Versi nel tempo

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Seconda raccolta di poesie - 2010

Transcript of Versi nel tempo

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NOTA

La presente raccolta di poesie,prelevata gratuitamente dal web,può essere liberamente condivisa

nella sua totalità o nelle singole partie nelle più svariate forme,

a patto che:

- sia sempre citato il nome dell’autore;- sia condivisa a titolo esclusivamente gratuito;

- siano mantenuti integri contenuto e formadi ogni poesia.

Ogni altro diritto è riservato.

http://bendabilili.blogspot.it

Il disegno di copertina è dell’autore.

http://quandodisegnavo.wordpress.com

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Presentazione

Ho scritto le poesie qui raccolte nell'arco dell'ultimo decenniodella mia vita. Sono state impaginate secondo l'ordine

cronologico di composizione perché mi pare che solo cosìpossano raccontare i passi e i passaggi della mia evoluzione

umana. Benché lo facciano comunque in modo parziale, datoche affido altri vissuti ed altre emozioni, come altri temi chesuscitano il mio interesse, alle altre forme espressive che mi

caratterizzano, siano esse canzoni, racconti o pensieri, a voltetrasmissioni radiofoniche e monologhi imperfetti.

Giugno 2010

Annibale Bianchini

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PARTE I

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LA FINE DELL’ITER

Momenti di cambiamento,di liberazione e diventoirrequieto, con la smania di trovare soluzioni nuove che diano armoniatra il sentire interno e il fuori.

Così cerco di portarele cose dove sfruttarela possibilità di esprimereal meglio le ispirazioni,senza per questo dovererischiare eventuali infezioni.

Sì, perché lo studio dovedi solito lavoro, novesu dieci non riscalda, anche se termosifone e soffio d’aria caldaaccendo con attenzione.

E allora studio spazi‘ché in cucina utilizziil computer, per riuscire a trascrivere quanto scrittodi mia mano all’imbrunireo la musica che ho intuito.

Per non avere uscitemonetarie inaudite,proporrei al fratellodi rendermi ospitesuo con l’elettro fardellomio, lì, vicino allo stipite.

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Ma è un iter senza fine,la mente è solo inclinea fare confusione,benché sia il controllodella nuova situazioneche vuole il mio cervello.

La testa mi fa maleassai, mi chiedo qualepossa essere la curapiù appropriata e pensoche usare la scritturastemperi il pensiero denso.

Così è nato questo…oh, la rima!?… discostodallo scrivere d’un gettoil pensiero come passaper la mente… poemetto?Non granché, ma mi rilassa.

Dovrei forse dormireun poco, e nelle spiredel sonno, reclamatoa gran voce dal miostesso stato alterato,dirgli con coraggio: Addio!

Ora sì, vado a lettouna mezz’ora, e mi mettolì tranquillo per il tempo necessario, purché la mentelasci libero il campodai pensieri… all’ist…ante…

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NIENTE DI TE

Verrei ovunque ti trovisolo per la gioia di vedertie senza disturbarti, contemplarela danza dei tuoi attimi.Perché sei come sei,un giglio biancola cui elegante lucesi irradia spontaneamente.

Vivrei ogni tuo momento,perché niente possa perdere di te,che lavori o ti riposi,quando scrivi o pensi al mondo.Ti guarderei continuamente,lungi da me indurti in imbarazzo:vorrei solo ti sentissi ammirataper la tua dolce e intima bellezza.

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TEMPO DI PASQUA, TEMPO DI AUGURI

