Unimmagine del 1995 – dal quotidiano Il Messaggero.

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Un’immagine del 1995 – dal quotidiano “Il MessaggeroPROVE FACILI PROVE DIFFICILI

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Un’immagine del 1995 –dal quotidiano “Il Messaggero”

PROVE FACILI PROVE

DIFFICILI

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L’immagine del 1995 ricorda una delle prove più difficili del vecchio esame.Anche in tempi più recenti non sono mancate le polemiche su alcune tracce che, a giudizio di molti docenti, non erano assolutamente adeguate alle effettive potenzialità degli studenti ,tanto da disorientare anche quelli più preparati e brillanti

La discussione intorno alle tracce è sfociata nel dibattito ,che tuttora ci vede impegnati, sui contenuti e sulla formulazione delle tracce .

In particolare è importante riflettere sulla possibilità di una prova calibrata sul livello medio degli studenti che non rischi però di essere banale per i più bravi e comunque difficile per i più deboli

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Confrontando gli esiti delle prove delle ultime sessioni d’esame e analizzando alcune risposte alle domande del questionario possiamo:

segnalare in quali anni le prove sono state affrontate più agevolmente dagli studenti

individuare gli elementi di difficoltà che caratterizzano le prove stesse

osservare in che modo la scelta dei contenuti e la formulazione della traccia possono incidere sulla prestazione dei candidati

I risultati dell’Indagine nazionale

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Le illustrazioni seguenti riassumono gli esiti della valutazione della prova di matematica dal 2009 al 2012, mediante le percentuali di elaborati giudicati sufficienti, insufficienti, eccellenti

Come si può osservare , gli esiti del 2010 e del 2012 sono più favorevoli per gli studenti, rispetto a quelli del 2009 e del 2011.Comunque anche in queste ultime sessioni d’esame , i risultati positivi vanno dal 60% al 70% circa.

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Gli “Eccellenti”Nelle figure a lato compare invece il conteggio delle “eccellenze”.Sull’asse delle ascisse è riportato il numero di elaborati valutati con punteggio massimo, in ogni classe, e in ordinate il numero di classi corrispondenti. Nel titolo è indicata anche la media del numero di punteggi massimi per classeLa forma della distribuzione , la moda e la media confermano gli esiti più favorevoli per gli studenti che hanno sostenuto l’esame di Stato negli anni 2010 e 2012, rispetto a quelli del 2009 e del 2011. In particolare il 2010 sembra proprio essere l’anno “mirabilis” per i maturati degli ultimi quattro anni

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Elementi di difficoltà

• Le prove del 2010 e 2012 si presentano quindi come più facili i e quelle del 2009 e del 2011 si presentano come più difficili

• Anche se non va sottovalutato il fatto che negli <<anni difficili>> la prova è stata valutata da un commissario esterno mentre negli <<anni facili>> il commissario era interno, sarebbe estremamente riduttivo limitarsi a questa considerazione.

• Proviamo invece ad individuare ,in base alle opinioni espresse dai docenti sulle motivazioni delle difficoltà, quali siano gli effettivi ostacoli incontrati dagli studenti .Le illustrazioni seguenti si riferiscono al 2009

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• Nei problemi prevale la complessità e al secondo posto troviamo la scarsa aderenza ai programmi svolti.

• Viceversa nei quesiti • Richieste troppo elevate o

formulate in modo poco chiaro hanno probabilmente messo in difficoltà anche i più preparati.

Per l’anno 2010 nel questionario non era prevista una voce analoga ma dai commenti dei docenti si evince che all’esito generalmente positivo corrisponde una prova caratterizzata da sufficiente aderenza ai programmi, limitata complessità, chiarezza nella formulazione

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Passiamo agli anni 2011 e 2012 • Nel 2011 l’elemento prevalente sembra essere

“argomenti non trattati”.• Al secondo posto, nel PNI, c’è la complessità,

mentre nel corso di ordinamento c’è <<altro> , probabilmente riferito a difficoltà specifiche legate alla storia e alla fisionomia della classe.

• La novità della formulazione , che ha un po’ caratterizzato le tracce degli ultimi tre anni, è presa in considerazione, ma non è preponderante

• Nel 2012 l’elemento “argomenti non trattati” è passato al secondo posto(l’aderenza ai programmi è migliorata)

• La complessità , nel PNI, passa dal secondo al quarto posto.

• Troviamo “altro” al primo posto in entrambi gli indirizzi

• Anche qui Il quarto elemento di difficoltà è la novità della formulazione, al terzo posto nel PNI.

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Complessità, scarsa aderenza ai programmi svolti, richieste elevate, ambiguità e formulazioni non standard determinano il livello di difficoltà della prova e soprattutto il suo profilo di difficoltà .L’elemento “complessità” è progressivamente diminuito di spessore, dal 2009 al 2012.

