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ECONOMIA DELLA SARDEGNAECONOMIA DELLA SARDEGNA12° RAPPORTO 200512° RAPPORTO 2005

Analisi strutturale e previsioni 2004-2006Analisi strutturale e previsioni 2004-2006

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Autori e Collaboratori

Autori:Gianfranco Atzeni, Bianca Biagi, Davide Cao, Massimo Carboni, Massimo Del Gatto, Domenica Dettori, Adriana Di Liberto, Monica Iorio, Sergio Lodde, Emanuela Marrocu, Margherita Meloni, Manuela Obinu, Anna M. Pinna, Manuela Pulina, Giovanni Sistu, Giovanni Sulis, Stefano Usai.

Collaboratori:Giovanna Circosta, Annalisa Cocco, Alessandra Deiana, Barbara Dettori, Antonella Mudadu.

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• Introduzione

• Analisi del sistema economico della Sardegna e previsioni del Pil 2004-2006

• I fattori di competitività

• Il mercato del lavoro e previsioni 2004-2006

• Il sistema turistico sardo e previsioni per la domanda turistica 2004-2006

• Conclusioni

Struttura del Rapporto

La sintesi del Rapporto è disponibile sul sito CRENoS www.crenos.it

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Capitolo 2. I principali aggregati macroeconomici

• Il quadro di riferimento internazionale• Prodotto interno lordo• Esportazioni• Struttura produttiva

– Macro-settori e settori tradizionali– Specializzazione settoriale

• Settore del credito

L’analisi dei principali indicatori macroeconomici mostra un costante peggioramento della posizione relativa della Sardegna rispetto alla media nazionale.

A questo va aggiunto che tutta l’economia italiana sta attualmente incontrando una fase di forte difficoltà e di perdita di competitività nei confronti delle altre economie industrializzate.

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Tasso di crescita PIL pro capiteregioni Obiettivo 1 1994-2001 (UE15)

Sardegna 1,8

Italia Obiettivo 1 1,9Italia altre regioni 1,8Portogallo e Spagna 3,1Irlanda 8,2Spagna Obiettivo 1 3Spagna altre regioni 3,2Germania Obiettivo 1 2,2Germania altre regioni 1,3Altre regioni Obiettivo 1 2,2

Tutte le regioni Obiettivo 1 2,8Media UE15 2,2

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Irlanda-Sardegna

• Nei primi anni ’90 il livello del pil pro capite irlandese era simile a quello sardo (circa il 75% della media UE15).

• Nel 2001 il pil pro capite irlandese è risultato superiore a quello medio europeo del 17% circa.

• Nello stesso periodo il pil pro capite della Sardegna è rimasto fermo intorno al 75% (attualmente 76%).

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Prodotto interno lordo pro capite1970-2003

1970 1980 1990 2003

Sardegna 89 82 76 76

Mezzogiorno 73 72 69 69

Centro-Nord 115 115 118 117

70-79 80-89 90-99 99-03

Sardegna 2,06 1,49 1,50 1,58

Mezzogiorno 3,03 1,77 1,27 2,11

Centro-Nord 3,19 2,43 1,53 1,26

Italia 3,13 2,20 1,48 1,51

Indici (media italiana=100)

Tasso di Crescita

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Struttura produttiva

1970 2003

Agricoltura 9,1 4,3Industria 33,7 21,5Industria in senso stretto 51,1 68,4Costruzioni 48,9 31,6Servizi 57,2 74,2

Agricoltura 9,8 4,4Industria 28,3 20,7Industria in senso stretto 54,6 72,7Costruzioni 45,4 27,3Servizi 61,9 74,8

Agricoltura 4,1 2,2Industria 37,4 30,5Industria in senso stretto 79,5 83,3Costruzioni 20,5 16,7Servizi 58,5 67,3

Mezzogiorno

Centro-Nord

Sardegna

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Gli indici sulla produttività sarda sono sempre inferiori alla media nazionale sia per i consueti macro-settori (industria, agricoltura, servizi) che per alcuni settori specifici tradizionali.

Per il terzo anno consecutivo l’indice della produttività industriale della regione risulta inferiore al dato medio nazionale.

