Camminando tra sogni futuri e passati...

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CAMMINANDO TRA SOGNI FUTURI E PASSATI INCUBI “Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi. Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni.” Jeremy Irons

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CAMMINANDOTRA

SOGNI FUTURI E PASSATI INCUBI

“Abbiamo tutti le nostre macchine del tempo. Alcune ci riportano indietro, e si chiamano ricordi. Alcune ci portano avanti, e si chiamano sogni.”

Jeremy Irons

Sogni e Incubi dell’Uomo

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PREMESSA

IL LUNGO CAMMINO DELLL’UOMO NON HA UNA META PRECISA MA IL SUO MOTO

PERPETUO E’ ALIMENTATO DA UNA MISCELA ESPLOSIVA: SOGNI E INCUBI.

I SOGNI ALIMENTANO LA VOGLIA DELL’UOMO DI ANDARE AL DI LA’ DI OGNI

LIMITE E ANCHE SE DEVE AFFRONTARE PROVE CHE NEMMENO NELL’INCUBO

PEGGIORE SI MATERIALIZZANO, RIESCE SEMPRE A TROVARE LA FORZA PER

RAGGIUNGERE NUOVI TRAGUARDI DAI PIU’ SOLO IMMAGINATI.

INDICE

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Letteratura: “Il sogno” Giacomo Leopardi

Storia: Hitler il sogno di un Grande Impero

Francese: La Deuxième guerre mondiale

Tecnica: l’energia fotovoltaica

Inglese: Nelson Mandela

Geografia: Sud Africa

Scienze: La mente da dove nascono i sogni e gli incubi

Arte: Il surrealismo e Magritte

Musica: Il rapporto tra la musica e il sognoEducazione Fisica: Jesse OwensFilm: Big FishApprofondimento: I Have a Dream

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LETTERATURABiografia di Giacomo Leopardi

Giacomo Leopardi nacque a Recanati nel 1798 dal Conte Monaldo e da Adelaide dei marchesi Antici. Era il primogenito di 10 figli e trascorse la sua fanciullezza con i fratelli a Recanati studiando prima con un precettore e poi da solo nella ricca biblioteca del padre.Leopardi, fin da giovane, aveva una grande volontà di sapere e studiare; imparò presto il latino, il greco e l'ebraico. Era talmente bravo, che presto il suo maestro pensò di non essere più utile per i suoi studi, lasciandolo da solo alle prese con i suoi libri nella biblioteca di famiglia, dove Giacomo trascorreva la maggior parte del suo tempo. Questi primi anni di studio così intenso senza nessuno svago o gioco, provocarono in lui problemi fisici ed una tristezza di fondo che lo accompagnarono per tutta la vita. A 14 anni aveva già composto due tragedie in greco (Pompeo in Egitto e Virtù indiana) ed aveva affrontato delle ricerche di carattere scientifico. Imparò l'inglese, il francese e lo spagnolo, leggeva e commentava libri difficili e poco conosciuti traducendoli in italiano.A 15 anni terminò una Storia della Astronomia e due anni dopo con il Saggio sopra gli errori degli antichi mostrò una maturità personale ed una capacità di comporre molto forte. A 17 anni iniziò quella che lui stesso definì una conversione letteraria. Approfondendo Dante, Omero, Virgilio ed Esiodo perfezionò il suo stile nello scrivere e rivalutò questi autori che prima aveva disprezzati.Leopardi aveva intanto continuato a comporre versi e prose sempre più importanti e di stile pregiato. Il suo più caro amico Pietro Giordani , si rendeva conto della sua grande bravura ma non avvertiva che Leopardi, con le sue opere, stava entrando nella letteratura italiana come uno dei più grandi poeti dei sentimenti e della immaginazione. Il continuo lavoro di studio, la sua chiusura al mondo delle amicizie e degli affetti ed i suoi problemi fisici, fecero crescere in Leopardi una grande malinconia ed un forte pessimismo nei confronti della vita.Nel 1822 venne a Roma ed invece di distrarsi peggiorò la sua condizione di malinconia ed incapacità ai rapporti umani. Tornato a Recanati estese questa visione della sua vita alla storia dell'uomo. In questo periodo compose le Operette morali una serie di prose sulla natura, la morte, il dolore , la felicità e la noia.Leopardi pensava che la natura non vuole il bene delle sue creature, ma la loro sofferenza, quella sofferenza che lui provava fisicamente e moralmente.

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I principali temi del suo pessimismo furono la giovinezza perduta, l'infelicità dell'amore e della vita. Non trovò ne fidanzata ne moglie ed i suoi amori non furono mai ricambiati. Da ragazzo si innamorò della cugina Geltrude Cassi a cui dedicò la poesia Il primo amore; poi della figlia del fattore, Teresa Fattorini, alla quale dedicò la famosa poesia A Silvia ed infine, nel 1831 a Firenze, di Fanny Torgiani Tozzetti. Soffrì molto per questa donna che lo illuse e lo trattò molto male. Intorno al 1823 cominciò per il poeta un periodo di vita attiva; viaggiò in molte città italiane: Milano, Bologna, Firenze, Pisa e Napoli. Iniziò anche a scrivere su alcuni giornali di carattere letterario e a partecipare ad alcuni incontri pubblici, soprattutto a Firenze. Quando fu a Napoli, nel 1833, iniziò ad avere delle forti crisi di asma che lo portarono fino alla sua morte avvenuta tra le braccia del suo amico Ranieri nel 1837, a 39 anni di età.

IL SOGNO

Leopardi scrisse il canto “Il sogno” tra la fine del 1820 e la prima metà del 1821. In questo canto Leopardi sintetizza ed armonizza diversi sentimenti e situazioni sue personali con la lettura di due opere di Petrarca. Le due opere di Petrarca sono: il II capitolo del Trionfo della Morte e la canzone CCCLIX delle Rime “Quando il soave mio fido conforto”.Il poeta immagina un dialogo durante un sogno mattutino tra lui e una giovane donna, forse Teresa Fattorini, morta pochi mesi prima, di tubercolosi, il 30 settembre 1818.La poesia fu pubblicata la prima volta il 13 agosto 1825 nel giornale <<Il caffè di Petronio>> diretto da Pietro Brighenti.

