UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf ·...

12
SALUTE DELLA TIROIDE FOTO: PROF. ALDO PINCHERA PRESIDENTE ONORARIO ASSOCIAZIONE ITALIANA TIROIDE La laser terapia Una nuova metodica minimamente invasiva Ipertiroidismo e ipotiroidismo Quando la tiroide funziona troppo o troppo poco I disturbi del sonno Cause e conseguenze dipendenti dagli ormoni tiroidei PER SAPERNE DI PIÙ 7 IDEE QUESTO SUPPLEMENTO È STATO REALIZZATO DA MEDIAPLANET. IL SOLE 24 ORE NON HA PARTECIPATO ALLA SUA REALIZZAZIONE E NON HA RESPONSABILITÁ PER IL SUO CONTENUTO UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET No 1./Giugno 2011 CURARNE I DISTURBI

Transcript of UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf ·...

Page 1: UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf · dell’obesità in Italia e nella mag-gior parte degli altri paesi, com-presi quelli

SALUTE DELLATIROIDE

FOTO: PROF. ALDO PINCHERA PRESIDENTE ONORARIO ASSOCIAZIONE ITALIANA TIROIDE

La laser terapiaUna nuova metodica minimamente invasiva

Ipertiroidismo e ipotiroidismo Quando la tiroide funziona troppo o troppo poco

I disturbi del sonno Cause e conseguenze dipendenti dagli ormoni tiroidei

PER SAPERNEDI PIÙ

PER SAPERNE

7IDEE

QUESTO SUPPLEMENTO È STATO REALIZZATO DA MEDIAPLANET. IL SOLE 24 ORE NON HA PARTECIPATO ALLA SUA REALIZZAZIONE E NON HA RESPONSABILITÁ PER IL SUO CONTENUTO

UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

No 1./Giugno 2011

CURARNE I DISTURBI

Page 2: UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf · dell’obesità in Italia e nella mag-gior parte degli altri paesi, com-presi quelli

2 · SALUTE DELLA TIROIDE UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

EDITORIALE

La tiroidee le sue malattie

Le malattie della ti-roide sono estre-mamente diffuse in tutto il mondo: insieme al diabete mellito, rappresen-tano le patologie

più di� use del sistema endocri-no-metabolico. Negli ultimi anni questo primato è stato in realtà superato dalla enorme di� usione dell’obesità in Italia e nella mag-gior parte degli altri paesi, com-presi quelli in via di sviluppo.

Le malattie della tiroide han-no la caratteristica di essere mol-to più frequenti nella donna e di essere in larga misura dipenden-ti dallo stato nutrizionale di iodio. Ciò si spiega facilmente conside-rando che lo iodio è un costituente fondamentale degli ormoni pro-dotti dalla ghiandola (tiroxina e triiodotironina), che a loro vol-ta sono essenziali per assicurare un armonico sviluppo dell’orga-nismo e in particolare del cervel-lo, della maturazione sessuale e dell’equilibrio metabolico nel suo complesso.

In zone molto estese del mondo lo iodio disponibile negli alimen-ti è scarso e ciò spiega perché il ri-schio di gozzo e, nei casi di mag-giore carenza, anche il rischio di un difetto dello sviluppo menta-le, è stato a lungo molto elevato fi -no ad interessare oltre due miliar-di di persone nel mondo. Negli ul-timi anni la profi lassi iodica, con l’aggiunta di iodio nel sale comu-ne, ha consentito di contrastare,

nella maggior parte dei paesi, gli e� etti della carenza iodica. La re-cente introduzione in Italia di una legge che promuove la distribu-zione generalizzata del sale iodato a tutta la popolazione, ha già dato i suoi frutti, ma è importante che l’uso del sale iodato sia esteso a tutta la popolazione per una com-pleta prevenzione dei disturbi da carenza iodica. Per rispondere al-le recenti raccomandazioni di li-mitare il consumo di sale negli ali-menti, il nostro motto è: poco sale ma iodato!

Tra le malattie della tiroide non legate alla carenza alimentare di iodio, le forme più comuni sono le malattie autoimmuni e in partico-lare la tiroidite di Hashimoto, con o senza ipotiroidismo e il morbo di Basedow, con ipertiroidismo spes-so associato ad esoftalmo. Anche in questo caso, la donna è colpita molto più dell’uomo. Per l’ipotiroi-dismo è disponibile l’ormone ti-roideo sintetico (levotiroxina) che è del tutto identico all’ormone na-turale e corregge completamen-te i disturbi da ridotta produzione ormonale. Per l’ipertiroidismo si hanno a disposizione farmaci che frenano rapidamente l’eccesso di funzione tiroidea, ma spesso non consentono un controllo defi ni-tivo dell’ipertiroidismo. In questi casi, l’intervento chirurgico (tiroi-dectomia) o la terapia radiometa-bolica con radiodiodio permetto-no di ottenere una cura defi nitiva dell’ipertiroidismo.

I tumori maligni della tiroide

sono relativamente rari e, come il-lustrato in un apposito articolo di questo supplemento, sono spesso suscettibili di guarigione se trat-tati adeguatamente. Tra questi tu-mori il carcinoma papillare può essere indotto dalle radiazioni e in particolare dallo iodio radioat-tivo liberato negli incidenti nucle-ari, come si è verifi cato dopo l’in-cidente di Chernobyl. Paradossal-mente, nelle dosi opportune, lo stesso iodio radioattivo viene uti-lizzato con successo nella terapia dell’ipertiroidismo e anche dello stesso tumore maligno della ti-roide.

In questo fascicolo sono breve-mente illustrati i grandi progres-si e� ettuati dalla ricerca bio-me-dica, nella diagnosi e nella terapia delle malattie della tiroide. Rite-niamo qui opportuno sottolinea-re il grande contributo dato dagli studi della fi siopatologia tiroidea che ha avuto nella prevenzione e cura di a� ezioni della tiroide con elevato impatto sociale, per la lo-ro di� usione e gravità. Si tratta del cretinismo endemico che è sta-to ormai debellato in gran parte del mondo con la iodoprofi lassi, e del cretinismo sporadico (dovu-to all’ipotiroidismo congenito), che viene e� cacemente prevenu-to con una pronta terapia con or-moni tiroidei, grazie alla diagno-si precoce consentita dallo scree-ning neonatale. Si tratta di vere e proprie conquiste epocali su scala mondiale.

“La tecnica MIVAT unisce il vantaggio della piccola incisio-ne a quello dell’in-grandimento delle immagini endoscopi-che.”

PaoloMiccoliProfessoreOrdinario dichirurgiadell’Università di Pisa.

