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Un’orchestra sopportabile La musica strumentale italiana tra XVIII e XIX secolo a cura di Mariateresa Dellaborra SEdM

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Un’orchestrasopportabileLa musica strumentale

italiana tra XVIII e

XIX secolo

a cura di Mariateresa Dellaborra

SEdM

Saggi [4]

© Società Editrice di Musicologia 2017

Lungotevere Portuense 150, 00153 Roma

C.F. 97701420586

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Progetto grafi co:

Venti caratteruzzi

Impaginazione:

Giacomo Sciommeri

isbn: 978-88-941504-9-0

Volume stampato con il contributo dell’ensemble Il Demetrio

Proprietà letteraria riservata. La riproduzione in qualsiasi forma, memorizzazione

o trascrizione con qualunque mezzo (elettronico, meccanico, in fotocopia, in disco

o in altro modo, compresi cinema, radio, televisione, Internet) sono vietate senza

l’autorizzazione scritta dell’Editore.

Società Editricedi Musicologia

Un’orchestra sopportabileLa musica strumentale italiana tra XVIII e XIX secolo

a cura di Mariateresa Dellaborra

Società Editricedi Musicologia

Indice

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Presentazione

Nota della curatrice

IntroduzioneGuido Salvetti

«Or qui comincian le dolenti note»Intellettuali italiani e musica tra XVIII e XIX secoloAlessandro Peroni

Musica strumentale italiana in Francia nella seconda metà del Settecento Candida Felici

Boccherini tra camerismo e sinfonismoGuido Salvetti

«Tentava la vostra mano la tastiera...»Ascoltare musica a Pavia nell’OttocentoGianfranca Lavezzi

Alessandro Rolla a Parma (1782-1802)Mariateresa Dellaborra

Musica strumentale per Maria Luisa d’Etruria nel fondo Borbone della Biblioteca Palatina di ParmaElena Previdi

Carlo Bignami: il virtuoso ‘poltrone’?Marina Vaccarini

«Avvicinandosi ad uno spirito tanto possente e venerato»I Capricci op. 1 di Paganini e la loro fortuna in GermaniaDanilo Prefumo

Indice dei nomi

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Presentazione

Ricordiamo con piacere l’importante progetto con il quale Pavia ha celebrato la ! gura di Alessandro Rolla, celebre musicista e compositore pavese, con il coinvolgimento del Comune di Pavia, della Fondazione Teatro Fraschini, dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Vittadini, dei Musei Civici e dell’As-sociazione culturale Socrate al Ca" è. In quelle giornate è stato o" erto alla cittadinanza un ricco calendario di diversi tipi di incontri (dai concerti agli spettacoli per bambini, alle visite guidate ai musei civici con esecuzioni mu-sicali) utili a di" ondere la comprensione e la conoscenza di quali fossero la propagazione e la tipologia della musica strumentale italiana tra la ! ne del XVIII e l’inizio del XIX secolo.

L’occasione è stata di sicura rilevanza anche dal punto di vista dell’appro-fondimento scienti! co, ciò che questo volume ci conferma, a ricordarci che la di" usione di un’ attività culturale di qualità e l’investimento sul sapere nei più diversi campi rimangono nel tempo quale tratto distintivo della nostra città. Anche a ricordarci questa “missione”, crediamo, le giornate in onore di Rolla sono state particolarmente utili. Siamo felici, dunque, che ne rimanga pro! cua testimonianza.

Massimo DepaoliSindaco di Pavia

Giacomo GalazzoAssessore alla Cultura

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Organizzando per il 25 gennaio u.s. la giornata di studi dedicata alla musica strumentale tra 1700 e 1800, l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Franco Vittadini” auspicava l’uscita del volume che ne raccogliesse gli atti per te-stimoniare in modo duraturo e in un più ampio raggio geogra! co di quello convegnistico, l’interesse e l’importanza dell’argomento prescelto e per coin-volgere così l’intera comunità scienti! ca.

Il tema del repertorio strumentale in quel periodo storico ha da diversi anni appassionato l’istituto che si è impegnato a a" rontarlo attraverso ese-cuzioni e lezioni-concerto incentrate principalmente sul musicista pavese Alessandro Rolla (1757-1841) non impropriamente de! nito «caposcuola dell’arte violinistica lombarda». La circostanza dei 260 anni dalla sua nascita è stata un’ulteriore occasione per avvicinare il suo repertorio.

Accanto all’approccio scienti! co e teorico, concretizzatosi nella giornata di studio, sono stati previsti appuntamenti concertistici in vari luoghi della città che hanno reso protagonisti non solo le classi di violino, ma anche quel-le di musica da camera e di + auto.

La ricerca, punto nodale delle attività degli istituti di alta formazione, ha così avuto con questo progetto plurime valenze e conseguito diverse ! nalità.

I festeggiamenti per i 150 anni dell’istituto Vittadini, che cadono proprio quest’anno (1867-2017), non potevano trovare migliore avvio.

Eligio Piero Roberto Gatti Presidente del conservatorio di musica “Franco Vittadini”

Istituto Superiore di Studi Musicali

Cinzia Piccini Direttore del conservatorio di musica “Franco Vittadini”

Istituto Superiore di Studi Musicali

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Rolla, chi era costui? Quando cerco di illustrare il mio nuovo progetto disco-gra! co dedicato al grande musicista pavese la domanda balena implicita negli occhi del mio interlocutore, musicista o appassionato colto che sia. Che questo avvenga nel paese del bel canto, che come sappiamo è assolutamente immemo-re della sua lunga e complessa storia musicale, non stupisce a" atto (anche se persino nella sua città natale le cose non vanno meglio): eppure i tempi sem-brano maturi per o" rire, anche alla platea dei frequentatori dei concerti e degli audio! li, uno sguardo non super! ciale sulla musica strumentale italiana del primo Ottocento. Complice forse la Rossini renaissance di questi ultimi anni, in e" etti anche un pubblico ben più ampio di quello dei soli addetti ai lavori si mostra interessato a questo repertorio. E le case discogra! che, ovviamente sensibili agli umori del mercato, hanno già iniziato a inserire nei loro cataloghi (e in maniera sempre più sostanziosa) composizioni di Cambini, Mercadante, Rolla, Campagnoli. Nomi che vanno ad aggiungersi agli evergreen Paganini e Viotti (del quale per altro, oltre che il celebre concerto in la minore, si co-minciano ad ascoltare anche le composizioni da camera) e Rossini (del quale, non a caso, si sta completando una monumentale integrale discogra! ca delle opere strumentali). In attesa che anche chi si occupa di divulgazione prenda atto della situazione e cominci a dedicare più attenzione a questo repertorio, sintetizzando quanto la musicologia ha già non marginalmente investigato, c’è certamente spazio per ulteriori ricerche che approfondiscano le conoscenze sulle tematiche legate alla produzione e alla ricezione, all’organologia e alle prassi esecutive (ricordo en passant che non esiste un’edizione moderna nean-che parziale, in italiano, dei fondamentali Elementi di musica di Galeazzi), ai rapporti tra musica strumentale e repertorio operistico; e per incrementare, come va facendo meritoriamente la SEdM con le sue collane, il numero delle partiture a disposizione dei musicisti. È appunto in quest’ambito, pur nei limiti di spazio imposti dalla brevità della giornata di studi da cui prendono le mos-se, che si muovono i saggi raccolti in questo volume. Concepita e curata con passione e perizia da Mariateresa Dellaborra, Un’orchestra sopportabile costi-tuiva uno dei tasselli fondamentali del progetto Per Rolla di cui è stato capo! la l’ensemble Il Demetrio e che, tra gennaio e febbraio del 2016, ha coinvolto l’intera città di Pavia con numerose iniziative: conferenze, lezioni-concerto, mostre, spettacoli per bambini. La giornata di studi era strategicamente col-locata a ridosso del concerto dell’ensemble Il Demetrio al Teatro Fraschini, a sottolineare la necessità di integrare, per la piena comprensione di un’opera, la ri+ essione storico-critica con il momento dell’esecuzione. Il concerto, incen-trato sulle opere per viola e orchestra di Rolla, vedeva come solisti il violista Simonide Braconi e il basso Salvo Vitale.

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L’auspicio è che, a partire dal successo ottenuto da questa esecuzione e da tutto il progetto Per Rolla – grazie anche al ruolo essenziale svolto dal Comune di Pavia – questa iniziativa possa dare avvio a un ciclo ricorrente di appunta-menti dedicati sia al compositore pavese che a tutto l’Ottocento strumentale italiano, con l’ambizioso obiettivo di costituire un necessario punto di riferi-mento per la ricerca musicologica e per il grande pubblico.

