Valle Samoggia

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14 La Valle del Samoggia

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un giro nei ridenti paesini della Val Samoggia

Transcript of Valle Samoggia

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La Valle del Samoggia

Il Fiume Samoggia Il Samoggia, con i suoi 44 km, è il maggiore af-fluente di sinistra del Reno. Le sue acque sgor-gano nei pressi di Zocca (MO), ma entranoquasi subito in territorio bolognese, dove sisviluppa il restante corso del fiume.Nella fascia collinare, le valli del Samoggia edei suoi due affluenti, Lavino e Ghiaia di Ser-ravalle, presentano rilevanti aspetti paesaggi-stici, segnati dalle frastagliate geometrie deicalanchi. La zona produce anche l’ormai cele-bre vino DOC Pignoletto dei Colli Bolognesi,bianco frizzante dal particolare gusto assairicercato.Bagnati i comuni di Savigno, Monteveglio e Baz-zano, nel territorio di Crespellano il Samoggiaentra in pianura incassato fra possenti arginatu-re. In questo tratto, il fiume incrocia le due prin-cipali arterie di questa parte del territorio: laVia Emilia e la Via Persicetana, per poi confluirenel Reno, poco oltre San Matteo della Decima.

Da sempre il bacino del Samoggia rappresen-ta l’area di transizione fra il bolognese e ilmodenese, area ricca di storia da oltre unmillennio. A testimonianza della storia della vallata, sor-ge la celebre Abbazia di Monteveglio, il cuicastello fu, con quello di Serravalle, possedi-mento di Matilde di Canossa. Nel 1325 a Zap-polino, sul torrente Ghiaia di Serravalle, sicombattè la famosa battaglia fra bolognesi emodenesi a cui è legato l’episodio della sec-chia rapita, entrato nella mitologia della riva-lità tra le due città.

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Fiume Samoggia

archivio Comunità Montana Valle del Samoggia

Riccardo Solmi

Vigneti della Val Samoggia

archivio Comunità Montana Valle del Samoggia

Riccardo Solmi

UMORI DELLE NEBBIE“Sarà che sono nato in provincia, che neho respirato gli umori ma credo di doveremoltissimo al territorio per i risultati delmio lavoro. I miei personaggi sono sanguigni e carne-valeschi come molti dei miei concittadinidi San Giovanni in Persiceto. La nebbia cheavvolge tutto come un limbo li porta nellaloro dimensione lunare la stessa che hadescritto Giulio Cesare Croce, cittadinod’onore; la saggezza della sua mascheraBertoldo fa parte del mio dna. La stessa narrata da Fellini nei suoi film. Poi il cibo; i miei sono cuochi e la mia pas-sione per il cibo è nata proprio lì: quelledomeniche di piatta, dove il sole è alto e icolori caldi e la nonna col crocchio chealza la sfoglia trasparente e dà vita al tor-tellino, una delle molteplici ricette del redella pasta, qui tra i campi e il Samoggia”.

Stefano Bicocchiin arte Vito, attore comico

ZAPPOLINO, TRA GRANDI SCONTRIE ANTICHE BATTAGLIEHo scelto questa valle per affezione: sì, cisono affezionata, in particolare a Zappolino,dove ho trascorso alcune belle estati. È un luogo dove, grazie ad alcuni amici,spesso torno e sempre molto volentieri.Poi ad un certo punto ho scoperto che pro-prio Zappolino fu teatro di grandi scontri eantiche battaglie. Pensate, così violente dafar cambiare colore al fiume, al Samoggiaintendo: si racconta che il fiume diventòrosso… tutto questo e molto altro fu poimagistralmente raccontato in forma eroico-mica da Alessandro Tassoni che, stravolgen-do il tragico evento e il genere epico, diedevita alla Secchia Rapita.Grazie, Tassoni, per il tuo poema! Sarà per ilgenere eroi/comico, sarà per la rapita, saràper lo stravolgimento dei clichè, ma ora aZappolino mi sento proprio a casa.

Tita Ruggeriattrice, nata a Bologna,

lavora in teatro, cinema e televisione

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Villa Garagnani - Via Masini, 11

40069 - Zola Predosa (BO)

Tel. 051.752472 - [email protected] - www.iatzola.it

Orari d’apertura:

lunedì e martedì 9.00-15.00

mercoledì e giovedì 9.00-12.00/15.00-18.00

venerdì 12.00-18.00

sabato 8.00-14.00

Informazioni Turistiche

L’itinerario di visitaL’itinerario lungo la fascia collinare partedall’antica via Claudia, oggi SS 569 Bazza-nese, che collega Bologna a Maranello, perpoi seguire le due strade di fondovalle delSamoggia e del Lavino.

- Zola Predosa- Crespellano- Bazzano- Monteveglio- Castello di Serravalle- Savigno - Monte San Pietro

Le Ville senatorie tra Zola e Crespellano

Il polo museale di Ca’ La Ghironda

La Rocca di Bazzano

L’Abbazia di Monteveglio e il suo Parco Regionale

Il borgo medievale di Castello di Serravalle

L’Osservatorio astronomico e la collezione

motoristica Nigelli a Monte San Pietro

I Golf Club a Monte San Pietro e Monteveglio

I vini Doc dei Colli Bolognesi

Il Tartufo bianco di Savigno

La Strada dei Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi”

Da non perdere:

La Valle del Samoggial’appennino

Zola Predosa

Bazzano

Monteveglio

Savigno

Monte

San Pietro

Castello

di Serravalle

Crespellano

La storia e l’ambiente La parte appenninica della Valle del Samoggiasi snoda tra le dolci colline che segnano, aovest di Bologna, il confine con il Modenese.Dall’alta pianura del territorio di Crespellano,la vallata sale fino agli 817 m. slm. di Savigno,attraversata dai corsi d’acqua del Samoggia edel Lavino, suo maggiore affluente. La vallataregala emozioni a ogni tipo di turista e nonlascia deluso il viaggiatore curioso di scoprireitinerari storico artistici inediti e, forse perquesto, ancora più interessanti. Antica terra diconfine tra Impero e Papato, ancora oggi con-serva traccia dei castelli e delle fortificazioniche sorsero ai tempi della Contessa Matilde diCanossa, il cui dominio segnò nel Medioevo lastoria del territorio. Cuore della vallata è il Par-co Regionale dell’Abbazia di Monteveglio,un’area storico ambientale protetta volta allafruibilità didattica e turistica del territorio. Alcentro del Parco sono i resti di un castello dimatildica memoria e l’antichissima Abbazia diSanta Maria, con tutto il fascino della loro sto-ria. Poi c’è Castello di Serravalle, intatto nelsuo mistero di borgo medievale con immanca-bile fantasma, e Bazzano, piccola città d’arte,dominata dalla Rocca dei Bentivoglio. Tra ZolaPredosa e Crespellano si possono poi scoprirealcune tra le più belle residenze di campagnadella nobiltà senatoria bolognese: gioielli diarte e di architettura che impreziosiscono dalSeicento la campagna tra la Via Emilia e la stra-da Bazzanese. Per gli amanti della natura, nonva dimenticato che le colline della Valsamog-gia rappresentano un vero e proprio manualedi geologia a cielo aperto, segnato dalla spet-tacolare morfologia dei calanchi. Molteplicisono le possibilità di visita: tra queste “Itine-rando”, che ogni anno propone un ricco pro-gramma di escursioni e trekking che attraver-sano la vallata alla scoperta dei suoi tesori,sempre con l’accompagnamento di esperteguide ambientali. Percorrendo questi sentieri,si ricalcano in parte i tracciati dell’antica via dipellegrinaggio “Cassìola”, che, lungo il crinaletra Samoggia e Panaro, permetteva ai viandan-ti di raggiungere i più alti valichi appenniniciper Pistoia, e da lì Lucca e il Tirreno.

Fitto è anche il calendario degli eventi cheanimano il territorio in tutte le stagioni e of-frono spesso un’occasione da non perdere peraccedere a strutture non sempre aperte alpubblico.

A tavola La straordinaria ricchezza di prelibatezzeenogastronomiche tipiche rappresenta senzadubbio il migliore biglietto da visita della ValSamoggia. Si tratta di un paniere composito eappetitoso, fatto di cibi e di vini di alta qua-lità, che si fonda sulle antiche tradizioni agro-alimentari di questa terra: Mortadella IGP diBologna, Parmigiano-Reggiano DOP, Pigno-letto DOC Colli Bolognesi, Aceto Balsamico,Castagne e Tartufo non ne costituiscono chela punta di diamante. Prodotti rimasti neltempo fedeli ai gesti di una volta, con quel-l’attenzione alle esigenze di qualità e genuini-tà oggi sempre più apprezzate. Biologico,tracciabilità e stagionalità sono da questeparti qualcosa di più di semplici parole: sonovalori, gli stessi che si ritrovano nel “Mercatodelle Cose Buone”. Nata per valorizzare que-sto straordinario patrimonio, la Strada deiVini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi” ac-compagna il turista del gusto tra i segretienogastronomici della vallata in un itinerarioche rimane impresso nelle papille gustative.Davvero imperdibile in primavera è la fioritu-ra dei ciliegi.

Come arrivare - Autostrada A1 Milano-Roma:

da Firenze uscita Casalecchio di Reno, poiproseguire in direzione Vignola-Maranello;da Modena uscita Modena Sud, poi seguireper Vignola e Bazzano.

- Strade: da Bologna seguire la SS 569 Bazza-nese in direzione Maranello, da Modena laSS 623 del Passo Brasa.

- Linea ferroviaria Bologna-Vignola: stazioni a Zola Predosa, Ponte Ronca, Crespellano eBazzano. Treno suburbano con partenzeogni ora dalla stazione di Bologna Centrale.

- Linee ATC www.atc.bo.it.

Corti, Chiese e CortiliCorti, Chiese e Cortili è una rassegna musi-cale che da maggio ad agosto presenta unricco cartellone di concerti che da anni va-lorizza i luoghi di maggiore interesse storicoe architettonico del territorio. Decine sonogli appuntamenti nelle corti, nei cortili delleville e nelle chiese della vallata, con musicacolta, sacra e della tradizione popolare. Info: Tel. 051.836445, [email protected]

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Il Mercato delle cose buone è un mercatocome una volta, dove acquistare diretta-mente dai produttori. Gli espositori sono iproduttori della Valle del Samoggia. Prota-gonisti sono i prodotti alimentari locali ebiologici, ma non mancano l’artigianato a-gricolo e i prodotti equo-solidali. Ogni tap-pa è accompagnata da spettacoli e animazioni nelle piazze.

EventiEnogastronomia

Il territorio di Zola Predosa, appena 12 km dalcentro di Bologna, è adagiato fra l’alta pianurae le morbide colline dove domina la coltiva-zione della vite. Terra di produzione di un vi-no di pregio fin dal Medioevo (è del 1033 unapergamena custodita nell’Abbazia di Nonan-tola che lo menziona), è proprio per il tra-sporto del vino che nel 1250 fu costruita unastrada attraverso le sue colline, oggi trattozolese della Strada dei Vini e dei Sapori “CittàCastelli Ciliegi”. Zola aderisce all’AssociazioneNazionale “Città del Vino”.

Palazzo Stella è l’antica sede del Municipio diZola. All’esterno, una lapide ricorda l’originelocale del pittore Francesco Raibolini detto ilFrancia (1450-1517), protagonista del Rinasci-mento bolognese.

Oggetto di recente restauro, Villa EdwigeGaragnani ospita l’ufficio di Informazioni Tu-ristiche competente per tutta la Valle del Sa-moggia. Costruita nella seconda metà del‘700, la villa è un bell’esempio di dimora bor-ghese per la villeggiatura. Da notare gli affre-schi alla boschereccia, attribuiti al Basoli.

Ma è lungo il torrente Lavino, affluente delSamoggia, che in appena 4 km si concentranoalcune tra le più belle residenze storiche delbolognese, molte delle quali offrono oggi sug-gestive ambientazioni per ogni tipo di eventi,da meeting aziendali a raffinati corsi di cucinatradizionale.

Palazzo Albergati è un’elegante villa del ‘600,voluta da Girolamo Albergati, ambasciatore diBologna a Roma e decano del Senato bolo-gnese. La semplicità e la compattezza delfronte nascondono e aggiungono meravigliaal fasto degli interni, che fanno del palazzouno dei massimi esempi di architettura baroc-ca in Italia. L’architetto Gian Giacomo Monti,già attivo alle corti di Modena e Mantova, è lostesso dell’arco di inizio del portico di SanLuca a Bologna. Bellissimo, in particolare, ilsalone centrale, alto oltre 30 metri. La galleriadel salone venne utilizzata nel ‘700 da Fran-cesco Albergati come teatro per la rappresen-tazione di opere proprie, oltre che di Voltairee Goldoni. Visitata da moltissimi personaggidella politica e della cultura europea, tra gliospiti della villa si ricordano Federico IV diDanimarca, Giacomo III d’Inghilterra, la reginadi Polonia, Giacomo Casanova, oltre allo stes-so Goldoni e all’Alfieri. Una curiosità: le scaledel palazzo sono note per la loro bizzarria, cene sono di elicoidali, a doppia spirale, a chioc-ciola, a gradini asimmetrici. Il giardino-campa-gna che circonda la villa si inserisce nella geo-metria dei fossi e delle cavedagne della pianu-ra circostante e racconta della doppia funzio-ne del palazzo, a un tempo luogo di villeggia-tura e di amministrazione della proprietà ter-

riera. Giunto fino a noi nell’integri-tà dell’assetto originale, il palazzo èoggi utilizzato come sede di conve-gni, mostre, eventi musicali e tea-trali. Visitabile solo su appunta-mento.

Zola Predosa

La Strada dei Vini e dei Sapori “Città Ca-stelli Ciliegi”, dispiegata lungo le colline traBologna e Modena, guida il viaggiatore attra-verso “una delle zone più succulente d’Italia”.Soggiornare in questi luoghi significa immer-gersi nell’Emilia più autentica, dove a farla dapadrona è ancora la natura, ma soprattuttosignifica vivere l’esperienza unica di assaggia-re e scoprire i segreti di una delle cucine piùnote e apprezzate al mondo. Il paniere deiprodotti tipici della strada che si possonogustare direttamente sul territorio è costi-tuito da ciliegie, susine, patate, funghi, tartu-fi, castagne, marroni e miele, oltre alle eccel-lenze indiscusse della gastronomia regionalecome i tortellini (rigorosamente in brodo!), ilParmigiano Reggiano, la Mortadella di Bolo-gna e l’Aceto Balsamico Tradizionale di Mo-dena, accompagnate dai Vini DOC dei ColliBolognesi e dai lambruschi modenesi. I terri-tori bolognesi aderenti alla strada sonoquelli dei Comuni di Zola Predosa, Crespel-lano, Bazzano, Monteveglio, Monte San Pie-tro, Savigno, Castello di Serravalle, oltre a Ca-salecchio di Reno, Sasso Marconi e Vergato.Strada dei Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi”Via N. Tavoni 20/c - 41058 Vignola (MO)Tel. 059.776711 - Fax 059.7702930info@cittacastelliciliegi.itwww.cittacastelliciliegi.it

Enogastronomia

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Da vedere è anche Palazzo Pepoli, costruitonel Cinquecento su committenza di Alessan-dro Bentivoglio, figlio del Signore di BolognaGiovanni II. Dopo la caduta dei Bentivoglio,l’edificio passò ai Marescotti e poi ai Pepoli,a cui si deve nel XVIII secolo la ristruttura-zione in stile neoclassico, su progetto diAngelo Venturoli. All’interno si conserva unricchissimo campionario di soffitti lignei di-pinti. Annessa alla dimora signorile è la gran-de stalla a due piani (scuderia e fienile), oggispazio polivalente. Le fontane e le peschieredel giardino, di cui si possono apprezzare al-

cuni resti, erano alimentate dalle acque deltorrente Lavino. Dal Lavino dipendeva ancheil laghetto del parco della vicina Villa Ma-gnani, progettato dal famoso paesaggista pie-montese Ernesto di Sambuy, lo stesso dei Giar-dini Margherita di Bologna e del parco diVilla Donini a Calderara di Reno.Villa Zanchini Garagnani, edificata a partiredal 1679, si distingue per il suo originalissimoportico, percorribile anche in carrozza, checonduce, attraverso uno scenografico effettodi moltiplicazione degli spazi, all’elegante log-gia d’ingresso a doppia serliana.

