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VALUTAZIONE TECNICO-SCIENTIFICA DEGLI STUDI PRODOTTI DALLE REGIONI SULLA FENOLOGIA DI MIGRAZIONE DELL’AVIFAUNA DI INTERESSE VENATORIO AL FINE DI UN EVENTUALE AGGIORNAMENTO DEL DOCUMENTO “KEY CONCEPTS” (a cura di) Barbara Amadesi & Jacopo G. Cecere Servizio Consulenza Faunistica Febbraio 2016

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VALUTAZIONE TECNICO-SCIENTIFICA DEGLI STUDI PRODOTTI DALLE

REGIONI SULLA FENOLOGIA DI MIGRAZIONE DELL’AVIFAUNA DI

INTERESSE VENATORIO AL FINE DI UN EVENTUALE AGGIORNAMENTO

DEL DOCUMENTO “KEY CONCEPTS”

(a cura di)

Barbara Amadesi & Jacopo G. Cecere Servizio Consulenza Faunistica

Febbraio 2016

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Sommario CONSIDERAZIONI GENERALI .................................................................................................................................... 4VALUTAZIONE DEI SINGOLI DOCUMENTI ............................................................................................................ 7

1) Satellite radio tracking of Eurasian woodcock wintering in Italy: first data..............................7

REGIONE TOSCANA..................................................................................................................................8

2) Monitoraggio della presenza della Beccaccia nella Tenuta di San Rossore 2010-2013 - Università Pisa.........................................................................................................................................8

REGIONE UMBRIA.....................................................................................................................................9

3) Progetto "Fenologia della migrazione ed ecologia dello svernamento della Beccaccia in Italia" 9

4) “Monitoraggio delle specie nidificanti in Umbria e indicatori dello stato di conservazione dell'avifauna, 2001-2012”........................................................................................................................9

5) Avifauna migratoria - I Turdidi in Umbria (I Quaderni dell'osservatorio).............................10

6) “Progetto Turdidi - Isola Polvese: studio svernamento dei Turdidi cacciabili tramite inanellamento e VHF – 2012”...............................................................................................................11

7) “Progetto Turdidi - Isola Polvese: studio svernamento dei Turdidi cacciabili tramite inanellamento e VHF – 2013”...............................................................................................................12

8) “Progetto Turdidi - Isola Polvese: studio svernamento dei Turdidi cacciabili tramite inanellamento e VHF – 2014”...............................................................................................................14

9) “Progetto Turdidi - San Vito in Monte: studio svernamento dei Turdidi cacciabili tramite inanellamento e VHF – 2013”...............................................................................................................15

PUGLIA......................................................................................................................................................16

10) “Studio per la determinazione della data d'inizio migrazione prenuziale del Tordo bottaccio in provincia di Lecce - III resoconto”..................................................................................................16

LIGURIA....................................................................................................................................................18

11) Analisi preliminare delle catture per unità di sforzo di Tordo bottaccio (Turdus philomelos) in Regione Liguria.................................................................................................................................18

12) Gli abbattimenti di Tordo bottaccio Turdus philomelos in Provincia di Imperia...................19

13) Analisi storica delle presenze di cacciatori sul territorio imperiese durante la caccia vagante e da appostamento.................................................................................................................................21

CALABRIA.................................................................................................................................................22

14) Studio della migrazione primaverile precoce attraverso la realizzazione di una rete di stazioni di inanellamento – Anno I – 2014...........................................................................................22

15) Studio della migrazione primaverile precoce attraverso la realizzazione di una rete di stazioni di inanellamento – Anno II – 2015.........................................................................................23

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SARDEGNA...............................................................................................................................................24

16) Studio sull’avifauna migratoria in Sardegna - Elaborazione dati aggregati dei carnieri. Annate venatorie 2012-13, 2013-14, 2014-2015...................................................................................24

17) Studio sull’avifauna migratoria in Sardegna – Relazione di sintesi delle attività di inanellamento Turdidi 2012-2015........................................................................................................25

18) Studio sull’avifauna migratoria in Sardegna – risultati delle attività 2014-2015...................25

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CONSIDERAZIONI GENERALI Attraverso la redazione del documento “Key Concepts”, iniziata dalla Commissione ORNIS

nel 1998, la Commissione Europea ha di fatto sancito i periodi di inizio migrazione per ciascuna specie cacciabile in ognuno dei Paesi membri. Più di recente, la Commissione Europea ha riconosciuto che la versione 2009 del documento “Key Concepts” può essere revisionata periodicamente, sulla base delle nuove conoscenze acquisite grazie all’applicazione di più moderne tecniche di studio e monitoraggio, nonché sulla base dei potenziali effetti dei cambiamenti climatici sulla fenologia degli uccelli.

La presente istruttoria si pone come obiettivo la verifica dell’utilità della documentazione messa a disposizione da alcune regioni italiane per l’aggiornamento del documento “Key Concepts”, al fine di ottemperare agli obblighi previsti dall’articolo 7(4) della Direttiva 2009/147/CE. In questo contesto è necessario sottolineare che l’obiettivo principale di tale processo è l’identificazione della data di inizio della migrazione prenuziale delle specie target presenti in un determinato territorio, e non l’identificazione del periodo di massima attività migratoria.

Sono stati esaminati complessivamente 18 documenti, relativi a studi condotti in sei regioni italiane: Calabria, Liguria, Puglia, Sardegna, Toscana e Umbria. Solo per Liguria, Sardegna e Umbria sono stati forniti dati relativi all’intero territorio regionale o ad una serie di aree di monitoraggio che consentono di estendere potenzialmente le valutazioni a scala regionale; le altre amministrazioni hanno fornito solo ricerche puntuali realizzate in singole aree di studio che non consentono una generalizzazione dei risultati all’intero territorio regionale. In questo contesto va precisato che a giudizio di questo Istituto il fenomeno migratorio nel nostro Paese andrebbe comunque analizzato su scala nazionale in modo da verificare la presenza di un eventuale gradiente temporale dei fronti di migrazione in corso.

Coerentemente con la richiesta avanzata dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, le specie target considerate sono state Beccaccia, Tordo bottaccio e Cesena. Quest’ultima è stata oggetto di soli due studi, relativi alle regioni Umbria e Sardegna, entrambi caratterizzati da una carenza di dati riguardo la specie, tale da non ritenerli utili per un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts” riguardo la Cesena. Per la Beccaccia sono stati presentati tre studi che, a causa di forti criticità metodologiche e di analisi, di eseguito esposte, non si ritengono utili per un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts”. Infine, il Tordo bottaccio è stato oggetto di studio di 15 documenti, che si ritiene contengano una serie di criticità metodologiche e analitiche che inficiano l’attendibilità dei risultati ottenuti. Nella maggior parte dei casi gli studi hanno avuto inizio in data posteriore alla I decade di gennaio, quindi non compatibile con la verifica dei periodi riportati nel documento “Key Concepts”. Inoltre quasi tutti gli studi fanno riferimento a singole stazioni di monitoraggio e a campioni estremamente esigui che non consentono una generalizzazione dei risultati a livello regionale. Infine, in diversi casi, i metodi di analisi utilizzati non sono risultati appropriati e rigorosi dal punto di vista scientifico.

Nel complesso, gli studi esaminati hanno fatto uso di tre metodologie principali per lo studio del Tordo bottaccio (inanellamento, analisi dei carnieri, radio-telemetria) e due metodologie per lo studio della Beccaccia (osservazioni e telemetria satellitare). Si ritiene che la metodologia dell’inanellamento sia potenzialmente adeguata allo scopo di identificare i periodi di migrazione dei Turdidi e dei Passeriformi in generale. Al contempo è importante sottolineare che tale metodologia necessita di un’elevata rappresentatività del campione

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di dati a scala geografica e una lunga serie temporale. La maggior parte degli studi presentati, che hanno utilizzato tale metodologia, si basano sui dati di 1-2 stazioni di inanellamento, attive per pochi anni (massimo 5). Uno sforzo di campionamento così limitato nel tempo e nello spazio non permette di ottenere andamenti certi e d’identificare le date di inizio migrazione. Inoltre, si evidenzia che, ad eccezione di uno studio sulla Beccaccia in Umbria, tutte le stazioni hanno iniziato le attività di inanellamento non prima della I o II seconda decade di gennaio. Questo non permette di verificare se l’effettivo inizio della migrazione prenuziale della specie indagata avvenga già dalla I decade di gennaio. Sarebbe stato necessario iniziare le attività di monitoraggio almeno dal mese di dicembre, anche al fine di arginare la probabilità di campionare unicamente individui o popolazioni migratrici tardive. L’analisi dei carnieri è una tecnica di indagine suggerita dalla stessa Commissione Europea per la redazione dei Piani di Gestione che la regione Liguria e, in modo parziale, la regione Sardegna hanno utilizzato per valutare l’andamento delle presenze di Tordo bottaccio e Cesena sul territorio regionale. Diverse criticità metodologiche, di seguito riportate, non hanno consentito di ritenere le conclusioni dei suddetti documenti utili per un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts”. L’utilizzo della radio-telemetria tradizionale, non appare invece particolarmente adatto allo studio della fenologia di migrazione. Ciò principalmente a causa del fatto che non permette di discriminare se la mancanza di un segnale radio nell’area di studio sia dovuto a movimenti erratici dell’individuo marcato, a movimenti migratori oppure ad un malfunzionamento della radio trasmittente. Inoltre, si evidenza che in tutti e 5 gli studi nei quali è stata utilizzata tale tecnica, gli animali sono stati marcati non prima del mese di gennaio, spesso in febbraio-marzo. Ciò rappresenta un errore metodologico, in quanto non è possibile escludere che il campione sia composto unicamente da individui migratori tardivi o appartenenti a popolazioni migratrici tardive. Il campionamento, intendendo con esso l’attività di cattura e marcatura, sarebbe dovuto iniziare dai primi giorni di dicembre, in modo da aumentare la probabilità di marcare i primi individui che partono per la migrazione prenuziale ed effettuare così un campionamento random della popolazione.