IN EVIDENZA

PAGE 04

La laser terapia nel nodulo tiroideo p. 05

La carenza iodica nella don-na gravida p. 08

TIROIDE, PRIMA EDIZIONE, GIUGNO 2011

Managing Director:Elisa De donno

Editorial Manager:Gianluca Cò

Project Manager: Lara SilvestriTelefono: +39 02 49 58 36 06E-mail: [email protected]

Distribuito con: Il Sole 24 OreStampa: Il Sole 24 Ore

Contatti mediaplanet: Telefono: +39 02 49 58 36 00Fax: +39 02 49 58 36 25E-mail: [email protected]

“In questo fa-scicolo sono brevemente illustrati i grandi progressi effet-tuati dalla ricer-ca bio-medica, in questi ultimi anni, nella dia-gnosi e nella terapia delle malattie della tiroide”

Aldo PincheraProfessoreEmerito diEndocrinologia, Università di Pisa

Roberto RocchiDirigente medi-co Dipartimento Endocrinologia e Metabolismo, azienda Ospeda-liera Universitaria Pisana.

Page 3: UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf · dell’obesità in Italia e nella mag-gior parte degli altri paesi, com-presi quelli

SALUTE DELLA TIROIDE · 3UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

Le patologie subcliniche della tiroide (ipotiroidismo ed iper-tiroidismo subclinico) posso-no essere considerate delle for-me iniziali di disfunzione del-la ghiandola tiroide in cui i li-velli degli ormoni tiroidei sono ancora nei valori di normalità, mentre l’ormone ipofisario, il TSH , che controlla la funzione e il trofismo della ghiandola ti-roide, è già alterato. L’ipotiroidi-smo subclinico rappresenta una condizione di carenza funziona-le della ghiandola tiroidea. Tale patologia è molto frequente (4-16% della popolazione generale) specie nelle donne e nelle per-sone anziane.

Sintomatologia

La sintomatologia clinica può essere lieve e poco specifica. So-lo il 30% dei pazienti con Ipoti-roidismo subclinico riferisce sintomi specifici come cute secca, disturbi della memoria,

astenia, adinamia, crampi mu-scolari, intolleranza al freddo, edema palpebrale e stipsi. Un deficit di ormoni tiroidei,anche lieve, può essere responsabile di una ridotta fertilità, e in ca-so di gravidanza, di importanti complicanze per la madre e per il feto.

Complicanze

L’ipotiroidismo subclinico può inoltre essere responsabile di complicanze cardiovascola-ri come ipertensione, ipercole-sterolemia, e può essere un im-portante fattore di rischio per cardiopatia ischemica e insuf-ficienza cardiaca, specie nell’ anziano. L’Ipertiroidismo sub-clinico ha un prevalenza dello 0.7-12.4%, in relazione al consu-mo di iodio. La sintomatologia è caratterizzata da palpitazio-ni, tremori, intolleranza al cal-do, sudorazioni, ansia, difficoltà di concentrazione, cardiopalmo,

insonnia. Segni e sintomi speci-fici di patologia sono general-mente mascherati nel paziente anziano, anche se le conseguen-ze cliniche di tale patologia so-no più gravi in età avanzata.

Sintomi

Il primo sintomo di ipertiroi-dismo subclinico dell’anziano è spesso la fibrillazione atria-le, che può predisporre a un au-mentato rischio di insufficien-za cardiaca e di ictus e può es-sere responsabile di un’aumen-ta mortalità,specie nei pazien-ti cardiopatici. Inoltre, nei pa-zienti anziani, l’ipertiroidismo subclinico può inoltre essere re-sponsabile di un aumentato ri-schio di osteoporosi e fratture.

GAETANO LOMBARDIProfessore Ordinario in Endocrino-logia, Università di Napoli Federico II

BERNADETTE BIONDIProfessore Associato in Endocrino-logia, Università di Napoli Federico II

NEWS

Forme subcliniche di ipotiroidismo e ipertiroidismo

UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

1IDEA

Page 4: UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf · dell’obesità in Italia e nella mag-gior parte degli altri paesi, com-presi quelli

4 · SALUTE DELLA TIROIDE UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

La defi nizione di chirurgia mi-ni-invasiva della tiroide risulta di interpretazione equivoca sia per il chirurgo esperto, che per il paziente: la poca precisione del termine induce una notevo-le confusione per tutti e grandi discussioni negli ambienti chi-rurgici.

La mini-incisioneSeguendo un banale criterio di lunghezza dell’incisione, molti chirurghi tiroidei attualmente eseguono una tiroidectomia at-traverso un taglio di 4-5 cm. Que-sto è stato permesso dall’avven-to di strumenti chirurgici “ad energia” che permettono di se-zionare e coagulare vasi e tessu-ti, e che vengono utilizzati rou-tinariamente nei centri dedicati alla chirurgia tiroidea.

La tiroidectomia endoscopica Varie tecniche sono state pro-poste per eseguire una tiroidec-tomia seguendo i principi della “laparoscopia” (termine più co-mune ma utilizzabile solo per in-terventi sull’addome), ma sono state abbandonate per diverse ragioni: la discutibilità dell’esi-to estetico (diverse piccole inci-

sioni sul collo) e la possibilità di rimuovere solo uno dei due lobi della tiroide (lobectomia). In Italia, la patologia tiroidea colpisce generalmente entram-bi i lobi ghiandolari e la tiroidec-tomia totale non risulta esegui-bile con tecnica endoscopica.

La tiroidectomia robotica Questo intervento non può es-sere considerato propriamen-te “mini-invasivo”, basandosi sull’esecuzione della tiroidecto-mia a partire da una singola in-cisione all’ascella. L’accesso alla tiroide prevede una dissezione chirurgica più estesa rispetto a quella tradizio-nale, e i tempi operatori risulta-no più lunghi di quelli della ti-roidectomia tradizionale.

L’intervento ha un valore este-tico notevole (per l’assenza di cicatrice sul collo) e il suo enor-me vantaggio è il valore aggiun-to della visione 3D e della disse-zione chirurgica che il Sistema DaVinci® (Intuitive) (“il robot”) permette.

La MIVATMinimally Invasive Video-Assisted Thyroidectomy è nata a Pisa nel 1998 e rappresenta attualmen-te la tecnica mini-invasiva più diffusa nel mondo: permette l’asportazione della tiroide at-traverso una singola incisione di 2 cm circa alla base del collo. La tecnica unisce il vantaggio della piccola incisione a quel-lo dell’ingrandimento delle im-magini endoscopiche (l’ingran-

dimento è di 20-25 volte rispet-to alle dimensioni reali): questa visione permette di visualizzare l’anatomia del collo in maniera più accurata rispetto alla visio-ne oculare. Una volta visualiz-zate le strutture tramite l’endo-scopio, l’intervento viene con-dotto in maniera convenzionale, garantendo così un risultato fi -nale identico alla chirurgia tra-dizionale.La MIVAT non è tuttavia applica-bile a tutti i pazienti che devono essere sottoposti a una tiroidec-tomia (in Italia solo il 15-20% cir-ca dei casi), ma va indicata sulla base del volume ecografi co della tiroide e del nodulo.

I vantaggi maggiori sono: il risultato estetico e la cicatrice defi nitiva, ma anche la miglior convalescenza. A lungo termi-ne, inoltre, i pazienti operati con MIVAT hanno meno sinto-mi “post-tiroidectomia” (il “fa-stidio” all’atto della deglutizio-ne o una limitazione della voce, anche se di timbro normale, in termini di potenza ed estensio-ne), sintomi frequenti dopo una tiroidectomia tradizionale.

