Uno studio dell’intensità dei sistemi olivicoli collinari terrazzati: il caso del Monte Pisano

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Materiali e metodi Nel Comune di Calci, sito nell’area periurbana di Pisa (Fig. 1), sono state condotte 35 interviste semi-strutturate, rappresentative del 12% dei gestori amatoriali individuati incrociando diverse fonti (catasto, frantoio sociale, Comune, fonti informali). Tali interviste erano volte a dettagliare le pratiche di conduzione degli oliveti. Le principali caratteristiche geomorfologiche (esposizione, densità di muretti a secco, etc.) e gestionali (frequenza di potature e sfalci, etc.) dei singoli appezzamenti sono state analizzate in funzione del numero di olivi gestiti. Considerata l’elevata intensità di manodopera richiesta anche per ridotte superfici, tale criterio è risultato più pertinente di altri utilizzati in letteratura (piante/ettaro, pendenza, etc.) per discriminare tra tipologie di gestori. Risultati Il censimento degli olivicoltori ha messo in evidenza l’importanza che assumono localmente i gestori amatoriali (Fig. 1). Il sistema olivicolo studiato è sicuramente estensivo: viene investito il minimo in termini di lavoro e risorse economiche, la produzione di olio non è il motivo principale di gestione (Fig. 2). Tutti gli oliveti sono inerbiti e vengono sfalciati da 1 a 10 volte l’anno; il diserbo non risulta praticato. Anche la lotta alla mosca viene effettuata con metodi alternativi, evitando l’uso di fitofarmaci. L’alto costo di lavoro e la gestione amatoriale che tende a limitare i costi determinano una produzione finalizzata all’autoconsumo; l’efficienza maggiore nella produzione di olio si raggiunge fino a 200 piante per olivicoltore, poi decresce sotto il litro per pianta (Fig. 2) . La gestione dei muretti a secco e del sistema scolante (19 su 35 eseguono lavori di manutenzione) non sembra essere correlata né alla dimensione dell’oliveto (in numero di piante) né a caratteristiche geomorfologiche o intensità di gestione (Fig. 3): si può quindi ipotizzare che sia legata a fattori individuali. Uno studio dell’intensità dei sistemi olivicoli collinari terrazzati: il caso del Monte Pisano Sabine C. Gennai-Schott 1 , Davide Rizzo 2 , Tiziana Sabbatini 1 , Elisa Marraccini 1 1 Istituto di Scienze della Vita, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa. Autore corrispondente: [email protected] 2 INRA, UMR 1273 Métafort, Saint-Genes-Champanelle (France) XLIII ° Convegno della Società Italiana di Agronomia PISA 17 - 19 Settembre 2014 Introduzione I sistemi olivicoli collinari forniscono importanti servizi ecosistemici, oltre che valenze paesaggistiche e culturali quando sono associati a terrazzamenti. Le dinamiche di urbanizzazione dell’area mediterranea hanno spesso indotto una periurbanizzazione di tali sistemi, da cui deriva una crescente coesistenza, finora poco studiata, tra diversi gestori: gli olivicoltori professionali e i vari profili di olivicoltori non professionali (Kizos et al., 2010). Questo studio ha l’obiettivo di proporre un’analisi degli olivicoltori amatoriali, nel sistema olivicolo terrazzato del Monte Pisano, con un approccio agronomico-territoriale (Benoît, Rizzo et al., 2012). Ricerca realizzata con il finanziamento dell’Agence Nationale de la Recherche francese per il progetto DAUME ANR-2010-STRA-007-01 Conclusioni – Questo lavoro esplora il ruolo e l’influenza di nuovi profili di attori nella gestione dei paesaggi agrari. Nel caso di studio del Monte Pisano – emblematico degli oliveti terrazzati mediterranei – sono state evidenziate alcune caratteristiche emergenti di un sistema produttivo periurbano. In particolare, l’approccio agronomico territoriale ha permesso di rendere esplicita la configurazione spaziale delle pratiche agricole come supporto per ulteriori analisi di impatto sulle risorse naturali. Questo studio apre dunque una nuova prospettiva sul ruolo della ricerca agronomica nella valutazione della sostenibilità dei sistemi agrari contemporanei. Fig. 3. Numero di piante per olivicoltore (sopra) e frequenza sfalci e potature (sotto). Fig. 1. Dati demografici degli olivicoltori amatoriali Fig. 2. Litri di olio prodotti per numero di piante gestite dagli olivicoltori amatoriali intervistati. Bibliografia: Benoît, Rizzo et al. (2012) Landscape Ecology 10: 1385-1394 ; Kizos, T., A. Dalaka, e T. Petanidou (2010) Agriculture and Human Values 27: 199–212. 0 1 2 Km

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Materiali e metodi

Nel Comune di Calci, sito nell’area periurbana di Pisa (Fig. 1),sono state condotte 35 interviste semi-strutturate,rappresentative del 12% dei gestori amatoriali individuatiincrociando diverse fonti (catasto, frantoio sociale, Comune,fonti informali). Tali interviste erano volte a dettagliare lepratiche di conduzione degli oliveti.