Pasqua, passaggio, traverso, ricambio, ritorno alla vita, risorge la vita, la festa, il gran ballo, il canto, le uova, colombe, gli ulivi, incensi, vacanze (più lunghe quest’anno! per chi? Ma per noi o quello che puoi), un viaggio, Pasquetta, le gite, il pinnic, la prima, la vera (un po’ ballerina), la Pasqua e le Pasque, paese che vai c’è sempre una Pasqua, oh, la signora Pasqua, gentile Pasquina, torta pasqualina, regalo, sorpresa, si vende, si cambia, si cresce, si agisce,chi ha sfiorato la morte, è come rinato, stupore pe’l piccolo, di ciò che è scontato, del senso normale, perché farci caso? Ti pare mai il caso? Che caso! Che strano! Che mago! Che giorno! Villano! La prego, mi scusi, è stato un esubero! Esulto di gioia, oh santi! Che noia, Ma guarda il dettaglio! E’ tanto diverso, che giorno, che bello, che grande momento! Fai il furbo? Eh no! Non serve il garbuglio, l’intruglio. Che voglia..., andrei sempre a zonzo, in giro, per strada, gran premio, chi vince? Vincenzo, ma chi? Vincente davvero, per ogni problema c’è sempre un appiglio.Che scappi? Coniglio! Si fermi, la prego, non c’ero lo giuro! Mi lasci un momento..., un battibaleno, la grande battigia, il mare che torna, il vento lo porta. Che strana bottiglia, contiene un messaggio! Chissà, chissàddove, la vela si muove. Un poco d’orgoglio! L’imbuto che stringe, veicola l’olio,

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il vino, il rosolio, ma dove si va? Si viene, si torna, ma dove se ‘n vanno le bianche colline, ‘sì verdi, ‘sì valli, le gobbe tortuose? Si sale, si scende, si cambia la via.Ma quella è la mia! Da qua! Che t’impicci? Mi senti? Davvero? Ma no? Chemmi dici!E’ Pasqua, davvero, la vita ritorna,ricambia ogni giorno, ritrova la forza,la pace, l’amore, eppure si muove,non mai è la stessa, è sempre diversa.Ci hai mai fatto caso? Che tempo assoluto! Tu dici? Aiuto!Ma è Pasqua davvero, che bello! Che stento!E’ sempre un ritorno. Sei in fondo alla pagina?Un punto, una virgola, adesso va’ a capo,tesoro di mamma.La fama germoglia, s’incanta, ti scalda,contempla la foglia, che cresce ‘sì bene!C’è sempre un dettaglio, che cambia, si muove...Su, dammi un abbraccio, che il giorno è iniziato,di primo mattino, ch’è nuovo, ch’è vivo, purtroppo imperfetto! Che metto? M’acciglio?Ma no! Stai tranquillo, è solo un dettaglio.Il resto lo trovi se segui il consiglio,se segui il tuo giorno, come il solo, come il vero,t’arrabbi sincero, se ridi davvero...Sei sempre te stesso, che sogni o sia attento,che non è mai detto, chi dice che è finto?Domani? Che importa! C’è sempre il momentoche senti davvero, profondo, in pace, oddio, e se vaneggio? Sarà ancora lo stesso?Che importa! Che orgoglio! E’ l’unico giorno dall’alba al tramonto,la notte e la luna, non sempre serene,momento, un momento, e tutto comprendo...nel bene e nel male, e meglio mi prendo,che è tutto normale, diverso come al solito...La Pasqua, un augurio: che siate vitali!Se serve un rammendo, che il nuovo è un po’ troppo,avanti con l’ago, col filo, che dopo

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se è anche un rattoppo è vita lo stesso.C’è forse vantaggio che sia tutto a posto?Eccerto! Che forse qualcuno ha dubbio al riguardo?La vita è un pagliaccio, è triste di spesso,ma in fondo a vederlo, che fai? Piangi adesso?Ah, piangi dal ridere, eh be’, per l’appunto:è già tanto dura! Sennò, che stracarico!Le toppe, i rammendi, e le molli tiracche che siano le spezie, i colori, quel goccioche danno alla vita un gusto ben pieno,il giusto risalto a dolce e salato,se c’è un poco d’acido, che importa, è quel tocco che dà ad ogni giorno il pizzico adatto.

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LA RISPOSTA

Le mie tenebre mi spaventano,buie e pesanti come sono.Ho paura di restare sopraffattoda un profondo scuroche non vedo esattamente,un insieme che non distinguo.Mi spaventa non capirecome conviverci.

Però se ascolto Crazymi sento inteneriree trovo pace nel toccare il fondo.Vorrei piangeree liberarmi da questo pesoche mi rallentae non vedo il mio futuro, che è nefastonell’avanzare genetico.

