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VERSO UN DOMANI POSSIBILE “Il presente è il futuro del nostro passato. Il presente è il passato del nostro futuro.”

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VERSO UN DOMANI POSSIBILE

“Il presente è il futuro del nostro passato.Il presente è il passato del nostro futuro.”

PREMESSA

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Il presente è il futuro del nostro passato.Il progresso dell’uomo, segnato nel corso degli eventi grandi e piccoli, che si sono succeduti in passato, ha segnato il corso della storia dell'umanità. Il suo effetto non smette di influenzare la vita dell'uomo in tutte le sue sfaccettature.Il presente rappresenta anche il passato del nostro futuro, tutte le scoperte e le conseguenze che esse comportano influenzeranno la storia dell'umanità e il suo destino.

SOMMARIO

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Storia: la seconda rivoluzione industrialeGeografia: la questione meridionaleLetteratura: Verga e il VerismoFrancese: Marie CurieScienze: l’elettricitàEducazione tecnica: le biomasseMusica: la musica rockInglese: British Music and The BeatlesArte: Il Cubismo e I tre musicistiScienze motorie: Dibattito sulla tecnologia nello sport

STORIA

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La seconda rivoluzione industrialeNella seconda metà del XIX secolo in tutta Europa avviene un profondo mutamento sociale ed economico, grazie a due fattori fondamentali: le scoperte scientifiche e l’avvento del capitalismo. Infatti, dopo la prima Rivoluzione Industriale ci fu un grande avanzamento tecnologico dovuto in larga parte al “sistema industriale americano”, che ricorreva alle catene di montaggio ed ai supporti elettromeccanici nelle varie fasi lavorative, di costruzione e di assemblaggio. Le conseguenze furono il diffondersi dell’economia industriale, l’incremento della produzione e la modifica del ruolo degli operai che comportò un mutamento sociale con la nascita del proletariato. È per questo che l’Ottocento fu denominato il secolo dell’industrializzazione.Fu l’Inghilterra, che alla fine del Settecento, diede inizio alla rivoluzione industriale, distinguendosi dagli altri Stati europei in cui prevaleva un’economia di tipo agricolo ed è proprio per questo che divenne la culla della seconda rivoluzione industriale in Europa. Qui l’industria tessile era stata il motore della prima rivoluzione e fu qui, che a partire dalla metà dell’Ottocento, si diffusero due nuovi settori: la siderurgia e la chimica.Fin a quel momento l’industria tessile produceva beni di consumo, merci cioè che erano destinate al consumatore; l’industria siderurgica e chimica invece producevano anche merci (come l’acciaio, i fertilizzanti, la soda) che non venivano consumate direttamente, ma che venivano ulteriormente trasformate prima di essere immesse sul mercato, ampliando il tessuto industriale.Diedero grande impulso a questa rivoluzione le nuove forme di energia: al carbone si affiancarono, infatti, l’energia elettrica e il petrolio e le invenzioni che permisero di utilizzare, trasportare ed accumulare l’energia elettrica, la turbina, la dinamo e il generatore. Nacquero le centrali elettriche alimentate a carbone o con l’energia idraulica che consentirono anche ai Paesi poveri di risorse minerarie ma ricchi di acqua, come l’Italia, di poter prendere parte successivamente alla rivoluzione industriale. Ma il vero segreto di questa nuova rivoluzione industriale è l’avvento del capitalismo che ha sgretolato la vecchia economia basata su regolamenti e burocrazie medioevali e ha dato luogo a una nuova generazione di individui liberi di svolgere la propria attività economica e spinti dal voler andare sempre più lontano.L’industrializzazione portò un grande cambiamento nella società e nell’economia dei Paesi che toccò: l’industria divenne il settore trainante dell’economia che, da agricola che era, si trasformò in economia industriale, con la nascita del nuovo ceto, il proletariato e un miglioramento generale delle condizioni economiche e sociali.

