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Come si scrive e come le Commissioni di Concorso valutano il Tema in Magistratura: prime indicazioni 2^ Dispensa relativa alla 1^ Lezione gratuita che si terrà Roma, 2 ottobre 2019, ore 13.30 Milano, 5 ottobre 2019, ore 13.30 Palermo, 5 ottobre 2019, ore 13.30 Streaming, 5 ottobre 2019, ore 10.00 È preferibile prenotarsi sul sito www.lexcampus.it Consultalo anche per le agevolazioni riservate alle iscrizioni di gruppo

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Come si scrive e come le Commissioni di Concorso valutano il Tema in Magistratura:

prime indicazioni

2^ Dispensa relativa alla 1^ Lezione gratuita che si terrà Roma, 2 ottobre 2019, ore 13.30 Milano, 5 ottobre 2019, ore 13.30 Palermo, 5 ottobre 2019, ore 13.30 Streaming, 5 ottobre 2019, ore 10.00

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iscrizioni di gruppo

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SOMMARIO

1. Scheda introduttiva: le ragioni dell’attenzione spasmodica alle

tecniche redazionali.

2. I criteri di valutazione del tema in Magistratura seguiti dalle

Commissioni degli ultimi concorsi.

3. L’esperienza di un Componente della Commissione di uno degli

ultimi concorsi.

4. I criteri di redazione del tema elaborati da un componente

della Commissione di uno degli ultimi concorsi (Tratto da M.

de MASELLIS, Come si scrive il tema, 2016).

I Manuali studiati da migliaia di aspiranti magistrati

e vincitori di concorso

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COME SI SCRIVE E COME LE COMMISSIONI DI CONCORSO VALUTANO IL TEMA IN MAGISTRATURA

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SCHEDA INTRODUTTIVA LE RAGIONI DELL’ATTENZIONE SPASMODICA ALLE TECNICHE

REDAZIONALI

La difficoltà del concorso in Magistratura è non solo nell‟ampiezza dei programmi

di studio, peraltro dovuta al carattere talvolta esasperatamente settoriale di molte

tracce assegnate a Concorso, ma anche nella oggettiva difficoltà per molti laureati

in giurisprudenza di svolgere adeguatamente un tema di diritto.

Una difficoltà dovuta, da un lato, al fatto che si tratta di esercizio non svolto negli

anni universitari, dall‟altro all‟eterogeneità delle tracce assegnate in sede

concorsuale (talune, come sopra indicato, molto specialistiche, altre invece più

istituzionali, altre ancora da svolgere collegando istituti e discipline diverse).

È quanto implica la necessità che si acquisisca una tecnica redazionale e una

padronanza:

nella lettura della Traccia;

nella messa a fuoco delle questioni da esaminarer;

nel pesare in modo ragionevole ed equilibrato l’analisi di ciascuno dei profili

la cui trattazione è imposta dalla traccia stessa;

nell‟attenuare il rischio (sempre incombente) di andare fuori traccia;

nel dare logicità e conseguenzialità alla trattazione;

nell‟assicurare un minimo di eleganza espositiva.

A tutto questo sarà ampiamente dedicato il Corso, con la trattazione, anche nel

confronto con il docente e talvolta con “giochi di gruppo” (flipped classroom), di

numerosissime tracce, in ciascuna delle Lezioni settimanali.

È un esercizio necessario atteso che ciascuno dei partecipanti affronterà (è

inevitabile) un momento di difficoltà nell‟analizzare alcuni aspetti di una o più delle

tre tracce assegnate a Concorso (civile, penale e amministrativo): è necessario

prepararsi a vivere quel momento acquisendo le tecniche necessarie e conoscendo

cosa si aspettano i Commissari.

Per avere un primo assaggio, si riportano di seguito:

1. i criteri che le Commissioni hanno seguito nel valutare e nel ritenere

meritevoli i temi di chi è quindi diventato Magistrato;

2. l‟esperienza di un Componente di una delle ultime Commissioni di concorso;

3. i criteri di redazione del tema redatti da un autorevole Magistrato,

mettendo a frutto la sua esperienza di Componente della Commissione di

concorso in Magistratura, consapevole, quindi, tanto delle criticità

ricorrenti nei compiti visionati quanto delle aspettative della Commissione.

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Sono stati evidenziati in grassetto i passaggi chiave.

Tra questi, uno più di tutti merita riflessione ed è tratto dal racconto

dell’esperienza (punto 2 del precedente elenco: non attiene alle tecniche

redazionali, ma pare davvero importante segnalarla a chi si accinge a questa

entusiasmante (ma non semplice) avventura.

“La preparazione al concorso in magistratura è una maratona, e non una

gara di velocità! È normale che ci siano momenti di stanchezza e di

scoraggiamento, che ognuno supera a suo modo, ad esempio studiando o

ripetendo in gruppo o in coppia, o concedendosi un piccolo stacco, ma

l’unico consiglio che mi sento di dare è di non mollare perché il nostro è

un lavoro bellissimo per il quale vale la pena impegnarsi...”

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I CRITERI DI VALUTAZIONE DEL TEMA IN MAGISTRATURA SEGUITI

DALLE COMMISSIONI DEGLI ULTIMI CONCORSI

CONCORSO PER ESAMI A 340 POSTI DI MAGISTRATO ORDINARIO

INDETTO CON D.M. 5.11.2014

COMMISSIONE DI CONCORSO 2016

I criteri di lettura e valutazione degli elaborati

La Commissione, nel suo plenurn, allo scopo di garantire la formazione di giudizi oggettivi

ed uniformi nella correzione, ritiene che possa considerarsi idoneo il singolo elaborato che:

• presenti una forma italiana corretta sotto il profilo termino logico, sintattico e

grammaticale e rilevi adeguata padronanza della terminologia giuridica nonché

sufficiente chiarezza espositiva, requisiti tutti indispensabili per la corretta redazione dei

provvedimenti giudiziari;

• presenti una pertinente ed esauriente trattazione del tema, dimostrando in capo al

candidato una sufficiente conoscenza dell'istituto cui direttamente esso si riferisce e dei

principi fondamentali della materia, nonché un'adeguata cultura giuridica generale;

• riveli la capacità del candidato di procedere all'analisi dello specifico problema a lui

sottoposto e di proporne la soluzione, tuttavia senza che questa, se non condivisibile, possa

assumere rilievo determinante nella valutazione ove, nonostante ciò, sia comunque

logicamente argomentata in coerenza con gli istituti e principi della materia.