Non so come conviverecon le tenebre che ho dentro,e non è ancora finita,non so quando finirà,mi chiedo se mai finiràla visione continuadi tenebra pesante,di tenebra e ingiustizia.

D’altronde prima o poicosì dovrà essereperché non c’è alternativaa questa vita,siamo fatti così,creati così,

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ad immagine di una libertà devastantee di una sofferenzache non ha ragione d’essere.Se non che è così.E quindi prendere o lasciare;alternativa che non c’èper chi sente e crede, io per esempio, che l’unica soluzioneè prendere tutto a piene mani.

Qual è la libertà?Cos’è la libertà?Non avere alternativeè la libertà,la forza di stare in quelloche non ho chiesto,desiderato e voluto.Libertà è sceglierel’unica alternativa possibile,che, per quanto pesante,è per la vita,coglierne l’essenza,dando bando a desideri,preghiere e sognidi un’altra vita.E se penso che Dio ha sbagliato,questo è quello che mi ritrovo;devo farmene una ragione.

Allora... è tutto chiaro?Non ci sono tenebre?Niente da capire,se non conviveree l’unica ragioneè che non c’è ragione,

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né probabilmenteci deve essere.Il difficile è questo non capire, non sapereil perchée tanto più se esiste un perché.

Questa è la vera tenebra:vivere senza chiedere perché,o non avere una rispostaalla domanda universale.Eppure vien da chiedermiperché posso chiedermi perché,se non posso avere una risposta...e risposta magari non c’è.

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LA PAROLA

La parola dicela parola esprimela parola raccontala parola domanda.

La parola è dettala parola è lettala parola accogliela parola sceglie.

La parola è relazionela parola è donola parola è l’emozioneè la voce di ogni giorno.

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LE MIE QUATTRO STAGIONI

Fa freddo d’inverno!Se poi c’è la neve!

E allora che fai?Sto in casa, al calduccio.

Eh già! Che fortuna!

Primavera è più mite.Ma spesso c’è pioggia...

E allora che fai?Sto in casa, all’asciutto.

Eh già! Che fortuna!

Fa caldo d’estate!Se poi c’è quell’afa!

E allora che fai?Sto in casa, al bel fresco.

Eh già! Che fortuna!

Ed ecco l’autunno!Né caldo né freddo.

E allora che fai?Sto in casa, così tengo il ritmo.

Be'...! Ehm... Che fortuna...!

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QUEL CHE SENTO

E’ un mare infinitoquel che sentosalire dal profondo,un mare calmo,tanto calmo quanto immenso.

E se pur ne sento il fondo,sacro fondo e sacra fine,è ben chiaroche mi nutre all’infinito.

Non finisce, è definito,è sempre vivoe lì da attingere,basta solo aprir la porta,tolto il velo è pronto a invadermi.

Ed è un suono…! Imponente!Pieno e forte,ricco e denso.Ora ascolto… mi parladell’amore che so dare.

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VOI

O voi,che altro non sapeteche usare il turpiloquio,magari vi si addice,‘ché è l’unico linguaggioche forse conoscete,perché volete direturpìle opinion vostrasu quel che sol sbirciate?

Che forse tutti megliostaremmo senza…

Voi,che altro non sapeteche usare il turpiloquio,magari vi si addice,‘ché l’unico linguaggioche forse conoscete:sape’ di che parlate,voi che smaniate direpensier simil virile?

Di dubbi ne ho al riguardo…che dire…?

Ah, voi,che altro non sapeteche usare il turpiloquio,magari vi si addice,‘ché è l’unico linguaggioche forse conoscete:che? E’ tutto qui l’edùcoche vostra mente ha ‘ppreso?

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Mi sembra alquanto eunuco…

Già… risposta credo proprio,sì, ch’altra non ci sia,almen riguardo a…

Voi,che altro non sapeteche usare il turpiloquioche proprio vi si addice‘ché l’unico linguaggioche certo conoscete!!Col vostro abbreviativo ('a cojone!)al massimo, vedete,m’invi’te a ‘ser creativo!

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UMANE SCIE IN ROSA

Gennaio va al tramonto,guardo in trasparenzail cielo, alla finestra.

