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0 Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali DIPARTIMENTO DI CHIMICA Corso di laurea in Chimica TESI SPERIMENTALE IN CHIMICA ORGANICA Sintesi di nuovi ligandi del tipo N,N a chiralità planare e/o centrale per sintesi enantioselettive catalizzate da metalli di transizione Laureando Relatore Raffaele Spaccini Prof. Renzo Ruzziconi Anno accademico 2004/2005 UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PERUGIA

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0

Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali

DIPARTIMENTO DI CHIMICA

Corso di laurea in Chimica

TESI SPERIMENTALE IN CHIMICA ORGANICA

Sintesi di nuovi ligandi del tipo N,N a chiralità planare e/o centrale

per sintesi enantioselettive catalizzate da metalli di transizione

Laureando Relatore

Raffaele Spaccini Prof. Renzo Ruzziconi

Anno accademico 2004/2005

UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI PERUGIA

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1

Indice

1. Introduzione Pag. 2

1.1 Ligandi bidentati con l’azoto come atomo donatore 3

1.1.1 Ligandi del tipo N,N derivati dalle 2-(2-piridil)ossazoline 6

1.2 Complessi con ligandi a chiralità planare 8

1.3 Scopo del lavoro di tesi 11

2. Risultati e discussione 14

2.1 Sintesi dei ligandi 29a-e 14

2.2 Reazioni di Cicloaddizione della crotonammide (44) al ciclopentadiene

(10) catalizzate da complessi del rame 45a-e 19

2.3 Sintesi, struttura e impiego dei complessi Ru-29a-e-CymCl nella

cicloaddizione della crotonammide (44) al ciclopentadiene (10) 23

2.3.1 Sintesi dei Complessi [Ru-(29a-e)cymCl]+ BPh4- (o PF6

-) 23

2.3.2 Analisi Strutturale di Complessi Ru-Chinolinofanossazoline (47a-e) 24

2.3.3 Reazioni di Cicloaddizione della crotonammide (44) al

ciclopentadiene (10) catalizzate dai complessi 47a-e 30

3. Parte sperimentale 31

3.1 Tecniche analitiche e strumentazione 31

3.2 Reagenti e solventi 31

3.3 Sintesi dei ligandi QUINOPHOX, QUIPROX E QUIDIMOX 33

3.4 Cicloaddizioni di Diels-Alder catalizzate dai complessi [Cu-QUINOPHOX]

(OTf)2, [Cu-QUIPROX] (OTf)2 e [Cu-QUIDIMOX] (OTf)2 55

3.5 Procedura generale per la Sintesi dei complessi Ru-Cym-(QUINOPHOX),

Ru-Cym-(QUIPROX) e Ru-Cym-(QUIDIMOX) 56

3.6 Cicloaddizioni di Diels-Alder catalizzate dai complessi

[RuCymQUINOPHOX], [RuCymQUIPROX] e

[RuCymQUIDIMOX] 64 4. Bibliografia 65

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2

1. Introduzione

Uno dei pilastri su cui poggia la sintesi organica moderna è senza dubbio la catalisi

omogenea. L’impiego combinato della chimica organometallica e di coordinazione

ha favorito lo sviluppo di un gran numero di metodi sintetici per la preparazione di

importanti classi di molecole organiche, in grado di coordinare i diversi metalli di

transizione e renderli catalizzatori attivi in fase omogenea. Molte di queste sono

molecole otticamente attive impiegate come ligandi nelle sintesi asimmetriche. I

primi ligandi chirali impiegati con successo nella sintesi asimmetrica erano basati

quasi esclusivamente sul fosforo come elemento di coordinazione.

Successivamente altri eteroatomi, quali l’ossigeno, l’azoto, e lo zolfo e le diverse

combinazioni fra di essi hanno dato origine ad una miriade di ligandi bi- e

tridentati con ottime performance di induzione asimmetrica. E’ opportuno

sottolineare che i progressi fatti in questo campo sono frutto di approcci empirici,

pertanto, l’acquisizione di maggiori informazioni sulla catalisi omogenea,

attraverso uno studio sistematico ed approfondito della correlazione tra attività

catalitica e capacità stereoselettiva di un determinato complesso organometallico,

rimane ancor oggi una pressante esigenza. In questo contesto, per alcune loro

importanti peculiarità, ligandi aventi come atomo donatore l’azoto stanno destando

un crescente interesse.1 In effetti, i legami donatore-accettore coinvolgenti l’azoto

come atomo donatore sono generalmente forti e, a parità di carica ionica, la loro

forza non varia eccessivamente al variare della natura del metallo. Inoltre, la forza

del legame N-M è influenzata dagli effetti sterici più di quanto lo sia il legame P-

M.2 Inoltre, grazie ad una minore tendenza alla formazione di complessi metallici a

basso spin, i ligandi all’azoto sono caratterizzati da una maggiore stabilità

termodinamica e una minore labilità cinetica rispetto ai complessi con i ligandi al

fosforo.

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3

La possibilità di impiegare pool chirali facilmente disponibili, come gli α-

amminoacidi e i β-amminoalcoli da essi derivati, ha favorito un forte sviluppo

nella sintesi di ligandi all’azoto e, nonostante il loro coinvolgimento nella catalisi

asimmetrica sia relativamente recente, la quantità di lavori pubblicati

sull’argomento è notevole.3 Per tale ragione, in questo lavoro di tesi la discussione

introduttiva sulla sintesi e sull’impiego di questi sistemi sarà necessariamente

limitata agli esempi più significativi di ligandi bidentati del tipo N,N in cui gli

atomi di azoto esibiscono ibridazione sp2.

1.1 Ligandi bidentati con l’azoto come atomo donatore

I ligandi chirali bidentati con l’atomo di azoto ibridato sp2 possono essere

grossolanamente classificati in quattro categorie principali: diimino derivati;

semicorrine, bis(ossazoline), bipiridine e bis(chinoline) (Fig. 1).4 La performance

di questi ligandi come induttori di chiralità in reazioni catalizzate da metalli di

transizione viene comunemente stimata attraverso l’impiego di reagenti prochirali

in reazioni stereoselettive quali la ciclopropanazione di alcheni con alchil

diazoacetati,5� O¶DGGL]LRQH� FRQLXJDWD� D� FRPSRVWL� FDUERQLOLFL� .��-insaturi, la

cicloaddizione di Diels-Alder o la riduzione di composti carbonilici per

trasferimento di idruro.

N

N

N

N

CoN

O HO

OH O

N

O

Rh

NN

NN N

t-Bu t-Bu

O OZn

H HPd

Impiegato nelle alchilazioni alliliche4a Inpiegato nelle alchilazioni di aldeidi4b

Impiegato nelle idrogenazioni4c Impiegato nelle idrossilazioni4d

OSiMe2t-But-BuMe2SiO

Fig. 1

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4

Il primo esempio di catalisi stereoselettiva fu la ciclopropanazione dello stirene

con diazoacetato di etile riportata da Nozaki nel 1966.6 I risultati di

enantioselettività ottenuti impiegando come catalizzatori complessi di rame(II) con

ligandi del tipo N,O (1) furono alquanto deludenti (un misero 6% di eccesso

enantiomerico fu registrato in entrambi i diastereoisomeri trans e cis). (schema 1).

Ph+ N2CHCOOEt

1

Ph COOEt Ph COOEt

+

OCu

N

N

O

Me

Ph

Ph

Me170 30

ee 6% ee 6%

Schema 1

Nondimeno, questo primo approccio ebbe il merito di aver aperto un nuovo

orizzonte nel campo della sintesi asimmetrica, stimolando la ricerca di nuovi e più

efficienti catalizzatori. Da allora, sono stati sintetizzati centinaia di ligandi chirali,

in particolare del tipo N,N, che hanno permesso di raggiungere elevati standard di

enantioselettività in molte reazioni catalizzate dai diversi metalli di transizione. Gli

esempi riportati nello Schema 2, riguardanti la ciclopropanazioni dello stirene con

diazoacetato di etile catalizzata da complessi Cu-semicorrinato (2, Pfaltz, 1987) 7 e

Cu-ossazolina (3, Evans, 1991)8 possono essere considerati “pietre miliari” nella

storia della catalisi.

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5

N N

CN

HOMe2C CMe2OHCu

dr: 86:14 (R: l-mentil)

98% ee (trans), 96% ee (cis)Pfaltz7

2

N N

t-Bu t-BuCu

3

dr: 96:4 (R: 2,6-di-terz-butil-4-metilfenil)

99% ee (trans)Evans8

Ph+ N2CHCOOR

2, 3

Ph COOR Ph COOR+

Schema 2

E’ interessante osservare che la diastereoselettività (rapporto trans/cis), è

indipendente dalla natura dei gruppi presenti nel ligando, ma dipende soprattutto

dalla natura dell’estere e dei sostituenti intorno al doppio legame dell’alchene. Ciò

ha portato ad ipotizzare la formazione di un complesso intermedio (Fig. 2) in cui

N NCu

ROOC

Fig. 2

il gruppo carbenoide legato al metallo giace su un piano perpendicolare a quello

degli anelli della semicorrina. In tal modo, il carbenoide subisce l’attacco

dell’olefina esclusivamente sulla faccia enantiotopica stericamente meno impedita

con una stereoselettività molto elevata.

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6

1.1.1 Ligandi del tipo N,N derivati dalle 2-(2-piridil)ossazoline

Per ciò che riguarda i ligandi di tipo N,N, vi è stato di recente un forte interesse per

le piridine 2,6-bis(ossazoline) (pybox), impiegate con successo in diverse reazioni

catalizzate da vari metalli di transizione, fornendo spesso ottimi risultati di

enantioselettività (Schema 3).9

Al contrario, nonostante la similitudine con le pybox e la semplicità di sintesi

(vedi Fig. 3), ligandi chirali bidentati del tipo N,N derivati dalle 2-(2-

piridil)ossazoline 4-sostituite sono state scarsamente studiate. Reazioni

enantioselettive catalizzate da complessi del palladio, rodio e rutenio con questi

ligandi sono riportati nello Schema 4. Gli eccessi enantiomerici osservati in

diverse reazioni sono in alcuni casi discreti, ma ancora lontani dagli standard

raggiunti con altri ligandi.

Anche se i risultati di enantioselettività non sono eccezionali, questo tipo di ligandi

offrono lo spunto per ulteriori sviluppi nella comprensione del meccanismo

catalitico e costituiscono la base per la sintesi di catalizzatori sempre più efficaci.

N CN HO NH2

R1 R2+

ZnCl2

C6H5Cl, rifl.

N

N

O

R2

R1

4 5

Fig. 3

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7

NO

N N

O

i-Pri-Pr

Ru

Cl

Ph + N2CHCOORPh

COORPh COOR

+R: L-mentil

Cl

resa 93%9a97 : 3

ee 94% ee 83%

Cl

OTMS

Si(Me)3

+Ph O

O

NO

N N

O

PhPh

Cu(SbF6)2 -78°CPh O

OH O

Si(Me)3

ee 99%9b

O

COOEt

NO

N N

O

i-Pri-PrOH

COOEtRhCl3, PhSiH2, AgBF4, 0°C

resa 91%9cee 95%

O

NO

O

+

NO

N N

O

PhPh

PhPh

La(OTf)3 CH2Cl2 -20°C

quantitativa9dO N

O

O

O

NO

O

+

69 : 31

ee >99% ee >99%

6

7

8

9

Schema 3

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8

Ph Ph

OCOCH3

CH2(COOCH3)2

[Pd(η3-C3H5Cl)]2 / 5a Ph

Ph

CH(COOCH3)2

resa 94% ee 93% (R)10

Ph

O 1) [Rh2(cod)2Cl2] / 5 R= H R'= t-But

H2SiPh2 2) H2O Ph

OH

ee 83%5d

N

N

O

H

t-But

5a

OCH3

O +[Ru2(mes)2Cl2] / 5 R= t-But R'= H

resa 94%

OO+

95 : 5

ee 83%11

10

Schema 4

1.2 Complessi con ligandi a chiralità planare

I ligandi esibenti chiralità planare sono stati introdotti piuttosto di recente nel

campo della chimica organometallica, e lo sviluppo in questo campo ha riguardato

maggiormente i derivati del ferrocene. Complessi del tipo P,P, e P,N aventi come

ligandi derivati chirali del ferrocene sono stati frequentemente impiegati nelle

reazioni di alchilazione stereoselettive catalizzate dal palladio e dal rame. (fig. 4).12

Fe PPh2

PPh2

N

Fe PPh2

PPh2

N

Fe PPh2

P

1112a 1212b 1312c

Fig. 4

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9

Altri complessi ferrocenici del tipo N,O hanno avuto un discreto successo nelle

reazioni di addizione enantioselettiva di dialchilzinco alle aldeidi, (fig. 5)13

Fe CH2NMe2

CH2OH

1413a

N

Fe

OH

1513b

Fe

OH

Ph

Ph

N

1613c

Fig. 5

Un’altra classe di ligandi a chiralità planare che ben si presta allo studio di reazioni

enantioselettive catalizzate da metalli di transizione è quella dei derivati del

[2.2]paraciclofano. Rispetto ai sistemi basati sulla struttura del ferrocene, quelli

derivati dal [2.2]paraciclofano sono caratterizzati da una maggior rigidità, e da una

maggior stabilità termica e all’ossidazione. Ciononostante, la letteratura riporta

solo pochissimi esempi del loro impiego nella sintesi asimmetrica. Solo

recentemente alcuni ligandi del tipo P,P, P,N, ed N,O derivati dal

[2.2]paraciclofano sono stati utilizzati con alterno successo in processi

enantioselettivi. Alcuni di questi sono riportati nello Schema 5.14

Come si può constatare, i migliori risultati di enantioselettività si ottengono

quando la chiralità planare è associata alla chiralità centrale derivante dalla

presenza di un centro di asimmetria in catena laterale del sistema aromatico

L’effetto sinergico di entrambe le classi di chiralità è stato messo in evidenza da

Dahmen e Bräse in relazione all’addizione enantioselettiva di dietilzinco alle

aldeidi impiegando ligandi del tipo N,O esibenti di volta in volta solo chiralità

centrale o solo chiralità planare o entrambe (Schema 6).15

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10

PPh2

Ph

Ligando Metallo Reazione Risultato

N

O

SePh i-Pr

[Pd(C3H5)Cl]2

H

Ph Ph

OAc

Ph

Ph

CH(CO2Me)2 resa 98%

ee 93% (S)14a

O

N

i-Pr

Ph OH

ZnEt2

O

OH

resa 96%

ee 93% (R)14b

PPh2Rh(COD)2OTf

resa 100%ee 99.6% (R)14c

17

18

19

[2.2]PHANEPHOSTM

O

OMeAcHN

O

OMeAcHN

H2

Schema 5

N

HO

Ph

H3C

(R)

N

HO

Ph

H3C

(Rp,R)

N

HO

Ph

H3C

(Sp,R)

N

HO

Ph(Rp)

2054%

9% ee (S)

21>99%

83% ee (S)

2294%

82% ee (R)

23>44%

74% ee (S)

H H H

Schema 6

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11

1.3 Scopo del lavoro di tesi

Gli unici due esempi di ligandi appartenenti alla classe delle bipiridine a chiralità

planare (24 e 25 ) sono stati riportati da Pfaltz nel 1999. Essi sono basati sulla

struttura del [2.2]paraciclofano e sono stati impiegati nella ciclopropanazione

enantioselettiva dello stirene catalizzata dal rame e nella riduzione di chetoni

aromatici catalizzata da iridio (Schema 7)16. A parte la complessa e dispendiosa

strategia seguita nella loro sintesi, i risultati forniti da questi ligandi furono

alquanto modesti, confermando ancora una volta l’inadeguatezza di sistemi a

chiralità solamente planare nella sintesi asimmetrica.

