Usura - Martucci

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199 USURA: MOLTIPLICATORE DEL CIRCUITO CRIMINALE di Isabella Martucci* 1. Introduzione Da più parti si è sostenuto e per molti versi si sostiene ancora che il fenomeno dell’usura, che pur ha origini antiche, sia generato dal cattivo funzionamento del mercato del credito. A mio parere oggi più che mai in un’economia globalizzata ove i movimenti di capitale sono scevri da qualsiasi controllo, appare imprescindibile, per tutelare la concorrenza, che il mercato del credito sia quanto più possibile trasparente e fornisca una perfetta informazione agli operatori. Purtroppo proprio la capacità di muovere in tempo reale grandi ammontari di denaro da un mercato all’altro in un mondo senza frontiere consente alla criminalità organizzata una capacità di lavaggio della dirty money estremamente ampia e soprattutto la diffusione di strumenti finanziari derivati permette una larga possibilità di occultamento prima e laundering poi. Se, pertanto, si può riconoscere nel cattivo funzionamento del mercato del credito una delle cause dell’usura, non si può disconoscere che questo fenomeno è grandemente cresciuto negli ultimi decenni grazie alla capacità di costituire esso stesso mezzo di riciclaggio e forma di penetrazione nelle economie attraverso l’acquisizione di attività produttive apparentemente legali da parte della criminalità organizzata, che, inquinando il sistema finanziario, rallenta il processo di crescita reale dell’economia. Mercati finanziari che funzionano in maniera efficiente sono, infatti, in grado di offrire liquidità, favorendo la ripartizione del rischio e consentendo una migliore allocazione delle risorse tramite l’accumulazione del capitale, la specializzazione produttiva e l’introduzione di nuove tecnologie. D’altro canto essendo i mercati finanziari caratterizzati da asimmetria informativa 1 il *Assistente Ordinario di Economia Politica, Professore Supplente di Economia II Cattedra, Facoltà di Giurisprudenza, Professore Supplente di Economia Internazionale, Facoltà di Scienze Politiche della Università di Bari. L’Autrice ringrazia gli anonimi referee per i preziosi suggerimenti. 1 Il ruolo che i mercati finanziari in presenza di perfetta e imperfetta informazione esercitano sul processo di crescita reale dei sistemi economici è stato analizzato sia in modelli con progesso tecnico esogeno che endogeno. Nei primi mercati finanziari influenzano le variabili reali, come lo stock di capitale, ma non il suo tasso di crescita, nei secondi anche quest’ultimo ne subisce gli effetti tramite il finanziameno della produzione di nuova tecnologia. Tra i numerosi modelli di crescita esogena: J. G. GURLEY – E. S. SHAW (1955), Financial Aspects of Economic Development, American Economic Review; M. MONTI (a cura di) (1969), La moneta in una teoria del finanziamento, in Problemi di economia monetaria, Etas

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    USURA: MOLTIPLICATORE DEL CIRCUITO CRIMINALE

    di Isabella Martucci*

    1. IntroduzioneDa pi parti si sostenuto e per molti versi si sostiene ancora che il

    fenomeno dellusura, che pur ha origini antiche, sia generato dal cattivofunzionamento del mercato del credito. A mio parere oggi pi che mai inuneconomia globalizzata ove i movimenti di capitale sono scevri daqualsiasi controllo, appare imprescindibile, per tutelare la concorrenza, che ilmercato del credito sia quanto pi possibile trasparente e fornisca unaperfetta informazione agli operatori. Purtroppo proprio la capacit dimuovere in tempo reale grandi ammontari di denaro da un mercato allaltroin un mondo senza frontiere consente alla criminalit organizzata unacapacit di lavaggio della dirty money estremamente ampia e soprattutto ladiffusione di strumenti finanziari derivati permette una larga possibilit dioccultamento prima e laundering poi.

    Se, pertanto, si pu riconoscere nel cattivo funzionamento del mercato delcredito una delle cause dellusura, non si pu disconoscere che questofenomeno grandemente cresciuto negli ultimi decenni grazie alla capacit dicostituire esso stesso mezzo di riciclaggio e forma di penetrazione nelleeconomie attraverso lacquisizione di attivit produttive apparentementelegali da parte della criminalit organizzata, che, inquinando il sistemafinanziario, rallenta il processo di crescita reale delleconomia. Mercatifinanziari che funzionano in maniera efficiente sono, infatti, in grado dioffrire liquidit, favorendo la ripartizione del rischio e consentendo unamigliore allocazione delle risorse tramite laccumulazione del capitale, laspecializzazione produttiva e lintroduzione di nuove tecnologie. Daltrocanto essendo i mercati finanziari caratterizzati da asimmetria informativa1 il

    *Assistente Ordinario di Economia Politica, Professore Supplente di Economia II Cattedra,Facolt di Giurisprudenza, Professore Supplente di Economia Internazionale, Facolt diScienze Politiche della Universit di Bari.LAutrice ringrazia gli anonimi referee per i preziosi suggerimenti.1 Il ruolo che i mercati finanziari in presenza di perfetta e imperfetta informazione esercitanosul processo di crescita reale dei sistemi economici stato analizzato sia in modelli conprogesso tecnico esogeno che endogeno. Nei primi mercati finanziari influenzano le variabilireali, come lo stock di capitale, ma non il suo tasso di crescita, nei secondi anche questultimone subisce gli effetti tramite il finanziameno della produzione di nuova tecnologia. Tra inumerosi modelli di crescita esogena: J. G. GURLEY E. S. SHAW (1955), FinancialAspects of Economic Development, American Economic Review; M. MONTI (a cura di)(1969), La moneta in una teoria del finanziamento, in Problemi di economia monetaria, Etas

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    processo di crescita reale pu essere rallentato dal razionamento del creditoancor pi quando esso causa scatenante del ricorso al mercato illegale delcredito da parte di coloro che chiedono fondi per finanziare i propri progettidi investimento. E possibile stabilire cos una connessione tra rallentamentodella crescita reale, inquinamento e inefficienza del sistema finanziariogenerata dal prevalere in alcune aree, tra cui il Mezzogiorno dItalia, di unaimprenditoria criminale che si appropriata del territorio attraverso unprocesso di contaminazione dei mercati legali del credito che vede nelprestito usurario il suo moltiplicatore.

