UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA...Koselleck), Verantwortliche für die Erbengemeinschaft...

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA E SCIENZE UMANE CORSO DI DOTTORATO DI RICERCA IN STORIA DELLA FILOSOFIA CICLO XXVI TITOLO DELLA TESI IL PROBLEMA DELLA CRISI NEL PENSIERO DI REINHART KOSELLECK PRESENTATA IN COTUTELA CON LA RUHR UNIVERSITÄT di BOCHUM RELATORE Professor Omero Proietti DOTTORANDO Gennaro Imbriano ANNO 2014 TITEL DER ARBEIT DER BEGRIFF VON KRISE BEI REINHART KOSELLECK I N A U G U R A L D I S S E R T A T I O N zur Erlangung des Grades eines Doktors der Philosophie in der FAKULTÄT FÜR GESCHICHTSWISSENSCHAFT der RUHR UNIVERSITÄT BOCHUM im Rahmen eines Cotutelle-Vertrages mit der “Università degli Studi di Macerata” vorgelegt von Gennaro Imbriano Referent: Herr Professor Lucian Hölscher 2014

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  • UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA

    DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA E SCIENZE UMANE

    CORSO DI DOTTORATO DI RICERCA IN STORIA DELLA FILOSOFIA

    CICLO XXVI

    TITOLO DELLA TESI

    IL PROBLEMA DELLA CRISI NEL PENSIERO DI REINHART

    KOSELLECK

    PRESENTATA IN COTUTELA CON LA RUHR UNIVERSITÄT di BOCHUM

    RELATORE Professor Omero Proietti DOTTORANDO Gennaro Imbriano

    ANNO 2014

    TITEL DER ARBEIT

    DER BEGRIFF VON KRISE BEI REINHART KOSELLECK

    I N A U G U R A L D I S S E R T A T I O N

    zur

    Erlangung des Grades eines Doktors der Philosophie

    in der

    FAKULTÄT FÜR GESCHICHTSWISSENSCHAFT

    der RUHR UNIVERSITÄT BOCHUM

    im Rahmen eines Cotutelle-Vertrages

    mit der “Università degli Studi di Macerata”

    vorgelegt von Gennaro Imbriano

    Referent: Herr Professor Lucian Hölscher

    2014

  • II

    Questo lavoro è il frutto di una ricerca svolta all’interno di un programma di Cotutela di tesi di Dottorato tra l’Università

    degli Studi di Macerata e la Ruhr Universität di Bochum.

    La ricerca si è svolta presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze Umane dell’Università degli Studi di Macerata (e più

    precisamente all’interno della Scuola di Dottorato in Storia della Filosofia) e lo Historisches Institut della Fakultät für

    Geschichtswissenschaft della Ruhr Universität di Bochum.

    Ringrazio innanzitutto i miei due Tutor, il Professor Omero Proietti dell’Università di Macerata e il Professor Lucian

    Hölscher dell’Università di Bochum, che mi hanno seguito in questi anni. Al Professor Omero Proietti va il mio

    ringraziamento per avere incoraggiato la mia ricerca dal primo momento con estrema dedizione e puntualità; al Professor

    Lucian Hölscher sono grato per avermi fatto orientare nel pensiero e nell’opera di Koselleck: le sue indicazioni scientifiche e

    la sua conoscenza diretta del lavoro di Koselleck, maturata in molti anni di collaborazione, sono stati per me elementi

    preziosi.

    Un ringraziamento va anche al Professor Filippo Mignini, per molti anni direttore della Scuola di Dottorato di Macerata, per

    gli stimoli che ha fornito alla mia ricerca, e a Nadia Paoletti, per il suo lavoro amministrativo.

    Al Professor Alberto Burgio dell’Università degli Studi di Bologna va la mia gratitudine per avermi avvicinato, per primo, al

    pensiero di Koselleck, oltre che per la sua guida scientifica e umana di questi anni.

    Al Dottor Benjamin Herzog (Ruhr Universität Bochum) va il mio ringraziamento per le lunghe conversazioni nelle quali

    molti problemi di questa ricerca sono stati impostati e molti nodi sono stati sciolti. Ringrazio anche Daniel Timothy Göring

    (Ruhr Universität Bochum) per i consigli e per gli stimoli che ha voluto fornire a questo lavoro. La mia gratitudine va anche a

    Dennis Vogt (Ruhr Universität Bochum) per le nostre discussioni e per il suo aiuto di revisione linguistica del mio progetto di

    ricerca. Sono inoltre grato al Dottor Giovanni Licata dell’Università degli Studi di Macerata per il suo sostegno.

    Desidero esprimere il mio riconoscimento anche al Professor Ernst Müller, al Dottor Falko Schmieder e al Dottor Herbert

    Kopp-Oberstebrink del Zentrum für Literatur- und Kulturforschung di Berlino, con i quali ho avuto occasione di discutere il

    mio progetto di ricerca in una delle sue fasi preliminari. Le loro indicazioni si sono rivelate importanti per il suo sviluppo

    successivo.

    Un ringraziamento particolare va alla Dottoressa Bettina Rickert Koselleck, responsabile dell’eredità di Reinhart Koselleck,

    che ha voluto gentilmente concedermi l’opportunità di visionare e utilizzare in questo lavoro parte degli inediti del padre

    conservati presso il Deutsches Literatur Archiv di Marbach am Neckar e le copie del carteggio tra Koselleck e Carl Schmitt,

    depositate presso lo Staatsarchiv di Düsseldorf.

    Debbo ringraziare gli impiegati dei due archivi per la gentilezza e la disponibilità con le quali hanno facilitato il mio lavoro,

    in particolare la Dottoressa Janet Dilger, responsabile a Marbach am Neckar della catalogazione dei materiali del Nachlass e

    della biblioteca personale di Koselleck, per la sua insostituibile competenza e per la sua disponibilità.

    Sono grato a numerosi amici per la revisione del manoscritto tedesco. Il mio ringraziamento va a Julia Gabler (per

    l’Introduzione e le Conclusioni), a Daniel Timothy Göring (per i capitoli 1 e 2), a Christopher Maschek e ad Angelina

    Deibele (per il terzo capitolo).

    Ringrazio infine la mia famiglia, in particolare mio padre e mia madre, per tutto il sostegno ricevuto in questi anni di ricerca.

    Tutti gli errori e le inesattezze sono esclusivamente di mia responsabilità.

  • III

    Diese Arbeit ist das Ergebnis einer Forschung, welche mittels doppelter Promotionsbetreuung durch die Università degli

    Studi von Macerata und die Ruhr Universität Bochum durchgeführt wurde.

    Die Forschungsarbeit wurde im Dipartimento di Filosofia e Scienze Umane der Universität Macerata (Promotionsschule der

    Geschichte der Philosophie) und im Historischen Institut der Fakultät für Geschichtswissenschaft der Ruhr Universität

    Bochum abgewickelt.

    Ich möchte mich zuerst bei meinen beiden Betreuern, Herrn Professor Omero Proietti (Universität Macerata) und Herrn

    Professor Lucian Hölscher (Ruhr Universität) bedanken. Herr Professor Omero Proietti hat meine Forschung von Anfang an

    mit Hingabe unterstützt und mir wesentlichen Antrieb gegeben. Herrn Professor Lucian Hölscher bin ich zu tiefem Dank

    verpflichtet: Ihre wissenschaftlichen Hinweise und einzigartige Kenntnis des koselleck’schen Werkes und des

    koselleck’schen Denkens waren wichtige Elemente für diese Arbeit.

    Einen Dank möchte ich auch Herrn Professor Filippo Mignini, Direktor der Promotionsschule von Macerata, für seine

    zahlreichen Anreize zu meiner Forschung, sowie Frau Nadia Paoletti, für ihre Verwaltungsarbeit, aussprechen.

    Herrn Professor Alberto Burgio (Universität Bologna), welcher mich als Erster an das Denken Kosellecks herangeführt hat,

    bin ich für seine wertvolle wissenschaftliche und menschliche Führung der letzten Jahre dankbar.

    Herrn Doktor Benjamin Herzog (Ruhr Universität) drücke ich für die langen Gespräche, welche zahlreiche Fragen dieser

    Arbeit behandelten und viele Knoten lösten, meine Dankbarkeit aus. Ich bedanke mich außerdem bei Herrn Daniel Timothy

    Göring (Ruhr Universität) für die Empfehlungen und Hinweise, die dieser für die vorliegende Arbeit geliefert hat, und bei

    Herrn Dennis Vogt (Ruhr Universität) für seine Hilfe bei der sprachlichen Revision meines Forschungsprojektes. Ich bin

    Herrn Doktor Giovanni Licata (Macerata Universität) für seine Unterstützung sehr verbunden.

    Ich möchte meine Dankbarkeit Herrn Professor Ernst Müller, Herrn Doktor Falko Schmieder sowie Herrn Doktor Herbert

    Kopp-Oberstebrink des Zentrums für Literatur- und Kulturforschung Berlin aussprechen. Sie gaben mir die Gelegenheit,

    mein Forschungsprojekt zu besprechen und ihre Hinweise haben sich als wichtig für die Entwicklung meiner Arbeit

    erweisen.

    Ein besonderer Dank geht an Frau Bettina Rickert (geb. Koselleck), Verantwortliche für die Erbengemeinschaft Koselleck,

    welche mir Ihre Genehmigung zur Einsichtnahme und Zitierung einiger, in Marbach am Neckar beim Deutschen Literatur

    Archiv liegender, unveröffentlichter Schriften Ihres Vaters und der Kopien des Briefwechsels zwischen Koselleck und Carl

    Schmitt, archiviert im Staatsarchiv Düsseldorf, erteilte.

    Ich möchte meinen Dank den Angestellten des Staatsarchives Düsseldorf und der Deutschen Literaturarchiv Marbach

    aussprechen, deren Freundlichkeit und Hilfsbereitschaft meine Arbeit erleichtert hat. Besonders verbunden bin ich Frau Janet

    Dilger, der Verantwortlichen der Erschließung der Arbeitsbibliothek Kosellecks und des koselleck’schen Nachlasses, für ihre

    Kompetenz und Verfügbarkeit.

    Für die Revision des deutschen Manuskriptes bedanke ich mich bei Frau Julia Gabler (für die Einleitung und den Schluss),

    bei Herrn Daniel Timothy Göring (für die Kapitel 1 und 2), bei Herrn Christopher Maschek sowie bei Frau Angelina Deibele

    (für das dritte Kapitel).

    Einen abschließenden Dank an meine Familie, besonders meinen Vater und meine Mutter, für die grenzenlose Unterstützung

    der letzten Jahre.

    Für Fehler und Ungenauigkeiten bin nur ich verantwortlich.

  • IV

    INDICE

    Tavola delle Abbreviazioni/Abkürzungsverzeichnis…………………………………………………….p. VIII

    Introduzione…………………………………………………………………………………………………p. 1

    CAPITOLO 1. CRITICA, CRISI, GUERRA CIVILE PLANETARIA. “CRISI” COME CONCETTO

    POLITICO E ONTOLOGICO...................................................................................................................p. 21

    Assolutismo-Illuminismo-Rivoluzione Francese (Stato-critica-crisi), p. 21; La genesi dello Stato moderno, p. 23;

    Lo sviluppo della critica, p. 28; Critica e “segreto”, p. 30; “Critica” e “crisi”, p. 33; Dialettica della critica:

    ipocrisia, mascheramento e inasprimento, p. 35; Crisi e filosofia della storia, p. 38; “Crisi”, “Rivoluzione”,

    “guerra civile”, p. 42; La dialettica dell’Illuminismo come ‘patogenesi’ della modernità, p. 45; Secolarizzazione

    e teologia politica: tra Löwith e Schmitt, p. 50; Oltre la teoria della secolarizzazione, p. 57; Ius publicum

    europaeum, crisi, utopia, p. 60; L’insufficienza dell’impresa leviatanica di fronte alla guerra civile e all’utopia, p.

