Una Mirabile Partnership - EnnEnnE...C'era una volta il West...Riflessioni finali su un progetto di...
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Una Mirabile Partnership Trans-Atlantica
Le conseguenze socio-economiche e ambientali del Partenariato EU-USA sul Commercio e gli Investimenti
TTIP/TAFTA
Una Mirabile Partnership Trans-Atlantica
“Lasciare che l’economia internazionele si muova senza una leadership rinnovata non é piu possibile….E’ tempo per gli Stati Uniti e l’Unione Europea di esercitare la leadership mostrando nuove strade”. Consiglio Atlantico1
Autore: Kim Bizzarri (con il contributo di Pia Eberhardt per il capitolo 7) Redattore: Angela Burton Design e illustrazioni: Ricardo Santos Correzione dei testi: Jamie Gorman Traduzione Italiana: EnnEnnE figli di nessuno www.ennenneonline.it grazie a Riccardo Albini, Gianpaolo e Michela Crociani…… Capitolo 1 tratto da ‘Voci dall Estero’ Bruxelles, Ottobre 2013 Milano, Dicembre 2013 Pubblicato dal Seattle to Brussels Network (S2B) I contenuti di questo rapporto possono essere citati o riprodotti a scopi non commerciali, fintanto che venga riconosciuta la fonte. Un ringraziamento ai membri dell’S2B per i commenti sulla bozza e al Center for Research on Multinational Corporations (SOMO) e al Transnational Institute (TNI) per il sostegno finanziario alla pubblicazione.
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Contenuti pagina 4 Sintesi
8 Introduzione
11 Capitolo 1Divisi, indifesi e con divieto di sciopero La riforma dei diritti del lavoro e delle politiche sociali nell’interesse delle aziende multinazionali
15 Capitolo 2Svendere la natura per il bene dell’economia L’incerta creazione di ricchezza si basa sulla certa distruzione ambientale
19 Capitolo 3L'ultimo steccato Agricoltori e consumatori alla mercé dell'industria agroalimentare
23 Capitolo 4Far rientrare l’ACTA dalla porta sul retro gettando dalla finestra i diritti dei cittadini I ‘’diritti’’ di proprietà intellettuale dei giganti di internet nei confronti dei diritti dei cittadini
26 Capitolo 5La salute come una vacca da mungere per gli investitori internazionali Avvelenare i cittadini per poi negare loro l'accesso al servizio e a medicinali accessibili economicamente
30 Capitolo 6L’ascesa delle “super banche” I mercati finanziari e gli investitori si rifiutano di imparare la lezione della crisi
33 Capitolo 7Il Business cita il Governo in tribunale e il Contribuente paga il conto Garanzie alle Multinazionali meno diritti ai popoli
38 Capitolo 8C'era una volta il West...Riflessioni finali su un progetto di elite transnazionale
Una Mirabile Partnership Trans-Atlantica
Sintesi
Sono iniziate quest’estate le trattative tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti per una partnership transatlantica in tema di commercio e investimenti (TransatlanticTrade and Investment Partnership o TTIP), salutata da molti leader politici e imprenditoriali come la bacchetta magica in grado di far ripartire la difficile ripresa economica su entrambe le sponde dell’Atlantico. Il consolidamento delle relazioni commerciali tra i due partner in un’area di libero mercato transatlantico è stato spacciato ai cittadini europei e degli Stati Uniti come un forte volano per accelerare la crescita economica, tanto che alcuni entusiasti sostenitori dell’accordo prevedono un aumento fino all’1% del PIL. Glialti funzionari della UE e degli USA sono certi che, grazie all’eliminazione delle tariffe doganali e all’armonizzazione di disposizioni e norme tra le due sponde dell’Atlantico, il commercio tra le due regioni incrementerà col risultato che verranno creati milioni di nuovi posti di lavoro.
Una mirabile partnership transatlantica è un’analisi preliminare delle implicazioni socio-economiche, ambientali e geo-politiche di tale accordo commerciale. Questo rapporto sostiene non solo che la fiducia nella liberalizzazione e deregolamentazione del commercio – che sottende gli attuali negoziati – è mal riposta, ma anche che sono stati calcolati male i previsti vantaggi economici (mentre i rischi sono stati gravemente minimizzati se non del tutto ignorati).
Ne emerge una valutazione del TTIP come il progetto politico di un’élite transatlantica politica e imprenditoriale che, sull’infondata promessa di un incremento del commercio e
della creazione di nuovi posti di lavoro, cercherà di scardinare il “protezionismo” sociale ed ambientale, reindirizzare i diritti legali dai cittadini alle aziende, e consolidare la leadership globale degli USA e dell’Europa in un ordine mondiale in continua trasformazione.
Vantaggi esagerati rischi minimizzati Come indicato in questo rapporto (capitolo uno), il commissario europeo per il commercio Karel De Gucht ha fatto affermazioni grossolanamente esagerate sui vantaggi economici del TTIP. In base a una ricerca finanziata dalle stesse aziende, ci si aspetta un incremento del PIL dell’1%, oltre alla creazione di “centinaia di migliaia di posti di lavoro”. Tuttavia, l’analisi della Commissione Europea sull’impatto del TTIP ha stabilito che sarebbe più realistico aspettarsi una crescita all’incirca dello 0,1%. Ciò equivarrebbe a un tasso di crescita annuo dello 0,01% in un arco di dieci anni, che gli economisti hanno già bollato come “insignificante”.
Eppure, i rischi socio-economici e ambientali associati a tali insignificanti vantaggi economici potrebbero essere catastrofici. L’aumento della concorrenza in seguito alla liberalizzazione del commercio tra la UE e gli USA potrebbe scatenare una ristrutturazione economica che porterebbe addirittura a una perdita di posti di lavoro (capitolo uno). L’aumento della concorrenza settoriale tra Europa e USA potrebbe allargare ulteriormente il divario tra il centro e la periferia in Europa, giacché l’offensiva principale degli interessi commerciali statunitensi si rivolge precisamente a quei
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settori che la periferia europea ha interesse a difendere, come l’agricoltura (capitolo tre).
Inoltre, in diversi settori, le leggi e le norme statunitensi offrono molta meno protezione che in Europa. La proposta armonizzazione normativa tra la UE e gli USA potrebbe gravemente indebolire il livello di protezione del consumatore europeo favorendo, ad esempio, l’accesso al mercato degli organismi geneticamente modificati (OGM), delle carni trattate con ormoni e dei polli disinfettati con il cloro (capitolo tre). Se l’Europa fosse costretta ad aprire i suoi mercati ai prodotti USA non soggetti alle normative più rigide sul trattamento degli animali o alle disposizioni sull’uso dei pesticidi agricoli nocivi ai quali devono sottostare i produttori europei, ne risulterebbe un allontanamento dauna politica agricola sostenibile (capitolo tre).
Di questa scelta di andare nella direzione del minimo comun denominatore, ne risentirebbero anche le politiche ambientali in Europa (capitolo due) e le norme finanziarie negli USA (capitolo sei). Ad esempio, il TTIP potrebbe minacciare l’esistente moratoria europea sulla controversa estrazione del gas di scisto (capitolo due) e allo stesso tempo minare il simbolico regolamento REACH del Parlamento Europeo sulle sostanze chimiche consentendo alle aziende di aggirare i test su migliaia di sostanze chimiche tossiche (capitolo cinque).
Viceversa, potrebbero essere messe a repentaglio le norme finanziare USA, attualmente più severe di quelle europee: le grandi banche sperano di usare i negoziati per scardinare i tentativi post-crisi di introdurre norme finanziarie più rigide (capitolo sei). In un momento in cui anche il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca Mondiale hanno cominciato a riconoscere che i controlli
rappresentano un modo utile di prevenire e fermare la fuga di capitali, con i suoi effetti speculativi e destabilizzanti,il TTIP propone la liberalizzazione e deregolamentazione di TUTTI i settori del terziario, incluso il settore dei servizi finanziari, con il rischio di incoraggiare, piuttosto che prevenire, un’altra crisi finanziaria internazionale.
Una minaccia ai diritti civili e al modello sociale europeo Con la profonda ristrutturazione delle relazioni sociali insita nel proposto accordo commerciale, il TTIP rappresenta una reale minaccia per i diritti civili e per le basi del modello sociale europeo. Se negli USA le aziende hanno un accesso virtualmente illimitato ai dati personali dei cittadini, in Europa esiste ancora, garantito per legge, un qualche livello di protezione della privacy. Il TTIP, tuttavia, potrebbe cambiare tutto ciò se i negoziati dovessero includere il proposto capitolo relativo ai diritti sulla proprietà intellettuale (DPI).
I precedenti sforzi di minare il diritto alla privacy degli europei attraverso l’accordo commerciale anti-contraffazione denominato ACTA (Anti-CounterfeitingTrade Agreement) sono stati respinti con successo al Parlamento Europeo, quando la proposta fu eliminata a seguito della montante opposizione pubblica. Ad ogni modo, poiché i negoziati per il TTIP si svolgono a porte chiuse, e al di fuori della supervisione parlamentare, c’è il grosso rischio che questa volta i cittadini non saranno in grado di difendere i loro diritti civili (capitolo quattro).
