adatto a prendere in mano la guida delministero e portare avanti l’opera di unificazione intrapresa dalConte.

Fautore di un forte accentramento statale (per il timore ditendenze disgregatrici), decide fra l’altro la soppressione del gover-no provvisorio della Toscana (a partire dal 1° ottobre 1861): Il 9ottobre vara la legge che istituisce nel Regno 59 prefetture e 193sottoprefetture; il riordinamento dell’assetto territoriale amministra-tivo, imperniato sulla figura del Prefetto, si sarebbe consolidato conle leggi della unificazione del marzo-aprile 1865, varate dal gover-no Lamarmora. In quei mesi si delinea la divisione (e la rivalità) frala Destra toscana e la Destra piemontese, destinate ad accentuarsi sianel successivo governo affidato a Urbano Rattazzi (con prevalenzadi ministri piemontesi rispetto ai toscani del precedente ministero)che in occasione del trasferimento della Capitale da Torino aFirenze, nel 1865.

Riordino dell’assetto amministrativo, brigantaggio meridio-nale, politica finanziaria, questione romana, sono le questioni piùgravi affrontate in quei primi anni del Regno, turbati dalla vicendadi Aspromonte, dalla ferita di Garibaldi fermato dall’esercito regola-re sulla via di Roma (agosto 1862).

1861-1864.Dal primo governo Ricasoli

alla convenzione di settembre

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:22 Pagina 66

Page 68: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Un primo passo nella prospettiva della soluzione della que-stione romana è compiuto dal governo presieduto da MarcoMinghetti (col fiorentino Ubaldino Peruzzi agli Interni) il 15 set-tembre 1864, con la firma a Parigi della convenzione italo-franceseper il ritiro delle truppe di Napoleone III dal territorio dello Statodella Chiesa, previo l’impegno del governo italiano a rispettare e farrispettare l’integrità dello Stato stesso di Pio IX.

1861-64. DAL PRIMO GOVERNO RICASOLI ALLA CONVENZIONE DI SETTEMBRE

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO67

La Nazione annuncia il 17 marzo 1861

la nascita del Regnod’Italia. Sulla Gazzetta

Ufficiale è pubblicatoinfatti il decreto con cui Vittorio

Emanuele II assume il titolo di “Re d’Italia

per grazia di Dio evolontà della nazione”.

26 novembre 1861.Sul Lampione

Adolfo Matarelli (il popolare “Mata”) ironizza sull’elevato

ammontare del debitopubblico. Le ingentispese per la guerra e le numerose altre

“voci” paralizzano ilmondo intero, turbando

l’esterrefatto Galileo che non aveva calcolato

quel tipo di “asse”.

3 marzo 1862.Urbano Rattazzi

assume la guida del governo dopo

aver favorito la caduta del ministero presieduto da Bettino

Ricasoli.La caricatura di Adolfo

Matarelli ritrae il baronetoscano nelle vesti

dantesche del ConteUgolino, che “divora”

l’avversario politico.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:22 Pagina 67

Page 69: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Per alcuni – i democratici – l’accordo sembrò unarinuncia dell’Italia a Roma; per altri – i moderati –

consentiva di mettere truppe straniere fuori dal ter-ritorio nazionale e lasciare a un’intesa diretta fraItalia e Santa Sede la soluzione dell’annosa que-stione.

Come pegno della buone fede del gover-no italiano l’imperatore dei francesi aveva fattapropria l’idea (formulata inizialmente da

Gioacchino Napoleone Pepoli, emiliano) del tra-sferimento della capitale del Regno da Torino ad

altra città italiana.Tre giorni più tardi, il 18 settembre, un consiglio di

generali d’armata (Cialdini, Durando, Della Rocca, E. DeSonnaz, Persano) dichiara unanime che Firenze si trova “militar-mente parlando” nella posizione più strategica fra le possibili capi-tali del Regno (prevalendo così su Napoli e Bologna). Firenze dun-que sarebbe divenuta, entro sei mesi, la nuova capitale (sia pureprovvisoria) del Regno d’Italia, in attesa della “liberazione” diRoma.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

1861-64. DAL PRIMO GOVERNO RICASOLI ALLA CONVENZIONE DI SETTEMBRE

68

Dipinto che ritraeFerdinando Zannetti,

medico e patriota fiorentino che operò aPisa il 23 novembre

1862 GiuseppeGaribaldi estraendo

felicemente la pallottola dal piede

ferito.