    65; Analisi ‘sistematiche’ e analisi ‘storiche’: critica e superamento della storia delle idee, p. 67; “Situazione” e

    “concretezza”, p. 74; Critica dello storicismo, p. 76; Il metodo ‘domanda/risposta’, p. 79; Genealogia del

    presente, p. 83; Contrapposizione Est-Ovest e unità del mondo, p. 86; ‘Crisi’ e Weltbürgerkrieg, p. 97; La

    ‘guerra civile planetaria’ come categoria fondante di una ontologia della storia, p. 106; La ‘Crisi’ tra teoria della

    storia e critica della modernità, p. 115.

    CAPITOLO 2. LA DIALETTICA DELLA CRISI NEL XIX SECOLO...................................................p. 125

    Dopo Kritik und Krise, p. 125; Il XIX secolo: neutralizzazione economica, teorie dell’identità, Stato legislativo,

    p. 127; L’alleanza tra liberalismo e democrazia: Stato legislativo e principio democratico, p. 131; La

    controversia sul Secondo Impero, p. 136; Liberalismo versus democrazia, p. 143; Il XX secolo: dal liberalismo

    alla democrazia. Pluralismo, Stato totale, epoca tecnica, p. 151; Koselleck e il XIX secolo: dal Congresso di

    Vienna al Vormärz, p. 160; Dal Codice Generale alla Riforma, p. 162; Dalla Riforma (mancata) alla

    Rivoluzione, p. 169; Stato-‘Riforma’-Crisi (Codice Generale-Stato amministrativo-Rivoluzione), p. 175; Oltre

    Kritik und Krise, p. 178; Oltre Schmitt, p. 185; Liberalismo e XIX secolo, p. 191; Questione nazionale e

    questione federale, p. 196; Strutture federali e Sonderweg tedesco, p. 204.

    CAPITOLO 3. CRISI E MODERNITÀ.....................................................................................................p. 214

    La dimensione europea della crisi del 1848, p. 214; Le fasi della crisi europea, p. 217; Dialettica della

    rivoluzione europea (1789-1848) e carattere costituente della crisi, p. 221; Trasformazioni politiche,

    economiche, tecniche: accelerazione e transizione alla modernità, p. 225; Accelerazione politica, trasformazione

    delle strutture e nuova attesa del futuro, p. 228; L’età moderna [Neuzeit] come ‘età nuova’ [neue Zeit], p. 232; La

    costituzione temporale dell’età moderna: Verzeitlichung e nuovo rapporto tra esperienza e aspettativa, p. 239;

    Tempo, storia, modernità, p. 248; Età moderna come «epoca della crisi», p. 257; ‘Guerra civile’, ‘conflitto

    sociale’, ‘accelerazione’: sugli usi semantici del concetto di “crisi”, p. 265; Formazione del concetto di κρίσις e

    suo sviluppo nel linguaggio politico moderno, p. 270; “Crisi” come concetto della filosofia della storia, p. 276;

    Classificazione semantica del concetto, p. 282; Temporalizzazione del concetto, p. 288; Dalla krísis alla ‘crisi’:

    la secolarizzazione del concetto teologico, p. 293; L’«esperienza della modernità» come secolarizzazione del

    topos della krísis, p. 301; Crisi, accelerazione e secolarizzazione, p. 306; La crisi ‘finale’ come orizzonte della

    modernità? Accelerazione tecnica e prognosi politiche, p. 312; “Crisi” come «concetto storico», p. 317.

    CONCLUSIONI..........................................................................................................................................p. 327

  • V

    La duplicità delle articolazioni linguistiche. “Crisi” come concetto politico e “crisi” come categoria formale della

    conoscenza storica, p. 327; “Crisi” come categoria formale della conoscenza/1: per un’analisi del mondo

    moderno, p. 330; “Crisi” come categoria formale della conoscenza/2: per un’analisi delle condizioni di possibilità

    del mondo storico, p. 332; Koselleck pensatore della crisi, p. 338; Pensiero della crisi e prognosi politiche, p. 346.

    Sintesi del lavoro in lingua tedesca/Zusammenfassung der Arbeit…………………………………S. 357

    Einleitung…………….…………………………………………………………………………………...S. 359

    KAPITEL 1. KRITIK, KRISE, WELTBÜRGERKRIEG: „KRISE“ ALS POLITISCHER UND

    ONTOLOGISCHER BEGRIFF…………………………………………………………………………..S. 371

    ‚Krise‘ als ‚Bürgerkrieg‘, S. 371; Die Pathogenese der bürgerlichen Welt, S. 372; Säkularisierungsthesen, S.

    374; Begriffsgeschichte versus Ideengeschichte: die politische Konkretheit der Begriffe, S. 377; ‚Krise‘ und

    ‚Weltbürgerkrieg‘, S. 379; Die Kritik gegen den Historismus: für eine Geschichtsontologie, S. 382; ‚Krise‘ als

    politischer und ontologischer Begriff, S. 385.

    KAPITEL 2. DIE DIALEKTIK DER KRISE IM 19. JAHRHUNDERT………………………………..S. 389

    ‚Krise‘ und 19. Jahrhundert, S. 389; Preußen zwischen Reform und Revolution (1789-1848), S. 390; Die Krise als

    soziale Bedingung, S. 394; Staat-Reform-Krise, S. 395; Die Methode: Sozialgeschichte und Begriffsgeschichte, S.

    398; Vom Preußen zum zweiten Reich, S. 399; Liberalismus und föderale Strukturen in der deutschen Geschichte,

    S. 402; Soziale Krisen und politische Prognosen, S. 404.

    KAPITEL 3. KRISE UND MODERNE………………………………………………………………….S. 408

    Die europäische Krise von 1848, S. 408; Die Phasen der europäischen Revolution, S. 409; 1789-1848: der

    konstituierende Charakter der Krise, S. 411; Beschleunigung und Beginn der Neuzeit, S. 413; Neuzeit als

    Krisenepoche, S. 417; Krise und Geschichtsphilosophie. Verzeitlichung und Säkularisierung des Begriffs, S. 420;

    Krise als geschichtlicher Begriff, S. 425.

    SCHLUSS………………………………………………………………………………………………...S. 431

    Krise und Geschichtlichkeit, S. 431; Denken der Krise, S. 432; Politische Prognosen, S. 434.

    BIBLIOGRAFIA/BIBLIOGRAPHIE…………...………………………………………………………..p. 438

    I PARTE: SCRITTI DI REINHART KOSELLECK……………………………………………………………...p. 438

    sezione 1: materiali inediti……………………………………………………………………………………...p. 439

    I – Scritti di Koselleck……………………………………………………………………………………..p. 439

    II – Carteggi………………………………………………………………………………………………..p. 439

    III – Su Koselleck………………………………………………………………………………………….p. 439

    sezione 2: scritti sul concetto di “crisi”………………………………………………………………………..p. 440

    sezione 3: Geschichtliche Grundbegriffe………………………………………………………………………p. 440

    sezione 4: 1954-1979…………………………………………………………………………………………...p. 441

    sezione 5: 1980-1989…………………………………………………………………………………………...p. 446

    sezione 6: 1990-1999…………………………………………………………………………………………...p. 450

  • VI

    sezione 7: dal 2000 a oggi……………………………………………………………………………………...p. 453

    II PARTE: SCRITTI DI ALTRI AUTORI………………………………………………………………………..p. 457

    sezione 1: altri scritti……………………………………………………………………………………………p. 457

    sezione 2: studi di letteratura secondaria……………………………………………………………………….p. 463

    I – Sulle fonti filosofiche, la teologia politica e la secolarizzazione……………………………………....p. 463

    II – Sul gruppo Poetik und Hermeneutik…………………………………………………………….....….p. 464

    III – Sulle fonti storiche…………………………………………………………………………………....p. 464

    IV – Sulla polemica costituzionale e il Sonderweg……………………………………………………..…p. 465

    III PARTE: LETTERATURA SECONDARIA…………………………………………………………..……….p. 466

    sezione 1: studi su Koselleck…………………………………………………………………………...………p. 466

    I – Vita, Opere, Pensiero. Saggi e articoli di introduzione al profilo biografico dell’autore………..……..p. 466

    II – Studi di carattere generale……………………………………………………………………….…….p. 466

    III – Recensioni o articoli su singole opere………………………………………………………………..p. 469

    IV – Koselleck e altri autori…………………………………………………………………………….….p. 471

    IV.I] Koselleck e Brunner…………………………………………………………………………..…..p. 471

    IV.II] Koselleck e Schmitt……………………………………………………………………………...p. 471

    IV.III] Koselleck e la scuola di Cambridge………………………………………………………..…...p. 472

    sezione 2: storia dei concetti………………………………………………………………………………..….p. 472

    I – Nascita e sviluppo della Begriffsgeschichte. Il dibattito tedesco tra 1955 e 1985…………………….p. 472

    I.I] Antecedenti storici e fonti………………………………………………………………..…………p. 472

    I.II] Il dibattitto sulla Begriffsgeschichte dal 1955 al 1985…………………………………………….p. 473

    II – Studi sulla storia concettuale………………………………………………………………….………p. 474

    II.I] Dibattito recente (dal Duemila a oggi)…………………………………………………….………p. 474

    II.II] Studi meno recenti …………………………………………………………………………..……p. 476

    III – Il dibattito italiano: storia concettuale e filosofia politica……………………………………..……..p. 477

    sezione 3: Koselleck e il concetto di “crisi”………………………………………………………………..….p. 478

    I – Fonti citate da Koselleck……………………………………………………………….………………p. 478

    I.I] Ricerche lessicografiche, studi sulla storia del concetto e voci di dizionari………….…………….p. 478

    I.II] Fonti antiche……………………………………………………………………………..…………p. 480

    I.III] XVIII secolo………………………………………………………………………………………p. 481

    I.IV] XIX secolo………………………………………………………...………………………………p. 482

    I.V] XX secolo…………………………………………………………….……………………………p. 485

    II – Altre fonti………………………………………………………………………….……………..……p. 487

    II.I] Ricerche lessicografiche e voci di dizionari non citati da Koselleck……….……………………..p. 487

    II.II] “Crisi” come concetto dell’indagine storiografica………………………….………………….…p. 487

  • VII

  • VIII

    Tavola delle abbreviazioni/Abkürzungsverzeichnis

    a] Scritti di Koselleck e traduzioni italiane/Schriften von Koselleck und italienische Übersetzungen:

    Kritik und Krise. Eine Untersuchung der politischen Funktion des dualistischen Weltbildes im 18.