    2. Il fenomeno dellusuraLetimologia del termine usura latina derivando da usus che indica

    lutile che va riconosciuto al creditore in aggiunta alla restituzione del benemobile o del denaro ottenuto in prestito. La pratica dellusus antica edinizialmente riferita alla concessione di uso anche e soprattutto di derratealimentari sebbene, nel primo riferimento documentario, il VecchioTestamento2 essa sia ritenuta punibile ove praticata a membri della comunitisraelita. Laccezione moderna del termine, inteso come interesse eccessivoapplicato alla concessione di un mutuo, non poteva essere applicabile quandole economie erano prevalentemente agricole e la richiesta di prestito venivaavanzata per il mero sostentamento di coloro che si trovavano in stato diindigenza. Anche in epoca romana quando lusus diviene sui prestiti diderrate alimentari molto rilevante, si cerca di porre rimedio introducendo ilfenus unciarum3 ma il rapido sviluppo di Roma con la conseguente

    Kompass, Milano. Per quelli crescita endogena: V. BENCIVENGA - B. SMITH (1991),Financial Intermediation and Endogenous Growth, Review of Economic Studies; V.BENCIVENGA - B. SMITH, (1993), Some Consequence of Credit Rationing in anEndogenous Growth Model, Journal of Dinamics and Control, (1993).2 Cfr. ESODO 22, 24 LEVITICO 25, 37 DEUTERONOMIO 23, 20. In ciascuno di questipassi viene condannato il prestito ad usura effettuato, tra israeliti e tra questi e i forestieri chefossero ospiti presso di loro; in quanto ritenuto peccato contro Dio generato dallaverapprofittato dello stato di bisogno di un fratello. La prescrizione comunque essendo ritenutavalida solo nei confronti dei soggetti succitati ha consentito nel medioevo agli ebrei diesercitare attivit di concessione di prestito molto lucrose.3 Cfr. TACITO, Annali, 7, 16, 2 ove il fenus unciarum viene fatto risalire alle XII Tavole,mentre per Tito Livio esso ha origine da un plebiscito del 357 a. C. promosso dai tribuni M.Duilio e L. Menenio, al quale avrebbe fatto seguito una riduzione dei tassi nel 347 a. C. e laloro abolizione con la lex Genucia. Il prof. O. NUCCIO (1996), nellarticolo:Misinterpretazioni ed equivoci nella storia dellinteresse, in Rassegna economica, n.2, Apr.-Giu., afferma che si spesso equivocato nellinterpretare il termine usura nei testi antichi. Iltermine, che usato al singolare indica prestito senza interesse e al plurale prestito con interesse,non mai stato inteso dai Romani in senso negativo,individuandosi con esso sempre e sololutilizzazione di qualcosa. Successivamente il vocabolo usura venne usato come sostituto difoenus - interesse esprimendo la fecondit del capitale.

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    diversificazione delle attivit produttive, vede il sorgere di figure quali ifeneratores e gli argentari. Si avvert, perci, la necessit di regolamentarelesazione di interessi per luso del danaro che non doveva superare il doppiodel capitale prestato4. Con gli imperatori Costantino e Giustiniano si arriva aporre in essere una regolamentazione che fissa il livello dellinteresse dapercepire a seconda della natura sia del mutuo che del mutuatario e delmutuante e, proprio con Giustiniano5 si stabilisce che il diritto a percepireinteressi debba essere specificatamente stipulato.

    In tutto il periodo romano, quindi, viene non solo tutelato il mutuatariodebole, ma anche perseguito il mutuante esoso cui viene inflitta una penapecuniaria che con Diocleziano assumer il carattere di sanzione penale,anche se non va oltre linflizione dellinfamia.

    La caduta dellimpero romano e la conseguente frammentazione deiterritori, che non vengono mai governati tanto a lungo da poter porre inessere programmi di sviluppo delleconomia, fanno regredire rapidamentetutte le attivit produttive relegando le popolazioni, gi provate dalleinvasione barbariche, a livelli di mera sussistenza. Alla quasi inesistenteautorit civile si contrappone quella ecclesiastica che acquista sempre piforza divenendo unico punto di riferimento non solo morale ma anchepolitico.

    Tutto il Medioevo segnato dal potere della Chiesa che tende aregolamentare in maniera consona alla morale cristiana tutti gli aspetti dellavita e che, pertanto, ha nei confronti dellusura un atteggiamento fortementerepressivo6. Quando, per, leconomia medievale7 comincia a risvegliarsigrazie al fiorire dei commerci e si rende necessario nuovamente luso dellamoneta per facilitare gli scambi e compaiono le prime lettere di cambio 4 Alla fine dellet repubblicana il tasso di interesse massimo pari al 12% annuo, cosiddettausurae centesimae, e questo limite non viene pi rimosso anche in et imperiale ove addiritturasi afferma il divieto di anatocismo, usurae-usurarum.5 Cfr. GIUSTINIANO, NOVELLA del 535 d. C.6 La Chiesa condonna lusura solo dopo il Mille in base ad una errata interpretazione sia deltesto del Levitico che degli scritti dei Padri della Chiesa. A tal proposito si veda O. NUCCIO(1987), Il pensiero economico italiano. Le fonti -1050-1450-, letica laica e la formazione dellospirito economico, tomo I, Gallizzi ed., Sassari.7 Molti attribuiscono al Riformatore Calvino il merito di aver riconosciuto la liceitdellinteresse su prestito. In effetti gi Irnerio, giureconsulto vissuto tra la seconda met delsec. XI e gli inizi del XII, dedicandosi allo studio del Corpus Iuris Civilis e dando avvio allaformazione di una scienza giuridica autonoma, si occup anche di usura e afferm la liceitdellinteresse su prestito precisando che il contratto di mutuo non fa acquisire la propriet delbene prestato, ma solo il suo uso e, pertanto, colui che lo adopera deve pagrane il prezzo, ciolinteresse. Successivamente altri giuristi come Cino da Pistoia e Bartolo da Sassoferratohanno riconosciuto la gratuit del contratto di mutuo, in base al principio gi statuito nel dirittoromano, ma hanno ammesso che le usurae dovessero essere corrisposte da colui che fafruttare il danaro ricevuto in prestito. Linteresse quindi lecito in quei contratti diversi dalmutuo, come quelli di cambio. A tal proposito si veda O. NUCCIO, nellart. citato, alle pagg.290 e seg.

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    insieme con un embrionale sistema bancario, si pone in dubbio la illiceitdellinteresse su prestito.

    Se fino al XIII secolo lautorit civile si era mossa sulla stessa lunghezzadonda di quella ecclesiastica condannando il percepimento di interessi suprestiti, rivede le proprie posizioni legalizzandolo per quanto attiene il creditocommerciale e al consumo. Le esigenze connesse alla crescita delle attivitcommerciali, cio la capacit di ottenere finanziamenti, nonch quella ditrasferire fondi da un territorio allaltro, danno vita ad un mercato del credito,per lo pi gestito dagli ebrei, nel quale colui che concede prestito contropegno non viene pi condannato dallautorit civile ed tollerato da quellaecclesiastica. Nascono cos i primi istituti di pegno che dapprima tendono acalmierare il prezzo del credito notevolmente cresciuto a seguito delladepressione che colp tutta lEuropa verso la met del 400, ma che, inseguito, cercano di sottrarre agli ebrei il monopolio del mercato del credito.E con questo scopo che vengono istituiti ad opera dei Francescani i monti dipiet per le cui spese di gestione viene ritenuto legittimo il pagamento degliinteressi sui prestiti erogati.

    E possibile notare un sostanziale mutamento di rotta: non ogni interessepagato per un prestito pu essere ritenuto usurario, anche se nelle economiesempre pi tese allindustrializzazione e alla modernizzazione si forma e sisviluppa, accanto al mercato legale del credito, uno illegale al quale si rivolgequella fascia di popolazione ancora stretta nei lacci della povert. Ritenuto,per, legittimo, sia nella protestante Inghilterra che nella cattolica Europa, laremunerazione del prestito, si provvide a fissare il livello del tasso diinteresse, il cui valore massimo mutava a seconda del tipo di mutuo e delmutuante, con molteplici disposizioni legislative8.