La telemetria satellitare è sicuramente una delle tecniche più efficaci e promettenti per identificare le date di inizio della migrazione della Beccaccia, e più in generale per lo studio della sua fenologia di migrazione. La possibilità di raccogliere localizzazioni dell’animale ovunque questo si sposti permette di superare i limiti imposti dalla radio-telemetria. Si rileva tuttavia che tutti gli studi esaminati, che hanno utilizzato tale tecnologia, hanno commesso un errore metodologico che inficia il contributo che questi avrebbero potuto dare allo scopo di aggiornare il documento “Key Concept”. In tutti gli studi valutati gli individui sono stati, infatti, dotati di strumentazione satellitare non prima del mese di febbraio. Come già evidenziato, tale approccio metodologico non permette di escludere che il campione sia rappresentato solo da individui migratori tardivi. Al fine di identificare il periodo in cui partono già i primi individui è necessario marcarli almeno all’inizio del mese di dicembre. Ciò anche per consentire un periodo di adattamento dell’animale alla strumentazione fissata sul suo dorso.

Il monitoraggio delle presenze di Beccaccia attraverso osservazioni notturne nelle aree di alimentazione non si ritiene rappresenti il metodo migliore per valutare, con la dovuta accuratezza, la variazione del numero di individui nel tempo, a meno che l’indice non venga utilizzato su una scala spaziale adeguata e per un numero consistente di anni. Inoltre, le variabili che possono influenzare la presenza di Beccacce nel tempo sulle aree di alimentazione possono essere diverse e andrebbero tenute in considerazione.

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Nel complesso i dati presentati non hanno fornito elementi utili per verificare con la dovuta precisione la data di inizio migrazione per le tre specie target, quindi per un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts”. Si evidenzia inoltre che nessuno dei documenti revisionati è stato pubblicato su rivista scientifica peer-reviewed, come invece è stato proposto da BirdLife e FACE nel documento “Proposal for a methodology for the regular updating of the Key Concept of Article 7(4) of the Bird Directive” (2012), finalizzato ad individuare le metodologie più corrette per la compilazione e la revisione periodica del documento “Key Concepts”. Nel suddetto documento BirdLife e FACE enfatizzano infatti la necessità di utilizzare per tale scopo dati provenienti da pubblicazioni scientifiche basate sul sistema di peer-reviewed, in quanto tale metodo di revisione garantisce una maggiore attendibilità dello studio che ha prodotto le informazioni che si intendono utilizzare.

Le conclusioni tratte da questa istruttoria si ritiene possano essere utili anche al fine di valutare eventuali proposte di modifica dei periodi di prelievo venatorio in ambito regionale, ai sensi del paragrafo 2.7.10 della “Guida alla disciplina della caccia nell’ambito della direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici”. La suddetta Guida afferma infatti che un eventuale discostamento a livello regionale dai periodi indicati nel documento “Key Concepts” su scala nazionale deve essere supportato da adeguati dati scientifici e tecnici che dimostrino che non vi sia alcuna sovrapposizione temporale tra il prelievo venatorio e la migrazione prenuziale. Alla luce di tale prescrizione, si ritiene che i dati forniti dalle regioni e valutati in questa istruttoria non permettano di prevedere date scaglionate a livello regionale e quindi la possibilità da parte di alcune regioni di adottare calendari venatori con tempi di caccia differenti rispetto a quelli indicati nel documento “Key Concepts”, per le specie target valutate in questa sede. Dall’esame dei documenti emerge anche un’oggettiva difficoltà nell’individuare date certe di inizio della migrazione delle specie verso i quartieri riproduttivi, dovuta alla presenza di fattori sia endogeni sia esogeni che caratterizzano la fenologia delle specie esaminate. Ciò mette ancora più in evidenza la necessità di valutare la durata del periodo venatorio sulla base di principi più generali e non strettamente legati alla sola definizione di una data di chiusura dell’attività venatoria per le singole specie. Tale considerazione è supportata anche dalla stessa “Guida alla disciplina della caccia nell’ambito della direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici” (§§ 2.6) la quale riconosce che lo scaglionamento delle date di chiusura della caccia può comportare perturbazione di altre specie, in particolare durante la migrazione prenuziale.

Qui di seguito, per ogni documento visionato, si riporta una sintetica descrizione del lavoro presentato e una serie di valutazioni e commenti circa la sua utilità per un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts”.

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VALUTAZIONE DEI SINGOLI DOCUMENTI

1) Satellite radio tracking of Eurasian woodcock wintering in Italy: first data

Il documento mostra i risultati ottenuti nell’ambito di uno studio sulla fenologia della Beccaccia, attraverso l’impiego della telemetria satellitare, presentati nel 2013 all’IUGB (International Union of Game Biologists). I dati sono relativi a due anni di studio e un campione complessivo di 8 Beccacce.

• Il documento non contiene la descrizione dei materiali e dei metodi utilizzati per la raccolta dei dati e l’area di studio in cui sono state radio marcate le Beccacce. Il campione appare comunque esiguo (8 animali).

• Gli Autori affermano che, sulla base dei dati raccolti, la migrazione prenuziale non inizia nei mesi di gennaio e febbraio, in quanto tutte le Beccacce marcate hanno iniziato la migrazione nel mese di marzo. Sulla base del brevissimo documento prodotto, non si ritiene che sia possibile trarre tale conclusione in quanto, catturando individui nei mesi di febbraio e marzo, si è di fatto esclusa a priori la possibilità di marcare individui che possano aver iniziato la migrazione nei mesi precedenti. Lo studio potrebbe essersi basato unicamente su un campione di migratori tardivi. Inoltre, in questo genere di studi è anche necessario considerare un possibile periodo di adattamento alla strumentazione che può quindi influenzare temporaneamente il comportamento e quindi gli spostamenti degli individui.

Per le ragioni fin qui esposte, non si ritiene che le informazioni contenute nel documento siano utili alla valutazione di un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts”, né per un discostamento a scala regionale dei termini temporali indicati in quel documento.

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REGIONE TOSCANA

2) Monitoraggio della presenza della Beccaccia nella Tenuta di San Rossore 2010-2013 - Università Pisa

Il documento presenta un’indagine sulla Beccaccia svolta all’interno della Tenuta di Migliarino San Rossore (PI), area in cui non viene praticata l’attività venatoria. Il progetto è stato svolto dal 2010 al 2013 utilizzando tre metodologie di conta differenti: punti di osservazione, transetti lineari, battuta con faro.

• Le metodologie d’indagine non sono illustrate in modo soddisfacente. Ad esempio non viene spiegato come sono state condotte le osservazione da punti fissi in ore notturne, se le diverse metodologie siano state applicate contemporaneamente e se hanno interessato le stesse aree, come sia stata trattata la probabilità di ri-conteggio degli stessi individui, quali siano state le condizioni meteo e ambientali durante i conteggi.

• Gli Autori stessi dichiarano che la scelta delle aree di indagine è avvenuta in maniera opportunistica, ma questo non viene poi considerato nelle analisi e nell’interpretazione dei risultati.

• Dall’analisi della documentazione visionata pare che siano stati sommati i dati raccolti attraverso l’impiego delle tre diverse metodologie: ciò rappresenta un importante errore metodologico che ha inficiato i risultati dello studio, anche perché ogni metodo è associato ad un proprio errore non paragonabile con quello delle altre metodologie.

• Non sembra inoltre essere stato considerato lo sforzo di campionamento nel corso della stagione.

• Per le ragioni appena illustrate non è possibile ritenere attendibili i dati presentati. Volendo comunque commentare gli andamenti mostrati, si osserva una disomogeneità fra i risultati ottenuti nei diversi anni che non consente di delineare un andamento chiaro delle presenze della specie nel tempo (per esempio nel 2011-2012 vi è un picco di contatti dopo il 20 gennaio, mentre nel 2012-2013 il picco si manifesta dopo il 10 febbraio).

• Le fluttuazioni nel periodo precedente il mese di gennaio vengono interpretate dagli Autori come dovute alla temporanea frequentazione dell’area di studio di individui provenienti da aree esterne in cui le basse temperature hanno reso l’ambiente non idoneo all’alimentazione (terreni ghiacciati). Tale affermazione non è supportata da alcuna analisi. Al fine di supportare tale ipotesi, sarebbe stato necessario analizzare l’andamento dei contatti in relazione alle condizioni meteo.

• Nel fare le proprie considerazioni gli Autori partono già dal presupposto che la specie migri ”dalla fine del mese di gennaio e specialmente in febbraio-marzo”, individuando di fatto già a priori il passaggio dal periodo di svernamento a quello di migrazione. Ciò porta ad identificare, senza alcuna dimostrazione, le fluttuazioni rilevate prima della fine del mese di gennaio come spostamenti locali di individui e non come possibili spostamenti migratori.

