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VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA Dimensioni di variazione Diatopia (cfr. gr. tópos = “luogo”): italiano standard italiano standard italiano regionale dialetto La dimensione diatopica di variazione è legata soprattutto alla geografia linguistica, alla dialettologia e alla linguistica delle varietà.

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Dimensioni di variazione

�Diatopia (cfr. gr. tópos = “luogo”):

italiano standarditaliano standarditaliano regionaledialetto

La dimensione diatopica di variazione è legatasoprattutto alla geografia linguistica, alladialettologia e alla linguistica delle varietà.

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Dimensioni di variazione

�Diastratia: si tratta della dimensione relativa aidiversi strati sociali e culturali. Il concetto vienesommato a quello di variazione a seconda delsommato a quello di variazione a seconda delluogo da Flydal (1951).

�Diafasia (cfr. lt. for, faris = “parlare”): ladimensione diafasica riguarda la variazionedovuta alle diverse situazioni comunicative; èpropriamente aggiunta alle altre due dimensionida Coseriu (1956).

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Dimensioni di variazione

�Diamesia (cfr. gr. mésos = “mezzo”): è ladimensione legata al canale, ossia al mezzo, scrittoo parlato, di comunicazione. Il termine si deve aMioni (1983), che aggiunge questo parametro agliMioni (1983), che aggiunge questo parametro aglialtri tre, introdotti da Coseriu in francese.L’opposizione tra lingua scritta e lingua orale èspesso considerata parte della variazione diafasica,anche se in realtà si tratta di una dimensionestrettamente legata, più che alla sociolinguistica, allalinguistica delle varietà.

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Dimensioni di variazione

�Le dimensioni di variazione di più strettapertinenza del sociolinguista sono quelle

diastratica (strettamente legata al parlante)

ediafasica (legata alla situazione: ogni parlante ha a

disposizione più varietà diafasiche).

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Dimensioni di variazione

�Varietà diastratiche:varietà del repertorio individuate da insiemivarietà del repertorio individuate da insiemicongruenti di tratti linguistici (=variabili)significativamente correlanti con tratti dellacollocazione sociale del parlante (strato o classesociale, ma anche gruppo sociale, éthnos, sessoe classe generazionale).

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Dimensioni di variazione

�Varietà diastratiche:

�socioletto = varietà diastratica lato sensuvarietà legata alla classe socialevarietà legata al gruppo sociale

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Dimensioni di variazione

�Varietà diafasiche:varietà del repertorio individuate da insiemivarietà del repertorio individuate da insiemicongruenti di tratti linguistici (=variabili)significativamente correlanti con tratti

�relativi ai ruoli reciproci che sussistono tra iparlanti nella situazione comunicativa (=registri)

�relativi all’ambito del discorso e all’argomento dicui si parla (=sottocodici)

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Dimensioni di variazione

�Varietà diafasiche:�il temine registro nella linguistica�il temine registro nella linguisticafunzionalistica è impiegato in senso più ampio,per indicare tutte le varietà pertinenti allecomponenti di campo (argomento, sfera diesperienza, sfera di attività) , tenore (rapporti trai partecipanti) e modo (mezzo), in relazione conuna certa situazione comunicativa.Possibili sinonimi: stile, stile contestuale.

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Dimensioni di variazione

�Varietà diafasiche:�il temine sottocodice evidenzia il fatto che si�il temine sottocodice evidenzia il fatto che sitratta di un codice particolare, caratterizzato daun lessico speciale, con corrispondenzesignificato-significante aggiuntive rispetto aquelle stabilite nel codice comune.Possibili sinonimi: linguaggi settoriali, lingue speciali,tecnoletti, ecc.

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Dimensioni di variazione

�Le tre dimensioni di variazione in realtà sonospesso sovrapposte in sincronia, nel senso cheuna concreta produzione di un parlante risenteuna concreta produzione di un parlante risentesenz’altro e della sua posizione sociale, e dellasituazione comunicativa, e della suaprovenienza geografica (ad es. i tratti piùmarcatamente popolari di norma emergono neglistrati sociali più bassi).

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Dimensioni di variazione

�Quando non si voglia indicare la dimensione divariazione, si parla genericamente divarietà/variabile substandard (o non standard).varietà/variabile substandard (o non standard).

�Tuttavia, ogni volta che è possibile, ilsociolinguista deve saper individuare quale siala dimensione di variazione in cui avviene piùsignificativamente la correlazione tra trattilinguistici e tratti del contesto extralinguistico.

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Dimensioni di variazione

�Volendo istituire una gerarchia, la dimensionediatopica sembra preponderante – sia dal puntodi vista dello sviluppo della capacitàdi vista dello sviluppo della capacitàsociolinguistica nell’apprendimento, siaquantitativamente – su quella diastratica, a suavolta predominante su quella diafasica.Tra dimensione diastratica e diafasica c’è ampiasovrapposizione (cfr. espressioni come linguapopolare, colloquiale, familiare, ecc.).

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Dimensioni di variazione

�Volendo invece rappresentare le tre dimensionenel loro interagire, si può ricorrere al concetto di‘architettura di un repertorio linguistico’.‘architettura di un repertorio linguistico’.A Berruto (1987) si deve la disposizione lungoordinata ed ascissa delle varietà diastratiche ediatopiche, incrociate dalle varietà diafasiche,come terza dimensione.

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Dimensioni di variazione

Wunderli (1992) propone invece due sistemi,uno bidimensionale per l’asse diatopico ediastratico e uno tridimensionale per l’assediastratico e uno tridimensionale per l’assediafasico, distinto in argomento (=campo),canale (=modo) e stile (=tenore).

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Continuum

L’idea di continuum può essere applicata beneanche allo spazio di variazione di una lingua(=architettura di un repertorio), che è costituito(=architettura di un repertorio), che è costituitoda varietà di lingua che si sovrappongono e chetrapassano l’una nell’altra, con confini sfumati enon ben definibili.

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Dimensioni di variazione

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Continuum

Parimenti in dialettologia si vede come i dialettisiano dati da fasci di isoglosse, in maniera che èpossibile individuare bene il confine tra le duepossibile individuare bene il confine tra le duevarietà dialettali poste ai poli del continuum, manon le differenze che distinguono i punti vicini.Nella creolistica, il modello continuistico èadottato per mostrare il passaggio gradualedalla varietà alta (per es. inglese in Giamaica) aquella bassa (per es. creolo giamaicano), posteai poli.

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Continuum

�I limiti del modello continuistico vanno visti�nella unidimensionalità e linearità del continuum, a�nella unidimensionalità e linearità del continuum, acui opporre dei modelli pluridimensionali;�nel fatto che tutti i continua sono anisotropi (ossiaorientati) e scalari (cioè dotati di gradini e di limiti).Così, ad esempio, lo spettro dei colori visibili è datodallo sfumare di un colore nell’altro, ma all’internodella finitezza dello spettro visibile e con gradinicostituiti dai colori fondamentali.

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Continuum

� ‘Idea discreta del continuum’, grazie alla� ‘Idea discreta del continuum’, grazie allapossibilità di addensamenti focali.

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Variabili sociolinguistiche

�Definizione approssimativa:

Ogni insieme di modi alternativi di dire la stessacosa.

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Variabili sociolinguistiche

�DefinizioneUn’entità del sistema lingua (pronuncia,Un’entità del sistema lingua (pronuncia,morfema, parola, costruzione, regola, ecc.) cheammette realizzazioni diverse equivalenti (ossiache non mutano il valore dell’entità nel sistema,vale a dire il suo significato), tutte in correlazionecon fattori extralinguistici.�Stesso significato = principio di equivalenza semantica.

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Variabili sociolinguistiche

�Le variabili hanno dei valori, ossia realizzazionialternative (che costituiscono parimenti delleclassi), chiamate varianti (sociolinguistiche).classi), chiamate varianti (sociolinguistiche).

�Il problema di fondo è dare conto di questediverse realizzazioni all’interno di un corpus(corpus linguistics), individuando bene quelleche non sono in variazione libera, ma sonosensibili al contesto linguistico e/oextralinguistico.