    Per venire allItalia ed ai tempi nostri, la norma contenuta nel codicepenale del 1931 allart. 644 (usura) e 644 bis (usura impropria9) haregolamentato la materia sino allemanazione della legge 108 del marzo1996, che ha abrogato questi articoli sostituendoli (art.1) e fissando (art.2comma 4) il limite, oltre il quale gli interessi sono da considerarsi usurari,

    8 Nel 1541 limperatore Carlo V fiss il tasso di interesse nei limiti delle usurae centasimaecon un provvedimento che interess tutta lEuropa, anche se la Chiesa fino al 1821, anno incui la Sacra Congregazione del Santo Ufficio, essendo pontefice Pio VII, statu non esserepeccato la concessione di prestito ad interesse, ritenne sempre illecita lusura. La legislazioneitaliana , fortemente influenzata dallatteggiamento ecclesiale, ha punito penalmente lusuracome testimoniano i codici degli stati preunitari ed anche il codice sardo del 1839, anche sepoi nel codice Zanardelli la norma viene abolita e si ha una nuova statuizione solo con ilcodice del 1931, anche se in epoca fascista si era provveduto di fatto a reprimere il fenomeno.9 Lusura impropria regolamentata dallart. 644 bis del C. P. che stato inserito in base alledisposizioni dellart. 11 quinquies della legge 07-08-1992 n. 356, tutela coloro che esercitanoattivit professionale e/o imprenditoriale, precisando che non si tiene conto, tanto della naturadel soggetto passivo del reato, quanto delle sue condizioni di difficolt economica efinanziaria.

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    pari al tasso medio globale su base annua rilevato trimestralmente dalMinistero del Tesoro, di concerto con la Banca dItalia e lUfficio Cambi, eapplicato dalle banche e dalle societ finanziarie che esercitano lattivit dicredito10.

    3. Razionamento del credito e usura: causa ed effetto? Occorre, quindi, chiedersi perch si formi una domanda di credito che

    viene soddisfatta da unofferta su un mercato parallelo a quello legale.Comunemente si ritiene che la figura dellusuraio nasca l dove il richiedenteprestito non pu, per ragioni varie, aspirare al credito degli intermediaribancari. Io ritengo, in verit, che il discorso sia pi ampio e complesso e cheuninterpretazione pi coerente con la realt debba partire dalla disamina delruolo del mercato legale del credito: lintermediazione bancaria nasce dallanecessit di rendere compatibili le scelte di portafoglio degli operatori insurplus, solitamente le famiglie, con quelle degli operatori in deficit, qualiimprese e pubblica amministrazione. Il successo dellintermediazionedipende dalla capacit di emettere passivit che, per le caratteristiche direndimento e rischio, siano appetite della famiglie e acquisire attivit cherisultino gradite alle unit in deficit.

    Lintermediario svolge, pertanto, un importante ruolo nellatrasformazione delle caratteristiche degli strumenti finanziari: accetta diemettere, come proprie passivit, attivit a rendimento certo e rischiocontenuto, per lo pi a brevemedio termine, gradite alle famiglie,acquisendo passivit emesse da P. A. e imprese con redditivit e rischiodiversi. Tale operazione di trasformazione comporta un costo diintermediazione che sar tanto pi elevato quanto pi ampia la differenzaper scadenza e rischio tra le attivit desiderate dai due operatori. In altreparole, la diversit dei tassi di rendimento dei due tipi di attivit finanziariacostituisce da un lato il profitto dellintermediario, dallaltro il costo che lacollettivit paga per attuare il trasferimento delle risorse dagli operatori inavanzo a quelli in disavanzo.

    Si definito operatore in surplus la famiglia che lunit presso la qualesi forma il risparmio e ci si pu chiedere che cosa induca a risparmiare. Nel

    10 La fissazione del cosiddetto tasso-soglia ha suscitato molte critiche da parte degli economistiperch la norma, sostituendosi al mercato, nella determinazione del prezzo del credito, puemarginare ulteriormente dal mercato legale i soggetti economicamente pi deboli. Infattiessendo il tasso usurario calcolato aumentando del 50% il tasso medio di interesse applicatoalla singola operazione di prestito sullintero territorio e senza distinguere tra i diversiprestatori, non tiene conto delle differenze tra i tassi riscontrabili in alcune aree, come adesempio nel Mezzogiorno. Questo porrebbe in difficolt proprio i debitori potenziali pideboli, perch non in grado di fornire adeguate garanzie, e, quindi, presumibilmente razionatisul mercato legale, non lasciando altra alternativa che il rivolgersi a quello illegale.

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    pensiero economico il risparmio stato diversamente definito: per ineoclassici si identifica la decisione di astensione dal consumo con quella diinvestimento, rinvenendo in questa scelta lunica11 possibilit di incrementodello stock di capitale, scelta che, tra laltro, viene ritenuta fattibile solo daipercettori di profitto, considerando i lavoratori portatori di una propensione alrisparmio pari a zero12. La teoria marginalista vede laccumulazione nongenerata dallesistenza di unindubbia lotta di classe tra percettori di profittoda un lato e di salario dallaltro, ma piuttosto derivante dal processo discambio realizzato nel mercato. Invero, poich ogni operatore agisce per ilperseguimento del proprio interesse e, quindi, cerca di massimizzare lafunzione di utilit nel caso del consumatore e del profitto in quellodellimprenditore, il mercato il luogo in cui gli interessi contrapposti sicompongono. La teoria neoclassica privilegia il momento allocativo a quelloaccumulativo e nellanalisi delle condizioni, che garantiscono lottimaallocazione delle risorse date e scarse fra usi alternativi si scopre un principiodi validit universale13. Loperatore, quindi, sceglie il proprio pattern diconsumi al fine di massimizzare lutilit conseguibile con risorse date nonsolo nel periodo presente ma anche in quello futuro e pu, pertanto, decideredi astenersi dal consumo e risparmiare. Lopzione tra consumo presente efuturo analizzata in relazione al reddito e alla sua distribuzione nel tempo14

    ed essa tanto pi elevata quanto minore il reddito e veloce la sua crescitaattesa. Considerando il tasso di preferenza temporale e il tasso di interesse,lindividuo sar tanto pi indotto a indebitarsi quanto maggiore il primorispetto al secondo e tale comportamento perdura finche laccresciutadisponibilit del reddito presente non annulla il divario; ovvio che inmaniera opposta si comporter colui che ha un tasso di preferenzaintertemporale minore rispetto allinteresse. Nel mercato del prestito, in cui sisuppone vigano le condizioni di concorrenza perfetta, al dato tasso diinteresse si formano una domanda e unofferta di fondi e ove luna prevalgasullaltra, il tasso aumenta e/o diminuisce sino al raggiungimentodellequilibrio, ossia alla eguaglianza dei tassi di preferenza intertemporale ditutti gli individui. Ove, poi, si consideri la possibilit che gli individuidispongano di un reddito, la cui espansione nel tempo dipende dalluso che

    11 Cfr. A. SMITH (1975), La ricchezza delle nazioni, Classici delleconomia, Collana direttada G. Di Nardi, UTET, Torino, per il quale saving is spending.12 Per Ricardo laccumulazione del capitale il motore dello sviluppo economico e larealizzazione di profitti via via crescenti la garantiscono. Cfr. D. RICARDO (1986), Suiprincipi delleconomia politica e della tassazione, Classici delleconomia, UTET, Torino.13 L. Robbins (1947) nel Saggio sulla natura e limportanza della scienza economica UTET,Torino, a pag. 20, definisce leconomia quale scienza che studia la condotta umana come unarelazione tra scopi e mezzi scarsi applicabili ad usi alternativi.14 Si fa qui riferimento allanalisi che Fisher conduce di quel particolare mercato in cui sidetermina il tasso si interesse; Cfr. I. FISHER (1930), The Theory of Interest, Mckelley, NewYork.