    Jahrhundert, Dissertation Phil. Fakultät, Universität Heidelberg 20.11.1954 (Maschinenschrift): KuK (1954)

    Kritik und Krise. Ein Beitrag zur Pathogenese der bürgerlichen Welt, Karl Alber Verlag, Freiburg-

    München 1959: KuK (1959)

    Critica illuminista e crisi della società borghese (1959), ed. it. a cura di Pierangelo Schiera, trad. it. di

    Giuseppina Panzieri, Il Mulino, Bologna 1972: CeC

    Prefazione alla seconda edizione (1969), in Critica illuminista e crisi della società borghese, Il Mulino,

    Bologna 1972, pp. 3-5: Prefazione 1969

    Vorwort zur Taschenbuchausgabe, in Kritik und Krise. Eine Studie zur Pathogenese der bürgerlichen Welt,

    Suhrkamp, Frankfurt am Main 19733, S. IX-XI: Vorwort 1973

    Staat und Gesellschaft in Preußen 1815-1848, in Werner Conze (Hg.), Staat und Gesellschaft im deutschen

    Vormärz, Klett Cotta, Stuttgart 1962, S. 79-112: SuGP

    Preußen zwischen Reform und Revolution. Allgemeines Landrecht, Verwaltung und soziale Bewegung von

    1791 bis 1848, Klett-Cotta, Stuttgart 1967: PR; trad. it.: La Prussia tra riforma e rivoluzione (1791-1848), Il

    Mulino, Bologna 1988: Pr

    Das Zeitalter der europäischen Revolution 1780-1848, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1969, Kapitel 7-10,

    S. 199-319: ZeR; trad. it.: L’età della rivoluzione europea 1780-1848, Feltrinelli, Milano 1992, capitoli 7-10,

    pp. 211-342: ERE

    Vergangene Zukunft. Zur Semantik geschichtlicher Zeiten, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1979: VZ; trad.

    it.: Futuro Passato. Per una semantica dei tempi storici, Clueb, Bologna 2007: FP

    La prognosi storica nello scritto di Lorenz von Stein sulla costituzione prussiana, in FP, pp. 73-88: LvS

    Il futuro passato agli inizi dell’età moderna, in FP, pp. 11-29: FPEM

    «Spazio di esperienza» e «orizzonte di aspettativa»: due categorie storiche, in FP, pp. 300-322: SE-OA

    «Età moderna». Sulla semantica dei moderni concetti di movimento, in FP, pp. 258-299: N

    Historische Semantik und Begriffsgeschichte, Klett-Cotta, Stuttgart 1979: HSB

    Geschichtliche Grundbegriffe. Historisches Lexikon zur politisch-sozialen Sprache in Deutschland (hg. von

    Otto Brunner, Werner Conze, Reinhart Koselleck), 8 Bände, Klett-Cotta, Stuttgart 1972-1997: GG

    Bund, Bündnis, Föderalismus, Bundestaat, in GG, Band 1, S. 582-671: B

    Föderale Strukturen in der deutschen Geschichte. Vortrag bei der Entgegennahme des Reuchlin-Preises

    der Stadt Pforzheim 1974 am II. Oktober 1975, Selbstverlag der Stadt Pforzheim, Pforzheim 1975: FS

    Krise als geschichtlicher Begriff, in A:Koselleck/Geschichtliche Grundbegriffe, HS.2008.0095: Konvolut

    zum Lemma “Krise” 2, 00581818, HS005818182: Krise (1975-1976)

  • IX

    Krise I, in HWdP, Band 4, S. 1235-1240: Krise (1976)

    Bürger und Revolution 1848/1849, in BsG, S. 504-515: BuR

    Das 19. Jahrhundert – eine Übergangszeit, in SdG, S. 131-150: 19.J

    Lernen aus der Geschichte Preußens?, in SdG, S. 151-174: LaGP

    Il secolo XVIII come inizio dell’età moderna, in «Studi settecenteschi», 3/4, 1982/1983, pp. 9-23: XVIII

    Krise, in GG, Band 3 (1982), S. 617-650: Krise (1982); trad. it.: Crisi. Per un lessico della modernità, a

    cura di Gennaro Imbriano e Silvia Rodeschini, Ombre Corte, Verona 2012: Crisi (1982)

    Accelerazione e secolarizzazione, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1989: AeS

    Einige Fragen an die Begriffsgeschichte von »Krise« (1985), in BsG, S. 203-217: Krise (1986); trad. it.:

    Crisi, in VdM, pp. 95-109: Crisi (1986)

    Wie neu ist die Neuzeit?, in SzH, S. 225-239: WnN

    Diesseits des Nationalstaats. Föderale Strukturen der deutschen Geschichte, in BsG, S. 486-503: DdN

    Deutschland – eine verspätete Nation?, in SzH, S. 359-379: DVN

    Europäische Umrisse deutscher Geschichte. Zwei Essays, Manutius, Heidelberg 1999: EUdG

    Zeitschichten, in SzH, S. 19-26: ZS

    Zeitschichten. Studien zur Historik, Suhrkamp, Frankfurt am Main 2000: SzH

    Föderale Strukturen und Nationsbildung in Deutschland, Deutsches Historisches Institut, Warschau 2001:

    FSND

    Begriffsgeschichten: Studien zur Semantik und Pragmatik der politischen und sozialen Sprache, Suhrkamp,

    Frankfurt am Main 2006: BsG; edizione italiana (con traduzione parziale) a cura di Luca Scuccimarra: Il

    vocabolario della modernità. Progresso, crisi, utopia e altre storie di concetti, trad. it. di Carlo Sandrelli, Il

    Mulino, Bologna 2009: VdM

    Vom Sinn und Unsinn der Geschichte: Aufsätze und Vorträge aus vier Jahrzehnten, Suhrkamp, Berlin

    2010: SdG

    Über Krisenerfahrungen und Kritik. Ein Gespräch aus dem Nachlass von Reinhart Koselleck, in

    »Frankfurter Allgemeine Zeitung«, 13.1.2010, S. 4: ÜKuK

    b] Altri testi/Andere Texte:

    Joachim Ritter, Karlfried Gründer (Hg.), Historisches Wörterbuch der Philosophie, 12 Bände, Schwabe,

    Basel-Stuttgart 1971-2007: HWdP

    Werner Conze, Gesellschaft – Staat – Nation. Gesammelte Aufsätze, hg. von Ulrich Engelhardt, Reinhart

    Koselleck, Wolfgang Schieder, Klett-Cotta, Stuttgart 1992: G-S-N

    Harmut Lehmann, James Van Horn Melton (a cura di), Paths of Continuity. Central European

    Historiography from the 1930s through the 1950s, Cambridge University Press, Cambridge 1994: PoC

    c] Testi di Carl Schmitt/Schriften von Carl Schmitt:

  • X

    La Dittatura. Dalle origine dell’idea moderna di sovranità alla lotta di classe proletaria, Laterza, Roma-

    Bari 1975: D

    Parlamentarismo e democrazia, in Carl Schmitt, Parlamentarismo e democrazia e altri scritti di dottrina e

    storia dello Stato, Marco Editore, Lungro di Cosenza 1998, pp. 3-105: PD

    Le categorie del “politico”, a cura di Gianfranco Miglio e Pierangelo Schiera, Il Mulino, Bologna 1972: C

    Teologia politica. Quattro capitoli sulla dottrina della sovranità, in C, pp. 26-86: TP

    Il concetto di ‘politico’. Testo del 1932 con premessa e tre corollari, in C, pp. 87-209: CP

    Dottrina della costituzione, Giuffrè, Milano 1984: DC

    L’epoca delle neutralizzazioni e delle spoliticizzazioni, in CP (in C), pp. 167-183: ENS

    Il Custode della Costituzione, Giuffrè, Milano 1981: CC

    Legalità e Legittimità, in C, pp. 209-244: LL

    Compagine statale e crollo del secondo impero tedesco. La vittoria del borghese sul soldato, in Carl

    Schmitt, Principi politici del nazionalsocialismo, Sansoni, Firenze 1935, pp. 109-171: CS

    Terra e mare. Una riflessione sulla storia del mondo, Adelphi, Milano 2002: TM

    Il Nomos della Terra, Adelphi, Milano 2011: NT

    Ex captivitate salus. Esperienze degli anni 1945-47, Adelphi, Milano 2005: ECS

    La contrapposizione planetaria tra Oriente e Occidente e la sua struttura storica, in Ernst Jünger, Carl

    Schmitt, Il nodo di Gordio. Dialogo su Oriente e Occidente nella storia del mondo, Il Mulino, Bologna

    2004, pp. 133-163: CPOO

    Dialogo sul nuovo spazio, in Carl Schmitt, Dialogo sul potere, Adelphi, Milano 2012, pp. 47-10: DNS

    d] Studi su Koselleck/Über Koselleck:

    Niklas Olsen, History in the Plural. An Introduction to the Work of Reinhart Koselleck, Berghahn Books,

    New York-Oxford 2012: HiP

    Hans Joas, Peter Vogt (Hg.), Begriffene Geschichte. Beiträge zum Werk Reinhart Kosellecks, Suhrkamp,

    Berlin 2011: BG

    e] Archivi e Nachlässe/Archivien und Nächlasse:

    Nachlass Hans Blumenberg, Deutsches Literatur Archiv Marbach: A:Blumenberg

    Nachlass Reinhart Koselleck, Deutsches Literatur Archiv Marbach: A:Koselleck

    Nachlass Hans-Georg Gadamer, Deutsches Literatur Archiv Marbach: A:Gadamer

    Nachlass Carl Schmitt, Staatsarchiv Düsseldorf: NCS

    f] Sigle Varie/Sonstiges:

  • XI

    Anmerkung(en): Anm.

    Autori vari: AA. VV.

    Blatt: Bl.

    Confronta: Cfr.

    Deutsche Übersetzung: dt. Übers.

    Foglio: Fl.

    folgend(en): ff.

    Herausgegeben von: Hg.

    Numero/Nummer: Nr.

    Ohne Datum: o.D.

    Pagina/e: p./pp.

    Seite/n: S.

    senza data: s.D.

    senza pagina: s.P.

    traduzione italiana: trad. it.

    Vergleiche: Vgl.

    Volume/i: vol./voll.

    Zum Beispiel: z.B.

  • XII

  • 1

    INTRODUZIONE

    Questa ricerca ha avuto come oggetto la tematizzazione del concetto di ‘crisi’ nella riflessione

    storico-teorica di Reinhart Koselleck. Più precisamente, si è trattato di indagare dal punto di vista

    della storia delle idee il modo in cui uno specifico concetto è stato usato, pensato, disposto

    dall’autore sullo sfondo della sua più generale teoria dello sviluppo storico, che si costituisce come

    il frutto di un costante intreccio tra storia sociale, storia delle strutture e storia dei concetti.