L’aver incluso un capitolo relativo ai diritti sulla proprietà intellettuale ispirato all’ACTA potrebbe inoltre insidiare gravemente il diritto alla salute dei pazienti europei (capitolo cinque). Il TTIP prevede infatti forme di
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protezione dei brevetti farmaceutici sempre più rigide che potenzialmente potrebbero limitare l’accesso ai medicinali generici salva-vita (un settore industriale europeo in crescita). Per di più, attraverso la proposta armonizzazione di norme e disposizioni tra la UE e gli USA (che includerebbe “il reciproco riconoscimento” delle cornici normative esistenti nelle due aree geografiche che quindi sarebbero considerate equivalenti), potrebbe essere ulteriormente incoraggiata la privatizzazione in Europa di servizi pubblici (in stile USA), facendo perciò aumentare i costi sanitari per i pazienti europei.
L’armonizzazione di norme e disposizioni potrebbe anche avere un forte impatto sui diritti sindacali e del lavoro, poiché il diritto alla libera associazione e alla contrattazione collettiva è molto meno garantito negli USA che in Europa.
Dovessero le trattative arrivare a un accordo, in futuro potremmo assistere a uno scontro al ribasso tra lavoratori europei e statunitensi nel disperato tentativo di attrarre gli investimenti privati. In caso contrario, le aziende europee potrebbero traslocare negli USA dove godrebbero di minori obblighi nei confronti dei loro dipendenti (capitolo uno).
Importare la cultura USA dell’azione legale Il TTIP potrebbe restringere ulteriormente le possibilità di interventi normativi se venisse inserito nei negoziati il proposto capitolo sugli investimenti (capitolo sette). Se, come ci si aspetta, tale capitolo comprendesse un meccanismo di risoluzione delle controversie, gli investitori esteri potrebbero portare i governi davanti a una corte internazionale e intentar causa per le politiche ritenute
potenzialmente avverse ai profitti (presunti) di un’azienda.
Un certo numero di casi del genere si sono già verificati a seguito del NAFTA ( North America Free Trade Agreeemet) e di altri trattati commerciali bilaterali, dove leggi democratiche, intese a proteggere i consumatori e l’ambiente, sono state impugnate da aziende private con richieste di risarcimentodi centinaia di milioni di dollari. Il recente caso della PhilipMorris, il gigante USA del tabacco, che ha fatto causa ai governi dell’Uruguay e dell’Australia per le loro leggi anti-fumo è un assaggio di ciò che ci aspetta dovesse il TTIP conferire alle aziende tali poteri legali.
Il risultato sarà che le aziende statunitensi che investiranno in Europa potranno aggirare le corti europee e sfidare direttamente i governi della UE in tribunali internazionali ogni qual volta ritengano che le leggi nei campi della salute pubblica e della protezione sociale o ambientale abbiano interferito con i loro profitti. Cosicché, in futuro, la semplice minaccia di una dispendiosa disputa legale potrebbe essere sufficiente a prevenire i governi dall’emanare legislazioni avanzate: un notevole passo indietro per qualunque sistema politico che voglia apparire democratico.
Al di là dell’Atlantico Considerando che più di un terzo del commercio internazionale passa per gli Stati Uniti e l’Unione Europea, il TTIP creerebbe l’alleanza di libero commercio più grande del mondo, le cui implicazioni andrebbero ben al di là dell’Atlantico, in quanto il TTIP riscriverebbe di fatto le regole del commercio mondiale (capitolo finale). In quanto tale, il TTIP consentirebbe alla UE e agli USA di superare l’impasse politico che frena attualmente i
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negoziati a livello multilaterale, nei quali i paesi in via di sviluppo hanno finora resistito alle richieste degli USA e della UE di liberalizzare ulteriormente le loro economie (allo scopo di garantire alle imprese europee e statunitensi libero accesso ai loro mercati e alle materie prime).
Il TTIP potrebbe così diventare lo strumento per costringere il Sud del mondo a intraprendere un percorso di sviluppo definito dagli interessi della UE e degli USA. In particolare, per il grande business europeo e statunitense, il TTIP potrebbe diventare la strategia per avere la
meglio sulle economie emergenti, quali India, Russia, Cina, Brasile, Sud Africa e i paesi del sud-est asiatico, e riconquistare la leadership internazionale in un ordine mondiale in trasformazione che sta minacciando l’egemonia USA ed europea.
È discutibile che questi debbano essere gli obiettivi di un accordo commerciale per il XXI secolo. Offrendo un’analisi critica delle implicazioni socio-economiche e ambientali del TTIP, questo rapporto si augura di contribuire al dibattito pubblico sulla natura, gli obiettivi e le regole del commercio internazionale.
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Introduzione Il Commercio transatlantico & l’utopia delle Multinazionali "Il gruppo più impaziente è il settore imprenditoriale. Siamo franchi su questo. Sto dicendo, lo sapete, che ovviamente la cosa è guidata politicamente, è guidata strategicamente. La questione di fondo è che il business vuole che questo avvenga, il business da entrambi i lati dell'Atlantico" Andras Simonyi, della Johns Hopkins University.2 Il 13 febbraio 2013 il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, e i leader dell’Unione Europea si sono impegnati ad avviare negoziati per un accordo transatlantico per il commercio e l’investimento (TTIP), noto anche come TAFTA (Accordo transatlantico per il libero commercio). Un primo round di negoziati si è tenuto a porte chiuse nel luglio 2013 ed entrambe le parti mirano a concludere le trattative entro la fine del 2014. Come con altri accordi commerciali, il TTIP viene venduto per i presunti benefici che dovrebbe portare alle persone, ad esempio prezzi più bassi grazie ad una maggiore competizione tra le aziende dei due lati dell’Atlantico e la creazione di nuovi posti di lavoro. In realtà, però, il patto transatlantico pone numerose e gravi minacce per le persone, l’ambiente e l’economia; esso mira a concentrare ancora più potere economico e politico nelle mani di una ristretta élite atlantica.
Qualcosa di più che rimuovere i dazi
Si va ben oltre il classico approccio che consiste nella sola rimozione dei dazi e nell’apertura dei mercati agli investitori esteri; i negoziati commerciali si stanno concentrando sulla rimozione delle regolamentazioni sociali e ambientali che proteggono i consumatori, i lavoratori e l’ambiente, e che attualmente sono d’intralcio ai profitti delle grandi imprese (vedi la tabella sotto). Come spiega la Commissione Europea: “la più grossa barriera al commercio non è il dazio pagato alle frontiere, ma sono le cosiddette ‘barriere non tariffarie’, quali, per fare un esempio, i differenti standard di sicurezza o sull'ambiente per le automobili. […] L’obiettivo di questo patto commerciale è quello di ridurre i costi inutili ed i ritardi per le compagnie…” 3 A tale scopo, l’UE e gli USA mirano ad “armonizzare” e “riconoscere reciprocamente” i loro rispettivi approcci normativi al fine di creare la più grande zona di libero commercio del mondo. In pratica, però, “l’armonizzazione normativa” e il “reciproco riconoscimento” degli standard dev'essere inteso come un eufemismo, che in realtà significa una grave indietreggiamento delle norme sociali e ambientali in favore dell’interesse delle grandi imprese di poter muovere liberamente capitali, merci e lavoro in giro per il globo. Per esempio, le aziende statunitensi vorrebbero vedere l’Europa abbassare i suoi standard sul lavoro (si veda il capitolo 1) e farla finita col suo “principio di precauzione” – il cardine delle politiche di tutela dei consumatori e dell'ambiente su cui è basato il Regolamento REACH sulle sostanze chimiche e le sue severe norme sulla sicurezza
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alimentare e sulle etichette degli alimenti (si vedano i capitoli 2 e 3). Le aziende europee, invece, puntano contro le più severe norme degli USA sui medicinali, i dispositivi medici e i test (si veda il capitolo 5), così come contro il loro più stretto regime di regolamentazione finanziaria (si veda il capitolo 6). Attraverso il TTIP, la UE e gli USA sperano anche di concedere alle aziende nuovo potere politico con cui contrapporsi ad una vasta gamma di regolamentazioni, sia interne sia estere, e questo porterà inevitabilmente ad una erosione delle politiche di protezione dell’interesse pubblico (si veda il capitolo 7). I negoziati potrebbero anche minacciare le libertà di Internet attraverso l’accordo sui nuovi
Diritti sulla Proprietà Intellettuale, che sono simili a quelli proposti dall’ACTA – l’accordo commerciale anti-contraffazione che era stato respinto con successo dal Parlamento Europeo a seguito di una massiccia opposizione pubblica (si veda il capitolo 4) – questo avrebbe importanti conseguenze anche per agricoltori, consumatori e pazienti. Al tempo stesso, il patto UE-USA deve essere visto come parte di una più ampia strategia dell’UE e degli USA per preservare il ruolo della leadership atlantica negli affari globali, in un tempo in cui la loro egemonia economica è minacciata dall’ascesa di molte economie emergenti – come Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa (si veda il capitolo 8 di questo report).