Palazzo Albergati

archivio Regione Emilia-Romagna

La Mortadella di Bologna è un salume aIndicazione Geografica Protetta (IGP). Amatoin tutto il mondo, citato dal cinema alla let-teratura e in tantissimi scritti di tutte le epo-che, la mortadella è il prodotto gastronomi-co bolognese più rappresentativo, tanto chein alcune parti d’Italia mortadella e bolognasono diventati sinonimi. Le sue origini sonoantichissime: due lapidi di età romana, custo-dite nel Museo Archeologico di Bologna, cimostrano una la pratica dell’allevamento deimaiali - introdotta nel bolognese dai Celti -e l’altra un antico norcino intento al mortaio(da cui il nome dell’insaccato), con cui sipestavano insieme le carni e le spezie usatenella preparazione del salume. I primi docu-menti a parlarci della mortadella risalgono alMedioevo e ne attribuiscono la paternità adei monaci bolognesi. Tipica è la sua formacilindrica, così come l’aspetto e il coloredella fetta: rosa uniforme costellato dicubetti bianchi, i cosiddetti lardelli, ricavatiprincipalmente dal grasso di gola, il più pre-giato tra i grassi. Il profumo è inconfondibile,leggermente speziato, mentre il gusto è pie-

no ed equilibrato, grazie proprio ai lardelliche ne addolciscono il sapore. La Mortadella di Bologna viene prodottautilizzando tecniche uniche al mondo. Basedi partenza sono carni suine attentamenteselezionate in base al disciplinare IGP. Lecarni vengono triturate attraverso tre diver-si passaggi in apposite macchine tritacarne,l’ultima delle quali ha un nome che è tuttoun programma: “sterminio”! Aggiunti i lar-delli, l’impasto ottenuto viene insaccatonella misura voluta (si va dai 500 g ai 100 kg).La cottura è la fase successiva e anche la piùdelicata, in cui la mortadella assume il suocaratteristico aroma. Il procedimento pre-vede l’utilizzo di stufe ad aria secca, contempi di cottura che vanno da poche orefino ad un’intera giornata a seconda delledimensioni. Migliore è la qualità delle carni(e in particolare del grasso), maggiori sonole temperature che la mortadella può sop-portare a vantaggio di una sua più alta dige-ribilità. La zona di produzione della morta-della di Bologna, nel tempo, si è estesa finoalla Lombardia, ma gustare la mortadella làdove è nata ha tutto un altro sapore.

Enogastronomia

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Fira ‘d Zola: luglio. Festa dello Sport: 2° week end di settembre.

Madonna dei PratiFiera di Maggio: 1a domenica di maggio.

Ponte RoncaFesta della Ronca: 2a domenica di giugnoe sabato precedente.

GIORNO DI MERCATO: lunedì

Eventi

L’arte contemporanea trova invece casa a Ca’La Ghironda, area museale ed espositiva

immersa nel verde delle colline alle spalledella frazione di Ponte Ronca.

Il Museo di Ca’ La Ghironda è immerso indieci ettari di parco dalla grandissima varie-tà di piante. Il Centro, recentemente amplia-to, ospita opere d’arte contemporanea e siadagia, senza alterarne l’aspetto, sull’edificiopreesistente che contiene oltre cento operedi artisti come Capogrossi, De Chirico, Fon-tana, Depero, Morandi, Picasso, Chagall ealtri. È anche luogo ideale per conferenze,convegni e concerti. Ambiente e opere d’ar-te si fondono poi nel parco circostante lavilla, dove trovano originale collocazionepiù di 200 sculture di artisti italiani e stranie-ri (Manzù, Cascella, Mastronunzio, Gherman-

di, Yasuda, Mastroianni, Benetton, Monari,Stahler). Lo spazio atelier è invece riservato ad attivi-tà didattiche e mostre di opere di giovaniartisti. Possibilità di pernottamento. CA’ LA GHIRONDAVia Leonardo da Vinci, 1940069 Zola Predosa - Ponte Ronca (BO)Tel. 051.757419 - Fax [email protected] - www.ghironda.itApertura sabato e domenica:orario invernale 10.00-12.00 e 15.00-18.00;orario estivo 10.00-12.00 e 16.00-19.00;altri giorni su appuntamentoBiglietto: intero euro 5, ridotto euro 3

Musei

Ca’ La Ghironda, opere del “Parco delle Sculture”

archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni

Oltre ai vini e ai classici tortellini, tra le spe-cialità del territorio si segnalano i sughi d’uva,la saba (tradizionale mosto cotto), la tortazolese, le raviole di San Nicolò, la torta di riso,i salumi e in particolare la mortadella. A Zola hanno sede le principali aziende pro-duttrici del più celebre degli insaccati emiliani:la mortadella. Le aziende sono disponibili pervisite guidate.

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Crespellano, in antico Fundus Crispinianum,sorge sulle terre che un generale romano,chiamato appunto Crispino, ricevette comepremio al termine della sua carriera militare.Sempre ai Romani si devono le due principalivie di comunicazione che ne delimitano il ter-ritorio: le vie consolari Emilia e Claudia (l’at-tuale Bazzanese).

Il Medioevo vede Crespellano passare dallasfera di influenza dell’Abbazia di Nonantola aquella di Matilde di Canossa, per poi esserecoinvolto a più riprese nelle guerre fra Bolo-gna e Modena. Ma è in età moderna che, sta-bilita la pace, il territorio si arricchisce di au-tentici gioielli dell’architettura e del paesaggio.

Dal Seicento iniziano a sorgere le residenze dicampagna delle principali famiglie senatorie,che costituivano il patriziato bolognese.Ancora oggi le Ville punteggiano e ordinanola campagna intorno al paese, offrendo lapossibilità di riprendere, magari in bicicletta,l’itinerario tra le nobili dimore iniziato a ZolaPredosa.

Il “Percorso delle 10 Ville” attraversa tutto lostraordinario campionario di architetture -per lo più visitabili solo esternamente - chevanno dal XVI al XIX secolo. Un’occasione danon perdere per scoprirne tutto il fascinosono gli eventi di “Corti, Chiese e Cortili”,spesso ospitati nelle Ville.

Palazzo Grassi, ora Garagnani, è un edificiocinquecentesco dalla bellezza austera, culmi-nante con la Torre che domina il paese: nelfamoso disegno di “Crespolano” del 1569,conservato nei Musei Vaticani, troneggia pro-prio di fronte alla chiesa Parrocchiale, la cuipala d’altare è opera del Guardassoni. Oggi ilpalazzo è sede della Biblioteca e del centro

culturale. Inoltrandosi nel cuore delle centu-riazioni romane si incontrano i bei complessidi Villa Stella (notevole il giardino) e di VillaAldrovandi, appartenuta alla famiglia delcelebre botanico.

In frazione Calcara, lungo via G. Garibaldi, indirezione di Bazzano, sorge Villa Bianconi,detta anche “Casino dell’olmo”, dal vicino ora-torio della Madonna dell’Olmo. Costruita apartire dal 1780, Villa Bianconi è un interessan-tissimo edificio neocinquecentesco: ispiratoalla Rotonda del Palladio, costituisce uno deipiù significativi esempi di palladianesimo inItalia. L’architettura si deve a Carlo Bianconi,fratello del proprietario, artista poliedrico,membro dell’Accademia Clementina di Bolo-gna e Segretario Perpetuo presso l’Accademiamilanese di Brera. Lo spazio sotto alla scala,che conduce all’ampio pronao, un tempo eradestinato alla rimessa per le carrozze.

Sempre a Calcara, Villa Turrini Rossi è un ele-gante edificio del XVII secolo, introdotto daun lungo viale di pioppi cipressini e circonda-to da un grande parco. Al suo interno è custo-dita una copia del ritratto che AnnibaleCarracci fece al primo proprietario, un riccobanchiere di Bologna, il cui originale è alBritish Museum di Londra. La villa è famosaanche per aver ospitato nell’aprile del 1799 ilpoeta Ugo Foscolo in fuga dalle truppeaustriache. Oggi è nota come villa Nicolaj eospita eventi.

Ancora a Calcara è Villa Meriggiani, costruitaa partire dal 1780 su progetto dell’architettoAngelo Venturoli. Di stile neoclassico, all’in-terno presenta una grande loggia decorata eun magnifico scalone con grandi statue.Scenografiche tempere del Basoli si conserva-no nel salotto prospiciente il giardino.

Crespellano

Veduta delle colline - archivio Comune di Crespellano

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Sulla Via Provinciale si trova Villa Banzi, poiBeccatelli Grimaldi, del XVI secolo. L’edificio,inserito in un bel parco, si segnala per la sor-prendente scala che porta alla loggia delpiano superiore, realizzata intorno alla metàdel Settecento forse da un membro dellagrande famiglia dei Bibiena. Pur nello spaziolimitato del vano, l’architetto è riuscito acreare un effetto scenografico di straordinariamonumentalità, che sembra confermare l’at-tribuzione. Oggi ospita eventi.

Lungo la strada che dalla Bazzanese sale adOliveto si raggiunge Villa Puglie, ottocente-sca villa padronale caratterizzata dalle lunghemura di recinzione, sede di ricevimenti e mee-ting. Più avanti, sul crinale, si staglia l’incon-fondibile profilo di Villa Stagni, posta in cimaa un colle in una splendida posizione panora-mica che rivela le originarie funzioni difensivedell’edificio, costruito nel 1474 da Eliseo Cat-tanei. La villa-fortezza è una delle più antichedimore di Crespellano e ancora oggi, benchérimaneggiata, rimane uno dei luoghi più sug-gestivi del territorio.

A 1 km circa dal paese, si trovano l’oratorio e ilconvento di San Francesco del 1232. La Chie-sa, già ricordata in uno scritto conservato inSan Francesco a Bologna, è considerata unadelle più antiche dedicate al Santo di Assisi,che si ritiene abbia predicato anche in questazona. Il 2 Agosto di ogni anno si celebra il“Perdono di Assisi”, in occasione del quale èpossibile visitare l’oratorio.

La semplice e austera chiesetta di San Savinoè invece la prima sede parrocchiale di Cre-spellano, secondo alcuni risalente addiritturaal X sec. Lo spazio antistante la chiesa si carat-terizza per un esemplare di olivo di 300 annie monumentali cipressi. L’interno si può visi-tare in estate, quando il giovedì e la domeni-ca della terza settimana di luglio si svolgono,fin dal 1636, le tradizionali processioni inoccasione della festa del patrono.

Nella frazione di Sant’Almaso si può scoprireun gioiello del contado bolognese: il Confor-tino con la sua torre colombaia. Il Confortinoè un antico luogo di riposo dei monaci risa-lente alla fine del 1200, la colombaia si pre-senta come una torre con due ordini di loggeesterne, costruita per allevare i colombi e rac-coglierne il guano. È forse la più bella in tuttala provincia e testimonia della grande impor-tanza della coltivazione della canapa, per laquale veniva impiegato il concime. Dell’antica

coltura ci parlano anche i sei bel-lissimi maceri, che scandiscono lastrada (Via dei maceri) che portaal Castellaccio, piccolo borgosorto attorno a un caratteristicooratorio. Di qui si può proseguirefino alle grandi scuderie degliOrsi Mangelli, in località Madon-na dei Prati.

Le specialità enogastronomichedi Crespellano spaziano dai viniDOC dei Colli bolognesi, ai tor-tellini e le lasagne, fino ai sughi

d’uva (a cui è dedicata una sagra) e alla tortadi riso. Celebre anche la lavorazione del maia-le, i cui prodotti sono spesso abbinati alleclassiche crescentine fritte e alle tigelle.

Mercato delle cose buone:in occasione della Festa dei Sughi.Fiera di Crespellano: fine settembre.

GIORNO DI MERCATO: mercoledì nel capoluogo e giovedì a Calcara

Eventi

Villa Stagni

archivio Comune di Crespellano

Colombaia del Confortino

archivio Comune di Crespellano

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Riconosciuta “Città d’arte”, Bazzano sorge lun-go il Samoggia ai piedi delle colline tra Mode-na e Bologna. Cuore della cittadina è l’otto-centesca Piazza Garibaldi, su cui si affaccial’oratorio di Santa Maria del Suffragio, costrui-to dall’omonima confraternita nel 1673, chepresenta in facciata una meridiana e nell’in-terno ad unica navata due dipinti delGandolfi. Da notare sono anche il palazzodetto “La Repubblica”, decorato con curioseteste di cavallo, e il Palazzo Comunale, cheospita le collezioni comunali. Chiude la piaz-za “La Giuditta”, bella fontana con statua dibagnante, ispiratrice di una specialità dolciariache porta il suo nome.

La Rocca domina il paese dall’alto di una col-linetta adiacente al centro storico. Di originimedievali, fu costruita per volere di Matildedi Canossa, mentre la sua forma attuale risaleal 1473, quando l’edificio divenne “delizia”della famiglia Bentivoglio, allora signori diBologna. In queste stanze nel 1799 vennetenuto prigioniero il poeta Ugo Foscolo, cheabbiamo già incontrato, fuggitivo, a VillaNicolaj di Crespellano. Oggi nella Roccahanno sede il museo archeologico “A. Cre-spellani”, un punto informativo della Stradadei Vini e dei Sapori “Città Castelli Ciliegi” e ilCentro Musica dell’Unione dei Comuni dellaValle del Samoggia, che anima un laboratorioper lo studio della musica barocca frequenta-to da musicisti provenienti da tutta Europa.Accanto alla Rocca è la chiesa di SanFrancesco, restaurata nel XVIII secolo.