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Variabili sociolinguistiche

Dopo essere state individuate, le variabili e le lorovarianti devono essere contate e trattatestatisticamente, ad esempio rappresentandone ilcomportamento nel corpus mediante la costruzionedi strutture sociolinguistiche (Labov), costituite dadiagrammi cartesiani.Le strutture sociolinguistiche possono essere didiversa complessità.

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Variabili sociolinguistiche

Galli de’ Paratesi (1984)variabile [r:] variante [r]

r1 RI=licealirRII=studenti tecnici e magistrali

r2 RIII=operai

r1 =registro informaler2 =registro formale

RIII RII RI

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Variabili sociolinguistiche

Labov (1966)SEC variabile #[θ] varianti [tθ] [t] (NY) = marker

(=contrassegno)SEC=socio economic-class, dalla più bassa

Registro: parlare spontaneo – parlare accurato –

lettura di testi - lettura di liste di parole

distribuzione di prestigio

variabile laboviana

Registro

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Variabili sociolinguistiche

variabile (con distribuzione)laboviana

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Variabili sociolinguistiche

Labov (1966)SEC variazione diastratica [+]

variazione diafasica [-]

variabile = indicator

Registro

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Variabili sociolinguistiche

Labov (1966)SEC variazione diastratica [-]

variazione diafasica [+]

variabile = stereotipo

Registro

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Variabili sociolinguistiche

ipercorrettismo

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Variabili sociolinguistiche

�Problemi metodologici:�come discernere le varianti nel continuum di�come discernere le varianti nel continuum direalizzazioni dei parlanti?�come quantizzarle, soprattutto se sono più di una?�Es.:

[θ] = 0; [tθ] = 0,5 [t] = 1

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Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

�Problemi metodologici e di sostanza:�problematicità della nozione di variabile�problematicità della nozione di variabile�quali tipi di variabile e a quale/i livello/i di analisi siprestano meglio a funzionare da variabilisociolinguistiche?

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Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileRisulta problematica, in particolare, l’estensioneRisulta problematica, in particolare, l’estensionedella nozione di variabile al di sopra del livellofonologico, con conseguente trattamento in terminidi regola variabile e di formulazione diconsiderazioni probabilistiche.Il problema è dato dal principio dell’equivalenzasemantica.

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Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileIl principio dell’equivalenza semantica prevede che iIl principio dell’equivalenza semantica prevede che idiversi valori di una variabile – ossia le diversevarianti – lascino intatti significato e funzioni dellavariabile interessata.

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Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileQuesto principio si applica con facilità al livelloQuesto principio si applica con facilità al livellofonologico, in cui riguarda allofoni di fonemi, ossiaunità prive di pertinenza distintiva, e dunque nontocca per definizione il significato referenziale delmessaggio (cfr. <three> = [θri:] / [tθri:] / [tri:]).

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Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabile�Una possibile questione, in realtà, sorge a�Una possibile questione, in realtà, sorge aproposito del fatto che vengono confrontate variantiche danno luogo a varietà che costituiscono almenoin parte sistemi diversi: sarebbe meglio parlare difonotipi che rappresentano la realizzazione normaledi un fonema in una certa varietà, all’interno di undiasistema, piuttosto che di varianti allofoniche.

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Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileAnche a livello morfologico si può pensare che leAnche a livello morfologico si può pensare che lediverse varianti di una variabile siano equiparabili, alivello di sistema linguistico, ad allomorfi di unostesso morfema (cfr. -aio/-aro). Così in morfosintassi(sincretismo le/gli e sovraestensione di ci).

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Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileProblemi di maggiore entità sorgono ai livelliProblemi di maggiore entità sorgono ai livellisuperiori di analisi, in cui le unità hanno un valorereferenziale e forme diverse potrebbero avere inrealtà un significato leggermente diverso, peresempio a livello pragmatico (cfr. fr. ne…pas vs. pase italiano non mica vs. mica: non vengo mica).

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� Problematicità della nozione di variabileIn alcuni casi, cioè, l’equivalenza semantica sembraIn alcuni casi, cioè, l’equivalenza semantica sembrascontata (per es. il ragazzo a cui ho dato un librovs. il ragazzo che gli ho dato un libro), mentre in altrino (per es. mi piace il caffè vs. a me mi piace ilcaffè, dislocazione a sinistra dell’italiano popolare incui la topicalizzazione potrebbe avere un valorecontrastivo, a livello pragmatico).

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� Problematicità della nozione di variabileA favore di un’estensione non problematica si poneA favore di un’estensione non problematica si poneSankoff (1973), che pensa che possibili differenzenel valore referenziale o anche nella funzionegrammaticale siano neutralizzate nel discorso inatto, per la mancanza di consapevolezza da partedel parlante.

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� Problematicità della nozione di variabileViceversa, risultano critiche Gadet (1992) e GodardViceversa, risultano critiche Gadet (1992) e Godard(1992), la quale pensa che la scelta di costruttialternativi non sia sempre riconducibile allo stessopunto del sistema, con lo stesso identicofunzionamento.

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� Problematicità della nozione di variabileUna posizione intermedia si ha in Lavandera (1978),Una posizione intermedia si ha in Lavandera (1978),che propone di parlare piuttosto di comparabilitàfunzionale di uno stesso contesto, a partiredall’osservazione che spesso il parlante sa chevarianti sintattiche hanno un valore pragmaticoparticolare, dunque agisce consapevolmente.

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Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Problematicità della nozione di variabileParimenti Romaine (1984) sostiene la necessità diParimenti Romaine (1984) sostiene la necessità diinquadrare la variazione sintattica all’interno dellapragmatica del discorso, che coinvolge l’intenzionecomunicativa del parlante, nel quadro di una teoriasociolinguistica integrata: così, però, si rischia diconfondere variabilità sociolinguistica e variazione‘stilistica’, legata a esigenze diverse, ad es. didistribuzione dell’informazione.

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Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

� Quali tipi di variabili e a quale/i livello/i di analisi siprestano meglio a funzionare da variabilisociolinguistiche?

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Variabili sociolinguistiche e livelli di analisi

In gran parte si tratta di scelte del tutto arbitrarie: cfr.realizzazione della –r in inglese (car, floor, ecc.),substandard in British English e standard inAmerican English.�Tuttavia, è possibile che, in generale, le varianti‘più naturali’ siano socialmente sfavorite (cfr. [t] vs[θ]; ma [tθ]? Cfr. anche assimilazioni come inmonno, quanno, ecc. e riduzioni e assimilazionidell’allegro speech).

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Regole variabili

�Regole variabiliEsprimono le analisi ricavate dall’esame minuziosoEsprimono le analisi ricavate dall’esame minuziosodei dati linguistici rappresentati attraverso lestrutture sociolinguistiche introdotte da Labov esviluppate soprattutto all’interno dellasociolinguistica variazionistica nordamericana.

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Regole variabili

Obiettivo è l’elaborazione di descrizioni formali dellalingua – grammatiche – in grado di dar conto dellavariabilità.Si tratta, quindi, di regole simili a quelle di riscritturadella grammatica generativa, in cui però si tieneconto non solo di categorie e tratti linguistici, maanche dei fattori che influiscono sull’applicazione.L’output in questo caso non è categorico.

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Regole variabili

�Es.:�Regola di riscrittura (in fonologia sono meccanismiche connettono una rappresentazione fonologica a unarappresentazione fonetica e operano una serie dirappresentazione fonetica e operano una serie dicambiamenti)

A � B / C (riscrivo A come B nel contesto C)[k] � [ʧ] / __ +[i][amiko]� [amiʧi]; [diko] �[diʧi]

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Regole variabili

�Es.:�Regola variabile

A � <B> / C (riscrivo variabilmente A come B nel A � <B> / C (riscrivo variabilmente A come B nel contesto C)

< > = variabilità; l’elemento compreso tra le parentesiuncinate ha un peso variabile.C = contesto linguistico e quantificazione dei datiextralinguistici che correlano con l’uscita della regola.

