UNIVERSO BIANCO_DIC12

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UNIVERSO BIANCO HEIA NORGE

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editorialedi Massimiliano Ambesi

sommario

Fuga per la vittoria 8Martin Fourcade si è assicurato un solido vantaggioPer molti la Coppa del Mondo ha già un padrone

New Generation 14Tora Berger ha creato un solco nella classificaAnche Solemdal, Soukalova e Gössner fanno festa

Norvegia padrona 20Le atlete norvegesi tra le più in forma in Ibu Cup Tra i maschi è un dominio della famiglia Eberhard

BIATHLON

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FONdO

Uno sprinter in giallo 24Lo svedese Emil Jönsson guida la classificae si scopre competitivo pure sulle lunghe distanze

Un duello eterno 28Il fondo femminile ha riproposto il solito copioneBjørgen contro Kowalczyk per la Coppa del Mondo

Il mondo di Ginni 32Virginia de Martin Topranin e i suoi sentimentipartendo da un segreto, la malga Rinfreddo

A piccoli passi 36La crescita graduale del friulano Claudio Mullerche l'ha portato al debutto con la Nazionale

Mancano ormai meno di quattordici mesi all’apertura

della rassegna olimpica di Sochi, ma alla fine dell’an-

no solare viene spontaneo guardarsi alle spalle prima

di provare ad ipotizzare scenari futuri. Non possono

perciò essere dimenticate le imprese di Magdalena

Neuner, ritiratasi dall’agonismo a soli venticinque

anni con tanto di palma di biathleta più vincente di

sempre. Né può passare in secondo piano la cavalca-

ta della teen-ager statunitense Sarah Hendricksson,

assoluta dominatrice del circuito di salto speciale

femminile. Come non ricordare, poi, la norvegese

Marit Bjørgen e l’inseguimento alle storiche sessan-

ta vittorie in Coppa del Mondo, momentaneamente

stoppato dai capricci del cuore. Sul fronte maschile,

è stato l’arco alpino a farla da padrone con l’elvetico

Dario Cologna e il transalpino Jason Lamy-Chappuis,

ancora sugli scudi dopo la trionfale stagione pas-

sata, senza dimenticare però un figlio dei Pirenei di

nome Martin Fourcade con il sogno di recitare un

ruolo da protagonista nello sci di fondo dopo aver

dettato legge a poco più di ventitré anni nel biath-

lon. Il salto maschile, rimasto in secondo piano negli

ultimi dodici mesi, potrebbe, invece, salire alla ribalta

nell’imminente 2013 per merito del talento di Gregor

Schlierenzauer, sulle tracce del record di successi nel

circuito maggiore, a firma Matti Nykänen, inviolato

da ventiquattro eterne primavere. In pochi ne sono

a conoscenza, verosimilmente anche le stesse parti

in causa, ma anche l’Italia potrebbe a breve ritagliar-

si uno spazio importante nella storia delle discipline

nordiche. Infatti, una vittoria in Coppa del Mondo

di una delle nostre saltatrici consentirebbe al movi-

mento azzurro di diventare il primo capace di imporsi

in ciascuno dei sette “contesti” a disposizione. Ov-

viamente, un’importante “spinta” in tal senso è ar-

rivata grazie al trittico di successi ottenuto a Chaux

Neuve da Alessandro Pittin, che in qualche modo ha

apparecchiato la tavola alle ambiziose “specialiste”

nostrane. Germania e Norvegia si trovano nella me-

desima situazione, ma nell’occasione non è scontato

che possano riuscire a battere sul tempo l’Italia.

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Direttore responsabileWalter perosino

Direttore amministrativomonica Gini

reDazioneCorso mediterraneo 67 - torino Fax 011 [email protected]

Hanno Collaborato per i testimassimiliano ambesi, Davide bragagna, Consuelo Conte, Giulia Favero, lukas Hofer, Francesco paone, alessandro pittin

Contributo FotoGraFiCo Francesco alessandro armillotta, Dario bellodis, alberto bogo, Getty images, Federico modica, newspower, bärbel schulze

realizzazione GraFiCaClaudia rubiu / talia verlato

solomagazine universo bianco è una produzione

Anno III, numero 8 DICEMBRE 2012Autorizzazione del Tribunale di Torino n.ro 48/10 del 23 settembre 2010

Lukas Hofer 13Alessandro Pittin 67

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48

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Partenza ad handicap 68Serve una corretta programmazione per garantireil rilancio della disciplina in vista dei Mondiali

L'ottimismo di Ebenhoch 76Il tecnico del settore fa il check-up alla Nazionalea due mesi dall'appuntamento della Val di Fiemme

COMBINATA NORdICA

Alla pari 40L'avvio di stagione ha evidenziato un livellamentodi prestazioni più accentuato rispetto al passato

Fab Four 48Il salto femminile registra un poker di pretendenticon la giapponese Takanashi in rampa di lancio

Peter Prevc d'assalto 54Lo sloveno punta ad una definitiva consacrazionee insegue la prima vittoria nel circuito maggiore

diego dellasega senza filtri 58La medaglia mondiale Juniores ha illusoOggi si rivela tra debolezze e speranze

Lampi di azzurro 64Primo bilancio del direttore agonistico Ivo Pertile«Il podio di Lillehammer ci ha dato tranquillità»

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di Francesco Paone / foto Getty Images

Fuga per la

vittoriaMArtIn FourcAde è PArtIto A rAzzo e secondo AlcunI AddettI AI lAvorI hA GIà lA coPPA del Mondo In tAscA

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Ondrej Moravec

val ridannabiathlon maschile

Primo Martin Fourcade, secondo Emil Hegle Svendsen, terzo Andreas Bir-nbacher. Non solo è il podio finale

della coppa del Mondo 2011-‘12, ma anche quello della graduatoria assolu-ta parziale dopo le prime tre tappe del 2012-’13. I protagonisti al vertice del cir-cuito maschile sono quindi gli stessi dello scorso anno, tuttavia i valori interni al ter-zetto sono differenti. Se durante l’ultimo inverno il francese e il norvegese hanno dato vita a un testa a testa con il tedesco a fare da terzo incomodo, in questo inizio di stagione il transalpino è in fuga con lo scandinavo e il teutonico a debita distan-za, peraltro braccati da Evgeny ustyugov che va quindi iscritto a pieno titolo nella categoria degli inseguitori diretti. Il dato preoccupante per lo spettacolo è che la

“lepre” ha un vantaggio rispettivamente di 85, 99 e 106 punti sui tre “segugi” e non certo per demeriti di questi ultimi perché svendsen è stato mediamente superiore sugli sci stretti, Birnbacher sta sparando con il 90% complessivo e Ust-yugov è sostanzialmente infallibile nel tiro a terra, dove in dicembre ha colpito 64 bersagli su 65.

Sorge spontaneo un interrogativo: “Com’è possibile che Martin Fourcade sia così superiore a una concorrenza così

gibile, fissando come obiettivo per Jakov Fak un piazzamento nella top three, tra-guardo ampiamente alla portata del croa-to naturalizzato sloveno che attualmente occupa la quinta piazza in classifica gene-rale. Il venticinquenne nativo di Fiume ha vinto due gare, ma al contempo ha avuto alcuni passaggi a vuoto a causa dei quali ha lasciato per strada parecchi punti. In ottica podio nella graduatoria assoluta di Coppa del Mondo andrà tenuto in grande considerazione anche Fredrik lindström. Lo svedese ha già sfiorato il podio in un paio di occasioni senza mai uscire dai primi trenta e vista la sua conclamata tendenza a crescere di rendimento da gennaio in poi è lecito attendersi più di un successo nel prossimo futuro. Anche Arnd Peiffer è solito dare il meglio di sé dopo il ca-podanno, ma il quarto classificato nelle ultime due edizioni della Coppa del Mon-do dopo un’ottima partenza a Östersund è andato via via spegnendosi nelle due successive tappe e ha deciso di cancellare la sua partecipazione al prologo del Tour de Ski per concentrarsi sugli allenamenti, a dimostrazione di una condizione fisica non ottimale. Il venticinquenne di Clau-sthal-Zellerfeld è l’unica nota stonata in seno a una giovane squadra tedesca che

agguerrita?”. La risposta è data dalla pre-cisione al poligono, pari al 90%, quindi superiore di 5 punti percentuali rispetto alla sua media degli ultimi due anni. Se il ventiquattrenne catalano dovesse tenere questi numeri anche nel proseguo dell’in-verno diventerebbe sostanzialmente in-contrastabile per chiunque perché nessu-no degli inseguitori ha grande margine di miglioramento e continuando di questo passo ammortizzerebbe l’eventuale diser-zione della tappa di Oslo, concomitante con i Mondiali di sci di fondo. Ovvia-mente gli errori di Fourcade potrebbero aumentare poiché mai in carriera si è espresso costantemente con la precisio-ne di dicembre, tuttavia al tempo stesso il suo passo nel fondo potrebbe miglio-rare perché nelle prime tappe non è cer-

to apparso al meglio sugli sci. L’esempio più eclatante in tal senso è rappresentato dall’ultimo giro dell’inseguimento di Pok-ljuka dove è stato raggiunto e staccato da Ondrej Moravec. Insomma il francese ha dato l’impressione di essere il più soli-do in assoluto e di poter vincere la Sfera di cristallo permettendosi di saltare una tappa. Il solo Svendsen sembra avere una piccola chance di rappresentare una cre-dibile alternativa, ma per esserlo dovrà giocoforza sperare nell’assenza del rivale a holmenkollen e al contempo ridurre i

per il resto sprizza salute da tutti i pori. Il già citato Birnbacher, unico trentenne del team dopo il ritiro di Michael Greis, ha vinto due gare ed è ormai entrato in pianta stabile tra i big del circuito. Alle sue spalle il ventiquattrenne Erik lesser ha finalmente iniziato a esprimersi agli stessi livelli dei coetanei Simon schempp e Florian Graf, tutti atleti in grado di chiu-dere la stagione nelle prime venti posizio-ni della classifica generale. Inoltre sono arrivate interessanti prestazioni dai figli degli Anni ’90 Benedikt doll e Johannes Kühn, sinora schierati con il contagocce, ma destinati a essere impiegati con più frequenza da qui a marzo.

Oltre alla Germania anche le altre due superpotenze, Norvegia e Russia, stanno vivendo un momento positivo. Svendsen a parte il paese scandinavo può vantare competitività diffusa sia tra i veterani che tra le nuove leve. A dispetto dell’età e de-gli acciacchi Ole Einar Bjørndalen e Lars Berger hanno dimostrato di aver ancora qualcosa da dire nel massimo circuito e con ogni probabilità hanno finalizzato la preparazione per raggiungere il picco di forma in prossimità dei Mondiali di Nove Mesto. Inoltre il ventiduenne Erlend

passaggi a vuoto nelle sessioni di tiro in piedi dove sinora ha mancato qualche bersaglio di troppo. Il tutto ovviamente rimanendo sempre in salute.

Alla luce di questi fatti sorge un secondo interrogativo: “A meno di malanni, la cor-sa per la classifica generale è già virtual-mente finita?”. Secondo alcuni addetti ai lavori sì. Il capo allenatore della Slovenia, Uros velepec, ha dichiarato senza troppi giri di parole che a suo modo di vedere Martin Fourcade è difficilmente raggiun-

Fourcade sta sparando con il 90%, una precisione a lui sconosciuta in passato

Andreas Birnbacher

Jakov Fak e Dmitry Malyshko

10 11

Emil Hegle Svendsen

Bjøntegaard e il ventenne Vetle Sjastad chrsitiansen hanno subito lasciato il segno all’esordio in Coppa del Mondo. Nel mezzo, anagraficamente parlando, il ventiseienne Henrik l’Abee-lund si sta esprimendo su livelli a lui sconosciuti in passato piazzandosi a più riprese nella top ten. A gennaio tornerà della partita anche Tarjei Bø, inoltre Lars Helge Bir-keland viene tenuto in grande conside-razione da uno staff tecnico che è chia-mato a gestire 8 atleti con soli 6 posti a disposizione. Espen Nordby Andersen e colleghi hanno quindi deciso di sacrificare Christiansen, unico ancora in età juniores, per il quale l'obiettivo principale saranno i Mondiali di categoria di Obertilliach a fine gennaio.

La Norvegia ha avuto più difficoltà nel selezionare i convocati per la Coppa del Mondo rispetto alla Russia dove le ge-rarchie sono più definite. Al riguardo è paradossale pensare che il team diretto da Nikolay lopukhov non sia ancora ri-uscito a vincere una gara, nonostante sia l’unico ad avere ben 4 uomini in grado di farlo. Chi è andato più vicino al colpo grosso è Evgeny Ustyugov, ma a Pokljuka ha gettato al vento due grandi occasioni

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val ridannabiathlon maschile

sbagliando troppo all’ultimo poligono. Il ventisettenne di Krasnoyarsk è comun-que ritornato vicino ai livelli di eccellen-za espressi in passato dopo un inverno piuttosto complicato. Evgeny Garani-chev ha confermato i grandi progressi in piazzola, ma sinora è risultato troppo impreciso nelle sprint compromettendo la sua prova sia nel format più breve che nel successivo inseguimento dove ha sempre realizzato grandi rimonte proprio come Dmitry Malyshko, suo clone leggermen-te più falloso al tiro. Chi sta relativamente faticando tra i big russi è l’atteso Anton shipulin. Il venticinquenne di Tjumen sta incontrando inaspettate difficoltà nei poli-goni in piedi, storicamente specialità della casa, ma se dovesse ritornare in media sa-rebbe osso duro da battere per chiunque. Il primo successo è quindi solo questione di tempo per lo squadrone russo dove si è rivisto Ivan tcherezov. Il veterano torna-to in Coppa del Mondo per la prima volta dopo il gravissimo infortunio alla caviglia del settembre 2011 ha però faticato pa-recchio e potrebbe non trovare più spazio nel proseguo dell’inverno in quanto la concorrenza interna è spietata.

In passato il ruolo di superpotenza è stato recitato anche dall’Austria, reduce però da un inverno difficilissimo. Nelle ultime settimane l’arrivo di Remo Krug sem-bra aver dato i frutti sperati in quanto la squadra, pur senza rivivere i fasti del biennio 2008-2010, si è dimostrata in netta ripresa rispetto al deficitario 2011-

‘12. Dominik landertinger ha ritrova-to brillantezza sugli sci stretti, ma come spesso accaduto negli anni scorsi viene limitato dai troppi errori nei poligoni in piedi. Al contrario Simon eder pur senza impressionare nel fondo si è proposto a più riprese nei quartieri alti grazie a una notevole precisione. Il trentaquattrenne Fritz Pinter sta vivendo una seconda gio-vinezza ed è entrato costantemente nelle prime venticinque posizioni proprio come il più giovane Julian eberhard che dopo aver cominciato la stagione in Ibu Cup si è guadagnato il posto in Coppa del Mon-do a discapito di Daniel Mesotitsch. Il trentaseienne nel circuito cadetto ha di recente perso il confronto diretto con il maggiore dei fratelli Eberhard, Tobias. Quest’ultimo potrebbe persino ambire a strappare il pettorale a Christoph su-mann, in quanto l’ormai trentasettenne al di là dell’exploit nella sprint di Öster-sund è, dati alla mano, il numero 5 del-

Lukas Hofer

Erik Lesser

Dominik Landertinger

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rubrica

tornare al vertice ed essere costante senza troppi alti e bassi durante la stagione. la prima vittoria in coppa del Mondo rimane sicuramente tra i miei obiettivi prin-cipali. ovviamente se riuscissi poi anche a ripetere una medaglia mondiale, sarebbe il massimo.

Le Olimpiadi saranno in altura. Tu ti trovi bene quando gareggi ad alta quota?- si, secondo me per noi è quasi un vantaggio visto che ci alleniamo sempre ad anterselva, dunque a 1600 me-tri di altezza.

Martin Fourcade potrebbe disputare i Mondiali di fondo con la Francia. Tu non ci hai pensato? Non credo sia un problema di spazio, l'Italia è proprio messa male!- intanto ho altre priorità. Mi piacerebbe partecipare almeno una volta ad una gara dei campionati italiani di fondo, e poi vedere come va a finire. comunque, al momento il nostro calendario non è compatibile con quello dei fondisti, ma in futuro, se mi sento bene, sa-rebbe sicuramente una sfida entusiasmante.

Ti piacerebbe che il format di gara dell'esibizione che si disputa in Germania venisse proposto anche in Coppa del Mondo?- secondo me non serve, abbiamo già gare molto spet-tacolari come la staffetta mista o la mass start. il format proposto nei promotionals è soprattutto destinata per gare promozionali che serve soprattutto in chiave di allenamento. penso che introdurre un nuovo format in coppa del Mondo creerebbe solo confusione. devo comunque confessare che quella tipologia di gare mi piace un sacco, anche se ce ne sono già abbastanza du-rante l'arco della stagione.

Cosa passa per la testa di un biathleta quando comincia a vedere che i bersagli non vengono colpiti? Allo stesso modo, quando la carabina s'inceppa o ha dei problemi? Qual è il tuo primo pensiero se al poligono sbagli il primo bersaglio?- il primo pensiero è quello di cercare di mantenere la tranquillità. anche se è più facile dirlo che farlo, so-prattutto quando sei in gara. la verità è che un errore non condiziona più di tanto, la questione cambia però quando si sbaglia il primo perché il pensiero va quasi in automatico ai prossimi bersagli dove non puoi per-metterti di sbagliarne un secondo. il primo sbaglio può però anche condizionare la serie di tiro in positivo, se si riesce ad affrontare la sessione con il giusto atteggia-mento positivo. anche se nella testa girano i pensieri più particolari, la soluzione resta e rimane il fatto di cercare di rimanere tranquilli e di fare le cose semplici che si sanno fare.

Quali condizioni meteo preferisci? Molto freddo e neve ghiacciata, oppure temperature sopra lo zero e neve molle?- preferisco le neve attorno allo zero o anche molto fredde, per me l'importante è avere la pista compat-ta. nelle ultime due stagione ho cercato di migliorare soprattutto nelle condizioni che si addicono meno alla mia sciata.

Lukas, ma chi è la tua fidanzata? Partecipa alla Coppa del Mondo?- adesso non voglio affrontare questo aspetto, magari nelle prossime uscite!!

Dato che hai già vinto una medaglia ai Mondiali, preferiresti chiudere la stagione senza altre medaglie ma con la prima vittoria in Coppa del Mondo, oppure senza vittorie ma con un argento o un bronzo iridato?- Bella domanda e difficile da rispondere. intanto voglio

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la squadra. Quantomeno l’Austria non dovrebbe avere problemi a ritrovare il massimo contingente per l’annata 2013-2014, fondamentale per ridurre dolorose retrocessioni. A Nord del Brennero c’è quindi grande soddisfazione, ma attraversando il passo verso sud il clima cambia completamen-te. Infatti l’inizio di stagione della squadra italiana non è certo stato dei migliori. Le uniche piccole note positive riguardano i ventitreenni dominik Windisch e Pietro dutto. Il primo ha mostrato progressi al tiro grazie ai quali nell’individuale di Östersund ha ottenuto un clamoroso 12° posto che tuttora rappresenta il miglior risultato stagionale di un azzurro. Anche il secondo è cresciuto leggermente in piazzola e quando è stato assistito dalla precisione è riuscito a proporsi attorno alla quarantesima piazza. A queste poche luci fanno da contraltare molte ombre. Lukas hofer si è confermato il numero 1 del team, ma ha faticato a entrare nei primi venti ed è in grossa difficoltà quan-do deve sparare. A terra i numeri sono buoni, l’82% dicembrino è in linea con le potenzialità dell’atleta, tuttavia questa precisione è ottenuta a discapito della ve-locità di esecuzione. Il limite più grosso è però rappresentato dai poligoni in pie-di dove sta sparando con un deficitario 62%, decisamente insufficiente per poter essere competitivo in un circuito maschi-le sempre più esasperato. Il ventitreenne altoatesino dovrà risolvere i problemi al tiro se vorrà ottenere risultati di peso. Nel caso di Christian de lorenzi la situazione è ancora più preoccupante perché pur te-nendo percentuali molto buone per i suoi standard è in perenne sofferenza a causa di passo sugli sci non all’altezza. Anche Markus Windisch ha faticato nel fondo ed è addirittura stato retrocesso in Ibu Cup in favore di Christian Martinelli, il quale non ha però rubato l’occhio a Pok-ljuka. Per il ventottenne altoatesino c’è la possibilità di poter crescere di colpi nella seconda metà di inverno, come avvenu-to nelle ultime due stagioni. Fonti vicine all’ambiente azzurro affermano che tutta la squadra dovrebbe salire di rendimento a partire da gennaio, pertanto le prossime settimane potranno dare risposte impor-tanti riguardo le possibilità di medaglia ai Mondiali di Nove Mesto.