    L’idea di questo lavoro nasce a valle dell’oramai consolidata esistenza, soprattutto in Italia, di un

    proficuo dialogo tra storia concettuale e filosofia politica1, ma anche degli sviluppi che la

    Begriffsgeschichte ha conosciuto in Germania nella seconda metà del Novecento in seguito alla

    dialettica tra la componente più spiccatamente storiografica della disciplina e quella più

    propriamente filosofica. Tentando di connettere produttivamente la ricerca storiografica in senso

    stretto con la storia del pensiero, la Begriffsgeschichte ha fornito un nuovo approccio metodologico

    allo studio dei concetti, dei quali intende indagare l’origine concreta e la collocazione all’interno di

    un contesto storico, sociale e politico determinato. Seppure il termine compaia già in Hegel2, e

    1 A tal proposito è d’obbligo il riferimento al dibattito relativo al rapporto tra storia dei concetti e filosofia politica sviluppato sulle

    pagine della rivista «Filosofia Politica» (in particolare nel fascicolo 1 del 1990, del quale si segnalano i saggi di Sandro Chignola,

    Storia concettuale e filosofia politica. Per una prima approssimazione, in «Filosofia Politica», IV, 1990, 1, pp. 5-35, Maurizio

    Merlo, La forza nel discorso. Note su alcuni problemi metodologici della storiografia del discorso politico, in «Filosofia Politica»,

    IV, 1990, 1, pp. 37-56 e Lorenzo Ornaghi, Sui concetti e le loro proprietà nel discorso politico ‘moderno’, in «Filosofia politica», IV,

    1990, 1, pp. 57-73) e, più nello specifico, al lavoro svolto dalla scuola di Padova, a proposito del quale si rimanda soprattutto ai

    numerosi scritti di Giuseppe Duso e Sandro Chignola. Tra questi, se ne segnalano solo alcuni, particolarmente rilevanti in relazione

    alla ricezione e allo sviluppo che la storia concettuale ha avuto in Italia. Di Duso si vedano: Historisches Lexicon e storia dei

    concetti, in «Filosofia Politica», VIII, 1994, 1, pp. 109-120; Storia concettuale come filosofia politica, in «Filosofia politica», XI,

    1997, 3, pp. 393-426; La logica del potere. Storia concettuale come filosofia politica, Laterza, Roma-Bari 1999; Dalla storia

    concettuale alla filosofia politica, in «Filosofia politica», XXI, 2007, 1, pp. 65-84; per ciò che riguarda i lavori di Chignola, si

    rimanda a: Storia dei concetti e storiografia del discorso politico, in «Filosofia politica», XI, 1997, 1, pp. 99-124; Tra storia delle

    dottrine e filosofia politica. Di alcune modalità della ricezione italiana della Begriffsgeschichte, in «Il pensiero politico», 33, 2000,

    2, pp. 242-264; Begriffsgeschichte in Italy. On the Logic of Modern Political Concepts, in «History of Concepts Newsletter», 3,

    2000, pp. 7-17; History of Political Thought and the History of Political Concepts. Koselleck’s Proposal and Italian Research, in

    «History of Political Thought», 23, 2002, 3, pp. 517-541; Aspetti della ricezione della Begriffsgeschichte in Italia, in Sandro

    Chignola, Giuseppe Duso (a cura di), Sui concetti politici e giuridici della costituzione dell’Europa, Angeli, Milano 2005, pp. 65-

    100. Si vedano anche i seguenti lavori a cura di entrambi: Sandro Chignola, Giuseppe Duso (a cura di), Storia dei concetti, storia del

    pensiero politico. Saggi di ricerca, Editoriale Scientifica, Napoli 2006; Storia dei concetti e filosofia politica, Angeli, Milano 2008.

    Sul rapporto tra filosofia politica e storia dei concetti e sulla specifica vicenda del dibattito italiano sulla Begriffsgeschichte si vedano

    pure Merio Scattola, Storia dei concetti e storia delle discipline politiche, in «Storia della storiografia», 49, 2006, pp. 95-124;

    Roberto Esposito, Storia dei concetti e ontologia dell’attualità, in «Filosofia Politica», XX, 2006, 1, pp. 5-12; Pier Paolo Portinaro,

    «Begriffsgeschichte» e filosofia politica. Acquisizioni e malintesi, in «Filosofia Politica», XXI, 2007, 1, pp. 53-64. Al di fuori del

    contesto italiano si veda, sulla relazione tra storia concettuale e filosofia politica, anche Melvin Richter, Conceptual History

    (Begriffsgeschichte) and Political Theory, in «Political Theory», 14, 1986, pp. 604-637.

    2 Georg Friedrich Wilhelm Hegel, Vorlesungen über die Philosophie der Geschichte, in Id., Werke im zwanzig Bänden, nuova

    edizione a cura di Eva Moldenhauer e Karl Markus Michel, 12 voll., Suhrkamp, Frankfurt am Main 1986, vol. 12, p. 19, trad. it.:

    Lezioni sulla filosofia della storia, a cura di Giovanni Bonacina e Livio Sichirollo, Laterza, Roma-Bari 2003.

  • 2

    nonostante la ricerca lessicografica avesse prodotto già tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo

    studi ascrivibili in qualche modo alla pratica della storia dei concetti3, la disciplina nasce

    compiutamente solo nel corso degli anni Cinquanta del secolo scorso in Germania con la

    fondazione, ad opera di Erich Rothacker, dell’«Archiv für Begriffsgeschichte»4. Questi propone, nel

    primo numero della rivista5, che la storia concettuale assuma come scopo precipuo quello della

    problematizzazione delle questioni filosofiche mediante uno studio storico dei termini e dei

    concetti, dei quali si tratta preliminarmente di indagare l’evoluzione semantica. Legata alla

    riflessione filosofica, e specificatamente dotata di una impostazione di matrice ermeneutica, la

    disciplina si costituisce nel solco del dibattito inaugurato dalla fondazione dell’«Archiv», cui

    partecipa, tra gli altri, Hans-Georg Gadamer, il quale insiste sulla necessità di un approccio storico-

    concettuale per la filosofia, giudicando la Begriffsgeschichte disciplina eminentemente filosofica e

    proponendo una integrazione tra questa e l’ermeneutica6. In questo quadro si assiste al progetto di

    Joachim Ritter e Karlfried Gründer di pubblicare un grande lessico dei concetti filosofici7. Venendo

    intesa come integrazione necessaria per il lavoro filosofico e sviluppandosi in relazione alla

    tradizione ermeneutica, alla storia delle idee e alla filosofia del linguaggio, la storia dei concetti si

    configura anzitutto come pratica propedeutica finalizzata a chiarire il senso specifico che ogni volta

    assumono i termini e a evitare con ciò il rischio di una teoresi filosofica astrattamente fondata su

    concetti perenni8. Parallelamente al progetto di una Begriffsgeschichte filosofica, inoltre, si sviluppa

    in seno alla storiografia il progetto di Otto Brunner, Werner Conze e Reinhart Koselleck, che

    lavorano alla pubblicazione di un grande lessico dei concetti storici fondamentali, con riferimento al

    contesto della Germania moderna9. In questo caso non si tratta di uno studio propedeutico alla

    3 Gustav Teichmüller, Studien zur Geschichte der Begriffe (1874), Olms, Hildesheim 1966; Rudolf Eucken, Geschichte der

    philosophischen Terminologie. Im Umriss dargestellt (1879), in Id., Gesammelte Werke, 14 voll., Olms, Hildesheim 2005-2011, vol.

    9 (2005); Rudolf Eisler, Wörterbuch der philosophischen Begriffe, 3 voll., Mittler, Berlin 1904.

    4 Sulle vicende dell’«Archiv», si rimanda ai volumi 53 del 2011 e 54 del 2012 dello stesso «Archiv für Begriffsgeschichte», nei

    quali viene riproposta, anche mediante documenti inediti, la storia della rivista. Sulla figura di Rothacker di rimanda alla sezione

    Debatten. Erich Rothacker und die Begriffsgeschichte (Dokumentation einer Tagung) del secondo numero del primo volume (2012)

    della rivista «Forum Interdisziplinäre Begriffsgeschichte» (I, 2012, 2, pp. 49-114).

    5 Erich Rothacker, Gleitwort, in «Archiv für Begriffsgeschichte», 1, 1955, pp. 5-9.

    6 Hans-Georg Gadamer, Begriffsgeschichte als Philosophie, in «Archiv für Begriffsgeschichte», 14, 1970, pp. 137-151; Id., Die

    Begriffsgeschichte und die Sprache der Philosophie, Westdeutscher Verlag, Opladen 1971.

    7 Joachim Ritter, Karlfried Gründer (a cura di), Historisches Wörterbuch der Philosophie, 12 voll., Schwabe, Basel-Stuttgart 1971-

    2007 [da questo momento: HWdP].

    8 Su questo punto si rimanda a Gunter Scholtz, Begriffsgeschichte als historische Philosophie und philosophische Historie, in Id. (a

    cura di), Die Interdisziplinarität der Begriffsgeschichte, «Archiv für Begriffsgeschichte», Sonderheft Nr. 1, Felix Meiner Verlag,

    Hamburg 2000, pp. 183-200.

    9 Otto Brunner, Werner Conze, Reinhart Koselleck (a cura di), Geschichtliche Grundbegriffe. Historisches Lexikon zur politisch-

    sozialen Sprache in Deutschland, 8 voll., Klett-Cotta, Stuttgart 1972-1997 [da questo momento: GG]. Lo studio più autorevole

    sull’opera di Brunner, Conze e Koselleck resta il saggio di Christof Dipper, I Geschichtliche Grundbegriffe dalla storia dei concetti

    alla teoria delle epoche storiche, in «Società e storia», 72, 1996, pp. 385-402 (poi in tedesco: Die »Geschichtlichen Grundbegriffe«.

    Von der Begriffsgeschichte zur Theorie der historischen Zeiten, in «Historische Zeitschrift», 270, 2000, pp. 281-316, ora in Hans

    Joas, Peter Vogt [a cura di], Begriffene Geschichte. Beiträge zum Werk Reinhart Kosellecks, Suhrkamp, Berlin 2011 [da questo

    momento: BG], pp. 288-316). Si vedano anche Pierangelo Schiera, Considerazioni sulla Begriffsgeschichte, a partire dai

    “Geschichtliche Grundbegriffe” di Brunner, Conze e Koselleck, in «Storia e società», 72, 1996, pp. 403-411; Gustavo Corni, Storia

    sociale e “Begriffsgeschichte”. Riflessioni a margine, in «Storia e società», 80, 1998, pp. 343-348; Mario Mazza, I “Geschichtliche

  • 3

    discussione filosofica, ma piuttosto di una ricognizione dei significati dei concetti fondamentali del

    linguaggio politico – sostenuta da una precisa ipotesi sulla loro trasformazione moderna – attraverso

    la quale si tratta di mettere in evidenza la parzialità e il portato ideologico di tali parole10

    . Nella

    direzione di uno studio dello sviluppo del linguaggio politico-sociale, stavolta con riferimento al

    contesto francese e non a quello tedesco, si muove pure un terzo lessico, lo Handbuch dei concetti

    politico-sociali in Francia a cura di Rolf Reichardt ed Eberhard Schmitt11

    . Tra il 1955 (anno della

    fondazione dell’ «Archiv») e il 1985 (anno dell’uscita del primo volume dello Handbuch) si

    sviluppa così in area tedesca un vasto dibattito, nel quale vengono definiti problemi metodologici e

    orizzonti teorici della Begriffsgeschichte12

    .

    Quanto a quest’ultimo aspetto va rilevato che le discipline di provenienza hanno la capacità di

    orientare le singole analisi semantiche e stabilirne i campi d’applicazione, sì che lo sviluppo della

    storia concettuale conoscerà negli anni declinazioni molteplici: in forza della varietà di influssi e

    ascendenze, pertanto, essa non è disciplina univocamente determinata, avendo subito nel corso del

    tempo progressive trasformazioni in riferimento alle sue formulazioni teoriche, ancora oggi oggetto

    di dibattito storiografico13

    . Quanto alla definizione dei problemi di metodo, invece, va segnalato

    Grundbegriffe”. Note per una discussione su “Begriffsgeschichte”, “Neue Sozialgeschichte” e storicismo, in «Storia e società», 80,

    1998, pp. 349-369.

    10 Reinhart Koselleck, Einleitung, in GG, vol. 1 (1972), pp. XIII-XXVII.

    11 Rolf Reichardt, Eberhard Schmitt (a cura di), Handbuch politisch-sozialer Grundbegriffe in Frankreich 1680-1820, 20 voll.,

    Oldenbourg Verlag, München 1985-2000.

