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Una Mirabile Partnership Trans-Atlantica Le conseguenze socio-economiche e ambientali del Partenariato EU-USA sul Commercio e gli Investimenti TTIP/TAFTA

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Una Mirabile Partnership Trans-Atlantica

Le conseguenze socio-economiche e ambientali del Partenariato EU-USA sul Commercio e gli Investimenti

TTIP/TAFTA

Una Mirabile Partnership Trans-Atlantica

“Lasciare  che  l’economia  internazionele si muova senza una leadership rinnovata non é piu  possibile….E’ tempo per gli Stati   Uniti   e   l’Unione   Europea   di   esercitare la leadership mostrando nuove strade”. Consiglio Atlantico1

Autore: Kim Bizzarri (con il contributo di Pia Eberhardt per il capitolo 7) Redattore: Angela Burton Design e illustrazioni: Ricardo Santos Correzione dei testi: Jamie Gorman Traduzione Italiana: EnnEnnE figli di nessuno www.ennenneonline.it grazie a Riccardo Albini, Gianpaolo e Michela Crociani…… Capitolo 1 tratto da ‘Voci  dall Estero’ Bruxelles, Ottobre 2013 Milano, Dicembre 2013 Pubblicato dal Seattle to Brussels Network (S2B) I contenuti di questo rapporto possono essere citati o riprodotti a scopi non commerciali, fintanto che venga riconosciuta la fonte. Un  ringraziamento  ai  membri  dell’S2B  per  i  commenti  sulla  bozza  e  al  Center  for  Research  on  Multinational Corporations (SOMO) e al Transnational Institute (TNI) per il sostegno finanziario alla pubblicazione.

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Contenuti pagina 4 Sintesi

8 Introduzione

11 Capitolo 1Divisi, indifesi e con divieto di sciopero La  riforma  dei  diritti  del  lavoro  e  delle  politiche  sociali  nell’interesse  delle  aziende  multinazionali

15 Capitolo 2Svendere  la  natura  per  il  bene  dell’economia L’incerta  creazione  di  ricchezza  si  basa  sulla  certa  distruzione  ambientale

19 Capitolo 3L'ultimo steccato Agricoltori e consumatori alla mercé dell'industria agroalimentare

23 Capitolo 4Far  rientrare  l’ACTA  dalla  porta  sul  retro  gettando  dalla  finestra  i  diritti dei cittadini I  ‘’diritti’’ di proprietà intellettuale dei giganti di internet nei confronti dei diritti dei cittadini

26 Capitolo 5La salute come una vacca da mungere per gli investitori internazionali Avvelenare i cittadini per poi negare loro l'accesso al servizio e a medicinali accessibili economicamente

30 Capitolo 6L’ascesa  delle  “super  banche” I mercati finanziari e gli investitori si rifiutano di imparare la lezione della crisi

33 Capitolo 7Il Business cita il Governo in tribunale e il Contribuente paga il conto Garanzie alle Multinazionali meno diritti ai popoli

38 Capitolo 8C'era una volta il West...Riflessioni finali su un progetto di elite transnazionale

Una Mirabile Partnership Trans-Atlantica

Sintesi

Sono  iniziate  quest’estate  le  trattative  tra  l’Unione  Europea  e  gli  Stati  Uniti  per  una  partnership transatlantica in tema di commercio e investimenti (TransatlanticTrade and Investment Partnership o TTIP), salutata da molti leader politici e imprenditoriali come la bacchetta magica in grado di far ripartire la difficile ripresa economica su entrambe le sponde  dell’Atlantico.  Il  consolidamento  delle relazioni commerciali tra i due partner in un’area  di  libero  mercato  transatlantico  è  stato  spacciato ai cittadini europei e degli Stati Uniti come un forte volano per accelerare la crescita economica, tanto che alcuni entusiasti sostenitori  dell’accordo  prevedono un aumento fino  all’1%  del  PIL.  Glialti  funzionari  della  UE  e  degli  USA  sono  certi  che,  grazie  all’eliminazione  delle  tariffe  doganali  e  all’armonizzazione  di  disposizioni e norme tra le due sponde dell’Atlantico,  il  commercio  tra  le  due  regioni  incrementerà col risultato che verranno creati milioni di nuovi posti di lavoro.

Una mirabile partnership transatlantica è un’analisi  preliminare  delle  implicazioni  socio-economiche, ambientali e geo-politiche di tale accordo commerciale. Questo rapporto sostiene non solo che la fiducia nella liberalizzazione e deregolamentazione del commercio – che sottende gli attuali negoziati – è mal riposta, ma anche che sono stati calcolati male i previsti vantaggi economici (mentre i rischi sono stati gravemente minimizzati se non del tutto ignorati).

Ne emerge una valutazione del TTIP come il progetto  politico  di  un’élite  transatlantica  politica  e  imprenditoriale  che,  sull’infondata  promessa di un incremento del commercio e

della creazione di nuovi posti di lavoro, cercherà di  scardinare  il  “protezionismo”  sociale  ed  ambientale, reindirizzare i diritti legali dai cittadini alle aziende, e consolidare la leadership  globale  degli  USA  e  dell’Europa  in  un  ordine mondiale in continua trasformazione.

Vantaggi esagerati rischi minimizzati Come indicato in questo rapporto (capitolo uno), il commissario europeo per il commercio Karel De Gucht ha fatto affermazioni grossolanamente esagerate sui vantaggi economici del TTIP. In base a una ricerca finanziata dalle stesse aziende, ci si aspetta un incremento  del  PIL  dell’1%,  oltre  alla  creazione  di  “centinaia  di  migliaia  di  posti  di  lavoro”.  Tuttavia,  l’analisi  della  Commissione  Europea  sull’impatto  del  TTIP  ha  stabilito  che  sarebbe  più  realistico  aspettarsi  una  crescita  all’incirca dello 0,1%. Ciò equivarrebbe a un tasso di crescita annuo dello 0,01% in un arco di dieci anni, che gli economisti hanno già bollato come “insignificante”.

Eppure, i rischi socio-economici e ambientali associati a tali insignificanti vantaggi economici potrebbero  essere  catastrofici.  L’aumento  della  concorrenza in seguito alla liberalizzazione del commercio tra la UE e gli USA potrebbe scatenare una ristrutturazione economica che porterebbe addirittura a una perdita di posti di lavoro  (capitolo  uno).  L’aumento della concorrenza settoriale tra Europa e USA potrebbe allargare ulteriormente il divario tra il centro e la periferia in Europa, giacché l’offensiva  principale  degli  interessi  commerciali  statunitensi si rivolge precisamente a quei

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settori che la periferia europea ha interesse a difendere, come  l’agricoltura  (capitolo  tre).

Inoltre, in diversi settori, le leggi e le norme statunitensi offrono molta meno protezione che in Europa. La proposta armonizzazione normativa tra la UE e gli USA potrebbe gravemente indebolire il livello di protezione del consumatore europeo favorendo, ad esempio,  l’accesso  al  mercato  degli  organismi  geneticamente modificati (OGM), delle carni trattate con ormoni e dei polli disinfettati con il cloro  (capitolo  tre).  Se  l’Europa  fosse costretta ad aprire i suoi mercati ai prodotti USA non soggetti alle normative più rigide sul trattamento degli animali o alle disposizioni sull’uso  dei  pesticidi  agricoli  nocivi  ai  quali  devono sottostare i produttori europei, ne risulterebbe un allontanamento dauna politica agricola sostenibile (capitolo tre).

Di questa scelta di andare nella direzione del minimo comun denominatore, ne risentirebbero anche le politiche ambientali in Europa (capitolo due) e le norme finanziarie negli USA (capitolo sei). Ad esempio, il TTIP potrebbe  minacciare  l’esistente  moratoria  europea sulla controversa estrazione del gas di scisto (capitolo due) e allo stesso tempo minare il simbolico regolamento REACH del Parlamento Europeo sulle sostanze chimiche consentendo alle aziende di aggirare i test su migliaia di sostanze chimiche tossiche (capitolo cinque).

Viceversa, potrebbero essere messe a repentaglio le norme finanziare USA, attualmente più severe di quelle europee: le grandi banche sperano di usare i negoziati per scardinare i tentativi post-crisi di introdurre norme finanziarie più rigide (capitolo sei). In un momento in cui anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale hanno cominciato a riconoscere che i controlli

rappresentano un modo utile di prevenire e fermare la fuga di capitali, con i suoi effetti speculativi e destabilizzanti,il TTIP propone la liberalizzazione e deregolamentazione di TUTTI i settori del terziario, incluso il settore dei servizi finanziari, con il rischio di incoraggiare, piuttosto  che  prevenire,  un’altra  crisi finanziaria internazionale.

Una minaccia ai diritti civili e al modello sociale europeo Con la profonda ristrutturazione delle relazioni sociali insita nel proposto accordo commerciale, il TTIP rappresenta una reale minaccia per i diritti civili e per le basi del modello sociale europeo. Se negli USA le aziende hanno un accesso virtualmente illimitato ai dati personali dei cittadini, in Europa esiste ancora, garantito per legge, un qualche livello di protezione della privacy. Il TTIP, tuttavia, potrebbe cambiare tutto ciò se i negoziati dovessero includere il proposto capitolo relativo ai diritti sulla proprietà intellettuale (DPI).

I precedenti sforzi di minare il diritto alla privacy degli  europei  attraverso  l’accordo commerciale anti-contraffazione denominato ACTA (Anti-CounterfeitingTrade Agreement) sono stati respinti con successo al Parlamento Europeo, quando la proposta fu eliminata a seguito della montante opposizione pubblica. Ad ogni modo, poiché i negoziati per il TTIP si svolgono a porte chiuse, e al di fuori della supervisione parlamentare,  c’è  il  grosso  rischio  che  questa  volta i cittadini non saranno in grado di difendere i loro diritti civili (capitolo quattro).

L’aver  incluso  un  capitolo  relativo  ai  diritti sulla proprietà  intellettuale  ispirato  all’ACTA  potrebbe inoltre insidiare gravemente il diritto alla salute dei pazienti europei (capitolo cinque). Il TTIP prevede infatti forme di

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protezione dei brevetti farmaceutici sempre più rigide che potenzialmente potrebbero limitare l’accesso  ai  medicinali  generici  salva-vita (un settore industriale europeo in crescita). Per di più, attraverso la proposta armonizzazione di norme e disposizioni tra la UE e gli USA (che includerebbe  “il  reciproco  riconoscimento”  delle cornici normative esistenti nelle due aree geografiche che quindi sarebbero considerate equivalenti), potrebbe essere ulteriormente incoraggiata la privatizzazione in Europa di servizi pubblici (in stile USA), facendo perciò aumentare i costi sanitari per i pazienti europei.

L’armonizzazione  di  norme  e  disposizioni  potrebbe anche avere un forte impatto sui diritti sindacali e del lavoro, poiché il diritto alla libera associazione e alla contrattazione collettiva è molto meno garantito negli USA che in Europa.

Dovessero le trattative arrivare a un accordo, in futuro potremmo assistere a uno scontro al ribasso tra lavoratori europei e statunitensi nel disperato tentativo di attrarre gli investimenti privati. In caso contrario, le aziende europee potrebbero traslocare negli USA dove godrebbero di minori obblighi nei confronti dei loro dipendenti (capitolo uno).

Importare la cultura USA dell’azione  legale Il TTIP potrebbe restringere ulteriormente le possibilità di interventi normativi se venisse inserito nei negoziati il proposto capitolo sugli investimenti (capitolo sette). Se, come ci si aspetta, tale capitolo comprendesse un meccanismo di risoluzione delle controversie, gli investitori esteri potrebbero portare i governi davanti a una corte internazionale e intentar causa per le politiche ritenute

potenzialmente avverse ai profitti (presunti) di un’azienda.

Un certo numero di casi del genere si sono già verificati a seguito del NAFTA ( North America Free Trade Agreeemet) e di altri trattati commerciali bilaterali, dove leggi democratiche, intese  a  proteggere  i  consumatori  e  l’ambiente,  sono state impugnate da aziende private con richieste di risarcimentodi centinaia di milioni di dollari. Il recente caso della PhilipMorris, il gigante USA del tabacco, che ha fatto causa ai governi  dell’Uruguay  e  dell’Australia  per  le  loro  leggi anti-fumo è un assaggio di ciò che ci aspetta dovesse il TTIP conferire alle aziende tali poteri legali.

Il risultato sarà che le aziende statunitensi che investiranno in Europa potranno aggirare le corti europee e sfidare direttamente i governi della UE in tribunali internazionali ogni qual volta ritengano che le leggi nei campi della salute pubblica e della protezione sociale o ambientale abbiano interferito con i loro profitti. Cosicché, in futuro, la semplice minaccia di una dispendiosa disputa legale potrebbe essere sufficiente a prevenire i governi  dall’emanare  legislazioni  avanzate:  un  notevole passo indietro per qualunque sistema politico che voglia apparire democratico.

Al di  là  dell’Atlantico Considerando che più di un terzo del commercio internazionale passa per gli Stati Uniti  e  l’Unione  Europea,  il  TTIP  creerebbe  l’alleanza  di  libero  commercio  più  grande  del  mondo, le cui implicazioni andrebbero ben al di là  dell’Atlantico, in quanto il TTIP riscriverebbe di fatto le regole del commercio mondiale (capitolo finale). In quanto tale, il TTIP consentirebbe alla UE e agli USA di superare l’impasse  politico  che  frena  attualmente  i  

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negoziati a livello multilaterale, nei quali i paesi in via di sviluppo hanno finora resistito alle richieste degli USA e della UE di liberalizzare ulteriormente le loro economie (allo scopo di garantire alle imprese europee e statunitensi libero accesso ai loro mercati e alle materie prime).

Il TTIP potrebbe così diventare lo strumento per costringere il Sud del mondo a intraprendere un percorso di sviluppo definito dagli interessi della UE e degli USA. In particolare, per il grande business europeo e statunitense, il TTIP potrebbe diventare la strategia per avere la

meglio sulle economie emergenti, quali India, Russia, Cina, Brasile, Sud Africa e i paesi del sud-est asiatico, e riconquistare la leadership internazionale in un ordine mondiale in trasformazione  che  sta  minacciando  l’egemonia  USA ed europea.

È discutibile che questi debbano essere gli obiettivi di un accordo commerciale per il XXI secolo.  Offrendo  un’analisi  critica  delle  implicazioni socio-economiche e ambientali del TTIP, questo rapporto si augura di contribuire al dibattito pubblico sulla natura, gli obiettivi e le regole del commercio internazionale.

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Introduzione Il  Commercio  transatlantico  &  l’utopia  delle  Multinazionali "Il gruppo più impaziente è il settore imprenditoriale. Siamo franchi su questo. Sto dicendo, lo sapete, che ovviamente la cosa è guidata politicamente, è guidata strategicamente. La questione di fondo è che il business vuole che questo avvenga, il business da entrambi i lati dell'Atlantico" Andras Simonyi, della Johns Hopkins University.2 Il 13 febbraio 2013 il presidente degli Stati Uniti, Barack  Obama,  e  i  leader  dell’Unione  Europea  si  sono impegnati ad avviare negoziati per un accordo transatlantico per il commercio e l’investimento  (TTIP),  noto  anche  come  TAFTA  (Accordo transatlantico per il libero commercio). Un primo round di negoziati si è tenuto a porte chiuse nel luglio 2013 ed entrambe le parti mirano a concludere le trattative entro la fine del 2014. Come con altri accordi commerciali, il TTIP viene venduto per i presunti benefici che dovrebbe portare alle persone, ad esempio prezzi più bassi grazie ad una maggiore competizione tra le aziende dei due  lati  dell’Atlantico  e  la  creazione  di  nuovi  posti di lavoro. In realtà, però, il patto transatlantico pone numerose e gravi minacce per le persone,  l’ambiente  e  l’economia;  esso  mira a concentrare ancora più potere economico e politico nelle mani di una ristretta élite atlantica.

Qualcosa di più che rimuovere i dazi

Si va ben oltre il classico approccio che consiste nella  sola  rimozione  dei  dazi  e  nell’apertura dei mercati agli investitori esteri; i negoziati commerciali si stanno concentrando sulla rimozione delle regolamentazioni sociali e ambientali che proteggono i consumatori, i lavoratori  e  l’ambiente,  e  che  attualmente  sono  d’intralcio  ai  profitti delle grandi imprese (vedi la tabella sotto). Come spiega la Commissione Europea: “la più grossa barriera al commercio non è il dazio pagato alle frontiere, ma sono le cosiddette  ‘barriere  non  tariffarie’,  quali,  per  fare un esempio, i differenti standard di sicurezza  o  sull'ambiente  per  le  automobili.  […]  L’obiettivo  di  questo  patto  commerciale  è  quello  di ridurre i costi inutili ed i ritardi per le compagnie…” 3 A  tale  scopo,  l’UE  e  gli  USA  mirano  ad  “armonizzare”  e  “riconoscere  reciprocamente”  i  loro rispettivi approcci normativi al fine di creare la più grande zona di libero commercio del  mondo.  In  pratica,  però,  “l’armonizzazione  normativa”  e  il  “reciproco  riconoscimento”  degli  standard dev'essere inteso come un eufemismo, che in realtà significa una grave indietreggiamento delle norme sociali e ambientali  in  favore  dell’interesse  delle  grandi  imprese di poter muovere liberamente capitali, merci e lavoro in giro per il globo. Per esempio, le aziende statunitensi vorrebbero vedere l’Europa  abbassare  i suoi standard sul lavoro (si veda  il  capitolo  1)  e  farla  finita  col  suo  “principio  di  precauzione”  – il cardine delle politiche di tutela dei consumatori e dell'ambiente su cui è basato il Regolamento REACH sulle sostanze chimiche e le sue severe norme sulla sicurezza

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alimentare e sulle etichette degli alimenti (si vedano i capitoli 2 e 3). Le aziende europee, invece, puntano contro le più severe norme degli USA sui medicinali, i dispositivi medici e i test (si veda il capitolo 5), così come contro il loro più stretto regime di regolamentazione finanziaria (si veda il capitolo 6). Attraverso il TTIP, la UE e gli USA sperano anche di concedere alle aziende nuovo potere politico con cui contrapporsi ad una vasta gamma di regolamentazioni, sia interne sia estere, e questo porterà inevitabilmente ad una erosione delle politiche di protezione dell’interesse  pubblico  (si  veda  il  capitolo  7).  I  negoziati potrebbero anche minacciare le libertà  di  Internet  attraverso  l’accordo  sui  nuovi  

Diritti sulla Proprietà Intellettuale, che sono simili  a  quelli  proposti  dall’ACTA  – l’accordo  commerciale anti-contraffazione che era stato respinto con successo dal Parlamento Europeo a seguito di una massiccia opposizione pubblica (si veda il capitolo 4) – questo avrebbe importanti conseguenze anche per agricoltori, consumatori e pazienti. Al tempo stesso, il patto UE-USA deve essere visto come parte di una più ampia  strategia  dell’UE  e  degli  USA  per  preservare il ruolo della leadership atlantica negli affari globali, in un tempo in cui la loro egemonia  economica  è  minacciata  dall’ascesa  di  molte economie emergenti – come Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa (si veda il capitolo 8 di questo report).