Testo della poesia “Il sogno”

Era il mattino, e tra le chiuse impostePer lo balcone insinuava il soleNella mia cieca stanza il primo albore;Quando in sul tempo che più leve il sonnoE più soave le pupille adombra, 5Stettemi allato e riguardommi in visoIl simulacro di colei che amorePrima insegnommi, e poi lasciommi in pianto.Morta non mi parea, ma trista, e qualeDegl’infelici è la sembianza. Al capo 10Appressommi la destra, e sospirando,Vivi, mi disse, e ricordanza alcunaSerbi di noi? Donde, risposi, e comeVieni, o cara beltà? Quanto, deh quantoDi te mi dolse e duol: né mi credea 15Che risaper tu lo dovessi; e questoFacea più sconsolato il dolor mio.

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Ma sei tu per lasciarmi un’altra volta?Io n’ho gran tema. Or dimmi, e che t’avvenne?Sei tu quella di prima? E che ti strugge 20Internamente? Obblivione ingombraI tuoi pensieri, e gli avviluppa il sonno,Disse colei. Son morta, e mi vedestiL’ultima volta, or son più lune. ImmensaDoglia m’oppresse a queste voci il petto. 25Ella seguì: nel fior degli anni estinta,Quand’è il viver più dolce, e pria che il coreCerto si renda com’è tutta indarnoL’umana speme. A desiar coleiChe d’ogni affanno il tragge, ha poco andare 30L’egro mortal; ma sconsolata arrivaLa morte ai giovanetti, e duro è il fatoDi quella speme che sotterra è spenta.Vano è saper quel che natura ascondeAgl’inesperti della vita, e molto 35All’immatura sapienza il ciecoDolor prevale. Oh sfortunata, oh cara,Taci, taci, diss’io, che tu mi schiantiCon questi detti il cor. Dunque sei morta,O mia diletta, ed io son vivo, ed era 40Pur fisso in ciel che quei sudori estremiCotesta cara e tenerella salmaProvar dovesse, a me restasse interaQuesta misera spoglia? Oh quante volteIn ripensar che più non vivi, e mai 45Non avverrà ch’io ti ritrovi al mondo,Creder nol posso. Ahi ahi, che cosa è questaChe morte s’addimanda? Oggi per provaIntenderlo potessi, e il capo inermeAgli atroci del fato odii sottrarre. 50Giovane son, ma si consuma e perdeLa giovanezza mia come vecchiezza;La qual pavento, e pur m’è lunge assai.Ma poco da vecchiezza si discordaIl fior dell’età mia. Nascemmo al pianto, 55Disse, ambedue; felicità non riseAl viver nostro; e dilettossi il cieloDe’ nostri affanni. Or se di pianto il ciglio,Soggiunsi, e di pallor velato il visoPer la tua dipartita, e se d’angoscia 60Porto gravido il cor; dimmi: d’amoreFavilla alcuna, o di pietà, giammaiVerso il misero amante il cor t’assalseMentre vivesti? Io disperando alloraE sperando traea le notti e i giorni; 65Oggi nel vano dubitar si stancaLa mente mia. Che se una volta sola

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Dolor ti strinse di mia negra vita,Non mel celar, ti prego, e mi soccorraLa rimembranza or che il futuro è tolto 70Ai nostri giorni. E quella: ti conforta,O sventurato. Io di pietade avaraNon ti fui mentre vissi, ed or non sono,Che fui misera anch’io. Non far querelaDi questa infelicissima fanciulla. 75Per le sventure nostre, e per l’amoreChe mi strugge, esclamai; per lo dilettoNome di giovanezza e la perdutaSpeme dei nostri dì, concedi, o cara,Che la tua destra io tocchi. Ed ella, in atto 80Soave e tristo, la porgeva. Or mentreDi baci la ricopro, e d’affannosaDolcezza palpitando all’anelanteSeno la stringo, di sudore il voltoFerveva e il petto, nelle fauci stava 85La voce, al guardo traballava il giorno.Quando colei teneramente affissiGli occhi negli occhi miei, già scordi, o caro,Disse, che di beltà son fatta ignuda?E tu d’amore, o sfortunato, indarno 90Ti scaldi e fremi. Or finalmente addio.Nostre misere menti e nostre salmeSon disgiunte in eterno. A me non viviE mai più non vivrai: già ruppe il fatoLa fe che mi giurasti. Allor d’angoscia 95Gridar volendo, e spasimando, e pregneDi sconsolato pianto le pupille,Dal sonno mi disciolsi. Ella negli occhiPur mi restava, e nell’incerto raggioDel Sol vederla io mi credeva ancora. 100

Sintesi della poesia

Nel canto “Il Sogno” Leopardi racconta di avere sognato una giovane donna che, nella sua breve vita, per il poeta aveva manifestato sentimenti di affetto e di amore (molto probabilmente Teresa Fattorini). Nel sogno, la giovane donna si avvicina al poeta e gli chiede se lui si ricorda ancora di lei. Il poeta le risponde che si ricorda certamente di lei e le chiede che cosa la tormenti. La giovane donna gli risponde che lui l’aveva vista morire e che era morte nel fiore della sua giovinezza quando è inutile sapere che cosa la natura nasconde ai giovani ancora inesperti della vita. Il poeta ribatte che il cielo aveva destinato a lei una vita breve e, invece, conservava lui ancora in vita. La giovane donna conferma che ad entrambi il destino aveva riservato una vita al pianto. Il poeta, poiché è colmo di pianto per la morte di lei, le domanda se qualche volta avesse provato qualche sentimento di amore per lui. Se questo fosse stato vero, il poeta avrebbe avuto un ricordo affettivo importante dal momento che il futuro per loro due era ormai spezzato. Lei rincuora il poeta e gli

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dice che, durante la sua vita, non era stata avara di pietà per lui. Il poeta allora la prega di avvicinare la sua mano destra al suo petto e lei gentilmente corrisponde alla richiesta. Il poeta allora, ansimante e pieno di sudore, accosta la mano destra della ragazza al suo cuore e la bacia. La giovane donna, guardandolo attentamente negli occhi, gli dice che ormai lei è priva di bellezza fisica e ancora lui freme di amore inutilmente. La ragazza dice al poeta che ormai lui non vive e non vivrà più per lei perché il destino ha spezzato l’amore e la fedeltà che lui le aveva giurato in vita. A questo punto il poeta, ansimando e piangendo, si risveglia dal sonno anche se gli sembra di vedere la fanciulla ancora negli occhi e nella luce tenue della stanza.