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Gli “argomenti non trattati”

Tenendo conto dei commenti dei docenti e di quanto emerso nei seminari di lavoro, organizzati nell’ambito del Progetto “La prova scritta di matematica agli esami di Stato”,possiamo indicare come argomenti <<non trattati>>:

I contenuti delle prove d’esame riguardano prevalentemente l’Analisi, ma negli ultimi anni, specialmente nei quesiti, è stato dato spazio ad alcuni argomenti che non sono menzionati esplicitamente nei programmi oppure, pur essendo curricolari,hanno una posizione laterale nella prassi didattica.

InsiemiGeometria dello spazioCalcolo combinatorioProbabilitàStatisticaProblemi classici dell’antichitàGeometrie non euclidee

Tra gli argomenti stessi di Analisi possiamo considerare i marginali

Calcolo dei volumi con il metodo “delle fette”Volumi dei solidi di rotazione

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Presenza nelle prove

• La presenza dei suddetti argomenti costituisce elemento di difficoltà per gli studenti, ostacolando la soluzione dei problemi e dei quesiti o limitandone le scelte. L’esito della prova ovviamente dipende anche dalle alternative che lo studente trova negli altri problemi o quesiti.

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La voce “Altro” si riferisce al punto 4 del secondo problema del 2011, dove si chiede l’ interpretazione della funzione come modello di una raccolta di dati

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Nel 2012 la presenza di argomenti non standard non è trascurabile ma gli studenti hanno evidentemente aggirato l’ostacolo, almeno per quanto

riguarda i quesiti, scegliendo opportunamente quelli più accessibili

Le scelteI risultati ottenuti dai pochi <<coraggiosi>>:

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Nelle prove del PNI la diffusione è maggiore, anche perché in effetti si tratta per lo più di argomenti curricolari

Il maggior numero di ore a disposizione permette ai docenti di portare avanti percorsi didattici più ampi, rispetto al corso tradizionale, comunque non esaustivi.

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Anche le scelte degli studenti sono meglio distribuite e sembrano dipendere più dalla minore complessità del quesito che non dal suo contenuto

Fa eccezione il quesito 5 che, a sentire qualche commento, pare abbia disorientato i ragazzi proprio perché troppo facile: ( Quale insidia nasconderà ?)

Naturalmente la maggior parte di chi ha scelto il quesito 5 , lo ha poi risolto in modo corretto.

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Complessità e richieste di livello elevato, sono indispensabili per valorizzare le <<eccellenze>>?

Una prova d’esame che sia in grado di prendere in considerazione vari obiettivi cognitivi e di discriminare diversi livelli di preparazione, assicura anche una giusta valorizzazione delle <<eccellenze>>

Consideriamo per esempio due problemi apparentemente molto simili nella struttura :Il primo problema del corso ordinario 2011, quello del volume della vasca, e il primo problema del corso di ordinamento 2012, quello dei solidi di rotazione.

Entrambi presentano una difficoltà di un certo rilievo solo nel quarto punto , ma, come mostra l’istogramma dei risultati, il profilo di difficoltà è risultato nettamente diverso..

Il primo, si è detto, è più adatto a selezionare e valorizzare le <<eccellenze>> grazie alla presenza di una richiesta di livello elevato

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Nel 2012 circa l’89% dei candidati ha risolto il problema e, di questi, circa il 29% lo ha risolto in modo completo e corretto . Tra di loro ci sono probabilmente studenti non brillanti, forse solo diligenti.

Inoltre la richiesta di competenze argomentative e comunicative riesce generalmente a rendere differenti risposte ugualmente corrette , evitando il tanto temuto <<appiattimento>>

Se però si analizza bene la domanda del punto 4, si possono prevedere diverse risposte ,su vari livelli di conoscenze

Al contrario, nel 2011 , un buon 74% di studenti è rimasto <<appiattito>> nella fascia media.

Essendo stati valutati su una soluzione parziale del problema, limitata, si suppone, ai tre punti più semplici ,molti studenti ben preparati non sono stati messi in condizione di far emergere abilità e competenze

L’eccessiva difficoltà può essere altrettanto poco selettiva quanto l’eccessiva facilità?

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Le difficoltà indicate nelle risposte ai questionari corrispondono sostanzialmente a quelle che caratterizzano le fasi classiche del Problem Solving

Una traccia complessa può diventare più <<amichevole>> se formulata in modo opportuno?

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Una traccia che agevoli la fase di codifica e la categorizzazione contribuisce a costruire una prova accessibile a tutti i candidati

Una traccia in grado di orientare lo studente nella fase di pianificazione e in quella di esecuzione può facilitare anche i processi risolutivi più laboriosi .

E’ evidente che

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CONCLUSIONE

Prove fattibili o prove ben fatte?

Una scarsa attenzione alla stesura della prova fa sì che la prestazione del ragazzo possa essere influenzata più da capacità di tipo metacognitivo, quali la lucidità e il controllo dell’ansia, che non da effettive competenze cognitive ( effetto “carta bianca”, per nulla insolito nei <<vecchi>> esami di maturità )

Forse di fronte a una prova che ha permesso ai ragazzi di lavorare agevolmente e serenamente e che ne ha gratificato l’impegno,non dovremmo dire solo che la prova era fattibile ma anche che era una prova ben fatta.

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GRAZIE