    12 Per una prima approssimazione del dibattito sulla storia concettuale che si svolge in Germania in questo trentennio, si rimanda ai

    contributi più significativi: Rothacker, Geleitwort, in «Archiv für Begriffsgeschichte», cit.; Joachim Ritter, Leitgedanken und

    Grundsätze des Historischen Wörterbuchs der Philosophie, in «Archiv für Begriffsgeschichte», 11, 1967, pp. 75-80; Id., Vorwort

    (1970), in HWdP, vol. 1 (1971), pp. V-XI; Gadamer, Begriffsgeschichte als Philosophie, cit.; Id., Die Begriffsgeschichte und die

    Sprache der Philosophie, cit.; Helmut G. Meier, Begriffsgeschichte, in HWdP, vol. 1, pp. 787-810; Manfred Sommer, Kritische

    Anmerkungen zu Theorie und Praxis begriffsgeschichtlicher Forschung, in «Archiv für Begriffsgeschichte», 16, 1972, pp. 227-244;

    Heiner Schultz, Einige methodische Fragen der Begriffsgeschichte, in «Archiv für Begriffsgeschichte», 17, 1973, pp. 221-231;

    Helmut Berding, Begriffsgeschichte und Sozialgeschichte, in «Historische Zeitschrift», 223, 1976, pp. 98-110; Michael Stürmer,

    Begriffsgeschichte oder der Abschied von der schönen neuen Welt, in «Der Staat», 17, 1978, pp. 272-280; Reinhart Koselleck,

    Vorwort, in Id. (a cura di), Historische Semantik und Begriffsgeschichte, Klett-Cotta, Stuttgart 1979 [da questo momento: HSB], pp.

    5-6; Id., Einleitung, in HSB, pp. 9-16; Horst Günther, Auf der Suche nach einer Theorie der Begriffsgeschichte, in HSB, pp. 102-120;

    Ernst Wolfgang Orth, Theoretische Bedingungen und methodische Reichweite der Begriffsgeschichte, in HSB, pp. 136-153; Hans-

    Ulrich Wehler, Geschichtswissenschaft heute, in Jürgen Habermas (a cura di), Stichworte zur „Geistigen Situation der Zeit“, vol. 2,

    Suhrkamp, Frankfurt am Main 1979, pp. 709-753; Rolf Reichardt, Zur Geschichte politisch-sozialer Begriffe in Frankreich zwischen

    Absolutismus und Restauration. Vorstellung eines Forschungsvorhabens, in «Zeitschrift für Literaturwissenschaft und Linguistik»,

    47, 1982, pp. 49-72; Id., Einleitung, in Reichardt, Schmitt, Handbuch politisch-sozialer Grundbegriffe in Frankreich, cit., vol. 1/2

    (1985), pp. 39-148.

    13 Per una ricostruzione storica del dibattito sulla Begriffsgeschichte si vedano, tra i contributi più recenti sull’argomento: Riccardo

    Pozzo, Marco Sgarbi (a cura di), Eine Typologie der Formen der Begriffsgeschichte, «Archiv für Begriffsgeschichte», Sonderheft Nr.

    7, Felix Meiner Verlag, Hamburg 2010; Willibald Steinmetz, Vierzig Jahre Begriffsgeschichte – The State of the Art, in Heidrun

    Kämper, Ludwig M. Eichinger (a cura di), Sprache – Kognition – Kultur, de Gruyter, Berlin 2008, pp. 174-197; Lucian Hölscher,

    The Concepts of Conceptual History (Begriffsgeschichte) and the “Geschichtliche Grundbegriffe”, in «Concept and

    Communication», 1/2, 2008, pp. 179-198; Faustino Oncina Coves (a cura di), Teorías y practicas de la historia conceptual, Plaza y

    Valdés Editores, Madrid-Mexico City 2008; Luca Scuccimarra, La Begriffsgeschichte e le sue radici intellettuali, in «Storica», X,

    1998, 4, pp. 7-99; Feres Jr. João, Marcelo G. Jasmin (a cura di), História dos Conceitos: Diálogos Transatlânticos, Editora PUCRio,

    Rio de Janeiro 2007; Hans Ulrich Gumbrecht, Dimensionen und Grenzen der Begriffsgeschichte, Fink, München 2006; Kari Palonen,

    Historische Begriffe und analytische Kategorien: Anmerkungen zur „Politisierung“ der Begriffe und zum Sprechakt „Politisierung“,

    in «Scientia Poetica: Jahrbuch für Geschichte der Literatur und der Wissenschaften», X, 2006, pp. 318-331; Dominik Brückner, Zum

    Begriffsbegriff der Begriffsgeschichte. Fragen eines Lexikologen an die Begriffsgeschichte, in «Scientia Poetica: Jahrbuch für

    Geschichte der Literatur und der Wissenschaften», X, 2006, pp. 66-100; Kari Palonen, The Politics of Conceptual History, in

    «Contributions to the History of Concepts», I, 2005, 1, pp. 37-50; Sandro Chignola, Redescribing Political Concepts: History of

    Concepts and Politics, in «Contributions to the History of Concepts», I, 2005, 1, pp. 245-251; Ernst Müller (a cura di),

  • 4

    che, avendo la storia concettuale a che fare con i significati dei termini, e in particolare con la loro

    variazione, la fondazione metodologica della disciplina si serve produttivamente delle acquisizioni

    della semantica storica, recependo da questa l’attitudine allo studio sulla evoluzione dei significati e

    applicandola a campi specifici del sapere (per l’appunto la filosofia, il linguaggio politico-sociale, i

    concetti storici)14

    . Benché formalmente distinte, così, storia concettuale e semantica storica spesso

    si sovrappongono, producendo una fertile collaborazione capace di assecondare la naturale

    vocazione interdisciplinare della Begriffsgeschichte, che non è da intendersi solamente come

    elemento specificatamente interno a quest’ultima (che, come visto, conosce una declinazione

    filosofica e una più specificatamente storico-politica), ma anche con riferimento al rapporto tra essa

    e quelle discipline che hanno come oggetto privilegiato di riflessione i significati e la loro

    trasformazione immanente al linguaggio, come la metaforologia e la Diskursgeschichte15

    . Nel

    campo della ricerca storico-concettuale, del resto, l’interdisciplinarietà è oggi un elemento tanto

    rivendicato sul piano della metodologia quanto praticato su quello della ricerca concreta, sullo

    sfondo del presupposto che essa sia in grado di produrre elementi di innovazione nel dibattito

    scientifico, ponendo di fatto la storia dei concetti al confine tra campi di saperi in continua tensione

    tra loro16

    .

    Begriffsgeschichte im Umbruch?, «Archiv für Begriffsgeschichte», Sonderheft Nr. 4, Felix Meiner Verlag, Hamburg 2004; Lucian

    Hölscher, The Theory and Method of German „Begriffsgeschichte“ and Its Impact on the Construction of an European Political

    Lexicon, in «History of Concepts Newsletter», 6, 2003, pp. 3-7; Carsten Dutt (a cura di), Herausforderungen der Begriffsgeschichte,

    Winter, Heidelberg 2003. Più datati, ma ugualmente utili, sono i contributi di Jeremy Rayner, On Begriffsgeschichte, in «Political

    Theory», 16, 1988, pp. 496-501; Melvin Richter, Understanding Begriffsgeschichte. A Rejoinder, in «Political Theory», 17, 1989, pp.

    296-301; Irmline Veit-Brause, A Note on Begriffsgeschichte, in «History and Theory», 20, 1981, pp. 61-67; James Sheehan,

    Begriffsgeschichte: Theory and Practice, in «Journal of Modern History», 50, 2, 1978, pp. 312-319.

    14 Già nel dibattito degli anni Settanta del secolo scorso troviamo ampi riferimenti alla relazione tra storia concettuale e semantica

    storica, ad esempio nel citato volume a cura di Koselleck, Historische Semantik und Begriffsgeschichte, all’interno del quale si

    segnalano, rispetto a questo problema, i contributi di Heiner Schultz (Begriffsgeschichte und Argumentationsgeschichte, pp. 43-74),

    di Dietrich Hilger (Begriffsgeschichte und Semiotik, pp. 121-135), di Karlheinz Stierle (Historische Semantik und die

    Geschichtlichkeit der Bedeutung, pp. 154-189), di Michael Giesecke (Schriftsprache als Entwicklungsfaktor in Sprach- und

    Begriffsgeschichte, pp. 262-302). Una fonte di primo piano per la riflessione koselleckiana sulla semantica storica è Richard

    Koebner, Semantics and Historiography, in «Cambridge Journal», 7, 1953, pp. 131-144. Sul rapporto tra storia concettuale e

    semantica storica, si vedano anche: Dietrich Busse, Text – Sprache – Wissen. Perspektiven einer linguistischen Epistemologie als

    Beitrag zur historischen Semantik, in «Scientia Poetica: Jahrbuch für Geschichte der Literatur und der Wissenschaften», X, 2006, pp.

    101-137; Rolf Reichardt, Historische Semantik zwischen lexicométrie und New Cultural History, in Id., Aufklärung und Historische

    Semantik. Interdisziplinäre Beiträge zur westeuropäischen Kulturgeschichte, Duncker&Humblot, Berlin 1998, pp. 7-28; Nicola

    Auciello, Roberto Racinaro, Storia dei concetti e semantica storica, Edizioni Scientifiche italiane, Napoli 1990; Dietrich Busse,

    Historische Semantik. Analyse eines Programms, Klett-Cotta, Stuttgart 1987; Eugen Coș eriu, Sincronía, diacronía e historia. El problema del cambio lingüístico , Montevideo 1958, trad. it.: Sincronia, diacronia e storia, Bollati

    Boringhieri, Torino 1981.

    15 Sulla possibilità di una integrazione – o comunque di un confronto critico – tra la prospettiva storico-concettuale e quella propria

    di altri approcci (come la metaforologia e la Diskursgeschichte), che pure mettono al centro l’indagine storico-semantica del

    linguaggio (anche se non concettuale), si vedano: Matthias Kross, Rüdiger Zill (a cura di), Metapherngeschichten. Perspektiven

    einer Theorie der Unbegrifflichkeit, Parerga, Berlin 2011; Philipp Sarasin, Geschichtswissenschaft und Diskursanalyse, Suhrkamp,

    Frankfurt am Main 2003; Hans Erich Bödeker (a cura di), Begriffsgeschichte, Diskursgeschichte, Metapherngeschichte, Wallstein,

    Göttingen 2002; Hans Blumenberg, Begriffe in Geschichten, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1998, trad. it.: Concetti in storie,

    Medusa, Milano 2004; Dietrich Busse, Fritz Hermanns, Wolfgang Teubert, Begriffsgeschichte und Diskursgeschichte.

    Methodenfragen und Forschungsergebnisse der historischen Semantik, Westdeutscher Verlag, Opladen 1994; Clemens Knobloch,

    Überlegungen zur Theorie der Begriffsgeschichte aus sprach- und kommunikationswissenschaftlicher Sicht, in «Archiv für

    Begriffsgeschichte», 35, 1992, pp. 7-24; Hans Blumenberg, Paradigmen zu einer Metaphorologie (1960), Suhrkamp, Frankfurt am

    Main 1998, trad. it.: Paradigmi per una metaforologia, Il Mulino, Bologna 1969.