Un programma transatlantico per le grandi aziende Per più di due decenni, le grandi aziende europee e statunitensi hanno fatto pressioni
per una zona di libero scambio transatlantico attraverso organizzazioni come il Trans-Atlantic Business Dialogue (TABD), ora ridenominato Trans-Atlantic Business Council (TBC).5In vista dei negoziati per il TTIP, molte associazioni industriali hanno adottato prese di posizione comuni che indicano una più stretta
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collaborazione transatlantica. Questa è una strategia esplicita per parlare ai negoziatori dell’UE e degli USA con una sola voce ed un insieme ben definito di interessi comuni.6 In una nota interna che è trapelata, la Commissione Europea ha già dichiarato che intende agire nell’interesse dell’industria, concentrandosi particolarmente sui “settori che hanno espresso prese di posizione comuni (automobilistico, chimico, farmaceutico, della salute ed informatico)” – perché “possiamo contare sulla pressione congiunta dell’industria”7. Finora, la Commissione ha tenuto più di 100 riunioni riservate con i rappresentati delle lobby industriali, a porte chiuse, lasciando la società civile largamente all'oscuro dei fatti. 8
Opporsi all’utopia delle multinazionali Da entrambi i lati dell’Atlantico, le associazioni dei consumatori, gli ambientalisti, gli attivisti della rete, i sindacati e gli agricoltori si stanno già preparando per opporsi a questo programma delle multinazionali.
Non solo essi hanno sollevato preoccupazioni riguardo gli accordi commerciali tra UE ed USA, ma hanno anche sottolineato la necessità di un serio dibattito pubblico su come riformare il commercio internazionale e le sue regole più in generale – a cui speriamo che il presente report possa dare un contributo (si veda il capitolo 8). Ispirandoci al titolo del romanzo distopico (che rappresenta una utopia negativa e una societá indesiderabile. ndr) di Aldus Huxley, “The Brave New World”, questo report ambisce ad impostare una prima vasta analisi dei rischi ambientali e socioeconomici a cui potremmo trovarci di fronte se i negoziati commerciali attualmente in corso dovessero riuscire a realizzare quell’"utopia delle multinazionali" che è il cuore del TTIP. Speriamo che le evidenze fornite qui possano incitare gli attivisti, così come i cittadini e i loro rappresentanti politici, a mobilitarsi contro il TTIP, con l’obiettivo di fermare un progetto dell’élite che con ogni probabilità peggiorerebbe le condizioni di vita di milioni di persone già gravemente colpite dalla crisi finanziaria e dalle paralizzanti conseguenze dell’austerità europea.
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Capitolo 1 Divisi, indifesi e con divieto di sciopero
La riforma dei diritti del lavoro e delle politiche sociali nell’interesse delle aziende multinazionali Si è versato parecchio inchiostro sui media mainstream per elogiare il ruolo che un accordo di libero scambio tra UE ed USA potrebbe avere nel portare le due economie fuori dalla crisi in cui sono tuttora intrappolate. Nel suo Discorso alla Nazione del 13 febbraio 2013, il presidente Barack Obama ha annunciato che “avvieremo trattative per un vasto accordo transatlantico per il commercio e l’investimento (Transatlantic Trade and Investment Partnership; TTIP) con l’Unione Europea – perché il commercio libero ed equo tra i due lati dell’Atlantico favorisce milioni di posti di lavoro ben remunerati in America” – un’affermazione a cui ha fatto eco il commissario UE per il commercio, Karel De Gucht:
“… per l’Europa, l’effetto sul reddito dell'accordo che stiamo cercando di raggiungere dovrebbe essere tra lo 0,5% e l’1% del PIL, il che significa centinaia di migliaia di posti di lavoro… Questo accordo porta ai nostri produttori nuovi clienti, minori costi dei componenti e una maggiore competizione per rendere tutte le nostre imprese più efficienti.”9
Tuttavia, se si guardano le cifre più da vicino, queste suggeriscono che le stime di ricchezza e creazione di posti di lavoro sono state con ogni probabilità grossolanamente esagerate. Di conseguenza le promesse che il TTIP crei posti di lavoro e porti al miglioramento del welfare molto probabilmente non si realizzeranno mai, mentre nel processo di smantellamento delle “barriere" al commercio transatlantico, i diritti del lavoro e le garanzie sociali potrebbero invece finire seriamente erosi.
Le pretese esagerate sulla creazione di lavoro e ricchezza Sulla base dei risultati prodotti dai “think tank” finanziati dalle multinazionali, la Commissione Europea ha affermato che il TTIP potrebbe creare due milioni di posti di lavoro ed incentivare il commercio tra UE ed USA per oltre 120 miliardi di dollari nel corso di cinque anni.10 Con il finanziamento di alcune delle più grandi società finanziarie globali, che hanno tutto da guadagnare dal TTIP – incluse Deutsche Bank, BNP Paribas, Citigroup, Santander, Barclays, JP Morgan – il Centro per la Ricerca sulle Politiche Economiche, con sede a Londra, ha affermato che un patto transatlantico per il commercio porterebbe guadagni all’economia dell’UE per 119 miliardi di euro l’anno, il che si tradurrebbe in una media di 545 euro all’anno di reddito in più a disposizione per ogni famiglia di quattro persone.11
“I ‘crimini’ commessi sotto l’etichetta della ‘econometria’ hanno tanto a che vedere con la scienza quanto una previsione meteorologica ha a che vedere con delle frattaglie di pollo al cloro..” Jens Berger Giornalista
Tuttavia, il prof. Clive George, un economista senior dell’Università di Manchester che fino a poco tempo fa conduceva parecchie delle valutazioni d’impatto dei negoziati commerciali per conto della Commissione Europea, ha
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avvertito che tali affermazioni devono essere prese con cautela, perché “i modelli economici su cui tali stime si basano … sono stati descritti da alcuni dei loro stessi principali ideatori come ‘altamente speculativi’”.12
Il prof. George fa notare che molte delle affermazioni entusiastiche sui benefici economici del TTIP si basano su un aumento atteso della crescita economica dello 0,5%, che
persino la stessa Commissione Europea definisce “ottimistico”. Lo scenario più probabile stima invece una aumento del PIL di poco più dello 0,1% (cioè una aumento della crescita economica di poco più dello 0,01% ogni anno per dieci anni), il che, come dice il prof. George, “è insignificante, e [la Commissione Europea] lo sa.”13 Con simili toni l’Unità di Valutazione d’Impatto
facente capo al Parlamento Europeo ha criticato la metodologia dello studio della Commissione per la sua mancanza di “un'informazione sufficientemente di qualità”, che sarebbe necessaria al lettore per capire come i risultati sono stati ottenuti, per “la mancanza di un’adeguata valutazione dei rischi e degli svantaggi” e per “non aver controllato la credibilità dei modelli, che si basano su un gran numero di ipotesi idilliache”.14 Come aveva detto il giornalista Jens Berger, “i ‘crimini’ commessi sotto l’etichetta della ‘econometria’ hanno tanto a che vedere con la scienza quanto una previsione meteorologica ha a che vedere con le frattaglie di pollo al cloro. Modelli matematici sempre più complicati sostituiscono la semplice logica e rimpiazzano i risultati scientifici, ma non sono né logici né scientifici. Con l’istituto ‘giusto’ a disposizione, i risultati desiderati possono sempre essere prodotti attraverso questi modelli.”15
Se dovessimo prendere il Trattato per il libero commercio del Nord America (NAFTA) come indicazione di ciò che porterà il TTIP, non possiamo aspettarci né ricchezza né creazione di lavoro.