Nei servizi la produttività è inferiore alla media italiana ed è ulteriormente scesa rispetto allo scorso anno (-2%). I servizi costituiscono il 74% del Valore aggiunto prodotto nell’isola.

Struttura produttiva

L’analisi degli indici di specializzazione del settore manifatturiero suggerisce che il processo di industrializzazione ha prodotto qualche debole effetto diffusivo e indica inoltre la presenza di un certo dinamismo proveniente da settori non tradizionali cresciuti nell’ultimo ventennio.

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Produttività del lavoro

Industria alimentare Commercio

1995 2002 1995 2002

Sardegna 72,8 82,0 Sardegna 82,7 86,0

Mezzogiorno 85,5 88,1 Mezzogiorno 82,1 84,4

Centro Nord 105,6 104,9 Centro Nord 106,9 106,2

Artigianato Turismo

1995 2002 1995 2002

Sardegna - 81,0 Sardegna 94,7 94,4

Mezzogiorno - 75,4 Mezzogiorno 93,3 95,8

Centro Nord - 106,9 Centro Nord 101,8 101,2

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La Sardegna e i mercati esteri

Tra le regioni italiane, la Sardegna è al 15° posto come capacità di esportazione. Le esportazioni sarde rappresentano appena l’1% del totale nazionale.

La quota delle esportazioni sarde sul totale nazionale è diminuita nel tempo. Il Mezzogiorno ha visto la sua quota crescere in modo rilevante a partire dal 1991.

Il settore petrolchimico copre circa il 70% delle esportazioni regionali. I settori tradizionali esportano quote esigue di merci e servizi.

Valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari in % del pil: Trentino 4%, Campania 2%, Mezzogiorno l’1,2%. La Sardegna 0,6%.

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1985 1991 1995 1999 2003Capacità di esportare

Valore delle esportazioni di merci in % del PIL

Sardegna 13,3 5,8 7,0 6,5 8,6Mezzogiorno 6,4 5,2 8,2 8,3 8,7Centro-Nord 18,4 17,2 25,5 23,7 24,1

Italia 16,1 14,6 21,3 19,9 20,3

Peso dell'export del settore agroalimentare

Valore delle esportazioni di prodotti agroalimentari in % del PIL

Sardegna 0,7 0,5 0,6Mezzogiorno 1,3 1,2 1,2Centro-Nord 1,5 1,5 1,6

Italia 1,5 1,4 1,5

La Sardegna e i mercati esteri

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Previsioni per il pil pro capitetassi di crescita del valore a prezzi 1995

Sardegna

anno scenario pessimistico

2002 -

2003 -

2004 -

2005 -0,3

scenario base

scenario ottimistico

1,1 -

-0,3 -

0,4 -

0,0 0,3

Italia

scenario base

0,4

0,3

1,0

-0,6

2006 0,1 0,4 0,8 1,1

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Andamento e previsioni pil pro capite

76.675.9

76.4

76.2

76.977.0

71.0

72.0

73.0

74.0

75.0

76.0

77.0

78.0

79.0

1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006

Scenario pessimista Scenario base Scenario ottimista

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Capitolo 3. I fattori di competitività

Lisbona 2000

Come riuscire a far diventare l’Europa l’economia più competitiva e dinamica del mondo?

Agenda:

•Precedenza all’innovazione e all’impresa, sviluppo delle condizioni favorevoli all’R&D e accesso al patrimonio tecnologico;

•Creare opportunità di impiego, Garantire un mercato del lavoro inclusivo, ridurre le disparità sociali e regionali;

•Promuovere l’apprendimento;

•Aumentare l’integrazione, migliorare le reti di trasporto, telecomunicazione, energia;

•Proteggere l’ambiente anche come stimolo all’innovazione.

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I principali fattori di competitività

Anche a livello regionale una economia per essere competitiva deve essere capace di innovare. Questo può avvenire solo se vengono soddisfatte due condizioni:

1. Dotazione appropriata d’infrastrutture materiali di base sotto forma di trasporti, telecomunicazioni e reti energetiche efficienti, un adeguato approvvigionamento idrico e una qualità elevata di servizi ambientali.