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Regole variabili

�Es.:�Regola variabile (indebolimento consonantico in Toscana:me lo dava [me lo 'ðaa]; Giannelli-Savoia 1978)

VV γ stato emotivo

v � <ø> / V__V [+acc] β stile informale [P2]

α stile trascurato [*P3]*=variante categorica, nello stile trascuratoP2=ceto medio urbanoP3=ceto contadinoα > β > γ

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Regole variabili

Nella formulazione delle regole variabili sono spessostati curati soprattutto gli aspetti statistici, anche adiscapito dell’attenzione per i correlati sociali di unavariante; i fenomeni considerati sono spessomicroscopici.�Es.:cancellazione dello [ǝ] nella copula (is [ǝz], have[ǝv], will [ǝł] nel Black English.

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Regole variabili

<Pro> V

[ǝ] � ø #____C01# gonna

<-C>1

<-C> [+T] NPPA-Loc

P0=0,25 [Pro] = 0,86 [V] = 0,49[-C] = 0,65 [gonna] = 0,89

[[NP] = 0,16[PA-LOc] = 0

P0 = propensione della regola a essere applicata a priori1 = categoricità dell’occorrenza

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Regole variabili

Considerato un certo corpus, si assegna a ciascuncorrelato una restrizione variabile (= grado diprobabilità) nell’influenzare l’occorrenza dellavariante. Viene usato un programma (VARBRUL) alfine di prevedere la frequenza di occorrenza chemeglio produce output vicini a quelli effettivi delcorpus. Nella formulazione della slide precedente siha la misura della ‘stima della probabilità massima’di occorrenza.

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Regole variabili

I limiti della metodologia sono�considerazione privilegiata dei fattori linguistici enon extralinguistici di variazione, come se sitrattasse di un fenomeno di variazione linguisticapiuttosto che sociolinguistica�rischio di ‘riduzionismo’, consistente nella velleitàdi applicare metodi propri delle scienze esatte afenomeni legati anche al comportamento umano, enel rischio di piegare i dati alle esigenze teoriche

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Regole variabili

I limiti della metodologia sono�pretesa di vedere nelle regole variabili una sorta diestensione della grammatica generativa, che non sioccupa di uso, ma di competenza linguistica, e checonsidera i tipi di frase (type) e non la loro frequenzadi occorrenza (token)�velleità di raggiungere un’adeguatezza esplicativadi tipo predittivo, come nelle spiegazioni causali,laddove si tratta di descrizioni o al massimo dispiegazioni ex post, di natura probabilistica

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Regole variabili

I vantaggi della metodologia sono�possibilità di esprimere in maniera economica eformalizzata variabili sociolinguistiche�apertura all’analisi statistica – che permette dirappresentare mediante curve la distribuzione dellevarianti – e all’analisi fattoriale, che dà modo divedere quali variabili siano più o meno connessecon i fattori socio-demografici e con i fattoripropriamente linguistici

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Grammatica di varietà

�Grammatica di varietà (Varietätengrammatik)Si tratta di un modello alternativo alle regoleSi tratta di un modello alternativo alle regolevariabili, proposto da Klein e Dittmar, in Germania,in particolare per studiare le diverse interlingue (=varietà) presentate da lavoratori immigrati.Riprende la nozione di grammatica probabilistica dailogici e non presenta ambizioni teoriche, ma soloobiettivi descrittivi.

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Grammatica di varietà

La grammatica di varietà è data da una serieordinata di regole di riscrittura, che descrivono lederivazioni possibili delle diverse unità linguistiche.Ogni regola è data da un blocco di regole constessa entrata e diverse uscite (varianti), di cui vienecalcolata la probabilità di occorrenza a partire da uncorpus. I blocchi di regole rappresentano unospazio di varietà prestabilito.

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Grammatica di varietà

�Es.: uso di determinanti, quantificatori e numeralinel SN ad Heidelberg

I II III IV HeidelbergSN�(A)N 0,59 0,52 0,48 0,34 0,34

SN�Det(A)N 0,19 0,30 0,32 0,50 0,55

SN�Q(A)N 0,07 0,08 0,08 0,06 0,05

SN�Num(A)N 0,14 0,10 0,11 0,09 0,04

(SN�altro) 0,00 0,00 0,01 0,01 0,02

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Grammatica di varietà

I punti di somiglianza e di differenza rispetto alleregole variabili sono�sono entrambi dispositivi volti a incorporare lafrequenza nella grammatica�la grammatica di varietà non considera il contesto(è acontestuale) e postula la separatezza dei fattoriche possono influire sull’occorrenza delle diversevarianti.

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VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Grammatica di varietà

I punti di somiglianza e di differenza rispetto alleregole variabili sono�la grammatica di varietà non è orientata sunessuna varietà (vs. regole variabili, orientate sullavarietà standard in input) e può dar conto di variabilicon valori non binari.

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VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Grammatica di varietà

I vantaggi della metodologia sono�si tratta di un sistema di rappresentazione chiaro e�si tratta di un sistema di rappresentazione chiaro efacile da impiegare.I limiti della metodologia sono�necessità di integrazione mediante altre tecnicheche possano cogliere le relazioni con il contesto (ades. scale di implicazione).

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Scale di implicazione

�Scale di implicazioneLe scale di implicazione (o analisi di implicazione, oLe scale di implicazione (o analisi di implicazione, oscalogrammi) sono state proposte all’interno dellacreolistica americana come alternativa descrittivaalle regole variabili, in particolare con riferimento aicontinua creoli e post-creoli. Si tratta, in realtà, diuna metodologia che può essere consideratacomplementare a quella delle regole variabili.

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Scale di implicazione

Lo scopo è quello di far emergere eventualiimplicazioni tra le variabili e le varianti che lerealizzano e, più in generale, rapporti di gerarchiatra tratti. Si rappresenta, cioè, se la selezione di untratto implichi la selezione di un altro tratto o di altritratti.

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VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

�Es.: astrattoT1 T2 T3 T4T1 T2 T3 T4

V1 + + + +V2 + + + -V3 + + - -V4 + - - -

T1⊃T2 ⊃T3 ⊃T4

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Scale di implicazione

�Es.: imperativo nell’interlingua

2sg (II/III) 2sg neg 2pl 2sg (I) 3sg

P1 + + + + +?P2 + + + + +?P2 + + + + +?P3 + + + + -P4 + + - + -P5 + + + - -P6 + + + - -P7 + + - - -P8 -? - - - -P9 -? - - - -

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Scale di implicazione

La scala di implicazione mostra la diversa difficoltàdi realizzazione delle diverse forme imperativali, dicui la più difficile risulta essere il congiuntivoesortativo, presente – con qualche incertezzaesortativo, presente – con qualche incertezzainterpretativa – sono nelle due varietà di interlinguapiù avanzate.Si nota che la reale distribuzione delle varianti tra levarietà non crea un modello implicazionale perfetto;negli scalogrammi, però, è tollerata una deviazionedel 10%.

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VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

Una scala di implicazione presuppone l’esistenza dicoppie di tratti che ammettono solo tre delle quattrocombinazioni possibili, secondo il seguente schema:

(a) p q

(b) p non-q

(c) non-p q

(d) non-p non-q

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Scale di implicazione

�Es.:

p= [v] � <ø> / V__Vq= gorgia toscana

(a) p q(a) p q

(b) p non-q

(c) non-p q

(d) non-p non-q

� Non è possibile, se i due tratti correlano, che, in assenzadell’indebolimento di [v], ci sia la gorgia in una varietà.

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Scale di implicazione

I vantaggi della metodologia sono�le scale di implicazione, mostrando le correlazioni�le scale di implicazione, mostrando le correlazioni

tra tratti, permettono di mettere ordine nellavariabilità, oltre a rappresentare delle significativerestrizioni sulla variazione, da xn a n + 1 (x=numerodelle varianti e n=numero delle variabili), adesempio da 25 (=32) a 5 + 1 nel caso di 5 variabilicon 2 varianti.

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VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

I vantaggi della metodologia sono�le scale di implicazione possono essere applicate a�le scale di implicazione possono essere applicate a

tutti i livelli di analisi, e lo sono state proficuamentesoprattutto ai livelli alti di analisi, di solito non trattaticon le regole variabili

�le scale di implicazione permettono di trattare conun’unica grammatica (polilettale o panlettale) piùvarietà (dalla creolistica all’apprendimento di L2)

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Scale di implicazione

I vantaggi della metodologia sono�possibilità di incorporare la variabilità espressa�possibilità di incorporare la variabilità espressa

quantitativamente attraverso le regole variabili,mediante l’introduzione di un terzo valore v,compreso tra 0,1 e 0,9.