Sulla tela celeste,vedo ad alta quotabianchi tratti dipinti.

“La lunga notte” cantae quelle scie il sole rifrange in rosa.

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UNA VIRGOLA NEL CIELO

Una virgola,la luna,primo quarto bianco su lavagna blu al tramonto,una pausa fra le stelle,come un quarto fra le note,un silenzio… ad ascoltare il mio stuporeche un nonnulla così intenso,a vederlo quasi niente,possa invadermi del tutto,come spazio di una noceche al momento giustoesplode, s’espande, inspira e s’incarna.

Una virgola,la luna, luce bianca, riflettente,brillante al puntoche emittente si direbbe.Una pausa fra le stelleche sa muovere le muse,dita, corpo, danza e canto,penne, carta e tavolozzein ascolto di una voce,di uno sguardo, di una luce…cara anima irruente,istintiva, impertinente!

Una pausa…sembrerebbe…così bianca, così chiara,

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mette pace, ed innamora;fa maree alte e basse,sian di mare o nostre acqueche risalgono e discendonoa far onde spumeggianti.

Una pausafra le stelle,nuovo quarto o decrescente,una virgola nel cieloprima che si faccia punto, terra bianca di conquista…ma è il vederla da quaggiù,questo il quanto, là sospesa, e sia bianca o sia rossa ed il resto, o il tutto, oscuroresta sempre, piena, la luna.

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PARTE II

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BACIARTI

Mi succede, certe volte,mentre ascolto la tua voce,che mi prenda una gran voglia di baciarti sulla bocca.

Son sincero, non capiscocosa provo… Mi stupiscoquando – pare…! – m’invaghiscodi una donna che conosco.

Dipanare una matassagrovigliosa, tanta mannase costasse una manciatadi secondi! Ma la meglio

la si ottiene con pazienteosservazione, con la lenteall’occorrenza!, mani attenteevitanti complicanze.

E ti ascolto mentre parlicon sequenza di parolechiare, ricche e palesanti, ma mi chiedo: cosa provo?

Poi mi dico – mentre… ascolto? –: “Senti, non t’illuder molto,lei è ancora innamoratae, di fede, è sposata!”

Or perplesso, mi domandod’un pensiero che di quandoin quando viene brillandosul suono in sottofondo.

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Io mi chiedo, questa volta,mentre sento la tua voce:ma… baciarti, questa voglia,è per chiuderti la bocca?

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RESTO

Resto nel gestodi mescolare il caffèperché si sciolgail mascobadorilasciando i suoi aromidi liqueriziae di dolcezza.

Circolala manoe il cucchiaino e insieme ad essi gli occhi,che guidano la mentedentro l’anima,a godersi, nel profondo,quanto pare esser nullaed invece è presenza.

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IL VENTO E L'URAGANO

Disse il vento all'uragano:“Oggi tu mi pari strano...non del tutto possidentedel tuo solito mordente”

Glielo disse senza bora,con un soffio assai leggero,come brezza e con l'intentod'esser libero e sincero.

Si riscosse l'uraganoper rispondere al parentee lo fece con potenza,grande forza ed eloquenza.

“Non son certo deficiente!Riprendevo... solo fiato (!)per un attimo mancato,ma io non ho perso niente!”

Disse il vento: “No...davvero...non volevo ardire tanto, ma al momento m'era parsoche non fossi ben presente”

L'uragano allor riprese:“Ma che t'è saltato in testa?M'ero proprio limitatoa riprender giusto fiato!”

“L'ho capito” disse il vento“era solo un'impressionepersonale, passeggera...se l'ho detta è per cura”

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“Oh, ma l'ho capito anch'io”disse ancora l'uragano“ma di nuovo, t'assicuro,non è stata deficienza!”

'Che altro dire' pensò il vento'se s'è giunti a questo punto?'Ogni soffio per chiarirequale fosse l'intenzione

ha ottenuto per rispostamalcelata turbolenza.“Bene...allora...son contento...”disse un poco afflitto il vento.