    16 Sui tentativi più recenti di caratterizzare la storia dei concetti sul piano interdisciplinare si vedano, oltre a Christoph Strosetzki (a

    cura di), Literaturwissenschaft als Begriffsgeschichte, «Archiv für Begriffsgeschichte», Sonderheft Nr. 8, Felix Meiner Verlag,

  • 5

    A questo proposito è bene chiarire, a scanso di equivoci, che la Begriffsgeschichte nella sua

    versione koselleckiana non può essere fraintesa come mera analisi del discorso (ancorché del

    discorso politico), né come mera teoria linguistica, se è vero che essa è particolarmente sensibile

    alla relazione costitutiva tra studio dei concetti e storia sociale, sì che solo erroneamente si può

    sussumere l’esperienza della storia dei concetti koselleckiana (e tedesca in generale) al paradigma

    del linguistic turn17

    . Le trasformazioni linguistiche sono sempre da ascrivere, per Koselleck, a ciò

    che concretamente avviene nella storia sociale, tanto che la storia concettuale è da intendersi come

    disciplina ausiliare di quella. Il rapporto tra storia e concetti si determina, con ciò, al di fuori di

    qualsiasi riduzionismo: né è possibile affermare che il linguaggio è un fatto meramente linguistico,

    o addirittura che il fatto storico si riduca a linguaggio; né, per contro, è possibile affermare che il

    Hamburg 2010 e a Gunter Scholtz (a cura di), Die Interdisziplinarität der Begriffsgeschichte, «Archiv für Begriffsgeschichte»,

    Sonderheft Nr. 1, cit., le ricerche degli studiosi del Zentrum für Literatur- und Kulturforschung di Berlino, che da anni lavorano in

    direzione di una comprensione interdisciplinare della Begriffsgeschichte, in particolare attraverso il progetto di ricerca Theorie und

    Konzept einer interdisziplinären Begriffsgeschichte, diretto da Ernst Müller; la pubblicazione di un lessico interdisciplinare

    (Historisches Wörterbuch interdisziplinären Begriffe: http://www.begriffsgeschichte.de/doku.php), finalizzato alla stesura di un

    dizionario di concetti appartenenti a diverse discipline, è al centro del progetto del gruppo; il Zentrum ha collaborato anche alla

    pubblicazione di un dizionario di concetti estetici (Karlheinz Barck, Martin Fontius, Friedrich Wolfzettel, Burkhart Steinwachst,

    Ästhetische Grundbegriffe. Ein Historisches Wörterbuch in sieben Bänden, Metzler Verlag, Stuttgart-Weimar 2000-2005), e un suo

    membro, Georg Toepfer, ha recentemente curato la pubblicazione di un lessico storico di concetti biologici (Historisches Wörterbuch

    der Biologie. Geschichte und Theorie der biologischen Grundbegriffe, 3 voll., Metzler Verlag, Stuttgart-Weimar 2011); tra i lavori

    più significativi dei ricercatori del Zentrum relativi alla dimensione interdisciplinare della storia concettuale, si rimanda a: Ernst

    Müller, Falko Schmieder, Interdisziplinäre Begriffsgeschichte. Zum historischen Index eines unabgegoltenen Programms, in

    «Trajekte», XII, 2012, 24, pp. 4-10; Ernst Müller, Introduction. Interdisciplinary Concepts and their political significance, in

    «Contributions to the History of Concepts», VI, 2011, 2, pp. 42-52; Ernst Müller, Falko Schmieder (a cura di), Begriffsgeschichte

    der Naturwissenschaften. Zur historischen und kulturellen Dimension naturwissenschaftlicher Konzepte, de Gruyter, Berlin 2008;

    Ernst Müller, Das Konzept einer Interdisziplinären Begriffsgeschichte. Am Beispiel von ‚Information‘, in «Jahrbuch der

    Geisteswissenschaftlichen Zentren e.V. 2006», Berlin 2008, p. 8; Ernst Müller, Falko Schmieder, Begriffsgeschichte im kleinen

    Grenzverkehr der Disziplinen, in Sigrid Weigel (a cura di), «Trajekte Extra: 10 Jahre ZfL», Berlin 2006, pp. 71-73. Più in generale si

    rimanda, per ciò che concerne gli sviluppi attuali della storia concettuale, a Javier Fernández Sebastián, Political concepts and time:

    new approaches to conceptual history, Cantabria University Press, Santander 2011 e a Melvin Richter, Begriffsgeschichte Today –

    An Overview, in «Finnish Yearbook of Political Thought», 3, 1999, pp. 13-27. Riguardo i più recenti sviluppi della

    Begriffsgeschichte, inoltre, è da segnalare il fatto che da diversi anni è attivo un gruppo di ricerca internazionale, lo History of

    Political and Social Concepts Group (HPSCG), che lavora per uno sviluppo della disciplina nel quadro scientifico odierno, tentando

    di connettere tanto le diverse prospettive nazionali cui la storia concettuale si è declinata quanto i differenti approcci disciplinari. Per

    una prima approssimazione del profilo di ricerca di questo gruppo e dello stato dell’arte della storia concettuale oggi, si rimanda ai

    primi sette numeri della rivista di riferimento del gruppo, i già citati «Contributions to the History of Concepts», I-VII, 2005-2013; si

    veda in particolare la discussione presente sul primo numero del settimo volume (2012): Geschichtliche Grundbegriffe Reloaded?

    Writing the Conceptual History of the Twentieth Century, in «Contributions to the History of Concepts», VII, 2012, 1, pp. 78-128,

    che raccoglie interventi di Stefan-Ludwig Hoffman e Kathrin Kollmeier (Introduction, pp. 79-86), di Willibald Steinmetz (Some

    Thoughts on a History of Twentieth-Century German Basic Concepts, pp. 87-100), di Philipp Sarasin (Is a “History of Basic

    Concepts of the Twentieth Century” Possible? A Polemic, pp. 101-110), di Alf Lüdtke (History of Concepts, New Edition. Suitable

    for a Better Understanding of Modern Times?, pp. 111-117), di Christian Geulen (A Reply, pp. 118-128); il tema della discussione

    riguarda la praticabilità di una storia dei concetti estesa al XX secolo, la cui proposta viene da Christian Geulen, Plädoyer für eine

    Geschichte der Grundbegriffe des 20. Jahrhunderts, in «Zeithistorische Forschungen», 7, 2010, pp. 79–97. Sui differenti contesti

    nazionali e geografici entro i quali si sono sviluppate diverse modalità operative della storia dei concetti e sulla possibilità, tutt’altro

    che scontata, che il paradigma della Begriffsgeschichte possa essere esportabile oltre i confini tedeschi, si veda Iain Hampsher-Monk,

    Karin Tilmans, Frank van Vree (a cura di), History of Concepts. Comparative Perspectives, Amsterdam University Press,

    Amsterdam 1998.

    17 Richard Rorty (a cura di), The Linguistic Turn: Recent Essays in Philosophical Method, The University of Chicago Press,

    Chicago-London 1967, trad. it.: La svolta linguistica, Garzanti, Milano 1994. Sulle conseguenze della cosiddetta svolta linguistica

    nella storiografia, si rimanda a: Georg Iggers, Zur „linguistischen Wende“ im Geschichtsdenken und in der Geschichtsschreibung, in

    «Geschichte und Gesellschaft», 21, 1995, pp. 557-570 e John E. Toews, Intellectual History after the Linguistic Turn: The

    Autonomy of Meaning and the Irreducibility of Experience, in «The American Historical Review», 92, 1987, 4, pp. 879–907; si veda

    sul tema l’ottima sintesi di Luca Scuccimarra, presente nel già citato lavoro su La Begriffsgeschichte e le sue radici intellettuali, cit.,

    in particolare pp. 8-21.

    http://www.begriffsgeschichte.de/doku.phphttp://www.jyu.fi/yhtfil/redescriptions/Yearbook%201999/Richter%20M%201999.pdfhttp://www.jyu.fi/yhtfil/redescriptions/Yearbook%201999/Richter%20M%201999.pdf

  • 6

    linguaggio è un prodotto esclusivamente epifenomenico del mondo sociale, o addirittura che esso è,

    in quanto epifenomeno, mera parvenza, irrilevante ai fini della determinazione dei rapporti

    essenziali dell’agire storico18

    . Piuttosto, il linguaggio si produce storicamente, e la storia possiede

    anche articolazioni linguistiche, sì che non si dà linguaggio senza storia e non si dà, per contro, una

    storia completamente priva di linguaggio.

    Sussiste tra storia e linguaggio, in definitiva, un rapporto ambivalente, duplice, dialettico. Per un

    verso è chiaro che il linguaggio e i concetti sono geneticamente ancorati a un contesto storico,

    avendo una origine concreta e storicamente determinata. Questa convinzione, si badi, non si limita a

    farsi portavoce di un generico storicismo, di cui anzi Koselleck, recependo la lezione di Carl

    Schmitt, è veemente critico; dire che i concetti sono storicamente determinati significa piuttosto

    sostenere che essi hanno una origine concreta, effettiva, esistenziale: essi sono ancorati alla

    politicità della dimensione linguistica, motivo per il quale svelare la dimensione storica dei concetti

    significa svelarne, ogni volta, la costituzione politica; politica in senso, ancora, eminentemente

    schmittiano, ovvero: atta a indicare il conflitto irriducibile tra parti avverse. In questo senso, e qui

    siamo al secondo lato del rapporto tra parole e realtà, i concetti non sono solo indicatori di un

    movimento storico, essendo a loro volta elementi attivi, che condizionano la realtà. Un concetto

    politico – e in special modo i concetti temporalizzati della filosofia della storia – non si limita cioè a

    sintetizzare esperienze, ma si propone di generare specifiche forme della prassi politica. Questo

    rapporto vale, in generale, per il linguaggio tout court; esso è un prodotto dell’esperienza storica,

    ma è, al contempo, una sua componente fondamentale; Koselleck esprime questa convinzione nella

    massima secondo cui non vi sarebbe storia senza linguaggio: il più concreto e puro fatto storico non

    sarebbe possibile, nella sua mera materialità, senza un presupposto linguistico; tutti gli atti storici (si

    pensi a una battaglia o a una rivoluzione) sarebbero impensabili senza le articolazioni linguistiche e

    gli atti comunicativi che sostanziano gli eventi della storia sociale. In tal senso la disciplina

    storiografica ha un compito almeno duplice: quando riflette, indaga, analizza, essa lo fa per mezzo

    di categorie concettuali e di articolazioni linguistiche; esse devono pertanto disporsi a riflettere non

    18 A questo proposito si vedano: Reinhart Koselleck, Begriffsgeschichte und Sozialgeschichte, in Peter Christian Ludz (a cura di),

    Soziologie und Sozialgeschichte. Aspekte und Probleme, Westdeutscher Verlag, Opladen 1972, pp. 116-133, ora in Reinhart

    Koselleck, Vergangene Zukunft. Zur Semantik geschichtlicher Zeiten, Suhrkamp, Frankfurt am Main 1979 [da questo momento: VZ],

    pp. 107-129, trad. it.: Storia dei concetti e storia sociale, in Reinhart Koselleck, Futuro Passato. Per una semantica dei tempi storici,

    trad. it. di Anna Marietti Solmi, Clueb, Bologna 2007 [da questo momento: FP], pp. 91-109; Reinhart Koselleck, Vorwort, cit., in

    HSB; Id., Einleitung, cit., in HSB; Id., Sozialgeschichte und Begriffsgeschichte, in Wolfang Schieder, Volker Sellin (a cura di),

    Sozialgeschichte in Deutschland. Entwicklungen und Perspektiven im internationalen Zusammenhang, vol. 1,

    Vandenhoeck&Ruprecht, Göttingen 1986, pp. 89-109, ora in Reinhart Koselleck, Begriffsgeschichten: Studien zur Semantik und

    Pragmatik der politischen und sozialen Sprache, Suhrkamp, Frankfurt am Main 2006 [da questo momento: BsG], pp. 9-31, trad. it.:

    Storia sociale e storia concettuale, in Reinhart Koselleck, Il vocabolario della modernità. Progresso, crisi, utopia e altre storie di

    concetti, a cura di Luca Scuccimarra, Il Mulino, Bologna 2009 [da questo momento: VdM], pp. 3-26; Reinhart Koselleck, Stichwort:

    Begriffsgeschichte, in Stefan Jordan (a cura di), Lexikon Geschichtswissenschaft. Hundert Grundbegriffe, Reclam, Stuttgart 2002, pp.