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Tuttavia durante l’Ottocento ci furono diverse crisi economiche dovute all’industrializzazione. Infatti durante il processo di crescita industriale si avevano periodi di crisi causati da fattori contingenti che portavano alla chiusura di numerose fabbriche con gravi conseguenze economiche sulla popolazione.La più grande crisi economica dell’Ottocento fu quella che durò, in varie fasi, dal 1873 al 1896. Furono soprattutto le piccole industrie a chiudere, in quanto non disponevano di grandi capitali e quindi non erano in grado di rinnovarsi e di modernizzare i sistemi di produzione. Le industrie maggiori invece diventavano sempre più potenti e si avvantaggiavano dalla diminuzione della concorrenza. Si verificò un fenomeno di concentrazione industriale: molte aziende si fusero insieme e crearono grosse compagnie ottenendo la supremazia in alcuni settori industriali. Negli ultimi venti anni dell’Ottocento il capitalismo, che aveva dato lo slancio alla rivoluzione industriale, cambiò profondamente e dalla libera concorrenza si passò al monopolio in alcuni settori strategici dell’economia da parte delle aziende più potenti che impedirono una distribuzione più equa del benessere economico.

GEOGRAFIA

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La questione meridionaleQuando si parla di questione Meridionale si indica il grave problema di politica interna italiana, determinato dallo squilibrio economico, civile, sociale, culturale, occupazionale, etico tra il nord e il sud della penisola. Definizione con cui si indicano anche l’insieme degli studi che hanno messo a fuoco la condizione e i problemi del Mezzogiorno italiano. La questione del meridione si origina soprattutto dopo l’Unità d’Italia.

Le motivazioni principali della questione meridionale furono individuate soprattutto nella presenza a livello sociale ed economico del feudalesimo e nella debolezza delle istituzioni dello Stato. Le conseguenze furono la diffusione del latifondo scarsamente produttivo e della piccola proprietà dei signorotti contrapposta alla miseria delle popolazioni contadine e alla mancanza di un moderno ceto agricolo. Le origini dello squilibrio tra nord e sud furono individuate anche nella presenza, nel periodo antecedente all’unificazione politica della penisola, di monarchie straniere nel meridione, come per esempio la Spagna, non interessate alle proprie colonie, a differenza, invece, di quelle presenti nell’Italia del nord, come la Francia, che hanno portato, per esempio, le tecniche di rotazione nei campi agricoli.

Questo squilibrio fu subito evidente dopo l’unità dell’Italia che portò a una nazione divisa tra regioni già sviluppate industrialmente, con un’agricoltura avviata verso l’industrializzazione, con un tasso di analfabetismo scarso, con una vita economica già organizzata secondo i parametri dell’Europa occidentale e regioni del Sud dove l’analfabetismo toccava il 90%, la borghesia non era presente, l’economia era ancora agraria, basata sul latifondo e mancavano le infrastrutture.

Il governo nascente della nuova nazione si accorse del forte disagio esistente nel sud e istituì una commissione che doveva affrontare tali problematiche e cercare soluzioni. Il risultato di questa commissione vennero pubblicati in un libro "Inchiesta sul meridione d'Italia" e servì come punto di partenza al Verga, per le sue opere sulle condizioni del Sud Italia, ma non risolse i gravi problemi del meridione. La povertà e l’ignoranza che dilagavano nel Sud Italia diedero vita anche al fenomeno del Brigantaggio, invano combattuto e che mise ancora più a nudo l’incapacità dei governi di risolvere la questione meridionale.La «questione meridionale» finì per diventare un problema fisiologico, una malattia inguaribile e da nascondere. Soprattutto nei primi decenni del Novecento, la ripresa di un acceso nazionalismo (avvento del fascismo) impedì di affrontare con chiarezza i termini della questione. Con la successiva caduta del fascismo caddero i veli che nascondevano le condizioni di miseria del Mezzogiorno. Gli intellettuali meridionali più avveduti e consapevoli della debolezza delle forze imprenditrici locali, denunciarono l’arretratezza in cui versava il meridione e richiesero con

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gran forza un intervento straordinario dello Stato che avrebbe dovuto avviare la modernizzazione e l’industrializzazione del territorio. Seguirono, così, anni di grandi cambiamenti per il Mezzogiorno, con la fine del latifondismo, l’installazione di giganteschi insediamenti industriali e l’emigrazione di mano d’opera in esubero. A partire dagli anni Cinquanta, le migliori condizioni di vita e i livelli più alti di reddito e consumo avevano illuso che il Sud andasse gradualmente omologandosi agli standard sociali del resto d’Italia.

