venerdì 6 maggio 2016 SCUOLA Pietro Greco racconta al “C ... sulla Rivoluzione... · il...

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DI GIANLUCA CASTAGNA FORIO – Sono molti i padri del- la grande svolta epocale che in Eu- ropa, tra Cinquecento e Seicento, cambia per sempre la concezione del mondo e della natura. Un cam- biamento che passerà alla storia come Rivoluzione Scientifica. La scienza diventa il collante cultu- rale che permette all’Europa di na- scere. Stessi testi, stessa lingua, uno scambio libero. L’Europa ac- quista per la prima volta la consa- pevolezza di essere un’identità e gli scienziati europei del Seicento tendono a riconoscersi reciproca- mente e a essere riconosciuti come membri di una comunità. Hanno un’epistemologia comune (che prevede l’integrazione tra teorie ed esperimenti), istituzioni comu- ni (le Accademie) un linguaggio comune. Ma anche valori condi- visi che bisognerebbe inseguire tuttora: Comunitarismo, Univer- salismo, Disinteresse, Originalità, Scetticismo sistematico. Obietti- vi che non interessano solo gli ac- cademici chiusi nei loro rigoro- sissimi studi, ma ogni individuo che voglia aderire alla società de- mocratica, non solo scientifica. Il Prof. Pietro Greco, docente, giornalista e divulgatore scientifi- co (su Radio Rai conduce una per- la del mattino come “RadioTre Scienza”), ha incontrato gli alun- ni delle classi terze dell’Istituto di Istruzione Superiore “Cristofaro Mennella”, indirizzo Tecnico Tu- ristico, per parlare della Rivolu- zione Scientifica nel Seicento. L’iniziativa, coordinata dalle pro- fessoresse Assunta Barbieri e Gio- vanna Tessitore, si inserisce in un ciclo di incontri e percorsi pro- gettati dai docenti del “Mennella” e rivolti agli allievi per stimolare nei giovani l’acquisizione critica di una consapevolezza storica ri- flettendo, in questo caso, su un ar- gomento affascinante come la na- scita della scienza moderna nel Seicento. Settanta tra studenti e studentesse delle classi terze han- no ascoltato con interesse e atten- zione la descrizione di Greco su un momento capitale della nostra storia, le cui tracce si ritrovano an- che ai giorni nostri. Una rivoluzione con molti padri, soprattutto molti antenati. Gli el- lenisti, arabi, cinesi, Federico II e il Fibonacci, Dante sommo teori- co della società democratica scien- tifica e le botteghe di artisti come Brunelleschi, Masaccio, Donatel- lo. Insomma, una rivoluzione che affonda le radici nella storia d’Eu- ropa. Qualcuno azzarda perfino una data di nascita: 13 marzo 1610, con la pubblicazione del trattato di astronomia scritto da Galileo Galilei. Da quel momen- to, in effetti muta l’immagine del mondo e la sua percezione. Pez- zo dopo pezzo, vengono abbattu- ti i pilastri della cosmologia ari- stotelico-tolemaica: Copernico mette il Sole, invece della Terra, al centro del mondo; Tycho Brahe, pur essendo anticopernicano, eli- mina le sfere materiali che, nella vecchia cosmologia, avrebbero, nel loro moto, trainato i pianeti e all’idea di orbe (o sfera) materia- le sostituisce la moderna idea di orbita; Keplero offre una sistema- zione matematica del sistema co- pernicano e compie il rivoluzio- nario passaggio dal moto circola- re («naturale» e «perfetto», nella vecchia cosmologia) al movi- mento ellittico dei pianeti; Gali- leo mostra la falsità della distin- zione fra fisica terrestre e fisica celeste, dimostrando che la Luna è della stessa natura della Terra; Newton, tra i protagonisti assolu- ti di quella rivoluzione, dimostrò che la forza gravitazionale agisce in ogni luo- go dell’uni- verso. In ve- rità, non mu- ta soltanto l’immagine del mondo. C’è anche il cambiamento —len- to, tortuoso, ma decisivo — delle idee sull'uomo, sui rapporti tra scienza e società, scienza e filo- sofia, scienza e tecnica. L’una ma- dre dell’altra; un paradosso – evi- dente – per raccontare un intrec- cio fortissimo. «La ragione per la quale abbiamo deciso di invitare il Prof. Pietro Greco», spiega la docente Gio- vanna Tessitore «è perché pensia- mo che i saperi debbano essere co- nosciuti, acquisiti e accessibili ai ragazzi non solo come argomenti di studio semplicemente nozioni- stico. Il Prof. Greco ha parlato di scienze, certo, ma anche di filo- sofia, musica, arte. Non ha caso, ha introdotto la sua conferenza con l’immagine dell’ “Incredulità di San Tommaso”, dipinto di Cara- vaggio, forse il pittore che più di tutti testimonia nell’arte la Rivo- luzione Scientifica». «L’argo- mento mi piaceva» sostiene la Tessitore, «perché le rivoluzioni che nella storia hanno significato cambiamenti epocali, sono sem- pre partite dalle idee. Le azioni co- me risultato di una meditazione 8 venerdì 6 maggio 2016 SCUOLA 9 venerdì 6 maggio 2016 SCUOLA profonda e non dell’istinto. Un cambiamento di prospettive