Il tema della poesia.

Nel canto “Il sogno” Leopardi sintetizza ed armonizza due esigenze vivide. Da un lato manifesta il suo profondo bisogno di esprimere l’acuto dolore per la morte di Teresa Fattorini che il poeta ascoltava e guardava dal suo balcone prima che lei morisse. Ma, probabilmente, l’ispirazione di scrivere “Il Sogno” venne al poeta dall’intenso desiderio di dare un bacio ad una giovane donna di Recanati, Teresa Brini. Dall’altro lato Leopardi esprime, in forma poetica, sia il suo dolore per la scomparsa della Fattorini sia il suo bisogno reale ed istintivo per la Brini, con le letture di Petrarca il quale aveva descritto, in forma onirica ed elegiaca, il suo incontro con Laura morta. In questo modo, trasferendo tutto nel sogno, il giovane Leopardi immaginava di potere soddisfare il desiderio di dare un bacio reale a Teresa Brini. Il canto sintetizza ed armonizza, in forma poetica ed elegiaca, il mondo interiore e sentimentale del poeta, negli anni tra il 1820 e il 1821, in una forma poetica e culturale simile a quella di Petrarca.

Il messaggio della poesia

Il messaggio della poesia è certamente la presa di coscienza da parte del poeta che nel sogno riceve la terribile verità che non avrà più un amore nella sua vita. Infatti, la morte della fanciulla, che in giovane età aveva mostrato di avere una certa pietà ed amore per il poeta, costituisce l’evento più terrificante e devastante per Leopardi che sperava di potere amare la giovane Teresa e di esserne ricambiato. Invece, la morte prematura della ragazza, costringe il poeta a rinchiudersi in sé stesso e a disperarsi ancora di più contro la natura e contro il destino. Il giovane Leopardi dopo la confessione della giovane donna, che gli dice che non lo rivedrà più perché il fato ha interrotto il loro amore, non può fare altro che disperarsi, piangere e svegliarsi dall’incubo che gli annuncia la triste verità in piena mattina.Il poeta, presa coscienza della triste realtà, implacabile ed inesorabile, capisce che è destinato a restare da solo, e l’unica cosa che gli rimane dopo il risveglio è quello di attendere e di sperare.

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STORIAHitler e il suo sogno

Gli effetti della sconfitta della Germania nella prima Guerra Mondiale si ripercossero sul popolo nel corso del lungo dopoguerra. La realtà crudele fu che in Germania ogni genere di affari arenava, l’industria e il commercio erano praticamente ferme con la conseguenza che milioni di persone, senza lavoro, sopravvivevano con molta difficoltà; il grosso peso dei debiti da rimborsare ai Paesi vincitori nella Prima guerra Mondiale zavorrava la sua rinascita. Come se non bastasse la grave crisi economica mondiale, iniziata nel 1929, rese ancora più esplosivo il malcontento della popolazione. E’ in questo momento che Hitler l’umile soldato di origine austriaca con il sogno segreto di diventare un grande pittore, naufragato con la bocciatura all’accademia di Belle Arti, cavalcò il malcontento della gente e ben presto riuscì a portare al potere il suo partito nazionalsocialista, nato in origine come partito operaio tedesco, cullando un nuovo sogno, quello di mettersi a capo del popolo tedesco e dominare il mondo. La sua ascesa al potere pose fine alla Repubblica di Weimar e alla democrazia parlamentare costituita in Germania dopo la Prima Guerra Mondiale. Dopo la sua nomina a Cancelliere, avvenuta il 30 gennaio 1933, lo Stato Nazista (conosciuto anche come Terzo Reich) divenne rapidamente un regime totalitario, nel quale la tutela dei diritti fondamentali non era più garantita. Fu, infatti, l’ incendio ,molto sospetto, avvenuto nel Reichstag (il Parlamento tedesco), il 28 febbraio 1933, a fare in modo che il governo di Hitler emanasse un decreto con il quale vennero sospesi i diritti civili costituzionali dei cittadini, stabilendo, nel contempo, lo stato d’emergenza che permise l’approvazione di decreti governativi, senza il vaglio del Parlamento. Nei primi mesi del cancellierato di Hitler, i Nazisti iniziarono una politica cosiddetta di “coordinamento”, che puntava a orientare i, cittadini e istituzioni, verso i principi del Nazionalsocialismo. La cultura, l’economia, l’educazione e la legge vennero interamente poste sotto il controllo Nazista. Il regime cercò anche di influenzare le chiese tedesche , riuscendo ad assicurarsi l’appoggio della maggior parte del clero, sia cattolico che protestante. Un’intensa propaganda venne attuata per diffondere gli ideali e gli obiettivi del regime tra la popolazione. Alla morte del Presidente tedesco, Paul von Hindenburg, Hitler assunse anche i poteri legati a quella carica e contemporaneamente, l’esercito giurò fedeltà a lui personalmente e non più alla nazione: il suo sogno cominciava a realizzarsi. La dittatura di Hitler era ormai un dato di fatto e si reggeva sull’unione delle cariche di Presidente del Reich (capo di Stato), di Cancelliere (capo del Governo) e di Führer (capo del partito nazista). Inoltre, sulla base del cosiddetto “principio del capo”, “il dittatore” Hitler si pose al di fuori del sistema legale, tutta la struttura politica e sociale(partiti e sindacati) venne eliminata e ogni decisione era presa da lui, sia in politica interna che in politica estera. Fu proprio attraveso la politica estera che si manifestò agli occhi del mondo il suo sogno orribile, l’incubo per tutta l’umanità, basato sulla convinzione razzista che la Germania fosse biologicamente predestinata a espandersi , sfruttando la propria

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potenza militare; secondo questa visione, la vasta popolazione tedesca, considerata una razza superiore, doveva stabilire il proprio definitivo dominio nell’Europa Orientale e in Unione Sovietica. In tale prospettiva si preparava alla guerra e le donne assumevano un ruolo fondamentale: l’aggressiva politica di colonizzazione del Terzo Reich incoraggiava le donne di “sangue puro” a generare il maggior numero possibile di figli “ariani” per le future colonizzazioni . Inoltre, i popoli considerati di “razza inferiore”, come gli Ebrei e gli Zingari, avrebbero dovuto essere totalmente eliminati dalla nazione. Nel contesto di questa guerra ideologica, Hitler e i suoi seguaci progettarono e misero in atto l’Olocausto, l’assassinio in massa degli Ebrei, che erano considerati la principale “razza nemica” e causa di tutti i mali della Germania. Non ci poteva essere nessuna voce contraria al suo progetto in quanto qualunque manifestazione di aperta critica nei confronti del Regime venne soppressa dalla Gestapo (la polizia segreta di stato) e dal Servizio di Sicurezza del partito nazista (SD).Comunque, il governo di Hitler , non fu molto osteggiato dalla popolazione tedesca, anche se vi furono alcuni tentativi di opposizione al regime, come il semplice rifiuto di uniformarsi alle politiche naziste o il fallito attentato a Hitler, il 20 luglio 1944. Solo L’8 maggio 1945, quando gli Alleati sconfissero la Germania Nazista, si pose fine al folle sogno di Hitler.

