ventiquattro RACCONTI VERDI PIù Uno · 2020-04-27 · C'era una volta una petroliera che viaggiava...
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Progetto Comenius HELP(2012-2014)
Istituto Tecnico Statale“ Enrico Mattei”
DECIMOMANNU (CA)
Giulia Fiore Classe I E
VENTIQUATTRO RACCONTI VERDIPIÙ UNO
Indice
3 1. Il Gabbiano5 2. Il lombrico Jerry7 3. Col sole in fronte9 4. Sistemiamo il futuro12 5. Il vecchio e il fumatore14 6. È meglio rispettare l’ambiente16 7. Guglielmo e i fiori purificatori19 8. La foglia Adele21 9. Io non voglio spazzatura23 10. La piccola Sandy24 11. Salviamo “l’isola”26 12 Cappuccetto Verde e i mostri della spazzatura27 13. La banda del riciclo31 14. Bidoof e i suoi amici contro l’inquinamento33 15. La storia di Old City34 16. Un’idea per salvare il mondo dall’inquinamento36 17. Il popolo contro l’inquinamento37 18. C’era una volta l’inquinamento39 19. Tarantello40 20. Il racconto di una giovane battagliera in carriera42 21. Spazzaneve e i sette spazzini44 22. Il mio diario46 23. L’uomo e i rifiuti48 24. La Terra con la febbre50 …più uno S.O.S. Natura
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IL GABBIANO
C'era una volta una petroliera che viaggiava da un continente all'altro.
Il personale di bordo non si accorse che una delle tante cisterne era forata, perciò il
petrolio, durante la navigazione, andava a finire in mare, e così facendo il rischio della
morte per i pesciolini aumentava di giorno in giorno. Però un pesciolino che si era
salvato, dopo aver sofferto per la morte dei suoi amichetti, saltò fuori dall'acqua
trasformandosi in un bellissimo gabbiamo bianco.
In seguito salì sulla petroliera, si appoggiò sulla spalla del comandante e gli sussurrò:
“Perché stai rovinando la mia casa?” Il comandante si girò verso i suoi collaboratori e
chiese: “L'avete sentita anche voi questa vocina?”
Tutti si voltarono e annuirono. Il gabbiano continuò dicendo: “Sono qui affianco a te”
Allora il comandante si accorse che la vocina proveniva dalla sua spalla.
Gli rispose: “Come fai a parlare?”
E il gabbiano disse: “Magia! Ora dimmi: perché stai rovinando la mia povera casa?”
E il comandante: “Io trasporto petrolio per lavoro, per poter guadagnare i soldi
necessari a sfamare la mia famiglia, non è mia intenzione rovinare la tua casa”.
Ad un certo un punto dalla sotto coperta sbucò fuori un famosissimo scienziato pazzo,
che aveva inventato un rimedio contro l'inquinamento dei mari, insieme al gabbiano e
ai suoi amichetti pesci.
Si avvicinò dal comandante e disse: “Ciao bel fustacchione, ho qui per te il rimedio
contro l'inquinamento che stai causando”.
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Il comandante impaurito lo guardò e rimase in silenzio. Lo scienziato continuò: “Ora
toccherò con un dito la cisterna e all'improvviso il suo foro scomparirà e la casa dei
pesciolini sarà salva”.
Cosi toccò la cisterna e, proprio come aveva detto, il foro sparì.
Il gabbiano si avvicinò allo scienziato e lo ringraziò per quello che aveva fatto, riprese
il volo e si trasformò di nuovo in un pesce, e vide tanti dei suoi amichetti che
riuscirono a salvarsi.
Felici e contenti iniziarono a rincorrersi e a giocare tra le azzurre onde del mare.
Angelica Locci, Giulia Vidili Classe IE
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IL LOMBRICO JERRY
Nella casa della famiglia Winston vive un lombrico, il piccolo Jerry.
Nessuno sapeva della sua esistenza,ma lui era sempre stato lì..nascosto nelle tubature
del bagno.
La signora Winston negli ultimi tempi aveva avuto delle discussioni con il marito e le
loro liti avevano turbato l'armonia in famiglia.
Una mattina Sally, la figlia più piccola, corse in bagno piangendo, stanca delle
continue liti dei genitori e rimase lì per un po' immersa nelle sue fantasie
drammatiche.
Poi dopo aver smesso di piangere si avvicinò al lavandino per rinfrescarsi il viso. Ma
un momento prima di chiudere il rubinetto, sentì dei rumori strani, e infine le parve di
sentire una vocina. Allora corse in cucina, prese un bicchiere e di fretta ritornò in
bagno, tenne il bicchiere vicino al suo orecchio, avvicinandosi al lavandino. I suoi
sospetti erano fondati e capì che nel lavandino c'era qualcosa o qualcuno! Ma chi
poteva entrare in un buco così piccolo e addirittura parlare?
‘La piccola Kelly (la bambola dal profumo di fragola) era piccola, ma non così tanto
da entrare in quel buchino, e non era neanche brava a parlare da sola’- pensò la
bambina.
La vocina, intanto, continuava a urlare e finalmente Sally riuscì a capire cosa diceva:
“Non farlo, non farlo!” La bambina chiese: “Chi sta parlando?” “Sono il lombrico
Jerry”
“Un lombrico? - ma i lombrichi non parlano! Come sei finito dentro il tubo?”
“Si che i lombrichi sanno parlare, solo che nessuno li ha mai ascoltati. Ho bisogno di
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aiuto, perché se apri il rubinetto l'acqua mi sommergerà!” -esclamò.“ Non
preoccuparti, ci penso io! Ti salverò piccolo Jerry!”- disse la bambina. Poi tornò in
cucina tutta pimpante, la mamma preoccupata disse:”Amore tutto okey??” “Si
mamma” rispose Sally.
Dopo aver aperto la credenza prese uno stuzzicadenti e ritornò di corsa in bagno.
Quando si accorse che la mamma era dietro di lei disse:”Mamma non entrare”. Così
chiuse la porta. Sally corse verso il bagno per salvare Jerry, superando la madre, infilò
lo stuzzicadenti dentro il buco del lavandino e dopo qualche minuto ecco che il
lombrico venne tratto in salvo. Sally corse in camera tenendolo in mano e lo posò sulla
scrivania guardandolo attentamente. Il lombrico interruppe il silenzio
dicendo:-“Grazie per avermi salvato, grazie davvero!” La bambina gli chiese:”Come
fai a parlare? Come sei arrivato nel mio bagno? Non ho mai visto un lombrico
così!””Allora, puoi chiamarmi Jerry”, rispose. “Odio essere chiamato lombrico. Tutto
iniziò l’ anno scorso quando abitavo tranquillo vicino a un fiumiciattolo di campagna,
ma dopo un po' si trasferì una famiglia che non rispettava l'ambiente. Buttava di
continuo i rifiuti nel fiume, fino a quando il fiume esondò. L' acqua mi trascinò per
almeno tre giorni sino a quando mi ritrovai nel tuo bagno. Ora non so dove andare.
Però ti chiedo solo una cosa: rispetta l'ambiente e tutto ciò che ti circonda:
persone,animali e piante”. La bambina rispose: “Seguirò il tuo consiglio, d'ora in poi il
tuo posto se vuoi sarà qui, nel giardino della mia casa, così quando vorrai potrai
parlare con me”.
Così Jerry e Sally vissero per sempre felici e spensierati, percheé nella casa della
famiglia Winston Jerry aveva trovato la tranquillità di vivere in un luogo libero e non
inquinato.
Chiara Cocco, Samuel Nioi Classe I E
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COL SOLE IN FRONTE
Nicolò, un bambino di otto anni, con la sorellina George, di cinque anni, ogni
domenica in primavera andavano a giocare nel parco sotto casa. Questo, nelle stagioni
precedenti, era stato sempre verde con alberi ricchi e rigogliosi, ma da un po' di tempo
la vegetazione sembrava essere cambiata. I due fratelli nonostante se ne fossero accorti
non davano molta importanza e continuavano a giocare allegramente.
In una soleggiata mattina di Aprile, mentre giocavano normalmente a nascondino,
George correndo vide dietro i cespugli qualcosa di insolito che si muoveva,
contorcendosi in una maniera molto particolare. La bambina impaurita chiamò in
lacrime il fratello Nicolò, che cercò di tranquillizzarla nonostante fosse spaventato
anche lui. Insieme presero coraggio e decisero di scoprire ciò che li terrorizzava. Era
un animale di piccole dimensioni mai visto prima, sembrava essere un incrocio tra un
coniglio e un cervo. La paura piano, piano passò e oltretutto, Nicolò e George si
accorsero che era un animale parlante, che si lamentava continuamente.
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Gli chiesero che animale fosse, e lui, con tono deciso rispose: “Sono un Conervo,
unico nell'umanità”. Dopo, con la sua autorizzazione, lo portarono a casa per farlo
"visitare" dal padre che, fortunatamente, era scienziato. Arrivati a casa, il padre
Rodolfo rimase a bocca aperta vedendo quello strano animale e capì subito che si
trattava di una creatura geneticamente modificata. Allora iniziò un attento lavoro di
ricerca per capire con certezza l'identità dell'animale misterioso. Dopo due estenuanti
giorni di studio si ricordò che non molto lontano da quel parco vi era una centrale
nucleare, e così trovò le risposte giuste. Durante il tragitto che lo avrebbe portato dal
proprietario della centrale incontrò altri animali con lo stesso problema del Conervo, e
strane mutazioni.
Il proprietario rispose alle domande di Rodolfo e disse che quella situazione andava
avanti da molto tempo a causa dell'inquinamento provocato dalle radiazioni nucleari.
Infatti esse erano dannose per la salute di tutti gli esseri viventi, compresi i vegetali;
ma la fabbrica non poteva essere chiusa perché era una fonte indispensabile di energia.
Rodolfo dopo mesi di ricerche trovò la soluzione: costruire una nuova fabbrica a basso
consumo energetico che sfruttava solo luce solare. Così lo scienziato fu sempre
ricordato per questo nobile gesto che salvò l'umanità e l'ambiente dall'inquinamento.
Marina Patteri, Giorgia Deiana Classe IE
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SISTEMIAMO IL FUTURO
Il quattordici giugno dell’anno duemila, a Nuketown tre ragazzi: Monkey D. Rufy di
17 anni, Frara Trombon di 18 anni e Okumura Rin di 17 anni, compagni di scuola,
per superare la maturità decisero di portare come argomento l’inquinamento, aiutati da
un loro amico, Edward Richtofen di 20 anni, pazzo per la scienza, il suo desiderio era
… -SPATAPUM -dal nulla apparve uno scaldabagno volante, atterrò e uscì un uomo,
con volto familiare ai ragazzi; l’uomo disse,<<Dovete salvare il futuro!>>, <<Chi sei?