In primavera il paesaggio tutt’intorno aBazzano è una spettacolare fioritura di ciliegie merita senz’altro qualche digressione. Dallapasserella sul Samoggia, ad esempio, si puòpartire per un giro a piedi o in bicicletta per lacampagna, con splendida vista, in particolarenotturna, sulla collina della Rocca

A breve distanza è la Ca’ del Vento, già di pro-prietà della famiglia Casini: tra i suoi membri ilcelebre dantista, storico e uomo politicoTommaso e l’ex presidente della Camera Pier-ferdinando. Più oltre, girando a sinistra inprossimità del pilastrino, si giunge alla seicen-tesca Villa Tanari, ristrutturata a fine Sette-cento dal Venturoli: notevoli il salone e l’Ora-torio di Santa Giustina con una tela delGandolfi raffigurante la Natività di Maria.

Tra le altre ville del territorio, di grande inte-resse sono la Villa del Gandolfo del XVII sec.con l’oratorio della Madonna della Neve del

XIX sec., Villa Pedrini degli inizidel XIX sec., addossata alle

mura della Rocca, Villa Gessaper anni luogo di villeggiatu-ra del grande commedio-grafo bolognese Alfredo Te-

stoni e Villa Giulia, che pareabbia ospitato nel 1637 Guido

Reni e l’allievo SimoneCantarini.

Bazzano

Museo archeologico “Arsenio Crespellani”Ospitato nell’antica Rocca, il Museo nacquealla fine del XIX secolo grazie all’impegno ealla passione dell’archeologo Arsenio Cre-spellani, autore di campagne di scavo nelterritorio di Bazzano e nelle colline intorno.Comprende una sezione con materiali del-l’età del bronzo e del ferro delle necropolibazzanesi, una sezione romana e altomedie-vale con due grandi raccolte di ceramiche euna sezione contemporanea con armi e divi-se risorgimentali. Visite guidate, conferenze,

convegni, corsi, attività e laboratori didatticiper le scuole, sala conferenze, biblioteca,bookshop, postazione multimediale.

MUSEO CIVICO ARSENIO CRESPELLANIRocca Bentivoglio Via Contessa Matilde, 10 - 40053 Bazzano (BO)Tel. 051.836442 - Fax [email protected]:giovedì e sabato ore 15.30-18.30;domenica ore 15.00-18.30.Biglietto: euro 1.50

Musei

Giuditta

archivio Comune di Bazzano

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Sulla strada per Castelfranco si può visitare ilSantuario della Sabbionara, dedicato alla B.V. delle Grazie. Costruitonel 1630 in ringraziamentoper lo scampato pericolodella peste, all’interno con-serva pregevoli affreschiillusionistici. Proseguendo,la strada corre rettilinealungo il percorso dellaMuzza, piccolo corso d’ac-qua di grande importanzastorica. L’argine su cui corre la stra-da è infatti quanto restadel vallo della Muzza,opera difensiva costruitanel XIV secolo a difesa delconfine tra il territorio di Bologna e quello diModena. Oggi l’area conserva una singolareintegrità am-bientale, che merita una visita apiedi o in bicicletta utilizzando la carrarecciache sale adiacente al corso.

Lungo la via per Montebudello merita un cen-no il Cimitero, col corpo centrale d’impiantoneoclassico, con le eleganti tombe delle piùimportanti famiglie di Bazzano. Di qui si puòproseguire per uno stupendo percorso colli-nare, con panorama d’incanto sulla Rocca esull’Abbazia di Monteveglio.

Specialità gastronomiche del territorio bazza-nese sono i classici tortellini, la zuppa dicardo e la già ricordata “Torta della Giuditta”.Discorso a parte meritano le “Tagliatelle dellaDuchessa”, pappardelle ai fegatini di polloispirate a Maria Luigia, duchessa di Parma. Invisita in questi luoghi, la Duchessa si fermò inuna locanda dove provò l’appetitoso piatto,che le piacque al punto da volergli dedicare ilproprio nome.

Di Bazzano era il costruttore di auto da com-petizione e pilota Amedeo Gordini, entratonel mito e rimasto nella memoria soprattutto

dei Francesi con il soprannome dile sorcier, il mago dei motori. Fuamico personale e rivale in pistadi Enzo Ferrari, che lo ricordòcome protagonista di un impor-tante “brano di storia dell’auto-mobile francese esaltato dalledoti di uno dei tanti italiani che inFrancia hanno lavorato”. Nel 1999la Provincia di Bologna e il Co-mune di Bazzano hanno promos-so un’emissione filatelica gemel-lata Italia - Francia per celebrarneil centesimo anniversario dellana-scita. Il mercato settimanale diBazzano è uno dei maggiori della

provincia e affonda le sue radici nel 1576. Dal 2007 Bazzano aderisce al circuito delleCittà Slow.

Gli Anelloni di Bazzano sono una varietàdi ciliegia diffusa nella fascia pedecollinaredella Valle del Samoggia. Qui il ciliegioassunse grande importanza dalla finedell’Ottocento, sostituendo gradualmenteil gelso come tutore della vite e diventan-do poi una coltura specializzata. Dopo unapausa dovuta alla guerra, la produzione diciliegie riprese a crescere costantementefino a diventare l’elemento caratterizzantedell’economia del territorio. Gli anelloni diBazzano si possono trovare nei territori deiComuni di Bazzano, Castello di Serravalle,Crespellano, Monte San Pietro, Monteve-glio, Savigno, Zola Predosa

Enogastronomia

Fiera della Salute: giugno.Fiera dell’Autunno bazzanese:metà settembre.Mercato delle cose buone:in occasione dell’Autunno Bazzanese.

GIORNO DI MERCATO: sabato

Eventi

Torre dell’orologio

archivio Comune di Bazzano

Rocca - archivio Comune di Bazzano

Una lapide seicentesca, murata nella pareteposta a sinistra dell’altare, ci parla di una sto-ria miracolosa: la notte tra il 24 e 25 marzo del1527, ricorrenza dell’annunciazione di Maria,Monteveglio era stretta d’assedio dai Lanzi-chenecchi e a salvarla fu una provvidenzialetempesta di neve che disperse i feroci asse-dianti.

Il territorio rappresenta anche una zona natu-ralistica e ambientale di pregio: per tutelarla evalorizzarla è stato istituito il Parco Regionaledell’Abbazia di Monteveglio.

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L’incantevole borgo fortificato di Monteve-glio, un tempo la più importante e inespugna-bile roccaforte matildea della zona, sorgeinsieme all’antichissima Abbazia di Santa Ma-ria Assunta sul cucuzzolo di un colle chedomina la vallata.

Le origini del Castello risalgono all’anno Mille:dell’originaria fortificazione restano la portaad arco da cui ancora oggi si accede al borgo(si notino le asole di sollevamento del pontelevatoio) e una massiccia torre castellana,entrambe sormontate da merlature a coda dirondine, attraverso cui si gode di una splendi-da vista sulle colline circostanti. La Torre delCastello è aperta tutti i giorni festivi, da apri-le a ottobre, dalle 15.00 alle 19.00.

Procedendo sull’acciottolato tra le antichecase in pietra, si arriva all’Abbazia. Edificatanel 1092 in forme romaniche, presenta uncampanile del XV secolo. Al suo interno si se-gnalano l’abside e la cripta del X secolo. An-nessi alla chiesa sono due chiostri: uno quat-trocentesco a doppio loggiato, l’altro più anti-co, di cui resta solo un braccio, si affaccia inposizione panoramica sulla pianura.

Monteveglio

Qui aveva sede la comunità religiosa fonda-ta da don Giuseppe Dossetti, “figura reli-giosa e politica di grande rilievo e intensità”. Nel 1956 Dossetti ingaggiò uno storico confronto con il comunista Giuseppe Doz-za per la poltrona di Sindaco di Bologna.Tra gli animatori del Concilio Vaticano II,muore nel 1996 ed è oggi sepolto nel pic-colo cimitero di Casaglia all’interno del Par-co Storico Regionale di Monte Sole, dovela comunità si è trasferita.

Veduta del Borgo di Monteveglio

archivio Comune di Monteveglio - Gabriele Baldazzi

Personaggi e Cultura

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Natura, ma anche piccoli borghi sospesi neltempo. E tra questi Oliveto, che sorge su unacollina alla destra del Samoggia, anticamentecoperta di ulivi. Donato nel 776 dai duchiLongobardi di Persiceta all’Abbazia di Nonan-tola, Oliveto divenne libero comune e soprav-visse come tale per circa un secolo, per poipassare liberamente sotto l’egida del Comunedi Bologna. Tra i monumenti degni di notasono da segnalare la Casa Grande dell’Ebreodel 1410, sede della locale comunità ebraica edella prima banca di tutta la zona, il campani-le-torre della chiesa di S. Paolo, nella quale ècustodita una pala seicentesca attribuita a Eli-

sabetta Sirani, e la Bronzina, edificio tardo me-dievale, che fu albergo dei Grandi di Spagnanel ‘500, successivamente lazzaretto e poi fon-deria di bronzo. Da Oliveto pare abbia origineanche la famiglia di industriali Olivetti.

Bei panorami dalle ampie vedute sulla pianurapadana e sulla cerchia appenninica tosco-emi-liana si godono da Montebudello, su una col-lina ad appena 2,5 km dal capoluogo. L’abitatosi suddivide in due borghi a quasi 1 km e mezzol’uno dall’altro: il primo si sviluppa attorno allachiesa di Sant’Andrea in Corneliano, nome chericorda l’antica colonizzazione romana.

Matilde di Canossa, a soli nove anni, è erededi un grande feudo imperiale che si estendedalla Toscana fino a Mantova, con al centro,nei colli emiliani, una rete di castelli e di for-tificazioni. Il Bolognese, e in particolare laValle del Samoggia, segna il confine tra leterre imperiali e quelle del Papato e la tramadelle fortificazioni si fa particolarmentefitta. Siamo nell’XI secolo, nel momento incui esplode la lotta per le investiture traChiesa e Impero. Protagonisti dello scontrosono Papa Gregorio VII e l’imperatore EnricoIV, cugino di Matilde. Il Papa è deposto dal-l’imperatore e l’imperatore scomunicato dalPapa: c’è aria di guerra. Gregorio VII è in viag-gio per la Germania per un chiarimento defi-nitivo, ma la discesa in Italia di Enrico IV loinduce a rifugiarsi nel castello di Canossasotto la protezione di Matilde, sua alleata.Dopo un lungo negoziato, il 26 gennaio 1077,Enrico, vestiti gli abiti del pellegrino, ottieneil perdono del Papa. Ma a breve la lotta per il potere riprende.

Nel 1081 Enrico proclama Matilde rea di lesamaestà. Matilde si arrocca a Canossa, intan-to Enrico IV si appropria di buona parte dellesue terre. Le rimangono fedeli solo quattrocastelli, tra cui Monteveglio. È proprio Mon-teveglio a mandare in fumo i piani dell’impe-ratore: per quattro mesi resiste vittoriosa-mente all’assedio delle armate imperiali,calate per lavare l’umiliazione del 1077.Enrico IV è costretto a ordinare la ritirata.Salvatasi dalla minaccia, Matilde si dedica arafforzare e allargare il suo feudo. Sostienel’edificazione di chiese e cattedrali, fa sorge-re ospizi per poveri e partecipa in mododeterminante alla nascita dell’Università diBologna. Nel 1111 il nuovo imperatore, EnricoV, figlio del suo grande nemico, la nominavice regina d’Italia. Donna colta (sa scrivere econosce tre lingue), personalità forte e figu-ra politica di primo piano nelle vicendeinternazionali del suo tempo, Matilde muo-re il 24 luglio 1115 e dal 1632 riposa a Roma inSan Pietro, nel monumentale sepolcro operadel Bernini.

Personaggi e Cultura

Abbazia di Monteveglio

archivio Comune di Monteveglio - Gabriele Baldazzi

Il Parco Regionale dell’Abbazia di Monte-veglio tutela una significativa porzione diterritorio collinare che si estende a ridossodell’abitato di Monteveglio. Nell’area pro-tetta, delimitata a est e a ovest dal torren-te Ghiaia di Serravalle e dal rio Marzatore,si alternano paesaggi agricoli che conserva-no gli assetti tradizionali della collina bolo-gnese, ampie aree calanchive di notevoleinteresse geologico e ripidi versanti bosca-ti che racchiudono piccole valli riparate didiscreto valore naturalistico. La storica Ab-bazia occupa il punto più elevato del belborgo medievale che si erge su uno deirilievi principali del Parco, inserendosi nellatrama di antichi nuclei fortificati e centrireligiosi che caratterizza la Valle del Sa-moggia e quella vicina del Panaro. Il Parco èfacilmente raggiungibile sia da Bologna cheda Modena percorrendo la statale 569“Bazzanese” fino alla località Muffa e daqui deviando a sud per Monteveglio.Info: Tel. 051.6701044 tutte le mattinedalle 09.00 alle 12.00 - Fax 051.6702301parco@parcodellabbazia.191.itwww.parchinaturali.bologna.itwww.regione.emilia-romagna.it/par-chi/abbazia

Centro Parco San TeodoroVia Abbazia 28 - Monteveglio (BO)Sede degli uffici del Parco e del laborato-rio didattico, aperto al pubblico il martedì,giovedì e venerdì ore 09.00-12.00

Centro visite del Castello, torre di ingres-so al borgo di Monteveglio alto. Aperto tutte le domeniche e festivi da aprile a novembre ore 15.00-19.00.

Natura

Abbazia in festa, rievocazione storico cul-turale del periodo medievale; viene ricrea-to all’interno del borgo dell’Abbazia il pe-riodo matildico con allestimento di locan-de, costumi, musiche e spettacoli di intrat-tenimento, mentre nella piazza del capo-luogo si svolge il mercato dei prodotti loca-li: 2° week end di Giugno.Festa d’Autunno, le tradizionali caldarrostee il buon vino dei colli bolognesi caratteriz-zano questo appuntamento. La musica po-polare fa da cornice e scandisce i tempi de-gli antichi mestieri della civiltà contadinadella vallata che vengono riproposti: 2° weekend di ottobre.Festa della Saracca, festa popolare dovegli Olivetani girano di casa in casa con unasardina appesa a un ramo, ballano, cantano,bevono e alla fine seppelliscono la sardina aipiedi di una croce di legno che si trova suuna collina. Deriva dalla festa della “sardana”ereditata dagli Spagnoli al tempo del loropassaggio nel 1527: 2a domenica di marzo.Consegna del Cero Votivo, si celebra pres-so la Chiesa dell’Abbazia di Monteveglio l’of-ferta del cero votivo alla Madonna conse-gnato dal sindaco nelle mani dell’Abate:marzo.Mercato delle cose buone: in occasione della Festa d’Autunno.

GIORNO DI MERCATO: giovedì

Eventi

Chiostro dell’Abbazia di Monteveglio

archivio Comune di Monteveglio - Gabriele Baldazzi

Tra le specialità dell’enogastronomia vannoricordati i vini Pignoletto e Chasselais, i duronidella varietà Anellone, il Parmigiano Reggianoe i formaggi freschi prodotti dai caseifici loca-li, molti con vendita diretta, oltre alle imman-cabili crescentine.

Monteveglio aderisce all’Associazione Nazio-nale “Città del Vino”.