Per le ragioni sin qui esposte, si ritiene che le informazioni contenute nel documento non siano utili per valutare un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts” , né analogamente per valutare un possibile discostamento a scala regionale dei termini temporali indicati in quel documento.

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REGIONE UMBRIA

3) Progetto "Fenologia della migrazione ed ecologia dello svernamento della Beccaccia in Italia"

Il documento presenta i risultati di uno studio sulla fenologia della Beccaccia, attraverso la tecnica dell’inanellamento e della telemetria satellitare, in sette località della regione Umbria. Durante la stagione 2013-14 sono state svolte complessivamente 31 sessioni di cattura distribuite nelle diverse località, dal 14 novembre al 25 marzo.

• Il numero di Beccacce catturate e inanellate è stato pari complessivamente a 5 individui: 2 catturati nel mese di dicembre e 3 in febbraio. A questi ultimi è stata anche applicata una trasmittente satellitare. Il campione appare estremamente esiguo e non sufficiente per trarre conclusioni sulla fenologia della specie.

• Tutti e tre gli individui dotati di trasmittente hanno continuato a dare segnali di presenza nell’area di studio fino a marzo inoltrato. Va comunque precisato che gli individui sono stati marcati nei giorni 26 e 27 febbraio, periodo non più utile al fine di verificare le date di inizio della migrazione prenuziale. Lo studio potrebbe essersi basato unicamente sui migratori tardivi. Inoltre, in questo genere di studi è anche necessario considerare un possibile periodo di adattamento alla strumentazione che può influenzare temporaneamente il comportamento e quindi gli spostamenti degli individui.

• Gli Autori riportano i risultati di precedenti sessioni di inanellamento in Umbria, e in particolare del progetto “Scolopax overland”, attraverso il quale tra il 26 e il 28 marzo 2012 sono state dotate di trasmittente satellitare 5 Beccacce. Vengono mostrati i percorsi effettuati dai diversi individui in migrazione. Anche in questo caso il dato è di scarsa utilità al fine di determinare l’inizio della migrazione prenuziale in quanto, avendo radio-marcato gli individui alla fine del mese di marzo, non si può escludere la possibilità che siano stati marcati solo individui migratori tardivi.

Per le ragioni esposte, non si ritiene che le informazioni contenute nel documento siano utili alla valutazione di un’eventuale modifica del documento “Key Concepts”, né per un discostamento a scala regionale dei termini temporali indicati in quel documento.

4) “Monitoraggio delle specie nidificanti in Umbria e indicatori dello stato di conservazione dell'avifauna, 2001-2012”

Il documento presenta uno studio sull’avifauna nidificante svolto nel periodo 2000-2012 in 1681 stazioni di rilevamento distribuite nel territorio della regione Umbria al fine di ottenere indici di tendenza demografica per le singole specie e multi-specifici. Il progetto in parte ripropone a scala regionale quanto fatto su scala nazionale nell’ambito del progetto MITO2000.

• Il monitoraggio è stato realizzato nei mesi di maggio e giugno, mediante la tecnica del point-count.

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• I risultati riportano indici di abbondanza annuale per le diverse specie che non consentono di verificare la presenza di variazioni ad una scala temporale utile per un’eventuale modifica del documento “Key Concepts”, in quanto il periodo in cui è stato effettuato il monitoraggio interessa esclusivamente le popolazioni nidificanti e non le fasi di migrazione.

Si ritiene che le informazioni contenute nel documento non siano utili per un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts”, né per un discostamento a scala regionale dei termini temporali indicati in quel documento.

5) Avifauna migratoria - I Turdidi in Umbria (I Quaderni dell'osservatorio) Il documento presenta uno studio sulla fenologia dei Turdidi svolto in diverse aree della regione Umbria. Gli Autori hanno fatto uso di tre metodologie diverse e indipendenti: inanellamento, elaborazione dei tesserini venatori e determinazione dell’età dei capi abbattuti, monitoraggio presso valichi montani. L’intero studio è stato svolto per quattro stagioni (2001-2005), mentre ogni metodologia è stata applicata per un massimo di tre stagioni. Ai fini della presente istruttoria sono stati valutati i dati relativi a Cesena e Tordo bottaccio.

• Una delle tre metodologie, quella del monitoraggio presso i valichi, non è stata applicata in periodo utile per l’identificazione delle date di inizio della migrazione pre-riproduttiva.

• Le due restanti metodologie non hanno prodotto informazioni utili riguardo la Cesena. • Sia l’attività di inanellamento che l’analisi dei tesserini venatori sono metodologie in

generale adatte allo scopo. Va però sottolineato che tali metodologie richiedono lunghe serie storiche e campioni di grandi dimensioni, essenziali per ottenere andamenti chiari e analizzabili.

• I dati raccolti per mezzo dell’inanellamento presentano forti fluttuazioni, che rappresentano un limite per l’estrapolazione di conclusioni statisticamente attendibili. Questo limite può essere ragionevolmente risolto se si analizzassero lunghe serie di dati (più di 10 anni), tenendo conto inoltre dello sforzo di cattura per unità di analisi. In questo contesto risultano di poca utilità i confronti fra gli andamenti annuali.

• Accorpando i dati di inanellamento dei tre anni, emerge un andamento più chiaro per il Tordo bottaccio, evidenziando un incremento apparentemente significativo di individui catturati già da fine dicembre. Gli Autori commentano tale situazione come segue: "Vi è, quindi, un incremento tra fine dicembre ed inizio febbraio,con un picco nella prima pentade di gennaio,verosimilmente già riconducibile a movimenti di ritorno verso i quartieri riproduttivi." (pag. 66).

• I risultati dell’analisi dei tesserini venatori possono essere inficiati dal “bias” (campione distorto) dovuto al fatto che l’adesione dei cacciatori è stata su base volontaria. Inoltre, il numero dei cacciatori che hanno partecipato alla raccolta dati è estremamente ridotto (9), quindi non rappresentativo del contesto regionale. Inoltre sono stati considerati solo gli abbattimenti da appostamento.

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• Gli andamenti dei dati di abbattimento sono molto variabili tra i tre anni di indagini e non tutte le pentadi sono coperte ogni anno. Inoltre, il primo anno i dati sono stati raccolti solo fino a novembre, il secondo anno è caratterizzato da diverse fluttuazioni, il terzo anno è caratterizzato da forti discontinuità di dati.

• Nel complesso i dati raccolti e il numero di anni di indagini sono troppo pochi per poter giungere a conclusioni robuste. Commentando gli andamenti ottenuti, gli Autori identificano la prima decade di gennaio come inizio della migrazione prenuziale del Tordo bottaccio (pag 77-78).

Si ritiene che i risultati mostrati non siano sufficientemente robusti da supportare un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts”, né per un discostamento a scala regionale dei termini temporali indicati in quel documento.

6) “Progetto Turdidi - Isola Polvese: studio svernamento dei Turdidi cacciabili tramite inanellamento e VHF – 2012”

Il documento presenta i risultati di uno studio finalizzato all’analisi dello svernamento e della migrazione prenuziale dei Turdidi svolto nell’Isola Polvese (PG) nel 2012, mediante la tecnica dell’inanellamento e del radiotracking. Le specie target dello studio sono state il Merlo (non oggetto di questa valutazione) e il Tordo bottaccio. Le 19 reti sono state posizionate in modo da coprire tutte le tipologie di habitat. Il monitoraggio ha interessato tutte le pentadi dal 16 gennaio al 28 marzo 2012, tranne la numero 9 e 10 del mese di febbraio, a causa di avverse condizioni climatiche. Due Tordi bottaccio in data 10 febbraio sono stati muniti di dispositivo VHF, perso però il giorno successivo alla liberazione, e altri 2 individui sono stati radiomarcati il giorno 16 marzo e seguiti per circa 10 giorni.

• L’inanellamento ha avuto inizio il 16 gennaio, successivamente alla data di inizio migrazione indicata nel documento “Key Concepts” per il Tordo bottaccio: al fine di definire l’inizio della migrazione prenuziale è necessario iniziare qualunque attività di monitoraggio e raccolta dati prima dell’inizio del mese di gennaio, anche per escludere la possibilità di marcare unicamente individui migratori tardivi.

• Lo sforzo di campionamento non sembra costante: gli Autori affermano che le attività sono state svolte ogni giorno da un’ora prima dell’alba fino al tramonto (pag. 7), ma la tabella 1 sembra indicare un diverso sforzo giornaliero.

• Gli Autori mostrano un grafico (fig. 32) delle catture di Tordo bottaccio (complessivamente 32 individui) in cui evidenziano un primo picco di catture alla 7a pentade (inizio febbraio) e un secondo alla 12a pentade (fine febbraio). Il medesimo andamento viene riportato in fig. 33 dove il suddetto dato è stato corretto per lo sforzo di cattura (CPUE). Si evidenzia che gli andamenti mostrati fanno riferimento ad un campione estremamente esiguo di individui per pentade: il picco rilevato nella 7a pentade si riferisce a 4 individui, rispetto ad un singolo individuo inanellato nelle due pentadi precedenti. Si ritiene che l’esiguità del campione non consenta di trarre conclusioni robuste circa la fenologia della specie.