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    ciascuno fa delle proprie risorse, presumibile che il singolo operatore,agendo sempre secondo lottica massimizzante, tenda a realizzare il maggiorvalore attuale del reddito. Ci, ovviamente, implica accettare nel presente unpi basso livello di reddito rispetto al futuro: definiremo propensioneallinvestimento il divario tra il rapporto rendimento (maggior reddito futuro)e costo (minor reddito presente) e il tasso di interesse.

    La teoria neoclassica, quindi, ritiene che qualsiasi ammontare di risparmiopossa essere assorbito da un pari investimento che sensibile alle variazionidel tasso di interesse inteso come prezzo duso del capitale. La teoriakeynesiana, invece, dimostra che il risparmio, pur potendo in qualche misuradipendere dal tasso di interesse, una grandezza residuale, che dipende dalreddito. Considerando una relazione tra consumo e reddito diretta, conpropensione marginale al consumo positiva, minore dellunit e decrescenteal tendere del reddito al pieno impiego, la propensione a risparmiare sarebbecrescente rispetto al reddito e, pertanto, nulla garantirebbe la coincidenza conpi elevati livelli di investimento. Inoltre il tasso di interesse non dipende dagrandezze reali, ma monetarie e pur supponendo che il mercato della monetarealizzi una notevole flessibilit verso il basso dellinteresse, possibile chead esso non corrisponda un investimento atto ad assorbire il risparmiorealizzato, ove si ritenga linvestimento pi sensibile al tasso di profitto attesoche non al tasso di interesse. Ed, proprio lincertezza sulle aspettative diprofitto che rende aleatoria leguaglianza tra reddito prodotto e speso a livellodi pieno impiego delle risorse. La rivoluzione keynesiana consiste proprionellaver posto laccento sulla inesistenza nella realt di quel meccanismo diperfetta informazione che caratterizza invece il pensiero neoclassico e,conseguentemente, nessun mercato appare possedere i tratti distintivi dellaconcorrenza pura, ma piuttosto quelli della concorrenza monopolistica odelloligopolio. Se nellideale mercato walrasiano non vi differenza tra glioperatori, tanto che allinizio delle contrattazioni non si riesce a distingueretra le varie categorie, nel mercato reale le distinzioni sono nette: limprenditore capitalista che, anticipando moneta per pagare la forza lavoro,da vita al processo produttivo, distinguendosi da chi, cedendo lavoro, svolgein quello stesso processo un ruolo totalmente diverso.

    Ad un primo esame il mercato del credito appare come atto a ristabilireleguaglianza offrendo a tutti la possibilit di essere unit in deficit o insurplus, ma ci accade solo nella misura in cui tutti siano posti in condizionedi accedere al mercato dei finanziamenti e di ricevere le risorse necessarie. Inrealt gli intermediari bancari concedono credito sulla base di valutazioni checoncernono la solvibilit futura del debitore e sono frutto di dati tratti daesperienze passate. Conseguentemente non tutti sono meritevoli di creditonon gi sulla base, nel caso di imprese, di progetti di investimento non validi,ma piuttosto di comportamenti precedentemente assunti. Le banche, pertanto,per concedere credito chiedono garanzie che non sono finalizzate a ridurre il

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    rischio di inadempimento dellobbligazione, ma a contenere le conseguenzedi un possibile errore di valutazione. Bisogna per sottolineare che lagaranzia riduce laccesso al credito e, al contrario di quel mercato idealebasato sulluguaglianza degli agenti, tende a differenziare le unit in avanzoda quelle in disavanzo. Il mercato del credito, quindi, non accessibile inmodo eguale a tutti gli operatori e le operazioni in esso effettuate nonappaiono il risultato di libere scelte, ma di una sottoposizione acondizionamenti sia dal lato dellofferta che da quello della domanda.

    Daltronde, come ho gi prima precisato, il successo dellintermediazionedipende dalla capacit di porre in contatto richiedente e offerente, ma i limitialla mobilit e i vincoli istituzionali portano alla segmentazione del mercatodel credito che assume i connotati delloligopolio, ove la discriminazione deiprezzi, al fine di massimizzare i profitti, la regola fondamentale chegoverna le decisioni delle singole unit operative: questo ci che spiega ladiversit dei tassi di interesse attivi e passivi tra diverse aree geografiche diuno stesso sistema economico. Il razionamento del credito e, quindi,lesistenza di unofferta sistematicamente inferiore alla domanda conseguenza di asimmetrie informative15 e conduce ai casi di selezioneavversa e di moral hazard, nel senso che quando il tasso di interesse suiprestiti aumenta, le imprese con progetti meno rischiosi tendono ad uscire dalmercato, mentre vi rimangono quelle con progetti pi rischiosi perchconnessi a pi elevato rendimento. Pertanto, le banche tendono a razionare ilcredito e il mercato non raggiunge lequilibrio secondo i meccanismitradizionali, in quanto il prezzo inferiore a quello che renderebbe egualidomanda ed offerta di credito.

    Il razionamento pu essere distinto in temporaneo o permanente a secondadel tipo di squilibrio cui si riferisce16, ma comunque sempre dipendente dalgrado di segmentazione dei mercati o da fattori istituzionali che limitano lavariabilit temporale dei tassi di interesse. E pur vero che, anche incondizioni di concorrenza perfetta, potrebbe verificarsi razionamento ove lebanche, poste di fronte ad un eccesso di domanda di credito, non sianopropense ad eliminarlo attraverso aumenti dei tassi di interesse, in quanto nondispongono di informazioni precise e complete sul rischio connesso aiprogetti di investimento delle imprese, le quali, spesso, presentano la propriaposizione in maniera non fedele e a loro pi favorevole di quanto la realt

    15 Linformazione molto costosa e pu non essere distribuita uniformemente tra tutti isoggetti per cui si crea asimmetria informativa che analizzata tra i primi da J. G. STIGLER(1961), The economics of information, Journal of Political Economy, e applicata al mercatodei beni, stata poi estesa anche ad altri mercati come quello del credito e del lavoro. Tra glialtri si veda E. SALTARI (a cura di) (1990), Informazione e teoria economica , Il Mulino,Bologna.16 Cfr. G. B. PITTALUGA, (1987), Levoluzione recente della teoria del razionamento delcredito, Rivista di politica economica, n. 12.

