Valutazione di impatto elettromagnetico generato da ... · In base ad essa è di particolare...

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COMUNE DI SETTALA PROVINCIA DI MILANO Assessorato all’Ambiente, Attività Produttive e SUAP Valutazione di impatto elettromagnetico generato da antenne di telefonia mobile e cabina ENEL sul territorio comunale di Settala

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COMUNE DI SETTALA PROVINCIA DI MILANO

Assessorato all’Ambiente, Attività Produttive e SUAP

Valutazione di impatto elettromagnetico generato da antenne di telefonia mobile e cabina ENEL

sul territorio comunale di Settala

Cari Cittadini, la problematica dell’esposizione ai campi elettromagnetici è, relativamente da poco tempo, oggetto

di interesse ma anche di preoccupazione da parte della popolazione. È opportuno sottolineare che esistono fonti naturali che generano campi elettromagnetici, le

principali sono: il Sole, le stelle, la Terra. La luce stessa è un’emissione elettromagnetica ad altissima frequenza e la vita sulla terra si è sviluppata in presenza di un campo magnetico terrestre statico di entità non trascurabile.

Lo sviluppo di nuove tecnologie che utilizzano l’energia elettrica, ha aumentato sensibilmente la quantità di emissioni elettromagnetiche presenti all’esterno ed all’interno delle abitazioni. Le principali fonti prodotte dall’uomo sono costituite da elettrodomestici, telefoni cellulari, radio, televisori e computer, linee elettriche, impianti di telecomunicazione radiotelevisiva, e così via.

Gli studi scientifici oggi disponibili sull’argomento per le alte frequenze e per i livelli di esposizione a cui siamo normalmente sottoposti non hanno evidenziato problematiche sanitarie derivanti dalla presenza di queste fonti elettromagnetiche. Relativamente alle basse frequenze alcuni studi avrebbero evidenziato un possibile aumento del rischio di contrarre alcune malattie, ma appaiono necessari ulteriori studi per un pronunciamento definitivo sull’argomento.

In questa situazione, la normativa si è orientata per l’applicazione del principio di cautela al fine di perseguire la minimizzazione dei valori di campo elettromagnetico, soprattutto nei confronti dei casi in cui si possono verificare esposizioni per tempi prolungati, da parte di soggetti sensibili non esposti per ragioni professionali (utenze domestiche).

In questo contesto l’Assessorato all’Ambiente, in collaborazione con l’Agenzia Regionale di

Protezione Ambientale (ARPA) di Melegnano, ha condotto degli studi e le misurazioni delle fonti elettromagnetiche sul nostro territorio, concentrando soprattutto l’attenzione sulle antenne e i ripetitori di telefonia mobile e l’unico elettrodotto importante presente a Caleppio di Settala.

Vi posso anticipare, e tranquillizzare, che i risultati ottenuti sono molto al di sotto dei limiti di legge

e conseguentemente le conseguenze per l’uomo sono assolutamente trascurabili. Gli uffici comunali preposti e l’ARPA continueranno a monitorare nel tempo tale aspetto

soprattutto nel caso di nuove richieste o di modifiche alla situazione fotografata nello studio allegato. La relazione dettagliata dell’ARPA sarà pubblicata quanto prima sul sito del Comune di Settala per

una libera consultazione da parte di cittadini e imprese. Con i più cordiali saluti

Alessandro Foti Assessore all’Ambiente, Attività Produttive e Sportello Unico

ELETTROMAGNETISMO : COS’E’?

Ciascuno di noi è circondato costantemente da campi elettromagnetici; essi hanno in parte origine naturale (luce visibile, raggi gamma, etc.), in parte artificiale (radar, telecomunicazioni, etc.). Le onde elettromagnetiche sono dunque parte integrante dell'ambiente in cui viviamo e costituiscono una vera e propria ragnatela attorno a noi.

Dal punto di vista fisico sono un fenomeno ‘unitario', cioè i campi e gli effetti che producono si basano su

principi del tutto uguali; la grandezza che li caratterizza è la frequenza. In base ad essa è di particolare rilevanza, per i diversi effetti biologici che ne derivano e quindi per la tutela

della salute, la suddivisione in:

• radiazioni ionizzanti, ossia le onde con frequenza altissima, superiore a 3 milioni di GHz, e dotate di energia sufficiente per ionizzare la materia;

• radiazioni non ionizzanti (NIR), ovvero le onde con frequenza inferiore a 3 milioni di GHz, che non trasportano un quantitativo di energia sufficiente a ionizzare la materia.