2. L’esistenza di una dotazione appropriata d’infrastrutture immateriali, oramai riconosciute importanti quanto le prime, ovvero la presenza di una forza di lavoro con idonei livelli di competenze e formazione e di un sistema organizzativo efficiente ed improntato al cambiamento tecnologico.

Queste due componenti sono complementari e sono ritenute il prerequisito indispensabile per garantire lo sviluppo equilibrato e duraturo di un’area.

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Le infrastrutture materiali

Trasporti - La Sardegna è tra le regioni europee con il più basso indice di accessibilità. Scarso sviluppo delle reti viarie e ferroviarie e buon potenziale non sfruttato di accessibilità aerea e navale. Sistema idrico - Interventi indispensabili: riordino dell’assetto gestionale, creazione di un sistema informativo efficace, ridefinizione dei sistemi di tariffazione, interventi sulle condizioni strutturali della rete.

Sistema energetico – Interventi indispensabili: diversificazione della produzione (ricorso a fonti rinnovabili) e apertura del mercato all’esterno.

Infrastrutture per le nuove tecnologie - Si nota la presenza di un deficit strutturale che, tuttavia, potrebbe essere presto colmato.

I dati indicano che la Sardegna deve recuperare un importante deficit in riferimento alla sua dotazione di infrastrutture materiali complessiva.

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Le infrastrutture immateriali: il capitale umano

Anche la nostra dotazione di infrastrutture immateriali è insufficiente.

Il Capitale umano: i livelli di istruzione

• La Sardegna è la regione con la più bassa percentuale di popolazione in possesso di titolo di laurea (6,2% contro il 7,5% media nazionale).

• La Sardegna è la regione con la più bassa percentuale di popolazione in possesso di diploma di scuola secondaria (22,4% contro il 25,9% media nazionale).

• I tassi di abbandono nella scuola secondaria sono i più alti d’Italia.

• La nostra regione è dunque agli ultimi posti in Italia. Tra i paesi industrializzati l’Italia è tra quelli con i più bassi livelli di istruzione e che investe meno in questo campo.

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Tabella 2.2 Livelli di istruzione della popolazione attiva.

A. Anni medi di istruzione

1961 1971 1981 1991 2001

Centro-Nord 6.0 6.9 8.2 9.6 10.8

Mezzogiorno 5.1 6.2 7.8 9.1 10.5

Sardegna 5.4 6.6 8.0 9.0 10.3

B. Laureati

1961 1971 1981 1991 2001

Centro-Nord 2.4% 3.6% 5.3% 7.8% 12.2%

Mezzogiorno 2.1% 3.5% 5.6% 7.5% 11.4%

Sardegna 2.2% 3.6% 5.4% 6.7% 10.1%

C. Diplomati

1961 1971 1981 1991 2001

Centro-Nord 6.3% 10.3% 18.9% 29.7% 42.0%

Mezzogiorno 5.0% 9.5% 17.4% 25.6% 36.0%

Sardegna 5.2% 9.9% 16.0% 23.1% 33.9%

D. Scuola dell'obbligo*

1961 1971 1981 1991 2001

Centro-Nord 89.0% 85.3% 75.5% 62.3% 45.8%

Mezzogiorno 78.2% 79.4% 74.8% 65.8% 52.6%

Sardegna 82.6% 82.4% 77.8% 69.6% 56.0%

* In questo aggregato sono compresi coloro che non hanno concluso le elementari

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Tabella 2.3 Percentuale di persone in possesso di un titolo di studio superiore al diploma scuola secondaria, 2002

REGIONI

1 Bruxelles (Belgio) 37,3

2 Ile de France (Francia) 35,0

3 Stockholm 34,7

4 Pais Vasco (Spagna) 34,1

5 Madrid 34,0

6 South East (Gran Bretagna) 34,0

. .

252 Sardegna 8,2

253 Basilicata 8,1

254 Centru (Romania) 7,9

255 Sterea Elleda (Grecia) 7,8

256 Valle d'Aosta 7,7

257 Norte (Portogallo) 7,2

258 Severozapad (Repubblica Ceca) 7,2

259 Sud (Romania) 7,1

260 Nord-Est (Romania) 7,0

261 Algarve (Portogallo) 6,7

Media Unione Europea a 15 paesi 22,0

Media Unione Europea a 25 paesi 21,0

Italia 10,2

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Pochi ma buoni?