N NN

N24

25

N2

OEt

O

Ph

CO2Et Ph CO2Et+[Cu-L]

+ Ph

O

Ph Ph

OH OH[Ir-L]

iPrOH+

ee (%) Ligando

Rap. trans/cis

trans cis

Ligando

T°C, t (h)

Resa (%)

Ee (%)

24 1.9:1 10 23 24 20, 2 49 25

25 2.0:1 26 26 25 80, 2 97 20

Schema 7

Con ogni probabilità, buoni risultati di induzione asimmetrica in processi

enantioselettivi catalizzati da metalli di transizione possono essere ottenuti

attraverso un azione sinergica della chiralità planare e della chiralità centrale

presenti in un dato ligando. Ciò è stato messo in evidenza da Dahmen e Bräse in

alcuni lavori sui derivati del [2.2]paraciclofano e del ferrocene citati in

precedenza.12,13

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12

Un esempio di sinergismo di queste due classi di chiralità nell’indurre asimmetria

in processi enantioselettivi è stato fornito dal gruppo presso cui ho svolto questo

mio lavoro di tesi. Uno studio sistematico dell’addizione di dietilzinco alle aldeidi

catalizzata dal 2-idrossimetil-4-metil-[2]paraciclo[2](5,8)chinolinofano [(Sp)-26], a

sola chiralità planare, e da alcuni suoi derivati aventi anche un centro chirale in

catena laterale (28a-h), ha mostrato che i ligandi (Sp)-26 e (Sp)-27 (fig. 6), che

possiedono solo chiralità planare, forniscono eccessi enantiomerici che vanno dal

30% al 75% a seconda del tipo di aldeide.17

28a-h(Rp)-26 (Rp)-27

N N N

OH

R1

R2OH

Ph

PhOH

Fig. 6

Quando alla chiralità planare viene associata la chiralità centrale, dovuta alla

presenza di un centro chirale in catena laterale, come nei ligandi 28a-h, si

ottengono risultati decisamente migliori, specie nel caso dei diastereoisomeri

(Rp,S), con i quali sono stati raggiunti eccessi enantiomerici che vanno dal 97 al

99%. (schema 8).18

(Rp,S)-28c

(Rp,R)-28d

(Rp,S)-28e

(Rp,R)-28f

(Rp,S)-28g

(Rp,R)-28h

(Rp,R)-28b

(Rp,S)-28a

R1 R2 Resaee (%) (config.)

H t-Bu

t-Bu H

87%

44% 52 (R)

H Ph

Ph H

98%

98% 84 (R)

H naftil-

naftil- H

97%

97% 88 (R)

H i-Pr

i-Pr H

86%

46% 40 (R)

99 (S)

83 (S)

90 (S)

99 (S)

N

HO

R1

R2

Schema 8

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13

E’ interessante notare come in tutti i casi, l’inversione della configurazione al

carbonio stereogenico nell’anello ossazolinico, causa l’inversione della

configurazione dell’enantiomero maggioritario 1-arilpropanolo, mentre la chiralità

planare non esercita nessun effetto in proposito.

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14

2. Risultati e discussione

Data la scarsità di informazioni sull’impiego di ligandi a chiralità planare basati

sulla struttura del [2.2]paraciclofano, soprattutto confortati dagli eccellenti risultati

ottenuti con i ligandi del tipo N,O sopra citati, ho ritenuto interessante

intraprendere uno studio sistematico sugli effetti combinati delle differenti classi di

chiralità sull’induzione asimmetrica in reazioni stereoselettive catalizzate da

diversi metalli di transizione. I risultati di questa ricerca costituiscono l’oggetto

della presente tesi. Forte dell’esperienza acquisita nella sintesi di derivati chirali

del [2.2]paraciclofano da parte del gruppo di ricerca con cui ho collaborato, mi

sono accinto alla sintesi di alcuni nuovi ligandi 2-(chinolinofan-2-il)ossazoline 4-

sostituite (29a-e, Fig.7), a chiralità solamente planare o appartenenti ad entrambe

le classi di chiralità.

N

29a-e

O

N

R1

R2

a

R1 R2

b

c

d

e

Ph

Ph

iPr

iPr

Me Me

config.

(Rp,R)-QUINOPHOX

(Rp,S)-QUINOPHOX

(Rp,R)-QUIPROX

(Rp,S)-QUIPROX

(Rp)-QUIDIMOX

H

H

H

H

Fig. 7

2.1 Sintesi dei ligandi 29a-e

I ligandi 29a-e sono stati preparati a partire dal (R)-2,4-dimetil[2]paraciclo[2](5,8)

chinolinofano (R)-37 la cui sintesi è illustrata nello schema 9.

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15

O

OH

O

CF3O

HO

OCl

ON3

NCONH2

N

O

N

a b c

d

efg

h

i

a) (CF3CO)2, AlCl3, CH2Cl2, 0°C (92%)

b) KOH 17% rifl. 10h (85%)

c) (R)-(+)-1-metilbenzilammina, crist. ex EtOH

d) SOCl2, 24h

e) NaN3, acetone/H2O

f) Toluene, rifl. 2h

g) Bu4N+OH-, THF, 20°C, 5 min. (95% da 31)

h) CH3COCH2COCH3, 90°C, 8h (86%)

i) Acido polifosforico, 70°C, 6h (62%)

29 30 31 (R)-31

(R)-32(R)-33(R)-34(R)-35

(R)-36 (R)-37

Schema 9

La trifluoroacetilazione del [2.2]paraciclofano 29 con anidride trifluoroacetica,

catalizzata da AlCl3, in diclorometano a 0°C, ha fornito il (±)-4-trifluoroacetil-

[2.2]paraciclofano 30 con una resa del 92%.19 Da quest’ultimo, per idrolisi con

KOH acquoso a riflusso, è stata ottenuta una miscela racemica di 4-carbossi-

[2.2]paraciclofano 31 con una resa del 85%.

La miscela racemica è stata quindi risolta attraverso la cristallizzazione frazionata

dei sali di ammonio preparati per neutralizzazione dell’acido con la (+)-(R)-α-

metilbenzilammina.20 L’(R)-(-)-4-carbossi-[2.2]paraciclofano (R)-31 è stato

trasformato con cloruro di tionile nel corrispondente cloruro acilico (R)-32; il

quale viene fatto reagire con sodio azide in una miscela di acetone ed acqua,

fornendo l’(R)-4-acilazido-[2.2]paraciclofano (R)-33 con un’ottima resa (97%).

L’acilazide (R)-33, rifluita in toluene, è stata convertita nel corrispondente

isocianato (R)-34 (riarrangiamento di Curtius), con una resa praticamente

quantitativa (>99%). L’idrolisi di quest’ultimo con tetrabutilammonio idrossido

acquoso al 50% in tetraidrofurano a temperatura ambiente ha permesso di ottenere,

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16

in brevissimo tempo, l’ (R)-(-)-4-ammino-[2.2]paraciclofano (R)-35 con una resa

eccellente (99%; 95% rispetto all’acido di partenza). Vale la pena di sottolineare

che l’idrolisi degli aril isocianati, molto spesso effettuata in un sistema bifasico

toluene-HCl acquoso, non fornisce risultati soddisfacenti, soprattutto a causa della

concomitante formazione dell’arilurea difficilmente idrolizzabile. Il successo di

questa nuova procedura deriva probabilmente dal impiego di un solvente di bassa

polarità ed un ambiente fortemente basico. Ciò permette la formazione rapida ed

irreversibile di un complesso intermedio seguita dalla decomposizione in ammina

e carbonato (Schema 10), favorita da un rapido riscaldamento.

NC

O + 2 H2O[OH-]

THFH

OH N

CO H O

HO

H

Ar

O-

HNH2

+ CO3--

Schema 10

In tali condizioni il processo di formazione della diaril urea per attacco

competitivo dell’ammina già formata all’isocianato non ancora reagito (Schema

11)21 risulta fortemente inibito.

Ar

N C O

H+, H2O

Ar

HN

CO

OH

HCl -CO2

Ar NH3+Cl-Ar NH2

H+

Ar

NHC

O

HN

Ar

Schema 11

Per riscaldamento dell’ammina (R)-35 con acetilacetone a 90°C, è stato ottenuto

l’addotto (R)-36 la cui ciclizzazione in acido polifosforico a 70°C per 6 h ha

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17

fornito infine il 2,4-dimetil[2]paraciclo[2]chinolinofano (R)-(+)-37 con una resa

del 62%.

Come nel caso della 2,4-dimetilchinolina,22 anche il chinolinofano (R)-(+)-37 può

essere regioselettivamente funzionalizzato in uno dei due metili a seconda delle

condizioni di reazione impiegate. In un solvente di bassa polarità, quale l’etere

etilico, la deprotonazione con n-butil litio coinvolge esclusivamente il metile in

posizione 2 (Schema 12), mentre in solventi più polari e/o sostituendo al butil litio

le litioammidi, la metallazione coinvolge esclusivamente la posizione 4.

NLi

CH2

HR

N

Li

N N

termodinamicamentepiù stabile

N

(R)-37

BuLi

Et2O, 0°C

LiNiPr2

THF, 0°C

38 39

40 41

Schema 12

Certamente la coordinazione del litio sull’atomo di azoto, favorita dalla scarsa

polarità del solvente, gioca un ruolo fondamentale nella deprotonazione del metile

adiacente all’atomo di azoto, portando all’intermedio 39. All’aumentare della

polarità del solvente, e quindi del suo potere solvatante, l’effetto coordinante

dell’azoto chinolinico diminuisce, cosicchè la maggiore stabilità termodinamica

dell’anione con struttura parachinoide diventa determinante per l’attacco al metile

in posizione 4 (Schema 12).23

Pertanto la metallazione del chinolinofano (R)-37 con butillitio in etere etilico a

0°C, e successivo trattamento con bis(trimetilsilil) perossido e, infine, con acido

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18

cloridrico ha permesso di ottenere l’(R)-(+)2-idrossimetil-4-metil-

[2]paraciclo[2](5,8)-chinolinofano (+)-(R)-26 con una buona resa (79%).

L’ossidazione di quest’ultimo con piridinio dicromato in CH2Cl2 ha fornito la

corrispondente aldeide con una ottima resa (94%). Dall’aldeide (R)-42 con il

cloridrato di idrossilammina e successiva ossidazione dell’ossima risultante con

biossido di selenio è stato infine ottenuto l’(R)-(-)-2-ciano-4-metil-

[2]paraciclo[2](5,8)chinolinofano (R)-43 con il 70% di resa. Quest’ultimo è il

precursore di tutti i ligandi impiegati in questo lavoro di tesi. Infatti, facendo

reagire il nitrile (R)-43 di volta in volta con l’opportuno 2-amminoetanolo chirale,

in clorobenzene a 140° e in presenza di cloruro di zinco anidro, si ottengono i

ligandi 29a-e (Fig. 8) con rese che variano dal 30% al 60% a seconda

dell’amminoalcool impiegato.

N

(R)-37

N

(R)-26

N

(R)-42

NCN

(R)-43

N

29a-e

HOO

H

O

N

R1

R2

a) 1. n-BuLi, EE, 0°C; 2. ((CH3)3Si)2O2 -78°C 3. HCl. b) Piridinio dicromato, CH2Cl2. c) 1. NH4OH, HCl,

piridina; 2. SeO2. d) ZnCl, C6H5Cl, H2N-C*H(R)-CH2-OH.

a b

c

d

a

R1 R2

b

c

d

e

Ph

Ph

iPr

iPr

Me Me

config.

(Rp,R)-QUINOPHOX

(Rp,S)-QUINOPHOX

(Rp,R)-QUIPROX

(Rp,S)-QUIPROX

(Rp)-QUIDIMOX

H

H

H

H

Fig.8

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19

2.2 Reazioni di Cicloaddizione della crotonammide (44) al ciclopentadiene

(10) catalizzate da complessi del rame 45a-e

Il test scelto per valutare la performance dei ligandi 29a-e come induttori di

chiralità in processi enantioselettivi è stato la reazione di cicloaddizione del 3-

crotonilossazolidin-2-one (44) al ciclopentadiene (10) catalizzata dal rame(II). La

formazione del complesso fra i ligandi e il rame è risultata immediatamente

evidente dall’intensa colorazione verde scuro assunta dalla soluzione allorché un

equivalente di triflato rameico (Cu(OTf)2) è stato aggiunto ad un equivalente del

ligando in CH2Cl2. Quando la soluzione del catalizzatore così preparata viene

aggiunta in quantità catalitiche ad una miscela quasi equimolare di ciclopentadiene

(10) e dell’ossazolidone (44) nello stesso solvente si osserva la lenta formazione

dei prodotti di cicloaddizione (endo- ed eso-norboren-4-il-carbammati 46a-b)

come illustrato nello Schema 13

N

29a-e

O

N

R1

R2

N O

N

R1

R2

CuTfO

OTf

45a-e

Cu(OTf)2

CH2Cl2

CH3

H+ O N

O O45a-e

O N

O

O

+

endo-(2'S,3'R) eso-(2'S,3'R)

H

CH3

NO

OO

CH2Cl2

16h10 44

46a 46b

Schema 13

Nella Tab. 1 sono riportati alcuni risultati di questa indagine ottenuti utilizzando

come catalizzatori i complessi 45a-e.