MIVAT = intervento più sicu-ro? No! Non è mai stato dimo-strato un vantaggio della MIVAT rispetto alla tecnica tradiziona-le: i risultati delle due tecniche, in termini di (rare) complicanze sono sovrapponibili.

La chirurgia mini-invasiva nelle malattie della tiroide

PAOLO MICCOLI. Professore Ordi-nario di chirurgia dell’Università di Pisa.

MICHELE MINUTO. Specialista in Chirurgia Generale e Dottore di Ri-cerca in Endocrinologia, Universi-tà di Pisa.

NEWSUNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

La chirurgia mini-invasiva 2

IDEA

Domande: ■ Quaii le nuo-ve tecniche di chirurgia nelle malattie della tiroide?

Risposta: ■ La chirurgia MI-VAT è la tecnica più diffusa al mondo.

A questi e� etti positivi si con-trappongono azioni negative esercitate dagli ormoni tiroidei, specie quando presenti in elevata quantità, su diversi organi (osso, cuore, muscolo, ecc.). La possibili-tà di mimare gli e� etti favorevoli degli ormoni tiroidei riducendo-ne al minimo quelli negativi sta stimolando la ricerca farmacolo-gica a sviluppare farmaci a selet-tiva azione tireomimetica. La sostanza tireomimetica sino-ra più utilizzata è l’acido triiodo-

tiroacetico (TRIAC), sfruttato im-propriamente a fi ni dimagranti per le sue capacità termogeniche e inserito in creme cosmetiche o in a� ascinanti quanto danno-si “cocktail dimagranti”, forieri di importanti e� etti collaterali. Più interessante la diiodotironi-na (T2) studiata come agente an-ti-adiposo a causa della sua azio-ne stimolatoria sul consumo ca-lorico sui mitocondri. Gli ormoni tiroidei riducono il co-lesterolo plasmatico interagen-do con lo specifi co recettore β1 del fegato. Sono stati creati degli analoghi quali il “sobetirome” e l’”eprotirome” che stimolano se-lettivamente i recettori tiroidei β1 ma non i recettori α1, abbon-danti a livello cardiaco e respon-sabili di e� etti avversi come la ta-chicardia. L’”eprotirome” è capa-ce di ridurre i livelli di colestero-lo totale e LDL e i trigliceridi sia da solo che associato alle statine provoc ando un potenziamento

dell’azione anti-aterosclerotica. Un altro analogo è il profarma-co MB07811, capace di essere se-lettivamente captato dalle cellu-le epatiche e metabolizzato nel-lo MB07344, un agonista speci-fi co del recettore tiroideo β che ha mostrato notevoli e� etti ipo-lipidemizzanti negli animali da esperimento. Gli ormoni tiroidei sono potenti stimolatori della gittata cardia-

ca anche attraverso l’induzione di proteine muscolari dotate di maggiore vigore contrattile. Nel-la terapia dello scompenso car-diaco è stato utilizzato un altro composto tireomimetico, l’aci-do diiodotiropropionico (DITPA), ma l’insorgenza di tachicardia e un aumento della perdita ossea hanno costretto all’interruzio-ne del trial clinico. Il DITPA, tut-tavia, promette di essere e� cace

nella terapia di una rara ma gra-vissima malattia neurologica del bambino causata dalla alterazio-ne genetica di MCT-8, una protei-na che trasporta gli ormoni tiroi-dei all’interno della cellula bersa-glio. La ricerca, sia di base che clinico-farmacologica, è dunque in gran-de fermento nella individuazione e valutazione di nuovi farmaci ca-paci di riprodurre selettivamente i tanti favorevoli e� etti degli or-moni tiroidei che potrebbero es-sere sfruttati nella terapia di ma-lattie molto frequenti come l’obe-sità, l’aterosclerosi, l’insu� cien-za cardiaca, le patologie del rimo-dellamento osseo, la depressione. Ma la prudenza è d’obbligo quan-do si ha a che fare con ormoni che agiscono pressoché ovunque con una serie diversa e, a volte, con-trastante di azioni ormonali.

Farmaci del futuro: gli analoghi degli ormoni tiroideiGli ormoni tiroidei sono in-dispensabili per lo svilup-po cerebrale del feto e del neonato e il normale ac-crescimento del bambino, stimolano il consumo ca-lorico e modulano il meta-bolismo glucidico, lipidico e proteico, svolgono mol-teplici effetti di potenzia-mento dell’attività cardio-vascolare.

ALFREDO PONTECORVIDirettore, Cattedra di Endocrinolo-gia, Policlinico Gemelli, Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma.

ENRICA SALOMONESpecializzanda in Endocrinologia Policlinico Gemelli, Università Cat-tolica del Sacro Cuore, Roma

La forma più frequente di ma-lattia della tiroide nell’adole-scente di genere femminile, è la tiroidite cronica autoimmune che può colpire fi no al 10% della popolazione generale di questa età, specialmente in soggetti con familiarità per malattie autoim-muni della tiroide. Nella maggior parte dei casi non si rilevano di-sturbi oltre ad un lieve rigonfi a-mento alla base del collo. Gli esa-mi di funzione tiroidea mettono in rilievo la presenza di anticor-pi contro la tiroide, un quadro ecografi co tipico e ormoni tiroi-dei circolanti generalmente nor-mali. Non sono però infrequenti i casi di ipotiroidismo con bassa tiroxinemia ed elevati valori di TSH. La terapia con levotiroxi-na è obbligatoria ed è e� cace nei casi di ipotiroidismo conclama-to ed è indicata anche nelle for-me più lievi. L’ecografi a e l’esame citologico su agoaspirato sono le indagini necessarie per accerta-re la natura dei noduli. Il carcino-ma della tiroide è raro in questa età ed è generalmente costituito da un carcinoma papillare spes-so associato a metastasi linfo-nodali locali. Va sottolineato che i tumori tiroidei di questa età hanno di regola una prognosi ec-cellente. Con frequenza sempre maggiore si rilevano alterazio-ni della funzione tiroidea dovu-te all’uso incongruo di prodotti dimagranti, di cosmetici e vari prodotti tanto che si parla di “be-auty farm thyroid disease”; feno-meno questo che era, fi no ad og-gi, più frequentemente osservato nelle donne giovani adulte.

PiernicolaGarofaloUOCEndocrinologiaAOR “Villa Sofi a” Palermo

Page 5: UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf · dell’obesità in Italia e nella mag-gior parte degli altri paesi, com-presi quelli

Circa l’80% dei noduli tiroidei sono benigni all’esame citologi-co eseguito su materiale ottenu-to per aspirazione con ago sottile. Questi noduli possono causare di-sturbi da compressione locale o al-terare il profi lo del collo con dan-no estetico. La terapia medica con L-Tiroxina, indicata soprattutto nei soggetti giovani, può essere e� cace nel frenare la crescita del nodulo e soprattutto nel preveni-re la formazione di altre lesioni nodulari, ma ha scarso e� etto ai fi -ni della riduzione delle dimensio-ni di un nodulo già formato. Quan-do i disturbi suddescritti, sono ri-levanti o sono percepiti come tali, viene preso in considerazione il trattamento chirurgico di tiroi-dectomia.