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    giustificherebbe. In questo caso si avrebbe vero razionamento poich lebanche concedono credito solo ad alcuni 17, in quanto ritengono che nessunaumento del tasso di interesse compenserebbe le perdite attese dal pi elevatorischio di insolvenza ad altri progetti associabile. Lofferta di prestito perquesta fascia di clienti si presenta quindi rigida rispetto al tasso di interesse ela domanda non viene soddisfatta pur essendo i richiedenti disponibili apagare prezzi pi elevati. Si potrebbe al limite individuare un livello del tassodi interesse critico al di l del quale le banche contraggono loffertaritenendo che questo sia lunico modo di ridurre il rischio18. Vi , comunque,loperare di un meccanismo di selezione avversa sia dal lato dellofferta dicredito, in quanto laspettativa di profitto della banca decresce al crescere delrischio rispetto al tasso di interesse, che dal lato della domanda, ove ilrendimento atteso dal progetto da finanziare aumenta quanto pi alto ilrischio rispetto allinteresse. Il razionamento, quindi, si verificherebbe a quellivello del tasso che, massimizzando il profitto atteso della banca, noncoincide con quello che tutti i richiedenti credito sono disposti a pagare.Inoltre, atteso che la banca di solito non mira a realizzare utili istantaneiconnessi a singole transazioni, ma piuttosto a massimizzare nel tempo ilprofitto, possibile che scelga di concedere prestiti a quei clienti chegarantiscono un notevole volume di attivit, rendendo stabili i rapporti diclientela e migliorando la quantit e la qualit delle informazioni. Quanto pi stretto e stabile il rapporto di clientela, tanto pi il mercato appare irto dibarriere allentrata e, quindi, lontano dalla concorrenza perfetta, soprattutto inalcune aree geografiche, come il Mezzogiorno dItalia, ove il banchiereappare lontano da quella figura idealizzata da Schumpeter che consenteallimprenditore innovatore di acquisire i mezzi di produzione per porre inatto un processo di sviluppo autosostenuto19.

    E altrettanto vero, per, che essendo il rischio connaturato ad ognioperazione creditizia, in quanto essa altro non se non scambio traprestazione attuale e certa contro una futura e incerta, ogni banca indotta a

    17 Cfr. D. HODGMAN, (1960), Credit risk and credit rationing, Quarterly Journal ofEconomics, n. 5.18 D. JAFFEE - F. MODIGLIANI, (1969), nel A Theory and test of credit rationing, inAmerican Economic Review, n. 12, sostengono che il razionamento si verifica in quanto lebanche non sono in grado di applicare tassi diversi a differenti domande di credito attuando,perci, una politica di discriminazione dei prezzi, tipica del monopolio.19 Occorre precisare che la Banca dItalia si adoperata gi alla fine degli anni 70 perfavorire la concorrenza nel mercato del credito attraverso la concessione di apertura di sportelliin quelle zone ove pi ampia appariva la concentrazione degli impieghi e dei depositi. Eindubbio, infatti, che la concorrenza accresce lefficienza e la stabilit del sistema finanziarioed essa divenuto obiettivo intermedio della politica monetaria, valutaria e di vigilanza dellaBanca dItalia. Per una valutazione delloperare in tal senso delle autorit monetarie italianesi veda, P. CIOCCA, (1999), Concorrenza e concentrazione nel sistema finanziario, Bancaria,n. 1.

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    selezionare la clientela e a valutarne la solvibilit20, dovendo anche tutelarecoloro che le hanno affidato i propri risparmi. Il rischio, comunque, non connesso al tipo di garanzia offerta, in quanto questa non modificaleventuale inadempienza, ma solo pone la banca in posizione privilegiatarispetto ad altri debitori, consentendo una pi agevole escussione delpatrimonio del soggetto insolvente.

    Lottenimento del credito finisce per essere, quindi, strettamente correlatoalla possibilit di offrire garanzie e, pertanto, appare facile affermare che labanca dia denaro a chi gi ne possiede, questo nel senso che difficilmenteottiene prestiti colui che figura emergente nella realt economica in cuiopera.

    Le banche sostanzialmente preferiscono concedere finanziamenti aimprese prospere per le quali la prospettiva di solvibilit, seppur correlata allacapacit di ottenere utili, che assoggettata a variabili non facilmenteprevedibili, come landamento della congiuntura, lesistenza di una domandaalmeno costante su mercati nazionali ed esteri, pi elevata rispetto a quelladi imprese che gi presentano qualche difficolt di gestione.

    Appare, comunque, che anche se si pu ritenere il razionamento delcredito una delle cause che potrebbero indurre alcune imprese a rivolgersi almercato illegale, non mi sembra che esso possa giustificare il ricorso a questomercato da parte delle famiglie. Infatti nelle indagini sui bilanci dellefamiglie italiane, che la Banca dItalia effettua ogni due anni e dalle quali sievincono le richieste di credito per acquisire beni di consumo o per sostenerespese di carattere straordinario, si nota che le famiglie, cui il credito statonegato, sono una assai piccola quota21.

    4. Usura e riciclaggioQueste considerazioni mi inducono, pertanto, a non ritenere che il dilagare

    dellusura vada ascritto per intero al cattivo funzionamento del mercato delcredito, ma che piuttosto essa sia una delle icone di quelleconomia irregolaree sommersa che prospera accanto a quella lecita e che nasce dal rifiuto dellenorme che regolano lesercizio dei propri diritti e si nutre e si sviluppa dallaloro violazione, assumendo le forme e i metodi delleconomia criminale. Simanifesta, nella mia interpretazione, una sorta di circuito finanziario

    20 Daltro canto nel nostro ordinamento non riconosciuto ne tutelato il diritto al credito e,pertanto, non pu essere sanzionata la condotta di banche che negano finanziamenti ad impresein seguito a loro valutazioni. Si veda in proposito, U. APICE, (1999), Limpresa in crisi: rischie responsabilit delle banche, Bancaria, n. 5.21 In L. GUISO, (1995), Quanto grande il mercato dellusura?, Temi di discussione delServizio studi della Banca dItalia, n. 260, si afferma che, solo una piccola parte delloperatorefamiglia si rivolge al mercato del credito, anche se la domanda risulta in crescita passando dalmezzo punto percentuale del 1987 al doppio negli anni 91 e 93.

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    perverso: sempre pi spesso e diffusamente usurai si associano e, costituendoun fondo comune, esercitano attivit di intermediazione finanziaria, nellaquale viene reimpiegato quanto illecitamente lucrato da altre operazionicriminose (traffico di armi, contrabbando, prostituzione e droga) a loro voltaalimentate con i proventi realizzati dal fiorente mercato illegale del credito.