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20

Tab. 1 Cicloaddizione del 3-crotonilossazolidin-2-one (44) al

ciclopentadiene (10) catalizzata dai complessi di rame(II) 45a-e Ligando Resa,

% a Rapporto endo/eso a

ee endo (config.) b

Ee eso (config) c

(Rp,R)-QUINOPHOX

90

60/40

25

(2’S,3’R)

19

(2’S,3’R) (Rp,S)-QUINOPHOX 15 62/38 ~ 1

(2’S,3’R) ~ 2

(2’S,3’R) (Rp,R)-QUIPROX 87 59/41 73

(2’S,3’R) 70

(2’S,3’R) (Rp,S)-QUIPROX 60 74/26 ~ 6

(2’S,3’R) ~ 6

(2’S,3’R) (Rp)-QUIDIMOX 92 70/30 57

(2’S,3’R) 52

(2’S,3’R)

a Determinati per analisi 1H NMR del grezzo di reazione. b Determinati dal rapporto fra il valore di [α]D

20 dell’addotto endo isolato per cromatografia e il valore di letteratura dell’enantiomero (2’S,3’R) otticamente puro ([α]D

20 = -215)24. c Determinati dal rapporto fra il valore di [α]D

20 dell’addotto eso isolato per cromatografia e il valore di letteratura dell’enantiomero (2’R,3’S) otticamente puro ([α]D

20 = +95)25

I dati di reattività e selettività riportati nella Tab. 1 si prestano ad alcune

interessanti considerazioni: i) Una volta separati per semplice cromatografia su gel

di silice, entrambi gli addotti (eso ed endo) esibiscono un valore negativo della

rotazione ottica. Secondo quanto riportato in letteratura, ciò implica la prevalenza

dell’addotto endo-(2’S,3’R) e dell’addotto eso-(2’S,3’R); ii) la velocità del

processo, desunta dalla resa dei prodotti di addizione relativamente al substrato

reagito in tempi definiti, dipende in modo sostanziale dalla stereochimica del

ligando. I complessi con i ligandi di configurazione (Rp,R) hanno un effetto

catalitico maggiore rispetto a quelli con i ligandi (Rp,S); iii) la chiralità centrale

sembra avere un ruolo del tutto marginale nell’induzione asimmetrica, sia per

quanto riguarda la configurazione assoluta del cicloaddotto, sia per quanto

riguarda l’eccesso enantiomerico.

Sulla base di queste considerazioni, è possibile formulare un’ipotesi meccanicistica

alquanto verosimile del processo di cicloaddizione. Partendo dal presupposto che il

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21

rame(II) forma generalmente complessi tetraedrici (ibrido sp3), si può arguire che,

con ogni probabilità, due vertici del tetraedro siano occupati dai due atomi di azoto

del ligando, mentre nei rimanenti due vertici siano posizionati gli atomi di

ossigeno carbonilici del dienofilo, il 3-crotonilossazolidin-2-one (44). In tal modo,

il piano individuato dal metallo e dai due atomi di azoto del ligando risulta

perpendicolare al piano contenente i due ossigeni carbonilici e l’azoto ammidico

con essi coniugato. Se tale ipotesi fosse corretta è legittimo pensare che nelle

reazioni catalizzate dai complessi del rame con i ligandi di configurazione (Rp,R)

l’enantioselettività del processo di cicloaddizione dipenda sostanzialmente dalla

differenza di energia fra i due complessi A e B che si distinguono per il modo in

cui il dienofilo viene coordinato (Fig. 9). In A il gruppo crotonile legato all’azoto

ammidico non interagisce stericamente né con il gruppo fenile (o isopropile)

sull’anello ossazolinico, né con l’anello aromatico sovrastante il sistema

chinolinico, mentre in B lo stesso gruppo crotonile si trova compresso tra questi

due elementi del ligando, innalzando l’energia del sistema. A causa del ponte

etilenico del sistema chinolinofano, l’attacco del diene alla faccia re per dare

l’addotto di configurazione (2’S,3’R) risulta evidentemente favorito.

NCuN

OO

O

N

O

CH3

Ph

NCuN

O

O

O

N

Ph

O

CH3

A B

H

H

H

H

faccia sifaccia re

faccia re

faccia si

(o iPr)(o iPr)

Fig. 9

La differenza di energia fra i due complessi C e D ottenuti con ligandi di

configurazione (Rp,S) risulta molto inferiore (se non addirittura nulla) (Fig. 10). Il

complesso C stericamente impedito dovrebbe risultare poco efficace mentre in D

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22

l’attacco del diene sulla faccia re o sulla faccia si dovrebbe avvenire con una

probabilità molto simile fornendo miscele quasi racemiche di addotto endo.

NCuN

O

ON

O

CH3

Ph

NCuN

O

O

N

Ph

O

CH3

C DH

Hfaccia si

faccia re

H

H

faccia refaccia si

(o iPr) (o iPr)

Fig. 10

Poiché l’enantiomero maggioritario dell’addotto eso ha configurazione (2’S, 3’R)

nel comlesso A l’attacco del dienofilo dovrebbe verificarsi sulla stessa faccia (re)

del crotonile. Inoltre il fatto che l’eccesso enantiomerico degli addotti endo e eso

sia praticamente uguale per ciascuna serie (Rp,S e Rp,R)di ligandi, fa supporre che

i due complessi A e B (o C e D), una volta formati siano stabili, e che ciascuno di

essi offra al ciclopentadiene la faccia re, cosicché il rapporto fra gli enantiomeri di

ciascun addotto è governato dal rapporto molare con cui si formano i complessi A

e B (o C e D).

I dati relativi alle reazioni catalizzate dal complesso 45e, in cui il ligando esibisce

solamente la chiralità planare, possono essere interpretati allo stesso modo. Di più,

il fatto che i valori dell’eccesso enantiomerico (ee) in entrambi gli addotti endo e

eso non siano molto diversi da quelli osservati con i ligandi delle serie (Rp,R)

lascia supporre che la chiralità centrale abbia un effetto trascurabile

sull’enantioselettività del processo. Come grossolanamente mostrato anche dai

modelli molecolari, l’enantioselettività dipende in larga misura dalla chiralità

planare, il cui effetto è esplicato attraverso l’interazione sterica del ponte

etilinenico del sistema chinolinofano con il gruppo crotonile favorente la

formazione del complesso dienofilo E termodinamicamente più stabile (Fig. 11).

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23

NCu

N

O

O

ON

O

H3C

CH3

NCuN

O

O

O

N CH3

O

H3C

EF

CH3 CH3

H

Hfaccia re

faccia si

H

H

faccia si faccia re

Fig. 11

2.3 Sintesi, struttura e impiego dei complessi Ru-29a-e-CymCl nella

cicloaddizione della crotonammide (44) al ciclopentadiene (10)

Oltre al rame, il rutenio è uno dei metalli comunemente impiegati per catalizzare le

reazioni di Diels-Alder. Con le chinolinofanilossazoline 29a-e in mano, è risultato

perciò del tutto naturale lo stimolo a studiare altri sistemi catalitici sia per

migliorare le performance di stereoselettività di questi ligandi, sia per ottenere

ulteriori informazioni circa la correlazione fra l’attività catalitica e struttura del

catalizzatore in relazione alla natura del metallo.

2.3.1 Sintesi dei Complessi [Ru-(29a-e)cymCl]+

BPh4- (o PF6

-)

La sintesi dei complessi del rutenio con le chinolinofanilossazoline 29a-e secondo

le procedure già note in letteratura non ha presentato alcun problema. I complessi

cationici del rutenio (47a-e) aventi come controione l’esafluorofosfato (PF6-) o il

tetrafenilborato [B(C6H5)4-], sono stati ottenuti con ottime rese (>90%) attraverso

la precipitazione del complesso Ru2Cl4Cym2 con NH4PF6 o NaB(C6H5)4 in

presenza dei ligandi 29a-e (schema 14). Essi sono relativamente stabili e possono

essere conservati per lungo tempo, in un ambiente secco, a 25°C.

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24

a

R1 R2

b

c

d

e

Ph

Ph

i-Pr

i-Pr

Me Me

config.

(Rp,R)

(Rp,S)

(Rp,R)

(Rp,S)

(Rp)

29a-e 47a-e

(RuCl2Cym)2

NaBPh4 (o PF6-)

N

NO R1

R2

N

NO R1

R2

Ru+myc

Cl

BPh4-

(o PF6-)

H

H

H

H

Schema 14

2.3.2 Analisi Strutturale di Complessi Ru-Chinolinofanossazoline (47a-e)

La struttura dei complessi Ru-Chinolinofanossazoline (36a-e) è stata elucidata con

la spettroscopia 1H NMR. Sulla base degli Effetti Overhauser Nucleari (NOE) è

stato possibile identificare tutti i protoni dei vari complessi ad eccezione dei

protoni del ligando p-cimene i cui segnali appaiono molto allargati ed in certi casi

indecifrabili. Di seguito sono riportate le assegnazioni dei valori di chimical shift

dei protoni di ciascun complesso.

[(Rp,R)-Ru-QUINOPHOX]+BPh4

- (47a)

[α]D20 = +298 (c = 0.098, CHCl3)

H

HH11

14

12

H

N

CH3

N

O

H

H

H

HH

HH

H

H

H

HH

H H

H

H

H

1318a

18s

15

16

17s1917a

10s10a

6

7

9a9s

3

21

20t

20c

25

24

23

Cl

RuH3C

CH3

CH326'

26

28

29

30

29'

28'

H27H

H

H

H

BPh4-

H-3 7.84 (s) H-20t 4.51 (dd) H-6 7.07 (dAB) H-20c 4.97 (m) H-7 7.16 (dAB) H-21 5.2 (m) H-9a 3.12 (m) H-23 7.4 (b) H-9s 5.59 (ddd) H-24 7.01 (t) H-10a 2.9 (m) H-25 6.90 (t) H-10s 3.2 (m) H-26 0.54 (vb) H-12 6.61 (dAB) H-26’ 0.47 (d) H-13 6.74 (dAB) H-27 2.63 (sept) H-15 5.55 (s) H-28 4.85(bd) H-16 5.55 (s) H-28’ 5.1 (b) H-17a 3.2 (m) H-29 4.80 (bd) H-17s 4.07 (dd) H-29’ 5.0 (b) H-18a 3.37 (dd) H-30 1.06 (vb) H-18s 2.9 (m) BPh4 m 7.01 (t) H-19 3.09 (s) BPh4 o 7.4(b) BPh4 p 6.90 (t)

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25

[(Rp,R)-Ru-QUINOPHOX]+PF6

- (47a-PF6)

H

HH11

14

12

H

N

CH3

N

O

H

H

H

HH

HH

H

H

H

HH

H H

H

H

H

1318a

18s

15

16

17s1917a

10s10a

6

7

9a9s

3

21

20t

20c

25

24

23

Cl

RuH3C

CH3

CH326'

26

28

29

30

29'

28'

H27H

H

H

H

PF6-

[(Rp,S)-Ru-QUINOPHOX]+BPh4

- (47b)

[α]D20 = +514 (c = 0.081, CHCl3)

H3

H

BPh4-

HH11

14

12

H

N

CH3

N

OH

H

H

HH

HHH

H

HH

H H

13

18a

18s

15

16

17s1917a

10s10a

6

7

9a

9s 21

20t

20c

Cl

RuH3C

H3CCH3

26'

26

28

29

3029'

28'

H 27

H

H

H

H

HH

H23

24

25

H-3 7.90 (s) H-19 3.09 (s) H-6 7.23 (dAB) H-20t 5.65 (dd) H-7 7.85 (dAB) H-20c 4.73 (dd) H-9a 3.3 (m) H-21 6.30 (t) H-9s 5.6 (m) H-23 7.73 (d) H-10a 2.94 (m) H-24 7.5 (m) H-10s 3.2 (m) H-25 7.5 (m) H-12 6.65 (dAB) H-26 0.51 (d) H-13 6.75 (dAB) H-26’ 0.56 (b) H-15 5.58 (dd)AB H-28 5.13 (d) H-16 5.62 (dd)AB H-28’ 5.76 (d) H-17a 3.17 (m) H-29 5.25 (d) H-17s 4.09 (dd) H-29’ 5.81 (d) H-18a 3.39 (dd) H-30 1.13 (bs) H-18s 2.90 (m) H-27 1.72 (b)

H-3 7.89 (s) H-19 3.07 (s) H-6 7.17 (dAB) H-20t 5.42 (dd) H-7 7.28 (dAB) H-20c 5.62 (dd) H-9a 3.18 (dt) H-21 5.05 (t) H-9s 5.4 (m) H-23 7.6 (m) H-10a 2.99 (m) H-24 7.7 (m) H-10s 3.03 (m) H-25 7.7 (m) H-12 6.64 (ddAB) H-26 ? H-13 6.77 (ddAB) H-26’ ? H-15 5.59 (dd) H-28 ? H-16 5.47 (dd) H-28’ ? H-17a 3.26 (dt) H-29 ? H-17s 4.08 (dd) H-29’ ? H-18a 3.40 (dd) H-30 ? H-18s 2.87 (ddd) H-27 ? BPh4 m 7.05 (t, 8 H) BPh4 o 7.3 (8 H) BPh4 p 6.90 (t, 4 H)

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26

[(Rp,S)-Ru-QUINOPHOX]+PF6- (47b-PF6)

H3

H

PF6-

HH11

14

12

H

N

CH3

N

OH

H

H

HH

HHH

H

HH

H H

1318a

18s

15

16

17s1917a

10s10a

6

7

9a9s 21

20c

20t

Cl

RuH3C

CH3

CH326'

26

28

29

30 29'

28'

H27

H

H

H

H

HH

H23

24

25

[(Rp,R)-Ru-QUIPROX]+BPh4

- (47c)

[α]D20 = +221 (c = 0.069, CHCl3)