OCSE - Programme for International Student Assessment: Risultati

PISA 2003Matematica Scienze Lettura

Nord-ovest 510 533 511Nord-est 511 533 519Centro 472 497 486Sud 428 447 445Isole 423 440 434

Italia 466 486 476Media OCSE 500 500 494Max 550 548 543

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Le infrastrutture immateriali

La Sardegna sembra impiegare tutte le sue risorse nella formazione di base dei giovani (obbligo formativo), tralasciando il settore degli adulti occupati e degli adulti disoccupati.

Dati gli alti tassi di abbandono nella scuola e le ampie risorse impiegate nella formazione dei giovani risulta fondamentale capire se esista e quale sia il rapporto di causalità tra i due fenomeni.

Purtroppo, la totale assenza di dati e informazioni non consente alcun tipo di valutazione in questo senso. La Sardegna è fra le 5 regioni che ancora non dispone di un’anagrafe dei 14-17enni.

Il Capitale umano: la formazione

Anche i dati sulla spesa del settore sono carenti. Nostre stime indicano una spesa per alunno pari a €17 alunno/ora. In Piemonte: €4,68.

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Tabella 2.4 Spesa media per formazione professionale rispetto alla forza lavoro. Anni 1998-2001. Valori in euro

Regioni 1998 1999 2000 2001

Sardegna 121,5 127,1 150,6 146,1

Nord -Ovest 85,7 63,8 69,7 68,3

Nord –Est 75,3 75,5 84,9 111,3

Centro 41,2 48,9 50,8 53,7

Sud 73,3 104,8 87,3 85,7

Totale 71,0 76,3 74,6 79,7

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Tabella 2.1 Spesa per R&S come percentuale del PIL

1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001

Imprese pubbliche e private

Sardegna 0,08 0,09 0,09 0,06 0,06 0,06 0,06

Mezzogiorno 0,16 0,19 0,17 0,17 0,17 0,21 0,20

Centro-Nord 0,65 0,65 0,64 0,63 0,63 0,64 0,66

Italia 0,53 0,54 0,52 0,52 0,51 0,54 0,55

Amministrazioni pubbliche

Sardegna 0,50 0,57 0,51 0,63 0,61 0,63 0,63

Mezzogiorno 0,43 0,43 0,43 0,56 0,52 0,56 0,55

Centro-Nord 0,48 0,48 0,47 0,55 0,53 0,53 0,57

Italia 0,47 0,47 0,46 0,55 0,53 0,53 0,57

Totale

Sardegna 0,58 0,67 0,60 0,68 0,67 0,69 0,69

Mezzogiorno 0,59 0,62 0,60 0,73 0,69 0,77 0,75

Centro-Nord 1,13 1,13 1,11 1,18 1,15 1,17 1,23

Italia 1,00 1,01 0,99 1,07 1,04 1,07 1,13

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Le infrastrutture per l’innovazione

L’indice sintetico dell’attività innovativa colloca la Sardegna al 16° posto tra le regioni italiane e al 143° posto tra 173 regioni europee analizzate.

0

0,5

1

1,5

2

2,5

3

3,5

SARDEGNA ITALIA UE

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Competitività. Che fare?

• Per aumentare la competitività e la capacità di innovazione della nostra regione bisogna partire dall’eliminazione del divario di dotazione infrastrutturale che ancora la caratterizza, includendo tra le infrastrutture sia le infrastrutture materiali che, altrettanto importanti, le cosiddette infrastrutture immateriali che consistono nel nostro patrimonio di conoscenze.

• Una sufficiente dotazione di infrastrutture deve essere considerato il prerequisito indispensabile per la crescita, poiché rappresenta la condizione necessaria perché la nostra economia sia in grado di imitare dalle esperienze esterne di successo e possa sviluppare al contempo nuove idee al suo interno.

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Capitolo 4. Il mercato del lavoro in Sardegna

Il Capitolo analizza gli elementi strutturali e territoriali dell’occupazione e della disoccupazione in Sardegna.

Tre gli elementi di novità:

1. L’ISTAT ha modificato la metodologia di rilevazione: i dati più recenti non sono quindi confrontabili con quelli degli anni passati (Tasso di disoccupazione, 2003: 16,9% vecchia rilevazione, 13,9% nuova rilevazione).