>> chiesero i tre ragazzi in coro, <<Sono un vostro caro amico, proveniente dal 2025,
dovete venire immediatamente con me>>. I tre ragazzi sorpresi incominciarono a
tremare, l’uomo misterioso li buttò dentro questo strano scaldabagno volante. Il tipo
impostò su una tastiera “14/06/2025”. Lo scaldabagno partì alla velocità della luce e
incominciò a volare. Lo scaldabagno altro non era che una macchina del tempo.
<<Benvenuti nel 14/06/2025, ore 17:48>> Disse una voce robotica dentro la
macchina.
Il tipo aprì la porta e vide il cielo scuro e la terra spoglia e arida <<Questo posto è
bruttissimo, portaci a casa>> disse Trombon all’uomo. <<Non è ancora finito,
guardate la città>>. I tre videro la città <<Cos’è questo schifo?>> disse Rin. <<È
Nuketown nel 2025. Mr. Slender nel 1987, scommettendo soldi, vinse un capitale, da
qui iniziò a progettare il suo futuro. Nel 1998 acquistò dei terreni in periferia e
incominciarono i lavori per il progetto Slender Factory, cioè creare la fabbrica più
grande del mondo. Nel 2006 si candidò alle elezioni di sindaco della città e vinse,
imponendo tasse molto alte. I cittadini dovettero vendere le loro case e il loro terreni a
Mr. Slender che riuscì ad ampliare la sua fabbrica. Nel 2014 metà Nuketown era già
diventata la Slender Factory. Gli unici che potevano vivere erano i più ricchi, ma non
c’era problema, Slender riuscì a sottrarre soldi anche a loro. I cittadini poveri, alla
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ricerca di pane, acqua e casa incominciarono a lavorare nella fabbrica, cosicché nel
2021 dire Nuketown o Slender Factory era la stessa cosa>>.
I ragazzi videro o vedranno (ormai non so più che verbo mettere) un cartellone
pubblicitario con scritto “The future is now” e il logo della Slender Corporation.
Il gruppo entrò nella città-fabbrica e incontrò Anatas ,78 anni, che disse <<Che cosa
fate scansafatiche?Andate a lavorare, a produrre soldi per il vostro capo>>. <<Chi sei
tu?>> gli chiese Trombon, <<Mi stai prendendo per i fondelli?Io sono Anatas, la
moglie del mio Slendy, chiamami anche Mrs Slender>>.
<<Vogliamo parlare con tuo marito>> disse il tipo, <<Volete onorare il vostro
Dittatore, ok vi ci porto, ma se riceverete una punizione non è colpa mia>> e la donna
portò il gruppo da Mr. Slender.
<<Slendino, questi dicono di non conoscerci, fagli vedere chi siamo>> <<Ok amore,
io sono Mr Slender, dittatore della Slender Factory, cosa volete da me?>> <<Vogliamo
sapere la causa di questo schifo, come ti è venuta l’idea di distruggere la natura>>
disse Rufy, <<Io odio la natura-rispose Mr Slender- la odio da quando avevo sei anni.
Il 03/11/1951 mi persi in un bosco, però per fortuna, dopo 2 anni di guerra contro la
natura venni adottato da Carl, il mio patrigno, che mi diede tutti i consigli su come
sterminare la natura>>.
Durante il dialogo iniziò un potentissimo terremoto. <<Presto saliamo sulla macchina
del tempo>> disse l’uomo misterioso, ma prima Rufy rimproverò Mr. Slender dicendo
<<NON HAI CAPITO CHE SE ROVINI LA NATURA, MADRE NATURA SI
VENDICHERÀ SU DI TE; QUESTO TERREMOTO POTREBBE ESSERE LA TUA
MORTE, E IO SARÒ FELICISSIMO, COSÌ CAPIRAI I TUOI ERRORI>>
Rufy corse molto velocemente e salì sulla macchina del tempo. <<Di Nuketown non è
rimasto nulla, tutto il capitale accumulato da Mr. Slender, scomparso sotto terra>>
dissero i tre ragazzi.
Il tipo impostò una data, la macchina del tempo partì come un razzo <<Benvenuti nel
03/11/1951 ore 10:24>> disse la solita voce robotica. <<Allora ragazzi cerchiamo
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Slender aspettiamo che smarrisca i suoi genitori e poi lo riuniamo con la sua
famiglia>>. I ragazzi fecero un cenno indicando che erano d’accordo.
Trovarono Slender che vagava insieme ai suoi genitori. Slender vide un fungo
colorato e si incantò, mentre i suoi genitori continuarono a camminare, lui si perse nel
bosco. Il gruppo si avvicinò e gli chiese <<Ti sei perso piccolino?>>. <<Si voglio
tornare dalla mamma>>. I tre ragazzi portarono Slender dai suoi genitori, presero la
macchina del tempo e dopo 1000 tentativi riuscirono a partire.
<<Benvenuti nel 14/06/2000 ore 17:35>>.
I tre ragazzi atterrarono di fronte ad un manifesto pubblicitario con scritto “Slender
Park, il parco naturale più grande del mondo”. I tre erano felicissimi per essere riusciti
a cambiare il destino futuro di Slender riportandolo dai suoi genitori. Non erano
affatto preoccupati del terremoto che si sarebbe verificato tra 25 anni, perché se tutto
fosse andato bene, madre natura non si sarebbe vendicata contro Mr. Slender. I tre
ragazzi tornarono a casa pensando al loro viaggio e a come mantenere il mondo pulito
se non vogliamo che la natura si vendichi.
Moretti Stefano Classe I E
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IL VECCHIO E IL FUMATORE
C'era una volta un piccolo paesino di nome Stolville, che veniva considerato da tutti il
"paesino dell'orrore", poiché la gente fumava ovunque senza rispettare il prossimo, e
c'era la spazzatura che ormai aveva invaso le strade. Tra gli abitanti c'era un vecchio
che aveva poteri magici, ma era anche l'unica persona a non essere mai preso in
considerazione, perché non amava fumare e inquinare l'ambiente. Perciò solo nella sua
casa e nel suo orticello si poteva respirare un po’ di aria sana. Qui il vecchio coltivava
la verdura e rispettava l'ambiente. Aveva persino un piccolo bosco "fai da te" dove i
bambini amavano ammirare la bellezza e la varietà delle piante. Un giorno passò da
quelle parti un giovane fumatore e accanto a lui c'era un piccolo bambino che giocava.
Il vecchio si avvicinò e gli disse:<<Scusa se interrompo il tuo momento di relax, ma
accanto a te c'è un bambino!>>. Il ragazzo, con aria molto scontrosa, rispose: <<E con
questo? Io non sto facendo nulla di male, se il bambino vuole si sposta, sono fatti
suoi ,ma io di qua non mi muovo! Non è di certo colpa mia se il bambino si è messo
nella mia direzione!!>>. Il vecchio infastidito se ne andò, nessuno gli aveva mai
mancato di rispetto in quel modo, tanto meno un ragazzetto! Dopo aver finito il lavoro
nell'orto, il vecchio uscì di casa e andò a passeggiare per le strade dove c'era tanta
spazzatura ovunque! Assetato, entrò in un bar e tossì - c'era così tanta gente che
fumava! Il vecchio, bevuto il bicchiere d'acqua, parlò con il direttore del locale e gli
disse: <<In questo locale pubblico c'e tanta gente che fuma e non rispetta gli altri, è
impossibile stare qua dentro, e se entrasse una famiglia con dei bambini si
intossicherebbero di certo! >>
Il proprietario rispose molto arrabbiato: <<Non manderò di certo via i miei clienti
migliori per lei, se ne faccia una ragione. Ormai questo paese è così e non si può
cambiare, arrivederci!>>.
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Il vecchio pensò e ripensò alle parole del barista e decise di parlare col sindaco
l'indomani mattina!
Così gli racconto ciò che aveva visto al visto al bar e ciò che gli era stato detto dal
barista. Il sindaco non aveva mai pensato al problema, perché aveva paura delle
critiche dei suoi cittadini. Però trovò molto giusto il discorso del vecchio e decise di
pubblicare un'ordinanza per il divieto di fumo all'interno dei locali pubblici, per
evitare che si potesse danneggiare gravemente chi ne stava a contatto e non solo il
fumatore.
Il vecchio tornando a casa, notò che la spezzatura si stava accumulando sempre di più
nelle strade e che alcuni cassonetti erano rovesciati: l'odore era davvero terribile e di
certo la città non aveva un bell'aspetto! Perciò decise di usare i suoi poteri per
eliminare l'odore sgradevole e per rendere più piacevole l'ambiente, così chi visitava la
città potesse rimanere stupito dall'ordine delle strade!
Pronunciò una formula magica e fece sparire tutta la spazzatura nei cassonetti dalle
strade!
Ora sembrava tutto pulito ma il cattivo odore era rimasto. Allora riempì il paesino di
alberi, orti e fiori come i suoi! Dopo un po’ di tempo il tutto migliorò e consegnò ad
ogni persona dei contenitori specifici: uno per la carta, uno per la plastica, uno per
l'umido ecc... e chiamò tutto ciò "RACCOLTA DIFFERENZIATA".
Il sindaco lo ringraziò con tutto il cuore e lo nominò assessore all'ambiente. Così il
paesino cambiò completamente aspetto e tutti i suoi abitanti non vollero più tornare
indietro! Da allora quando qualcuno nominava Stolville veniva in mente il pulito e la
raffinatezza!
Daianira Mattana, Valentina Podda Classe I E
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E’ MEGLIO RISPETTARE L’AMBIENTE
Un giorno un ragazzo di nome Marco andò nel bosco e trovò una vecchia fabbrica
abbandonata. Entrò dentro e, rovistando tra i tanti macchinari pericolosi, trovò delle
invenzioni di un vecchio scienziato di nome Albert Scorton, che da un po’ di tempo
era “scomparso nel nulla”. Marco, continuando a rovistare notò un aggeggio che aveva
una strana forma interessante, dal quale iniziò a fuoriuscire del gas nocivo. Dopo
qualche minuto ci fu una grandissima esplosione, che venne avvertita dagli abitanti di
tutto il paese. I genitori di Marco, preoccupati per la sua assenza, andarono a cercarlo
nel bosco e lo trovarono fuori dalla fabbrica sdraiato sul terreno.