L’energia nucleare da energia alternativa ad arma L'energia nucleare nasce ufficialmente nel 1934 con gli esperimenti portati avanti da un gruppo di scienziati italiani sotto la guida del fisico Enrico Fermi. Il gruppo è anche conosciuto con il nome di "ragazzi di via Panisperna" dove risiedeva la sede dell'istituto. Gli studi furono portati avanti nel 1938 dal chimico tedescoOtto Hahn che per la prima volta riuscì a dimostrare il principio della fissione nucleare mediante il quale si basa ancora oggi il funzionamento di una centrale nucleare. L'impatto di un neutrone con un nucleo di uranio 235 dà luogo a più frammenti. Gli studi di Hahn confermarono in tal modo l'ipotesi della fissione già avanzata nel 1934 dalla chimica Ida Noddack. L'impatto del neutrone con l'atomo di uranio dava luogo alla divisione del nucleo e al rilascio di una quantità considerevole di energia. Nel corso della seconda guerra mondiale la ricerca sul nucleare ottenne ampi investimenti da entrambe le parti in conflitto al fine di creare una super bomba in grado di segnare la superiorità tecnologica di almeno uno dei paesi in conflitto. La task-force americana ( Progetto Manahttan) riuscì per prima a conquistare la prima applicazione nucleare con la costruzione della bomba atomica. Il 6 agosto 1945 la prima bomba atomica fu lanciata sulla città giapponese di Hiroshima causando la morte di migliaia di civili ma anche la fine della seconda guerra mondiale. Da quel giorno il mondo non ha conosciuto più altri conflitti bellici mondiali anche grazie alla contrapposizione degli armamenti nucleari a disposizione dei due blocchi (cd guerra fredda). Negli anni '50 gli studi militari sull'energia nucleare furono portati avanti anche sul piano civile per la realizzazione dei primi reattori nucleari e delle prime centrali atomiche (o centrali elettro-nucleari). Nel 1954 il presidente degli Stati Uniti, Eisenhower, approvò ufficialmente il progetto "Atom for Peace" al fine di agevolare l'introduzione dell'energia nucleare in applicazioni civili e per la produzione di energia elettrica. La prima centrale elettrica con reattore nucleare fu realizzato nel 1955 nello Stato dell'Idaho (U.S.A.). Il reattore civile si chiamava Borax III.

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FRANCESELa france entre en guerre à la suite de l’invasion de la Pologne par l’armée en 1939. Ce conflit oppose les pays de l’Axe (allemagne, Italie et Japon) à l’Angleterre, la France, les e’tats-Unis er l’URSS. Le allemands occupent Paris le 14 jui 1940. La France capitule et signe l’armistice le 25 juin à des condition trè dures. La moitièé du ays est occupée par le forces nazies. Le marèchal Pétain est nommé chef d’un gouvernement collaborateur de l’Allemagne , installé à l’est de la France avec pour capitale Vichy. Beaucoup de franḉais n’acceptent pas la défaite et prennent le “maquis”, pur participer à la Rèsistance franḉais. Le général Charles de Gaulle, de son refuge en Angleterre, crée le mouvement France Libre et encourage la résistance à l’intérieur du Pays . Les forces alliées s’organisent et debarquent en Normandie le 6 juin 1944. La France sera libérée en mai 1945.

INGLESENelson Mandela e l’apartheid

The history of South Africa is marked by hundreds of years of power struggles between European settlers and native peoples. In 1948 apartheid started. The white population which was the minority, controlled the country. They determined where a person could live or go to school, and what jobs a person may hold. They favoured sesgregatio.

Nelson Mandela a black, man after 27 years of prison, led the Africa National Congress to victory in South Africa’s first free elections where all people could vote. He became president of South Africa on 26th, 1994. South Africa also has a new flag which was adopted in 1994. The six colours of the flag is a mix of the colours of all the political parties in South Africa.

GEOGRAFIAIL SUD AFRICA

Capitale: PRETORIA

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Popolazione: 46.200.000Superficie: 1.219.090 Km2Fuso orario: +1h rispetto all'Italia; stesso orario quando in Italia è in vigore l'ora legale.Lingue: Il Sud Africa ha ben 11 lingue ufficiali. Le più diffuse sono: l'inglese, l'afrikaans, lo zulu e lo xhosa. L'inglese, come lingua veicolare, è diffusissimo in tutte le principali località, ad eccezione delle aree rurali più remoteReligioni: In maggioranza cristiana, con prevalenza di protestanti e una minoranza di cattolici. Poco meno di un terzo della popolazione segue riti tradizionali e animisti. Sono inoltre presenti anche ampie comunità indù ed islamiche.Moneta: Rand (ZAR)

TERRITORIO ED ESTENSIONELa Repubblica Sudafricana si trova nell'estremità meridionale dell'Africa. Ha una superficie di 1.220.000 kmq che si estende tra il parallelo 22°S e il 35°S e tra il meridiano 17°E e il 33°E. La parte settentrionale del Sudafrica è attraversata dal Tropico del Capricorno.

MORFOLOGIA E PAESAGGIOIl territorio è costituito da un vasto tavolato situato ad una altitudine media di 1.500 metri slm le cui vette più elevate superano i 2.500 metri nella catena dei Monti dei Draghi e digrada verso ovest. Le zone pianeggianti sono estremamente limitate e si trovano lungo le coste.

CLIMI E AMBIENTII fattori che influiscono sul clima sono l'altitudine e i mari. Le coste meridionali sonocaratterizzate da un clima mediterraneo con andamento stagionale, le coste orientali presentano un clima umido e piovoso, procedendo verso ovest il paesaggio si presenta arido e verso nord, con il Kalahari e il Namib, è di tipo desertico.