Classificazione delle onde elettromagnetiche

Denominazione Sigla Frequenza

Frequenze estremamente basse

ELF 0-3.000 Hz

Frequenze bassissime VLF 3.000-30.000 Hz

Radiofrequenze (RF)

- Frequenze basse (onde lunghe)

LF 30.000-300.000 Hz

- Medie frequenze (onde medie)

MF 300.000-3.000.00 Hz

- Alte frequenze HF 0,003-0,03 GHz

- Frequenze altissime (onde metriche)

VHF 0,03-0,3 GHz

Microonde

- Onde decimetriche UH 0,3-3 GHz

- Onde centimetriche SHF 3-30 GHz

- Onde millimetriche EHF 30-300 GHz

Infrarosso IR 300-385.000 GHz

Luce visibile - 385.000-750.000 GHz

Ultravioletto UV 750.000-3.000.000 GHz

Raggi X X 3-30.000 milioni di GHz

Raggi gamma GAMMA 30.000-30.000.000 milioni di GHz

Raggi gamma radiazione cosmica

GAMMA 30.000.000-300.000.000 milioni di GHz

All'interno delle radiazioni non ionizzanti si adotta una ulteriore distinzione in base alla frequenza di emissione: campi elettromagnetici a bassa frequenza o ELF (0 - 300 Hz), le cui sorgenti più comuni comprendono ad esempio gli elettrodotti e le cabine di trasformazione, gli elettrodomestici, i computer. campi elettromagnetici ad alta frequenza o a radiofrequenza RF (300 Hz - 300 GHz), le cui sorgenti principali sono i radar, gli impianti di telecomunicazione, i telefoni cellulari e le loro stazioni radio base.

BASSA FREQUENZA

Le basse frequenze, o ELF (Extremely Low Frequency), consistono in campi elettrici e magnetici che si formano in corrispondenza di elettrodotti (a bassa, media ed alta tensione) e di tutti i dispositivi domestici alimentati a corrente elettrica alla frequenza a noi più noti, quali elettrodomestici, videoterminali, etc.

Alle basse frequenze le caratteristiche fisiche dei campi sono più simili a quelle dei campi statici rispetto a

quelle dei campi elettromagnetici veri e propri; è per questo che per le ELF il campo elettrico e il campo magnetico possono essere considerati e valutati come entità a sé stanti.

Si distinguono due principali tipologie di sorgenti in base alle diverse caratteristiche del campo emesso:

quelle deputate al trasporto e distribuzione dell'energia elettrica e gli apparecchi che utilizzano energia elettrica.

Trasporto e distribuzione dell'energia elettrica

In questo caso si tratta di elettrodotti cioè sorgenti di campo elettromagnetico a frequenza industriale (50 – 60 Hz). Per elettrodotto si intende l'insieme delle linee elettriche, delle sottostazioni e delle cabine di trasformazione. Le linee elettriche portano energia elettrica dai centri di produzione agli utilizzatori (industrie, abitazioni, etc.) mentre le cabine di trasformazione trasformano la corrente prodotta dalle centrali in tensioni più basse per l'utilizzazione nelle applicazioni pratiche. Le tensioni di esercizio delle linee elettriche in Italia si distinguono in 15 kV e 60 kV per la bassa e media tensione, 132, 220 e 380 kV per l'alta tensione. L'intensità dei campi elettrici e magnetici diminuisce con l'aumentare della distanza dal conduttore, dipende dalla disposizione geometrica e dalla distribuzione delle fasi della corrente dei conduttori stessi e anche dal loro numero. In alcune aree urbane le linee elettriche sono interrate; tale modalità garantisce una diminuzione dell'intensità di campo elettrico nello spazio circostante ma presenta spesso costi elevati e può essere sviluppata solo per tratte limitate. Le cabine di trasformazione rappresentano un problema molto minore dal punto di vista dell'inquinamento elettromagnetico, poiché a pochi metri di distanza i campi elettrici e magnetici sono già trascurabili.