Maurizio SchiavoMusicista e direttore dell’ensemble Il Demetrio

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Nota della curatrice

Riassumendo un pensiero di" uso tra la ! ne del Settecento e l’inizio del secolo successivo, Stendhal, sotto le mentite spoglie del soldato ussaro Louis Alexan-dre César Bombet, nella Lettera sullo stato attuale della musica in Italia, scritta da Venezia il 29 agosto 1814, divulgava, senza tema di accusa di plagio, osser-vazioni sulla musica strumentale, sulla sua inferiorità rispetto a quella vocale soprattutto facendo riferimento all’Italia.

Il genere strumentale, sintetizza Stendhal, ha portato la musica alla rovina. Si suona più spesso e più facilmente il violino o il piano di quanto si canti: don-de la sciagurata facilità della musica strumentale nel corrompere il gusto degli amatori di musica vocale, il che le riesce benissimo da una cinquantina d’anni.

L’abuso di complicate tecniche di scrittura da parte della musica strumenta-le avrebbe favorito – secondo molti intellettuali dell’epoca – la sua decadenza e anche la di" usione di dilettanti e suonatori di nulla qualità. Di< cile trovare orchestre sopportabili e virtuosi degni di tale nome. Unica eccezione: Pagani-ni, de! nito «il miglior violinista d’Italia» perché dotato di «una dolcezza estre-ma». Pur eseguendo «concerti altrettanto insigni! canti di quelli che fanno sbadigliare a Parigi», le sue esecuzioni rivestivano un fascino particolare. La sola speranza per Stendhal era che col tempo il virtuoso potesse interpretare «cose migliori dei concerti» rendendosi forse conto che sarebbe stato «meglio suonare una bella aria di Mozart».

Queste osservazioni sullo stato della musica strumentale in Italia schema-tizzano un’opinione di" usa per tutto il XIX secolo a livello europeo che ha avuto anche una ricaduta negativa sugli approcci musicologici avviatisi agli inizi del XX secolo, e sugli interessi musicali degli interpreti.

Prendendo le mosse da queste ri+ essioni e per o" rire un contributo alla conoscenza del repertorio e di alcuni personaggi che hanno concorso a for-marlo, si è voluto focalizzare l’attenzione su taluni (sebbene pochi) protago-nisti di quell’ora sia presentando aspetti inediti della loro produzione e della divulgazione della loro opera anche a livello europeo sia ponendosi in una

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prospettiva nuova per analizzare pagine già ben conosciute ed entrate nelle programmazioni concertistiche sia per apportare qualche nuovo dato storio-gra! co al loro operare.

L’idea si è felicemente intersecata con un altro progetto scaturito dalle cele-brazioni dei 260 anni dalla nascita di Alessandro Rolla e inteso come prose-cuzione delle manifestazioni realizzate a Pavia nel 2007 allora concretizzatesi in un volume di atti di convegno, cd e concerti. Le due iniziative si sono così fuse grazie al Comune di Pavia-Assessorato alla cultura; alla Fondazione Tea-tro Fraschini; al Conservatorio di musica “F. Vittadini” – Istituto Superiore di Studi Musicali; all’ensemble I l Demetrio; al Cinema Teatro Politeama; ai civici Musei, sotto il patrocinio della Società Italiana di Musicologia, e si è potuto realizzare Per Rolla: una giornata di studi nel Ridotto del Teatro Fraschini, un concerto dedicato a musiche inedite di Rolla, registrato in cd da Il Demetrio, e una serie di conferenze e concerti disseminati nell’arco di diversi mesi e svolti in diversi! cati luoghi della città. Questo volume, in particolare, nasce grazie al contributo dell’ensemble Il Demetrio, da tempo interessato a studiare e a riscoprire la musica del passato con strumenti originali.

Dalle sue pagine emerge un quadro nuovo sul repertorio e sugli autori con-siderati: non incapaci e insensibili imbrattacarte, banali e ripetitivi scrivani, ma consapevoli e attenti creatori, tesi a valorizzare speci! ci timbri, avvicinare le forme e i generi più attrattivi per l’ambiente in cui si trovavano ad operare, padroni delle tecniche compositive. Le disamine e le ri+ essioni sui loro lavori auspichiamo portino gradualmente a disseppellire musiche se non notevoli e originali, almeno interessanti testimonianze di un’identità italiana non priva di peculiarità e genuinità. E chissà che anche per essi non valga la regola aurea che Stendhal enunciava soprattutto pensando alla musica vocale: «non c’è vera grandezza nelle arti senza originalità. […] e in tutti i campi si ha un bel fare, se si è grandi, lo si è solo restando se stessi».

Mariateresa Dellaborra

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IntroduzioneGuido Salvetti

Il presente volume riprende – estendendole e ampli! candole – le tematiche relative alla musica strumentale italiane nel XVIII secolo, con particolare ri-ferimento al fenomeno dei musicisti che potremmo chiamare “della diaspora” veri! catasi soprattutto dopo il 1763, quando si aprì il lungo periodo di pace dopo le tante guerre (“di successione” e “dei sette anni”) che avevano insangui-nato l’Europa della prima metà del secolo.

I grandi autori del melodramma italiano avevano precocemente cercato for-tuna nei teatri delle capitali europee; ma ora uno stuolo di violinisti-composi-tori1 (o violoncellisti) si riversa a Parigi, Londra e Vienna (ma anche Dresda, Madrid, Pietroburgo) in cerca di una fortuna migliore di quella che avrebbero potuto trovare nelle cappelle nobiliari o ecclesiastiche, al servizio di questo o quel signore.

Il fenomeno dell’emigrazione seguiva, anche allora, la legge dei dislivelli di benessere: nel nostro caso da un lato c’era il calo, con eccezioni nelle regioni austriache, della rendita agraria e conseguente perdita di status della nobil-tà, grande e – particolarmente – piccola, protagoniste degli intrattenimenti musicali degli ultimi secoli; d’altro lato era fortissima l’attrattiva di città in espansione economica e, non meno, culturale, con una borghesia protesa alla nobilitazione attraverso la cultura.

Parigi e Londra, in particolare, sono luogo di “impresa”: nei commerci e nella nascente industria moderna, ma non meno nell’impresa teatrale, in quel-la editoriale e nella costruzione di strumenti.

Sono gli anni in cui il pianoforte conquista mercati domestici, o piccolo-borghesi, inimmaginabili due decenni prima. I procedimenti editoriali dell’in-cisione su rame abbattono i costi e sveltiscono la lavorazione: tanto che i ca-taloghi di musica di editori come Venier, Sieber, La Chevardière, e tanti altri,

1] Si ricorda che l’espressione “violinisti-compositori” venne coniata da Marc Pincherle, Les vio-lonistes: compositeurs et virtuoses, Paris, Laurens, 1922.

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contengono un numero sterminato di composizioni destinate in prevalenza al consumo domestico o nel salotto borghese, aristocratico e aristocratico-bor-ghese (come mi piace indicare la forte visibilità sociale conquistata dai pro-prietari terrieri che si inurbarono in palazzi e palazzine che rendono ancora urbanisticamente a" ascinanti le nostre capitali).

Da questo fervore produttivo e da questa integrazione delle classi sociali medio-alte viene quindi una spinta altrettanto produttiva alla creazione musi-cale. Lo testimoniano, come dicevamo, i cataloghi degli editori; ma, oltre alla quantità, si deve registrare un fenomeno di cui i cataloghi non riescono – più di tanto – a testimoniare: la forte omogeneità stilistica, nella scelta dei generi, delle forme, del ‘gusto’, che diviene internazionale e di koiné. Proprio come – lo ricordiamo – avviene nel sistema matrimoniale delle dinastie monarchiche in cui cade il principio della nazionalità: si pensi alla povera Antonietta d’Asbur-go, regina ghigliottinata.

Nell’isola felice del [quasi] trentennio della pace europea le di" erenze na-zionali si stemperano, generando concetti di stile che vengono sentiti come ‘galanti’ o ‘della sensibilità’. Forse la discriminante più forte è quella tra opera piccola e opera grande, che troviamo nel catalogo di Boccherini a indicare non solo maggiore o minore ampiezza, ma forse, ancor più, maggiore o minore impegno compositivo.

