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Notiziario parrocchiale N. 07.2015-2016 1 maggio 2016 Comunità Pastorale Beata Vergine del Rosario PARROCCHIA S. MAURIZIO - Vimercate La lasagnata di primavera La Lasagnata di primaveraalla Locanda di Cana di domenica 17 aprile scorso ha superato tutte le aspettative, un momento conviviale di grande spes- sore. Più di 90 tra piccolissimi, ragazzi, giovani e adulti di ogni età hanno avuto lopportunità di es- sere accolti e accogliersi, ascoltarsi, parlare, rac- contarsi, fare festa raccolti attorno a un banchetto. Un grazie a chi ha partecipato, a chi si è offerto di cucinare a casa con creatività e fantasia deliziose lasagne e dolci, a chi ha confezionato la megatorta per festeggiare don Michele, ai nostri solerti ragaz- zi che hanno prestato un servizio impeccabile nelle loro eleganti uniformi, ai locandieri che hanno cu- rato lorganizzazione con dedizione e entusiasmo. Visto il consenso riscosso e per soddisfare le pre- notazioni rifiutate, già da ora annunciamo che lini- ziativa sarà replicata prossimamente. Patrizia Verso la Pentecoste Sei come vento che gonfia le vele, sei come fuoco che accende l'amore, sei come l'aria che si respira libera, chiara luce che il mattino indica.È uno dei canti più in voga a S. Maurizio. Ma il bello è sentirlo canticchiare dai nostri giovani fuori dalle mura litur- giche. Lo Spirito Santo, questo sconosciutoSpiri- to del Padre e del Figlio. Spirito del Padre per il Fi- glio. Terza persona dei tre”. Vento, fuoco, colomba, acquaLo Spirito Santo non ha una sua forma poiché ha il compito di confor- mare a Gesù. Eppure cè un modo per verificare la nostra relazione con Lui. Tutti coloro che sono gui- dati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio(Rm 8, 14). E la prova sta nel fatto che ci rivolgiamo a Dio, gri- dando Abba, Padre(Gal 4,6). Abba, padre, babbo mionon è semplicemente un'espressione liturgica, tantomeno gergale. Non è neppure quel modo ovvio di esprimere la preghiera che ci ha insegnato Gesù – penso al Padre nostro stancamente biascicato- quasi senza coglierne le implicanze urtanti e, se vo- gliamo, anche scandalizzanti che contiene. Potersi rivolgere a Dio chiamandolo Padreera il segreto nascosto che veniva rivelato in prossimità della notte pasquale ai catecumeni. Nessuno doveva conoscere quella formula e non per esoterismo setta- rio presente in tante religioni. Quella formula, quel dire Padre’, implicava l'esperienza di riconoscersi figli nel Figlio, l'esperienza del passaggio attraverso l'ora della passione e della croce. In quel passaggio l'uomo deve fare i conti con la voce del serpente an- tico: se Dio è tuo padre non può permettere la cro- ce, la sofferenza, la frustrazione..." Colui che non ha riportato vittoria nella battaglia contro lo spirito ingannatore, almeno qualche volta nella sua vita, rischia di dire la preghiera del Signore in modo perlomeno banale, rischia di chiedere nella terza petizione sia fatta la tua volontàsenza mini- mamente aver deciso di voler corrispondere al dise- gno di Dio. Senza aver creduto che quella volontà, magari incomprensibile al momento, è il meglio che possa accadergli. Nel vangelo della VI domenica di Pasqua (Gv 16,12- 22), attraverso l'immagine della partoriente, Gesù ci invita ad entrare nella volontà del Padre con lo stesso amore con il quale una madre entra nel travaglio del parto. Laddove l'esperienza della Pasqua non è cer- tezza di una vita nuova che sta nascendo, di un nuo- vo parto dallaltoche sta accadendo alla nostra persona e alla creazione tutta, mancano i motivi, le ragioni di fondo per fare del mistero pasquale il nuo- vo paradigma con il quale coniugare la vita, progetta- re l'esistenza. Abba babbo mio, io so che tu mi ami. So anche che il tuo Spirito, dopo la Pasqua, è all'opera come Spi- rito di risurrezione per realizzare in me e nei miei fratelli la forma di Gesù. Lui è la forma del mondo, quella forma originaria per mezzo della quale hai creato tutte le cose. Assumendo la mia stessa carne, Tu Padre hai ripreso a costruire in me la tua imma- gine, la forma originaria che avevi pensato per ogni uomo ed ogni donna, quella forma che era andata dispersa e che Gesù ci ha reso visibile e lo Spirito Santo continua a far germogliare perfino oltre la nostra debole volontà, oltre le nostre meschinità. Vieni Spirito Santo, vento che gonfia le vele, sospin- gici verso il largo. Vieni Spirito Santo, fuoco che accende l'amore: donaci l'ebbrezza del desiderio di amare fino al finee fino alla fine’, fino allestre- mo, come Lui. Don Michele Vi aspetto tutti per la veglia di Pentecoste, sabato 14 maggio alle 18.00. Dopo la veglia Pasquale, è la vigiliare più importante dellanno. Vi attendo per invocare insieme il dono dello Spirito. Don Michele