che arriva da lontano, dal Rinasci- mento, quando il mondo medioe- vale si chiude per fare posto a un mondo più moderno in cui l’uo- mo acquisisce consapevolezza di sé. Una consapevolezza che mi piacerebbe avessero anche i nostri studenti nella loro vita. Galileo so- steneva che per conoscere il mon- do bisogna avere gli occhi della fronte e gli occhi della mente. Una mente aperta, in altri termini. E’ la sfida della nostra scuola: molti vorrebbero chiuderle, queste men- ti, mentre io e le colleghe, com- battiamo come gladiatori nel- l’arena perchè avvenga il contra- rio» «Come insegnanti, combattiamo contro l’omologazione, le con- suetudini, lo strapotere della tec- nologia», aggiunge la docente As- sunta Barbieri, «Lavoriamo affin- ché i nostri allievi acquisiscano un pensiero critico che permetterà lo- ro di fare scelte consapevoli, au- tonome , non indotte dai social, dalle abitudini oda un sistema tec- nologico oppressivo. Li aiutiamo a sviluppare la capacità di discer- nere quello che per loro è giusto o no, è buono o meno, perché ognuno di loro realizzi le sue ve- re attitudini». Nessuna difficoltà a orientarsi in uno scenario così articolato e complesso? «I ragaz- zi sono molto curiosi» spiegano le docenti, «all’inizio un po’ in dif- ficoltà, perché approcciano ter- mini e correnti filosofiche non fa- miliari visto che – purtroppo – agli istituti tecnici non si insegna la fi- losofia. Alla fine, trovando la stra- da giusta, li abbiamo portati a comprendere i concetti cardine per affrontare questo incontro sen- za mai smarrirsi. Hanno seguito e apprezzato la lezione, facendo an- che qualche domanda davvero spontanea e hanno chiesto al prof. Greco, grandissimo comunicato- re, di tornare presto». Pietro Greco racconta al “C.Mennella” la Rivoluzione Scientifica del Seicento La nascita della scienza moderna tra innovazione, filosofia e comunitarismo. Sempre nel segno di un cambiamento, continuo e radicale, di prospettiva. Il giornalista e divulgatore scientifico ospite dell’Istituto Superiore, indirizzo Tecnico Turistico, per un ciclo di incontri finalizzati all’acquisizione critica di una consapevolezza storica. I docenti: «La sfida della scuola? Una mente aperta» FORIO – Cosa abbiamo ereditato, o per- duto, della grande Rivoluzione Scientifica del Seicento? «Quel grande tema del valore della scienza è ancora un valore condiviso dalla gran parte degli scienziati, attaccato però dal tentativo dell’appropriazione della conoscenza che, in un’ottica di mercato, molte aziende fanno le- gittimamente. Il problema nasce non tanto dal fatto che esiste una scienza applicata realiz- zata da aziende private, ma da una scienza pub- blica marginale, una scienza finanziata con soldi pubblici, in cui la conoscenza è assoluta- mente trasparente, accessibile per tutti, che ri- sponde alle domande di curiosità degli scien- ziati. Se noi riusciamo a preservare questi am- biti, finanziando questo tipo di ricerca, che è vero motore dell’innovazione tecnologica, ab- biamo salvato l’essenza della scienza del Sei- cento». Abbiamo parlato di Alessandria come capi- tale della conoscenza dell’antichità. E oggi? Le capitali sono forse centri virtuali? «Oggi non esiste una sola capitale, esistono degli assi. In altri termini non c’è una singola città, ma svariate capitali distribuite fortuna- tamente in varie parti del mondo. Fino a 100 anni fa l’asse scientifico del pianeta era cen- trato sull’Europa, la quasi totalità della scien- za veniva fatta qui. Dagli anni Trenta del Ven- tesimo secolo, l’asse si è spostato negli Stati Uniti, che restano tuttora il paese principale, anche se registriamo un ulteriore spostamento dall’Atlantico al Pacifico. Oggi la gran parte degli scienziati vive in Asia, il più rapido svi- luppo delle attività scientifiche è nel continen- te asiatico, con un unico limite: prevale il prag- matismo». Eppure la spiritualità è una componente im- portante del continente asiatico «Spiritualismo e pragmatismo sono stati sem- pre presenti nella formazione e nel carattere degli asiatici. Da un punto di vista scientifico, sta prevalendo il pragmatismo. Con qualche ripensamento: il Giappone, che ha avuto un approccio estremamente pragmatista dagli an- ni ‘50 agli ‘80 ha compreso i limiti del prag- matismo. Il Giappone ha creato il numero più alto di ingegneri al mondo, ma ha capito che occorrono investimenti nella scienza di base. Non basta usarla, ma crearne di nuova. Con- tinuamente. Da una ventina d’anni ha comin- ciato a finanziare a finanziare la scienza di ba- se e oggi si vediamo gli effetti: sono molti i pre- mi Nobel attribuiti ai scienziati giapponesi». GICA Greco “Occorre una scienza pubblica, trasparente e accessibile per tutti» L’INTERVENTO • Keplero e Newton, due protagonisti della Rivoluzione Scientifica