Le modalità di svolgimento delle correzioni

Con riguardo alle modalità delle operazioni di correzione degli elaborati ed alla disciplina di

valutazione degli stessi, coordinando il disposto degli artt. 5, 6 e 7 d.lgs. 5 aprile 2006, n.

160 e degli artt. 12, 13 e 16 R.D. 15 ottobre 1925, n. 1860, il Presidente dispone che siano

richiamati i seguenti criteri:

• opereranno, per ogni seduta, due sottocommissioni formate da nove componenti,

presiedute dal Presidente o dal commissario magistrato più anziano e un segretario;

• le sottocommissioni saranno composte come da calendario che, predisposto dal Presidente,

sarà comunicato a tutti i commissari e la cui formazione tiene conto dell'esigenza di

assegnare a ciascuna. tendenzialmente e con le opportune rotaLiuni, gli stessi componenti al

fine di assicurare il massimo grado di omogeneità nel tempo delle valutazioni degli elaborati

in ciascuna materia;

• per ogni seduta sarà presente un commlssano magistrato "supplente" destinato a subentrare

nel caso di necessità di sostituzione di altro componente e un magistrato "reperibile",

chiamato a sostituire altro componente in attesa del supplente; analogamente i componenti

professori dell'Università e avvocati individueranno e indicheranno un componente che si

terrà "a disposizione" per l'ipotesi di impedimento di un collega;

• ad ogni sottocommissione verrà affidata di norma, per le due sedute giornaliere, la

correzione degli elaborati di almeno dodici candidati, secondo rigoroso ordine numerico

delle buste, in gruppi di dodici consecutive (ad es. dalla n. 1 alla n. 12 alla prima

sottocommissione, dalla n. 13 alla n. 24 alla seconda, e così via);

• la sottocommissione si articolerà poi in tre collegi, presieduti dal Presidente della

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sottocommissione e dai magistrati più anziani fra i componenti del collegio come

individuati dal Presidente; ciascun collegio della medesima commissione esamina gli

elaborati di diritto civile, di diritto amministrativo e di diritto penale; la formulazione dei

collegi sarà determinata giorno per giorno dal Presidente della sottocommissione, tenendo

conto delle presenze effettive e della materia di elezione del componente professore

universitario e avvocato;

• ai sensi degli artt. 12, commi quarto e quinto, e 16 R.D. n. 1860/25, coordinati con le

prescrizioni dell'art. 5, commi 6 c 7, i collegi procederanno all'esame contestuale degli

elaborati di ogni singolo candidato e, ultimatane la lettura, coordinati dal Presidente della

sottocommissione si riuniranno per la comunicazione delle rispettive valutazioni; subito

dopo ogni collegio assegnerà ai lavori da esso esaminati il relativo punteggio o formulerà il

giudizio di inidoneità ai sensi dell' art. 16 R.D. n. 1860/25;

• quando la decisione di una sottocommissione sia stata adottata a maggioranza ed il

commissario dissenziente lo richieda (art. 12, comma ottavo; R.D. 1860/1925), il Presidente

della sottocommissione informerà il Presidente dell'altra sottocommissione il quale

provvederà a convocare la Commissione plenaria (formata dalle due sottocommissioni) che

dovrà attribuire il punteggio o formulare il giudizio di inidoneità;

• la deliberazione della Commissione plenaria (formata dalle due sottocommissioni) sarà

altresì necessaria nelle ipotesi di elaborato copiato (da altro candidato o da qualche autore)

ovvero riconoscibile (art. 12, commi sesto, settimo ed ottavo, R.D. 1860/1925);

• i lavori di ciascuna sottocommissione si articoleranno secondo le prescrizioni dell'art. 6,

comma 3, d.lgs. 5 aprile 2006, n. 160. in ragione di dieci sedute alla settimana, delle quali

cinque antimeridiane (dalle ore 9 alle ore 13), e cinque pomeridiane (dalle ore 14,00 alle ore

18,00).

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L’ESPERIENZA DI UN COMPONENTE DELLA COMMISSIONE DI UNO

DEGLI ULTIMI CONCORSI.

SI SEGNALA L’INTERVISTA DI ENRICO DE SANTIS A ELISABETTA

PIERAZZI COMPONENTE DELLA COMMISSIONE D'ESAME IN UNO DEGLI

ULTIMI CONCORSI IN MAGISTRATURA

“IL CONCORSO IN MAGISTRATURA: ISTRUZIONI PER L’USO DA UNA (EX)

INSIDER”

[Fonte: https://www.giustiziainsieme.it/it/il-magistrato/558-il-concorso-in-magistratura-

istruzioni-per-l-uso-da-una-ex-insider]

Cosa si deve aspettare chi ha deciso di partecipare al concorso in Magistratura? Domande

e risposte tra chi è nel pieno dello studio e chi il concorso lo ha fatto due volte, da

candidata e da componente della Commissione di esame.

1. Dott.ssa Pierazzi, lei è stata componente della Commissione d'esame del Concorso in

Magistratura nel 2010: sulla base della sua pregressa esperienza, quali sono stati i

criteri che hanno guidato voi commissari nella scelta delle tracce?