Ma negli anni più recenti, purtroppo, la crisi economica, politica e sociale che ha colpito particolarmente il Sud ha fatto riemergere il problema di un’Italia ancora divisa e che viaggia a due velocità. Ne è prova il tasso di disoccupazione del Sud che risulta essere il triplo di quello del Nord. Questo dualismo che rischia di mettere in crisi l’esistenza stessa della Nazione, oggi, ha riportato alla ribalta la «questione meridionale» ed è diventato motivo di battaglie politiche tra schieramenti politici favorevoli a dare maggiore autonomia alle singole realtà regionali e schieramenti decisi a riaffrontare la questione meridionale con interventi statali, convinti del fatto che nel Mezzogiorno esistono comunque spazi di vitalità economica, competenze ed energie morali e culturali capaci di guidare un nuovo processo di sviluppo e chiudere definitivamente il gap “storico” con il Nord.

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LETTERATURAVerga e il Verismo

Il Verismo è una corrente letteraria italiana che, sotto l'influenza del Naturalismo, si affermò tra il 1870 e il 1890. È il periodo in cui l'Italia si trova a vedere accrescere sempre di più l'industria siderurgica, meccanica e tessile da un lato, e dall'altro il peggioramento dell'agricoltura aggravato dalla grande crisi agraria che affliggeva l'Italia meridionale. Molti sono gli intellettuali che affrontarono la questione meridionale ed i problemi dello squilibrio tra l'Italia del Nord e quella del Sud dopo l’unità d’Italia, dando luogo alla corrente letteraria del Verismo. I Veristi italiani, in assenza di un'ideologia politico-sociale, assumono un atteggiamenti di sfiducia e di pessimismo; anche se sono interessati alla questione meridionale, accettano e divulgano l'immagine pessimista di un Sud immobile dove niente cambia pur evidenziando l’animo nobile e fiero dei personaggi da loro descritti. Differente è l’atteggiamento dei Naturalisti francesi, da cui traggono ispirazione, che credono, invece, nell'idea del progresso e professano ideologie socialiste. Anche per questo, mentre i Naturalisti francesi conducono le loro battaglie sociali e politiche, fra l'interesse, il consenso e il sostegno del popolo, i Veristi italiani finiscono per trovarsi isolati nella loro battaglia, non risvegliando l’entusiasmo dell’opinione pubblica. I naturalisti francesi ritraggono la vita dei bassifondi e dei quartieri periferici di Parigi. I loro protagonisti sono malviventi, prostitute, ubriaconi e assassini quindi traggono documenti umani e pezzi di vita dalla grande città. I veristi italiani invece si ispirano al paese e alla regione: sono perciò regionalisti; i loro personaggi sono non “bestie umane” cioè individui tarati, viziosi, corrotti dalla grande città, ma “primitivi”, cioè creature semplici: analfabeti, rozzi pastori, pescatori, povera gente, persone sane attaccate all'onore e alla famiglia.

Lo scrittore più rappresentativo del verismo italiano è Giovanni Verga. Egli ebbe una concezione dolorosa della vita in quanto pensava che gli uomini dovevano sottostare ad un destino implacabile che li può condannare non solo all'infelicità ed al dolore, ma anche ad un passivo soggiacere ad esso; e chi cerca di opporsi al proprio destino non può che