Si avvicinarono e si accorsero che non respirava più. Allora il padre, disperato, tornò
in paese chiedendo aiuto. L’anziano del paese lo sentì e dopo che il padre di Marco gli
raccontò tutto, gli disse che quella notte aveva sentito un grande baccano e aveva
mandato il suo cane parlante a controllare. Al suo ritorno il cane gli disse che c’era un
ragazzo steso per terra, vicino ad una fabbrica abbandonata e che intorno si sentiva
odore di gas nocivi.
Quindi il padre ritornò nel bosco dalla mamma di Marco e le raccontò quanto gli
aveva riferito il vecchio. La mamma piangeva, ma per fortuna arrivarono le fate per
soccorrere Marco, ma i loro tentativi furono inutili.
Passarono i giorni e i cittadini si accorsero che l’ambiente si stava riempiendo di gas
nocivi e che iniziava ad inquinarsi. I genitori di Marco si ricordarono che da qualche
settimana in paese si era trasferito un grandissimo scienziato e gli chiesero di aiutarli.
Lo scienziato accettò e si diresse verso la vecchia fabbrica ma non riuscì a spiegarsi il
perché della fuoriuscita di gas. Per qualche settimana lo scienziato andava ogni giorno
a indagare e a cercare indizi dentro la misteriosa fabbrica. Un bel giorno trovò la
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soluzione e una spiegazione ai “fatti strani” e chiamò i genitori di Marco per
informarli della sua scoperta. Nel frattempo il paese diventava sempre più inquinato e
aveva rifiuti tossici da ogni parte che causavano molti morti, soprattutto tra i bambini
e gli anziani. Essendo un paese arretrato il sindaco del paese decise che chiunque
gettava rifiuti per strada andava punito con la morte o con altre punizioni fisiche.
Intanto lo scienziato aveva trovato una soluzione all’inquinamento atmosferico: un
antidoto da mettere su tutto ciò che era inquinato. Esso era composto da elementi
naturali e chimici uniti ai peli del cane parlante e ai capelli del vecchio del paese. Un
po’ di questo intruglio venne dato a ogni cittadino. Dopo una settimana si videro i
primi risultati positivi. In un mese il problema dell’inquinamento fu risolto e anche le
fate riuscirono a far ritornare in vita il piccolo Marco.
Finalmente la popolazione capì che bisognava stare attenti a ciò che si costruiva,
perché poteva diventare nocivo per tutto il mondo. Con il passare del tempo il paese
tornò tranquillo e sereno perché l’inquinamento venne sconfitto, così tutti poterono
vivere, finalmente, felici e contenti.
Micaela Frau, Ilenia Serra Classe 1 E
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GUGLIELMO E I FIORI PURIFICATORI
Guglielmo era un uomo molto robusto e alto quasi due metri, sposato e padre di due
bambini. Egli lavorava come giardiniere a Caldheum, una città tranquilla dove si
respirava aria buona, c’erano molti parchi e giardini pubblici con fiori, erba verde e
tante fontane, ovunque c’era tanta gente allegra e gentile sempre sorridente, però c’era
molta disoccupazione. Fu così che fu accettata la proposta del ricco Forrester e anche
in questa città si costruì dal nulla una vasta zona industriale con decine di fabbriche
dalle ciminiere molto alte da cui cominciò ad uscire un denso fumo che superava
l’altezza dei tetti delle case.
Da quel momento non si potevano più tenere le finestre aperte perché anche le polveri
d’acciaio erano ovunque, i bambini non uscivano più a giocare all’aperto per l’aria
irrespirabile e da dietro i vetri guardavano tristi il cielo grigio oscurato dal fumo e
pensavano con nostalgia al bel colore azzurro che per loro era solo un ricordo.
Il nostro protagonista tornando dal lavoro vedeva sempre i suoi figli con le lacrime
agli occhi per le conseguenze del progresso, così pensò di fare qualcosa con i genitori
degli altri bambini. Tutti i cittadini si riunirono nel Municipio per discutere nel da farsi
per risolvere i problemi delle industrie che inquinavano il loro ambiente. Dopo molti
interrogativi e proposte gli abitanti decisero di mandare Guglielmo in cerca dello
scienziato Chevalier per avere dei consigli sulla situazione che li opprimeva da mesi e
trovare finalmente una soluzione. Il giardiniere prese la sua automobile e, dopo aver
salutato gli abitanti, si diresse verso il confine della regione dove arrivò poco dopo il
tramonto.
Qui trovò un albergo dove trascorse la notte e l’indomani mattina con un traghetto
oltrepassò il fiume. Gamech e appena sbarcato incontrò due nani che trasportavano su
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un carro delle ceste di fiori coloratissimi che lui non aveva mai visto. Incuriosito
Guglielmo domandò al nano più anziano che fiori fossero ed egli gli rispose che erano
dei fiori dai poteri magici.
Il nano più giovane a sua volta spiegò che quel tipo di fiori avevano il dono di
purificare ogni luogo e con le loro radici attecchivano ovunque. I nani quando seppero
che anche lui era un giardiniere come loro per simpatia gli regalarono alcune ceste di
fiori per piantarle nelle aiuole della sua città. I tre si salutarono e Guglielmo riprese il
suo viaggio ma non andò molto lontano perché nel frattempo il commendator
Forrester, presidente delle acciaierie, aveva assoldato una banda di uomini senza
scrupoli lo fece prigioniero per cercare di convincerlo a non opporsi alla produzione
d’acciaio. Guglielmo venne portato incatenato davanti a Forrester che lo accolse in
modo piuttosto brusco,era rimasto molto contrariato dalle proteste dei suoi concittadini
e temeva di dover chiudere la sua fabbrica. Però anche il giardiniere sapeva che senza
la fabbrica non ci sarebbe stato più lavoro per tante persone, ma desiderava vivere in
un paese pulito e non inquinato.
La discussione fu lunga ma non si trovò una soluzione. Allora egli si adirò moltissimo
e per vendicarsi ordinò ad alcuni operai della sua fabbrica di bruciare immediatamente
le ceste, ma come per incanto dalla ciminiera invece del fumo uscirono dei semi che
caddero come pioggia su parchi e giardini sbocciando in una moltitudine di fiori dai
colori bellissimi. D’improvviso tutti i bambini uscirono per strada gioiosi per la
situazione, si presero per mano e fecero tanti girotondi che coinvolsero anche gli adulti
e persino il signor Forrester. Costui si accorse d’improvviso che la città era composta
anche da loro e che in tutti quei mesi non li aveva mai visti, si mise a piangere perché
capì quanto tempo erano stati infelici per causa sua.
Il fumo della ciminiera venne assorbito dai fiori e il giardiniere ideò una strategia per
purificare le zone in cui erano situate le industrie; il piano consisteva di coltivare quei
fiori magici e poi di venderli. In un breve periodo si diffuse in tutte le aree industriali
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la consuetudine di coltivare vicino alle aziende che inquinava vaste colture di fiori
purificatori per rendere salubre l’ambiente.
Da quel giorno il sorriso tornò a diffondersi tra i cittadini e tutti vissero felici e
contenti.
Marco Carpentieri, Giacomo Lasio, Luca Angioni Classe II A
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LA FOGLIA ADELE
C’era una volta un bosco di castagni, querce, lecci in cui vivevano tanti animali: lepri,
volpi, gufi, caprioli, scoiattoli…Un giorno d’estate la foglia Adele dal ramo più alto di un castagno cadde a terra e si
lamentò:“Povera me, sto morendo, ma sono ancora tanto giovane!”Lo scoiattolo Homer la sentì e le domandò:“Cosa ti è successo?” “La settimana scorsa si è formata una nube scura e maleodorante, poi è caduto un
violento acquazzone. All’inizio ero felice di potermi rinfrescare, ma poco dopo ho
iniziato a sentire dei dolori: ogni goccia d’acqua che mi cadeva addosso era una
pugnalata. Nei giorni successivi sulla mia pelle sono comparse tante macchie gialle e
mi sono sentita sempre più debole. Anche le mie sorelle sono malate, presto cadranno
e forse tutti gli alberi del bosco moriranno senza produrre alcun frutto”.Homer preoccupato chiese:“Stai scherzando? Io come farò provviste per l’inverno? Dovrò morire di fame!”Il capriolo Musetto che aveva ascoltato i loro discorsi aggiunse:“Anch’io ho avuto un forte mal di pancia. I giorni scorsi dopo aver mangiato l’erba
fresca della valle, mi sono abbeverato al fiume e poco dopo mi sono sentito male”.Il picchio Fred disse che le bacche da qualche giorno erano stranamente disgustose,
amare e gli davano bruciore allo stomaco. Tutti gli animali desideravano sapere cosa
stava accadendo e Homer suggerì di recarsi dal vecchio Gufo Saggio.L’anziano uccello disse che da diverse notti stava cercando la spiegazione a quei fatti
nei suoi libri di scienze, ma non aveva trovato nessuna risposta. Alla fine consigliò di
rivolgersi al Mago Sotuttoio. Tutti gli animali si recarono a casa del Mago. Bussarono
e l’uomo li fece entrare mentre chiedeva:“Chi siete? Cosa posso fare per voi?”Adele domandò spiegazioni per ciò che stava accadendo nel bosco. Il Mago
pensieroso si lisciò la lunga barba e disse:
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“La situazione è preoccupante! Gli uomini sono fuori di testa, non rispettano più la
natura: inquinano, sporcano…”“Sei in grado di risolvere il problema con i tuoi poteri magici?” continuò Homer.Sotuttoio spiegò che si trattava di un compito molto difficile, ma promise
d’impegnarsi a fondo e li invitò a tornare dopo tre giorni. Il Mago si mise subito
all’opera nel suo laboratorio, recitò formule, utilizzò tanti ingredienti e alla fine
consegnò agli animali una polvere magica dicendo:“Portatela alla Nuvola Bianca e pregatela di spargerla durante la notte sulla città,
servirà a far capire a tutti che è necessario rispettare la natura”.Al mattino gli uomini, infatti, si sentirono diversi, compresero di aver commesso tanti
errori e decisero di rimediare.Iniziarono a ridurre gli sprechi, attuarono la raccolta differenziata, costruirono
autoveicoli con bassa emissione di co2…Pian piano, gli alberi e gli animali guarirono, l’aria e l’acqua tornarono ad essere
fresche e pulite.Purtroppo Adele morì, ma era contenta perché gli uomini erano tornati a vivere felici e
in armonia con la NATURA.