Prima di pensare a delle tracce abbiamo ragionato insieme per capire quale fosse il nostro

obiettivo. Certamente avevamo la necessità di individuare argomenti che ci aiutassero a

"fare una selezione" tra i candidati, dato che gli iscritti erano circa 6000, ma volevamo

anche che si trattasse di tracce che ci consentissero di valutare la conoscenza degli istituti e

la capacità di ragionare in un'ottica ordinamentale complessiva. Abbiamo anche deciso

di escludere gli argomenti sui quali i commissari avevano scritto di recente, per evitare

tracce eccessivamente prevedibili e premiare un approccio “furbo” all‟esame.

Ci siamo dati questi criteri di massima, e poi ognuno ha indicato, anonimamente, una

traccia, in completa libertà. Tra queste sono state votate le tre per ciascuna materia tra le

quali, come per legge, è stata pubblicamente estratta quella sottoposta ai candidati.

2. Scorrendo sul sito del Ministero della Giustizia l’elenco delle tracce assegnate, le

commissioni di concorso sembrano orientate, almeno negli ultimi anni, nel prediligere

temi di stretta attualità giurisprudenziale. Nell’ultimo concorso - forse anche a seguito

delle note polemiche sui corsi privati di preparazione al concorso - sono state

formulate tracce di diverso respiro, quasi dottrinale. L’esito del primo approccio

potrebbe essere quello di premiare una conoscenza, e quindi una preparazione, molto

puntuale e casistica. L’esito del secondo potrebbe essere invece l’opposto, oltre a

favorire un’estensione della discrezionalità delle commissioni in sede di valutazione.

Quale è la sua opinione a riguardo?

Credo che si debba partire dalla consapevolezza che il concorso in magistratura non mira a

selezionare teorici del diritto ma operatori pratici, sostenuti da una solida preparazione

teorica, che devono avere una conoscenza e prima ancora un sincero interesse per i casi

concreti e le ricadute che le scelte giurisprudenziali hanno nel mondo reale.

Come in parte ho detto rispondendo alla prima domanda, l'esigenza di selezionare non

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indicando tracce eccessivamente generaliste, con questi numeri, c'è; ma c'è anche l'esigenza

di allontanarsi dal modello di conoscenza prevalentemente teorica dell'Università e

delle scuole di specializzazione, premiando anche, indubbiamente, uno studio meno

scolastico e più critico e l'approfondimento sui temi più attuali.

Per quanto mi riguarda credo che la scelta delle tracce debba sempre tenere insieme questi

due aspetti.

3. E’ di certo importante scrivere un elaborato concorsuale che sia di qualità nei

contenuti, tuttavia quanto rilievo viene dato alla forma dell'elaborato in sede di

correzione? E quali sono gli elementi che la commissione tende ad apprezzare?

Può sembrare scontato, ma la correttezza della forma è il primo requisito, anzi il

prerequisito per la valutazione di sufficienza di un elaborato. Purtroppo durante la

correzione ci siamo imbattuti in errori grammaticali e sintattici che francamente non ci

aspettavamo da candidati di un concorso di secondo grado. Data per presupposta comunque

la necessità della mancanza di carenze di questo tipo, la chiarezza della forma e la

capacità di organizzare un discorso strutturato per punti logicamente interconnessi è

certamente apprezzata.

Quanto agli stili individuali, ognuno ha il suo e questo non è certamente un problema; per

conto mio, mi sento di sconsigliare il ricorso al "latinorum", che tra l'altro è spesso fonte di

tremendi scivoloni... difficili da dimenticare.

4. Quale peso viene dato alla conoscenza delle opinioni dottrinali e le pronunce

giurisprudenziali più recenti?

E' un elemento che può fare la differenza in termini di voto, ma solo se dalla lettura della

traccia emerge anche una solida conoscenza e direi confidenza con gli istituti di base. Se,

viceversa, le pronunce non sono citate, ma il candidato dimostra di sapere sviluppare un

ragionamento coerente per rispondere alle questioni poste dalla traccia, non sarà

l'assenza di queste citazioni a rendere l'elaborato insufficiente.

5. Il concorso si compone anche di una prova orale nella quale è richiesta la

conoscenza di diverse e numerose materie. Qual è, secondo lei, un buon modo di

prepararsi al meglio al colloquio orale? C'è un approccio valutativo diverso tra prove

scritte ed orali di cui bisogna tenere conto? Tutti i magistrati che compongono le commissioni di concorso ricordano come fosse ieri

il loro esame orale... quindi l'approccio è generalmente rassicurante, perché mettere a

proprio agio il candidato è il primo passo per il buon esito dell'esame. Le materie sono

veramente moltissime; anche in questo caso, non ci sono trucchi. La preparazione non si

improvvisa, occorre uno studio costante che renda possibile studiare e ripassare in

contemporanea le materie affrontate da più tempo. Tieni conto comunque che la maggiore

selezione è fatta agli scritti, quindi la prova va affrontata con serietà ma anche con fiducia:

la capacità di non perdersi d'animo se non si conosce la risposta alla domanda fatta dal

commissario, e proseguire l'esame senza andare nel pallone è un elemento valutato molto

positivamente. Diciamo che è un buon test predittivo della tenuta di fronte alle molte

situazioni stressanti che ci si troverà ad affrontare nel lavoro!

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6. Quale consiglio si sente di dare a tutti coloro che si stanno preparando per il

concorso appena bandito?

Non so se è un consiglio, ma certamente è una informazione importante: la preparazione

al concorso in magistratura è una maratona, e non una gara di velocità! E' normale che

ci siano momenti di stanchezza e di scoraggiamento, che ognuno supera a suo modo, ad

esempio studiando o ripetendo in gruppo o in coppia, o concedendosi un piccolo stacco, ma

l‟unico consiglio che mi sento di dare è di non mollare perché il nostro è un lavoro

bellissimo per il quale vale la pena impegnarsi... Vi aspettiamo!