Un programma transatlantico per le grandi aziende Per più di due decenni, le grandi aziende europee e statunitensi hanno fatto pressioni

per una zona di libero scambio transatlantico attraverso organizzazioni come il Trans-Atlantic Business Dialogue (TABD), ora ridenominato Trans-Atlantic Business Council (TBC).5In vista dei negoziati per il TTIP, molte associazioni industriali hanno adottato prese di posizione comuni che indicano una più stretta

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collaborazione transatlantica. Questa è una strategia esplicita per parlare ai negoziatori dell’UE  e  degli  USA  con  una  sola  voce  ed  un insieme ben definito di interessi comuni.6 In una nota interna che è trapelata, la Commissione Europea ha già dichiarato che intende  agire  nell’interesse  dell’industria,  concentrandosi  particolarmente  sui  “settori  che  hanno espresso prese di posizione comuni (automobilistico, chimico, farmaceutico, della salute  ed  informatico)”  – perché  “possiamo  contare sulla pressione congiunta dell’industria”7. Finora, la Commissione ha tenuto più di 100 riunioni riservate con i rappresentati delle lobby industriali, a porte chiuse, lasciando la società civile largamente all'oscuro dei fatti. 8

Opporsi  all’utopia  delle  multinazionali Da  entrambi  i  lati  dell’Atlantico,  le  associazioni  dei consumatori, gli ambientalisti, gli attivisti della rete, i sindacati e gli agricoltori si stanno già preparando per opporsi a questo programma delle multinazionali.

Non solo essi hanno sollevato preoccupazioni riguardo gli accordi commerciali tra UE ed USA, ma hanno anche sottolineato la necessità di un serio dibattito pubblico su come riformare il commercio internazionale e le sue regole più in generale – a cui speriamo che il presente report possa dare un contributo (si veda il capitolo 8). Ispirandoci al titolo del romanzo distopico (che rappresenta una utopia negativa e una societá indesiderabile. ndr) di Aldus Huxley, “The  Brave  New  World”,  questo  report  ambisce  ad  impostare una prima vasta analisi dei rischi ambientali e socioeconomici a cui potremmo trovarci di fronte se i negoziati commerciali attualmente in corso dovessero riuscire a realizzare  quell’"utopia  delle  multinazionali"  che è il cuore del TTIP. Speriamo che le evidenze fornite qui possano incitare gli attivisti, così come i cittadini e i loro rappresentanti politici, a mobilitarsi contro il TTIP,  con  l’obiettivo  di  fermare un progetto dell’élite  che  con  ogni  probabilità  peggiorerebbe le condizioni di vita di milioni di persone già gravemente colpite dalla crisi finanziaria e dalle paralizzanti conseguenze dell’austerità  europea.

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Capitolo 1 Divisi, indifesi e con divieto di sciopero

La riforma dei diritti del lavoro e delle politiche sociali nell’interesse  delle  aziende  multinazionali Si è versato parecchio inchiostro sui media mainstream per elogiare il ruolo che un accordo di libero scambio tra UE ed USA potrebbe avere nel portare le due economie fuori dalla crisi in cui sono tuttora intrappolate. Nel suo Discorso alla Nazione del 13 febbraio 2013, il presidente Barack  Obama  ha  annunciato  che  “avvieremo trattative per un vasto accordo transatlantico per il commercio  e  l’investimento  (Transatlantic  Trade and Investment Partnership; TTIP) con l’Unione  Europea  – perché il commercio libero ed  equo  tra  i  due  lati  dell’Atlantico  favorisce  milioni di posti di lavoro ben remunerati in America”  – un’affermazione  a  cui  ha fatto eco il commissario UE per il commercio, Karel De Gucht:

“…   per   l’Europa,   l’effetto sul reddito dell'accordo che stiamo cercando di raggiungere dovrebbe essere  tra  lo  0,5%  e  l’1%  del  PIL,  il  che  significa centinaia di migliaia di posti di   lavoro…   Questo accordo porta ai nostri produttori nuovi clienti, minori costi dei componenti e una maggiore competizione per rendere tutte le nostre imprese più efficienti.”9

Tuttavia, se si guardano le cifre più da vicino, queste suggeriscono che le stime di ricchezza e creazione di posti di lavoro sono state con ogni probabilità grossolanamente esagerate. Di conseguenza le promesse che il TTIP crei posti di lavoro e porti al miglioramento del welfare molto probabilmente non si realizzeranno mai, mentre nel processo di smantellamento delle “barriere"  al  commercio  transatlantico,  i  diritti  del lavoro e le garanzie sociali potrebbero invece finire seriamente erosi.

Le pretese esagerate sulla creazione di lavoro e ricchezza Sulla  base  dei  risultati  prodotti  dai  “think tank”  finanziati dalle multinazionali, la Commissione Europea ha affermato che il TTIP potrebbe creare due milioni di posti di lavoro ed incentivare il commercio tra UE ed USA per oltre 120 miliardi di dollari nel corso di cinque anni.10 Con il finanziamento di alcune delle più grandi società finanziarie globali, che hanno tutto da guadagnare dal TTIP – incluse Deutsche Bank, BNP Paribas, Citigroup, Santander, Barclays, JP Morgan – il Centro per la Ricerca sulle Politiche Economiche, con sede a Londra, ha affermato che un patto transatlantico per il commercio  porterebbe  guadagni  all’economia  dell’UE  per  119  miliardi  di  euro  l’anno,  il  che  si  tradurrebbe  in  una  media  di  545  euro  all’anno  di reddito in più a disposizione per ogni famiglia di quattro persone.11

“I  ‘crimini’  commessi  sotto  l’etichetta  della  ‘econometria’ hanno tanto a che vedere con la scienza quanto una previsione meteorologica ha a che vedere con delle  frattaglie  di  pollo  al  cloro..” Jens Berger Giornalista

Tuttavia, il prof. Clive George, un economista senior  dell’Università  di  Manchester  che  fino  a  poco tempo fa conduceva parecchie delle valutazioni  d’impatto  dei  negoziati  commerciali  per conto della Commissione Europea, ha

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avvertito che tali affermazioni devono essere prese con cautela, perché  “i modelli economici su  cui  tali  stime  si  basano  …  sono  stati  descritti  da alcuni dei loro stessi principali ideatori come ‘altamente  speculativi’”.12

Il prof. George fa notare che molte delle affermazioni entusiastiche sui benefici economici del TTIP si basano su un aumento atteso della crescita economica dello 0,5%, che

persino la stessa Commissione Europea definisce  “ottimistico”.  Lo  scenario  più  probabile stima invece una aumento del PIL di poco più dello 0,1% (cioè una aumento della crescita economica di poco più dello 0,01% ogni anno per dieci anni), il che, come dice il prof. George,  “è  insignificante,  e  [la  Commissione  Europea]  lo  sa.”13 Con  simili  toni  l’Unità  di  Valutazione  d’Impatto  

facente capo al Parlamento Europeo ha criticato la metodologia dello studio della Commissione per la sua mancanza di “un'informazione sufficientemente di qualità”,  che  sarebbe  necessaria  al  lettore  per capire come i risultati sono stati ottenuti,  per  “la  mancanza  di  un’adeguata  valutazione dei rischi e degli svantaggi”  e  per  “non  aver  controllato  la  credibilità  dei  modelli, che si basano su un gran numero di  ipotesi  idilliache”.14 Come aveva detto il giornalista Jens Berger,  “i  ‘crimini’  commessi  sotto  l’etichetta  della  ‘econometria’  hanno  tanto  a che vedere con la scienza quanto una previsione meteorologica ha a che vedere con le frattaglie di pollo al cloro. Modelli matematici sempre più complicati sostituiscono la semplice logica e rimpiazzano i risultati scientifici, ma non sono né logici né scientifici. Con l’istituto  ‘giusto’  a  disposizione,  i  risultati  desiderati  possono sempre essere prodotti attraverso questi  modelli.”15

Se dovessimo prendere il Trattato per il libero commercio del Nord America (NAFTA) come indicazione di ciò che porterà il TTIP, non possiamo aspettarci né ricchezza né creazione di lavoro.

Box 1 Il NAFTA (Trattato per il Libero Commercio del Nord America )costò quasi un milione di posti di lavoro negli Stati Uniti. Quando il NAFTA entrò in vigore nel 1993, il presidente USA Clinton promise la creazione di milioni di nuovi posti di lavoro come conseguenza   dell’aumentato   commercio   con   Canada   e  Messico. La Camera di Commercio USA vanta che il NAFTA ha infatti  aumentato  il  flusso  commerciale  all’interno  della  regione  di tre volte e mezza (per un valore di 1200 miliardi di dollari) ma riconosce che in effetti la promessa di creazione di posti di lavoro non si è affatto materializzata.17 Secondo   un’analisi  dell’Istituto   per   le   Politiche   Economiche,   il   numero   di   posti   di  lavoro   creati   dall’aumento   delle   esportazioni   in   relazione   al  numero di posti di lavoro  persi  per  l’aumento  delle  importazioni  dovuto al NAFTA risulta in una perdita netta di quasi un milione di posti di lavoro (879.280 per la precisione) – e non nella creazione di 20 milioni di posti di lavoro come originariamente promesso.18 E tutto ciò senza parlare della pressione al ribasso sui salari dei lavoratori USA che il NAFTA ha generato, la quale ha contribuito alla  loro  stagnazione  relativa  che  dura  dalla  metà  degli  anni  ’70.  Secondo il Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione, il NAFTA ha permesso alle corporazioni USA di spostare i loro fondi d’investimento  più  facilmente  attraverso  la  frontiera  messicana,  così da installare nuovi impianti di produzione in Messico (convenienti per via dei più bassi livelli salariali del Messico e di standard lavorativi ed ambientali più bassi), e di chiudere i relativi impianti di produzione negli USA.19 Tutto ciò ha creato enormi   profitti   per   l’élite   economica,   ma   ha   portato   ad   un  deterioramento delle condizioni dei lavoratori da entrambi i lati della frontiera. Di conseguenza i lavoratori USA sono stati costretti a scegliere tra riduzione del salario o licenziamento, mentre i lavoratori messicani hanno perso i loro mestieri tradizionali e sono stati costretti a lavorare in condizioni di quasi schiavitù negli impianti costruiti dalle aziende statunitensi in Messico.20 Secondo   Jeff   Faux,   presidente   dell’Istituto   per   le  Politiche   Economiche   a   Washington,   “l’esperienza   del   NAFTA  suggerisce  che  qualsiasi  ampio  accordo  di  libero  scambio  …  che  non dia tanta priorità allo sviluppo sociale e delle condizioni dei lavoratori quanta ne dà alla protezione degli investitori e della finanza,  non  è  sostenibile.”21

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Piuttosto, argomenta il prof. George, se uno vuole prevedere i possibili impatti dei nuovi accordi per il commercio, farebbe meglio a guardare  all’esperienza  avuta  con  i  passati  accordi.16 E tuttavia, se dovessimo prendere il Trattato per il libero commercio del Nord America (NAFTA) come indicazione di ciò che porterà il TTIP, non possiamo aspettarci né ricchezza né creazione di lavoro (vedi il Box 1 sottostante).

I disoccupati lasciati privi di tutele A dispetto delle sue ottimistiche metodologie di creazione  di  modelli,  la  Valutazione  d’impatto  fatta dalla Commissione Europea per il TTIP riconosce  che,  come  risultato  dell’aumento  del  commercio  con  gli  USA,  “ci  si  aspetta  un  iniziale  shock nei settori coinvolti, che porterà ad una ristrutturazione degli stessi settori interessati …”.  Per  esempio,  settori  come  “la  produzione  di  carne,  fertilizzanti,  bioetanolo  e  zucchero”  sentiranno  il  fiato  sul  collo  del  “vantaggio  competitivo  dell’industria  USA  rispetto alla sua controparte Europea, e ci saranno dei conseguenti  impatti  negativi  sull’industria  della  UE”.22

Anche se il fattore lavoro viene lasciato fluire verso i settori in crescita, ci saranno settori che perderanno posti di lavoro ed il reimpiego dei lavoratori nei settori

. in espansione non è automaticoCommissione Europea Valutazione  d’Impatto  del  TTIP

Secondo lo studio, anche la produzione di macchinari elettrici, mezzi di trasporto ed il settore metallurgico vedrebbero un declino, così  come  “altri  settori  fondamentali”,  inclusi  “la  produzione  di  legname  e  carta,  i  servizi  alle  imprese, e i settori della comunicazione e dei servizi  alla  persona”.23 La  Valutazione  d’impatto  

conclude  che  “ci  potrebbero  essere  consistenti  e  prolungati  costi  d’aggiustamento. È chiaro che anche se il fattore lavoro viene lasciato fluire verso i settori in crescita, ci saranno settori che perderanno posti di lavoro ed il reimpiego dei lavoratori nei settori in espansione non è automatico, in particolare a causa di possibili discordanze in termini di capacità dei lavoratori stessi e della necessità di riconversione professionale.”24 Per mitigare tali impatti, specifiche misure preventive dovrebbero diventare parte integrale del TTIP. Tuttavia, né nella  valutazione  d’impatto,  né nel suo mandato di negoziazione la Commissione Europea si preoccupa della necessità di introdurre tali misure preventive come parte del negoziato. Al contrario, la Commissione presuppone che i singoli governi abbiano essi stessi risorse sufficienti per mitigare i danni causati dall’accordo.25 C’è  il  rischio  che  intere  regioni  dell’UE  finiscano  per  portare  tutto  il  peso  dei  costi  d’aggiustamento  di  questo  progetto  transatlantico, ed il risultato di tutto ciò potrebbe essere solo un allargamento del divario tra i membri ricchi e poveri  d’Europa  – cioè,  tra  il  centro  economico  e  politico  d’Europa  e la sua periferia.26 L’adesione  all’Unione  Europea  (e  l’adozione  dell’Euro)  ha  già  portato  ad una parziale deindustrializzazione dei paesi mediterranei.27 Poiché gli interessi dell’esportazione  USA  si  rivolgerebbero,  attraverso il TTIP, principalmente verso quei settori  dove  i  paesi  periferici  dell’Europa  hanno  degli interessi da difendere – come  l’agricoltura  – l’apertura  dell’UE  a  forze  di  mercato  transatlantiche può probabilmente esacerbare la  differenza  tra  membri  ricchi  e  poveri  dell’UE  in un periodo in cui le politiche macroeconomiche dovrebbero invece concentrarsi a difendere i cittadini europei anziché esporli alla competizione estera.

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C’è  il  rischio  che intere regioni dell’UE  finiscano  per  portare  tutto  il  peso  dei  costi  d’aggiustamento  di  questo progetto transatlantico, ed il risultato di tutto ciò potrebbe essere solo un allargamento del divario tra i membri ricchi e poveri d’Europa

Una corsa verso il basso: standard di lavoro – più obblighi e meno diritti per i lavoratori Gli stessi diritti del lavoro potrebbero essere minati  dall’armonizzazione  di  leggi  e  regolamentazioni tra le due superpotenze transatlantiche. Gli USA hanno categoricamente rifiutato di ratificare alcuni fondamentali standard e convenzioni sul lavoro dell’Organizzazione  Internazionale  del  Lavoro  (OIL), tra cui le convenzioni sulla libertà di associazione e la libertà sindacale. Nel frattempo, il recente attacco della Commissione Europea ai salari dei lavoratori nel contesto dell’euro-crisi  ha  iniziato  a  spostare  l’UE  verso  un  approccio  agli  standard  di  lavoro  “più  aperto  e  flessibile”.28Alla luce di queste tendenze, il TTIP potrebbe servire allo scopo di riformare sempre di più la legislazione del lavoro Europea

mettendola in linea con gli standard USA, compresa la sua famigerata legislazione anti-sindacale che, ingannevolmente chiamata “diritto  al  lavoro”,  ha  sistematicamente  ristretto  la libertà di associazione dei dipendenti – con conseguenze deleterie sui diritti dei lavoratori.29 Secondo la Federazione del Lavoro e il Congresso delle Organizzazioni Industriali (AFL-CIO), quella legislazione ha generato una corsa verso il basso in termini di salari e di standard di salute e sicurezza, in quanto gli Stati competono gli uni contro gli altri per paura delle fughe di capitali.30 Quando la Commissione  Europea  sostiene  che  l’UE  deve  rivedere la sua legislazione sul lavoro al fine di “ridurre  i  rischi  di  una  diminuzione  degli  investimenti USA in Europa e di una loro conseguente deviazione verso altre parti del mondo”,  c’è  motivo  di  temere  che  gli  Stati  membri  dell’UE  finiranno  presto  per  trovarsi  gli  uni contro gli altri in una simile competizione.31 Dopotutto, le legislazioni Europee sul lavoro sono nella lista delle “barriere  non-tariffarie”  che  vengono  attualmente identificate come un intralcio per il flusso commerciale transatlantico.32 Perciò, non solo verranno persi posti di lavoro perché interi settori dovranno ristrutturarsi in conseguenza  dell’abbassamento  dei  dazi  tra  UE  ed USA, ma anche – riformando gli standard del lavoro – il TTIP potrebbe rimettere in discussione i diritti dei lavoratori europei di auto-organizzarsi di fronte alla crescente disoccupazione  in  un’Europa  colpita dall’austerità.

