UNA VITA TRA I RIFIUTI Una ricerca di Alexandru Bungardean e Iacopo Marcotuli.

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UNA VITA TRA I RIFIUTI Una ricerca di Alexandru Bungardean e Iacopo Marcotuli

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UNA VITA TRA I RIFIUTI

Una ricerca di Alexandru Bungardean e Iacopo Marcotuli

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Chi sono?

Molti bambini si aggirano per le discariche di tutto il mondo: sono le migliaia di vittime della fame, che rovistano tra i rifiuti in cerca di qualcosa per vivere.

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Dove si trovano?

Questo fenomeno si è sviluppato nelle regioni povere del mondo, dove i genitori non riescono a nutrire i propri figli e tocca a questi stessi provvedere al loro fabbisogno alimentare e a quello dei fratellini più piccoli.

Le discariche maggiormente interessate sono quelle del Guatemala in Sud America, quelle sparse nell’Africa centrale e nelle regioni più occidentali dell’Asia (Cina, Corea, Indonesia…).

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Cosa cercano?

Oltre agli scarti alimentari e agli stracci gettati dalle nazioni più ricche, vengono smembrati a mano telefonini, computer, frigoriferi, lavatrici ed elettrodomestici, le cui parti ancora utilizzabili vengono riciclate e rivendute alle multinazionali europee e nordamericane che li hanno prodotti, per pochi centesimi al chilo.

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Quali sono le cause?

La principale causa della povertà è lo sfruttamento da parte delle multinazionali, le stesse che, dopo aver succhiato fino all’osso le ricchezze delle popolazioni e del sottosuolo della terra che queste abitano,comprano rifiuti ancora utilizzabili proprio dai bambini…

Prendiamo per esempio il telefono cellulare: ognuno di noi ne ha uno.

Un minerale molto importante nella produzione di telefonini è il coltan che viene estratto dalle popolazioni nere sottopagate in Congo.

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I minatori vengono pagati pochi centesimi al giorno. Il prezioso minerale viene poi spedito in Cina dove viene lavorato e assemblato con gli altri pezzi da manodopera locale in condizioni di lavoro pessime, in ambienti sporchi e senza le dovute protezioni.

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Il prodotto finito viene portato in Europa o negli Stati Uniti dove viene acquistato dai “ricchi”, ma le multinazionali sfruttatrici produrranno altri cellulari: chi ha comprato i primi li getterà per far posto ai nuovi, dando inizio a un ciclo di inutili sprechi.

Così i cellulari gettati verranno riportati, assieme ad altre tonnellate di rifiuti, nei paesi che li hanno prodotti, dove i figli della popolazione che è stata impoverita dallo sfruttamento delle risorse,sono costretti a smistarli e a venderli ai ricchi per guadagnarsi un misero pasto.

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E gli effetti?

Ovviamente il pesante lavoro di smistamento pesa gravemente sulle spalle di un bambino che perde la sua infanzia, il diritto a un’istruzione e la possibilità di ottenere, una volta cresciuto, un lavoro onesto e redditizio.

Poi c’è il rischio di contrarre malattie, che, pur essendo facilmente curabili in Europa, non lo sono in un paese povero, perché chi non può permettersi un pasto regolare di certo non ha i soldi per comprare i costosi farmaci dei “ricchi”.