Le principali caratteristiche geomorfologiche (esposizione,densità di muretti a secco, etc.) e gestionali (frequenza dipotature e sfalci, etc.) dei singoli appezzamenti sono stateanalizzate in funzione del numero di olivi gestiti. Consideratal’elevata intensità di manodopera richiesta anche per ridottesuperfici, tale criterio è risultato più pertinente di altriutilizzati in letteratura (piante/ettaro, pendenza, etc.) perdiscriminare tra tipologie di gestori.

Risultati

Il censimento degli olivicoltori ha messo in evidenza l’importanza cheassumono localmente i gestori amatoriali (Fig. 1). Il sistema olivicolo studiatoè sicuramente estensivo: viene investito il minimo in termini di lavoro erisorse economiche, la produzione di olio non è il motivo principale digestione (Fig. 2). Tutti gli oliveti sono inerbiti e vengono sfalciati da 1 a 10volte l’anno; il diserbo non risulta praticato. Anche la lotta alla mosca vieneeffettuata con metodi alternativi, evitando l’uso di fitofarmaci.

L’alto costo di lavoro e la gestione amatoriale che tende a limitare i costideterminano una produzione finalizzata all’autoconsumo; l’efficienzamaggiore nella produzione di olio si raggiunge fino a 200 piante perolivicoltore, poi decresce sotto il litro per pianta (Fig. 2) .

La gestione dei muretti a secco e del sistema scolante (19 su 35 eseguonolavori di manutenzione) non sembra essere correlata né alla dimensionedell’oliveto (in numero di piante) né a caratteristiche geomorfologiche ointensità di gestione (Fig. 3): si può quindi ipotizzare che sia legata a fattori

individuali.

Uno studio dell’intensità dei sistemi olivicoli collinari terrazzati: il caso del Monte Pisano

Sabine C. Gennai-Schott1, Davide Rizzo2, Tiziana Sabbatini1, Elisa Marraccini1

1 Istituto di Scienze della Vita, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa. Autore corrispondente: [email protected] INRA, UMR 1273 Métafort, Saint-Genes-Champanelle (France)

XLIII° Convegno della Società Italiana di Agronomia – PISA 17-19 Settembre 2014

IntroduzioneI sistemi olivicoli collinari forniscono importanti servizi ecosistemici, oltre che valenze paesaggistiche e culturali quando sono associati aterrazzamenti. Le dinamiche di urbanizzazione dell’area mediterranea hanno spesso indotto una periurbanizzazione di tali sistemi, da cuideriva una crescente coesistenza, finora poco studiata, tra diversi gestori: gli olivicoltori professionali e i vari profili di olivicoltori nonprofessionali (Kizos et al., 2010). Questo studio ha l’obiettivo di proporre un’analisi degli olivicoltori amatoriali, nel sistema olivicoloterrazzato del Monte Pisano, con un approccio agronomico-territoriale (Benoît, Rizzo et al., 2012).

Ricerca realizzata con il finanziamento dell’Agence Nationale de la Recherche francese per il progetto DAUME n° ANR-2010-STRA-007-01

Conclusioni – Questo lavoro esplora il ruolo e l’influenza di nuovi profili

di attori nella gestione dei paesaggi agrari. Nel caso di studio del MontePisano – emblematico degli oliveti terrazzati mediterranei – sono stateevidenziate alcune caratteristiche emergenti di un sistema produttivoperiurbano. In particolare, l’approccio agronomico territoriale ha permesso direndere esplicita la configurazione spaziale delle pratiche agricole comesupporto per ulteriori analisi di impatto sulle risorse naturali. Questo studioapre dunque una nuova prospettiva sul ruolo della ricerca agronomica nellavalutazione della sostenibilità dei sistemi agrari contemporanei.

Fig. 3. Numero di piante per olivicoltore (sopra) e frequenza sfalci e

potature (sotto).

Fig. 1. Dati demografici degli olivicoltori amatoriali

Fig. 2. Litri di olio prodotti

per numero di piante gestite

dagli olivicoltori amatoriali

intervistati.

Bibliografia: Benoît, Rizzo et al. (2012) Landscape Ecology 10: 1385-1394 ; Kizos, T., A. Dalaka, e T. Petanidou (2010) Agriculture and Human Values 27: 199–212.

0 1 2Km