    Si deve pensare che le organizzazioni criminali, pressate dallazionerepressiva dello Stato, abbiano cercato altri mezzi per riciclare il danarosporco e lusura apparsa non solo atta a tale scopo e in grado di fornireulteriore forma di approviggionamento, ma anche mezzo per impossessarsi diattivit imprenditoriali lecite. Questo salto di qualit , forse, statodeterminato dal proliferare di societ finanziarie che si verificato durante glianni 80 sulla scia della crescita del mercato del credito al consumo.Lappropriazione da parte della criminalit di molte di queste societ haconsentito lingresso di capitali illeciti nel circuito della finanza legale,fornendo lopportunit di acquisire azioni e titoli in maniera pulita condenaro sporco. Lusura, quindi, non pi reato dai connotati antichi, ma si ammantato di un look moderno fornendo quel substrato territoriale nel qualedapprima la malavita si insinua e poi ne acquista la leadership, privando cosintere aree della possibilit di percorrere un sentiero di sviluppo economicoregolare. Prendendo le mosse dal controllo del territorio, le diverseorganizzazioni criminali si associano creando vere e proprie holdingfinanziarie, attraverso cui riciclano denaro sporco, precedentemente lavatotramite la trasformazione del contante in moneta scritturale, rappresentata daisaldi attivi dei rapporti costituiti presso gli intermediari. Dato che oggi tuttele operazioni si realizzano tramite il trasferimento elettronico, diviene semprepi semplice introdurre denaro sporco nel mercato finanziario, attraverso ilfrazionamento dei versamenti, il ricorso a prestanome e facendone, poi,perdere le tracce scritturali con conversione in nuovo contante che vienetranquillamente impiegato per il tramite dei canali bancari e finanziari22.Molte operazioni bancarie, come richieste di bonifici e di emissione diassegni circolari contro contante, sono da sempre mezzo privilegiato diriciclaggio insieme agli ordini telefonici e telegrafici accanto ai quali sipossono annoverare strumenti finanziari pi evoluti tra cui lo swap23. La veranovit senza dubbio costituita dalla applicazione delle tecnologietelematiche ai sistemi di pagamento che, se pur ancora in fase sperimentale,consentir a breve termine un canale di riciclaggio molto vantaggioso, inquanto i nuovi sistemi di pagamento, studiati e sperimentati per ridurre i

    22 Cfr. N. DORN R. MURJI N. SOUTH, (1992), Traffichers: Drug Markets and LawEnforcement, Routledge, London-New York.23 Con lo swap, che appartiene alla tipologia del contratto di riporto, un soggetto acquistandotitoli o valuta a pronti e impegnandosi a termine a cedere un pari ammontare, pu con facilitoccultare lorigine dei fondi investiti.

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    tempi e i costi di quelli tradizionali, dematerializzano completamente ildanaro.

    Se lavvento di Internet ha realizzato il sogno di tutti finalmente liberi dicollegarsi con banche dati, biblioteche, organizzazioni commerciali in ogniparte del mondo e di accedere in tempo reale a migliaia di informazioni,consente anche di abbattere tutte le barriere ancora esistenti per trasferiredenaro. Infatti molti istituti bancari stanno predisponendo o lo hanno gi fattositi Internet con soluzioni home banking che permettono di effettuare, standoa casa propria, operazioni tipiche di sportello bancario24. Non pinecessario il contatto interpersonale, ma basta accedere ad un sito e si purealizzare una transazione finanziaria che pur se lascia traccia non consente dirisalire facilmente allutilizzatore. Lo scambio in rete rende anonimiacquirenti e venditori e la sostituzione della moneta cartacea con quellaelettronica permetter, in un futuro sempre meno lontano, alla criminalitorganizzata e non di riciclare denaro senza subire alcun controllo25 . Non sarpi necessario architettare pericolose operazioni di trasferimento fondi, masar sufficiente servirsi del computer: anche se solo una piccola percentualedei miliardi di miliardi di dollari che quotidianamente si spostano via cavosembra siano di provenienza illecita, certo che, quando la monetaelettronica si sar definitivamente affermata, fiumi di danaro sporcoentreranno nel circuito e faranno perdere le proprie tracce.

    5. Effetto moltiplicatore dellusura sui circuiti criminaliIl processo di internazionalizzazione delle attivit criminali segue di pari

    passo o, forse, talvolta precede quello dei sistemi economici: cos si realizzata la formazione di holding, con filiali localizzate in diversi Paesi,che, al pari delle imprese multinazionali cercano di conseguire il massimoprofitto. Se le imprese perseguono il loro obiettivo attraverso limpiego difattori produttivi a basso costo o di migliori condizioni diapproviggionamento delle materie prime o, ancora, di accesso ai mercati disbocco, le holding criminali tendono al massimo profitto attraverso laminimizzazione del rischio ottenibile proprio dal riciclaggio. Infatti illavaggio del danaro sporco e il suo reimpiego favorisce la crescitadelleconomia criminale che, in un mondo senza confini, riceve ulterioreimpulso dalla disomogeneit legislativa presente nei diversi Paesi. Laglobalizzazione dei mercati rende immenso lammontare dei flussi di fondi

    24 In Italia vi sono ben 215 siti bancari operanti attraverso cui i clienti possono impartire ordinidi trasferimento, acquistare azioni ed effettuare pagamenti.25 Nel Report on electronic money della BCE del 1998 si sottolinea la pericolosit connessaalla difficolt di identificazione del cliente poich difficile verificare se le parti tra cui haluogo loperazione siano coloro che hanno aperto il conto, tramite un contratto computerizzato,o vi sia una terza persona sconosciuta.

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    illeciti e estremamente mutevole la loro localizzazione con conseguenzedannose soprattutto in termini di perdita di ricchezza e di risparmio checonduce allimpoverimento di intere fasce della popolazione nei sistemi pideboli26.

    La fiducia degli operatori viene minata alla base rendendo instabile ilsistema produttivo nel quale imprese pulite27 vengono messe in crisi dallacapacit di quelle criminali di reinvestire a condizioni migliori e di poter cosrealizzare una riduzione nei costi di gestione. Si genera in tal modo una nonefficiente allocazione delle risorse che non consente alla concorrenza dioperare appieno in quanto il controllo capillare del territorio, realizzatoattraverso il canale dellusura, favorisce il sorgere di rapporti clientelari.Molto spesso limprenditore criminale gode del favore della popolazionepoich viene visto come datore di lavoro a tutti gli effetti e le eventualiconnivenze poi con il potere politico permettono il superamento di altrebarriere quali, ad esempio nel caso degli appalti, il rispetto delle norme disicurezza e/o di previdenza.

    In un territorio che sia gi oppresso dalla scarsit delle risorse, lattivitcriminale non fa che rendere ancor pi povero il contesto e spinge quei pochiimprenditori puliti o alla rinuncia o al ricorso agli usurai nella effimerasperanza di riuscire a sopravvivere. Ed in questo momento che si realizza ilrapporto di credito-debito illegale che va distinto da quello legale in quantose questultimo tende a ottenere garanzie per la restituzione dei fondi prestati,il primo mirato alla possibilit di appropriarsi di quanto offerto in garanzia.Lusuraio non ha come fine ultimo la restituzione del prestito, malacquisizione dellattivit dellusurato che pu divenire, in un rapportodebitorio di medio-lungo termine, addirittura complice nella funzione diriciclaggio. Lattivit lecita stata cos catturata28 e asservita totalmente alla