Luca Berretta Classe II A
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IO NON VOGLIO SPAZZATURA
Stavo per superare Gabriele quando, ad un tratto, sono inciampato su una lastra di
eternit e sono caduto dalla bicicletta. Ho visto Gabriele che mi ha superato, arrivando
così prima di me. La regola era che chi arrivava ultimo avrebbe dovuto fare una
penitenza. Riccardo mi ha detto che sarei dovuto entrare nella casa abbandonata,
attraversarla, e poi ritornare indietro. Mentre la attraversavo sono caduto al piano terra
e ho sentito che il pavimento era poco stabile e ciò mi ha incuriosito. Ho capito che era
una botola. All’inizio ero spaventato di cosa ci sarebbe stato dentro, ma nonostante ciò
l’ho aperta.
Dall’interno proveniva uno strano calore. Mentre la aprivo, ho visto dei barattoli gialli,
mi sono avvicinato e mi sono reso conto che erano scorie radioattive. Mi sono
spaventato perché avevo letto che erano molto pericolose per la salute. Ho rimesso
tutto com’era e sono uscito dalla casa. Ho notato che sulla strada c’erano delle tracce
fresche di pneumatici. Ho capito che era meglio far finta di niente, ma avrei tenuto
sotto controllo la casa. Ho preso la bicicletta e, insieme a Gabriele e Riccardo, sono
tornato a casa. Appena ho aperto la porta ho visto mio padre. Lui lavora al Nord
insieme al padre di Gabriele, e quando possono, vengono a trovarci. L’ho salutato e
sono andato in camera mia. Cosa potevo fare?
Il giorno dopo sono ritornato alla casa abbandonata, e dal sentiero ho visto una
macchina, uguale a quella del fratello di Riccardo, che andava verso la casa. Mi sono
avvicinato, stando attento a non farmi scoprire, per capire chi ci fosse su quell’auto.
Ha parcheggiato davanti all’ingresso dalla casa e ho visto una cosa che non avrei mai
voluto vedere: c’era mio padre, insieme a Sergio, il padre di Gabriele! Alla guida c’era
Antonio, il fratello di Riccardo, che controllava che non arrivasse nessuno, mentre mio
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padre e il padre di Gabriele scaricavano dalla macchina altri bidoni uguali a quelli che
avevo visto nella botola. Non potevo credere ai miei occhi. Dovevo fare assolutamente
qualcosa.
Ho preso la bicicletta e sono andato a casa di Gabriele e gli ho raccontato cosa avevo
visto. Inizialmente Gabriele non mi ha creduto, quindi gli ho detto di venire con me
alla casa. Quando ha visto il contenuto della botola è rimasto incredulo,
improvvisamente abbiamo sentito la porta aprirsi, erano i nostri padri.
Abbiamo chiesto spiegazioni e loro ci hanno spiegato il motivo per cui facevano
questo. Erano stati costretti dal loro datore di lavoro, altrimenti sarebbero stati
licenziati. Non potevamo credere alle nostre orecchie. Avremo preferito avere un padre
senza lavoro che un padre che rischia di ammalarsi a causa delle radiazioni, che mette
a rischio la sua vita e quella di tante altre persone, solo per il posto di lavoro. Abbiamo
cercato di fargli capire che quello che stavano subendo non era giusto e che dovevano
denunciare la loro situazione e far bonificare immediatamente la zona. Davanti alle
nostre proteste si sono arresi e hanno capito che avevamo ragione e hanno deciso di
prendersi le loro responsabilità e denunciare il datore di lavoro.
Il datore di lavoro è stato arrestato e loro sono rimasti senza lavoro, ma orgogliosi di
ciò che avevano fatto. Per ringraziarli del loro coraggio, il sindaco ha deciso di
assumerli come operai del comune per mantenere più pulito l’ambiente. Adesso
abbiamo un paese più pulito e dei genitori coraggiosi!
Caterina Ancora, Monica Cusimano, Thomas Nieddu, Zheng Xiang Fan Classe IIA
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LA PICCOLA SANDY
Sandy è una bambina di dodici anni, che vive nella grande città di Hollywood con la
madre Wandy, il padre Andy e le due sorelline Mandy e Kandy. La piccola, un giorno,
giocando nel giardino di casa sente un rumore, salta il recinto e si ritrova in una
stradina. Incuriosita da ciò, decide di percorrerla ritrovandosi infine in un terreno
abbandonato, pieno di rifiuti. Nei giorni seguenti, ritornata più volte nel posto decide
di tenere questa scoperta per se in modo da poter avere un luogo tutto suo in cui
giocare. Una mattina Sandy, invece di andare a scuola, decide di andare nel terreno e
raccogliere i rifiuti. Dopo un paio di giorni, finisce di raccogliere tutti i rifiuti. Essendo
amante dei fiori e delle piante, decide di piantare la piantina che le ha regalato la
nonna Landy per il suo compleanno. Mentre percorre la strada sente delle voci e corre
a guardare senza farsi notare. Vede dei signori vestiti in giacca e cravatta che
misurano, con un metro, il perimetro del terreno e si mettono d’accordo sull’acquisto.
Sandy spaventata da ciò decide di chiedere aiuto ai suoi genitori. Raccontata la
scoperta, i genitori vista la situazione decidono di acquistare il terreno, offrendo una
cifra più alta degli attuali compratori, con l’idea di farne un parco ecologico aperto al
pubblico , in cui in si vieta di gettare i rifiuti che vanno messi dentro i rispettivi
contenitori per fare la raccolta differenziata. Sandy, ormai cresciuta, moglie e madre,
porta i figli, Bandy e Gandy al parco per imparare e fargli acquisire il rispetto per
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l’ambiente e per la natura che ormai si è perso. Da quel giorno vissero tutti felici e
contenti.
Eleonora Puddu, Silvia Zucca, Laura Grassi Classe II A
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SALVIAMO “L'ISOLA”
«Ehi Davide andiamo a fare una nuotata?» questo è ciò che gli disse Riff, in una calda
giornata di primavera. Riff e Davide erano sempre stati amici sin da quando erano
piccoli, e avevano la passione del nuoto da sempre. I due, infatti, non perdevano
occasione per dedicarsi a questo passatempo. Riff viveva in città ed era abituato ad
una vita sedentaria e consumistica e non pensava mai alla natura o a ciò che stava
succedendo all'ambiente, sprecava molta corrente , faceva uso di prodotti usa e getta e
di tutto ciò che è dannoso all'ambiente. Davide invece era sempre stato un amante
della natura, e sebbene non si facesse mancare niente, era molto più rispettoso
dell'ambiente e usava sempre energie pulite e rinnovabili, prodotti naturali e viveva
bene senza mettere a repentaglio la natura e ciò che lo circondava.
«D'accordo, andiamo» disse Davide «Andiamo all'isola?» proseguì. «Certo, e dove
altro vorresti andare?» rispose Riff. L'isola di cui parlavano non era un’isola nel senso
letterale del termine, ma un lago bello e pulito all'interno di un bosco, uno dei pochi
ancora presenti in quel paese, a causa del disboscamento. “L'isola”,cosi denominata
dai due, era stata mostrata a Davide dal padre, anche lui amante della natura e
rispettoso dell'ambiente.
Lungo il tragitto furono colpiti dai rumori che giungevano dal bosco; solo quando
stavano per arrivare al lago i due amici si resero conto che il bosco era per metà
sparito e l'altra metà stava per essere fatta fuori dai macchinari dei taglialegna. I due
amici cominciarono a correre per vedere se ci fosse ancora il lago ma, la cruda verità
fu quella che si aspettavano, il lago era sparito, bonificato per lasciare spazio ad un
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centro commerciale. I due ragazzi rimasero allibiti e non sapevano cosa fare, ma
decisero subito che dovevano intervenire per salvare il loro bosco!
Tornati al paese proposero di organizzare una raccolta di firme per bloccare quel
disastro. Nessuno li ascoltava, tutti erano felici per la costruzione di quell’edificio che
avrebbe portato “vantaggi” a tutto il paese. I due nonostante le difficoltà non si
arresero. Fecero un appello su Internet e chiesero aiuto a tutti quelli che potevano
aiutarli, si misero in contatto con altre organizzazioni ambientaliste in tutto il mondo e
con organizzazioni che da anni cercavano di rendere il pianeta più sano e pulito. Riff
fin'ora non si era mai preoccupato dell'ambiente, dopo questo avvenimento capì
quanto fosse importante preservare la natura e cambiò stile di vita. Insieme a Davide si
unì a quelle organizzazioni e grazie al loro impegno anche a quello di molti altri
cittadini, che capirono e appoggiarono la loro causa, il bosco e l'isola divennero un
parco “protetto”, ma fruibile da tutti gli amanti della natura. Dopo quest’esperienza
decisero di continuare la battaglia per cercare di proteggere l'ambiente.
Roberto Spina, Silvia Trossero , Federico Spiga, Sara Pes Classe II A
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CAPPUCCETTO VERDE E I MOSTRI DELASPAZZATURA
Un giorno Cappuccetto Verde camminava per una stradina di campagna di un paese
della Lombardia, quando a un tratto tutta la spazzatura intorno prese vita, cercando di
rapire Cappuccetto Verde, che fortunatamente riuscì a scappare. Allora la Spazzatura
incominciò ad avviarsi verso le strade del paesino alla ricerca di Cappuccetto Verde.
Quando il sole tramontò, la Spazzatura decise di tenderle un’imboscata. Il mattino
dopo appena gli abitanti uscivano dalle proprie abitazioni, la Spazzatura li attaccava.
La Spazzatura riuscì perfino a catturare due pendolari che aspettavano il treno.
Il boss della spazzatura di nome Bustone con una letterai nformò Cappuccetto Verde
che aveva preso in ostaggio due umani, e come riscatto chiedeva più inquinamento.
Cappuccetto Verde quando finì di leggere la lettera la strappò e andò subito al
Comune. Qui chiese al sindaco se quattro spazzini potevano andare con lei a
combattere contro la spazzatura. Il sindaco senza esitare accettò.
Ormai la spazzatura aveva invaso tutte le campagne intorno al paesino, e zona dopo
zona, giorno dopo giorno, Cappuccetto e gli spazzini riuscirono a ripulire tutto.
L’ultima zona da ripulire era proprio quella del boss Bustone, dove uno spazzino
dovette andare all’ospedale per un’ intossicazione.
Sconfitto il boss, Cappuccetto Verde riportò i due ostaggi alle proprie famiglie e il
paesino fu ripulito grazie alla sua volontà e determinazione.