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DI GIANLUCA CASTAGNA

FORIO – Sono molti i padri del-

la grande svolta epocale che in Eu-

ropa, tra Cinquecento e Seicento,

cambia per sempre la concezione

del mondo e della natura. Un cam-

biamento che passerà alla storia

come Rivoluzione Scientifica. La

scienza diventa il collante cultu-

rale che permette all’Europa di na-

scere. Stessi testi, stessa lingua,

uno scambio libero. L’Europa ac-

quista per la prima volta la consa-

pevolezza di essere un’identità e

gli scienziati europei del Seicento

tendono a riconoscersi reciproca-

mente e a essere riconosciuti come

membri di una comunità. Hanno

un’epistemologia comune (che

prevede l’integrazione tra teorie

ed esperimenti), istituzioni comu-

ni (le Accademie) un linguaggio

comune. Ma anche valori condi-

visi che bisognerebbe inseguire

tuttora: Comunitarismo, Univer-

salismo, Disinteresse, Originalità,

Scetticismo sistematico. Obietti-

vi che non interessano solo gli ac-

cademici chiusi nei loro rigoro-

sissimi studi, ma ogni individuo

che voglia aderire alla società de-

mocratica, non solo scientifica.

Il Prof. Pietro Greco, docente,

giornalista e divulgatore scientifi-

co (su Radio Rai conduce una per-

la del mattino come “RadioTre

Scienza”), ha incontrato gli alun-

ni delle classi terze dell’Istituto di

Istruzione Superiore “Cristofaro

Mennella”, indirizzo Tecnico Tu-

ristico, per parlare della Rivolu-

zione Scientifica nel Seicento.

L’iniziativa, coordinata dalle pro-

fessoresse Assunta Barbieri e Gio-

vanna Tessitore, si inserisce in un

ciclo di incontri e percorsi pro-

gettati dai docenti del “Mennella”

e rivolti agli allievi per stimolare

nei giovani l’acquisizione critica

di una consapevolezza storica ri-

flettendo, in questo caso, su un ar-

gomento affascinante come la na-

scita della scienza moderna nel

Seicento. Settanta tra studenti e

studentesse delle classi terze han-

no ascoltato con interesse e atten-

zione la descrizione di Greco su

un momento capitale della nostra

storia, le cui tracce si ritrovano an-

che ai giorni nostri.