2. I dati sardi vengono confrontati con le altre macro-regioni italiane e con le altre regioni europee Obiettivo 1.

3. Analisi dei nuovi dati sul mercato del lavoro definiti dagli obiettivi stabiliti in ambito comunitario (Strategia Europea dell’Occupazione).

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Il mercato del lavoro sardo: analisi dei dati

Dati 2004 e tassi di variazione 2003-2004 (nuova rilevazione)

• Il tasso di attività regionale è pari al 59,6%, valore vicino alla media nazionale e più elevato del dato medio del Meridione. Nell’ultimo anno il tasso di attività risulta tendenzialmente stabile, mentre per l’Italia e il Mezzogiorno è in diminuzione.

• Il tasso di occupazione regionale è pari al 51,3%, valore più elevato del dato medio del Meridione (46,2%). Il divario con il resto del Paese è in diminuzione (media italiana 57,5%).

• Il tasso di disoccupazione regionale è pari al 13,9%, valore simile a quello dello scorso anno.

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Tabella 3.1 Tasso di disoccupazione per classi di età e sesso

Maschi e Femmine

2003 1995

Provincie 15-24 15-29 30-64 15-64 15-24 25-29 30-64 15-64

Sassari 33,2 25,4 10,5 14,1 39,9 31,6 9,7 16,0

Nuoro 36,1 28,9 10,7 15,1 41,4 33,8 9,7 16,9

Cagliari 50,9 41,5 12,0 19,2 59,5 49,9 13,8 24,4

Oristano 49,5 35,9 13,0 18,7 45,4 35,5 11,6 18,7

Sardegna 43,6 34,5 11,4 17,0 50,4 41,3 11,9 20,5

Italia 27,1 19,6 5,6 8,8 33,8 25,4 6,4 11,8

Maschi

2003 1995

Province 15-24 15-29 30-64 15-64 15-24 25-29 30-64 15-64

Sassari 27,0 20,0 7,5 10,4 30,2 30,2 7,2 11,5

Nuoro 28,5 23,4 8,8 12,1 34,9 34,9 6,6 11,9

Cagliari 46,8 37,5 8,6 15,0 52,3 52,3 10,1 18,9

Oristano 35,3 25,6 10,8 14,3 33,2 33,2 8,9 13,2

Sardegna 36,8 28,9 8,5 13,1 41,8 33,5 8,7 15,3

Italia 24,2 17,2 4,1 6,9 29,9 21,6 4,8 9,1

Femmine

2003 1995

Province 15-24 15-29 30-64 15-64 15-24 25-29 30-64 15-64

Sassari 43,8 34,2 15,7 20,3 56,5 48,0 16,2 26,7

Nuoro 50,4 37,6 14,5 20,7 53,5 47,0 16,0 26,4

Cagliari 56,0 46,8 17,9 26,0 68,9 58,2 21,9 35,1

Oristano 64,9 50,0 16,5 25,5 63,1 50,0 18,8 30,8

Sardegna 53,3 42,5 16,6 23,6 63,3 53,4 19,2 31,3

Italia 30,9 22,7 8,0 11,7 38,7 30,4 9,6 16,3

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La struttura del mercato del lavoro: dati 2004

Il 25% dei lavoratori è occupato nell’industria (52% nel settore della trasformazione, il restante 48% nel settore delle costruzioni, contro una media italiana del 73% trasformazione e 27% costruzioni).

Il 69% dei lavoratori risulta occupato nei Servizi, dato di poco superiore a quello medio italiano, mentre l’agricoltura occupa il 6% contro il 4% di media.

Gli uomini costituiscono il 63% degli occupati sardi, le donne il 37% (33% nel Mezzogiorno). Il divario di genere si sta negli anni riducendo. Il tasso di disoccupazione tra le donne è del 18%, tra gli uomini del 7%.

Più di un terzo dei disoccupati sardi sono giovani di età compresa tra i 15 ed i 29 anni.

Tra i disoccupati il 5,3% ha laurea, il 41% il diploma, il 47% ha terminato gli studi con la scuola dell’obbligo.