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perire, ed è questa una verità che troviamo nei Malavoglia. Questa visione che traspare del mondo potrebbe essere completamente dolorosa, ma il Verga cerca di trovare una via di uscita riscontrando anche delle positività. Innanzitutto viene fuori quel sentimento dell’eroismo umano che lo porta ad assumere un atteggiamento di pietà, ma anche di ammirazione verso questi sventurati: pietà per le loro sventure, e ammirazione per la loro eroica rassegnazione. Un altro elemento positivo si riscontra nella fede in alcuni valori che sfuggono alla legge del destino e della società: il culto della famiglia, lo spirito di sacrificio, la dedizione per il lavoro, il senso dell'onore. Il Verga dopo Manzoni, è il più grande narratore dell'800, ed anche se in ambedue si sono riscontrate delle affinità come il vero storico, diversi sono i vinti e gli umili: i primi sono o possono diventare tutti, senza distinzione sociale, perché sono tutti coloro che non si accontentano del loro destino, e nel cercarne di uscire fuori, urtano contro il dolore e l'infelicità; invece, i secondi sono i poveri, i deboli, che lottano contro i soprusi della società. Ma mentre questi ultimi hanno fede nella Provvidenza che li consola e dà loro la certezza che non li abbandonerà mai, i vinti sono tristi, rassegnati, senza il conforto della fede religiosa. Il Verga è diverso anche dai naturalisti e da Zola in particolare, perché non è ottimista nel rinnovamento della società e nutre un profondo rispetto per gli umili: a differenza dei naturalisti francesi, egli non li guarda con distacco scientifico, come soggetti patologici, ma come esseri umani, i cui sentimenti, umili di amore e di dolore, possono essere altrettanto eroici e delicati come i sentimenti più complessi delle persone evolute. Inoltre, mentre Zola e i naturalisti francesi rappresentano quasi esclusivamente la vita del proletariato urbano, il Verga rappresenta la condizione di tutti gli uomini, tutti ugualmente condannati al dolore e all'infelicità, tutti soggetti ad un fato tirannico e crudele.

L’attività letteraria di Verga si può distinguere in due periodi:

Periodo romantico Periodo verista

Il primo periodo anticipa il Verga verista. Il Verga giovanissimo, con una formazione romantico-patriottica sostenuta da un'appassionata lettura di romanzi storici e d'appendice, fu portato alla stesura di tre romanzi storici-patriottici: Amore e patria – I carbonari della montagna – Sulle lagune.

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La fase decisiva della conversione al Verismo avviene quando nel 1872 si trasferì a Milano e venne a contatto con altri intellettuali dell’epoca. I primi documenti che testimoniano questa conversione sono: Lettera all'amico Salvatore Paola – la novella Fantasticheria–le due prefazioni dei I malavoglia. Egli cominciò a rappresentare la situazione dell'Italia moderna e le conseguenti condizioni economiche, i problemi e i diversi gradi della scala sociale. Verga, progettò una serie ciclica di romanzi contemporanei, che intitolò “Il ciclo dei vinti” attenendosi al principio darwiniano della lotta per la vita. Quest'opera si divide in cinque racconti: I Malavoglia – Mastro don Gesualdo – La duchessa di Gargantes (in seguito Leyra) – L'onorevole Scipioni – L'uomo di lusso. Di questi solo i primi due romanzi furono completati. Le ragioni che portarono Verga a non completare la stesura del suo ciclo furono in parte stilistiche, ma essenzialmente filosofiche. Verga ritenne che sarebbe potuto risultare noioso e pedante per i lettori; ma la verità era che, ormai carico di disprezzo per l’aristocrazia e le classi più elevate, non pensava che sarebbe riuscito esporre in maniera oggettiva e positiva la vita di costoro.

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FRANCESEMarie Curie

Marie Sklodowska (Curie) est née à Varsovie, en Pologne et elle vient d’une famille d’intellectuels. Elle étudie les mathématiques, la chimie et la physique, mais elle doit réaliser ses expériences dans un laboratoire clandestin.À 24 ans, pour continuer ses ètudes, elle va à Paris où Pierre Curie est un physicien renommè. Plus tard Marie et Pierre se marient et ils travaillent ensemble. Marie découvre la radioactivité et, avec Pierre, isole le radium.En 1903, les Curie obtiennent le prix Nobel de physique.Après la mort de son époux, Marie continue à travailler et en 1911 elle obtient le prix Nobel de chimie.À 66 ans elle meurt à cause du rayonnement radioactif. En 1995 ses cendres sont transférées au Panthéon à Paris : c’est la première femme à y entrer.