L’apprezzamento estetico di questa enorme produzione italiana dei Giardi-ni, dei Cambini, dei Viotti e dei Boccherini è insidiato, a mio parere, dall’abba-cinamento che proviene dalla genialità di Haydn e Mozart, i quali rappresen-tano – ma a un livello di risultati indiscutibilmente superiore – quello stesso mondo che siamo venuti tratteggiando per i violinisti-compositori. In par-ticolare le notizie raccolte sulle biogra! e di questi autori, unite alla frequen-tazione divenuta abituale di tante loro musiche, non sono confrontabili con quello che conosciamo di Giardini, Cambini, Brunetti o Manfredi.2

Da qui, come si vede, l’utilità degli studi che si incaricano e si incaricheran-no di gettare maggiore luce su questa fase internazionale della musica italiana.

2] Parziali eccezioni provengono da alcune meritorie recenti imprese a proposito di Boccherini o Viotti: Marco Mangani, Boccherini, Palermo, L’epos, 2005; Mariateresa Dellaborra, Giovan Batti-sta Viotti, Palermo, L’epos, 2006; la stessa Dellaborra ha curato edizioni critiche dell’op. 1 e dell’op. 3 dei Quartetti concertanti per SEdM (Società Editrice di Musicologia).

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«Or qui comincian le dolenti note»Intellettuali italiani e musica tra XVIII e XIX secoloAlessandro Peroni

Lo scopo di questo intervento è fare il punto sulla percezione che della musica avevano gli intellettuali italiani all’inizio del secolo XIX, con una particola-re attenzione al periodo intorno all’annus mirabilis 1823, data della partenza dall’Italia di Rossini, nonché della prima esecuzione pubblica, dopo un decen-nio di ‘preparazione’, di una sinfonia di Beethoven a Milano sotto la direzione di Alessandro Rolla.1 Al 1823 risale anche il nucleo principale delle interessanti ri+ essioni sulla musica di Giacomo Leopardi, alle quali mi sono accostato di recente con uno studio pubblicato in «Antologia Vieusseux»,2 che si colloca sulla linea delle ricerche compiute da Marcello de Angelis e da altri autori.3

1] L’Accademia del Carnevale 1823 ebbe luogo alla Scala il 21 febbraio. In tale occasione, fu esegui-ta per la prima volta davanti al pubblico milanese una «Sinfonia a grande orchestra del Maestro Beethoven» (esecuzioni semipubbliche di opere di Beethoven erano avvenute già negli anni pre-cedenti, sempre a cura del Rolla). L’Accademia ebbe un grande successo, anche se le recensioni furono tutte a favore degli esecutori (Alessandro Rolla, il ! glio e i cantanti), impegnati in mu-siche di Rossini e altri autori, tra cui Rolla stesso. Nessuno invece gridò al miracolo ascoltando per la prima volta la poderosa voce di Beethoven. Cfr. Luigi Inzaghi – Luigi Alberto Bianchi, Alessandro Rolla, Milano, Nuove Edizioni, 1981, pp. 29-30.2] Alessandro Peroni, Uno zibaldone di note. L’estetica musicale di Leopardi, «Antologia Vieus-seux», XXII, n.s., 65, maggio-agosto 2016, pp. 59-70.3] Cfr. Arturo Graf, Il Leopardi e la musica, «Nuova Antologia», LXIX, serie IV, 16 giugno 1897; Cle-mente Rebora, Per un Leopardi mal noto, a c. di Laura Barile, Milano, Libri Scheiwiller, 1992; Marcello de Angelis, Leopardi e la musica, Firenze, LoGisma, 20142; Bruno Gallotta, Musica ed estetica in Leo-pardi, Milano, Rugginenti, 1997; Alberto Caprioli, Giacomo Leopardi e la ‘nuova musica’, in Leopardi e Bologna. Atti del convegno di studi per il secondo centenario leopardiano, (Bologna, 18-19 maggio 1998), a c. di Marco Antonio Bazzocchi, Firenze, Olschki, 1999, pp. 57-78; Introduzione, in Giacomo Leopardi, Teatro, edizione critica e commento di Isabella Innamorati, Roma, Edizioni di storia e lette-ratura, 1999, pp. 1-122; Franco Foschi, Leopardi, la musica e le Marche, in Quei monti azzurri. Le Mar-che di Leopardi, a c. di Ermanno Carini, Paola Magnarelli, Sergio Sconocchia, Venezia, Marsilio, 2002, sez. III, pp. 575-586; Id., Leopardi e la musica, in Aspetti della cultura europea del Novecento e ri+ essi nelle Marche, a c. di Alessandro Aiardi, Giancarlo Galeazzi, Sergio Sconocchia, Mario Veltri, Ancona, Accademia marchigiana di Scienze Lettere ed Arti, 2006, pp. 285-288; Gaspare Polizzi, Giacomo Leo-pardi la concezione dell’umano, tra utopia e disincanto, Milano, Mimesis, 2011, in particolare § 2.7. Per una disamina critica, si faccia riferimento in particolare a de Angelis, Leopardi e la musica, pp. 13-51.

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Musica strumentale italiana in Francia nella seconda metà del Settecento Candida Felici

tipologie della diaspora italiana nel settecento

La disseminazione della musica e dei musicisti italiani in Europa nel corso del Settecento è stata di tale portata, sia in relazione al numero degli artisti e delle musiche coinvolti sia in rapporto alla vastità dell’area geogra! ca in cui tale disseminazione ha avuto luogo, che per descriverla si è utilizzato il termi-ne diaspora, come nel caso del volume curato da Reinhard Strohm nel 2001.1 Proprio per la complessità e le molteplici articolazioni del fenomeno, pare non inutile ricorrere a un’analisi tipologica di tale ‘diaspora’.

Come ha sostenuto Rudolph Rasch,2 si possono distinguere diverse modali-tà nella mobilità dei musicisti durante il Settecento:

1) il soggiorno breve: i musicisti si recano all’estero per esibirsi in concer-ti, rappresentazioni, tournées, che li vedono operare nei diversi paesi europei durante un periodo limitato, per poi fare ritorno nei luoghi di origine e conti-nuare le loro attività professionali là da dove erano partiti;

2) il soggiorno prolungato: i soggiorni brevi si trasformano in soggiorni lunghi per via di occasioni lavorative scaturite dal contatto con le nuove realtà; dopo un certo tempo, da diversi mesi ad alcuni anni, i musicisti cambiano però residenza, o per tornare ancora una volta nel paese d’origine o per stabi-lirsi altrove;

3) il trasferimento de! nitivo: vi sono musicisti che partono per mai più ri-tornare, integrandosi nei nuovi paesi e trovandovi lucrative occasioni di lavo-ro e di insegnamento.

Queste tre tipologie sono assai di" use tra i musicisti italiani del Settecento, certamente il popolo europeo che in quel secolo ha visto la maggiore produ-

1] 7 e eighteenth-century diaspora of italian music and musicians, ed. by Reinhard Strohm, Turnhout, Brepols, 2001 (Speculum Musicae, 8).2] Rudolf Rasch, Leclair, Locatelli and the musical geography of Europe, in Locatelli and the vio-lin bravura tradition, a c. di Fulvia Morabito, Turnhout, Brepols, 2015 (Studies on Italian music history, 9), pp. 3-14.

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Tra le di< coltà di ricezione incontrate dalla musica di Boccherini nel passato prossimo e remoto, metterei al primo posto una costante di< coltà a cogliere il senso delle distinzioni di ‘genere’. In particolare, il di" uso riconoscimento del suo primato nell’ambito cameristico è sembrato comportare – come per tutti i «violinisti compositori»1 – un giudizio di epigonismo stilistico. Alla ca-tegoria stessa dello ‘stile concertante’ gli storici hanno spesso attribuito una funzione di ! ltro e di edulcorazione rispetto ai ‘viennesi’: una funzione che, già fortemente caratterizzante nel genere del quartetto,2 è sempre stata guar-data con sospetto nel genere sinfonico.3 Anziché derivarne giudizi di valore, si tratta piuttosto di considerare come tra il genere cameristico e quello sinfoni-co intercorrano, in Boccherini, scambi di ‘poetica’ e di scrittura che pongono problemi particolarissimi all’analisi delle forme e delle scritture, così come alla comprensione delle opere.

Vorrei innanzi tutto richiamare l’attenzione sulla vastità, nella produzione di Boccherini, di un’area che de! nirei ‘cameristico-sinfonica’, dove i due generi appaiono con contorni singolarmente sfumati.