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Notiziario parrocchiale N. 07.2015-2016 1 maggio 2016

Comunità Pastorale Beata Vergine del Rosario

PARROCCHIA S. MAURIZIO - Vimercate

La lasagnata di primavera

La “Lasagnata di primavera” alla Locanda di Cana di domenica 17 aprile scorso ha superato tutte le aspettative, un momento conviviale di grande spes-sore. Più di 90 tra piccolissimi, ragazzi, giovani e adulti di ogni età hanno avuto l’opportunità di es-sere accolti e accogliersi, ascoltarsi, parlare, rac-contarsi, fare festa raccolti attorno a un banchetto. Un grazie a chi ha partecipato, a chi si è offerto di cucinare a casa con creatività e fantasia deliziose lasagne e dolci, a chi ha confezionato la megatorta per festeggiare don Michele, ai nostri solerti ragaz-zi che hanno prestato un servizio impeccabile nelle loro eleganti uniformi, ai locandieri che hanno cu-rato l’organizzazione con dedizione e entusiasmo. Visto il consenso riscosso e per soddisfare le pre-notazioni rifiutate, già da ora annunciamo che l’ini-ziativa sarà replicata prossimamente.

Patrizia

Verso la Pentecoste

“Sei come vento che gonfia le vele, sei come fuoco che accende l'amore, sei come l'aria che si respira libera, chiara luce che il mattino indica.” È uno dei canti più in voga a S. Maurizio. Ma il bello è sentirlo canticchiare dai nostri giovani fuori dalle mura litur-giche. Lo Spirito Santo, questo sconosciuto… Spiri-to del Padre e del Figlio. Spirito del Padre per il Fi-glio. Terza persona “dei tre”. Vento, fuoco, colomba, acqua… Lo Spirito Santo non ha una sua forma poiché ha il compito di confor-mare a Gesù. Eppure c’è un modo per verificare la nostra relazione con Lui. “Tutti coloro che sono gui-dati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio” (Rm 8, 14). E la prova sta nel fatto che ci rivolgiamo a Dio, gri-dando “Abba, Padre” (Gal 4,6). “Abba, padre, babbo mio” non è semplicemente un'espressione liturgica, tantomeno gergale. Non è neppure quel modo ovvio di esprimere la preghiera che ci ha insegnato Gesù – penso al Padre nostro stancamente biascicato… - quasi senza coglierne le implicanze urtanti e, se vo-gliamo, anche scandalizzanti che contiene. Potersi rivolgere a Dio chiamandolo “Padre” era il segreto nascosto che veniva rivelato in prossimità della notte pasquale ai catecumeni. Nessuno doveva conoscere quella formula e non per esoterismo setta-rio presente in tante religioni. Quella formula, quel dire ‘Padre’, implicava l'esperienza di riconoscersi figli nel Figlio, l'esperienza del passaggio attraverso l'ora della passione e della croce. In quel passaggio l'uomo deve fare i conti con la voce del serpente an-tico: “se Dio è tuo padre non può permettere la cro-ce, la sofferenza, la frustrazione..." Colui che non ha riportato vittoria nella battaglia contro lo spirito ingannatore, almeno qualche volta nella sua vita, rischia di dire la preghiera del Signore in modo perlomeno banale, rischia di chiedere nella terza petizione “sia fatta la tua volontà” senza mini-mamente aver deciso di voler corrispondere al dise-gno di Dio. Senza aver creduto che quella volontà, magari incomprensibile al momento, è il meglio che possa accadergli. Nel vangelo della VI domenica di Pasqua (Gv 16,12-22), attraverso l'immagine della partoriente, Gesù ci invita ad entrare nella volontà del Padre con lo stesso amore con il quale una madre entra nel travaglio del parto. Laddove l'esperienza della Pasqua non è cer-tezza di una vita nuova che sta nascendo, di un nuo-vo parto “dall’alto” che sta accadendo alla nostra