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SCIENZEL’elettricità

L'energia elettrica in natura si presenta sotto forma di scariche elettriche dei fulmini, e come tale non è sfruttabile per le attività umane, ma viene prodotta secondariamente, e poiché il trasporto e la distribuzione sono particolarmente semplici è stata ed è, per tutto il XX secolo, la forma di energia più utilizzata.

In un atomo i protoni, carica positiva, e gli elettroni, carica negativa, sono numericamente uguali e per questo un atomo risulta elettricamente neutro. Le varie sostanze sono, quindi, elettricamente neutre e si mantengono tali se nessun fattore esterno sbilancia il rapporto protoni-elettroni. Possiamo dire che l’elettricità consiste in una variazione dell’equilibrio protoni-elettroni degli atomi di un corpo, che si manifesta in seguito a un trasferimento di elettroni ed è questo sbilanciamento che porta un corpo a diventare elettricamente positivo o negativo. L’elettricità o le cariche elettriche possono, cioè, essere positive o negative. Corpi con cariche elettriche dello stesso segno si respingono poiché esercitano una forza di repulsione, mentre cariche elettriche con segno contrario esercitano una forza di attrazione.Per utilizzare l’energia elettrica abbiamo bisogno di cariche elettriche che scorrano senza interruzione e in modo continuo all’interno di conduttori; abbiamo bisogno cioè della corrente elettrica. La corrente elettrica è un flusso continuo e ordinato di elettroni all’interno di un conduttore. Ma questo movimento non si verifica spontaneamente, ma ha bisogno di una qualche forma di energia che lo provochi: gli apparecchi capaci di creare questo spostamento sono detti generatori. Il verso della corrente elettrica è convenzionalmente opposto a quello nel quale si spostano le cariche negative.Nell’ambito della corrente elettrica esistono diverse grandezze che ci permettono di conoscere: la quantità di corrente elettrica, la carica, la forza con cui gli elettroni vengono spinti attraverso il conduttore e la resistenza che gli elettroni incontrano durante il loro viaggio.

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La prima grandezza elettrica è l’intensità della corrente elettrica (i) che è data dalla quantità di cariche elettriche (q) che attraversano la sezione di un conduttore nell’unità di tempo (t): i = q/t. La sua unità di misura è l’ampere (A). Derivata da questa grandezza è la quantità di cariche elettriche presente in un conduttore, cioè la carica, ovvero il numero di elettroni che attraversano effettivamente il conduttore: q = i*t. La sua unità di misura è il coulomb (C).La terza grandezza elettrica è la differenza di potenziale o tensione che rappresenta il lavoro necessario per spingere gli elettroni attraverso il conduttore. La sua unità di misura è il volt (V). L’ultima grandezza è la resistenza elettrica (R) che esprime la tendenza del conduttore a ostacolare la corrente elettrica che in esso circola. La sua unità di misura è l’ohm (Ω

MUSICALa musica rock

La musica rock è un genere musicale, nato negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel corso degli anni cinquanta e sessanta del Novecento. Trae le sue origini da numerose forme di musica precedenti, in particolare dal rock and roll, dal blues e dal country, con eventuali richiami anche alla musica folk. Le sonorità del rock si improntano prevalentemente sulla chitarra elettrica, che in genere viene accompagnata da una sezione ritmica costituita da basso e batteria. Dagli anni settanta e poi sempre più frequentemente hanno iniziato a fare la loro comparsa anche gli strumenti a tastiera, come l'organo, il pianoforte, ed il sintetizzatore; altri strumenti, ad esempio il sassofono o l'armonica a bocca, possono essere usati per lo più in qualità di solisti. Nelle composizioni più elaborate, possono inoltre esservi arrangiamenti per archi come il violino e violoncello, ed ottoni, come la tromba e il trombone. Tra la metà degli anni sessanta ed i primi anni ottanta, la musica rock si è diramata in una enorme varietà di sottogeneri, come il blues-rock, il Southern rock, la fusion ed il rock progressivo. Allo stesso tempo, il rock ha anche incorporato influenze dal soul, dal funk e dalla musica latina. Nel corso degli anni sono nati altri generi derivati come il pop rock, l'hard rock, il rock psichedelico, il glam rock, l'heavy metal, e il punk rock. Gli anni ottanta hanno visto sbocciare il filone new wave, l'hardcore punk, il rock elettronico e l'alternative rock, mentre negli anni novanta si è assistito alla diffusione del grunge, del Britpop, dell'indie rock e del post rock. La maggior parte delle formazioni rock sono composte da quattro elementi, e formano pertanto un quartetto: un chitarrista, un cantante, un bassista ed un batterista. Esistono comunque anche formazioni più articolate, di cinque o più elementi, così come il cantante può suonare anch'egli uno