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I CRITERI DI REDAZIONE DEL TEMA ELABORATI DA UN COMPONENTE DELLA

COMMISSIONE DI UNO DEGLI ULTIMI CONCORSI (TRATTO DA M. DE MASELLIS, COME SI SCRIVE IL TEMA, 2016)

LA PROVA SCRITTA DEL CONCORSO

DI ACCESSO IN MAGISTRATURA

1. Premessa. – 2. La scelta delle tracce da parte della commissione. – 3. La

correzione delle prove scritte. – 4. La comprensione delle questioni giuridiche. –

5. L‟approccio introduttivo. – 6. L‟organizzazione dell‟elaborato e lo “schema”.

– 7. Lo stile e la capacità espositiva. – 8. La grafia. – 9. Le citazioni di dottrina e

giurisprudenza. – 10. La lunghezza dell‟elaborato. – 11. La correzione e la

rilettura. – 12. La trascrizione in bella copia. – 13. L‟uso della lingua italiana.

1. Premessa.

Il sistema concorsuale per l‟accesso alla magistratura ordinaria prevede il superamento di

tre prove scritte nelle materie del diritto civile, del diritto penale e del diritto amministrativo

riportando almeno la sufficienza (12/20) in ciascuna di esse.

La prova scritta assume una posizione di centralità nel meccanismo di reclutamento dei

futuri magistrati. È sicuramente più selettiva di quella orale, richiede, pertanto, un adeguato

livello culturale e tecnico di preparazione.

I criteri di valutazione consentono di operare la necessaria selezione e di individuare i

candidati in possesso del livello di conoscenze più adeguato allo svolgimento della

professione.

La capacità di redigere elaborati idonei al superamento della prova è frutto non solo di un

approfondito livello di preparazione, ma anche di un costante esercizio nella stesura di

elaborati in ciascuna delle materie oggetto degli scritti.

Diversi sono gli aspetti che la commissione valuta in sede di correzione degli elaborati.

Uno di questi è la capacità del candidato di mettere a fuoco le questioni poste dalla traccia

e di proporre soluzioni tecnicamente corrette. Si valuta in tal modo l‟idoneità del futuro

magistrato ad inquadrare un caso allo stesso affidato.

Particolare rilievo hanno la chiarezza espositiva e la capacità di articolare periodi ben

organizzati e di facile fruibilità per la commissione. Aspetti, questi, che possono

assumere un peso preponderante persino sul contenuto dell‟elaborato.

2. La scelta delle tracce da parte della commissione.

Tutti i componenti della commissione esaminatrice partecipano alla scelta delle tracce.

La commissione si riunisce in camera di consiglio per la formulazione dell‟enunciato dei

temi la mattina stessa dello svolgimento di ciascuna delle prove.

Vengono elaborate tre tracce per ogni materia e tra queste si estrarrà in aula di esame

quella oggetto della prova.

Ciascuno dei componenti della commissione fornisce il proprio apporto al fine di

individuare gli argomenti e successivamente definire la formulazione delle tracce.

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3. La correzione delle prove scritte.

Va evidenziato che la commissione, terminate le operazioni di abbinamento delle buste

contrassegnate dal medesimo numero e di formazione dei plichi, si riunisce in composizione

integrale e definisce i criteri di valutazione degli elaborati. In tale occasione le questioni

giuridiche proposte con le tracce sono illustrate e discusse approfondendo le posizioni della

dottrina e della giurisprudenza (nazionale e sovranazionale). Si definisce uno schema

condiviso di svolgimento tipo per ciascuna prova scritta.

È prevista la correzione in seduta plenaria di un numero di elaborati idoneo alla

effettiva condivisione e messa a punto da parte della commissione dei criteri elaborati in

precedenza, ciò al fine di garantire la stabilità delle valutazioni future.. L‟attività di

correzione prosegue, quindi, a cura delle sottocommissioni articolate in tre collegi,

ciascuno preposto alla correzione di una delle tre prove scritte. I collegi operano

contestualmente, ma separatamente La correzione è sempre collegiale e la valutazione finale

di ciascuno dei tre compiti è demandata alla sottocommissione. In sede di sottocommissione

ciascun collegio comunica le valutazioni effettuate e prende contezza di quelle degli altri

collegi. Il collegio procede all‟esame dell‟elaborato da correggere mediante lettura integrale

del compito. Tutti i temi sono esaminati e discussi dal collegio anche laddove manifestino

sin dall‟inizio gravi carenze. Ciò a garanzia della uniforme applicazione dei criteri.

L‟indicazione numerica del voto è apposta solo agli elaborati approvati, mentre per quelli

che non raggiungono la sufficienza si formula un giudizio di non idoneità.

Al fine garantire oggettività e uniformità di giudizio la commissione elabora i requisiti

indispensabili per il corretto svolgimento del compito. Con riferimento ai contenuti,

sicuro rilievo assumono: la comprensione della traccia, l‟aderenza alle questioni

proposte, la conoscenza e l’esauriente trattazione degli istituti giuridici e dei principi

fondamentali della materia, la corretta individuazione dei riferimenti normativi,

l‟approfondimento dei profili problematici e/o comparativi delle questioni affrontate, la

capacità di strutturare il compito e di elaborare gli istituti base, di argomentare percorsi

giuridici alternativi rispetto alle soluzioni offerte dalla dottrina e dalla giurisprudenza, ma

pur sempre coerenti con le regole di sistema, la chiarezza espositiva, una adeguata cultura

giuridica, aspetti tutti indispensabili anche nella redazione degli atti giudiziari.

Il raggiungimento della idoneità presuppone necessariamente la padronanza dei termini

giuridici e l‟utilizzo della forma italiana corretta sotto il profilo sintattico, grammaticale e

logico.

4. La comprensione delle questioni giuridiche.

Punto di partenza per una proficua impostazione dell‟elaborato è la corretta

comprensione delle questioni giuridiche richieste dalla traccia.

Terminata la dettatura dei temi, utile può rivelarsi la redazione di uno schema che tenga

conto di tutti gli aspetti proposti.

La corretta individuazione delle questioni giuridiche, la cui trattazione è richiesta al

candidato, presuppone l‟attenta lettura della traccia. Occorre, infatti perimetrare gli

argomenti richiesti dalla traccia e soprattutto comprendere quali siano gli aspetti a cui si fa

riferimento con le locuzioni: ”premessi brevi cenni” o “premessi adeguati cenni” o ancora

“tratti il candidato del… e quali quelli oggetto di un quesito specifico”.