persona e alla creazione tutta, mancano i motivi, le ragioni di fondo per fare del mistero pasquale il nuo-vo paradigma con il quale coniugare la vita, progetta-re l'esistenza. Abba babbo mio, io so che tu mi ami. So anche che il tuo Spirito, dopo la Pasqua, è all'opera come Spi-rito di risurrezione per realizzare in me e nei miei fratelli la forma di Gesù. Lui è la forma del mondo, quella forma originaria per mezzo della quale hai creato tutte le cose. Assumendo la mia stessa carne, Tu Padre hai ripreso a costruire in me la tua imma-gine, la forma originaria che avevi pensato per ogni uomo ed ogni donna, quella forma che era andata dispersa e che Gesù ci ha reso visibile e lo Spirito Santo continua a far germogliare perfino oltre la nostra debole volontà, oltre le nostre meschinità. Vieni Spirito Santo, vento che gonfia le vele, sospin-gici verso il largo. Vieni Spirito Santo, fuoco che accende l'amore: donaci l'ebbrezza del desiderio di amare fino ‘al fine’ e fino ‘alla fine’, fino all’estre-mo, come Lui.

Don Michele

Vi aspetto tutti per la veglia di Pentecoste, sabato 14 maggio alle 18.00. Dopo la veglia Pasquale, è la vigiliare più importante dell’anno. Vi attendo per invocare insieme il dono dello Spirito.

Don Michele

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La Caritas e i giovani

Sabato 12 e domenica 13 marzo a San Maurizio si è svolta la raccolta viveri per la Caritas e la cosa più importante (oltre ad un buon risultato) è certamente stato il coinvolgimento dei ragazzi ormai prossimi alla Professione di Fede. Soffermarsi un poco su questo aspetto è necessario e dovuto. I ragazzi hanno cominciato sulle prime ore del matti-no di sabato la raccolta viveri e dopo la pausa pranzo hanno ripreso fino ad esaurimento energie insieme ad altri ragazzi adolescenti. Le risate sono state tante e il contributo e lo sforzo massimi data anche la mo-le dei viveri da trasportare. Ad ogni casa un ragazzo citofonava e, dopo qualche risata per eventuali gaffe, si ritiravano quei viveri gentilmente donati.

ERRATA CORRIGE

Sullo scorso numero del Notiziario Andate.. di feb-braio è stata indicata la destinazione dei viveri del-la raccolta “BORSE SOLIDALI” in modo errato. I viveri raccolti non vengono destinati al magazzi-no di Burago, ma conferiti al magazzino Caritas di Vimercate in Via Mazzini. Ci scusiamo per l’errore.

