UndergroundZine N.2 agosto 2012

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www.undergroundzine.com N.2 Agosto 2012 INTERVISTE: Salto Nel buio Ufficio Sinistri - SunBurst RECENSIONI : Even Flow Coffee & Tv 5Rand Antiquus Infestus Circus Dementiae Dentiridenti Last Cold Crash Dunkelrot Talisman Stone Pecora Skullmnkeys Prehate Mad Chickens Vetro Elfen Wald Recycle Maieutica Hank Allan Glass Supernova - Taken From The Nest COMPILATION FREE DOWNLOAD: Metal LIVE REPORT: The Di Maggio Connection ANNUNCI Cerco band/compro/vendo LIVE INIZIATIVE: L’Angolo della follia Compilation

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recensioni, interviste, compilation, iniziative, annunci .........

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N.2 –Agosto 2012

INTERVISTE: Salto Nel buio – Ufficio Sinistri - SunBurst

RECENSIONI: Even Flow – Coffee & Tv – 5Rand – Antiquus Infestus – Circus

Dementiae – Dentiridenti –Last Cold Crash – Dunkelrot – Talisman Stone – Pecora

– Skullmnkeys – Prehate – Mad Chickens – Vetro – Elfen Wald – Recycle –

Maieutica – Hank – Allan Glass – Supernova - Taken From The Nest

COMPILATION FREE DOWNLOAD: Metal

LIVE REPORT: The Di Maggio Connection

ANNUNCI Cerco band/compro/vendo

LIVE

INIZIATIVE: L’Angolo della follia Compilation

Page 2: UndergroundZine N.2 agosto 2012

La Musica è………… una sinfonia che ti

accompagna durante la vita, è una sensazione che

ti avvolge, ti fa sentire libera, ti consola, ti da

adrenalina, ti fa stare bene, ti rende felice…..la

usiamo in tutti i modi in tutte le

occasioni….posso stare qui ore e ore a elencare

cos’è la musica,………ma ognuno di noi la

interpreta come vuole ………..ma senza musica

non possiamo vivere.

Buona Lettura Martina Tosi

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compilation in

free download

LINK PER IL DOWNLOAD

http://www.mediafire.com/?9c88hl6dw30y3gg

5RAND

The true - death show

ANTHOLOGIES Betray

me

BURN INSIDE

Victims of the black empire

DISEMBODIMENT

Colossus

EXTRAGLOSS Still

FLACCID CLITORIS Umbilical

rage

INFECTION CODE

Collapse of red side

JACKSTRAW Fragments

of Hyesteria

M.O.R. My own

reflection

PURRULENT VAGINA

Mongoloid fornication

REBIRTH OF ENORA The

machine man

REPLOSION Turn the

page

RISE OF THRAGEDY To avenge the world

THE TRUE ENDLESS

The mission (The

Tragedy)

THISAGE0 Stay Fetus

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INTERVISTE Cari lettori di Undergroundzine oggi diamo il benvenuto ai SALTO NEL BUIO

artefici della Compilation “Salto nell’Emilia”.

Ciao e benvenuti su UndergroundZine, parlateci un po di voi……..

M: Ciao ragazzi e grazie per averci ospitato sulla vostra franzine. Noi siamo un gruppo a

distanza (Genova, Trento e Reggio Emilia) nato nell’aprile del 2012 composto da Donatella

Canepa (chitarra), Martina Tosi (basso) e Barbo (voce).

Come mai avete scelto questo nome Salto nel Buio?

M: è nato per caso, ci piaceva un nome un po’ particolare e abbiamo scelto questo.

Come vi siete conosciuti?

M: tramite internet e tramite una compilation dell’Angolo della Follia

B: per quanto riguarda me sono stato reclutato da Martina, siamo, per cosi' dire, ex parenti

alla lunga.... hehehe... mi ha sentito cantare e le sono piaciuto... e da li è tutto iniziato

Quali sono le vostre influenze principali? E a quali gruppi?

D: Io ascolto un po’ di tutto, sono abbastanza esterofila e principalmente mi piace il rock

“di un certo tipo” (Rolling Stones, The Who, Bruce Springsteen, Led Zeppelin, Neil Young,

Bob Dylan), ma apprezzo anche il punk, il grunge, alcuni sottogeneri del metal, il folk

irlandese, insomma più che una questione di genere è una questione di affinità.

Guardando agli italiani, cancellando il panorama di rock e sottogeneri, che benchè ne si dica

è praticamente inesistente, abbiamo molti cantautori validi, in primis Francesco Guccini.

M: io ascolto un po’ di tutto dal metal a l rock.

B: i miei gruppi di riferimento sono da sempre Rancid e Guns n' Roses... ma la mia musica e i

miei testi sono influenzati anche dalla musica skinhead, dal folk metal, dal dark.... diciamo

che nell'adolescenza le ho passate un po tutte... e adesso ho unito il mio bagaglio musicale e

culturale e prendo cio' che più mi aggrada a seconda dei momenti.

Qual è il messaggio che volete dare all’ascoltatore? I testi di cosa trattano?

D: Penso sia difficile fare una sintesi di quello che scriviamo, mentre la musica nasce

solitamente da me o da Martina, poi io ci lavoro e le do forma, i testi vengono scritti da

tutti e tre in sedi separate, quindi risultano tutti molto diversi.

B: si, effettivamente ha ragione Donatella. Ognuno parla di ciò che lo aggrada. La musica e i

testi devono trasmettere sentimenti, e ognuno di noi vive una storia diversa, emozioni

diverse e sentimenti diversi.... e tutti meritano di essere scritti e cantati.

Siete artefici della compilation benefica “Salto nell’Emilia” di cosa si tratta???

D: È una compilation a favore dell’Emilia colpita dal sisma. Abbiamo pensato che il modo

migliore per dare il nostro contributo fosse quello di coinvolgere altre band.

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Ci siamo dati molto da fare e siamo riusciti ad ottenere l’appoggio di alcuni artisti

conosciuti, come i Rezophonic, i Redska, i Matrioska.

Stefano Malvasio, il batterista dei Maghi di (Carr)OZ (un’altra band presente fra gli ospiti)

si è occupato del mastering.

Siamo molto soddisfatti del prodotto finale e speriamo possa piacere anche agli

ascoltatori.

All’interno, come brano di chiusura, c’è il nostro primo singolo “La Paura Non Trionferà”,

scritto da Barbo per la sua Bassa.

Progetti futuri?

D: Dovrebbe arrivare qualcosa di interessante per il mese di settembre, ma lascio la parola

agli altri, io non dico niente per scaramanzia!

B: Stiamo lavorando ad un disco, un cd interamente nostro composto da 8 o 9 canzoni.

Speriamo vivamente che piaccia anche se tutti sappiamo che la strada per essere scoperti

ascoltati e apprezzati da un pubblico vasto è ancora lunga.

Ringrazio molto i “Salto nel buio” e come sempre l’ultima parola va alle band per le

conclusioni. A risentirci e buona fortuna per i prossimi lavori!

M: Grazie a voi ragazzi e speriamo di risentirci presto buon lavoro. Seguiteci e scaricate la

nostra compilation Salto nell’Emilia

www.facebook.com/saltonelbuioband

B: Scaricate la compilation ragazzi, ascoltate tanto buon rock n' roll, e soprattutto

ricordatevi che la gente dell'Emilia ha bisogno di noi, di tutti noi, anche del più piccolo

contributo.

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Diamo il benvenuto ai UFFICIO SINISTRI

Gruppo rapcore dalla Provincia di Milano.

Mio Ospite Biko cantante del gruppo.

Ciao e benvenuti su UndergroundZine, parlateci un po’ di voi..…..

Ciao, chi vi risponde è BIKO, il cantante.

Siamo una band composta da 5 elementi che si dividono tra la provincia di Milano e di Varese.

Ci siamo uniti nel 2006 e all’attivo abbiamo due album, La teoria di Kasparov, edito da Warner Bros e

Veleno, album interamente auto prodotto.

Come mai avete scelto questo nome Ufficio Sinistri?

Il nome trae spunto dall’Ufficio Sinistri di Fantozzi, emblema della frustrazione sociale.

Ci rivediamo molto nella sua visione della società e nonostante sia stata concepita in tempi assai

lontani, risulta tragicamente attuale.

Quali sono le vostre influenze principali? E a quali gruppi?

Avete avuto altre esperienze musicali prima di formare i Ufficio Sinistri?

Proveniamo tutti da realtà musicali differenti tra loro, io prima della nascita degli Ufficio Sinistri

facevo parte di una Crew Rap, La Click Quimmoda, realizzando due album e diverse collaborazioni,

Malox tutt’ora è il chitarrista dei Merdonald’s, band Punk, anche loro presenti nella scena con diversi

lavori e collaborazioni, Fester, bassista e fonico, è con noi dalla nascita della band e le sue influenze

affondano le radici nella musica dei Beatles. Ha suonato in diverse band e tutt’ora partecipa

assiduamente alle attività live di tutta la provincia di Varese e non solo.

Francesco Colombo, chitarrista di talento, ispirato dal Jazz e le melodie di Stevie Wonder, è con noi

dal 2009 e presente nella scena di Varese e Milano con il suo trio, The Moles e si esibisce in session

acustiche accompagnato da diversi artisti, proponendo musiche e reinterpretazioni di sano Jazz.