Box 1 Il NAFTA (Trattato per il Libero Commercio del Nord America )costò quasi un milione di posti di lavoro negli Stati Uniti. Quando il NAFTA entrò in vigore nel 1993, il presidente USA Clinton promise la creazione di milioni di nuovi posti di lavoro come conseguenza dell’aumentato commercio con Canada e Messico. La Camera di Commercio USA vanta che il NAFTA ha infatti aumentato il flusso commerciale all’interno della regione di tre volte e mezza (per un valore di 1200 miliardi di dollari) ma riconosce che in effetti la promessa di creazione di posti di lavoro non si è affatto materializzata.17 Secondo un’analisi dell’Istituto per le Politiche Economiche, il numero di posti di lavoro creati dall’aumento delle esportazioni in relazione al numero di posti di lavoro persi per l’aumento delle importazioni dovuto al NAFTA risulta in una perdita netta di quasi un milione di posti di lavoro (879.280 per la precisione) – e non nella creazione di 20 milioni di posti di lavoro come originariamente promesso.18 E tutto ciò senza parlare della pressione al ribasso sui salari dei lavoratori USA che il NAFTA ha generato, la quale ha contribuito alla loro stagnazione relativa che dura dalla metà degli anni ’70. Secondo il Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione, il NAFTA ha permesso alle corporazioni USA di spostare i loro fondi d’investimento più facilmente attraverso la frontiera messicana, così da installare nuovi impianti di produzione in Messico (convenienti per via dei più bassi livelli salariali del Messico e di standard lavorativi ed ambientali più bassi), e di chiudere i relativi impianti di produzione negli USA.19 Tutto ciò ha creato enormi profitti per l’élite economica, ma ha portato ad un deterioramento delle condizioni dei lavoratori da entrambi i lati della frontiera. Di conseguenza i lavoratori USA sono stati costretti a scegliere tra riduzione del salario o licenziamento, mentre i lavoratori messicani hanno perso i loro mestieri tradizionali e sono stati costretti a lavorare in condizioni di quasi schiavitù negli impianti costruiti dalle aziende statunitensi in Messico.20 Secondo Jeff Faux, presidente dell’Istituto per le Politiche Economiche a Washington, “l’esperienza del NAFTA suggerisce che qualsiasi ampio accordo di libero scambio … che non dia tanta priorità allo sviluppo sociale e delle condizioni dei lavoratori quanta ne dà alla protezione degli investitori e della finanza, non è sostenibile.”21
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Piuttosto, argomenta il prof. George, se uno vuole prevedere i possibili impatti dei nuovi accordi per il commercio, farebbe meglio a guardare all’esperienza avuta con i passati accordi.16 E tuttavia, se dovessimo prendere il Trattato per il libero commercio del Nord America (NAFTA) come indicazione di ciò che porterà il TTIP, non possiamo aspettarci né ricchezza né creazione di lavoro (vedi il Box 1 sottostante).
I disoccupati lasciati privi di tutele A dispetto delle sue ottimistiche metodologie di creazione di modelli, la Valutazione d’impatto fatta dalla Commissione Europea per il TTIP riconosce che, come risultato dell’aumento del commercio con gli USA, “ci si aspetta un iniziale shock nei settori coinvolti, che porterà ad una ristrutturazione degli stessi settori interessati …”. Per esempio, settori come “la produzione di carne, fertilizzanti, bioetanolo e zucchero” sentiranno il fiato sul collo del “vantaggio competitivo dell’industria USA rispetto alla sua controparte Europea, e ci saranno dei conseguenti impatti negativi sull’industria della UE”.22
Anche se il fattore lavoro viene lasciato fluire verso i settori in crescita, ci saranno settori che perderanno posti di lavoro ed il reimpiego dei lavoratori nei settori
. in espansione non è automaticoCommissione Europea Valutazione d’Impatto del TTIP
Secondo lo studio, anche la produzione di macchinari elettrici, mezzi di trasporto ed il settore metallurgico vedrebbero un declino, così come “altri settori fondamentali”, inclusi “la produzione di legname e carta, i servizi alle imprese, e i settori della comunicazione e dei servizi alla persona”.23 La Valutazione d’impatto
conclude che “ci potrebbero essere consistenti e prolungati costi d’aggiustamento. È chiaro che anche se il fattore lavoro viene lasciato fluire verso i settori in crescita, ci saranno settori che perderanno posti di lavoro ed il reimpiego dei lavoratori nei settori in espansione non è automatico, in particolare a causa di possibili discordanze in termini di capacità dei lavoratori stessi e della necessità di riconversione professionale.”24 Per mitigare tali impatti, specifiche misure preventive dovrebbero diventare parte integrale del TTIP. Tuttavia, né nella valutazione d’impatto, né nel suo mandato di negoziazione la Commissione Europea si preoccupa della necessità di introdurre tali misure preventive come parte del negoziato. Al contrario, la Commissione presuppone che i singoli governi abbiano essi stessi risorse sufficienti per mitigare i danni causati dall’accordo.25 C’è il rischio che intere regioni dell’UE finiscano per portare tutto il peso dei costi d’aggiustamento di questo progetto transatlantico, ed il risultato di tutto ciò potrebbe essere solo un allargamento del divario tra i membri ricchi e poveri d’Europa – cioè, tra il centro economico e politico d’Europa e la sua periferia.26 L’adesione all’Unione Europea (e l’adozione dell’Euro) ha già portato ad una parziale deindustrializzazione dei paesi mediterranei.27 Poiché gli interessi dell’esportazione USA si rivolgerebbero, attraverso il TTIP, principalmente verso quei settori dove i paesi periferici dell’Europa hanno degli interessi da difendere – come l’agricoltura – l’apertura dell’UE a forze di mercato transatlantiche può probabilmente esacerbare la differenza tra membri ricchi e poveri dell’UE in un periodo in cui le politiche macroeconomiche dovrebbero invece concentrarsi a difendere i cittadini europei anziché esporli alla competizione estera.
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C’è il rischio che intere regioni dell’UE finiscano per portare tutto il peso dei costi d’aggiustamento di questo progetto transatlantico, ed il risultato di tutto ciò potrebbe essere solo un allargamento del divario tra i membri ricchi e poveri d’Europa
Una corsa verso il basso: standard di lavoro – più obblighi e meno diritti per i lavoratori Gli stessi diritti del lavoro potrebbero essere minati dall’armonizzazione di leggi e regolamentazioni tra le due superpotenze transatlantiche. Gli USA hanno categoricamente rifiutato di ratificare alcuni fondamentali standard e convenzioni sul lavoro dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL), tra cui le convenzioni sulla libertà di associazione e la libertà sindacale. Nel frattempo, il recente attacco della Commissione Europea ai salari dei lavoratori nel contesto dell’euro-crisi ha iniziato a spostare l’UE verso un approccio agli standard di lavoro “più aperto e flessibile”.28Alla luce di queste tendenze, il TTIP potrebbe servire allo scopo di riformare sempre di più la legislazione del lavoro Europea
mettendola in linea con gli standard USA, compresa la sua famigerata legislazione anti-sindacale che, ingannevolmente chiamata “diritto al lavoro”, ha sistematicamente ristretto la libertà di associazione dei dipendenti – con conseguenze deleterie sui diritti dei lavoratori.29 Secondo la Federazione del Lavoro e il Congresso delle Organizzazioni Industriali (AFL-CIO), quella legislazione ha generato una corsa verso il basso in termini di salari e di standard di salute e sicurezza, in quanto gli Stati competono gli uni contro gli altri per paura delle fughe di capitali.30 Quando la Commissione Europea sostiene che l’UE deve rivedere la sua legislazione sul lavoro al fine di “ridurre i rischi di una diminuzione degli investimenti USA in Europa e di una loro conseguente deviazione verso altre parti del mondo”, c’è motivo di temere che gli Stati membri dell’UE finiranno presto per trovarsi gli uni contro gli altri in una simile competizione.31 Dopotutto, le legislazioni Europee sul lavoro sono nella lista delle “barriere non-tariffarie” che vengono attualmente identificate come un intralcio per il flusso commerciale transatlantico.32 Perciò, non solo verranno persi posti di lavoro perché interi settori dovranno ristrutturarsi in conseguenza dell’abbassamento dei dazi tra UE ed USA, ma anche – riformando gli standard del lavoro – il TTIP potrebbe rimettere in discussione i diritti dei lavoratori europei di auto-organizzarsi di fronte alla crescente disoccupazione in un’Europa colpita dall’austerità.
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Capitolo 2 Svendere la natura per il bene dell’economia
L’incerta creazione di ricchezza si basa sulla certa distruzione ambientale
Qualunque scenario basato sull’area di libero scambio e la politica d’intermediazione fa crescere il commercio e di conseguenza il bisogno di risorse per la produzione. Ciò aumenterebbe la produzionedi rifiuti e potrebbe costituire un pericolo sia per le risorse naturali sia per la preservazione della biodiversità. Commissione Europea, Valutazione d’impatto del TTIP33
Se le affermazioni sulla creazione di ricchezza e di nuovi posti di lavoro sono state gonfiate dai fautori del TTIP, compresa la Commissione Europea, è interessante notare come, nonostante le parzialità metodologiche in favore del trattato, la valutazione d’impatto della stessa Commissione Europea abbia stabilito, come riportato nella citazione qui sopra, che un aumento nel commercio transatlantico avrebbe inevitabilmente e indubitabilmente un impatto negativo sull’ambiente. Il TTIP aumenterebbe l’inquinamento e l’esaurimento delle risorse a causa di un incremento della produzione, della commercializzazione e del consumo. Inoltre, per dare un impulso al commercio transatlantico, il TTIP avrebbe bisogno di rimuovere norme e disposizioni ambientali tramite
l’“armonizzazione” e il “reciproco riconoscimento” delle norme ambientali della UE e degli USA. In quanto tale, il TTIP minerà alla base il Principio Precauzionale – il cardine della politica ambientale della UE34 – sulla quale poggia tutta la politica ambientale europea, con gravi conseguenze per la salute e la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente.