Sonia

La sera, dopo la cena e dopo un piacevole spettacolo, è arrivato il momento tanto atteso (dai ragazzi) e tan-to temuto (dagli educatori): la notte insieme in orato-rio. Tutti i ragazzi muniti di sacco a pelo hanno dor-mito in compagnia facendo il pieno ancora una volta di risate e scherzi. E tutto è proceduto senza proble-mi. La mattina però non è coincisa con un’immediata fine di tutto. Infatti dopo la colazione, gentilmente preparata e generosamente offerta da Caritas e dall’oratorio di San Maurizio, i ragazzi hanno parte-cipato alla Messa a Ruginello (con qualche sbadiglio ancora sulla bocca). Col la Messa si è conclusa an-che la raccolta viveri. Ai ragazzi si debbono meritati ringraziamenti e an-che i complimenti, perché il tutto è stato svolto con grande impegno e partecipazione, ma soprattutto col sorriso. Così come dobbiamo ringraziare le altre per-sone che hanno contribuito alla buona riuscita dell’i-niziativa, con il proprio impegno dietro le quinte. Sono state tante, infatti, le persone che hanno svolto il loro compito silenziosamente e col cuore senza richiedere nemmeno un grazie. In questo gruppo rientra sicuramente chi ha svolto il volantinaggio di avviso della raccolta viveri, chi ha partecipato all’in-scatolamento (compito più arduo di quanto si imma-gini), chi ha permesso ai ragazzi di dormire assieme in oratorio, chi ha offerto la colazione mattutina ai ragazzi e anche chi, pur dormendo a casa propria, ha deciso di dare il suo aiuto la mattina della domenica (potendo scegliere invece di dormire fino a tardi) per preparare la colazione ai ragazzi senza nemmeno farsi ringraziare e vedere. Naturalmente non manca un ringraziamento a tutti coloro che hanno donato qualcosa, anche se l’aveva-no scordato, anche se non gli era giunta voce, anche se stavano uscendo, anche se poco. Infine, riportiamo qualche numero della raccolta vi-veri fornito dai responsabili Caritas: La risposta (chi ci apre la porta e chi dona!) è bassa: sono circa 2 su dieci, dove va meglio 3 su dieci, ma non oltre. Questo fa sorgere sentimenti di...inutilità sia nei ragazzi che in noi volontari Caritas: ci sembra che il gioco non valga la candela. Nell’ultima raccolta viveri a San Maurizio sono stati raccolti 2.100 kg, una quantità tuttavia non indiffe-rente. In Avvento con l’iniziativa “Un chilo al gior-no” sono stati raccolti, giusto per fare un paragone, 3.000 kg, ma l’iniziativa era sull’intera Comunità Pastorale.

Insomma Grazie Leonardo M.

Parrocchia San Maurizio - Vimercate

ORATORIO FERIALE ESTIVO 2016

Genitori, giovani, giovanissimi di S. Maurizio

come già hanno fatto - con tanto entusia-smo - negli anni passati daranno la loro disponibilità di tempo e di cuore per ani-mare alcune settimane estive

TEMPI E ORARI:

l'oratorio inizierà giovedì 09/06 e terminerà venerdì 08/07

dalle ore 14.00 alle ore 18.00

Per le specifiche iniziative si vedano i vo-lantini distribuiti in parrocchia, reperibili in

segreteria.

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Scout d’Europa raccontano un tratto di strada insieme

Ciao a tutti !! Siamo Davide e Davide (che fantasia !) i capi Clan ( cioè gli educatori dei ragazzi con età compresa dai 16 ai 21 anni) del gruppo scout F.S.E ( Federazione Scout d’Europa) di Vimercate , “ San Maurizio I”. Ci avrete sicuramente visto nei giorni precedenti la pasqua con il nostro fazzolettone e i pantaloncini corti in giro per le varie parrocchie a vivere insieme alla nostra comunità le celebrazioni di attesa , dispe-razione e gioia della Pasqua di Gesu’. Come ogni anno il nostro Clan (“Clan Dell’Alpe”) fa “strada insieme” ( cioè cresce assieme facendo un pezzetto di vita vivendo totalmente l’esperienza Scout) per cercare di arrivare preparati all’esperienza della Croce di Gesù prima e alla gioiosa festa della Resurrezione dopo ; ma arrivare preparati è dura !! Quest’anno insieme ai nostri ragazzi (una decina) abbiamo deciso di condividere i giorni del triduo pasquale assieme ai giovani della Comunità Pastora-le partecipando all’esperienza della vita comunitaria in casa Nazareth a Ruginello. Cosa vuol dire ? Vuol dire che per quattro giorni ci

Ringraziamenti

GRAZIE … Alla “Associazione Vimercate con Cernobyl” che nell’occasione delle proprie attività di accoglienza ha contribuito con l’offerta di €. 100 a favore della parrocchia;

GRAZIE … a coloro che hanno partecipato alla sottoscrizione per “l’uovo di Pasqua”, la ormai consueta iniziativa degli “Amici di Padre Marco” a favore delle sue missioni; sono stati raccolti €. 216.