Dopo un lungo periodo di speri-mentazione, nella pratica clinica è stata introdotta la termo-ablazio-ne a luce laser che riduce le dimen-sioni del nodulo e quindi i disturbi da compressione. Questa procedu-

ra non richiede l’anestesia genera-le e non necessita di particolari ac-corgimenti prima o dopo l’esecu-zione. Consiste nell’inserimento, sotto controllo ecografi co di uno o due aghi e successivo inserimen-to di due fi bre ottiche ultrasotti-li all’interno dell’ago e successiva erogazione di energia luminosa. Il calore all’interno del nodulo de-termina la distruzione della par-te trattata. Il risultato è una ridu-zione del 50% delle dimensioni del nodulo in alcuni mesi, con miglio-ramento dei sintomi, e assenza di cicatrici e di alterazioni della fun-zione tiroidea.

Il trattamento è rapido, ben tol-lerato dal paziente, ripetibile, e pri-vo di e� etti collaterali maggiori.

La termo-ablazione a luce laser o� re una alternativa alla chirurgia per i noduli con citologia benigna.

Questa opzione riveste particola-re interesse negli adulti specie se di età avanzata o con fattori di ri-schio anestesiologico e nei sogget-ti che per vari motivi preferiscono evitare l’intervento chirurgico.

La procedura è di recente intro-duzione e sarà pertanto oppor-tuno valutare a distanza di tem-po l’evoluzione dei noduli trattati con particolare attenzione alla re-cidiva della crescita, che peraltro è comunque controllabile con una nuova termo-ablazione. Le indi-cazioni devono essere poste atten-tamente tenendo presente che la termo-ablazione a� anca ma non sostituisce la chirurgia. Si racco-manda che questa procedura sia eseguita su pazienti selezionati ed in centri di provata esperien-za specifi ca con operatori esperti nella tecnica.

Nodulo tiroideo benignoe termo-ablazione laser: una nuova terapia

IN BREVE

I rischi per le donneIl genere femminile e la tiroi-de sono uniti in un relazione inscindibile che, nel bene e nel male, ovvero in condizioni fi sio-logiche e patologiche, abbraccia le varie stagioni della vita della donna. Tutte le malattie tiroidee sono da 5 a 10 volte più frequenti nelle donne che negli uomini e com-prendono il gozzo, cioè l’aumen-to di dimensioni della ghiando-la, i noduli tiroidei, sia benigni, sia maligni, l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo (Tabella).

La gravidanza e il dimorfi smo immunitario, cioè la maggior predisposizione del sesso fem-minile allo sviluppo della ma-lattie autoimmuni, tra cui an-che quelle tiroidee, rendono ra-gione di questo fenomeno. Du-rante la gravidanza comples-se modifi cazioni del metaboli-smo ormonale e della fi siologia ghiandolare si traducono in un aumentato fabbisogno di ormo-ni tiroidei e di iodio. L’aumen-tato carico funzionale tiroi-deo si rifl ette in una tendenza all’ipertrofi a ghiandolare (goz-zo), fenomeno tanto più eviden-te quanto maggiore è la carenza di iodio della gestante.

Studi epidemiologici indicano che le dimensioni della tiroi-de e la comparsa di gozzo nel-la popolazione femminile so-no direttamente correlate alla storia riproduttiva, cioè al nu-mero di gravidanze. Dati molto simili sono noti anche per i no-duli tiroidei, il cui numero e di-mensioni tendono ad aumenta-re nel corso della gestazione. Le patologie tiroidee conseguenti alla gravidanza sono spesso ir-reversibili, ciò spiega l’aumen-ta prevalenza di gozzo nodulare nelle donne in menopausa. An-che l’ipotiroidismo e l’ipertiroi-dismo sono più frequenti nelle

donne che negli uomini. Nella maggior parte dei casi queste disfunzioni tiroidee so-no causate da malattie di ori-gine immunitaria: la tiroidite cronica autoimmune, o tiroidi-te di Hashimoto, e il gozzo dif-fuso tossico, più conosciuto in Europa come morbo di Base-dow. La prevalenza degli anti-corpi anti-tiroide aumenta pro-gressivamente con l’età nella popolazione femminile, fi no a superare il 20% nelle ultrasses-santenni.

Questo fenomeno si traduce in un numero consistente di ca-si di ipotiroidismo. A loro volta, sia l’ipotiroidismo, sia l’iperti-roidismo, se non curati, posso-no avere ripercussioni negative sulla gravidanza e sul prodotto del concepimento. Tipica delle donne è anche la comparsa di una tiroidite autoimmune nel periodo post-partum, patologia spesso misconosciuta, nono-stante possa causare ipotiroidi-smo e tireotosicosi.

NEWS

Luca ChiovatoProfessore Ordinario di Endocrinologia, Università di Pavia.

ENRICO PAPINIEndocrinologia e Malattie Me-taboliche, Ospedale Regina Apostolorum,Albano Laziale.

PAOLO VITTIProfessore Ordinario di Endocrinologia, Università di Pisa.

Domanda: ■ Avete un no-dulo tiroideo sicuramente be-nigno, con dimensioni tali da causare disturbi, volete evitare l’intervento chirurgico o avete controindicazioni ad una ane-stesia generale?

Risposta: ■ Oggi è possibi-le eseguire un trattamento la-ser che riduce effi cacemente le dimensioni del nodulo senza ricorrere alla tiroidectomia.

Tabella. Malattie tiroidee più frequenti o esclusive nella donna

Gozzo semplice o nodulare ■

Noduli tiroidei benigni ■

Carcinoma della tiroide ■

Tiroidite cronica autoimmune con o senza ipotiroidismo ■

Morbo di Basedow ■

Ipertiroidismo recidivante nel post-partum ■

Tiroidite post-partum ■

!"e$

dell’ormone

-roideo

Ormoni

-romime-0i

!"e$1ene20i!"e$ne34-5i

Aumento

frequenza

cardiaca,aritmia,

scompenso

cardiaco

Deficitforza

muscolare

Perditadimassa

ossea

Perditadimassa

grassa

Riduzionedilivelli

LDLcolesterolo

A7ione8ele$5489lle0ell9le1er843lio

THRα

DNA

THRβ

cardiaca,aritmia,

Perditadimassa

Riduzionedilivelli

LDLcolesterolo

Perditadimassa

cardiaca,aritmia,

Perditadimassa

SALUTE DELLA TIROIDE · 5UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANETUNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

3IDEA

EFFETTI DELL’ORMONE TIROIDEO

Page 6: UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf · dell’obesità in Italia e nella mag-gior parte degli altri paesi, com-presi quelli

6 · SALUTE DELLA TIROIDE UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

NEWS

Domanda: ■ Cosa caratte-rizza e accomuna nello spe-cifi co queste due forme di malattia alla tiroide?