Utilizzo dell'energia elettrica Gli apparecchi di uso domestico alimentati con energia elettrica sono sorgenti di campo elettromagnetico ELF e hanno frequenza di 50 - 60 Hz. L'intensità di esposizione a campi di questo tipo è direttamente proporzionale alla distanza e diminuisce rapidamente con essa; l'esposizione riguarderà quindi le zone del corpo più vicine all'apparecchio, principalmente mani, viso e testa. Il campo magnetico si produce con la circolazione di corrente e dunque solamente quando gli apparecchi sono in funzione; il campo elettrico invece deriva dai conduttori inseriti nelle prese ed è quindi presente a ridosso di esse e nel momento in cui l'elettrodomestico è collegato alla rete; non scompare allo spegnimento dell'apparecchio ma solo se si disinserisce la spina dalla presa elettrica. La sola presenza di corrente nella rete di alimentazione dell'abitazione produce un valore di fondo del campo. Nella tabella seguente sono elencati alcuni elettrodomestici di uso comune e livelli indicativi di campo magnetico da essi prodotti a distanze prefissate:

Elettrodomestici comuni e livelli di campo magnetico

Elettrodomestici A ridosso

10cm 20cm 30cm 1m

Asciugacapelli 40÷100 40 5 1,5 <0,0-0,3

Aspiratore 2÷235 20 7 3 0,13-2

Coperta elettrica 0,4÷2,3 0,25 0,18 0,13 <0,05

Frigorifero 0,5÷1,7 1,5 1 0,25 <0,01

Frullatore 50÷230 14 3,5 1,5 0,02-0,25

Lampada ad incandescenza

60 3,8 0,85 0,27 0,05-0,25

Lavastoviglie 0,3÷3,4 0,2 0,11 0,1 0,07-0,3

Lavatrice 0,1÷27,5 12,6 10 7,2 0,01-0,15

Rasoio elettrico 50÷1300 20 5 1,7 <0,01-0,3

Televisore 14" 2÷7 2,5 1 0,5 <0,01-0,15

ALTA FREQUENZA

I campi elettromagnetici ad alte frequenze, cioè comprese tra 100 KHz e 300 GHz, possono essere ulteriormente suddivisi in: * campi a Radiofrequenze (RF) aventi frequenze fino a 300 MHz * campi a MicroOnde (MW) aventi frequenze da 300 MHz a 300 GHz. Per le alte frequenze il campo elettrico e quello magnetico sono un fenomeno unico, completamente interdipendente, relativamente facile da schermare (es. con i muri degli edifici). Apparati che generano radiazioni elettromagnetiche ad alte frequenze sono ad esempio i riscaldatori industriali ed anche gli strumenti per applicazioni biomedicali a scopo diagnostico e terapeutico. La presenza di tali tipi di radiazioni nell'ambiente esterno è però legata soprattutto a sorgenti dedicate alle telecomunicazioni, come gli impianti radio TV, le stazioni radio base (SRB) per la telefonia mobile e gli stessi telefoni cellulari.

Le metodologie di trasmissione sono di due tipi: * broadcasting: da un punto emittente a molti punti riceventi (ripetitori radiotv, SRB per telefonia cellulare) * direttiva: da punto emittente a punto ricevente (ponti radio)

Impianti fissi per la radiotelevisione Un'antenna radio converte le correnti e le tensioni elettriche create da un trasmettitore in onde elettromagnetiche che vengono irradiate nello spazio e allo stesso modo può intercettare queste onde e convertirle di nuovo in correnti e tensioni, elaborate poi dal ricevitore. Le antenne radio più comuni sono i dipoli, montati generalmente su alti tralicci, che hanno la caratteristica di irradiare energia in tutte le direzioni. Le onde radio si indeboliscono man mano che si propagano nello spazio e sono assorbite dagli ostacoli che incontrano sul loro cammino (edifici, alberi) e dalla stessa atmosfera. Per questi motivi i ripetitori radiotelevisivi sono situati generalmente in punti elevati del territorio (sommità collinari, crinali di montagne). La potenza in antenna può raggiungere vari Kw al fine di fornire il servizio ad un'utenza geograficamente dispersa; entro circa dieci metri dai tralicci di sostegno, l'intensità di campo elettrico al suolo può raggiungere valori dell'ordine delle decine di V/m. La localizzazione di queste antenne prevalentemente al di fuori dei centri abitati (ed eventuali de-localizzazioni se ubicati al loro interno) permette di realizzare installazioni a norma e di tutela e sicurezza per la popolazione.