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VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Scale di implicazione

�Es.: astrattoT1 T2 T3 T4T1 T2 T3 T4

V1 1 1 1 1V2 1 1 1 vV3 1 1 v vV4 1 v v 0V5 v v 0 0V6 v 0 0 0

T1⊃T2 ⊃T3 ⊃T4

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Altri modelli

�Altri modelliRegole variabili, grammatiche di varietà e scaleRegole variabili, grammatiche di varietà e scaleimplicazionali possono risultare inadeguati permodellizzare situazioni molto complesse, in cui nelparlante convivono e interagiscono,sovrapponendosi, due varietà come la linguaconsiderata standard e il dialetto, che sono spessodue sistemi anche strutturalmente diversi.

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Altri modelli

�Altri modelliPer questo in Europa sono stati fatti tentativi diPer questo in Europa sono stati fatti tentativi dimodellizzazioni più articolate, per rendere conto diuna maggiore complessità della variazione, rispettoall’inglese degli USA o ai creoli a base inglese.

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Altri modelli

�Altri modelli�’Grammatiche coesistenti’ o ‘analisi di sistemi�’Grammatiche coesistenti’ o ‘analisi di sistemicoesistenti’Si parte dall’idea che non sia possibile inserire lavariabilità in una descrizione unica e si pensa quindidi costruire grammatiche in parallelo, con particongiunte e parti disgiunte, in cui si mettono leregole specifiche di ogni varietà.

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Altri modelli

�Altri modelli�’Grammatiche coesistenti’ o ‘analisi di sistemi�’Grammatiche coesistenti’ o ‘analisi di sistemicoesistenti’�Es.:Studio del livellamento dialettale in Svezia eDanimarca, con calcoli delle curve di distribuzionedelle variabili e delle combinazioni implicative omeno delle variabili. (Kristensen e Thelander)

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Altri modelli

�Altri modelli�’Grammatiche coesistenti’ o ‘analisi di sistemi�’Grammatiche coesistenti’ o ‘analisi di sistemicoesistenti’�Es.:Oltre alle variabili implicative, si trovano variabili indistribuzione libera e variabili di equivalenza (oentrambe, o nessuna). Si nota inoltre un livellointermedio tra dialetto e lingua standard, di convergenzadell’uno sull’altra.

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VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelli�’Grammatica di variazione’ (Mioni e Trumper 1977). In�’Grammatica di variazione’ (Mioni e Trumper 1977). Inquesto caso si vuole invece dare una descrizionecomune di italiano e dialetto nella competenza delparlante del Veneto. Si tratta, dunque, di un tentativo diutilizzo e adattamento a una situazione più complessadei metodi della sociolinguistica americana. Il limite è laconvalida sul campo non ad ampio raggio.

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VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelli�Nel modello sono presenti regole, anche variabili�Nel modello sono presenti regole, anche variabilied eventualmente corredate di scale di implicazione,relative:

- a fenomeni equivalenti nelle diverse varietàA [+reg n] [-reg m] /seƞto/B [-reg n] [+reg m] /ʧeƞto/C [-reg n] [-reg m] /keƞto/

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VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelli

- a stessi fenomeni, con diverse restrizioni contestualiA regola m/XB regola m/YC regola m

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VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelli- a stessi fenomeni, con differente frequenza

A regola m, φ=0 (regola non attiva)A regola m, φ=0 (regola non attiva)B regola m, φ=0,3 (regola variabile)C regola m, φ=0,6 (regola variabile)D regola m, φ=100 (regola categorica)

In questo caso delle linee di ‘isonomia’ uniscono i punticon stessa realizzazione della regola.

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VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli

�Altri modelli�Nel modello i rapporti tra varietà sono definiti daaltre regole, ad esempio dalle regole dicorrispondenza, come le seguenti (più pericolosenella loro applicazione nel passaggiodialetto�italiano, che può produrre ipercorrettismi,mentre nell’altra direzione, italiano�dialetto, laregola è categorica):C �ø / __C (regola di geminazione e scempiamento)

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VARIAZIONE INTERNA DELLA LINGUA

Altri modelli�Altri modelli�Infine, il modello prevede la possibilità di mostrarel’interferenza del dialetto sull’italiano (se la regola chedescriverebbe il passaggio italiano�dialetto viene applicatadescriverebbe il passaggio italiano�dialetto viene applicataall’interno dell’italiano come regola variabile), e anche laselezione di una delle due diverse varietà, italiano e dialetto,mediante ‘correlazioni di somme algebriche di coefficienti’ cheimporrebbero l’applicazione di certe regole, spostando versol’alto o verso il basso la varietà selezionata all’interno di duescale a quattro gradini, in cui il terzo gradino dell’italianocorrisponde al primo del dialetto.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

Al fine di comprendere come sono organizzati irepertori linguistici e come si differenzianosocialmente, sono necessari alcuni concetti disociologia del linguaggio, a cominciare da quello distatus e di funzione di una lingua o varietà di lingua.Si tratta di concetti relativi al rapporto di un sistemalinguistico con l’articolazione socio-politica eamministrativa di una comunità.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

�Definizione di status

Con status si intende ciò che con un sistemaCon status si intende ciò che con un sistemalinguistico si può fare sul piano economico, politico,sociale, culturale, legale, ecc…Il concetto si pone dunque a un livello astratto (deiure).

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

�Definizione di funzioneCon funzione si intende invece ciò che con unCon funzione si intende invece ciò che con unsistema linguistico si fa effettivamente sul pianoeconomico, politico, sociale, culturale, legale, ecc…Il concetto si pone dunque a un livello concreto (defacto).

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

�Es.: Svizzera

(DE) Schweizerische Eidgenossenschaft

(FR) Confédération suisse

(IT) Confederazione svizzera

(RM) Confederaziun svizra

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

�Es.�Status: in Svizzera hanno lo stesso status di lingua

ufficiale sia l’italiano, sia Il tedesco, sia il francese (ilromancio, parlato nel Canton Grigioni, è linguanazionale dal 1938 e parzialmente lingua ufficialedal 1996).

�Funzione: in Svizzera il tedesco e il francese hannouna piena funzione ufficiale, mentre l’italiano (eancor più il romancio) hanno una funzione limitata.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

La funzione ufficiale di un sistema linguistico si puòesplicare nell’amministrazione, nei rapporti traautorità e cittadino, nella scuola e nell’educazione(lingua in cui si insegna o che si insegna),nell’accesso alle conoscenze tecniche e scientifiche,ma anche nei rapporti tra Stati, ecc.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

Nell’effettivo attuarsi dello status di un sistema linguisticoinfluiscono vari fattori, a cominciare dal prestigio, che èstrettamente legato agli atteggiamenti dei parlanti.strettamente legato agli atteggiamenti dei parlanti.Secondo Fasold (1984, 1989), gli attributi minimi che unsistema linguistico deve avere perché il suo statusufficiale si esplichi attraverso una funzione effettiva sono:

-alto livello di standardizzazione-conoscenza da parte di quadri di cittadini colti.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

�Es.in Svizzera l’italiano è svantaggiato rispetto alin Svizzera l’italiano è svantaggiato rispetto alfrancese e al tedesco perché non può contare suquadri di cittadini colti.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

Nel corso degli anni sono stati fatti diversi tentativi dirappresentazione del profilo sociolinguistico di unoStato, tenendo conto delle funzioni svolte dallediverse lingue e varietà di lingua.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Status di una lingua o di una varietà

�Es.: Paraguay (Ferguson 1966)3L = 2Lmag (Su, Vg) 0Lmin + 1Lspec (Cr)

Lmag: dipende dal numero di parlanti (≥25% o >1.000.000 di parlanti) edall’uso nell’istruzione (>50% nella scuola secondaria).

Lmin: dipende dal numero di parlanti (≥5% o >100.000 parlanti) edall’uso nell’istruzione primaria.