H

HH11

14

12

H

N

CH3

N

O

CH3

H3C

H

H

H

HH

HH

H

H

H

HH

H H

1318a

18s

15

16

17s1917a

10s10a

6

7

9a9s

3

21

20t

20c

Cl

RuH3C

CH3

CH324'

24

26

27

28

27'

26'

H25H

H

H

H

BPh4-

H 22

23

23'

H-3 8.12 (s) H-19 3.09 (s) H-6 7.10 (dAB) H-20c 5.36 (dd) H-7 7.24 (dAB) H-20t 5.16 (t) H-9a 3.2 (m) H-21 5.56 (m) H-9s 5.47 (m) H-23 7.9 (vb) H-10a 2.93 (m) H-24 7.6 (bs) H-10s 3.18 (m) H-25 7.6 (bs) H-12 6.60 (ddAB) H-26 1.0 (vb) H-13 6.71 (ddAB) H-26’ 1.1 (vb) H-15 5.57 (dd)AB H-27 ? (b) H-16 5.52 (dd)AB H-28 5.19 (vb) H-17a 3.16 (m) H-28’ ? (d) H-17s 4.09 (dd) H-29 5.2 (vb) H-18a 3.36 (dd) H-29’ ? (d) H-18s 2.84 (dt) H-30 1.87 (bs)

H-3 7.73 (s) H-20t 4.65 (dd) H-6 7.07 (dAB) H-20c 4.50 (t) H-7 7.11 (dAB) H-21 4.23 (ddd) H-9a 3.06 (m) H-22 2.37(setd) H-9s 5.57 (ddd) H-23 1.07 (d) H-10a 2.89 (ddd) H-23’ 0.90 (d) H-10s 3.19 (m) H-24 0.69 (d) H-12 6.60 (ddAB) H-24’ 0.87 (d) H-13 6.71 (ddAB) H-25 2.02 (bset) H-15 5.49 (dd)AB H-26 5.12 (d) H-16 5.45 (dd)AB H-26’ 4.86 (d) H-17a 3.13 (m) H-27 4.79 (d) H-17s 4.00 (dd) H -27’ 4.89 (d) H-18a 3.34 (dd) H-28 1.18 (s) H-18s 2.79 (dt) BPh4 m 7.01 (t) H-19 3.01 (s) BPh4 o 7.38 (b) BPh4 p 6.91 (t)

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27

[(Rp,S)-Ru-QUIPROX]+BPh4

- (47d)

[α]D20 = +575 (c = 0.105, CHCl3)

H3

H

BPh4-

HH11

14

12

H

N

CH3

N

OH

H

H

HH

HHH

H

HH

H H

1318a

18s

15

16

17s1917a

10s10a

6

7

9a9s 21

20t

20c

Cl

RuH3C

CH3

CH3

H

H

H

H

H

H3CCH3

H22

23

23'

24

24'

25

26

27

28

26'

27'

[(Rp)-Ru-QUIDIMOX]+BPh4

- (47e)

[α]D20 = +357 (c = 0.086, CHCl3)

H

HH11

14

12

H

N

CH3

N

O

CH3

H

H

HH

HH

H

H

H

HH

H H

1318a

18s

15

16

17s1917a

10s10a

6

7

9a9s

3

21

20t

20c

Cl

RuH3C

CH3

CH323'

23

25

26

27

26'

25'

H24H

H

H

H

BPh4-

CH322

H-3 7.59 (s) H-20t 4.78 (d) H-6 7.05 (dAB) H-20c 4.79 (d) H-7 7.12 (dAB) H-21 4.49 (ddd) H-9a 3.07 (m) H-22 2.32(b) H-9s 5.25 (ddd) H-23 1.12 (d) H-10a 2.92 (m) H-23’ 0.99 (d) H-10s 3.05 (m) H-24 0.4 ? (b) H-12 6.59 (ddAB) H-24’ 0.4 ? (b) H-13 6.70 (ddAB) H-25 ? H-15 5.48 (dd)AB H-26 5.09 (d) H-16 5.40 (dd)AB H-26’ 4.95 (d) H-17a 3.17 (dt) H-27 ? H-17s 3.96 (ddd) H-27’ ? H-18a 3.34 (dd) H-28 1.60 (bs) H-18s 2.79 (dt) BPh4 m 7.00 (t) H-19 2.91 (s) BPh4 o 7.36 (b) BPh4 p 6.89 (t)

H-3 7.69 (bs) H-18s 2.80 (dt) H-6 7.07 (dAB) H-19 2.99 (s) H-7 7.16 (dAB) H-20t 4.56 (?) (d) H-9a 3.12 (m) H-20c 4.46 (?) (d) H-9s ? (…) H-21 1.58 (?) (s) H-10a 2.91 (m) H-22 1.56 (?) (s) H-10s 3.09 (m) H-23 0.4 (?) (b) H-12 6.60 (ddAB) H-23’ 0.5 (?) (b) H-13 6.72 (ddAB) H-24 2.28 (b) H-15 5.49 (dd)AB H-25 ? H-16 5.43 (dd)AB H-25’ ? H-17a 3.19 (dt) H-26 5.12 (d) H-17s 4.01 (dd) H-26’ 5.03 (d) H-18a 3.36 (dd) H-27 ? BPh4 o 7.38 (b) BPh4 m 7.01 (t) BPh4 p 6.89 (t)

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28

L’analisi RX (Fig. 12 e Tab. 2), effettuata sul complesso 47b-PF6, conferma

l’analisi strutturale basata sugli NOE. È interessante notare che, almeno allo stato

solido, il ligando p-cimene (η6) giace su un piano perpendicolare a quello

contenente il fenile legato all’anello ossazolinico.

Fig. 12 Struttura di (RpS)-[QUINOPHOX]+PF6- ai raggi X

12

8 9

10

11N

14

15

1617

13

18

27

21

22 23

24

2520

19

2628N

O

29

3031

H

R u

C l

3

4

3 ' 2 '

1

2

5

6'

6

7

P F 6

H d

H u

H d

H i32

33

3435

36

Fig.13 Tab. 2 Angoli (°) e distanze (Ö�� GL� OHJDPH� QHO� FRPSOHVVR� �RpS)-

[QUINOPHOX]+PF6

- Parametri Valore Commenti

Ru-Cl 2.42 Ru-N1 2.08 Ru-N2 2.22 Più lunga del normale Ru-C1 2.16

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29

Ru-C4 2.20 Ru-Centroid1 1.68 Centroide del p-cimene H3-Centroid2 2.74 Centroide del sostituente fenile.

Compatibile con interazione CH-π N1-C28 1.28 C28-C12 1.45 C12-N2 1.35 C26-C27 1.51 C29-C30 1.51 Centroid3-Centroid4 2.97 Centroidi degli anelli paraciclofanici N1-Ru-N2 76.8 N1-Ru-Cl 81.5 N2-Ru-Cl 93.0 Ru-N1-C28 115.1 N1-C28-C12 120.5 C28-C12-N2 113.8 C12-N2-Ru 110.2 C13-C9-C12 123.5 C10-C14-C27 124.4 C14-C27-C26 113.6 N1-C28-C12-N2 -17.7 Nel ligando “bipiridina” = 0.7 C12-C8-C9-C13 162.7 Nel toluene = 180 C12-C8-C9-C10 -10.2 Nel benzene è 0 C11-C10-C14-C27 -148.8 C14-C27-C26-C23 -17.2 C11-C10-C14-C15 -16.6 Una tale configurazione è stabilizzata da una interazione di tipo H-��JLà riporttata

in letteratura. Come si può notare dalla struttura RX in Fig. 12, il sistema

chinolinico risulta distorto e ruotato di -17.7° rispetto all’anello ossazolinico.

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30

2.3.3 Reazioni di Cicloaddizione della crotonammide (44) al ciclopentadiene

(10) catalizzate dai complessi 47a-e

I complessi monocationici del rutenio con i ligandi del tipo 47a-e sono complessi a

18 elettroni e come tali non possiedono alcuna attività catalitica. Vista la loro

sorprendente stabilità, è altresì improbabile che in soluzione di solventi poco polari

essi perdano un ligando per liberare un sito di coordinazione. Affinché possano

esplicare efficacemente la loro attività catalitica i complessi monocationici del

rutenio debbono essere trasformati in complessi dicationici per allontanamento

forzato di un ligando. Tale trasformazione viene comunemente effettuata in situ

facendo reagire il complesso con un sale di argento o tallio avente come

controione una specie poco basica e con caratteristiche non leganti come ad

esempio gli ioni PF6- o SbF6

- (Schema 15). In tali condizioni il cloro legato

inizialmente al rutenio viene precipitato come AgCl o TlCl con formazione del

catione complesso bivalente a 16 elettroni. In grado di coordinare il substrato su

cui effettuare la reazione desiderata.

[RuL5Cl]+X- + AgX (oTlX) → [RuL5]++2 X- (X = SbF6

-, PF6-)

18 e 16 e

Schema 15

Purtroppo, tale procedura applicata ai complessi Ru-47-a-e non ha dato I risultati

sperati. Il tentativo di formare il complesso [RuQUINOPHOX-Cym]++2(PF6-) da

[RuQUINOPHOX-CymCl]+BPh4- per precipitazione del cloro con 2 equivalenti di

TlPF6 è stato vano, probabilmente a causa dell’insolubilità di quest’ultimo nel

solvente di reazione CH2Cl2. La ricerca è tuttora in corso con l’obiettivo di trovare

sali di argento o tallio, almeno parzialmente solubili in CH2Cl2, in grado di

effettuare la trasformazione appena descritta.

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31

3. Parte Sperimentale

3.1 Tecniche analitiche e strumentazione

Gli spettri NMR sono stati registrati su spettrometri Bruker AC 200 e Bruker

AVANCE DRX 400 operanti a 200 e 400 MHz (1H), 50 e 100 MHz (13C). Gli

spettri IR sono stati registrati con uno spettrofotometro Perkin-Elmer in soluzione

di CCl4 nell’intervallo 800-4000 cm-1. L’analisi GC-MS è stata effettuata su

colonna capillare HPSMS da 25 m. Gli spettri di massa sono stati registrati a 70

eV. I poteri rotatori sono stati misurati con un polarimetro JASCO Dip 360 in

soluzione di CHCl3. Per la TLC sono state utilizzate lastre Silica gel 60 F254,

Merck su alluminio. Per la cromatografia su colonna è stato utilizzato Silica gel S

0,032-0.063 mm Riedel-de Haën.

3.2 Reagenti e solventi

I reagenti commercialmente disponibili (Aldrich) sono stati usati senza ulteriore

purificazione. Il Parylene DPX-N è stato fornito dalla SCS Specialty Coating

System.

L’etere etilico ed il tetraidrofurano, sono stati anidrificati rifluendoli per 3 h su

sodio trafilato, in presenza di benzofenone e distillandoli successivamente

all’occorrenza. Il toluene e il clorobenzene sono stati anidrificati con il metodo

della distillazione azeotropica. Il diclorometano è stato distillato dopo 3 h di

riflusso su anidride fosforica. Il bis(trimetilsilil)perossido è stato preparato secondo

la procedura descritta da Ricci:26 ad una soluzione di 1,4-diazabiciclo[2.2.2]ottano

(DABCO) (10 g, 89 mmol) in THF (150 mL) aggiungere, goccia a goccia, a 0°C, il

perossido di idrogeno (soluzione acquosa al 27%, 23 mL ~ 180 mmol). Il

complesso DABCO- H2O2 precipita immediatamente. Filtrare e seccare

accuratamente il solido bianco sotto vuoto. Porre il solido (10 g, 55.5 mmol) e il

DABCO (10 g, 89 mmol) in un pallone a tre colli da 1 L munito di un setto ed un

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32

rubinetto collegato ad una presa di azoto. Mantenere la miscela a 40°C sotto vuoto

(1 mmHg) per eliminare ogni traccia di solvente e, dopo averla raffreddata a 0°C,

riempire il recipiente con azoto. Aggiungere attraverso il setto il diclorometano

(300 mL) e quindi il trimetilclorosilano (23.7 g, 220 mmol). Dopo 3h di agitazione

a 0°C si forma un copioso precipitato costituito da DABCO cloridrato. Filtrare ed

evaporare il solvente, aggiungere pentano (200 mL) per completare la

precipitazione del DABCO residuo e filtrare di nuovo. Evaporare cautamente il

solvente e recuperare il prodotto (il composto è molto volatile e quindi è

necessario evaporare il solvente a bassa temperatura). Il bis(trimetilsilil)perossido

così ottenuto mostra una purezza gascromatografica del 98%, sufficiente per essere

utilizzato come reagente nelle reazioni di idrossilazione di litioalchil derivati.

Determinazione del titolo del butillitio

Il titolo è stato determinato con il metodo della doppia titolazione. Versare 5 ml

della soluzione di n-BuLi ~ 1.5 M in esano in una beuta contenente ~ 50 ml di

acqua e ghiaccio, titolare la miscela risultante con una soluzione di acido solforico

0.1 N, usando come indicatore la fenolftaleina. Determinare la basicità totale del n-

BuLi dalla formula:

totale basicità5

0.1 · V1 =

Ad una soluzione di 1,2-dibromoetano in 10 ml di etere etilico anidro a 0°,

aggiungere sotto azoto 5 ml della soluzione di n-BuLi. Rimuovere il bagno di

ghiaccio e lasciare reagire a temperatura ambiente per 20 minuti. Versare la

soluzione su 50 ml di acqua ghiacciata e titolare la miscela risultante con una

soluzione di acido solforico 0.1 N, usando come indicatore la fenolftaleina.