Telefonia cellulare Il telefono cellulare è solamente il terminale del sistema che costituisce le rete radiomobile; riceve e trasmette onde elettromagnetiche a bassa potenza ma per funzionare necessita di dialogare con le stazioni radiobase, progettate per servire un gruppo di celle. A differenza dei sistemi radiotelevisivi per i quali un'unica frequenza può servire senza problemi moltissimi utenti, nei sistemi di telefonia cellulare mobile ogni utente necessita di una specifica frequenza durante la comunicazione con altri utenti. Il territorio è diviso in celle proprio per permettere a molte decine di utenti di conversare contemporaneamente: quelle contigue hanno gruppi di frequenze differenti per non causare interferenze che potrebbero compromettere la buona qualità del segnale mentre celle relativamente lontane tra loro possono riutilizzare le medesime frequenze. Le antenne delle SRB sono costruite per tenere sotto controllo le interferenze e funzionare con potenze il più basse possibili. Come si nota dal diagramma di propagazione generato da questo tipo di sorgente (figura seguente), in condizioni di normale installazione un avvicinamento alla sorgente SRB non comporta necessariamente esposizioni maggiori. Il campo generato dalla stazione infatti è fortemente ‘direzionale' per cui le esposizioni in prossimità della base dei sistemi radianti (abitazioni 2 e 3 in figura) sono inferiori a quelle che possono essere rilevate in asse del lobo di propagazione principale (abitazione 1 in figura) a molte decine o anche centinaia di metri di distanza.

I telefoni cellulari trasmettono molta meno potenza rispetto alle stazioni radio base ma vengono posti a diretto contatto con l'apparato uditivo. Le intensità di campo elettrico a 5 cm dall'antenna di un telefono cellulare sono comprese tra circa 10 e 100 V/m ma la quantità di potenza assorbita diminuisce notevolmente con la distanza: a 30 cm dal telefono mobile è ridotta di circa 100 volte. Per questo è auspicabile estrarre sempre, ove possibile, l'antenna dall'apparecchio durante la conversazione, usare l'auricolare e, se possibile, effettuare chiamate di breve durata.

NORMATIVA DI RIFERIMENTO La legge di riferimento per quanto attiene l’esposizione ai campi elettromagnetici è la “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” n. 36 del 22.02.2001. In data 28.08.2003 è stato pubblicato il D.P.C.M. 08.07.2003 nel quale sono fissati i limiti di esposizione (art. 3 comma 1), i valori di attenzione (art. 3 comma 2) e gli obiettivi di qualità (art. 4) per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz.

I limiti di esposizione per la popolazione riportati in tabella sono definiti in base alla frequenza della radiazione considerata.

Frequenza

(MHz) Intensità di campo elettrico

E (V/m) Intensità di campo magnetico H (A/m)

Densità di potenza (W/m2)

0,1 - 3 60 0,2 -

3 - 3.000 20 0,05 1

3.000 - 300.000 40 0,1 4

A titolo di misura di cautela per la protezione da possibili effetti a lungo termine eventualmente connessi con le esposizioni ai campi generati alle suddette frequenze all'interno di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore giornaliere (e loro pertinenze esterne, che siano fruibili come ambienti abitativi quali balconi, terrazzi e cortili esclusi i lastrici solari), si assumono i valori di attenzione contenuti nelle seguente tabella.

Frequenza Campo elettrico (V/m)

Campo magnetico (A/m)

Densità di potenza (W/m2)

0.1 MHz < f ≤ 300 GHz 6 0.016 0.10 (3 MHz – 300 GHz)

Inoltre, ai fini della progressiva minimizzazione della esposizione ai campi elettromagnetici, i valori di immissione dei campi, calcolati o misurati all'aperto nelle aree intensamente frequentate, non devono superare i seguenti valori (obiettivi di qualità):

Frequenza Campo elettrico (V/m)

Campo magnetico (A/m)

Densità di potenza (W/m2)