Si ha un caso di ibridismo evidente con i Divertimenti, per due violini, + auto, viola, due violoncelli e contrabbasso, che subito dopo divennero Sestetti per archi (op. 15, per l’editore La Chevardière; op. 16 nel catalogo autografo; G 461-466).

Va discussa, innanzi tutto, la presenza nell’autografo dei Divertimenti di indicazioni di «solo» e «tutti». Sappiamo bene come fosse prassi abituale nello

*Questo articolo è apparso su «Chigiana», nuova serie, vol. 23, 1993, pp. 337-352. Per gentile con-cessione. Il più importante aggiornamento bibliogra! co sull’argomento qui trattato è indubita-bilmente Luigi Boccherini che Marco Mangani ha pubblicato con L’Epos di Palermo nel 2005; in particolare il capitolo Boccherini e lo “stile classico”, pp. 97-134. 1] Cfr. la fortunata locuzione di Marc Pincherle, Les violonistes virtuoses et compositeurs, Paris, Laurens, 19222] Cfr. Ludwig Finscher, Studien zur Geschichte des Streichquartette, I, Kassel, Bärenreiter,1974.3] Il fondatore di questo concetto ‘forte’ di sinfonismo fu Hugo Riemann, Handbuch der Musikgeschichte, Bd. 2, 3. Teil: Die Musik des 18. und 19. Jahrhunderts,Leipzig, 1913.

Boccherini tra camerismo e sinfonismo*Guido Salvetti

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«Tentava la vostra mano la tastiera...»Ascoltare musica a Pavia nell’OttocentoGianfranca Lavezzi

L’indagine sui luoghi dove si faceva e si ascoltava musica a Pavia nell’Otto-cento, con particolare ma non esclusivo riguardo alla musica strumentale, è a" ascinante ma vasta e accidentata e perlopiù carsica: molto ben condotta per alcuni aspetti,1 per altri è ancora in attesa di pazienti scavi d’archivio e di bi-blioteca, e saranno molto utili epistolari e scritture diaristiche ancora inediti e spogli sistematici della stampa locale.

Nelle sue linee generali, la mappa dei luoghi della musica a Pavia non è molto diversa da quella di altre città: i teatri, le società ! larmoniche, i salotti, le chiese, e la tendenza – nell’arco del secolo – è quella di un progressivo am-pliamento della fruizione della musica (sia il fare musica che l’ascoltare musi-ca). Con in più la presenza di una consistente fetta di fruitori particolari: gli universitari, sia professori che studenti, il ruolo dei quali in questo ambito è molto importante già a partire dall’ultimo trentennio del Settecento, sul quale converrà so" ermarsi brevemente prima di oltrepassare la soglia secolare.

A ! ne Settecento nella città, che ha circa 20.000 abitanti, rimane forte – come durante tutto il secolo – l’impegno culturale di alcune famiglie nobili, riunite nell’Accademia degli A< dati, con salotti molto attivi nell’organizzare rappresen-tazioni drammatiche, comiche, musicali, sia nei palazzi cittadini, che nelle case di campagna: Belcredi, Olevano, Malaspina (con case estive rispettivamente a Montalto, Cava, Sannazzaro). Ai nomi fatti, aggiungiamo Mezzabarba-Kheven-huller, Bellisomi, Botta, senza dimenticare il molto rinomato e ben frequentato salotto della marchesa Teresa Beccaria moglie di Luigi Botta Adorno.2

1] Mariateresa Dellaborra, Le accademie / larmoniche nella vita musicale di Pavia (1700-1900), in Accademie e Società / larmoniche in Italia. Studi e ricerche, a c. di Antonio Carlini (Quaderni dell’archivio delle Società ! larmoniche italiane, 5), Trento, Filarchiv, 2004, pp. 281-363; Ead., Artisti, accademici, musico/ li in Pavia nella seconda metà del XVIII secolo, in «Il ciel non so5 re inganni». Attorno al Demetrio di Mysliveček, «Il boemo», a c. di Mariateresa Dellaborra, Lucca, Libreria Musicale Italiana, 2011, pp. 3-23.2] Cfr. Cesare Repossi, La cultura letteraria a Pavia nei secoli XVI-XVIII, in Storia di Pavia, a c. di Emilio Gabba, Milano, Banca del Monte di Lombardia, vol. IV, t. 2, 1995, pp. 689-746.

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Alessandro Rolla a Parma (1782-1802)Mariateresa Dellaborra

Sulla vita e l’attività svolta da Alessandro Rolla (1757-1841) si conoscono molti dettagli soprattutto connessi al momento milanese (1802-1833) che lo vide pro-tagonista del mondo musicale cittadino nei teatri, nei salotti privati e in conser-vatorio. Poco si sa invece del periodo iniziale di lavoro presso la corte di Parma dove si stabilì a partire dal 1782 e sino al 1802, durante la reggenza di Ferdinando ! glio secondogenito (ed unico maschio) del duca Filippo I di Parma e di Eli-sabetta di Borbone-Francia (! glia di Luigi XV), nipote diretto del re Filippo V di Spagna e discendente di Guglielmo il conquistatore. Su questo ventennio si concentrerà l’attenzione e attraverso Rolla si cercherà di mettere a fuoco la vita artistica del ducato parmense, precisando i repertori extra operistici prediletti e la tipologia e la modalità di svolgimento degli eventi in cui essi erano inseriti.1

Nato a Colorno il 20 gennaio 1751 Ferdinando era asceso al trono all’età di 14 anni il 18 luglio 1765 e nel 1769 aveva sposato Maria Amalia d’Asburgo-Lorena. Un suo preciso ritratto ! sico e umano viene tratteggiato tra il 1768 e il 1769 da Giuseppe Pecis, uomo colto, economista, incaricato dalla corte di Vienna di raccogliere informazioni sull’aspetto, le inclinazioni, il carattere, l’educazione, i gusti e le abitudini del giovane per comprendere se fosse un buon partito da ma-trimonio: «bell’aspetto, statura mediocre inclina ad impinguarsi; cosce e gam-be proporzionate, volto avvenente, anima negli occhi, colore del volto bianco e tersa la pelle; voce maschile e sonora, si muove con agilità e grazia, ballando per molte ore con somma vivacità, e terminando senza il minimo a" anno».2

1] Sull’attività dei vari teatri di Parma numerosi sono i contributi. Dal pionieristico Paolo Emilio Ferrari, Spettacoli drammatico musicali e coreogra/ ci in Parma dall’anno 1628 all’anno 1883, Bo-logna, Forni, 1884 ai più recenti I teatri di Parma dal Farnese al Regio, a c. di Ivo Allodi, Milano, Nuove edizioni, 1969; Marco Capra, Il teatro d’opera a Parma. Quattrocento anni, dal Farnese al Regio, Parma, Silvana, 2007.2] Le due relazioni inviate tra il marzo 1768 e il febbraio 1769, conservate nell’Archivio di Stato di Vienna e tramandate da mano ignota, sono riprodotte in facsimile alla ! ne di Alba Mora, Un principe da sposare. Il giovane Ferdinando nella descrizione di un funzionario austriaco, in Un Borbone tra Parma e l’Europa. Don Ferdinando e il suo tempo (1751-1802). Atti del convegno

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Musica strumentale per Maria Luisa d’Etruria nel fondo Borbone della Biblioteca Palatina di ParmaElena Previdi

Ancora poco conosciuto e poco esplorato, il fondo Borbone della biblioteca Palatina di Parma racchiude al suo interno la nutrita raccolta di manoscritti che costituirono la biblioteca musicale personale dei re d’Etruria: Ludovico I di Borbone, duca di Parma e Piacenza, e sua moglie Maria Luisa dei Borbone di Spagna. I sovrani si sposarono nel 1794; considerando che Ludovico morì nel 1803, mentre Maria Luisa nel 1824, è scontato osservare che la gran parte della collezione pervenuta ! no a oggi è ascrivibile a lei e alla sua attività di mecenate.

Il fondo Borbone nel suo insieme è costituito da circa cinquemila pezzi di mu-sica, per lo più manoscritta, appartenuti al ramo dei Borbone di Parma fra il 1748 e il 1859. I contorni dello speci! co lascito di Maria Luisa possono essere meglio compresi se si considera che proprio durante la sua vita fu assemblata la gran parte di queste opere: infatti nel 1821 ve ne erano già registrate varie migliaia.