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new generationlA norveGese torA BerGer doMInA lA clAssIFIcA GenerAle, MA Alle sue sPAlle ArrIvAno I PrIMI successI dI MIrIAM Gössner, GABrIelA souKAlovA e synnøve soleMdAl di Francesco Paone / foto Getty Images

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val ridannabiathlon femminile

Durante l’inverno 2011-‘12 nessu-na atleta riuscì a ottenere la cosid-detta “Maiden victory”, ovvero il

primo successo della carriera, poiché tutte le 26 gare disputate vennero con-quistate da donne con precedenti suc-cessi nel proprio palmarés. L’assenza di nuove vincitrici si è bruscamente spez-zata nello scorcio iniziale del 2012-‘13 in quanto ben tre ragazze sono salite sul quel gradino più alto del podio dove mai avevano messo piede. Il dato par-ticolarmente significativo riguarda le classi delle componenti del terzetto per-ché Synnøve Solemdal (1989), Gabrie-la Soukalova (1989) e Miriam Gössner (1990) sono le prime venute al mondo dopo il fatidico 9 febbraio 1987, data di nascita di Magdalena neuner, a impor-si nel massimo circuito. Gössner era senza dubbio la più attesa perché dopo i tre podi del 2010-’11 ha vissuto una stagione sostanzialmente anonima disputata in condizioni fisiche precarie a causa di un serio problema di salute che nell’estate 2011 l’aveva costretta a un intervento chirurgico d’urgenza e a interrompere per lungo tempo gli allenamenti. La tedesca si è invece presentata tirata a lucido alla vi-gilia del nuovo inverno, leggasi senza quei chilogrammi di troppo che l’ave-vano rallentata lo scorso anno, ed è ritornata a volare sugli sci stretti dove è diventata il punto di riferimento del circuito assieme a Kaisa Mäkäräinen. In Germania il parallelismo con Neu-ner viene spontaneo, ma immaginare Gössner come contendente per la Sfe-ra di cristallo è molto difficile perché la precisione è ancora deficitaria. Mi-riam infatti sta sparando con il 75,4% complessivo, percentuale troppo bassa per poter essere competitiva nel lungo periodo anche con un eccellente passo nel fondo come quello di cui è dotata. Al momento la ventiduenne bavarese è terza in classifica generale e recita il ruolo dell’outsider, ma per diventare una seria pretendente per la Coppa del Mondo dovrà inevitabilmente migliora-re al poligono.

classificato alla voce anomalia positiva. La Cenerentola di Liberec sta vivendo un momento magico. La domanda è: quando scoccherà la mezzanotte? La normalizzazione delle percentuali in-combe, e soprattutto una preparazio-ne raffazzonata potrebbe ben presto interrompere la favola. Infatti la salute si conferma il tallone d’Achille della ventitreenne perché durante la off-season ha svolto allenamenti limitati a causa di continui malanni, di con-seguenza è difficile immaginarla an-cora a lungo su un livello d’eccellenza perché per sua stessa ammissione i problemi estivi potrebbero presentare il conto nelle settimane a venire. Il fu-turo è un’incognita, ma per Gabriela vale il motto latino “carpe diem” per-

ché si può godere il secondo posto in classifica generale e lo status di unica atleta a non essere mai uscita dalle prime quattordici posizioni, con la cer-tezza di poter avere una carriera di alto livello negli anni a venire.

Se Gössner e Soukalova sono cresciute rispetto al passato, la prima in manie-ra fisiologica e la seconda improvvisa-mente, altrettanto non si può dire per l’ultima componente del terzetto delle neovincitrici. Infatti Synnøve solem-dal si sta esprimendo sui medesimi

Proprio i progressi in piazzola sono il segreto di un’altra componente del terzetto di neovincitrici, Gabriela sou-kalova. La ceca, autentica sorpresa delle prime tre tappe, aveva mostrato discrete qualità ai tempi delle compe-tizioni giovanili tanto da guadagnarsi il posto per i Giochi olimpici di Van-couver grazie alle prestazioni ai Mon-

livelli del 2011-‘12 e ha conquistato il primo successo della carriera grazie alle contingenze, ovvero al fatto di es-sere riuscita a vivere due giornate di grazia al tiro. A hochfilzen tra sprint e inseguimento ha mancato solo due bersagli su trenta, mentre nelle altre due tappe ha sparato complessiva-mente con il 70%. Non è quindi un caso vedere l’incostante scandinava occupare la diciottesima posizione in classifica generale, a differenza della ceca e della tedesca, rispettivamente seconda e terza. La norvegia può co-munque permettersi di lavorare con pazienza su Synnøve perché non ha ancora bisogno della ventitreenne di Tingvoll per raccogliere risultati pe-santi. Infatti Tora Berger sta facendo

la voce grossa e ha chiuso dicembre indossando i panni della dominatri-ce. La trentunenne aveva dichiarato apertamente di voler vincere la coppa del Mondo e per il momento si sta dimostrando di parola: su otto gare di-sputate ne ha vinte quattro ed è salita sul podio altre due volte, pertanto in-dossa meritatamente il pettorale giallo con ampio margine sulle concorrenti più pericolose. Darya domracheva paga un ritardo di 124 punti figlio so-prattutto di una disgraziata tappa di Pokljuka dove ha dovuto saltare due

diali di Torsby. Con i debiti distinguo si può fare un parallelo con Gössner per-ché anche la boema dopo aver dato interessanti segnali nel 2010-‘11 ha passato un 2011-‘12 difficilissimo per via di dolori alla schiena che le hanno impedito di gareggiare con continuità. L’eccellente rendimento dicembri-no è figlio di un buon passo sugli sci, ma soprattutto di una precisione del 90%. Questo dato ha del clamoroso perché Soukalova nella sua carriera ha sempre faticato a raggiungere l’80%, pertanto il mese di dicembre 2012 va

gare per via di un malanno. Tuttavia precedentemente all’appuntamento sloveno la ventiseienne di Minsk non si è espressa sui livelli mostrati nel 2011-’12 perdendo costantemente il con-fronto con Berger, soprattutto perché incapace di fare la differenza sugli sci stretti. Riguardo questo problema Da-rya ha ripetutamente puntato il dito contro materiali a suo dire raramente preparati in maniera adeguata, una strana presa di posizione consideran-do come lo staff degli skiman sia il medesimo che lo scorso anno le aveva sovente fornito sci velocissimi. Lamen-tele a parte Domracheva rimane l’al-ternativa più credibile alla norvegese nella corsa alla Sfera di cristallo perché il gioco degli scarti le potrà venire in

soccorso e soprattutto perché ha evi-denti margini di crescita, a differenza della scandinava che anzi per essere competitiva dovrà continuare a spa-rare come ha fatto in dicembre. Nelle prime tre tappe dell’inverno Tora ha sparato con un eccellente 91,5% e nel suo caso un peggioramento anche di pochi punti percentuali si rivelerebbe deleterio poiché non potrebbe soppe-rire con il suo passo sugli sci. Dunque la partita per la Coppa del Mondo è aperta perché Berger è a rischio fles-sione e Domracheva può migliorare.

Berger sta sparando con una precisione superiore al 90%,se dovesse calare si riaprireBBe la partita per la coppa del Mondo

Tora Berger

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Kaisa Mäkäräinen

Michela PonzaMiriam Gössner

Synnøve Solemdal

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val ridannabiathlon femminile

Sono invece in forte ribasso le quo-tazioni di Kaisa Mäkäräinen che pur dimostrandosi la numero uno del cir-cuito nel fondo assieme a Gössner sta incontrando grossissime difficoltà al poligono dove spara con il 70,8%, una precisione che non permette di essere competitivi per la classifica ge-nerale. In particolare la finlandese è in piena crisi in piedi dove a dicembre ha coperto solamente il 61,5% dei ber-sagli. I problemi in piazzola sono una sorpresa considerando come la venti-novenne di Ristijärvi abbia ingaggiato Juha Hirvi, medaglia d’argento nella carabina tre posizioni ai Giochi olim-pici di Sidney 2000, proprio per cura-re il tiro. In Finlandia i media hanno avanzato dubbi sulla bontà della scel-ta, difesa però da Jarmo Punkkinen, da anni allenatore personale di Kaisa. Secondo il sessantunenne ex coach di Manuela di centa la causa dell’impre-cisione è un ritardato rilascio dei colpi poiché quando Mäkäräinen sbaglia sparando in piedi i proiettili finiscono sovente in basso a sinistra. Quantome-no è stato individuato il problema, tut-tavia lo stesso Punkkinen ha dichiara-to di non sapere se si tratta solamente di una questione di insicurezza e di mancanza di fiducia, o se vi sia anche qualcosa da correggere nella posizio-ne di tiro. Di sicuro il distacco della finlandese da Berger è pesantissimo (166 punti) e anche Domracheva, pur avendo saltato due gare, la precede di 42 lunghezze. La corsa alla Sfera di cristallo di Kaisa è quindi tutta in sali-ta e potrebbe finire nel giro di poche settimane se a gennaio non dovesse arrivare un’inversione di tendenza.

Mäkäräinen manca ancora all’appel-lo delle atlete capaci di vincere, così come tutte le componenti della squa-dra russa il cui inizio di stagione pur non essendo negativo è stato però privo di risultati pesanti. La ragione risiede nelle basse percentuali, soprat-tutto in piedi, della leader del team Olga zaitseva, tornata a sparare bene nelle prove su quattro poligoni di Pok-ljuka dopo un periodo disgraziato. La veterana sicuramente può crescere di colpi, ma la sua assenza dalle posizio-ni di vertice pesa oltremodo sul clima

re nella top-fifteen dove ha già fatto capolino una volta in carriera. Vi può essere soddisfazione anche guardan-do a Dorothea Wierer che pur ga-reggiando con continui dolori alla ca-viglia infortunata a inizio ottobre ha già realizzato più punti rispetto a tutta la stagione 2011-2012 e soprattutto ha ritrovato la precisione al poligono smarrita lo scorso inverno. La promet-tente ventiduenne ha saltato la tappa di Pokljuka allo scopo di privilegiare gli allenamenti per recuperare la con-dizione atletica ancora precaria dopo lo stop autunnale, pertanto visto il ri-trovato feeling al tiro e i notevoli mar-gini di miglioramento nel passo sugli sci si può essere decisamente ottimisti riguardo il prossimo futuro dove non sarà sorprendente vedere Dorothea competere per le prime venti posizio-ni. Giudizio positivo anche per le due nate nel 1991, Alexia runggaldier e Nicole Gontier. Entrambe hanno già fatto il loro ingresso in zona punti

attorno al team nonostante Olga vilu-khina sia decisamente in linea con le attese della vigilia e nonostante yur-lova, Glazyrina e shumilova siano accomunate dal fatto di stare man-tenendo un buon rendimento per le loro potenzialità. Lo “zero” alla voce successi però offusca quanto di buono sta venendo realizzato e sta facendo crescere l’insofferenza nei confronti della gestione di Wolfgang Pichler che vede arricchirsi la schiera dei suoi oppositori, non più limitati ad Anfisa reztsova e Aleksander tikhonov, i quali non perdono occasione per lan-ciare strali nei suoi confronti. La no-vità è rappresentata dalle perplessità sulla gestione del team espresse anche da Vladimir dratchev, generalmente molto lucido nelle sue analisi. Per ora il tecnico tedesco continua ad avere la fiducia della Federazione e non si cura delle critiche, ma se anche gen-naio dovesse rivelarsi privo di vittorie la squadra russa arriverebbe ai Mon-

raggiungendo quindi l’obiettivo pre-fissato dal direttore agonistico Fabri-zio curtaz per l’inverno 2012-2013. In particolare la valdostana sta anco-ra litigando con la precisione, ma ha mostrato un passo sugli sci molto in-teressante che in caso di giornata di grazia in piazzola potrebbe persino catapultarla a ridosso della top ten. Si è detto di Oberhofer nuova leader del movimento in quanto Michela Ponza

diali di Nove Mesto con una notevole pressione sulle spalle in quanto alla vigilia dei Giochi olimpici di casa non sarà tollerabile un terzo grande evento fallimentare dopo la disastrosa edizio-ne di Khanty-Mansiysk 2011 e quella deludente di ruhpolding 2012.

Se in Russia c’è nervosismo, ben diver-so è il discorso riguardante la squadra italiana il cui bilancio è indubbiamen-te positivo. Karin oberhofer occupa la 29ª posizione in classifica generale avendo raccolto a ripetizione piazza-menti fra le prime trenta, di conse-guenza sta rispettando pienamente le più rosee aspettative della vigi-lia. I suoi risultati assumono maggio-re valore alla luce del fatto di essere stata colpita da un leggero malanno a Hochfilzen. La ventisettenne è di-ventata la numero 1 d’Italia e per le prossime tappe il suo obiettivo, oltre a confermare quanto di buono fatto in dicembre, potrebbe essere entra-

ha tenuto un rendimento complessi-vamente inferiore a causa di una con-tinua sofferenza nel fondo, perciò è l’unica azzurra per cui non si può parlare di un dicembre soddisfacente. Tuttavia anche la veterana ha contrat-to un virus da cui è stata debilitata, pertanto la speranza è che possa re-cuperare appieno la forma se non per Oberhof quantomeno per le classicis-sime Ruhpolding e Anterselva.

la ceca gaBriela soukalova ha avuto un inizio da Favola.la doManda è: quando si spezzerà l’incantesiMo?

Darya Domracheva

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Gabriela Soukalova Non sono passati inosservati i miglioramenti dell'ucraina Juliya Dzhyma

Olga Vilukhina

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norvegia padrona

non solo torA BerGer, le donne norveGesI sBAncAno Anche l’IBu cuP, Mentre trA GlI uoMInI doMInA

lA FAMIGlIA eBerhArd

di Francesco Paone

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val ridannabiathlon

Austria, Russia e Norvegia. Que-ste le nazioni protagoniste delle tre tappe dicembrine di Ibu cup

dove, soprattutto in campo femminile, è venuta meno la Germania. L’Italia si è saltuariamente presentata nelle posizio-ni di vertice grazie a Christian Martinelli e Roberta Fiandino, premiati con la con-vocazione per Pokljuka.

Tra le donne il circuito potrebbe cam-biare nome ed essere ribattezzato “Norwegian Cup” perché tutte le sei gare disputate sono state vinte da una norvegese. A Idre sono arrivati i succes-si della ventiduenne Bente landheim e della diciannovenne Hilde Fenne, viste in Coppa del Mondo nelle settimane se-guenti. A Beitostølen la trentenne Ann Kristin Flatland è rientrata dalla pausa maternità vincendo due volte e ponen-do le basi per il suo ritorno nel massi-mo circuito che avverrà a Ruhpolding. In Val Ridanna la ventiduenne Marte olsbu ha primeggiato due volte dimo-strandosi peraltro nettamente superiore alla concorrenza vista nelle competizio-ni altoatesine. Come se non bastasse sono arrivati podi firmati dalla ventenne Thekla Brun-lie e dalla ventiduenne Ane Skrove nossum. Tutti questi risul-tati dimostrano come la Norvegia sia di-ventata la nazione leader a livello mon-diale in campo femminile. Alle spalle di Tora Berger vi sono la bellezza di dieci atlete con la possibilità di ben figurare nel circuito maggiore. Un’abbondan-za clamorosa che oltre a dare parecchi

gressi al poligono non possono pas-sare inosservati. Lo scorso anno la ven-tiduenne della Val Ridanna ha sparato con un complessivo 69%, mentre fra novembre e dicembre ha coperto l’82% dei bersagli. Un miglioramento notevole dettato da un lungo lavoro estivo e da una maggior fiducia nei propri mezzi. Paradossalmente le è mancato il passo sugli sci, storicamente suo punto di for-za. Riguardo questo problema Federica racconta che «in aprile mi sono operata per correggere la deviazione del setto nasale, forse l’anestesia totale ha lascia-to strascichi nel mio sistema immuni-tario perché negli ultimi mesi mi sono ammalata di continuo, anche a ridosso delle gare in Scandinavia. Ho sofferto perché mi rendevo conto di avere meno forza del solito e di non riuscire a fare la differenza nel fondo. Ci sono state giornate dove mi sono sentita piutto-sto bene, altre invece dove ero stanca prima ancora di cominciare. Passerò le vacanze di Natale ad allenarmi a testa bassa sperando che l’anno nuovo por-ti anche un cambio di passo». La terza forza italiana è Giulia collavo, all’esor-dio nel circuito cadetto. La ventunenne valdostana ha talvolta lambito la zona punti dove potrebbe fare capolino nel prosieguo della stagione.

Tra gli uomini la protagonista assolu-ta del mese di dicembre è la famiglia eberhard, vincitrce di 4 delle 6 gare disputate. In particolare è stato Julian a rubare l’occhio imponendosi tre volte

grattacapi al capo allenatore Egil Gjel-land sta travolgendo le seconde linee della Russia, ovvero il movimento più profondo del mondo. Certo la classifi-ca generale dell’Ibu Cup ha nelle pri-me due posizioni Anastasia zagoruiko e Larisa Kuznetsova, ma solo perché hanno gareggiato costantemente, mentre le norvegesi hanno fatto ampio turnover. Le due russe però non sono state considerate da Wolfgang Pichler, pertanto dovranno accontentarsi di bat-tere compagne di squadra decisamente più blasonate ma ormai cadute in di-sgrazia come Iana romanova e Anna Boulygina, in passato capaci di imporsi in Coppa del Mondo ma attualmente competitive solo in un livello cadetto che fa da specchio alla profonda crisi del movimento teutonico, presentatosi con la sola Evi sachenbacher-stehle. Lo staff tecnico tedesco ha preferito di-sertare le tre tappe dicembrine, quindi

con autorità in Scandinavia. Il ventise-ienne ha quindi ottenuto la promozione in Coppa del Mondo scalzando Daniel Mesotitsch per poi difendere la sua po-sizione entrando a ripetizione fra i primi trenta nel massimo circuito. Il trentase-ienne di Villach ha di conseguenza do-vuto gareggiare in Val Ridanna dove ha incassato una doppia sconfitta dal mag-giore degli Eberhard, Tobias, leader della classifica generale cadetta. L’ormai ven-tottenne di Saalfelden potrebbe ambire a emulare il fratello e a guadagnarsi un posto al sole ai danni di un altro vetera-no, il prossimo trentasettenne Christoph sumann. Quest’ultimo ha conquistato un podio a Östersund, ma per il resto si è dimostrato piuttosto opaco e di con-seguenza la sua posizione è traballante. Oltre all’Austria la scena è stata domi-nata dalla Russia dove Ivan tcherezov ha ottenuto buoni risultati, ma ha fallito l’appuntamento di Pokljuka dove non è

riuscito a qualificarsi per l’inseguimen-to. Al contrario il ventiquattrenne Ale-xey volkov, retrocesso per fare spazio al veterano, si è proposto a livelli d’ec-cellenza in Val Ridanna dimostrando di poter riguadagnare subito il posto perduto. In casa Russia però il dato più interessante sono le prestazioni di Ale-xey slepov, ex fondista riconvertito al biathlon. Il ventiseienne è stato calmie-rato sugli sci stretti, ma al contempo sta sparando con percentuali a lui scono-sciute in passato. La parabola di questo atleta ricorda per il momento quella del giovane Evgeny Garanichev. Se i tec-nici russi dovessero lavorare con profit-to su di lui non sarebbe sorprendente vederlo al vertice in Coppa del Mondo negli anni a venire. Capitolo Italia. Chri-stian Martinelli è stato costantemente il migliore e i suoi buoni risultati hanno indotto lo staff tecnico a concedergli la chance di gareggiare a Pokljuka retro-cedendo Markus Windisch, il quale in Val Ridanna ha messo in mostra presta-zioni analoghe a quelli del ventinovenne valtellinese nelle due tappe precedenti. Michael Galassi e Riccardo romani hanno invece faticato parecchio a causa di troppi errori al poligono ed entrambi non hanno mai fatto ingresso in zona punti dove invece è riuscito a fare capo-lino Daniel taschler, rientrato a livello internazionale dopo un anno di assen-za. Il venticinquenne altoatesino non ha certo un passo sugli sci da primo della classe, ma ha fatto leva sulla sua con-sueta precisione per entrare fra i primi 40 nell’inseguimento della Val Ridanna. Nella tappa disputata in Italia ha fatto il suo esordio in Ibu Cup il ventenne Thierry chenal, ragazzo ancora in età juniores che ha sfiorato la qualificazio-ne all’inseguimento. Per lui l’obiettivo principale saranno i Mondiali di cate-goria in programma a Obertilliach a fine gennaio. Resta da capire se la squadra italiana si presenterà nelle due tappe del mese di gennaio, programmate in località esotiche. Nel weekend dell’Epi-fania di gareggerà a Otepää in Estonia e la settimana successiva a Ostrov in Russia. Nel caso lo staff tecnico italiano decidesse di disertare gli appuntamenti, gli azzurri e le azzurre tornerebbero in pista a inizio febbraio con l’appunta-mento della Val Martello.