0.1 MHz < f ≤ 300 GHz 6 0.016 0.10 (3 MHz – 300 GHz)

EFFETTI BIOLOGICI

I possibili rischi per la salute collegati ad esposizione ai campi elettromagnetici hanno generato, negli ultimi anni, una intensa attività di tipo scientifico e, conseguentemente, un rilevante incremento della divulgazione degli studi relativi a questo problema. La varietà e la complessità delle tecniche sperimentali utilizzate ha reso comunque estremamente difficile fornire una informazione omogenea ed una interpretazione univoca del rischio effettivo legato all'esposizione ai campi elettromagnetici. Obiettivo di questa sezione è quello di offrire, ove possibile in modo comprensibile anche ai non esperti, un quadro generale sugli studi degli effetti biologici dovuti ai campi elettromagnetici.

Campi elettromagnetici e salute

Sulla Terra è presente un fondo elettromagnetico naturale proveniente dal pianeta stesso, dall'atmosfera, dal Sole e dal calore ed energia prodotti da ogni essere vivente. A questo naturale livello di fondo si sono aggiunti i campi elettromagnetici (CEM) provenienti dalle attività industriali/tecnologiche dell'uomo. In questi ultimi decenni, l'esposizione ai campi elettromagnetici di origine artificiale è costantemente aumentata a causa della continua e crescente richiesta, da parte della popolazione, di elettricità, di tecnologie sempre più avanzate e, in particolare,

dell'enorme sviluppo del settore delle telecomunicazioni. La popolazione risulta pertanto esposta, sia in ambienti chiusi che all'aperto, a campi elettrici e magnetici a frequenze diverse. I potenziali effetti sanitari dei campi elettromagnetici di origine artificiale sono stati oggetto di interesse scientifico fin dalla fine dell‘800 ma, negli ultimi decenni, hanno ricevuto particolare attenzione da quando alcuni rapporti scientifici hanno suggerito la possibilità dell'esistenza di un rapporto tra esposizione ai campi elettromagnetici e danni alla salute, come il cancro, la riduzione della fertilità, problemi nello sviluppo e nel comportamento dei bambini e la leucemia infantile. Lo studio dell'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi biologici coinvolge numerose discipline scientifiche (biologia, fisica, ingegneria e medicina). Purtroppo, nonostante i recenti sforzi da parte di numerosi gruppi di ricerca in tutto il mondo, non è ancora stato possibile stabilire una correlazione univoca del reale rischio della popolazione esposta a CEM. I dati scientifici ottenuti sono spesso contradditori e questo è dovuto soprattutto ai molti parametri (modalità di esposizione, intensità dei campi, sinergie con altri agenti inquinanti), difficilmente standardizzabili che devono venire considerati per una corretta valutazione del rischio.

Indotti da campi a bassa frequenza

Il maggior numero di dati biologici disponibili sugli effetti dei campi elettromagnetici sono stati ottenuti da studi effettuati con campi a frequenza estremamente bassa (50 Hz). All'interno del corpo umano si attuano numerose funzioni biologiche, come la trasmissione degli impulsi nervosi e le reazioni biochimiche, che prevedono un movimento di cariche elettriche. Quando un organismo è esposto a CEM a bassa frequenza le onde elettromagnetiche sono in grado di passare attraverso il corpo

provocando un flusso di corrente elettrica all'interno dei tessuti dell'organismo; questo flusso può causare alterazioni nelle normali funzioni biologiche. Tali variazioni però, oltre che dalla frequenza del campo, dipendono anche dalla sua intensità e dalla durata dell'esposizione. Infatti, quando un individuo è esposto, anche se per un breve periodo, a CEM elevati e al di sopra di una certa soglia può manifestare degli effetti acuti. Tra i più frequenti effetti acuti riportati in letteratura, si possono ricordare quelli sul sistema visivo, la stimolazione di tessuti eccitabili quali il sistema neuromuscolare e la fibrillazione ventricolare. E' importante però sottolineare che, la popolazione non si trova praticamente mai esposta ad intensità di campo tali da indurre effetti acuti, se vengono rispettati i limiti soglia imposti dagli organismi internazionali, e recepiti anche dalla normativa italiana, poiché estremamente bassi e molto al di sotto di quelli che inducono l'insorgenza di tali effetti.

