UNI/Pdr 27: le linee guida per l'innovazione responsabile

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GESTIONE DELL’INNOVAZIONE La PdR 27 Le linee guida per l’innovazione responsabile Massimo CHIOCCA [email protected]

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GESTIONE DELL’INNOVAZIONE

La PdR 27 Le linee guida per l’innovazione responsabile

Massimo CHIOCCA [email protected]

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L’evoluzione del concetto di innovazione nel paradigma della complessità(1)

CISE è l’Azienda Speciale della Camera di Commercio della Romagna.

Dal 1996 si occupa di innovazione responsabilità sociale e sostenibilità.

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Paradigma della complessità.

le relazioni tra le parti sono più importanti delle parti stesse.

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Cerchiamo di comprendere meglio questo concetto con le parole del Premio Nobel per la fisica P.W. Anderson. “Il comportamento di aggregati grandi e complessi di particelle elementari non si spiega in termini di una semplice estrapolazione delle proprietà di poche particelle. L’intero diventa non solo di più ma anche diverso dalla somma di tutte le sue parti. Ci aspettiamo di trovare questioni veramente fondamentali ogni volta che componiamo le parti per formare un sistema più complesso e cerchiamo di capire i comportamenti sostanzialmente nuovi che ne risultano”

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L’evoluzione del concetto di innovazione nel paradigma della complessità(4)

Volendo raccogliere in uno slogan il nuovo paradigma della complessità lo potremo sintetizzare così:

“more is different”

Stiamo parlando cioè delle proprietà collettive dei sistemi

naturali e artificiali (incluse le imprese) che rompono i confini tradizionali della conoscenza e le frontiere tra le varie discipline

(fisica, chimica, biologia, ma anche economia, sociologia, diritto etc.) creando un nuovo spazio di interdisciplinarietà

[o meglio di transdisciplinarietà ] e di connessioni reciproche. (De Toni 2010, Waldrop 1996, Morin 1993,

Anderson 1972.)

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L’evoluzione del concetto di innovazione nel paradigma della complessità(5)

Dal punto di vista economico la cosa interessante è che i principi della teoria della complessità si applicano anche all’impresa in

quanto anche essa è un soggetto complesso che sviluppa interazioni e relazioni con altri soggetti. Queste relazioni hanno un impatto importante sulla performance dell’impresa e se trattate in maniera isolata senza cioè considerarle nella loro complessità, rischiano di essere un serio

ostacolo al successo dell’impresa.

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L’evoluzione del concetto di innovazione nel paradigma della complessità(6)

Applicando il paradigma della complessità alle aree su cui insiste l’attività di CISE è nato la nostra ricerca verso il tema dell’innovazione

responsabile, cioè un’innovazione finalizzata alla qualità della vita

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Caratteristiche dell’approccio Raccolta sapere di sfondo: Collana editoriale 3 volumi Sviluppo di strumenti per le imprese: Modello per gestire l’innovazione responsabile Prassi UNI in collaborazione con AIRI Sperimentazione: Progetto Marie – Progetto Rosie

Innovazione responsabile

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Le prassi di riferimento, adottate esclusivamente in ambito nazionale, rientrano fra i “prodotti della normazione europea”, come previsti dal

Regolamento UE n.1025/2012, e sono documenti che introducono prescrizioni tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo

ristretto ai soli autori, sotto la conduzione operativa di UNI.

Le prassi di riferimento sono disponibili per un periodo non superiore a 5 anni, tempo massimo dalla loro pubblicazione entro il quale possono essere trasformate in un documento normativo (UNI, UNI/TS, UNI/TR)

oppure devono essere ritirate.

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Caratteri essenziali della prassi

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Il principio generale è rappresentato dalla considerazione sia possibile codificare i meccanismi attraverso i quali in genere il nuovo entra nel mondo, utilizzando anche in parte i principi della logica fuzzy quindi gli elementi caratteristici attraverso cui è possibile governare l’innovazione.

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Trattando, poi, in specifico di innovazione responsabile e non di innovazione tout court la prassi tratta in specifico tre aspetti: la condivisione dei fini l’impiego delle risorse la gestione dei rischi effettivi o potenziali

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La condivisione dei fini dell’innovazione implica la necessità di definire un sistema in cui le decisioni strategiche di interesse collettivo in materie innovative non siano prerogativa di pochi, ma tengano conto delle aspettative esplicite o latenti delle diverse parti interessate e dalla quantità di risorse disponibili, nell’ottica di definire una sorta di lista delle priorità sulle quali investire.

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L’impiego delle risorse, certamente connesso al precedente aspetto per quel che concerne la scelta della loro destinazione, solleva anche la questione dell’efficienza dell’utilizzo delle risorse stesse. Non si tratta tanto dell'efficienza attraverso la quale queste risorse vengono tramutate in risultati: il termine efficienza in questo contesto assume invece il connotato della trasparenza e della congruenza delle risorse impiegate rispetto alle attività effettivamente svolte, evitando comportamenti opportunistici talvolta resi possibili dal fatto che chi valuta la congruità da un punto di vista contabile generalmente non possiede le competenze per una valutazione di congruità dal punto di vista scientifico tecnico ed etico.