Solo recentemente le ! gure di Ludovico (1773-1803) e di Maria Luisa (1782-1824) d’Etruria hanno cominciato a essere esplorate dagli studi musicologici.1 Entrambi furono grandissimi amanti della musica. Ludovico, giunto a Ma-drid da Parma nel 1795 formalmente per completare la sua educazione, ma in realtà per prendere moglie, aveva portato con sé non solo la passione per l’arte dei suoni ma anche un bagaglio di conoscenze musicali di ottimo livel-lo che furono immediatamente messe a frutto presso la corte spagnola. Dal giovane principe ereditario di Parma, nipote diretto della moglie di Carlo IV, Maria Luisa di Borbone (omonima e madre della futura regina d’Etruria), ci si aspettava che convolasse a nozze con la ! glia più grande della coppia, sua cugina Maria Amalia: ma a questa, taciturna e poco incline a condividerne gli interessi culturali (soprattutto quelli musicali), egli preferì come sposa la più giovane ed esuberante sorella, Maria Luisa. Fu senz’altro Ludovico, infat-ti, a far consolidare questo speciale interesse nella tredicenne cugina, che, se

1] Paola Cirani, Maria Luisa, Infanta di Spagna, regina e musicista, Viareggio, Ancora, 2016. Da questo studio sono tratte le informazioni riportate nel presente paragrafo.

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Carlo Bignami: il virtuoso ‘poltrone’?Marina Vaccarini

«Se fosse possibile compilare un dizionario di sinonimi corrispondenti a molti cognomi, credo non si esiterebbe a mettere arte, e più speci! catamente violini-sta di contro a Bignami», così esordisce Alfonso Mandelli nel suo saggio Carlo Bignami e Nicolò Paganini pubblicato in tre puntate sulla «Gazzetta musicale di Milano» nel 1893 riferendosi a questa antica famiglia cremonese.1 Membro di un ramo della dinastia fu Giovanni «violinista eccellente» dal cui matrimo-nio con Anna Tiraboschi nacquero Carlo e due anni dopo Giacomo, entrambi «violinisti di primo ordine» e padri, a loro volta, di musicisti che seguirono la tradizione famigliare con qualche variante artistica e geogra! ca.2

Carlo Bignami nasce a Cremona il 6 dicembre 1808. Il 26 ottobre dello stesso anno, con Il principe di Taranto di Ferdinando Paër, era stato inaugurato il Teatro della Concordia, progettato da Luigi Canonica secondo la tipica struttura a ferro

* Questo contributo elabora con alcune integrazioni una mia ricerca precedente, Carlo Bignami: un violinista cremonese dell’800 nelle fonti bibliogra/ che, in Musica strumentale dell’Ottocento ita-liano, a c. di Guido Salvetti, Lucca, LIM (Quaderni del Corso di Musicologia del Conservatorio “G. Verdi” di Milano/3), 1995, pp. 165-93. 1] Alfonso Mandelli, Carlo Bignami e Nicolò Paganini, «Gazzetta Musicale di Milano» (d’ora in poi GMM), 5 novembre 1893, pp. 732-4; 12 novembre 1893, pp. 747-8; 26 novembre 1893, pp. 787-90; pubblicato anche in estratto da Ricordi, 1893. Prima di Mandelli, Francesco Regli aveva fornito notizie biogra! che sul violinista cremonese sub voce Bignami Carlo, in Dizionario biogra-/ co dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici, tragici e comici, maestri, concertisti, coreogra/ , mimi, ballerini, scenogra/ , giornalisti, impresarii, ecc. ecc. che / orirono in Italia dal 1800 al 1860, Torino, Dalmazzo, 1860, pp. 62-9. Nei dizionari di musica successivi, da Giovanni Masutto (Ma-estri di musica italiani del secolo XIX, Venezia, Gio. Cecchini, 1884, pp. 24-5) ai più recenti (Paolo Donati, sub voce. Bignami Carlo, in Dizionario biogra/ co degli italiani, Roma, Istituto dell’Enci-clopedia Italiana, vol. 10, 1968, consultabile online) le notizie riportate fanno sempre riferimento a Regli e a Mandelli, senza aggiunte signi! cative. 2] Distinti violinisti furono Guglielmo, l’unico ! glio maschio di Carlo, e il cugino Pompeo. Degli altri ! gli di Giacomo, Tito emigrò in Brasile e morì prematuramente a Rio de Janeiro, Cesare fu attivo come pianista e violoncellista a Montevideo, Vespasiano (detto ‘il Vespa’) si a" ermò a Milano come pittore e poeta ‘scapigliato’.

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«Avvicinandosi ad uno spirito tanto possente e venerato»I Capricci op. 1 di Paganini e la loro fortuna in GermaniaDanilo Prefumo

Pubblicati per la prima volta da Ricordi, a Milano, nel 1820, i 24 Capricci per violino solo op. 1 M.S. 24 di Niccolò Paganini1 non suscitarono inizialmente un grande scalpore presso la stampa specializzata, anche se furono ristampati a Lipsia da Breitkopf & Härtel già nel 1823, col numero di edizione 3936 (fig. 1), quindi piuttosto a ridosso della prima edizione italiana. Un’altra edizione ebbe luogo intorno al 1825, da parte di Richault, a Parigi (fig. 2). Nessuna di queste edizioni, tuttavia, fece parlare di sé, attirò una qualche attenzione particolare su Paganini. Nemmeno l’«Allgemeine Musikalische Zeitung» di Lipsia, che era di proprietà di Breitkopf & Härtel, dedicò una recensione a quest’opera autenticamente rivoluzionaria.

In realtà, i Capricci op. 1 vennero prepotentemente alla ribalta solo quando, a partire dalla primavera del 1828, Paganini iniziò la lunga tournée che lo portò trionfalmente in tutte le maggiori capitali musicali europee e lo trasformò, da fenomeno esclusivamente locale, circoscritto all’ambito italiano, a star inter-nazionale. Occorre ricordare, a questo proposito, che i Capricci erano, e rima-sero ! no al 1851, praticamente l’unica opera paganiniana di carattere virtuosi-stico disponibile in edizione a stampa ‘u< ciale’. In realtà qualche altra opera di carattere virtuosistico venne alla luce tra il 1828 e il 1840: le due più importanti furono la Sonata a violino solo M.S. 6, stampata col titolo di Merveille de Paga-nini, e le variazioni su Nel cor più non mi sento M.S. 44, sempre per violino solo, pubblicate da Carl Guhr in appendice al suo trattato Über Paganini’s Kunst die Violine zu spielen, non si sa se col consenso o meno dell’autore.2 Paganini, come si sa, era molto geloso della propria musica e, ! nché fu in vita, non volle pubblicare i suoi concerti per violino e orchestra nel timore che qualcuno po-tesse in qualche modo imitare il suo stile, la sua scrittura, il suo virtuosismo.

1] Per la problematica inerente ai Capricci di Paganini, si veda Danilo Prefumo, Niccolò Paganini, Palermo, L’Epos, 2006, pp. 250-270. 2] Carl Guhr, Über Paganini’s Kunst die Violine zu spielen, Mainz, Antwerpen und Brüssel, Schott’s Söhnen, 1830, pp. 47-59.

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Indice dei nomi

Abà Angelo, 58, 59Abel Carl Friedrich, 27Acerbi Giuseppe, 9, 9nA" ò Ireneo, 72nAgujari Lucrezia, 56, 79Aiardi Alessandro, 3nAla di Ponzone Daniele, 119Albrizzi Giovanni Battista, 13nAlday Paul, 34Alessandri Felice, 73Allodi Giovanni Maria, 78n, 79nAllodi Ivo, 71nAmadei Giuseppe, 74n, 120nAndreozzi Anna, 107Andreozzi Gaetano, 76, 107Anet Baptiste, 22nAnfossi Pasquale, 6, 12nAngiolini Paolo, 58, 60Aristotele, 5nArrivabene Giuseppe, 121nArtaria editore, 82nAsburgo Lorena Francesco Giuseppe Carlo

Giovanni (Francesco II), 100, 109 Asburgo-Este Ferdinando Carlo Antonio

Giuseppe Giovanni Stanislao d’, 77Asburgo-Lorena Maria Amalia d’, 71, 75n,

93Asburgo-Lorena Maria Antonia Giuseppa

Giovanna d’ (Maria Antonietta), 2, 78Asburgo-Lorena Massimiliano, 77Asioli Bonifazio, 88Auer Leopold, 148