Risposta: ■ Sono dovute entrambe dagli ormoni tiroi-dei, TSH. Dipendono dal lo-ro aumento o dalla loro in-suffi cente azione sui tessuti dell’organismo.

L’ipertiroidismo è caratterizza-to da un aumento degli ormo-ni tiroidei circolanti con valori di TSH sierico indosabili. Le più comuni cause di ipertiroidismo sono il Morbo di Basedow (for-ma autoimmune che colpisce soprattutto l’età media in aree del mondo a adeguato apporto iodico), il gozzo multinodulare tossico e l’adenoma tossico (che colpiscono soggetti più anzia-ni oltre 50-60 anni e prevalgono nelle zone a carenza iodica). La

prevalenza dell’ipertiroidismo franco in una area a adeguato apporto iodico è di circa 1,8 % nelle donne e 0,4% negli uomi-ni. Nelle aree con lieve-modera-ta carenza iodica la prevalenza dell’ipertiroidismo è di circa il 3 % senza differenza fra i due ses-si. La sintomatologia comune di tutte le forme di ipertiroidismo dipende dalla gravità del quadro clinico e comprende manifesta-zioni a diversi livelli: cardiova-scolare (tachicardia e aritmie), neuropsichico (insonnia, tre-mori, agitazione), neuromusco-lare (astenia), metabolico (in-tolleranza al caldo e calo pon-derale). Manifestazioni cliniche peculiari del Morbo di Basedow sono la sporgenza dell’occhio, l’edema palpebrale, lo sdoppia-mento dell’immagine, o le ma-nifestazioni cutanee localizza-te nella porzione anteriore del-

la tibia.

L’ipotiroidismo è un quadro cli-nico dovuto a una insufficien-te azione degli ormoni tiroidei sui tessuti dell’organismo ed è caratterizzato dall’aumento del TSH circolante con diminuzio-ne degli ormoni tiroidei. Nelle aree dove la popolazione assu-me un adeguato apporto iodico la causa più frequente di ipoti-roidismo è la tiroidite cronica autoimmune o le conseguenze del trattamento dell’ipertiroidi-smo con iodio radioattivo o te-rapia chirurgica. Altre forme ra-re di ipotiroidismo sono dovute a problemi ipofisari.

L’ipotiroidismo franco interes-sa 1,5 % delle donne e 0,5 % de-gli uomini. Le manifestazioni cliniche dell’ipotiroidismo con-clamato variano a seconda del-la entità e della durata del de-ficit ormonale e della età di in-sorgenza. L’ipotiroidismo con-clamato nella età adulta è ca-ratterizzato da rallentamento psicomotorio (astenia, sonno-lenza, eloquio rallentato, deficit della memoria), alterazioni cu-tanee (cute secca, rugosa, palli-da), alterazioni cardiovascolari (bradicardia e cardiomegalia). Quando l’ipotiroidismo colpisce l’età giovanile si possono avere disturbi della crescita e dello sviluppo neuromotorio.

Ipertiroidismoe ipotiroidismo

UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

4IDEA

Ogni paziente che si presenta alla Endocrinologia del Cen-tro Oncologico Fiorentino viene seguito secondo precisi percorsi diagnostici e terapeutici, in accordo con linee guida e protocolli internazionali. Come viene gestita una persona che presenta un nodulo tiroideo? “In primo luogo viene ese-guita una speci� ca analisi del sangue, poi il paziente viene sottoposto ad un’accurata valutazione clinica ed ecogra� ca che permette di de� nire meglio la qualità del nodulo. Natu-ralmente – spiega il Prof. Riccardo Gionata Gheri, Responsa-bile della Endocrinologia e Malattie Tiroidee del Centro On-cologico Fiorentino - questa valutazione può portare alla necessità di e� ettuare manovre come l’agoaspirazione dia-gnostica del nodulo stesso, con un responso disponibile nel

giro di 24 ore. Vengono esaminati anche i linfonodi del collo, talvolta espressione della patologia; nella

ulteriore de� nizione diagnostica disponiamo anche di altre modernissime tecnologie come la sono-elastogra� a, la TAC e PET-TAC. A quel punto il paziente viene rivisto da me ed indirizzato a un percorso clinico-osservazionale o chirurgico a seconda delle esigenze”. Quando è necessaria la chirurgia e in che tempi viene espletata? “La chirurgia è necessaria quando sussiste il sospetto diagnostico di tumore tiroideo o se c’è la necessità di de� nire la patologia quando le inda-gini diagnostiche non sono riuscite a dare una de� nizione completa – risponde il prof. Gheri continuando -. L’interven-to viene e� ettuato nel giro di pochissimi giorni; abbiamo un team di chirurghi che operano sia con tecniche tradi-zionali che mininvasive che comportano brevissimi periodi di degenza e che restituisce il paziente già inquadrato. In caso di tumore nel nostro Centro vengono e� ettuate tutte le terapie necessarie e il successivo follow-up periodico. In caso di noduli tiroidei di grandi dimensioni ma non tumo-rali essi possono essere trattati anche con la ablazione LA-SER”. Con percorsi simili vengono seguiti i pazienti con altri tumori endocrini come gli adenomi ipo� sari, i noduli alle ghiandole surrenali, gli adenomi delle paratiroidi o i rarissi-

mi tumori Neu-roendocrini. Una particolare attenzio-ne viene fatta ai pazienti che presentano tumori endo-crini ereditari, allargando la valutazione clinica anche ai loro famigliari. La coesistenza di molteplici specialistiche mediche, assieme all’area formativa e di ri-cerca, rende il Centro Oncologico Fiorentino una struttura capace di connettere quasi in tempo reale l’azione clinica ed il laboratorio di base, il chirurgo esperto e il medico in formazione, realizzando un pro� cuo interscambio scienti-� co tra ricercatori di base, epidemiologi e clinici e con una prospettiva aperta e comunicativa verso tutta la comunità scienti� ca internazionale.

Al Centro Oncologico Fiorentino ci si occupa di patologie oncologichecompresi i tumori endocrini e la malattia tiroidea in particolare.

Prof. Riccardo Gionata Gheri,Responsabile della Endocrinologia e Malattie Tiroidee del Centro Oncologico Fiorentino

MASSIMO TONACCHERAProfessore Associato diEndocrinologia Università di Pisa

LUCIA MONTANELLIDottore di ricerca in ScienzeEndocrine e Metaboliche,Università di Pisa.

Page 7: UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf · dell’obesità in Italia e nella mag-gior parte degli altri paesi, com-presi quelli

SALUTE DELLA TIROIDE · 7UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

NODULO CON AREA DI NECROSI DOPO LA TERMOABLAZIONE A LUCE LASER(freccia nera)

La maggior parte dei noduli ti-roidei sono benigni e solo circa il 5% sono noduli maligni. L’esa-me ecografi co fornisce un qua-dro morfologico di notevole uti-lità nella pratica clinica ma non è in grado di stabilire con certez-za la natura della lesione nodu-lare. L’esame citologico eseguito su un campione di cellule prele-vate dal nodulo con ago sottile consente la diagnosi in più dei 2/3 dei casi. È noto che la consi-stenza aumentata o dura del no-dulo tiroideo è associata ad un aumentato rischio di malignità. Questo dato clinico è purtroppo soggettivo e dipende dalla espe-rienza del medico.