S(tandard)U(fficiale)=spagnolo

V(ernacolare)g(lingua di gruppo)=guaraní, ossia lingua nonstandardizzata

Spec(lingua a statuto speciale)=latino, nella Chiesa

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

Le componenti che definiscono lo status di unalingua o di una varietà di lingua – e quindi i ‘tipifunzionali’ – di sistemi linguistici sono:�componenti geo-politiche�componenti socio-demografiche�componenti linguistiche

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:

�area di diffusione�sistema sociale di riferimento�statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�area di diffusione�area di diffusione�ampia o ristretta (= lingua ‘locale’, o’regionale’ o ‘di

minoranza’)�compatta o diffusa�composta da più regioni di un territorio plurilingue o

da più Paesi (=‘area di ampia comunicazione’)

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�area di diffusione� Compatta o diffusa

�varietà dachlos ‘senza tetto’ (Kloss 1978): varietà che non ha sopradi sé una lingua strettamente imparentata, ad es. lingue minoritariela cui versione standard non è studiata a scuola (arbërisht, anticavariante del tosco, varietà dell'Albania meridionale, parlato in alcunecomunità in Italia meridionale; cfr. ora legge n. 482/1999 in materiadi tutela delle minoranze linguistiche storiche)

vs.varietà con Überdachung ‘copertura’, come i dialetti in Italia(Dachsprache ‘lingua tetto).

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�area di diffusione� ‘area di ampia comunicazione’�lingua veicolare = sistema linguistico usato per rispondere a bisogni�lingua veicolare = sistema linguistico usato per rispondere a bisogni

di carattere utilitaristico o commerciale in situazioni plurilingui einteretniche

�Es.:pidgin

creolilingue franche

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�Es.:pidgin

Si tratta di codici semplificati nati per soddisfare limitate esigenze dicomunicazione, relative a situazioni di commercio (pidgin <comunicazione, relative a situazioni di commercio (pidgin <business) o di colonizzazione.Si hanno pidgin a base inglese, francese, portoghese, olandese e,in misura minore, spagnola.Di norma si tratta di lingue semplificate, sia nel lessico – la cuimatrice è costituita dalla lingua di maggior prestigio – sia nellastruttura morfosintattica.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguisticopidgin

� Es.: neomelanesiano a base inglese (Pacifico)1sg mi

1pl esclusivo mifelǝ1pl esclusivo mifelǝ

1pl inclusivo jumi <you + me

borata ‘consanguineo dello stesso sesso’ < brother

vs.

sisa ‘consenguineo di sesso opposto’ < sister

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�Es.:creoli

Secondo una delle ipotesi della creolistica, le lingue creoleSecondo una delle ipotesi della creolistica, le lingue creoletrarrebbero origine dai pidgin, quando essi diventano, da linguaausiliaria, L1 per i parlanti di seconda generazione e subiscono,appunto, un processo di creolizzazione.Rispetto ai pidgin i creoli sono caratterizzati da un lessico più ricco espesso anche da una struttura più complessa.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�Es.:lingue franche

Codici simili sono il sabir – lingua franca parlata sulle coste delCodici simili sono il sabir – lingua franca parlata sulle coste delMediterraneo e sulle navi dal medioevo alle soglie dell’età moderna,con lessico a base italo-spagnola più elementi greci, arabi e turchi egrammatica semplificata (mi sabir ‘io so’) – e il russenorsk –combinazione di russo e norvegese parlato dai pescatori delle costeartiche.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�area di diffusione� ‘area di ampia comunicazione’

�lingue poli- o pluricentriche.�lingue poli- o pluricentriche.Si tratta di lingue che hanno lo status di lingua nazionale in piùPaesi, in cui hanno una varietà standard.�Es.:tedesco: lingua nazionale in Germania, Austria e Svizzera, constandard diversi.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�sistema sociale di riferimento�sistema sociale di riferimento�Stato, nazione, associazione o organismo inter- o

sovranazionale, entità amministrativa statale eregionale.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�sistema sociale di riferimento�lingua ‘di ampia comunicazione’, in quanto parlata per i

rapporti tra Stati oppure per la comunicazione trarapporti tra Stati oppure per la comunicazione traistituzioni internazionali (ad es. lingua della diplomazia olingue franche)

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�sistema sociale di riferimento�lingua di lavoro, adibita alla comunicazione presso certe

organizzazioni (ad es. presso l’ONU, in inglese Unitedorganizzazioni (ad es. presso l’ONU, in inglese UnitedNations; in francese Organisation des Nations Unies;in spagnolo Organización de las Naciones Unidas;in russo Организация Объединённых Наций; in cinese 联

合国; in arabo al-Umam ,المتحدة ا�مم al-Muttaḥida; pressol’Unione europea sono lingue di lavoro inglese, francese etedesco, su 24 lingue effettivamente parlate nei 28 Paesi).

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�sistema sociale di riferimento�lingua nazionale, ossia connessa con il carattere di

identificazione nazionale della comunità che la parlaidentificazione nazionale della comunità che la parla

�Es: italiano per l’Italia‘una d’arme, di lingua, d’altare,di memorie, di sangue e di cor’

Alessandro Manzoni, Marzo 1821

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�sistema sociale di riferimento�lingua regionale, come accade nelle regioni a statuto

speciale (per es. tedesco in Alto Adige, catalano inCatalogna, basco nei Paesi Baschi, ecc.)

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua�statuto giuridico delle lingue e varietà di lingua�lingue legislativamente riconosciute o meno�lingue ufficiali, stabilite come tali nell’ordinamento

dello Stato e impiegate nell’amministrazione (Fasold1989)

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di linguaKloss (1968) distingue sei casi possibili:�lingua ufficiale unica (Germania)�lingua ufficiale (aggiunta) paritaria (francese e fiammingo

in Belgio)�lingua ufficiale regionale (catalano in Spagna)�lingua promossa, di cui la legislazione favorisce

l’impiego, pur non essendo lingua ufficiale (spagnolonegli USA)

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di linguaKloss (1968) distingue sei casi possibili:�lingua tollerata, né ufficialmente sostenuta, né

ufficialmente vietata (basco in Francia, lingue degliimmigrati)

�lingua proscritta, per la quale esistono sanzioni oproibizioni (catalano, basco e gallego in Spagna duranteil franchismo, ma anche dialetti e tedesco in Alto Adigedurante il fascismo)

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Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di linguaSituazione in ItaliaArt. 2 della legge 482/1999Art. 2 della legge 482/1999

«In attuazione dell'articolo 6 della Costituzione e in armonia con iprincípi generali stabiliti dagli organismi europei e internazionali, laRepubblica tutela la lingua e la cultura delle popolazioni albanesi,catalane, germaniche, greche, slovene e croate e di quelle parlanti ilfrancese, il franco-provenzale, il friulano, il ladino, l'occitano e ilsardo.»

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Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di linguaSituazione in Italia

Le minoranze linguistiche d'Italia sono costituite dalle comunitàparlanti lingue appartenenti a varie famiglie linguistiche (ovvero igruppi germanico, albanese, greco, neolatino e slavo) e diversedalla lingua nazionale entro i confini della Repubblica italiana. Lalegge nazionale 482/99 e leggi regionali tutelano e riconoscono 12gruppi linguistici minoritari, rappresentati da circa 2.500.000 parlantidistribuiti in 1.171 comuni di 14 regioni.

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Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di linguaSituazione in Italia:

Non sono tutelate le «alloglossie interne», cioè le comunità parlantiNon sono tutelate le «alloglossie interne», cioè le comunità parlantilingue di ceppo italo-romanzo trasferitesi dalle proprie sedi originalie insediatesi in territori oggi appartenenti allo Stato italiano (come idialettofoni gallo-italici dell'Italia insulare e meridionale), né le«minoranze diffuse», cioè le comunità parlanti varietà nonterritorializzate (come i Rom e i Sinti), né le «nuove minoranze»,ossia le lingue alloglotte di recente importazione parlate in comunitàin cui spicca «una volontà di conservare lingua, cultura, religione eidentità di origine».

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico�componenti geo-politiche:�statuto giuridico delle lingue e varietà di linguaSituazione in Italia:

Non sono tutelati neanche i dialetti, le cui comunità, stricto sensu,rientrerebbero nell'accezione di «minoranze linguistiche» in quantoparlanti varietà distinte rispetto alla lingua nazionale italiana.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:

� numero e tipo di parlanti�tratti socio-culturali degli utenti�domini d’impiego

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�numero e tipo di parlantinumeronumero�quantità relativa (percentuale di parlanti sulla

popolazione totale)�quantità assolutaconsiderate entrambe per definire le lingue maggiori

vs. minori.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�numero e tipo di parlantinumero�quantità relativa (percentuale di parlanti sulla

popolazione totale)considerata per definire lingue maggioritarie vs.

minoritarie.