Per ultimo ma non per l’importanza, Francesco “EFFE” Farinelli, batterista, motore ritmico della band

dal 2009, tutt’ora è membro di Rock Band di Varese e dintorni come la Terza Pietra dal Sole e Black

Night. Musicista poli funzionale, suona dalle cover dei Deep Purple, passando dal Jazz e dal Funk, fino

al rock vero e puro.

Come puoi notare le influenze sono svariate e cerchiamo di trasformarle e canalizzarle tutte dentro

la nostra musica. All’interno del nostro ultimo album, Veleno, troverete citazioni musicali dei Beatles,

di Marcus Miller e non solo. Brani come Vino Veritas rasentano il Jazz, mentre Scimmie o

Guerrafondati sono più crude e istintive, per non dimenticare C’era una volta la musica, brano Country

Punk con una citazione finale di Soli di Adriano Celentano, grande classico della musica Italiana.

Qual è stata la reazione della critica di fronte al vostro cd, i riscontri da parte delle redazioni

sono stati buoni?

A differenza del primo album, Veleno è interamente auto prodotto, di conseguenza la visibilità è

minore rispetto a La Teoria di Kasparov. Stiamo partecipando ad ogni contest, ad iniziative

radiofoniche e non solo, cerchiamo di far conoscere il nostro lavoro a più realtà possibili e ti dirò,

stiamo avendo riscontri positivi, sia nella critica che nelle vendite durante i Live e tramite internet.

Soprattutto chi ci seguiva all’inizio ci scrive felicissima del nostro secondo album, sono cose che

fanno piacere e danno la grinta e la voglia di continuare.

Qual è il messaggio che volete dare all’ascoltatore? I testi di cosa trattano?

Non c’è un messaggio singolo nelle nostre canzoni, ogni brano è un mondo.

Partiamo con Veleno, dicendo che tutto il marcio accumulato fino ad ora, nella politica, nella società,

nei rapporti con il “diverso” , si è trasformato in Veleno per l’anima e se non esiste un antidoto

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occorre escogitare un modo per sputarlo fuori. Ora et labora tratta del male principale della nostra

generazione, la disoccupazione e la precarietà. Abbiamo brani che gravitano nella sfera

autobiografica e introspettiva, fino alla pazzia di Scimmie e a pezzi altamente sociali come

Guerrafondati e Vampiro, trattiamo dei problemi dei musicisti e liberi artisti in C’era una volta la

Musica, chiudendo con “Nella pancia del gigante” ,brano in memoria di ogni vittima del razzismo e

dell’ignoranza delle ideologie.

Parlateci un po’ della scena Underground della vostra zona, è difficile poter suonare nei locali?

La scena Underground è sempre viva e scalpitante, finché esisteranno personaggi con la passione di

suonare l’Underground non morirà mai, però si fa di tutto per tenerlo Under. Mi spiego. Non è

difficile suonare, è difficile essere pagato per suonare, ci sono moltissime realtà che faticano ad

esprimersi come vorrebbero e come meriterebbero, perché i locali il più delle volte affibbiano alla

band il compito di riempire il locale, di fare pubblicità ecc ecc. Questo è un problema esteso dalla

punta nord a quella sud dell’Italia, perché ritengo sia un problema culturale, i musicisti e tutti i liberi

artisti non hanno tutele, sia nel campo giuridico, fiscale, previdenziale, o sotto il punto di vista di

sicurezza sul posto di lavoro, perché pure l’arte è un servizio e come tale va tutelato. Chi svolge

attività artistiche dedica la sua intera vita a quello che espone, studia, prova continuamente, si sposta

per Km, il più delle volte per un pugno di mosche, rendendo la passione amara e difficile da mantenere

al massimo. Il riconoscimento dei diritti dell’artista è anche un gesto per dare finalmente dignità a

tutti gli appassionati che vedete nelle piazze, sui piccoli e grandi palchi delle vostre città, per chi fa

cappello per mangiare un panino o per chi investe del suo per ricavarne niente. Ribadisco che è un

problema culturale, perché nel corso del tempo e con l’avvicendarsi di crisi su crisi, la prima a farne le

spese è stata l’arte Italiana, per un semplicissimo e veniale problema di soldi e per l’incapacità delle

istituzioni di comprendere che l’arte da frutti vigorosi e di qualità con il tempo e con i mezzi

economici e culturali che un grande paese come il nostro dovrebbe avere. Probabilmente mi sono

dilungato troppo, solo che non si può parlare della realtà underground e non solo, senza mettere sul

tavolo uno dei problemi principali della nostra attività.

Avete in programma dei Live?

Ovviamente, potrete trovare il nostro calendario su www.ufficiosx.com e si spera che continuino ad

aumentare, perché è il nostro ossigeno.

Progetti futuri?

Per il momento stiamo dedicando tutte le nostre forze alla promozione e divulgazione dell’ultimo

album, Veleno. A breve usciremo con il video di C’era una volta la musica più un sacco di sorprese, fino

a rinchiuderci ancora in studio a scrivere il terzo album.

Ringrazio molto i Ufficio Sinistri e come sempre l’ultima parola va alle band per le conclusioni. A

risentirci e buona fortuna per i prossimi lavori!

Vi ringraziamo vivamente per lo spazio che ci avete concesso e ribadisco i nostri contatti:

www.ufficiosx.com oppure www.facebook.com/ufficiosinistri. Non dimenticate di cercare il nostro

album su tutti i migliori web store o di ascoltare la nostra palylist su couture e speriamo di vedervi a

qualche nostro live. Grazie infinite

Martina Tosi

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CARI AMICI DI UNDERGROUNDZINE OGGI SONO CON

NOI

GLI AMICI SUNBURST DA SAVONA. BENVENUTI

RAGAZZI! PRESENTATEVI AI NOSTRI LETTORI!

DAVIDE: Ciao a tutti, siamo i Sunburst da Savona, ci siamo

formati a gennaio di quest’anno e il nostro sound è un ibrido tra

l’alternative metal e l’hard rock di matrice post-grunge. In

questo progetto canto e gli altri componenti del gruppo sono Luca alla chitarra, Carlo al basso e

Stefano alla batteria.

DA POCO AVETE DATO ALLE STAMPE IL VOSTRO PRIMO DEMO, RECENSITO ANCHE

NELLO SCORSO MAGAZINE DI UNDERGROUNDZINE, COME STA ANDANDO?

LUCA: Diciamo che tra qualche critica costruttiva e qualche complimento possiamo ritenerci

abbastanza soddisfatti come inizio, il demo di per sé vuole essere un'onesta trasposizione del lavoro

fatto in saletta nei primi mesi insieme ma con l’obiettivo di lasciar trasparire le sfumature che

caratterizzano il nostro sound, una sorta di presentazione della band al pubblico insomma.

RACCONTATECI QUALCOSA RIGUARDO LA REALIZZAZIONE DI "NEW DAWN RISING" : IL

VOSTRO DEMO, PER L'APPUNTO.

STEFANO: “New Dawn Rising” ha richiesto un lavoro molto intenso. L’arrangiamento in saletta è stato

molto puntiglioso e abbiamo sempre cercato di dare il massimo per ottenere la resa migliore possibile.

Come diceva Luca abbiamo anche fatto delle scelte, escludendo alcune canzoni per concentrarci sulle

tre che ci sono sembrate più rappresentative per essere inserite in un demo.

LA VOSTRA MUSICA COME NASCE? C'E' UN SONGWRITER ALL'INTERNO DELLA BAND O

NASCE MAGARI DA IMPROVVISAZIONI, JAM O QUANT'ALTRO?

STEFANO: La nostra musica nasce alla base da Davide e Luca che si occupano di scrivere una linea

guida di voce e chitarra. Poi quando portano una song nuova in saletta io e Carlo diamo il nostro

contributo a livello ritmico e spesso a livello di arrangiamento complessivo, discutiamo sulle soluzioni,

sulle strutture…alla fine ognuno ha il suo ruolo ma è il collettivo poi che fa la differenza per noi.

PROVATE AD INSERIRE IL VOSTRO DEMO NEL VOSTRO STESSO LETTORE CD. COME LO

DEFINIRESTE?

LUCA: Io definirei “suonato” e molto sincero per ciò che abbiamo cercato di esprimere nelle

registrazioni.

CARLO: Non sempre è facile definire un tipo di musica, ancor meno un demo. Quando ho inserito il

demo nel mio lettore CD ho pensato a un suono potente, carico di energia e variegato, infatti il demo

stesso è composto da 3 pezzi con intenzioni diverse fra loro.

PARLIAMO ORA DEI TESTI. CHI NE E' L'AUTORE E CHE TEMATICHE VI VIENE PIU'

NATURALE AFFRONTARE?

DAVIDE: Al momento mi occupo io dei testi. Personalmente non credo che ci sia tanto una tematica

quanto uno stato d’animo che al momento permea i nostri testi e in questo momento direi che é la

disillusione verso il mondo, la società, le persone...contemporaneamente però credo che le cose

possano cambiare e cerco di dare comunque un taglio ottimista alle canzoni.

PERSONALMENTE, QUANDO HO ASCOLTATO IL VOSTRO LAVORO, MI SONO VENUTI IN

MENTE DEI QUADRI SIMBOLISTI. A CHE OPERA D'ARTE PARAGONERESTE "NEW DAWN

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RISING"?

DAVIDE: Domanda difficile questa…personalmente lo paragonerei alle “cattedrali di Rouen” di Monet,

perché la nostra musica è composta da tante influenze ma, a seconda dell’ascoltatore (come la luce

per l’artista francese) ne vengono evidenziate alcune piuttosto che altre.