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Disoccupati di lungo periodo: % sul totale dei disoccupati

1999 2003Sardegna 62,6 56,3

Mezzogiorno 69,5 67,3Region de Murcia (Spagna) 37,7 26,7Exstremadura (Spagna) 34,6 26,9Algarve (Portogallo) 37,2 26,9Acores (Portogallo) 41,3 27,8Ciudad Autonoma de Ceuta (Spagna) 59,6 31,5Madeira (Portogallo) 42,3 31,7Andalucia (Spagna) 43,2 32,9Norte (Portogallo) 43,8 35,5Castilla y Leon (Spagna) 48,7 39,8Principado de Asturias (Spagna) 58,4 44,1Cantabria (Spagna) 57,2 50,2Mecklenburg (Germania) 51,2 57,6Kentriki Makedonia (Grecia) 49 57,6Brandenburg (Germania) 56,9 58,4Sachsen (Germania) 56,4 58,5Voreio Aigaio (Grecia) 57,1 58,9

Dytiki Makedonia (Grecia) 57,7 60,8Sachsen-Anhalt (Germania) 55,3 63,6

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Il mercato del lavoro: conclusioni

• Malgrado la presenza di elementi positivi nell’analisi, vi sono timori che gli interventi di politica economica più recenti, alla base dell'incremento occupazionale registrato, siano relativamente carenti nella capacità di sviluppo qualificato delle risorse di lavoro.

• Inoltre, se confrontati con altre realtà europee, questi dati evidenziano come la Sardegna sia lontana dagli obiettivi delineati nell’ambito della Strategia Europea per l’Occupazione. Il confronto con le altre regioni europee in ritardo di sviluppo sottolinea il divario che la nostra regione, al pari delle altre regioni meridionali italiane, ha accumulato rispetto ai partner europei.

• Infine, la dinamiche positive degli ultimi anni rischiano di essere compromesse dalla scarsa competitività e dinamicità dell’economia.

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Previsioni per il mercato del lavoro

Tassi di crescita

anno Unità di lavoro

2002 1,0

2003 0,3

2004 0,5

2005 0,4

Occupati

1,2

0,6

0,4

0,1

Tasso di disoccupazione

15,2

13,8

13,9

14,0

2006 0,6 0,4 13,9

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Capitolo 5. Il sistema turistico della Sardegna

• L’offerta turistica• La domanda turistica• La pressione ambientale nei comuni turistici costieri• Breve approfondimento sulle infrastrutture della nautica da diporto

L’offerta turistica.

La Sardegna copre attualmente una quota del 4,2% dei posti letto alberghieri in Italia (9° posto nella classifica regionale).

Il 90% dei posti letto alberghieri si trovano in strutture ubicate nella costa.

Tra il 2003 ed il 2004 vi è stata una notevole crescita dell’offerta. Esercizi ricettivi +23%, posti letto +5%. Il differenziale è spiegato dalla significativa crescita dei B&B (+34%) che presentano dimensioni aziendali contenute.

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La domanda turistica

Stime ufficiali per il 2004 indicano che la Sardegna è stata scelta come meta di vacanze da 2 milioni di turisti. Secondo altre stime si arriverebbe a circa 6 milioni (includendo le seconde case).

•Il calo ha riguardato la componente italiana (-3,1%), meno quella straniera (-0,7%) grazie al successo delle politiche dei voli low cost.

Il sistema turistico della Sardegna

Nel 2004 le strutture ricettive hanno subito un calo complessivo delle presenze del -2,4%. Si evidenziano alcune tendenze:

•Il calo si è registrato negli esercizi extra alberghieri (-13%). Negli alberghi vi è stato un incremento del 2,6%.

•Vi sono deboli segnali di destagionalizzazione (-1% dei soggiorni in Luglio e Agosto).

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L’impatto ambientale del turismo nei comuni costieri

L’analisi si concentra sull’impatto ambientale esercitato sia dalla componente dell’offerta turistica (strutture ricettive) che dal lato della domanda (presenze turistiche). I dati coprono l’universo dei comuni costieri della Sardegna.

I comuni in cui sussiste una maggiore pressione territoriale e alti indici di consumo della risorsa ambiente dovuta al turismo sono S.Teodoro, Sinnai e Stintino.