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Davide Chiarenza Classe II B
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LA BANDA DEL RICICLO
Nelle belle e pulite montagne delle Alpi si trova un paesino dove abita poca gente, che
all'occorrenza organizza dei banchetti per passare insieme giornate bellissime. Queste
piacevano soprattutto ai bambini del paese, che si divertivano, tra una corsa in
bicicletta e una partita di calcio, ma soprattutto a giocare a nascondino. I piccoli
giocavano per tutta la giornata mentre i grandi le trascorrevano a pascolare il bestiame,
lavare i panni e gestire piccole botteghe. Tutti facevano una cosa in modo speciale:
mantenevano pulite le loro montagne! Per questo i grandi insegnavano ai più piccoli a
rispettare ed amare i luoghi che li circondavano. Differenziare i rifiuti era una cosa
normalissima che facevano già da molti decenni usandola come regola di vita.
Gli anni passavano e i "piccoli" diventavano grandi, i grandi anziani e gli anziani,
non c'erano più, ma rivivevano nel loro operato, presente nel territorio. I ragazzi
crescendo intraprendevano strade diverse: chi se ne andava per studiare, chi per
cercare fortuna, chi per amore e chi per lavoro. Dei gruppi di ragazzi,formatisi durante
le scuole superiori, pochi rimanevano uniti o in contatto tra di loro; tutti si avviavano
al loro futuro, rimanendo amici, magari nello stesso paese, chi in montagna, chi in
bottega, ma ognuno per la sua strada. Tra i gruppi ce n’era uno formato da amici
legati fin da piccoli e rimasti amici fraterni anche da ventenni: Giacomo un ragazzo
ventenne, di bell'aspetto con gli occhi azzurri, con una leggera cresta;Tommaso,
ragazzo diciannovenne, di bell'aspetto, il migliore amico di Giacomo, con gli occhi
neri e con un taglio simile a quello di Jack; Luca, diciannovenne, occhi castani e i
capelli ricci, ed infine Stefania, la ragazza di Tommy, quindicenne, di bellissimo
aspetto, capelli lunghi e gli occhi verdi.
Era il mese di febbraio, c'era la neve e faceva tanto freddo, ma i turisti non
scarseggiavano mai, anzi con la neve aumentavano. Infatti con la neve nelle
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montagne, le piste sciistiche riprendevano la loro attività e tutte le strutture ricettive
potevano dare il via alla stagione.
Nonostante questo i quattro amici non avevano lavoro! Un giorno mentre erano
seduti su una panchina, sentirono l'annuncio per un bando che offriva finanziamenti
per una attività.
I quattro ragazzi, dopo aver riflettuto per giorni, ebbero un'idea! L'idea era quella di
creare una cooperativa di giovani che si occupasse della pulizia ambientale. Si
chiamarono "La Banda del Riciclo" e si impegnavano a tenere pulito il posto,
organizzavano le giornate verdi, organizzavano turni settimanali per il ritiro della
spazzatura, piantavano nuovi alberi, e popolavano la montagna fuori stagione con
sagre e feste. Bella Valle, nome del paese, vantava con altri paesi la pulizia, le leggi
per mantenere i posti puliti e la popolazione che manteneva questo impegno. lnfatti
ogni anno era premiata con un riconoscimento.
Dopo alcuni anni, Luca infranse una delle regole costitutive della Banda, litigando con
gli altri a tal punto che decise di andarsene. Luca voleva prendere un sentiero lungo le
Alpi che spariva in mezzo ai boschi. Se per caso si fosse sopravissuti, avrebbero
capito il vero senso della vita.
Luca, dopo aver raccolto tutte le provviste, intraprese il sentiero, con la speranza di
farsi una nuova vita, perché sperava di trovare un bel posto dove vivere. ll sentiero era
lungo e le provviste prese dal ragazzo sarebbero bastate per poco tempo, e in seguito si
sarebbe dovuto arrangiare alla meglio.
Erano passate già un paio di settimane dalla fuga di Luca e in paese si erano verificati
alcuni problemi sulla gestione dei rifiuti. ll sindaco di Bella Valle, Eugenio Sardicione,
padre di Luca, vide il giovane figlio partire, e per questo giurò vendetta ai vecchi
amici del figlio. La vendetta consisteva nel tagliare i fondi per il riciclaggio dei rifiuti,
che fece crollare il paesino nella sporcizia. I ragazzi della banda se ne chiedevano il
motivo, visto che la spazzatura era una fonte di guadagno per tutti; infatti i premi
ottenuti tramite il riciclaggio coprivano i costi giornalieri della comunità. I ragazzi non
sospettando nulla chiesero più volte aiuto al sindaco di risolvere i problemi e salvare la
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situazione. Le strade erano sempre più sporche, tanto che qualcuno incominciava a
lasciare Bella Valle, vista I'impossibilità di viverci.
Era passato un mese dalla fuga di Luca e dal taglio dei fondi comunali per il
riciclaggio, quando i tre ragazzi decisero di infiltrarsi durante la notte nel comune, alla
ricerca di documenti utili alla loro causa. Dietro un quadro videro una cassaforte dove
erano sicuri di trovare i documenti. Aprendola trovarono vari documenti tra cui uno
firmato dal sindaco, ed era proprio quello che i ragazzi cercavano.
ll mattino seguente andarono dal sindaco che alle domande poste dai ragazzi rispose
che la fuga del figlio era colpa loro, e che con loro si sarebbe vendicato. I ragazzi
cercavano un soluzione, fino a quando non decisero di intraprendere il sentiero come
aveva fatto Luca,sperando che fosse rimasto nei pressi del lungo sentiero. Partirono
all'alba del mattino seguente, carichi di provviste. Non appena trovarono un'altura
decisero di accamparsi, montarono le tende per la notte, e incominciarono subito le
ricerche. Di giorno in giorno avanzavano sempre di più, fino a quando, arrivati quasi
alla fine sentiero, trovarono resti di un fuoco ancora caldo. I ragazzi rincominciarono a
sperare e urlavano a squarcia gola alla ricerca di Luca. ll vento, il ruscello e gli
animali, tutti i rumori della montagna si confondevano con le urla dei ragazzi,
affievolendo i richiami. Arrivarono quasi alla cima della montagna, finché in mezzo al
bosco non videro una specie di capanna con del fumo attorno, che rimaneva nel pendio
opposto a Bella Valle. Fumo voleva dire fuoco e fuoco voleva dire umanità. Si
fiondarono in quella capanna e ci trovarono Luca, che alla vista dei suoi amici,
scoppiò in un pianto liberatorio, che naturalmente contagiò anche Giacomo, Tommaso
e Stefania. Passarono la notte li, nella capanna, e non appena fece alba, scesero a Bella
Valle, ormai una specie di "fogna"urbanistica.
La prima cosa che fecero fu andare dal sindaco, che alla vista del figlio, chiese scusa
ai ragazzi, rifondò una nuova squadra di pulizia delle strade e una per la separazione
dei rifiuti, tra cui rientrarono anche i ragazzi. Dal sindaco, i ragazzi ricevettero una
medaglia come "Eroi Cittadini", anche se il vero eroe era Luca, che tornando con gli
amici, aveva salvato le sorti di Bella Valle. Le prime parole di Luca, nuovo eroe,
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furono :-La leggenda sul sentiero era vera, chi dovesse intraprenderlo senza perire,
capirà il vero senso della vita! Lui aveva capito che i problemi andavano affrontati
subito e non lasciati alle spalle! Perché da un banale problema ne può nascere uno
grande da cui molto spesso è difficile tornare indietro!
Paolo Aresti Classe II B
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BIDOOF E I SUOI AMICI CONTRO L’INQUINAMENTO
C'era una volta in un paese lontano un piccolo bidone della spazzatura chiamato
Bidoof, nato e creato nel rispetto dell'ambiente e per combattere ogni forma di
inquinamento. Fin da piccolo Bidoof manifestava dei poteri che servivano ad aiutare le
persone a rispettare l'ambiente in cui vivevano. Uno di questi era attirare l'oggetto (ad
esempio bottiglie, sigarette,ecc.) che una persona buttava per strada di nuovo nelle sue
mani, e questo fino a quando il colpevole non avesse capito che il posto giusto, dove
buttarlo, era il cestino. Con il passare degli anni il non rispettare la raccolta
differenziata non era l'unico problema, infatti a questo si aggiunsero l'inquinamento
marino, che si manifestava sottoforma di Nerone (l'onda di petrolio); quello
atmosferico, Gas (la nuvola piena di fumi tossici) e terrestri, Plastic (la sagoma di
plastica).
Bidoof stanco dei comportamenti sbagliati dell'uomo, si cercò dei nuovi amici che
potessero aiutarlo nella sua nuova missione, quella di eliminare definitivamente ogni
forma di inquinamento.
Passeggiando incontrò nuovi amici: Jimmy la nuvola che soffiava vento sulle persone
cattive, Speddy l'onda anomala e Puf il bidone mangia plastica.
Bidoof e Jimmy decisero di andare a combattere contro Gas, che per fortuna non era
molto forte, e così Jimmy con un solo soffio riuscì a spazzarlo via. Ora era il turno di
sconfiggere Plastic, ad aiutare Bidoof c'era Puf; questa volta il nemico era potente ed
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era difficile sconfiggerlo. Quando ormai sembrava impossibile vincere i due amici
unirono le forze e si mangiarono Plastic, sconfiggendo così un altro cattivo.
Era arrivato il momento di Speedy che tentò varie volte di sommergere Nerone ma
ogni tentativo fallì. Passava il tempo e i due amici erano sempre più stanchi e pieni di
petrolio, e insieme presero la decisione che per il momento sarebbe stato meglio
lasciar perdere e che ci avrebbero riprovato il giorno seguente. La notte passò
velocemente e per i due amici era il momento di tornare in mare; questa volta erano
più determinati e ormai conoscevano i punti deboli di Nerone.
Speedy supero di vari metri la sagoma si petrolio e poi si buttò addosso a lui e,
facendo così per tre, quattro volte, anche Nerone sparì. I tre nemici non erano spariti
completamente, ma erano stati mandati per un po' di tempo in un altro luogo dove non
potevano dare fastidio a nessuno.
Purtroppo questa è solo una storia, nella realtà non è così semplice combattere
l'inquinamento, e anche se si cerca di fare il più possibile non si riesce a risolvere il
problema.