Una rivoluzione con molti padri,

soprattutto molti antenati. Gli el-

lenisti, arabi, cinesi, Federico II e

il Fibonacci, Dante sommo teori-

co della società democratica scien-

tifica e le botteghe di artisti come

Brunelleschi, Masaccio, Donatel-

lo. Insomma, una rivoluzione che

affonda le radici nella storia d’Eu-

ropa. Qualcuno azzarda perfino

una data di nascita: 13 marzo

1610, con la pubblicazione del

trattato di astronomia scritto da

Galileo Galilei. Da quel momen-

to, in effetti muta l’immagine del

mondo e la sua percezione. Pez-

zo dopo pezzo, vengono abbattu-

ti i pilastri della cosmologia ari-

stotelico-tolemaica: Copernico

mette il Sole, invece della Terra,

al centro del mondo; Tycho Brahe,

pur essendo anticopernicano, eli-

mina le sfere materiali che, nella

vecchia cosmologia, avrebbero,

nel loro moto, trainato i pianeti e

all’idea di orbe (o sfera) materia-

le sostituisce la moderna idea di

orbita; Keplero offre una sistema-

zione matematica del sistema co-

pernicano e compie il rivoluzio-

nario passaggio dal moto circola-

re («naturale» e «perfetto», nella

vecchia cosmologia) al movi-

mento ellittico dei pianeti; Gali-

leo mostra la falsità della distin-

zione fra fisica terrestre e fisica

celeste, dimostrando che la Luna

è della stessa natura della Terra;

Newton, tra i protagonisti assolu-

ti di quella rivoluzione, dimostrò

che la forza gravitazionale agisce

in ogni luo-

go dell’uni-

verso. In ve-

rità, non mu-

ta soltanto

l’immagine

del mondo.

C’è anche il cambiamento —len-

to, tortuoso, ma decisivo — delle

idee sull'uomo, sui rapporti tra

scienza e società, scienza e filo-

sofia, scienza e tecnica. L’una ma-

dre dell’altra; un paradosso – evi-

dente – per raccontare un intrec-

cio fortissimo.

«La ragione per la quale abbiamo

deciso di invitare il Prof. Pietro

Greco», spiega la docente Gio-

vanna Tessitore «è perché pensia-

mo che i saperi debbano essere co-

nosciuti, acquisiti e accessibili ai

ragazzi non solo come argomenti

di studio semplicemente nozioni-

stico. Il Prof. Greco ha parlato di

scienze, certo, ma anche di filo-

sofia, musica, arte. Non ha caso,

ha introdotto la sua conferenza con

l’immagine dell’ “Incredulità di

San Tommaso”, dipinto di Cara-

vaggio, forse il pittore che più di

tutti testimonia nell’arte la Rivo-

luzione Scientifica». «L’argo-

mento mi piaceva» sostiene la

Tessitore, «perché le rivoluzioni

che nella storia hanno significato

cambiamenti epocali, sono sem-

pre partite dalle idee. Le azioni co-

me risultato di una meditazione

8 venerdì 6 maggio 2016

SCUOLA9venerdì 6 maggio 2016

SCUOLA

profonda e non dell’istinto. Un

cambiamento di prospettive che

arriva da lontano, dal Rinasci-

mento, quando il mondo medioe-

vale si chiude per fare posto a un

mondo più moderno in cui l’uo-

mo acquisisce consapevolezza di

sé. Una consapevolezza che mi

piacerebbe avessero anche i nostri

studenti nella loro vita. Galileo so-

steneva che per conoscere il mon-

do bisogna avere gli occhi della

fronte e gli occhi della mente. Una

mente aperta, in altri termini. E’ la

sfida della nostra scuola: molti

vorrebbero chiuderle, queste men-

ti, mentre io e le colleghe, com-

battiamo come gladiatori nel-

l’arena perchè avvenga il contra-

rio»