Bach Johann Christian, 27Bach Johann Sebastian, 12, 132Bach Wilhelm Friedmann, 113nBadinter Elisabeth, 72nBagge Charles Ernest baron de, 22Baillot Pierre, 30, 30n, 34, 34n, 120Balsamo Crivelli Giuseppe, 59, 59nBarbierato Ra" aella, 119, 119nBarbieri Teresa, 54Barile Laura, 3nBarletti Carlo, 54, 54nBartoli Bacherini Maria Adelaide, 4nBassi Adolfo, 118nBassi Carolina, 118, 118nBassi Giovanni, 118nBassi Nicola, 118n, 121Bassi Raimonda, 118nBassi Ruggero Ladislao, 118Bayard editore, 25nBazzocchi Marco Antonio, 3nBeauharnais Eugenio di, 56Beccaria Teresa, 53Bédarida Henri, 73nBeethoven Ludwig van, 3, 3n, 9, 12, 13, 16, 132Belcredi famiglia, 53, 55n, 57Belcredi marchese, 55Bellingeri Provera Luigi, 56nBellini Antonio, 127Bellini Giuseppe, 127Bellini Vincenzo, 120nBellisomi famiglia, 53Bellisomi Pio, 56n

152 > indice dei nomi

Belloli Agostino, 95Belloli Luigi, 88, 95, 96Benavent marchese (Francisco de Borja), 44Benedict Julius, 120n, 125Bentivoglio Angelo, 75n, 76n, 79Berault editore, 32Bériot Charles-Auguste de, 120, 120nBerthollet Claude Louis, 36, 36nBertoni Ferdinando Gasparo, 12nBertosi Domenico, 86, 87 Bertran Lluís, 94nBesutti Paola, 21nBetri Maria Luisa, 119nBianchi Angelo, 82, 82n, 87Bianchi Cesare, 120, 120n, 125Bianchi Luigi Alberto, 3n, 73nBignami Carlo, 117, 117n, 118, 118n, 119, 120n,

121, 121n, 122, 123, 124, 124n, 125, 126, 127, 128, 129

Bignami Cesare, 117nBignami Fanny, 124nBignami Giacomo, 117, 117n, 126, 126nBignami Giovanni, 117, 118, 118n, 126, 126nBignami Guglielmo, 117n, 124nBignami Pompeo, 117nBignami Tito, 117nBignami Vespasiano, 117nBini Annalisa, 87nBlache Giacomo, 88Boccherini Luigi, 2, 2n, 12, 14, 27, 27n, 28,

29, 39, 39n, 40, 44, 49, 49n, 50, 51, 52nBohrer Antoine, 121nBohrer Max, 121nBoito Arrigo, 61Boivin editore, 21nBonaccorsi Arnaldo, 50nBonaparte Napoleone, 37, 56, 92, 96Bonaventura Arnaldo, 49nBon! co Giuseppe, 59Bora Paolo, 16nBorbone Ferdinando I di, 71, 71n, 72n, 73,

74, 75n, 77, 79, 88, 94, 96, 111 Borbone Filippo di, 78, 80

Borbone Filippo I di, 71 Borbone Filippo V di, 7n, 71Borbone Luigi di (Luigi XV), 71Borbone Maria Antonia di, 75n Borbone Maria Teresa di, 109Borbone-Condé Luigi di, 22Borbone-Etruria Maria Carlotta di, 96, 111Borbone-Francia Elisabetta di, 71Borbone-Francia Maria Adelaide di, 77Borbone-Francia Vittoria Luisa Maria Te-

resa di (Madame Victoire), 77Borbone-Spagna Carlo Lodovico di, 96,

102, 105n, 111, 111n, 112Borbone-Spagna Ludovico di, 75n, 78, 93,

94, 94n, 95, 96, 97, 107, 108, 111 Borbone-Spagna Maria Luisa di, 13n, 82, 93,

93n, 94n, 96, 96n, 97, 97n, 99, 100, 100n, 102, 104, 104n, 105n, 106, 107, 108, 109, 110, 111, 112, 112n, 113, 114, 114n, 115, 123n

Borri Francesco, 80Boscolo Lucia, 30nBotta Adorno Luigi, 53Botta famiglia, 53, 55nBrainard Paul, 30nBreitkopf & Härtel editore, 124n, 131Brenet Michel, 22nBrighenti Paolo, 17, 17nBroschi Carlo, 7nBuonarroti Michelangelo, 132Buranello vedi GaluppiBussedi Giovanni Maria, 64, 65 Buzio Alessandro, 65Byron George Gordon Noel, 132 Cagnoni Domenico, 72nCaldara Antonio, 12nCalella Michele, 22nCalini Orazio, 72, 72nCalzabigi Ranieri de’, 56nCani Valentina, 54nCanonica Luigi, 117Capacchi Guglielmo, 80nCapra Marco, 71nCaprioli Alberto, 3n

indice dei nomi > 153

Carini Ermanno, 3nCarli Plinio, 56nCarlini Antonio, 53n, 73n, 118nCarlo IV, 93, 94Carloni Antonio, 118Carmirelli Pina, 40, 44Carpani Giuseppe, 4, 4n, 5n, 9, 9n, 10, 10n,

11, 13, 13n, 14, 14n, 15, 15n, 16, 16n, 17nCartier Jean-Baptiste, 25, 25n, 30, 30n, 31,

34, 35Casati Giusto, 57Castelbarco Visconti Simonetta Cesare di,

127Cattaneo Antonio, 119Cavallini Ivano, 122nCeccherelli Giovanni, 102, 102n, 103, 103n,

104, 104n, 105, 106, 106nCecchi Francesco, 107Cerri Luigi, 127Cerruti Felice, 109Chabran, vedi ChiabranoChateaubriand François-René de, 132Checchi Giovanni Battista, 109Cherubini Luigi, 66Chiabrano Carlo, 23, 24, 25Chiabrano, 20Chiari Giovanni, 111n, 112Choron Alexandre, 34, 34nCimarosa Domenico, 6, 107, 108, 109Cipriani Gaspero, 102, 102n Cirani Paola, 93n, 94n, 96n, 97, 97n, 100n,

102n, 106n, 111Clementi Muzio, 12, 113nClermont conte di, vedi Borbone-CondéCodara Angelo, 66, 66nCody Lisa Forman, 23nCollarile Luigi, 86nColturato Annarita, 23n, 27nConati Marcello, 123nCondillac Étienne Bonnot de, 73Coppola Pietro Antonio, 58Coppola Vincenzo, 61Corelli Arcangelo, 6, 14, 34

Cramer Johann Baptist, 12, 113nCremani Luigi, 54, 54nCremaschi Antonio, 129Cremona Tranquillo, 67D’Arrigo, 61Dahlhaus Carl, 50nDall’Acqua Augusto, 62Damiani Matilde, 74n, 75David Giacomo, 77De Alberti Andrea, 63nDe Angelis Marcello, 3, 3n, 4n, 5n, 107De Anna Luigi Giuliano, 9nDe Gamerra Giovanni, 107De Majo Gian Francesco, 6De Mojana Pietro Giuseppe, 86De Paoli Giuseppe, 65De’ Bernucci Anna Davia, 107Degrada Francesco, 16nDelisle Jean Philippe, 76nDell’Acqua Carlo, 65, 65nDell’Acqua Marzio, 123nDella Noce Giovanni, 61nDella Zoppa Siro, 57Dellaborra Mariateresa, 2n, 33n, 53n, 57n,

58n, 59n, 60n, 61n, 74n, 87n, 94n, 129nDestouches André Cardinal, 22Devriès Anik, 21n, 25nDi Pasquale Marco, 97nDiderot Denis, 23n, 24, 24nDonati Paolo, 117nDonizetti Gaetano, 58, 60, 127nDossi Carlo, 66, 67nDossi Giuseppe, 66Downing A. � omas, 23nDragonetti Domenico, 13Du Tillot Léon Guillaume, 73Dupré Filippo, 75Durante Francesco, 6Durante Sergio, 30nDurini Angelo, 77nEste Maria Beatrice Ricciarda d’, 77Fabbri Paolo, 74n, 122nFabre Jean, 24n