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Capitolo 2 Svendere  la  natura  per  il  bene  dell’economia

L’incerta  creazione  di  ricchezza  si  basa  sulla  certa  distruzione  ambientale

Qualunque  scenario  basato  sull’area  di libero scambio e la politica d’intermediazione  fa  crescere il commercio e di conseguenza il bisogno di risorse per la produzione. Ciò aumenterebbe la produzionedi rifiuti e potrebbe costituire un pericolo sia per le risorse naturali sia per la preservazione della biodiversità. Commissione  Europea,  Valutazione  d’impatto del TTIP33

Se le affermazioni sulla creazione di ricchezza e di nuovi posti di lavoro sono state gonfiate dai fautori del TTIP, compresa la Commissione Europea, è interessante notare come, nonostante le parzialità metodologiche in favore del trattato, la  valutazione  d’impatto  della stessa Commissione Europea abbia stabilito, come riportato nella citazione qui sopra, che un aumento nel commercio transatlantico avrebbe inevitabilmente e indubitabilmente un impatto negativo sull’ambiente.  Il  TTIP  aumenterebbe l’inquinamento  e  l’esaurimento  delle  risorse  a  causa di un incremento della produzione, della commercializzazione e del consumo. Inoltre, per dare un impulso al commercio transatlantico, il TTIP avrebbe bisogno di rimuovere norme e disposizioni ambientali tramite

l’“armonizzazione”  e  il  “reciproco  riconoscimento”  delle  norme  ambientali  della  UE e degli USA. In quanto tale, il TTIP minerà alla base il Principio Precauzionale – il cardine della politica ambientale della UE34 – sulla quale poggia tutta la politica ambientale europea, con gravi conseguenze per la salute e la sicurezza dei  cittadini  e  dell’ambiente.

Il  “reciproco  riconoscimento”  delle  norme destabilizzerà la legislazione ambientaledella UE Da tempo le grandi aziende europee si lamentano che le politiche climatiche della UE, molto più rigide di quelle della Cina e degli Stati Uniti, hanno bloccato la loro crescita economica. Al recente European Business Summit 2013 a Bruxelles, BusinessEurope – la più grande associazione europea di datori di lavoro che rappresenta alcune delle maggiori aziende europee – ha incolpato le normative ambientali per aver messo le aziende europee in condizioni di svantaggio nei confronti dei concorrenti  globali,  sottolineando  il  “bisogno  di  ridurre il differenziale UE-USA”.35 Per raggiungere questo obiettivo, BusinessEurope si è alleata con la Camera di commercio USA e insieme hanno cominciato a fare azioni di lobby nei confronti degli alti funzionari della UE e degli USA – una strategia che è stata imitata da molte altre associazioni industriali.36 Grazie al TTIP,  l’industria  è  certa  di  riuscire  a  ottenere  una  maggiore  “armonizzazione”  e  il  “reciproco  

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riconoscimento”  delle  normative  tra  la  UE  e  gli  USA così da facilitare il commercio transatlantico.

Le grandi aziende agroalimentari degli USA hanno fanno enormi pressioni perché le trattative commerciali portino all’eliminazione  degli  ostacoli  normativi alle loro esportazioni in Europa.

Tuttavia, se le norme ambientali della UE e degli USA venissero armonizzate, o considerate comparabili, molti dei requisiti europei di sostenibilità diventerebbero inefficaci. Ad esempio,  nonostante  la  Direttiva  UE  sull’energia  rinnovabile (RED) abbia molte scappatoie, essa richiede ai produttori, almeno in linea di principio, che la materia prima per bioliquidi e biocarburanti soddisfi gli obiettivi previsti di riduzione delle emissioni di gas serra e altri fondamentali criteri di sostenibilità.37 Poiché l’etanolo  USA  – estratto da mais e soia geneticamente modificati – non soddisfa tali criteri, non riceve gli incentivi fiscali di cui beneficiano altri produttori. Di conseguenza, l’etanolo  USA  si  è  dimostrato  meno  competitivo  sul mercato europeo, e questa è la ragione per cui le grandi aziende agroalimentari USA hanno fatto enormi pressioni perché le trattative commerciali  portino  all’eliminazione  degli  ostacoli normativi alle loro esportazioni in Europa.38  L’associazione  dei  produttori  di  soia  (American SoybeanAssociation o ASA) fa notare che:

il settore americano della soia ha lavorato con l’ufficio  del  Rappresentante  per  il  commercio degli Stati Uniti d'Americae con il Dipartimento  dell’agricoltura  per  avviare  

negoziati con la UE per un accordo bilaterale che preveda che un produttore che può documentare la conformità con le leggi per la conservazione vigenti negli Stati Uniti verrebbe automaticamente certificato come conforme ai requisiti di sostenibilità richiesti dalla direttiva RED.39

Se ciò accadesse, si correrebbe il rischio di rendere inutili gli sforzi europei di minimizzare l’impatto negativo sociale e ambientale associato alla controversa produzione di biocarburanti.

“Fratturare”  il  principio  precauzionale europeo Il risultato del reciproco riconoscimento delle norme sociali e ambientali previsto dal TTIP tra UE e USA potrebbe essere la proliferazione di tecniche controverse come la fratturazione idraulica (in inglese fracking) per la produzione del gas di scisto o gas da argille (in inglese shale gas), che potrebbero avereun forte impatto sulla salute e la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente.

Diverse compagnie energetiche statunitensi hanno cominciato a adocchiare le riserve europee di shale gas e potrebbero usare il TTIP per spezzare le barriere nazionali europee

Il fracking, una tecnica ad altissima intensità energetica, è recentemente salito alle cronache per i notevoli rischi per la salute e l’ambiente:possibili  fughe  di  gas  metano  nell’aria  (con  la  possibilità  di  pericolose  esplosioni), pericoli di contaminazione radioattiva delle falde acquifere edelevate concentrazioni salinedelle acque di riflusso (che,

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se smaltite in modo sbagliato, potrebbero provocare scosse sismiche localizzate).40 A causa delle normative ambientali più permissive di quelle della UE, negli USA il fracking viene ampiamente sviluppato: si contano ben 11.400 nuovi pozzi di gas naturale fratturati ogni anno.41Per  contro,  nell’Unione  Europea  esistono non più di una dozzina di siti sperimentali, in quanto sono in vigoredivieti e moratorie in attesa di conoscere meglio le conseguenze ambientali di questa con questa tecnica estrattiva. Eppure, diverse compagnie energetiche statunitensi, tra cui la Exxon Mobile, leader degli eco-scettici, hanno cominciato a adocchiare le riserve europee di shale gas (specialmente in Polonia, Danimarca e Francia) e potrebberosfruttare il TTIP per aprirsi un varco tra i divieti e le moratorie nazionali che

sono state introdotte in Europa per proteggere gli europei dalle conseguenze di tale tecnica.42 Per  di  più,  l’industria  su  entrambe  le  sponde  dell’Atlantico  spera  di  usare  il  TTIP come strumento per superare le restrizioni all’esportazione  di  gas  di  scisto  e  per  consentire  a investitori domestici ed esteri di sfruttare le riserve di shalegas – vedi Box 2.

Le esportazioni di gas naturale verso l’Unione  Europea  […]  quasi  certamente aumenterebbero gli interventi di fratturazione idraulica […]  negli  Stati  Uniti  e  porterebbero  all’aumento  interno  dei  prezzi  dell’elettricità,  danneggiando  i  consumatori, la produzione e i posti di lavoro americani... Sierra Club

BOX 2 Il TTIP potrebbe favorire le esportazioni di gas di scisto USA in Europa A causa del vantaggioso differenziale di prezzo del gas di scisto tra USA e UE – negli USA il prezzo del gas di scisto si aggira attorno ai 3 dollari per milione di Britishtermalunit (mmBtu), circa 28 metri cubi, mentre in Europa il prezzo varia   dagli   11   ai   13   dollari   per  mmBtu.   I   produttori   di   gas   statunitensi   non   vedono   l’ora   di   poter   esportare   in  Europa le loro abbondanti riserve di gas di scisto (e le compagnie energetiche europee sono altrettanto desiderose di accedere a un gas più economico). Ad ogni modo, in base alla vigente legge americana (il Natural Gas Act), per l’esportazione  del  gas  domestico  potrebbe  essere  necessaria  l’approvazione  del  Dipartimento  dell’Energia  (DOE)  di  Washington – una misura   che  è   stata   introdotta   con   l’intenzione  di   favorire   il   consumo  domestico  delle   risorse  energetiche allo scopo di tenere bassi i prezzi dei prodotti energetici per i consumatori americani. La   legge   tuttavia   garantisce   un’eccezione   per   quelle   esportazioni destinate ai paesi con cui gli USA hanno un accordo di libero scambio.43 Quindi, segli USA e la UE siglassero il trattato, le compagnie energetiche degli Stati Uniti potrebbero esportare il gas di scisto in Europa grazie a tale eccezione. Eppure, avverte   l’organizzazione  ambientale   Sierra   Club,   “Le   esportazioni   di   gas   naturale   verso   l’Unione   Europea   […]   quasi   certamente  aumenterebbero  gli  interventi  di  fratturazione  idraulica  […]  negli  Stati  Uniti  e  porterebbero  all’aumento  interno  dei  prezzi   dell’elettricità,   danneggiando   i   consumatori,   la   produzione   e   i   posti   di   lavoro   americani:”44 È altrettanto importante notare che, in base alle norme degli accordi commerciali internazionali, per la cosiddettaclausola del “trattamento  nazionale”   i  prodotti   importati  e quelli locali devono ricevere lo stesso trattamento, quindi gli stati dovrannoestendere qualunque particolare diritto, beneficio o privilegio concesso alle aziende locali anche alle società   straniere.   Per   questa   ragione,   l’industria   petrolifera   afferma   che il Natural Gas Act è in violazione delle norme del commercio internazionale e ritiene che il TTIP possa diventare lo strumento grazie al quale contestare la legge.45 Quindi, se – tramite il TTIP – le aziende petrolifere fossero in grado di contestare la legislazione americana e far ritirare la moratoria europea sul fracking, potremmo assistere a una corsa alle riserve di gas di scisto che porterebbe a una crescita esponenziale delle estrazionicon la tecnica della fratturazione idraulica su entrambe le sponde  dell’Atlantico.

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Nessuna alternativa alla globalizzazione In molti accordi di libero scambio, unadelle richieste chiavedelle aziende multinazionali è stata quella di far sì che tutti gli appalti pubblici (cioè i contratti governativi) siano aperti alla concorrenza straniera, in particolare a fronte dei recenti programmi nazionali a favore degli appaltatori locali nati per aiutare le economie locali  a  riprendersi  dall’attuale  crisi  finanziaria.46 Questi programmi sono stati criticati dalle multinazionali come una forma di protezionismo che discrimina la concorrenza estera e, di conseguenza, rappresenta una barriera al commercio internazionale.47

A  seguito  di  questa  pressione  dell’industria  energetica, nel 2010 il Giappone ha sollevato una disputa al WTO  (l’Organizzazione  mondiale  del commercio) contro la provincia canadese dell’Ontario,  che  ha  recentemente  introdotto  la  Green Energy Act (GEA), una legge intesa a espandere la produzione di energia rinnovabile, incoraggiare  la  conservazione  dell’energia  e creare posti di lavoro a livello locale. In base alla legge, tutte le aziende (nazionali o straniere) devono garantire che almeno il 60 per cento del valore delle parti e dei servizi appaltati siano di provenienza locale.48 L’Ontario  afferma  che  la  GEA ha creato più di 31.000 posti di lavoro e ha portato miliardi di dollari di investimenti. Ad

esempio, il gigante sud coreano Samsung ha firmato un accordo ventennale con la provincia dell’Ontario  del  valore  di  sette  miliardi  di  dollari, che prevede la costruzione di quattro stabilimenti di produzionee la creazione di migliaia di posti di lavoro nella regione.49 Eppure, nel dicembre 2012, la WTO ha dichiarato illegale la GEA poiché le sue clausole di  “acquisto  locale”  violano  le  norme  internazionali sul libero commercio.50

Se il TTIP conterrà un capitolo sugli appalti pubblici, come sembra al

, qualunque autorità momentopubblica che volesse esplorare modelli economici alternativi al libero commercio internazionale rischierebbe di imbattersi in costose dispute legali, senza che si tenga conto di quanti vantaggi le sue politiche possano portare alle comunità  locali  e  all’ambiente.

Come  riconosce  la  valutazione  d’impatto  della  Commissione  Europea  sul  TTIP,  “La  scelta  di  un’ambiziosa  “area  di  libero  mercato  globale”  […]  può  perciò  essere  considerata  la  scelta  peggiore tra quelle possibili in termini di potenziale  impatto  negativo  sull’ambiente.”51

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Capitolo 3 “L’ultimo steccato”

Agricoltori  e  consumatori  alla  mercé  dell’industria  agroalimentare

un ‘’L’eliminazione  dei dazi sarà tassello importante di qualunque accordo finale Congresso non . Ma il si accontenterà di un accordo che non affronti i punti che con ogni probabilità daranno alcuni dei più significativi ricavi economici – in particolare  l’eliminazione  delle barriere al commercio agricolo e la semplificazione dei processi normativi che dovranno basarsi su dati scientifici validi’’. Max Baucus, Presidente della Commissione Finanze del Senato degli Stati Uniti.

I negoziatori hanno fatto chiaramente capire che, tramite il TTIP, essi intendono legare le questioni relative alla salute che hanno a che vedere con le merci agricole americane attualmente vietate in Europa a “norme  scientifiche indiscusse”  e  “armonizzare  normative e disposizioni che possono ostacolare il  commercio  e  gli  investimenti  transatlantici” – le  cosiddette  ‘barriere  non  tariffarie’.”52 In pratica, ciò significa che i consumatori europei potrebbero ritrovarsi sugli scaffali dei negozi di alimentari organismi geneticamente modificati (OGM), carne di manzo e di maiale trattata con gli ormoni e polli sterilizzati col cloro, giacché il TTIP potrebbe cancellare i divieti su tali prodotti

e  scardinare  il  “principio  precauzionale”  sul  quale si basano le normative alimentari europee – e i diritti dei consumatori.

Su scala più vasta, inoltre, il TTIP potrebbe avere  un  enorme  impatto  sull’agricoltura  europea, tramite la riduzione delle tariffe doganali, che renderebbe più competitivi i prodotti delle grandi multinazionali agroalimentariamericane. Quindi, se il TTIP riuscisse  a  raggiungere  l’obiettivo  dell’eliminazione  parallela  delle  barriere  tariffarie e non tariffarie, assisteremmo alla progressiva concentrazione di un potere economico sempre maggiore nelle mani delle grandi multinazionali agroalimentari a spese dei consumatori e degli agricoltori.

Sovradimensionare l’agricoltura  europea Negli Stati Uniti, le aziende agricole sono mediamente circa tredici volte più grandi delle controparti europee (169 contro 12,6 ettari) e, poiché  l’agricoltura  negli  USA  è  concentrata nelle mani delle grandi aziende agroalimentari, si contano appena 2 milioni di aziende agricole contro i 13 milioni di aziende agricole della UE.53 Oltre a essere molto più piccole, le aziende agricole europee sono gravate da particolari normative ambientali, sociali e sul benessere e la salute degli animali delle quali sono esenti le controparti americane.54 Ne discende una

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preoccupazione generale da parte degli agricoltori europei che se il TTIP aprisse i mercati della UE e degli USA a una maggiore concorrenza, essi non sarebbero in grado di competere con le loro controparti americane. Gli agricoltori temono che i consumatori europei possano infatti domandare severe limitazioni  all’uso  dei  pesticidi  e  regole  per  la  manutenzione del territorio in Europa, ma poi decidano di riempire i carrelli della spesa con i più economici prodotti americani.55 Se il TTIP andasse come previsto, potrebbe seriamente scardinare  il  disegno  di  riforma  dell’agricoltura  europea su basi più sostenibili56 – economiche, sociali e ambientali – e  porre  fine  all’obiettivo  di  creare cortocircuiti commerciali tra produttori e consumatori, e di rafforzare i sistemi alimentari locali e regionali. Invece, la concorrenza con le aziende  agricole  USA  porterà  a  un’accelerazione  della concentrazione della produzione agricola nelle mani delle grandi aziende agroalimentari, a una riduzione del numero di lavoratori del settore e, di conseguenza, a un aumento della disoccupazione. Come indicato dalla valutazione d’impatto  del  TTIP  da  parte  della Commissione Europea:

‘’In agricoltura, alcuni impatti a breve periodo di un trattato commerciale tra UE e USA potrebbe essere una riduzione della produzione europea, in particolare in alcuni settori per la produzione di  carne  […]  alcuni  settori  agricoli europei potrebbero [perciò] trovarsi nella condizione di dover licenziare i lavoratori’’.