29 agosto 1862.Giuseppe Garibaldi,ferito al piede destro dalle truppe regolari

italianesull’Aspromonte.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:22 Pagina 68

Page 70: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Al diffondersi della no-tizia del trasferimento della capi-tale si hanno incidenti a Torino,con morti e feriti (22 settembre) emanifestazioni di plauso in nume-rose città della penisola.

Il 3 febbraio 1865 il Re e ilpresidente del Consiglio AlfonsoLamarmora (toscani e emiliani nonfanno parte del nuovo governo)arrivano a Firenze: è l’inizio delquinquennio della capitale sulle ri-ve dell’Arno.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO69

La capitale a Firenze.Il cambiamento della città

Ubaldino Peruzzi,già ministro dell’Interno

e Sindaco in Firenzecapitale, in un’immagine

caricaturaledell’Ottocento

di Beppe Ciardi.

“La chambre desDeputés à Florence”,

nel salone deiCinquecento di Palazzo

Vecchio negli anni della capitale

(1865-1871),riprodotta nelle cronache

di un diffuso periodicofrancese.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:22 Pagina 69

Page 71: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

La classe dirigente fiorentina è rassegnata, consapevole delprezzo che la città dovrà pagare per ospitare pro tempore l’apparatodella capitale. Bettino Ricasoli parla di “tazza di veleno che Firenzedeve ingerire”.

La reggia si insedia a Palazzo Pitti, gli interni e la presidenzadel Consiglio a Palazzo Riccardi, gli Esteri, la Camera e il Senatonel Palazzo della Signoria, i Lavori Pubblici nel convento di SantaMaria Novella. Le Finanze sono alloggiate nel palazzetto mediceodella Livia, l’Istruzione nel convento di San Firenze, il dicastero diGrazia e Giustizia a palazzo Capparello, l’Agricoltura nel palazzo

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

LA CAPITALE A FIRENZE. IL CAMBIAMENTO DELLA CITTÀ

70

L’opera urbanistica di Giuseppe Poggi

muta il volto della città di Firenze

per metterla in grado di accogliere

la capitale.Ecco una fase

dei lavori.

L’aula delle riunioni della Camera Alta,

cioè il Senato del Regno (di nomina

regia), agli Uffizi,nel periodo

della capitale a Firenze.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:22 Pagina 70

Page 72: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO71

Galli-Tassi e la Marina nell’ex-convento dei padri delle Missioni, inpiazza Frescobaldi.

L’arrivo di poco meno di trentamila piemontesi (gli impiega-ti pubblici e le rispettive famiglie) fa salire il prezzo degli affitti, cheaccentuano il malumore dei fiorentini, già irritati dal recente rinca-ro di sali e tabacchi e dall’introduzione della denuncia personaledella ricchezza mobile.

Malumore che si traduce nel voto alle elezioni politiche del22 ottobre 1865, allorchè i moderati come Ricasoli e Peruzzi sonoeletti solo in ballottaggio. Rialzano la testa i clericali, che fannocausa comune coi nostalgici del Granduca (si parla di partito “codi-rosso”), incrementa i consensi la Sinistra democratica.

Il volto della città esce trasformato da quei cinque anni. Siingrandisce il centro, si prolungano i lungarni, si abbattono le anti-che mura, si promuove la conquista della periferia. Edilizia e urba-nistica non risparmiano ricordi e memorie, il viale dei Colli colpiazzale Michelangelo segna il momento più alto dell’opera diGiuseppe Poggi, l’architetto che dirigeva un “ufficio d’arte munici-pale”.

LA CAPITALE A FIRENZE. IL CAMBIAMENTO DELLA CITTÀ

Palazzo Pitti,residenza di re Vittorio

Emanuele II nella nuova Capitale.

Così su l’Illustration journal

universel dell’11 febbraio 1865.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:22 Pagina 71

Page 73: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Il 20 giugno 1866 ha inizio la terza guerra per l’indipen-denza, a fianco della Prussia contro l’Austria. Il generaleLamarmora lascia la guida del governo per comandare le truppe edil suo posto è preso da Bettino Ricasoli, per il suo secondo ed ulti-mo ministero.