Tra quelli con un minor livello di pressione sull’ambiente troviamo anche comuni ad alta vocazione turistica come Alghero e la Maddalena. Scommettere sul turismo non coincide necessariamente con il degrado ambientale.

Tuttavia i dati indicano che sono ancora troppi i comuni in cui gli interventi a tutela dell’ambiente sono insoddisfacenti. Diventa quindi improrogabile l’avvio di una diversa razionalità nella gestione dei territori costieri, soprattutto di quelli ad alta vocazione turistica.

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L’impatto ambientale del turismo nei comuni costieri

INDICATORI

Pressione demograficaresidenziale

Variazione popolazione residente (1991-2001, per mille)

Popolazione turistica insediabile /popolazione residentePopolazione turistica insediabile /lunghezza costa (unità/km)Popolazione turistica insediabile /lunghezza costa sabbiosa (unità/km)Posti letto potenziali in base ai PTP/ posti letto realizzatiCase vacanza/case occupateCase vacanza per km di costa sabbiosa (unità/km)Presenze turistiche nei mesi di luglio-agosto/totale presenze

Qualità dell'ecosistemamarino

Costa balneabile/costa potenzialmente balneabile (%)

Giudizio sull'efficienza del sistema depurativo

Scarico in aree sensibili

Pressione turistica

Funzionalità delsistema depurativo

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L’impatto ambientale del turismo nei comuni costieri

INDICATORI

Rifiuti prodotti dalla popolazione turistica (%) (kg/anno)

Rifiuti oggetto di raccolta differenziata (%)

Adozione del PTPPresenza di aree naturali protettePresenza di aree pSICPresenza di aree ZPSAdozione del PUCAdozione di un processo di A21L

Cultura e turismo Visitatori musei e siti archeologici/arrivi turistici

Variazione unità locali turistiche (1991-2001, %) Variazione addetti alle unità locali turistiche (1991-2001, %) Addetti alberghi e ristoranti/posti lettoAziende turistiche certicate/unità alberghiere e di ristorazione

Impatto economico

Pressione sul sistemadi smaltimento dei rifutisolidi urbani

Protezione delpaesaggio, dell'ambiente, strumenti urbanisticied azione ambientale

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Metodo di previsione per la domanda turistica

Combinazione di tecniche quantitative (econometriche) e qualitative (expert opinion).

Elaborazione di previsioni ex-ante per il 2005

Le previsioni preliminari basate su tecniche econometriche vengono sottoposte a un panel di esperti

Il panel è stato individuato in modo da rispettare l’eterogeneità del settore turistico.

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Previsioni sulle presenze turistiche in Sardegnatassi di crescita

Stime econometriche

Categoria

alberghiero

extralberghiero

italiani

stranieri

Previsioniexpert opinion

1,6

1,0

1,4

1,8

totale 1,1

1,3

0,3

1,8

0,4

1,2

Scenario pessimistico

Scenario ottimistico

3,4

3,6

5,0

2,4

3,8

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Flussi turistici in Sardegna, 1987-2004 e previsione 2005

6.000.000

7.000.000

8.000.000

9.000.000

10.000.000

11.000.000

12.000.000

1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005

expert-opinion max. min.

3,6% 1,6%

1,2%

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Conclusioni

• La lentezza dello sviluppo regionale degli ultimi trenta anni sottolinea la necessità di cambiamento profondo anche se l’attuale fase di crisi strutturale dell'economia italiana rende tutto ciò senz’altro difficile.

• Le modalità dell’intervento pubblico si sono infatti finora rivelate incapaci di eliminare il divario che separa la Sardegna dal livello medio di ricchezza italiano ed europeo.

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Conclusioni

• Alla lentezza dello sviluppo regionale complessivo si contrappone la velocità di cambiamento di alcuni settori. Ciò impone una raccolta di informazioni tempestiva e un monitoraggio costante degli interventi effettuati, premessa necessaria per l’attuazione di una politica efficace.

• Tutto ciò va realizzato in modo tempestivo. L’imminente uscita dall’Obiettivo 1, la concorrenza delle nuove economie emergenti, le previste riforme costituzionali, obbligano ad intraprendere la nuova strada del recupero di competitività in tempi brevi.