Le lingue minoritarie sono definite tenendo conto anchedell’area di diffusione, della parentela con la linguamaggioritaria, della collocazione dei parlanti nella società.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�numero e tipo di parlantinumero�quantità assolutaconsiderata per definire lingue grandi (centinaia di milioni

di parlanti) vs. medie (decine di milioni di parlanti) vs.piccole (pochi milioni, centinaia o decine di migliaia, oanche solo centinaia di parlanti �endangered languageso lingue in estinzione).

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�numero e tipo di parlantinumero�quantità assolutail numero di parlanti, sommato al PNL dell’intera

popolazione parlante, al numero di pubblicazioni nellalingua e ad altri indicatori definisce la puissancelinguistique di una lingua (Mackey 1976)

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�numero e tipo di parlantitipotipo�parlanti nativi (L1)�parlanti non nativi (L2)Ammon (1989) individua 196 tipi di utenti, riconducibili a

9, combinando questa distinzione con le diverse abilitàlinguistiche (ricettive e produttive, scritte e parlate) el’opposizione tra capacità e uso effettivo.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�numero e tipo di parlantitipotipo�parlanti nativi (L1)�parlanti non nativi (L2)Lo status di una lingua con molti parlanti nativi è diverso

da quello di una lingua con pochi parlanti nativi (casiestremi lingue pidgin e franche).

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:�tratti socio-culturali degli utenti�tratti socio-culturali degli utentivariabili sociali e demografiche (classe sociale,

classe generazionale, gruppo etnico, religione,cittadinanza, professione, ecc.)

Se correlano con una varietà (registro o sottocodice)possono contribuire allo status della varietà stessa.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti socio-demografiche:� domini d’impiego� domini d’impiegolingue di uso generalizzatolingue relative a uno o più domini (sottocodici)L’influenza dei domini si ha soprattutto nelle funzioni

culturale, educazionale, commerciale, tecnica, religiosa,solo in parte in quella ufficiale.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:

�grado di elaborazione di un sistema linguistico�grado di standardizzazione di un sistema

linguistico�’vitalità’ di un sistema linguistico

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di elaborazione di un sistema linguistico (o�grado di elaborazione di un sistema linguistico (o

Ausbau)�Kloss (1978) propone il concetto, tenendo conto degli

argomenti di cui la lingua può trattare (temi relativi allastoria e tradizione locale; temi culturali generali; temi difilosofia, scienze naturali e tecnologia) e del suo livello disviluppo (a livello di scuola elementare, di scuolasecondaria, di università).

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di elaborazione di un sistema linguistico�grado di elaborazione di un sistema linguistico�Viene così costruito un reticolo a nove caselle, in cui

collocare le lingue, con un esempio di scalaplurifattoriale, in cui a ciascun gradino si puòassegnare un valore numerico, per quantificarestatus e funzione di un sistema linguistico.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di elaborazione di un sistema linguistico�grado di elaborazione di un sistema linguistico�Così nel primo gradino si hanno le lingue usate solo

per pubblicare testi di scuola elementare su temirelativi alla comunità locale e nell’ultimo le lingueusate anche per testi universitari di filosofia, scienzenaturali e tecnologia.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di elaborazione di un sistema linguistico�grado di elaborazione di un sistema linguistico�Al di sotto del livello minimo si hanno lingue usate

solo per tradurre testi fondamentali (per es. laBibbia), oppure per testi scritti di narrativa e dipoesia, o per testi non poetici orali.Naturalmente la grafizzazione è considerataindispensabile ai fini dell’elaborazione minima.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di elaborazione di un sistema linguistico�grado di elaborazione di un sistema linguistico�Kloss (1968) propone invece sei tipi funzionali, da lingue

standard che soddisfano tutti i bisogni, anche tecnologici, diuna società avanzata (tutte le lingue occidentali, masoprattutto l’inglese), a lingue standard ‘giovani’, usate perfunzioni specifiche, per es. educazionali (hausa, yoruba eigbo in Nigeria), a lingue ‘preletterarie’ (molte lingue indigenein Africa, Asia, Oceania).

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di standardizzazione di un sistema�grado di standardizzazione di un sistema

linguistico lingue standard, standardizzate lingue non standard, non standardizzate lingue autonome lingue eteronome

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di standardizzazione di un sistema�grado di standardizzazione di un sistema

linguistico�Con lingua standard si intende una varietà per le

quale esistono norme basate su modelli letterarie codificate in grammatiche, dizionari, ecc.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di standardizzazione di un sistema�grado di standardizzazione di un sistema

linguistico�Con lingua autonoma si intende una varietà in

cui le norme per il buon uso, le tendenze versocui evolve, i neologismi siano definiti all’internodel sistema.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�grado di standardizzazione di un sistema�grado di standardizzazione di un sistema

linguistico�Una lingua B è invece eteronoma se i suoi utenti

vengono corretti nella direzione di un’altralingua, autonoma, A, se B evolve verso A e se ineologismi provengono da A (cfr. dialetti econcetto di ‘copertura’)

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�’vitalità’ di un sistema linguistico

�Si intende la continuità della tradizione e dellatrasmissione della lingua da una generazione all’altrapresso gruppi di parlanti.

È vitale un sistema linguistico che continui a esserelingua materna di gruppi consistenti di parlanti,socioculturalmente influenti, e che sia usato e nel parlatoe nello scritto.

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Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�’vitalità’ di un sistema linguistico

�Non è vitale un sistema linguistico che sia trasmessocome lingua materna in piccoli gruppi isolati, da parlantisocioculturalmente marginali, e che sia poco usato nelparlato e meno o affatto nello scritto.Se la lingua perde totalmente la propria vitalità, muore.Una lingua può anche tornare a vivere (cfr. ivrit).I pidgin possono essere piuttosto vitali (� creoli).

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Dimensioni dello status linguistico

�componenti linguistiche:�’vitalità’ di un sistema linguisticoAl concetto di vitalità si può legare quello di language

vigour, che è tanto maggiore quanto, indipendentementevigour, che è tanto maggiore quanto, indipendentementeda fattori politici, culturali e sociali, un sistema linguisticogode di alto prestigio in una comunità, come condizioneper non essere esposti a discriminazioni e per potergodere appieno delle possibilità di avanzamento sociale(inglese in Canada; lingua nazionale per gli immigrati).

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

Lingua e varietà di lingua sono nozionidifficilmente distinguibili sulla base di definizionidifficilmente distinguibili sulla base di definizionichiare. Naturalmente per stabilire quale sistemalinguistico possa essere considerato lingua equale varietà di lingua (e di quale lingua) ènecessario partire dalla definizione di lingua.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Definizione di lingua�in linguistica: sistema linguistico (sistema di

sistemi) peculiare dal punto di vista strutturalesistemi) peculiare dal punto di vista strutturale�in sociolinguistica variazionistica: diasistema,

come somma di varietà�in sociologia del linguaggio: sistema linguistico

socialmente sviluppato (standardizzato, lg.ufficiale o nazionale, con ampia gamma di funzioni,Dachsprache ‘lingua tetto’)

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Abstandsprache (lingua per distanziazione)

vs.

�Ausbausprache (lingua per elaborazione)Kloss (1978)

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Abstandsprache (lingua per distanziazione)

Indica una lingua riconoscibile come tale sullabase dei tratti strutturali che la caratterizzano, atutti i livelli di analisi, e la distinguono dalle altrelingue (= definizione linguistica)

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Ausbausprache (lingua per elaborazione)Indica una lingua riconoscibile come tale sulla base delIndica una lingua riconoscibile come tale sulla base delfatto che si tratta di un codice dotato di realeonnipotenza semiotica e dunque capace di svolgere tuttele funzioni richieste in una comunità di parlanti (=definizione sociolinguistica e di sociologia dellinguaggio).È un sistema linguistico socialmente evoluto perchéserve da ‘strumento standardizzato di attività letteraria’.