Determinare la basicità dovuta ad impurezze di natura non organometallica

(principalmente LiH, LiOH, Li2CO3) nel modo seguente:

( ) butillitio del titolo

5

0.1 · V-V impurezze; da basicità

5

0.1 · V 212 ==

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33

3.3 Sintesi dei ligandi QUINOPHOX, QUIPROX E QUIDIMOX

(±±)-4-Trifluoroacetil[2.2]paraciclofano

(CF3CO)2O/AlCl3

CH2Cl2 0°CO

CF3

Reagenti

- CH2Cl2 (600 mL)

- Anidride trifluoroacetica (30 mL, 212 mmol)

- AlCl3 (22.8g, 171 mmol)

- [2.2]paraciclofano (20g, 96 mmol)

Procedura

Ad una soluzione di AlCl3 anidro (22.8g, 171 mmol) in 600 mL di diclorometano,

raffreddata a 0°C, aggiungere, goccia a goccia e sotto azoto, l’anidride

trifluoroacetica (30 mL, 212 mmol) (mantenere il flusso di azoto il più basso

possibile, per evitare l’evaporazione dell’anidride trifluoroacetica). Agitare la

miscela per 15 min. a 0°C ed aggiungere [2.2]paraciclofano (20g, 96 mmol), in

piccole porzioni, in un periodo di 15 min, mantenendo la temperatura al di sotto di

5°C. (la miscela assume nel frattempo una colorazione rossa). Terminata

l’aggiunta, far salire la temperatura a 20°C e continuare l’agitazione per altri 30

min. Raffreddare la miscela su un bagno di ghiaccio ed aggiungere con cautela

HCl conc. (30 mL, si osserva uno sviluppo violento di gas). Lavare la miscela

risultante con acqua (2 x 250 mL), con NaOH 1N (2 x 250 mL) ed ancora con

acqua (250 mL). Riunire le fasi organiche, seccarle con Na2SO4, filtrare ed

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34

evaporare il solvente a pressione ridotta. Si ottengono 22.8 (resa: 78%) di 4-

trifluoroacetil[2.2]paraciclofano che può essere usato nella reazione successiva

senza ulteriore purificazione. Un campione ricristallizzato da miscele di

etanolo/H2O ha mostrato le seguenti caratteristiche spettroscopiche e analitiche.

P.f. 80-81°C (da metanolo); 1H-NMR (CDCl3) δ: 7.10 (dd, J = 1.2 e 0.6 Hz, 1 H),

6.78 (dd, J =7.8 e 1.2 Hz, 1 H), 6.62 (dd, J = 7.8 e 0.6 Hz, 1 H), 6.51-6.43 (quattro

multipletti, sistema AB splittato, JAB = 7.9, 4J = 1.5 Hz, 2 H), 3.91-3.99 (m, 1 H),

2.90-3.20 (m, 7 H); 13C-NMR (CDCl3) δ: 181.2, 145.4, 140.3, 139.9, 139.4, 138.9,

137.0, 134.7, 134.6, 133.00, 132.5, 131.4, 130.2, 130.2, 116. 6, 36.3, 35.1, 34.6;

IR (CHCl3): 1708, 1204 e 1137 cm-1; MS: m/z (%) 304 (M+, 16), 200 (4), 131

(15), 104 (100), 77 (28). Anal. Elem. Calcolato per C18H15F3O: C, 71.05; H, 4.97.

Trovato C, 71.23; H, 5.07.

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35

(±±)-4-Carbossi[2.2]paraciclofano

1. NaOH 10%, rifl.2. H3O+

O

OH

O

CF3

Reagenti

- Soluzione di KOH al 10% (800 mL)

- 4-trifluoroacetil[2.2]paraciclofano (22.8g, 75 mmol)

Procedura

Ad una soluzione acquosa di KOH al 10% (800 mL) aggiungere 22.8g di 4-

trifluoroacetil[2.2]paraciclofano (72 mmol). Rifluire la sospensione risultante fino

a completa dissoluzione del prodotto (3.5h), continuare quindi il riflusso per altre

6h. Raffreddare la soluzione a temperatura ambiente e filtrare il solido precipitato.

Estrarre la fase acquosa con cloroformio e acidificarla cautamente con HCl conc.

Raffreddare con un bagno di ghiaccio. Filtrare il solido precipitato e seccarlo in

stufa a 80°C. Per ricristallizzazione da miscele acido acetico/acqua si ottengono

17.0 g (90%) di prodotto puro con le seguenti caratteristiche.

P.f. 221-224°C; 1H-NMR (CDCl3) δ: 7.29 (d, J = 1.9 Hz, 1H), 6.70 (dd, J = 7.8 e

1.9 Hz, 1 H), 6.61-6.49 (m, 5 H), 4.21 (m, 1 H), 3.25-2.88 (m, 7 H); 13C-NMR

(CDCl3) δ: 172.0, 143.8, 140.1, 140.1, 139.5, 137.4, 136.4, 136.2, 133.2, 132.8,

132.4, 131.8, 129.7, 36.3, 35.3, 35.2, 35.0; IR (KBr) 3200, 1686 cm-1.

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36

(R)-(-) e (S)-(+)-4-Carbossi[2.2]paraciclofano

1. (R)-(+)- e (S)-(-)-αMBA2. HCl

EtOHO

OH

O

OH

(R)-(-)

Reagenti

- (±)-4-Carbossi[2.2]paraciclofano (50.0g, 200 mmol)

- (S)-(-)-α-metilbenzilammina (24.6g, 203 mmol)

- etanolo assoluto (1020 mL, 13.75 mL per ogni grammo di sale)

Procedura

Sospendere in 1020 mL di etanolo assoluto (13.75 mL per ogni grammo di sale) il

(±)-4-carbossi[2.2]paraciclofano (50.0 g, 200 mmol) ed aggiungere la (S)-(-)-α-

metilbenzilammina (24.6g, 203 mmol) e del carbone decolorante. Riscaldare a

riflusso la miscela fino a completa salificazione dell’acido. Filtrare la soluzione a

caldo e lasciarla cristallizzare per almeno 48 ore. Si ottengono circa 19 g di sale

impuro che viene fatto ricristallizzare da etanolo assoluto (260 mL). Si ottengono

circa 9.7 g (26%) di un sale cristallino bianco otticamente puro [α]D20= +97

(c=0.56, CHCl3). Sciogliere il sale nella minima quantità di metanolo a riflusso ed

acidificare la soluzione con HCl 5 N. Lasciare raffreddare e diluire con acqua

fredda. Filtrare l’acido, lavarlo con acqua fredda ed essiccarlo in stufa a 80°C fino

a costanza di peso. Si ottengono 6.4 g (25%) di (S)-(+)-4-

carbossi[2.2]paraciclofano sottoforma di solido amorfo bianco otticamente puro

[α]D20= +164 (c=0.6, CHCl3), [lett. [α]D

20= +164].

Concentrare le acque madri delle due cristallizzazioni pressione ridotta, sciogliere

il sale nella minima quantità di metanolo a riflusso ed acidificare con HCl 5 N.

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37

Lasciare raffreddare e diluire con acqua fredda. Filtrare l’acido, lavarlo con acqua

fredda ed essiccalo in stufa a 80°C fino a costanza di peso. Ripetendo su questo

acido scalemico R la stessa operazione descritto sopra, impiegando nella

salificazione la (R)-(+)-α-metilbenzilammina e rispettando accuratamente le

proporzioni sale/solvente, si ottiene l’ (R)-(-)-4-carbossi[2.2]paraciclofano

otticamente puro.

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38

(S)-4-Acilazido[2.2]paraciclofano

O

N3

(R)-(-)O

OH(R)-(-)

1. SOCl22. NaN3/Me2CO/H2O

Reagenti

- (R)-(-)-4-carbossi[2.2]paraciclofano (16.16g, 64mmol)

- SOCl2 (33 mL)

- NaN3 (6.7g, 102 mmol)

- Acetone ( circa 100 mL)

Procedura

In un pallone protetto da una valvola a CaCl2, porre l’ (R)-(-)-4-

carbossi[2.2]paraciclofano (16.16g, 64mmol) e 33 mL di cloruro di tionile

(SOCl2), agitando di tanto in tanto. Lasciare reagire per circa 24 h. Allontanare

l’eccesso di SOCl2 per evaporazione a pressione ridotta (per eliminarne le ultime

tracce aggiungere toluene ed evaporare di nuovo sotto vuoto). Sciogliere il cloruro

acilico così ottenuto in acetone a caldo (circa 100 mL) ed aggiungere sodioazide

(6.7 g, 102 mmol) disciolta in una miscela acqua/acetone (100:75 v/v). Agitare la

miscela risultante per circa 1 h a t.a., raffreddare la soluzione a 0°C ed aggiungere

acqua per far precipitare l’acilazide. Filtrare il solido con imbuto Buckner,

asciugandolo il più possibile per aspirazione e terminare l’essiccamento in un

essiccatore in presenza di P2O5 (eventualmente sotto vuoto) fino a costanza di peso

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39

(attenzione, l’assenza di acqua nel prodotto è determinante per una buona resa

dell’ammina finale!!). Si ottengono 16.6 g (resa: 94%) di acilazide

sufficientemente pura per essere utilizzata nella reazione successiva. 1H-NMR (CDCl3) δ: 7.13 (d, J = 1.9 Hz, 1 H), 6.71 (dd, J = 7.8 e 1.9 Hz, 1 H),

6.58-6.41 (m, 5 H), 4.22-4.10 (m, 1 H), 3.25-2.78 (m, 7 H); IR (CCl4) 2933, 2859,

2130, 1690, 1593, 1554, 1498, 1245, 1191, 997 cm-1.

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40

(R)-(-)-4-ammino[2.2]paraciclofano

(R)-(-)(R)-(-)

1. Toluene, rifl.2. Bu4N+OH- 40%/THF

N3O

NH2

Reagenti

- (R)-4-acilazido[2.2]paraciclofano (10.0g, 36 mmol)

- toluene (100 mL)

- soluzione di tetrabutilammonio idrossido al 40% in acqua (13.0g)

- tetraidrofurano (70 mL)

Procedura

Sciogliere l’(R)-4-acilazido[2.2]paraciclofano (6.72g, 24 mmol) in toluene (100

mL) e mantenere la soluzione a riflusso per 1 h monitorando il progresso della

reazione per tlc su SiO2 (eluente, etere di petrolio/etere etilico 95:5). Evaporare il

solvente a pressione ridotta. Si ottengono 8.90g (99%) di isocianato.

Ad una soluzione di tetrabutilammonio idrossido al 40% in acqua (13.0g) in 70 mL

di THF aggiungere l’isocianato, in piccole porzioni e sotto agitazione e, sotto un

leggero flusso di azoto, portare la miscela all’ebollizione per 30 s. Allontanare il

tetraidrofurano a pressione ridotta ed aggiungere alla miscela acqua e ghiaccio

(800 mL). Acidificare con HCl dil. e rendere nuovamente basica la miscela

aggiungendo idrossido di sodio. Filtrare il solido precipitato con Buchner, e lavarlo

con acqua fredda fino a neutralità. Essiccare l’ammina in un essiccatore su P2O5

fino a costanza di peso. Si ottengono 8.8 g (99%) di (S)-4-

ammino[2.2]paraciclofano. Un campione (0.1 g) di ammina, sublimato a

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41

200°C/0.05 mmHg, ha mostrato le seguenti caratteristiche spettroscopiche e

analitiche.

(R)-[2.2]paraciclofano-4-isocianato: 1H-NMR (CDCl3) δ: 9.95 (dd, J = 7.8 e 1.9

Hz, 1 H), 6.57-6.37 (m, 5 H), 5.98 (s, 1 H), 3.40-3.35 (m, 1 H), 3.15-2.93 (m, 6 H),

2.81-2.67 (m, 1 H); IR (CCl4), 2934, 2859, 2269, 1597, 1561, 1504 cm-1

(R)-4-ammino[2.2]paraciclofano: P.f. 241-243 °C [αα]D20= +71 (c=0.58, CHCl3)

1H-NMR (CDCl3) δ: 7.18 (dd, J = 7.9 e 1.8 Hz, 1 H), 6.60 (dd, J = 7.8 e 1.8 Hz, 1

H), 6.40 (dd, J = 7.8 e 1.9 Hz, 2 H), 6.28 (d, J = 7.7 Hz, 1 H), 6.14 (dd, J = 7.7 e

1.8 Hz, 1 H), 5.39 (d, J = 1.7 Hz, 1 H), 3.16-2.57 (m, 8 H), 1.57 (s largo, 2 H); 13

C-NMR (CDCl3) δ: 144.4, 141.1, 139.0, 138.9, 135.2, 133.4, 132.4, 131.5,

126.8, 124.7, 123.2, 122.4, 112.4, 35.3, 34.9, 33.0, 32.2; IR (KBr) 3472, 3385 cm-

1; MS, m/z (%) 223 (M+, 26), 119 (100), 91 (16); Anal. Elem. Calcolata per

C16H17N: C, 86.06; H, 7.67; N, 6.27. Trovato: C, 85.92; H, 7.81; N, 6.38.

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42

(R)-(+)-2,4-dimetil[2]paraciclo[2](5,8)chinolinofano

(R)-(-)(R)-(-)

NNH2

1. (MeCO)2CH22. PPA

Reagenti

- (R)-(-)-4-ammino-[2.2]paraciclofano (5.0g, 22.4 mmol)

- acetilacetone (circa 10 mL)

- PPA, 330 g

Procedura

All’(R)-(-)-4-ammino-[2.2]paraciclofano (5.0g, 22.4 mmol) aggiungere la minima

quantità di acetilacetone in modo da permettere una efficace agitazione magnetica

(ca 10 mL). Riscaldare la miscela a 90°C, sotto agitazione, per 8 h monitorando il

decorso della reazione per tlc su SiO2 (eluente etere di petrolio/etere etilico 6:4).

Raffreddare la miscela, sospendere il solido in 15 mL di etere di petrolio, filtrare

con Buchner e lavare il solido con etere di petrolio per eliminare l’eccesso di

acetilacetone). Si ottengono 6.0 g (87%) di chetimmina (base di Schiff)

sufficientemente pura da essere usato direttamente nella reazione successiva.

Porre la chetimmina (5.5g, 18 mmol), finemente polverizzata, sul in un pallone da

500 mL e ricoprirla con 330 g di acido polifosforico (PPA). Scaldare la miscela a

70°C in un bagno ad olio mantenendola sotto agitazione meccanica e monitorando

il progresso della reazione per tlc (SiO2, eluente, etere di petrolio/etere etilico 6:4).

In genere, dopo ca 8 h gran parte dell’addotto ha reagito. Versare il contenuto del

pallone in un becher contenente ca 500g di ghiaccio e basificare la miscela per

cauta aggiunta di NaOH al 50%. Estrarre il prodotto con diclorometano (3 × 100

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mL), seccare la fase organica con Na2SO4 ed evaporare il solvente a pressione

ridotta. Purificare il residuo per cromatografia su SiO2 (eluente, etere di

petrolio/etere etilico 9:1). Si ottengono 3.2 g (62%) di un prodotto cristallino giallo

pallido, (S)-2,4-dimetil[2]paraciclo[2](5,8)chinolinofano, con le seguenti

caratteristiche spettroscopiche e analitiche.