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Campanino Golf ClubCampo pratica dotato di 18 postazioni di tiro,ideale per l’allenamento e il perfezionamento.Dati Tecnici: 4 buche, 3 par 3, 1 par 4, 130 m.s.l.m. Info: via Barlete, 52 - 40050 Monteveglio (BO)Tel. 051.6705387 - Fax [email protected]

Sport e Vacanza attiva

Il secondo gruppo di abitazioni è conosciutocome Castellazzo: dell’antico castello riman-gono le fondamenta (conglobate in una villaprivata), la torre e il trecentesco oratorio di S.Ubaldo con finestre ogivali. La chiesa parroc-chiale di Sant’Andrea è d’aspetto seicentesco,ma già esistente nell’XI secolo.

L’Hortus conclusus di Serravalle è un pic-colo orto-giardino come si faceva nel Me-dioevo: seguendo il breve percorso didatti-co si possono osservare le aiuole fiorite(Giardino delle delizie), le piante aromati-che (Orto dei semplici) e le verdure (Ver-ziere), che si coltivavano nel 1300, quando ilborgo e tutto il territorio circostante eranogovernati dal Capitano della Montagna. Letecniche di coltivazione sono quelle me-dievali (irrigazione pluviale, concimi organi-ci e insetticidi naturali come il piretro e l’or-tica), come tradizionali sono gli attrezzi dilavoro e i sistemi di realizzazione delle aiuo-le e delle impalcature per le rose antiche:pali di legno di castagno e legature con ramidi salice. L’orto medievale è visitabile neigiorni di apertura dell’Ecomuseo dellaCollina e del Vino e su prenotazione pergruppi di almeno sei persone. Nei fine set-timana e per le scuole si organizzano labo-ratori didattici sulle piante aromatiche, sim-boliche, magiche, dimenticate, sulle tecni-che di coltivazione naturale e sulla costru-zione di aiuole rialzate. La visita all’OrtoMedievale dura 45 min. e può essere abbi-nata alla visita dell’Ecomuseo.Info e prenotazioni: Tel. [email protected] Comunale Tel. 051.6710728www.ortomedievale.it

Natura

Il borgo fortificato di Castello di Serravalleha origini antiche e ancora oggi mantieneintatto tutto il suo fascino medievale.Formatosi a difesa dell’esarcato di Ravennacontro le invasioni barbariche e raso al suolodai Longobardi nell’VIII sec. per la sua posi-zione strategico-militare, il borgo fu rico-struito nel Medioevo sulle fondamenta ro-mane. Nell’800 diede asilo a Carlo Magno,diretto a Roma. Fino al 1109 feudo di Matildedi Canossa, fu poi aspramente conteso tra laghibellina Modena e la guelfa Bologna. La disputa culminò nella battaglia di Zappo-lino, che vide i Bolognesi sconfitti con oltretremila morti e altrettanti prigionieri.

Castello di Serravalle

La Battaglia di Zappolino e la secchia rapita.La battaglia si combatté il 15 novembre 1325,in un luogo oggi ricordato da una lapide infrazione Bersagliera. Fu per Bologna unasconfitta epocale. I Bolognesi erano supe-riori numericamente, ma non in quanto acavalleria, che si rivelò decisiva. A fianco diModena si schierarono anche i Conti di Pa-nico (pag. 63) e i Da Cuzzano. Le truppe diBologna, formate in gran parte da contadi-ni, furono presto travolte e se ci furono deisuperstiti fu solo per il calare delle tenebre.Il 16 i Modenesi presero Crespellano e il 17erano alle porte di Bologna, ma non ebbe-ro l’ardire di assediarla. L’anno successivo iBolognesi attraverso vie diplomatiche riu-scirono a riprendere possesso dei loro ca-stelli e a riscattare tutti i prigionieri. A nar-rare di questa battaglia è La Secchia rapita,ottocentesco poema eroicomico del mo-denese Alessandro Tassoni, che deve il suotitolo a un episodio entrato nella mitologiadella rivalità tra le due città. I Modenesi, giunti sotto le mura di Bologna,nei pressi di Porta San Felice, rubarono perbeffa un secchio da un pozzo sulla ViaEmilia, e lo portarono a Modena a mo’ ditrofeo. Dopo settecento anni “la secchia” èancora a Modena, custodita nell’alto dellaGhirlandina, e a Bologna ancora oggi il suorapimento non è argomento di conversa-zione tra i preferiti…

Storia e Cultura

Casa del Capitano

archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni

Dell’antica fortificazione che dà il nome alpaese si possono ancora ammirare l’ingressomedievale e la torre del 1523, mentre il palazzosignorile, interamente costruito in cotto a ri-dosso della torre, è di forme settecentesche. Ilcastello, adattato a dimora gentilizia intorno al‘500, fu di proprietà della nobile famiglia deiBoccadiferro fino alla fine dell’800. Nel sugge-stivo salone d’ingresso, un bassorilievo in arena-ria raffigura il cavaliere Iacopino da San Lorenzoin Collina, famoso Capitano della Montagna.

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Al castello non manca poi un tocco di miste-ro. Nella rocca vagano ancora le anime dellemogli del crudele Boccadiferro: nelle notti dimaggio i loro spettri escono a cercare vendet-ta, spargendo nel borgo un misterioso profu-mo, mentre nella torre del castello echeggia-no ancora i lamenti di Boccadiferro, a sua voltaucciso dalla tredicesima e più furba moglie.

Nel cuore del borgo, il duecentesco palazzocomunale fu sede della magistratura delCapitano della Montagna occidentale. Oggi sicompone di una torre campanaria cinquecen-tesca e di una bella loggia da cui si accedeall’Ecomuseo della Collina e del Vino.

La bella imponenza e i segreti del castello diSerravalle ispirarono nel 1920 il compositorelucchese Gaetano Luporini (1865-1948), chemusicò l’opera intitolata Amore e morte am-bientata proprio nel castello, su libretto diGiuseppe Lipparini.

Da non perdere l’itinerario delle case-torri,nuclei rurali in sasso caratterizzati dall’elemen-to architettonico della torre, il cui ruolo si ènel tempo convertito da funzioni difensive aproduttive (colombaia).

Nei dintorni, a soli 2 Km dal castello, vale unasosta la chiesa di Sant’Apollinare, con affre-schi del Guardassoni e del Samoggia, che sor-ge al centro di un’incantevole piana circonda-ta dai vigneti, da sempre elemento caratteriz-zante il territorio della vallata. Non è infatti uncaso che anche il Comune di Castello di Ser-ravalle aderisca all’Associazione Nazionale“Città del Vino”.

Meta di escursioni a piedi o in mountain bikesono i calanchi nell’area compresa tra Castel-letto, Bersagliera, Maiola e Tiola.

L’Acqua salata e il Rio Marzatore. Lungola strada che costeggia il Rio Marzatore c’èuna sorgente davvero speciale: l’acqua chevi sgorga è infatti salata. Si tratta di acquadi mare fossile, rimasta imprigionata tra leargille plioceniche, quando il mare si ritiròe si formò la pianura padana. La sorgente èfamosa fin dall’antichità per le sue proprie-tà medicamentose e all’inizio del XX seco-lo divenne una meta del turismo termale inprovincia. Oggi una visita alla fonte puòessere l’occasione per scoprire la naturadella stretta Valle del Rio Marzatore, il cuimaggiore pregio naturalistico è rappresen-tato dalla presenza di fiori protetti come laScilla e il Dente di cane.

Natura

All’interno del borgo medievale, la Casa delCapitano della Montagna ospita l’Ecomu-seo della Collina e del Vino, un’occasioneimperdibile per la conoscenza diretta delterritorio e delle attività svolte dai suoi abi-tanti nel passato e nel presente.L’esposizione si articola attorno a nove temi.Ogni ambito si collega a un percorso dislo-cato sul territorio, che rappresenta la vera epropria sede dell’ecomuseo. Il percorso di-dattico all’interno della struttura centrale siconclude con l’angolo degustazione, in cuisono disponibili per assaggi i vini del territo-rio. Per le scuole è prevista l’apertura su pre-notazione per piccoli laboratori didattici. Lavisita al castello è invece possibile per grup-pi organizzati, previo accordo con il Comu-ne o durante le feste nel borgo.ECOMUSEO DELLA COLLINA E DEL VINOCasa del Capitano Via della Rocca 40050 Castello di Serravalle (BO)Tel. 051.6710708 (Ufficio Cultura)[email protected]: giorni festivi ore 15.00-18.00, inaltri orari su prenotazione. Biglietto gratuito.

Musei

Veduta di Castello di Serravalle tra le nuvole

archivio Promappennino - Riccardo Solmi

Il gnocco fritto (e non “lo gnocco” comevorrebbe la lingua italiana) è un prodottoalimentare tipicamente emiliano, che trovanella Valle del Samoggia una delle zone apiù alta densità di ristoranti specializzati.Nel resto della provincia di Bologna vienechiamato crescentina (nome che, tanto percomplicare le cose, nella montagna mode-nese indica la tigella). Farina di frumento,sale, strutto e lievito sono gli ingredienti: ilgnocco che si ottiene impastandoli vienefritto, secondo la tradizione, in abbondan-te strutto bollente. In un attimo si gonfiaed è subito pronto per essere gustato coni celebri, ma mai sufficientemente celebra-ti, salumi bolognesi. La Sagra del gnoccofritto è diventata in pochi anni un appunta-mento di grande attrazione. È nel Guinessdei primati per il gnocco fritto più grandemai preparato.

Enogastronomia

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Falò di Sant’Antonio: 16 gennaioFiera del Maggiociondolo, passeggiate,feste, gare sportive, tradizione, spettacoli:tutto il mese di maggio.Mercato delle cose buone:in occasione di Maggiociondolo.Calici di stelle, serata di musica e degustazioni: 10 agosto.Sagra del gnocco fritto:1a e 2a domenica di ottobre.

GIORNO DI MERCATO: lunedì

Eventi

Torre del castello

archivio Provincia di Bologna

Si segnalano per la loro storia e bellezza leCase Rosse (XV e XVI sec.) e le Case Bertù (XVIsec.) a Zappolino, Casa Moretti (XVI sec.) aPonzano e i borghi di Gavazzano, Tintoria eCuzzano, lungo la Via Valle del Samoggia.

Il Palazzo di Cuzzano si trova dove un temposorgeva il castello della potente famiglia deiDa Cuzzano, che meritò fama per le molte im-prese sanguinarie. Banditi da Bologna, i DaCuzzano si rifugiarono nel loro castello oppri-mendo le popolazioni di questo territorio.Muzzarello da Cuzzano, ribelle al governo cit-tadino, raggiunse un potere tale da esserenominato Signore di Monteveglio e di Sas-suolo, ottenendo in moglie una delle figlie diTaddeo Pepoli, Signore di Bologna.

L’antico castello fu distrutto da un incendionel 1365 ad eccezione della torre che è quantooggi rimane della struttura più antica. La ricostruzione del palazzo avvenne nel sec.XVI e assunse l’aspetto di residenza nobiliare dicampagna.

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Adagiato sulle rive del Samoggia, Savigno rap-presenta una tappa obbligata per gli appas-sionati della buona cucina.

Savigno è sinonimo di tartufo e più in genera-le di gastronomia d’eccellenza basata sullaqualità dei prodotti locali. “Città del Tartu-fo”, Savigno è considerata “Capitale regionaledel Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolo-gnesi”. Basti pensare che su 2.500 abitanti ben130 sono tartufai tesserati! Savigno aderisceanche all’associazione nazionale “Città deiSapori”, emanazione del Ministero dei BeniCulturali, che lega il prodotto tipico alla sto-ria e alla cultura del territorio.

I tartufai della zona, accompagnati dai fedelicani, passano intere giornate a cavare il pre-zioso prodotto che arriva a imbandire le tavo-le delle trattorie e i negozi di gastronomia.Numerosi sono i ristoranti che propongono ilprodotto nelle sue infinite versioni culinariebasate su antiche ricette gelosamente custo-dite. Sulla storica piazza, in occasione dellaTartufesta, si possono trovare numerosi standdove è possibile degustare e acquistare il pre-zioso tubero.

Non mancano altri motivi di interesse, a co-minciare dal centro del paese.

All’interno della piazza si trova la piccola maparticolare chiesa di San Matteo, sorta nelluogo dove fin dal ‘700 sorgeva l’oratorio di S.Matteo di Mercato di Savigno, così chiamatodall’antico nome del paese. Di fronte allachiesa un obelisco di arenaria ricorda i motidel 15 agosto 1843, quando centinaia di patrio-ti mazziniani insorsero per la libertà dell’Italiadal dominio papale, sotto la guida dei fratelliMuratori.

Savigno

Il Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolo-gnesi è una vera e propria produzione dieccellenza della gastronomia dell’Appenni-no. I territori delle nostre montagne più vo-cati per la crescita del prezioso tubero so-no quello di Savigno in Valsamoggia e quel-li compresi tra Grizzana Morandi, Camugna-no, Castel di Casio, Gaggio Montano, Verga-to e Porretta nella Valle del Reno. Savigno,Camugnano e Castel di Casio aderisconoall’Associazione Nazionale “Città del Tartu-fo”. Praticamente in tutto l’Appennino è in-vece diffusa la più comune varietà estiva diTartufo Nero o Scorzone.

Enogastronomia

Tartufo Bianco Pregiato dei Colli Bolognesi

archivio privato

Da segnalare il Percorso Sette Chiese, dellalunghezza complessiva di 20 Km, con par-tenza dalla piazza centrale. Attraverso bo-schi, campi, frutteti di ciliegio, il percorsoconduce alla scoperta di un territorio riccodi paesaggi suggestivi per poi chiudersi adanello dove è partito. Particolarmente adat-to alle escursioni in mountain bike, si puòpercorrere anche a piedi o a cavallo.Info: Comune di SavignoTel. 051.6708004 - Fax [email protected]

Natura

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Palio del Maggio, in quei giorni il paese sidivide in 3 contrade e 9 frazioni, le strade e lecase si adornano con bandiere e drappi deirelativi colori. La domenica tutti i contradaio-li si esibiscono a gara e, nominato il vincitore,si festeggia fino a tarda notte: maggio.Mercato delle cose buone: ogni 2a domeni-ca del mese da maggio a novembre.Mostra mercato del vecchio e dell’antico:ogni 2a domenica del mese da marzo a di-cembre.Fiera mercato di San Matteo: settembre.Tartufesta: tra ottobre e novembre.Sagra Nazionale del Tartufo BiancoPregiato dei Colli Bolognesi:prime tre domeniche di novembre.

GIORNO DI MERCATO: martedì

Eventi

Non bisogna infine dimenticare che tutta lazona era un tempo ricca di fortificazioni:merita una visita il piccolo nucleo di Vénola,dalle singolari case-torri edificate tra il XVI eil XVII secolo.

Mulino del Dottore

archivio privato

Palio del Maggio

archivio Comune di Savigno

Il territorio di Savigno regala al viaggiatoreun armonioso panorama collinare, ricco disentieri adatti non solo al trekking e al ciclo-turismo, ma anche alle escursioni culturali. Il territorio di questa valle è infatti una con-tinua sorpresa con le sue pievi, gli oratori egli antichi mulini ad acqua, tra questi ancoraperfettamente funzionante, in località Ro-diano, è il seicentesco Mulino del Dottore,aperto al pubblico la domenica pomeriggio.