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• Inoltre, mancando i dati per il periodo precedente alla II decade di gennaio, non è possibile valutare se il periodo dello studio coincide con quello in cui gran parte degli individui hanno già lasciato l’area di indagine. Un altro studio presentato dalla Regione Umbria e precedentemente commentato (Avifauna migratoria - I Turdidi in Umbria - I Quaderni dell'osservatorio), sempre condotto attraverso la tecnica dell’inanellamento sull’Isola Polvese, ma da ottobre a febbraio, ha mostrato un picco di Tordi bottaccio sull’Isola Polvese nella I decade di gennaio, una generale diminuzione di individui presenti nell’area nella II di gennaio , e una nuova controtendenza nella III decade di gennaio. Tale studio, messo a confronto con quello ora in esame, conferma l’importanza e la necessità di monitorare l’intera stagione.

• Si evidenzia innanzitutto che la strumentazione VHF non è la più idonea per studiare la fenologia delle specie migratrici, in quanto un’eventuale perdita di segnale può essere attribuita ad un inizio dei movimenti migratori, o a semplici spostamenti erratici o al malfunzionamento della radio.

• I 2 individui di Tordo bottaccio radio marcati il 16 marzo sono poi stati monitorati fino al 27 marzo, data in cui è terminato il progetto. Il periodo di monitoraggio, dal 16 al 27 marzo, non risulta idoneo per verificare l’inizio migrazione prenuziale del Tordo bottaccio, in quanto successivo al periodo di inizio migrazione indicato nel documento “Key Concepts” (II decade di gennaio): al fine di definire l’inizio della migrazione prenuziale è necessario iniziare qualunque attività di monitoraggio e raccolta dati prima dell’inizio del mese di gennaio, anche per escludere la possibilità di marcare unicamente individui migratori tardivi.

• Il campione è comunque estremamente esiguo (2 animali) per poter trarre conclusioni robuste circa la fenologia della specie.

• L’aver terminato il monitoraggio radiotelemetrico alla fine di marzo, per interruzione del progetto, non sembra di grande utilità in quanto i dati potevano comunque essere utilizzati per ampliare le conoscenze sulla specie e verificare se e quando gli individui avessero iniziato a muoversi.

Si ritiene che le informazioni contenute nel documento non siano utili per un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts”, né per un discostamento a scala regionale dei termini temporali indicati in quel documento.

7) “Progetto Turdidi - Isola Polvese: studio svernamento dei Turdidi cacciabili tramite inanellamento e VHF – 2013”

Il documento presenta i risultati di uno studio, iniziato nel 2012, finalizzato all’analisi dello svernamento e della migrazione prenuziale dei Turdidi svolto nell’Isola Polvese (PG). Come per il 2012, anche in questa seconda annualità, i dati sono stati raccolti mediante la tecnica dell’inanellamento e del radiotracking. Le specie target sono state il Merlo (non oggetto di questa valutazione) e il Tordo bottaccio. Le 12 reti sono state posizionate in modo da coprire tutte le tipologie di habitat, tenendo conto dei risultati ottenuti nel precedente anno di attività. Il monitoraggio ha interessato tutte le pentadi dal 5

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gennaio al 16 marzo 2013, fatta eccezione per la 11a pentade di febbraio. Sei Tordi bottaccio sono stati muniti di dispositivo VHF.

• Nel secondo anno di studio l’inanellamento ha avuto inizio il 5 gennaio, data più utile per valutare l’inizio dei movimenti migratori del Tordo bottaccio, anche se non sufficientemente anticipata al fine di valutare l’inizio dei movimenti migratori e il campione di individui inanellati è piuttosto esiguo (8 Tordi bottaccio). Come precedentemente evidenziato, si ritiene necessario che il monitoraggio inizi già ai primi di dicembre al fine di verificare il periodo in cui i primi individui iniziano a migrare. Lo sforzo di campionamento non sembra costante: gli Autori affermano che le attività sono state svolte ogni giorno da un’ora prima dell’alba fino al tramonto (pag. 7), ma la tabella 1 sembra indicare un diverso sforzo giornaliero.

• L’andamento delle catture è risultato piuttosto irregolare (fig. 21), come prevedibile per un campione così esiguo. Gli Autori identificano un picco a partire dalla 7a pentade (febbraio), ma in realtà lo stesso numero di individui (2) è stato catturato già nella 3a pentade, corrispondente al periodo 11-15 gennaio. Il grafico relativo al numero di catture corrette per lo sforzo di campionamento (CPUE) conferma la presenza di un primo picco già alla 3a pentade. Si ribadisce comunque che il campione è tale da non consentire di trarre conclusioni sulla fenologia della specie, come anche confermato dagli stessi Autori (pag. 17).

• Il primo Tordo bottaccio è stato munito di strumentazione VHF il 15 gennaio e ha lasciato l’area di studio il 3 febbraio. Si evidenzia un netto anticipo nella data di partenza, in seguito all’anticipo della data di cattura, rispetto al precedente anno quando gli individui sono stati radio marcati solo nel mese di marzo.

• Gli altri individui sono stati monitorati a partire dal mese di febbraio (4, 6, 15 febbraio rispettivamente) e hanno abbandonato l’area di studio dopo pochi giorni (4 e 15 febbraio). Anche in questo caso si evidenzia che l’inizio del monitoraggio dovrebbe essere antecedente al periodo di inizio migrazione indicato nel documento “Key Concepts” (II decade di gennaio) al fine di verificare l’inizio della migrazione prenuziale.

• Gli Autori giustificano l’abbandono dell’area da parte di 2 soggetti nella I pentade di febbraio con movimenti erratici dei soggetti, mentre l’unico individuo ritenuto in migrazione sarebbe quello catturato il 7 marzo, che ha abbandonato l’area di studio nella stessa data (pag. 22). Non si evidenziano ragioni per le quali l’abbandono dell’area di studio da parte di alcuni individui debba essere interpretata diversamente da quella di altri. In realtà ciò conferma i limiti della strumentazione VHF per lo studio della migrazione, non consentendo di discriminare fra movimenti erratici, movimenti migratori o perdita del segnale per malfunzionamento della radio.

• I dati ottenuti dal monitoraggio radiotelemetrico mostrano un inizio dei movimenti migratori nella prima decade di febbraio. Si ritiene comunque necessario poter disporre di un campione più consistente e rappresentativo per poter trarre conclusioni robuste circa la fenologia della specie.

Per le ragioni sin qui esposte, si ritiene che le informazioni contenute nel documento non siano utili per valutare un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts”, né per un discostamento a scala regionale dei termini temporali indicati in quel documento.

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8) “Progetto Turdidi - Isola Polvese: studio svernamento dei Turdidi cacciabili tramite inanellamento e VHF – 2014”

Il documento presenta i risultati di uno studio iniziato nel 2012 sull’Isola Polvese (PG) e condotto mediante la tecnica dell’inanellamento e del radiotracking al fine di indagare i periodi di migrazione prenuziale dei Turdidi. I dati e le analisi presentati nel documento si riferiscono unicamente al 2014, terzo anno di studio. Le specie target sono state il Merlo (non oggetto di questa valutazione) e il Tordo bottaccio. Le 13 reti sono state posizionate in modo da coprire tutte le tipologie di habitat, tenendo conto dei risultati ottenuti nei due anni di attività precedenti. Il monitoraggio ha interessato tutte le pentadi dal 9 gennaio al 22 marzo 2014. Sette Tordi bottaccio sono stati muniti di dispositivo VHF.

• Nel terzo anno di studio l’inanellamento ha avuto inizio il 9 gennaio e il campione è stato piuttosto esiguo (9 individui).

• L’andamento delle catture è risultato irregolare (fig. 24), come prevedibile per un campione così esiguo. Gli Autori identificano un picco a partire dalla 9a pentade (prima metà di febbraio), ma dal grafico si evince che tale picco corrisponde alla cattura di 2 individui a differenza delle altre pentadi in cui i Tordi bottaccio catturati erano pari ad uno o zero. Vista l’esiguità del campione anche il grafico relativo alle catture corrette per lo sforzo di cattura (CPUE) non fornisce indicazioni robuste circa la fenologia della specie, ma l’andamento mostrato presenta comunque diversi picchi già in corrispondenza delle prime pentadi analizzate.

• Inoltre, si ribadisce quanto detto precedentemente in relazione ai documenti in cui sono stati presentati i dati relativi al 2012 e al 2013, circa la necessità che il monitoraggio inizi già ai primi di dicembre, al fine di verificare il periodo in cui i primi individui iniziano a migrare.

• I primi Tordi bottaccio sono stati muniti di strumentazione VHF il 10 e 11 gennaio: nel primo caso l’individuo ha abbandonato l’area di studio il 20 febbraio, nel secondo la perdita della trasmittente non ha consentito di proseguire il monitoraggio oltre il 19 gennaio. Per gli altri individui il monitoraggio radiotelemetrico è iniziato fra il 21 gennaio e il 3 marzo e in tutti i casi è stato rilevato l’abbandono dell’area di studio nel mese di marzo. Anche in questo caso si evidenzia la necessità di marcare individui presenti nell’area già ai primi di dicembre al fine di verificare il periodo in cui i primi individui iniziano a migrare.

• Permangono i limiti esposti per le precedenti annualità dello studio: a) l’utilizzo della strumentazione VHF per lo studio della migrazione non consente di discriminare fra movimenti erratici, movimenti migratori o perdita del segnale per malfunzionamento della radio; b) la maggior parte delle catture sono state troppo posticipate per studiare l’inizio dei movimenti migratori della specie; c) il campione è troppo esiguo per ritenerlo utile al fine di trarre conclusioni circa la fenologia della specie.