STEFANO: Più che quadri ci vedo dei colori, per ogni singola canzone. Ad ogni modo direi “La città

che sale” di Boccioni per riassumere la demo.

OK APRIAMO ORA IL CAPITOLO DEI LIVE. COME SIETE MESSI?

AVETE DATE? NE TROVATE FACILMENTE O AVETE DIFFICOLTA'?

DAVIDE: Per ora sta andando abbastanza bene, stiamo suonando principalmente nella nostra zona ma

ci piacerebbe iniziare ad uscire dalla liguria al più presto. Sicuramente la situazione per i gruppi

underground non è delle migliori perché si fa fatica a suonare con continuità, anzi, colgo l’occasione

per invitare altre band ad ascoltarci e a contattarci per degli scambi di date.

IL VOSTRO RAPPORTO COL PUBBLICO, COM'E'?

CARLO: Il nostro rapporto con il pubblico, seppur ridotto in questo momento iniziale, è un bel

rapporto. Cerchiamo di eseguire la nostra musica il meglio possibile, così che il pubblico capisca le

nostre intenzioni e la nostra voglia di suonare e girare. Diciamo che stiamo consolidando il rapporto

sia nei social network, sia in sede live.

DOMANDA CLASSICA: SOGNI NEL CASSETTO?

LUCA: Poter vivere sempre più intensamente la musica soprattutto in sede live...

DAVIDE: Concordo con Luca e aggiungo che mi piacerebbe portare in giro la nostra musica sempre più

lontano e magari dividere un giorno il palco con qualche artista che mi ha ispirato.

BENE! VI AUGURO DUNQUE DI POTERLI REALIZZARE IN PIENO. RAGAZZI SIAMO

GIUNTI AL TERMINE DELLO SPAZIO A DISPOSIZIONE. IO E TUTTA LA REDAZIONE DI

UNDERGROUNDZINE VI SALUTIAMO E VI RINGRAZIAMO. SE VOLETE AGGIUNGERE

QUALCOSA FATE PURE, NE AVETE PIENA LIBERTA'. IN BOCCA AL FALCO PESCATORE!

LUCA: Grazie ancora a te per lo spazio dedicatoci e grazie a tutta la redazione. Che dire, venite a

trovare a un nostro live e sui nostri social network, sosteneteci e sostenete la scena underground!!!

http://www.facebook.com/sunburstrocks

BR1

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RECENSIONI

Artista: Even Flow

Titolo Album: Ancient Memories

Sito: http://www.myspace.com/bandevenflow

Voto:90/100

Genere: Heavy Metal

Ora facciamo un salto in Sardegna per parlare di una band attiva dal 2000. L’anno scorso gli Even flow

hanno rilasciato il loro secondo full-length autoprodotto ed autofinanziato. Parliamo quindi di

“Ancient Memories”; la loro scelta è molto coraggiosa, ovvero: infatti, nonostante le elevate richiesta

avute sia in America che questo nostro “vecchio” continente, loro hanno preferito l’autoproduzione

per questo album. Questi ragazzi sassaresi propongono un Progressive Rock/Metal molto contaminato

dalle più svariate influenze, quindi abbiamo già una prima indicazione di massima per quello che

riguarda il perimetro in cui si muovono gli Even Flow.

Il primo pezzo, dal titolo “A.S. of M.” si apre con un giro di synth abbastanza destabilizzate, dato che

si potrebbe pensare che si stia ascoltando una band di disco pop anni 80-90 o di Synthpop dark, ma

subito dopo si annette alle sonorità una chitarra che da sottofondo cresce via via fino ad arrivare al

climax dell’intro con un riff aggressivo, in un pezzo molto accattivante, soprattutto per la capacità di

questa band di fare ciò che il loro nome indica: il continuo mutamento.

Ovviamente parlando di prog abbiamo cambi di tempo e bridge che smontano e rimontano ciò che si è

sentito pochi istanti prima, senza minimamente annoiare o snaturare il progetto complessivo della

canzone. La title track, “Ancient Memories”, ha un’interessantissima collaborazione da parte di di

Fabrizio di Sarno ( Kalma, ex Angra per chi non sapesse chi è Di Sarno ), ma ci permette di capire

meglio quali sono i “numeri” della band e quali sono le capacità messe in campo dai ragazzi. Ci troviamo

di fronte ad un ennesimo cambio di rotta dall“appesantimento” delle sonorità, dato che si è passati

dal Prog rock della opener al Prog Metal di “Writting in a memory”, a questa che è una canzone

acustica dalle sonorità caraibiche e PFM addicted, meccanismo compositivo che si riprenderà con

l’ultima traccia del cd “Rhythm of the sun”, tutto questo senza la minima alterazione e senza la

minima problematica. Altri punti alti di “Ancient memories” direi “Oblivion”, “Blind me” e “Shantal

(Dreamland part.1).

A livello tecnico non ho riscontrato alcuna pecca, direi che come prodotto autonomo e senza alcuna

influenza di terzi e quarti soggetti il risultato è più che eccellente. Gli Even Flow sono in grado di

mischiare sonorità che arrivano da tutto il mondo, la capacità di saper entusiasmare e non annoiare. Il

grandioso e lungo lavoro di certosina costanza per far rientrare ogni tipologia di influenza e di

creatività non è certamente materiale comune ed il gruppo rende questa capacità udibile con questo

album.

Un ottimo lavoro per questa band che nonostante l'evidente distanza geografica che divide i membri

della band (infatti il cantante vive in Inghilterra, mentre il resto della band in Sardegna, nel

sassarese per la precisione), assolutamente promossi e ci metto la lode.

Alessandro Schumperlin

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Artista: Coffee & Tv

Titolo Album: Poptimisti

Label: Autoproduzione 2012

Sito:

http://www.facebook.com/profile.php?id=100001916174670

Poptimisti è un ep di sei tracce, molto diverse fa loro.

Si passa dal pop al brit-rock, senza farsi mancare venature di cantautorato italiano…ma andiamo per

ordine.

I Coffee & Tv hanno un immagine giovane (anche per l’età, ma anche per una naturale espressività),

pulita, sincera e direi anche romantica. Provengono da Napoli, come Le Strisce a cui in un primo

ascolto possono sembrare ispirarsi liberamente, ma non hanno nulla della tradizione partenopea che

negli ultimi anni sta sfornando diverse realtà brit e di canzoni d’autore. Prima dicevamo che il loro Ep

sembra un intreccio di generi musicali, ed è proprio questa forse la chiave di lettura: giovane età +

ascolti di idoli del territorio + anima propria = enorme potenziale ancora in definizione.

La band sta decidendo che strada percorrere, nel frattempo passeggia fra diversi campi in attesa di

capire quale sia il loro percorso naturale.

Mi vengono in mente i Velvet di “ Boy band” ( ascoltare la traccia “La mai ragazza”) che sembravano

avere nelle loro corde maggiore irriverenza (per la verità poi non ben dimostrata nei lavori successivi)

o i Tiromancino, il cui leader Zampaglione partendo da un pop puro poi dirotta verso tracce più

intimistiche come “L’Essenziale” o “Per me è importante” (ascoltare “Lo stesso istante”) o i LunaPop

(ascoltare “Lo stesso istante”) di un giovane Cremonini che poi percorre una strada da solista che lo

rende una luce del made in Italy. Non ultimo l’evergreen Neffa, che partendo dal rap/hip-hop arriva

da vincitore nella musica leggera italiana (ascoltare “Il meglio che puoi fare”).

Sembra una compilation adatta per tutti gli usi, di pezzi di successo ed hit che fa sempre piacere

ascoltare e riascoltare.

E come poteva mancare il tocco di brit attraverso “Persone”, con chitarre vivaci e riff accattivanti o

il rock puro di “Bella gente”.

La mia capacità critica è messa in grossa difficoltà nell’ascoltare questo lavoro, poiché “il miscuglio”

m’è capitato più volta di ascoltarlo in questi anni, ma il risultato non era mai stato molto

soddisfacente, anzi. In questo caso invece, questi ragazzi suonano bene e sono credibili e convincenti

i in tutti i loro brani ed i loro sound, anche l’intonazione della voce cambia come un camaleonte che si

adatta all’ambiente circostante (il sound) con una naturalezza imbarazzante.

In questo caso che si fa?

Mi sento di dare solo un consiglio: “S’è capito, siete bravi. Ora fermatevi a riflettere e lasciatevi alle

spalle i vostri ascolti pregressi, siete pronti per un vostro genere che credo possa diventare linfa

vitale per il futuro della nostra scena musicale. Cominciate a suonare a mente libera e sono convinto

che il vostro vero essere, quello definitivo, uscirà fuori”.

Poptimisti: un ep da cercare ed ascoltare a tutti i costi…è un’esperienza mistica per tutti gli amanti

delle sette note.

Luigi Gargiulo

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Gruppo: 5rand

Titolo Album: Fucksimile

Genere: Thrash Metal

Voto: 75/100

Sito: http://www.facebook.com/pages/5Rand/129132561336

Un ibrido che ha destato il mio interesse, questo demo di 4 pezzi

del terzetto romano.

Prendete il trash, quello classico, e usatelo come tappeto su cui

stendere contaminazioni

elettroniche di synth e aggiungete su tutto contrapposizioni vocali che vanno da melodie

new wawe a veri e propri ruggiti.