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Comune dal vasto territorio che si sviluppaattorno al medio-alto bacino del torrente La-vino, Monte San Pietro si caratterizza per gliantichi borghi, fino ai primi anni del secoloscorso comuni autonomi e oggi frazioni, chegravitano attorno a Calderino, attuale capo-luogo. I tesori dell’arte e della storia di questiluoghi sono quindi da ricercare in giro pertutto il territorio, seguendo sinuose strade co-steggiate dai filari delle viti e dei ciliegi.

Scavalcato il Lavino a Ponte Rivabella, si puòiniziare con l’imboccare la strada per Amola,dove si trovano due preziosi esempi dell’artebolognese: la Via Crucis di Mauro Gandolfi del1793 e un organo di Pietro Agati del 1757, en-trambi custoditi nella settecentesca chiesaparrocchiale di Santa Maria Assunta. Al suointerno si conservano anche tre tele di Guar-dassoni, fra cui una Madonna Assunta in fiorie-ra benedetta da Papa Pio IX.

Sempre da Ponte Rivabella si consiglia unadeviazione a San Lorenzo in Collina, nel cuioratorio si può ammirare, una volta all’annonel mese di settembre, la Madonna del Ca-stello di Capramozza, splendida scultura li-gnea forse duecentesca. Non lontano, nellachiesa di Montemaggiore è conservata unatempera del santo patrono del 1395 attribuitaa Cristoforo da Bologna.

Risalendo la fondovalle del Lavino, a 5 km daCalderino, si raggiunge Monte San Giovanni. La chiesa custodisce uno dei più antichi eimportanti organi del patrimonio bolognese.

Attribuito a un membro della famiglia Cipri(sec. XVI-XVII), l’organo, tuttora funzionante ecollocato in cantoria sopra la porta di ingres-so, nel corso dei secoli fu più volte ampliato erestaurato.

Toccata la località Oca, si lascia la via Lavinoper raggiungere S. Chierlo. Qui lungo il fiancodel Monte Bonsara (o Bonzara), si adagia lamassiccia mole di Villa Lambertini, piccolafortezza dotata di imponenti bastioni murari,coronata da una torretta del XVI secolo.

Giunti al bivio per Mongiorgio, davvero inte-ressante è l’ex complesso monastico dellaBadia, che sorge nell’omonima località.Nell’alto medioevo punto di pernottamentoper i pellegrini diretti a Roma lungo la via No-nantolana, la Badia costituisce una tappa ob-bligata in un percorso sulle abbazie benedetti-ne del Bolognese. Di origine romanica (XII-XIIIsecolo), ma rifatta nel Quattrocento, la chiesapresenta tre navate a cripta e un suggestivochiostro. Da notare il reimpiego, tipicamentemedievale, di materiali ornamentali di epocatardoantica. All’interno si segnalano i resti diun affresco cinquecentesco nell’abside e laMadonna tra Santi dipinta nella lunetta soprala porta principale e databile al XVI secolo. Ilcomplesso, oggi di proprietà del Comune, èdestinato ad ospitare la sede del Museo delVino e della Castagna.

Dalla Badia si sale a Mongiorgio, piccola fra-zione che conserva le ultime tracce di un ca-stello medievale e la seicentesca chiesa dei SS.Sigismondo e Pietro.

Tutto il territorio di Monte San Pietro vantauna lunga tradizione vitivinicola e queste col-line sono le zone dove si ha la maggiore pro-duzione di vini DOC dei Colli Bolognesi. GiàOttone I, nel 776, osannava questi colli comeproduttori di “…buon vino da sorbire solo ingloriose giornate…”. Dai trattati dell’abateCalindri (XVIII secolo) risulta che fosse proprioMonte San Pietro a determinare il prezzo del-l’uva al mercato della città di Bologna. Oggi ilComune aderisce all’Associazione Nazionale“Città del Vino”.

Monte San Pietro

Vigneti DOC “Colli Bolognesi” - archivio privato

L’Osservatorio Astronomico “Felsina” sor-ge in località Ca’ Antinori, in una posizio-ne davvero strategica, da cui si dominatutto il medio Appennino bolognese:verso est si può scorgere la cupola dell’Os-servatorio Astronomico di Loiano, mentrea sud sono visibili le grandi eliche del Parcoeolico di Monte Galletto e la visuale spa-zia fino alle cime del Corno alle Scale.L’Osservatorio è gestito dall’AssociazioneAtrofili Bolognesi ed è aperto al pubblicodue volte al mese da aprile a ottobre,secondo un calendario annuale. Info: Biblioteca di Monte San Pietro (BO)Tel. 051.6764437info@associazioneastrofilibolognesi.itwww.associazioneastrofilibolognesi.it

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A Monte San Pietro, dal 1968 il vino sifesteggia all’inizio di settembre con la stori-ca Sagra del Vino dei Colli Bolognesi, chesi svolge in Piazza della Pace a Calderino.Durante la festa i produttori locali offrono aivisitatori la possibilità di degustare i proprivini e sono anche presenti stand che offro-no le altre specialità gastronomiche dellazona: miele, formaggi, verdure sott’olio, salu-mi. La seconda settimana di settembre, sem-pre su queste colline in località S. Martino inCasola, si svolge una mostra assaggio dei vinidei Colli Bolognesi: varie serate con unaparata di oltre centro etichette a disposizio-ne di esperti e appassionati.

Eventi Scienza e Tecnica: Il cielo per tutti

Grande importanza riveste anche la castani-coltura, diffusa nelle aree più elevate del ter-ritorio, come gli estesi castagneti di MontePastore, antico possedimento matildico (danotare la chiesa e la torre medievale).Rinomati per la loro eccellente qualità sono itipici marroni della zona, che si producono ingrande quantità grazie agli ottimi risultati col-turali raggiunti. Il Comune fa parte dell’Asso-ciazione Nazionale “Città del castagno”.

Le specialità dell’enogastronomia, oltre ai vinie alle castagne, comprendono anche ciliegie,susine, miele, funghi, salumi, crescentine.

Calanchi

archivio Comune di Monte San Pietro

DOC Colli Bolognesi Il territorio collinare compreso tra il Reno eil Samoggia accoglie i vini della più articola-ta Denominazione di Origine Controllata(D.O.C.) d’Italia, tanto che il disciplinare pre-vede l’indicazione delle diverse sottozone:Colli Bolognesi, Monte San Pietro, CastelliMedioevali. I vini prodotti sono Barbera, Ca-bernet sauvignon, Merlot, Pinot bianco,Riesling italico e Sauvignon. Ma la varietà piùcelebre e rinomata è senza dubbio il Pigno-letto, un vitigno autoctono da cui si ottiene

un vino dal profumo delicato, fruttato, in-tenso dei fiori di biancospino, dal saporesecco e asciutto, che ben si accompagnacon i tradizionali tortellini in brodo e con lamortadella. Tra gli altri vini, raggiungonolivelli di eccellenza il Pinot Bianco e il Sauvi-gnon tra le varietà a bacca bianca, il Barberae il Cabernet Sauvignon tra le varietà a baccarossa.CONSORZIO VINI COLLI BOLOGNESIVia Abbazia 30/c - 40050 Monteveglio (BO)Tel. 051.670.7752 - [email protected]

Enogastronomia

Nelle località Venezia a Monte San Giovanni ePradalbino, ai confini con il comune di Cres-pellano, un elemento di particolare suggestio-ne del paesaggio è costituito dai calanchi.

I calanchi sono una particolare morfologiadelle argille, molto diffusa nell’Appenninoemiliano-romagnolo, tanto che la linguaitaliana ha mutuato il termine “calanco”proprio dal bolognese. I calanchi sono ilprodotto dei processi di erosione di rilieviargillosi, determinati dall’azione di pioggia evento e favoriti dall’alternanza fra periodipiovosi e periodi siccitosi. I calanchi dise-gnano un ambiente estremo, dove archi ecreste variamente conformati si alternano afessure anche profonde; la vegetazione pre-valente è costituita da specie erbacee, afioritura primaverile o autunnale. Le aree dicalanco, aperte e ricche di correnti ascen-sionali sono un luogo ottimale per il volo ela perlustrazione di caccia di numerosi rapa-ci, come la poiana, facile da osservare involo nelle ore più calde, o l’albanella.

Natura

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Convegno delle Erbe: 1a domenica di giugno.Il mercatino delle erbe e dell’artigianato:tutti i giovedi di luglio e agosto.Fiera di Calderino - Festa di San Cristo-foro - Festa del tartufo nero d’estate:l’ultima domenica di luglio.Calici di Stelle: la notte di San Lorenzo.Sagra del vino, concorso di pittura estem-poranea: la 1a domenica di settembre e ilsabato precedente.Sagra della caldarrosta: la 3a domenica diottobre.

GIORNO DI MERCATO: giovedì

Eventi

SabadoniL’impasto dei sabadoni è costituto da fari-na, uova, zucchero, brandy, lievito (unavolta si usava il bicarbonato), scorza grattu-giata di un limone, un pizzico di sale e ungoccio d’olio. Si tira in sfoglia e si ricavanodei rettangoli. Per il ripieno si fanno bolliredelle castagne secche e si passano al setac-cio, poi si mescola la purea con mostardabolognese. Se ne mette un cucchiaio alcentro dei rettangoli di pasta e si chiudesovrapponendo un altro rettangolo. Dopoaver fatto aderire i bordi, i sabadoni si frig-gono nello strutto. Fatto assorbire il grassocon carta da cucina, si lasciano intiepidire,poi si spennellano con la saba, il mostocotto d’uva, diluita con un po’ di brodo dicottura delle castagne secche usate per ilripieno. La Mostarda bolognese è una deliziosaconfettura di frutta mista, di solito fattacon ciliegie e prugne, usata, oltre che neisabadoni, per la farcitura della Pinza (dolcetipico di Natale dell’Appennino e dellacampagna bolognese) e delle Raviole (dolcitradizionali di San Giuseppe).

Enogastronomia

Terra di motori - Collezione NigelliDalla passione per la meccanica di BrunoNigelli, nasce una collezione privata digrande valore che comprende pezzi d’e-poca, in alcuni casi unici. Oltre 300 motoraccontano la storia della Bologna moto-ciclistica, che con i suoi 85 costruttori harappresentato una realtà senza pari almondo. La genialità motoristica bologne-se ha avuto anche un grande impatto sultessuto economico, facendo nasceremolte aziende specializzate nella compo-nentistica meccanica di precisione, tra cuila NIFO, nei cui stabilimenti è ospitata lacollezione. Visite su appuntamento: COLLEZIONE NIGELLINIFO S.r.l Via Giuseppe Venturi, 3San Martino in Casola, 40050 Monte San Pietro (BO) - Tel. [email protected] - www.nifo.it

Musei - Scienza e Tecnica

Golf Club BolognaUno dei percorsi storici italiani, costruitonel 1959 e disegnato da Cotton & Harris,sorge a 12 km da Bologna su un terreno col-linare di grande suggestione con bellissimiscorci panoramici che spaziano sulla colli-na circostante e sulla pianura. Il tracciato,costantemente aggiornato, ha ospitato piùvolte negli ultimi anni i Campionati ItalianiDilettanti, oltre che numerose gare perprofessionisti. La Club House, sobria edelegante, costituisce il luogo ideale pergustare le proposte del Ristorante delCircolo, più volte inserito fra i 10 miglioriRistoranti di Club italiani. La bella piscinaall’aperto e un attrezzato kinder cornercompletano l’offerta del Club. Nel 2000sono state apportate alcune modifiche alpercorso da parte di Peter Alliss.Dati Tecnici: 18 buche, par 72, metri 5.949,116 m s.l.m. Info: via Sabattini, 6940050 Monte San Pietro (BO)Tel. 051.969100 - Fax [email protected]

Sport e Vacanza attiva

Moto MM

archivio Collezione Nigelli

Non mancano infine occasioni per calarsinella realtà sportiva della zona: da spettatoriattraverso una visita alla preziosa collezionemotoristica Nigelli, o in prima persona pressoil prestigioso Golf Club.

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L’itinerario di visitaL’itinerario alla scoperta delleTerre d’acqua della pianura delSamoggia ruota intorno allastrada Persicetana, che collegaBologna alla statale per Verona.

Terre d’acqua- Anzola dell’Emilia- Calderara di Reno- Sala Bolognese- San Giovanni in Persiceto- Sant’Agata Bolognese- Crevalcore

La Lamborghini a Sant’Agata Bolognese

La Pieve romanica di Sala Bolognese

I centri storici di San Giovanni in Persiceto e Crevalcore

I “castelli” di Crevalcore

Il museo dei burattini più piccolo del mondo a Crevalcore

La cassa del Dosolo e lo stabilimento idrovoro di Bagnetto

Villa Caprara e i luoghi di Santa Clelia Barbieri alle Budrie

Gli itinerari in bicicletta tra San Giovanni e Crevalcore

Il cippo del Secondo Triumvirato e la Rotonda a Sacerno

Il Carnevale persicetano

Il Cocomero e il Melone tradizionali di San Matteo della Decima

Da non perdere:

La Valle del Samoggiala pianura

Crevalcore

Sant’Agata

Bolognese

San Giovanni

Sala Bolognese

in Persiceto

Anzola

dell’Emilia

Calderara di Reno

La storia e l’ambiente La seconda parte dell’itinerario lungo la Valledel Samoggia conduce alla scoperta di unaricca pianura, già detta “opulentissima” inepoca romana. Sono le “Terre d’acqua” dellaprovincia di Bologna, un territorio attraversa-to dal Samoggia e compreso tra due impor-tanti fiumi, il Reno e il Panaro. L’ampia porta-ta complessiva di questi corsi d’acqua ha dasempre rappresentato la più grande ricchezzae al tempo stesso la più temibile minaccia perqueste terre. Le oasi naturali e le zone umidedel Dosolo e della Bora, insieme ai maestosiimpianti idrovori di Bagnetto, raccontano diquesta difficile convivenza tra terra e acqua ecostituiscono uno straordinario museo a cieloaperto dove è possibile scoprire la flora e lafauna, che oggi vi trovano un habitat protetto.Storicamente contesa tra Modena e Bologna,soggetta alla potente Abbazia di Nonantola eantica terra di Partecipanza agraria, la pianuraoccidentale del Bolognese si distingue daaltre zone della Val padana intensivamentecoltivate, poiché si presenta ancora punteg-giata da antiche case coloniche, chiese e ora-tori. Altra nota distintiva sono i “castelli” diCrevalcore e San Giovanni in Persiceto, che ciriportano ai tempi d’oro del patriziato bolo-gnese. Terra di cantastorie e burattinai, quirivive ogni anno la migliore tradizione delCarnevale che trova i suoi protagonisti neipersonaggi di Bertoldo e Bertoldino. Persinotra i segni della più recente industrializzazionenon manca l’occasione di interessanti scoper-te. A Sant’Agata Bolognese ha la sua sede laLamborghini, mitica casa automobilistica, ilcui Museo rappresenta una tappa obbligata inun ideale itinerario nella terra dei motori.