L’elastosonografi a è una nuova tecnica che si a� anca alla eco-grafi a tradizionale e che con-sente di dare una misura ogget-tiva della consistenza di un tes-suto, misurando il grado di spo-stamento del fascio di onde ul-trasonore prodotto dall’apparec-chio ecografi co. Questa metodica è stata inizialmente usata per la diagnosi del tumore della mam-mella. Del tutto recentemente, studi condotti nel Dipartimento di Endocrinologia dell’Universi-tà di Pisa hanno dimostrato che l’elastosonografi a è di notevole

utilità nella diagnosi dei noduli tiroidei.

I noduli benigni della tiroide, so-no caratterizzati da una preva-lente consistenza elastica, men-tre la consistenza dei tumori del-la tiroide risulta nettamente au-mentata.

La maggiore elasticità dei noduli tiroidei benigni rispetto a quel-li maligni, viene visualizzata at-traverso l’esame elastosonogra-fi co mediante una rappresenta-zione a scala di colori che va dal rosso-giallo-verde per la com-ponente tissutale più elastica, al colore blu per la componente

più compatta, propria dei nodu-li maligni.

Di particolare utilità si è dimo-strato l’uso dell’elastosonografi a nella di� erenziazione dei noduli con citologia non dirimente (cir-ca il 30%), nei quali la distinzione tra benignità e malignità può es-sere e� ettuata con ampio grado di a� dabilità in base al grado di consistenza del nodulo stesso. La recente conferma di questi risultati giustifi cano l’uso della elastonografi a come metodica non invasiva nella diagnosi del nodulo tiroideo ed in particolare per i noduli con quadro citologi-co non dirimente.

L’eco-elastosonografi a: un nuovo strumento nella diagnosi del nodulo tiroideo

NEWS

PAOLO VITTIProfessore Ordinario diEndocrinologia,Università di Pisa.

TERESARAGO Dirigente Medico Dipartimento di Endocrinologia, Azienda Ospeda-liero-Universitaria Pisana.

Page 8: UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf · dell’obesità in Italia e nella mag-gior parte degli altri paesi, com-presi quelli

8 · SALUTE DELLA TIROIDE UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

NEWS

La carenza iodicain gravidanza

L’equilibrio funzionale tiroideo nella donna gestante è essen-ziale per il regolare impianto e sviluppo dell’embrione e per la maturazione della placenta. Gli ormoni tiroidei disponibili a li-vello del feto, indispensabili per il suo armonico sviluppo soma-tico e neurologico, nella prime venti settimane di gravidanza sono di origine esclusivamente materna e successivamente, di origine materna e fetale.

La tiroide della gestante, per far fronte alle maggiori esigen-ze metaboliche della gravidan-za e per garantire il passaggio di adeguate quantità di tiroxina al feto tramite la placenta, de-ve incrementare la produzione ormonale di circa il 50%. Que-sto adattamento funzionale ri-chiede un’adeguata disponibili-tà del substrato per la biosintesi ormonale: lo iodio. L’assunzione alimentare di questo micronu-triente, oltre che per la sintesi ormonale materna, servirà a co-stituire il patrimonio iodico del feto per la biosintesi dei propri ormoni tiroidei.Per tali motivi, il fabbisogno nu-trizionale di iodio, che nella po-

polazione generale deve essere di circa 150 µg al giorno, durante il periodo della gravidanza au-menta a 250 µg.

Quando l’apporto nutrizionale di iodio è insufficiente le con-seguenze più gravi e talora fa-tali si ripercuotono sul prodot-to del concepimento in termi-ni di maggiore tasso di aborti spontanei, di natimortalità e di alterazioni dello sviluppo neu-rointellettivo che saranno tan-to più gravi quanto più severa e prolungata nel tempo sarà la carenza iodica. A parte il creti-nismo endemico, ormai di inte-resse storico, sono stati tuttora rilevati difetti neurointellettivi, anche importanti, definiti come deficit cognitivo endemico e de-ficit dell’attenzione e iperatti-vità (ADHD).

La iodoprofilassi è la risoluti-

va misura di prevenzione pri-maria di questi gravi disordini. Oltre al consumo alimentare di sale iodato (che dovrebbe esse-re usato da tutta la popolazio-ne), disponiamo oggi di ulterio-ri mezzi per aumentare l’appor-to alimentare di iodio (alimenti naturali arricchiti in iodio). In gravidanza, anche se la madre fa uso abituale di sale fortifica-to con iodio, si deve raccoman-dare l’assunzione di integratori alimentari che contengano, co-me raccomandato dall’Organiz-zazione Mondiale della Sanità, almeno 150 µg di iodio.

L’uso regolare di questi inte-gratori dovrebbe essere inizia-to quanto prima possibile una volta accertata la gravidanza o, meglio ancora, alcuni mesi pri-ma del concepimento quando lo stesso sia stato preventivamen-te pianificato.

FRANCESCO TRIMARCHIProfessore Ordinario di Endocrino-logia, Università di Messina,Presidente dell’Associazione Italia-na della Tiroide.

FRANCESCO VERMIGLIOProfessore Ordinario di Endocrino-logia, Azienda Ospedaliero-Univer-sitaria Pisana.

Domanda: ■ Quanto è im-portante l’assunzione di que-sto micronutriente?

Risposta: ■ Molto iportan-te perchè da questo dipende il patrimonio iodico del feto e il suo armonico sviluppo soma-tico e neurologico.

Cos’è il Carcinoma Di� erenziato della Tiroide (CDT)?Il CDT è la forma prevalente di tumore maligno del-la tiroide. Viene distinto in c. papillare, che è di gran lunga il più frequente, e in c. follicolare. Ambedue questi tipi condividono il carattere di essere di� eren-ziati, cioè di conservare alcune proprietà della tiroide normale e in particolare la capacità di concentrare lo iodio e di produrre tireoglobulina (Tg), la proteina speci� camente secreta dalla tiroide. Queste proprie-tà vengono vantaggiosamente utilizzate nella cura di questo tumore.

In che modo queste proprietà vengono utilizzate vantaggiosamente?La capacità di concentrare lo iodio consente di sfrut-tare l’e� etto distruttivo del radioiodio limitando il danno cellulare a livello del tumore e risparmiando gli altri tessuti. Si tratta perciò di una vera e propria terapia mirata che ha preceduto le più recenti utiliz-zate in oncologia. La capacità di produrre Tg da parte del CDT consente il riconoscimento precoce delle re-cidive/metastasi, in quanto il riscontro di Tg sierica de-

nuncia la presenza di tessuto tiroideo normale o neo-plastico. La presenza di Tg sierica in pazienti con CDT sottoposti a tiroidectomia e terapia radiometabolica con radioiodio a scopo ablativo del residuo tiroideo, è da considerarsi pertanto un indice di persistenza di tessuto tumorale. In questo senso la Tg costituisce un marcatore ideale del CDT.