Il livello di approfondimento di ciascun istituto va calibrato proprio in ragione delle

indicazioni contenute nell‟enunciato del tema. È evidente che le espressioni brevi cenni ed

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adeguati cenni non si equivalgono e comportano un approccio diverso alla questione

giuridica di riferimento ed una diversa ampiezza espositiva.

La effettiva comprensione della traccia evita di incorrere in errori strutturali, quali ad

esempio il soffermarsi eccessivamente su un aspetto marginale o il mancato richiamo ad

un mutato orientamento della giurisprudenza di legittimità, errori che possono determinare

una valutazione negativa di un tema pur corretto sotto il profilo stilistico e della forma e

denso di contenuti.

Quasi tutte le tracce proposte in occasione degli ultimi concorsi in magistratura hanno

richiesto la disamina da parte del candidato di almeno due distinte questioni giuridiche

ancorché tra loro interconnesse.

Accade sempre più di frequente che una delle questioni da affrontare affondi le proprie

radici nelle fonti di derivazione comunitaria.

In questi casi per una corretta impostazione dell‟elaborato è necessario individuare già

in premessa il nesso intercorrente tra le due problematiche.

Più in dettaglio, è importante che l‟analisi delle diverse questioni sia effettuata ponendo

in evidenza i punti di contatto ed evitando la trattazione autonoma e scollegata di

ciascuna di esse.

5. L’approccio introduttivo.

Il corretto inquadramento della questione giuridica richiesta attiene alla necessità o meno

di inserire nella premessa “brevi cenni” concernenti la trattazione di uno o più istituti

giuridici.

Va rimarcata la netta differenza intercorrente tra l‟espressione “premessi brevi cenni” e

quella “premessa la ricostruzione degli istituti” o altre di contenuto simile.

Mentre nella prima ipotesi la ricostruzione della disciplina dei singoli istituti sarà

caratterizzata da un‟esposizione „asciutta‟ e sintetica che si limiti a tratteggiare i profili più

significativi, nella seconda ipotesi al candidato sarà richiesto di soffermarsi su ciascuno dei

profili che valgono a caratterizzare fisionomia, ratio, contenuto e disciplina del singolo

istituto.

Occorre, per contro, evitare di soffermarsi eccessivamente su argomenti non

espressamente richiesti dalla traccia dando l‟impressione di voler spostare il focus su

aspetti meglio conosciuti di quelli proposti o di voler fare sfoggio di cultura giuridica.

L‟allontanarsi dai confini segnati dalla traccia e l‟indugiare nella trattazione di aspetti non

strettamente sottesi alle questioni proposte possono essere considerati dalla commissione un

“fuori tema”.

L’elaborato non può e non deve essere un contenitore in cui far confluire quante più

nozioni possibili pur se in qualche modo collegabili con le questioni più propriamente

oggetto di disamina.

La completezza della trattazione va sempre coniugata con la sintesi espositiva, la

puntualità dei riferimenti, la chiarezza, la logicità e la coerenza dei contenuti, aspetti

senz‟altro maggiormente apprezzati dai commissari, chiamati a valutare gli elaborati,

rispetto alle trattazioni enciclopediche.

6. L’organizzazione dell’elaborato e lo “schema”.

Individuata e perimetrata, nella esatta latitudine, la questione posta dalla traccia, il

passaggio successivo è rappresentato dalla organizzazione del percorso logico che si

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intende seguire nella trattazione delle questioni.

Occorre tracciare una sorta di „scaletta‟ da seguire nella stesura dell‟elaborato,

appuntando i passaggi chiave in logica progressione.

Un‟attenta lettura delle norme contenute nel codice che disciplinano gli istituti attinti

dalla traccia estratta consente al candidato che abbia raggiunto un adeguato livello di

preparazione di orientarsi rapidamente individuando le questioni di maggiore rilevanza da

affrontare nella successiva fase di ideazione e stesura dell‟elaborato. Al fine di arricchire il

quadro legislativo di riferimento dei singoli istituti da trattare utile può rivelarsi la lettura

delle eventuali sentenze della Corte costituzionale nonché delle ulteriori disposizioni

normative riportate in nota alla singola norma.

L‟organizzazione è probabilmente la fase più importante del lavoro, evita, infatti, di

incorrere in situazioni di stasi determinate dalla difficoltà di proseguire la trattazione una

volta che la stessa è già stata avviata.

Dopo le prime ore stress e stanchezza possono incidere sulla capacità di concentrazione e

aver preliminarmente individuato il percorso da seguire facilita e velocizza il lavoro.

La corretta individuazione dei punti fondamentali da affrontare garantisce organicità e

coerenza al compito e limita il rischio di soluzioni estemporanee elaborate all‟ultimo

minuto.

Il tema per il concorso di magistrato ordinario deve essere strutturato in modo diverso, a

seconda della particolare costruzione prescelta dalla Commissione per la formulazione della

traccia, nonché delle peculiarità del tema (o dei temi) sottoposti all‟attenzione del candidato.

Possono, nondimeno, fornirsi alcune indicazioni generali, che orientino lo scrivente lungo

un percorso argomentativo quanto più analitico, che giunga ad un risultato maturo,

consapevole e completo, fermo restando che tali suggerimenti non rappresentano una

struttura rigida e resta rimessa alla sensibilità di ciascun candidato la scelta della modalità

più congeniale (purché efficace) di esposizione delle questioni e delle soluzioni in esame.

Affidarsi ad uno schema-tipo può favorire l‟organizzazione delle idee (velocizzando il

ragionamento) e aiutare a rendere più sicura la traduzione linguistica dei concetti

(accompagnando la scrittura). Il candidato deve, tuttavia, calare le linee guida nel contesto

della consegna proposta, atteso che occupano un‟importanza centrale l‟individuazione delle

problematiche e la ricostruzione delle soluzioni elaborate in piena aderenza alla traccia

fornita.