A tavola La cucina del territorio regala tutte le specia-lità della migliore tradizione bolognese e inpiù risente delle influenze della contigua pro-vincia di Modena. Prova ne sono, accanto aivini della Doc del Reno, la diffusione del Lam-brusco e specialità come lo Zampone e ilCotechino. Tra i dolci, da provare sono gli “Afri-canetti” e i “Savoiardi di Persiceto” tradizionalibiscotti all’uovo di San Giovanni in Persiceto.Da segnalare sono anche due produzioni d’ec-cellenza della terra: il Cocomero e il MeloneTradizionali di San Matteo della Decima, prota-gonisti di una sagra nel mese di luglio.

Come arrivare - Autostrada A14: uscita Borgo Panigale- Strade: SS 568 in direzione Verona

SS 9 Via Emilia in direzione di Modena

- Linea ferroviaria Bologna-Verona-Brennero:stazioni a Osteria Nuova, San Giovanniin Persiceto, Crevalcore.

- Linea ferroviaria Bologna-Milano:stazioni a Lavino, Anzola dell’Emilia, Samoggia

- Linee ATC www.atc.bo.it

Anzola dell’Emilia - URP

Via Grimandi, 1 - 40011 Anzola dell’Emila (BO)

Tel. 051.6502111 - [email protected]

Orari d’apertura:

lunedì, martedì, mercoledì,

venerdì e sabato 8.00-12.30

giovedì 8.00-18.30

Calderara di Reno - URP

P.zza G. Marconi, 7- 40012 Calderara di Reno (BO)

Tel. 051.6461274

[email protected]

Orari d’apertura:

lunedì, martedì, mercoledì,

venerdì e sabato 8.00-13.00

giovedì 8.00-19.00

Sala Bolognese - URP

P.zza G. Marconi, 1 - 40010 Sala Bolognese (BO)

Tel. 051.6822511

[email protected]

Orari d’apertura:

da lunedì a venerdì 8.30-13.00

giovedì 15.00-18.00

San Giovanni in Persiceto - URP

Corso Italia, 78

40017 San Giovanni in Persiceto (BO)

Tel. 800.069678 - [email protected]

Orari d’apertura:

lunedì, mercoledì, venerdì e sabato 8.30-13.30

martedì e giovedì 8.30-18.30

Sant’Agata Bolognese - Ufficio Cultura

Via 2 Agosto 1980, 118

40019 Sant’Agata Bolognese (BO)

Tel. 051.6818942 - [email protected]

Orari d’apertura:

dal lunedì al venerdì 9.00-13.00

Crevalcore - URP

Via Matteotti, 213 - 40014 Crevalcore

Tel. 051.988443 - [email protected]

Orari d’apertura:

lunedì, mercoledì e venerdì 8.30-13.00

martedì 7.30-13.00 / 17.00-19.00

giovedì 8.30-13.00 / 17.00-19.00

sabato 9.00-12.00

Informazioni Turistiche

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La prima tappa nella pianura del Samoggia èAnzola, dove svetta la torre di Re Enzo, unicatestimonianza dell’antico castello dei Signoridi queste terre.

Nel comune di Anzola incontriamo poi alcu-ne delle pievi più antiche della provincia. Coni suoi oltre mille anni di storia, merita senz’al-tro una visita la badia di Santa Maria in Stra-da, mentre nel capoluogo si segnala la chiesadei Santi Pietro e Paolo, la cui origine medie-vale è testimoniata dal duecentesco fontebattesimale; più volte rimaneggiata a partiredal Seicento, custodisce opere di Spisanelli eGuardassoni.

Ma la storia di questo territorio è ben più an-tica delle guerre e delle pievi medievali. An-zola prima dell’Emilia ci riserva una sorpresa:un villaggio terramaricolo di frontiera.

Anzola dell’Emilia

Re Enzo e la Torre di Anzola“Ad Anzola la torre di re Enzo del XIII seco-lo rievoca i tempi della guerra fra i Comunie l’imperatore Federico II. Con la vittoria diFossalta (1249), i Bolognesi riportarono unasonora vittoria sugli imperiali, tanto da por-tare con sé in ostaggio il figlio dell’Impera-tore, Enzo, affidato alla custodia del Signorelocale, il Conte Michele degli Orsi. La torre,uno dei pochi resti dell’antico castello,deve così il suo nome al fatto di essere statail luogo di prigionia dell’erede imperiale,proprio come avvenne per il bel palazzosituato nel centro di Bologna, dove succes-sivamente Enzo venne trasferito. Non sidovette trattare comunque di una deten-zione dura, dal momento che proprio ilsignore di Anzola, divenuto grande amicodel giovane monarca, pare tentasse di farlofuggire nascosto in una cesta.”

Renzo Renzi

Anzola prima dell’Emilia: le TerramareLe Terramare sono antichi villaggi su pala-fitte dell’età del bronzo (XVI - XIII secoloa.C.), tipici dell’Emilia centro-occidentale.Si tratta di villaggi costruiti secondo unoschema ben definito: di forma quadrango-lare, si trovavano sì sulla terraferma, masempre in vicinanza di un corso d’acqua,che serviva a conferire all’insediamentocarattere di fortificazione. La Terramare diAnzola sorgeva lungo il confine orientaledella loro area di diffusione: dagli scavi,ancora in corso, Anzola si delinea infatticome sito di frontiera. A conferma di ciòsono i resti della cultura materiale rinvenu-ti, che ci parlano degli intensi rapporti conle zone geografiche a sud-est di Anzola,nello stesso periodo caratterizzate da tipo-logie insediative italiche.

Storia e Cultura

Storia e Cultura

Festa di primavera, cavalli a confronto, ra-duno d’auto e moto d’epoca: maggio.Anzola in fiera: giugno.Festa di Santa Maria in Strada: settembre.Festa di Anzola, nell’ambito della festa,“War Game storico - Giocare con la storia”:1a domenica di ottobre.

GIORNO DI MERCATO: sabato

Eventi

Torre di Re Enzo

archivio Provincia di Bologna

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Calderara si adagia lungo la riva sinistra delReno, al centro di un territorio centuriato daiRomani già in età repubblicana. Oggetti ar-cheologici di epoca romana, provenienti dascavi di antiche case coloniche e pozzi dellazona, sono oggi raccolti nella Biblioteca co-munale.

Nel 43 a.C. è la grande storia a passare di qui.La località di Sacerno è indicata come il luogodove, alla morte di Giulio Cesare, OttavianoAugusto, Marco Antonio e Marco EmilioLepido si spartirono il mondo romano colSecondo Triumvirato. Il sito è oggi segnalatoda una stele di età barocca, posta lungo gliargini del torrente Lavino. La centralità diSacerno ha tuttavia origini ben più antiche. Inpassato conosciuta anche come Mezzo-mondo, fino al XVI secolo la località era chia-mata San Chierno, toponimo che deriverebbedal celtico Kernunnos, dio cornuto associatoal corso dei fiumi e al centro del mondo. In etàcristiana, nell’VIII secolo, la vicina Rotondaproto romanica di Sant’Elena sorse a consacra-re un luogo allora già sacro ad altri culti. I restidell’antica chiesa costituiscono oggi l’origina-lissimo campanile della successiva pieve difondazione benedettina.

Tra le belle ville padronali e gli edifici ruralidel territorio, si segnalano Villa Tanara (XVIIsecolo) e Villa Donini, con il parco progetta-to alla fine dell’800 dal Conte di Sambuy, cheabbiamo già visto all’opera a Villa Magnani diZola Predosa. Da ricordare è anche il com-plesso della chiesa di San Vitale a Longara, giàresidenza estiva del Cardinale Lambertini poiPapa Benedetto XIV.

A Tavernelle Emilia è impossibile non notarel’ormai precaria mole di Villa Paleotti Spal-letti, il cui retro si affaccia sulla via Persiceta-na. Edificata nel XVII secolo dai Paleotti, passònel 1682 ai commercianti Zagnoni, che otten-nero il permesso di organizzare nel prato anti-stante la villa un’importante fiera settembrina.

Calderara di Reno aderisce all’Associazione Na-zionale “Città del Vino”.

Calderara di Reno

Settimana calderarese: tra maggio e giugno.Cena del 14 agosto.Lippo in festa: settembre.Sagra degli antichi sapori: ottobre.

GIORNO DI MERCATO: lunedì

Eventi

Cippo del Triumvirato, Sacerno

archivio Provincia di Bologna

Nella “Golena di San Vitale”, presso il gua-do del Reno, si può visitare una boscosaarea di riequilibrio ecologico, gestita dallocale gruppo del WWF.Info: Tel. 051.521114 dalle 8.30 alle 11.30.Dal lunedì al venerdì.

Natura

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La Pieve romanica di Santa Maria Annunziatae San Biagio vale da sola una visita a SalaBolognese. La basilica risale al 1096 ed è statariportata alle forme originarie dai restauri del1920. Lo stile architettonico romanico-lom-bardo della pieve ne fa un esempio più unicoche raro al di qua del fiume Panaro, confinenaturale che per secoli separò la parte orien-tale della regione da quella occidentale diinfluenza lombarda.

Con la bicicletta è possibile visitare le nume-rose frazioni, le chiese e le ville disperse nellacampagna, o accedere alle sponde dei fiumiReno e Samoggia. Tra maceri circondati daolmi e salici bianchi, chi passeggia con occhioattento, magari munito di un buon binocolo eun paio di manuali per il riconoscimento dipiante e animali, può fare incontri interessanti.

Nella frazione di Bagno di Piano sono moltele opportunità di visita. La cinquecentescachiesa di San Michele Arcangelo custodiscedue importanti dipinti attribuiti al Crespi e alFrancia, intorno ai quali sono disposti i miste-ri del rosario di scuola carraccesca.

Palazzo Zambeccari (Il Conte) è un bell’edifi-cio del XVI secolo, dalle caratteristiche quattrotorri angolari. Una scala a doppia rampa condu-ce nell’interno dove sono tuttora visibili traccedi decorazioni a fresco. A Villa Minelli di note-vole interesse sono la torre, il cortile e la pic-cola cappella settecentesca.

Sala Bolognese

Piccola guida alla visita della Pieve romanica di Sala bologneseLa pieve presenta una bella facciata a capanna,caratterizzata da una bifora con capitello cubi-co, impreziosito da intagli di derivazione bizan-tina. Ai lati della porta si trovano due lapidi: lapiù antica ricorda la costruzionedella chiesa avvenuta nel 1096 suiresti di un tempio paleocristiano,e l’altra, moderna, ricorda il suorestauro realizzato nel 1920. Sulretro, l’abside maggiore è la me-glio conservata delle tre ed è ar-ricchita in alto da una galleria cieca del XIIsecolo, che rappresenta l’elemento di maggio-re interesse architettonico dell’intero edificio.Si tratta infatti dell’unico esempio di galleriacieca presente in un edificio romanico nellaprovincia di Bologna. Sul lato destro della pie-ve si trova la torre campanaria del 1926, con

una cappella dedicata ai caduti della I e II guer-ra mondiale. L’interno della chiesa è a piantabasilicale, con tre navate divise da colonne daiseveri capitelli di selenite. Da un’ampia scalacentrale si accede al presbiterio, dove si troval’altare maggiore. Sulla mensa dell’altare è scol-pita la testa di una divinità pagana con corna di

ariete, forse raffigurazione del dioceltico Kernunnos. Questa ara paga-na, diventata altare cristiano con l’e-sorcismo della croce scalpellata sullapietra, documenta la fine del perio-do pagano e il passaggio al cristiane-simo dell’antica popolazione salese.

Da notare nel parapetto dell’ambone il sigillocon l’aquila dell’impero degli Svevi. La criptasottostante al presbiterio, in gran parte ripristi-nata, è certamente la parte più suggestiva dellabasilica. In prossimità della porta d’ingresso, siconserva un’antica vasca battesimale perimmersione di marmo rosso di Verona.

Storia e Cultura

Palazzo Zambeccari (Il Conte)

archivio Comune di Sala Bolognese

Da non mancare è anche una visita allo stabi-limento idrovoro di Bagnetto (Castello d’Argi-le), che con la vicina area di riequilibrio ecolo-gico della Cassa di espansione del Dosolo, co-stituisce una delle principali opere di bonificae sistemazione idraulica che hanno reso pos-sibile la coltivazione e gli insediamenti in que-ste zone, un tempo paludose.

A Osteria Nuova troviamo Villa Terracini(XVIII secolo), tipica casa padronale della pia-nura: nel suo grande parco si trova un bel-l’esempio di “conserva”, sorta di dispensa-frigonaturale usata fino al secolo passato.

La Cassa di espansione del DosoloCostruita nel 1931 per accogliere le acque dipiena del canale Dosolo, fino a non moltotempo fa i terreni interni alla cassa eranocoltivati, seppure con le limitazioni impostedalla frequenza degli allagamenti. A partiredal 1991 l’area è stata destinata ad usi di mag-giore significato ambientale. Diversi inter-venti hanno contribuito a creare una grandevarietà di ambienti naturali, in cui si alterna-no boschi, prati e aree umide, che permetto-no lo sviluppo della flora e della fauna tipi-ca delle paludi. La zona umida della cassa di5,5 ettari è area di riequilibrio ecologico.

Lo stabilimento idrovoro di BagnettoIn prossimità della confluenza del Samoggianel Reno, è situato lo stabilimento idrovorodi Bagnetto. La bella costruzione racchiudegli strumenti di governo e presidio di granparte delle acque superficiali del territorio,consentendo l’immissione in Reno del cana-le Collettore delle Acque Basse. L’impiantoidrovoro fu costruito nel 1925, con una archi-tettura simile ad una massiccia fortezzamedievale, e potenziato negli anni Ottanta.ECOMUSEO DELL’ACQUAPer visite e Info:Consorzio di Bonifica Reno-Palata,via Amendola 12, BolognaTel. 051.4209111 - Fax 051.4209160www.consorziorenopalata.it

NaturaScienza e Tecnica - Musei

Carnevale dei bambini: tra gennaio e feb-braio.Fiera di Sala: giugno.Teatrini tra parchi e giardini:rassegna di burattini, luglio e agosto.Carnevale notturno: luglio.Verso Ovest: rassegna musicale, luglio.Serate medievali: fine agosto e settembre.Estate di San Martino: eventi legati allacultura rurale, novembre.

GIORNO DI MERCATO: venerdì a Padulle,lunedì a Osteria Nuova

Eventi

In visita alla cassa d’espansione del Dosolo

archivio Consorzio Bonifica Reno-Palata

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Idrovora di Bagnetto

archivio Consorzio Bonifica Reno-Palata

Accanto sorge il Teatro Comunale, inauguratonel 1790.

La città di San Giovanni in Persiceto, patria delcarnevale e della maschera di Bertoldo, sisegnala per il suo grande centro storico me-dievale dall’originale impianto concentrico.