Otterrete con questi ingredienti "fucksimile".

E'un lavoro che innanzi tutto è stato fatto bene: suona alla grande, pompa sui sub in modo

ottimo e soddisfacente. La batteria è un gran bel sentire, e così come pure chitarra e basso.

Un pò più di risalto a mio avviso avrebbero dovuto avere i synth, magari

al posto di qualche assolo di chitarra. Per quanto riguarda le parti

vocali un pò meglio la voce in growl rispetto a quella pulita.

Sì, devo proprio dire che mi è piaciuto ascoltare questo demo.

L'alchimia che i ragazzi di Nettuno sono riusciti ad ottenere, è un'unione di due

cose che se prese singolarmente risulterebbero già sentite, ma che al contrario

se sovrapposte e mischiate danno origine a qualcosa di piacevolmente nuovo.

Sarei curioso di poter assitere ad un loro live!

Peccato che i pezzi siano solo quattro!!!!

Buon lavoro ragazzi!

BR1

Gruppo: Antiquus Infestus

Titolo Album: The Cult Of Ra

Genere: Black metal

Voto: 70/100

Sito: http://www.facebook.com/AntiquusInfestus

Gli “Antiquus Infestus” band proveniente da Cesena, affrontano

con questo The cult of Ra un viaggio, viaggio ovviamente in senso

lato dato che quello che propongono è un platter di 4 pezzi che

formani un concept demo (ma preferirei dire EP per la capacità e

la professionalità che il trio ci mette, questo viaggi, dicevo, ha un

solo obiettivo: il Divino e l’immortalità.

Quindi un cammino iniziatico verso la presa di cosicenza verso la divinità e questa che in “premio”

rende il protagonista parte dello stesso Dio e quindi immortale.

I rimandi alla terra d’Egitto non devono portare in fallo il potenziale ascoltatore, nel senso che non è

ne un album fotocopia dei Nile e neppure vi sono banalità o luoghi comuni di sorta.

Lo dico a scanso di equivoci, dato che sia l’Egitto che la tematica presentata dal gruppo è stata già

utilizzata, ma i Antiquus Infestus riescono a entrare in un “meccanismo” già utilizzato, senza

minimamente risultar scontati o ripetitivi.

Le quattro tracce del demo trasudano di black-death con rimandi aperti a Behemoth e ad alcune

risoluzioni agli Immortal. Interessante, parlando di parte tecnica, la gestione e strutturazione del

blastbeat ad opera di Malphas che troviamo come factotum della band, dato che non si limita alla

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batteria, ma anche come chitarrista e programming e cori; con lui troviamo il bassista Asmodeus , i

due quindi creano le basi su cui si fonda la “casa” vocale del cantante Sverkel.

Cantante che offre un growl con un’ottima impostazione, pulito e senza strafare come fanno invece

tanti altri, manca solo un pizzico di rabbia in più per quello che riguarda lo scream che a tratti sembra

meno agressivo e meno “convinto” del growl. Tutto sommato, come ho già scritto prima, la

professionalità e la passione, non solo quella di voler far musica ma di farla con coerenza e con

capacità, si nota dalla prima all’ultima nota; unica pecca se posso permettermi, oltre a quella sullo

scream, è il suono della batteria che risulta troppo sintetica e troppo artefatto, mi sarei aspettato

un altro tipo di suono più pieno e corposo (anche a fronte dell’utilizzo della drum machine).

In conclusione posso dire che è un buon disco, diverso dagli schemi italiani (e non solo quelli Italici)

quando si parla di black metal; i presupposti per una fulgida e interessante carriera ci sono.

Attendiamo il futuro che ci attende cosa i Antiquus Infestus sapranno proporci

Alessandro Schumperlin

Gruppo: Circus Dementiae

titolo album: About Humans, Animals and no frills

genere: punk 77/hardcore old school

voto:75/100

Sito: www.facebook.com/pages/CIRCUS-

DEMENTIAE/140037425286

CIRCUS DEMENTIAE è UN QUINTETTO SARDO PROVENIENTE DA OLBIA, AUTORE DI UN

ALBUM COMPOSTO DA 9 PEZZI INITOLATO -ABOUT HUMANS, ANIMALS AND NO FRILLS-. LE

INFLUENZE SONO PUNK 77, HARDCORE PRIMA ONDATA E LE TEMATICHE DELLA BAND

TRATTANO IN PARTE DIRITTI ANIMALI E/O ANIMALISTI IN QUANTO 2 COMPONENTI

DELLA BAND SONO VEGANI, I PRIMI 2 PEZZI -500 PER DAY- E -IT'S JUST YOU- SONO

MOLTO PUNK ACCOSTABILI

A GRUPPI OSCURI (PERCHè SCONOSCIUTI O PERSI NEL MARASMA DEI RICORDI) DEGLI

ANNI 70 E 80. -JUST A NAME- è MOLTO PUNK ROCK DI MATRICE

INGLESE, -I HATE YOU- GIà DAL TITOLO FA CAPIRE CHE QUESTO PEZZO è PURA

ADRENALINA E MOLTO RIOT GIRL STYLE, -WALK ON THE SIDE- INIZIA CON

UN RIFF PRATICAMENTE UGUALE USATO DAI RANCID E SI RESPIRA MOLTO LO SPIRITO

DISTILLERS, -CURRE CURRE- CONTINUA SULLA FALSARIGA DEGLI

ALTRI PEZZI, - VII CERCHIO- è UN PEZZO CANTATO IN ITALIANO E LO AVREI PREFERITO

CON UN TESTO IN INGLESE PERCHè LA MUSICA è OTTIMA MENTRE IL TESTO (CONTRO LA

CACCIA) è UN Pò DEBOLE, -CHATTING KID- è MOLTO HARDCORE OLD SCHOOL PERò NON

LANCIATO A VELOCITà FOLLI, - MURDERED-, L'ULTIMO PEZZO CONTINUA QUANTO

TRACCIATO DA -CHATTING KID-. TIRANDO LE SOMME SULL'ALBUM POSSO DIRE CHE è

GODIBILE, LA VOCE FEMMINILE CI STA TUTTA, NON è UN CAPOLAVORO MA è MOLTO

ONESTO, FORSE LA LORO PROVENIENZA LI PUò UN Pò PENALIZZARE PER L'ATTIVITà LIVE.

BUONA FORTUNA.

LIDEL

Page 14: UndergroundZine N.2 agosto 2012

Gruppo: Dentiridenti

Titolo Album: Occhio per occhi

Genere: ska punk

Voto: 70/100

Sito: http://www.facebook.com/dentiridenti

-

I DENTIRIDENTI SONO UNA BAND SKA/PUNK DI MODENA FORMATASI NEL 2003 CHE HA

AVUTO UNA STORIA PIU' O MENO TRAVAGLIATA, SEGNATA DA DIVERSI CAMBI NELLA

FORMAZIONE, SCIOGLIMENTI, MOMENTI DI PAUSA. HO QUI 3 PEZZI CANTATI IN

ITALIANO -CHIAVE DI VOLTA, -STRADE-, -VIVI- CHE IN PRATICA SI ASSOMIGLIANO,

TEMPO IN LEVARE, CHITARRE DISTORTE E PARTI DI TROMBA/TROMBONE E SAX. SE

CONOSCETE BAND COME MEGANOIDI, SHANDON, MIGHTY MIGHTY BOSSTONES QUESTE

SONO LE COORDINATE DELLA BAND. CONSIGLIO AGLI AMANTI DI TALE SONORITà DI

SEGUIRE I DENTIRIDENTI DAL VIVO PERCHè SEMBRANO AVERE PARECCHIA ENERGIA ED

ESPERIENZA, A TUTTI GLI ALTRI ALTRI.. GUARDATE VOI.

Lidel

Gruppo: Last Cold Crash

Titolo Album: Elefanti e Girondini Origini della forma

Genere: Jazzcore, Screamo, postcore, crossover

Voto:90/100

Sito: http://www.facebook.com/pages/LAST-COLD-

CRASH/55088951772

LAST COLD CRASH -ELEFANTI E GIRONDINI ORIGINI DELLA

FORMA- LAST COLD CRASH è UNA BAND SCREAMO JAZZCORE DOTATA DI UNA NOTEVOLE

TECNICA. BAND COME RIFERIMENTO AMBULANCE VS AMBULANCE, QUALCOSA DEI PRIMI

DILLINGER ESCAPE PLANE, EPHEL DUATH. I TESTI SONO IN ITALIANO E SE NON LI

AVESSI LETTI NON CI SAREI MAI ARRIVATO. IL PRIMO PEZZO -SOLE DI MEZZANOTTE-

RACCHIUDE LE INFLUENZE DESCRITTE PRIMA, IL SECONDO PEZZO -AUTOCENSURA DI UN

CALABRO- è PIU' DIRETTO PER LA COSTRUZIONE: UNO SCREAMO CROSSOVER MALATO CHE

MI RICORDA UN Pò LA SCENA SCANDINAVA CON UN BEL BREAK CENTRALE DI JAZZ

DISTORTO, -DER PLANET DER KLEINEN AFFEN- HA UN SUONO DEVIATO ANNI 70

MISCHIATO A POST PUNK CORE DI DERIVAZIONE APOCALITTICA, UNA SORTA DI VIAGGIO

NELLA MENTE DI UNO PSICOPATICO DEL NUOVO MILLENNIO. GRUPPO INTERESSANTE A

SUO MODO

LIDEL

Page 15: UndergroundZine N.2 agosto 2012

Gruppo: Dunkelrot

Titolo Album: Mistress fear

Genere: Alternative Metal

Voto:75/100

Sito:

http://www.facebook.com/pages/Dunkelrot/138946626153542

Quanta rabbia per questo quintetto femminile lombardo!!