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Lingua vs. varietà di lingua

�Possibilità logiche binarie:Abstandsprache = AAbstandsprache = AAusbausprache = B

+A +B (lingue occidentali, cinese, ecc.)

+A -B (romanì)

-A +B (gallego � portoghese; corso � italiano)

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

Il concetto di Abstandsprache è in realtàproblematico nella sua applicazione, in quanto siproblematico nella sua applicazione, in quanto sitratta di un concetto che prevede un continuume dei prototipi posti ai suoi poli, a seconda dellacondivisione o meno di una matrice di tratti, dicui i più importanti sono cinque.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Comparazione genealogica: lingue di famigliediverse risultano strutturalmente più distanti di lingueappartenenti alla stessa famiglia, salvo i casi in cui ilcontatto non abbia agito da fattore dicontatto non abbia agito da fattore diomogeneizzazione (cfr. Sprachbund o lega linguistica,che consiste in un insieme di fenomeni di convergenzasintattica, morfologica e fonologica che accomunanogruppi di lingue che possono avere o non avere relazionigenealogiche; es. lega balcanica).�Problemi per cosiddetti dialetti italo-romanzi.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Reciproca comprensibilità: ossia possibilità deiparlanti di due sistemi linguistici di comprendersiparlanti di due sistemi linguistici di comprendersiparlando ciascuno la propria varietà (cfr.intercomprensione).�Problemi legati alla marcatezza e all’atteggiamentodei parlanti, per questioni di prestigio.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Coscienza linguistica: riconoscimento, da parte deiparlanti, di un sistema linguistico come lingua a sé,parlanti, di un sistema linguistico come lingua a sé,dotata di una propria autonomia, o come varietàriconducibile a un’altra lingua.�Il criterio dà soprattutto informazioni sullo status delsistema linguistico e sull’atteggiamento dei parlanti.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Lessicostatistica (o glottocronologia): metodo messoa punto da Swadesh nel 1951, concepito comea punto da Swadesh nel 1951, concepito comealternativo al metodo comparativo, nell’ambito dellalinguistica diacronica. Si basa sull’ipotesi che le parole diuso comune (= vocabolario di base) si mantengono nellelingue per un certo periodo. Se si identifica la lorovelocità di decadimento è possibile stabilire in qualemomento due lingue imparentate tra loro si sonoseparate (= profondità temporale).

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Sul piano sincronico, due lingue con lessico dibase imparentato pari ad almeno l’81% risultanobase imparentato pari ad almeno l’81% risultanovarietà della stessa lingua e non lingueautonome (ad esempio tra inglese e tedesco ca60% di lessico imparentato).�Problemi con l’individuazione del lessico dibase e con i sinonimi).

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Differenza strutturale: si tratta, sostanzialmente, divalutare la simiglianza tipologica di due sistemivalutare la simiglianza tipologica di due sistemilinguistici ai vari livelli della lingua. Ci sono deitentativi, anche statistici.�Problemi di identificazione e confrontabilità dellestrutture e di definizione del discrimen che stabilisce ladifferenza o l’assimilabilità di una varietà a un’altra, intermini e quantitativi e qualitativi (di peso dei singolitratti).

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua vs. varietà di lingua

�Definizione integrata di lingua (Ammon 1989):

Una lingua X è un insieme di varietà linguistiche inUna lingua X è un insieme di varietà linguistiche incui

� una varietà (quella standard) copre tutte le altre(Überdachung ~ Ausbausprache)

� nessuna delle varietà coperte (eteronome) ha ungrado più che medio di dissimilarità rispetto allavarietà tetto (Abstandsprache).

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Lingua vs. varietà di lingua

�Definizione integrata di lingua (Ammon 1989):�Problema con lingue con alto grado di�Problema con lingue con alto grado didissimilarità, come nel caso di alcuni deicosiddetti dialetti italo-romanzi.�Problema in caso di mancanza di copertura,come nel caso dell’arbërisht rispettoall’albanese.

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Lingua vs. varietà di lingua

�Possibilità logiche in continuum (scalari):Abstandsprache = AAusbausprache = B�A �B (lingue occidentali, cinese, ecc.) A �B (nederlandese � tedesco)�A B (molte lingue africane)�A B (sardo; ma ora � sardo standard) A B (molti dialetti dell’Italia centrale)

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua standard vs. dialetto

�Con lingua standard si intende una varietàsovraregionale, parlata dai ceti medio-alti,sovraregionale, parlata dai ceti medio-alti,omogenea (quasi senza variazione), scritta ecodificata in base a un corpus riconosciuto diopere letterarie di riferimento.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua standard vs. dialetto

�Standard è un termine polisemico, in quanto puòessere inteso

(a) sia come uso corretto di una lingua, coincidentecon una precisa varietà socio-geografica (cfr.inglese standard) o meno (cfr. italiano standard)

= def. linguistica(b) sia come insieme di tratti non socialmente marcati

della lingua (uso medio dei parlanti colti)=def. sociolinguistica

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua standard vs. dialetto

�Caratteristiche di una lingua standard (Garvin-Mathiot 1956):

• stabilità flessibile (invarianza)• uso in testi astratti (elaborazione)• funzione di modello di riferimento (codificazione)• prestigio• funzione unificatrice (dei parlanti = lingua nazionale)• funzione separatrice (rispetto ai parlanti di un’altra

lingua = lingua nazionale)

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua standard vs. dialetto

La differenza tra lingua standard e dialetto non è dinatura linguistica, ma sociolinguistica. I dialetti, cioè,sono lingue storico-naturali tanto quanto le linguestandard, sul piano semiotico. Si distinguono,standard, sul piano semiotico. Si distinguono,invece, sia dal punto di vista di status e funzione, siasul piano dell’uso secondo le altre dimensioni,diastratica, diafasica e diamesica, con cui ladimensione diatopica si incrocia profondamente, inmaniera molto complessa e diversa da comunità acomunità.

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Lingua standard vs. dialetto

�Definizione approssimata di dialetto:

varietà linguistiche definite dalla dimensionediatopica, che possono anche godere di un certogrado di codificazione, ma non sono mai lavarietà standard (a cui sono subordinate), chefunge da ‘tetto’ e con cui risultanogeneticamente imparentate.

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Lingua standard vs. dialetto

�Condizioni perché una varietà risulti dialettorispetto a una varietà standard:rispetto a una varietà standard:

�certo grado di vicinanza strutturale�copertura da parte della varietà standard�parentela

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Lingua standard vs. dialetto

�Classificazione dei dialetti a seconda del rapporto conla varietà standard:

�primari, se sono varietà geografiche sorelle della varietà orastandard, che esistevano prima del processo di standardizzazione(dialetti italo-romanzi)

�secondari, se si sono formati per differenziazione diatopica rispettoalla lingua comune, in cui i parlanti di un’ampia comunità siriconoscono, dopo la sua diffusione (italiani regionali)

�terziari, se si sono formati per differenziazione diatopica rispetto allavarietà standard, dopo la sua diffusione (italiani regionali)

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Lingua standard vs. dialetto

Il concetto di dialetto si definisce dunque solo inrelazione a quello di lingua standard. Rispetto a questa, idialetti presentano una scarsa o quasi nulla Ausbau,ossia elaborazione.ossia elaborazione.A mano a mano che la acquisiscono, tendono adiventare, a loro volta, lingue standard (convergenza).Se si ha, invece, avvicinamento tra dialetti, si halivellamento dialettale, fino alla formazione di una koinè,in cui vengono eliminati i loro tratti più peculiari emarcati.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

Il concetto di diglossia si inserisce all’interno dellatipologia dei repertori, che si propone di classificare lecomunità linguistiche a seconda del tipo dicomunità linguistiche a seconda del tipo diorganizzazione sociolinguistica prevalente. A secondadel peso diverso – sul piano di status e funzioni – dilingue e varietà presenti in un repertorio, infatti, lecollocazioni reciproche dei sistemi linguistici compresentiin una comunità possono presentare diverseconfigurazioni.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

La prima distinzione è tra diglossia e bilinguismo(Ferguson 1959).�Diglossia: compresenza di più lingue o varietàsociolinguisticamente e funzionalmente differenziate,ossia usate dalla comunità di parlanti conspecializzazione per funzioni diverse.vs.