    26 A tal proposito si veda A. FAZIO (1998), Giuseppe Tovini. Valori civili nellera dellaglobalizzazione, Documenti della Banca dItalia, n. 600.27 M. CENTORRINO, (1990), LEconomia cattiva nel Mezzogiorno, Liguori Editore,Napoli, afferma a pag. 13: nelleconomia cattiva limprenditore deve giorno per giornodecidere se vuol essere solo vittima, complice, aiuto-regista di una strategia di accumulazioneche comprende tra le dotazioni disponibili anche la risorsa violenza (una strategia al cuiinterno dunque lincertezza e il rischio non si valutano pi in termini puramente economici) ose pi opportuno finalizzare la sua attitudine allinnovazione, al prodotto, eallorganizzazione dellazienda, ovvero al collegamento ottimale con il livello politico eburocratico delle istituzioni.28 In un recente lavoro D. Masciandaro (1999), Mercati e illegalit, Economia e rischiocriminalit organizzata in Italia, EGEA, Milano, ha costruito un modello econometrico, basatosul meccanismo accumulazione-riciclaggio-investimento, che analizza la vulnerabilitterritoriale al crimine organizzato. Il modello parte dalla considerazione della specificitdellazione di riciclaggio e delle sue fondamenta microeconomiche per estendersi poi a livellomacroeconomico e, attraverso la stima statistica dei parametri, costruisce lindice divulnerabilit per regione connesso non solo al reato di usura, che rilevante per tutte le regionimeridionali, esclusa la Sardegna, per il Lazio e la Liguria, ma anche di altri reati. In particolare

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    criminalit: si trasformata in una filiale a sua volta in grado di offrireulteriori servizi di credito illegale ad imprese ad essa collegate. Lepotenzialit di crescita di un siffatto mercato parallelo sono enormi e capacidi inquinare la struttura produttiva locale e nazionale attraversolacquisizione del controllo dei mercati finanziari legali. La liberalizzazionedel movimento dei capitali consente allinvestitore illegale di operare comeun normale arbitraggista a livello internazionale in grado di fare il mercatocontrattando capitali a breve termine. Questo enorme flusso di danaro nellospostarsi dai paesi di origine a quelli di destinazione modifica la velocit dicircolazione della moneta, altera la domanda di capitali che spesso non coerente con il valore dei fondamentali e muta le aspettative degli operatorisul livello dei tassi di cambio e di interesse e del valore stesso dei titolinegoziati. Durante tutti gli anni 90 si assistito a un consistente flusso dientrata di capitale a breve-medio termine nelle economie emergenti e se diquesti molti sono derivati da diversificazioni degli assetti di portafoglio o daaccordi di natura commerciale, una parte sicuramente di provenienzaillecita. Ora chiaro che quanto maggiore la contaminazione dei capitalileciti, tanto pi il mercato finanziario, gi caratterizzato da asimmetrieinformative che alterano la capacit di giudizio degli operatori circa i valoridei fondamentali economici, diviene instabile. E pertanto possibile che perquesta via vengano innestate crisi finanziarie che se inizialmente colpisconoil mercato di un singolo Paese, si estendono a macchia dolio negli altri,minandone la solidit e lintegrit e producendo un danno che perdura neltempo, in quanto riguadagnare la credibilit richiede percorsi molto lenti.

    6. La necessit di una regolamentazione e suoi limitiI pericoli connessi ad una trasmissione internazionale delle crisi

    economiche derivanti dallimpiego di capitali illeciti, devono esserescongiurati attraverso la regolamentazione dellattivit finanziaria che,tenendo conto dellasimmetrica ed imperfetta informazione29, tuteli la

    per valutare il rischio vulnerabilit territoriale dellusura si fa riferimento dapprima allimpattoche la diffusione del reato ha rispetto alla densit della popolazione e alla influenza che su diesso pu esercitare il mercato legale del credito, verificando lipotesi per cui al crescere dellapresenza degli sportelli bancari sul territorio si riduce il rischio usura e ancora se allaumentodelle sofferenze, indice della capacit di allocare risorse creditizie, cresca la diffusione delreato.29 La asimmetria informativa presente non solo nel mercato del credito bancario, ma anche inquello mobiliare; infatti, quando le imprese decidono di finanziare i propri progetti diinvestimento con capitale di nuova emissione, vi pu essere razionamento in quanto ipotenziali nuovi soci non sono in grado di stabilire se la vecchia gestione stia semplicementetentando di trasferire parte delle passivit accumulate precedentemente. Considerando unanormale avversit dei soci a perdere parte delle quote azionarie, solitamente il mercato valutanegativamente lemissione di nuove azioni.

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    stabilit del sistema. Gli effetti distorti che questi flussi di fondi determinanosulleconomia e sulla finanza interessano la funzione di controllo, propriadelle Banche centrali, che tende a tutelare lo svolgimento degli scambi e agarantire il corretto operare delle imprese finanziarie al fine di difendere ilvalore della moneta, che pur sempre valore fiduciario.

    Ed, invero, il legislatore italiano ha ingaggiato la lotta al riciclaggio giprima della Direttiva CEE del 1991, con lemanazione di un decreto, poiconvertito nella legge n.197 del 5.7.1991, in cui viene istituito lalbo degliintermediari che operano nel sistema finanziario e si vincolano i trasferimentiin contanti o titoli al portatore per importi superiori a 20 milioni all obbligodi identificazione e registrazione dei soggetti che chiedano di effettuareoperazioni per ammontari superiori al limite fissato. La legge impone ancheagli intermediari finanziari di denunciare agli organi competenti ognioperazione che, per natura e caratteristica, e anche in base alle capaciteconomiche dei soggetti, induca a ritenere illecita la provenienza del denarooggetto della transazione. Inoltre, lintroduzione dellarticolo 644 bis C. P.che definisce lusura impropria e ne individua quale requisito non pi lo statodi bisogno, ma la condizione di difficolt economica e finanziaria, ponechiaramente in evidenza lattenzione del legislatore ai problemi di interazionetra usura e riciclaggio come anche si evince dalle modifiche apportate agliart. 648 bis e ter del codice penale.

    Lusura praticata dalle organizzazioni criminali appare come lofferta delmercato illegale del credito che si rivolge, soprattutto, ai piccoli e mediimprenditori e che si combina con altri prodotti illeciti derivanti dal racket edalle estorsioni dai connotati penali difficilmente distinguibili. Essa nella suaforma moderna ha trovato il modo di sfuggire alle normative non solo civili epenali, ma anche fiscali, utilizzando tecniche illegali che consentono alleorganizzazioni criminali di determinare i tassi di interesse delle operazioni difinanziamento attraverso un ampia diffusione territoriale di cooperative cheesercitano attivit di intermediazione finanziaria.

    E riscontrabile, quindi, uno stretto legame tra usura, abusivismofinanziario e riciclaggio che tocca il sistema dei pagamenti e quello dellaintermediazione al quale vengono dettate regole precise contenutenellart.106 del Testo Unico 385/93, che definiscono i contorni del mercatolegale del credito accentuandone la concorrenzialit 30, la variabilitdellofferta, in relazione alle esigenze della clientela e, quindi, una maggioreefficienza che dovrebbe sottrarre spazi alloperatore illegale.

    30 Il Testo Unico al Titolo VI ha recepito la normativa sulla trasparenza delle condizionibancarie che con la legge 154/92 ha imposto agli operatori finanziari lobbligo di pubblicizzarele condizioni praticate alla clientela. La norma stabilisce che i contratti devono essere stipulatiper iscritto e indicare chiaramente il tasso di interesse e ogni altro prezzo o condizione, inclusigli oneri di mora.

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    La diffusione territoriale degli intermediari legali protegge lutenteconsentendogli di scegliere il soggetto le cui caratteristiche professionalirispondano alle proprie esigenze ed evitando di porre in essere relazionidaffari con gli operatori di quella finanza sommersa che agisce al di fuoridelle condizioni di mercato.