154 > indice dei nomi

Falletti Franca, 97nFantosini Giuseppe, 105n, 108nFarinelli Giuseppe, 76, 107Farinelli vedi Broschi CarloFelici Candida, 21n, 22n, 23n, 30nFerrara Bernardo, 123, 123nFerrara Ferdinando, 123n, 129Ferrari Barassi Elena, 65nFerrari Domenico, 23, 24, 25, 25n, 26, 27Ferrari Giuseppe, 74nFerrari Paolo Emilio, 71nFerrari Petronilla, 55Ferrari Pierluigi, 97nFiammazzo Antonio, 55nFinscher Ludwig, 39nFlavigny conte, 75, 78Flora Francesco, 4nFogaccia Girolamo, 54Fontana Antonio, 127Fontana famiglia, 54Fontana Gregorio, 54nFortini Gerolamo, 57, 59, 60Foschi Franco, 3nFoscolo Ugo, 55, 56nFranchi Giacomo, 59, 59nFrank Giuseppe, 55, 55n, 56, 56nFrank Johann Peter, 56Fraschini Gaetano, 60, 61n, 65Frugoni Carlo Innocenzo, 73Fubini Enrico, 16nFugazza Adelmo, 74Gabba Emilio, 53nGabrieli Manlio, 9nGa" urio Franchino, 5Galeazzi Francesco, 122nGaleazzi Giancarlo, 3nGalli Andrea, 102Galli Giovanni, 55nGallotta Bruno, 3nGaluppi Baldassare, 6, 11, 12nGambassi Osvaldo, 74nGamberana Beccaria Francesco, 56nGasparini Francesco, 12n

Gautherot Louisa, 34nGaviniès Pierre, 34Gemini Fiorenza, 36nGenewein Agnes, 87nGérard Yves, 40, 40n, 44nGermi Luigi Guglielmo, 123n, 124nGhelardini Giuseppe, 109Gherardi Gherardo, 104, 106, 106n, 107, 108,

108n, 109, 110, 111, 111n, 112, 112n, 113Ghignone Pietro, 20, 22nGiannini Giovanni Battista, 110Giardini Elia, 57Giardini Felice, 2, 23, 24, 24n, 25, 25n, 27, 27nGioberti Vincenzo, 129Gioja Gaetano, 104, 105Giorgi Giacomo, 74, 74nGiorgi Vistarino Giuseppe de, 56nGiorgio II, 24nGiornovichi Giovanni Mane, 32, 32n, 33, 33nGiovio Giambattista, 56Giuliani Antonio, 109Giuliani Giovanni Francesco, 99, 100Giullini conte, 129Gluck Christoph Willibald, 6Goldoni Carlo, 109Gozzano Guido, 67nGozzi Susanna, 52nGraf Arturo, 3nGrande Tiziana, 87nGrassi Gaetana, 118nGrétry André Ernest Modeste, 75nGri< ni Carlotta, 60Grimm Friedrich Melchior, 23nGrossi Gaetano, 73, 81, 88nGuarneri Andrea, 119, 127Guérillot Henri, 33, 34Guglielmo il conquistatore, 71Guhr Carl, 131, 131nGuidi Alessandro, 63nGuido monaco, 5Guignon, vedi GhignoneHändel Georg Friedrich, 12Hasse Johann Adolph, 6, 12n

indice dei nomi > 155

Haydn Franz Joseph, 2, 9, 9n, 10, 10n, 12, 14, 32, 55

Heartz Daniel, 24nHerz Henri, 125Hugo Victor, 132Hummel Johann Nepomuk, 132Imbault Jean-Jérôme, 33, 34, 82nInnamorati Isabella, 3nInzaghi Luigi, 3n, 73nIsella Dante, 67nIzzo Francesco, 79nJacobi Erwin Reuben, 30nJarnovic (Jarnowick), vedi GiornovichiJommelli Niccolò, 6, 11Keralio August Guy Guinement de, 72Kircher Athanasius, 5Kozeluch vedi KoželuhKoželuh Leopold Antonín, 12, 109, 110Kreisler Fritz, 148nKreutzer Rodolphe, 34, 34n, 36, 120Kummer Friedrich August, 121, 121n, 126La Chevardière editore, 1, 25n, 39La Houssaye Pierre-Nicolas, 34La Popelinière Alexandre Jean Joseph Le

Riche de, 22La Pouplinière vedi La PopelinièreLamartine Alphonse de, 132Landi Angelo, 119nLattuada Teresa, 124nLaunay Denise, 16n, 22nLavezzi Gianfranca, 54nLavigna Vincenzo, 118Lazarevich Gordana, 16nLe Soeur padre, 73Leclair Jean-Marie, 19n, 20n, 34Leclerc Jean editore, 21nLecocq Charles, 63Lemaire Giuseppina, 59Leone XIII, 65Leopardi Carlo, 4nLeopardi Giacomo, 3, 3n, 4, 4n, 8, 17, 17nLesure François, 21n, 22n, 25nLindgren Lauri, 9n

Lingiardi Luigi, 65Lister Warwick, 33nLiszt Franz, 132, 133, 133n, 134, 135, 137, 139,

140, 141, 142, 144, 145, 146, 147, 149, 150Litta Giulio, 58Locatelli Antonio, 19n, 20, 20n, 21n, 22n,

24, 24nLocke John, 132Logroscino Nicola Bonifacio, 5Lolli Antonio, 29, 29n, 33Lombardia Ana, 94nLombardini Sirmen Maddalena, 30, 30n,

32, 32nLucca Francesco editore, 121, 127Maccherini Ansani Gioseppa, 81nMagnarelli Paola, 3nMaini Antonio, 127Maini Giovanni, 127Majer Andrea, 4, 5, 5n, 6, 6n, 7, 7n, 8, 8n, 9,

9n, 10, 10n, 11, 11n, 12, 12n, 13, 13n, 14, 17Malaspina famiglia, 53Manara Girolamo, 121Manara Ignazio, 119Mandelli Alfonso, 117, 117n, 118n, 119n,

120n, 123n, 124, 124nMangani Marco, 2n, 27n, 39nManna Pietro, 118, 119Manna Roncadelli Antonio, 118, 119Manna Ruggero, 118, 125, 126, 127, 128, 129Mannino Giuseppe, 98, 115Mantovani Dario, 54nMarcarini Demetrio, 65Marcello Benedetto, 6Marchesi Luigi, 77Marchi Gian Paolo, 4n, 5nMaria Luigia vedi Maria LuisaMarmontel Jean-François, 75nMartin Vincenzo, 77Martini Giovanni Battista, 72, 72n, 73, 73nMascagni Pietro, 63Mascheroni Lorenzo, 54, 55n, 57Maspes Gaetano, 60Masutto Giovanni, 117n

156 > indice dei nomi

Mattei Stanislao, 73n, 125Mayr Johann Simon, 105, 126Mayseder Josef, 125, 126Mazzarello Paolo, 55, 55nMc Veigh Simon, 24n, 27n, 33nMei Raimondo, 65, 65nMeneghetti Giulio, 36Mercadante Saverio, 58Meucci Renato, 97n, 122nMeyerbeer Jakob, 120n, 125Mezzabarba-Khevenhuller famiglia, 53Milliot abate, 73Minardi Gian Paolo, 123nMinoia Ambrogio, 74Monge Gaspard, 36nMontale Eugenio, 67, 67nMontanari Giuliana, 97nMontemartini, 68Montenz Lorenzo, 99nMonterosso Ra" aello, 4n, 124nMonti Achille, 68Mora Alba, 71n, 72nMorabito Fulvia, 19nMorandi Gaetano, 100, 100n, 101Morani, 62, 62nMoretti Felice, 60, 65Mori della Casa Maddalena, 77Morigi Angiolo, 74nMorini, 100Moroni Anna Maria, 4nMozart Wolfgang Amadeus, 2, 12, 14, 34,

55, 113n, 132 Mozzarelli vedi MuzzarelliMuzzarelli Antonio, 108, 109, 110Mysliveček Joseph, 53n, 56, 74nNardini Pietro, 99Negri Edoardo, 65n, 66nNeill Edward, 123nNeri Bondi Michele, 106Nerici Luigi, 98nNicolini Giuseppe, 76Olevano famiglia, 53Omero, 132

Omodei Giacomo, 56nOrlandi Antonio, 120Orlandi Ferdinando, 76Orlandini Giovanni, 125Ortega Judith, 94nPacini Giovanni, 114, 114nPaër Ferdinando, 76, 88, 88n, 95, 100, 107, 117, Pagani Anton Giuseppe, 107Paganini Niccolò, 13, 62, 62n, 117, 117n, 118,

121, 122, 122n, 123, 123n, 124, 124n, 131, 131n, 132, 133, 134, 135, 137, 138, 139, 144, 145, 146, 147, 149, 150