La caratteristica forma del vecchio nucleo del-la città, detto Borgo Rotondo, risale forseall’epoca longobarda. L’Abbazia di Nonantolaesercitò la propria supremazia sul territoriopersicetano, che tuttavia già nel IX secolopassò in parte al Contado bolognese.Risalgono a quell’epoca le prime concessioniai persicetani da parte degli abati di Nonan-tola e dei vescovi bolognesi di vaste estensio-ni di terreni incolti e paludosi da bonificare.Questi terreni costituiranno i beni della futuraPartecipanza agraria (pag. 190). Oltre che nelcapoluogo, il Consorzio dei Partecipanti di SanGiovanni in Persiceto ha una sede nella frazionedi San Matteo della Decima: la Ca’ Granda, edi-ficio disponibile per manifestazioni culturali.

Nella centralissima piazza del Popolo si trovala Collegiata di San Giovanni Battista,costruita a partire dal 1671 su progetto diPaolo Emilio Canali, con facciata ottocente-sca. Nell’interno barocco, tra ricchi stucchisettecenteschi recentemente riportati agliantichi splendori, sono conservati dipinti deiprincipali esponenti della pittura bolognesefra il ‘500 e l’800: Guercino, Albani, Gandolfie Guardassoni.

Di fronte alla Collegiata ha sede il PalazzoComunale di origine quattrocentesca, carat-terizzato all’interno dal suggestivo scalonesettecentesco dell’architetto Giuseppe Tu-bertini. La costruzione del vasto palazzo,verso la fine del XV secolo, si deve al dominiodei Bentivoglio. Più volte modificato, è anco-ra oggi adibito a residenza municipale.

San Giovanni in Persiceto

Teatro Comunale

archivio Comune di San Giovanni in Persiceto

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Il teatro fu costruito nel 1786 su progettodell’architetto Giuseppe Tubertini. L’attuale atrio, decorato con due statue digesso raffiguranti l’Alfieri e il Goldoni, risaleal 1850. Pochi anni dopo fu dipinta la voltadella platea con motivi a chiaroscuro, operadel celebre ornatista Andrea Pesci (autore aBologna delle decorazioni dei Palazzi Mal-vasia, Malvezzi, Paleotti e Simonetti) e delsuo giovane allievo Gaetano Lodi. Nel 1860il rinnovato teatro fu inaugurato con la rap-presentazione del Rigoletto di GiuseppeVerdi. L’interno mantiene ancora intatta lastruttura settecentesca: un forte slancio èdato dal bellissimo boccascena formato dadue alte colonne corinzie dorate sormonta-te da un’elegante trabeazione. Utilizzato co-me magazzino di cereali durante la primaguerra mondiale, trasformato in cinema edanneggiato dall’ultima guerra, oggi è final-mente tornato nel pieno del suo anticosplendore. Oggi ospita spettacoli teatrali,concerti, convegni e conferenze.

Teatro Comunale Politeama

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Giulio Cesare CroceGiulio Cesare Croce è il padre letterario diBertoldo, il rozzo ma arguto contadino pro-tagonista dell’opera Le sottilissime astuziedi Bertoldo, che racconta le avventure delvillano che con il suo ingegno riesce ad ap-prodare alla corte di Re Alboino, dove muo-re per non aver potuto mangiare “fagioli conla cipolla dentro e delle rape cotte sotto lacenere”. Cantastorie, autore di celebri versipopolari in lingua e in dialetto bolognese,alla sua morte vantava una produzione diben 478 titoli, di cui circa 300 sono arriva-ti sino a noi. Autore di componimenti bur-leschi, tragedie, poemetti, operette, com-medie e farse, molte delle quali si richia-mano alla commedia dell’arte e all’atmo-sfera del carnevale.

Carnevale storicoIl carnevale si svolge nelle ultime due dome-niche antecedenti la Quaresima e la suamaschera tipica è Bertoldo. Oltre a vantareuna tradizione ultracentenaria, questo car-nevale, come anche quello di Decima, hauna propria unicità: lo Spillo, in dialettobolognese spél, che significa “trasformazio-ne”. Durante la prima domenica dei corsimascherati, i carri allegorici sfilano per ilcentro e una volta giunti nella piazza centra-le eseguono lo spillo: le coloratissime strut-ture architettoniche si trasformano in modospettacolare, rivelando il vero significatoallegorico della costruzione. I carri sonointeramente realizzati dalle società carneva-lesche locali, che nei mesi precedenti ilCarnevale lavorano con instancabile assidui-tà nei rispettivi cantieri, mantenendo il piùstretto riserbo sul tema e le fattezze dellerealizzazioni. Durante la seconda domenica icarri vengono premiati da una giuria con undrappo in cui sono raffigurati Bertoldo eBertoldino con il somaro.

Personaggi e Cultura

EventiPiazza del Popolo

archivio Comune di S. Giovanni in Persiceto - Fabio Fantuzzi

In piazza Garibaldi si trova la chiesa della Ma-donna della Cintura (1574-1603) progettata daAlfonso Lombardi, con annesso oratorio del1712. Magnifica è la corale in legno di noce.

A fianco della chiesa, il Palazzo SS. Salvatore,eretto nel ‘700 da Giuseppe Civoli, fino alsecolo scorso fu la sede dell’Ospedale. Oraospita l’archivio storico comunale e la Biblio-teca comunale “G. C. Croce”, che possiede tral’altro gli importanti fondi costituiti dai lascitidei concittadini Alberto Bergamini, fondatoredel “Giornale d’Italia”, e del grande storicodelle religioni Raffaele Pettazzoni.

Ma l’edificio più antico di San Giovanni è ilPalazzaccio o Casa dell’Abate (Via Gramsci),assai caratteristico per l’alto portico con co-lonne di quercia. Il palazzo risale ai secc. XIII-XIV e veniva utilizzato come magazzino per lariscossione delle decime all’Abbazia di No-nantola.

In piazza Carducci si trova poi il medioevaleComplesso Conventuale di San Francesco,che ospita un suggestivo chiostro e una salacon un interessante affresco raffiguranteun’Ultima cena (visita su appuntamento).

Nei pressi di San Matteo della Decima, a unpasso da Cento, da visitare è la Villa Giovan-nina, costruita nel 1504 su progetto di Seba-stiano Serlio per Giovanni II Bentivoglio. Lesue torri merlate ne fanno un interessanteesempio del passaggio dal castello medievalealla residenza signorile. Il terreno su cui sorgela villa-castello fu donato ai Bentivoglio daipersicetani come ringraziamento per l’escava-zione del “Cavamento”, un collettore delleacque che rese coltivabili e abitabili vastezone del territorio persicetano verso Creval-core. All’interno della villa si conservanoaffreschi attribuiti al Guercino, eseguiti tra il1617 e il 1632. Per questo castello il Guercinodipinse anche il celebre Cane degli Aldrova-ndi, commissionatogli dall’amico Filippo Al-drovandi e oggi esposto in un museo di Pa-sadena, California.

Nella frazione Le Budrie visse e morì la santabolognese Clelia Barbieri, fondatrice delleSuore minime dell’Addolorata, canonizzata il9 aprile 1989 da Giovanni Paolo II.Nell’oratorio di San Giuseppe sono conserva-te le reliquie della santa. Alle Budrie da nonmancare è anche una visita all’imponente mo-le di Villa Caprara, costruita nei pressi dell’ar-gine del Samoggia. Grandiosa residenza di cam-pagna della potente famiglia senatoria, oggi lavilla ospita le scuderie degli Orsi Mangelli.

Presso gli Urp dei Comuni dell’associazioneintercomunale Terre d’acqua è disponibile unacartina dal titolo “Il territorio e i suoi pro-dotti - Oltre i luoghi comuni”, con propostedi itinerari cicloturistici e guida all’acquisto diprodotti agricoli presso le aziende.

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La seicentesca sacrestia della Collegiataospita oltre 40 dipinti di area bolognese deisecoli XVI-XIX (il “San Giovanni Battista” delFrancia, opere di Tiarini, Randa, A. L. Crespi,dei fratelli Gandolfi, Creti e Passerotti) e unaraccolta di oggetti liturgici: argenterie dalXVI al XIX secolo, corali del XIV secolo consplendide miniature di Nicolò Di Giacomo eparamenti sacri.MUSEO D’ARTE SACRAPiazza del Popolo, 2240017 San Giovanni in Persiceto (BO)Tel. 051.821254/051.6812962 Archivio StoricoFax 051.824151/051.827017 Archivio StoricoApertura: domenica 9.00-12.00; sabato su richiesta 9.00-12.00.Biglietto: intero euro 2.50, ridotto euro 1.50per ragazzi fino ai 18 anni, ultrasessantenni,scolaresche e gruppi organizzati.

Musei

Piazzetta BetlemmeDa non perdere èla fantastica piaz-zetta Betlemme, ri-battezzata “La piaz-zetta degli inganni”per via dei colora-tissimi dipinti trom-pe l’oeil, opera delnoto scenografo Gi-no Pellegrini.Appena rimpatria-to da Hollywood,

dove collaborò a film di grande successocome 2001 Odissea nello spazio, West sidestory, Indovina chiviene a cena, Gli am-mutinati del Boun-ty, Pellegrini, in que-sta piazzetta im-maginò un omag-gio al cinema di-pingendo nel corsodegli anni diversescenografie sospe-se tra il reale e l’im-maginario.

Storia e Cultura

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Oasi della cassa di espansione del Canale San Giovanni a Manzolino L’Oasi faunistica della cassa di espansionedel Canale di San Giovanni a Manzolino èuna delle zone umide più importanti dell’E-milia centrale. Il mulino abbandonato di For-magliaro con il suo lungo portico fa da rife-rimento. Nei tre bacini della cassa è presen-te una ricca vegetazione palustre con can-neti che forniscono un sicuro luogo di rifu-gio e nidificazione per molte specie anima-li. La fauna dell’oasi è costituita da anfibi,rettili (testuggine palustre, natrice tassella-ta), mammiferi (volpe e nutria) e soprattuttouccelli palustri come gli aironi, il falco dipalude, gli svassi, le folaghe e i cormorani. Afianco dell’area sono presenti due punti diosservazione a ingresso libero: il piazzale pa-noramico, accessibile a tutti, situato sul latoovest, e la torretta, posta sul lato est. Info: Consorzio di Bonifica Reno-Palatavia Amendola 12, BolognaTel. 051.254510, Fax 051.254172www.consorziorenopalata.it

Museo del Cielo e della TerraIl Museo si articola in cinque sezioni: - la sezione astronomica comprende il terzo

Planetario italiano per grandezza, l’Osser-vatorio astronomico, la stazione meteoro-logica e un museo con un importante col-lezione di meteoriti;

- la sezione di storia naturale è costituitadall’Orto Botanico, con circa 300 speciedella flora spontanea arborea ed arbustivadella regione.

- la sezione naturalistica comprende l’Area diriequilibrio ecologico “La Bora”, 22 ettari,destinati a garantire sopravvivenza, tutela estudio delle specie floro-faunistiche au-toctone. Tra le specie svernanti negli ultimianni ha fatto la sua comparsa anche il cor-morano. Tra i Rapaci figurano la poiana, ilfalco di palude, lo sparviere e il gufo. L’areaè stata attrezzata con un percorso di visitaprovvisto di punti schermati per l’osserva-zione e di un capanno.

- la sezione fisica consiste nel laboratorio diTecnoscienza che propone, accanto all’es-posizione di strumenti scientifici, mostretemporanee, convegni e attività didattiche.

- la sezione entomologica è la più recente eospita il Laboratorio dell’Insetto, un veromuseo vivente dedicato all’osservazionediretta della vita degli insetti.

MUSEO DEL CIELO E DELLA TERRASezione Astronomica e Sezione di Storia Na-turale, V.lo Baciadonne, 1; Sezione Natura-listica e Sezione Entomologica, Via Marzoc-chi, 16; Sezione Fisica , Piazza Carducci, 9 40017 San Giovanni in Persiceto (BO)Tel. 051.827067 - Fax [email protected]:Planetario: domenica 15.30 - 17.30 (settembre-maggio), venerdì 21.00 - 23.00 e su appunta-mento.Osservatorio Astronomico: martedì e vener-dì 21.00 - 23.00 e su appuntamento.Orto Botanico: accesso libero tutti i giornidurante le ore diurne.La Bora: fino a cinque persone accesso liberotutti i giorni durante le ore diurne; per grup-pi più numerosi è obbligatorio l’accompagna-mento a pagamento.Tecnoscienza e Laboratorio dell’Insetto:apertura su appuntamento. Ogni sabato e domenica, a turno, le 5 sezio-ni offrono attività didattiche per famiglie e bambini a pagamento.

Biglietto:Osservatorio, Orto Botanico, La Bora ingres-so gratuito.Planetario e Laboratorio dell’Insetto euro 3,50intero, euro 3 ridotto (comitive di minimo 25persone), 2 euro (fino a 14 anni e studenti).

Il museo illustra storia e sviluppo del terri-torio persicetano tra epoca romana e XVIsecolo attraverso numerosi reperti romani,frutto di recenti campagne archeologichedi superficie, frammenti di ceramica graffitada mensa e da cucina della seconda metàdel ‘500, e il materiale proveniente dal sitoarcheologico di un intero villaggio fortifica-to dei secoli centrali del medioevo. MUSEO ARCHEOLOGICO AMBIENTALE Porta Garibaldi, Circonvallazione Dante40017 San Giovanni in Persiceto (BO)Tel. 051.6871757, Fax [email protected]: sabato 17.00-19.00, domenica10.00-12.00 e 17.00-19.00. Chiuso Agosto.Biglietto: intero euro 2, ridotto euro 1 (dai7 ai 17 anni e oltre i 60; insegnanti e stu-denti), gratuito (fino ai 6 anni).

Natura

Musei - Scienza e TecnicaNatura

Musei

Lungo l’itinerario si toccano luoghi di grandeinteresse naturalistico, come l’oasi di Manzo-lino, il Museo del Cielo e della Terra e il Mu-seo Archeologico-Ambientale.

Cocomero e Melone Tradizionali di San Matteo della Decima Nella fertile pianura del Samoggia si produ-cono il Cocomero e il Melone Tradizionali diSan Matteo della Decima. Qui cocomeri emeloni hanno un gusto speciale, allo stessotempo più saporito e più dolce, in virtù delmaggior potassio contenuto nel terreno. Giànel 1303 Pier De’ Crescenzi, fondatore del-l’agronomia bolognese e non solo, ne parlanel suo trattato Ruralium CommodorumLibri XII, in cui non fornisce solo norme dicoltura, ma suggerisce anche modi di degu-stazione. Varie documentazioni risalenti finoai primi del 1900 si trovano all’interno del-l’archivio storico del Consorzio dei Parteci-panti di San Giovanni in Persiceto. Il territo-rio di produzione tipica si estende su unasuperficie di circa 5.000 ha in comune di SanGiovanni in Persiceto.