Questo marcatore può essere sempre utilizzato nella pratica clinica?Un problema clinico importante sta nella interferenza degli anticorpi anti-Tg nel dosaggio della Tg sierica. Per questa interferenza la misura può risultare altera-ta soprattutto in difetto. Ne consegue che ogni misura della Tg deve prevedere anche il dosaggio degli anti-corpi anti-Tg. Si tratta di una interferenza che interes-sa il 10-20% dei pazienti con CDT associato a tiroidite autoimmune.

Esistono altri problemi clinici?Un altro problema è costituito dalla dipendenza della secrezione di Tg dall’azione dell’ormone tireostimo-lante TSH. Il paziente con CDT, dopo la tiroidectomia,

sono sottoposti a terapia con levotiroxina in dosi sop-pressive la secrezione di TSH per correggere l’ipoti-roidismo e per contrastare l’e� etto di stimolo del TSH sull’eventuale persistenza di neoplasia. La Tg sierica ne risulta variamente soppressa a seconda della en-tità del tessuto tumorale presente. Per riconoscere le fasi iniziali di una recidiva è necessario perciò disporre di metodi di dosaggio della Tg adeguatamente sensi-bili per misurare piccole quantità di Tg nei pazienti in terapia soppressiva. Alternativamente si può ricorrere ad uno stimolo indotto mediante l’iniezione di TSH umano sintetico (TSH ricombinante). La recente intro-duzione del dosaggio ultrasensibile della Tg permette di monitorare il decorso della neoplasia, senza alcun disagio per il paziente e con appropriata frequenza di controlli. La misura della Tg con metodi ultrasen-sibili è un presidio clinico molto utile e maneggevole: esso integra e razionalizza l’uso di altri presidi quali l’ecogra� a del collo e lo stimolo con TSH ricombinan-te. Questo conserva tutta la sua utilità in casi selezio-nati che richiedono un approfondimento diagnostico oltre che nel sensibilizzare il tessuto tiroideo residuo alla terapia radiometabolica a scopo ablativo.

UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

5IDEA

Il recentissimo disastro nucle-are di Fukushima in Giappone ha nuovamente portato all’at-tenzione dell’opinione pubbli-ca il dramma dell’incidente di Chernobyl che risale a 25 anni fa. Il 26 aprile del 1986 la centra-le nucleare di Chernobyl situata nell’Ucraina settentrionale, vici-no al confi ne con la Bielorussia, è andata incontro ad una esplo-sione con emissione di enormi quantità di materiale radioatti-vo che si è protratta per diversi giorni. Come e� etto diretto ed immediato della esposizione a queste radiazioni sono decedute alcune decine di persone coin-volte nelle prime operazioni di soccorso.

A distanza di pochi anni si è os-servato in Bielorussia, in Ucrai-na settentrionale e in minor mi-sura in alcune regioni della Rus-sia, un aumento progressivo del carcinoma papillare della tiroide nei bambini, che di regola sono solo occasionalmente interessa-ti da questo tumore. Nel corso de-gli anni si sono registrati in que-ste zone oltre 6000 casi di tumori della tiroide riscontrati da pri-ma nei bambini, poi negli adole-scenti e infi ne nei giovani adul-ti; in tutti questi casi si trattava di soggetti che erano in età pe-diatrica al momento della espo-sizione alle radiazioni. Non so-no stati riscontrati aumenti sta-tisticamente signifi cativi nella frequenza di tumori della tiroide nei soggetti esposti alle radiazio-ni in età adulta, né si sono regi-strati aumenti realmente signifi -cativi di neoplasie in altri organi diversi dalla tiroide. Fortunata-mente, solo 17 pazienti con carci-noma della tiroide sono deceduti a causa del tumore radio indotto,

grazie alla scarsa aggressività di questi tumori e alla e� cacia del-la terapia. Non si sono registra-ti aumenti di tumori in nessu-no dei molteplici paesi europei, compresa l’Italia, interessati dal-la nube radioattiva liberata dal reattore di Chernobyl.

L’esperienza di Chernobyl ha richiamato l’attenzione sulla im-portanza dello stato nutriziona-le di iodio. La frequenza del car-cinoma della tiroide nei bam-bini Bielorussi e Ucraini colpiti dalle radiazioni è stata tre volte più elevata delle aree con caren-za nutrizionale di iodio rispetto a quelle con adeguato apporto nu-trizionale di iodio. Questo è un dato di estrema importanza che deve essere tenuto presente nel-la promozione della iodoprofi -lassi. Va peraltro sottolineato che nelle emergenze dovute ad inci-denti nucleari, la protezione del-la tiroide va e� ettuata con dosi molto elevate di iodio attraverso l’assunzione di pillole contenen-ti 100 mg di iodio. Questa forma di profi lassi del danno da radia-zione è detta Iodine Thyroid Blo-cking per distinguerla dalla co-mune iodo profi lassi del gozzo endemico. L’esperienza di Cher-nobyl ha inoltre messo in rilie-vo che le misure più e� caci per la protezione dalle radiazioni do-po incidenti nucleari, consisto-no nella evacuazione delle popo-lazioni prossime al reattore nu-cleare, nel riparo nelle abitazioni e/o in altri luoghi protetti e nel-la astensione dal consumo di cibi contaminati. Questi misure so-no state prese in dovuta conside-razione in Giappone dopo l’inci-dente di Fukushima.

Prof. Aldo Pinchera - Dr. Roberto Rocchi

La tireoglobulina nel monitoraggio del carcinoma tiroideoIntervista al Prof. Aldo Pinchera

Chernobyl e Fukushima

Page 9: UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf · dell’obesità in Italia e nella mag-gior parte degli altri paesi, com-presi quelli

Sebbene raro il carcinoma del-la tiroide è il tumore endocrino più frequente. Si distinguono va-ri tipi istologici: il carcinoma pa-pillare è il più comune mentre il follicolare sta divenendo sempre più raro. L’anaplastico è fortu-natamente rarissimo (1-2%) ma purtroppo invariabilmente le-tale.

Il midollare ha la peculiarità che nel 25% dei casi è di tipo ere-ditario e quindi trasmissibile da genitori a fi gli ma oggi, grazie al-le analisi genetiche, tali casi pos-sono essere identifi cati e cura-ti. Il carcinoma papillare è il tu-more che nelle ultime decadi ha mostrato la più alta percentuale di incremento di incidenza. Tut-tavia si tratta si un tumore cu-rabile tanto è vero che il 95% dei pazienti ha una sopravvivenza simile a quella della popolazione generale. Questa ottima progno-si è dovuta sia alla lenta crescita

del tumore sia al fatto che le cel-lule tumorali mantengono la ca-pacità di captare lo iodio per cui si può ottenere la loro distruzio-ne con meccanismo mirato me-diante somministrazione di io-dio radioattivo (131-I).