P.f. 124-125°C; [αα]D20= +38 (c = 0.52, CHCl3);

1H-NMR (CDCl3) δ: 6.97 (s, 1 H),

6.84 (porzione A di un sistema AB, J =7.2 Hz, 1 H), 6.74 (porzione B di un

sistema AB, J = 7.2 Hz, 1 H), 6.48 (s, 1 H), 6.47 (s, 1 H), 5.74 (d, J = 7.8 Hz, 1 H),

5.49 (d, J =7.8 Hz, 1 H), 4.35-4.22 (m, 1 H), 3.84 (dd, J = 13.1 e 9.1 Hz, 1 H),

3.22-2.88 (m, 5 H), 2.69 (s, 3 H), 2.67 (s, 3 H), 2.63-2.48 (m, 1 H); 13C-NMR

(CDCl3) δ: 155.4, 150.0, 142.8, 139.5, 138.9, 137.6, 136.7, 132.9, 132.3, 132.1,

131.0, 128.3, 128.1, 127.9, 123.4, 37.6, 35.1, 34.5, 31.9, 24.9, 22.5; IR (CCl4)

3063, 3014, 2961, 2927, 2852, 2361, 2340, 1594, 1558, 1503, 1434, 1377, 860 cm-

1; MS m/z (%): 287 (M+, 66), 183 (100), 104 (9) Anal. Elem. Calcolato per

C21H21N: C, 87.76; H, 7.36; N, 4.87. Trovato: C, 87.51; H, 7.47; N, 5.01.

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(R)-(+)-2-idrossimetil-4-metil[2]paraciclo[2](5,8)chinolinofano

(R)-(+)

N

1. BuLi2. (Me3SiO)23. H3O+

(R)-(+)

NOH

Et2O

Reagenti

- n-BuLi 1.71M in esano ( 4.5 mL, 7.7 mmol)

- (R)-(+)-2,4-dimetil[2]paraciclo[2](5,8)chinolinofano (2.0g, 7.0 mmol)

- Bis(trimetilsilil) perossido (1.6g, 8.7 mmol)

- Etere etilico anidro (10 mL)

Procedura

In un tubo di Schlenk seccato alla fiamma, aggiungere sotto azoto, etere etilico

anidro (10 mL), n-BuLi (4.5 mL, 1.71 M in esano, 7.7 mmol) e l’(S)-(-)-2,4-

dimetil[2]paraciclo[2](5,8)chinolinofano (2.0g, 7.0 mmol). Si osserva

immediatamente la comparsa di una colorazione rossa intensa. Lasciare sotto

agitazione per ca. 1 h. Raffreddare la miscela a –78°C (bagno a ghiaccio

secco/acetone) ed aggiungere il bis(trimetilsilil) perossido (1.5g, 8.7 mmol)

precedentemente preparato.26 Rimuovere il bagno di ghiaccio secco, lasciare salire

la temperatura a 20°C. mantenendo la soluzione sotto agitazione ca 3 h (in questo

tempo, il colore della miscela passa gradualmente da rosso cupo a giallo ocra).

Aggiungere HCl 5 N (5 mL), e dopo alcuni minuti sotto agitazione, rendere la

soluzione di nuovo basica per aggiunta di NaOH 5 N (5 mL). Estrarre la miscela

con cloroformio (3 × 50 mL), seccare la fase organica con Na2SO4 ed evaporare il

solvente a pressione ridotta. Purificare il prodotto per cromatografia su gel di silice

(eluente: etere di petrolio/etere etilico 7:3). Si ottengono 1.7g (79%) di (R)-(+)-2-

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idrossimetil-4-metil[2]paraciclo[2](5,8)chinolinofano aventi le seguenti

caratteristiche spettroscopiche e analitiche.

P.f. 116-118°C; [αα]D20 = +16 (c=0.5, CHCl3);

1H-NMR (CDCl3) δ: 6.92 (s, 1 H),

6.91-6.78 (quattro picchi, sistema AB, J = 7.3 Hz, 2 H), 6.45 (s, 2 H), 5.72 (d, J =

7.8 Hz, 1 H), 5.45 (d, J = 7.8 Hz, 1 H), 4.87 (dd, J = 22.0 e 15.1 Hz, 2 H), 4.26 (m,

1 H), 3.83 (dd, J = 12.9 e 8.7, 1 H), 3.19-2.92 (m, 6 H), 2.67 (s, 3 H), 2.61-2.50

(m, 1 H). 13C-NMR (CDCl3) δ: 155.0, 148.4, 144.3, 139.4, 138.8, 137.8, 137.3,

133.7, 132.8, 132.5, 131.3, 129.6, 128.2, 127.8, 119.8, 63.4, 37.6, 35.2, 34.4, 31.9,

22.8; IR 3417 (OH) cm-1. Anal. Elem. Calcolato per C21H21NO: C, 83.13; H, 6.98;

N, 4.62. Trovato: C, 83.20; H, 6.99; N, 4.54.

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(R)-(-)-4-metil[2]paraciclo[2](5,8)chinolinofano-2-carbaldeide

(R)-(+)

NOH

(R)-(-)

NO

PCC

CH2Cl2

Reagenti

- (R)-(+)-2-idrossimetil-4-metil[2]paraciclo[2](5,8)chinolinofano (1.40g, 4.64

mmol)

- Piridinio dicromato (2.62g, 6.96 mmol)

- Diclorometano (circa 20 mL)

Procedura

Ad una soluzione di (R)-(+)-2-idrossimetil-4-metil[2]paraciclo[2](5,8)

chinolinofano (1.40g, 4.64 mmol) in CH2Cl2 (20 mL), aggiungere piridinio

dicromato (2.6g, 7.0 mmol) e mantenere la soluzione sotto agitazione per ca 6 h

monitorando il progresso della reazione per tlc (SiO2, eluente etere di petrolio/etere

etilico 6:4). Aggiungere alla miscela H2O (50 mL) ed etere etilico (100 mL),

quindi filtrare il tutto su celite. Estrarre la miscela con etere etilico 3 x 50 mL),

seccare la fase organica con Na2SO4 ed evaporare il solvente a pressione ridotta. Si

ottengono 1.3 g (95%) di (R)-(-)-4-metil[2]paraciclo[2](5,8)chinolinofano-2-

carbaldeide, sotto forma di un solido giallo, sufficientemente puro da essere

impiegato tal quale nella reazione successiva.

P.f. 172-173°C; [αα]D20=-150.1 (c= 0.508, CHCl3);

1H-NMR (CDCl3) δ: 10.21 (s, 1

H), 7.74 (s, 1 H), 6.96 (quattro picchi, sistema AB, JAB = 7.3 Hz, 2 H), 6.53 (s, 2

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H), 5.68 (d, J = 6.9 Hz, 1 H), 5.42 (d, J = 8.4 Hz, 1 H), 4.44 (m, 1 H), 3.90 (dd, J =

12.4 e 8.5 Hz, 1 H), 3.21-3.03 (m, 6 H), 2.79 (s, 1H), 2.67-2.56 (m, 1 H). 13C-

NMR (CDCl3) δ: 194.7, 150.4, 149.4, 144.2, 142.7, 141.1, 139.5, 138.0, 137.2,

131.2, 128.8, 128.3, 119.2, 37.7, 35.2, 34.5, 31.6, 22.9 IR (CHCl3) 1698 cm-1

(C=O)

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(R)-(-)-2-ciano-4-metil-[2]paraciclo[2](5.8)chinolinofano

(R)-(-)

NO

(R)-(-)

NCN

CHCl3

1. NH3OHCl2. SeO2, Piridina

Reagenti

- (R)-(-)-2-formil-4-metil-[2]paraciclo[2](5.8) chinolinofano (1.0 g; 3.3

mmol)

- idrossilammina cloridrata (0.24 g; 3.5 mmol)

- piridina (0.26 g; 3.3 mmol)

- cloroformio esente da etanolo (20 mL)

- ossido di selenio (0.37g; 3.3 mmol)

Procedura

Ad una soluzione di (R)-(-)-4-metil[2]paraciclo[2](5.8)chinolinofano-2-

carbaldeide (1.0 g; 3.3 mmol) in CHCl3 esente da etanolo aggiungere cloridrato di

idrossilammina (0.24 g; 3.5 mmol) e rifluire la miscela per 5 min. Aggiungere

piridina (0.26 g; 3.3 mmol) e continuare il riflusso fino a scomparsa dell’aldeide

(tlc, SiO2, eluente etere di petrolio/etere etilico 6:4). Dopo 7 h, aggiungere in

piccole porzioni, nell’arco di 15 min, SeO2 (0.37 g; 3.32 mmol) e lasciar procedere

la reazione fino a scomparsa dell’ossima (2 h, tlc, SiO2, eluente etere di

petrolio/metanolo 95:5).

A reazione ultimata lasciare raffreddare la miscela di reazione a temperatura

ambiente, seccare la soluzione con Na2SO4 e filtrare su celite (lavando bene con

cloroformio).

Dopo evaporazione del solvente a pressione ridotta purificare il solido arancione

risultante per cromatografia su gel di silice (eluente etere di petrolio/etere etilico

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7:3). Si recuperano 0.15 g dell’aldeide di partenza e si ottengono 0.69 g di (R)-(-)-

2-ciano-4-metil-[2]paraciclo[2](5.8)chinolinofano (70%; 81% sul reagito) sotto

forma di un solido giallo brillante.

P.f. 127.3-128.3°C; [αα]D20= -64.4 (c=0.679, CHCl3);

1H-NMR (CDCl3) δ 7.40 (s,

1 H), 7.00-6.91 (quattro picchi, sistema AB, JAB = 7.3 Hz, 2 H), 6.54-6.48 (sistema

AB sdoppiato, JAB = 7.9 Hz, 4J = 1.6 Hz, 2 H), 5.74 (dd, J =7.8 e 1.5 Hz, 1 H), 5.43

(dd, J = 7.8 e 1.8 Hz, 1 H), 4.33-4.25 (m, 1 H), 3.85 (dd, J =14.0 e 9.1 Hz, 1 H),

3.22-2.91 (m, 5 H), 2.75 (s, 3 H), 2.58 (dt, J = 13.0 e 9.1 Hz, 1 H); 13C-NMR

(CDCl3) δ 150.8, 144.5, 140.7, 139.7, 137.8, 137.1, 136.5, 133.6, 133.1, 132.7,

131.3, 130.9, 130.3, 128.8, 128.7, 128.3, 125.4, 123.0, 118.2, 37.7, 35.2, 34.4,

31.5, 22.6; IR (CHCl3) 2235 cm-1 (C≡N)

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Procedura generale per la sintesi delle 2-(4-metil-[2]paraciclo[2]-

(5,8)chinolinofan-2-il)ossazoline diastereoisomere 4 sostituite otticamente attive

NC6H5Cl, 130°C

NCN

R

OH

NH2

ZnCl2

N

O

RR = Ph, iPr, 2 CH3

Reagenti

- (R)-(-)-2-ciano-4-metil-[2]paraciclo[2](5.8)chinolinofano (0.50g, 1.68

mmol)

- (R)- (o (S))-2-ammino-2-aril(o alchil)etanolo (2.18 mmol)

- cloruro di zinco (0.1g)

- clorobenzene (circa 12 mL)

Procedura

In un tubo di Schlenk, preventivamente seccato alla fiamma, porre l’(R)-(-)-2-

ciano-4-metil-[2]paraciclo[2](5.8)chinolinofano (0.50g, 1.68 mmol) e l’(S)- o (R)-

2-ammino-2-aril- (o 2-alchil) etanolo (2.18 mmol), sciolti in clorobenzene (circa

12 mL). Eliminare qualsiasi traccia di acqua eventualmente presente per

distillazione azeotropica della soluzione con impiego di un apparecchio di Dean-

Stark. Quando il volume della soluzione si è ridotto a ca 10 mL, aggiungere ZnCl2

(quest’ultimo viene preparato fondendo il sale idrato sotto alto vuoto in un secondo

tubo di Schlenk, facendolo raffreddare in atmosfera di azoto e grattando le pareti

per recuperare il sale anidro sublimato). Riscaldare la miscela a 140°C per ca 76 h,

monitorando la scomparsa del nitrile per tlc (SiO2, eluente etere di petrolio/etere

etilico 6:4).

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51

Lasciar raffreddare la miscela a temperatura ambiente, aggiungere acqua (20 mL) e

filtrare su celite lavando sia il tubo di Schlenk che lo strato filtrante con CHCl3.

Separare la fase organica, seccarla con Na2SO4 ed evaporare il solvente a pressione

ridotta. Riprendere il residuo oleoso nero con etere etilico e filtrare. Per

evaporazione del solvente a pressione ridotta si ottiene un solido giallo, consistente

nell’ossazolina contaminata dall’ammidoalcool precursore. L’ossazolina viene

purificata per flash-cromatografia su gel di silice (eluente etere di petrolio/etere

etilico 6:4)

(Rp,S)-2-(4-metil-[2]paraciclo[2](5,8) chinolinofan-2-il)-4-fenilssazolina

[(Rp,S)-QUINOPHOX]

(Rp,S)-QUINOPHOX

N

N

O

C6H5

H

(S)

P. f. 65-67.5°C; [αα]D23 -106 (c = 0.92, CHCl3);

1H-NMR δ 8.01 (s, 1 H), 7.46-7.33

(m, 5H), 6.95-6.85 (quattro picchi, sistema AB, J = 7.3, 2 H), 6.5 (m, 2H), 5.79

(dd, J = 6.5 e 1.5 Hz, 1 H), 5.52 (dd, J = 6.5 e 1.5 Hz, 1 H), 5.50 (dd, J = 10.3 e 8.5

Hz, 1 H), 4.97 (dd, J = 10.3 e 8.5 Hz, 1 H), 4.50 (t, J = 8.5 Hz, 1 H), 4.42-4.47 (m,

1 H), 3.89 (dd, J = 14.1 e 9.0 Hz, 1 H), 3.24-3.16 (m, 2 H), 3.08-2.99 (m, 3 H),

2.76 (s, 3 H), 2.61 (dt, J = 13.0 e 9.0 Hz, 1 H); 13C-NMR δ 164.9, 150.2, 143.6,

143.3, 142.1, 140.7, 139.9, 137.9, 136.8, 135.3, 132.8, 132.6, 131.1, 130.9, 129.0,

128.9, 128.9, 128.5, 127.8, 126.9, 126.9, 123.0, 75.3, 70.4, 37.8, 35.4, 34.6, 31.9,

22.8; IR νmax 3.23, 2930-2857, 1711, 1636, 1364, 1214, 704 cm-1. Anal. Elem.