Anastasia Zagoruiko Tobias e Julian Eberhard

Ann Kristin Flatland

Christian Martinelli

Federica Sanfilippo

Marte Olsbu

le seconde linee (tra cui sarebbe inte-ressante vedere all'opera nel contesto senior la promettente diciottenne Fran-ziska Preuß) potrebbero proporsi nelle posizioni di vertice nel caso vengano schierate, tuttavia fa specie vedere la Norvegia recitare oggi il ruolo che fino a pochi anni fa apparteneva a una Ger-mania letteralmente sparita dagli scher-mi radar. In casa Italia la migliore è stata Roberta Fiandino che grazie ai risultati ottenuti nelle tappe scandinave (tra cui spicca un settimo posto) si è guadagna-ta il pettorale in Coppa del Mondo per Pokljuka. Alle spalle della piemontese si colloca Federica sanfilippo, i cui pro-

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lo svedese eMIl Jönsson stA crescendoAnche sulle lunGhe dIstAnzee sI ProPone coMe vAlIdA AlternAtIvAA dArIo coloGnA e Petter northuG:Il tour de sKI chIArIrà Il suo ruolo

di davide Bragagna / foto Getty Images

ingiallouno sprinter

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val ridannafondo maschile

è Emil Jönsson il leader di Coppa del Mondo al termine della prima fase di coppa del Mondo con 349 punti. Il

re svedese dello sprint è tornato ad altissi-mi livelli dopo una stagione condizionata da problemi fisici. Re, si diceva, ma solo in Coppa del Mondo perché alle 15 vitto-rie (12 + 3 tappe di tour) in gare sprint di Coppa del Mondo, non sono corrisposti analoghi risultati nelle grandi manifesta-zioni, salvo il bronzo di Oslo 2011, prima e unica medaglia del ventisettenne di År-sunda. Non è completamente una sorpre-sa vederlo in testa alla classifica generale, lui, che ha vinto due volte la coppa sprint. Già da un paio di stagioni aveva mostrato di essere in procinto di allungare le distan-ze sulle quali essere competitivo e i miglio-ri risultati sono arrivati proprio quest'anno con i noni posti nel Ruka Triple e la mass start in classico di Canmore. Ci sono del-le statistiche assolutamente fuori dal co-mune che riguardano l'“infallibilità” di Jönsson nelle sprint individuali, alle quali nemmeno il suo più grande rivale nelle stagioni scorse, Ola Vigen Hattestad, ha potuto opporsi. E' quindi incredibile come lo svedese abbia vinto solo una medaglia di bronzo in grandi manifestazioni su sei gare sprint individuali e in coppia

In Val di Fiemme per i Mondiali sarà pro-tagonista anche il norvegese Sjur røthe, attualmente terzo in classifica generale, ma destinato a perdere posizioni per la defezione al Tour de Ski. In questa sta-gione ha collezionato due podi. Lo stesso Martin Johnsrud sundby, sorprendente vincitore della 15 km a tecnica libera (ten-denzialmente più alternista) d'esordio, vi ha rinunciato. In loro assenza sarà da te-nere d'occhio Niklas dyrhaug. Un nome che si fa interessante (se dovesse parteci-pare) in vista Tour de Ski è quello del kaza-ko Alexey Poltoranin, salito sul podio al Ruka Triple e nella gara d'esordio. Atleta completo, capace di ottenere la vittoria due volte in tecnica classica, migliorato in tecnica libera e competitivo nelle sprint. Attualmente è quarto con 281 punti. Il Kazakistan ha persino portato a casa un successo nella team sprint di Québec City.

La statistica spiega che Jönsson vince quasi una gara su tre alle quali prende parte; sale sul podio quasi in una gara su due; raggiunge la finale due volte su tre; raggiunge le prime dodici posizioni quasi cinque volte su sei; passa quasi sempre le qualificazioni per i quarti di finale.

Poniamoci quindi due domande: può lo svedese competere per la conquista della Coppa del Mondo assoluta in virtù della sua superiorità nelle sprint (due vittorie su tre in stagione, la volta che non ha vinto è caduto in semifinale) e della evidente crescita nelle gare distance? Riuscirà ai Mondiali di Val di Fiemme 2013 a vin-cere la sua prima medaglia d'oro in una delle due gare sprint? Ovviamente alla pri-ma domanda sapremo rispondere dopo il Tour de Ski, se parteciperà. Per rispondere alla seconda dovremmo attendere feb-braio/marzo. La differenza fondamentale fra lo sci di fondo femminile e quello ma-schile sta nel fatto che fra gli uomini non per forza chi vince le gare sulla distanza poi vince anche le sprint, anzi può capita-re che non riesca neanche a raggiungere la zona punti. Fra le donne il fenomeno è molto più raro (vedi Johaug), basti pensa-re al fatto che le prime tre della classifica La squadra russa non ha invece ancora

confermato le convocazioni. Alexander legkov e Maxim vyleghzanin hanno vinto rispettivamente la seconda e ter-za tappa del Ruka Triple e affiancati dal giovane Evgeniy Belov, sesto in classifica generale con 253 punti, potranno anche provare a vincere.

di Coppa del Mondo hanno vinto com-plessivamente 36 gare nelle prove sprint. La situazione al femminile è già delineata, al maschile dovremmo attendere la fine del Tour de Ski.

Petter northug si è trovato in testa dopo le tappe di Gällivare e Kuusamo, ma so-prattutto è riuscito a bissare il successo del Ruka Triple dell'anno scorso, senza vincere nessuna tappa. Alla fine della scorsa stagione aveva un po' giocato, di-cendo che si sarebbe concentrato solo sul Tour de Ski, visto che proprio non riesce a digerire la Rampa del Cermis, che fino-ra gli ha impedito di arrivare primo alla fine della corsa. C'è da giurare che sarà competitivo per una o più medaglie d'oro individuali anche ai Mondiali. E' secondo in classifica generale con 335 punti. Dario cologna è invece partito molto più cauto ed ha rinunciato come Northug alla tra-sferta canadese per concentrarsi sul Tour de Ski. Partirà da naturale favorito perché è l'atleta in assoluto più completo del cir-cuito. Se al norvegese manca al palmarés il Tour de Ski, l'elvetico vuole a tutti i costi vincere quella medaglia mondiale che gli è sempre sfuggita. E' decimo con 188 punti.

Non staranno di certo a guardare i te-deschi, rinvigoriti dalla prima vittoria in carriera di Tim tscharnke e dall'ennesi-mo podio di una leggenda come Tobias Angerer. I francesi invece si sono sveglia-ti proprio nell'ultima gara di Coppa del Mondo con il successo di Maurice Mani-ficat, già protagonista nello scorso Tour de Ski. Per ora, il Canada non ha dato segnali di vita neanche nelle tappe casa-linghe: Alex harvey e Devon Kershaw lo scorso anno rimasero a lungo in corsa per il podio e probabilmente per vederli com-petitivi dovremo aspettare l'avvicinarsi dei Campionati del Mondo, dove difenderan-no il titolo nella team sprint. Jönsson a parte, la Svezia si è tenuta abbastanza na-scosta, ma sicuramente Marcus hellner, secondo lo scorso anno, darà battaglia.Venendo agli azzurri, l'umore è salito de-cisamente dopo le prestazioni nelle gare canadesi. Roland clara ha ottenuto il pri-mo podio stagionale, il quinto in carriera (3 nelle tappe dei tour), nello skiathlon di Canmore con uno splendido forcing fina-le al quale faticosamente solo Manificat ha risposto. Giorgio di centa si è fat-to valere nella mass start con un ottimo quinto posto a quarant'anni, ma la bella sorpresa della trasferta canadese sono le due gare ampiamente in zona punti (19° e 22°) dell'esordiente ventiquattrenne Mattia Pellegrin. Da Pellegrin a Federico Pellegrino. Il velocista valdostano è tor-nato protagonista centrando la finale del-la sprint di Canmore, dove ha azzardato un attacco kamikaze sull'ultima salita, ma sul rettilineo finale ormai privo di energie è stato risucchiato da tutti gli avversari, concludendo sesto. Una bella iniezione di fiducia. Il migliore azzurro in questo avvio di stagione è stato David hofer, quinto ad un soffio dal podio nella 10 km a tecni-ca libera di Kuusamo, settimo nello skiath-lon di Canmore, dodicesimo nell'esordio di Gällivare. Per Clara, Di Centa e Hofer, l'obiettivo realistico potrebbe essere quel-lo di ottenere un piazzamento finale in-torno alle decima posizione, ma se le cose dovessero andare per il verso giusto po-trebbero fare anche meglio, soprattutto i primi due. Prima del Tour de Ski, gli azzur-ri saranno impegnati il 22 dicembre in un importante test a Lago di Tesero, una 15 km a cronometro che sarà per gli azzurri la stessa identica gara, che affronteranno ai Mondiali di Fiemme 2013.

Dario Cologna Petter Northug

Roland Clara sulle code del norvegese Martin Johnsrund Sunby

GAre vIttorIe PodI FInAle (6) seMIFInAle (12) PuntI (30)

coppa del Mondo 50 15 22 33 39 47percentuale 30% 44% 66% 78% 94%

Tim Tscharnke

Sjur Røthe

Alexey Poltoranin

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un duello eternoIl Fondo FeMMInIle hA rIProPosto Il solIto coPIone: BJørGen contro KoWAlczyK con lA PolAccA che PotreBBe APProFIttAre deI ProBleMI FIsIcI dellA norveGese costrettA A rInuncIAre Al tour de sKI Per unA ArItMIA cArdIAcA

di davide Bragagna / foto Getty Images

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val ridannafondo femminile

Justyna Kowalczyk guida il gruppo

Marit Bjørgen

norvegia doMinatrice della priMa parte di stagione con 14 podi su 27kikkan randall sta trascinando la crescita del MoviMento aMericano

Kikkan Randall

Debora Agreiter

Un anno dopo, stesso copione. Non è cambiato molto rispetto alla scorsa stagione. Dodici mesi

fa, Marit Bjørgen partiva a razzo nel-le prime gare di coppa del Mondo, accumulando punti su punti in ottica classifica generale. Al solito, Justyna Kowalczyk cominciava come un die-sel, ma poi coglieva l'occasione dei due turni di riposo della norvegese per recuperare terreno, dopo un co-munque soddisfacente secondo po-sto nel Ruka Triple di Kuusamo. Un ruolino di marcia mostruoso invece quello della fuoriclasse di Trondheim, un en plein assoluto: vittoria a Gälli-vare, vittoria nel tour di Kuusamo (la terza su tre edizioni), ancora vittoria in tutte le tappe in Finlandia. La tra-sferta canadese ha invece detto bene alla polacca, che ha vinto le due gare su distanza a Canmore, portandosi temporaneamente in vetta alla clas-sifica generale in assenza della rivale che dovrà prolungare il proprio riposo ancora per qualche settimana a causa di un aritmia cardiaca accusata in al-lenamento e che l'ha costretta ad un ricovero nell'ospedale di Trondheim per approfonditi esami medici. Il Tour de Ski per la Bjørgen appare come un tabù, manifestazione che non ha mai vinto in carriera, e la speranza è che il duello tra le due big del circuito fem-minile possa riprendere fra febbraio e marzo con i Mondiali di Fiemme 2013. Le parole di Egil Kristiansen, capo allenatore della nazionale femmi-nile Norge, lasciano trasparire l'ama-rezza per un imprevisto che rischia di vanificare l'intera stagione: «Il Tour de Ski era uno dei principali obiettivi della stagione e Marit si era prepara-ta molto bene per questo evento. Per lei è stato come ricevere uno schiaffo in faccia. Carriera a rischio? Non c'è niente che suggerisca un'ipotesi del genere». Il Tour de Ski partirà quindi il 29 dicembre da Oberhof, in Germa-nia, con la polacca, a questo punto, favorita d'obbligo. Kowalczyk vanta il motore più potente e la maggiore resistenza alla fatica fra le atlete del circuito femminile come testimoniano i tre successi già conquistati.

Questo avvio di stagione è stato all'in-

segna del dominio norvegese come avvenuto nelle annate scorse in segui-to al ritiro di diverse campionesse che frequentavano abitualmente le prime posizioni della classifica. Dal dominio prima sovietico e poi russo, si è passa-ti ad una fase di sostanziale equilibrio dopo le squalifiche per doping di Lahti 2001 e di Salt Lake City 2002, poi il ricambio generazionale norvegese ha cominciato a mietere talenti con una frequenza eccezionale. Oltre a Bjør-gen, attualmente terza in classifica di Coppa del Mondo, la Norvegia vanta al momento fra le prime posizioni The-rese Johaug, sesta, Maiken casper-sen Falla, settima, Kristin størmer steira, ottava, Heidi Weng, nona, Ingvild Flugstad østberg, undicesi-ma, e Martine ek hagen, sedicesima. Il bilancio nazionale parla di 14 podi su 27 disponibili nelle prime nove gare di Coppa del Mondo, ai quali vanno aggiunti la vittoria in staffetta di Gälli-vare e il terzo posto della coppia Celi-ne Brun-lie - Maiken Caspersen Falla nella team sprint di Québec City. L'at-tendibilità di una norvegese sul podio nelle prime gare stagionali ha sfiorato il 52%, dato già mostruoso di suo, che sale al 60% tralasciando le due tap-pe canadesi dove molte delle atlete di punta della squadra scandinava, han-no dato forfait per scelta tecnica.

Entra poi in gioco il fattore a stelle e strisce. Già a conclusione della sta-gione scorsa si poteva prevedere una crescita del movimento degli Stati Uniti, soprattutto al femminile guida-to da Kikkan randall. La ex-sprinter dell'Alaska sempre più “allrounder”, vincitrice della coppetta di specialità, è stata affiancata da atlete che possono costituire una staffetta da podio sia in Val di Fiemme sia a sochi. Infatti il pri-mo storico podio in staffetta è arrivato a Gällivare. Randall, dopo i progressi della stagione scorsa, ha mostrato in questa stagione le qualità per conclu-dere sul podio alla fine della stagione nella classifica generale: a livello in-dividuale è giunta terza nella 10 km d'esordio, seconda nella tappa sui 5 km in tecnica libera del Ruka Triple, ha vinto la sprint di Québec City, è stata seconda nella prova analoga di Can-

more; con la squadra è salita sul podio in staffetta e ha vinto la team sprint di Quebec City insieme a Jessica dig-gins, la quale non ha ancora rubato l'occhio come nella seconda parte del-la stagione scorsa. Alle due si affianca-no altre protagoniste in decisa crescita come Ida sargent, 19ª in classifica generale, Holly Brooks, quinta nella gara d'esordio, ed Elizabeth stephen,

molto positiva a Kuusamo. Randall al momento è seconda in classifica gene-rale con 482 punti, dietro a Kowalczyk (515) e davanti a Bjørgen (450). Insie-me a Therese Johaug, e forse Charlot-te Kalla, si candida al ruolo di possibile terzo incomodo nella solita battaglia polacco-norvegese.

Due tappe senza punti seguite da un

incoraggiante risveglio. Le ragazze della squadra italiana di sci di fondo hanno faticato parecchio ad ingrana-re, a differenza del buon esordio del-lo scorso anno. Arrivate in Canada, la musica è decisamente cambiata: pri-ma Gaia vuerich ha sfiorato per l'en-nesima volta la semifinale a Québec City, 15ª alla fine nella sprint, poi a Canmore sono arrivate le belle presta-zioni di Virginia de Martin topranin e Debora Agreiter, intervallate dai primi punti della ventenne Greta lau-rent, 26ª a Canmore con settimo po-sto nelle qualificazioni della sprint. La friulana e l'altoatesina hanno centrato le migliori prestazioni della carriera; addirittura De Martin, ha concluso ot-tava a pochi secondi dal podio nella mass start in tecnica classica, Agreiter si è invece comportata benissimo nello skiathlon, arrivando al tredicesimo po-sto. Le assenze erano molte, ma è pia-ciuto soprattutto il piglio con il quale sono state affrontate gare difficili con avversarie di primo livello. Ora sarà necessario recuperare qualche atleta che si è persa per strada e aspettare le giovani che gareggiano in OPA Cup. E' irrealistico pensare che possa arrivare una medaglia sia in Val di Fiemme sia a Sochi. Il futuro imminente invece pro-pone l'obiettivo di migliorare i risultati dello scorso anno al Tour de Ski.

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il mondo di ginni

vIrGInIA de MArtIn toPrAnIn cI Introduce nellA suA dIMensIone dove A PrevAlere sono le cose seMPlIcI

e I rAPPortI AutentIcI: «Per Me non esIstono sABAto o doMenIcA, l’AllenAMento c’è seMPre»

di Giulia Favero / foto dario Bellodis, Alberto Bogo, Getty Images e Pentaphoto

C’è il mondo degli allenamenti, della fatica, dei chilometri, del lavoro in palestra, dell’alzarsi

all’alba quando il termometro è sotto-zero. E poi c’è il mondo di Virginia De Martin Topranin, che è sempre il mondo del sudore e dello sforzo («per me non esistono sabato o domenica, l’allena-mento c’è sempre»), ma ha una com-ponente in più, o forse due: l’amore smisurato per quello che fa, e la gioia di vivere.

Forse si potrebbe pensare che essendo nata a Padola, Virginia non abbia avu-to troppe possibilità di scelta sul fronte sportivo, forse… Ma “Ginni” - come viene chiamata da amici e tifosi -, quel-le montagne e quell’ambiente le sente scorrere nel sangue, e difficilmente po-trebbe vivere bene altrove o fare dell’al-tro. «I miei genitori, prima di aprire un agriturismo in paese, hanno gestito per

anni una malga, usandola come base per il bestiame e facendo anche da pun-to ristoro. Io e mia sorella passavamo intere giornate nei boschi, e se dovessi dire dove sento casa mia, è sicuramen-te lassù, ai 1900 metri della malga Rin-freddo. Ogni estate, quando ci ritorno per la prima volta, vengo travolta da una sensazione bellissima. è un ricordo davvero speciale della mia infanzia, tra-scorsa tra i monti e gli animali. Io e papà badavamo alle mucche, mentre a mia sorella spettavano le galline». La natu-ra e la vita all’aria aperta sono elemen-ti imprescindibili da Virginia. «Sin da quando eravamo piccole, i miei genitori hanno spinto me e mia sorella ad una pratica sportiva. Mamma ha messo per la prima volta gli sci a 26 anni, mentre papà e i suoi fratelli sono stati fondisti da sempre. Io ho iniziato con la discesa, per passare intorno ai sei anni al fondo. Devo dire che all’inizio lo sci non era tut-

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val ridannafondo

La notorietà pian piano sta crescendo, e a parte qualche lato negativo («Le critiche o le cattiverie gratuite fanno male, ma fa tutto parte del gioco»), la visibilità dà la possibilità di essere coin-volti in iniziative importanti. «Questa estate ho trascorso una giornata con l’associazione di clown-dottori “Ridere per vivere”, presso il reparto di pedia-tria dell’ospedale di Sassuolo. è stata un’esperienza fantastica… Ho cercato di portare un sorriso a questi bambini

e conoscere meglio la loro realtà. Un aspetto che mi ha colpito molto è che i medici-clown bussano sempre alle por-te dei piccoli pazienti: è un modo per dare loro un margine di scelta, visto che sono già obbligati a cure o terapie da cui non possono sottrarsi». Scelte, possibilità di decidere. Un ambito della vita in cui Virginia non ammette impo-sizioni è quello delle amicizie: «Sono molto selettiva nei rapporti e tendo a non attaccarmi molto alle persone, ma i miei amici, quelli veri, sono come me e riescono a capire i miei ritardi - ad ogni appuntamento arrivo sempre almeno mezz’ora dopo!!! - e le mie assenze, anzi sono contenti della vita che fac-cio. Luana è la mia più grande amica, e condivide con me il fatto di essere un po’ gipsy! Poi ci sono Giuseppe e Mau-rizio. Il nostro è un rapporto particola-rissimo: Maurizio ha 19 anni, mentre Giuseppe 36 e tutto è nato grazie alla piscina che gestisce sua moglie; ci sia-mo conosciuti lì. Quest’estate abbiamo passato le pause pranzo in bicicletta o in giro per qualche visita culturale, e insieme abbiamo fatto un viaggio in

Sicilia. Per me è importantissimo avere pochi, ma saldi punti di appoggio».