Per le ragioni sin qui esposte, si ritiene che le informazioni contenute nel documento non siano utili per valutare un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts”, né per un discostamento a scala regionale dei termini temporali indicati in quel documento.

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9) “Progetto Turdidi - San Vito in Monte: studio svernamento dei Turdidi cacciabili tramite inanellamento e VHF – 2013”

Il documento presenta i risultati di uno studio condotto nel 2013 nella località San Vito in Monte (TR), finalizzato all’analisi dello svernamento e della migrazione prenuziale dei Turdidi, mediante la tecnica dell’inanellamento e del radiotracking. Le specie target sono state il Merlo (non oggetto di questa valutazione) e il Tordo bottaccio. Le 12 reti sono state posizionate in modo da coprire tutte le tipologie di habitat e il monitoraggio ha interessato tutte le pentadi dal 20 gennaio al 29 marzo 2013. Due Tordi bottaccio sono stati muniti di dispositivo VHF.

• L’attività di inanellamento ha avuto inizio solo il 20 gennaio e il campione di individui inanellati è stato pari a 4 Tordi bottaccio catturati nelle pentadi di marzo.

• Vista l’esiguità del campione e il ritardo nell’inizio delle catture non è possibile trarre conclusioni circa la fenologia della specie.

• I 2 Tordi bottaccio sono stati muniti di strumentazione VHF in marzo. Si evidenzia la necessità di marcare individui presenti nell’area già ai primi di dicembre al fine di verificare il periodo in cui i primi individui iniziano a migrare. Iniziare lo studio dopo il periodo di inizio migrazione indicato nel documento “Key Concepts” (II decade di gennaio) non è comunque utile in quanto non si può escludere che siano stati campionati unicamente individui migratori tardivi.

• L’utilizzo della strumentazione VHF per lo studio della migrazione non consente di discriminare fra movimenti erratici e movimenti migratori o perdita del segnale per malfunzionamento della radio.

Per le ragioni sin qui esposte, si ritiene che le informazioni contenute nel documento non siano utili per valutare un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts”, né per un discostamento a scala regionale dei termini temporali indicati in quel documento.

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PUGLIA

10) “Studio per la determinazione della data d'inizio migrazione prenuziale del Tordo bottaccio in provincia di Lecce - III resoconto”

Il documento presenta i risultati di uno studio finalizzato alla determinazione della data di inizio della migrazione prenuziale del Tordo bottaccio, mediante la tecnica dell’inanellamento, in una stazione della provincia di Lecce, nel periodo 2011-2013. È innanzi tutto necessario premettere che la bassa qualità del documento inviato (scannerizzazione in bianco e nero) non ha sempre permesso una chiara interpretazione delle figure e dei grafici presenti.

• L’attività di inanellamento ha avuto inizio durante la II decade di gennaio, ovvero successivamente alla data di inizio migrazione indicata nel documento “Key Concepts” per il Tordo bottaccio. Si evidenzia al riguardo che, al fine di definire l’inizio della migrazione prenuziale, sarebbe necessario iniziare qualunque attività di monitoraggio e raccolta dati prima dell’inizio del mese di gennaio, anche per escludere la possibilità di marcare unicamente individui migratori tardivi.

• Lo studio non presenta informazioni riguardanti lo sforzo di cattura e il numero di individui catturati complessivamente e nei diversi periodi. Al fine di confrontare i dati di cattura fra i diversi periodi considerati (per es: confronto tra pentadi), è indispensabile correggere il numero di individui catturati per lo sforzo di cattura (per es: ore di apertura rete) relativamente alla scala temporale utilizzata (pentade).

• I due grafici a pag. 14, non perfettamente leggibili nella versione inviata, sembrano evidenziare l’influenza massiccia dell’impiego di richiami acustici sull’entità delle catture relative al 2006. Da questo si evince che il dato non è comparabile con quello degli anni successivi. Inoltre, l’utilizzo dei richiami influenza le catture in maniera non uniforme in quanto gli uccelli possono avere una risposta differente al richiamo a seconda della fase fenologica in cui si trovano (per es: se sono in migrazione attiva o in periodo riproduttivo o in svernamento) e anche a livello individuale. Per tale ragione, i dati ottenuti da richiamo non sono da ritenersi affidabili.

• Al fine di poter valutare un eventuale aggiornamento dei periodi indicati nel documento“Key Concepts” è necessario identificare l’inizio della migrazione. Pertanto informazioni quali quelle relative alla pentade mediana (pag. 16), ovvero quella in cui è stato catturato il 50% degli esemplari, o alle pentadi con numero massimo di catture, non risultano utili allo scopo di un eventuale aggiornamento del suddetto documento.

• Gli Autori ritengono che le catture realizzate nei mesi di gennaio e febbraio 2012 e 2013 siano relative ad individui svernanti o che effettuano solo movimenti erratici, mentre i movimenti migratori si presenterebbero solo nel mese di marzo (pag. 17 e 18). Tali considerazioni non sono supportate in maniera alcuna. Sarebbe stato necessario prevedere l’attività in un arco di temporale maggiore (ottobre-marzo) e poter disporre di dati di ricatture al fine di identificare gli individui svernanti nell’area.

• Gli Autori utilizzano le informazioni relative ai depositi di grasso per stimare i periodi di migrazione. Tale approccio si fonda sul fatto che gli uccelli migratori accumulano importanti quantità di grasso prima di migrare. Il grasso infatti rappresenta la riserva di

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energia principale grazie alla quale i passeriformi riescono a sostenere i lunghi voli migratori. Durante la migrazione gli uccelli consumano e riducono sensibilmente tali depositi fino a dimagrire in maniera considerevole. Giunti presso i siti di nidificazione, gli uccelli iniziano un nuovo accumulo di grasso, di entità inferiore rispetto a quello migratorio, che gli permetterà di affrontare le diverse richieste energetiche del periodo riproduttivo. Nel caso specifico del documento in oggetto, al di là dell’esiguo campione utilizzato per le analisi, mancano diverse informazioni necessarie ad interpretare i valori di grasso osservati. Gli individui magri potrebbero essere uccelli non ancora pronti alla migrazione (svernanti), oppure individui che sono già al termine, o anche nel pieno di questa fase. Inoltre, la dimensione dei depositi di grasso è anche funzione della distanza che deve essere coperta per giungere ai siti riproduttivi. In generale, i migratori a corto raggio, come il Tordo bottaccio, formano depositi di grasso molto ridotti rispetto ai migratori a lungo raggio. Inoltre, anche all’interno della stessa specie possono esistere differenze tra popolazioni nelle strategie di accumulo del grasso. Non si può escludere ad esempio che a gennaio e marzo una stessa area sia interessata dal passaggio di popolazioni differenti, situazione usuale per gli uccelli migratori.

Per le ragioni sin qui esposte, non si ritiene che il lavoro così condotto possa essere utile alla valutazione dell’inizio della migrazione del Tordo bottaccio e che la conclusione degli Autori, secondo i quali la migrazione della specie non inizia mai prima della III decade di gennaio nel periodo indagato, non sia debitamente supportata.

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LIGURIA

11) Analisi preliminare delle catture per unità di sforzo di Tordo bottaccio (Turdus philomelos) in Regione Liguria

Lo studio presenta un’analisi per decade dei dati di abbattimento di Tordo bottaccio rapportati al numero di cacciatori/giorno (Catch Per Unit Effort – CPUE) relativamente a sei stagioni venatorie (dal 2006-2007 fino al 2011-2012). Tutte le analisi sono state condotte separatamente per il settore di ponente (IMSV) e per il settore di levante (GESP) della Regione Liguria. Successivamente sono stati confrontati i dati relativi alla CPUE dei due territori provinciali (Imperia e Savona) che compongono il settore di ponente, nel quale è concentrata la gran parte degli abbattimenti di Tordo bottaccio. La fase finale dello studio ha previsto un’analisi di maggiore dettaglio per il solo territorio provinciale di Imperia, ovvero per quello caratterizzato da valori più elevati di CPUE.

• Lo sforzo, misurato in termini di numero di cacciatori/giorno, è stato calcolato a partire dalla somma di tutte le giornate usufruite dai cacciatori per la caccia vagante e/o da appostamento, oltre alle giornate aggiuntive, realizzate esclusivamente da appostamento, quindi relative al prelievo di tutte le specie migratrici e stanziali. Si evidenzia che in tal modo si ottiene una sovrastima dello sforzo di caccia sulla specie Tordo bottaccio il cui reale andamento può essere mascherato dallo sforzo in realtà applicato su altre specie sottoposte a prelievo. Pur riconoscendo l’oggettiva difficoltà e impossibilità a ricondurre lo sforzo alle singole specie mediante l’analisi dei dati ottenuti dai tesserini venatori, si ritiene che ciò potrebbe aver influenzato i risultati delle analisi.

• Le analisi statistiche utilizzate, basate sulla dispersione dei dati all’interno della decade, e rappresentate attraverso i box-plot, non appaiono le scelte metodologiche più appropriate per rappresentare e analizzare i dati presentati. Avendo scelto come unità temporale la decade, si ritiene opportuno che l’andamento dei prelievi e dello sforzo vengano analizzati utilizzando la sommatoria degli individui abbattuti e dei cacciatori/giorno all’interno della singola decade, senza considerare la variabilità del CPUE al suo interno quindi relativa alla singola giornata di caccia.