Sfortunati gli esiti militari, sia per terra (Custoza) che permare (Lissa), rischiarati solo dall’avanzata dei volontari garibaldiniverso il Trentino (Bezzecca).

Nondimeno, dopo la sconfitta austriaca di fronte ai prussiania Sadowa, la fine delle ostilità consentirà all’Italia l’acquisizione delVeneto.

Si vive, nei mesi successivi, il dramma di Roma. La Toscana èteatro nell’autunno del 1867 del tentativo di Garibaldi verso la capi-tale (“O Roma o morte”, ribadirà il generale a Firenze, in procin-to di raggiungere il confine dello Stato pontificio). Paralizzato il

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO72

Il completamento dell’unità nazionale (1866-1870)

Firenze,20 giugno 1866.

La Nazione riporta iproclami di Vittorio

Emanuele II con i quali il Re

annuncia l’inizio dellaterza guerra

per l’indipendenza,la partenza per il campo

di battaglia e il conferimento dellatemporanea Reggenza

al cugino,Principe Eugenio.

10 aprile1867.Nasce il secondo

ministero presieduto daUrbano Rattazzi,che subentra ancora una volta a BettinoRicasoli nella guida

del governo. Ne fannoparte fra gli altri

Giovanni Thaon diRevel, SebastianoTecchio e Michele

Coppino.

Giuseppe Garibaldi,nella tradizionale

camicia rossa.Il 3 novembre 1867

il generale è fermato coisuoi volontari dalle

truppe francesi, aMentana, alle porte

di Roma.Rattazzi, dimessosi per

la responsabilità di una politica ambigua,

concluderà cosìla carriera ministeriale.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:23 Pagina 72

Page 74: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:23 Pagina 73

Page 75: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO74

governo Rattazzi, il politico ambiguo succeduto anche a questavolta a Ricasoli, salta di fatto la convenzione di settembre con losbarco dei francesi a Civitavecchia e la sconfitta di Garibaldi aMentana (3 novembre 1867), quando era giunto ormai nelle vici-nanze di Roma.

Ci vorrà un altro conflitto europeo, questa volta fra la Prussiadilagante e la Francia di Napoleone III per aprire all’Italia la via diRoma.

Sconfitti i francesi a Sedan, caduto Napoleone e proclamatala Repubblica, ritirate le truppe transalpine da Roma, falliti i tenta-tivi di persuasione del governo di Firenze di fronte all’intransigen-za di Papa Pio IX, il 20 settembre 1870 il corpo di spedizione deibersaglieri entra in Roma attraverso la breccia di Porta Pia. Cade ilpotere temporale dei Papi.

Governo e Parlamento proseguono la propria attività inFirenze capitale, fino all’approvazione della “Legge delleGuarentigie”, tesa ad assicurare piena sovranità spirituale e indipen-denza al capo della Chiesa.Attuazione della formula “libero Chiesain libero Stato” cara a Camillo Benso di Cavour.

IL COMPLETAMENTO DELL’UNITÀ NAZIONALE (1866-1870)

20 settembre 1870.La breccia di Porta Pia

dei bersaglieri del generale Raffaele

Cadorna segna la fine del potere

temporale dei Papi.Firenze cede in modo

definitivo lo scettro dellacapitale alla città

di Roma, col plausogenerale per come ha

svolto il proprio compito.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:23 Pagina 74

Page 76: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Il primo omaggio solenne di Firenze capitale è a DanteAlighieri, con l’inaugurazione della statua del Poeta in Santa Croce(14 maggio 1865), nel sesto centenario della nascita.

Fondamentale, per il processo di unificazione, la questionedella lingua: di grande rilievo è la “memoria”di Alessandro Manzonial ministro della pubblica istruzione Broglio affinché estenda iltoscano (il linguaggio del “ben parlante fiorentino”) quale linguanazionale italiana, nelle scuole, negli uffici, ovunque. I cinque annidi Firenze capitale, con il soggiorno sulle rive dell’Arno di funzio-nari, giornalisti, parlamentari, sarà fondamentale per la conoscenzae diffusione della lingua viva.

DALLA TOSCANA LEOPOLDINA ALLA RESTAURAZIONE

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO75

Cultura e civiltà in Toscana negli anni della capitale.