E in squadra come è il clima? Con al-cune atlete come Elisa Brocard o Silvia Rupil, Virginia condivide un percorso più lungo, con altre la conoscenza è più limitata. «Ne parlavamo proprio al-cune settimane fa: quest’anno il grup-po è migliore rispetto all’anno scorso. Anche se di amicizie vere ne ho avu-te poche qui, forse una in tutti questi

poi quella di avere uno spazio dove rac-contarmi è un’esigenza che ho sempre sentito, anche per assecondare una pas-sione che ho da quando sono piccola: scrivere. Talvolta è terapeutico ed aiuta a ordinare i pensieri! Mi piace poi l’idea che io riesca a far passare qualcosa del mio vissuto, a chi ha un sogno simile al mio, e dall’altro lato, far vedere che sono una persona comune, semplice ed umile, non sono solo un’atleta di Coppa del Mondo».

ta la mia vita, ma un passatempo quasi come un altro».

Le prime gare intorno ai sette anni, la prima vittoria ai Campionati italiani Ra-gazzi a 12 anni, con un percorso che, passando per i Mondiali juniores nel 2005, l’ha condotta alla Nazionale jr nel 2006, e all’ingresso nella Forestale nel 2008. «Entrare in un’arma non è stato un passo semplice per me a causa delle mie convinzioni, ma ora so con certezza che il loro apporto è stato fondamenta-le, e non sarei dove sono senza questo passaggio». Dove è Virginia adesso? Dopo tanti anni di gare, allenamenti, albe gelide, si ama ancora quello che si fa? «Sì, tantissimo! La mia è una passio-ne radicata. Per farvi un esempio, amo preparare tutto al meglio. Quest’estate sono ritornata per diverse notti proprio nella malga di Rinfreddo per abituarmi all’altitudine, e applicare il motto di al-lenamento: live high and train low (vivi in alto e allenati in basso, ndr). E poi c’è la gara… L’emozione è sempre la stessa, fortissima, anche se, quando sto bene e sono lucida, mi astraggo completamen-

te. Il mio focus è sulla competizione e a bordo pista non vedo neppure le per-sone. Se ci ripenso a posteriori, ricordo tutto: il tempo sembra dilatato». Da un mese circa è ricominciato il cir-cuito di Coppa del Mondo e Virginia si è già presa la soddisfazione del miglior piazzamento in carriera, ottava nella 10 km TC di Canmore. Che sapore ha la prima gara stagionale, rito che si ripete inverno dopo inverno? «Nei giorni prima fremo molto, ma è molto bello rivedere gli atleti e incontrare di nuovo tante per-sone; principalmente sono gasata e mi diverto! Al momento della partenza poi si hanno dentro tante cose, anche diffi-cili da descrivere, perché non c’è in gio-co solo il tuo fisico, ma tutte noi stesse, i nostri sforzi e tutto il lavoro fatto nei mesi precedenti, oltre all’affetto di chi ci supporta e tifa per noi». Virginia è una delle poche azzurre ad avere un sito in-ternet tutto suo (www.virginiademartin.it). Da dove è nata quest’idea? «Penso sia importante farsi conoscere dal pub-blico, anche perché senza un seguito il nostro sport non ha senso d’esistere. E

anni, è importante far squadra e poter gareggiare e allenarsi serenamente». Torniamo alle gare. Virginia “sente” i luoghi: la sua malga, le sue Dolomiti hanno un valore importante. E quanto conta gareggiare in un posto piutto-sto che in un altro? «Per me tantissi-mo. Ad esempio correre ad Oslo, sia ai Mondiali che in Coppa del Mondo, è stato fantastico. Non so quanto sia vero o quanto sia una suggestione, ma lì senti la storia del fondo. Magari la tua prestazione non ne beneficia, ma la sensazione che provi a gareggiare in quel posto è magnifica». A proposito di luoghi, è impossibile non fare riferi-mento ai Mondiali della Val di Fiemme, i Campionati in casa. «Non siamo per nulla subissati da interviste o doman-de sulla rassegna… Da una parte è un bene perché per ora siamo tranquilli, dall’altra forse per la piena riuscita del-la manifestazione sarebbe opportuno se ne parlasse di più. Personalmente per ora non ho aspettative, nel sen-so che eventualmente me le creerò in base ai risultati che realizzerò nel cor-so della stagione. Non voglio caricar-

mi di responsabilità; sono in crescita e voglio cercare di far bene in tutte le gare di avvicinamento. Anche perché bisognerà qualificarsi! Andrà in Fiem-me chi ottiene un risultato nelle cin-que, oppure due nelle dieci, o tre nelle quindici, o ancora, chi vince i Campio-nati italiani. In più ci saranno alcuni test per chi è in forma nelle settimane immediatamente precedenti. Quel che è certo è che sarà magnifico poter cor-rere in casa».

La staffetta azzurra a La Clusaz nel 2010 con Virginia De Martin Topranin, Marianna Longa, Silvia Rupil e Arianna Follis

«ogni volta che torno alla Malga rinFreddo provo sensazioni BellissiMeè un ricordo speciale della Mia inFanzia, trascorsa tra i Monti e gli aniMali»

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Il FrIulAno clAudIo Muller stA vIvendo unA crescItAGrAduAle che l'hA PortAto AllA ForestAle

e AllA convocAzIone nellA nAzIonAle under 23:«orA sono concentrAto soltAnto sul Fondo»

di Giulia Favero

a piccoli passi

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val ridannafondo

C’è chi è in Coppa del Mondo e c’è chi per ora gare di questo tipo le vive solo nei desideri,

ma per tutti sembra che il sogno più grande, che accomuna l’esperto cam-pione e il più giovane atleta, è quello olimpico. Non è da meno Claudio Mul-ler, giovane fondista della Forestale, attualmente in forza alla squadra B/Under 23.

Il friulano, classe 1992, vanta un otti-mo palmares sino ad ora, con il secon-do posto nella classifica generale del-la Coppa Europa, l’Opa Cup, quattro titoli italiani juniores conquistati tra il 2011 e il 2012, e la partecipazione a due Mondiali junior: è lecito sognare in grande. «Sono di Tarvisio, precisamente della frazione di Fusine in Valromana, che si trova nella parte più vicina alla Slovenia - racconta Claudio – ed è da quando ero bambino, dai 4-5 anni che pratico lo sci. In realtà ho iniziato con la discesa e l’ho praticata per alcune stagioni. Poi sono caduto, mi sono in-fortunato al ginocchio e ho ricomincia-to a sciare, ma con il fondo». In questa seconda “carriera” sportiva, Muller ha seguito le orme della sorella maggiore, accompagnato dagli allenatori delle fasce giovanili, amici del papà. «Devo tantissimo alla mia famiglia, che mi è sempre stata vicina, agli esordi come adesso. Hanno fatto tanti sacrifici per permettermi di coltivare la mia passio-ne, e ad ogni gara mi sostengono e li sento vicini anche se siamo a centinaia di chilometri di distanza». è lo Sci Club Weissenfels la prima casa del giovane talento, e il suo percorso è stato arricchito da alcuni incontri fortunati: «Un riconoscimento parti-colare lo devo fare al presidente dello sci club, Gianni Pittino, e ad un’altra persona…In famiglia siamo ben sei figli e non so se sarei potuto arrivare dove sono adesso senza l’aiuto dell’al-lenatore sloveno Matej Soklič. Prati-care sport ad un certo livello costa, e

Come si è svolta proprio la prepara-zione estiva? «Finite le gare sono sta-to dalla mia fidanzata Alice Canclini a Bormio. Devo ringraziare i suoi genitori per l’accoglienza! Poi ho partecipato a diversi raduni: a Ramsau, in Gardena,

Matej mi forniva gratuitamente gli sci che uso tuttora, dicendomi che l’avrei ripagato quando sarei stato in Coppa del Mondo. Spero di farlo quanto pri-ma». Il percorso di Claudio, dopo gli esordi sulle piste di casa, è prosegui-to nel modo classico: la permanenza nella squadra del Comitato, poi nella Leva Nazionale, e infine nella Nazio-

a Auronzo di Cadore, allo Stelvio e al Tonale». Gruppo, squadra, amicizie…componenti importanti anche in gara: «Amo le staffette, mi caricano davvero tanto. Il dover far bene anche per i com-pagni è uno stimolo in più. Ad esempio gareggiare nella team sprint di Fiera di Primiero è stata un’esperienza bellissi-ma, che spero di ripetere quest’anno». A proposito di gare e programmi, su quali competizioni si concentreranno

nale juniores. Ma è con l’ingresso nel corpo della Forestale a fine 2011, che Muller ha fatto il salto di qualità: «Ho vissuto dapprima un anno da ag-gregato, il secondo da Aspirante. A quel punto ho capito che se volevo ottenere risultati di rilievo nello sci, dovevo dedicarmici totalmente. Così ho fatto, abbandonando il lavoro nei boschi con papà che mi impegnava soprattutto in estate». I risultati non si sono fatti attendere e nella passata stagione il tarvisiano ha ottenuto ot-timi riscontri, inserendosi quest’anno nella Nazionale B Under 23. «Sento di aver cambiato tanto e migliorato so-prattutto l’aspetto della preparazione. Devo moltissimo agli allenatori della Forestale, in primis a Luciano Cardini e a Emanuele Cagnatti che mi hanno aiutato a dosare i carichi di lavoro, e ad evitare troppi accumuli come face-vo negli anni passati. Non nego che molta della serenità anche nel lavoro, derivi dall’ottimo rapporto che c’è con chi si occupa della mia preparazione: amici e persone di cui so di potermi fidare ciecamente».

maggiormente le energie di Claudio? «Sicuramente voglio far bene in Coppa Europa, spero di riuscire a disputare tut-te le gare per salire nuovamente sul po-dio della classifica generale, ma il vero obiettivo saranno i Mondiali junior & Under 23 di Liberec che si terranno dal 20 al 27 gennaio». Il giovane atleta del-la Forestale è in un momento importan-te della carriera, e sarebbe interessante capire quanto dista da lui una eventua-le convocazione in Coppa del Mondo. «Gli allenatori sono molto fiduciosi e mi consigliano di rimanere concentrato - spiega Muller - e da parte mia vorrei tanto esordire nel circuito maggiore più che altro per rompere il ghiaccio e farmi un’idea. Spero di prendervi parte entro la fine della stagione per potermi con-frontare con gli atleti più forti e vedere a che punto sono, dal punto di vista fisico e da quello mentale… Senza dimentica-re di assistere alle gare mondiali in Val di Fiemme, magari a bordo pista». Nel mentre Claudio Muller ha fatto il suo esordio stagionale: come sono andate le prime gare? «Ho esordito in Coppa Italia a Santa Caterina. Nella sprint in tecnica libera sono arrivato ventesimo in qualifica perché ho avuto un proble-ma in partenza che mi ha rallentato; alla fine mi sono piazzato settimo e sono contento». La stagione è appena inizia-ta e le soddisfazioni da togliersi tante.

La mia famiglia (senza i due fratelli piu grandi)

Io e Alice allo Stelvio

«vorrei tanto esordire in coppa del Mondo per FarMi un’ideagli allenatori sono Fiduciosi e Mi consigliano di restare concentrato»

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Il PrIMo scorcIo dI stAGIone è stAto cArAtterIzzAto dA un lIvellAMento dI vAlorI PIù AccentuAto rIsPetto Al PAssAto e un ProlIFerAre dI InFortunI cAusAtI dA cAdute In FAse dI AtterrAGGIo

di Massimiliano Ambesi / foto Getty Images

alla pari

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val ridannasalto maschile

in quelle gare con vento proveniente da un’unica direzione. Il cambio di stanga di partenza in presenza di condizioni di vento variabile resta, invece, sconsiglia-to perché si tratterebbe di una sorta di roulette russa. In sintesi, l’impressione è che la nuova norma avvantaggi salta-tori dotati di forte esplosività in uscita dal dente, capaci di esprimersi al me-glio dal punto di vista tecnico anche in presenza di velocità inferiore.

Dopo un lungo periodo di vacche ma-gre, il movimento tedesco sembra es-sere tornato ai fasti di una decina di anni or sono ponendosi come reale al-ternativa allo strapotere austriaco. Sul fatto che Severin Freund potesse rap-presentare un pretendente alla sfera di cristallo, addetti ai lavori e bookmaker si trovavano in perfetta sintonia, ma nessuno si sarebbe sbilanciato sull’im-mediata esplosione di teen-ager, com-pletamente privi di esperienza nel cir-cuito maggiore e reduci da risultati non particolarmente eclatanti nelle catego-rie giovanili. A conti fatti, le peculiarità tecniche dei saltatori tedeschi si sono adattate al meglio ai nuovi regolamen-ti al punto da esserne valorizzate, ma finalmente si è iniziato a raccogliere i frutti del lavoro impostato dal tecnico, originario della Kleinwalsertal, Werner

ancora più fondamentale la perfetta preparazione della zona di atterraggio con una cura maniacale e continua del manto nevoso, sia in presenza di for-ti precipitazioni (ultimo infortunio di Alessandro Pittin docet), che su fondi resi duri dal freddo e dalla poca neve.

Resta, infine, di non semplice valutazio-ne la novità regolamentare, già testa-ta in estate, che prevede la possibilità di abbassare la stanga di partenza su richiesta dell’allenatore. Sul fronte del-la comprensione dell’evento, si tratta chiaramente di una complicazione in quanto per lo spettatore medio diventa difficile percepire chi abbia fatto meglio o peggio, fermo restando che il rappor-to minore velocità/misura più corta ri-mane una delle poche certezze della di-sciplina. Per coloro che seguono le gare da casa sarebbe però consigliata una comunicazione anticipata con apposito messaggio in video in maniera tale da consentire al pubblico di capire la stra-tegia del caso preparandolo per tempo ad assistere a misure inferiori, ma rag-giunte in presenza di presupposti di partenza più sfavorevoli. Sul versante prettamente agonistico, gli allenato-ri più scaltri hanno tratto giovamento dalla facoltà di abbassare il gate, specie

Il primo scorcio di stagione è stato caratterizzato da un livellamento di valori più accentuato rispetto al pas-

sato. Fatta eccezione per il secondo evento di Sochi, il leit-motiv è stato, infatti, rappresentato dall’incertezza, testimoniata da distacchi sempre più contenuti e da frequenti stravolgimen-ti di classifica tra la prima e la seconda parte di gara. Finora, solamente in due occasioni chi ha concluso al comando la serie iniziale si è poi aggiudicato il successo e, in ogni caso, ben dieci sal-tatori si possono già fregiare dell’onore di essersi imposti in almeno una serie. Inoltre, così come avvenuto dodici mesi or sono, nessun atleta festeggerà le va-canze natalizie forte del fatto di aver concluso le sette competizioni in calen-dario nelle prime dieci posizioni. In un contesto di sostanziale equilibrio, il me-teo ha recitato un ruolo chiave nono-stante, Kuusamo esclusa, le gare siano arrivate al termine senza grossi patemi e in una situazione di complessiva re-golarità. Ciò premesso, il combinato di vento ed utilizzo delle nuove tute semi-antropometriche ha, comunque, fatto sì che lo svantaggio in condizioni di sfa-vore divenisse maggiore.

L’aspetto negativo, comune sia al set-

tore maschile che a quello femminile, si è tristemente rivelato il proliferare di infortuni causati da cadute in fase di atterraggio, fenomeno che dovrà ne-cessariamente generare riflessioni in quanto raramente si è assistito a salti in prossimità del punto HS e, soven-te, anche atleti dotati di comprovata esperienza hanno faticato oltremodo ad appoggiare il telemark dopo aver ottenuto modeste misure. A tal propo-sito, molti addetti ai lavori hanno pre-potentemente puntato il dito contro le nuove tute, ritenute la principale causa dei sopravvenuti problemi. Alcuni so-stengono addirittura che il peggio si debba ancora vedere, ipotizzando che la situazione possa degenerare in occa-sione delle gare di volo. Previsioni ca-tastrofiche a parte, l’utilizzo delle tute semi-antropometriche e il conseguente aumento della velocità, non solo in in-run, hanno generato traiettorie di volo differenti rispetto al passato e l’impatto in fase di atterraggio è diventato più violento, senza dimenticare che la bava di neve artificiale trovata in alcuni con-testi di gara, Sochi su tutti, ha compli-cato una situazione già non ottimale. Tuttavia, al momento, sembra impossi-bile trovare una soluzione in corsa per ovviare al problema. Diventerà, perciò,

gioni. Analizzando con attenzione la si-tuazione, non può passare inosservato come le tre principali potenze del mo-mento siano dirette da tecnici austria-ci di nascita e soprattutto formazione. Oltre ad Austria e Germania, anche la Norvegia è ormai guidata da quasi due anni da Alexander stöckl, che ha in-trodotto nel movimento scandinavo le medesime linee guide della casa ma-dre. Gli unici paesi, in grado di prova-re a reggere l’onda d’urto della scuola austriaca, sono Giappone, Polonia e Slovenia, che, per quanto concerne il materiale umano a disposizione, non partono battuti, pur restando per ora distanti dal rendimento delle nazioni al vertice della disciplina.

A livello individuale, merita la coperti-na Gregor schlierenzauer, capace di archiviare, piuttosto silenziosamente, tre successi di giornata e soprattutto di chiudere al comando la fase pre-natalizia del circuito per la prima vol-ta in carriera. L’ormai ventitreenne di Fulpmes, non ha comunque palesato lo strapotere emerso in diversi scorci del passato e si è imposto in una sola delle quattordici serie di gara finora di-sputate. Tuttavia, avvantaggiato dalla crescita delle velocità in fase di stacco, é riuscito a mantenere una notevole co-

Jaka Hvala

resta di non seMplice valutazione la novità regolaMentare che prevedela possiBilità di aBBassare la stanga di partenza su richiesta dell’allenatore

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atleti in gara punti atleti in gara punti PLus-MINus

gerMania 48 832 49 1243 411norvegia 54 665 54 823 158giappone 39 229 42 321 92russia 28 132 40 185 53svizzera 20 138 28 172 34Bulgaria 7 34 7 58 24slovenia 42 423 42 444 21Francia 23 24 15 0 -24italia 20 126 16 37 -89austria 42 1536 49 1437 -99Finlandia 32 163 26 44 -119polonia 49 365 38 234 -131rep. ceca 45 382 35 62 -320

stAGIone 2011-2012 stAGIone 2012-2013

schuster che, fin dal momento del suo insediamento, datato primavera 2008, ha voluto mutuare in toto il sistema au-striaco. Nel contesto idilliaco di questo primo scorcio di stagione, anche vete-rani come Michael neumayer, consi-derato dai più sul viale del tramonto, hanno trovato una seconda giovinezza e complessivamente, sommando gare individuali e prove a squadre, la Ger-mania ha archiviato in poco meno di un mese tanti successi quanti ne erano arrivati nelle due precedenti intere sta-

Thomas Morgenstern

Severin Freund

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val ridannasalto maschile

tuttora il saltatore più giovane in atti-vità a vantare almeno un successo in Coppa del Mondo, ha già incamerato il primo podio stagionale pur non essen-dosi proposto sui livelli di competitività dello scorso dicembre.

Il detentore della sfera di cristallo An-ders Bardal ha confermato la sua lea-dership in termini di risultati in seno al movimento norvegese, ma, fin dal pri-mo appuntamento di Lillehammer, ha dovuto fare i conti con qualche proble-ma fisico di troppo che gli ha impedito di esprimersi al top del potenziale. Il di-stacco dalla testa della classifica genera-le resta comunque comparabile a quel-lo della passata stagione e lascia aperta la possibilità di giocarsela fino alla fine, specie qualora il trentenne di Steinkjer riesca a recitare un ruolo da protagoni-sta nell’imminente Tournèe dei Quattro Trampolini. In tal senso, l’anomala lun-ga pausa di quasi due settimane prima della qualificazione di Oberstdorf, po-trebbe consentirgli di riprendersi dagli acciacchi alle ginocchia. La compagine scandinava, pur alternando alti e bas-si, ha raccolto un notevole gruzzolo di punti in più rispetto alle prime sette gare della passata stagione ed ha recuperato a pieno titolo il miglior Anders Jacob-sen, più volte capace di sfiorare quel podio conquistato a Lillehammer dal giovane Anders Fannemel, altro punto fermo della squadra al pari di Tom hil-de e Rune velta, presenze quasi fisse nelle migliori venti posizioni, pronti da un momento all’altro ad effettuare un ulteriore salto di qualità.

Tra i big, si leccano, invece, le ferite Simon Ammann e Thomas Morgen-stern, al secolo i due atleti più titola-ti in attività insieme a Schlierenzauer. Entrambi, dopo un inizio brillante, con tanto di leadership della generale per il carinziano, si sono completamente eclissati su un trampolino amico come quello di Engelberg, dove in passato si erano imposti per ben tre volte a te-sta. Nell’occasione sia l’uno che l’altro

hanno evidenziato problemi tecnici in fase di penetrazione, ma nelle intervi-ste post-gara si sono dichiarati sicuri di saper ovviare alle lacune sopravvenute. In chiave sfera di cristallo, il distacco non pare irrecuperabile, malgrado sarà necessario un cambio di marcia dalla Tournèe in avanti, figlio essenzialmente di una ritrovata stabilità tecnica. Punti alla mano, i risultati sono stati anche peggiori per il polacco Kamil stoch, partito, così come tutti i suoi connazio-nali, con il freno tirato per via del ritar-do nello smaltire i carichi di lavoro, ma salito prepotentemente di colpi nelle gare di Engelberg e pronto ad un gen-naio da protagonista. In casa Polonia, va rimarcato il buon inizio di stagione dello specialista delle prove su plastica Dawid Kubacki, non solo capace di conquistare la prima agognata qualifi-cazione alla serie finale, ma soprattutto in striscia aperta di cinque gare in zona punti con tanto di primo piazzamento tra i migliori dieci. Lenti segnali di pro-gresso sono arrivati da Maciej Kot, al-tro indiscusso protagonista dell’ultimo circuito estivo.