IDROGRAFIAIl fiume più importante è l'Orange, che si estende per 1860 chilometri e sfocia nell'Oceano Atlantico lungo il confine con la Namibia.

CAPITALE Città del Capo (capitale legislativa), Pretoria (capitale amministrativa),Bloemfontein (capitale giudiziaria) FORMA DI GOVERNO Repubblica federalecomposta da nove province autonome.

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LINGUAtra le dieci lingue ufficiali, molte delle quali sono idiomi parlati dalle etnie, ci sono l'afrikaans, l'inglese e lo zulu MONETA Rand sudafricano RELIGIONE cristiana 80%, animista 20%.

POPOLAZIONEAbitanti: 40 milioni, densità media: 33 ab/Km². I Neri costituiscono il 75% dellapopolazione, i Meticci e gli asiatici, detti coloureds, sono il 15%, i Bianchi, cosiddettiAfrikaners, costituiscono il restante 10% della popolazione.Le maggiori città sono Città del Capo (900.000 ab.), Durban (750.000 ab.), Johannesburg (750.000 ab.), Soweto (600.000 ab.), Pretoria (600.000 ab.). Il tasso di mortalità infantile è superiore al 60%, l'analfabetismo è intorno al 40%.

ECONOMIALa bilancia commerciale è in attivo grazie soprattutto alla presenza di ingenti risorse minerarie. Le esportazioni avvengono soprattutto verso Stati Uniti, Regno Unito e Giappone.

AGRICOLTURA (5%)L'agricoltura è praticata dal 10% della popolazione attiva ed è redditizia soprattutto per la minoranza bianca che sfrutta le terre più fertili. Si coltivano piantagioni di canna da zucchero, tabacco e cotone ma anche cereali e foraggio. Nella parte meridionale del paese, per via del clima mediterraneo, sono diffusi i frutteti, si coltiva tè e caffè anche la vite e si produce vino. L'allevamento di bovini e ovini favorisce la produzione di carne e formaggio. Nel settore della pesca il Sudafrica è il primo paese del continente.

INDUSTRIA (35%)Il Sudafrica è il paese a maggior sviluppo industriale del continente. Nelle minieresudafricane, spesso controllate da multinazionali straniere, si trovano i giacimenti di oro, argento, platino e diamanti più abbondanti al mondo e il sottosuolo è ricco di ferro, carbone, tungsteno, cromo, vanadio, titanio, uranio.I settori industriali più sviluppati sono quello metallurgico, siderurgico, tessile, chimico, alimentare, navale.

TERZIARIO (60%)Nel settore terziario lavorano tre sudafricani su quattro. Esso consiste in gran parte nel turismo, favorito dalla presenza di numerosi parchi naturali abitati da leoni, elefanti,rinoceronti, zebre e antilopi.

STORIA E SOCIETA'Abitato in passato da indigeni boscimani e ottentotti, il Sudafrica fu colonizzato nel '600 dai boeri olandesi e nell'800 dagli inglesi. Nel 1910 il Sudafrica divenne un dominion inglese e venne chiamato Unione Sudafricana, fino al 1961, quando i Bianchi idearono il regime di segregazione razziale dell'apartheid, in base al quale i Neri dovevano vivere nelle townships, separati dai Bianchi, sfruttati e sottopagati. Solo dal 1993 Nelson Mandela riuscì ad ottenere l'abolizione

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dell'apartheid e il riconoscimento dei diritti civili anche per Neri. Ancora oggi però esistono forti differenze nella distribuzione della ricchezza e nella qualitàdella vita.

SCIENZE

La mente da dove nascono i sogni e gli incubi

INTRODUZIONEDa millenni gli esseri umani si interrogano sul significato dei sogni. Secondo molti popoli antichi (sumeri, babilonesi, greci) i sogni erano dei mezzi di comunicazione fra dèi e mortali e costituivano il fondamento delle profezie, consentendo di comprendere la volontà divina. Allora interpretare i sogni voleva dire cercare di capire le intenzioni degli dèi. Con il passare dei secoli la concezione del sogno si distaccava da quella delle popolazioni antiche, infatti si credeva e si crede che i sogni rispecchino in qualche modo la realtà, seppure in maniera elaborata, o perfino che siano indistinguibili dalla realtà; per esempio, nel passato, tra i pellirosse nordamericani, se uno sognava di venire morso da un serpente, al risveglio si curava subito. In tempi moderni l’interpretazione dei sogni ha ricevuto un nuovo impulso dall’avvento della psicanalisi; secondo Sigmund Freud (1856-1939) i sogni sono la via privilegiata alla conoscenza delle attività inconsce della mente. Questo è un punto a dir poco controverso. Tuttavia ancora oggi, nonostante tutti gli studi sul funzionamento del cervello realizzati negli ultimi trent’anni, la scienza non ha chiarito completamente la funzione dei sogni, e se è per questo nemmeno del sonno in generale. Insomma non sappiamo ancora bene perché dormiamo e soprattutto perché sogniamo.

Produzione dei sogni Diverse cose però si sono capite, a cominciare dal meccanismo di produzione dei sogni. Durante il sonno, quando non vi sono stimoli sensoriali esterni, il cervello viene attivato al suo interno da impulsi che hanno origine nel tronco encefalico. Quest’ultimo fa parte del cervello che è suddiviso

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in tre parti principali: il tronco encefalico, che gestisce lo scambio di informazioni fra il cervello stesso e il resto del corpo, attraverso il midollo spinale, e comanda le funzioni automatiche, come il battito cardiaco, la respirazione e la deglutizione, nonché i movimenti facciali; il cervelletto, che ha il compito di coordinare i movimenti e governare l’equilibrio e le azioni ripetitive (camminare, per esempio); e i due emisferi cerebrali, a loro volta costituiti da varie parti, che gestiscono i movimenti volontari, ma anche il ragionamento, le emozioni, la memoria e la percezione sensoriale. La parte principale, esterna, dei due emisferi è costituita dalla corteccia cerebrale, dove hanno sede tutte le funzioni superiori del cervello.Gli impulsi che nel sonno arrivano dal tronco encefalico alla corteccia sono nella maggior parte dei casi costituiti da immagini visive, ma possono riguardare anche l’udito (i ciechi dalla nascita, per esempio, sognano rumori) o il tatto, non però gusto od olfatto, i cui canali sensoriali sono chiusi durante il sonno. La materia prima dei sogni deriva da passate esperienze sensoriali del soggetto e da temi che occupano la mente della persona durante la giornata.La corteccia cerebrale, ricevendo questi falsi stimoli sensoriali, cerca di fare quello che fa di solito: inserire tali stimoli in un contesto coerente per trarre un senso dall’esperienza. Poiché nel sogno gli stimoli non sono coerenti, sono anzi caotici in quanto slegati dalla realtà esterna, la corteccia fa quello che può: inventa una storia. Così nel sogno ci vediamo protagonisti di imprese impossibili: volare, viaggiare in luoghi lontani o sconosciuti, conversare con persone famose oppure morte da tempo, compiere azioni ridicole o spaventose.