Un possibile modello può essere costituito da:

1. Esordio Il candidato – senza eccedere – può introdurre, in generale, la

riflessione successiva per inscriverla all‟interno di un contesto

concettuale più ampio. Questo brevissimo cappello consente di

dilatare, seppure occupando nel testo uno spazio molto ridotto,

l‟orizzonte dell‟indagine e, quindi, di dimostrare una

consapevolezza scientifica ad ampio spettro.

2. “Premessi brevi cenni”

(o espressione

equivalente)

Se la traccia lo richiede, il candidato deve affrontare la

questione preliminarmente posta. Occorre fare attenzione alla

consegna: qualora siano richiesti “brevi cenni” (o, comunque,

una succinta esposizione altrimenti denominata), bisogna

necessariamente attenersi ad una panoramica generale del tema,

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compiendo una disamina il più possibile completa quanto ad

estensione, ma sommaria quanto a profondità. Si raccomanda il

rispetto delle proporzioni.

3. “Premessa adeguata

ricostruzione”

Se la traccia richiede l‟esame di una questione preliminare,

senza parlare in termini di “brevi cenni” (o altra espressione

analoga), occorre che il candidato si soffermi adeguatamente sul

tema, in modo pari rispetto agli aspetti di seguito proposti. In tal

caso, la traccia si configura come complessa, nel senso che essa

invita alla trattazione (completa) di due o più problematiche

distinte. Conseguentemente, il candidato deve riservare a

ciascuna di esse una approfondita disamina, secondo lo schema

– per sommi capi – di seguito fornito.

4. Individuazione del

punto nodale

È possibile fissare la problematica, senza dilungarsi sulle

diverse sfaccettature che essa assume, né anticipare (in tutto o

in parte) le soluzioni dottrinarie o giurisprudenziali. Questa

scelta mostra fin da principio al correttore che il candidato ha

compreso il focus proposto dalla traccia e sarà, dunque, in grado

di intercettare e ricostruire gli orientamenti interpretativi ovvero

lo sviluppo legislativo.

5. Analisi dell‟istituto in

rilievo

Può accadere che la problematica sopra descritta coinvolga un

istituto dell‟ordinamento più o meno comune. Nel diritto penale,

senza dubbio viene in evidenza almeno una fattispecie

incriminatrice. Ebbene, il candidato deve tratteggiare gli aspetti

salienti dell‟istituto, inquadrandolo nel sistema, rappresentando,

collocando e interpretando le norme che lo riguardano. Occorre

evidenziare eventuali rapporti/interferenze/differenze con altri

istituti connessi o simili.

L‟analisi normativa non può prescindere da una segnalazione delle

tappe fondamentali dell‟eventuale processo legislativo, quando ciò

risulti strumentale alla ricostruzione adeguata dell‟istituto. Detta

raffigurazione non deve risolversi in una mera elencazione di

interventi normativi. Anche quando l‟iniziativa del legislatore

appaia particolarmente „alluvionale‟, il candidato deve sforzarsi di

rendere quanto più sistematico il proprio elaborato.

6. Profili di diritto

europeo (eventuali)

Se sussistono elementi che portano a ritenere parimenti rilevanti

fonti di diritto europeo o di altro ordinamento sovranazionale, il

candidato non deve mancare di coinvolgere nella ricostruzione

normativa anche dette fonti.

7. Esposizione della

giurisprudenza

È necessario ricostruire i principali orientamenti giurisprudenziali

che riguardano l‟istituto in oggetto. In specie, è assolutamente

indispensabile riportare le pronunce rese dalle corti, soprattutto

superiori, sulla specifica problematica segnalata dalla traccia e su

ogni altro profilo che possa apparire strumentale o utile alla

trattazione.

Quando risulti funzionale alla comprensione (cioè molto frequen-

temente), occorre descrivere l‟evoluzione storica della giuri-

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sprudenza in materia.

Nel compiere detta rassegna, il candidato non deve trascurare

l‟eventuale sussistenza di arresti da parte di giudici sovranazionali

che abbiano avuto riflessi sul diritto interno, talvolta contribuendo a

definire i veri e propri fondamenti di un istituto.

8. Indicazione degli

argomenti interpretativi

Occorre badare a che le tesi riportate appaiano complete degli

elementi valutativi portati a sostegno dai rispettivi orientamenti

giurisprudenziali. In questa parte, bisogna dimostrare una lucida

sensibilità giuridica nell‟analizzare criticamente le diverse

posizioni in campo.

A supporto o in antitesi rispetto alle indicazioni della

giurisprudenza, è utile (e talvolta imprescindibile) riportare le

principali teoriche dottrinali con le relative argomentazioni.

9. Simulazione delle

conseguenze pratiche

Il candidato deve dar prova di saper tradurre in pratica i principi

di diritto espressi nella parte precedente.

Devono essere evidenziati e – motivatamente censurati – even-

tuali paradossi o antinomie generate dall‟applicazione di una

regola operazionale.

10. Trattazione di

un‟eventuale ulteriore

problematica

Ripercorrendo quanto detto per la questione precedente, il

candidato deve affrontare l‟ulteriore problematica senza

incorrere nella ripetizione di quanto già espresso in precedenza

(se vi è il rischio), valorizzando possibili profili di contatto

rispetto all‟argomento già trattato (certamente sussistenti in

quanto giustificano la traccia stessa) e sforzandosi di osservare

una adeguata proporzione rispetto allo spazio riservato alla

prima problematica.

11. Conclusione Se si ritiene utile concludere l‟elaborato con una considerazione

finale, generale rispetto a tutti i profili affrontati, si raccomanda

attenzione rispetto al rischio di riproporre (anche solo parzial-

mente) concetti già sviluppati (più o meno ampiamente). La

scelta di aggiungere una conclusione si giustifica solo laddove

vi sia la possibilità di accennare ad elementi in qualche modo

pertinenti, ma nuovi e ulteriori, non ricompresi nello studio

precedente. Ciò può accadere quando si affacci una novità

normativa o giurisprudenziale che non può essere omessa,

nonostante si trovi in uno stadio embrionale al punto da rendere

impossibile una trattazione esauriente.