La questione della linguaI pittori Macchiaioli

in una delle consuete riunioni al Caffè

Michelangelo,in via Larga (oggi via

Cavour), a Firenze, inun quadro di Adriano

Cecioni. Il celebre locale,fra 1850 e 1862,accolse fra gli altri

giovani artisti aderenti al movimento

della “macchia”che seguirono

Giuseppe Garibaldi,come volontari, nelle sue

imprese.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:23 Pagina 75

Page 77: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Un decisivo balzo in avanti si ha altresì nel più vasto campodella cultura.Accanto ai quotidiani si diffondono i periodici cultu-rali. Nel gennaio 1866 nasce la Nuova Antologia ad opera diFrancesco Protonotari, docente di economia dell’Università di Pisa,erede dell’antica Antologia di Capponi e di Vieusseux aperta al dia-logo e al confronto sui grandi temi e problemi del paese.

Si sviluppa l’editoria scolastica (fra i primi Felice LeMonnier) e la stampa dei dizionari, di pari passo col procedere dellalaicizzazione dello Stato.

Ferve la vita mondana, non priva di velleità culturali. I salot-ti di donna Emilia Peruzzi e di Madame Rattazzi, i circoli frequen-tati da alti ufficiali e diplomatici, i caffè come Doney e le caratteri-stiche trattorie, il giardino della Gherardesca e perfino il parco delleCascine, che il Comune accetta (dal demanio) insieme al Parterre il29 dicembre 1865, sono altrettanti luoghi e occasioni di incontro.

E poi i pittori “macchiaioli” al Caffè Michelangelo, gli stu-diosi della Crusca, dei Georgofili, del Gabinetto Vieusseux.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

CULTURA E CIVILTÀ IN TOSCANA NEGLI ANNI DELLA CAPITALE.LA QUESTIONE DELLA LINGUA

76

L’Italia incorona DanteAlighieri poeta

nazionale. L’allegoria èdel 1865, sesto

centenario della nascita del Sommo Poeta.

Fu inaugurato allora il monumento

di Enrico Pozzi inpiazza Santa Croce.

Gennaio 1866.Per iniziativa di

Francesco Protonotari,docente di economia

dell’Università di Pisa, nasce a Firenze la Nuova Antologia,erede dell’Antologia

di Capponi e diVieusseux.

Il periodico, che haraggiunto 145 anni

di pubblicazioniininterrotte,

accompagna findall’inizio il divenire della società italiana.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:23 Pagina 76

Page 78: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Firenze e la Toscana svolgono appieno il loro compito. Inquei cinque anni un clima nuovo di tolleranza e di rispetto recipro-co uscirà dai cenacoli dei letterati e dalle accademie, entrerà nelleaule parlamentari e nei giornali, si diffonderà fra la gente. A ragio-ne, all’unanimità la Camera dei deputati (ed altrettanto il Senatoregio) renderanno nel dicembre 1870 “solenne atto di gratitudinealla città di Firenze, sede temporanea del governo, per la libertà e ilpatriottismo e la proclama benemerita dell’Italia”.

CULTURA E CIVILTÀ IN TOSCANA NEGLI ANNI DELLA CAPITALE.LA QUESTIONE DELLA LINGUA

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO77

Il salotto di donnaEmilia Peruzzi,

in Borgo dei Greci,centro fervido

di vita culturale, politicae mondana, specie negli

anni di Firenze capitale.Fra i frequentatori,

provenienti dalle varie regioni italiane, Ruggiero

Bonghi e SilvioSpaventa, Cesare Alfieri

di Sostegno ed EmilioVisconti Venosta,

Michele Amari e Pasquale Villari,

Marco Tabarrini e il giovane Edmondo

De Amicis.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:23 Pagina 77

Page 79: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

1814Il Congresso di Vienna sancisce la restaura-zione di Ferdinando III di Asburgo-Lorenacome granduca di Toscana.Al granducato vengono annessi lo Stato deiPresidi e il principato di Piombino con l’iso-la d’Elba.1 maggio: viene abolita la legislazione france-se.

1817Creazione della Cassa di Sconto di Firenze.

1819Cosimo Ridolfi fonda la prima scuola di re-ciproco insegnamento. Lo stesso Ridolfi,Luigi Serristori e Ferdinando Tartini fonda-no la Società per il mutuo insegnamento.ottobre: apertura del Gabinetto letterario diGian Pietro Vieusseux.