Per quanto riguarda le nuove leve, oltre

tardo dal compagno di club. Peraltro, proprio Kofler ha fornito l’impressione di disporre del potenziale maggiore, ar-gomento supportato dalle quattro serie finora vinte. Tuttavia, va da sé che, così come Freund, dovrà riuscire ad incame-rare più punti possibili entro la terza settimana di gennaio perché, almeno sulla carta, i sette appuntamenti con i trampolini di volo della seconda parte di stagione non dovrebbero avvantag-giarlo. Non parte battutto nemmeno il ventiquattrenne di Waldkirchen che, ad eccezione del salto iniziale della se-conda competizione di Lillehammer, è riuscito a sfoderare prestazioni di ec-cellenza in ogni contesto di gara sti-molando anche il resto della squadra tedesca. La rivelazione della stagione porta, infatti, il nome di Andreas Wel-linger, diciassettenne scuola Ruhpol-ding con caratteristiche tecniche spe-culari a quelle di Freund, già capace di archiviare due podi, senza mai mancare l’appuntamento con le prime venti po-sizioni. Inoltre, anche Richard Freitag,

stanza di rendimento evidenziando una maggiore maturità nella gestione dei salti di allenamento, in cui raramente ha cercato di strafare concentrandosi principalmente sulla cura dei dettagli. In particolare, rispetto alle ultime due stagioni, il vincitore della passata edi-zione della Tournèe dei Quattro Tram-polini è stato in grado di difendersi al meglio anche in presenza di forte vento da dietro palesando importanti pro-gressi sul piano della forza. Schlieren-zauer si è portato a sole tre lunghezze di distanza dal record di quarantasei successi in Coppa del Mondo detenuto dal finlandese Matti Nykänen ed è di-ventato il saltatore con più affermazioni in assoluto sommando le gare di Grand Prix e quelle del circuito maggiore in-vernale. Avanti di questo passo, alla luce di età e talento, sembra destinato a riscrivere buona parte dei primati del salto speciale raggiungendo tra l’altro la soglia delle cinquanta affermazioni, ad oggi nelle discipline nordiche di area Fis superata dalla sola fondista norve-gese Marit Bjørgen.

Conquistare la seconda sfera di cristallo in carriera, non sarà in ogni caso così pacifico per via della qualificata concor-

renza del connazionale Andreas Kofler e del tedesco Severin Freund, che si sono suddivisi i rimanenti quattro suc-cessi stagionali. Il ventottenne di Inn-sbruck non ha mai perso occasione per sottolineare come l’obiettivo principale sia per lui rappresentato dal primo po-sto nella classifica generale e, dopo un incipit piuttosto balbettante, ha infila-to una striscia di quattro podi, tuttora aperta, che gli ha consentito di portarsi ad una cinquantina di lunghezze di ri-

a Wellinger, si è lasciato apprezzare il diciannovenne sloveno Jaka hvala, tra i saltatori tecnicamente meglio impo-stati del circuito. Il vice-campione mon-diale juniores, originario di Paniqua, comune limitrofo al confine italiano, ha però perso l’occasione di conquistare il primo successo in carriera bucando completamente, più per la pressione che per altro, la seconda serie della competizione di Kuusamo. Va però ri-marcata la notevole costanza di rendi-mento in ogni condizione di gara che gli ha permesso di chiudere lo scorcio di apertura stagionale nelle prime dieci posizioni della classifica generale. Tra le note positive del primo mese di compe-tizioni non possono essere dimenticati l’ultratrentenne russo Dimitri vassi-liev, nuovamente sul podio dopo quasi quattro anni, il veterano austriaco Wol-fgang loitz, tornato tra gli inamovibili della squadra a suon di piazzamenti tra i migliori dieci, e il ventenne sloveno Pe-ter Prevc, pungolato dalla concorrenza di Hvala è ormai pronto a sfatare il tabù del podio più volte sfiorato. Il fronte del-le delusioni annovera l’austriaco Martin Koch, in costante crescita ma ancora lontano dai fasti dello scorso inverno,

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1) nykänen Matti Fin (1963) ret. 462) schlierenzauer gregor aut (1990) act. 433) Malysz adam pol (1977) ret. 394) ahonen Janne Fin (1977) ret. 365) Weißflog Jens ger (1964) ret. 336) schmitt Martin ger (1978) act. 287) Felder andreas aut (1962) ret. 258) Morgenstern thomas aut (1986) act. 229) ammann simon sui (1981) act. 20 goldberger andreas aut (1972) ret. 20

schlierenzauer, grazie ai tre successi conquistati nel-la stagione in corso, si è portato a tre lunghezze di distanza dal vertice della classifica dei vincitori all-time. sul sito www.wintersport-news.it è possibile consultare la classifica completa.

1) ahonen Janne Fin (1977) ret. 1082) Malysz adam pol (1977) ret. 92 3) nykänen Matti Fin (1963) ret. 76 4) Weißflog Jens ger (1964) ret. 735) Morgenstern thomas aut (1986) act. 726) schlierenzauer gregor aut (1990) act. 697) ammann simon sui (1981) act. 678) goldberger andreas aut (1972) ret. 639) vettori ernst aut (1964) ret. 54 10) schmitt Martin ger (1978) act. 52 Morgenstern, grazie ai due podi conquistati a lille-hammer, si è portato ad una sola lunghezza dal tede-sco Jens Weißflog. schlierenzauer, invece, si appresta a sfondare il muro dei 70 podi. sarebbe il sesto nella storia a riuscirci. sul sito www.wintersport-news.it è possibile consultare la classifica completa.

vIttorIe In coPPA del Mondo(791 gare disputate)

PodI In coPPA del Mondo (791 gare disputate)

prestazione sotto tono per Morgenstern ad engelBerg non solo per via del classico Malanno di stagione

Gregor Schlierenzauer

Andreas Wellinger

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val ridannasalto maschile

ai box dopo l’operazione al ginocchio di metà ottobre. Partenza discreta, invece, per la squadra giapponese che, ha sì ot-tenuto risultati al di sotto delle aspetta-tive di inizio autunno, ma di gran lunga migliori rispetto all’equivalente periodo della stagione passata. C’è ora attesa per il rientro di Daiki Ito, che, superati i problemi ad un ginocchio, ha gareggia-to con successo nel circuito nipponico dimostrando di aver trovato anche il feeling con le nuove tute.

Il bilancio per l’Italia va considerato po-sitivo in virtù del gradino più basso del podio conquistato nella prova a squadra mista di Lillehammer e grazie al nono posto ottenuto da Sebastian collore-do nel primo evento di Sochi. Resta il rammarico per aver perso un pettorale in vista della Tournèe, nel corso della quale il capo-allenatore Jakub Jiroutek potrà schierare un massimo di tre atleti per gara. Ferma restando l’inamovibilità del venticinquenne tarvisiano, Roberto dellasega, Andrea Morassi e Davide Bresadola si giocheranno i rimanenti posti a disposizione. Il circuito di Coppa del Mondo riaprirà i battenti il 29 dicembre con la qualifi-cazione della gara di Oberstdorf, primo atto della 61ª edizione della Tournèe dei Quattro Trampolini. Fari puntati sui saltatori austriaci che andranno alla caccia del quinto successo consecuti-vo e sono reduci dallo “sweep” della passata stagione in cui si sono imposti in ogni singola tappa monopolizzando il podio finale. Mai come quest’anno appare difficile individuare un netto fa-vorito, ma i “sentimentali” si augura-no che possa uscire vincitore l’elvetico Simon Ammann che diventerebbe di conseguenza il secondo saltatore dopo il finlandese Matti Nykänen ad aver trionfato su ogni fronte individuale nel corso della carriera. Subito dopo Santo Stefano, invece, la località elvetica di Engelberg ospiterà due prove di Coppa Continentale. Finora, a causa di proble-mi di differente entità si sono disputa-te due sole prove del circuito cadetto che hanno sempre visto prevalere l’au-striaco Stefan Kraft, davanti al polacco Klemens Muranka e al connazionale David zauner.

lo sloveno Robert Kranjec, completa-mente privo di armi in presenza di vento alle spalle, l’intera squadra francese e la gran parte della compagine ceca, in cui si è difeso il solo Lukas hlava. Roman Koudelka, dopo tre settimane di delu-sioni, ha addirittura preferito disertare le gare di Engelberg per concentrarsi sugli allenamenti con la speranza di di-sputare una Tournèe da protagonista. Non è, invece, possibile valutare con obiettività la situazione della Finlandia, penalizzata dall’ennesimo grave infor-tunio di Janne happonen e finora pri-va di Anssi Koivuranta, ancora fermo

TOP 55 WRL WRL COC QuOTA austria 8 6 1 7norvegia 8 6 1 7polonia 6 6 1 7gerMania 9 6 6slovenia 7 6 6giappone 7 6 6rep.ceca 3 4 4Finlandia 2 4 4russia 2 4 4italia 1 3 3Francia 1 3 3svizzera 1 3 3Bulgaria 1 3 3estonia 0 2 2korea 0 2 2canada 0 2 2kazakistan 0 2 2stati uniti 0 2 2

TOP 55 WRL - saltatori nelle prime 55 posizioni del World ranking list (c'è un ex-aequo in 55ª posizione) | WRL - pettorali ottenuti trami-te le dinamiche regolamentari del World ranking list | COC - pettorali ottenuti in base ai risultati dell'ultimo periodo di coppa continentale | QuOTA - contingente massimo a disposizione nelle gare che non si disputano in una località di casa

Solo sul sito www.wintersport-news.it è possibile trovare il World Ran-king List aggiornato al termine di ogni gara (sia invernale che estiva)

contInGentI nAzIonAlI Per lA tournèe deI 4 trAMPolInI

Davide Bresadola

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lA GIAPPonese sArA tAKAnAshI è lA reGInA dI dIceMBre, MA Per lA coPPA del Mondo è PArtItA A quAttro

di Francesco Paone / foto Getty Images

Fab Four

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val ridannasalto femminile

giudici. Stile a parte Sara appare su-periore a tutte le avversarie, compresa Sarah hendrickson.

L’americana, dominatrice dell’inver-no 2011-2012, sta pagando le inevi-tabili conseguenze dello stop forzato fra marzo e settembre in seguito a un’operazione al ginocchio. La diciot-tenne di Park City è penalizzata da una

tamente mantenuta dalle sue qualità di volatrice. Proprio grazie ai migliora-menti in uscita dal dente Takanashi ha trovato una tecnica di salto perfetta con l’unico neo dell’atterraggio. Infat-ti in prossimità del suolo è costretta a effettuare un repentino arretramento di assetto che le causa grosse difficoltà nell’appoggiare il telemark con con-seguente penalizzazione da parte dei

Lo scorso anno la Coppa del Mon-do di salto femminile ha avuto una gerarchia ben definita con

una dominatrice, una seconda forza e una terza incomoda. In questo inizio di inverno i valori sono invece cambia-ti e al vertice del circuito si è formato un quartetto di atlete, le “Fab Four”, che sono riuscite a conquistare almeno una vittoria nelle quattro gare disputa-te tra fine novembre e inizio dicembre. Sara Takanashi, Sarah Hendrickson, Coline Mattel e Daniela Iraschko si sono sovente date battaglia crean-do un equilibrio fra le big sconosciuto nel 2011-2012 e testimoniato da due fatti: in primo luogo ben tre volte su quattro chi ha chiuso in testa la pri-ma serie poi non è riuscita a vincere la gara, ma soprattutto in due occasioni la vincitrice ha realizzato salti com-plessivamente più corti rispetto alla seconda classificata, primeggiando esclusivamente grazie alle valutazio-ni dei giudici più elevate. L’aumento dell’incertezza e di conseguenza dello spettacolo non può non essere accolto favorevolmente in quanto fondamen-tale per far crescere anche l’appeal di

una disciplina ancora giovane e in cer-ca di affermazione dal punto di vista mediatico.

In seno alle Fab Four Sara takanashi è però leggermente al di sopra delle altre come testimonia la classifica ge-nerale di coppa del Mondo dove la giapponese indossa il pettorale giallo con un leggero margine sulle tre inse-guitrici essendo l’unica ad aver vinto più di una volta e ad essere salita sul podio in tutte le quattro prove. La se-dicenne dell’Hokkaido ha guadagna-to lo status di numero uno mondiale grazie a progressi rispetto all’estate, quando mancava di costanza. Con l’arrivo della neve l’asiatica si è dimo-strata sempre perfetta nel timing di stacco, tanto da apparire quasi auto-matizzata, e soprattutto ha mostrato una forza in fase di spinta a lei sco-nosciuta lo scorso anno. La nipponica associando solidità tecnica e maggior potenza alla sua proverbiale capacità di mettere rapidamente gli sci piatti ri-esce ad avere una parabola ottimale che le permette di guadagnare molta quota in uscita dal dente, poi perfet-

prima grande interprete di una tecnica di salto poi perfettamente assimilata anche dalla nipponica. Una tecnica che rappresenta un’evoluzione della disciplina in quanto molto più adatta alle nuove velocità di stacco.

Infatti la teoria è stata spazzata via dalla pratica perché non si è verificato il previsto innalzamento delle velocità di stacco e di conseguenza è venuto meno il ritorno al passato che avrebbe permesso a Daniela Iraschko di ripro-porsi come dominatrice. L’austriaca pur essendo molto migliorata tecnica-mente rispetto allo scorso anno palesa un tallone d’Achille: più si abbassa-no le velocità di stacco, meno la sua uscita dal dente è efficace. Pertanto la ventinovenne di Eisenerz può esse-re competitiva con le più giovani rivali sono in caso di alta velocità. Chi invece ha il proprio punto di forza nell’uscita

dal dente è Coline Mattel, tornata a livelli di eccellenza assoluta dopo una stagione di grosse difficoltà. Il comple-tamento della maturazione fisica ha permesso alla francese di ritrovare gli automatismi perduti in fase di volo e il lavoro impostato dagli allenatori allo scopo di renderla più potente ha dato i suoi frutti. Ora la diciassettenne tran-salpina è l’atleta capace di esprimere

perdita di massa muscolare che, oltre a obbligarla all’utilizzo di sci di 6 cen-timetri più corti rispetto a dodici mesi orsono e di 22 cm inferiori al massimo teorico consentito per la sua altezza, ha ovviamente ripercussioni negati-ve sulla forza di stacco e soprattutto sull’equilibrio in fase di volo. Hen-drickson, pur saltando pochissimo con i nuovi materiali ed essendo ancora alla ricerca della quadratura del cerchio dal punto di vista tecnico, è riuscita a conquistare una vittoria e un secondo posto cogliendo di sorpresa anche gli addetti ai lavori che mai si sarebbero aspettati di trovarla così competitiva. A detta dell’allenatore della squadra statunitense, il trentino Paolo Bernar-di, sarà difficile per Sarah riguadagna-re durante la stagione il peso perso, pertanto il 2012-2013 dell’americana si annuncia tutto in difesa. La teena-ger dello Utah difficilmente potrà di-

fendere la Sfera di cristallo in quanto a rischio di passaggi a vuoto, tuttavia sulla singola gara non parte battuta da nessuno ed è dotata di tutte le ca-ratteristiche necessarie per competere con Takanashi avendo una parabola di volo analoga e potendo guadagnare sulla più giovane avversaria svariati punti grazie allo stile. Va sottolineato come proprio Hendrickson sia stata la

La caduta di Elena Runggaldier a Sochi

Sarah Hendrickson Daniela Iraschko

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val ridannasalto femminile

stagione dalla rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio si-nistro e di conseguenza ha deciso di dedicarsi anima e corpo allo studio ac-cademico in attesa della ripresa degli allenamenti che potrà avvenire solo in primavera. Quantomeno da gennaio il team azzurro si arricchirà dell’opzione Manuela Malsiner, classe 1997 diven-tata eleggibile per il massimo circuito dopo aver compiuto i 15 anni.

L’Italia guarda quindi con fiducia al futuro prossimo, una situazione com-pletamente opposta rispetto a quella della Germania. La grossa difficoltà del movimento tedesco è uno dei temi forti del primo mese di competizioni. Carina vogt ha assunto pienamente il ruolo di numero 1 teutonica grazie a una notevole stabilità tecnica ed è riuscita a piazzarsi costantemente nel-la top ten. Anche Svenja Würth si sta ben comportando per le proprie po-tenzialità, ma le note positive si ferma-no qui. Il resto della squadra appare allo sbando. Ulrike Gräßler, Melanie Faißt e Anna häfele, sulla carta le tre punte, sono le ombre delle atlete viste all’opera nel recente passato e sem-

inoltre a guadagnare quota in fase di spinta grazie alle sue lunghe leve e ha dimostrato sia a Lillehammer che a Ramsau di poter essere competitiva per la vittoria. Purtroppo all’altoatesi-na manca la continuità, ma se dovesse riuscire a esprimere tutto il suo poten-ziale in entrambi i salti di gara sarebbe da corsa quantomeno per un piazza-mento sul podio, se non per qualcosa di più grande. In casa Italia ci può es-sere soddisfazione anche guardando alle prestazioni di Elena runggaldier, decisamente migliorata rispetto alla scorsa disgraziata stagione. La venti-duenne, argento iridato a Oslo 2011, spinge ora con più potenza riuscendo a essere competitiva anche in caso di vento alle spalle o di basse velocità di stacco. Considerate le sue qualità da volatrice non sarà una sorpresa trovar-la nella top ten in trampolini dal pro-filo imponente. Roberta d’Agostina, costantemente attorno alla trentesima posizione, ha vissuto un inizio di inver-no più che discreto ed è diventata gio-coforza la numero 3 italiana a causa dell’infortunio patito da Lisa demetz a Lillehammer. La ventitreenne di Orti-sei ha visto stroncata sul nascere la sua

maggior forza nello stacco, ma di contro non è efficace quanto le altre big in fase di volo, un limite che ap-pare destinato a penalizzarla su tram-polini dal profilo imponente.

Volendo semplificare al massimo i concetti la situazione delle Fab Four può essere sintetizzata come segue. Takanashi è l’atleta più completa del circuito. L’unica con i mezzi per riva-leggiare ad armi pari è Hendrickson, la quale è però condizionata dalle pro-blematiche conseguenti alla perdita di massa muscolare. Mattel, pur essendo leggermente superiore a entrambe nello stacco, soffre il confronto per la-cune ancora da colmare nella fase di volo. Al contrario Iraschko pur volan-do ottimamente è limitata da un’usci-ta dal dente meno efficace rispetto alle rivali. Alla luce di tutto questo la giapponese va considerata la favorita per conquistare la sfera di cristallo in quanto appare destinata ad avere la continuità di risultati maggiore.

Ma chi è la più vicina alle fantastiche quattro? La classifica di Coppa del Mondo dice Anette sagen, ma nel

caso della norvegese vale lo stesso di-scorso fatto per Iraschko con i dovuti distinguo del caso. In realtà per quan-to si è visto fra novembre e dicembre la numero 5 del circuito è l’italiana Evelyn Insam che sinora ha raccolto meno di quanto nelle sue possibilità. La diciottenne gardenese, dotata di una fase di volo efficacissima, riesce

bio di rotta e a una improvvisa ripresa, sta prendendo corpo lo spettro di una stagione fallimentare.