7. Lo stile e la capacità espositiva.

Consigliato sin dalla fase „preliminare‟ è il ricorso al vocabolario, in specie del tipo

contenente lemmi giuridici, che può essere di estremo aiuto anche per dirimere dubbi e

superare un momentaneo smarrimento. La Commissione di solito mette a disposizione dei

candidati alcuni dizionari per consentirne la consultazione a tutti. È preferibile accertarsi di

ciò in occasione della consegna dei codici. L‟utilizzo del dizionario durante l‟elaborazione

del tema, sia quello „classico‟ per scansare gli errori di ortografia o grammatica, di fronte ai

quali la commissione inevitabilmente si determina per l‟esclusione del candidato, sia quello

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dei sinonimi e contrari, consente al candidato di non incorrere in ripetizioni e di utilizzare

termini appropriati, dimostrando la padronanza di un linguaggio specialistico e il possesso

di un notevole patrimonio lessicale.

Da evitare però il ricorso a espressioni inutilmente ampollose e ridondanti nonché la

costruzione di periodi eccessivamente articolati.

La commissione valuta positivamente un elaborato ben organizzato e connotato da

capacità di sintesi e chiarezza espositiva. Ciò presuppone da un lato l‟effettiva padronanza

delle tematiche da trattare e dall‟altro la notevole dimestichezza nel redigere componimenti

nelle materie giuridiche.

L‟uso di espressioni, brocardi o vocaboli in lingua latina è consigliato nella misura in cui

possa rendere effettivamente più concisa, tecnica o puntuale l‟esposizione (ad esempio:

aberratio delicti, societas delinquere non potest, ecc). Da evitare l‟impiego ripetitivo di termini

latini, al solo fine di fare sfoggio di conoscenze. Ciò vale a maggior per il ricorso al latinorum

che è certamente controproducente poiché rende la trattazione meno fruibile ed evidenzia

l‟ostentazione di una lingua che non si padroneggia.

L‟impiego della punteggiatura negli elaborati troppo spesso è poco attento quando non

del tutto inappropriato.

Va evitata l’esposizione in prima persona preferendo la forma impersonale, (sia essa

singolare o plurale; ad esempio: “alla luce di quanto precede appare preferibile aderire alla

prima delle richiamate opzioni ermeneutiche”; “si ritiene che l‟interpretazione da ultimo

richiamata sia quella maggiormente aderente al dato letterale della norma...”).

Si è già sottolineato come fondamentale, al fine di conseguire una valutazione positiva da

parte della commissione, sia costruire l‟elaborato in maniera organica e consequenziale,

senza salti logici.

A tal fine utile può rivelarsi il ricorso ad espressioni del tipo: “Ne consegue che...”, “Ciò

premesso in merito..., è consentito fare applicazione delle esposte coordinate in sede di

trattazione della connessa tematica...”.

Una esposizione disarticolata, uno stile mnemonico, nozionistico o meramente

compilativo, evidenziano la incapacità di rielaborare gli argomenti trattati e un livello di

competenze non adeguato al superamento della prova concorsuale.

Da ultimo si sottolinea come sia preferibile non affrontare un aspetto pure pertinente che

non si padroneggia piuttosto che operare una disamina errata.

8. La grafia.

Fondamentale è l‟utilizzo di una grafia che sia la più chiara e comprensibile possibile.

Un elaborato dai contenuti eccellenti e con una adeguata impostazione logica ed organica

redatto però con segni grafici non intellegibili ai più comporta gioco forza una lettura

frammentaria, interrotta dalla necessità di offrire in visione agli atri membri della

commissione la parola o la frase incomprensibile e concentrata più sulla necessità di

decifrare le singole parole che sul contenuto nel suo complesso. Risulta evidente come ciò

possa incidere negativamente sull‟esito della valutazione.

Con riferimento al “carattere” impiegato, è senz‟altro preferibile una grafia né troppo

grande né troppo piccola, curata in ogni suo aspetto e soprattutto omogenea al fine di evitare

che caratteri grafici anomali o immotivatamente diversificati possano essere considerati

segni di riconoscimento.

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9. Citazioni di dottrina e giurisprudenza.

Un approfondimento meritano le citazioni che il candidato avverta la necessità di inserire

nel testo dell‟elaborato.

È buona norma evitare di inserire il nominativo del singolo Autore a supporto della tesi

della dottrina che si intende sostenere o semplicemente richiamare. Ciò anche al fine di

evitare riferimenti errati, inopportuni o incompleti. Talvolta, tuttavia, per la peculiarità

dell‟argomento trattato, o per l‟originalità della tesi sostenuta da un particolare Autore, la

citazione serva a lasciare traccia della specifica impostazione dogmatica che si sta

richiamando.

Quanto alle pronunce giurisprudenziali è preferibile omettere le citazioni degli estremi e

ricorrere piuttosto ad espressioni del tipo “la giurisprudenza con riferimento a tale

questione ha avuto modo di osservare..., secondo la giurisprudenza dominante…, un

orientamento minoritario afferma che”. Gli estremi puntuali della singola sentenza oltre ad

essere difficili da ricordare, possono far sorgere il sospetto nella commissione che ci si trovi

in presenza di un segno di riconoscimento.

Anche in tal caso sono possibili le eccezioni. Si fa riferimento ad interventi

giurisprudenziali particolarmente noti o oggetto di grande attenzione da parte dei

commentatori. In tal caso ricordare il nome del ricorrente o citare l‟anno della pronuncia

consente l‟identificazione più puntuale del singolo arresto giurisprudenziale. Si pensi alla

sentenza delle Sezioni Unite “Mannino” che costituisce una tappa fondamentale

nell‟evoluzione giurisprudenziale in tema di concorso esterno in associazione mafiosa.