• L’approccio statistico utilizzato, basato sul confronto fra la variabilità dei dati all’interno delle decadi e comprendente una serie di confronti multipli effettuati col test di Tukey, in molti casi non utili (per esempio fra una decade di ottobre e una di gennaio), può aver influito sulla significatività dei risultati e quindi sulla loro corretta interpretazione. Al fine di verificare l’andamento delle presenze della specie e quindi l’inizio della migrazione prenuziale, l’analisi dei carnieri realizzati durante la stagione venatoria dovrebbe tenere conto della correlazione temporale che li caratterizza e un approccio più appropriato sarebbe quello di trattarli come serie temporali per verificare eventuali variazioni significative del numero di abbattuti nel tempo, confrontando una decade con quella successiva. Dall’analisi della CPUE (da cui si ottiene un indice di abbondanza relativa) per la provincia di Imperia emerge che il pattern di presenza del Tordo bottaccio all’interno di ciascuna stagione venatoria presenta variazioni annuali (queste non analizzate statisticamente). Nelle

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conclusioni gli Autori riportano alcuni casi a titolo esemplificativo: nel 2006/2007 la flessione della CPUE inizia a partire dalla II decade di Gennaio; nel 2007/2008 la presenza della specie non mostra differenze significative tra dicembre e gennaio; nel 2009/2010 si è registrata una differenza significativa per la presenza della specie (segno di inizio dei movimenti migratori) tra fine dicembre e inizio gennaio.

• Gli Autori evidenziano l’assenza di un andamento costante in tutte le stagioni considerate e affermano che le differenze annuali non permettono al momento di descrivere un quadro chiaro, necessitando quindi di ulteriori approfondimenti per giungere a conclusioni robuste. Una variabilità interstagionale dell’andamento degli abbattimenti è comunque prevedibile e, al fine di evidenziare un pattern generale degli abbattimenti nel tempo e correlarlo così alla fenologia della specie, sarebbe necessario analizzare come serie temporali i dati cumulati per tutte le sei stagioni venatorie considerate, tenendo conto in questo caso della variabilità interannuale nelle singole decadi.

I dati di carniere utilizzati per questo studio rappresentano un’informazione potenzialmente utile per analizzare l’andamento delle presenze della specie nel tempo e verificarne o meno la coerenza coi periodi previsti dal documento “Key Concepts”, anche in considerazione della loro rappresentatività su scala geografica e temporale. Ciononostante, a causa delle criticità sopra descritte circa la trattazione dei dati, si ritiene che i risultati presentati non siano sufficientemente robusti per supportare una revisione del suddetto documento né per motivare un discostamento a scala regionale dei termini temporali indicati nei “Key Concepts”.

12) Gli abbattimenti di Tordo bottaccio Turdus philomelos in Provincia di Imperia Lo studio analizza gli abbattimenti di Tordo bottaccio a scala regionale, con il solo scopo di valutare eventuali differenze stagionali, e a scala provinciale, per il solo territorio di Imperia, con lo scopo di valutare il ruolo che il territorio svolge quale area focale nella gestione della specie. Le analisi, condotte sui dati relativi a sette stagioni venatorie (dal 2006-2007 fino al 2012-2013), hanno tenuto conto anche del numero di cacciatori presente giornalmente sul territorio.

• L’analisi degli abbattimenti su scala regionale si è focalizzata sulle differenze nei carnieri complessivi fra le diverse stagioni venatorie considerate e le diverse province liguri. A livello temporale è emerso un andamento crescente degli abbattimenti fino alla stagione 2008-09 per poi decrescere nelle successive annualità considerate. A livello spaziale il maggior numero di abbattimenti si realizzano nella provincia di Imperia, seguita da Savona. L’analisi ha consentito di valutare l’andamento complessivo dei prelievi su scala annuale, che si differenziano nettamente a livello quantitativo fra la porzione occidentale e orientale della regione. Analoghe analisi sono state condotte anche per la sola provincia di Imperia. Tali informazioni non possono comunque essere messe in relazione con le date di inizio della migrazione prenuziale, oggetto di questa valutazione.

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• I dati di abbattimento e di sforzo (cacciatori/giorno) in decadi sono stati analizzati relativamente alla sola provincia di Imperia separatamente per ogni singola stagione venatoria considerata. Essendo prevedibile una variabilità interstagionale dell’andamento degli abbattimenti, al fine di evidenziare un pattern generale degli abbattimenti nel tempo e correlarlo così alla fenologia della specie, sarebbe stato utile analizzare come serie temporali i dati cumulati per tutte le stagioni venatorie considerate, tenendo conto in questo caso della variabilità interstagionale nelle singole decadi.

• Lo sforzo, misurato in termini di numero di cacciatori/giorno, è stato calcolato a partire dalla somma di tutte le giornate usufruite dai cacciatori per la caccia vagante e/o da appostamento, oltre alle giornate aggiuntive esclusivamente da appostamento, quindi relative al prelievo di tutte le specie migratrici e stanziali. Si evidenzia che in tal modo si ottiene una sovrastima dello sforzo di caccia sulla specie Tordo bottaccio il cui reale andamento può essere mascherato da variazioni dello stesso sforzo su altre specie sottoposte a prelievo. Pur riconoscendo l’oggettiva difficoltà e impossibilità a ricondurre lo sforzo alle singole specie mediante l’analisi dei dati ottenuti dai tesserini venatori, si ritiene che ciò potrebbe aver influenzato i risultati delle analisi.

• Le analisi statistiche utilizzate basate sulla dispersione dei dati all’interno della decade, e rappresentate attraverso i box-plot, non appaiono le scelte metodologiche più appropriate per rappresentare e analizzare i dati presentati. Avendo scelto come unità temporale la decade, si sarebbe dovuto analizzare l’andamento dei prelievi e dello sforzo utilizzando la sommatoria degli individui abbattuti e dei cacciatori/giorno all’interno della singola decade, senza considerarne la variabilità al suo interno quindi relativa alla singola giornata di caccia.

• Analizzare dati di abbattimento senza incorporare lo sforzo di caccia (cacciatori/giorno), considerando quest’ultimo separatamente, non appare una scelta idonea. L’impiego di un indice di abbondanza relativa tarato sullo sforzo (come il CPUE utilizzato nel precedente lavoro) permette di ottenere un indice più robusto della presenza di individui sul territorio, pur con i limiti sopra descritti.

• Vengono mostrati alcuni grafici relativi ai risultati di una Time series analysis evidenziando l’esistenza di una periodicità sia nel numero di abbattimenti che di cacciatori/giorno in ogni stagione venatoria (fig. 13a-b, 14a-b), che, a giudizio degli Autori, assume un andamento bimodale con un picco degli abbattimenti nei mesi di ottobre e gennaio e in alcune stagioni anche nel mese di dicembre. Gli Autori attribuiscono il primo picco agli spostamenti migratori postnuziali, mentre restano estremamente più cauti nell’interpretazione del picco di abbattimenti del mese di gennaio. Nonostante dai grafici si possa evincere l’andamento sopradescritto, si ritiene che i risultati dell’analisi non siano stati presentati in modo sufficientemente chiaro per trarre conclusioni circa la fenologia della specie.

• Circa gli abbattimenti del mese di gennaio, gli Autori sottolineano il fenomeno chiaramente ascendente ma al contempo specificano che “… per il limite temporale che interessa i dati ad oggi disponibili sugli abbattimenti, il presente lavoro non è in grado di aggiungere ulteriori elementi rispetto alle diverse interpretazioni legate, nello specifico, al mese di

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gennaio, mancando tutta la serie di reports successivi alla chiusura della stagione venatoria …”.

I dati di carniere, relativi a sette stagioni venatorie, utilizzati per questo studio rappresentano un’informazione potenzialmente utile per analizzare l’andamento delle presenze del Tordo bottaccio nel tempo e verificarne o meno la coerenza coi periodi previsti dal documento “Key Concepts”. Ciononostante, a causa delle criticità sopra descritte circa la trattazione dei dati, si ritiene che i risultati presentati non siano sufficientemente robusti per supportare una revisione del suddetto documento né per motivare un discostamento a scala regionale dei termini temporali indicati nei “Key Concepts”.

13) Analisi storica delle presenze di cacciatori sul territorio imperiese durante la caccia vagante e da appostamento

Lo studio analizza le presenze dei cacciatori sul territorio della provincia di Imperia al fine di verificare l’esistenza o meno di un eventuale “nomadismo venatorio”. Lo studio, che in generale evidenzia un decremento della pressione venatoria sul territorio imperiese negli anni, e un trascurabile “nomadismo venatorio” ad opera di cacciatori residenti in altre province, non fornisce elementi utili per un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts”, né evidentemente per un discostamento a scala regionale dei termini temporali indicati in quel documento.

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CALABRIA

14) Studio della migrazione primaverile precoce attraverso la realizzazione di una rete di stazioni di inanellamento – Anno I – 2014

Il documento riporta i risultati relativi alle attività svolte nel 2014, dal 15 gennaio al 31 marzo, presso una stazione di inanellamento situata nella provincia di Cosenza. In totale sono stati catturati 40 individui di Tordo bottaccio a partire dalla II decade di gennaio.

• Si evidenzia che lo studio non ha preso in considerazione i periodi precedenti alla II decade di gennaio, non rendendo possibile una valutazione puntuale dell’inizio degli spostamenti migratori prenuziali nei periodi precedenti.