GRAZIE … a quanti hanno contribuito alla realizzazione dei progetti per la Pastorale Giovanile; la raccolta fondi ha raggiunto la somma di €. 1.800.

siamo cucinati i pasti , rifatti i letti , spazzato le ca-mere , pregato le lodi la mattina e la compieta la se-ra , abbandonate alcune comodità per vivere sempli-cemente aiutandoci tra di noi. Come dice una simpatica canzone “la fatica aiuta a crescere nella condivisione” , ed è grazie a quella fatica che riusciamo a spogliarci delle nostre ma-schere e arrivare il più possibile noi stessi davanti alla Croce di Gesù. In questi giorni , oltre a vivere le celebrazioni , ab-biamo avuto anche la fortuna di avere un’interessan-te introduzione al triduo fatta da Don Davide giovedì mattina e una storia di “Rinascita” raccontata da Gia-como che ci ha fatto vivere per un paio d’ore l’espe-rienza del SERMIG ( con google potrete vedere di cosa si tratta..). Oltre ad ascoltare abbiamo avuto anche l’occasione di servire la nostra comunità ripulendo parte dei bo-schi che circondano l’isola ecologica in accordo con l’amministrazione comunale. In “comunità” tramite il “servizio” abbiamo fatto un bel pezzettino di “strada” che ha trovato un senso grazie alla “fede” che ci accompagna , magari ancora immatura , nelle nostre esperienze. BUONA PASQUA !!

CLAN DELL’ALPE

Avvisi, news ...

Giorni e orari delle celebrazioni

Maggio, mese mariano. A par tire dal 4 maggio, nella chiesa di San Maurizio in Via A. Motta tutti i mercoledì del mese alle ore 20,30 si terrà la recita del S. Rosario.

Giovedì 5 maggio giorno dell’Ascensione non sarà celebrata la S. Messa delle ore 8,30 nella chiesa di San Maurizio in Via A. Motta, ma verrà celebrata alle ore 20,30 nella chiesa card. Ferrari.

Mercoledì 25 maggio giorno della vigilia del Corpus Domini alle ore 21,00, dopo il S. Rosar io, inizia-no le “24 ore di adorazione” Eucaristica nella chiesa di San Maurizio in Via A. Motta.

Giovedì 26 maggio giorno del Corpus Domini alle ore 8,30 nella chiesa di San Maurizio in Via A. Motta anziché la S. Messa, saranno celebrate le Lodi solenni e alle ore 19,30 si terrà la chiusura delle “24 di adorazione”. Nello stesso giorno alle ore 20,30 nella chiesa card. Ferrari si terrà la celebrazione della S. Messa cui seguirà un’ora di adorazione Eucaristica.

Iniziative varie

Domenica 8 maggio festa della mamma pr ima e dopo le S. Messe, vigiliare del sabato e della domeni-ca, si terrà la tradizionale vendita di fiori, torte e libri usati

Celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana

Domenica 15 Maggio giorno di Pentecoste - alle ore 16,00 Mons. Paolo Bianchi impartirà il Sacramento della Cresima ai nostri ragazzi.

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Chiesa Card. Ferrari – Orari apertura settembre- giugno

Hai mai pensato di renderti disponibile per questo servizio?

Riferimento: Raoul Raminzoni ([email protected])

Chiesa San Maurizio (via Motta) – Orari apertura

Lunedì - Venerdì 7,30 – 9,00 (esclusi festivi) Riferimento: Luigi Galbussera cell. 339.3668202

Segreteria - Orari apertura settembre- giugno

Tel. 039.668718 – 333.6069417—E-Mail ufficiale: [email protected] Riferimento: Graziella Musso Per accedere alla segreteria, utilizzare l’ingresso su via Pergolesi (cancelletto piccolo)

Centro d’Ascolto Caritas

Sabato: 16.00-17.30 Tel. 039.668718 Incaricato: Gianfranco Mauri ([email protected])

Ritrovo “Locanda di Cana” – Orari apertura settembre - giugno

Sabato 14.30-18.00 Domenica 10.15-11.00 14.30-18.00 Coordinatore: Eugenio Rancati ([email protected])

Notiziario parrocchiale “Andate”

Redattore: Renato Ravasi ([email protected])

Sito internet parrocchiale: www.sanmauriziovimercate.com

Riferimento: Maurizio Montefiori ([email protected]), Elena Carzaniga ([email protected])

Vicario Referente: Don Michele Di Nunzio ([email protected])

Dal Lunedì al Venerdì ore 9,00 circa riceve in S. Maurizio (Via Motta) Sabato ore 16,00-17,45 confessa in Card. Ferrari.