A parte l'immediato accostamento con le più blasonate Kittie, c'è molto molto altro.

Trattasi di un ep di quattro pezzi saldati a filo continuo dalle ruggenti e sibilanti

vocalizzazioni della singer. Su tutti i brani spicca l'apripista choke, a causa

della vena particolarmente rabbiosa e decisa.

C'è per l'appunto molta decisione in questo disco. Più che altro mi riferisco

alla direzione che queste ragazze stanno prendendo...

si sente che hanno una idea ben chiara di cosa vogliono, di cosa sanno fare, e di come

usare le loro abilità nello scrivere e arrangiare i pezzi.

A tratti si sente un pò di abuso di questa abilità, nel senso che in alcune parti

le canzoni tendono a ingarbugliarsi un pò troppo. Insomma preferisco (e molto) la linea

diretta con il divin metallo della prima track piuttosto che la ritmica un pò troppo

sincopata della terza canzone"wake up".

Prima di giungere alla conclusione di questo mio intervento, devo anche aggiungere

che se il livello dei suoni della registrazione fosse pari al livello compositivo

delle ragazze potremmo prendere questo disco, aggiungerci 4-5 canzoni e iniziare a vendere

negli states.

La strada comunque è quella giusta, alcuni accorgimenti per il futuro, e potremo sentire

parlare delle dunkelrot.

In bocca al lupus!!!

BR1

Gruppo: Talisman Stone

Titolo album: Lovecraftopolis

Voto: 95/100

Genere: stoner

Sito: http://www.talismanstone.it/

Intrigante come un bicchiere di vino rosso che si fa fatica a

riconoscere, ma a cui

non si può dire di no.

Uno stoner piuttosto oscuro quello proposto dai Talisman

stone, fluido nelle sue

ritmiche lente e cadenzate, denso nei suoni e levigato da una femminea voce che come un

fantasma impazzito veleggia in luoghi sfuocati.

La bellezza e la ricchezza di questo demo di quattro brani è tutta nella capacità

evocativa che gli autori sono riusciti a dare nella composizione dei pezzi.

Suscita immagini, sensazioni. Talvolta fa intuire paesaggi mediorientali desertici,

talvolta dei fumosi locali da the nei quali si discute obnubilati da sostanze non meglio

precisate, altre ancora fa sentire quell'odore di stanze chiuse, di claustrofobici

Page 16: UndergroundZine N.2 agosto 2012

momenti di solitudine.

Un mix di originalità semplicità e coraggio, fa di questo demo uno dei migliori che

abbia recensito almeno nel corso di quest'anno solare.

Tutto inoltre è suonato e prodotto con molto gusto e stile, e soprattutto personalità.

E' ovvio che a uno deve piacere questo genere, altrimenti potrebbe trovare Lovecraftopolis

difficilissimo da ascoltare, ma per i palati in grado di apprezzare ci si aspetti

piena soddisfazione.

Sono curioso di conoscere meglio questa band.

Rasenta la perfezione, pur parlando di una perfezione lontana dai soliti chilchè.

Complimenti!

BR1

Gruppo: Pecora

Titolo Album: Black Albume

Genere: rock /demenziale /electro

Voto:55/100

Sito: http://pecora.bandcamp.com/album/black-albume

I PECORA MERITANO IL MIO RISPETTO SOLO DALL'AVER

SCELTO IL NOME DELLA BAND E PER L'ALBUM. -BLACK ALBUME- è COMPOSTO DA 9

DELIRANTI PEZZI FIGLI DEGLI SKIANTOS, SQUALLOR E DI UN BUGO CHE DOPO ESSERSI

ABBUFFATO DI RISOTTO CON FUNGHI ALLUCINOGENI, HA PARTORITO QUESTI

PECORA. U.T.O. è MOLTO LO-FI E POTREI QUASI DIRE CHE NON HA UN BASE VERA E

PROPRIA, -BULBO- CONTINUA CON UN ARRANGIAMENTO GENIALMENTE INSULSO. -

PURTROPPO, L'ISOLA CHE C'è- HA UNA BASE CHE SEMBRA PRESA DA UNO DEI GIOCHINI DEL

COMMODORE 64 O DEL GLORIOSO SEGA MASTER SYSTEM, -IL CALCIO CON LE PERE- HA

INFLUENZE PUNK COME FACEVANO GLI SKIANTOS NEL PERIODO D'ORO, TUTTI GLI ALTRI

RESTANTI 9 PEZZI CONTINUANO. ORA PASSIAMO AL VOTO: COME POTETE VEDERE è

INSUFFICENTE, COME MAI SE NE HO PARLATO COSì BENE? SEMPLICE: UN PAIO

DI PEZZI FATTI SU QUESTO STILE PUò ANDARE BENE, FARE TUTTO UN ALBUM SENZA FARE

QUALCHE CAMBIAMENTO STUFA (A ME HA DATO QUESTA SENSAZIONE). I PECORA SONO

UNA BAND DA PRENDERE A PICCOLE DOSI: IN QUESTO MODO POTETE APPREZZARLI AL

MEGLIO, ASCOLTARE TUTTO L'ALBUM HA MESSO DAVVERO A DURA PROVA LA (MIA)

PAZIENZA. UNA BAND IN CHIAROSCURO: GENIALE INDUBBIAMENTE, SARCASTICA MA UN

Po’ NOIOSA, FORSE PRIGIONIERA NEL SUO VOLER ESSER DEMENZIALE (CON

INTELLIGENZA) A TUTTI COSTI ( CHE UN Pò LI ROVINA).

LIDEL

Page 17: UndergroundZine N.2 agosto 2012

Gruppo: Skullmonkeys

Titolo Album: Slugs

Genere: Rock

Voto: 65/100

Sito: hhttp://www.facebook.com/skullmonkeysband

Per avere addosso i limiti dell'autoproduzione, questo ep suona davvero bene.

Gli skullmonkeys dopo alcuni assestamenti nella lineup, sfonarno questo "slugs" che

arriva ai timpani dell'ascoltatore ancora bello fumante.

Un rock personale, che alterna parti più decise ad altre più delicate è in sostanza

il contenuto di "slugs". Molta melodia, sullo stile nickelback. Ma a tratti andando

a scavare molto in profondità, si può anche pescare qualcosa dal vecchio grunge

(soundgarden, mudhoney, bush). Sono un ascolto molto piacevole, i brani rimangono parecchio

in testa, li si canticchia facilmente.

MI permetto di dare particolare rilievo alla qualità che i ragazzi sono riusciti ad ottenere

nonostante l'autoproduzione. Si sentono lavori con alle spalle produzioni

megalitiche, suonare peggio di Slugs.

Evviva dunque l'impegno che sicuramente gli skullmonkeys hanno profuso per questi loro

6 brani.

E' un disco che supera ampiamente la soglia della sufficienza ma che non ha ancora

quello stacco necessario per essere considerato di un livello superiore.

Si attesta su un livello medio, che non vuole affatto dire mediocre.

Diciamo che è un disco che galleggia senza fatica nel mare di band che popolano

le nostre attenzioni, ma che ancora non emerge.

Forse nemmeno per i demeriti compositivi della band, anzi sotto quel punto di vista

c'è poco o nulla da eccepire...diamo tempo al tempo...ci sono le capacità

per potercela fare. Forza skullmonkeys!!!

BR1

Gruppo: Prehate

Titolo Album: We don’t march alone

Genere: Metal

Voto: 90/100

Sito: http://www.facebook.com/prehate

Che bellissimo macello!!

I prehate sfornano un disco senza pietà, e praticamente privo di

punti deboli.

Il quartetto preme fin da subito sull'acceleratore per non smettere praticamente mai.

10 brani di una fattura pesante, pesantissima, eseguiti e riusciti benissimo.

Era da un bel pò che non avevo una soddisfazione così nell'ascoltare una demo

di un gruppo. Davvero una bella scoperta.

We don't march alone si infila a fatica nei pressi del death core e punge, punge continuamente

l'ascoltatore, con riff, voce e ritmiche spezzabraccia, non curandosi a che genere

può appartenere, ma solo e soltanto di colpire.

I ragazzi hanno fatto centro, senza dubbio. Si dimostrano un gruppo oltretutto maturo

Page 18: UndergroundZine N.2 agosto 2012

per un salto in avanti, quello della consacrazione.

L'enorme potenza sprigionata dai suoni in studio, è senz'altro difficoltosa da riproporre

in live, ma se anche li fossero in grado di farlo... cari lettori e lettrici, stiamo

ascoltando un lavoro di una band che farà parlare di se.

Mentre sto scrivendo ho ancora in cuffia violent words (seconda traccia del cd),

il mio pezzo preferito.

Questo è uno di quei cd che va a finire nella mia playlist.

In effetti, si potrebbe anche arrivare a dire che forse qualcosa di già sentito c'è,

che a livello di originalità non è da 10 e lode, e va bene... però tutto questo viene

spazzato via da una potenza d'urto spregiudicata e dal fatto che tutto il disco

non annoia mai.

Complimenti ai Prehate... sconsigliato l'ascolto ai deboli di cuore!