Oltre alle tedesche di punta uno sguar-do superficiale classificherebbe tra le delusioni di inizio anno anche Alexandra Pretorius. In realtà bisogna spezzare una lancia in favore della canadese poi-ché la grande rivelazione del summer Grand Prix, pur proponendosi a livelli d’eccellenza una sola volta su quattro competizioni invernali, ha dimostrato di essere un autentico “work in pro-gress” essendo molto grezza dal punto di vista tecnico. Lo staff nordamericano dovrà essere abile a lavorare con profit-to sull’ormai diciassettenne, una delle atlete con più margini di miglioramento nel massimo circuito femminile al quale peraltro non può ancora partecipare la quattordicenne Ema Klinec, di recente dominatrice di due gare di Opa Cup. La slovena e la stessa Pretorius vivranno il momento clou della loro stagione a fine gennaio quando a Liberec si terranno i Mondiali juniores riservati alle atle-te nate dal 1993 in poi, quindi anche alle big Takanashi, Hendrickson, Mattel e Insam.

brano aver completamente smarrito il bandolo della matassa dal punto di vi-sta tecnico. Il medesimo discorso può essere fatto per le seconde e le terze linee. Di conseguenza il clima è cupo in Germania alla vigilia delle tappe di Coppa del Mondo di casa di gennaio, Schonach (5-6) e Hinterzarten (12-13), perché a meno di un repentino cam-

Jessica Jerome

takanashi al MoMento è la più coMpleta del circuito, quindi è la Favorita per vincere la coppa del Mondo

Sara Takanashi

Coline Mattel Anette Sagen

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prevc d'assalto

lo sloveno è uno deI sAltAtorI PIù ProMettentI del lotto e orA PuntA AllA consAcrAzIone: «so coMe sI FA A vIncere In contInentAl cuP, MA In coPPA del Mondo non ho AncorA trovAto lA rIcettA GIustA»

di consuelo conte / foto Getty Images

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Peter Prevc è uno degli atleti più promettenti nel panorama del salto maschile. Nato a Kranj, in Slovenia, nel settembre del 1992 ha iniziato a farsi notare a livello internazionale

nel marzo 2009 quando ha concluso nelle posizioni di vertice i Mondiali juniores ed è salito sul podio in Continental Cup. Pochi mesi dopo, all’età di 17 anni, ha esordito con il botto in Coppa del Mondo entrando immediatamente in zona punti (22° a Lillehammer). Ha quindi scalato repentinamente la ge-rarchia interna della squadra slovena guadagnandosi il posto ai Giochi olimpici di Vancouver dove ha realizzato un clamoroso exploit raccogliendo un eccellente 7° posto nella competizione su trampolino piccolo. La sua crescita è proseguita lentamen-te, ma costantemente, e oggi Prevc è entrato stabilmente fra i migliori venti saltatori del mondo. C’è però da scommettere sul fatto che non si fermerà dove è ora poiché rappresenta, assieme a Jaka Hvala, la punta di diamante della generazione destinata a trainare il movimento sloveno nel prossimo futuro.

entusiasta di questa stagione finora?«Naturalmente, sono entusiasta di questa stagione. E' iniziata meglio di quanto mi aspettassi».

quali sono le sue aspettative?«In questa stagione vorrei raggiungere la performance dello scorso febbraio e migliorarla durante le competizioni».

lei ha solo 20, ma da quando ha fatto il suo debutto in coppa del Mondo nel 2009, i risultati sono stati molto positivi. si sarebbe mai aspettato di essere così competitivo fin dal primo giorno?«Certo che me li aspettavo. In ogni allenamento ho dato tutto per essere competitivo in Coppa del Mondo».

si è fatto male alla spalla dopo un salto incredibile a oberstdorf nel febbraio di quest'anno, aiutando a sua squadra a vincere la gara per poi andare subito in ospedale per farsi mettere a posto la spalla. dopo di che la sua stagione è finita. Poi l’abbiamo ritrovata a Kranj a luglio dove si è piazzato terzo e primo... «L’ottimo rientro è dovuto ad un inizio di stagione anticipato. La passata stagione ho dovuto fermarmi anticipatamente causa l’infortunio di Oberstdorf, quindi ho potuto iniziare ad allenar-mi un mese prima, cioè in aprile. L’infortunio mi ha tolto tutte le forze quindi ho dovuto fare un passo indietro. Grazie all’aiu-to dei fisioterapisti che mi hanno avuto sotto osservazione per sei ore al giorno, ho trovato la giusta motivazione per allenarmi più intensamente che mai. I miei allenamenti erano differenti di giorno in giorno anche per eliminare la monotonia».

la sua estate è continuata con la vittoria nella gara a squadra di Wisla nel summer Grand Prix e un quinto posto nella continental cup di lillehammer. e’ come se il suo infortunio non fosse mai esistito.«L'inizio delle gare estive è stato davvero buono. Ma poi ho perso un po’ di sensazione sulla posizione nell’inrun e la mia performance non è stata più così buona. Poi ci siamo concen-trati di più nei dettagli e le sensazioni positive sono tornate.

Quando abbiamo svolto il primo campo di allenamento sulla neve, le mie prestazioni sono salite su un buon livello. Posso dire che all'inizio della stagione invernale, è stato molto buono, ma ho ancora qualche riserva nei dettagli».

si sarebbe mai aspettato una vittoria nella prova a squadre a Kuusamo? «Dopo il primo turno di salti ho pensato che se tutti avessimo saltato bene, avremmo potuto vincere. Ma purtroppo non è successo. Un errore ci ha fatto finire al terzo posto, eravamo comunque tutti molto felici, siamo molto soddisfatti, perché sappiamo che senza errori siamo da podio».

la scorsa stagione ha terminato al 15° posto

nella classifica assoluta di coppa del Mondo, il più alto in carriera. quali sono ora i suoi obiettivi?«Io so come si fa a vincere in Continental Cup, ma in Coppa del Mondo non ho ancora trovato la ricetta per la vittoria. Obiettivi per questa stagione? Il mio obiettivo è quello di essere sempre più competitivo durante la stagione e sempre concentrato sul mio rendimento». di solito l’anno pre-olimpico anno è sempre un po’ più impegnativo rispetto le stagioni normali, infatti i Mondiali in val di Fiemme sono dietro l'angolo«Non ho alcuna speciale aspettativa per i Mondiali. La stagione è lunga, e non può essere focalizzata solo su quattro gare».

vuole dare un giudizio sui suoi compagni di squadra? che tipo di possibilità crede che possa avere la slovenia di andare a medaglia? Pensa si possa effettivamente puntare all’oro nella evento a squadre?«I miei compagni di squadra sono veramente preparati. Jurij e Jaka questa stagione sono già finiti nella top 10, Jaka è stato molto vicino a vincere, Robi ha due risultati nella top20, e sap-piamo tutti, che la sua parte di stagione non è ancora arriva-ta. Inoltre, non possiamo dimenticarci degli altri ragazzi come Damjan, Pungertar, Judež, Naglič, Hrgota. E poi ci sono anche

Šinkovec e Mežnar che sono in fase finale di recupero da infor-tuni alle ginocchia. Abbiamo una squadra davvero forte, e che ci può portare a risultati molto buoni in Val di Fiemme».

Potrebbe dirci come è iniziata la sua carriera nel salto con gli sci? chi l’ha spinta a scegliere il salto?«Ho iniziato ad allenarmi nello sci club di salto quando avevo nove anni e mezzo. Dopo mi sono ritrovato a costruire i tram-polini dietro casa! Mio padre ha visto il mio entusiasmo e mi ha portato allo sci club dove poi tutto è cominciato per davvero».

Gli appassionati di salto con gli sci sono anche interessati alla persona che c’è dietro i risultati. vuole dirci qualcosa di lei?«E' difficile da dire, ma penso di essere una persona tranquilla con uno strano senso dell'umorismo. Mi piace essere in buo-na compagnia e fare sport. Il mio idolo è Zaplotnik Nejc, uno scalatore estremo sloveno che sfortunatamente è scomparso. Era sempre concentrato per la sua strada e questo gli ha dato una grande visibilità per i grandi successi che ha ottenuto. Non ho obiettivi per la vita. Va bene una famiglia, casa, e così via, ma questo è piuttosto un "must". Vedrò quello che la vita mi porterà. Noi speriamo tanti successi sia a livello sportivo che personale».

intervistaintervista

«non ho alcuna speciale aspettativa per i Mondiali di val di FieMMela stagione è lunga e non può essere Focalizzata solo su quattro gare»

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doPo lA MedAGlIA Al MondIAle JunIoresl'Azzurro dellAseGA è AncorAAllA rIcercA dI un suo sPAzIo,

orA sI rIvelA trA deBolezze e AMBIzIonI:«seMBrA strAno Per un sAltAtore,

MA Io soFFro dI vertIGInI»

di consuelo conte / foto newspower e Bärbel schulze

diegosenza Filtri

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Diego Dellasega nasce a Cavalese il 4 dicembre del 1990. Cresciuto a Predazzo è entrato nel mondo degli sport invernali praticando combinata nordica, ma all’età di 17

anni ha deciso di lasciar perdere gli sci stretti e concentrarsi esclusivamente sul salto. I risultati non si sono fatti attende-re: già nell’inverno 2008-’09 ha marcato punti a più riprese in Continental Cup e a marzo ha fatto il suo esordio nel massimo circuito facendo parte della squadra italiana del Team event tenuto sul trampolino di volo di Planica. La crescita è proseguita nel 2009-’10, stagione in cui ha ottenuto risultati di spessore. Una vittoria a livello di Continental Cup sul trampolino di Sap-poro, la medaglia di bronzo ai Mondiali junior di Hinterzarten e svariate presenze in Coppa del Mondo facevano presagire la possibilità che Diego potesse avvicinare la competitività di Se-bastian Colloredo e Andrea Morassi. Le cose però sono andate in maniera diversa e a un biennio di progressi hanno fatto se-guito due inverni decisamente negativi. Il ventiduenne trentino, alla vigilia dei Mondiali di casa, ha deciso di cambiare rotta e per ritrovarsi ha anche chiesto l’aiuto di un mental coach.

quando potremmo rivederla in azione?«Ho iniziato la stagione invernale a metà dicembre con la Con-tinental Cup a Lahti, ho bisogno di raccogliere punti fonda-mentali per tornare a far gare di Coppa del Mondo».

su cosa ha basato la sua preparazione per la stagione invernale, quali sono stati i punti su cui ha lavorato maggiormente?«Inanzitutto ho cambiato materiali, sono passato da Fischer a Fluege, in più c'è stata la modifica della tuta da salto passando da +6 centimetri a tolleranza 0, quindi il primo periodo ab-biamo lavorato per adattarci e a prendere confidenza con il nuovo equipaggiamento. L‘anno scorso abbiamo chiuso un ci-clo di lavoro massimale, quindi quest'anno è stato tutto molto più tranquillo e armonioso e questo ci ha permesso di lavora-re maggiormente sul mantenimento del tono muscolare e il miglioramento di velocità per quanto riguarda i balzi o i vari esercizi imitativi. Mi sono deciso di affidarmi ad una psicologa sportiva, volevo far sempre di testa mia e cavarmela da solo, e solo ora capisco quanto sia importante l'aspetto e la forza mentale, è quasi paragonabile alla preparazione fisica». la passata stagione non é stata proprio come se l'aspettava, cosa non è andato?«Parecchie cose sono andate storte, la confusione con mate-riali tipo lunghezza degli sci e altezza degli scarponi, tutte cose che se anche di poco cambiano totalmente la prestazione a cominciare dalla stabilità in posizione di lancio. A settembre del 2011 sono caduto a Klingenthal, mi sono scomposto in volo atterrando su un fianco, non è successo niente a livello fisico anche perché non è stata una brutta caduta, ma a livello men-tale sono crollato, non avevo più le sicurezze raccolte nell'arco di qualche anno, e a ogni salto il pensiero non era più rivolto alla prestazione ma a concludere il salto in piedi. Sono cose che capitano, ma senza un aiuto mentale che ora ho, cavarsela da solo a mio modo di vedere è abbastanza complesso. Ho avuto anche problemi con la schiena, che però quest'anno fortunata-mente non mi dà più fastidio».

cosa pensa di fronte al podio azzurro nel giorno di apertura di coppa del Mondo a lillehammer, podio che mancava da ben 22 anni e primo nella storia con la mixed-team?«Un podio azzurro in Coppa del Mondo, fa quasi venire i brividi sentirlo dire, figuriamoci per chi l'ha vissuto in prima persona! Sicuramente ha fatto vedere a tutti la grande possibilità che c'è in vista dei Mondiali e ha dimostrato il buon lavoro che stiamo facendo praticamente in silenzio».

le è già capitato di prendere parte ad una gara a squadre mista? se sì, le è piaciuta?«Ho partecipato alla gara a squadre mista a Hinterzarten questa estate, è stata un'esperienza interessante, ma purtroppo non è andata bene come quella di Courchevel. Questo format di gara è bello e soprattutto c'è molta più competitività tra le squadre quindi il podio non può essere scritto già in partenza».

se non erro lei è stato un ex combinatista. cosa l’ha spinta a compiere il passaggio da combinata a salto di specialità?«Ho praticato la combinata fino a 17 anni, l’ho fatto sempre per mio padre che ha saltato fino a quando si è rotto il femore per poi continuare con il fondo. Poi un giorno ho capito che non lo facevo per me, mi pesava molto mettere gli sci stretti soprattutto dopo una gara di salto magari andata male, quindi ho deciso di concentrarmi su un'unica disciplina che mi desse molta più soddisfazione».

cosa cambia tra queste due discipline, in termini di allenamento e di alimentazione?«In termini di allenamento sicuramente non si raggiunge la fatica che prova un combinatista, però anche nel mondo del salto ci si allena duramente per rifinire ogni dettaglio, mentre per quanto riguarda l'alimentazione qui c'è un bel po' di diffe-

renza, le calorie che giornalmente brucia un combinatista sono il doppio di un saltatore quindi anche le porzioni a tavola sono diverse».

quindi nessun rimpianto?«Assolutamente nessun rimpianto, svegliarsi felice la mattina per quello che fai è una cosa fantastica».

Il salto purtroppo é ancora uno sport di nicchia nel nostro Paese, quale pensa sia la ragione?«Pian piano ci stiamo facendo sentire anche noi, un grande ini-zio è stata la medaglia di Pittin alle Olimpiadi, e sono convinto che se riusciremo a centrare dei buoni risultati con costanza anche il salto sarà considerato molto di più».

Pensa che se ci fossero maggiori risultati positivi, sull'onda del podio di lillehammer, e anche più risorse,

intervistaintervista

«il podio iridato giovanile Mi ha dato una grande soddisFazione Ma poi Mi ha Fatto capire quanto è iMportante l'aspetto Mentale»

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si avrebbe anche un seguito più ampio tra i giovani? o le ragioni per lei sono altre?«I risultati sono al primo posto sicuramente, però se ci fosse anche qualche centro in più in Italia sarebbe sicuramente un grande punto di partenza per i giovani. Ricordo quando Pragelato funzionava alla grande, c'era un bel gruppetto di bambini che saltava dai trampolini piccoli, chiuso quel centro non se ne più visto uno, quindi senza la materia pri-ma credo sia abbastanza complicato anche se i settori in Italia stanno facendo di tutto per tirare su qualche giovane talento».

ci racconti quali sono i suoi ricordi dopo aver vinto la medaglia di bronzo ai Mondiali Junior di hinterzarten«Che giornata! è passato tutto troppo veloce, io per primo non mi sarei mai aspettato la medaglia, anche se il desi-derio di averla al collo era enorme. Mi ha dimostrato che anch'io ho le capacità per esser davanti, ma mi ha anche fatto capire quanto un buon risultato può condizionarti nei salti successivi dove la ricerca del meglio diventa pratica-mente un ossessione. E quando vedi che, seppur lavorando duramente, i risultati che ti aspetti non arrivano, inizi a farti pensieri e paranoie, ecco che qui la preparazione mentale è fondamentale. Comunque è un bel ricordo che porterò sempre con me e che nei momenti difficili mi da la forza di continuare a crederci».

emozioni che spera di poter riprovare anche in coppa del Mondo un giorno?«In Coppa del Mondo devo ancora provare emozioni forti, alla fine ho disputato poche nelle gare nel massimo circuito, spero di riuscire a tornarci molto presto per poi raccontarvi davvero cosa si prova ad arrivare "davanti". Anche se partecipare a gare di volo è assolutamente fantastico, l’adrenalina è a mille e ti lascia a bocca aperta».

cosa ci può raccontare di più su di lei che i suoi fan non sanno? lavora, studia? che hobby ha?«Da dicembre 2010 faccio parte del gruppo sportivo Fiamme Oro, il Gruppo Sportivo della Polizia di Stato, che non smet-terò mai di ringraziare per la possibilità che mi sta dando la possibilità di proseguire la mia carriera sportiva. Non studio ma sto ripensando di tornare a scuola per conseguire la maturità, finirò questa stagione invernale e poi se ne riparlerà. Una cu-riosità? Sembrerà strano ma soffro un po' di vertigini, proprio per questo mi piacerebbe provare paracadutismo per superare questo scalino».

A febbraio nella sua Predazzo si terranno i Mondiali, emozionato all'idea di poter magari gareggiare in casa in un evento così importante?«La voglia di partecipare è davvero tanta, ma bisogna meri-tarselo il pettorale di gara, l’importante è fare bene le cose e con armonia, io ce la metterò tutta per meritarmi una chance mondiale».

intervistaintervista

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val ridanna

prime tre posizioni nella seconda serie di allenamento. Resta il rammarico per l’andamento della seconda gara di Sochi e della prima di Engelberg, dove Sebastian ha pagato il fatto di non ri-uscire ad appoggiare il telemark ed è stato eliminato in qualificazione, ma meglio così piuttosto che cadere come avvenuto a tanti atleti in queste prime settimane. Ci sarà comunque modo di migliorare ulteriormente».

Il resto della squadra maschile ha mo-strato a sprazzi la possibilità di essere competitivo anche nel circuito di cop-pa del Mondo. Rimane la difficoltà

non sono mancati i segnali positivi». A distanza di sei anni, Sebastian col-loredo ha ottenuto un piazzamento nelle prime dieci posizioni in una gara di Coppa del Mondo, confermando gli incoraggianti risultati ottenuti in estate nelle gare su plastica. In particolare, ha ridotto il gap in termini di punti rispet-to ai migliori, nonostante non sempre gli episodi gli abbiano detto bene: «Se-bastian, anno dopo anno, ha acquisito sempre maggiore maturità e soprat-tutto convinzione nei propri mezzi. Il nono posto nella prima gara di Sochi non è un risultato isolato in quanto è arrivato dopo un piazzamento nelle

In compagnia del direttore agonistico della squadra italiana di salto e com-binata nordica Ivo Pertile, abbiamo

tracciato il bilancio delle prime setti-mane di gara che, specie sul fronte sal-to, non sono state avare di prestazioni convincenti per i colori azzurri: «Siamo sicuramente soddisfatti per l’inizio di stagione. Il podio nella prova a squadre di Lillehammer ha rappresentato una grossa spinta per il nostro movimento e ci ha consentito di lavorare con tran-quillità. Nell’occasione, tutti i ragazzi hanno saltato in maniera convincen-te dimostrando di essere sulla strada giusta, ma anche a livello individuale

Sochi, abbiamo deciso di dargli un bre-ak dalle competizioni in maniera tale che potesse allenarsi e sistemare quei piccoli particolari che l’hanno penaliz-zato in questo primo mese. Andrea ha comunque dimostrato nella prova a squadre di Lillehammer di essere tec-nicamente centrato. Deve solo cercare di non strafare e di non essere troppo aggressivo in uscita dal dente».