Commissione  Europea,  Valutazione  dell’impatto  del TTIP57

Che mangino OMG Gran  parte  dell’interesse  americano  per  il  TTIP  sta nel fatto che velocizzerebbe il lento processo europeo di approvazione dei prodotti biotech nonché le norme di etichettatura. A detta del Rappresentante per il commercio degli Stati Uniti più di 70 domande per la certificazione di prodotti transgenici di produzione USA sono in attesa di approvazione da  parte  della  UE,  la  quale  “in effetti blocca significativi  volumi  d’esportazioni  americane  in  Europa”.58 A  detta  dell’associazione  americana  di  produttori  di  soia,  l’agricoltura  americana  ha  subito un significativo calo delle esportazioni verso l’Europa  in  seguito  alle  “disposizioni UE che obbligano a etichettare i prodotti alimentari derivanti da applicazioni di biotecnologie all’agricoltura  […]”59 Di conseguenza, le associazioni industriali chiedono che i negoziati commerciali  soddisfino  l’esigenza di correggere il processo di approvazione europeo per i nuovi prodotti biotech, facendo sì che ciascuna approvazione sia soggetta a scadenze e basata soltanto  su  criteri  scientifici  (e  non  sul  “principio  precauzionale”).  La   Biotechnology Industry Organization  (Bio),  l’associazione  americana  dell’industria  biotecnologica,  ad  esempio,  spinge per la “normalizzazione  del  commercio  in  tema  di  prodotti  di  agricoltura  biotecnologica” e in particolare per una “convergenza  normativa  nell’area  delle  tecniche  e tecnologie innovative di  produzione  di  piante  e  animali”.60 La Commissione Europea ha rassicurato i consumatori europei che la legislazione europea sugli OGM non è negoziabile, ma ha chiarito che è disponibile a lavorare per minimizzare le barriere al commercio che sorgono dalla gestione del sistema UE operando, come viene suggerito dai negoziatori americani,  tramite  “miglioramenti procedurali”  anziché  “modifiche legislative”.61

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In quanto tale, la disponibilità della Commissione Europea a negoziare gli standard di salute alimentare fa il paio con i continui tentativi  dell’Autorità  europea  per  la  sicurezza  alimentare (EFSA), più un ufficio propaganda che  un’agenzia  autonoma,  di  annacquare  il  sistema normativo UE sui prodotti OGM portandolo a livello di quello americano – dove gli alimenti geneticamente modificati non devono sottostare ad alcun controllo, sperimentazione o etichettatura particolare, poiché  sono  ritenuti  “sostanzialmente  equivalenti”  agli  alimenti  non  modificati.62 Dato che questo tentativo ha già incontrato una feroce opposizione in Europa, il TTIP potrebbe fornire ai regolatori della UE una potente leva per piegare la resistenza pubblica agli OGM.

Se venissero legittimate le richieste dell’industria  agroalimentare  di  velocizzare  il  processo di approvazione degli OGM in Europa, non solo questi entrerebbero più rapidamente nel mercato europeo – in seguito a una sperimentazione più permissiva – ma, grazie al “riconoscimento reciproco”  delle  normative  UE-USA, potrebbero anche non aver bisogno di

un’etichettatura  particolare,  il  che  minerebbe  sia i diritti dei consumatori (vedi il Box 3) sia il “principio precauzionale”  sul  quale  questi  diritti  si basano.

La disponibilità della Commissione Europea a negoziare gli standard di salute alimentare fa il paio con i continui  tentativi  dell’Autorità  europea per la sicurezza alimentare (EFSA), più un ufficio propaganda che  un’agenzia  autonoma,  di  annacquare il sistema normativo UE sui prodotti OGM portandolo a livello di quello americano – dove gli alimenti geneticamente modificati non devono sottostare ad alcun controllo, sperimentazione o etichettatura particolare

Box 3 Molta invidia negli USA per i requisiti UE di etichettatura del cibo

Negli USA, la pressione dei gruppi di consumatori ha recentemente portato a nuove proposte legislative   a   livello   statale   e   federale,   per   richiedere   l’etichettatura   di   molti   cibi   OGM63. Giganti biotech come Monsanto, DuPont e Dow Chemical – alcuni fra i più grandi sviluppatori di colture biotech e prodotti chimici si preparano a lanciare una campagna volta ad arginare ciò che riconoscono   essere   “un   crescente   sentimento   pubblico   contro   gli   organismi   geneticamente  modificati  utilizzati  come  ingredienti  nella  fornitura  di  cibo  nella  nazione”64 cosa che, lamentano, sta causando il rallentamento da parte dei regulator delle approvazioni di nuovi OGM negli USA65. Secondo la Reuters, nel 2012 le industrie biotech USA hanno speso 40 milioni di dollari per sconfiggere   una   misura   per   l’etichettatura   proposta   in   California,   e   con   simili iniziative in preparazione in 20 stati, il TTIP offrirà alle industrie biotech un potente strumento per contrastare la propagazione di queste azioni dei consumatori.66

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Bovini e suini trattati con gli ormoni, e pollo al cloro Se il TTIP procede, gli OGM non saranno i soli prodotti indesiderati a violare le tutele dei consumatori  europei.  C’è  il  rischio  che  anche  a  bovini e suini trattati con gli ormoni, e al pollo al cloro venga concesso di entrare nel mercato europeo,  come  risultato  dell’”armonizazzione degli  standard”  proposta  dal  TTIP.

L’impatto  del  TTIP  sull’agricoltura  europea potrebbe essere globale – condizionando il settore del cibo a tutti i livelli, dalla produzione al consumo, sotto il controllo totale delle principali multinazionali.

Negli anni ottanta e novanta del secolo scorso la UE aveva cominciato a introdurre una serie di divieti  all’esportazione  di  cibo  USA  come  risultato dei suoi più rigidi standard nella produzione di cibo – e a causa dei rischi per la salute associati a questi prodotti. Negli USA, gli allevatori trattano mucche da latte e bovini con diversi ormoni per aumentare la produttività dell’animale  – come la controversa Somatotropina Bovina Ricombinante (rBST) della Monsanto, sospettata di causare ilcancro negli esseri umani67. Similmente, molti allevatori  USA  usano  ‘ractopamina’  per  conservare snelli i maiali e aumentarne lo sviluppo. Tuttavia, essendo il farmaco somministrato fino al momento della macellazione, piccole tracce del farmaco sono state trovate nelle loro carni, portando la UE a introdurre un altro divieto come risultato dei conseguenti timori per la salute associati all’ormone68. Comunque, nella bozza sottoposta ai Rappresentanti del Commercio USA, the National  Pork  Producer’s  Council  (NPPC)  ha  

messo  in  chiaro  che  “i  produttori di carne suina non accetteranno nessun risultato che non sia l’eliminazione  del  bando  UE  sull’uso  di  ractopamina nel processo di produzione, in quanto in chiara violazione delle [regole del commercio  internazionale]”69. I polli USA sono stati banditi nella UE, in seguito a preoccupazioni concernenti la salute sollevate dai gruppi di consumatori europei riguardo alla pratica dei pollicoltori USA di lavare la carne di pollo con il cloro. Così come ne è stata provata l’inefficacia  nell’eliminazione  di pericolosi batteri come la Salmonella, tracce di cloro sono state rinvenute nella carne di pollo.70

I produttori di carne suina non accetteranno nessun risultato che non  sia  l’eliminazione  del  bando  UE  sull’uso  di  ractopamina  nel  processo di produzione, in quanto in chiara violazione delle [regole del

]. commercio internazionaleUS  National  Pork  Producers’  Council

Dati i presupposti, la proposta del TTIP di spingere  per  l’’armonizzazione  regolatoria’  e  il  ‘mutuo  riconoscimento’  degli  standard  UE  e  USA potrebbeportare a una sfida dei divieti dell’UE  che  proteggono  la  salute  dei  consumatori da parte delle corporation, in spregio a preoccupazioni e scelte dei consumatori. Se si aggiungono queste considerazioni alla minaccia di veder riviste le procedure di approvazione degli OGM, assieme all’apertura  di  agricoltura  e  zootecnia  UE  all’accresciuta  concorrenza  con  le  più  forti  controparti  USA,  l’impatto  del  TTIP   sull’agricoltura    europea  potrebbe  essere  globale – condizionando il settore del cibo a tutti i livelli, dalla produzione al consumo, sotto il controllo totale delle principali corporation.

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Capitolo 4 Far  rientrare  l’ACTA  dalla  porta  sul  retro  gettando  dalla  finestra i diritti dei cittadini I  ‘’diritti’’ di proprietà intellettuale dei giganti di internet nei confronti dei diritti dei cittadini

‘’Abbiamo osservato una crescente in molti forum tendenza

internazionali e mercati emergenti verso un indebolimento della struttura  generale  dell’IPR.  In  questo  

, si rendono urgentemente contestonecessarie una più stretta cooperazione transatlantica e una leadership IPR, e qualsiasi accordo

tra US e UE dovrebbe essere futuro rivolto a rafforzare i nostri sforzi per la salvaguardia del sistema IPR globale e a promuovere un efficace rafforzamento  dell’IPR  nei  paesi  del  terzo mondo ‘’.

IL Business in Europa e la Camera di Commercio USA 71

I  giganti  dell’industria  di  Hollywood  e  Silicon  Valley, tra gli altri, hanno detto chiaramente di aspettarsi che USA e UE mettano i diritti di proprietà intellettuale (IPRs) al centro degli imminenti negoziati di commercio transatlantico72. I sostenitori di più rigide regole sulla Proprietà Intellettuale (IP) sostengono che una protezione di vasta portata dei diritti di

proprietà intellettuale nel TTIP proteggerebbe le aziende  dalla  ‘pirateria’,  stimolando  innovazione,  progresso e di conseguenza sviluppo economico e benessere. Comunque, ci sono ragioni per credere che  l’inclusione  di  un  capitolo  IP  nel  TTIP  avrebbe  poco  a  che  fare  con  lo  sviluppo  dell’economia  e  il  progresso del pubblico benessere73. Al contrario, il TTIP potrebbe consegnare più poteri legali nelle mani del grande business e potrebbe rappresentare un tentativo da parte delle corporation USA e UE di resuscitare lo spirito del defunto Accordo Commerciale Anti-Contraffazione (ACTA), rigettato dal Parlamento Europeo lo scorso anno.

Il TTIP potrebbe consegnare più nelle mani del grande poteri legali

business e potrebbe rappresentare un tentativo da parte delle corporation USA e UE di resuscitare lo spirito del defunto ACTA

Con  l’inclusione di un capitolo IPR, TTIP potrebbe restringere  l’accesso  alla  conoscenza,  indebolire  l’innovazione,  incentivare  comportamenti  anti-concorrenziali e soffocare i mercati. In più, garantirebbe anche un maggior accesso da parte delle corporation ai dati dei cittadini (a spese del loro diritto civile alla privacy), con importanti

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ripercussioni sulla libertà di espressione (in quanto il controllo delle corporation sul flusso di dati potrebbe azzoppare la libertà digitale).

Resuscitare lo spirito sconfitto dell’ACTA Nel 2006 gli USA hanno cominciato a negoziare un accordo internazionale – the Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA) – con molti altri paesi, compresi quelli UE, in vista del rafforzamento dei diritti  dell’industria  fino  ad  arrivare  alla  violazione della privacy dei cittadini e a trasformare i provider di internet in una forza di polizia di sorveglianza privata del grande business74. Conseguentemente a una massiccia opposizione popolare, con grandi dimostrazioni in molte capitali europee, il Parlamento Europeo ha rigettato  l’ACTA  ponendo  fine  alle  speranze  di  un’approvazione  nel  2012. 75 Tuttavia, i paragrafi centrali  dell’ACTA  hanno  già  intrapreso  la  strada  del ritorno in una versione preliminare della proposta Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA), attualmente in fase di negoziazione tra UE e Canada, e ci sono ragioni per credere che il CETA servirà come base per il TTIP quando si arriverà alla negoziazione dei diritti di proprietà intellettuale tra UE e USA.76

I paragrafi centrali  dell’ACTA  hanno già intrapreso la strada del ritorno in una versione preliminare della proposta di accordo commerciale (CETA), attualmente in fase di

e ci negoziazione tra UE e Canada, sono ragioni per credere che il CETA servirà come base per il TTIP.

Ciò che trapela dal mandato TTIP della Commissione Europea in realtà suggerisce che un capitolo IPR sarà incluso nei negoziati con gli USA,

e se dovesse seguire i passi del CETA, potrebbe portare al rientro di straforo nella legislazione europea dei provvedimenti ACTA.77

Mirare alle regole per la protezione dei dati controllando la privacy dei cittadini europei Mentre le aziende USA possono utilizzare i dati personali dei clienti quasi senza restrizioni, gli europei  sono  protetti  da  un  minimo  di  ‘diritti digitali’ contro la violazione della privacy. Ciò significa  che  l’accesso  delle  aziende  a  informazioni  personali degli utilizzatori di internet è più difficile nella UE rispetto agli USA. 78 Pertanto, le grandi aziende USA che operano su internet, come Facebook, Microsoft e Google, hanno spinto attivamente per rafforzare gli IPR nella speranza di aprirsi un varco nelle regole della protezione dei dati e così minare i diritti digitali europei. 79 Come  spiegato  dall’European Services Forum (ESF), la principale lobby  europea  dell’industria  dei  servizi,  “oltre  metà  del  commercio  UE  di  servizi, come larga parte del commercio di merci, dipende da internet e dal trasferimento transfrontaliero  di  dati’’, inclusi informazioni sui clienti e loro preferenze.80 Per questo motivo, BusinessEurope e la US Chamber of Commerce, due tra le maggiori associazioni industriali sui due lati dell’Atlantico,  chiedono  che  il  TTIP

‘’…sia in grado di incorporare i più liberali approcci al  commercio  elettronico  …  e  debba  a  tutti  i  costi  evitare  …  di  adottare  approcci  inutilmente  rigidi  e  divergenti a privacy, conservazione dei dati e localizzazione’’.81

La UE ha già annacquato le sue recenti proposte legislative sulla protezione dei dati in seguito alle pressioni USA, e se il TTIP dovesse includere un capitolo IP simil-ACTA, gli europei potrebbero

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assistere alla condivisione delle loro informazioni personali con le aziende USA a discapito del loro diritto alla privacy.

La UE ha già annacquato le sue recenti proposte legislative sulla protezione dei dati in seguito alle pressioni USA 82, e se il TTIP dovesse includere un capitolo IP simil-ACTA, gli europei potrebbero assistere alla condivisione delle loro informazioni personali con le aziende USA a discapito del loro diritto alla privacy.83

La Business Software Alliance (BSA), per esempio, la principale lobby industriale rivolta alle aziende di  software,  ha  esplicitato  che  non  vede  l’ora  di  accedere  al  “flusso  di  dati  da  oltrefrontiera”  che  il  TTIP stimolerà.84

Trasformare internet nello strumento di sorveglianza del grande business Un  capitolo  IPR  nel  TTIP  tratto  dall’ACTA  porterebbe a una veloce discesa verso la legittimazione di una ancor più massiccia sorveglianza delle attività degli utilizzatori di internet per conto di entità del settore privato. Uno  degli  aspetti  più  controversi  dell’ACTA  era  la  sua richiesta che gli Internet Service Providers (ISPs) – le aziende che connettono gli utilizzatori a internet – monitorino i contenuti online dei loro clienti  allo  scopo  di  identificare  “trasgressori”,  “presunti trasgressori” e  “[chiunque] coinvolto in qualunque aspetto [di qualsiasi] presunta violazione”,  così  come  informazioni  che  permettano  l’identificazione  di  “terze persone che si presume siano implicate”  nella  violazione  

dell’IPR,  cosa  che avrebbe  incluso  “[qualunque] sottoscrittore [a qualunque servizio di comunicazione elettronica] il cui account sia stato presumibilmente utilizzato per la violazione’’. Pertanto, chiunque potrebbe de facto essere qualificato a sottostare a questo provvedimento. Se il TTIP dovesse includere tale capitolo IPR, si fornirebbe alle corporazioni private un enorme potere di imposizione legale, e virtualmente chiunque  diverrebbe  un  potenziale  ‘’criminale’’ semplicemente clickando sul mouse – anche se tali presunte ‘violazioni’  non  fossero  per  motivi  commerciali.  L’utilizzo  di  molti  lavori  i  cui  proprietari o detentori del copyright siano difficili da identificare  o  reperire  (i  cosiddetti  ‘’lavori orfani’’) potrebbe portare gli inconsapevoli utilizzatori ad essere sanzionati e, nel peggiore dei casi, ad essere imprigionati. Avvocati e detentori di copyright putativi già utilizzano in Europa metodi pesanti per sfruttare gli innocenti utilizzatori, cercando di far pagare loro somme elevate per evitare il rinvio a giudizio.85

SE il TTIP dovesse includere tale capitolo IPR, si fornirebbe alle corporazioni private un enorme potere di imposizione legale, e virtualmente chiunque diverrebbe un  potenziale  ‘criminale’  semplicemente clickando sul mouse.

È per queste ragioni che dozzine di gruppi della società civile in USA ed Europa si stanno attualmente  opponendo  all’inclusione  di  qualunque forma di diritti di proprietà intellettuale nei prossimi negoziati commerciali.86 Soprattutto, da una prospettiva europea, sarebbe difficile conciliare un approccio secondo lo stile ACTA  agli  IPR,  data  l’immagine  internazionale  dell’Unione Europea come faro per i diritti umani.

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Capitolo 5 La salute come una vacca da mungere per gli investitori internazionali Avvelenare i cittadini per poi negare loro l'accesso al servizio e a medicinali accessibili economicamente.

‘’Il NHS, il servizio sanitario nazionale del Regno Unito, si sta predisponendo a consentire l’acquisizione  delle  parti  più  redditizie del sistema sanitario da parte delle multinazionali, in un contesto legale che permette loro anche di citare in giudizio il governo britannico in caso di qualsiasi “ripensamento”. Le aziende private continuano a vincere contratti e la situazione si stabilizzerà in un accordo commerciale internazionale del tutto irreversibile. Il NHS verrà blindato in una " locked-in syndrome- sindrome da prigioniero" dalla crescente privatizzazione, rendendo impossibile un eventuale ri-nazionalizzazione del sistema sanitario’’.