BR1

Gruppo: Mad Chickens

Titolo Album: Kill, Hermit

Genere: rock/grunge

Voto: 55/100

Sito: hhttp://www.facebook.com/MadChickens

Label: LadyMusicrecords

La band femminile di Avezzano è arrivata con questo Kill, hermit

al suo secondo cd.

Esistenti dal 2004, dopo vari cambi di line up, giungono dunque a fare con questo lavoro

la quadratura di un cerchio aperto molto tempo fa, e conseguentemente con alle spalle

un bel cesto carico di esperienze.

Ispirate sicuramente dal movimento grunge degli anni 90, (nirvana, mudhoney, sonic youth,hole)

danno dunque alla luce questo long playing di ben 12 pezzi.

Il prodotto è molto ben fatto, e potrebbe in effetti essere già immesso nel mercato

così com'è. La produzione ha fatto il suo lavoro, e lo ha fatto bene.

Qui di certo se c'è qualcosa da migliorare non riguarda la fase di produzione, ma piuttosto

la fase precedente, ossia la vera e propria composizione delle canzoni.

Infatti, a lasciare un attimo l'amaro in bocca sono i brani in se stessi.

Si tenta di dare un'originalità, ma si sente lo sforzo fatto per questo motivo, e

non si tiene conto che l'originalità non deve essere qualcosa di coercitivo, specialmente

in un ambiente come il grunge, o il punk rock.

Un disco claustrofobico addirittura, che in certi momenti pare più ricordare

interstellar overdrive dei pink floyd, piuttosto che aneurysm dei nirvana.

Ma non ci sarebbe nulla di sbagliato in tutto ciò, è solo che la cosa non è fatta bene.

C'è un'accozzaglia disomogenea, che va indubbiamente a privare di identità

un qualcosa che a questo punto non si capisce nemmeno se ce l'abbia.

Il tutto in un vestito di suoni e produzione splendido.

BR1

Page 19: UndergroundZine N.2 agosto 2012

Gruppo:Vetro

Titolo Album: Punito perché ho detto il vero!

Genere: Rock scandinavo/hardcore anni 80

Voto: 85/100

Sito: http://www.facebook.com/pages/Hells-

Locks/121755274513075

I VETRO SONO FIGLI DEL ROCK SCANDINAVO E

HARDCORE, UNA SORTA DI BAND ADOTTATA E SVEZZATA A JACK DANIELS DA

TURBONEGRO, GLUECIFER, HELLACOPTERS, REFUSED. L'ALBUM è COMPOSTO DA 10 PEZZI

CANTATI IN ITALIANO E SI CHIAMA -PUNITO PERCHè HO DETTO IL VERO!-. IL PRIMO

PEZZO-ONORE AL CANE- è GLAM PUNK ROCK, -UN MILLINO NON BASTA- PRENDE LA

VIOLENZA DEL PUNK LANCIATO A ROTTA DI COLLO ANDANDO AD INVADERE TERRITORI

QUASI HARDCORE, -BET- è UN ROCK SGUIATISSIMO IGNORANTE, -NO MAS- è HARDCORE 80

SENZA SE E SENZA MA, -CENTOCELLE- è TURBONEGRO IN OGNI SUA CELLULA, -EL

CAPITANO- è PUNK 77 , -MANI IN FACCIA- è UN'ALTRA BORDATA HARDCORE CHE NON

LASCIA SCAMPO, -SURF POLIZIA- è ALL'INIZIO OPPRIMENTE PER POI ESPLODERE IN

HARDCORE, -WOODY STRODE- SEGUE QUANTO FATTO NEL PEZZO PRECEDENTE SENZA

LASCIARE IL TEMPO DI RESPIRARE, -PROVOLONE- FA UN Pò RIPOSARE PER I PRIMI 30

SECONDI L'ASCOLTATORE CON UN BEL PEZZO PUNK ROCK ORIENTED E POI SI VIRA

NELL'HARDCORE. L'ALBUM è DA ASCOLTARE TUTTO D'UN FIATO, TENDE UN Pò A MOSTRARE

UN Pò LA CORDA IN QUESTO USARE CON BUONA CONTINUITà L'HARDCORE MA CREDO DAL

VIVO POSSANO FARE IL PANICO. CONVINCENTI

LIDEL

Gruppo: Elfen Wald

Titolo Album: Garden of the night

Genere: Dark

Voto: 90/100

Sito: https://www.facebook.com/ElfenWaldOfficialPage

Gli Elfen Wald con questo album dimostrano che non c’è bisogno

di andare oltralpe per trovare sonorità oscure e cimiteriali. Ma

andiamo per gradi, il duo apre la propria carriera 2 anni fa e dal

2010 hanno sfornato prima un demo dal titolo “Ancient Oaks”, poi hanno avuto visibilità con “Part I”

che non è altro che la ristampa del demo con 3 inediti in più e quindi partecipano ad un contest “ The

gothic room” indetto da Darkitalia ein collaborazione con Moonlight, quindi la Nomadism li contata e

con loro registrano questo album.

Se dovessi sintetizzare il loro album “Garden of the night” con una metafora direi una cosa simile:”

Qando i Lacrimosa incontrano contemporaneamente Sopor Aeternus e Emily Autumn e decidono di

fare musica insieme”.

Abbiamo le atmosfere tipiche di Sopor Aeternus che aleggiano malignamente per tutta la durata del

platter, mentre la voce cristallina e a tratti lirica di Prinzessin Simhild ci ricorda moltissimo le

canzoni dei Lacrimosa di “Stille” e di “Elodia” in primis, mentre sento il tocco alla Emily Autumn per

alcuni arrangiamenti e certe sonorità.

Page 20: UndergroundZine N.2 agosto 2012

L’album è oggettivamente ben strutturato, ben composto e ottimamente interpretato. Incredibili

passaggi di synth da parte di Eric der Rote; interessante anche la scelta di intrecciare più di un

idioma nello stesso album senza appesantirlo, abbiamo quindi testi in: italiano, inglese e tedesco. La

cura che è stata utilizzata per tutti e nove i pezzi è non solo ammirevole, ma è anche un biglietto da

visita non da sottovalutare. I ragazzi dimostrano quindi passione e perizia nel loro cd ed hanno tutte

le carte in regola per passare da quello che è l’underground dark al mainstream senza difficoltà

particolari.

Unica pecca che ho trovato è all’interno di una sola traccia: ho notato un piccolo “sbaffo” su

“Todwunsch”, nella quale la batteria elettronica è “troppo” elettronica e mi crea una distonia tra le

melodie di archi, piano e voce con la batteria stessa. Ma direi che è una svista assolutamente

perdonabile per quello che fanno in tutto il loro cd.

Picchi importanti del cd sono difficili da trovare, perché è un lavoro complesso ed empaticamente

completo, ma volendo comunque trovare i primissimi della classe di primi della classe direi:

“Broken Dreams”, “Gelida Notte”,”Alone”, “Garden of the nigth” e “Lilith”.

Consiglio vivamente questo album, non solo agli appassionati del genere, ma anche a chi ha piacere

nella buona musica, indipendentemente dal genere, e che ha voglia di un prodotto professionale ed

emozionale.

Alessandro Schumperlin

Gruppo: Recycle

Titolo Album: Only one choice

Genere: rock

Voto: 65/100

Sito: http://www.facebook.com/Recycle.Italy

Sette brani per il combo livornese …che dopo anni di gavetta

sfornano questo buon lavoro che musicalmente interagisce tra

metal e rock underground un connubio che apre le porte fra i due

generi ,non che tutto sia privo di alti e bassi anche se nel complesso le songs arrivano ad un risultato

tecnico veramente apprezzabile . Only One Choice si compone come detto di sette tracce

,personalmente butterfly è uno dei miei preferiti con una chitarra che ricorda i Korn ma che in

assoluto trovo in perfetta sintonia con il songwriting che pervade tutto il lavoro ,e anche in forever

troviamo lo stesso filo conduttore del brano di apertura,con le parti di chitarra forse un livello meno

invasive nella stragrande estensione del pezzo.granpa nulla toglie e nulla aggiunge a quanto scritto

prima come del del resto sot che fanno apparire forse un po’ ripetitivo il l’album .p.p. ha un approccio

venato di trash core per poi evolversi su linee dure e cupe come del resto selfish che ha però una

marcia in più e che insieme al brano di apertura vale l’’intero album e sublima perfettamente l’incontro

tra rock alternativo e metal. wake up completa il trittico dei brani più interessanti e rilevanti a mio

parere dell’intera sequenza ,la strada d’ora in avanti può portare ,ci si augura ,ulteriori miglioramenti

nell’evoluzione artistica dei Recycle compresa la voce solista che ha un’ impronta emo-pop forse

troppo presente ,seppure la voce si dimostri molto duttile ma che non si abbina sempre con

l’impostazione musicale .

Max doctor rock Ugolini

Page 21: UndergroundZine N.2 agosto 2012

Gruppo: Maieutica

Titolo Album: Logos

Genere: Hard Rock

Voto: 85/100

Sito: www.maieutica.info

Etichetta: Heart of steel records

Il lavoro dei Maieutica, band di Padova, è un connubio molto

interessante tra rock, dark wave anni 80 e rimandi heavy

metal; mi è difficile poterli categorizzare in modo definito, mi

limiterò al classico Hard rock, o al loro “Rock pesante” come

amano presentarsi, ma sappiate che è molto di più.