Miriana Farris, Erika Pilia, Federica Pistis Classe II C
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LA STORIA DI OLD CITY
C’era una volta un paesino di nome Old City, era grazioso perché tutti gli abitanti
erano molto ordinati e puliti, le loro case erano sempre bianche, sembrava che nel
paese ci fosse sempre la neve. Qui viveva un piccolo abitante diverso dagli altri, non
solo per il suo aspetto, ma anche per il suo comportamento, che tutti chiamavano
“Bidone”.
Tutti i cittadini per questo suo comportamento lo isolavano ma, in particolare lo
scienziato Thom perché aveva sospetti che Bidone fosse veramente un uomo. Bidone
viveva in una buffa casa ovale, con le finestre scure, e la sua casa non era bianca come
quelle del resto del paese. La sua voce non si era mai sentita e quindi nessuno
conosceva la sua storia, ma si sapeva solo che era un nuovo cittadino di Old City. Gli
abitanti cercarono di conoscerlo per capire il perché avesse scelto proprio quel paese,
ma lui non parlò. Il tempo passava e gli abitanti iniziarono a prendere le abitudini di
Bidone. Lo scienziato incominciò a investigare sul perché gli abitanti fossero cambiati,
e decise di mettere nella casa di Bidone delle telecamere che erano collegate al suo
Super Computer per scoprire che cosa avesse fatto agli abitanti. Quando Thom ritornò
a casa si collegò subito al suo Super Computer per scoprire se Bidone centrasse
qualcosa con tutta questa storia. Dopo un paio d’ore vide che nella casa di Bidone
entravano alcuni abitanti del paese e lo stesso Bidone con un macchinario speciale li
convinceva ad inquinare costruendo fabbriche, usando le macchine e buttando la
spazzatura per strada. Lo scienziato capì che Bidone era un alieno, mandato dal suo
pianeta per inquinare il mondo. Thom per bloccare questa situazione creò i depuratori
per le fabbriche e per il mare, eliminò del tutto gli autoveicoli, face rispettare la
raccolta differenziata e spinse tutti ad usare prodotti ecologici.
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Sonia Farris, Valentina Frongia, Erika Palmas Classe II E
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UN’IDEA PER SALVARE IL MONDODALL’INQUINAMENTO
Questa storia che vi raccontiamo ha come protagonista un bambino di nome Luca, che
abitava in una località molto inquinata dal punto di vista atmosferico. Quando nacque
non c'era questo problema, o almeno non era cosi grave, a tal punto da nuocere
gravemente alla salute di tutti gli esseri viventi. Essendo ancora piccolo, Luca, non si
rendeva ancora conto della realtà della situazione. Passano gli anni e Luca,
frequentando la scuola e grazie ai professori, capi il pericolo che la sua città e tutto il
mondo stava
andando incontro.
Perciò decise di fare qualcosa, quel qualcosa che avrebbe cambiato il destino del
mondo.
Luca era sempre più deciso anche se al momento non sapeva ancora che fare. Il giorno
stesso non riuscì a dormire la notte per cercare una qualsiasi ma sensata soluzione al
problema. Decise che non c'è I'avrebbe fatta da solo, e dunque, la mattina seguente a
scuola, andò in tutte le classi della per raccogliere le firme per cercare di far finire, o
almeno di ridurre al minimo l'inquinamento. Il risultato non fu di gran lunga positivo,
riuscì a raccogliere solo 35 firme; se lo aspettava, perché alla fine chi è in grado di
mettersi veramente d'impegno per una causa giustissima ma molto complicata da
risolvere?
Tutti gli studenti che avevano firmato si riunirono nella grande casa di Luca, e dopo
molte discussioni decisero di "sabotare" le industrie per farle chiudere. Decisero il
giorno e l'ora dell' appuntamento, erano tutti ansiosi per questa loro idea.
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La prima industria scelta era quella del loro paese, a pochi isolati da dove abitava
Luca. Il giorno tanto aspettato arrivò; camminarono e andando sempre più avanti la
vegetazione diminuiva, fino a quando arrivarono alla meta, dove tutto era secco, si
respirava un'aria tremenda; i ragazzi si misero una mascherina in bocca e
proseguirono. Non era un compito tanto semplice, ma era stato ben studiato da Luca e
dagli amici,che erano convinti di potercela fare. Per completare il compito, Luca prese
dal suo zaino una cartina della fabbrica molto dettagliata, ed era stata procurata da un
suo amico, tramite alcune persone che lavoravano lì. Riuscirono ad entrare nella
fabbrica, c’erano molte persone che ci lavoravano e non era facile non farsi notare.
Aspettarono I’ora di pranzo si precipitarono alla centralina di comando. Si stupirono,
la centralina era molto grande con un sacco di comandi; decisero di spegnere tutto e di
rompere tutti gli impianti, tutti i fili per ritardare il più possibile la riapertura della
fabbrica. Fecero un vero e proprio disastro, facendo dei calcoli, a occhio e croce
riuscirono a dedurre che prima delle tre settimane la fabbrica non sarebbe stata in
grado di riaprire.
Piantarono piante vicino alla fabbrica chiusa, per fare in modo che la gente si rendesse
veramente conto di quello che stava succedendo. Le due settimane passarono, e la
fabbrica non riapriva ancora, allora ragazzi fecero una foto a tutto il verde che erano
riusciti a creare intorno alla fabbrica. Presero una appuntamento con il sindaco del
paese e con gli altri organi importanti della città e di tutto lo Stato e rivolgendosi a loro
dissero: “Perché ci state facendo questo? Dite che il futuro è nelle nostre mani ma non
sembra cosi, anzi proprio il contrario, state distruggendo tutto, stiamo vivendo in un
mondo dove fare soldi è molto più importante che stare bene. La gente muore sempre
di più a causa di questo inquinamento folle e disumano, gli animali muoiono, non
sanno più dove andare; non vogliamo far crescere i nostri figli, anzi chi li farà i figli
pensando a quello che subiranno, e pensando anche che potrebbero morire nei primi
mesi di vita. Ora e in futuro si avrà la paura di uscire fuori a respirare! Niente è più al
sicuro. Quindi per favore, non è necessario distruggere tutto, se poi non si è in grado di
rimettere tutto a posto”.
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Luca dopo questo discorso si sentì libero, tutti i governanti se ne andarono senza dire
niente. Dopo circa una settimana tutte le industrie incominciarono a chiudere, di tutta
I’Italia. Si incominciò a investire su altri tipi di lavoro molto più salutari e sempre e
comunque degni.
Ora direte che molte persone perderanno il lavoro, si questo è vero, ma ci vorrà del
tempo per ricostruire tutto ciò che era stato distrutto.
Andrea Deidda , Riccardo Brigas Classe II E
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IL POPOLO CONTRO L’INQUINAMENTO
Una volta il grande problema del mondo era l’inquinamento.
Esso era causato dalle sostanze tossiche che erano rilasciate in continuazione dai
veicoli e dalle fabbriche, e in pochi anni la popolazione incominciò a sentire sulla
propria pelle gli effetti negativi dell’inquinamento, perché esso provocava gravi
malattie come i tumori.
Ma dopo le ricerche degli scienziati americani Mark Trust e Jack Khalifa si arrivò a
una soluzione: importare dal lontano pianeta Medusa grandi quantità di un minerale,
l’Astritio che poteva essere utilizzato come carburante e aveva la capacità di purificare
il territorio.
Il pianeta Medusa era ricco di Astritio che veniva importato spesso sulla Terra, ma con
grandi problemi. Infatti prima della scoperta del minerale si utilizzava il petrolio come
carburante e anche in tantissimi altri utilizzi. Dopo la scoperta dell’Astritio molti
imprenditori, che guadagnavano con l’attività petrolifera producendo un alto livello di
inquinamento, si impoverirono sempre di più e crearono un’ associazione A.C.I.A.
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(ASSOCIAZIONE CONTRO L’IMPORTAZIONE DELL’ ASTRITIO) schierandosi
contro l’importazione del minerale, ma senza ottenere alcun risultato. Oggi nel 2054 e
l’ambiente non ha più nessuna traccia di inquinamento si vive bene e non esistono piu
le malattie dovute all inquinamento.
Giuseppe Mura, Fabrizio Pilloni Classe II E
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C'ERA UN VOLTA L'INQUINAMENTO..
Era il 09 Settembre del 2037, Tyler Schuster, famoso scienziato di 43 anni, primo di
due figli, con i capelli biondo cenere, gli occhi verde chiaro e delle labbra fini, era
appena uscito dal suo appartamento per recarsi in ufficio. Aveva acceso la sua
macchina "non inquinante" (o meglio inquinante ma in percentuali piccolissime), la
'Ecoclimatik' progettata da lui, di cui era molto orgoglioso e dopo aver apportato
diversi studi e test, finalmente, quella mattina era stato chiamato per fornire tutte le
documentazioni necessarie in modo da poterne iniziare la produzione su larga scala. In
realtà Tyler aveva un suo progetto in mente, tutti lo consideravano un uomo brillante
anche se per certi aspetti un pò fuori di testa. Era ormai un mese e mezzo che studiava
qualcosa per diminuire o annientare l'inquinamento. Da quando si erano verificati
degli episodi di gravi malattie e da quando Rick, il figlio della sua amica Sophie, era
morto a soli sette anni a causa di un virus dovuto all'inquinamento, Tyler non si era
dato pace per trovare un modo di fermare l'inquinamento.
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Giunse alle otto in ufficio, posò il giubbotto sulla scrivania e chiamò la sua assistente
Alba Morrison, nonché sua nipote. Lavoravano insieme da cinque anni. Alba era una
ragazza promettente di 23 anni con i capelli corvini e gli occhi azzurri, una
combinazione inusuale ma era questo che la rendeva bellissima. Alba era sempre stata
la prima della classe e da quando si era laureata, lo zio aveva deciso di prenderla a
lavorare con se. Quella mattina Alba arrivò davanti allo zio e con il suo solito sorriso a
32 denti gli diede il buongiorno, lui ricambiò e la informò che quella mattina aveva
notato una cosa molto strana, che forse avrebbe potuto aiutarli a scoprire una "cura"
per l'inquinamento. Alba era tutta orecchie e Tyler iniziò a raccontarle quello che
aveva scoperto. Prima di recarsi in ufficio, era andato nel suo laboratorio dove teneva
anche le sue piante. Di recente un suo collega gli aveva portato da Donel City una
pianta che non era riuscito a identificare e di conseguenza gliela aveva commissionata
per scoprire a quale specie appartenesse. Tyler aveva notato che la pianta, molto
insolita e unica nel suo genere, produceva dei fiori a campana il cui nettare non era
dolciastro, ma bensì salato. Esaminando la pianta al microscopio, Tyler aveva
constatato che gli organismi si nutrivano più del normale di CO2. Aveva notato anche
che lasciando la pianta in uno spazio chiuso in cui era presente dello smog e altre
sostanze inquinanti, e monitorando con le adeguate strutture i valori dell'aria, l'aria
veniva purificata più del solito e i valori dell'inquinamento si riducevano al minimo.