Il “reciproco riconoscimento” delle norme destabilizzerà la legislazione ambientaledella UE Da tempo le grandi aziende europee si lamentano che le politiche climatiche della UE, molto più rigide di quelle della Cina e degli Stati Uniti, hanno bloccato la loro crescita economica. Al recente European Business Summit 2013 a Bruxelles, BusinessEurope – la più grande associazione europea di datori di lavoro che rappresenta alcune delle maggiori aziende europee – ha incolpato le normative ambientali per aver messo le aziende europee in condizioni di svantaggio nei confronti dei concorrenti globali, sottolineando il “bisogno di ridurre il differenziale UE-USA”.35 Per raggiungere questo obiettivo, BusinessEurope si è alleata con la Camera di commercio USA e insieme hanno cominciato a fare azioni di lobby nei confronti degli alti funzionari della UE e degli USA – una strategia che è stata imitata da molte altre associazioni industriali.36 Grazie al TTIP, l’industria è certa di riuscire a ottenere una maggiore “armonizzazione” e il “reciproco
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riconoscimento” delle normative tra la UE e gli USA così da facilitare il commercio transatlantico.
Le grandi aziende agroalimentari degli USA hanno fanno enormi pressioni perché le trattative commerciali portino all’eliminazione degli ostacoli normativi alle loro esportazioni in Europa.
Tuttavia, se le norme ambientali della UE e degli USA venissero armonizzate, o considerate comparabili, molti dei requisiti europei di sostenibilità diventerebbero inefficaci. Ad esempio, nonostante la Direttiva UE sull’energia rinnovabile (RED) abbia molte scappatoie, essa richiede ai produttori, almeno in linea di principio, che la materia prima per bioliquidi e biocarburanti soddisfi gli obiettivi previsti di riduzione delle emissioni di gas serra e altri fondamentali criteri di sostenibilità.37 Poiché l’etanolo USA – estratto da mais e soia geneticamente modificati – non soddisfa tali criteri, non riceve gli incentivi fiscali di cui beneficiano altri produttori. Di conseguenza, l’etanolo USA si è dimostrato meno competitivo sul mercato europeo, e questa è la ragione per cui le grandi aziende agroalimentari USA hanno fatto enormi pressioni perché le trattative commerciali portino all’eliminazione degli ostacoli normativi alle loro esportazioni in Europa.38 L’associazione dei produttori di soia (American SoybeanAssociation o ASA) fa notare che:
il settore americano della soia ha lavorato con l’ufficio del Rappresentante per il commercio degli Stati Uniti d'Americae con il Dipartimento dell’agricoltura per avviare
negoziati con la UE per un accordo bilaterale che preveda che un produttore che può documentare la conformità con le leggi per la conservazione vigenti negli Stati Uniti verrebbe automaticamente certificato come conforme ai requisiti di sostenibilità richiesti dalla direttiva RED.39
Se ciò accadesse, si correrebbe il rischio di rendere inutili gli sforzi europei di minimizzare l’impatto negativo sociale e ambientale associato alla controversa produzione di biocarburanti.
“Fratturare” il principio precauzionale europeo Il risultato del reciproco riconoscimento delle norme sociali e ambientali previsto dal TTIP tra UE e USA potrebbe essere la proliferazione di tecniche controverse come la fratturazione idraulica (in inglese fracking) per la produzione del gas di scisto o gas da argille (in inglese shale gas), che potrebbero avereun forte impatto sulla salute e la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente.
Diverse compagnie energetiche statunitensi hanno cominciato a adocchiare le riserve europee di shale gas e potrebbero usare il TTIP per spezzare le barriere nazionali europee
Il fracking, una tecnica ad altissima intensità energetica, è recentemente salito alle cronache per i notevoli rischi per la salute e l’ambiente:possibili fughe di gas metano nell’aria (con la possibilità di pericolose esplosioni), pericoli di contaminazione radioattiva delle falde acquifere edelevate concentrazioni salinedelle acque di riflusso (che,
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se smaltite in modo sbagliato, potrebbero provocare scosse sismiche localizzate).40 A causa delle normative ambientali più permissive di quelle della UE, negli USA il fracking viene ampiamente sviluppato: si contano ben 11.400 nuovi pozzi di gas naturale fratturati ogni anno.41Per contro, nell’Unione Europea esistono non più di una dozzina di siti sperimentali, in quanto sono in vigoredivieti e moratorie in attesa di conoscere meglio le conseguenze ambientali di questa con questa tecnica estrattiva. Eppure, diverse compagnie energetiche statunitensi, tra cui la Exxon Mobile, leader degli eco-scettici, hanno cominciato a adocchiare le riserve europee di shale gas (specialmente in Polonia, Danimarca e Francia) e potrebberosfruttare il TTIP per aprirsi un varco tra i divieti e le moratorie nazionali che
sono state introdotte in Europa per proteggere gli europei dalle conseguenze di tale tecnica.42 Per di più, l’industria su entrambe le sponde dell’Atlantico spera di usare il TTIP come strumento per superare le restrizioni all’esportazione di gas di scisto e per consentire a investitori domestici ed esteri di sfruttare le riserve di shalegas – vedi Box 2.
Le esportazioni di gas naturale verso l’Unione Europea […] quasi certamente aumenterebbero gli interventi di fratturazione idraulica […] negli Stati Uniti e porterebbero all’aumento interno dei prezzi dell’elettricità, danneggiando i consumatori, la produzione e i posti di lavoro americani... Sierra Club
BOX 2 Il TTIP potrebbe favorire le esportazioni di gas di scisto USA in Europa A causa del vantaggioso differenziale di prezzo del gas di scisto tra USA e UE – negli USA il prezzo del gas di scisto si aggira attorno ai 3 dollari per milione di Britishtermalunit (mmBtu), circa 28 metri cubi, mentre in Europa il prezzo varia dagli 11 ai 13 dollari per mmBtu. I produttori di gas statunitensi non vedono l’ora di poter esportare in Europa le loro abbondanti riserve di gas di scisto (e le compagnie energetiche europee sono altrettanto desiderose di accedere a un gas più economico). Ad ogni modo, in base alla vigente legge americana (il Natural Gas Act), per l’esportazione del gas domestico potrebbe essere necessaria l’approvazione del Dipartimento dell’Energia (DOE) di Washington – una misura che è stata introdotta con l’intenzione di favorire il consumo domestico delle risorse energetiche allo scopo di tenere bassi i prezzi dei prodotti energetici per i consumatori americani. La legge tuttavia garantisce un’eccezione per quelle esportazioni destinate ai paesi con cui gli USA hanno un accordo di libero scambio.43 Quindi, segli USA e la UE siglassero il trattato, le compagnie energetiche degli Stati Uniti potrebbero esportare il gas di scisto in Europa grazie a tale eccezione. Eppure, avverte l’organizzazione ambientale Sierra Club, “Le esportazioni di gas naturale verso l’Unione Europea […] quasi certamente aumenterebbero gli interventi di fratturazione idraulica […] negli Stati Uniti e porterebbero all’aumento interno dei prezzi dell’elettricità, danneggiando i consumatori, la produzione e i posti di lavoro americani:”44 È altrettanto importante notare che, in base alle norme degli accordi commerciali internazionali, per la cosiddettaclausola del “trattamento nazionale” i prodotti importati e quelli locali devono ricevere lo stesso trattamento, quindi gli stati dovrannoestendere qualunque particolare diritto, beneficio o privilegio concesso alle aziende locali anche alle società straniere. Per questa ragione, l’industria petrolifera afferma che il Natural Gas Act è in violazione delle norme del commercio internazionale e ritiene che il TTIP possa diventare lo strumento grazie al quale contestare la legge.45 Quindi, se – tramite il TTIP – le aziende petrolifere fossero in grado di contestare la legislazione americana e far ritirare la moratoria europea sul fracking, potremmo assistere a una corsa alle riserve di gas di scisto che porterebbe a una crescita esponenziale delle estrazionicon la tecnica della fratturazione idraulica su entrambe le sponde dell’Atlantico.