Pagin Pierre, 22, 23, 23nPagnini, 36, 36nPaisiello Giovanni, 6, 55, 56n, 107Panzieri Lorenzo, 108Paradiso Francesco, 122nParis Marianna, 55Pasi Amalia, 60Pavanello Agnese, 30nPavarani Marcello, 123nPavesi Pietro, 69Pecis Giuseppe, 71Pepe Luigi, 36nPergolesi Giovanni Battista, 6, 8, 16n, 22, 29Peri Alessandro, 125, 127, 129Peri Giuseppe, 127Peri Jacopo, 5Peroni Alessandro, 3n, 5n, 8n, 16nPeso Helena, 9nPetracco Floriana, 119nPezzana Angelo, 72nPiatti Alfredo, 121, 121n, 126, 127, 128Piccinni Vito Niccolò Marcello Antonio

Giacomo, 6 Piergili Giuseppe, 4nPierluigi Giovanni da Palestrina, 5, 66Pierre Constant, 22n, 33n, 34n, 36nPincherle Marc, 1n, 39nPio VI, 88Platone, 11, 132Pleyel Ignaz Joseph, 12, 55, 118Polin Giovanni, 30n

indice dei nomi > 157

Polizzi Gaspare, 3nPompadour madame de (Jeanne Antoinette

Poisson), 22Porpora Nicola Antonio Giacinto, 5Porta Enzo, 121nPrefumo Danilo, 62n, 131nPrevidi Elena, 82n, 104n, 112nPuccini Antonio, 74nPuccini Giacomo, 63Pugliesi Giuseppe, 126Pugnani Gaetano, 12, 23, 23n, 25, 27, 27n,

32, 33n, 34Quarenghi Guglielmo, 121, 126, 127, 129Radiciotti Giuseppe, 4nRambaldi Francesco, 75nRambaldi Gaetano, 61Rasch Rudolph, 19, 19n, 20, 20n, 27Re Giuseppe, 63nRe Venanzio, 63nRebora Clemente, 3n, 4nRegli Francesco, 60n, 117n, 118n, 119n, 121,

121n, 124n, 127, 127n, 129nRepossi Cesare, 53nReverdini Niccolò, 67nRezzonico Carlo Castone Della Torre di, 73Riboldi Agostino Gaetano, 65, 66, 66nRichault editore, 131Ricordi editore, 117n, 124n, 131Riemann Hugo, 39nRiva Federica, 87nRobuschi Giovanni Ferdinando, 73, 76Rode Pierre, 34, 34n, 120Rolla Alessandro, 3, 3n, 20, 56, 61, 71, 73,

73n, 74, 74n, 75, 76n, 80, 80n, 81, 82n, 83, 86, 86n, 87n, 88n, 89, 94, 94n, 95, 122, 123

Rolla Antonio Maria Giuseppe, 75nRolla Ferdinando Maria Enrico, 74, 82n Rolla Marcello Maria Ludovico, 75nRolla Pietro Filippo, 75nRonzi Gasparo, 104, 105, 105n, 106Rosenthal Albi, 124Rossi Isidoro, 60Rossi Rognoni Gabriele, 97n

Rossini Gioacchino, 3, 3n, 9, 13, 13n, 14, 16, 17, 58, 63, 114, 122n

Rousseau Jean-Jacques, 16, 16n, 23nRovelli Giuseppe, 73, 81, 88, 88nRugarli Gasparo, 76Sacchetti, 59Sacchi Defendente, 58Sacchini Antonio Maria Gasparo, 6, 12nSadie Stanley, 27nSala Massimiliano, 33nSalvetti Guido, 117n, 123nSammartini Giovanni Battista, 12, 14Sanvitale Francesco, 67nSanvitale Stefano, 123nSarcani Demetrio, 54nSarti Giuseppe, 6, 12n, 75, 107Sartori Claudio, 81n, 107nSasportes José, 76nScarlatti Alessandro, 5Scarpa Antonio, 54, 54nSchizzi Folchino, 118Schneider Nicola, 87nSchnoebelen Anne, 72nSchubert Franz Anton, 52n, 121, 126Schumann Robert, 132, 133, 134, 135, 135n,

136, 137, 137n, 138, 139, 139n, 142, 144, 147Schumatz Giovanni, 13, 13nSconocchia Sergio, 3nScovelli Gaetano, 107Serravezza Antonio, 52nSieber editore, 1, 32, 33, 82nSimonis Ferdinando, 74nSirch Licia, 118n, 120n, 125n, 128nSirmen Ludovico, 32nSità Maria Grazia, 73n, 104n, 123nSomis Giovanni Battista, 23Sommi Picenardi Giorgio, 119, 119nSordelli, 59Spalding Albert, 148nSpeck Christian, 27n, 40nStabingher Mattia, 113, 114Stamitz, 12, 34Stanga Camillo, 119

158 > indice dei nomi

Steibel Daniel, 12Stella Angelo, 54nSteybel vedi SteibelStowell Robin, 37nStrakosch Maurice, 120nStreicher Johannes, 79nStrohm Reinhard, 19, 19nSuppé Franz von, 63Taglioni Salvatore, 109Tartini Giuseppe, 6, 20, 21n, 22, 23, 29, 30,

30n, 31, 34, 36nTerrabugio Giuseppe, 66, 66nTessarini Carlo, 21, 21nTicozzi Stefano, 5nTiraboschi Anna, 117Topan–Valeggia Irma, 62Torrefranca Fausto, 50, 50nTorrigiani Luigi, 124nTosi Carlo, 127Tosi Luigi, 65Tosi, 59Traeg editore, 82nTraetta Tommaso, 6, 12nTrento Vittorio, 113Turrini Miriam, 88nUsilio Emilio, 63Vagensiel vedi WagenseilValle Luigi, 66nVanhal Jan Křtitel, 12Varisco Giovanni, 62Vecchio Luigi, 59Vecellio Tiziano, 5n, 9Veighel vedi WeiglVeltri Mario, 3n

Vendrix Philippe, 16nVenier editore, 1, 27, 32Verdelli Enea, 118Verdi Giuseppe, 58Verri Pietro, 54nVerti Roberto, 74nVetro Gaspare Nello, 79n, 80, 81nVicini Emanuele, 54nViganò Onorato, 109Villani Filippo, 62Vimercati Pietro, 126Vinci Leonardo, 5Viotti Giovanni Battista, 2, 2n, 32, 33, 33n,

34, 34n, 37n, 120Vivaldi Antonio, 12n, 34n Vivanti Augusto, 67, 68nVolpi Mirko, 64nVolta Alessandro, 54, 54n, 55, 55n, 57Wagenseil Georg Christoph, 12 Walker Alan, 133nWeber Carl Maria von, 132nWeigl Joseph, 111, 111nWhite Chappell, 32n, 34nWieck Clara, 144Wilcox Beverly, 23nWokler Robert, 16nWol" Edouard, 120nWol" Pierre, 132Zappalà Pietro, 121nZarlino Giose" o, 5Zatti Susanna, 56nZingarelli Nicola, 107Zuccoli Leopoldo, 74

Pubblicazione realizzatadalla redazione e dall’uffi cio grafi co SEdMSocietà Editrice di Musicologianel mese di ottobre 2017

Società Editrice di MusicologiaSaggi: 4isbn: 978-88-941504-9-0www.sedm.it

euro 10

«Il genere strumentale ha portato la musica alla rovina» scriveva Stendhal nel 1814 delineando la situazione musicale italiana del tempo. E questa opinione, condivisa da molti contemporanei, si è trasmessa nei decenni successivi inficiando l’approccio al repertorio e un suo obiettivo giudizio. Un contributo alla sua conoscenza e alla sua puntuale valutazione viene qui dall’indagine su alcuni protagonisti di quell’ora che hanno concorso a formarlo – illustrando aspetti inediti della loro produzione e della divulgazione della loro opera anche a livello europeo o apportando dati storiografici al loro operare – e dalla presentazione di pagine sconosciute o già entrate nelle programmazioni concertistiche, ma analizzate da nuove prospettive.

“The instrumental genre ruined music,” Stendhal wrote in his 1814 description of the Italian music scene. His opinion, widely shared and echoed over several decades, loomed large on the standard repertory and its objective evaluation. This volume aims at reaching a more balanced assessment. Major figures from that era are explored, who helped shape that repertory. Unknown aspects of their music and its circulation, both at home and abroad, are highlighted. New historical data are presented, and compositions are discussed that are either unknown or approached from an unusual perspective.