*us13089 Alberi in guerra

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Documentario radiofonico Titolo Alberi in guerra

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Documentario radiofonico

Titolo

Alberi in guerra

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Una ragazza, passeggiando nel bosco, si trova di fronte una distesa di abeti spezzati e imbiancati. Comprende di essere in un cimitero di guerra, rievoca la grande storia della battaglia, la piccola grande storia dei soldati sopravvissuti e dei profughi legati a quel luogo.

Concept

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Il cimitero italo-austriaco

Una ragazza sta passeggiando nella Val Magnaboschi, sull’Altopiano di Asiago. Ad un tratto vede un cimitero in cui, al posto delle lapidi, si trovano alberi spezzati e imbiancati.

Soggetto

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Con un flashback rievoca lo scontro avvenuto in questi luoghi nel giugno 1916 tra i Fanti della brigata Liguria, Trapani, Forlì, Arno e la 34esima divisione austroungarica. Gli Italiani resistono all’urto della Strafexpedition, ma il prezzo da pagare in termini di vite umane è molto alto per entrambi gli schieramenti.

La battaglia

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La sepolturaAccanto alla grande storia delle battaglie viene ricostruita una piccola grande storia che riguarda questo luogo e che ha per protagonisti semplici gesti di umanità. Il primo gesto è quello dei soldati sopravvissuti che decidono di seppellire i caduti insieme, creando un cimitero italo-austriaco. Nemici in vita divengono fratelli nella morte.

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Il secondo gesto è quello di una donna, tornata qui dopo la guerra come molti profughi, a cui viene assegnato il terreno accanto al cimitero per farne degli orti. Ma il suo rispetto per la sacralità del luogo è tale che si sente in colpa di nutrirsi degli ortaggi che vi coltiva, così decide di non mangiarli e di venderli nei paesi vicini. La terra che ha accolto la morte, ora nutre e dà la vita.

I profughi

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Il recupero del cimiteroIl racconto ritorna al presente e la ragazza

spiega che il cimitero è stato recuperato dall’Associazione dei Fanti che hanno voluto commemorare i caduti piantando degli alberi, mozzandoli e imbiancandoli, per ricordare le vite innocenti stroncate dalla guerra, che ora riposano simbolicamente nel verde dei boschi.

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Scaletta1. La ragazza passeggia nel bosco, vede gli

alberi spezzati del cimitero.2. Flashback: resoconto della battaglia del

giugno 1916 in Val Magnaboschi.3. Flashback: i soldati decidono di seppellire

assieme tutti i caduti e creano un cimitero italo-austriaco.

4. Flashback: la donna di Cesuna coltiva con pudore le verdure negli orti accanto al cimitero.

5. La ragazza cammina tra i tronchi spezzati e spiega che il Cimitero è stato recuperato dall’Associazione dei Fanti, che hanno voluto farne un simbolo di pace e fratellanza.

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SceneggiaturaAlberi in guerra. È ormai il tramonto sull’altopiano di Asiago: il cielo vasto illumina di luce fioca la Val Magnaboschi. Il cinguettio degli uccelli, il dolce fruscio delle foglie, i boschi immensi intorno: tutto trasmette pace. Ma ad un tratto, davanti ai miei occhi, appare una distesa di alberi spezzati e imbiancati, disposti in modo troppo ordinato per essere naturale. Perché? Varco un cancelletto in ferro, cammino e leggo sui tronchi dei nomi. Nomi di soldati.

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Si combatte da 10 giorni. Oltre la Val Magnaboschi c’è la pianura veneta, l’obiettivo della Strafexpedition. I fanti delle Brigate Liguria, Trapani, Forlì e Arno quasi privi di artiglieria reggono l’urto

della 34esima divisione austroungarica.

16 Giugno 1916, sera

La pianura è salva.

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“ Facciamoli riposare insieme. Erano amici e nemici, ma ora, all’ombra dei

grandi alberi, la terra li accoglie e sono soltanto fratelli”.

Ma la furia della guerra chiama i suoi caduti, i suoi martiri. L’alba del giorno dopo rivela un paesaggio desolato: tra i boschi devastati, i corpi dei soldati, giovani, venuti a morire qui. Mani pietose raccolgono le spoglie.

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Storie di uomini e storie di donne si intrecciano in Val Magnaboschi. Anche loro hanno lottato, non per uccidere, ma per nutrire. Qui, dopo la guerra, alle famiglie dei profughi che tornavano sull’altipiano vennero assegnati piccoli appezzamenti per farne degli orti. Una donna del paese quasi si vergognava a coltivare la terra resa sacra dai corpi dei soldati. “Ho due figlie piccole, hanno fame. Mi sento in colpa, ma i frutti di questo orto

mi servono per tirare avanti.“

Così coltivava e per pudore andava a vendere gli ortaggi lontano dal paese.

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I corpi ora non sono più nella terra. Li hanno portati negli anni ’30 nel Cimitero Monumentale di Asiago. Questo luogo in cui sto camminando è stato da poco restituito alla memoria dai Fanti di Vicenza e dalle Comunità locali che hanno piantato questi abeti. Li hanno mozzati come le giovani vite dei soldati, li hanno dipinti di bianco, come la purezza della giovinezza.

Questa terra, che aveva accolto la morte, ora nutriva e dava la vita.

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Hanno affisso questi nomi. Ne leggo alcuni: Antonio Gangi, Peter Dimitru, Gaetano Lorenzi, Dandos Sandor, Mario Salvagno, Paul Weger, sono nomi italiani, del sud, del centro, del nord, e nomi austriaci, sloveni e ungheresi. Suoni diversi che si uniscono al silenzio degli alberi per chiedere pace.Il trattamento è stato omesso in quanto i discorsi diretti sono solamente due e quindi sarebbe risultato ripetitivo rispetto alla sceneggiatura.

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1) Trekking e visita guidata: “Sulle orme della Grande Guerra”. L’altopiano di Asiago.

2) Ricerca (a gruppi):a) raccolta di informazioni sulle battaglie avvenute

in Val Magnaboschi e sui soldati caduti (fonti scritte: cartacee, iconografiche, digitali)

b) raccolta di informazioni sulla sistemazione e ristrutturazione del cimitero italo-austriaco in Val Magnaboschi (fonti scritte, orali, iconografiche)

c) Raccolta di informazioni sui profughi dell’altopiano di Asiago (fonti orali)

3) Esercizi di scrittura creativa: il racconto storico. 4) Video lezioni in streaming dal sito.5) Il documentario radiofonico: ideazione, progettazione

e realizzazione.6) Lezione - spettacolo: La Grande Guerra, a cura di

Arteven.

Percorso Didattico

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Ideazione:alunni della classe 4CSA suddivisi in gruppi

Testi: Silvia Marchi, Alberto Mora, Fatou Niang, Giulia GaspariniVoci:la ragazza (voce narrante): Silvia Marchiil soldato sopravvissuto: Luca Fusarola madre della famiglia dei profughi: Linda Gastaldi

Colonna sonora:Alberto Donin

Note: Il progetto PowerPoint è stato realizzato in base alle indicazioni del professor Aldo Zappalà

Montaggio: Alberto Donin

Foto:Fatou Thiam

Produzione