Gli esseri umani, in generale, risultano invece frequentemente esposti a basse dosi di CEM, talvolta per tempi molto lunghi, questa situazione potrebbe essere causa di effetti cronici. Numerosi dati sono stati raccolti in questi ultimi anni ma, a causa delle difficoltà nel condurre esperimenti a lungo termine, spesso risultano contradditori. Comunque, le evidenze sperimentali a disposizione, sembrano escludere, almeno alle intensità che si riscontrano normalmente in casa o nell'ambiente, alterazioni nella fisiologia e nel comportamento umano. Anche studi effettuati su volontari umani esposti per diverse ore a campi elettromagnetici a bassa frequenza non hanno permesso di misurare alterazioni significative dei vari parametri clinici e fisiologici presi in considerazione (variazioni nel sangue, elettroencefalogramma, ritmo cardiaco, pressione sanguigna e temperatura corporea).

Indotti da campi ad alta frequenza

Recentemente, l'attenzione di numerosi ricercatori si è concentrata soprattutto sull'analisi dell'influenza di campi ad alta frequenza sui sistemi biologici e, in particolare, di quelli prodotti dalla telefonia mobile. Ad alte frequenze, i campi elettromagnetici sono in grado di penetrare, per una breve profondità, nei tessuti dell'organismo e di venire assorbiti. Questo induce nell'organismo, un'agitazione molecolare (aumento dell'energia delle molecole) che porta ad un aumento della temperatura corporea. Bisogna comunque tener presente che i livelli dei campi a radiofrequenza ai quali siamo normalmente esposti nei nostri ambienti di vita, sono molto più bassi di quelli necessari a produrre un riscaldamento significativo. La maggior parte degli effetti dei campi elettromagnetici a radiofrequenza sugli esseri viventi vengono suddivisi in due gruppi: effetti termici ed effetti specifici. I primi dipendono dall'aumento di temperatura dovuto all'assorbimento dei campi a radiofrequenza nel tessuto, ed alla conseguente dissipazione della loro energia sotto forma di calore. Gli effetti specifici, invece, non

inducono un aumento della temperatura e si possono osservare a livelli di intensità del campo inferiori alla soglia a cui si rilevano effetti termici significativi. Gli effetti non termici sono meno noti ma particolarmente interessanti in quanto sono quelli che si riscontrano più frequentemente nelle situazioni di esposizione più comuni (es. i campi elettromagnetici impiegati nelle telecomunicazioni). Anche nel caso dei CEM ad alta frequenza, è importante sottolineare che la maggior parte degli studi sperimentali che hanno indotto effetti acuti, sono stati condotti a frequenze elevate, spesso in grado di indurre un innalzamento della temperatura corporea, ma queste esposizioni sono difficilmente riscontrabili nella vita quotidiana. Si sta studiando la possibilità che questa condizione possa essere causa di effetti cronici. Per la valutazione degli effetti a lungo termine, si ricorre spesso a studi di tipo epidemiologico che però presentano notevoli difficoltà infatti, oltre ai normali problemi di tale tipo di studio, bisogna anche tener presente la distribuzione dei campi elettromagnetici attorno alla sorgente che risulta generalmente assai disomogenea. Recenti studi epidemiologici su utenti di telefoni mobili non hanno comunque fornito evidenze convincenti di aumenti del rischio di insorgenza del tumore cerebrali però, si deve tener presente che tale tecnologia è ancora molto recente pertanto ulteriori indagini sono necessarie per valutare gli effetti di esposizione a lungo termine. Comunque, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), sulla base dei dati scientifici disponibili, è arrivata alla conclusione che "non c'è nessuna evidenza convincente che l'esposizione a RF abbrevi la durata della vita umana, nè che induca o favorisca il cancro”. Esistono effetti indiretti provocati dai campi elettromagnetici, quali quelli indotti in apparecchiature "vitali”, per esempio nei pacemakers cardiaci. Tra le possibili fonti d'interferenza, i telefoni cellulari rivestono un ruolo fondamentale, sia per la loro grande diffusione, sia per la loro potenziale vicinanza al pacemaker. Un'altra fonte di interferenza sono le stazioni radio base ma in questo caso hanno particolare importanza l'intensità del campo, le dimensioni dell'antenna e la distanza dalla sorgente radiante a cui è esposto il paziente.