1821gennaio: pubblicazione del primo numerodella Antologia di Gian Pietro Vieusseux.

1822Creazione della cartiera della Lima a SanMarcello.

182418 giugno: morte di Ferdinando III. Gli suc-cede il figlio Leopoldo II.15 novembre:Abolizione della tassa sulle carnie sui proventi dei macelli.

1825Riprendono i lavori delle bonifiche.marzo: Riforma monetaria promossa da Co-

simo Ridolfi, direttore della Zecca.Istituzione del Corpo degli Ingegneri d’ac-que e strade, diretto fino al 1859 da Ales-sandro Manetti.

18268 agosto: apertura al pubblico della Cassa diSconto.

1827Fondazione del “Giornale agrario toscano”per iniziativa di Raffaello Lambruschini,Cosimo Ridolfi, Lapo de’ Ricci e GinoCapponi.

1828Vittorio Fossombroni pubblica il Discorsosopra la Maremma.Inizia le pubblicazioni l’Indicatore livornese,diretto da Francesco Domenico Guerrazzi eda Carlo Bini.

1828-29Ippolito Rosellini in Egitto al seguito diChampollion.

182930 marzo: creazione della Cassa di Risparmiodi Firenze.Inizio della bonifica del lago di Castigliondella Pescaia.Costruzione della Via Aurelia da Livorno alconfine pontificio.

1830ottobre: Proibizione della festa organizzata peril ritorno a Firenze di Leopoldo II da GinoCapponi, Pier Francesco Rinuccini, Cosimo

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO78

Cronologia

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:23 Pagina 78

Page 80: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Ridolfi, Giovanni Ginori.Raffaello Lambruschini apre nella sua villadi San Cerbone un istituto sperimentale dieducazione.

1831Cosimo Ridolfi fonda nella tenuta di Me-leto una scuola sperimentale d’agricoltura.Creazione della Guardia urbana, poi sciolta.

1832Attilio Zuccagni Orlandini pubblical’Atlante geografico fisico e storico del Granducatodi Toscana.

1833Soppressione dell’Antologia.Leopoldo II sposa Maria Antonia di Bor-bone Sicilia.Arresti di Francesco Domenico Guerrazzi,Carlo Bini,Vincenzo Salvagnoli ed altri.Emanuele Repetti dà inizio alla pubblicazio-ne dei 7 volumi del suo Dizionario geografico-fisico-storico della Toscana.

1835Fondazione della “Guida dell’Educatore”,promossa da Raffello Lambruschini.10 giugno: nascita dell’erede al trono Fer-dinando.

1836Francesco Domenico Guerrazzi pubblicaL’assedio di Firenze.

183824 aprile: viene creata la società della StradaFerrata Leopolda, che congiunge Livorno aFirenze. Nel 1844 viene ultimato il trattoLivorno-Pontedera; nel 1845 la diramazionePontedera-Pisa; nel 1847 il tratto Pontedera-Empoli e nel 1848 il tratto Empoli-Firenze.Fra il 1838 e il 1859 viene realizzata, sotto ladirezione di Alessandro Manetti, la bonificadella Val di Chiana.Riforma dell’amministrazione della giusti-zia, ispirata al principio del recupero deireclusi.

18391-15 ottobre: primo congresso degli scienzia-ti italiani, svoltosi a Pisa.Torneranno a riu-nirsi nel 1841 a Firenze e nel 1843 a Lucca.Esposizione triennale delle arti e delle mani-fatture.

18405 ottobre: riforma dell’insegnamento univer-sitario.

18413 settembre: nascita della Banca Senese.

1844Morte di Vittorio Fossombroni, sostituitoalla segreteria di stato da Neri Corsini, chemuore nel 1845, sostituito a sua volta daFrancesco Cempini, che mantiene di mini-stero delle finanze. Ministro degli internidiventa Giuseppe Paver; agli esteri va Ales-sandro Humbourg, che ottiene anche ilministero della guerra; Giovanni Baldas-seroni è nominato ministro senza portafo-glio.3 novembre: piena dell’Arno e inondazione diFirenze.

1845Inizio dei lavori per la congiunzione dellaferrovia Leopolda a Siena.

184728 aprile: Costituzione della Società Mine-ralogica, promossa da Cosimo Ridolfi.6 maggio: legge sulla stampa che attenua lacensura.24 agosto: è istituita la Consulta di Stato.4 settembre: istituzione della Guardia Civica.4 ottobre: il Ducato di Lucca è annesso alGranducato di Toscana.