Sonno Rem e non Rem La maggior parte dei sogni avviene in una fase di sonno poco profondo chiamata fase Rem, dall’ingleserapid eye movement, movimento oculare rapido, poiché in questa fase gli occhi si muovono velocemente nelle orbite; a quanto pare, tale movimento è indipendente dall’attività onirica e serve a mantenere lubrificati gli occhi. Inoltre i sogni non avvengono soltanto nella fase Rem ma anche nelle altre fasi, e in particolare gli incubi ricorrenti si riscontrano perlopiù nelle fasi non Rem.Tuttavia la fase Rem è quella in cui l’attività onirica è più intensa. Tale fase è molto simile allo stato di veglia, se si esamina l’elettroencefalogramma, ed è caratterizzata da un’intensificazione del battito cardiaco e della respirazione e da un aumento della pressione sanguigna. Nelle fasi non Rem sembrano essere più frequenti le immagini isolate, mentre nelle fasi Rem vi sono sogni più articolati e carichi di emozioni. Questo probabilmente perché in tali fasi è attivo il sistema limbico, la parte del cervello che gestisce le emozioni, per cui le storie sognate si fanno più complesse e intense.

Sogni dimenticati Tutti noi sogniamo molto, dunque, ma alcune persone ritengono di non sognare per nulla, poiché una caratteristica del sogno è di venire subito dimenticato. Si ritiene che dal 95 al 99 per cento dei sogni non venga ricordato affatto. Questo può essere dovuto alla scarsa attività di quelle aree cerebrali, come il lobo parietale inferiore, che trasferiscono le esperienze nella memoria. Oppure, come ha ipotizzato Francis Crick (1916-2004), famoso scopritore della struttura del Dna, al fatto che noi sogniamo per dimenticare, ossia per liberarci delle informazioni inutili accumulate durante la giornata. In ogni caso la memoria del sogno è molto labile e svanisce dopo qualche minuto, non appena ci si distrae pensando ad altro; così è più facile ricordare un sogno dopo un risveglio improvviso che non dopo il normale risveglio lento. E naturalmente si ricordano con maggiore facilità i sogni strani, che suscitano interesse ed emozioni, piuttosto che i sogni brevi e banali

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Interpretazione dei sogni Chi si interessa di parapsicologia o di interpretazione dei sogni, però, in genere non si cura della fisiologia del sogno ma si concentra sui contenuti, ritenendo che i sogni abbiano un significato da scoprire o che costituiscano un ponte verso il paranormale o il soprannaturale. Come si è detto, è una concezione molto antica.Il contenuto dei sogni varia durante la notte. Nelle prime fasi Rem in genere i sogni sono più brevi e semplici e riflettono la giornata appena trascorsa o quelle immediatamente precedenti; spesso vi è un ritardo di qualche giorno fra gli eventi esterni e il loro riflesso nei sogni. Invece nelle ultime fasi Rem, verso il mattino, i sogni si fanno più ricchi di dettagli, personaggi e situazioni e tendono a rievocare il passato remoto della persona, anche con particolari risalenti all’infanzia.

STORIA DELL’ARTE

IL SURREALISMONascita del movimentoIl termine “surrealista” fu inventato nel 1917 dallo scrittore Guillaume Apollinaire, ma il Surrealismo come movimento artistico, in realtà, nacque solo nel 1924 grazie ad Andrè Breton. Questo poeta francese, teorizzò le caratteristiche che doveva avere questo nuova corrente artistica e le espose nel “Manifeste du surrealisme”, pubblicato, appunto, nel 1924. Breton pensava che la ragione impedisce al vero artista di esprimersi in piena libertà. Per questo dava molta importanza alle immagini del sogno (anche se nel sogno le azioni sono spesso illogiche e assurde) e alle teoriedi Sigmund Freud, lo psicanalista austriaco che aveva parlato dell’inconscio e del sogno nelle sue opere. Il movimento surrealista si fece conoscere al pubblico nel 1925 attraverso una mostra organizzata e voluta da Breton. Questa mostra, realizzata a Parigi, espose i quadri dei più famosi pittori surrealisti del tempo : Giorgio De Chirico, Max Ernst, Jean Miro’, Pablo Picasso.Il Surrealismo è una corrente di artistica che considera molto importante, come si è detto, la

nostra parte inconscia. Nell’inconscio si pensa con immagini e l’arte surrealista è dunque molto adatta a rappresentare questi contenuti.

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Caratteristiche del SurrealismoCiò che importa agli artisti surrealisti è esprimersi in piena libertà anche fuori dalla logica : accade così che l’immagine del quadro appaia assurda sebbene i singoli oggetti siano ben disegnati (una mela e un uomo, possono essere perfettamente disegnati ma al posto del volto dell’uomo viene messa la mela : ecco che l’immagine complessiva è assurda, proprio come apparein certi sogni !). Secondo l’opinione del teorico surrealista André Breton, infatti, quest’artedoveva liberare l’artista dalle paure e dai complessi e permettergli di esprimersi in piena libertà.Il pittore doveva, per esempio, fissare sulla carta o sulla tela il ricordo dei propri sogni, il più velocemente possibile: l’arte surrealista, diventava così, uno strumento per scoprire altre realtà, come quella della follia e del sogno, che per gli artisti erano vere, esattamente come la realtà quotidiana.