Alba era rimase sbalordita dalle scoperte dello zio e gli chiese se avesse già provato a
ricrearla. Lui ovviamente le rispose di si e che stava già provvedendo ad avviare una
grossa produzione. Tyler Schuster chiese ad Alba di indire una conferenza stampa la
sera stessa per annunciare al mondo questa scoperta. Alba informò i più famosi
giornali in una conferenza nel palazzetto della città. Tyler lasciò tutti senza fiato per le
sue fenomenali scoperte e il sindaco volle conferirgli un riconoscimento. La pianta,
che venne chiamata "Antinquinobola", venne piantata in tutti i parchi e venne
acquistata da tutti i cittadini. Nel giro di tre anni il tasso di inquinamento si era
abbassò del 23%, la salute di tutti gli abitanti della terra migliorò nettamente. Tyler a
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distanza di secoli viene ancora ricordato come l'uomo che salvò il pianeta e viene
preso ad esempio da tutti i bambini che alla domanda "Cosa vuoi fare da grande?"
rispondono "Diventare uno scienziato come Tyle Schuster".
Vanessa Nocco, Veronica Mulas, Melania Gessa Classe II E
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TARANTELLO
C’erano una volta due marmotte di città che svolgevano il lavoro di giornalisti e
andavano in cerca di disastri ambientali, essendo loro gli ambientalisti per eccellenza.
Un giorno si recarono quindi a Tarantello, ultimo luogo legato al grandissimo disastro
ambientale causato da Gambaincella, che stava sempre a fare danni e a mettere in
pericolo gli abitanti di tutto il mondo. A Tarantello c’era una grande fabbrica, l’Alca,
che produceva rifornimenti di marshmellow per tutta la città. Ma non era tutto rose e
fiori. Infatti la grande fabbrica nascondeva una grande quantità di veleno, che veniva
introdotto nel dolciume, ma non aveva un effetto immediato: i bambini potevano
mangiarne in grandi quantità, quando volevano, senza avere problemi, fino a quando
però, arrivò Gambaincella. Gambaincella scoprì il segreto che la fabbrica nascondeva
e la distrusse. Non aveva considerato però la morte improvvisa dei bambini, poiché il
veleno della fabbrica era stato liberato tutto in una volta, e l’inquinamento del paese
per colpa delle polveri e i resti della fabbrica. Tanti bambini morirono, mentre altri
furono ricoverati in condizioni molto gravi. Un paio di settimane dopo passò di lì
Trombella, una piccola trombetta d’aria che colpì l’Alca spargendo per la città altre
malattie e pericoli. Il problema di tutto ciò fu che non era possibile vedere queste
polveri e questo veleno, quindi la città era perennemente in pericolo. Un giorno però,
arrivo Bonaria, una bonifica che riuscì a togliere tutte queste polveri, ripulì il paese dai
resti della fabbrica, e risucchiò a sé il veleno.
Vissero quindi tutti felici e contenti.
Eleonora Palmas, Simone Cao Classe II E
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IL RACCONTO DI UNA GIOVANEBATTAGLIERA IN CARRIERA
L’inquinamento è un’alternazione dell’ambiente, naturale o antropica e può essere
altrettanto di origine antropica o naturale. Esso produce disagi temporanei, patologie
o danni permanenti per la vita in una certa area perché può rendere la zona in
disequilibrio con i cicli naturali.Nel 2015 l’inquinamento è uno degli argomenti più
discussi e difficili da affrontare nel mondo.
Sono una giovane battagliera in carriera che sta affrontando l’argomento
dell’inquinamento ambientale. Nel Regno Unito, più precisamente nelle zone più
affollate di Londra il problema era molto drastico fino a qualche anno fa. Perché,
purtroppo, i macchinari della centrale nucleare stanziata vicino a Londra, non
funzionarono efficientemente e successivamente si ruppero, provocando numerosi
disagi e disastri per la popolazione e per l’ambiente (non funzionavano i servizi
pubblici e privati). Inoltre in quegli anni la mortalità è stata molto numerosa. Negli
ospedali i parenti dei pazienti lasciarono intravedere dal volto pallido e sofferente,
tutto il loro dolore per la morte dei loro cari e anche per il grave pericolo della
radioattività diffusa ampiamente nell’ambiente. Quegli anni sono stati davvero i
peggiori e Londra, la città delle meraviglie, si era trasformata in una città di tristezza e
solitudine. La maggioranza delle persone, era malata di tumore e i bambini nacquero
con gravissime e diverse malformazioni. Tutto questo continuò a verificarsi per
parecchio tempo. In seguito alla radioattività e all’inquinamento si aggiunse anche lo
smog provocato dagli autoveicoli . Per fortuna recentemente, i problemi si risolsero
nei migliori dei modi. Infatti con le nuove tecnologie si inventarono mezzi di trasporto
idraulici, così invece del carburante inquinante si utilizzava l’acqua. L’inquinamento
diminuì del 75%. Inoltre fu un grande successo per i costruttori londinesi, perché
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questi venivano richiesti da altri paesi che volevano ridurre dalla propria città lo smog
delle macchine. Per quanto riguarda il disastro nucleare invece passarono anni affinché
i problemi che si erano verificati nel periodo seguente passarono. Questo grazie a un
giovane scienziato chiamato Larry Tomlinson che inventò una polvere che dispersa
con l’aeroplano neutralizzava la radioattività. Naturalmente fa parte del nostro
pensiero ottimistico, ma speriamo che presto qualche giovane scienziato con una sua
scoperta o invenzione riesca a far sparire dal nostro pianeta l’inquinamento, lo smog e
la radioattività consentendo la vita di riprendere il suo normale percorso.
Beatrice Aserio - Claudia Premoselli - Gianna Sollai Classe II E
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SPORCANEVE E I SETTE SPAZZINI
Sporcaneve era una principessa cupa ed inquinata. Aveva un animo triste a causa delle
montagne di spazzatura che ricoprivano il suo regno, inoltre era rimasta orfana della
madre all’età di 12 anni.
Un giorno il padre si risposò con la regina della spazzatura, ma morì poco tempo dopo.
Così la figlia Sporcaneve, sola e indifesa di fronte a tutto quell’inquinamento, decise
di ribellarsi e fuggire per un futuro non inquinato. Si rifugiò nella foresta del
riciclaggio, l’unico posto del regno con non era stato inquinato dalla regina, perché
sorvegliato dagli animali e dagli spazzini.
Sporcaneve, dopo aver vagato nella foresta, giunse in una piccola casa munita di
pannelli solari e circondata da pale eoliche.
Entrò nella casetta e trovò sette individui di
bassa statura che alla vista di Sporcaneve si
alzarono sull’attenti e si presentarono. Erano:
Riciclalo, Riusalo, Scartalo, Riducilo,
Raccoglilo, Consumalo e Differenzialo.
Vivevano in una casa molto pulita, tanto che Sporcaneve restò stupita vedendo tutta
quella pulizia alla quale non era abituata.
Fecero subito amicizia e scoprirono che Sporcaneve era la figlia del re, la loro
principessa, quindi la ospitarono.
Mentre i sette spazzini andavano a riciclare i rifiuti, cantando: “Andiam, andiam,
andiam a riciclar!’’, Sporcaneve rimaneva a casa per pulirla e curare il giardino.
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Un giorno la regina dei rifiuti scoprì che la ragazza si era rifugiata nella casetta degli
spazzini; quindi si trasformò in uno di questi e si presentò alla sua porta donandole una
mela cresciuta in un campo di rifiuti: un solo morso avrebbe potuto essere fatale.
Per fortuna, però, Sporcaneve riconobbe la regina perché puzzava (mentre i sette
spazzini no), quindi non mangiò la mela e riuscì a sconfiggere la regina tirandole
addosso un secchio di acqua e sapone.
La regina morì per il troppo pulito e il profumo irresistibile.
Finalmente sconfitta la regina, il regno tornò pulito e profumato; con i cassonetti
differenziati. Sporcaneve tornò nel suo castello, ma rimase sempre in contatto con i
sette spazzini. E vissero tutti felici e contenti!
Melissa Burranca, Alessia Porcu, Ilenia Firinu Classe II F
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IL MIO DIARIO
Mi chiamo Giorgio...maresciallo dell’ esercito. sono stato reclutato per un progetto di
viaggi nel tempo, e sono stato inviato nel passato, precisamente nel 1200 per vedere
gli aspetti positivi e quelli negativi dell'evoluzione umana. Questo è il mio diario e
scriverò le cose che succederanno.
Sono arrivato qui nel 1200, attraverso un complicato software che prende il posto
della tradizionale macchina del tempo. Questa macchina però ha un difetto...appena
vorrò tornare sarò mandato nel futuro, nel 2039, dove vivrò un mese. Per questo sto
raccontando il resto della mia vita qui.
Nel 2039 troveranno il mio diario.
Passiamo al presente-passato. Il mondo è completamente diverso...intorno a me non ci
sono palazzi, grattacieli, strade asfaltate. Sono sotto un albero molto grande. Vorrei
andare in un villaggio ma non ho la possibilità, ci vuole un cavallo. Non so che ore
sono, non ci sono foto, niente. Mi sto già pentendo di aver sacrificato il resto della mia
vita per venire qui. Ora ho sonno, scriverò domani, se potrò.
È da circa 13 giorni che non scrivo. Mi hanno trovato qua, in mezzo al nulla, degli
indigeni. Hanno tutti la barba lunga, capelli lunghi, peli dappertutto. Sono molto magri
ma nello stesso tempo muscolosi. Mi considerano un dio. Mi fanno preghiere in lingue
strane e mi chiedono perché sono venuto qui sulla loro terra. Intorno a me è tutto
verde, tutto un bosco, come una foresta.
Scriverò quando avrò di nuovo tempo. Ora devo dormire.
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Sono passati quasi 300 giorni da quando non scrivo. Mi sto abituando alla vita qui. In
tutto questo tempo ero fidanzato con una ragazza,che purtroppo è stata una delle tante
vittime degli attacchi dei leoni (che nel 2013 saranno in via d'estinzione). I leoni sono
considerati anche loro degli dei.
La vita è molto difficile. Infatti sto pensando di andare nel futuro.