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Nessuna alternativa alla globalizzazione In molti accordi di libero scambio, unadelle richieste chiavedelle aziende multinazionali è stata quella di far sì che tutti gli appalti pubblici (cioè i contratti governativi) siano aperti alla concorrenza straniera, in particolare a fronte dei recenti programmi nazionali a favore degli appaltatori locali nati per aiutare le economie locali a riprendersi dall’attuale crisi finanziaria.46 Questi programmi sono stati criticati dalle multinazionali come una forma di protezionismo che discrimina la concorrenza estera e, di conseguenza, rappresenta una barriera al commercio internazionale.47
A seguito di questa pressione dell’industria energetica, nel 2010 il Giappone ha sollevato una disputa al WTO (l’Organizzazione mondiale del commercio) contro la provincia canadese dell’Ontario, che ha recentemente introdotto la Green Energy Act (GEA), una legge intesa a espandere la produzione di energia rinnovabile, incoraggiare la conservazione dell’energia e creare posti di lavoro a livello locale. In base alla legge, tutte le aziende (nazionali o straniere) devono garantire che almeno il 60 per cento del valore delle parti e dei servizi appaltati siano di provenienza locale.48 L’Ontario afferma che la GEA ha creato più di 31.000 posti di lavoro e ha portato miliardi di dollari di investimenti. Ad
esempio, il gigante sud coreano Samsung ha firmato un accordo ventennale con la provincia dell’Ontario del valore di sette miliardi di dollari, che prevede la costruzione di quattro stabilimenti di produzionee la creazione di migliaia di posti di lavoro nella regione.49 Eppure, nel dicembre 2012, la WTO ha dichiarato illegale la GEA poiché le sue clausole di “acquisto locale” violano le norme internazionali sul libero commercio.50
Se il TTIP conterrà un capitolo sugli appalti pubblici, come sembra al
, qualunque autorità momentopubblica che volesse esplorare modelli economici alternativi al libero commercio internazionale rischierebbe di imbattersi in costose dispute legali, senza che si tenga conto di quanti vantaggi le sue politiche possano portare alle comunità locali e all’ambiente.
Come riconosce la valutazione d’impatto della Commissione Europea sul TTIP, “La scelta di un’ambiziosa “area di libero mercato globale” […] può perciò essere considerata la scelta peggiore tra quelle possibili in termini di potenziale impatto negativo sull’ambiente.”51
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Capitolo 3 “L’ultimo steccato”
Agricoltori e consumatori alla mercé dell’industria agroalimentare
un ‘’L’eliminazione dei dazi sarà tassello importante di qualunque accordo finale Congresso non . Ma il si accontenterà di un accordo che non affronti i punti che con ogni probabilità daranno alcuni dei più significativi ricavi economici – in particolare l’eliminazione delle barriere al commercio agricolo e la semplificazione dei processi normativi che dovranno basarsi su dati scientifici validi’’. Max Baucus, Presidente della Commissione Finanze del Senato degli Stati Uniti.
I negoziatori hanno fatto chiaramente capire che, tramite il TTIP, essi intendono legare le questioni relative alla salute che hanno a che vedere con le merci agricole americane attualmente vietate in Europa a “norme scientifiche indiscusse” e “armonizzare normative e disposizioni che possono ostacolare il commercio e gli investimenti transatlantici” – le cosiddette ‘barriere non tariffarie’.”52 In pratica, ciò significa che i consumatori europei potrebbero ritrovarsi sugli scaffali dei negozi di alimentari organismi geneticamente modificati (OGM), carne di manzo e di maiale trattata con gli ormoni e polli sterilizzati col cloro, giacché il TTIP potrebbe cancellare i divieti su tali prodotti
e scardinare il “principio precauzionale” sul quale si basano le normative alimentari europee – e i diritti dei consumatori.
Su scala più vasta, inoltre, il TTIP potrebbe avere un enorme impatto sull’agricoltura europea, tramite la riduzione delle tariffe doganali, che renderebbe più competitivi i prodotti delle grandi multinazionali agroalimentariamericane. Quindi, se il TTIP riuscisse a raggiungere l’obiettivo dell’eliminazione parallela delle barriere tariffarie e non tariffarie, assisteremmo alla progressiva concentrazione di un potere economico sempre maggiore nelle mani delle grandi multinazionali agroalimentari a spese dei consumatori e degli agricoltori.
Sovradimensionare l’agricoltura europea Negli Stati Uniti, le aziende agricole sono mediamente circa tredici volte più grandi delle controparti europee (169 contro 12,6 ettari) e, poiché l’agricoltura negli USA è concentrata nelle mani delle grandi aziende agroalimentari, si contano appena 2 milioni di aziende agricole contro i 13 milioni di aziende agricole della UE.53 Oltre a essere molto più piccole, le aziende agricole europee sono gravate da particolari normative ambientali, sociali e sul benessere e la salute degli animali delle quali sono esenti le controparti americane.54 Ne discende una
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preoccupazione generale da parte degli agricoltori europei che se il TTIP aprisse i mercati della UE e degli USA a una maggiore concorrenza, essi non sarebbero in grado di competere con le loro controparti americane. Gli agricoltori temono che i consumatori europei possano infatti domandare severe limitazioni all’uso dei pesticidi e regole per la manutenzione del territorio in Europa, ma poi decidano di riempire i carrelli della spesa con i più economici prodotti americani.55 Se il TTIP andasse come previsto, potrebbe seriamente scardinare il disegno di riforma dell’agricoltura europea su basi più sostenibili56 – economiche, sociali e ambientali – e porre fine all’obiettivo di creare cortocircuiti commerciali tra produttori e consumatori, e di rafforzare i sistemi alimentari locali e regionali. Invece, la concorrenza con le aziende agricole USA porterà a un’accelerazione della concentrazione della produzione agricola nelle mani delle grandi aziende agroalimentari, a una riduzione del numero di lavoratori del settore e, di conseguenza, a un aumento della disoccupazione. Come indicato dalla valutazione d’impatto del TTIP da parte della Commissione Europea:
‘’In agricoltura, alcuni impatti a breve periodo di un trattato commerciale tra UE e USA potrebbe essere una riduzione della produzione europea, in particolare in alcuni settori per la produzione di carne […] alcuni settori agricoli europei potrebbero [perciò] trovarsi nella condizione di dover licenziare i lavoratori’’.
Commissione Europea, Valutazione dell’impatto del TTIP57
Che mangino OMG Gran parte dell’interesse americano per il TTIP sta nel fatto che velocizzerebbe il lento processo europeo di approvazione dei prodotti biotech nonché le norme di etichettatura. A detta del Rappresentante per il commercio degli Stati Uniti più di 70 domande per la certificazione di prodotti transgenici di produzione USA sono in attesa di approvazione da parte della UE, la quale “in effetti blocca significativi volumi d’esportazioni americane in Europa”.58 A detta dell’associazione americana di produttori di soia, l’agricoltura americana ha subito un significativo calo delle esportazioni verso l’Europa in seguito alle “disposizioni UE che obbligano a etichettare i prodotti alimentari derivanti da applicazioni di biotecnologie all’agricoltura […]”59 Di conseguenza, le associazioni industriali chiedono che i negoziati commerciali soddisfino l’esigenza di correggere il processo di approvazione europeo per i nuovi prodotti biotech, facendo sì che ciascuna approvazione sia soggetta a scadenze e basata soltanto su criteri scientifici (e non sul “principio precauzionale”). La Biotechnology Industry Organization (Bio), l’associazione americana dell’industria biotecnologica, ad esempio, spinge per la “normalizzazione del commercio in tema di prodotti di agricoltura biotecnologica” e in particolare per una “convergenza normativa nell’area delle tecniche e tecnologie innovative di produzione di piante e animali”.60 La Commissione Europea ha rassicurato i consumatori europei che la legislazione europea sugli OGM non è negoziabile, ma ha chiarito che è disponibile a lavorare per minimizzare le barriere al commercio che sorgono dalla gestione del sistema UE operando, come viene suggerito dai negoziatori americani, tramite “miglioramenti procedurali” anziché “modifiche legislative”.61
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In quanto tale, la disponibilità della Commissione Europea a negoziare gli standard di salute alimentare fa il paio con i continui tentativi dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), più un ufficio propaganda che un’agenzia autonoma, di annacquare il sistema normativo UE sui prodotti OGM portandolo a livello di quello americano – dove gli alimenti geneticamente modificati non devono sottostare ad alcun controllo, sperimentazione o etichettatura particolare, poiché sono ritenuti “sostanzialmente equivalenti” agli alimenti non modificati.62 Dato che questo tentativo ha già incontrato una feroce opposizione in Europa, il TTIP potrebbe fornire ai regolatori della UE una potente leva per piegare la resistenza pubblica agli OGM.
Se venissero legittimate le richieste dell’industria agroalimentare di velocizzare il processo di approvazione degli OGM in Europa, non solo questi entrerebbero più rapidamente nel mercato europeo – in seguito a una sperimentazione più permissiva – ma, grazie al “riconoscimento reciproco” delle normative UE-USA, potrebbero anche non aver bisogno di
un’etichettatura particolare, il che minerebbe sia i diritti dei consumatori (vedi il Box 3) sia il “principio precauzionale” sul quale questi diritti si basano.