Dottor Clive Peedell, National Health Action Party ( UK) 87

La crisi finanziaria e le conseguenti politiche di austerità hanno già iniziato a mettere a rischio il diritto sacrosanto di ricevere in Europa un’assistenza  sanitaria  di  qualità:  

in Grecia i malati di cancro non possono più permettersi le medicine che li tengono in vita in quanto lo Stato ha introdotto tagli sulla spesa sanitaria pubblica su richiesta degli istituti di credito internazionali , mentre in Spagna gli immigrati rischiano la revoca dei trattamenti AIDS a causa di tagli sulla spesa pubblica.88

Il rischio è che il TTIP non farà altro che accentuare questa spirale verso il basso a seguito della proposta di un accordo per armonizzare la regolamentazionesanitaria tra l'UE e gli USA, innescando una corsa al ribasso negli standard della salute. Inoltre, la liberalizzazione dei servizi sanitari Europeie la conseguente apertura agli investitori privati degli Stati Uniti sono destinati ad aumentare i costi  sanitari  per  i  cittadini  europei  .L’effetto  sarebbe  di  un’ulteriore  limitazione di accesso ai servizi sanitari dei cittadini in un momento già finanziariamente difficile. Allo stesso tempo, il rafforzamento dei diritti di proprietà intellettuale potrebbe rendere i farmaci inaccessibili, perché la vendita dei farmaci meno costosi genericinon sarebbe consentita.

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Armonizzare i diritti delle multinazionali di avvelenare gli esseri  umani  e  l’ambiente Nel caso l'Unione Europea venisse schiacciata dagli interessi privati della grande industrie,

Una probabile vittima del TTIP sarà REACH, (Registration Evaluation Authorization and Restriction of Chemicals- un sistema integrato di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche) che diverse associazioni di consumatori e ambientalisti hanno cercato replicare negli Stati Uniti. 89

Nel corso delle consultazioni dell'UE sull'accordo commerciale UE -USA, molte lobbies del settore hanno chiesto esplicitamente di eliminare il sistema REACH.

La lobby Croplife, produttrice di pesticidi e biotecnologie, per esempio , ha criticato aspramente REACH nel corso delle consultazioni sul TTIP avvenute negli uffici del US Trade:

La mancanza di un approccio basato sul rischio nell'UE è in contrasto con l'accordo di misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) ,di cui gli Stati Uniti e l'UE sono firmatari. Il regolamento UE è contrario alla prassi regolamentare vigente negli Stati Uniti , ha accettato le linee guida internazionali e persino il principio di precauzione UE , che fa riferimento a un approccio basato sul rischio. Una valutazione dei rischi su base scientifica, come base per decisioni di regolamentazione , non deve essere annullata da un'applicazione non corretta ( e politicamente pilotata), del principio di precauzione attualmente   applicato   dall’  Unione Europea.90

Sulla  base  del  ‘’  principio  di  precauzione  ‘’ il sistema REACH consente all' ECHA l’agenzia  europea per la regolamentazione delle sostanze chimiche, a mettere restrizioni sulla produzione, l’utilizzo  e  la  vendita  dei prodotti chimici, al fine di tutelare la salute pubblica e l'ambiente. Al contrario, la regolamentazione delle sostanze chimiche degli Stati Uniti è di gran lunga più snella, con il Toxic Substances Control Act ( TSCA ) che conferisce poteri molto limitati all' agenzia di tutela dell'ambiente ( EPA) .

Edel tutto improbabile che la proposta di armonizzazione normativa tra le due parti contenuta nel TTIP possa comportare un disciplinamento restrittivo in materia di sostanze chimiche..

Attualmente per circa 30.000 sostanze chimiche,associate ad un aumento dei tassi di cancro al seno e ai testicoli, di diabete, obesità e di sterilità maschile-ancora in uso commerciale negli Stati Uniti - sono state richieste analisi approfondite prima che vengano commercializzate in EU.91 Quindi, se il TTIP dovesse minare il regolamento sulle sostanze chimiche dell'UE, si correrebbeil serio rischio di dover sottostare alla diffusione di sostanzechimiche di produzione USA non testate e potenzialmente pericolose. E del tutto improbabile che la proposta di armonizzazione normativa tra le due parti contenuta nel TTIP possa comportare un disciplinamento restrittivo in materia di sostanze chimiche. É probabile, invece, che il TTIP imporrà una corsa verso il basso, proprio come è avvenuto con il NAFTA, che  ha  provocato  l’indebolimento  delle  tutele  sanitarie negli Stati Uniti 92

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Svendita dei nostri sistemi sanitari nazionali allemultinazionali statunitensi Un altro aspetto controverso dei negoziati commerciali proposti tra l'UE e gli USA è la loro intenzione di aprire tutti gli appalti pubblici – siano essi locali , regionali o nazionali - alla concorrenza estera.

TTIP obbligherebbe le pubbliche amministrazioni a un trattamento alla pari delle aziende locali e multinazionali- parità nell'ambito delle norme commerciali internazionali, tra cui l'accesso ai finanziamenti pubblici nazionali. Ciò potrebbe comportare il finanziamento  dell’acquisizione  del  sistema sanitario nazionale da parte delle aziende private a spese dei contribuenti.

Business Europe e la Camera di Commercio degli Stati Uniti hanno concordato che ‘’la regola generale dovrà stabilire un pieno accesso del mercato  e  all’approvigionamento  nazionale  con  la concessione per la fornitura di tutti i servizi forniti, compresi gli appalti pubblici nel servizio sanitario nazionale’’. 93 Una totale liberalizzazione e apertura del mercato ai sensi del TTIP comporterebbero gravi limiti per le pubbliche amministrazioni, per quanto riguarda la capacità di controllareil numero e la dimensione dei fornitori privati di servizi stranieri che entrano nel mercato europeo e nella gestione dei sistemi sanitari nazionali europei . Le grandi aziende che cercano di espandere le loro operazioni all'estero

avrebbero un vantaggio competitivo sulle piú piccole aziende locali nel rispondere ai bandi gara delle autorità pubbliche. Questo porterebbe  all’esclusione  dalla  fornitura  di  servizi sanitari enti di beneficenza pubblici e locali e associazioni sociali perché TTIP obbligherebbe la pubblica amministrazionea equiparare grandi e piccoli nell'ambito delle norme commerciali internazionali. Lo stesso vale per il finanziamento pubblico del servizio sanitario nazionale. Ciò potrebbe comportare il finanziamento dell'acquisizione del proprio sistema sanitario nazionale da parte di aziende private a spese dei contribuenti 94. In Canada , per  esempio  ,  dopo  l’entrata  in  vigore  del  NAFTA, gli enti pubblici che hanno tentato di proteggere il loro servizio sanitario locale da un cambio di gestione aziendale hanno dovuto affrontare azioni legali con richieste di risarcimento milionarie da parte di aziende sanitarie degli Stati Uniti, che hanno lamentato mancati profitti.95

Impedire  l’accesso  a  farmaci  economicamente accessibili agli Europei attraverso una maggiore protezione dei brevetti aziendali Oltre alla vendita dei nostri sistemi sanitari nazionali alle multinazionali americane , TTIP propone di rafforzare i diritti di proprietà intellettuale ( DPI ) , che potrebbe compromettere i diritti dei pazienti per accedere a medicinali a prezzi accessibili . Sebbene l'UE edgli Stati Uniti tutelino già i produttori di farmaci con la più forte protezione brevettuale in tutto il mondo , il TTIP potrebbe espandere ulteriormente la portata e la durata dei brevetti . Come sottolinea il Generic Medicines Association (EGA) : " qualsiasi tentativo di

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rafforzare i brevetti avrebbe un impatto negativo sulla penetrazione dei farmaci generici nei mercati "96 , sarebbe come ridurre la concorrenza per i farmaci meno costosi e più efficaci e , di  conseguenza  ,  l’accesso  dei  pazienti  a farmaci economicamente accessibili . Nel momento in cui crescenti esigenze di bilancio ricadono sui servizi sanitari europei, i farmaci generici offrono un grande vantaggio per la società, garantendo l'accesso dei pazienti ai farmaci di qualità , riducendo i costi delle spese sanitarie 97. Quindi, permettere una concorrenza effettiva tra farmaci generici e marche originali con brevetto scaduto diventa fondamentale per ridurre i costi farmaceutici.

Nel 2000, per esempio , i farmaci anti -retrovirali (ARV ), trattamento di base per l'HIV, arrivava a costare fino a 15.000 dollari a persona all'anno , mentre ora (grazie alla disponibilità di farmaci generici) il costo è sceso a 150 dollari , una riduzione di costi del 99% 98.

Come sostenuto dall'organizzazione statunitense Public Citizen, per continuare la 'rivoluzione del trattamento ' è necessario incentivare la concorrenza  e  l’accesso:  non  solo  per  i  farmaci  con brevetto scaduto, ma anche per i medicinali protetti da brevetto e molto costosi, ai quali le aziende farmaceutiche applicano prezzi da monopolio 99. Tuttavia , qualora Il TTIP includesse un capitolo sugli investimenti , le aziende farmaceutiche sarebbero in grado di sfidare legalmente le politiche dei governi in materia di salute pubblica(e le regole sui brevetti ) -come quello che è esattamente successo in Canada a causa del NAFTA - vedi box 4. 100

Se il TTIP includesse un capitolo sugli investimenti, le aziende farmaceutiche sarebbero in grado di sfidare legalmente le politiche dei governi in materia di salute pubblica( e le regole sui brevetti ) - che è esattamente quello che è successo in Canada a causa del NAFTA - vedi box

Box 4 Le grandi compagnie farmaceutiche utilizzano norme commerciali per condizionare i Governi In materia di brevetti Nel novembre 2012, Eli Lilly , una delle maggiori aziende farmaceutiche degli Stati Uniti, ha avviato un procedimento formale in base alle tutele del North American Free Trade Agreement ( NAFTA) al fine di attacare gli standard del Canada per la concessione di brevetti sui farmaci . Le clausole a tutela degli investitori contenute nel NAFTA ed altri accordi sul libero scambio degli Stati Uniti autorizzano le imprese private a citare in giudizio direttamente le politiche dei governi davanti ai tribunali stranieri composti da tre avvocati del settore privato , a rivendicare eventuali mancati profitti degli investitori e a richiedere eventuali mancati profitti . La causa legale tra lo stato canadese ed Eli Lilly sulla base degli accordi di NAFTArappresenta solo il primo tentativo da parte di una società farmaceutica in possesso di un brevetto, di utilizzare come strumento di pressione gli enormi privilegi legali di cui gode per spingere a una maggiore protezione sul monopolio dei brevetti - che aumenterà il costo dei farmaci per i consumatori e governi101. Oltre a chiedere oltre 100 milioni di dollari a titolo di risarcimento , Eli Lilly ha effettivamente lanciato una sfida al Canada inmateria di brevettazione dei farmaci 102.

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Capitolo 6 L’ascesa  delle  “super  banche” I mercati finanziari e gli investitori si rifiutano di imparare la lezione della crisi

‘’[Si] parla insistentemente [dei tentativi delle multinazionali di] ottenere in silenzio tramite gli accordi commerciali quello che non potrebbero ottenere apertamente sotto  i  riflettori  dell’opinione  pubblica’’. Elizabeth Warren, senatrice degli Stati Uniti Membro della Commissione sulle banche del Senato degli Stati Uniti103

Tramite  il  TTIP,  l’Unione  Europea  intende  proporre la liberalizzazione e la deregolamentazione di TUTTI i settori dei servizi, tra cui i servizi finanziari, nonostante la deregolamentazione del settore finanziario sia la prima causa della crisi che sta ancora avendo i suoi effetti sulle economie europea e statunitense.104 Con il sostegno della Commissione Europea e del governo britannico, il settore della finanza sta richiedendo a gran voce maggiore libertà e la rimozione di quelle norme governative che ne ostacolano i profitti – come le restrizioni sul valore totale delle transazioni finanziarie o la forma legale delle sue attività – e proteggono i contribuenti da onerosi piani di salvataggio. Per citare il deputato americano Earl Blumenauer, il TTIP potrebbe diventare “la  finestra  da  cui  far  rientrare le manovre sotterranee per annullare […]  le  nuove  norme  bancarie  del  settore  

finanziario” introdotte  all’indomani  del  crollo  finanziario  per  riprendere  un  po’  di  controllo  pubblico sulle arrischiate operazioni di spericolate istituzioni finanziarie.105A partire dal luglio  del  2013,  l’amministrazione  Obama  si  è  rifiutata di inserire nei negoziati transatlantici una  cornice  normativa  per  l’armonizzazione  dei  servizi finanziari, mandando su tutte le furie Wall Street, le banche europee e anche la Commissione Europea.106 In realtà, puntando alla  “convergenza”, alla  “compatibilità”, alla “coerenza” e al “reciproco  riconoscimento”  delle  normative tra la UE e gli USA, il TTIP potrebbe diventare uno strumento legale grazie al quale le grandi banche potrebbero indebolire o aggirare le normative nazionali. E se il TTIP contenesse un capitolo sugli investimenti che concedesse alle banche il diritto di intentare causa ai governi, le banche straniere potrebbero addirittura eliminare norme specifiche o indebolire la cornice normativa e ricevere un risarcimento a spese dei contribuenti per la perdita di (potenziali) profitti. Per di più, le conseguenze di un’ulteriore  liberalizzazione  del  settore  finanziario nella UE e negli USA avrebbe ripercussioni che andrebbero al di là dell’Atlantico.

Impedire  l’intervento  delle  autorità normative

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Per  far  sì  che  l’esito  dei  negoziati  porti  ad un affrancamento dalle rigide norme finanziarie, il settore  della  finanza  chiede  l’applicazione  di  una “disciplina  normativa”. Innanzitutto, chiede l’introduzione  di  norme  specifiche  che  limitino  il  numero, la portata e la durata delle normative nazionali (e dei processi normativi) che regolano il settore allo scopo di favorire il flusso di  capitali  attraverso  l’Atlantico.107 Queste norme rappresenterebbero un grosso ostacolo, ad esempio, alla riduzione e regolamentazione delle banche troppo-grandi-per-fallire. In secondo luogo, per rafforzare questa disciplina normativa, chiede che venga inclusa la cosiddetta clausola di “trasparenza  normativa”, che farebbe sì che qualunque normativa in forma di bozza debba essere resa disponibile alle “parti  interessate” (ad esempio, il settore finanziario) per dar loro la possibilità di commentarla – il che, essenzialmente, trasformerebbe la “clausola  di  trasparenza” in un diritto a fare lobby.108 Terzo, le lobby che rappresentano i settori dei servizi europeo e statunitense,  l’European  Services  Forum  (ESF)  e  la US Coalition of Service Industry (CSI), allo scopo di liberalizzare il settore (e i suoi servizi/prodotti), chiedono che venga inserita la proposta  della  “lista  nera”.109 In base a questa proposta, i servizi inseriti nella lista nera fin dall’inizio  sarebbero  esclusi  dal  trattato,  mentre  sarebbero automaticamente inclusi TUTTI i servizi e i prodotti NON inseriti nella lista nera, inclusi quelli che verranno sviluppati in futuro.

Il risultato sarebbe che le autorità normative avrebbero molto meno spazio di manovra per intervenire sui mercati finanziari. Alla luce della persistente crisi finanziaria – che fu causata da prodotti finanziari complessi ed estremamente rischiosi (come quelli, tristemente famosi, investiti in prestiti sub-prime e noti come obbligazioni di debito collaterale (ODC), che

erano legati al mercato immobiliare statunitense che è poi crollato) – questi prodotti dovrebbero essere automaticamente vietati o soggetti a rigide normative e non liberalizzati come invece propongono i sostenitori della “lista  nera”.

Il settore bancario troverà la normativa più favorevole Le banche chiedono la costituzione di un gruppo di lavoro UE-USA il cui mandato sia quello di negoziare future “intese  di  reciproco  riconoscimento” tra i due partner. Ad esempio, lo  scorso  febbraio  l’americana  SIFMA  (Securities  Industry and Financial Markets Association) e l’europea  AFME (Association of Financial Markets in Europe) - le due principali lobby del settore finanziario su entrambe le sponde dell’Atlantico  – hanno pubblicato un documento congiunto che esorta le due parti a “creare  una  cornice  per  sviluppare  [future]  intese di  riconoscimento”.110 Le banche potrebbero così scegliere semplicemente di fare base ovunque la cornice legislativa risulti più conveniente per loro. Di conseguenza, qualunque nuova proposta normativa sui servizi finanziari, sia in Europa che negli USA, si rivelerebbe inefficace, poiché le banche potrebbero scegliere di operare in base alla normativa più debole. Proprio per questo, nel dicembre del 2012, il consiglio direttivo della Federal Reserve (la banca centrale degli Stati Uniti) ha presentato una proposta di legge di aumento dei requisiti patrimoniali per le filiali delle banche europee allo scopo di potenziare le misure di controllo negli Stati Uniti. La proposta è venuta dopo che la Federal Reserve ha dovuto lanciare un piano per salvare le banche straniere colpite dalla crisi finanziaria, le quali erano sottoposte ai controlli del paese

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d’origine,  invece  di  quelli  delle  autorità  del  paese ospite.111

C’è  il  rischio  che  grazie  al  TTIP  le grandi  banche  tentino  di  “frenare”  la legislazione.

Allo stesso tempo, la Federal Reserve ha richiesto maggiori garanzie di stabilità finanziaria alle banche americane e ad altre società  finanziarie  operanti  all’estero  e  impegnate in rischiose operazioni di contrattazione di strumenti derivati del valore di migliaia di miliardi di dollari. Ad ogni modo, la proposta ha incontrato una feroce opposizione da parte del settore bancario, sostenuto delle autorità europee intenzionate a proteggere gli interessi delle grandi banche europee e la potente lobby della finanza. Sebbene nel mandato negoziale, trapelato alla stampa, la Commissione Europea affermi che desidera collaborare con gli Stati Uniti alla definizione di una “normativa  prudenziale”  – e la proposta della Federal Reserve ne sarebbe un esempio - in realtà sia la UE che gli stati membri (specialmente la Gran Bretagna e la Germania) sono contrari alla proposta.112 Per di più, se il TTIP  contenesse  un  “capitolo  investimenti”, le banche sarebbe in grado di contestate la normativa e chiedere un risarcimento.113

Benché il settore della finanza affermi che non vuole  una  vera  e  propria  “deregolamentazione”, le richieste fatte dalle lobby finanziarie chiedono in sostanza, una normativa che sposti l’attenzione  dalla  protezione  dei  consumatori  e  della stabilità finanziaria alla protezione degli interessi di investitori e finanzieri.114

Le banche chiedono, in sostanza, una normativa che sposti l’attenzione  dalla  protezione  dei  

consumatori e della stabilità finanziaria alla protezione degli interessi degli investitori finanziari.