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CONTENUTO

A volte mi domandose è vero, come credo,che son contenitore,che sono creatore...e invece che, all'opposto,beffato e preso in giro,non sappia ancor del tuttoche sono contenuto.

Insomma, mi domandose scrivo io canzonio invece siano loroa farsi trascrizioni,se cerco io paroleadatte a ciò che suonoo si propongan lorofinché ne accolgo il dono.

Se fosse che, di getto,io scriva sopra un foglioperché mi prende a forzaun do od un versetto?Che sia lo sghiribizzoche salti sul pennello,costringa a colorarloe sulla tela porlo?

Non so... mi pare un gioco...diversa mosca cieca...che pensa d'afferraree invece... è giusto... presa!

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ATTESA

La mia è una vita di attesa...Attesa che venga il giorno quando non riesco ad addormentarmi.Attesa che vengano a prendermi quando devo tornare a casa.Attesa che venga il momento giusto.Attesa che la donna della mia vita, se esiste, mi incontri per strada e con un lungo sguardo mi dica: ciao, sono io. Se esiste...

La mia vita è attesa di far combaciare i miei tempi con i tuoi per evitare di non incontrarci mai.E' attesa che smetta di piovere e il sole mi riscaldi le ossa.E' attesa che la motovedetta venga a salvarci dal naufragio di questo barcone su cui siamo in troppi.L'attesa a volte mi snerva perché non posso più aspettare, perché desidero che tu mi prenda fra le tue braccia ora e mi dica che non mi lasci più.Attendo che la mia attesa finisca e la mia vita abbia finalmente il senso che gli spetta di diritto.

La mia vita è attesa da chi mi ha voluto in questo mondo, dall'amico che mi invita a cena e io non posso mai andarci, da chi spera che prima o poi avrà un figlio tutto suo...e se non arriva lo faccio da me!Come mi prenderò la libertà di non attendere il mio turno, perché va bene aspettare, ma poi c'è un limite!Aspetto che un miracolo cambi la mia vita per sempre e nell'attesa prego che si avveri.

La mia è una vita di attesa...

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L'attesa di diventare grande e così essere finalmente libero di fare cosa e come mi pare.Attesa che inizi lo spettacolo perché mi voglio divertire, che si apra il sipario e finalmente possa esprimermi.Attesa che qualcuno, almeno uno, rida alla mia battuta.Attesa che finalmente lei arrivi per andare al mare.

La mia è una vita di attesa...E il giorno che lo capirò fino in fondo potrò godermi davvero un istante come questo, mentre sono qui, disteso su un prato a guardare il cielo con un filo d'erba fra le labbra...Ma ora...no, ora devo andare... mi aspettano... e devo rientrare.

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SE DOVESSI FIDARMI DI CIÒ CHE VEDO

Se dovessi fidarmi di ciò che vedodovrei dire che il sole gira intorno alla terra,come fa la luna.

Se dovessi fidarmi di ciò che vedodovrei dire che oltre la linea dell'orizzontenon c'è altro.

Se dovessi fidarmi di ciò che vedodovrei dire che le api più che raccogliere il pollinesi stanno abbuffando.

Se dovessi fidarmi di ciò che vedodovrei dire che la luna rischiara la notte perché risplende di luce propria.

Se dovessi fidarmi di ciò che vedodovrei dire che il limite è il chiaro segno di un destino insopportabilmente determinato.

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APPARENTI INCOERENZE

Apparenze incoerentisparse in giro per la casa,linee nere penzolanti,bianche, grigie, od anche rosse,sono lì ad aspettare,in lampante e bella vistadi grovigli e labirinti sovrapposti o radunati,d'essere tramite di lucenutriente, funzionante.

Ma disordine non èse il pensiero è respiratodall'intento di capirequale sia il giusto arcanoche dà senso a quell'intrico.

Niente è solo come appare,niente di per sé evidente.

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PARTE III

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MI BASTA

Credo che esista una gioia incondizionata, credo che esistatrascendente ai perché.

Credo che esistauna gioia incondizionata,semplice e limpidaconsapevolezza di esistere.

Sento sgorgareuna gioia incondizionata,la ascolto, sorrido...e comprendo: mi basta.

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