    40-44, ora in BsG, pp. 99-102; Reinhart Koselleck, Die Geschichte der Begriffe und Begriffe der Geschichte, in Carsten Dutt (a cura

    di), Herausforderungen der Begriffsgeschichte, cit., pp. 3-16, ora in BsG, pp. 56-76, trad. it.: La storia dei concetti e i concetti della

    storia, in VdM, pp. 27-48.

  • 7

    solo sui fatti, ma anche su se stesse, cioè sul linguaggio che storicamente si è sedimentato e sulle

    trasformazioni epocali che in esso si sono determinate19

    .

    È questa specificità a caratterizzare la via koselleckiana alla storia dei concetti e all’analisi del

    discorso politico, sulla base della quale essa non si distingue soltanto da altre declinazioni interne

    alla storiografia nazionale o alla tradizione culturale tedesca, ma soprattutto dalla storiografia del

    pensiero politico anglosassone, praticata a Cambridge da John Greville Agard Pocock e Quentin

    Skinner, con la quale però pure è entrata in contatto, anche se polemicamente, lasciando talvolta

    intravedere la possibilità di una collaborazione o, almeno, di una integrazione20

    .

    A ciò va aggiunto che la via koselleckiana alla storia concettuale si dota, nel suo ancoramento

    all’idea della storicità radicale dei significati e, inoltre, della loro derivazione concreta da contesti

    d’azione politico-sociale, di un metodo di analisi genetica sulla origine delle parole che intende

    mostrare la qualità semantica dei concetti nella loro costituzione materiale, ponendosi così in

    polemica, anche aspra, con la storia delle idee: in effetti per Koselleck si tratta di studiare non già le

    idee in quanto tali, ma piuttosto il modo in cui si forma e agisce praticamente una specifica gamma

    di termini e di parole, ovvero i concetti del linguaggio politico-sociale, che non possono essere

    intesi come presunte unità astrattamente esistenti al di fuori del loro contesto concreto; con ciò,

    19 Per queste considerazioni si rimanda ai testi della nota precedente.

    20 Di Quentin Skinner si vedano almeno: The Foundations of Modern Political Thought, 2 voll., Cambridge University Press,

    Cambridge 1978, trad. it.: La fondazione del pensiero politico moderno, Il Mulino, Bologna 1989 e Visions of Politics, 3 voll.,

    Cambridge University Press, Cambridge 2002. Di John Greville Agard Pocock si vedano almeno: Politics, Language and Time:

    Essays on Political Thought and History, Methuen, London 1972, trad. it.: Politica, linguaggio e storia: scritti scelti, Edizioni di

    Comunità, Milano 1990; The Machiavellian Moment: Florentine Political Thought and the Atlantic Republican Tradition, Princeton

    University Press, Princeton 1975, trad.it.: Il momento machiavelliano: il pensiero politico fiorentino e la tradizione repubblicana

    anglosassone, 2 voll., Il Mulino, Bologna 1980; Virtue, Commerce and History: Essays on Political Thought and History Chiefly in

    the Eighteenth Century, Cambridge University Press, Cambridge 1985. Un confronto tra la prospettiva koselleckiana e quella della

    scuola di Cambridge è offerto da Kari Palonen in The History of Concepts as a Style of political Theorizing. Quentin Skinner’s and

    Reinhart Koselleck’s Subversion of Normative Political Theory, in «European Journal of Political Theory», 1, 2002, pp. 96-111 e in

    Rhetorical and Temporal Perspectives on Conceptual Change. Theses on Q. Skinner and R. Koselleck, in «Finnish Yearbook of

    Political Thought», 3, 1999, pp. 41-59. Lo studio più autorevole sull’argomento è quello di Melvin Richter, The History of Political

    and Social Concepts. A Critical Introduction, Oxford University Press, New York-Oxford 1995. Lo stesso Richter aveva già

    proposto una integrazione tra storiografia del pensiero politico e storia concettuale in Reconstructing the History of Political

    Languages: Pocock, Skinner and the Geschichtliche Grundbegriffe, in «History and Theory», XXIX, 1990, 1, pp. 38-70. Nel 1992

    Pocock e Koselleck hanno avuto modo di dialogare a Washington all’interno di una conferenza organizzata dal German Historical

    Institute in occasione della pubblicazione dell’ottavo volume dei Geschichtliche Grundbegriffe. I testi degli interventi di Pocock e

    Koselleck (John Greville Agard Pokock, Concepts and Discourses: A Difference in Culture? Comment on a Paper by Melvin

    Richter; Reinhart Koselleck, A Response to Comments on the Geschichtliche Grundbegriffe) sono ora in Hartmut Lehmann, Melvin

    Richter, The Meaning of Historical Terms and Concepts. New Studies on Begriffsgeschichte, German Historical Institute,

    Washington 1996, pp. 47-70. Sul terzo numero dell’undicesimo volume di «Filosofia Politica» (XI, 1997, 3) sono presenti le

    traduzioni dei due interventi (John Greville Agard Pocock, Concetti e discorsi politici: differenze di “cultura”? A proposito di un

    intervento di Melvin Richter, pp. 371-382; Reinhart Koselleck, Una risposta ai commenti sui Geschichtliche Grundbegriffe, pp. 383-

    391), ma anche il testo di Richter che aveva introdotto i lavori dell’incontro di Washington (Melvin Richter, Appreciating a

    Contemporary Classic. The Geschichtliche Grundbegriffe and Future Scholarship, in Lehmann, Richter [a cura di], New Studies on

    Begriffsgeschichte, cit., pp. 7-19, poi anche in «Finnish Yearbook of Political Thought», 1, 1997, pp. 25-38): Un classico

    contemporaneo: I «Geschichtliche Grundbegriffe» e il futuro della ricerca storica, pp. 359-369. Sull’incontro di Washington si veda

    pure Melvin Richter, Opening a Dialogue and Recognizing an Achievement. A Washington Conference on the “Geschichtliche

    Grundbegriffe”, in «Archiv für Begriffsgeschichte», 39, 1996, pp. 19-26.

    http://www.jyu.fi/yhtfil/redescriptions/Yearbook%201997/Richter%201997.pdfhttp://www.jyu.fi/yhtfil/redescriptions/Yearbook%201997/Richter%201997.pdf

  • 8

    Koselleck intende praticare un tipo di ricerca radicalmente opposta a quella teorizzata dalla storia

    delle idee, soprattutto nella versione datane da Arthur Oncken Lovejoy21

    .

    Proprio per questo può apparire paradossale, almeno in prima battuta, che ci si proponga di svolgere

    un lavoro di storia delle idee su Koselleck, se è vero che la storia concettuale si è costruita anzitutto

    in polemica con questo tipo di pratica storiografica. Tuttavia, Koselleck non è soltanto uno storico

    dei concetti. Attraverso questa pratica storiografica, infatti, egli non si limita a presentare

    argomentazioni di ordine metodologico oppure a praticare singole storie concettuali; da esse, infatti,

    Koselleck intende verificare una serie di ipotesi teoriche di alto profilo, che riguardano la teoria del

    linguaggio – e, come brevemente accennato, del rapporto tra linguaggio e storia –, ma che

    forniscono pure una ipotesi sulla genesi del mondo moderno, fino ad arrivare alla posizione di una

    antropologia e di una teoria delle condizioni di possibilità dell’agire storico. In questo senso siamo

    di fronte a una riflessione variegata, la quale può certamente essere indagata nella sua complessità,

    nei suoi sviluppi, nelle sue discontinuità e nelle sue problematiche fondamentali mediante un

    approccio propriamente tipico della storia delle idee.

    Attraverso la storia concettuale Koselleck perviene anzitutto a una duplice ipotesi periodizzante: in

    primo luogo ritiene di poter individuare una Sattelzeit, ovvero un’«epoca sella», compresa tra XVIII

    e XIX secolo, nella quale avverrebbe la trasformazione semantica dei concetti politici in senso

    compiutamente moderno; in secondo luogo la genesi del mondo moderno è datata in corrispondenza

    della Rivoluzione Francese e della Rivoluzione Industriale: solo allora, e non prima, si

    determinerebbe quello Strukturwandel, quella trasformazione strutturale che autorizza a parlare

    compiutamente di nascita del mondo moderno e di età moderna22

    .

    21 Arthur Oncken Lovejoy, The Great Chain of Being. A Study of the History of an Idea (1933), Harvard University Press,

    Cambridge 1961, trad. it.: La grande catena dell’essere, Feltrinelli, Milano 1981. Sul rapporto tra storia concettuale e storia delle

    idee si vedano: Keith Tribe, The Geschichtliche Grundbegriffe Project. From History of Ideas to Conceptual History, in

    «Comparative Studies in Society and History», 31, 1989, pp. 180-184; Melvin Richter, Begriffsgeschichte and the History of Ideas,

    in «Journal of the History of Ideas», XLVIII, 1987, 2, pp. 247-263; Donald R. Kelley, Horizons of Intellectual History: Retrospect,

    Circumspect, Prospect, in «Journal of the History of Ideas», 48, 1987, 1, pp. 143-169; Maurice Mandelbaum, The History of Ideas.

    Intellectual History, and the History of Philosophy, in «History and Theory», 5, 1965, pp. 33-66.

    22 L’ipotesi di una Sattelzeit, cioè di un’«epoca sella», è in Koselleck, Einleitung, cit., in GG, p. XV; per ciò che riguarda lo

    Strukturwandel moderno, invece, si vedano: Reinhart Koselleck, »Neuzeit«. Zur Semantik moderner Bewegungsbegriffe, in Id. (a

    cura di), Studien zur Beginn der modernen Welt, Klett-Cotta, Stuttgart 1977, pp. 264-299, ora in VZ, pp. 300-348, trad. it. di Antonio

    Furlanetto: «Età moderna». Sulla semantica di moderni concetti dinamici, in Reinhart Koselleck (a cura di), Studi sugli inizi del

    mondo moderno, Vita e Pensiero, Milano 1997, pp. 349-396, tradotto anche con il titolo di «Età moderna». Sulla semantica dei

    moderni concetti di movimento [da questo momento: N], in FP, pp. 258-299; Id., Das achtzehnte Jahrhundert als Beginn der Neuzeit,

    in Reinhart Koselleck, Reinhart Herzog (a cura di), Epochenschwelle und Epochenbewußtsein. Poetik und Hermeneutik, vol. 12,

    Fink, München 1987, trad. it.: Il secolo XVIII come inizio dell’età moderna, in «Studi settecenteschi», 3/4, 1982/1983, pp. 9-23 [da

    questo momento: XVIII]; Id., Wie neu ist die Neuzeit?, in «Historische Zeitschrift», 251, 1990, pp. 539-552, ora in Reinhart