    Ulteriore passo avanti nel campo specifico della lotta allusura statocompiuto con la legge 108/96 che con lintroduzione del tasso soglia hainteso definire come usurari sia gli interessi che superino tale limite sia quelliche pur essendo inferiori risultino sproporzionati rispetto alla prestazione didenaro o di altra utilit ovvero allopera di intermediazione, quando chi liha dati si trovi in condizione di difficolt economica o finanziaria, coscome recita al terzo comma, lart. 644 del codice penale. Questo implica cheil rispetto del tasso soglia non libera colui che concede il prestito dalpossibile perseguimento legale, anche se dovr essere dimostrata lesistenza elonerosit di altre clausole connesse alla restituzione del denaro erogato. Lafissazione del tasso soglia potrebbe, paradossalmente, apparire pi a tuteladegli usurai, determinando un livello di impunit, che, secondo me, sarebbesuperabile dal dettato dellart. 644, che degli usurati; inoltre viene ritenutoerroneo il riferimento ai contratti di prestito stipulati dalle banche, in quantola tipologia contrattuale utilizzata dagli usurai da quelli ben lontana31.Invero la determinazione del tasso effettivo globale medio prevista dallalegge non diversa da quella stabilita dallart. 122 del Testo unico 385/93, Icomma, per i crediti al consumo, cambia solo la denominazione e forse, intal modo, si prestato il fianco a differenze nella determinazione del tasso e adiverse interpretazioni da parte dei magistrati32.

    In realt non mi sembra che la esistenza di questo tasso soglia abbiaconsentito una pi agevole perseguibilit del reato n una sua pi facileindividuazione in quanto spesso il contratto dusura prevede prestazioniaccessorie di difficile valutazione, pur mantenendo il tasso di interesse entro ilimiti fissati e questa circostanza fa apparire pi aggredibile loperatore del 31 A questo proposito si veda T. Bianchi (1996), Le ragioni delle banche, Il Sole 24 Ore (del24.2.1996).32 Appare, inoltre, evidente che lintroduzione con la 108/96 dellart. 644ter C. P., che prevedela prescrivibilit del reato dusura decorrere dal giorno dellultima riscossione sia degliinteressi che del capitale, ha reso, secondo alcuni, il reato da istantaneo a permanente. Cicomporta che in un contratto di mutuo a tasso fisso nel corso del tempo e a seconda dellecondizioni di mercato, si potrebbero raggiungere tassi di usura rendendo perseguibile lentemutuante. Pertanto lA.B.I. ha, con circolare del marzo 1997, stabilito regole dicomportamento per le banche sia per quanto attiene i rapporti di debito preesistenti che perquelli successivi alla emanazione della legge. Sulla non istantaneit del reato dusura si veda,tra gli altri, A. Caperna L. Lotti (1996), Per una legge dalla struttura complessa, il percorsoguidato allapplicazione, Il Sole 24 Ore (del 23.3.1996), anche se la Cassazione 7 marzo-12luglio 1997, n. 6784, in Il Sole 24 Ore, Guida al Diritto,1997, 33, 74, ha affermato che ilreato dusura istantaneo con effetti permanenti e il termine di prescrizione inizia a decorreredalla cessazione di tali effetti.

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    mercato legale del credito che non quello del mercato illegale, fatto salvo ilricorso al terzo comma dellart. 644, gi citato.

    Invero, il monitoraggio del sistema finanziario cui si pensava di poter darluogo con lobbligo di segnalazione delle operazioni sospette, non statoreso possibile poich non si tenuto conto dei costi e dei benefici degliintermediari nellapplicazione della normativa n tanto meno apparsasufficiente la tutela della identit dei soggetti denuncianti. La collaborazioneattiva degli intermediari, soprattutto di quelli che operano in zone ad altorischio per la presenza di criminalit organizzata, stata scarsa e si provveduto con il dlgs. 125/97, anche in ossequio alla censura operata dallacommissione Cee, che valutava la norma del divieto di trasferimento incontanti o titoli al portatore in contrasto con la libert del movimento deicapitali, a rendere possibili le operazioni anche per importi superiori ai 20milioni, ma con obbligo di segnalarle allUfficio Italiano Cambi. Il dlgs.153/97 ha inteso separare larea dei controlli finanziari da quella degliaccertamenti investigativi propri del settore penale e, rendendo lUIC unicoreferente per la segnalazione delle operazioni sospette, ha integrato lafunzione di vigilanza con quella di controllo migliorando loperativit intempo reale al fine di attuare misure preventive.

    Invero, prevenire le possibilit di inquinamento ed appropriazione delleattivit produttive lecite da parte della criminalit, consentirebbe nel medio-lungo termine la realizzazione di un pi alto tasso di crescita che nelle zone,ove pi alta la concentrazione criminale frenato dalla scarsaaccumulazione del capitale data la debole correlazione tra investimento etasso di profitto atteso, nonch dal cattivo funzionamento del mercato dellavoro.

    7. ConclusioniLanalisi condotta permette a chi scrive di ritenere la normativa vigente,

    sia specificatamente in tema di usura che generalmente di riciclaggio, nonancora pienamente in grado di combattere linquinamento delle attiviteconomiche lecite da parte di quelle criminali. Invero se il sistema finanziario un elemento cruciale per lo sviluppo dei sistemi economici legali, indubbio che attraverso esso gli operatori illegali possono acquisire,riciclando danaro sporco, attivit finanziarie pulite. Inoltre non si putralasciare la peculiarit propria del sistema bancario che offre beni e serviziimmateriali che ben rispondono alla esigenza di mimetizzazione delletransazioni illecite. Tali opportunit appaiono ancora pi probabili nelmomento in cui le valute degli 11 Paesi, che hanno costituito larea monetariaeuropea a cambi fissi, saranno convertite in euro. Sui mercati affluirannonotevoli ammontari di contante che potranno essere oggetto di conversionimultiple anche in altre monete di Paesi europei in attesa di essere sostituite

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    dalleuro; nella fase di transizione il rischio di transazioni illecite , quindi,rilevantissimo e, anche quando il cambio sar realizzato esse potrannomoltiplicarsi allinterno dellarea valutaria poich viene meno larbitraggio.

    Appare evidente, quindi, che nellattuale sistema economicomondiale, nel quale coesistono un elevato grado di integrazione commerciale,libert del movimento di capitali e regime di cambi flessibili, non pu esservicrescita equilibrata e stabilit dei mercati se non si ridisegna un nuovo ordineeconomico. La globalizzazione, resa possibile dal progresso tecnico, dal pirapido sistema delle comunicazioni, dallintensificarsi degli scambicommerciali e, soprattutto, finanziari, pu condurre ad una miglioreutilizzazione delle risorse, ad una pi efficiente allocazione del risparmio e adun pi elevato livello di benessere per tutti anche se si risolvono leproblematiche connesse al libero affluire di capitali illeciti nelle economielegali, in quanto la loro presenza altera le capacit di scelta degli individui. Amio parere questo sar possibile solo con la efficace collaborazione delleautorit monetarie e di vigilanza con quelle investigative e giudiziarie che,rendendo inoffensiva la connessione tra criminalit e mercati finanziari,consentir loperativit del legame biunivoco che indubbiamente esiste tracrescita reale dei sistemi economici e sviluppo di quelli finanziari.

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