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Orari, contatti e riferimenti

Lunedi 9-12 15.30-17.30 Martedì 9-12 15.30-17.30

Mercoledì 9-12 15.30-17.30 Giovedì 9-12 15.30-17.30

Venerdì 9-12 15.30-17.30 Sabato e prefestivi 9-12 15.30-19.00

Domenica e festivi 8.30-12.00 15.30-19.00

Martedì 15.30-17.30

Giovedì 9-12

Sabato 9-12 15.30-17.30

Prima o dopo le celebrazioni, ci si può rivolgere agli incaricati di segreteria o sacrestia presenti nell’assemblea liturgica.

Anagrafe parrocchiale

Rinati dall’acqua e dallo Spirito:

Corno Ginevra il 10 aprile 2016

Grande Gioele Maria il 10 aprile 2016

Hanno vissuto la loro Pasqua:

Fantoni Albina anni 91

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CON PASSI DI DANZA … vivere a partire dalla Resurrezione ...

«Mi hanno sepolto, ma quello che non sapevano, è che io sono un seme». Così concludevo l’editoriale del mese scorso per raccontare del nostro Dio crocefisso e risorto. Per invitarci alla inaudita, incredibile e splendida speranza che ci viene dalla Pasqua. Per invitarci a credere nella forza inaspettata e inesauribile di un seme. Sappiamo la potenza stupefacente di un semplice seme gettato in un terreno, ma ciò che viene “gettato” dentro di noi a Pasqua è un seme straordinario! Gesù, crocefisso e risorto ci abita e ci regala la sua presenza, la sua speranza, la sua fantasia, la sua misericordia, la sua capacità di amare e servire. Spesso lo dimentichiamo … Non bisogna domandare ai cristiani di oggi se credono alla resurrezione: ci credono in un modo talmente passivo e abitudinario che è esattamente come se non ci credesse-ro. Essa non cambia niente nella loro vita. (L. Évely)

Chi vive con la persona amata nel cuore sa come la vita, la vita di tutti i giorni, cambia in colore, in gioia, in prospet-tiva, in forza, in significato … La fede è come l’amore, questo grande “motore” della vita, che non si arresta. L’a-veva capito quel grande amante e credente che è stato il pastore protestante Dietrich Bonhoeffer, ucciso in un cam-po di concentramento tedesco nel 1944 per aver partecipa-to a un attentato contro Hitler. Così diceva: «Vivere a par-tire dalla resurrezione: questo è il significato di Pasqua!» … è davvero un rovesciamento di prospettiva, portatore di grandi possibili cambiamenti nella vita di tutti e per tutti. Tutto intorno sembra parlarci di morte … la malattia, la sofferenza, la violenza, il peccato, il non amore, l’ingiusti-zia, tutto ciò che distrugge la dignità umana, soprattutto dei piccoli e dei poveri. Tutto intorno sembra parlarci di morte … come mi ha scritto una cara, competente e impe-gnata parrocchiana: «Quanto dolore, sofferenza e orrore ancora dobbiamo vedere scorrere davanti ai nostri occhi. Insopportabile vedere tutte quelle persone: uomini, donne, vecchi malati e bambini nel fango davanti a muri di filo spinato, metafora dei nostri muri interiori, dei nostri occhi “pigri” ». Sembra che l’unica strada sia la resa o nell’ac-contentarsi di piccoli frammenti di serenità e di bene. La Pasqua ci spinge oltre, ci regala nuove forze, nuovi sguar-di, nuova speranza. Non solo per noi. Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un'ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbrac-ciati. Antipasqua è ogni accoglienza mancata. E’ ogni rifiuto del pane, della casa, del lavoro, dell'istruzione, dei diritti primari. Antipasqua è passare indifferenti vicino al fratello che è rimasto con l'ala, l'unica ala, inesorabil-mente impigliata nella rete della miseria e della solitudi-ne. E si è ormai persuaso di non essere più degno di vola-re con te. Soprattutto per questo fratello dammi, o Signo-re, un'ala di riserva. (don Tonino Bello)