Quello che il gruppo propone è una loro versione di cosa sarebbe successo ai Timoria se non avessero

preso la via post “etabeta”. Non me ne voglia nessuno, io sono molto affezionato ai Timoria di allora

ed i Maieutica mi riportano a quelle armonie, a quei testi importanti, profondi e poetici di album

quali”storie per vivere”, “colori che esplodono” o addirittura “2020”. IMPORTANTISSIMO, quello

che fanno i ragazzi di Padova non è un ripresentare un “già visto o un già fatto”, ma semplicemente

che il rock impegnato, poetico, sognante e cantato in italiano (scelta molto coraggiosa del gruppo a

mio avviso) non per forza debba passare dal alternative, che in questo periodo viene considerato, e

non ne comprendo la ragione fino in fondo, come unico sottogenere del rock che può essere

“impegnato”.

In ambito puramente tecnico direi che hanno dato largo sfogo alle loro capacità compositive e di

questo si sente molto bene nelle dieci tracce che compongono “Logos”, interessanti gli arrangiamenti

globali effettuati sulle canzoni e più che buono il discorso delle registrazioni e post produzioni. Se c’è

da dover cercare per forza “il pelo nell’uovo”, non capisco solo se alcune risoluzioni sonore sono

cercate oppure dipendenti da valutazioni proprie. Mi riferisco al poco spazio dato ai piatti della

batteria (Mirco Zillio), li sento parecchio smorzati e lievemente sotto tono in alcuni punti. Cosa simile

per ciò che riguarda gli effetti per le chitarre (Matteo Brigo e Roberto Guarino) durante i riff

portanti, dove avrei apprezzato delle chitarre leggermente più piene di quanto non siano sul cd. Ma

direi che questi siano più valutazioni legate ad un gusto personale.

Poco incisivo risulta il basso (Luca Serasin) che molto spesso si perde tra le chitarre e la batteria

come suono, meglio per il prossimo futuro ragionare sui livelli del basso.

Interessantissima la voce per capacità interpretativa e per nitidezza. Unica nota simpatica che in

alcuni punti, e su alcune parole in particolare, il cantante (Thomas Sturaro) fa intrasentire la cadenza

veneta, nulla di trascendentale.

I punti più alti del cd dire che possono essere: “Sinestetica apparenza”, “La scelta-Tre”(intro e

canzone), “l’oracolo” e “Natale di s’odio”.

Direi che il loro cd è promosso a pieni voti, sia per chi ha voglia di “un tuffo nel passato”, tanto quanto

per chi vuole un prodotto intenso e non una serie di canzonette da “tormentone estivo”.

Alessandro Schumperlin

Artista: HANK

Titolo Singolo: Nella città dei poveri (primo singolo estratto da

“L’aria è tesa”)

Genere: Indie/Rock

Label: Autoprodotto 2012

Sito: https://www.facebook.com/3hank

Un disco sofferto, fatto di cuore, polvere e che schiuma rabbia

che sgorga da tutti i pori: è il primo long play ufficiale degli Hank,

Page 22: UndergroundZine N.2 agosto 2012

trio proveniente dal salernitano.

Edoardo Hank Frigenti (voce e chitarra), Tommaso Siniscalchi (basso), Mario Carillo (batteria),

debuttano dopo un ep “Polvere” che già faceva intuire la voglia di parlare del gruppo, destinato a non

restare inosservato. Afterhours, Marlene Kuntz, Soundgarden, Audioslave, riferimenti dati ad

impulso, giusto per far capire di che stiamo parlando.

Le nove tracce de “L’Aria è tesa” sono intense, scorrono senza dare un attimo di tregua al fiato.

“Nella città dei folli”, “Questo cielo mi disturba”, “Un’altra faccia”, “tutto sa di umido”: sembra una

quartina di Ungaretti, sono invece le prime quattro tracce del disco. Vita grama, dignità da non

svendere, voglia di riprendersi ciò che hanno tolto ingiustamente ad una intera generazione.

I tre Hank non si esimono da una critica alla società attuale, che dà sempre meno spazi ai trentenni

come loro, e ai quali si rivolge il disco. Maturità e voglia di riscatto, amalgamata in un sound

(volutamente?) low-fi, senza fronzoli e post produzioni. Si vive in presa diretta, si suona live, come nei

dischi che fecero grandi i primi anni ‘90 nelle zone di Seattle e dintorni.

Gli Hank ci sono, e voi?

Antonio Pucino

Tracklist

1 – Nella città dei folli

2 – Questo cielo mi disturba

3 – Un’altra faccia

4 – Tutto sa di umido

5 – Naufragi in ombra

6 – L’aria è tesa

7 – Canzone di Febbraio

8 – Lame

9 – L’immagine perfetta

Gruppo: Allan Glass

Titolo Album:Guzznag

Genere: Rock

Voto: 76/100

Link: www.myspace.com/allanglassrock

Tracklist: Satellite Tra Le Dune / Il Sergente / 5 Giorni Bugiardi /

Marty’s Swallow / A Cena Con Woland

A volte la psichedelia e il rock sperimentale possono incontrarsi col

gusto del minimale e dell’ermetismo, risultando in un’ amalgama che ha del fiabesco ma anche

dell’inquietante. Guzznag è il secondo EP del duo Allan Glass, un titolo che ben riassume le atmosfere

di questo lavoro: i guzznag sono infatti dei folletti malefici che si ritrovano in alcune favole; la

proposta musicale si farà dunque a tratti tetra, poco rassicurante, potrà essere una ninna nanna

stralunata e melanconica, melodiosa ma inquietante. Per apprezzare il lavoro al meglio è consigliabile

l’ascolto nell’ordine della tracklist, in quanto non vi sono pause tra un pezzo e l’altro e il tutto segue

un flusso continuo. L’apertura è dominata da synth maligni che disegnano un’atmosfera sperduta, come

appunto in un deserto dove si perdono i segnali con la civiltà e dove qualcosa si è perso. La breve intro

si sviluppa immediatamente in un rock essenziale e rumoroso, Il Sergente, brano che lascia ancora

molto spazio alla musica e ai suoi giochi piuttosto che al testo e ai suoi significati. La sua brevità e il

suo interrompersi quasi immediato ci trascinano subito nella traccia di più ampio respiro del lavoro

(più di 12 minuti), 5 Giorni Bugiardi, che disegna uno sfondo decisamente malinconico su cui si

Page 23: UndergroundZine N.2 agosto 2012

intessono parole che paiono provenire da lontani ricordi, ricordi che fanno male ma che parlano solo a

tratti e come messaggi mal trasmessi. Dominano ancora i noise chitarristici e il tappeto ritmico, le

soluzioni sono molteplici in un pezzo così lungo ma si connotano tutte per la loro asciuttezza e

semplicità che tradiscono però un moltiplicarsi di sensazioni tra loro contrastanti. Da un lato il

liberarsi, l’abbandonarsi al mare dei ricordi, dall’altro il peso di questi ultimi, il loro gravare e

comprimere il soggetto. Sono più di dodici minuti ipnotici e malati che si attenuano nei toni più

sommessi e intimi della successiva Marty’s Swallow, un altro brano breve dove gli echi vocali di un

testo breve ed ermetico diventano come quel mare d’immensità in cui Leopardi definiva dolce il

naufragare. Un’immensità racchiusa e sintetizzata però in poche semplici frasi e in una musica

essenziale che è come un veicolo verso un’altra dimensione, mentre tutto resta alle spalle. Troncata a

sua volta, i pochi minuti finali restano per un outro che rassomiglia all’opener per i suoi soni distorti,

per la sua trasmissione disturbata ed inquietante. Come se il satellite, che all’inizio di Guzznag aveva

tentato di trasmetterci quei messaggi difficili da captare e da cogliere, avesse terminato la sua

missione avviandosi a un estinguersi lento e solitario.

Seconda prova molto interessante per gli Allan Glass e per le loro storie fiabesche perse nell’etere.

La maturazione è ancora lontana, ma questo EP ci restituisce un duo a cui non mancano certo le idee e

le capacità di esprimersi. Attendendo che il frutto maturi, questo germoglio è già pregevole.

doc. NEMO

Gruppo: Taken From The Nest

Titolo Album: Taken From The Nest

Genere:Deathcore

Voto: 50/100

Sito: https://www.facebook.com/takenfromthenest

I Taken From The Nest sono una band perugina fresca, nata nel Giugno

2011 per idea di Paolo Lombardi (Five Hundred Murder) e di Riccardo

Mencarelli, rispettivamente Basso e Batteria. Claudio Cilione si aggrega

ai due, ma il gruppo essendo in cerca di chitarristi viene fatto

presentare Daniele Boccali (amico di Cilione), il quale entra subito in formazione. Edoardo Del

Principe chiude la formazione nel Settembre dello stesso anno. Loro si presentano come band del

filone del Black/Death/Crust, ma dal mio punto di vista è chiaro e lampante che siamo in presenza di

un tre tracce di Death metal, con influenze brutal con grandi capacità tecniche e compositive. Di

black o di death/crust o di crust non ci trovo molto. Il promo, che è composto da tre canzoni, è a mio

avviso puro Death Metal ma, risottolineo che, le componenti Black e Crust per me sono assenti o

quasi. Diciamo che se vogliamo proprio andare a cercarle ci sono nella canzone dal titolo

“Transhumaninst” (che chiude il promo). I pezzi sono tutti e tre strutturati bene e più o meno della

stessa durata, noto che sono pezzi molto studiati a tavolino, in modo da creare un equilibrio tra le

aspirazioni della band, il gusto dell’ascoltatore.