    Koselleck, Zeitschichten. Studien zur Historik, Suhrkamp, Frankfurt am Main 2000 [da questo momento: SzH], pp. 225-239. Di

    quest’ultimo saggio [da questo momento: WnN] esistono anche una versione giornalistica più corta (Reinhart Koselleck, Wie neu ist

    die Neuzeit?, in «Frankfurter Allgemeine Zeitung», 30. Juni 1990, Nr. 149, s.P.) e una versione più lunga, corrispondente alla

    relazione tenuta da Koselleck nel 1989 sul tema (Reinhart Koselleck, Wie neu ist die Neuzeit?, in Stiftung Historisches Kolleg [a cura

    di], Schriften des Historischen Kollegs, Dokumentationen 7, dritte Verleihung des Preises des Historischen Kollegs [1989], München

    1991, pp. 37-52). Sulla Sattelzeitthese koselleckiana si vedano in particolare: Helge Jordheim, »Unzählbar viele Zeiten«. Die

    Sattelzeit im Spiegel der Gleichzeitigkeit des Ungleichzeitigen, in BG, pp. 449-480; Peter Vogt, Kontingenz und Zufall in der

  • 9

    La riflessione sulla periodizzazione, inoltre, conduce a Koselleck a porre in maniera radicale la

    domanda relativa alla relazione tra tempo e storia. Il problema delle epoche e della loro datazione,

    in effetti, inerisce alla cronologia, disciplina certo necessaria, ma a giudizio di Koselleck solo

    ancillare e ausiliaria. Con una originale reinterpretazione della riflessione heideggeriana contenuta

    in Essere e Tempo e relativa al rapporto tra la Zeitlichkeit, cioè la temporalità, e la

    Geschichtlichkeit, cioè la storicità23

    , Koselleck fornisce una specifica teoria dei tempi storici, che è

    uno dei lati più originali della sua riflessione teorica24

    . Il tempo storico, questa l’ipotesi, è qualcosa

    che eccede il tempo cronologico, poiché i gruppi e le unità d’azione politica che agiscono nella

    storia lo fanno secondo un ritmo di sviluppo e una velocità che sono ogni volta differenti e specifici

    e, quindi, incomparabili. In altre parole: benché portatori, certo, della stessa misura quantitativa,

    non tutti gli istanti del tempo sono identici e dotati della stessa qualità, poiché in alcuni di essi si

    determinano esperienze che trasformano qualitativamente la vicenda storica. In ragione di ciò, la

    cronologia è naturalmente insuperabile e necessaria, ma non sufficiente, in quanto non dà conto

    delle differenti velocità, cioè delle accelerazioni e delle decelerazioni, che si producono nel

    processo storico. Cosa sia un tempo storico si determina, per Koselleck, attraverso l’indagine della

    relazione formale tra lo spazio d’esperienza e l’orizzonte d’aspettativa. Per schematizzare, si può dir

    così: se fino al XVIII secolo questa relazione è determinata, nelle sue linee generali, in termini

    statici, sì che l’orizzonte d’aspettativa è interamente dedotto dall’esperienza (poiché si vive nella

    certezza del topos della historia magistra vitae), a partire dalla fine del XVIII l’orizzonte futuro si

    determina in maniera del tutto separata dallo spazio d’esperienza; esso si trasforma, acquisendo una

    struttura radicalmente temporalizzata, cioè dinamica, e non più statica: in ragione dello sviluppo

    delle utopie e delle filosofie della storia progressive, l’orizzonte d’aspettativa è evocato e

    profetizzato, non già calcolato e dedotto sulla base dell’esperienza; la Storia, oramai, coincide con il

    Geschichte – Eine Auseinandersetzung mit Reinhart Kosellecks Deutung der Sattelzeit, in BG, pp. 514-556; Jörn Leonhard,

    Erfahrungsgeschichten der Moderne: Von der komparativen Semantik zur Temporalisierung europäischer Sattelzeiten, in Ute

    Schneider, Lutz Raphael (a cura di), Dimensionen der Moderne. Festschrift für Christof Dipper, Peter Lang Verlag, Frankfurt am

    Main-Berlin-Bruxelles-New York-Oxford-Wien 2008, pp. 549-566; Gabriel Motzkin, On the Notion of Historical (Dis)Continuity.

    Reinhart Koselleck’s Construction of the Sattelzeit, in «Contributions to the History of Concepts», I, 2005, pp. 145-158. Per ciò che

    concerne più in generale il problema della periodizzazione in Koselleck si rimanda a Helge Jordheim, Against Periodization:

    Koselleck’s Theory of multiple Temporalities, in «History and Theory», 51, 2012, pp. 151-171 e a Stefanie Stockhorst, Novus ordo

    temporum. Reinhart Kosellecks These von der Verzeitlichung des Geschichtsbewusstseins durch die Aufklärungshistoriographie in

    methodenkritischer Perspektive, in BG, pp. 359-386.

    23 Martin Heidegger, Sein und Zeit (1927), in Id., Gesamtausgabe, vol. 2, a cura di Friedrich-Wilhelm von Hermann, Klostermann,

    Frankfurt am Main 1977, trad. it.: Essere e tempo, a cura di Franco Volpi, Longanesi, Milano 2005, pp. 440-511, in particolare pp.

    440-474.

    24 Le brevi considerazioni che seguono relative alla teoria dei tempi storici [Theorie historischer Zeiten] – che saranno riprese in

    maniera più puntuale nel terzo capitolo – sono sviluppate con riferimento ai saggi koselleckiani contenuti in Vergangene Zukunft, cit.

    Sull’argomento si vedano: Jörg Fisch, Reinhart Koselleck und die Theorie historischer Zeiten, in Carsten Dutt, Reinhard Laube (a

    cura di), Zwischen Sprache und Geschichte. Zum Werk Reinhart Kosellecks, Wallenstein, Göttingen 2013, pp. 48-64; Jan Marco

    Sawilla, Geschichte und Geschichten zwischen Providenz und Machbarkeit. Überlegungen zu Reinhart Kosellecks Semantik

    historischer Zeiten, in BG, pp. 387-422; Doris Gerber, Was heißt „vergangene Zukunft“? Über die zeitliche Dimension der

    Geschichte und die geschichtliche Dimension der Zeit, in «Geschichte und Gesellschaft», 32, 2006, pp. 176-200; John H. Zammito,

    Koselleck’s Philosophy of Historical Time(s) and the Practice of History. A Review Essays, in «History and Theory» 43, 2004, pp.

    124-135.

  • 10

    Progresso, e il Futuro appare come il luogo della realizzazione finale dell’emancipazione umana;

    questa temporalizzazione della storia, che qualifica il tempo storico moderno in maniera differente

    da quello classico, è favorita del resto dalla concreta accelerazione tecnica che investe i processi

    sociali, sulla base della quale si esperisce un mondo in continua trasformazione (dal punto di vista

    politico-costituzionale ed economico), tale che in questo vortice accelerato l’esperienza della

    continua e immane transizione non costituisce più un banco sicuro per trarre certezze prognostiche

    sul futuro.

    L’idea di una specificità del tempo storico rispetto al tempo cronologico e, in generale, la teoria dei

    tempi storici costituiscono, però, solo un lato della riflessione koselleckiana su storia e tempo;

    l’autore sviluppa infatti anche una teoria degli strati del tempo storico25

    . Quando si parla di

    accelerazioni e trasformazioni epocali, infatti, occorre distinguere i vari livelli temporali ai quali

    queste si producono. Dire che l’età moderna si caratterizza per l’immane accelerazione degli eventi

    e che questo sarebbe il suo tratto di novità è, per Koselleck, insufficiente. Anche Cesare, varcando il

    Rubicone, conferisce agli eventi una accelerazione, i cui esiti sono imprevisti nel momento della sua

    azione. Anche in questo caso si determina cioè una condizione di transizione temporale. Oltre al

    piano evenemenziale, allora, bisogna distinguere quello strutturale. Per Koselleck esistono strutture

    – costituzionali, politiche, sociali, linguistiche – che preesistono agli eventi, e che, a differenza di

    questi, si trasformano con ritmi temporali molto lunghi; la persistenza delle strutture, anzi, è ciò che

    garantisce la trasformazione evenemenziale. Solo se una struttura linguistica persiste e non cambia,

    ad esempio, è possibile formulare un’idea nuova, o produrre neologismi comprensibili all’interno di

    un quadro semantico condiviso; se non vi fosse un sostrato linguistico che resta immutato, infatti,

    non si potrebbero comprendere le trasformazioni di singoli significati. Strutture ripetitive di lungo

    periodo ed eventi puntuali sono i due livelli temporali, le due stratificazioni temporalmente distinte

    che innervano ciascun momento del decorso storico. Ogni storia, quella della rivoluzione francese

    così come quella della guerra civile romana, vanno lette sulla base della interconnessione di questi

    due piani. Ora, ciò che secondo Koselleck caratterizza il mondo moderno successivo alla

    rivoluzione francese è il fatto che le strutture, cioè lo strato temporale durevole e persistente, non

    solo si trasformano (cosa che avviene a ogni svolta epocale), ma lo fanno a ritmi accelerati.

    Che le trasformazioni storiche non sarebbero possibili senza strutture ripetitive è, tuttavia, una

    acquisizione cui Koselleck non è disposto a rinunciare – pena il ritorno ad una modalità riflessiva

    propriamente storicistica e relativistica –, col che la sua teoria delle stratificazioni temporali

    25 Le riflessioni seguenti relative alla teoria degli strati del tempo storico [Theorie historischer Zeitschichten], che saranno

    sviluppate più estesamente nel terzo capitolo, si basano sui saggi koselleckiani ora raccolti in Zeitschichten, cit.

  • 11

    perviene al tentativo della fondazione di una vera e propria istorica26

    . Se le strutture politico-sociali

    e politico-costituzionali, benché di lungo periodo, sono destinate a mutare, esistono tuttavia delle

    condizioni di possibilità, cioè dei veri e propri a priori trascendentali, come tali immutabili, che

    consentono qualcosa come la storia. Queste condizioni di possibilità della storia sono altrettante

    condizioni formali della sua comprensibilità. Per condizioni di possibilità Koselleck intende dunque

    tanto le condizioni materiali senza le quali qualcosa come la storia non sarebbe possibile, quanto le

    condizioni formali senza le quali qualcosa come la storia non sarebbe pensabile e comprensibile.

    Esse hanno la capacità, in quanto trascendentali, di essere individuate in ciascuna storia concreta

    come i suoi presupposti fattivi ed epistemici insieme. Il rapporto “amico-nemico” (nella sua

    accezione schmittiana), la relazione “servo-signore” (nella sua accezione hegeliana), la finitudine

    dell’esserci storico (nella sua accezione heideggeriana) sono i più significativi di questi a priori.

    Ogni storia possibile è, a giudizio di Koselleck, determinata quindi dall’ostilità politica, dal

    dominio sociale, dall’essere-per-la-morte; quest’ultimo elemento della finitudine, tuttavia, va inteso

    non in puro senso heideggeriano, ma, ancora, in senso politico: che l’essere-per-la-morte sia

    condizione esistenziale cooriginaria e connaturata all’esserci storico e che questo sia un presupposto

    senza cui la storia non sarebbe possibile non significa dire che l’uomo è costantemente proiettato in

    direzione della morte, ma, più concretamente, che la storicità dell’uomo consiste nel fatto che egli

    può dare e ricevere la morte violenta all’interno dello scontro politico.

    Come si vede l’antropologia koselleckiana, che fonda la sua istorica, ha un portato eminentemente

    ‘negativo’. Possibilità della morte violenta e ostilità sono le coordinate che definiscono l’approccio

    della filosofia politica di Koselleck; il suo interesse precipuo, fin dai tempi di Kritik und Krise, la

    sua tesi di dottorato27