Tecniche del SurrealismoDal punto di vista della tecnica, i pittori e gli scultori surrealisti usano molti materiali come fotografie, oggetti quotidiani, chiodi, ma anche tecniche tradizionali come la pittura a olio, a tempera... Anche se questo movimento era nato in contrapposizione al Dadaismo, esso sfruttò alcune tecniche già usate dai pittori Dada, come l’assemblaggio (cioè una combinazione di oggetti diversi tra loro messi insieme in maniera apparentemente disordinata). Un esempio di questa tecnica dell’assemblaggio, è l’opera chiamata : “Tazza e piattino bordati di pelliccia” la tazzina da caffè è unita ad una pelliccia, cosa assurda e impensabile, un accostamento che appare strano e che sorprende per l’osservatore. Una tecnica tipica del Surrealismo, invece, è il frottage, che consiste in una specie di imitazione del gioco infantile consistente nello strofinare una matitamorbida sulla carta sovrapposta ad una superficie ruvida o con lievi risalti.

Influenza del Surrealismo in tutte le artiIl Surrealismo non riguardò soltanto il campo della pittura e della scultura mafu un modo di pensare e si operare che si diffuse in tutti i campi dell’arte.Possiamo dunque vedere, come le “regole” descritte da André Breton nel“Manifesto del surrealismo” vennero seguite anche da molti registi di cinemao da molti scrittori di testi letterari e teatrali.

RENE’ MAGRITTE

Il pittore belga René Magritte (1898-1967) è tra i pittori surrealisti più originali e famosi. Dopo aver studiato all’Accademia di Bruxelles, i suoi inizi di pittore si muovono nell’ambito delle avanguardie del Novecento, assimilando influenze dal cubismo e dal futurismo. Secondo quando egli stesso ha scritto, la svolta surrealista avvenne dopo aver visto il quadro di De Chirico «Canto d’amore», dove sul lato di un edificio sono accostati la testa enorme di una statua greca e un gigantesco guanto di lattice. Nel 1926 prese contatto con Breton, capo del movimento surrealista, e l’anno successivo si trasferì a Parigi, per restarvi tre anni. Dopo di che la sua vita artistica si è svolta interamente in Belgio.Magritte è l’artista surrealista che, più di ogni altro, gioca con gli spostamenti del senso,

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utilizzando sia gli accostamenti inconsueti, sia le deformazioni irreali. Ciò che invece è del tutto estraneo al suo metodo è l’automatismo psichico, in quanto egli, con la sua pittura, non per vuole far emergere l’inconscio dell’uomo ma vuole svelare i lati misteriosi dell’universo. Ed è proprio su questo punto che la sua poetica conserva lati molto affini con quelli della Metafisica.I suoi quadri sono realizzati in uno stile da illustratore, di evidenza quasi infantile. Volutamente le sue immagini conservano un aspetto "pittorico", senza alcuna ricerca di illusionismo fotografico. Già in ciò si avverte una delle costanti poetiche di Magritte: l’insanabile distanza che separa la realtà dalla rappresentazione. E spesso il suo surrealismo nasce proprio dalla confusione che egli opera tra i due termini.È il caso del quadro «Ceci n’est pas une pipe», dove una riproduzione perfetta di una pipa è accompagnata dalla scritta "questa non è una pipa". L’iniziale mistero di una simile incongruenza va ovviamente sciolto nella constatazione che un quadro, anche se rappresenta una pipa, è qualcosa di molto diverso da una pipa reale.In altri quadri Magritte gioca con il rapporto tra immagine naturalistica e realtà, proponendo immagini dove il quadro nel quadro ha lo stesso identico aspetto della realtà che rappresenta, al punto da confondersi con esso.Di notevole suggestione poetica sono anche i suoi accostamenti o le sue metamorfosi. Combina, nel medesimo quadro, cieli diurni e paesaggi notturni. Accosta, sospesi nel cielo, una nuvola ed un enorme masso di pietra. Trasforma gli animali in foglie o in pietra.Il suo surrealismo è dunque uno sguardo molto lucido e sveglio sulla realtà che lo circonda, dove non trovano spazio né il sogno né le pulsioni inconsce. L’unico desiderio che la sua pittura manifesta è quello di "sentire il silenzio del mondo", come egli stesso scrisse. In ciò quindi il surrealismo di Magritte si colloca agli antipodi di quello di Dalí, mancandovi qualsiasi esasperazione onirica o egocentrica

THE FALSE MIRROR

Spiegazione opera

Il falso specchio (1928) è uno degli esempi più eclatanti di questa nuova poetica. La superficie è occupata da un enorme occhio aperto, e a parte il primissimo piano così inusuale, non ci troviamo assolutamente nulla di particolare, tranne per il fatto che l’iride è un cielo attraversato da nuvole. La pittura è manifestamente rozza, anche se sarebbe più opportuno dire banale. Sembra il disegno di un libro sul disegno, o un disegno tratto da un giornale di medicina. Ma quello che colpisce è l’iride, dove la pupilla prende le sembianze di un sole nero in mezzo a un cielo inquieto in cui si addensano candide nuvole. Si tratta di un trompe l’oeil, tanto caro ai surrealisti e di cui Magritte è stato un maestro. A questo punto si profila una doppia interpretazione, il cielo è un riflesso della realtà specchiata nell’occhio, oppure, come suggerisce il titolo, il falso specchio ritrae dall’interno non quello che l’occhio vede ma quello che vorrebbe vedere?

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Forse è un sogno che affiora dal subconscio, l’arte non come rappresentazione ma come concetto, la scandalosa unione di aspetti che la vita quotidiana tende a selezionare e a collocare in categorie separate. La stessa immagine ispirò la prima scena di Un chien andalou di Bunuel e Dalì, girato nello stesso anno e considerato il primo film surrealista, in cui la luna attraversata da una nube muta in un occhio tagliato da una lama, dove la metafora allude alla negazione dell’idea naturalistica di pittura. Il fondamento di una nuova arte, che non nasce più dall’impressione visiva, ma da associazioni inconsce, da un più naturale ed eversivo processo di costruzione mentale.

MusicaLa musica e il sogno

E’ molto difficile, da un punto di vista storico, stabilire delle relazioni oggettive tra la musica e il sogno; possiamo soltanto dire che sin dall’antichità la musica è stata considerata come quell’arte sublime in grado di poter avvicinare l’uomo ai margini dell’infinito, di esprimere l’inesprimibile, di raccontare o svelare le naturali sensazioni, emozioni e aspirazioni.