184817 febbraio: Leopoldo II concede lo Statuto.23 marzo: dopo l’insurrezione di Venezia (17)e le Cinque giornate di Milano (18-22), hainizio la prima guerra per l’indipendenza

CRONOLOGIA

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO79

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:23 Pagina 79

Page 81: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

contro l’Austria. Il Granducato di Toscanapartecipa con le truppe regolari del generaleCesare De Laugier ed i volontari universitari.29 maggio: battaglia di Curtatone e Mon-tanara che esalta sul campo il valore dei to-scani.3 giugno: nasce il Ministero di Gino Cap-poni.27 ottobre: nasce il Ministero Montanelli-Guerrazzi.

18495 febbraio: Leopoldo II ripara a Gaeta.9 febbraio: la Toscana è retta da un Governoprovvisorio (triumvirato Montanelli-Maz-zoni-Guerrazzi).27 marzo: Guerrazzi assume pieni poteri, do-po la notizia della disfatta di Carlo Alberto aNovara.12 aprile: il Municipio riassume i poteri,invitando il Granduca al rientro a Firenze.13 aprile: è sciolta l’Assemblea Nazionale(eletta il 15 marzo).1 maggio: 15.000 austriaci occupano la To-scana. Il giorno 12 soffocano la resistenza diLivorno.28 luglio: Leopoldo II rientra a Firenze erevoca gradualmente le concessioni. LoStatuto è sospeso il 2 ottobre 1850 e formal-mente abolito il 6 maggio 1851.

185125 aprile: Concordato fra Leopoldo II e PioIX.

185927 aprile: pacifica rivoluzione in Toscana.Partenza del Granduca Leopoldo II, forma-zione di un governo provvisorio (Peruzzi –Malenchini – Danzini).30 aprile:Vittorio Emanuele II nomina CarloBoncompagni commissario straordinario. Lostesso giorno un decreto del governo prov-visorio sancisce l’abolizione della pena dimorte.11 maggio: Ricasoli è Ministro dell’Interno.Con decreto del governo della Toscana viene

adottato il tricolore.25 maggio: la Toscana dichiara guerra al-l’Austria.11 luglio: preliminari di Villafranca che pon-gono fine alla guerra franco-piemontesecontro l’Austria. La Toscana rifiuta l’intesasul rientro dei sovrani spodestati.14 luglio: esce per volontà di Ricasoli il quo-tidiano politico “La Nazione”.7 agosto: è eletta l’Assemblea Toscana, cheproclama la decadenza dei Lorena (16 ago-sto) ed esprime la volontà di unione al Re-gno di Sardegna (20 agosto). I deputati sono172; 60.000 gli elettori aventi diritto. Se neerano recati al voto 35.000.9 novembre: l’Assemblea delibera la Reggenzaal principe di Carignano, che delega ilBoncompagni.10 novembre: pace di Zurigo, che confermaquanto stabilito a Villafranca.22 dicembre: nasce a Firenze, con decreto delministro della Pubblica Istruzione CosimoRidolfi, l’Istituto Superiore di studi pratici edi perfezionamento.

186020 gennaio: è proclamata l’estensione delloStatuto sardo alla Toscana.11-12 marzo: si tiene in Toscana il plebiscitoche sancisce la volontà di unione al Regnodi Vittorio Emanuele II.29 marzo: arrivo del principe Eugenio, luo-gotenente del Re, che sarà a sua volta a Fi-renze il 16 aprile.8 maggio: Garibaldi, partito da Quarto (5maggio) con i Mille alla volta della Sicilia, siferma a Talamone per i rifornimenti e muni-zioni. La colonna di Zambianchi avvia dalgrossetano il tentativo di penetrazione nelLazio.

186127 gennaio–3 febbraio: elezioni politichegenerali.17 marzo: nasce il Regno d’Italia.12 giugno: si costituisce il primo governoRicasoli, che durerà fino al 3 marzo 1862.

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO

CRONOLOGIA

80

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:23 Pagina 80

Page 82: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

CRONOLOGIA

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO81

15 settembre:Vittorio Emanuele II inaugura aFirenze la prima esposizione universale.