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strumento ed il suo ruolo può essere assegnato a più persone diverse che in questo modo alternano differenti parti vocali e differenti timbriche.

INGLESEBritish music

andthe Beatles

British music has extended all over the world. Singers and musicians are new idols of thousands of teen-agers who try to copy them in the way they dress, walk, style their hair and even in the way they sing. The words pop, rock, punk and acid rock are well known to everybody and they are all of English origin. Among the most popular British pop and rock stars are The Beatles, The Rolling Stones, Pink Floyd, Queen, U2, Sting, Elton John, Phil Collins and many, many others.The four boys from Liverpool were a symbol for the young generation of the sixties who were rebelling against the old traditional ideals. The members of the group, which was formed in 1961, were John Lennon, Paul McCartney, George Harrison and Ringo Starr. With their records and their concerts, attended by thousands of screaming young fans, they became millionaires and even received an award from the Queen for their contribution to British exports. In 1970, they split up and each member continued playing separately but still successfully. In 1980, John Lennon was assassinated in New York where he lived. One of his most famous songs in “Imagine” which talks about a dream of peace and brotherhood.

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ARTEIl cubismo analitico e i tre musicisti

Pablo Picasso Nasce a Malaga, in Spagna, nel 1891. A 15 anni si trasferisce con la famiglia a Barcellona dove resta fino all'età di 24 anni. Dopo di che va a vivere in Francia, dove rimane fino alla morte avvenuta a Mougins nel 1973. Grande influenza sul giovane Pablo ebbe la professione del padre, professore di disegno alla scuola di belle arti, che gli insegnò le nozioni tecniche fondamentali. Avendo raggiunto il massimo grado di perfezione nella tecnica appresa dal padre, acquistò una grande fiducia in se stesso, al punto tale da realizzare, non ancora quattordicenne, una mostra dei suoi lavori a La Coruña.Alla fine dell'estate del 1900, non sopportando più l'ambiente che lo circonda, decide di trasferirsi a Parigi dove conosce molti artisti allora attivi a Parigi. Picasso è uno dei maggiori esponenti del Cubismo. Nel 1907 dipinge Les Demoiselles D’Avignon e oggi è universalmente considerata l’opera che sta alle origini del Cubismo.

Questo movimento artistico si suddivide in più fasi durante il Novecento.L’ultima fase del cubismo è chiamata Cubismo Sintetico ed è caratterizzata da una rappresentazione più diretta e immediata della realtà, con l'inserimento, sulla tela, di carte e materiali di varia natura. Nascono così i papiers collés (letteralmente "carte incollate"), con pezzi di carte da parati, carte da gioco, giornali, frammenti che hanno lo scopo di avvicinarsi il più possibile alla realtà quotidiana.