10. Lunghezza dell’elaborato.

La lunghezza non costituisce di per sé un elemento positivo di valutazione.

L‟ampiezza dell‟elaborato può variare a seconda delle questioni giuridiche di cui la traccia

sollecita la trattazione: questioni giuridiche particolarmente complesse ed articolate

richiederanno un numero maggiore di pagine, mentre questioni più “tecniche e meno

discorsive” potranno essere affrontate in maniera esaustiva anche in meno di quattro pagine.

Un elaborato di otto facciate consente di trattare adeguatamente questioni particolarmente

complesse con la necessaria capacità di sintesi ed organicità espositiva. Approfondimenti

incontinenti, riferimenti sovrabbondanti o considerazioni non strettamente attinenti a

quanto richiesto dalla traccia non sono in genere apprezzati dalla commissione

esaminatrice.

11. La correzione e la rilettura.

L‟organizzazione dell‟elaborato è anche organizzazione dei tempi di stesura, correzione e

rilettura finale del lavoro svolto. Esaurita la redazione del tema occorre dedicarsi con

attenzione alla correzione, operazione questa di estrema rilevanza consistente nella revisione

critica di quanto scritto sino a quel momento e spesso compiuta quando la stanchezza è più

evidente ed il tempo a diposizione comincia a scarseggiare. La rilettura è indispensabile per

verificare non solo la coerenza logico-argomentativa dell‟elaborato ma anche la correttezza

grammaticale e ortografica. Solo all‟esito il candidato potrà valutare con cognizione di causa

se portare a termine le prove scritte o ritirarsi dal concorso. Si consiglia di rendere leggibile la

minuta laddove per ragioni di tempo non si riesca a ricopiare il compito in tutto o in parte.

12. La trascrizione in bella copia.

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L‟ultimo passaggio è rappresentata dal mettere in bella copia l‟elaborato. Talvolta viene

superato per mancanza di tempo. In alcuni casi la preparazione del candidato è tale da

consentirgli di redigere il compito direttamente in bella.

Sicuramente è preferibile consentire alla commissione di leggere uno scritto privo di

cancellature, correzioni, o altri segni di interpolazione che rendono più complessa la

correzione e la valutazione dei contenuti.

Talvolta non è possibile portare a termine la ricopiatura per ragioni di tempo. La

commissione utilizzerà per la correzione sia la bella copia parziale che la brutta copia. In tal

caso occorre ricordare che anche in brutta non si possono effettuare cancellazioni o

abrasioni, ma le correzioni devono essere effettuate in via esclusiva interlineando la parte da

eliminare in maniera che resti leggibile e scrivendo a fianco o nelle immediate vicinanze il

testo corretto o emendato dai difetti originari. Occorre, altresì, ricordare che anche la brutta

copia va redatta necessariamente sui fogli messi a disposizione dalla commissione e

debitamente vidimati, pena l‟annullamento della prova.

È preferibile consegnare in ogni caso anche la minuta per consentire alla commissione di

interpretare meglio la grafia e valutare la tecnica di redazione del tema.

13. L’uso della lingua italiana.

La Scuola Superiore della Magistratura organizza da alcuni anni corsi, presso

l‟Accademia della Crusca, dedicati all‟uso corretto della lingua. “Proprio il diritto -si legge

nella presentazione del corso in fase di organizzazione-, che dovrebbe dare a tutti la misura

umana e possibile del giusto e dell’ingiusto, finisce per nascondersi dietro un linguaggio

che impedisce una virtuosa e necessaria osmosi tra società e giustizia.”

L‟importanza del tema e le conseguenze che possono derivare da un uso trascurato della

lingua italiana nella redazione degli elaborati impongono di dedicarvi in chiusura qualche

ulteriore notazione.

È da evitare assolutamente l‟uso di un linguaggio oscuro e poco chiaro preferendo un

linguaggio positivo, aperto, accessibile, e quindi facilmente fruibile all‟esterno, oggi dalla

commissione chiamata a correggere gli elaborati, domani dai destinatari dei provvedimenti

giudiziari.

Il linguaggio deve essere teso a ridurre le distanze tra chi lo utilizza e chi ne è destinatario

non ad accentuarle.

Assolutamente da evitare l‟uso del “giuridichese” che può strappare qualche sorriso ai

commissari di concorso, ma non certo fornire valido aiuto nel superamento della prova.

L‟elaborato, come qualunque scritto, è uno strumento di comunicazione, rivolto alla

commissione, attraverso cui offrire elementi utili alla formulazione di un giudizio positivo

di valutazione.

Ecco allora, in conclusione, alcuni consigli linguistici: il linguaggio utilizzato deve

essere chiaro, immediato e, ove possibile, descrittivo. Ai termini desueti sono da

preferirsi le espressioni di uso corrente nella lingua italiana. Bisogna evitare di indulgere a

tecnicismi superflui e limitare gli aspetti tecnici a quelli necessari nella economia della

trattazione. Allo stesso modo sono da evitare i narcisismi linguistici. L‟uso di termini

estrapolati da altri contesti rischia di rivelarsi inappropriato. I periodi devono essere concisi,

senza perifrasi e possibilmente uniformi nella estensione. L‟utilizzo di subordinate va

limitato allo stretto indispensabile. I tempi dei verbi devono essere coniugati in modo

corretto. Particolare attenzione va prestata alla concordanza dei tempi. L‟imperfetto, ad

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esempio, è un tempo relativo ad una azione che dura nel tempo, va usato solo quando serve

davvero. È da evitare l‟imperfetto narrativo ed è preferibile ricorrere all‟uso del passato

remoto. È preferibile limitare il ricorso alla forma passiva e non usare la doppia negativa.

Lo stile dell‟elaborato è rivelatore del futuro approccio alla professione del magistrato:

oscuro e arroccato nell‟esercizio del potere oppure democratico e proiettato a rendere un

servizio alla società.

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