186415 settembre:“Convenzione di settembre” traItalia e Francia per il ritiro delle truppe fran-cesi da Roma. Quale pegno si decide il tra-sferimento della capitale da Torino ad altracittà italiana. Il 18 settembre è scelta Firenze.

18653 febbraio: il Re e il governo si insediano aFirenze, col Parlamento e i Ministeri. Firenzesvolge il ruolo di capitale.15 maggio: Si inaugura la statua di Dante inSanta Croce.22 e 29 ottobre: elezioni politiche generali. Su493 deputati i collegi in Toscana sono 40.

1866Terza guerra per l’indipendenza. Prussia eItalia si battono contro l’Austria. Venezia

torna alla madrepatria.20 giugno: secondo Ministero Ricasoli, chedurerà fino al 10 aprile 1867.

186710 e 17 marzo: elezioni politiche generali.Muove dalla Toscana il tentativo di Garibaldiper liberare Roma, fermato dai francesi aMentana (3 novembre).

187020 settembre: breccia di Porta Pia. È la fine delpotere temporale dei Papi.

187113 maggio: è approvata in Palazzo Vecchio lalegge delle Guarentigie.1 luglio: la capitale si trasferisce a Roma.5 e 12 novembre: elezioni politiche generali. Ideputati sono 508.

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:23 Pagina 81

Page 83: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO82

Referenze fotografiche

Le immagini sono tratte dai seguenti volumi:

Dalla Toscana leopoldina alla RestaurazioneArco di trionfo, in Firenze e la sua Cassa,Alinari, Firenze 2009 – Monumento aPietro Leopoldo, Pisa, in C. Cresti, La Toscanadei Lorena. Politica del territorio e architettura,Banca Toscana, 1987, foto di Corrado Fanti– Incisione per la III edizione Dei delitti edelle pene in V. Baldacci, Le riforme di PietroLeopoldo e la nascita della Toscana moderna,Mandragora, Firenze 2000 – Fonte dellaBoldrona, Suvereto, in I segni di Elisa, Felici,San Giuliano Terme 2006.

La Restaurazione in ToscanaIl Congresso di Vienna, in Vittorio Fossom-broni. Uno statista fra due secoli, Protagon,Siena 2010 – Ferdinando III, in Siena inPrague, Prague 2000 – Leopoldo II, in G.Spadolini, La Firenze di Gino Capponi, Cassadi Risparmio di Firenze 1985 – C. Ridolfipresenta a G. Capponi i figli, in G. Spadolini,La Firenze di Gino Capponi, Cassa diRisparmio di Firenze 1985.

L’economia: agricoltura, industria,commercio, sistema bancarioA. Gherardesca, Bigattiera con filande, in C.Cresti, La Toscana dei Lorena. Politica del terri-torio e architettura, Banca Toscana, 1987, fotodi Corrado Fanti – Cancello della Fonderiadi Follonica, in Alla scoperta della Toscana lore-nese, Edam, Firenze 1984 – Elenco dei primisoci fondatori, in Firenze e la sua Cassa,Alinari, Firenze 2009 – G. Franceschi, Casacolonica alla Manziana di Policiano in Val diChiana, in C. Cresti, La Toscana dei Lorena.Politica del territorio e architettura, BancaToscana, 1987, foto di Corrado Fanti.

Le infrastrutture: strade, ferrovieL. Ximenes, Progetto del ponte della StradaModenese sul fiume Lima, in C. Cresti, LaToscana dei Lorena. Politica del territorio e archi-tettura, Banca Toscana, 1987, foto di CorradoFanti – L. Ximenes, Ponte sul Sestaione, inC. Cresti, La Toscana dei Lorena. Politica del ter-ritorio e architettura, Banca Toscana, 1987, fotodi Corrado Fanti – Passo di Boscolungo, inC. Cresti, La Toscana dei Lorena. Politica del ter-ritorio e architettura, Banca Toscana, 1987, fotodi Corrado Fanti – G. Prezzolini, Progettoper una nuova strada, in C. Cresti, La Toscanadei Lorena. Politica del territorio e architettura,Banca Toscana, 1987, foto di Corrado Fanti– La Stazione Leopolda in Firenze e la suaCassa,Alinari, Firenze 2009 – Ponte sospesosul fiume Cecina in Il paesaggio toscano.L’opera dell’uomo e la nascita di un mito, Montedei Paschi di Siena, 2004.