Nota positiva è che i pezzi sono stati registrati in due giorni , meno positiva è il fatto che il mixiaggio

e postproduzione non siano dei migliori. Questo si nota dal fatto che in alcuni punti le chitarre

vengono oscurate dalla voce. Altro dubbio viene a guardar l’artwork complessivo, la copertina è

piuttosto vaga e lascia ad intendere tutto e niente. Non è da considerare un “se vogliamo dei rimandi

visivi” ma serve per portare l’attenzione al fruitore ultimo del cd. Quindi se non c’è un quid sulla

copertina mi ritroverò comunque con un buon cd ma non calcolato minimamente e anche questo è parte

integrante di un cd. Cosa non da considerare di secondaria importanza, ripeto, per il semplice fatto

che essendo questo un modo di presentarsi al pubblico(che sia un metallaro medio, che sia

un’etichetta discografica), diciamo che è una presentazione zoppa.

Consiglio per il prossimo futuro ragionare un filino in più sulla post produzione ed i livelli degli

strumenti oltreché ad una cura anche sull’ambito visivo del cd. Purtroppo mi tocca dare un voto

bassino, ma resta inteso che essendo il primo lavoro e registrato con così poco tempo direi che è un

Page 24: UndergroundZine N.2 agosto 2012

buon trampolino di lancio per il prossimo lavoro. Ripeto le potenzialità e le aspettative ci sono,

l’originalità dell’idea anche, però l’identità musicale deve essere più curata.

Alessandro Schumperlin

Gruppo: Supernova

Titolo Album: Supernova

Genere:rock

Voto: 60/100

Sito: http://www.facebook.com/SUPERNOVA2004

Il quintetto di Livorno sta iniziando a far girare il disco che sto

ascoltando in anteprima,prima dell'uscita ufficiale che sarà

nell'autunno del corrente anno.

Un curriculum senza dubbio alcuno impressionante, precede e

accompagna la band toscana.

Un curriculum fatto sia di esperienze, ma soprattutto di collaborazioni illustri, più che altro a livello

di tecnici, produttori, case discografiche e di promozione.

In effetti queste collaborazioni si sentono, eccome!Il disco omonimo dei Supernova si snoda in 11

brani tra cui una cover reinterpretata all'uopo dai ragazzi: ordinary world dei duran duran.

Venendo subito al dunque e saltando la parte dei preamboli si può dire che il brano dei duran duran è

(ovviamente) il più bello di tutto il disco.

Le fattezze di tutto il resto sono eccelse. Ma non potrebbe essere altrimenti, visto il bagaglio ecnico

e di tecnici che i Supernova si portano dietro.

E' già un disco pronto per il mercato italiano, in tutto e per tutto: suoni, tipologia e struttura dei

brani, testi, agganci e trampolini. Il problema è che sto parlando non del sano mercato underground

italiano, ma del mercato italiano, punto e basta, cioè lo stesso che fa vendere centinaia di migliaia di

copie a Gigi d'Alessio e tiziano ferro.Beh che dire, non è più un territorio dove mi piaccia camminare,

ma questo disco a quel territorio si adatta benissimo, vista l'alta qualità del prodotto e la scarsa

qualità delle canzoni. Il solito vestito stupendo, niente di più.

Probabilmente sentiremo i supernova in heavy rotation sulle radio, o su mtv. Ma questo non vuol dire

che chi voli su quei livelli faccia dei prodotti di qualità.

Mi spiace, ma la sufficienza devo darla, ma solo per la qualità della produzione,

cioè quella che i ragazzini si sognano dentro i loro garage sottoterra...underground.

BR1

Page 25: UndergroundZine N.2 agosto 2012

LIVE REPORT

The Di Maggio Connection, live at OFF Bar (Firenze, 06/07/2012)

«Carneade, chi era costui?» Quando Marco

Di Maggio fa un’apparizione in quel di

Firenze, l’evento resta generalmente di

profilo basso. C’è da chiedersi come mai,

data la figura di spicco nella scena

rock’n’roll internazionale ricoperta dal

chitarrista (per un curriculum vitae

dettagliato, si veda il suo sito

www.marcodimaggio.com). Sarà che la scena

rock’n’roll, rockabilly, surf, psyco e così via sia relegata nella nicchia e in particolar modo in

una città musicalmente provinciale come Firenze, ma sta di fatto che un musicista che

tutto il globo ci invidia arriva a suonare in patria entro eventi tiepidi, o comunque sia

passando per una cortina di quasi silenzio. Stimato e conosciuto da chi frequenta la scena,

Di Maggio risulta per essere ignorato o poco considerato dai più. Un mister Carneade del

XXI secolo che però tanto Carneade in realtà non è. I casi della vita.

La piazza antistante alla Fortezza da Basso, cuore pulsante della Firenze estiva, è gremita

dai soliti noti: tutta la gioventù locale fa tappa qui per la serata e la piazza è infatti sempre

piena. Domandando in giro quanti siano sul posto per il concerto dei Di Maggio Connection,

molteplici sono le facce interrogative. «E chi è Di Maggio? Cosa suona? Rockabilly dici? Ah,

carino sarà allora!» Inutile provare a spiegare che si ha di fronte qualcosa di più di un

artista carino, ma di una figura di stampo internazionale. Così sì, l’OFF balla al ritmo della

musica dei Di Maggio Connection, ma così come si ballerebbe con un sottofondo qualunque

di rock’n’roll senza apprezzare più di tanto la perizia esecutiva del trio capitanato da uno

dei chitarristi di punta della scena. I pochi che conoscono il valore di ciò che accade sul

palco si riuniscono per apprezzare. Il risultato finale è sicuramente un successo, ma è un

successo in realtà tiepido, senza alcun botto, senza ovazioni di sorta. In tutto questo ci si

mette anche un tecnico del suono che, forse per sua colpa o forse per colpa delle regole del

palco dell’OFF, fa suonare i Di Maggio Connection a volumi indecorosi senza che si possa

apprezzarne appieno la carica dirompente. Nonostante questo l’esecuzione è apprezzabile,

come sempre. Una scaletta fatta di brani originali del trio che riassumono una carriera

segnata dall’incontro delle varie derivazioni del rock’n’roll, rimesse a nuovo ma sempre con

ricambi autentici…un po’ come un’auto d’epoca che appare nuova di pacca pur essendo stata

messa insieme con i pezzi originali. Nel mezzo le varie cover del caso, tra cui la mitica

versione di Every Breath You Take e un medley in cui spiccano Summertime Blues, C’mon

Everybody e I Fought The Law. Ballano tutti ma come se non ci fosse che un disco

registrato, perché si sa che col rock’n’roll prende sempre bene. Col profilo basso, dopo una

prova davvero pregevole, i nostri fanno le valigie e salutano. La serata prosegue, la piazza è

sempre piena, ma il pezzo da 90 ha lasciato il palco senza che nessuno abbia potuto

coglierne il reale valore.

doc. NEMO

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Page 27: UndergroundZine N.2 agosto 2012

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Page 28: UndergroundZine N.2 agosto 2012

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Siamo L’ANGOLO DELLA FOLLIA un gruppo di ragazzi amanti della musica di ogni genere.

Stiamo creando queste compilation che usciranno una volta al mese per cercare di far conoscere tutti i

gruppi emergenti.

Le compilation saranno pubblicate in FREEDOWNLOAD sul nostro sito (come vedete c'è la sezione

dedicata), sulla nostra pagina di facebook , sul nostro profilo di bandcamp, sul nostro sito

www.angolodellafollia.com e verranno inviate a delle radio indipendenti e webzine.

RADIO

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- presentazione compilation ogni mese per ogni compilation

- intervista tramite concorso sul nostro facebook ogni due mesi per le tre compilation precedenti

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MONDOMETALWEBZINE (metal)- recensione compilation tutte le compilation metal

- inserimento nella playlist del sito per una settimana basta dare il consenso

UNDERGROUNDZINE WEBZINE (rock/punk)- recensione compilaton tutte le compilation rock o punk

CORNERMUSICZINE

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CONTEST

- ogni 2 mesi per tutti i gruppi delle compialtion uscite nei 2 mesi possono partecipare al contest

1° PREMIO

distribuzione del proprio cd nel catalogo della LadyMusicRecords

2° PREMIO

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SUPPORTO

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tutti i brani verranno inseriti nelle compilation vi avviseremo il mese dell'uscita. tutto questo è gratuito.

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live

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STAFF DIRETTORE

MARTINA TOSI

Interviste/flyer/pubblicità/Annunci

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Info per label/info generali

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Compilation (brano/logo) USCITA MENSILE

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RECENSORI

BR1 Recensioni/Interviste/Articoli

Genere: alternative, metal, rock, stoner, indie,

hard core, industrial,

Contatti: [email protected]

Doc. NEMO Recensioni

Genere: metal, rock, punk in più o meno ogni

derivato.

Contatti: [email protected]

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ALESSANDRO SCHUMPERLIN Recensore

Genere: Metal (gothic, death, classic, glam,

industrial, black, folk, pagan-vking, doom)

Rock(classico, alternative, hard rock e dark)

Contatti: [email protected]

LIDEL

Recensore

Genere: punk,hardcore, indie, hard rock,

grunge, thrash metal, rock

Contatti: [email protected]

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