Prima di arrivare qui, pensavo che la vita fosse molto difficile nel 1200, ma in realtà
era veramente facile vivere. Qua la natura si può chiamare con tre termini precisi:
incontaminata, pura, selvaggia.
Per andare nel futuro dovrei premere un tasto che ho appeso al collo, come una
collana. Ora devo fermarmi di scrivere.
Per la Prima volta non ho contato i giorni da quando non scrivo, perché sono nei guai.
Hanno fatto un rito sacro, e ora, secondo loro, sono una minaccia. In poche parole mi
vogliono uccidere. Ora devo scappare.
Sono arrivato nel 2039, mi mancano circa 20 giorni di vita. È tutto rosso intorno a me .
Ho paura. Dove sono finito?
Ho cinque giorni ancora da vivere. Ho scoperto che non sono sulla Terra, ma sono su
Marte. Il mondo è distrutto
Sono contento di finire tutto qui. Il mondo è tornato indietro. Gli uomini non hanno
saputo conservare quello che era più importante: la vita.
Secondo i miei calcoli è l’ultima sera. Sono triste. Non doveva finire così! Mi sto
sentendo male, probabilmente sto andando via. Ho un ultima cosa da dire prima di
andare:
“ L’uomo si è spinto oltre! Troppo oltre! ”.
Alain Grigoras, Jennifer Desogus Classe II F
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L’UOMO E I RIFIUTI
Era l’anno 2000 quando la popolazione terrestre, già da un po' di tempo, stava
aumentando, facendo aumentare anche i rifiuti. L’uomo senza accorgersene continuava
a produrre rifiuti su rifiuti creando un vero e proprio mondo di spazzatura.
Camminando per le strade si notava spazzatura ovunque e i cassonetti erano sempre di
più. Ma mentre l’uomo viveva tranquillamente, pensando agli affari propri, i rifiuti
presero vita. Umido, plastica, carta e vetro iniziarono a muoversi e si preparavano da
mesi a conquistare il mondo. Volevano ogni tipo di potere per impadronirsi della Terra.
A capo di tutto cera Cicciobombo, un cassonetto di lamiera grigio e freddo come il suo
spregevole cuore. Cicciobombo mirava alla conquista della Terra per un motivo
soltanto: quello di distruggere gli umani che da un po’ di tempo si erano accorti dei
problemi causati dai rifiuti e volevano eliminarli.
Un giorno d’inverno, i rifiuti decisero di agire e di imprigionare gli umani. Questi
ultimi, spaventati, non sapevano cosa fare e non riuscivano a ribellarsi, poiché i rifiuti
erano tantissimi e niente poteva funzionare contro di loro.
Alcuni pensarono di bruciarli, ma questi, bruciando, emettevano gas tossici e respirare
divenne impossibile. Gli alberi iniziarono a scomparir insieme ai fiori e pian piano
anche gli animali, non riuscendoa trovare le giuste condizioni di vita, iniziarono ad
estinguersi. Gli umani decisero quindi di passare all'azione e trovarono una soluzione:
la raccolta differenziata e il riciclaggio.
Alcuni giorni dopo la conquista del mondo, Cicciobombo passò dall’entusiasmo allo
spavento: i rifiuti stavano lentamente scomparendo e in giro si vedevano nuovi
cassonetti colorati che combattevano dalla parte dell'uomo.
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Cicciobombo si trovò quindi da solo nella lotta contro gli umani, ma sapeva che nulla
l'avrebbe potuto distruggere. Nemmeno l'uomo sapeva come distruggerlo e l'unica
arma era forse quella di riciclarlo.
Cinque spazzini armati lo intrappolarono e lo portarono in una fabbrica per lo
smaltimento. Cicciobombo diventò un chiodo piccolo e indifeso.
Gli umani erano finalmente salvi e solo allora sia accorsero del danno che avevano
creato nel giro di poco tempo. Presero quindi la decisione di continuare a riciclare i
rifiuti con la raccolta differenziata, cercando anche di diminuire i consumi e
proteggere l'ambiente.
Federica Casula, Manuela Fanni, Sara Piano, Nicole Ghironi Classe II F
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LA TERRA CON LA FEBBRE
Spazio! Prossimo futuro, questi sono i viaggi del capitan Ribelle. Durante la sua
missione trentennale rivolta all'esplorazione di nuovi mondi e di nuove forme di vita
per arrivare là dove........
- Gianni, dove sei? Hai ritirato il bucato?
- No mamma, tra un po’ ci vado. Però queste cose agli eroi della tv non succedono!
Ed ecco il capitan Ribelle, prigioniero nelle galere del pianeta Bucatox, condannato ai
lavori forzati, fino a quando....
- Ehi mio piccolo grande nipote!
- Zio! Ma che ci fai qua? Sei venuto a liberarmi?
- No, però posso aiutarti, se vuoi. Ma.. veramente voi usate ancora questi... com'è che
li chiamate? Calzolini?
- Tu e le tue abitudini da uomo del 3000, si chiamano calzini e sono del babbo! Di' un
po’ piuttosto, che cosa sono quelli che hai indosso, occhiali da sera?
- C'eri quasi, nipote! Sono occhiali da serra. Dico davvero! Servono a vedere I'effetto
serra, guarda pure con i tuoi occhi!
- Forte questo effetto serra, lo possiamo fare anche tutti i giorni?
- Purtroppo nella tua epoca lo fate tutti i giorni e non ve ne rendete conto.
- E non si deve fare?
- Beh, sì e., no.. Prova ad immaginare di essere un raggio di sole.
- Sono Capitan Raggio di sole!
- Sì, capitan Raggio di sole che vola verso il pianeta Terra portando luce e calore! Ed
insieme a lui viaggia la sua squadra di raggi di sole. In questo modo la terra viene
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riscaldata. poi una parte delle radiazioni entrate nell'atmosfera si disperde di nuovo
nello spazio, sottoforma di raggi infrarossi e una parte di questi raggi infrarossi rimane
intrappolata nell'atmosfera, ed è un bene! Perché così la temperatura del vostro pianeta
rimane costante ed entro certi limiti. E questo accade quando l’effetto serra funziona
bene! Ma questo sottile strato di atmosfera diventa più spesso a causa
dell'inquinamento e una gran parte dei raggi, che dovrebbero disperdersi, rimane
intrappolata. In questo modo il pianeta si surriscalda e si verificano i cambiamenti
climatici. Questo è l,effetto serra in negativo!
- E'come se alla terra venisse la febbre!
- Risultato: Ghiacciai che si sciolgono, siccità, effetti climatici imprevedibili, perfino
Capitan Raggio di sole potrebbe perdere i suoi poteri.
- Ma che cosa ci posso fare io?
- Beh tutti possiamo fare qualcosa, non scoraggiarti. Puoi scegliere di inquinare meno,
e ci sono tanti modi per farlo!
Queste son le avventure di Capitan Raggio di sole alla salvezza del clima!
Elisa Piscedda Classe II F
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….più uno
S.O.S. NATURA
Era una calda estate e come ogni pomeriggio Tigro e i suoi amici, dei simpatici delfini,
stavano giocando con I'acqua, pura e cristallina. Era da un po' di tempo che Tigro
notava delle grandi costruzioni in lontananza,ma non aveva mai avuto il coraggio di
avvicinarsi.
Questa volta approfittando della calda giornata vi andò. Era quasi arrivato a meta
strada, quando rimase intrappolato in un sacchetto di plastica che gli impediva di
respirare; per fortuna arrivò in suo Soccorso Spugna, una bellissima balena, che con i
suoi denti strappó la busta e liberò il povero delfino. I due fecero subito amicizia e
Tigro incuriosito chiese a Spugna il perché di tutti quei rifiuti in mare la balena rispose
che non lo sapeva ma era sicura che in tutto questo centrava I'uomo. I due amici
sempre più curiosi decisero di andare a esplorare altri luoghi.
Nuotando e chiacchierando arrivarono al polo sud, qui incontrarono dei pinguini molto
tristi, Spugna chiese a uno di loro il motivo, e Bobo, il pinguino, rispose che i ghiacci
dove abitava si stavano sciogliendo e che se avessero continuato così lui e i suoi amici
sarebbero morti tutti. Tigro e Spugna chiesero a Bobo se volesse continuare il viaggio
insieme a loro per scoprire la causa di questi cambiamenti che colpivano la Terra.
Bobo accettò e tutti e tre si diressero verso la terra ferma. Dopo un lungo viaggio i tre
arrivarono a destinazione. Qui incontrarono Lala, una piccola Tartaruga. Bobo
vedendo la spiaggia piena di rifiuti,chiese a Lala se sapesse il perché di questo, le
rispose che lo ignorava, ma conosceva un amico che poteva aiutarli, Cip il gabbiano,
I'animale più anziano della spiaggia. Cip raccontò loro tutti i cambiamenti che aveva
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subito la terra nel corso degli anni. I quattro amici a questo punto decisero che solo
Cip era in grado di scoprire il motivo di questo scempio. Cip felice di questa decisione
partì il giorno stesso. Tornò dopo una settimana con delle notizie non piacevoli, i
quattro amici curiosi gli chiesero di parlare e così iniziò a raccontare. La causa di
quelle macchie nere sull'acqua era l'uomo, che quando puliva le petroliere buttava i
residui in mare, la causa dei rifiuti in mare e sulla spiaggia era sempre I'uomo che non
buttava i rifiuti negli appositi cestini, e per finire, la colpa dell'aria inquinata era
un'altra volta dell'uomo e delle sue industrie, che mandavano nell'aria fumi tossici.
A questo punto i cinque amici giunsero alla conclusione che non dovevano arrendersi
ma continuare a lottare contro questo grave problema che solo l’uomo aveva creato.
Decisero tutti insieme di chiedere aiuto ai bambini e agli anziani, la parte più sensibile
degli umani e anche quella più provata dall’inquinamento. Nonni e bambini furono
felici di aiutare gli animali e lanciarono numerosi appelli alla televisione e alla radio,
dove chiedevano agli uomini di ogni angolo del pianeta di vivere in equilibrio con
l’ambiente come solo gli animali sanno fare e ad essere consapevoli del male che
stavano creando alla terra con il loro comportamento irresponsabile.
L’ “S.O.S. Natura” ebbe l’effetto sperato. Ben presto l’uomo imparò a rispettare
l’ambiente in cui viveva e il pianeta ritornò ad essere un luogo pulito, sano e
armonioso.
Miriana Farris, Erika Pilia, Federica Pistis Classe II C
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