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Con l'inserimento, poi, di materiali diversi, mai usati prima sulla tela, come paglia, corda, sabbia e legno, abbiamo invece i collage: in queste opere non si imita più la realtà, ma la si incorpora incollandola sulla tela.Il cubismo sintetico propone un nuovo ruolo della materia, che irrompe nell'opera d'arte diventando parte integrante di essa e portando l'osservatore a un'intuizione immediata dell'essenza dell'oggetto.Con lo scoppio della Prima guerra mondiale l'indagine artistica del cubismo si conclude: Picasso trascorre il periodo della guerra a Parigi, mentre Braque viene chiamato al fronte. Il linguaggio cubista a quel punto si è diffuso; gli artisti più giovani, in ogni parte d'Europa e d'America, lo conoscono e lo tengono in conto per procedere nella loro ricerca. Uno dei maggiori quadri di Picasso, riguardanti il cubismo sintetico, è I tre Musicisti.I tre musicisti è un olio su tela realizzato nel 1921 dal pittore spagnolo Pablo Picasso. Misura cm 200,7x222,9 ed è conservato nel Museum of Modern Art di New York.Quest'opera tratta un soggetto musicale ed è considerata il capolavoro del Cubismo sintetico. L'immagine viene scomposta in zone geometriche, differenziate soprattutto dal diverso uso del colore, e successivamente viene ricomposta sinteticamente, componendo un'immagine inedita.La celebre opera raffigura tre personaggi mascherati: al centro c'è Arlecchino con una chitarra, a sinistra Pulcinella, che suona un clarinetto, e a destra un monaco che canta.La visione per quanto riguarda i tre musici è frontale e bidimensionale ma cambia per quanto riguarda la stanza in quanto si recupera il senso di tridimensionalità e profondità. La concezione dello spazio è tuttavia contraddittoria in quanto la parete di sinistra appare innaturalmente più lunga rispetto a quella di destra.I colori di questo dipinto sono piatti e distesi su ampie porzioni del dipinto.Da notare la differenza di colore tra i dipinti del cubismo analitico (terrosi, neutri, tendenti alla monocromia) e i dipinti del cubismo sintetico (brillanti).

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SCIENZE MOTORIEDibattito sulla tecnologia nello sport

Il dibattito sull'utilizzo della tecnologia nello sport è un argomento molto ampio perché non ci sono ancora delle regole ben chiare che stabiliscono quali limiti possa incontrare la tecnologia nel suo percorso di influenza sullo sport. Per questo esistono due correnti di pensiero in tale questione: coloro che sostengono che l'evoluzione di tutti gli strumenti tecnologici serva per rendere più spettacolare lo sport, migliorandolo in ogni sua forma, dai metodi di allenamento, all'equipaggiamento più comodo ed efficiente da usare, per monitorare e assicurare gli atleti in caso di incidenti; e coloro che criticano l'utilizzo della tecnologia perché lo sviluppo esagerato dei nuovi materiali fanno si che la tecnologia finisca con il manipolare il concetto di sport stesso. Questa schiera di persone

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cerca di difendere la figura umana che pratica sport, in modo tale da non rendere "artificiale" la sua prestazione sportiva.Migliorare se stessi, correre più veloci, colpire più forte, arrivare prima dell’avversario. Talento, spirito di sacrificio, determinazione, abnegazione, tutte doti che trasformano atleti in Campioni e record in pagine indelebili che restano nella memoria. Oggi più che mai la tecnologia si mette al servizio dello sport, in tutte le sue forme, con materiali e innovazioni che migliorano le performance e contribuiscono in maniera determinante a superare i limiti del corpo umano. La presenza massiccia delle nuove tecnologie nell’universo sportivo rischia, però, di minare alle fondamenta il fascino del gesto atletico e dello sforzo agonistico. I nuovi materiali e le tecnologie più avanzate, sebbene migliorino lo spettacolo e le prestazioni, contribuendo in alcuni casi anche a rendere lo sport più sicuro, diventano protagonisti quasi assoluti del momento sportivo. Il dominio della tecnologia è talmente decisivo in alcuni sport che si è parlato di “doping tecnologico”, ma per il momento si tende a restare cautamente scettici e conservatori, privilegiando (almeno a parole) una intromissione non traumatica della tecnologia nello sport. Tuttavia, nonostante gli accorgimenti mirati e circoscritti e la costante attenzione a valutare quanto siano lecite le innovazioni, la prospettiva fantascientifica di un atleta bionico, oggi appare sempre meno utopica.