Eliminare i vincoli normativi alla libera circolazione dei capitali Il TTIP prevede un capitolo che consentirebbe di liberalizzare, tranne rare eccezioni, tutte le forme di pagamento e i grossi trasferimenti di denaro. Diventerebbe molto difficile imporre restrizioni sulla circolazione dei (massicci) capitali e verrebbero aboliti i controlli sui pagamenti transatlantici di merci e servizi, royalty e dividendi e, molto più importante, sugli immensi pagamenti legati ai servizi finanziari. Eppure, anche il Fondo Monetario Internazionale (IMF) e la Banca Mondiale stanno cominciando a riconoscere che i controlli sui capitali possono prevenire e bloccare il destabilizzante flusso o fuga di capitali a fini speculativi, compreso il trasferimento nei paradisi fiscali.115 C’è  il  rischio,  perciò,  che  grazie  al TTIP le grandi banche tentino di “frenare” la legislazione.

Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria

È giustificabile quindi il timore degli addetti ai lavori che il settore finanziario stia tentando di sfruttare gli attuali negoziati per ottenere concessioni normative alle quali le autorità di regolamentazione finanziaria non avrebbero mai acconsentito. Infatti, se fossero inclusi tutti i punti su cui è stata fatta azione di lobbying, in futuro lo spazio politico di manovra delle autorità normative di intervenire nei mercati finanziari verrebbe gravemente ridotto lasciando le popolazioni esposte al rischio di crisi finanziarie e piani di salvataggio.

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Capitolo 7 Il Business cita il Governo in tribunale e il Contribuente paga il conto Garanzie alle Multinazionali meno diritti ai popoli.116

La proposta della Commissione Europea riguardante le disposizioni sulla cosiddette controversie Investitore-Stato iscritta nel trattato UE-USA darebbe alle aziende nuovi poteri per sfidare le politiche volte a tutelare l'interesse pubblico ; essa permetterebbe alle aziende americane che investono in Europa di aggirare i tribunali europei e sfidare direttamente i governi dell'UE in tribunali off shore fuori controllo- nel caso le leggi in materia di salute pubblica , della tutela ambientale o sociale interferiscano con i loro profitti .

Le imprese dell'UE che investono all'estero avrebbero lo stesso privilegio negli Stati Uniti.

In tutto il mondo , le grandi imprese già utilizzano questi meccanismi Investitore-Stato

per comporre le controversie commerciali e gli accordi di investimento , che permettono di reclamare somme da capogiroa titolo di risarcimento contro le leggi democratiche a tutela dell'interesse pubblico (Riquadro5).

A volte basta la presentazione di una reclamo- o semplicemente la minaccia di farlo -perché una legislazione sia abbandonata o annacquata. In altri casi tribunali istituiti ad-hoc (formati da un triplicie pannello di Studi Legali privati strettamente connessi- ndr con le multinazionali ?) chiamati a deliberare di fronte a una serie di conflitti di interesse hanno concesso miliardi di euro alle imprese….pagati dalle tasche dei contribuenti.

Box 5 Alcune emblematiche controversie Investitore-Stato Corporazioni contro la salute pubblica - Philip Morris contro Uruguay e Australia: Sulla base di trattati bilaterali di investimento , il gigante del tabacco statunitense Philip Morris ha citato in giudizio sia l'Uruguay che Australia per le loro leggi anti-fumo . La società sostiene che le etichette di avvertimento sui pacchetti di sigarette impediscono di visualizzare in modo efficace i propri marchi , causando una notevole perdita di quota di mercato. Corporazioni contro la tutela dell'ambiente - Vattenfall contro Germania : Nel 2012 la multinazionale dell'energia svedese Vattenfall ha citato in giudizio il governo tedesco , richiedendo  €  3,7  miliardi  di  risarcimento  per  i  mancati  profitti  relativi  a  due  dei  suoi  impianti  nucleari . L'azione legale é partita in seguito alla decisione del governo tedesco di eliminare gradualmente l'energia nucleare dopo il disastro nucleare di Fukushima . Corporazioni contro la tutela dell'ambiente - Lone Pine contro Canada: Sulla base del trattato North American Free Trade Agreement ( NAFTA) tra USA, Canada e Messico , la società statunitense Lone Pine Resources Inc. ha preteso dal Canada 191.000.000 €  a   titolo  di   risarcimento.   La  provincia   canadese  del  Quebec  aveva  deciso  una  moratoria   sul  

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“fracking”   ,   a   causa  dei notevoli rischi ambientali comportati da questa nuova tecnologia di estrazione di gas o petrolio dalle rocce . Corporazioni contro l'azione deligoverni contro le crisi finanziarie - sfidando Argentina e Grecia : Quando l'Argentina in risposta alla crisi finanziaria del 2001-2002 ha congelato i tassi di utilità delle rendite delle imprese pubbliche (energia , acqua , ecc ) e svalutato la sua moneta , è stata colpita da più di 40 azioni legali da parte di grandi aziende , tra cui CMS Energy ( US) , Suez e Vivendi ( Francia) , Anglian Water ( UK) e Aguas de Barcelona ( Spagna ) . Entro la fine del 2008 , le richieste di compensazioni contro il paese raggiunsero un totale di 1.15 miliardi di dollari. Nel maggio 2013, investitori Slovacchi e Ciprioti hanno intentato una querela Investitore-Stato contro la Grecia , a causa della conversione del debito che Atene nel 2012 ha dovuto negoziare con i creditori per ottenere fondi di salvataggio da parte dell'UE e del Fondo Monetario Internazionale ( FMI) . Sia le Nazioni Unite che il FMI hanno affermato che gli accordi di investimento possono gravemente limitare la capacità degli Stati di combattere le crisi finanziarie ed economiche .

Società statunitensi ed europee sono stati i principali utenti dei trattati sugli investimenti internazionali, e hanno determinato un boom senza precedenti di cause legali degli investitori contro gli Stati nel corso degli ultimi due decenni. Senza dubbio il maggior numero di queste controversie- 514-, é stato avviato dalla fine del 2012 da investitori statunitensi che ne hanno concluse il 24 % (123)

Seguono in ordine gli investitori di Olanda (50casi ) , Regno Unito ( 30 ) e Germania (27). Imprese UE e degli Stati Uniti hanno usato queste cause per sfidare le politiche energetiche per l’ambiente, le politiche mediche, la legislazione anti-fumo, il divieto di sostanze chimiche nocive , i vincoli ambientali sulle miniere, le polizze di assicurazione sanitaria e le misure per migliorare la condizione economica delle minoranze .

Le multinazionali sono evidentemente entusiasmate dalla prospettiva di un accordo UE -USA di libero scambio , il più grande affare di investimento mai negoziato .

La spinta aziendale per i diritti degli investitori La risoluzione delle controversie Investitore - Stato  secondo  il  “diktat”TTIP  scatena  le  aziende UE e USA in una guerra di logoramento per limitare il potere dei governi su entrambe le sponde dell'Atlantico .

Il volume enorme di investimenti transatlantici (entrambi i partner costituiscono più della metà degli investimenti diretti esteri nelle reciproche economie)- da gia accenni di litigiositá. Infatti migliaia di aziende europee e statunitensi che hanno filiali dall'altra parte dell'Atlantico, potranno usare clausole Investitore -Stato TTIP per pressare i propri Governi.

‘’Con l'importo degli investimenti che sarebbe coperto da un accordo USA-UE , (i leader di USA e EU) potrebbero incominciare a contemplare l'impatto (Investitore-Stato )sulle perdite’’.

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Simon Lester , il commercio Policy Analyst , Cato Institute

Non sorprende che le lobby aziendali , sia UE che US abbiano fatto pressioni per instaurare l'arbitrato Investitore e Stato nel TTIP . BusinessEurope , la Camera di Commercio degli Stati Uniti , AmCham EU , il Business Council transatlantico e altri pesi massimi della lobby aziendale esigono dei privilegi per gli investitori stranieri . Questo fa anche parte della speranza che un accordo UE-USA possa costituire un ' gold standard ' globale, un modello per la protezione degli investimenti per altri futuri accordi mondiali . Se le grandi imprese avranno il sopravvento , il TTIP favorirá ancora di più l'investitore di quanto sia attualmente la pratica del trattato UE e Stati Uniti.

Ad esempio, Peter Chase , rappresentante della Camera di Commercio statunitense a Bruxelles ed ex funzionario del governo degli Stati Uniti , ha incoraggiato i negoziatori a evidenziare “i  pericoli  delle  non  necessarie  disposizioni di 'diritto di regolamentazione' sociale e ambientale richieste dal Parlamento Europeo " .  Nella  sua  risoluzione  dell’aprile  2011 sul futuro della politica di investimento dell'UE , il Parlamento aveva sottolineato il “diritto- da parte dei governi-di regolamentare”  al  fine  di  proteggere  l'  ambiente, la salute pubblica, i lavoratori ' e i diritti dei consumatori’’ .

Preparare il terreno per il gas ‘’  sporco’’ Il colosso energetico statunitense Chevron ha dato il suo totale appoggio alla consultazione TTIP con il governo degli Stati Uniti per la protezione degli investimenti - "una delle nostre più importanti richieste a livello

globale". Chevron è attualmente impegnata in una battaglia legale con l'Ecuador. La società ha avviato un arbitrato Investitore-Stato per evitare di pagare 18 miliardi di dollari necessari per ripulire la foresta pluviale amazzonica dalla contaminazione causata dalla perforazione petrolifera, come ordinato dai tribunali ecuadoriani. Il caso è stato denunciato come un “madornale   un  abuso”   dell’arbitrato   sugli   investimenti per sottrarsi alla giustizia.

‘’La Chevron vede la protezione degli investimenti come " uno dei nostri problemi più importanti a

” livello globale Dichiarazione della Chevron ai negoziatori statunitensi

In Europa , Chevron vuole " ridurre i rischi connessi ai suoi progetti a grande scala a capitale intensivo e di lunga durata [ ... ] come lo sviluppo del fracking " . A causa del suo impatto ambientali e sanitario e della resistenza da parte delle comunità locali, molti governi dell'UE hanno deciso di mettere un blocco allo sviluppo del gas di scisto (“fracking”) . Il Capitolo sulla protezione dell'investimento proposto dal TTIP potenzia le aziende energetiche come la Chevron mettendole in grado di sfidare i provvedimenti cautelari obbligando i governi "a non interferire nelle legittime aspettative di investimento " come dichiarato dalla Chevron stessa.

La semplice minaccia di una causa Investitore e Stato del valore di milioni di euro potrebbe spingere i governi alla sottomissione e indebolire o impedire i divieti al fracking e la messa in atto di altre regolamentazioni rigorose.

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Secondo la Chevron : "L'accesso  all’  arbitrato  [ ... ] aumenta le probabilitá che gli investitori e gli Stati ospitanti siano in grado di risolvere in modo efficace ed equo le controversie e le trattative. "

“Ho  visto  le  lettere inviate degli studi legali di NuovoYork e di Washington DC in arrive al Governo canadese dopo ogni nuova regolamentazione ambientale[ ... ] . Praticamente le lettere miravano a tutte le iniziative di regolamentazione e la maggior parte di queste ultime non ha mai visto la luce del giorno” Ex funzionario del governo canadese , cinque anni  dopo  l’entrata  in  vigore  dell’arbitrato  Investitore-Stato previsto dal trattato NAFTA ( North America Free Trade Agreement)

Resistere l'assalto alla democrazia I cittadini e la società civile organizzata, invece si oppongono ai diritti eccessivi degli investitori. Secondo il Dialogo Transatlantico dei Consumatori il TTIP "non deve includere l’arbitrato  delle  controversie Investitore -Stato. Gli investitori non dovono avere la facoltà di citare in giudizio, davanti a tribunali privati e segreti, i Governi per obbligarli a mettere in atto accordi , e di aggirare il funzionamento dei sistemi giudiziari nazionali e le robuste protezioni ai diritti di proprietà negli Stati Uniti e in Europa’ . La federazione dei sindacati americani AFL- CIO , analogamente sostiene che " Dati i sistemi giudiziari avanzati di Stati Uniti e UE " la

risoluzione delle controversie Investitore -Stato è un rischio ingiustificato per le politiche nazionali, statali, federali e a livello locale ". Anche gli attivisti per i diritti digitali e ambientali sono contrari all'assalto aziendale portato alla democrazia.

La Conferenza Nazionale dei Legislatori negli Stati Uniti , che rappresenta tutti i 50 Stati degli Stati Uniti , ha annunciato che " non sosterrà nessun[accordo commerciale ] , che prevede la disputa Investitore-Stato perché interferisce con la loro responsabilità e capacità in quanto legislatori statali di emanare e far rispettare regole eque non discriminatorie, che proteggono la salute pubblica , la sicurezza e il benessere , e garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori , e proteggere l'ambiente " .

Perché i nostri rappresentanti pensano di consegnare i nostra diritti sovrani a imprese alle

quali non interessa nulla di noi ?Dichiarazione di uno dei molti cittadini durante la consultazione pubblica sul TTIP negli Stati Uniti

Anche diversi Stati membri dell'UE sembrano mettere in discussione la necessità di clausole di protezione degli investimenti . Alcuni sono preoccupati che il settore finanziario degli Stati Uniti potrebbe usarle per mettere in pericolo le politiche attuate per affrontare la crisi economica in Europa , per esempio i salvataggi bancari e la ristrutturazione del debito .

Attenzione l'agenda dell'UE

Il governo degli Stati Uniti e la Commissione Europea , d'altra parte , sembrano

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determinati a usare il TTIP per mettere gli investitori stranieri in grado di aggirare i tribunali locali e citare direttamente in giudizio gli Stati dinanzi a tribunali internazionali privati e segreti, nel caso le decisioni democratiche impedissero i loro impropri profitti .

In una versione trapelata del suo mandato negoziale , la Commissione Europea ha

formulato proposte dettagliate per un "meccanismo di attualizzazione di risoluzione delle controversie Investitore -Stato " . La proposta metterà a rischio molte politiche e molto probabilmente provocherá un effetto paralizzante sui Governi che stanno cercando di far passare nuove regole di protezione dell' ambiente e della società.

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Capitolo 8 C'era una volta il West...Riflessioni finali su un progetto di elite transnazionale

Il progressi che possiamo fare insieme [ UE e gli USA ] riguardanti  l’elaborazione  degli  standard delle varie forme di comportamento dello " stato capitalista" possono essere visti come uno strumento per rinforzare una particolare interpretazione  dell’Ordine  economico liberale Globale . Commissione Europea , documento interno trapelato.117

Le prove fornite da questo rapporto suggeriscono che il TTIP puó essere inteso come il progetto politico e di classe di una elite Atlantica il cui scopo sembra essere l'inversione delle politiche sociali in Occidente e la conservazione della leadership di Stati Uniti ed Europa a livello internazionale .

Il risultato, potrebbe essere il ritorno e l'espansione di un selvaggio West spietato senza regole in cui le imprese avrebbe il sopravvento sul resto della società, sia qui che aldilà dell'Atlantico. E ' per queste ragioni che le persone in Europa negli Stati Uniti e in qualsiasi altro luogo, devono mobilitarsi per mettere fine ai negoziati TTPI e denunciare i personaggi politici responsabili dei danni che un tale accordo provocherebbe a tutti noi e al

nostro ambiente .

L'Occidente contro il resto del Mondo Dato che l'Unione europea e gli Stati Uniti Stati rappresentano circa la metà del PIL mondiale e un terzo dei flussi commerciali mondiali è chiaro che la creazione della più grande zona di libero scambio al mondo avrà un impatto al di qua e aldilà del Atlantic.118 Come spiegato in un documento interno della Commissione Europea

‘’Ciò   che  negoziamo non solo determinerá gli standard dei nostri futuri investimenti bilaterali e delle nostre relazioni commerciali, ma fornirá anche un contributo allo sviluppo di regole globali in aree dove finora non siamo stati in grado di accordarci a livello multilaterale . Questo è potenzialmente un laboratorio unico per colmare le lacune nel regolamento multilaterale e lo sviluppo di soluzioni regolamentari che possano essere una base per il successivo lavoro in a livello multilaterale’’. 119

Poiché gli interessi dei "Paesi Industrializzati" ( che vogliono una più profonda liberalizzazione )  e  quelli  dei  “Paesi  in  via  di  Sviluppo  "  (  che  vogliono revisione e risarcimento per gli accordi ‘’sleali’’ passati ) si sono dimostrati

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inconciliabili all'interno del sistema commerciale multilaterale , l'U.E. vede la negoziazione commerciale con gli Stati Uniti come un modo per aggirare lo stallo politico in seno all'Organizzazione Mondiale del Commercio ( OMC) e imporre al resto del mondo lo stesso livello di liberalizzazione degli scambi  attraverso  l’Atlantico.

Gli obiettivi di questo progetto sono le economie emergenti , Brasile , Russia, India , Cina e Sud Africa (definiti paesi BRIC ) , le cui economie in crescita sono visti come una minaccia per  l'  UE  e  l’egemonia  globale  US.120

E 'quindi importante comprendere il progetto politico che il TTIP incarna : quello delle ex potenze coloniali che lottano per conservare la leadership globale nonostante il rapido cambiamento dell'ordine mondiale .

L'utopia finale delle imprese multinazionali É importante classificare la dimensione internazionale di TTIP come progetto politico cosí come è importante riconoscere le implicazioni interne del TTIP come progetto di classe.

Come visto in precedenza il TTIP potrebbe liberare le imprese da vincoli, siano essi tariffe o regolamenti di protezione socio-ambientale e, nello stesso momento, investire le aziende con il potere, da un lato di sfidare ogni regolamentazione governativa che interferisse con la loro attività e dall'altro di chiedere il risarcimento dei contribuenti per eventuali perdite di profitto risultanti da tale regolamento.