Calcolato per C29H26N2O: C, 83.22; H, 6.26; N, 6.69. Trovato C, 83.33; H, 6.17; N,

6.51.

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52

(Rp,R)-2-(4-metil-[2]paraciclo[2](5,8) chinolinofan-2-il)-4-fenilssazolina

[(Rp,R)-QUINOPHOX]

(Rp,R)-QUINOPHOX

N

N

OC6H5

H

(R)

P. f. 63-66.5°C; [αα]D23 +29 (c = 0.39, CHCl3);

1H-NMR δ 8.03 (s, 1 H), 7.46-7.28

(m, 5 H), 6.96-6.85 (quattro picchi, sistema AB, JAB = 7.2 Hz, 2 H), 6.52 (sistema

AB stretto e sdoppiato, JAB = 7.9, 4J = 1.5 Hz, 2 H), 5.80 (dd, J = 7.7 e 1.2 Hz, 1

H), 5.53 (dd, J = 10.2 e 8.8 Hz, 1 H), 5,50 (dd, J = 8.3 e 1.3 Hz, 2 H), 5.01 (dd, J =

10.2 e 8.4 Hz, 1 H), 4.45 (t, J = 8.6 Hz, 1 H), 4.41 (m, 1 H), 3.88 (dd, J = 14.0 e

8.9 Hz, 1 H), 3.26-2.99 (m, 6 H), 2.76 (s, 3 H), 2.60 (dt, J = 13.0 e 9.0 Hz, 1 H); 13

C NMR δ 165.0, 150.1, 143.7, 143.3, 142.1, 140.7, 139.8, 137.9, 136.9, 135.4,

132.8, 132.6, 131.1, 130.9, 128.8, 128.5, 127.7, 126.9, 122.9, 75.5, 70.4, 37.8,

35.3, 34.6, 32.0, 22.7. Anal. Elem. Calcolato per C29H26N2O: C, 83.22; H, 6.26; N,

6.69. Trovato C, 83.19; H, 6.29; N, 6.54.

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53

(Rp,S)-2-(4-metil-[2]paraciclo[2](5,8)-chinolinofan-2-il)-4-

isopropilossazolina [(Rp,S)-QUIPROX]

(Rp,S)-QUIPROX

N

N

O H

(S)

P. f. 129-131°C; [αα]D23 -90 (c = 0.64, CHCl3);

1H-NMR δ 7.92 (s, 1 H), 6.91-6.80

(quattro picchi, sistema AB, JAB = 7.2 Hz, 2 H), 6.52-6.47 (sistema AB sdoppiato,

JAB = 7.9, 1.5 Hz, 2 H), 5.74 (dd, J = 7.7 e 1.4 Hz, 1 H), 5.48 (dd, J = 7.7 e 1.5 Hz,

1 H), 4.57 (dd, J = 9.8 e 8.4 Hz, 1 H), 4.39-4.29 (m, 2 H), 3.05-2.96 (m, 3 H), 2.74

(s, 3 H), 2.57 (dt, J = 13.0 e 8.9 Hz, 1 H), 1.98 (ottetto, J = 6.7 Hz, 1 H), 1.14 (d, J

= 6.7 Hz, 3 H), 1.01 (d, J = 6.7 Hz, 3 H); 13C-NMR δ 163.6, 150.0, 143.6, 143.4,

140.6, 139.7, 137.8, 136.7, 135.1, 132.6, 132.4, 131.6, 128.8, 128.3, 122.7, 72.8,

70.6, 37.7, 35.2, 34.5, 32.8, 31.8, 22.6, 19.2, 18.1; IR (CDCl3���max 3031, 3009-

2875, 1702, 1641, 1418, 1360, 1237, 1091, 902 cm-1. Anal. Elem. Calcolato per

C26H28N2O: C, 81.21; H, 7.34; N, 7.29. Trovato C, 81.15; H, 7.28; N, 7.21.

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54

(Rp,R)-2-(4-metil-[2]paraciclo[2](5,8)-chinolinofan-2-il)-4-isopropilossazolina

[(Rp,R)-QUIPROX]

(Rp,R)-QUIPROX

N

N

O

H

(R)

P. f. 179-182°C; [αα]D23 +33 (c = 0.56, CHCl3);

1H-NMR δ 7.93 (s, 1 H), 6.92-6.81

(quattro picchi, sistema AB, JAB = 7.2 Hz, 2 H), 6.51-6.46 (tre picchi, sistema AB,

JAB = 10.0 Hz, 2 H), 5.74 (d, J = 7.9 Hz, 1 H), 5.46 (d, J = 7.9 Hz, 1 H), 4.63-4.58

(m, 1 H), 4.37 (quintetto, J = 9.4 Hz, 1 H), 4.29-4.20 (m, 2 H), 3.85 (dd, J = 14.0 e

9.1 Hz, 1 H), 3.19-3.12 (m, 2 H), 3.04-2.96 (m, 3 H), 2.74 (s, 3 H), 2.56 (dt, J =

13.0 e 9.0 Hz, 1 H), 1.92 (ottetto, J = 6.7 Hz, 1 H), 1.10 (d, J = 6.7 Hz, 3 H), 0.99

(d, J = 6.7 Hz, 3 H); 13C-NMR δ 163.5, 150.0, 143.5, 143.4, 140.6, 139.7, 137.8,

136.7, 135.1, 132.6, 132.4, 131.0,130.7, 128.8, 128.7, 128.3, 122.7, 72.8, 70.8,

37.7, 35.2, 34.5, 32.9, 31.9, 22.6, 19.0, 18.3. Anal. Elem. Calcolato per

C26H28N2O: C, 81.21; H, 7.34; N, 7.29. Trovato C, 81.19; H, 7.24; N, 7.18.

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55

(R)-2-(4-metil-[2]paraciclo[2](5,8)-chinolinofan-2-il)-4,4-dimetil-ossazolina

[(R)-QUIDIMOX]

N

N

O CH3

CH3(R)-QUIDIMOX

P. f. 172.5-175°C; [αα]D23 -37 (c = 0.88, CHCl3);

1H-NMR δ 7.95 (s, 1 H), 6.94-

6.83 (quattro picchi, sistema AB, JAB = 7.2 Hz, 2 H), 6.52 (sistema AB stretto e

sdoppiato, JAB = 7.9, 4J = 1.5 Hz, 2 H), 5.77 (dd, J = 7.7 e 1.3 Hz, 1 H), 5.51 (dd, J

= 7.7 e 1.3 Hz, 1 H), 4.42-4.36 (m, 1 H), 4.34-4.29 (quattro picchi, sistema AB, JAB

= 8.1 Hz, 2 H), 3.87 (dd, J = 14.1 e 9.0 Hz, 1 H), 3.26-3.15 (m, 2 H), 3.08-2.98 (m,

3 H), 2.76 (s, 3 H), 2.59 (dt, J = 13.0 e 9.0 Hz, 1 H), 1.53 (s, 3 H), 1.46 (s, 3 H); 13

C NMR δ 162.2, 150.0, 143.6, 143.4, 140.5, 139.7, 137.8, 136.7, 135.1, 132.6,

132.4, 130.9, 130.6, 128.9, 128.4, 122.6, 79.5, 67.7, 37.7, 35.2, 34.5, 31.8, 28.4,

28.2, 22.3; IR (CDCl3) νmax 3031-3009, 2930, 1712, 1418, 1364, 1234, 903 cm-1.

Anal. Elem. Calcolato per C25H26N2O: C, 81.05; H, 7.07; N, 7.56. Trovato C,

81.02; H, 7.00; N, 7.51.

3.4 Cicloaddizioni di Diels-Alder catalizzate dai complessi [Cu-

QUINOPHOX](OTf)2, [Cu-QUIPROX] (OTf)2 e [Cu-QUIDIMOX]

(OTf)2

Ad una sospensione di Cu(OTf)2 (27 mg, 0.075 mmoli) in CH2Cl2 (2.5 mL) in una

provetta con setto in teflon aggiungere il ligando (0.080 mmoli) sotto argon ed

agitare la miscela fino a completa dissoluzione del sale (3 h). Si ottiene una

soluzione verde scuro. Filtrare la soluzione se fossero presenti impurezze solide. In

una soluzione di 3-crotonilossazolidin-2-one (0.12 g, 0.76 mmoli) in CH2Cl2

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56

anidro in uno Schlenk, aggiungere sotto azoto del ciclopentadiene (66 mg, 1.0

mmoli) distillandolo direttamente attraverso una colonna Vigreux. Aggiungere,

con una siringa, la soluzione di catalizzatore precedentemente preparata (0.76 mL).

Lasciare reagire a temperatura ambiente per 16 h, controllando l’andamento della

reazione per tlc (eluente etere, di petrolio/acetato di etile 1:1). Evaporare il

solvente a pressione ridotta e filtrare il solido risultante su SiO2 (eluente etere di

petrolio/acetato di etile 1:1) per allontanare i sali di rame. Determinare il rapporto

diastereomerico eso/endo del cicloaddotto attraverso l’analisi 1H NMR dell’olio

ottenuto dopo l’evaporazione del solvente. Cromatografare il prodotto su SiO2

(eluente esano/acetato di etile 65:35) per separare i due addotti e misurarne il

potere rotatorio. Determinare l’eccesso enantiomerico in rapporto al potere

rotatorio dell’enantiomero puro riportato in letteratura.

3.5 Procedura generale per la Sintesi dei complessi Ru-Cym-

(QUINOPHOX), Ru-Cym-(QUIPROX) e Ru-Cym-(QUIDIMOX)

Sciogliere il complesso Ru2(CymCl2)2 nella minima quantità di metanolo ed

aggiungere sotto agitazione, il ligando (in lieve eccesso rispetto al complesso di

rutenio). Lasciare la miscela sotto agitazione per almeno 2 h ed aggiungere in

piccole porzioni un eccesso di NH4PF6 (o NaB(C6H5)4). Si osserva la formazione

di un precipitato rosso. Dopo 15 min filtrare la miscela e lavare il solido con esano.

Cristallizzare il prodotto in doppio strato (diclorometano/etere etilico).

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57

(Rp,S)-[QUINOPHOX-Ru-p-Cym]+BPh4-

N

Ru ON

H

Cl

BPh4-

(S)

[αα]D20 = +514 (c = 0.081, CHCl3);

1H-NMR δ 7.90 (s, 1 H), 7.67-7.65 (m, 3 H),

7.61-7.59 (m, 2 H), 7.3 (m allargato, 8 H), 7.29-7.16 (quattro picchi, sistema AB,

JAB = 7.5 Hz, 2 H), 7.05 (t, J = 7.4 Hz, 8 H), 6.90 (t, J = 7.2 Hz, 4 H), 6.79-6.63

(sistema AB sdoppiato, JAB = 8.0 Hz, 4J = 1.8 Hz, 2 H), 5.62 (dd, J = 7.8 e 1.8 Hz,

1 H), 5.59 (dd, J = 7.2 e 1.8 Hz, 1 H), 5.46 (dd, J = 7.8 e 1.8 Hz, 1 H), 5.42 (dd, J

= 10.5 e 9.3 Hz, 1 H), 5.05 (t, J = 8.5 Hz, 1 H), 4.06 (dd, J = 14.2 e 9.0 Hz, 1 H),

3.40 (dd, J = 11.7 e 9.7 Hz, 1 H), 3.30-3.08 ( m, 3 H), 3.07 (s, 3 H), 2.96 (ddd, J =

13.8, 10.6 e 3.8 Hz, 1 H), 2.87 (dt, J = 13.2 e 8.9 Hz, 1 H), 2.25 (s allargato, 1 H),

1.56 (s, 3 H), 0.9-0.12 (allargato 6 H). I protoni aromatici del p-cimene sono

difficilmente attribuibili. Anal. Elem. Calcolato per C65H73BClN2ORu: C, 74.66;

H, 7.04; N, 2.68. Trovato C, 74.56; H, 7.01; N, 2.51.

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58

[(Rp,S)-QUINOPHOX-Ru-p-Cym]+PF6-

N

Ru ON

H

Cl

PF6-

(S)

1H-NMR δ 8.12 (s, 1 H), 8.00-7.50 (m allargato, 5 H), 7.87 (s molto allargato, 2

H), 7.64 (m allargato, 2 H), 7.58 (q, J = 7.3 Hz, 1 H), 7.25-7.09 (quattro picchi,

sistema AB, JAB = 7.3 Hz, 2 H), 6.72-6.59 (quattro picchi sdoppiati, sistema AB

sdoppiato, JAB = 7.8 Hz, 4J = 1.6 Hz, 2 H), 5.59-5.47 (m, 4 H), 5.36 (dd, J = 10.2 e

9.0 Hz, 1 H), 5.16 (t, J = 9.9 Hz, 1 H), 4.09 (dd, J = 14.6 e 9.4 Hz, 1 H), 3.35 (dd,

J = 13.1 e 9.8 Hz, 1 H), 3.24-3.12 (m, 3 H), 3.09 (s, 3 H), 2.97-2.90 (m, 1 H), 2.84

(dt, J = 12.8 e 8.9 Hz, 1 H), 1.87 s allargato (3 H ?), protoni p-cimene e fenile

difficilmente identificabili. Anal. Elem. Calcolato per C40H49ClF6N2OPRu: C,

56.17; H, 5.77; N, 3.28. Trovato C, 56.08; H, 5.70; N, 3.24.