Le bonificheA. Manetti, Chiusa dei Monaci, in C. Cresti,La Toscana dei Lorena. Politica del territorio earchitettura, Banca Toscana, 1987, foto diCorrado Fanti. – Veduta del traversante nelpadule di Castiglione e Fattoria di Mon-tecchio, in Vittorio Fossombroni.Uno statista fradue secoli, Protagon, Siena 2010 – Pianta dellago di Massaciuccoli, in Il paesaggio toscano.L’opera dell’uomo e la nascita di un mito, Montedei Paschi di Siena, 2004 – Il padule di Fu-cecchio, in Capolavori nascosti nel territorio diToscana, Editori dell’Acero, Empoli 2007,foto di Michel Roux.

L’architettura della pubblica utilitàDogana di Ansina, in C. Cresti, La Toscana deiLorena. Politica del territorio e architettura, BancaToscana, 1987, foto di Corrado Fanti –Progetto per la dogana d’acqua a Livorno, inAlla scoperta della Toscana lorenese, Edam,Firenze1984 – P. Poccianti, Progetto per la

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:23 Pagina 82

Page 84: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

LA TOSCANA NELL’ETÀ DEL RISORGIMENTO83

facciata del Cisternone, Teatro Goldoni,Progetto di mercato e Prospetto delle nuovecarceri pretoriali, Livorno, in C. Cresti, LaToscana dei Lorena. Politica del territorio e archi-tettura, Banca Toscana, 1987, foto di CorradoFanti.

L’Antologia: la formazione del gruppo dirigente moderatoG.P. Vieusseux, G. Montani, in G. Spadolini,La Firenze di Gino Capponi, Cassa diRisparmio di Firenze 1985 – AntologiaTomo I: in Carteggio G. Capponi-G. P.Vieusseux, Tomo I, Fondazione SpadoliniNuova Antologia, Le Monnier, Firenze,1994, Cosimo Ridolfi, Gino Capponi inG. Spadolini, La Firenze di Gino Capponi,Cassa di Risparmio di Firenze 1985.

La cultura, l’educazione,la scuola, l’UniversitàTorrino della Specola, in C. Cresti, LaToscana dei Lorena. Politica del territorio e archi-tettura, Banca Toscana, 1987, foto di CorradoFanti – L. Bartoliti, La Carità educatrice, inG. Spadolini, La Firenze di Gino Capponi,Cassa di Risparmio di Firenze 1985 - R.Lambruschini, in G. Spadolini, La Firenze diGino Capponi,Cassa di Risparmio di Firenze1985 – Manuale del Sistema di Bell eLancaster, ristampa anastatica.

I movimenti di opposizioneG. Pepe, P. Colletta, C. Poerio, in G.Spadolini, La Firenze di Gino Capponi, Cassadi Risparmio di Firenze 1985 - Tempiettodi Minerva Italica, in C. Cresti, La Toscana deiLorena. Politica del territorio e Architettura,Banca Toscana, 1987, foto di Corrado Fanti– F. D. Guerrazzi, L’assedio di Firenze, in G.Spadolini, La Firenze di Gino Capponi, Cassadi Risparmio di Firenze 1985

Verso il 1848: una prospettiva federalistaV. Gioberti,V. Fossombroni, G. Baldasseroni,in G. Spadolini, La Firenze di Gino Capponi,Cassa di Risparmio di Firenze 1985 – G.Capponi in tarda età, in Alla scoperta dellaToscana lorenese, Edam, Firenze 1984 – L.Magi, Monumento a Leopoldo II, C. Cresti,La Toscana dei Lorena. Politica del territorio earchitettura, Banca Toscana, 1987, foto diCorrado Fanti.

TTuuttttee llee aallttrree iimmmmaaggiinnii pprroovveennggoonnooddaallll’’AArrcchhiivviioo ddeellllaa FFoonnddaazziioonneeSSppaaddoolliinnii NNuuoovvaa AAnnttoollooggiiaa ddii FFiirreennzzee..

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:23 Pagina 83

Page 85: La Toscana nell’età del Risorgimentoweb.e.toscana.it/sebina/repository/catalogazione/immagini/pdf/toscana... · La Reggenza permise di portare a Firenze, sia pure in una posizione

Baldacci libro mostra 12-11-2010 9:23 Pagina 84