Ho scelto come immagine di copertina un quadro del pit-tore Arcabas che ci ritrae in modo mirabile: noi, come le donne, siamo spesso impauriti e tremanti, e non avremmo mai potuto immaginare che un sepolcro, luogo di morte, potesse trasformarsi in luogo di vita piena, davanti alla quale la morte soccombe. Le donne stanno portando, co-me ultimo segno di affetto, un profumo prezioso per il corpo senza vita di Gesù, ma trovano un angelo seduto su una tomba vuota che indica loro la via per incontrare il Risorto. Quell’angelo ha due strani occhi … gli occhi ser-vono per guardare, per vedere nel profondo. Sono simbolo della fede. Come a dirci che l’annuncio pasquale è talmen-te grande che non basta un occhio solo. Ne occorrono due, tanti. Occorre tanta fede. Una persona che mi è molto cara mi ha inviato queste

parole di augurio commentando il quadro: Nella sera di questa Pasqua ti vedo così: come questo angelo che sa sedersi sulla “tomba” dei tanti dolori di chi incontri, messaggero dolce e forte di speranza, di gioia; come questo angelo che sa indicare la via perché lui l’ha già intravista, trovata e se la porta dentro. Ed è per que-sto che gli altri si fermano ad ascoltare: si fidano della gioia dei tuoi occhi e del tuo cuore.

Non ho da insegnare, ho tanto ancora da imparare, ma soprattutto continuo ad imparare moltissimo dalle tante persone che incontro e che sanno vivere a partire dalla resurrezione, nonostante le pesanti difficoltà che la vita spesso riserva. Ho imparato da loro a danzare. Ho impara-to dal Signore della Danza … Hanno sepolto il mio corpo, hanno creduto che fosse fini-ta… Ma io sono la Danza e guido sempre il Ballo. Guide-rò la danza di tutti voi ovunque voi siate, guiderò la danza di tutti voi. Han voluto sopprimermi ma son balzato, an-cora più in alto, perché io sono la Vita che non può mori-re ed io vivrò in voi e voi vivrete in me, perché io sono – dice Dio – il Signore della Danza. (Sidney Carter)

Sa danzare la vita, sa fare passi di danza chi sa sciogliere le mani, muovere i piedi, seguire la musica. Così diceva un mio grande amico sacerdote, don Luigi Serenthà, mor-to trent’anni fa.

SCIOGLI LE MANI. Quando uno danza non deve tenere le mani strette attorno a sé, deve lasciarle ‘sfarfallare’ attorno alla ricerca di altre mani. Vuol dire uscire dalla propria assoluta privatezza, vuol dire lasciare che la propria persona cerchi altre ma-ni. In questo sciogliere le mani è alluso il mistero dell’alterità, dell’altro che mi cerca e che io debbo cercare. Sciogli le mani vuol dire “custodisci il fratel-lo”, scopri e conserva nella sua inviolabile alterità il mistero dell’uomo che ti sta accanto. MUOVI I PIEDI. Cammina, non restare fermo, non essere rigido, va avanti. Va’ dove la danza ti conduce. Le mani che cercano altre mani, le cercano non per fermarsi nell’intreccio, ma per trovare insieme un bene più profondo, un bene più vero. Non fermarti, cammina verso il mistero, custodisci il mistero. SEGUI LA MUSICA. Il mistero non è rimasto muto, la notte non è rimasta eternamente buia, la notte ha parlato attraverso l’alba, il mistero di Dio non è ri-masto nell’ombra indistinta, ma si è rivelato. Ha fatto risuonare un nome, ha detto Gesù Cristo, ha prodotto una musica. Il mistero di Dio è diventato suono, paro-la, musica, luce nella vita di Gesù. Ascolta la musica, custodisci la croce, custodisci la parola del Signore, custodisci il comando dell’Amore che Gesù ti ha dato. Quand’anche fossi inchiodato come Cristo alla croce, non posso restare immobile. Se mi metto nella pro-spettiva della croce di Cristo, posso sempre ricomin-ciare da capo.

Sa fare passi di danza chi sa vivere oggi gli stessi gesti, lo stesso amore narrato dalla lavanda dei piedi. Sa fare passi di danza chi è capace di gesti traboccanti di gratuità che tessono la felicità degli altri. Sa fare passi di danza chi è capace di passare dall’io, al tu, al noi. Sa fare passi di dan-za chi lotta perché la vita di tutti sia una danza, sia gioia. Sa fare passi di danza chi cerca in ogni modo di far rina-scere senza posa la speranza, là dove ci sono ragionevoli motivi di disperazione. Utopia? Ma, come ha detto qual-cuno, l’utopia è come una donna bellissima che si vede sullo sfondo. Avanzi di due passi, lei arretra di due. Avan-zi di tre, lei arretra ancora. A cosa serve allora l’utopia? A camminare. A danzare.

don Mirko Bellora

La parola del Parroco