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Il terzo aspetto relativo alla gestione dei rischi effettivi e potenziali va considerato alla luce della differenza del significato di rischio effettivo e di rischio potenziale, in particolare quando riferiti al fenomeno innovativo. Accade infatti che talune innovazioni vengano abilitate dalla tecnica prima ancora di aver raggiunto una piena conoscenza scientifica dei fenomeni coinvolti e dei loro effetti diretti ed indiretti. In casi come questo capita che gli individui si possano sentire posti sotto minaccia, ma che il rischio effettivo non sia oggettivamente stimabile se non per via empirica. In questo caso viene introdotto il cosiddetto principio di precauzione quale elemento strutturale di un approccio all’innovazione che si possa definire responsabile.

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Al contrario, nella sua costante ricerca di un punto di equilibrio tra rischi (effettivi o potenziali) e benefici prodotti, attraverso la ricerca di comportamenti responsabili messi in atto con tempestività in relazione a ciò che la situazione contingente richiede, esso è per sua costituzione proteso a rendere accettabili alcuni rischi a fronte di una maggiore quantità e qualità di vantaggi per la collettività, dunque a rendere possibile lo sviluppo industriale di innovazioni delle quali gli impatti non siano ancora pienamente noti sotto il profilo scientifico.

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Ciascuno dei tre aspetti sopra citati interpella i meccanismi della società civile e, almeno in linea teorica, della partecipazione democratica. Il fatto che tali meccanismi siano poco applicati alla governance dei processi di innovazione, lasciati di fatto in uno stato di frammentazione e al di fuori di un approccio sistemico multi-stakeholder, giustifica il fatto che si possa pensare di colmare questa mancanza anche attraverso l'approccio tecnico normativo.

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Requisiti di risultato per l’innovazione responsabile a) rispetto dei dispositivi di legge applicabili alla propria sfera di

attività; b) rispetto degli obiettivi che si è autonomamente posta; c) investire su base annuale una quota pari ad almeno il 5% del

valore aggiunto in attività di ricerca e sviluppo calcolata sulla base della media degli ultimi quattro esercizi;

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Requisiti di risultato per l’innovazione responsabile d) qualora interessata dal principio di precauzione, investire su base annuale una quota non inferiore all’1% del fatturato (riconducibile ai prodotti/servizi per i quali tale principio è applicabile) calcolato sulla media degli ultimi quattro esercizi, in attività di ricerca e sviluppo indipendente specificamente finalizzata ad eliminare, ove possibile, le minacce paventate e/o di anticipare l’adozione di misure preventive rispetto ai rischi effettivi.

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Requisiti di approccio per l’innovazione responsabile Definire gli ambiti significativi della propria attività attraverso un confronto sistematico e condiviso con gli stakeholder. Adottare misure precauzionali preventive e correttive necessarie per un'appropriata gestione del rischio Applicare il principio di precauzione Individuare gli indicatori più opportuni allo scopo di descrivere la propria performance

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Requisiti di approccio per l’innovazione responsabile Riesaminare e gestire degli indicatori attraverso raccolta feed back degli stakeholder. Individuare gli obiettivi in relazione agli indicatori stabiliti Riesaminare le prestazioni in relazione a ciascun indicatore Costruire relazioni con fornitori partner filiere, reti di imprese ed organizzazioni dedicate alla ricerca Diffondere la conoscenza per elevare il livello di consapevolezza degli stakeholders circa le ricadute effettive e/o potenziali dell’innovazione introdotta nella società e nell’ambiente.

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Diffusione della PdR 27:2017(1)

Progetto MARIE CISE (ITA) Città di Tampere (FIN) Università di Tampere (FIN) Ministero dello sviluppo economico Land Schleswig- Holstein (GER) Agenzia di sviluppo Regione Loira (FRA) Agenzia per l'innovazione della Regione Galizia (ESP) Regione Attica (GRE) Università di Atene (GRE) Regione Sud Irlanda (EIRE) Agenzia nazionale per l'educazione la ricerca e sviluppo (ROM)

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Progetto ROSIE CISE (ITA) Innovhub (ITA) Agenzia per lo sviluppo Regionale Kosice (SVK) Associazione per lo sviluppo delle IR (HUN) Centro per lo studio delle interazioni società e scienza (CZ) Agenzia per l’innovazione (GER) Comune di Nova Gorica (SLO) Camera di commercio della slovenis (SLO) Comune di Sebeniko (HRO) Centro per lo sviluppo dell’innovazione (HRO) Ministero per lo sviluppo regionale (HRO) Regione di Lublino (POL)

Diffusione della PdR 27:2017(1)