Tuttavia fino al Classicismo (eccezione fatta per Beethoven) i compositori “pensano” il fatto artistico come un dato legato principalmente alla combinazione razionale dei suoni e al gusto estetico della società ma, dall’Ottocento in poi la libertà emozionale dell’artista si eleva in tutta la sua complessità e autonomia fino ad incidere in modo radicale su ogni singola opera.

I Romantici, sia nelle loro brevi composizioni, sia nella produzione sinfonica, sembrano presentare al mondo le fantasie, i desideri e i sogni nascosti. Ogni brano nasce da un particolare sogno: il sogno di poter continuare a sognare anche durante il giorno, di poter sognare la persona amata, di poter viaggiare oltre i confini, oltre gli impedimenti: sogno come unica “arma” per catturare l’infinito, per vivere e placare ogni singola emozione.

Nella seconda metà del XIX secolo e poi nei primi anni del ‘900 l’elemento onirico si esplicita nella lenta ma costante dissoluzione del tonalismo e dell’armonia funzionale.

Il sogno si configura come il desiderio di liberazione, di emancipazione dalla tradizione, già di per sé emancipata rispetto al passato, ma specialmente come una porzione vitale del presente. Il sogno diventa anche l’unica dimensione in cui potersi rifugiare dai pericoli e dalla decadenza morale e sociale del presente: in un mondo in cui la parola “crisi” diviene sinonimo di

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contemporaneità e verità, soltanto il transitorio distacco temporale del pensiero permette all’uomo di poter andare avanti. Si sogna qualcosa di migliore, si sogna la speranza, la pace: ma nei sogni i tragici contenuti latenti sono troppo forti per garantire sonni e sogni sereni. Tutto ciò viene manifestato anche con la musica: si sogna un passato perso ed un futuro migliore, si raccontano le sofferenze e le contraddizioni del presente e le speranze future

La realtà viene vista come una diversa facciata dell’irrealtà, come un sogno concreto da raccontare e vivere simbolicamente attraverso la musica . Tutte le correnti artistiche del XXI secolo in certo senso possono essere interpretate secondo quest’ottica, ed in modo specifico il Minimalismo. Nel minimalismo (a partire dagli anni ’60) gli elementi strutturali del brano vengono reiterati in modo ossessivo, fino a quando cioè non si placa l’intima bramosia sensoriale del compositore.

La musica minimalista è una musica che ci conduce in un mondo a-temporale, in una realtà favolosa, autentica, aleatoria ma tangibile. Si tratta di una musica che “sogna se stessa”, di una musica che, nel suo divenire, si trasforma in una entità melodica ipnotizzatrice.

Educazione fisicaJesse Owens

Ho sempre amato correre: è qualcosa che puoi fare contando soltanto su te stesso, sulla forza dei tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni”. Così parlò Jesse Owens, atleta sopraffino ricordato dalla storia anche e soprattutto perché rovinò i piani del Fuhrer di fare delle Olimpiadi di Berlino 1936 un manifesto della superiorità della razza ariana. Jesse Owens, all’anagrafe James Cleveland Owens, nasce esattamente cento anni fa, il 13 settembre 1913 in un paesino dell’Alabama, da una famiglia in cui i nonni erano stati schiavi nelle piantagioni di cotone e i genitori lavoratori liberi nelle stesse piantagioni. La sua è la storia del campione che umilia Hitler e al tempo stesso dell’uomo che è vittima di quel razzismo che negli Stati Uniti sopravvive ben oltre l’abolizione ufficiale della schiavitù: se la leggenda vuole che fu Hitler a negargli il saluto, la storia certifica che fu Roosevelt a umiliarlo negandogli il doveroso tributo .

Jesse da bambino, dopo la scuola, lavora in un negozio di scarpe per poter contribuire al sostentamento della famiglia, ma ha anche una grande passione: CORRERE. Nel 1933 a 16 anni ottiene in occasione del Campionato studentesco prestazioni talmente incredibili in salto in lungo e velocità che gli aprono le porte all’Università. E appena due anni dopo, nel 1935 in meno di un’ora eguaglia il Record mondiale dei 100 metri, stabilisce il Record nel salto in lungo, vince la gara dei 200 m e quella dei 200 m ad ostacoli (il record nel salto in lungo rimarrà tale fino al 1960)

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Nel 1936 partecipa alle Olimpiadi di Berlino. In quell’occasione sia lui che i compagni di squadra ebrei subiscono umiliazioni e mortificazioni di ogni genere ma, nonostante tutto, Jesse vinse ben 4 medaglie d’oro. Il suo record di 4 Ori nella stessa Olimpiade non fu mai battuto. Fu eguagliato solo nel 1984 da Carl Lewis.

Jesse avrebbe potuto pensare di essere un povero nero sfortunato che non poteva concludere niente in un’America in crisi economica, circondato da persone astiose. In questo modo le circostanze avrebbero deciso per lui. Forse avrebbe avuto una carriera come lustrascarpe fermandosi alla prima mortificazione ricevuta. Ma Jesse aveva un grande sogno a guidarlo e riusciva a trovare l’aspetto positivo in ogni situazione. Jesse non perdeva mai di vista il suo obiettivo.

FILMBig Fish

Edward Bloom è solito narrare, fra lo stupore di chi lo circonda, storie fantastiche e assurde riguardanti la sua vita: dall'incontro con un uomo alto 5 metri, a quello con una strega con un occhio di vetro, fino al celebre racconto del pesce in catturabile preso proprio nel giorno della nascita del figlio. Suo figlio William, però, non apprezza questa sua presunta mancanza di serietà e per questo con il tempo si allontana da suo padre. Quando Edward si ammala gravemente William torna alla casa dei genitori e, attraverso ricordi e dialoghi, intraprende un personale viaggio alla scoperta della vita del padre per cercare di dividere la realtà dalla fantasia. Tutto ciò lo porterà a scoprire il gusto del racconto e che le storie raccontate dal padre hanno più verità di quanta se ne potesse immaginare.

APPROFONDIMENTOI Have a Dream

"I have a dream" ("Io ho un sogno") è un discorso tenuto da Martin Luther King il 28 agosto del 1963 davanti al Lincoln Memorial di Washington al termine di una marcia di protesta per i diritti civili, nel quale egli esprimeva la speranza che un giorno la popolazione di colore avrebbe goduto degli stessi diritti dei bianchi. Questo discorso è sicuramente uno dei più famosi del ventesimo secolo, ed è diventato simbolo della lotta contro il razzismo negli USA.