Se  l’accordo  tra  UE  e  Stati  Uniti sarà raggiunto, il TTIP potrá annullare le

disposizioni di protezione socio -economiche ambientali a tutela delle persone e dell'ambiente contro le malefatte aziendali

Ad esempio, ricordando quanto espresso nelle sezioni precedenti del rapporto:

L' abbattimento di tutte le tariffe tra l'UE e Stati Uniti lascerebbe interi settori industriali esposti alla concorrenza sleale , le società transnazionali più grandi sarebbero in grado, grazie alle economie di scala, di danneggiare i piccoli concorrenti nazionali . Ciò si rivelerebbe particolarmente problematico in quei settori , come l'agricoltura , dove le differenze sono troppo ampie per consentire una concorrenza leale. Studi preliminari hanno già indicato che lo smantellamento delle tariffe attraverso l'Atlantico avrà gravi ripercussioni sull'occupazione, in particolare nell'UE ;

L'armonizzazione della regolamentazione (pensiamo agli standard di sicurezza alimentare, tra cui OGM e REACH) tra UE e USA , che comprende il riconoscimento dei reciproci quadri normativi come uguali , potrebbe rendere inefficaci le leggi di protezioni a favore dei malati dei iconsumatori e l'ambiente ;

Inoltre, la proposta TTIP di includere un capitolo di protezione degli investimenti consentirebbe alle imprese di citare in giudizio i Governi per potenziali perdite di profitti derivanti da una regolamentazione ritenuta troppo onerosa per le imprese. Ciò include divieti e moratorie imposti a nuove pericolose tecnologie, quali il fracking e le biotecnologie; il che limiterá considerevolmente lo spazio politico di intervenire efficacemente sul mercato da parte dei legislatori.Attraverso l'istituzione

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di arbitrato delle controversie tra Investitori e Stato , verrebbero garantiti maggiori diritti alle alle aziende rispetto ai cittadini , lasciando sulle spalle dei contribuenti gli oneri miliardari da pagare in seguito alle dispute; tutto questo in un momento in cui i bilanci nazionali stanno già lottando per coprire i costi dei servizi pubblici essenziali.

Mobilitare il 99 % Aggregando tutti questi elementi, comincia ad emergere il grande disegno di un progetto di élite transatlantica volto ad invertire molte delle grandi conquiste sociali che le persone sono riuscite ad ottenere nel corso degli ultimi decenni. Alcune fonti del settore hanno descritto TTIP come "l’estrema offensiva lobbistica ", mentre lobbisti del settore hanno già iniziato ad intraprendere una serie di navette diplomatiche tra Washington e Brussels.121

Lobbisti dell'industria hanno già iniziato ad intraprendere una serie di navette diplomatiche tra Washington e Bruxelles

Per contrastare tutto questo, diventerà vitale nei mesi prossimi garantire la crescita dell'opposizione al TTIP da  parte  dell’opinione  pubblica e che un chiaro messaggio venga inviato ai leader e alle Istituzioni di Governo affinché venga riconsiderato il loro sostegno al TTIP . Di fronte alle paralizzanti politiche di austerità, i leader europei devono accettare

che non esiste una soluzione magica, una ´´pallottola d'argento´´ all'attuale crisi finanziaria . Al contrario l'UE deve iniziare a sviluppare, insieme ai suoi partner sociali (e non con i lobbisti dell'industria), un programma di politica economica che si basi sulla cooperazione , e non sulla competizione, che ponga le persone e il pianeta in primo piano rispetto agli interessi delle grandi imprese .

L’Alleanza  ATM  - Mandato per il Commercio Alternativo - é una coalizione di circa 50 organizzazioni che offre una valida alternativa all'attuale programma commerciale neoliberista 122,  un’alternativa per favorire il benessere economico, sociale e ambientale, per tutti a livello globale.

Per concludere :  l’ATM  deve  essere  controllata democraticamente da parlamentari e dal pubblico , la sua visione deve essere profondamente radicata nella comprensione ecologica del nostro rapporto con la Natura , e i suoi obiettivi devono basarsi sul massimo rispetto di classe, genere e differenze etniche , al fine di promuovere la giustizia e l'uguaglianza , garantendo ampio spazio politico e libertá di scelta alle Comunità di decidere in che misura desiderano integrarsi in un'economia globale .

Un mondo con regole commerciali più eque ha il potenziale per trasformare in meglio la vita di milioni di persone. Allo stato attuale , il commercio internazionale , di cui TTIP è una parte , sta facendo l'esatto contrario .

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Note finali

1. Il Consiglio Atlantico è un centro di ricerca con sede a Washington, istituito nel 1961 per incoraggiare la cooperazione tra Nord America ed Europa , quando la cortina di ferro ha cominciato a frapporsi tra Est e Ovest. Il rafforzamento delle relazioni commerciali transatlantiche è stata una costante attenzione del Consiglio. Nel 2007, è stato pubblicato un rapporto che delineava  una  ‘leadership  transatlantica  finalizzata  ad  una nuova economia  globale’  ,  in  cui  l'idea  di  un  accordo di libero scambio UE-USA veniva propagandato come risposta alla crisi finanziaria emergente. L' idea di una ' nuova partnership economica transatlantica ' fu ripresa in quello stesso anno dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel durante la presidenza tedesca del Consiglio dell'UE come strategia per far uscire l'Europa dalla crisi . Non per caso, la relazione del Consiglio atlantico era stata finanziata dal Programma transatlantico del Ministero tedesco dell'Economia e del Lavoro, in collaborazione con il Fondo tedesco Marshall degli Stati Uniti e della delegazione della Commissione europea a Washington . Per un resoconto più dettagliato del ruolo del Consiglio nella spinta TTIP avanti , vedi l'articolo di Andrew Gavin , "Le grandi cooperazioni cercano US - ' accordo di libero scambio ' europea Ulteriori dominio globale " . http://www.alternet.org/world/large-corporations-cerca-us-european-free-trade–agreement-further-global-dominance

2. Trascrizione di una riunione ad alto livello organizzata da  The  Brookings  Institution  su  '  l’  Accordo  europeo  di  libero scambio ', a Washington , DC Mercoledì, 27 febbraio 2013

3. Commissione europea . Unione europea e Stati Uniti per lanciare negoziati per una partnership transatlantica commerciale e di investimenti . Comunicato Stampa . 13 Febbraio 2013 . http://europa.eu/ rapid/press-release_MEMO-13-95_en.htm.

4. FTI Consulting. Accordo di libero scambio UE-USA: è nell’  aria  ?  Briefing  .  16  luglio  2012  .  http://www.fticonsulting.com/global2/critical-thinking/articles/eu-us-free-trade-agreement.aspx

5. Vedi, per esempio, http://archive.corporateeurope.org/tabd/

6. Vedi i documenti sulla posizione unitaria presentati nel quadro di una consultazione pubblica della Commissione europea: http://trade.ec.europa.eu/consultations/documents/consul_146.pdf

7. Commissione europea . Nota Per all'attenzione del Comitato della politica commerciale . Bruxelles, aprile 2013 TRADE/E.1 / D ( 2013) .

8. Corporate Europe Observatory . Commissione europea prepara per l'UE -USA colloqui commerciali : 119 incontri con i lobbisti del settore. 4 Settembre 2013 , http://corporateeurope.org/trade/2013/09/ european-commission-preparing-eu-us-trade-talks-119-meetings-industry-lobbyists

9. De Gucht , K. Una prospettiva europea sul libero scambio transatlantico. SPEECH/13/178 , Discorso

tenutosi durante la Conferenza europea presso la Harvard Kennedy School , . 2 marzo 2013 . http://europa.eu/rapid/press- release_SPEECH-13-178_en.htm # PR_metaPressRelease_bottom

10. Commissione europea . Uno studio indipendente sottolinea i benefici di accordo commerciale UE-USA . Memo/13/211 . 12 marzo 2013 . http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-13-211_en.htm

11. Centre for Economic Policy Research ( 2013) . Ridurre le barriere nei confronti del commercio transatlantico e degli investimenti - una valutazione economica . Relazione finale del progetto . Londra . http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/march/tradoc_150737.pdf

12. George, C. e Kirkpatrick , C. (2006 ) Aspetti metodologici nella valutazione dell'impatto della politica commerciale : esperienza di valutazione dell'impatto sulla sostenibilità della Commissione europea del programma ( SIA ) . Valutazione d'impatto e la valutazione dei progetti . 24 ( 4 ) . pp 325-334 .

13. George  ,  C.  A  cosa  sta  realmente  portando  l’operazione  commerciale UE-USA? 8 lug 2013 . http://www.opendemocracy.net/ourkingdom/clive-george/whats-really-driving-eu-us-trade-deal

14. Valutazione d'impatto del Parlamento Europeo ( 2013) . Prima valutazione di una commissione europea di valutazione d'impatto . Proposta della Commissione europea di autorizzare l'apertura ai negoziati per una partnership sul commercio e investimenti transatlantici tra l'Unione Europea e Stati Uniti d' America. http://www. europarl.europa.eu /delegations/en/studiesdownload.html?LanguageDocument=EN&file=92710

15. Berger , J. Freihandelsstudie - Scharlatanerie im pseudowissen - schaftlichen Gewand , 18 GIUGNO 2013 (Tradotto dal tedesco ). http://www.nachdenkseiten.de/?p=17671

16. George , C. e Kirkpatrick , C. ( 2006 ) . Op. Cit .

17. La Camera di Commercio statunitense ( 2013) . NAFTA Triumphant - Valutare Due decenni di guadagni in commercio , crescita e occupazione . p . 9 . http://www.uschamber.com/sites/default/files/reports/1112_INTL_ NAFTA_20Years.pdf

18. Politica economica Institute ( EPI ) ( 2003) . NAFTA - Perdite di lavoro correlate che si sono accumulate dal 1993. http://www.epi.org/economic_snapshots/entry/webfeatures_snapshots_archive_12102003/

19. Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione ( 2010) L'accordo di libero scambio nordamericano ( NAFTA ) ha comportato un aumento della disoccupazione negli Stati Uniti. Montreal. Canada . http://www.globalresearch.ca/the-north-american-free-trade-agreement-nafta-resulted-in-increasing-unemployment-in-the-us/20444

20. Ibid .

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21. Faux J. ( 2011) NAFTA a Seven : il suo impatto sui lavoratori in tutti e tre nazioni . Washington DC http://www.policyalternatives.ca/sites/default/files/uploads/publications/National_Office_Pubs/nafta_at_7.pdf

22. Commissione europea (2013 ) Relazione sulla valutazione d'impatto sul futuro della UE-USA relazioni commerciali tra UE e USA. pp 37-38 . http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/march/tradoc_150759.pdf

23. Ibid

24. Ibid . p . 53

25. Ibid . p . 47 .

26. EuroMemo Group ( 2013) . L'aggravarsi della crisi nell'Unione europea : la necessità di un cambiamento fondamentale . http://www2.euromemorandum.eu/uploads/euromemorandum_2013.pdf

27. Ibid .

28. Per  una  visione  d’insieme  degli  attacchi  ai  diritti  sociali  nel contesto della revisione di politica economica e fiscale , si veda ad esempio: http://euobserver.com/news/32462 e http://euobserver.com/opinion/120319.

29. Serra , S. ' Gli Stati sono alla ricerca di leggi per frenare il potere dei sindacati '. New York Times. 3 gennaio 2011 .

30. Vedi la pagina del AFL -CIO: http://www.aflcio.org/Legislation-and-Politics/ State-Legislative-Battles/Ongoing-State-Legislative-Attacks/Right-to-Work-for-Less e Deakin , S . ed Reed , H. ( 2000) . ' Il significato controverso della flessibilità sul mercato del lavoro '. Diritto sociale e la politica . Oxford.

31. Commissione europea ( 2013) . Valutazione dell'impatto di TTIP . p . 52 .http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/march/tradoc_150759.pdf

32. Ecorys ( 2012) . ALLEGATI - misure non tariffarie nel commercio e gli investimenti UE-USA -un' analisi economica . Relazione finale . I Paesi Bassi . p . 45 . http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2009/ december/tradoc_145614.pdf

33. Commissione europea ( 2013) . Relazione sulla valutazione d'impatto sul futuro delle relazioni commerciali tra UE-USA. p . 49 . http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/march/tradoc_150759.pdf

34. Introdotto nel periodo successivo degli effetti devastanti della 'mucca pazza' in tutta Europa nei primi anni novanta, il ' principio precauzionale' si riferisce alla tutela dell'ambiente e dei consumatori e stabilisce che i

rischi dovrebbero essere ridotti o eliminati da un’attività decisionale preventiva, anche se questo non è stato scientificamente dimostrato. http://europa.eu/legislation_summaries/consumers/consumer_safety/l32042_en.htm

35. Euroactive . Hedegaard : Forget - stile USA rivoluzione dello shale gas . 16 MAGGIO 2013 . http://www.euractiv.com/sustainability/cooperation-shale-risposta-europe-news-519803

36. E’  possibile  accedere  alle  cosiderazioni  congiunte  del  settore su TTIP tramite il sito web della Commissione europea : trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2012/july/tradoc_149720.pdf http://

37. Per una panoramica generale sui criteri di sostenibilità introdotti in rosso, vedi il commento dei membri del Partito dei Verdi al Parlamento europeo : http://www.greens-efa.eu/biofuels-2088.html

38. Ultimamente l'UE ha imposto dazi antidumping sull’alcol  degli  Stati  Uniti  che  hanno  limitato  ulteriormente le esportazioni di alcol dagli Stati Uniti verso l'UE : http://www.reuters.com/article/2013/04/18/biofuels-eu-idUSL5N0D51EC20130418

39. Dichiarazione di Richard Wilkins , Vice Presidente della American Soybean Association davanti alla High Level Forum UE-USA sulla regolamentazione della cooperazione . 10 aprile 2013. http://www.soygrowers.com/ policy/041013 % 20 - % 20Wilkins % 20Statement % 20 - % 20TTIP.pdf

40. In aggiunta a questi effetti locali, lo shale gas ( come qualsiasi altro combustibile fossile ) ha anche conseguenze ambientali globali , dato che il metano che si ottiene attraverso l'estrazione e l'anidride carbonica che viene rilasciata durante la combustione del metano stesso, contribuisce al cambiamento climatico globale. http://www.foeeurope.org/shale-gas

41. Agenzia  US  della  protezione  dell’ambiente. EPA Regole finali  sulle  emissioni  dell’industria  petrolifera  e  del  gas  nell’aria.  http://www.epa.gov/airquality/oilandgas/actions.html

42. ExxonMobil ha già firmato un accordo con la compagnia energetica di stato ucraina Naftogaz , mentre la texana Conoco Philips sta valutando le riserve di 1,1 milioni di acri nella Polonia settentrionale - vedi Financial Times . Ucraina firma accordo sul gas shale. 23 gennaio 2013. http://www.ft.com/cms/s/0/f2e095d4-6578-11e2- a3db - 00144feab49a.html e vedi anche il capitolo 7 della presente relazione per maggiori dettagli ed esempi sulle  implicazioni  sull’ambiente della proposta del TTIP di aggiungere un capitolo sugli investimenti.

43. Peterson Institute for International Economics . Liquefatto esportazioni di gas naturale : un'opportunità

43

per l'America . Policy Brief . Febbraio 2013. http://www.piie.com/publications/pb/pb13-6.pdf

44. SNL Energia Gas Utility Week. Sierra Club lotta per contenere le proposte GNL di esportazione. 24 Maggio 2013. http://www .downstreamtoday.com/ news /article.aspx?a_id=39609&AspxAutoDetectCookieSupport=1

45. Commercio mondiale on-line.  Gruppi  d’affari  chiedono  con forza le esportazioni di GNL, mettono in guardia sulle conseguenze del WTO. 30 giugno 2013. http://insidetrade.com/Inside-Trade-General/Public-Content-World-Trade-Online/business-groups-clamor-for-lng-exports-warn-of-wto-consequences/menu-id-896 . html

46. Vedi, ad esempio , la presentazione congiunta del BusinessEurope e La Camera di Commercio degli Stati Uniti sul TTIP . http://trade.ec.europa.eu/consultations/documents/consul_146.pdf

47. The  Globe  and  Mail  .  L’Ontario  perde  il  ricorso  in  appello  al  WTO  sulla  legge  dell’energia  verde.  6  maggio  2013. http://www.theglobeandmail.com/report-on-business/industry-news/energy-and-resources/onta-loses-final-wto-appeal-on-green-energy-act/article11731010

48. Ibid

49. Ibid

50. CAW.  Il  WTO  promulga  la  legge  sull’energia  verde  dell’Ontario.  Bollettino  del  commercio  sostenibile.  Edizione Marzo 2013. http://www.caw.ca/assets/images/Trade_Factsheet_English2.pdf

51. Commissione europea ( 2013). Relazione sulla valutazione d'impatto sul futuro delle relazioni commerciali UE-USA. p . 49. http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/march/tradoc_150759.pdf

52. Affari UE . ' Tutto sul tavolo della questione di libero scambio tra UE-USA' . 14 febbraio 2013. http://www.eubusiness.com/news-eu/us-economy-trade.mda

53. Berthelot , J. ( 2013) . La follia pura di integrare l'agricoltura  all’interno  di  un  accordo  di  libero  scambio  transatlantico . Solidarité . Bruxelles.

54. Financial Times . 'L'agricoltura è un grande ostacolo in uno dei più grandi accordi mondiali di libero scambio'. 17 apr 2013 . http://www .ft.com/intl/cms/s/0/8d9d0c72-a6c1-11e2-885b-00144feabdc0.html # axzz2WIXJaNen

55. Ibid .

56. Si veda, ad esempio , il documento di posizione da Amici della Terra Europa su una riforma verde della Politica agricola comune : http://www.foeeurope.org/agriculture/13_reasons_for_green_CAP_reform.pdf Vedi anche il documento per un'agricoltura europea sostenibile dalla Federazione europea degli agricoltori , Confederation Paysanne: http:// www.agriculturepaysanne.org/la-Charte-de-l-agricoltura-paysanne

57. Commissione europea ( 2013). Relazione sulla valutazione d'impatto sul futuro delle relazioni commerciali UE-USA. p . 47. http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/march/tradoc_150759.pdf

58. All'interno US Trade. 'Stati Uniti per premere sulle

approvazioni OGM , l'accesso ai carburanti rinnovabili nei colloqui di libero scambio UE. 22 marzo 2013.