La disponibilità della Commissione Europea a negoziare gli standard di salute alimentare fa il paio con i continui tentativi dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), più un ufficio propaganda che un’agenzia autonoma, di annacquare il sistema normativo UE sui prodotti OGM portandolo a livello di quello americano – dove gli alimenti geneticamente modificati non devono sottostare ad alcun controllo, sperimentazione o etichettatura particolare
Box 3 Molta invidia negli USA per i requisiti UE di etichettatura del cibo
Negli USA, la pressione dei gruppi di consumatori ha recentemente portato a nuove proposte legislative a livello statale e federale, per richiedere l’etichettatura di molti cibi OGM63. Giganti biotech come Monsanto, DuPont e Dow Chemical – alcuni fra i più grandi sviluppatori di colture biotech e prodotti chimici si preparano a lanciare una campagna volta ad arginare ciò che riconoscono essere “un crescente sentimento pubblico contro gli organismi geneticamente modificati utilizzati come ingredienti nella fornitura di cibo nella nazione”64 cosa che, lamentano, sta causando il rallentamento da parte dei regulator delle approvazioni di nuovi OGM negli USA65. Secondo la Reuters, nel 2012 le industrie biotech USA hanno speso 40 milioni di dollari per sconfiggere una misura per l’etichettatura proposta in California, e con simili iniziative in preparazione in 20 stati, il TTIP offrirà alle industrie biotech un potente strumento per contrastare la propagazione di queste azioni dei consumatori.66
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Bovini e suini trattati con gli ormoni, e pollo al cloro Se il TTIP procede, gli OGM non saranno i soli prodotti indesiderati a violare le tutele dei consumatori europei. C’è il rischio che anche a bovini e suini trattati con gli ormoni, e al pollo al cloro venga concesso di entrare nel mercato europeo, come risultato dell’”armonizazzione degli standard” proposta dal TTIP.
L’impatto del TTIP sull’agricoltura europea potrebbe essere globale – condizionando il settore del cibo a tutti i livelli, dalla produzione al consumo, sotto il controllo totale delle principali multinazionali.
Negli anni ottanta e novanta del secolo scorso la UE aveva cominciato a introdurre una serie di divieti all’esportazione di cibo USA come risultato dei suoi più rigidi standard nella produzione di cibo – e a causa dei rischi per la salute associati a questi prodotti. Negli USA, gli allevatori trattano mucche da latte e bovini con diversi ormoni per aumentare la produttività dell’animale – come la controversa Somatotropina Bovina Ricombinante (rBST) della Monsanto, sospettata di causare ilcancro negli esseri umani67. Similmente, molti allevatori USA usano ‘ractopamina’ per conservare snelli i maiali e aumentarne lo sviluppo. Tuttavia, essendo il farmaco somministrato fino al momento della macellazione, piccole tracce del farmaco sono state trovate nelle loro carni, portando la UE a introdurre un altro divieto come risultato dei conseguenti timori per la salute associati all’ormone68. Comunque, nella bozza sottoposta ai Rappresentanti del Commercio USA, the National Pork Producer’s Council (NPPC) ha
messo in chiaro che “i produttori di carne suina non accetteranno nessun risultato che non sia l’eliminazione del bando UE sull’uso di ractopamina nel processo di produzione, in quanto in chiara violazione delle [regole del commercio internazionale]”69. I polli USA sono stati banditi nella UE, in seguito a preoccupazioni concernenti la salute sollevate dai gruppi di consumatori europei riguardo alla pratica dei pollicoltori USA di lavare la carne di pollo con il cloro. Così come ne è stata provata l’inefficacia nell’eliminazione di pericolosi batteri come la Salmonella, tracce di cloro sono state rinvenute nella carne di pollo.70
I produttori di carne suina non accetteranno nessun risultato che non sia l’eliminazione del bando UE sull’uso di ractopamina nel processo di produzione, in quanto in chiara violazione delle [regole del
]. commercio internazionaleUS National Pork Producers’ Council
Dati i presupposti, la proposta del TTIP di spingere per l’’armonizzazione regolatoria’ e il ‘mutuo riconoscimento’ degli standard UE e USA potrebbeportare a una sfida dei divieti dell’UE che proteggono la salute dei consumatori da parte delle corporation, in spregio a preoccupazioni e scelte dei consumatori. Se si aggiungono queste considerazioni alla minaccia di veder riviste le procedure di approvazione degli OGM, assieme all’apertura di agricoltura e zootecnia UE all’accresciuta concorrenza con le più forti controparti USA, l’impatto del TTIP sull’agricoltura europea potrebbe essere globale – condizionando il settore del cibo a tutti i livelli, dalla produzione al consumo, sotto il controllo totale delle principali corporation.
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Capitolo 4 Far rientrare l’ACTA dalla porta sul retro gettando dalla finestra i diritti dei cittadini I ‘’diritti’’ di proprietà intellettuale dei giganti di internet nei confronti dei diritti dei cittadini
‘’Abbiamo osservato una crescente in molti forum tendenza
internazionali e mercati emergenti verso un indebolimento della struttura generale dell’IPR. In questo
, si rendono urgentemente contestonecessarie una più stretta cooperazione transatlantica e una leadership IPR, e qualsiasi accordo
tra US e UE dovrebbe essere futuro rivolto a rafforzare i nostri sforzi per la salvaguardia del sistema IPR globale e a promuovere un efficace rafforzamento dell’IPR nei paesi del terzo mondo ‘’.
IL Business in Europa e la Camera di Commercio USA 71
I giganti dell’industria di Hollywood e Silicon Valley, tra gli altri, hanno detto chiaramente di aspettarsi che USA e UE mettano i diritti di proprietà intellettuale (IPRs) al centro degli imminenti negoziati di commercio transatlantico72. I sostenitori di più rigide regole sulla Proprietà Intellettuale (IP) sostengono che una protezione di vasta portata dei diritti di
proprietà intellettuale nel TTIP proteggerebbe le aziende dalla ‘pirateria’, stimolando innovazione, progresso e di conseguenza sviluppo economico e benessere. Comunque, ci sono ragioni per credere che l’inclusione di un capitolo IP nel TTIP avrebbe poco a che fare con lo sviluppo dell’economia e il progresso del pubblico benessere73. Al contrario, il TTIP potrebbe consegnare più poteri legali nelle mani del grande business e potrebbe rappresentare un tentativo da parte delle corporation USA e UE di resuscitare lo spirito del defunto Accordo Commerciale Anti-Contraffazione (ACTA), rigettato dal Parlamento Europeo lo scorso anno.
Il TTIP potrebbe consegnare più nelle mani del grande poteri legali
business e potrebbe rappresentare un tentativo da parte delle corporation USA e UE di resuscitare lo spirito del defunto ACTA
Con l’inclusione di un capitolo IPR, TTIP potrebbe restringere l’accesso alla conoscenza, indebolire l’innovazione, incentivare comportamenti anti-concorrenziali e soffocare i mercati. In più, garantirebbe anche un maggior accesso da parte delle corporation ai dati dei cittadini (a spese del loro diritto civile alla privacy), con importanti
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ripercussioni sulla libertà di espressione (in quanto il controllo delle corporation sul flusso di dati potrebbe azzoppare la libertà digitale).
Resuscitare lo spirito sconfitto dell’ACTA Nel 2006 gli USA hanno cominciato a negoziare un accordo internazionale – the Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA) – con molti altri paesi, compresi quelli UE, in vista del rafforzamento dei diritti dell’industria fino ad arrivare alla violazione della privacy dei cittadini e a trasformare i provider di internet in una forza di polizia di sorveglianza privata del grande business74. Conseguentemente a una massiccia opposizione popolare, con grandi dimostrazioni in molte capitali europee, il Parlamento Europeo ha rigettato l’ACTA ponendo fine alle speranze di un’approvazione nel 2012. 75 Tuttavia, i paragrafi centrali dell’ACTA hanno già intrapreso la strada del ritorno in una versione preliminare della proposta Comprehensive Economic and Trade Agreement (CETA), attualmente in fase di negoziazione tra UE e Canada, e ci sono ragioni per credere che il CETA servirà come base per il TTIP quando si arriverà alla negoziazione dei diritti di proprietà intellettuale tra UE e USA.76
I paragrafi centrali dell’ACTA hanno già intrapreso la strada del ritorno in una versione preliminare della proposta di accordo commerciale (CETA), attualmente in fase di
e ci negoziazione tra UE e Canada, sono ragioni per credere che il CETA servirà come base per il TTIP.