Da alcuni anni tale terapia è resa meno impegnativa per il pa-ziente poiché, nella fase di abla-zione post-chirurgica, può essere eseguita dopo stimolazione con Thyrogen. Si tratta di un farma-co di tipo ricombinante ottenuto

mediante tecniche di ingegneria genetica, sostanzialmente iden-tico al TSH umano, che consente di non sospendere la terapia con tiroxina, come si faceva invece in passato, evitando quindi la fa-se di ipotirodismo molto impe-gnativa per il paziente. Inoltre, il recente sviluppo di nuovi far-maci a bersaglio molecolare, det-ti farmaci intelligenti, ha aperto nuove e promettenti prospettive terapeutiche anche per i casi più complicati e refrattari alla tera-pia con 131-I.

Come la maggior parte delle malattie tiroidee anche il car-cinoma colpisce più frequente-mente le donne. L’età media alla diagnosi è di 40-45 anni. L’unico fattore di rischio riconosciuto è l’esposizione alle radiazioni io-nizzanti: è noto infatti che sog-getti sottoposti a terapia radian-te esterna sulla regione del collo per il trattamento di altre pato-

logie sono ad alto rischio di svi-luppare il carcinoma papillare anche dopo molto anni.

Nonostante l’ottima progno-si è opportuno che i pazienti sia-no seguiti a lungo poiché la ma-lattia può recidivare anche 20-30 anni dopo la guarigione. Solo l’identifi cazione precoce della recidiva consente di contrasta-re con e� cacia l’evoluzione del-la malattia.

Oggi ciò è possibile grazie all’introduzione di nuovi meto-dologie ecografi che del collo, ai metodi di dosaggio ultrasensibi-li che consentono il rilievo di mi-nime quantità di tireoglobulina (Tg), marcatore specifi co della malattia, o alla somministrazio-ne di Thyrogen che, stimolando la Tg, ne consente l’identifi cazio-ne anche mentre il paziente è in terapia con tiroxina.

FURIO PACINIProfessore Ordinariodi Endocrinologia, Direttore Sezio-ne di Scienze Endocrino-Metaboli-che, Università di Siena.

NEWS

Il cancro della tiroide: una malattia curabile

ROSSELLA ELISEIProfessore Associatodi Endocrinologia presso la facoltà di Medicina e Chirurgia,Università di Pisa

SALUTE DELLA TIROIDE · 9UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

Il cancro della tiroide:

UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

6IDEA

Page 10: UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf · dell’obesità in Italia e nella mag-gior parte degli altri paesi, com-presi quelli

10 · SALUTE DELLA TIROIDE UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

C’è uno stretto rapporto tra sonno e attività ormonale, e a volte questa relazione è legata a specifiche fasi particolari del sonno. Ci sono due tipi fonda-mentali di sonno.

Il primo è il sonno non-REM, privo di movimenti oculari ra-pidi e suddiviso in vari stadi che esprimono il progressivo approfondimento del sonno. Lo stadio 1 o di addormentamento è la fase di transizione tra ve-glia e sonno; lo stadio 2 è la fa-se di sonno leggero; gli stadi 3 e 4 o sonno profondo sono carat-terizzati da onde molto lente e ampie.

Sonno REM e non-REMIl secondo tipo di sonno è

rappresentato dal REM (da Ra-pid Eye Movements), caratte-rizzato appunto da movimen-ti oculari rapidi, ma anche da assenza di attività muscolare e un tracciato elettroencefalo-grafico simile a quello della ve-glia con occhi aperti.

Il sonno non-REM (defini-to “ortodosso”) e quello REM (definito “paradosso”) si alter-nano 4-5 volte nel corso della notte. Nella prima parte della notte prevale il sonno profon-do non-REM (stadi 3 e 4), men-

tre nell’ultima parte della not-te predomina invece il sonno REM. E il sonno profondo non-REM è fondamentale per il rila-scio del GH (ormone della cre-scita).

IL GH viene secreto soprat-tutto nei primi anni di vita, ma questo ormone è importante anche nell’età adulta. La sua carenza è infatti correlata con aumento del grasso viscerale, perdita della libido, amenorrea, sterilità, calvizie, osteoporosi, perdita della massa e della for-za muscolare.

Il sonno profondo non-REM è anche importante per il suo ef-fetto inibitorio sul rilascio del cortisolo, ormone dello stress: è per questo motivo che durante questa fase del sonno si osserva una diminuzione della pressio-ne arteriosa e della frequenza cardiaca, con conseguente “ri-lassamento” del nostro appara-to vascolare.

NEWS

Il sonno in tuttele sue fasi e attività

IN BREVE

UNO SPECIALE REALIZZATO DA MEDIAPLANET

Il sonno in tutte7

IDEA

In presenza di malattie della ti-roide si possono verifi care di-sturbi del sonno, la cui intensi-tà è più o meno rilevante in fun-zione della gravità e della dura-ta della disfunzione ormonale sottostante. L’ipertiroidismo è una condizione caratterizzata da un eccesso di ormoni tiroi-dei e determina la comparsa di ansia, agitazione, ipereccitabi-lità, labilità emotiva e di� coltà nella concentrazione. Accanto a questi segni di eccessiva atti-vazione della sfera neuropsichi-ca può comparire insonnia, con di� coltà nell’addormentamen-to e riduzione della durata del sonno. Quest’ultimo può risul-tare agitato e frequentemente disturbato da incubi. L’ipotiroi-dismo, dovuto ad un defi cit di ormone tiroideo, si manifesta al contrario con riduzione delle forze e un rallentamento gene-ralizzato delle funzioni menta-li, unitamente alla presenza di sonnolenza che nei casi estremi può raggiungere uno stato di ve-ra e propria letargia con marca-ta di� coltà nel risveglio. Anche l’alternanza e la durata delle fasi del sonno possono risultare al-

terate dalla carenza di ormone tiroideo. È importante sottoli-neare come tanto le manifesta-zioni dell’ ipertiroidismo quan-to quelle dell’ ipotiroidismo pos-sano mimare vere e proprie ma-lattie psichiatriche. Pertanto, in presenza di disturbi psichici o di malattia del sonno occorre con-siderare il possibile ruolo causa-le svolto da una malattia tiroi-dea; parimenti, la persistenza di disturbi della sfera psichica o di disturbi del sonno dopo corre-zione di una disfunzione ormo-nale tiroidea deve far pensare alla coesistenza di una diversa patologia per la quale può essere necessario il ricorso ad un trat-tamento specifi co.

Sonno e tiroide

FERRUCCIO SANTINIProfessore Associato inEndocrinologia, Università di Pisa.

LUIGI FERINI STRAMBIDirettore Centro di Medicina del Sonno, Università Vita-SaluteSan Raffaele, Milano

Page 11: UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf · dell’obesità in Italia e nella mag-gior parte degli altri paesi, com-presi quelli
Page 12: UNO SPECIALE REALIZZATO DA ... - doc.mediaplanet.comdoc.mediaplanet.com/all_projects/7127.pdf · dell’obesità in Italia e nella mag-gior parte degli altri paesi, com-presi quelli