• Nella fig. 52 (pag. 16) viene riportato il numero di individui catturati suddivisi per decade da cui si evince che nella III decade di gennaio si ha il numero massimo di catture, evidenziato dagli Autori a pag. 25-26. Fermo restando il fatto che il campione è estremamente esiguo, e quindi non sufficiente per trarre conclusioni robuste, si evidenzia che la differenza nel numero di catture fra la II e la III decade di gennaio è pari a 4 individui, e tenendo conto dello sforzo di campionamento, l’indice di cattura risulta maggiore nella II decade di gennaio rispetto a tutte le altre analizzate (tab. 15, pag. 11).

• Gli Autori utilizzano le informazioni relative ai depositi di grasso per stimare i periodi di migrazione, concludendo che l’inizio della migrazione prenuziale del Tordo bottaccio è avvenuta nella III decade di marzo. Tale approccio si basa sul fatto che gli uccelli migratori costituiscono importanti depositi di grasso prima di migrare. Il grasso infatti rappresenta la riserva di energia principale grazie alla quale i passeriformi riescono a sostenere i lunghi voli migratori. Durante la migrazione, gli uccelli consumano e riducono sensibilmente tali depositi fino a dimagrire in maniera considerevole. Giunti presso i siti di nidificazione, gli uccelli iniziano un nuovo accumulo di grasso, di entità inferiore rispetto a quello migratorio, che gli permetterà di affrontare le diverse richieste energetiche del periodo riproduttivo. Nel caso specifico del documento in oggetto, al di là dell’esiguo campione utilizzato per le analisi, mancano diverse informazioni necessarie ad interpretare i valori di grasso osservati. Gli individui magri potrebbero essere uccelli non ancora pronti alla migrazione (svernanti), oppure individui che sono già al termine o comunque nel pieno della migrazione. Inoltre, la dimensione dei depositi di grasso è anche funzione della distanza che deve essere percorsa per giungere ai siti riproduttivi. In generale i migratori a corto raggio, come il Tordo bottaccio, formano depositi di grasso ridotti rispetto ai migratori a lungo raggio. Inoltre, anche all’interno della stessa specie, possono esistere differenze tra popolazioni nelle strategie di accumulo del grasso. Non si può escludere, ad esempio, che a gennaio e marzo una stessa area sia interessata dal passaggio di popolazioni differenti; tale situazione è infatti usuale per gli uccelli migratori.

• Il periodo di monitoraggio non risulta idoneo per verificare l’inizio della migrazione prenuziale del Tordo bottaccio: al fine della sua individuazione è infatti necessario iniziare qualunque attività di monitoraggio e raccolta dati prima dell’inizio del mese di gennaio, anche per escludere la possibilità di marcare unicamente individui migratori tardivi.

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• Inoltre un singolo sito di inanellamento non rappresenta un’idonea scala geografica per studiare i movimenti migratori della specie.

Alla luce di quanto sopra esposto si ritiene che il documento non contenga informazioni utili per un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts”, né che i dati in esso contenuti forniscano una base scientifica adeguata per un eventuale discostamento a scala sub-nazionale dei termini temporali indicati nei sopra citati “Key Concepts”.

15) Studio della migrazione primaverile precoce attraverso la realizzazione di una rete di stazioni di inanellamento – Anno II – 2015

Il documento riporta i risultati relativi alle attività svolte nel 2015, dal 12 gennaio al 31 marzo, presso una stazione di inanellamento situata nella provincia di Cosenza. In totale sono stati catturati 44 individui di Tordo bottaccio, a partire dalla II decade di gennaio.

• Si evidenzia che lo studio non ha preso in considerazione i periodi precedenti alla II decade di gennaio, non rendendo possibile una valutazione puntuale dell’inizio degli spostamenti migratori prenuziali.

• Fermo restando che il campione è estremamente esiguo, e quindi non sufficiente per trarre conclusioni robuste, dalla fig. 14 (pag. 17), che mostra il numero di individui catturati suddivisi per decade, si evince che il “picco” di catture si è verificato nella II decade di gennaio (14 individui), per poi ridursi gradualmente nelle decadi successive, dato non commentato dagli Autori nei risultati. In questa seconda annualità dello studio, nella presentazione dei dati di cattura, non è stato tenuto conto dello sforzo di campionamento.

• Secondo gli Autori, nel corso del 2015, a differenza dell’anno precedente, non vi sono state differenze intra-stagionali nei depositi di grasso degli individui di Tordo bottaccio catturati. Forse per tale ragione, non ipotizzano una data di inizio della migrazione prenuziale per questo anno.

• Inoltre un singolo sito di inanellamento non rappresenta un’idonea scala geografica per studiare i movimenti migratori della specie. Volendo comunque commentare i risultati relativi ai due anni di studio, si osserva un “picco” di catture di Tordo bottaccio già nella II decade di gennaio, quando l’attività di inanellamento ha avuto inizio.

Date le criticità evidenziate, non si ritiene che il documento possa essere utile per un eventuale aggiornamento del documento “Key Concepts” ”, né per un eventuale discostamento a scala sub-nazionale dei termini temporali indicati in quel documento.

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SARDEGNA

16) Studio sull’avifauna migratoria in Sardegna - Elaborazione dati aggregati dei carnieri. Annate venatorie 2012-13, 2013-14, 2014-2015

La relazione prende in esame i dati aggregati dei carnieri dei cacciatori sardi (suddivisi per specie e decadi) riferiti alle stagioni 2012-2013, 2013-2014 e 2014-2015, allo scopo di confrontarli con quelli raccolti attraverso l’attività di cattura e inanellamento di 4 specie di Turdidi. In linea con gli obiettivi del presente lavoro,sono state valutate unicamente le informazioni riguardanti il Tordo bottaccio e la Cesena.

• Gli Autori riconoscono una serie di limiti circa i dati di cui dispongono: il primo è relativo allo sforzo di caccia (giornate-cacciatore per decade) che non è riferito specificatamente ai Turdidi o all’avifauna migratoria. In tal modo si ottiene una sovrastima dello sforzo di caccia sulle specie oggetto d’indagine il cui reale andamento può essere mascherato da variazioni dello stesso sforzo su altre specie sottoposte a prelievo. Pur riconoscendo l’oggettiva difficoltà a ricondurre lo sforzo alle singole specie mediante l’analisi dei dati ottenuti dai tesserini venatori, si ritiene che ciò potrebbe aver influenzato i risultati delle analisi.

• Il secondo limite consiste nel fatto che i dati degli abbattimenti non coprono tutti il territorio regionale e che la copertura differisce nelle annualità considerate. Gli Autori ritengono comunque il campione dei dati di carniere disponibile rappresentativo del prelievo esercitato in Sardegna sulle quattro specie di Turdidi. Si ritiene che i confronti dei dati complessivi fra le diverse stagioni siano poco attendibili perché il campione si riferisce ad un diverso numero di province nelle diverse stagioni confrontate, come si può evincere chiaramente dalla tabella 1.

• Infine, gli stessi Autori riconosco il limite nel disporre di dati relativi alla provincia di residenza del cacciatore e non alla provincia in cui ogni uscita e i relativi abbattimenti sono avvenuti.

• Vengono mostrati i dati dello sforzo di caccia, il quale presenta un andamento simile nei tre anni considerati, soprattutto nelle ultime due stagioni considerate.

• Dall’andamento dei prelievi di Tordo bottaccio dei tre anni, separati e cumulati (fig. 2 e 3), si evince un aumento del numero di capi abbattuti nella I decade di gennaio (fa eccezione la stagione 2012-13, che si riferisce ad un campione estremamente esiguo e poco rappresentativo della realtà regionale). Nel complesso gli andamenti si differenziano nei tre anni, risentendo anche della diversa entità del campione e delle date di chiusura dell’attività venatoria variabile negli anni.

• Per quanto concerne la Cesena si evidenziano variazioni interstagionali nell’andamento degli abbattimenti, tipico dell’ecologia della specie, come evidenziato dagli Autori, soprattutto fra la stagione 2012-13 e le due successive (fig. 6).

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• L’utilizzo dei dati di abbattimento senza incorporare lo sforzo (cacciatori/giorno) non appare una scelta idonea. L’impiego dei dati di abbattimento corretti per lo sforzo, sebbene caratterizzato da una serie di limiti, avrebbe consentito comunque di ottenere un indice più robusto della presenza di individui sul territorio, da cui poter trarre eventuali conclusioni sui movimenti migratori.

• Sia per la Cesena che per il Tordo bottaccio la presentazione dei dati cumulati delle tre stagioni venatorie, suddivisi in decadi, non ha tenuto conto della variabilità interstagionale. Sarebbe stato, per esempio, più corretto presentare i dati per decadi come valori medi (e relativa misura di dispersione) tra le tre stagioni considerate e analizzare i dati in termini di serie temporali tenendo conto dell’effetto stagione venatoria.

• Gli Autori rilevano una concordanza tra dati di cattura e dati di abbattimento per il Tordo bottaccio, quando vengono utilizzati tutti i dati raccolti con l'inanellamento all'interno della decade in cui sono disponibili entrambi i dati. Dalle informazioni riportate nella relazione, non risulta chiaro quanti e quali dati siano stati utilizzati per l’analisi. Il campione sembra comunque molto esiguo, come prevedibile visto il limitato periodo di sovrapposizione temporale fra catture e abbattimenti. Inoltre, il test statistico non riporta alcuna correlazione significativa.