Enogastronomia

La visita al territorio non può dirsi conclusasenza un tour tra i sapori della pianura. Invari locali si possono gustare i vini e i piattitipici della cucina bolognese, come tortelli-ni, lasagne, bollito e salumi, oltre ad alcunespecialità tipiche del persicetano come gli“africanetti” (nell’Ottocento molto richie-sti in Africa Orientale, da cui il nome) e i“savoiardi di Persiceto”, deliziosi biscotti abase di uovo e zucchero, entrambi inseritifra i prodotti agroalimentari “Tradizionali”della Regione Emilia-Romagna.

Enogastronomia

Carnevale storico persicetano: ultime duedomeniche antecedenti la Quaresima.Arte&Città, grande contenitore di eventiculturali. Durante il week end conclusivodella manifestazione centinaia di artisti distrada provenienti da tutto il mondo anima-no il centro storico con i loro spettacoli:dalla fine di giugno alla fine di settembre.Fira di ai (Fiera degli agli): 2a metà di giugno.Fiera d’autunno: 2a metà di settembre.

San Matteo della DecimaVècia (vecchia), nella campagna vengonocostruiti grandi fantocci di 8-10 metri dialtezza, raffiguranti “La Befana”, che al calardella sera vengono bruciati alla presenza diun nutrito pubblico che grida “A brusa laVècia”. Intanto i “Fcén” (vecchini), gruppi digiovani e meno giovani, travestiti da vecchie da vecchie, vanno di casa in casa ad offri-re doni e a recitare “zirudelle” (filastrocchein dialetto); in cambio ricevono una picco-la mancia, o da bere e da mangiare: vigiliadell’Epifania. Carnevale storico, la maschera tipica è “ReFagiolo di Castella”: ultime due domenicheantecedenti la QuaresimaLa cucombra - Sagra del Cocomero e del Melone: inizio luglio.Un paese all’opera, spettacolo di opera li-rica all’aperto: vigilia di Ferragosto.Festone (Festa del ringraziamento): 2° week end di ottobre.

Le BudrieFesta delle Spighe: inizio di giugno. Festa in onore di Santa Clelia Barbieri:13 luglio.

GIORNO DI MERCATO: mercoledì,venerdì a San Matteo della Decima

Eventi

Artisti di strada

archivio Comune di S. Giovanni in Persiceto - Fabio Fantuzzi

Cocomeri e Meloni di San Matteo della Decima

archivio Comune di S. Giovanni in Persiceto

Africanetti

archivio Diateca Agricoltura della Regione Emilia-Romagna -

Fabrizio Dell’Aquila

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Terra di Motori - Museo LamborghiniIl Museo, posto all’interno degli stabili-menti Lamborghini, espone a rotazione leautomobili che testimoniano le diversestagioni che l’azienda ha vissuto dagli anniSessanta ad oggi: dalla serie 350 GT del1963, alla Diablo, alla Miura del 1966, allaCountach del 1973 alle vetture per la For-mula Uno e tante altre. La storia dell’a-zienda è illustrata anche grazie a numero-se fotografie, pannelli e modellini prove-nienti da tutto il mondo. Visite guidate.MUSEO LAMBORGHINI Via Modena, 1240019 Sant’Agata Bolognese (BO)Tel. 051.6817654 - Fax 051.6817737cristina.guizzardi@lamborghini.comwww.lamborghini.comApertura: da lunedì a venerdì ore 9.00-12.30 e 14.30-17.00.

Museo Lamborghini

archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni

Musei - Scienza e Tecnica

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Sant’Agata Bolognese è un bel paese di pianu-ra, a 6 km da San Giovanni in Persiceto, notonel mondo per la fabbrica di automobili Lam-borghini.

Nel centro storico non si può mancare la visi-ta ad alcuni dei monumenti più significatividel bolognese.

La chiesa parrocchiale, oltre a una Sant’Agataattribuita a Guido Reni, custodisce gli affreschistaccati dell’Oratorio dello Spirito Santo, ca-polavoro dell’arte del Cinquecento. Realizzati intorno al 1520 da artisti di raffinatogusto raffaellesco (si sono fatti anche i nomi diNicolò dell’Abate e del Bagnacavallo), gli affre-schi consistono in figure a grandezza naturalerappresentanti il Redentore e gli Apostoli. Unito alla Porta Otesia, l’Oratorio dello Spiri-to Santo fu fatto costruire nel 1473 dall’omo-nima Arciconfraternita. L’oratorio consta didue locali: il primo è una specie di vestiboloin cui sono presenti due altari dedicati alla B.V.del Carmine e a S. Antonio da Padova, le cuistatue sono opere dello scultore bologneseFilippo Scandellari. Il secondo vano è l’orato-rio vero e proprio, in cui si trovano un prege-vole Coro Ligneo e una pala raffigurante ladiscesa dello Spirito Santo nel Cenacolo. Nel 1905 l’oratorio è stato dichiarato monu-mento nazionale, al pari della torre del paese.L’oratorio è visitabile su prenotazione.

Sant’Agata Bolognese

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Di grande interesse è anche il Teatro Bibiena,piccolo gioiello della pianura.

Da qui a Modena il passo è breve e vale sicu-ramente la pena proseguire l’itinerario nellaTerra dei Motori con almeno una tappa allaGalleria Ferrari di Maranello e alla Maserati, ilcui marchio con il tridente del Nettuno ricor-da le origini bolognesi dell’azienda.

A pochi chilometri da Sant’Agata sono ancheNonantola e la sua abbazia, per visitare lequali si consiglia un altro sconfinamento interritorio modenese.

“L’Abbazia di Nonantola fu un grande cen-tro della civiltà europea fin dall’alto Medio-evo, quando i monaci benedettini raccolse-ro e copiarono nel suo “scriptorium” quan-to era stato prodotto dalla cultura deisecoli precedenti, sottraendolo agli incendie alle devastazioni di quegli anni. L’archiviodell’abbazia è una fonte inesauribile disapere, oltre che di opere miniate di rarabellezza, ma anche la cittadina offre buoneoccasioni di visita.”

Renzo Renzi

Festa di Sant’Agata: febbraio.Fiera di maggio: ultima domenica di maggio.Sonica Bassa Music Fest: 3° week enddi giugno.

GIORNO DI MERCATO: giovedì e do-menica di ogni mese

Eventi

L’origine del teatro, che ha sede nella resi-denza comunale, risale alla fine del secoloXVIII, benché non abbia nulla a che fare conil teatro di Sant’Agata progettato da Ferdi-nando Galli Bibiena nel 1718.L’inaugurazione del teatro nelle forme incui oggi lo conosciamo avviene il 27 otto-bre 1888, con la rappresentazione delPipelet.Il teatro è intitolato ai Bibiena, che tradizio-ne vuole avessero una residenza a Sant’Aga-ta di fronte all’Oratorio dello Spirito Santo.Principale peculiarità di questa sala è di es-sere piccola e raccolta (cento in tutto i po-sti a disposizione nell’elegantissima platea),caratteristica che ne ha indirizzato l’attivitàin un ambito decisamente colto.

Teatro Bibiena - archivio Comune di Sant’Agata Bolognese

Teatro Ferdinando Bibiena

Storia e Cultura

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Il centro storico di Crevalcore ha mantenutopressoché intatto l’assetto conferitogli traSette e Ottocento, in particolare negli edificiche si affacciano nel corso principale.L’effetto scenografico è di indiscutibile fasci-no, tanto che strappò anche l’entusiasmo delgrande storico dell’arte Francesco Arcangeli.

Nella piazza centrale una scultura in bronzodel 1897 celebra il figlio più illustre di Creval-core, lo scienziato Marcello Malpighi.

Nel Palazzo Comunale restano alcune traccedell’opera del celebre ornatista Gaetano Lodi.Qui è anche collocato l’archivio storico, im-portante per la presenza dei Cabrei, mappestoriche della famiglia Pepoli.

Crevalcore

Marcello Malpighi Nato a Crevalcore, Malpighi studia medicinaa Bologna, dove nel 1655 insegna logica.Chiamato a Pisa da Ferdinando II a occuparela cattedra di medicina teorica, si avvicina alpensiero galileiano. Richiamato a Bolognanel 1659 come lettore di teorica della medi-cina straordinaria, passa nel 1660 alla medi-cina ordinaria. Nominato archiatra pontifi-cio da Innocenzo XII, nel 1691 si trasferisce aRoma, dove muore tre anni dopo. La suaattività scientifica, indirizzata in particolareall’anatomia microscopica, lo porta a inda-gare in modo scientifico il corpo umano. Perla sua fama nel 1669 la Royal Society di Lon-dra lo nomina membro onorario. Nel 1686-1687 esce a Londra la sua Opera omnia in 2volumi con 122 tavole incise in rame.

Personaggi e Cultura

Piazza Malpighi

archivio Provincia di Bologna

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MUSEO DEI BURATTINI LEO PRETI

Via della Rocca, 2 - 40014 Crevalcore (BO)Tel. 051.6800834 - Fax [email protected]

Il “museo dei burattini più piccolo del mon-do” comprende un centinaio di maschere,diavoli, animali, maghi, streghe, fate e gentil-donne, prodotti dal burattinaio crevalcoreseLeo Preti e una ricca collezione di fondali.Aperture periodiche e su prenotazione.Biglietto gratuito e visite guidate.

Musei

Museo dei burattini

archivio Provincia di Bologna - Guido Avoni

Teatro Comunale

archivio Provincia di Bologna

Come a San Giovanni e a Sant’Agata Bologne-se, si consiglia una visita allo storico Teatro

Comunale, inaugurato nel 1881.

Legati alle tradizioni di questa terra e allacommedia dell’arte sono i burattini, a cui Cre-valcore ha dedicato un museo.

La storia dell’antico teatro di Crevalcore,progettato da Giacomo Monari allievo diFerdinando Galli Bibiena, è legata all’attivitàdell’Accademia degli Indifferenti Risoluti(1648). Decaduto il vecchio teatro, nel 1874ne fu realizzato uno nuovo. La decorazionefu affidata al crevalcorese Gaetano Lodi,abile ornatista di corte dei Savoia, che avevaraggiunto fama internazionale con le deco-razioni del foyer dell’Opera a Parigi e nelpalazzo del kedivé al Cairo. Per la decorazio-ne interna, tuttora esistente, il Lodi concepìuna rutilante com-posizione floreale in stileorientaleggiante che av-volge l’intero teatroe raggiunge il massimo risultato nel plafonddella sala. Il sipario, con-cepito come un anti-co arazzo, rappresenta Marcello Mal-pighialla corte del Granduca Ferdinando II diToscana. Il teatro fu inaugurato il 3 settem-bre 1881 con Il Trovatore di Verdi. Dal 1906,con l’avvento dei socialisti alla guida delpaese, il teatro accolse manifestazioni asfondo politico e sociale, che provocaronole invettive dei proprietari dei palchi.Durante la seconda guerra mondiale, i Te-deschi lo trasformarono in ospedale dacampo. Oggi ospita una ricca stagione tea-trale ed è disponibile per eventi.

Teatro Comunale

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Il Palazzo Bevilacqua Ariosti è una tipicadimora senatoria bolognese. Possente costru-zione con due avancorpi agli angoli a forma ditorre, fu costruito dal Conte Onofrio Bevilac-qua nella seconda metà del Cinquecento.La chiesa di Bolognina si segnala per i dipintidi Simone Cantarini e di Elisabetta Sirani.

Il complesso di Villa Ronchi, situato nel-l’omonima località, è composto dal palazzopadronale del XVI secolo e da un’elegantechiesa settecentesca a pianta ellittica. Ilrestauro degli affreschi del palazzo padronaleha confermato la presenza della mano deldiciottenne Agostino Carracci. Oggi la villa èun centro espositivo e culturale di proprietàcomunale. A pochi chilometri sorge l’oratoriodetto La Rotonda, voluto da Maria VittoriaCaprara come ex voto e costruito tra il 1765 eil 1768 dall’architetto Fancelli, allievo del Dotti.

MUSEO DELLA PACE GUIDO MATTIOLI Via XXV Aprile, 85 - 40014 Crevalcore (BO)Tel. 051.6800834 - Fax [email protected] museo ospita una raccolta di reperti dellaprima guerra mondiale, donata al Comunedal collezionista Guido Mattioli, che li rac-colse nella zona del Carso con grande pas-sione. Aperture periodiche e su prenotazione.Biglietto gratuito e visite guidate.

Partendo dal centro di Crevalcore, in sellaad una bicicletta o a piedi per i buoni cam-minatori, i visitatori possono toccare i sitipiù rilevanti sul piano storico territoriale epaesaggistico-ambientale, guidati da unasegnaletica precisa e dettagliata. Lungo ilpercorso si incontreranno così targhe didescrizione delle realtà storiche (chiese,castelli, edifici storici), bacheche che de-scrivono le emergenze naturalistiche (Areedi riequilibrio ecologico, maceri, vasche,siepi ecc.), nonché cartelli di informazionesulle aziende del territorio (aziende agrico-le aperte alla vendita diretta dei loro pro-dotti biologici e di qualità). Il percorso èattrezzato anche di una area di sosta pres-so l’interessante Area di riequilibrio ecolo-gico delle “Vasche Ex Zuccherificio”, do-tata di panche e tavoli in legno. Il progettoè stato finanziato dalla Provincia di Bo-logna e dai Comuni aderenti alla Associa-zione Terre d’Acqua.

Natura

Festa dei Fiori: fine marzo. Fiera del Carmine, fiera dell’agricoltura,dell’industria e del commercio: luglio.Tavolata, lungo il corso principale della cit-tà: settembre. Fiera a Villa Ronchi, in baracca al castel:estate.Festa dei Sapori: ottobre.

GIORNO DI MERCATO: martedì

Eventi

Musei

Il Castello di Palata Pepoli fu costruito pervolere del Conte Filippo Pepoli intorno al1540. Notevole è il cortile porticato. La co-struzione presenta ritmi di severa eleganzache l’apparentano ai contemporanei palazzidi città bolognesi e ferraresi. Tutte le pro-prietà dei Pepoli, compreso il Castello, ven-nero cedute ai principi Torlonia alla metà delXX secolo. Dell’arredo originale restano solole bellissime porte in legno dolce, laccatecon motivi rococò.

La Chiesa Parrocchiale di Palata Pepolicustodisce un insieme di dipinti rappresen-tativo della scuola pittorica bolognese dalXVI al XVIII secolo, con opere di FrancescoGessi, Alessandro Tiarini, Giovan Battista Ra-menghi, Ercole Graziani, Bartolomeo Passe-rotti.

Il Castello di Galeazza Pepoli trae origineda una poderosa torre del XVI secolo fattacostruire da Galeazzo Pepoli. Attorno allatorre sorse nel Cinquecento una villa cheverso il 1870 fu rimaneggiata in stile neome-dievale. Nella chiesa di Galeazza riposa il Beato DonFerdinando Maria Baccilieri, fondatore del-l’attiguo convento che dal 1862 ospita laCongregazione delle Serve di Maria. Nel con-vento è anche un interessante museo dedi-cato alla figura del fondatore.

Non meno interessante del centro storico diCrevalcore è il suo vasto territorio, punteg-giato dalle straordinarie ville di campagna,qui chiameta “castelli”, di Palata Pepoli, Ga-leazza Pepoli, Bevilacqua e Ronchi.