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59

[(Rp,R)-QUINOPHOX-Ru-p-Cym]+BPh4-

N

Ru+ ON

H

Cl

BPh4-

[αα]D20 = +298 (c = 0.098, CHCl3);

1H-NMR δ 7.84 (s, 1 H), 7.47-7.39 (m, 13 H),

7.17-7.06 (quattro picchi, sistema AB, JAB = 7.4 Hz, 2 H), 7.03-7.00 (m, 8 H),

6.91-6.88 (m, 4 H), 6.75-6.60 (quattro picchi, sistema AB, JAB = 7.8 Hz, 2 H), 5.59

(ddd, J = 14.0, 10.5 e 3.5 Hz, 1 H), 5.55 (s, 2 H), 5.22-5.16 ( m, 1 H), 5.07 (s

allargato, 1 H), 5.01 (s allargato, 1 H), 4.98-4.92 (m, 1 H), 4.85 (d allargato, J =

5.2 Hz, 1 H), 4.80 (d allargato, J = 5.9 Hz, 1 H), 4.51 (dd, J = 11.2 e 9.1 Hz, 1 H),

4.07 (dd, J = 14.6 e 9.0 Hz, 1 H), 3.39 (dd, J = 12.5 e 9.7 Hz, 1 H), 3.25-3.15 (m, 2

H), 3.12-3.05 (m, 1 H), 3.09 (s, 3 H), 2.91-2.82 (m, 2 H), 2.63 8sept, J = 6.7 Hz, 1

H), 1.00 (s allargato , 3 H), 0.52 (s allargato, 3 H), 0.52 (s allargato, 3 H), 0.47 (d,

J = 6.9 Hz, 3 H). Anal. Elem. Calcolato per C65H73BClN2ORu: C, 74.66; H, 7.04;

N, 2.68. Trovato C, 74.58; H, 6.99; N, 2.54.

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60

[(Rp,R)-QUINOPHOX-Ru-p-Cym]+PF6-

N

Ru+ ON

H

Cl

PF6-

1HNMR (400 MHz, CDCl3) δ 7.90 (s, 1 H), 7.73 (d, J = 6.9 Hz, 2 H), 7.52-7.42

(m, 3 H), 7.24-7.08 (quattro picchi, sistema AB, JAB = 7.4 Hz, 2 H), 6.76-6.62

(sistema AB sdoppiato, JAB = 8.0 Hz, e 4J = 1.2 Hz, 2 H), 6.30 (t, J = 10.9 Hz, 1

H), 5.81 (d, J = 6.0 Hz, 1 H), 5.74 (d, J = 6.0 Hz, 1 H), 5.66-5.57 (m, …. H), 5.49

(d, J = 6.1 Hz, 1 H), 5.25 (d, J = 5.9 Hz, 1 H), 5.13 (d, J = 5.9 Hz, 1 H), 4.73 (dd, J

= 11.4 e 8.5 Hz, 1 H), 4.09 (dd, J = 14.1 e 9.1 Hz, 1 H), 3.39 (dd, J = 13.0 e 10.1

Hz, 1 H), 3.33-3.14 (m, 3 H), 3.09 (s, 3 H), 2.95-2.89 (m, 1 H) 2.87 (dt, J = 13.4 e

9.6 Hz, 1 H), 1.73, (s allargato, 1 H), 1.25 (s allargato, 3 H), 0.56 s allargato, 3 H),

0.51 (d, J = 6.8 Hz, 3 H). Anal. Elem. Calcolato per C40H49ClF6N2OPRu: C,

56.17; H, 5.77; N, 3.28. Trovato C, 56.11; H, 5.67; N, 3.20.

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61

[(Rp,S)-QUIPROX-Ru-p-Cym]+BPh4-

N

RuO

N

H

Cl

BPh4-

(S)

[α]D20 = +575 (c = 0.105, CHCl3);

1HNMR (400 MHz, CDCl3) d 7.59 (s, 1 H), 7.4

(m allargato, 8 H), 7.13-7.04 (Quattro picchi, sistema AB, JAB, 7.4 Hz, 2 H), 7.00

(t, J = 7.2 Hz, 8 H), 6.89 (t, J = 7.1 Hz, 4 H), 6.60-6.58 (Quattro picchi sdoppiati,

sistema AB sdoppiato, JAB = 7.9 Hz, 4J = 1.7 Hz, 2 H), 5.49-5.38 (Quattro picchi

sdoppiati, sistema AB sdoppiato, JAB = 7.9 Hz, 4J = 1.8 Hz, 2 H), 5.28-5.22 (m, 1

H), 5.07 (s allargato, 1 H), 4.95 (d, J = 5.6 Hz, 1 H), 4.83-4.75 (porzione AB di un

sistema ABX, 2 H), 4.50 (t sdoppiato, porzione X di un sistema ABX, 1 H), 3.96

(dd, J = 14.6 e 9.2 Hz, 1 H), 3.12-3.02 (m, 2 H), 2.94-2.90 (m, 1 H), 2.91 (s, 3 H),

2.79 (dt, J = 13.1 e 8.5 Hz, 1 H), 2.31 (s allargato, 1 H), 1.60 (s allargato, 3 H),

1.12 (d, J = 7.0 Hz, 3 H), 0.99 (d, J = 6.8 Hz, 3 H), (forte allargamento fra 0.6 e

0.0, protoni del p-cimene non identificabili). Anal. Elem. Calcolato per

C62H75BClN2ORu: C, 73.61; H, 7.47; N, 2.77. Trovato C, 73.48; H, 7.40; N, 2.73.

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[(Rp,R)-QUIPROX-Ru-p-Cym]+BPh4-

N

Ru ON

H

Cl

BPh4- (R)

[α]D20 = +221 (c = 0.069, CHCl3);

1HNMR (400 MHz, CDCl3) d 7.73 (s, 1 H),

7.38 (s allargato, 8 H), 7.11 (porzione A di un sistema AB, JAB = 7.4 Hz, 1 H),

7.01 (t, J = 7.2 Hz, 9 H), 6.91 (t, J = 7.2 Hz, 4 H), 6.72-6.58 (sistema AB

sdoppiato, J = 7.9 e 4J = 1.6 Hz, 2 H), 5.56 (ddd, J = 13.8, 10.6 e 3.4 Hz, 1 H),

5.51-5.44 (sistema AB sdoppiato, JAB = 7.9, 4J = 1.8 Hz, 2 H), 5.12 (d, J = 5.9 Hz,

1 H), 4.90-4.85 (sistema AB, JAB = 5.9 Hz, 2 H), 4.79 (d, J = 6.0 Hz, 1 H), 4.65

(dd, J = 9.2 e 5.9 Hz, 1 H), 4.50 (t, J = 9.8 Hz, 1 H), 4.23 (ddd, J = 9.7, 5.8 e 2.7

Hz, 1 H), 4.01 (dd, J = 14.6 e 8.9 Hz, 1 H), 3.35 (dd, J = 12.8 e 9.8 Hz, 1 H), 3.22-

3.04 (m, 3 H), 3.01 (s, 3 H), 2.89 (ddd, J = 13.8, 10.6 e 3.4 Hz, 1 H), 2.79 (dt, J =

13.3 e 9.1 Hz, 1 H), 2.37 (sett. d, J = 7.0 e 2.4, 1 H), 2.02 (sett allargato, J = 6.7

Hz, 1 H), 1.18 (s, 3 H), 1.07 (d, J = 7.2 Hz, 3 H), 0.90 (d, J = 6.5 Hz, 3 H), 0.88 (d,

J = 6.9 Hz, 3 H), 0.69 (d, J = 6.9 Hz, 3 H). Anal. Elem. Calcolato per

C62H75BClN2ORu: C, 73.61; H, 7.47; N, 2.77. Trovato C, 73.50; H, 7.38; N, 2.71

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[(Rp)-QUIDIMOX-Ru-p-Cym]+BPh4-

N

RuO

N

Cl

BPh4-

[a]D20 = +357 (c = 0.086, CHCl3); 1H NMR δ 7.69 (s allargato, 1 H), 7.39-7.36

(m, 8 H), 7.17-7.06 (quattro picchi, sistema AB, JAB = 7.4 Hz, 2 H), 7.01 (t, J = 7.3

Hz, 8 H), 6.89 (t, J = 7.1 Hz, 4 H), 6.73-6.59 (sistema AB sdoppiato, JAB = 7.8 Hz, 4J = 1.7 Hz, 2 H), 5.50-5.42 (sistema AB sdoppiato, JAB = 7.8 Hz, 4J = 1.8 Hz, 2

H), 5.42 (s allargato, 1 H), 5.13 (d, J = 5.8 Hz, 1 H), 5.03 (d, J = 5.7 Hz, 1 H),

4.57-4.46 (quattro picchi, sistema AB, JAB = 8.7 Hz, 2 H), 4.01 (dd, J = 14.2 e 8.9

Hz, 1 H), 3.36 (dd, J = 12.9 e 9.8 Hz, 1 H), 3.19 (dt, J = 14.4 e 9.0 Hz, 1 H), 3.15-

3.08 (m, 2 H), 2.99 (s 3 H), 2.94-2.87 (m, 1 H), 2.81 (dt, J = 12.9 e 9.1 Hz, 1 H),

2.3 (s molto allargato, 1 H), 1.58 (s, 3 H), 1.56 (s, 3 H9, 1.4 (s, 3 H), 0.8-00

(multipletto molto allargato, protoni del p-cimene non identificabili). Anal. Elem.

Calcolato per C61H73BClN2ORu: C, 73.44; H, 7.38; N, 2.81. Trovato C, 73.40; H,

7.30; N, 2.77

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3.6 Cicloaddizioni di Diels-Alder catalizzate dai complessi

[RuCymQUINOPHOX], [RuCymQUIPROX] e

[RuCymQUIDIMOX]

In una soluzione del catalizzatore 47a-d (0,02 mmol) e 3-crotonilossazolidin-2-one

(0,047 g, 7.3 mmoli) in CH2Cl2 (5 mL) distillare, sotto azoto, il ciclopentadiene

(0,066 grammi, 1.0 mmoli). Dopo aver degasato la soluzione, con il metodo vuoto-

azoto, aggiungere TlPF6 (0,016 g, 0,045 mmol) e lasciare reagire la miscela a

temperatura ambiente controllando l’andamento della reazione per tlc (eluente

etere di petrolio/acetato di etile 7:3). Dopo per 48 h, aggiungere etere etilico e

filtrare il precipitato risultante. Evaporare il solvente a pressione ridotta ed

elaborare la soluzione oleosa risultante come descritto per le reazioni catalizzate

dal rame.

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Nakamura, T.; Itoh K. Organometallics 1991, 10, 500; d) Desimoni, G.;

Faita, G.; Guala, M.; Pratelli, C. Tetrahedron 2002, 58, 2929 Per una review

vedi anche Desimoni, G.; Faita, G.; Quadrelli, P. Chem. Rev. 2003, 103(8),

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10. Chelucci, G.; Deriu, S. P.; Saba, A.; Valenti, R. Tetrahedron: Asymmetry

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c) Abbenhius, H. C.; Burckhardt, U.; Gramlich, V.; Kollner, C.; Pregosin, P.

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13. a) Nicolosi, G.; Patti, A.; Morrone, R.; Piattelli, M.; Terahedron:

Asymmmetry 1994, 5, 1693; b) Dosa, P.; Ruble, J. C.; Fj.u, G. C. J. Org.

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14. a) Hou, X.-L.; Wu, X.-W.; Dai, L.-X.; Cao, B.-X.; Sun, J. Chem commun.

2000, 1195; b) Wu, X.-W.; Hou, X.-L.; Dai, L.-X.; Tao, J.; Cao, B.-X.; Sun,

J. Tetrahedron: asymmetry, 2001, 12, 529; c) Marchio e brevetto dei Merck

Research Laboratories. Pye, P. J.; Rossen, K.; Reamer, R. A.; Tsou, N. N.;

Volante, R. P.; Reider, P. J. J. Am. Chem. Soc. 1997, 119, 6207

15. Bräse, S.; Dahmen, S.; Höfener, S.; Lauterwasser, F.; Kreis, M.; Ziegert, R.

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16. a) Würsdörfer, U.; Vögtle, F.; Glorius F.; Pfaltz A. J. Prakt. Chem. 1999,

341, 445

17. Ruzziconi, R.; Piermatti, O.; Ricci, G.; Vinci, D. Synlett 2002, 747

18. Ricci, G.; Ruzziconi, R. Tetrahedron: Asymmetry 2005, 16, 1817

19. Waters, J. F.; Sutter, J. K.; Meador, M. A. B.; Baldwin, L. J.; Meador, M. A.

J. Pol. Science: Part A: Polymer Chemistry 1991, 29, 1917

20. Taddei, M.; Ricci, A. Synth. Comm. 1985, 633

21. Ninomiya, K.; Sfiori, T.; Yamada, S. Tetrahedron 1974, 30, 2151

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23. Brown, H. C.; Mihm, X., R. J. Am. Chem soc. 1955, 77, 1723

24. Kanemasa, S.; Oderaotoshi, Y; Sakaguchi, S.-i.; Yamamoto, H.; Tanaka, J.;

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25. Desimoni, G.; Faita, G.; Guala, M.; Pratelli, C. Tetrahedron 2002, 58, 2929

26. Dembech, P.; Ricci A.; Seconi, G.; Taddei, M. Org. Synth., Coll. Vol. 9 p.

91; Vol 74 p. 84

Ringraziamenti

Se la bibliografia continuasse, questa è una nota che dovrebbe essere inserita in ogni pagina della mia tesi, alla fine di ogni riga. In ordine rigorosamente alfabetico desidero ringraziare:

- Gli Amici (con la A maiuscola), per avermi accompagnato, per tratti più o meno lunghi, in questa avventura universitaria… Il vostro contributo è stato determinante nel rendere più sostenibili i momenti difficili e più piacevoli i momenti tranquilli.

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- Dott. Ciancaleoni, Gianluca, per la sua “assistenza tecnica” nella sintesi dei complessi, per gli spettri e per la disponibilità pressoché infinita.

- Dragani, Raffaela, per la sua compagnia nel laboratorio e per la sua pazienza nel sopportarmi quasi un anno… Una donna a prova di terz-butil litio… ma non fatele toccare il propargil bromuro!!

- Dott. Ricci, Giacomo, per una lista infinita di consigli, aiuti, favori: la migliore persona che potessi desiderare come amico e collega di lavoro

- Prof. Ruzziconi, Renzo, per aver supervisionato ogni fase della tesi e per essere stato un’“enciclopedia della chimica”, sempre disposto alla consultazione.

- Spaccini, tutta la famiglia: in particolare i miei genitori, mia sorella e i miei nonni: è grazie al loro supporto morale e materiale che sono arrivato fin qui. Voglio ringraziare in modo speciale mio padre, per avermi trasmesso tante passioni che mi caratterizzano: il computer, la lettura, l’enigmistica e i fumetti.