�Bilinguismo: compresenza di più lingue nonsociolinguisticamente e funzionalmente differenziate.

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Diglossia

�Caratteristiche della diglossia secondo Ferguson:�esistenza di vari dialetti primari (=L1) di una lingua�esistenza di una varietà sovrapposta (secondaria,esistenza di una varietà sovrapposta (secondaria,appresa dopo la varietà primaria) ai dialetti�stabilità della coesistenza tra varietà basse e varietàalta�parentela tra le varietà, ma differenza strutturalemarcata per quella alta�prestigiosa tradizione letteraria per la varietà alta

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

�Caratteristiche della diglossia secondo Ferguson:�standardizzazione della varietà alta�apprendimento formale della varietà alta, a scuolaapprendimento formale della varietà alta, a scuola�uso della varietà alta nello scritto e nel parlato formale�uso delle varietà basse nella conversazione ordinaria�Ess.:francese vs. creolo ad Haiti; arabo classico vs. arabo dialettale;katharévousa vs. dimotikhì in Grecia; Hochsprache vs.Schwyzertüsch in Svizzera.

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Diglossia

�Caratteristiche della diglossia secondo Ferguson:

�A differenza di quanto accade in Europa, di norma,nell’uso di lingua standard e dialetti, nella diglossianessun parlante usa la varietà alta per la conversazionequiotidiana.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

Questa definizione, nel suo rigore, presenta alcuniproblemi:�siccome la delimitazione delle varietà è definitaanzitutto sulla base della distribuzione nelle diversesituazioni (con ricca esemplificazione), il confine tradiglossia e bilinguismo sfuma, se due lingue diversevengono usate in maniera sociolinguisticamente efunzionalmente differenziata (sovrapposizione tradiglossia e bilinguismo)

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Diglossia

� in-diglossia/endoglossia/diglossia intralinguisticavs.

out-diglossia/esoglossia/diglossia interlinguistica

�a partire dalle stesse premesse, la diglossia è stataestesa, indebitamente, a ogni situazione di compresenzadi registri diversi in situazioni formali o informali(sovrapposizione tra diglossia e dimensione diafasica)

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

�la distribuzione della varietà alta rispetto alle varietàbasse in Ferguson è sociolinguisticamente netta eobbligatoria:lingua A: omelie, lezioni universitarie, discorsi politici, notiziarilingua A: omelie, lezioni universitarie, discorsi politici, notiziariradiofonici e televisivi, articoli di giornale, poesia e lettere personali.lingua B: istruzioni a dipendenti, conversazioni familiari, amici ecolleghi, programmi radiofonici di intrattenimento, didascalie nellecaricature politiche, letteratura popolare.

Si è appurato, invece, che può darsi il caso in cui laselezione della varietà alta o di quelle basse risultiobbligatoria per certi ambiti, preferenziale in altri.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia

Il possesso di entrambi i tipi di varietà si è visto che puòessere ristretto a un certo numero di parlanti, mentre glialtri dominano una sola varietà (ad esempio chi nondeve usare la lingua per scopi formali). In questo casodeve usare la lingua per scopi formali). In questo casonon è facile stabilire quale percentuale di parlanti debbadominare entrambi i tipi di varietà perché si possaparlare di diglossia. In alcuni casi si è arrivati asostenere una distribuzione tra gruppi complementari,sulla base della classe sociale (sovrapposizione tradiglossia e dimensione diastratica)

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Bilinguismo

Per bilinguismo si intende la compresenza nel repertoriodi più lingue diverse (per distanziazione,Abstandsprachen). Sul piano sociolinguistico interessa ilAbstandsprachen). Sul piano sociolinguistico interessa ilbilinguismo di una comunità di parlanti e non quello delsingolo individuo (linguistica del contatto; didattica dellelingue). Naturalmente il repertorio può essere anche inuna situazione di plurilinguismo.

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Bilinguismo

Si distingue tra:

�plurilinguismo di diritto, ossia riconosciuto ufficialmente(Canada, Belgio, Svizzera, Lussemburgo, molti Paesiafricani o asiatici; in India 14 lingue ufficiali)�plurilinguismo di fatto, ossia non riconosciutoufficialmente

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Diglossia e bilinguismo

�Tipi logici di repertorio (Fishman 1967):

�bilinguismo con diglossia�bilinguismo senza diglossia�diglossia senza bilinguismo�né bilinguismo né diglossia

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�Modello complesso di tipi di repertorio (Berruto1987,1989):

�bilinguismo sociale (o comunitario)�diglossia�dilalia�bidialettismo (o polidialettismo)

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Diglossia e bilinguismo

�bilinguismo sociale (o comunitario):si tratta della situazione in cui due lingue, diverse persi tratta della situazione in cui due lingue, diverse perdistanziazione e per elaborazione, sono compresentinella comunità sociale e sono entrambe usate, in tutte lesituazioni formali e informali, dunque consovrapposizione dei domini.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�bilinguismo sociale (o comunitario)�CaratteristicheCaratteristiche�coesistenza di due lingue, per differenziazione edelaborazione�uso di entrambi i codici nella conversazione ordinaria�sovrapposizione di dominio tra i codici

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Diglossia e bilinguismo

�bilinguismo sociale (o comunitario)�Ess.:Montréal (inglese e francese)Valle d’Aosta (italiano-francese, anche se è più usatol’italiano)

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Diglossia e bilinguismo

�diglossia:si tratta della situazione in cui sono compresenti nellasi tratta della situazione in cui sono compresenti nellacomunità sociale due varietà chiaramente diverse perstruttura e storia (come nella dilalia) o anche distanziate,ma tali che solo una sia usata nello scritto formale e neidomini più alti.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�diglossia�Caratteristiche distintive:Caratteristiche distintive:�sensibile diversità tra le varietà�chiara differenziazione funzionale tra i due codici�standardizzazione piena di una delle varietà�possibilità di promozione di una delle varietà a codicealternativo dell’altra varietà

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Diglossia e bilinguismo

�diglossia�Ess.:Svizzera tedesca (Schriftsprache vs.Schwyzertütsch)Varie regioni italiane fino all’Ottocento avanzato

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�dilalia:si tratta della situazione in cui sono compresenti nellacomunità sociale due varietà chiaramente diverse perstruttura e storia, ma tali che almeno una parte dellastruttura e storia, ma tali che almeno una parte dellacomunità le usi entrambe anche nel parlato informale e,nonostante la chiara differenza funzionale, sia possibileusare entrambe, alternativamente (code-switching) ocongiuntamente (code-mixing o enunciazione multilingueo intrasentential-code-switching), in una stessa funzioneo in uno stesso dominio.

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�dilalia�Caratteristiche distintive:Caratteristiche distintive:�sensibile diversità tra le varietà�uso di entrambi i codici nella conversazione ordinaria�sovrapposizione di dominio tra i codici�chiara differenziazione funzionale tra i due codici�una delle due varietà è socialmente marcata

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�dilalia�Caratteristiche distintive:Caratteristiche distintive:�esistenza di un continuum di sottovarietà�alto prestigio di una delle due varietà�presenza di entrambe le varietà nella socializzazioneprimaria�possibilità di promozione di una delle varietà a codicealternativo

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�dilalia�Caratteristiche distintive:Caratteristiche distintive:�frequenza di commutazione di codice e dienunciazione mistilingue�presenza di una tradizione di impiego letterario dialmeno una delle varietà

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�dilalia�Ess.:Italia (italiano e dialetti italo-romanzi, compresi sardo efriulano; eccezione di Toscana e di Roma)

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DIFFERENZIAZIONE NEL REPERTORIO

Diglossia e bilinguismo

�bidialettismo e polidialettismo:si tratta della situazione in cui sono compresenti nellasi tratta della situazione in cui sono compresenti nellacomunità sociale una varietà standard e diverse varietàregionali e sociali, senza un grado alto di distanza aidiversi livelli di analisi, con possesso di tutte le varietà daparte della popolazione, che però usa solo le varietà nonstandard nella conversazione informale.

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Diglossia e bilinguismo

�bi- o polidialettismo�Ess.:Inghilterra, parte della Francia, Toscana e Roma