I dati di carniere, soprattutto se comparati ad informazioni ottenute attraverso altri metodi di monitoraggio, rappresentano un’informazione potenzialmente utile per analizzare l’andamento delle presenze della specie nel tempo, e verificarne o meno la coerenza coi periodi previsti dal documento “Key Concepts”. Ciononostante, non si ritiene che i risultati presentati nel documento analizzato siano sufficientemente robusti per supportare una revisione del suddetto documento, a causa dei limiti spaziali (copertura regionale) e temporali (tre stagioni) dei dati di origine e delle criticità espresse circa la trattazione dei dati. Per gli stessi motivi non si ritiene che i dati in esame forniscano adeguato supporto scientifico per un eventuale discostamento a scala regionale dei termini temporali indicati nei “Key Concepts”.

17) Studio sull’avifauna migratoria in Sardegna – Relazione di sintesi delle attività di inanellamento Turdidi 2012-2015

Questo documento è stata valutato insieme a quello successivo, tenendo conto del fatto che si riferisce allo stesso studio.

18) Studio sull’avifauna migratoria in Sardegna – risultati delle attività 2014-2015. I due documenti considerati non sono da ritenersi l’uno sostitutivo dell’altro in quanto ciascuno di essi riporta informazioni complementari. Essi presentano i risultati ottenuti, tra il 2012 e il 2015, dallo studio sui movimenti dei grossi Turdidi condotto in Sardegna per mezzo della tecnica dell’inanellamento. Il documento “di sintesi”, più nello specifico rispetto all’altro, tratta dell’indagine sulle fasi iniziali della migrazione pre-riproduttiva del Merlo e del Tordo bottaccio. Ai fini della presente istruttoria sono stati valutati solo i dati del Tordo bottaccio. Nel quadriennio 2012-2015 sono state attivate in totale 8 stazioni, per un massimo di 4 stazioni attive

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contemporaneamente per anno solare. I grafici mostrano un periodo di attività compreso tra la II decade di gennaio e la II decade di marzo. Altre informazioni contenute nei suddetti documenti non sono state valutate in quanto non ritenute utili ai fini della presente istruttoria.

• Le catture sono state corrette per lo sforzo di campionamento, calcolato come giornate di

catture. I dati così ottenuti, suddivisi per pentade e decade (rispettivamente in Fig. 30 e 32 della relazione di sintesi), e cumulati per i 4 anni di monitoraggio, sono stati mostrati senza considerare la variabilità interannuale che è piuttosto accentuata. Ciò risulta evidente dalle figure 35 e 43 della medesima relazione in cui è mostrato l’andamento delle catture relative ai soli anni 2014 e 2015, dove non si riscontra il trend positivo evidenziato con l’accorpamento dei dati. Sarebbe quindi stato più appropriato presentare per ciascuna pentade e decade i valori medi calcolati sulle 4 stagioni di campionamento e la relativa misura di dispersione.

• In fig. 23 della relazione estesa e fig. 29 della relazione di sintesi vengono mostrati gli andamenti delle catture suddivisi per anno e stazione di cattura. Gli Autori affermano che i grafici mostrano una grande variabilità interannuale, anche all’interno della singola stazione di inanellamento. Nel 2012 e 2013 sembra esserci una tendenza generale all’aumento dei contingenti col procedere della stagione, mentre nei due anni successivi l’andamento non mostra una tendenza precisa. Le differenze interannuali, possono essere causate da una diversa presenza di individui durante il periodo di monitoraggio e da fattori meteo-climatici, come ipotizzato dagli stessi Autori, ma anche dal fatto che le località di cattura attive in ciascun anno, seppur in numero uguale (4), sono state diverse di anno in anno o dalle differenze nella data di inizio e fine dell’attività di cattura. Questi ultimi due aspetti non sembrano essere stati considerati, né quando i dati sono stati accumulati né per i confronti interstagionali.

• Gli Autori in più occasioni identificano dei picchi (ovvero valori elevati rispetto a quelli registrati per le decadi adiacenti), ma senza che sia stata effettivamente verificata la differenza significativa tra il valore di una decade con quelli delle decadi adiacenti, trattando quindi i dati come serie temporali.

• Da un’analisi visiva degli andamenti delle catture/die per pentade e decade, gli Autori ipotizzano movimenti in corso già dall’inizio dello studio (II decade di gennaio) e un generale andamento crescente dei movimenti, e quindi delle catture, durante tutto il periodo di monitoraggio, fatta eccezione per una flessione nella I decade di febbraio che separerebbe due diversi flussi di spostamento. Osservando la figura 30 della relazione di sintesi si evidenzia un andamento crescente a partire dalla 10ª pentade, mentre nei periodi precedenti sembra esserci una situazione piuttosto variabile e difficilmente interpretabile, soprattutto a causa dell’assenza di dati prima della terza pentade di gennaio, che consentirebbero di delineare più chiaramente un andamento. Nel grafico in decadi (Fig. 32) si delinea meglio un andamento crescente che però trova il suo limite maggiore nella mancanza di dati antecedenti la II decade di gennaio, che consentirebbero di verificare o meno un effettivo andamento crescente già in atto e riconducibile a movimenti migratori.

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• Una delle criticità principali è infatti rappresentata dal tardivo inizio delle attività di raccolta dati (II decade di gennaio). Al fine di individuare il periodo in cui si verificano i primi movimenti migratori è necessario iniziare il campionamento prima del possibile inizio della migrazione, e dunque dal mese di dicembre, in modo da evidenziare in maniera più attendibile la presenza o meno di eventuali picchi riconducibili al passaggio di individui in migrazione

• Gli Autori utilizzano le informazioni relative ai depositi di grasso come elementi a supporto dei risultati ottenuti dalle catture e l’inanellamento. Tale approccio si fonda sul fatto che gli uccelli migratori costituiscono importanti depositi di grasso prima di migrare. Il grasso infatti rappresenta la riserva di energia principale grazie alla quale i passeriformi riescono a sostenere i lunghi voli migratori. Durante la migrazione, gli uccelli consumano e riducono sensibilmente tali depositi fino a dimagrire in maniera considerevole. Giunti presso i siti di nidificazione, gli uccelli iniziano un nuovo accumulo di grasso, di entità inferiore rispetto a quello migratorio, che gli permetterà di affrontare le diverse richieste energetiche del periodo riproduttivo. Nel caso specifico del documento in oggetto, al di là dell’esiguo campione utilizzato per le analisi, mancano diverse informazioni necessarie ad interpretare i valori di grasso osservati. Gli individui magri potrebbero essere uccelli non ancora pronti alla migrazione (svernanti) oppure individui che sono già al termine o comunque nel pieno della migrazione. Inoltre, la dimensione dei depositi di grasso è anche funzione della distanza che deve essere coperta per giungere ai siti riproduttivi. In generale, i migratori a corto raggio, come il Tordo bottaccio, formano depositi di grasso ridotti rispetto ai migratori a lungo raggio. Inoltre, anche all’interno della stessa specie possono esistere differenze tra popolazioni nella strategia di accumulo del grasso.

• Nel 2014 e 2015 è stato effettuato anche il sessaggio molecolare degli individui catturati, permettendo quindi di verificare la sex ratio del campione, che è risultata sbilanciata a favore dei maschi. Gli Autori ipotizzano che tale dato possa essere associato a movimenti migratori in corso, secondo la teoria che i maschi sono i primi ad iniziare la migrazione verso i quartieri riproduttivi. È però necessario considerare che nei migratori si possono avere aree di svernamento distinte per i sessi; la Sardegna potrebbe, per esempio, essere interessata da una maggiore presenza di maschi in inverno o viceversa. Data questa considerazione, si evidenzia l’opportunità di valutare la variazione della sex ratio nel tempo. Infatti dalla figura 37 del documento di sintesi, si osserva proprio questo fenomeno, che permetterebbe di identificare tre distinti periodi (pentadi 3-5, 6-10, 11-12) caratterizzati da un diverso rapporto tra maschi e femmine. La variazione tra i tre periodi potrebbe essere conseguenza di eventuali spostamenti.

• I valori della terza remigante primaria sono stati utilizzati prevalentemente per sessare gli individui non sottoposti ad indagine molecolare. L’identificazione dei sessi così ottenuta è stata dunque utilizzata per alcune considerazioni sui periodi di migrazione (pag 98-99 della relazione estesa). La terza remigante è però una misura che può essere potenzialmente utile per discriminare le diverse popolazioni presenti. In questo senso i dati avrebbero potuto essere di utilità per verificare la presenza dei due diversi flussi di spostamento, che gli

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Autori ipotizzano esserci prima e dopo la I decade di febbraio (pag. 42 della relazione di sintesi), magari utilizzando i soli individui maschi in modo da escludere l’effetto del sesso sulla lunghezza della terza remigante.

Il progetto raccoglie informazioni potenzialmente utili per un eventuale aggiornamento del documento dei “Key Concepts”, o eventualmente per valutare un discostamento dei termini temporali ai sensi del paragrafo 2.7.10 della “Guida alla disciplina della caccia nell’ambito della direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici”. Tuttavia le criticità inerenti la trattazione dei dati, la necessità di disporre di una serie temporale più estesa e l’esigenza di anticipare il monitoraggio al fine di giungere a conclusioni più robuste, fanno si che i risultati ottenuti non siano utilizzabili per supportare queste revisioni.