In campo femminile, Evelyn Insam ha più volte sfiorato il primo podio nel massimo circuito mentre Elena runggaldier sta progressivamente trovando quella stabilità tecnica che

nel riuscire ad esprimersi al meglio in presenza di aria da dietro, ma qualche segnale positivo è arrivato: «Roberto dellasega e Davide Bresadola han-no ottenuto incoraggianti risultati in Coppa Continentale ad Almaty e nel debutto stagionale in Coppa del Mon-do non hanno demeritato. Roberto ha sfiorato la qualificazione alla prima gara di engelberg, mentre Bresadola ha ottenuto la migliore misura nel sal-to di qualificazione della seconda gara. Al di là degli episodi, c’è ancora da la-vorare, ma i miglioramenti sono tangi-bili per entrambi. Per quanto riguarda Andrea Morassi, archiviate le prove di

Manuel Maierhofer

lampi di azzurroIl BIlAncIo dI Ivo PertIle: «Il PodIo dI lIllehAMMer hA dAto unA GrossA sPIntA Al MovIMento

e cI hA consentIto dI lAvorAre In trAnquIllItà»

Ivo Pertile

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val ridanna

AlessAndro Pittin

rubrica

bilità di sciare e di fare un allenamento di alta qualità. quindi eccomi qua al resort sunny valley sulle piste di santa cateri-na valfurva (nella foto) a quasi 2800 metri di altitudine dove ho alternato camminate con le ciaspole a sedute defaticanti con la bici sui rulli. speriamo che funzioni e la prima settima-na di gennaio farò un’altra settimana ad una quota più bassa confidando anche nel fatto di poter fare qualche sciata senza bastoni. nell’attesa di rientrare alle gare ho pensato anche di rinnovare questa rubrica per farvi capire qualcosa in più del mio sport. ho deciso di parlarvi della combinata nordi-ca sotto tutti i punti di vista e, di volta in volta, tratterò un argomento diverso cercando appunto di soddisfare le vostre curiosità. quindi non perdetevi i prossimi numeri di universo Bianco e per chi volesse rimanere sempre aggiornato su quel-lo che faccio può continuare a seguirmi sul mio sito internet o sui social network, facebook e twitter. un ringraziamento speciale a Beppe Bonseri del “sunny valley kelo resort”, di-sponibilissimo e gentilissimo ad ospitarmi in questa settimana di allenamenti in uno scenario fantastico e in uno dei più bei rifugi delle alpi, e ad alvaro pedranzini dell’hotel pedranzini di santa caterina valfurva per l’ospitalità.

grazie di tutto!a presto!

cari lettori di universo Bianco,sembra proprio che questo 2012 mi stia facendo pagare con gli interessi tutto quello che mi ha regalato nel mese di gen-naio. proprio mentre stavo cominciando a rivivere il clima del-le gare e mi sentivo pronto per dimostrare di esserci anch’io è successo quello che non mi sarei mai aspettato, un altro infor-tunio. per di più su uno dei miei trampolini preferiti, durante un buon salto, in una giornata con condizioni quasi ottime (aveva nevicato al mattino e il cielo si stava aprendo). è suc-cesso tutto in pochissimo tempo. sono atterrato e ho sentito subito il tallone destro libero perché l’attacco si era sgancia-to, cosa che capita una volta su un milione. a quel punto ho fatto ancora qualche metro ed ho perso l’appoggio dello sci destro andando a finire con lo scarpone sulla neve. in questo caso la neve caduta da poco mi ha giocato un brutto tiro per-ché essendo l’atterraggio molto soffice sono subito finito a terra e sono ruzzolato per qualche metro fermandomi quasi subito, invece che scivolare via come succede di solito. nel brevissimo tempo in cui ho rotolato su me stesso ho sentito una fitta al polso sinistro ma sul momento ho pensato fosse soltanto per il fatto che avevo appoggiato male la mano. una semplice botta che guarisce in un paio di giorni. Mi sono al-zato, ho recuperato gli sci e sono andato a pulirmi in cabina, però dopo un paio di minuti continuava a farmi male e stava anche cominciando a gonfiarsi così abbiamo deciso di fare un controllo all’ospedale di schladming, a pochi chilometri da ramsau. purtroppo l’esito delle lastre non è stato dei migliori: frattura dell’epifisi distale del radio e del processo stiloideo dell’ulna, praticamente un taglio orizzontale delle due ossa all’altezza del polso. di conseguenza un mese col gesso! devo dire però che l’ho presa piuttosto bene e non mi sono demo-ralizzato, anzi, assieme ai miei allenatori, abbiamo cercato subito di organizzare un programma ad hoc per recuperare da questo nuovo infortunio cercando di mantenere il più pos-sibile la condizione in vista del rientro per le gare di gennaio. la scelta migliore ci è sembrata quella dell’allenamento in quota per il fatto che con il braccio ingessato non ho la possi- www.alessandropittin.it

che le prime tre tappe ci hanno fornito indicazioni inequivocabili. Tocca ora a noi intervenire per risolvere i problemi e migliorare i risultati. Di certo, l'adatta-mento alle nuove tute da gara ha creato grossi problemi ai nostri combinatisti. Dalle gare di Coppa Continentale in nor-damerica sono arrivati buoni segnali e proprio dai buoni risultati di Maierhofer nel salto e di Lukas runggaldier nella somma delle due componenti bisogna ripartire. Alessandro, invece, è stato ca-pace di superare tanti ostacoli, altri se ne presenteranno, ma tutti cercheremo di dargli una mano affinché possa tornare quello di Chaux-Neuve. Mi fa comunque ben sperare che abbia preso con filoso-fia l’ennesimo infortunio e sia pronto a tornare in gara al più presto e soprattut-to più carico che mai».

due anni or sono le consentì di lau-rearsi vice-campionessa mondiale ad Oslo. L’impressione è che l’Italia pos-sa contare al momento su due atlete potenzialmente di vertice, malgrado la ventiduenne di Santa Cristina non abbia ancora sfatato il tabù del piaz-zamento nelle prime dieci posizioni in Coppa del Mondo: «Evelyn è sempre stata a stretto contatto con le miglio-ri anche nei salti di allenamento. Pur-troppo, nella seconda gara di Sochi ha incrociato le code perdendo la possibi-lità di riconfermarsi nelle prime posi-zioni. Se, invece, a Ramsau non fos-se caduta avrebbe potuto lottare per il podio e avrebbe concluso in testa la prima serie. Elena ha dimostrato di essere competitiva anche in condizioni difficili di vento. Se la caduta di Sochi non lascerà tracce, ci regalerà soddi-sfazioni. Entrambe le ragazze sono in costante progresso così come Roberta d’Agostina che è sempre rimasta a cavallo della zona punti. Da gennaio, contiamo di schierare anche la giovane Manuela Malsiner che potrà rappre-sentare uno stimolo per le compagne più navigate».

Proprio le cadute sono state uno dei leit-motiv di questo primo scorcio di stagione. Diversi atleti hanno subi-to infortuni particolarmente rilevanti, Lisa demetz compresa. Molti addetti ai lavori hanno puntato il dito contro le nuove tute, ritenute la principale causa dei sopravvenuti problemi in fase di atterraggio. In particolare, ha colpito il fatto che tante cadute di sia-no avvenute nei paraggi del punto K, quindi in coincidenza di misure ordina-rie. Meglio non domandarsi che cosa sarebbe accaduto se gli atleti fossero atterrati nelle vicinanze o oltre il pun-to HS: «L’utilizzo delle nuove tute e il conseguente aumento della velocità hanno fatto sì che la traiettoria di volo cambiasse rispetto al passato. L’impat-to in fase di atterraggio è diventato molto più duro. Per dare un’idea della situazione e un po’ come saltare giù

da una casa. Mi auguro che in presen-za di misure in zona HS gli atleti non vadano incontro a gravi infortuni, ma al momento non esistono soluzioni per risolvere il problema. Noi il conto con la fortuna l’abbiamo già pagato visto che la stagione di Lisa Demetz si è con-clusa ancora prima di iniziare e anche Insam e Runggaldier sono cadute in gare dove avrebbero potuto ottenere risultati di primo piano».

Sul fronte combinata, il ritorno in gara di Pittin dopo le peripezie della passata stagione si è rivelato incoraggiante, ma l’ennesimo infortunio ha privato la squa-dra dell’uomo di punta nel momento di maggiore bisogno. L’intero gruppo ha però denotato, chi più chi meno, qual-che lacuna di troppo nel salto: «E’ chiaro

66 67

«i MiglioraMenti gloBali sono tangiBili, Ma c'è ancora da lavorarenella coMBinata i segnali sono chiari, tocca a noi risolvere i proBleMi»

Andrea Morassi

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Il rIlAncIo dellA coMBInAtA nordIcA PAssA oBBlIGAtorIAMenteAttrAverso unA PonderAtA ProGrAMMAzIone che FInorA è MAncAtA

di Massimiliano Ambesi / foto Getty Images

partenza ad handicap

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val ridannacombinata

disputate hanno consentito che i distac-chi nella classifica di Coppa del Mondo fossero più contenuti rispetto all’anno passato. In quasi tutte le occasioni, non è venuto meno l’equilibrio con la punta dell’iceberg toccata in occasione della seconda gara di Ramsau, caratterizzata da trenta atleti racchiusi nel giro di quin-dici secondi a poco più di un chilometro dal termine dell’evento. Di certo, il livel-lamento di valori, emerso sia nel salto che sugli sci stretti, si discosta dalla tra-dizione della disciplina ed è chiaramente testimoniato dal fatto che il solo norve-gese Klemetsen sia riuscito ad imporsi in due segmenti di gara. A tal proposi-to, non può passare inosservato come ben dieci combinatisti diversi siano già riusciti ad archiviare un’apparizione sul podio. La rincorsa alla sfera di cristallo, ancora aperta per una decina di atleti con differenti credenziali, potrebbe però essere in qualche modo influenzata dal-la pianificazione dei prossimi appunta-

Il necessario rilancio del circuito di Coppa del Mondo deve essere fonda-to sul rispetto di alcuni punti cardine

che, sovente, vengono dimenticati, re-legando la combinata nordica a disci-plina di serie B. Innanzitutto, seppure le disavventure economiche di Erzurum, sede designata della terza tappa, non fossero ipotizzabili, due settimane di pausa tra una gara e l’altra non sono di giovamento in quanto impediscono la fidelizzazione del telespettatore. In secondo luogo, fermo restando le va-riazioni di programma legate ai capricci del meteo, il calendario andrebbe stilato evitando sistematicamente sovrapposi-zioni orarie con il salto speciale, disci-plina mediaticamente più importante rispetto alla combinata nordica. Inoltre, nonostante sia apprezzabile l’idea di introdurre un secondo format di gara che possa spezzare la monotonia del-le inflazionate gundersen, è necessario adoperarsi affinché lo spettatore televi-

sivo, poco avvezzo alle dinamiche della disciplina, sia in grado di comprendere al meglio lo sviluppo della competizione grazie alla predisposizione del maggior numero possibile di supporti grafici. In ultimo, bisogna tenere presente quanto l’audience e l’interesse generale crollino in maniera verticale quando si disputa-no competizioni riservate alle squadre. Passi la lodevole intenzione di promuo-vere il più possibile il format a coppie, in maniera tale che in tempi brevi pos-sa entrare a fare parte del programma olimpico, ma la scelta di aprire il 2013 con la tradizionale gara a squadre con quattro frazioni sembra utile solo a quelle nazioni che potranno aumentare il contingente di atleti da impiegare nel-la prova individuale del giorno dopo.

Sul fronte agonistico, il leader della ge-nerale Jason Lamy-Chappuis non ha de-notato alcun passaggio a vuoto degno di nota, ma le cinque sole prove finora

I numeri sono al momento impietosi in quanto in sei sole occasioni su venti tentativi i combinatisti azzurri sono ri-usciti a prendere parte alla prova di sci di fondo. La squadra italiana ha sicura-mente pagato dazio per le difficoltà di adattamento alle nuove tute semi-an-tropometriche e, conseguentemente, la difficoltà per alcuni nel raggiungere velocità adeguate in inrun è diventata ancora più penalizzante. Inoltre, senza entrare nel merito dell’aspetto tecnico, visto e considerato che i problemi re-stano per ciascuno differenti, non va dimenticato come qualcuno denoti da tempo scarsissimo feeling con l’inrun di ultima generazione, Lukas runggal-dier su tutti. A complicare la situazione, è arrivato l’ennesimo inopinato infor-tunio per Alessandro Pittin, reduce da un debutto più che convincente nella prova inaugurale di Coppa del Mondo disputata a Lillehammer. Nell’occasio-ne, l’indiscusso leader del movimento nostrano aveva stupito tecnici e addetti

menti da parte delle varie squadre. Al momento, diversi staff tecnici stanno vagliando l’opportunità di sacrificare qualche impegno agonistico per cerca-re di preparare al meglio l’evento clou della stagione, chiaramente rappresen-tato dai Mondiali di sci nordico della Val di Fiemme. In particolare, resta da capire quanti e quali atleti decideranno di affrontare la trasferta in Kazakistan del 9 e 10 febbraio, almeno inizialmen-te esclusa dai programmi dei big della formazione francese in quanto ultima tappa prima della rassegna iridata, che si aprirà il 20 di febbraio con i primi salti di allenamento.

L’incipit stagionale dell’ambiziosa com-pagine italiana non ha rispettato le aspettative della vigila, ma in fondo al tunnel si intravede un flebile spiraglio di luce. L’intero gruppo di atleti ha evi-denziato, chi più chi meno, enormi dif-ficoltà nel salto e la qualificazione alla gara si è sovente rivelata una chimera. Jason Lamy Chappuis

1 Manninen hannu Fin (1978) ret. 48 2 ackermann ronny ger (1977) ret. 283 vik Bjarte-engen nor (1971) ret. 264 gottwald Felix aut (1976) ret. 235 lamy-chappuis Jason Fra (1986) act. 21 Moan Magnus nor (1983) act. 217 lajunen samppa Fin (1979) ret. 208 ogiwara kenji Jpn (1969) ret. 199 kircheisen Björn ger (1983) act. 1510 sulzenbacher klaus aut (1965) ret. 14

Magnus Moan, grazie alle tre affermazioni otte-nute nel primo scorcio di stagione, ha raggiun-to Jason lamy-chappuis in quinta posizione nel-la classifica riservata ai combinatisti che hanno conquistato più successi in coppa del Mondo. sul sito www.wintersport-news.it è possibile consul-tare la classifica completa.

1 Manninen hannu Fin (1978) ret. 902 ackermann ronny ger (1977) ret. 77 3 gottwald Felix aut (1976) ret. 684 vik Bjarte-engen nor (1971) ret. 61 5 lajunen samppa Fin (1979) ret. 556 lamy-chappuis Jason Fra (1986) act. 537 stecher Mario aut (1977) act. 43 8 Moan Magnus nor (1983) act. 419 kircheisen Björn ger (1983) act. 3910 ogiwara kenji Jpn (1969) ret. 38

Magnus Moan ha scavalcato il tedesco Björn kirchei-sen diventando l’ottavo combinatista nella storia capace di valicare il muro dei 40 podi in coppa del Mondo. sul sito www.wintersport-news.it è possibile consultare la classifica completa, aggiornata al ter-mine di ogni tappa.

vIttorIe In coPPA del Mondo(399 gare disputate)

PodI In coPPA del Mondo (399 gare disputate)

Jason laMy-chappuis, ulteriorMente progredito nello sci di Fondo, si è conFerMato l’uoMo da Battere da gennaio è attesa una crescita della squadra azzurra

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nation year statusworld

cup victories

wintersport

1 BJØrndalen ole-einar nor 1974 act. 94 6 4 11 biathlon/cross-country

2 BJØrgen Marit nor 1980 act. 57 3 2 5 cross-country

3 Manninen hannu Fin 1978 ret. 48 4 - 1 nordic combined

4 daehlie Björn nor 1967 ret. 46 6 6 5 cross-country

5 nykÄnen Matti Fin 1963 ret. 46 4 3 2 ski jumping

6 vaelBe elena urs|rus 1968 ret. 45 5 - 10 cross-country

7 poiree raphael Fra 1974 ret. 44 4 - 7 biathlon

8 schlierenzauer gregor aut 1990 act. 43 1 - 2 ski jumping

9 ForsBerg Magdalena sWe 1967 ret. 42 6 - 6 biathlon

skari Bente nor 1972 ret. 42 4 1 5 cross-country

11 Malysz adam pol 1977 ret. 39 4 - 4 ski jumping

12 ahonen Janne Fin 1977 ret. 36 2 - 2 ski jumping

13 neuner Magdalena ger 1987 ret. 34 3 2 6 biathlon

14 Fischer sven ger 1971 ret. 33 2 1 2 biathlon

15 WeißFlog Jens ger 1964 ret. 33 1 2 2 ski jumping

16 disl uschi ger 1970 ret. 30 - - 2 biathlon

sMirnov vladimir urs|kaz 1964 ret. 30 2 1 4 cross-country

svan gunde sWe 1962 ret. 30 5 2 5 cross-country

19 svendsen emil-hegle nor 1985 act. 29 1 1 3 biathlon

20 ackerMann ronny ger 1977 ret. 28 3 - 4 nordic combined

schMitt Martin ger 1978 act. 28 2 - 2 ski jumping

22 vik Bjarte engen nor 1971 ret. 26 2 1 3 nordic combined

23 Felder andreas aut 1962 ret. 25 1 - 2 ski jumping

24 BelMondo stefania ita 1969 ret. 23 - 2 4 cross-country

gottWald Felix aut 1976 ret. 23 1 1 - nordic combined

koWalczyk Justyna pol 1983 act. 23 3 1 2 cross-country

27 Morgenstern thomas aut 1986 act. 22 2 1 1 ski jumping

poiree liv-grete nor 1974 ret. 22 1 - 6 biathlon

29 henkel andrea ger 1977 act. 21 1 1 4 biathlon

laMy-chappuis Jason Fra 1986 act. 21 3 1 1 nordic combined

lazutina larissa rus 1965 ret. 21 2 1 2 cross-country

Moan Magnus nor 1983 act. 21 - - - nordic combined

WilhelM kati ger 1976 ret. 21 1 2 3 biathlon

zuBrilova olena ukr-Blr 1973 ret. 21 - - 4 biathlon

35 aMMann simon sui 1981 act. 20 1 4 2 ski jumping

Bailly sandrine Fra 1979 ret. 20 1 - 1 biathlon

Berger tora nor 1981 act. 20 - 1 2 biathlon

goldBerger andreas aut 1972 ret. 20 3 - - ski jumping

kuitunen virpi Fin 1976 ret. 20 2 - 2 cross-country

laJunen samppa Fin 1979 ret. 20 2 2 - nordic combined

41 ogiWara kenji Jpn 1969 ret. 19 3 - 2 nordic combined

world cup

overall

olimpyc titles

worldtitles

val ridannacombinata

tre settimane di gennaio. Alla luce della probabile assenza di Pittin, quantome-no a Schonach e Chaux-Neuve, lo staff tecnico avrà la possibilità di schierare in blocco gli altri sei uomini di punta del movimento (Bauer, Costa, Maierhofer, Michielli, Lukas Runggaldier e Mattia Runggaldier), traendo indicazioni basi-lari in funzione dell’ultima parte della stagione. L’alternativa potrebbe essere quella di dirottare, invece, qualche at-leta sul circuito di Coppa Continentale, che nelle medesime settimane andrà in scena a Wisla in Polonia, Chaikovsky in Russia e Klingenthal in Germania. In ogni caso, sul versante del circuito maggiore, considerando il profilo dei trampolini di Schonach, Chaux-Neuve e Seefeld e so-prattutto le tre settimane di pausa per provare a risolvere in tranquillità i pro-blemi finora incontrati, è auspicabile un progresso complessivo dell’intera squa-dra, chiamata da gennaio in avanti ad incamerare punti pesanti per difendere o incrementare il contingente di quat-tro atleti per gli ultimi due periodi del calendario.

Il piatto forte del primo scorcio stagione è stato finora rappresentato dal duello per la leadership nella generale che ha visto contrapposti il norvegese Magnus Moan e il transalpino Jason lamy-chappuis, al secolo i due combinatisti

differenza del ventiduenne di Ortisei mai entrato in zona punti. Segnali incorag-gianti sono arrivati dal circuito di Coppa Continentale, dove Lukas Runggaldier ha archiviato un podio nella seconda delle tre competizioni disputate a Park City, consentendo al movimento italia-no di guadagnare un pettorale per le tappe di Coppa del Mondo delle prime

ai lavori per il dodicesimo posto otte-nuto, frutto di due prove già competi-tive sia nel salto che nello sci di fondo. L’incidente avvenuto in allenamento a Ramsau, con conseguente frattura di radio e ulna del braccio sinistro, ha però posto fine ad un periodo di chiara crescita obbligando il ventiduenne di Cercivento a disertare le competizioni

per almeno un mese con tutte le con-troindicazioni del caso.

Finora, Pittin a parte, gli unici atleti in grado in qualche modo di difendersi nel salto sono stati Armin Bauer, tornato a staccare dal dente con buona velocità, e Giuseppe Michielli, unico a prendere parte a tre prove di sci di fondo, ma a

in attività con più successi in Coppa del Mondo. Peraltro, i quattro cambiamenti di proprietà del pettorale giallo la dico-no lunga sull’incertezza della contesa, nonostante l’andamento delle compe-tizioni abbia fatto sì che solamente in occasione della prima gundersen di Lil-lehammer si siano trovati a battagliare fianco a fianco in pista. L’ormai ventino-venne di Trondheim è riuscito a limitare i danni nel salto, come assai di rado era accaduto in passato, e, di conseguenza, pur non disponendo più del passo nello sci di fondo di qualche anno or sono, ha archiviato tre comode vittorie, due delle quali arrivate per dispersione. La vera sfida diventa ora quello di togliersi di dosso la scomoda nomea di eterno piazzato o perdente di lusso. Numeri alla mano, infatti, Moan è l’unico atleta nel panorama delle discipline nordiche, biathlon compreso, ad aver archiviato più di 18 successi in Coppa del Mondo senza aver mai conquistato un titolo olimpico, un titolo mondiale o la sfe-ra di cristallo. La concorrenza di Jason Lamy-Chappuis non consente però al norvegese di dormire sonni tranquilli. Il fuoriclasse franco-americano, sempre più intenzionato ad eguagliare il record di Hannu Manninen, dominatore della classifica generale per quattro stagioni consecutive, ha palesato per l’ennesi-ma volta importanti miglioramenti sugli sci stretti e, in virtù di quanto emerso nelle prime tre tappe, può essere con-

Magnus Moan

Mikko Kokslien

Eric Frenzel

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val ridannacombinata

gli outsider vanno segnalati il tedesco Fabian rießle, sulla via del pieno recu-pero dopo un serio infortunio patito in estate, nonchè i norvegesi Håvard Kle-metsen, miglior saltatore del circuito, ma con un passo sugli sci non all’altezza dei connazionali, Magnus Krog, in ram-pa di lancio per affrontare da protagoni-sta la seconda parte della stagione una volta trovata stabilità tecnica nel salto, e Jørgen Graabak, uno dei clienti peggio-ri sulla gara secca seppure ancora trop-po incostante.