STATO DELL’INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO A SETTALA

Su richiesta dell’Assessorato all’Ambiente del Comune di Settala, i tecnici ARPA (Agenzia Regionale Protezione dell’Ambiente) hanno eseguito, senza alcun onere a carico dell’amministrazione comunale, una campagna di monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico derivante dalle antenne per la telefonia cellulare presenti sul territorio e dalla cabina di trasformazione ENEL posta nelle vicinanze del condominio di Via Bettolino secondo, sulla strada provinciale Cerca a Caleppio. Di seguito la planimetria di Settala con indicata la posizione delle Sorgenti indagate e il punto di analisi.

Il monitoraggio dell’inquinamento elettromagnetico rappresentato nella presente pubblicazione rispecchia la situazione del territorio a maggio 2006. Le nuove installazioni, prima di essere autorizzate, devono ricevere il parere tecnico positivo preliminare da parte dell’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale territoriale, la stessa che ha supportato il Comune di Settala nella presente campagna di misurazione e analisi.

Monitoraggio antenne di telefonia cellulare A seguito di una valutazione cartografica, sono stati individuati 4 punti idonei alla misurazione delle onde elettromagnetiche, situati in prossimità delle sorgenti. Ogni singolo rilevamento è stato effettuato tramite centralina dedicata, per la durata di circa 1 mese in modalità continuativa 24/24 ore. Di seguito si riportano i luoghi prescelti con il relativo periodo di operatività

Ditta INDENA Spa, Via Don Minzoni dal 23.11.05

al 21.12.05 (terrazzo)

Palazzina Via Bellini dal 26.01.2006 al 16.03.2006

(terrazzo abitazione privata)

Palazzina Via Verdi dal 26.01.2006 al 16.03.2006

(balcone abitazione privata)

Ditta INGRAM MICRO, dal 16.03.2006 al

27.04.2006 (terrazzo) Dalla relazione tecnica di ARPA emerge che nelle zone che hanno ospitato la centralina (in cui è prevista la permanenza prolungata di personale) il valore di attenzione indicato dalla normativa (D.P.C.M. 08.07.2003 allegato B, tabella 2) è ampiamente rispettato.

Monitoraggio cabina ENEL strada Cerca

Sono state compiute dai tecnici ARPA misure in continuo dal 31 Agosto al 7 Settembre, tramite posizionamento di una centralina all’interno di una abitazione situata in prossimità della cabina ENEL. Inoltre sono state effettuate misurazioni puntiformi sia all’esterno che all’interno l’abitazione. I risultati delle rilevazioni effettuate, evidenziano, durante il periodo di osservazione, il rispetto dei livelli di esposizione stabiliti dalla legislazione vigente.

Conclusioni e approfondimenti

Lo studio, come sopra riportato, ha evidenziato il pieno rispetto dei limiti di legge anche in prossimità delle sorgenti. Tali risultati contribuiscono a tranquillizzare dapprima tutti i residenti del Comune di Settala e in secondo luogo l’Amministrazione Comunale che è particolarmente attenta alla tutela della salute e al benessere di tutti i cittadini. La relazione dettagliata di ARPA è a disposizione per consultazione presso l’Ufficio Ecologia del Comune di Settala, tel 02-950759247 e-mail [email protected]. e sarà pubblicata quanto prima sul sito del Comune di Settala per una libera consultazione da parte di Cittadini e imprese.

Grafica e impaginazione di Ufficio Ecologia, Comune di Settala (MI)

Supervisione di: Alessandro Foti Assessore all’Ambiente, Attività Produttive e Sportello Unico,

Comune di Settala (MI) Arch. Carla Barone Responsabile Ufficio Tecnico, Comune di Settala (MI)

Un ringraziamento a ARPA che ha effettuato a titolo non oneroso

la campagna di monitoraggio

Si ringraziano inoltre le Imprese e i cittadini che hanno dato la propria disponibilità ospitando le centraline di rilevamento

bibliografia:

Provincia di Milano, www.provincia.milano.it Settore Ambiente – Sezione Elettromagnetismo

Stampato su carta riciclata

Pubblicazione edita e distribuita gratuitamente dal Comune di Settala.

Vietata la distribuzione o la vendita non autorizzata dal Comune di Settala.

Finito di stampare in Dicembre 2007