«Come insegnanti, combattiamo

contro l’omologazione, le con-

suetudini, lo strapotere della tec-

nologia», aggiunge la docente As-

sunta Barbieri, «Lavoriamo affin-

ché i nostri allievi acquisiscano un

pensiero critico che permetterà lo-

ro di fare scelte consapevoli, au-

tonome , non indotte dai social,

dalle abitudini oda un sistema tec-

nologico oppressivo. Li aiutiamo

a sviluppare la capacità di discer-

nere quello che per loro è giusto

o no, è buono o meno, perché

ognuno di loro realizzi le sue ve-

re attitudini». Nessuna difficoltà

a orientarsi in uno scenario così

articolato e complesso? «I ragaz-

zi sono molto curiosi» spiegano le

docenti, «all’inizio un po’ in dif-

ficoltà, perché approcciano ter-

mini e correnti filosofiche non fa-

miliari visto che – purtroppo – agli

istituti tecnici non si insegna la fi-

losofia. Alla fine, trovando la stra-

da giusta, li abbiamo portati a

comprendere i concetti cardine

per affrontare questo incontro sen-

za mai smarrirsi. Hanno seguito e

apprezzato la lezione, facendo an-

che qualche domanda davvero

spontanea e hanno chiesto al prof.

Greco, grandissimo comunicato-

re, di tornare presto».

Pietro Greco racconta al “C.Mennella” la Rivoluzione Scientifica del SeicentoLa nascita della scienza moderna tra innovazione, filosofia e comunitarismo. Sempre nel segno

di un cambiamento, continuo e radicale, di prospettiva. Il giornalista e divulgatore scientifico ospitedell’Istituto Superiore, indirizzo Tecnico Turistico, per un ciclo di incontri finalizzati all’acquisizione

critica di una consapevolezza storica. I docenti: «La sfida della scuola? Una mente aperta»

FORIO – Cosa abbiamo ereditato, o per-

duto, della grande Rivoluzione Scientifica

del Seicento?

«Quel grande tema del valore della scienza èancora un valore condiviso dalla gran partedegli scienziati, attaccato però dal tentativodell’appropriazione della conoscenza che, inun’ottica di mercato, molte aziende fanno le-gittimamente. Il problema nasce non tanto dalfatto che esiste una scienza applicata realiz-zata da aziende private, ma da una scienza pub-blica marginale, una scienza finanziata consoldi pubblici, in cui la conoscenza è assoluta-mente trasparente, accessibile per tutti, che ri-sponde alle domande di curiosità degli scien-ziati. Se noi riusciamo a preservare questi am-biti, finanziando questo tipo di ricerca, che èvero motore dell’innovazione tecnologica, ab-biamo salvato l’essenza della scienza del Sei-cento». Abbiamo parlato di Alessandria come capi-

tale della conoscenza dell’antichità. E oggi?

Le capitali sono forse centri virtuali?

«Oggi non esiste una sola capitale, esistonodegli assi. In altri termini non c’è una singolacittà, ma svariate capitali distribuite fortuna-tamente in varie parti del mondo. Fino a 100anni fa l’asse scientifico del pianeta era cen-

trato sull’Europa, la quasi totalità della scien-za veniva fatta qui. Dagli anni Trenta del Ven-tesimo secolo, l’asse si è spostato negli StatiUniti, che restano tuttora il paese principale,anche se registriamo un ulteriore spostamentodall’Atlantico al Pacifico. Oggi la gran partedegli scienziati vive in Asia, il più rapido svi-luppo delle attività scientifiche è nel continen-te asiatico, con un unico limite: prevale il prag-matismo». Eppure la spiritualità è una componente im-

portante del continente asiatico

«Spiritualismo e pragmatismo sono stati sem-pre presenti nella formazione e nel caratteredegli asiatici. Da un punto di vista scientifico,sta prevalendo il pragmatismo. Con qualcheripensamento: il Giappone, che ha avuto unapproccio estremamente pragmatista dagli an-ni ‘50 agli ‘80 ha compreso i limiti del prag-matismo. Il Giappone ha creato il numero piùalto di ingegneri al mondo, ma ha capito cheoccorrono investimenti nella scienza di base.Non basta usarla, ma crearne di nuova. Con-tinuamente. Da una ventina d’anni ha comin-ciato a finanziare a finanziare la scienza di ba-se e oggi si vediamo gli effetti: sono molti i pre-mi Nobel attribuiti ai scienziati giapponesi».

GICA

Greco “Occorre una scienza pubblica, trasparente e accessibile per tutti»

L’INTERVENTO

• Keplero e Newton, due protagonistidella RivoluzioneScientifica