Nel novero dei non pervenuti, spiccano i nomi dei veterani statunitensi, tutti fuori registro sul trampolino, il finlande-se Janne ryynänen, sempre alle prese con qualche problemi fisico di troppo, ed i veterani tedeschi Tino edelmann e Björn Kircheisen, ormai obbligati a concentrare le attenzioni principalmen-te sulla rassegna iridata dopo un avvio di stagione con il freno a mano tirato.

In ottica qualificazione alla prova a squa-dre olimpica, non dovrebbero avere pro-blemi di alcun tipo Germania, Austria, Norvegia, Francia, Giappone e Stati Uniti, che si aggiungeranno alla Russia, paese ospitante. Per i tre posti ancora a dispo-sizione sarà battaglia tra Italia, Slovenia, Repubblica Ceca, Finlandia, Svizzera ed

polini piccoli, che sovente l’hanno visto protagonista di sconcertanti passaggi a vuoto. Non può poi passare in secondo piano nemmeno il nome del giappo-nese Akito Watabe, finora autore di notevoli rimonte nei segmenti di gara di sci di fondo, ma ancora lontano dal rendimento nel salto che gli ha con-sentito di impensierire la leadership di Lamy-Chappuis nella stagione passata. A fronte delle prestazioni fatte registra-re nelle ultime sessioni di allenamento, l’impressione, peraltro valida anche per il resto della compagine nipponica, è che sia però imminente un cambio di marcia sul trampolino, in presenza del quale il ventiquattrenne di Hakuba potrebbe dare vita ad un’interessante rimonta.

Il ruolo di rivelazione della stagione, in realtà per entrambi annunciato, va per ora suddiviso tra il quasi trentenne transalpino Sebastien lacroix, ormai abituale frequentatore delle prime die-ci posizioni con tanto di primo podio in carriera archiviato, e il ventunenne Marjan Jelenko, che a Lillehammer ha ottenuto il miglior risultato di sempre in Coppa del Mondo per un combinatista sloveno, eguagliando il quinto posto conquistato da Roman Perko nella indi-vidual gundersen dei Campionati Mon-diali di Trondheim del lontano 1997. Tra

siderato a pieno titolo uno dei dieci se non cinque fondisti più competitivi del circuito. L’ormai innegabile eclettismo del detentore della sfera di cristallo ha ancora più dell’incredibile se si pensa che, classifiche alla mano, risulta, a tutti gli effetti, il terzo saltatore nella storia della disciplina.

Oltre ai due principali protagonisti delle cinque gare iniziali, sono numerosi gli atleti con velleità di rientrare in gioco per la conquista di quella che per chiun-que, Lamy-Chappuis escluso, sarebbe la prima Coppa del Mondo. La terza for-za in campo potrebbe rivelarsi un altro norvegese con caratteristiche speculari a Moan, ma anche parecchi chilometri in meno nel motore, carta d’identità alla mano. Il riferimento è chiaramen-te per Mikko Kokslien, partito in sor-dina tra squalifiche e patemi nel salto, ma tornato dominante in occasione del doppio appuntamento di Ramsau, pre-parato con grande scrupolo al punto da raggiungere la località austriaca in anticipo di una settimana. Tra l’altro, a differenza di un anno or sono, il ven-tisettenne di Lillehammer ha chiuso il periodo di gara pre-natalizio con un distacco decisamente inferiore rispetto a Lamy-Chappuis (171 punti contro i 386 della scorsa annata), anche se non deve essere dimenticato che le gare an-cora da disputare saranno dodici anzi-ché le quindici della passata stagione. Sono ancora pienamente in corsa anche gli austriaci Bernhard Gruber e Mario stecher, rispettivamente sul gradino più basso del podio a Lillehammer e a Ramsau. In particolare, il più anziano del gruppo, dopo un avvio in sordina nella tappa di apertura, ha ritrovato la tecnica smarrita nel salto riuscendo a lottare per il podio sia a Kuusamo che sulle nevi di casa. Gruber, invece, resta l’unico com-binatista insieme al leader della generale ad aver chiuso tutte le gare nelle prime otto posizioni, ma ha assoluta necessità di incrementare il margine guadagnato nel salto per provare ad impensierire gli attuali primi della classe.

In casa Germania, sono arrivati im-portanti segnali di vita dai giovani Eric Frenzel e Johannes rydzek, apparsi, incredibilmente, più a loro agio sugli sci

stretti piuttosto che nel salto, abituale piatto forte della casa. Considerando che per entrambi è ipotizzabile una cre-scita prestazionale sul trampolino fin dalle prossime settimane, non è escluso che si possano riproporre quali assolu-ti protagonisti della prossima rassegna iridata così come avvenne poco meno di due anni or sono ad Holmenkollen, senza lasciare, tuttavia, in secondo pia-no la classifica generale. Va da sé che per Rydzek sarà fondamentale limitare i danni nelle gare di gennaio sui tram-

lità statunitense di Park City (Soldier Hollow). Tutte le gare sono state do-minate dal veterano americano Todd Lodwick, in precedenza piuttosto de-ludente nelle apparizioni di Lilleham-mer e Kuusamo nel circuito maggiore. Tra gli altri, si sono messi in luce Lukas Runggaldier, migliore del lotto sugli sci stretti, l’austriaco Sepp Schneider, secondo nella classifica generale, e i transalpini Wilfried Cailleau e Nicho-las Martin, che non sono però riusciti a conquistare un posto supplemen-tare per la Francia in vista delle gare di Coppa del Mondo delle prime tre settimane di gennaio.

Estonia. Va da sé che, alla luce dei risulta-ti delle prime cinque gare, la Repubblica Ceca è la nazione messa meglio in quan-to vanta tre uomini con punti di Coppa del Mondo, ma, almeno sulla carta, l’Ita-lia dispone di una nutrita batteria di atle-ti in grado di entrare nelle prime trenta posizioni di ciascuna gara. Proprio a tal proposito, disertare la tappa di Almaty della seconda settimana di febbraio po-trebbe rivelarsi un rischio per tanti paesi, attualmente di seconda fascia.

Il circuito di Coppa Continentale ha, invece, aperto i battenti con un trit-tico di gundersen ospitate dalla loca-

contInGentI nAzIonAlI Per le PrIMe tre settIMAne dI GennAIo

Mario Stecher

Johannes Rydzek

Giuseppe Michielli

TOP 55 WRL WRL COC W.J.CH. QuOTA gerMania 8 7 2 9norvegia 8 7 2 9austria 8 7 1 8italia 4 4 1 1 6giappone 5 5 5stati uniti 4 4 1 5Francia 4 4 4rep.ceca 3 4 4svizzera 2 3 3slovenia 2 3 3Finlandia 1 2 1 3estonia 1 2 2russia 0 2 2polonia 0 2 2ucraina 0 2 2canada 0 2 2

TOP 55 WRL - combinatisti nelle prime 50 posizioni del World ranking list | WRL - pettorali ottenuti tramite le dinamiche regolamentari del World ranking list | COC - pettorali ottenuti in base ai risultati dell'ul-timo periodo di coppa continentale | W.J.CH - pettorali "nominali" ottenuti in base ai risultati degli ultimi campionati Mondiali Juniores | QuOTA - contingente massimo a disposizione nelle gare che non si disputano in una località di casa

Solo sul sito www.wintersport-news.it è possibile trovare il World Ran-king List aggiornato al termine di ogni gara

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«si può solo migliorare»l'AllenAtore FABIAn eBenhoch trAccIA Il checK-uP deGlI AtletI AzzurrIA Meno dI due MesI dAI MondIAlI e doPo un AvvIo dI stAGIone dIFFIcIle:

«ABBIAMo PIAnIFIcAto tutto Per crescere dI condIzIone dA GennAIo In PoI»

di Francesco Paone / foto Federico Modica/ItAnordic

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Fabian Ebenhoch dopo aver diretto per otto anni la squa-dra italiana di salto femminile, che sotto la sua guida ha raccolto l’argento ai Mondiali di Holmenkollen oltre a sva-

riate medaglie iridate a livello juniores, nella primavera 2011 ha assunto il ruolo di allenatore responsabile della combinata nordica azzurra. Il 2011-2012, seppur funestato dall’infortunio di Pittin, si è rivelato esaltante poiché il ventiduenne di Cerci-vento ha regalato all’Italia la prima vittoria in Coppa del Mondo della storia a cui hanno fatto immediatamente seguito altri due successi. Inoltre Lukas Runggaldier ha sfiorato il podio in un paio di occasioni e tra gli junior è arrivato il titolo mondiale di Mattia Runggaldier. Per i combinatisti italiani l’inverno 2012-2013 è però cominciato in maniera molto deludente: un altro infortunio ha nuovamente messo i bastoni tra le ruote a Pittin e il resto della squadra ha generalmente faticato a ottenere risultati soffrendo molto soprattutto nella componente salto. I Mondiali di casa incombono ed Ebenhoch pur conscio delle difficoltà dei suoi atleti non perde la calma perché la situazione può solo migliorare. Il tecnico, proprio come un medico, tasta il polso alla sofferente combinata italiana facendo un check-up complessivo ed emettendo la sua diagnosi.

Partiamo dalla notizia più brutta, l’infortunio di Alessan-dro Pittin. come stava saltando prima dell’incidente?«A Lillehammer sorprendentemente bene. Mi aspettavo un piazzamento fra il trentesimo e il trentacinquesimo posto, inve-ce ha fatto diciottesimo. Quindi dal trampolino è andato sopra le aspettative».

e nel fondo com’era la sua forma?«Stava bene. Certo non così bene come quando ha vinto le tre

gare di Chaux-Neuve, lì poteva giocarsela con tutti. Però a gen-naio aveva trovato un picco di forma, uno di quei rari momenti in cui sei veramente al top del top. In ogni caso in Norvegia era competitivo. Nel finale è scivolato dall’ottavo al dodicesimo posto, e non è usuale perché gli mancava ancora qualcosa, ma nel complesso non ci si poteva lamentare».

qual è la tempistica del rientro?«Il weekend di Schonach è il 5 e 6 gennaio, praticamente impossibile vederlo in gara già lì. Forse potrebbe farcela per Chaux-Neuve, in programma la settimana successiva. La tempi-stica però è al limite e potrebbe non essere saggio farlo rientra-re direttamente in gara, senza allenamenti. Più probabilmente rivedremo Alessandro a Seefeld, il 19 e 20 gennaio».

l’infortunio crea problemi per quanto riguarda il pieno recupero? «Assolutamente sì. Alessandro non salta su un trampolino grande da febbraio. In estate, una volta guarito completamente dall’in-fortunio patito a Klingenthal, ci siamo concentrati sul trampolino piccolo in maniera tale da fargli riprendere confidenza. Una volta ritrovatosi sul normal hill avremmo potuto lavorare con tranquil-lità sul large hill. Avevamo in programma molti allenamenti su K120 proprio durante le vacanze di Natale, ma ovviamente l’in-fortunio ci ha messo i bastoni tra le ruote. Perdiamo tutto il tem-po che avevamo a disposizione per prepararci adeguatamente». c’è il rischio di vedere Pittin in gara su trampolini grandi senza allenamento nel contesto large hill?

«è proprio quello che vorrei evitare. Però attualmente è troppo presto per questi discorsi, nelle prossime settimane capiremo meglio cosa si potrà fare, anche considerando le condizioni di Alessandro». l’infortunio di Pittin è stata l’amara ciliegina su una sgradita torta. nel senso che l’inizio di inverno è stato molto difficile per gli italiani. «Eh sì, facciamo fatica. Qualche buon risultato è arrivato, ma poca roba. Per come ci siamo preparati non ci aspettavamo certo di spaccare il mondo a dicembre però al tempo stesso non ci aspettavamo neppure di andare così male. In ogni caso siamo ancora abbastanza tranquilli, abbiamo pianificato tutto per crescere di condizione da gennaio in poi».

intervistaintervista

Armin Bauer

Alessandro Pittin la sera dell'infortunio

Giuseppe Michielli se la ride con l'austriaco Tomaz Druml

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In particolare gli azzurri stanno facendo molta fatica nel salto. non è mai stato il punto forte, ma sinora il trampolino è un pianto continuo. Forse le nuove tute non sono state digerite?«Sicuramente i cambiamenti non sono andati nella direzione degli italiani. Se si avvantaggiano forza ed esplosività noi di certo non ridiamo. Però per noi il problema più grosso legato alle tute è di tipo logistico». In che senso?«In Italia non c’è un’azienda produttrice di tute per il salto, quindi per farle dobbiamo sempre andare in Slovenia o in Ger-mania. Ogni volta facciamo viaggi con 4 ore di andata e 4 ore di ritorno. Se poi il materiale non va bene dobbiamo rifare il viaggio. La decisione della Fis di cambiare nuovamente le tute a inizio ottobre per noi è stata un’autentica mazzata perché non possiamo reagire rapidamente come altre nazioni e quindi siamo costantemente in ritardo». In questo panorama cupo c’è un piccolo raggio di sole. Armin Bauer, nettamente migliorato rispetto al difficile summer Grand Prix, è una delle poche note positive.«Davvero. Armin ha fatto un bellissimo percorso durante l’au-tunno. Nel Summer Grand Prix è andato veramente malissimo e per lui è stata una sorta di sveglia. Si è impegnato molto ed è riuscito a risolvere il problema della velocità di stacco, ora tornata nella media. E devo dire che ci ha stupiti, sia per come ha sistemato alcuni dettagli, sia per come è andato nel fondo a inizio stagione, ce lo aspettavamo competitivo, ma da qui a fare il secondo tempo sugli sci come accaduto a Lillehammer ce ne passa! è stata una gradita sorpresa». chi invece ha fatto un percorso inverso è il promettente samuel costa. Molto bene in estate, in difficoltà nell’inizio di stagione. come mai? «Samuel durante il Summer Grand Prix aveva una lucidità fan-tastica, poteva dirti esattamente tutto quello che aveva fatto durante un salto. è una questione inconscia, si tratta di sensa-zioni. Ciò che lui “sentiva” durante l’estate ora non lo sente più. Fisicamente sta bene, ma in questo momento è un po’ come una nave in mezzo alla nebbia e il suo problema è dif-ficilmente risolvibile. Però da un momento all’altro potrebbe improvvisamente ritrovare l’istinto perduto. Nel suo caso si può solo avere pazienza e sperare in bene». costa è comunque rimasto stabilmente nel gruppo di coppa del Mondo, così come Giuseppe Michielli. cosa ci può dire su di lui? «Sono molto fiducioso perché è riuscito a fare buoni salti a Kuusamo, un trampolino che per lui è un incubo. La cosa po-trebbe dargli una marcia in più dal punto di vista del morale. Lui di solito soffre nel fondo a inizio anno, infatti dodici mesi fa è partito lentissimo e i risultati sono arrivati da febbraio in poi. Questo inverno credo possa già farsi valere da gennaio, soprattutto se dovesse saltare bene».

tra gli appassionati c’è chi storce il naso per la presenza

del veterano, preferito a ragazzi più giovani. eppure al di là della competitività ci sarà una ragione se è così in altro nelle gerarchie interne.«Certo. Giuseppe nel salto è una banca perché se fa un passo avanti si può essere sicuri che non regredirà fino a fine stagio-ne, è molto stabile. Intendiamoci non diventerà mai un atleta in grado di vincere delle gare, ma non è certo questo ciò che ci si aspetta. Lui è necessario per il World Ranking List e per la staffetta, perché dà garanzie che quasi nessun altro italiano può dare». Invece chi ha perso il posto in coppa del Mondo è lukas runggaldier, dirottato momentaneamente

in continental cup. eppure la scorsa stagione aveva sfiorato il podio ed era senza dubbio il numero 2 italiano. qual è la situazione? «Lukas è in difficoltà. Sta facendo molta fatica ad adattarsi ai cambiamenti regolamentari e nel suo caso le tute sono davvero un problema perché con questa nuova attrezzatura ha comple-tamente smarrito la tecnica. Inutile nascondersi dietro un dito: attualmente ha grossi problemi. Ogni tanto in allenamento lo vediamo fare buoni salti, ma si tratta di casi isolati. Inoltre è ancora incostante nel fondo, a volte va bene altre male. Per questa ragione abbiamo deciso di non schierarlo a Ramsau, ma di mandarlo in Continental Cup nelle gare americane. Lì non ha avuto l’assillo di dover superare la qualifica e ha potuto confrontarsi con avversari di livello più basso. In quel contesto ha ottenuto ottimi risultati, spero lo aiutino a ritrovare fiducia in sé stesso». In America è stato schierato anche l’altro runggaldier, il più giovane Mattia, a sua volta visto in coppa del Mondo nelle settimane precedenti dove però non è mai riuscito a superare la qualificazione. ci si aspettava qualcosa di più da lui? «Non ci si aspettavano miracoli. Mattia è stato portato perché

non c’era Continental Cup e ha il posto nominale nel circuito maggiore in quanto campione del mondo junior in carica, ma in realtà ha bisogno di fare ancora molta esperienza. Nel fondo è forte, ma nel salto deve crescere parecchio. Devo dire che si sono viste cose interessanti durante gli allenamenti, ma nel suo caso ci vuole tempo e pazienza». Infine c’è Manuel Maierhofer, altro rappresentante della florida classe 1992 come Mattia runggaldier e samuel costa. «Manuel durante l’estate ha saltato benissimo, poi sono arrivati i primi salti invernali e ha inaspettatamente incontrato difficoltà. Ci siamo resi conto che derivavano da un eccesso di allenamen-

to quindi tra fine novembre e inizio dicembre abbiamo deciso di farlo riposare il più possibile per permettergli di ricaricare le batterie. Lui è un italiano atipico, personalmente sono convinto che nel prossimo futuro possa diventare il numero 1 azzurro nel salto, ovviamente però deve ancora migliorare nel fondo». dopo aver fatto il check-up della squadra italiana cambiamo argomento. tra gli appassionati la penalty race proprio non piace. e tra gli addetti ai lavori?«Agli atleti piace, ma solo a loro perché si divertono tantissimo. Già noi tecnici abbiamo problemi nella comprensione di quan-to sta avvenendo in pista, figuriamoci gli spettatori...». la penalty race peraltro ha una conseguenza inusuale per la combinata nordica, ovvero l’introduzione del gregariato perché gli atleti con molti giri di penalità sulle spalle si sacrificano per chi invece non ne ha. ritiene sia una novità positiva? «A Lillehammer ho parlato con Jan Schmid e mi ha detto can-didamente, “il nostro piano era chiarissimo. Otto atleti in gara: Moan e Klemetsen le punte, tre uomini al servizio di Magnus e gli altri tre al servizio di Håvard. Fine”. La Norvegia ha fatto gioco di squadra, in passato hanno fatto altrettanto Germania e Austria. L’Italia, così come quasi tutte le altre nazioni, non po-trà mai fare una cosa del genere. La Penalty Race avvantaggia i paesi più forti, non è equa e sotto questo punto di vista non posso dare un giudizio positivo».

questa gara secondo lei ha un futuro?«Finora il feedback complessivo non è incoraggiante, alla mag-gioranza non piace. Però la Fis dice di voler fare altri esperi-menti».

chiudiamo con un’analisi sui nuovi regolamenti. nelle ultime settimane da più parti si levano voci preoccupate perché gli atterraggi sono diventati molto più violenti. In Finlandia e in norvegia le nuove tute sono state mes-se all’indice dagli addetti ai lavori e dai media. Anche Gregor schlierenzauer ha espresso insofferenza in meri-to. qual è la sua opinione di ex saltatore e di tecnico?«Condivido le apprensioni. Ormai è evidente che la parabola di volo è cambiata e gli atterraggi sono effettivamente più violen-ti. Nell’ultimo decennio i trampolini sono stati tutti modificati o costruiti con l’idea che il saltatore volasse sempre di più. Il recente radicale cambiamento di regole va nella direzione op-posta e questo significa che oggi ci si trova sovente a saltare su strutture inadeguate per il salto attuale, oppure se vogliamo cambiare punto di vista, ci troviamo a saltare con equipaggia-mento inadeguato per le strutture. In ogni caso c’è un grosso equivoco di fondo e tutto questo è veramente preoccupante perché non c’è soluzione». nella combinata non si affrontano trampolini di volo, ma quando nella coppa del Mondo di salto si gareggerà su queste strutture cosa pensa possa avvenire? «Quando si gareggerà sui trampolini di volo non sono sicuro di voler vedere le gare».

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Mattia Runggaldier Samuel Costa