59. Affermazione di Richard Wilkins , Vice President American Soybean Association . http://www.soygrowers.com/policy/041013%20-%20%Wilkins20Statement%20-%20TTIP.pdf

60. BIO.  Risposta  alla  richiesta  dell’USTR  per  i  commenti  su  TTIP . 17 maggio 2013 . http://www.bio.org/sites/default/files/BIO%20TTIP%20%presentazione20May%202013%20final%205%2010%2013.pdf

61. All'interno US Trade . ' UE, USA , pronte a preparare il lancio di negoziati di commercio bilaterale ' . 15 febbraio 2013 .

62. Antoniou, M.,Robinson , C. e Fagan , J. ( 2012) OGM Miti e verità. Fonte aperta della terra. http://earthopensource.org/index.php/2-science-and-regulation/2-1-myth-gm-foods-are-strictly-regulated-for-safety

63. Reuters. ' US OGM la campagna di etichettatura dei prodotti  alimentari  OGM  ha  bloccato  appena  in  tempo  l’  industria biotech. ' 25 aprile. 2013. http://uk.reuters.com/article/2013/04/25/us-US-ogm-etichettatura-idUSBRE93O18S20130425

64. Ibid.

65. Dow aveva sperato di avere un prodotto di mais OGM chiamato 'Enlist' sul mercato quest'anno . Ma tra l'opposizione di agricoltori, dei consumatori e dei funzionari della sanità pubblica , la compagnia si aspetta ora un ritardo di almeno un anno. Vedi Reuters . ' Controverso nuovo mais OGM. Dow ritardo tra le proteste '. 18 gennaio 2013 . http://www.reuters.com/ article/2013/01/18/dow-biotech-idUSL1E9CIBN320130118

66. Ibid .

Una Mirabile Partnership Trans-Atlantica

67. Coalizione sulla prevenzione del cancro. Manzo americano: Perché è vietato in Europa ? http://www.preventcancer.com/consumers/general/hormones_meat.htm

68. Cibo e ambiente. Relazione di reporting Network. Controversia sulla droga nei mangimi che limita le esportazioni di carne statunitense. 25 gen 2012. http://thefern . org/2012/01/dispute-over-drug-in-feed-limiting-us-meat-exports /

69. Consiglio Nazionale Produttori di maiale . Risposta alla richiesta  dell’USTR relativa alle osservazioni su TTIP. 10 maggio 2013. http://www.nppc.org/wp-content/uploads/P-USTR-2012-0028-National-Pork-Producers-Council-EU- Comments1.pdf

70. Vedi, ad esempio , la posizione della Comunità europea delle cooperative di consumatori ( Euro Coop ) sulla questione. http://www.eurocoop.org/en/publications/press-releases/food-policy/153-euro-coop-supports-national-experts-rejecton-of-us-chlorinated-poultry

71. BusinessEurope e Stati Uniti Camera di Commercio presentazione congiunta alla consultazione pubblica della Commissione europea sulla TTIP . http://trade.ec.europa.eu/consultations/documents/consul_146.pdf 72

72. Der Spiegel . « Spaccature Trans-Atlantic : attivisti europei potrebbero contrastare gli interessi USA- UE sul commercio ». 26 febbraio 2013. http://www.spiegel.de/ international/world/plan-for-trans-atlantic-trade-agreement-could-eu-preoccupazioni fondatore-on-the-a-885596.html

73. Vedi, per esempio, lo stesso ' Fact Sheet ' della Commissione europea su ACTA. http://ec.europa.eu/trade/issues/sectoral/intell_property/ fs231007_en.htm , o la presentazione congiunta BusinessEurope e la Camera di Commercio degli Stati Uniti alla consultazione pubblica della Commissione europea sulla TTIP. Op. Cit.

74. Vedi due delle più grandi campagne internazionali contro ACTA : http://www.stopp-acta.info/english e http://www.stopacta.info/ , o il video esplicativo su YouTube : http://www.youtube.com / watch?v = N8Xg_C2YmG0

75. Vedi il comunicato stampa del Parlamento europeo : http://www.europarl.europa.eu/news/en/pressroom/content/20120703IPR48247/html/European-Parliament-rejects-ACTA

76. Der Spiegel International. Op. Cit .

77. Per una copia del mandato sede UE : http://www.s2bnetwork.org/fileadmin/dateien /

downloads /EU_Draft_Mandate_ - _Inside_US_ Trade.pdf

78. Come spiega il gruppo che promuove campagne con sede a Bruxelles - European Digital Rights ( EDRI ), mentre l'UE estende le regole sulla privacy per tutti i dati personali non europei sotto la sua giurisdizione, gli Stati Uniti escludono tutti i cittadini non statunitensi da tutele costituzionali, e dalla protezione significativa sotto il Patriot Act , la legge FISA , tra gli altri.EDRI. Lobbying degli Stati Uniti intensifica la riforma contro la protezione dei dati . 17 GENNAIO 2013. http://www.edri.org/us-eudatap

79. Google e Microsoft , tra tanti altri, sono state finanziatrici di associazioni di lobby industriali, come la Privacy Association ( EPA) per rinforzare gli IPRs delle compagnie e per indebolire le norme sulla protezione dei dati . Vedi IDG News Service per maggiori informazioni: http://www.infoworld.com/d/the-industry-standard/google-microsoft-and-yahoo-are-secret- backers-behind-european-privacy-association-218945 ; http://corporateeurope.org/sites/default/files/attachments/complaint_epa.pdf

80. Forum Servizi Europeo (FSE). FSE Contributo alla pubblica consultazione sulle relazioni UE -USA Gruppo ad alto livello sulla crescita e l'occupazione. 23 aprile 2012 . http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2012/july/tradoc_149673.pdf

81. BusinessEurope e Stati Uniti Camera di Commercio presentazione congiunta alla consultazione pubblica della Commissione europea sulla TTIP . http://trade.ec.europa.eu/consultations/documents/consul_146.pdf

82. The Washington Post . 'Amministrazione Obama ha convinto UE ad abbandonare provvedimento che avrebbe bloccato lo spionaggio NSA. ' 12 Giugno 2013 . http://www.washingtonpost.com/blogs/worldviews/wp/2013/06/12/obama-administration- convinced-eu-to-drop-measure-that-would-have-blocked-nsa-spying/

83. European Digital Rights ( EDRI ). Protezione dei dati in TTIP/TAFTA-come rendere peggiore una brutta situazione. 13 giu 2013. http://www.edri.org/nodpinttip

84. BSA  press  statement.  'L’affare del CommercioTransatlantico potrebbe essere un vantaggio per  i  prodotti  e  servizi  dell’era  digitale  ',  dice  BSA.  20  marzo 2013 .

85. Vedere la ' legge sulla ACTA ' campagna per una critica più dettagliata di queste disposizioni e per il testo ACTA originale : http://act-on-acta.eu /Main_Page

45

86. La  Quadrature  du  Net  ,  'Nessun  copyright  nell’accordo  commerciale tra UE-USA! ' 15 Marzo 2013. http://www.laquadrature.net/en/no-copyright-in-eu-us-trade-agreement

87. Partito d'Azione della Sanità Nazionale. Il Partito d'Azione della Sanità invita il primo ministro di esentare NHS dall’  accordo  commerciale  tra  US  e  UE  e  fermare  la  privatizzazione irreversibile di NHS. 13 maggio 2013. http://www.nationalhealthaction.org.uk /nha-party-calls -on-pm/

88. New York Times. ' Tra tagli, i medici greci danno gratutamente un messaggio ai poveri: non siete soli ' . 24 Ottobre 2012 . http://www.nytimes.com/2012/10/25/world/europe/greek-unemployed-cut-off-from-medical-treatment.html?pagewanted=all&_r=0? ;The Guardian. 'Gli immigrati in Spagna perdono il diritto alla salute pubblica' . 31 agosto 2012. http://www.guardian.co.uk/ world/2012/aug/31/immigrants-spain-lose-public-healthcare

89. Financial Times. " Trattative commerciali transatlantiche vicino al decollo" . 7 gennaio 2013 . http://www.ft.com/intl/cms/s/0/089ee396-56bd-11e2-aad0-00144feab49a.html#axzz2S4Q75wlv

90. CropLife America. Risposta alla richiesta USTR per i commenti su TTIP . 5 ottobre 2013 . http://www.regulations.gov/contentStream er ? objectId = 09000064812ff3c9 & disposition = attachment & contentTy pe = pdf

91. Financial Times. ' Il Parlamento Europeo approva la legge sulle sostanze chimiche'. 13 dicembre 2006. http://www.ft.com/intl/cms/s/0/db8363ae-8aa4-11dB-8940-0000779e2340.html#axzz2UhzoPVuA

92. Huffington Post. ' Colloqui commerciali mettono in pericolo le garanzie sanitarie. ' 2 maggio 2013. http://www.huffingtonpost.com/nasima-hossain/trade-talks- put-healt-sa_b_3195225.html

93. Business Europe e la Camera di Commercio degli Stati Uniti si presentano congiuntamente alla consultazione pubblica della Commissione europea sulla TTIP. http:// trade.ec.europa.eu/consultations/documents/consul_146.pdf

94. Open Democracy . ' Le future offerte commerciali UE-USA e UE-Canada avranno gravi implicazioni per il nhs. ' 15 maggio 2013. http:// www.opendemocracy.net/ournhs/linda-kaucher/upcoming-eu-us-and-eu-Canada-trade-deals-have-serious-implications-for-nhs

95. Nel 2008, il Canada era stato colpito da tali sanzioni, che gli sono costate più di 18,5 milioni di dollari, per non parlare di 533.000.000 dollari in cause pendentidi crediti in sospeso. Ora , un gruppo di 200 investitori

privati, guidati da un imprenditore dell'Arizona, Melvin J. Howard, sta progettando di utilizzare il meccanismo di trattamento nazionale NAFTA per forzare il sistema sanitario canadese - spesso descritto come ' l'ultima grande ostrica non ancora aperta nel mercato nordamericano', contro il quale le autorità pubblica potranno fare ben poco.Per maggiori dettagli , si veda la relazione del giornale locale canadese Winnipeg Free Press. ' Suit cerca di aprire il servizio sanitario canadese alle privatizzatzioni [sic]. 24 settembre 2008. http://www.winnipegfreepress.com/historic/33080179.html

96. Un 'medicinale generico' è un farmaco che viene sviluppato per essere uguale ad un medicinale già stato autorizzato. I farmaci generici sono ampiamente utilizzati nella UE in programmi di trattamento di costo-efficacia e sono prescritti come efficace alternativa a farmaci più costosi.

97. Der Spiegel International. ' Distrutta la rete di sicurezza sociale: l'austerità europea che costa la vita'. 27 marzo 2013 . http://www.spiegel.de/international/europe/lancet-study-european-austerity-costing-lives-a- 891308.html;Karanikolos , ' Crisi finanziaria, l'austerità e la salute in Europa' The Lancet , 381 ( 9874 ). pagg.1323 - 1331 , 13 aprile 2013. http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140- 6736 %2813%2960102-6/fulltext

98. Public Citizen . In primo luogo SOPA , poi ACTA , ora TAFTA: ci risiamo . 18 marzo 2013 . http://www.citizenvox.org/category/ pharmaceuticals/

99. Ibid .

100. Per maggiori dettagli sul capitolo di investimenti di TTIP vedere la sezione 7 della presente relazione .

101. Public Citizen. Stati Uniti. La multinazionale farmaceutica statunitense NAFTA utilizza i privilegi dell'investitore estero per attaccare il Patent Policy del Canada, chiedendo100 milioni di dollari per l' annullamento di un brevetto. Marzo 2013. http://www.citizen.org/eli-lilly-investor-state-factsheet

102. Ibid .

103. Bloomberg . ' Wall Street cerca Dodd -Frank cambia attraverso negoziati commerciali ' . 23 maggio 2013. http://www.bloomberg.com/news/2013-05-23/wall-street-seeks-dodd-frank-changes-through-trade-talks.html

104. M. Vander Stichele & R van Os. Affari come al solito? Come gli accordi di libero scambio mettono in pericolo la riforma del settore finanziario . SOMO . December 2010. p.2 http://somo.nl/publications-nl/ Publication_3611-nl

Una Mirabile Partnership Trans-Atlantica

105. Vedi le opinioni espresse dal deputato Blumenauer durante l'audizione sulla partnership USA-UE dei negoziati per il commercio e investimento davanti al S. Comm. sul commercio del H. comm. Ways & Means , 113 ° Cong . (2013) ; Vedi anche lo spazio riservato alla questione dal New York Times: http://www.nytimes.com/2013/05/01/business/banks/ criticize-strct-controls-for-foreign-bets. html?pagewanted=2& _r=0&nl=todaysheadlines&emc=edit_th_20130501&pagewanted=print

106. J. Politi, A. Barker . La Casa Bianca va verso Wall Street e si scontra sulle trattative commerciali a Bruxelles. Financial Times , 8 luglio, 2013. http://www.ft.com/intl/cms/s/0/2dfccce6-e58f-11e2-ad1a-00144feabdc0.html#axzz2YNqyEcfj

107. Vedere il FSE e il documento di posizione congiunta del CSI su TTIP. http://www.esf.be/new/wp-content/uploads/2012/11/ESF-CSI-Joint-Statement-on-Regulatory- Cooperation-Component-of-EU-US-Agreement-Final-12-Nov-2012.pdf

108. Ibid .

109. Ibid

110. SIFMA e AFME . SIFMA , AFME Consiglio europeo di sostegno per cercare un accordo dilibero scambio con gli Stati Uniti . 11 Febbraio 2013 . www.sifma.org/newsroom/2013/sifma-afme-support-european-concil-seeking-free-trade-agreement-with-u_s_/

111. New York Times. ' UE si oppone alla normativa statunitense sui requisiti patrimoniali ' . 22 aprile 2013 . http://www.nytimes.com/2013/04/23/ business/global/eu-objects-to-us-regulations-on-capital-requirements.html?_r =0

112. In riferimento alla proposta di regolamentare le banche estere operanti negli Stati Uniti, sia la Commissione europea, la Gran Bretagna e la Germania, si sono lamentati con il segretario del Tesoro statunitense Jacob J. Lew sostenendo che [ i mercati globali ] non saranno in grado di funzionare in tali condizioni normative onerose.' Invece, esse sostengono, che gli Stati Uniti dovrebbero essere d'accordo nel rispettare le leggi di ogni nazione, tenendo conto del fatto queste siano ' ragionevolmente compatibili ' .Per quanto riguarda la proposta di regolamentare le banche estere che operano negli Stati Uniti, statunitensi che si trovano all'estero, sia la Commissione E operanti negli Stati Uniti , il commissario europeo per il Mercato interno Michel Barniere , ha sostenuto che le proposte della Federal Reserve non sono riescite a riconoscere che le banche europee sono già regolate da criteri 'forti come quelli statunitensi '. The New York Times. Op. Cit

113. Vedi la sezione 7 della presente relazione per maggiori dettagli.

114. SIFMA e AFME . Op. Cit .

115. FMI. La liberalizzazione e la gestione dei flussi di capitale : un'opinione istituzionale. 14 novembre 2012 , http://www.imf.org/external/ np/pp/eng/2012/111412.pdf

116. La sezione corrente è basata sulle ricerche di un report effettuato dal Corporate Europe Observatory ( CEO) e il Transnational Institute ( TNI ) , che riconosciamo e ringraziamo per aver accettato di includerlo in questo studio . Per tutti i riferimenti , e per ulteriori informazioni su questo argomento , consultare :CEO . Un disegno di legge societaria transatlantica dei diritti. 3 giugno 2013 . http://corporateeurope.org/sites/default/files/publications/corporate-bill-of-rights.pdf

117. Commissione europea . Lettera interna trapelata da Denis Redonnet ( capo unità sulla strategia commerciale all'interno della Direzione generale Commercio ) al Comitato della politica commerciale del Consiglio europeo . Dimensioni economiche strategici del Commercio e gli Investimenti di partenariato transatlantico ( TTIP ) . 25 Marzo 2013

118. Ibid .

119. Commissione europea . Lettera interna rivelata da Denis Redonnet (capo unità sulla strategia commerciale all'interno della Direzione generale Commercio) al Comitato della politica commerciale del Consiglio europeo . Dimensioni economiche strategici del Commercio e degli Investimenti del partnership transatlantico ( TTIP ) . 25 marzo 2013 .

120. Il desiderio di vedere le TTIP fermare il loro sviluppo economico traspare nella valutazione d'impatto della stessa Commissione europea, la quale riconosce che : "mentre la maggior parte delle regioni aspetta di ottenere dei benefici da un lieve aumento delle condizioni di scambio , (in particolare la regione del Mediterraneo ), altri ci perderanno. La Cina, l'India e la regione Asiatica , si troveranno ad affrontare decrescite nelle loro relative condizioni commerciali sul mercato mondiale, in conseguenza di un ambizioso accordo di libero scambio UE-USA FTA". Commissione europea ( 2013) . Relazione sulla valutazione d'impatto sul futuro delle relazioni commerciali tra UE e USA . p.45 .

121. The Hill. Le imprese di K Street si adoperano sui colloqui commerciali tra USA-UE da entrambi i lati dell'Atlantico . 21 MARZO 2013 . http://thehill.com/business-a-lobbying/289443-k-street-working-trade-talks-from-both-sides-of-the-atlantic # ixzz2OB7kpqWR

122. Per una panoramica del mandato alternativo al commercio ( ATM) , vedi

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:http://www.alternativetrademandate.org/ Per un elenco dei membri e delle organizzazioni sostenitrici, vedi :

http:// www.alternativetrademandate.org/about-us/our-members/