Ciò che trapela dal mandato TTIP della Commissione Europea in realtà suggerisce che un capitolo IPR sarà incluso nei negoziati con gli USA,
e se dovesse seguire i passi del CETA, potrebbe portare al rientro di straforo nella legislazione europea dei provvedimenti ACTA.77
Mirare alle regole per la protezione dei dati controllando la privacy dei cittadini europei Mentre le aziende USA possono utilizzare i dati personali dei clienti quasi senza restrizioni, gli europei sono protetti da un minimo di ‘diritti digitali’ contro la violazione della privacy. Ciò significa che l’accesso delle aziende a informazioni personali degli utilizzatori di internet è più difficile nella UE rispetto agli USA. 78 Pertanto, le grandi aziende USA che operano su internet, come Facebook, Microsoft e Google, hanno spinto attivamente per rafforzare gli IPR nella speranza di aprirsi un varco nelle regole della protezione dei dati e così minare i diritti digitali europei. 79 Come spiegato dall’European Services Forum (ESF), la principale lobby europea dell’industria dei servizi, “oltre metà del commercio UE di servizi, come larga parte del commercio di merci, dipende da internet e dal trasferimento transfrontaliero di dati’’, inclusi informazioni sui clienti e loro preferenze.80 Per questo motivo, BusinessEurope e la US Chamber of Commerce, due tra le maggiori associazioni industriali sui due lati dell’Atlantico, chiedono che il TTIP
‘’…sia in grado di incorporare i più liberali approcci al commercio elettronico … e debba a tutti i costi evitare … di adottare approcci inutilmente rigidi e divergenti a privacy, conservazione dei dati e localizzazione’’.81
La UE ha già annacquato le sue recenti proposte legislative sulla protezione dei dati in seguito alle pressioni USA, e se il TTIP dovesse includere un capitolo IP simil-ACTA, gli europei potrebbero
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assistere alla condivisione delle loro informazioni personali con le aziende USA a discapito del loro diritto alla privacy.
La UE ha già annacquato le sue recenti proposte legislative sulla protezione dei dati in seguito alle pressioni USA 82, e se il TTIP dovesse includere un capitolo IP simil-ACTA, gli europei potrebbero assistere alla condivisione delle loro informazioni personali con le aziende USA a discapito del loro diritto alla privacy.83
La Business Software Alliance (BSA), per esempio, la principale lobby industriale rivolta alle aziende di software, ha esplicitato che non vede l’ora di accedere al “flusso di dati da oltrefrontiera” che il TTIP stimolerà.84
Trasformare internet nello strumento di sorveglianza del grande business Un capitolo IPR nel TTIP tratto dall’ACTA porterebbe a una veloce discesa verso la legittimazione di una ancor più massiccia sorveglianza delle attività degli utilizzatori di internet per conto di entità del settore privato. Uno degli aspetti più controversi dell’ACTA era la sua richiesta che gli Internet Service Providers (ISPs) – le aziende che connettono gli utilizzatori a internet – monitorino i contenuti online dei loro clienti allo scopo di identificare “trasgressori”, “presunti trasgressori” e “[chiunque] coinvolto in qualunque aspetto [di qualsiasi] presunta violazione”, così come informazioni che permettano l’identificazione di “terze persone che si presume siano implicate” nella violazione
dell’IPR, cosa che avrebbe incluso “[qualunque] sottoscrittore [a qualunque servizio di comunicazione elettronica] il cui account sia stato presumibilmente utilizzato per la violazione’’. Pertanto, chiunque potrebbe de facto essere qualificato a sottostare a questo provvedimento. Se il TTIP dovesse includere tale capitolo IPR, si fornirebbe alle corporazioni private un enorme potere di imposizione legale, e virtualmente chiunque diverrebbe un potenziale ‘’criminale’’ semplicemente clickando sul mouse – anche se tali presunte ‘violazioni’ non fossero per motivi commerciali. L’utilizzo di molti lavori i cui proprietari o detentori del copyright siano difficili da identificare o reperire (i cosiddetti ‘’lavori orfani’’) potrebbe portare gli inconsapevoli utilizzatori ad essere sanzionati e, nel peggiore dei casi, ad essere imprigionati. Avvocati e detentori di copyright putativi già utilizzano in Europa metodi pesanti per sfruttare gli innocenti utilizzatori, cercando di far pagare loro somme elevate per evitare il rinvio a giudizio.85
SE il TTIP dovesse includere tale capitolo IPR, si fornirebbe alle corporazioni private un enorme potere di imposizione legale, e virtualmente chiunque diverrebbe un potenziale ‘criminale’ semplicemente clickando sul mouse.
È per queste ragioni che dozzine di gruppi della società civile in USA ed Europa si stanno attualmente opponendo all’inclusione di qualunque forma di diritti di proprietà intellettuale nei prossimi negoziati commerciali.86 Soprattutto, da una prospettiva europea, sarebbe difficile conciliare un approccio secondo lo stile ACTA agli IPR, data l’immagine internazionale dell’Unione Europea come faro per i diritti umani.
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Capitolo 5 La salute come una vacca da mungere per gli investitori internazionali Avvelenare i cittadini per poi negare loro l'accesso al servizio e a medicinali accessibili economicamente.
‘’Il NHS, il servizio sanitario nazionale del Regno Unito, si sta predisponendo a consentire l’acquisizione delle parti più redditizie del sistema sanitario da parte delle multinazionali, in un contesto legale che permette loro anche di citare in giudizio il governo britannico in caso di qualsiasi “ripensamento”. Le aziende private continuano a vincere contratti e la situazione si stabilizzerà in un accordo commerciale internazionale del tutto irreversibile. Il NHS verrà blindato in una " locked-in syndrome- sindrome da prigioniero" dalla crescente privatizzazione, rendendo impossibile un eventuale ri-nazionalizzazione del sistema sanitario’’.
Dottor Clive Peedell, National Health Action Party ( UK) 87
La crisi finanziaria e le conseguenti politiche di austerità hanno già iniziato a mettere a rischio il diritto sacrosanto di ricevere in Europa un’assistenza sanitaria di qualità:
in Grecia i malati di cancro non possono più permettersi le medicine che li tengono in vita in quanto lo Stato ha introdotto tagli sulla spesa sanitaria pubblica su richiesta degli istituti di credito internazionali , mentre in Spagna gli immigrati rischiano la revoca dei trattamenti AIDS a causa di tagli sulla spesa pubblica.88
Il rischio è che il TTIP non farà altro che accentuare questa spirale verso il basso a seguito della proposta di un accordo per armonizzare la regolamentazionesanitaria tra l'UE e gli USA, innescando una corsa al ribasso negli standard della salute. Inoltre, la liberalizzazione dei servizi sanitari Europeie la conseguente apertura agli investitori privati degli Stati Uniti sono destinati ad aumentare i costi sanitari per i cittadini europei .L’effetto sarebbe di un’ulteriore limitazione di accesso ai servizi sanitari dei cittadini in un momento già finanziariamente difficile. Allo stesso tempo, il rafforzamento dei diritti di proprietà intellettuale potrebbe rendere i farmaci inaccessibili, perché la vendita dei farmaci meno costosi genericinon sarebbe consentita.
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Armonizzare i diritti delle multinazionali di avvelenare gli esseri umani e l’ambiente Nel caso l'Unione Europea venisse schiacciata dagli interessi privati della grande industrie,
Una probabile vittima del TTIP sarà REACH, (Registration Evaluation Authorization and Restriction of Chemicals- un sistema integrato di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche) che diverse associazioni di consumatori e ambientalisti hanno cercato replicare negli Stati Uniti. 89
Nel corso delle consultazioni dell'UE sull'accordo commerciale UE -USA, molte lobbies del settore hanno chiesto esplicitamente di eliminare il sistema REACH.
La lobby Croplife, produttrice di pesticidi e biotecnologie, per esempio , ha criticato aspramente REACH nel corso delle consultazioni sul TTIP avvenute negli uffici del US Trade:
La mancanza di un approccio basato sul rischio nell'UE è in contrasto con l'accordo di misure sanitarie e fitosanitarie (SPS) dell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) ,di cui gli Stati Uniti e l'UE sono firmatari. Il regolamento UE è contrario alla prassi regolamentare vigente negli Stati Uniti , ha accettato le linee guida internazionali e persino il principio di precauzione UE , che fa riferimento a un approccio basato sul rischio. Una valutazione dei rischi su base scientifica, come base per decisioni di regolamentazione , non deve essere annullata da un'applicazione non corretta ( e politicamente pilotata), del principio di precauzione attualmente applicato dall’ Unione Europea.90
Sulla base del ‘’ principio di precauzione ‘’ il sistema REACH consente all' ECHA l’agenzia europea per la regolamentazione delle sostanze chimiche, a mettere restrizioni sulla produzione, l’utilizzo e la vendita dei prodotti chimici, al fine di tutelare la salute pubblica e l'ambiente. Al contrario, la regolamentazione delle sostanze chimiche degli Stati Uniti è di gran lunga più snella, con il Toxic Substances Control Act ( TSCA ) che conferisce poteri molto limitati all' agenzia di tutela dell'ambiente ( EPA) .
Edel tutto improbabile che la proposta di armonizzazione normativa tra le due parti contenuta nel TTIP possa comportare un disciplinamento restrittivo in materia di sostanze chimiche..
Attualmente per circa 30.000 sostanze chimiche,associate ad un aumento dei tassi di cancro al seno e ai testicoli, di diabete, obesità e di sterilità maschile-ancora in uso commerciale negli Stati Uniti - sono state richieste analisi approfondite prima che vengano commercializzate in EU.91 Quindi, se il TTIP dovesse minare il regolamento sulle sostanze chimiche dell'UE, si correrebbeil serio rischio di dover sottostare alla diffusione di sostanzechimiche di produzione USA non testate e potenzialmente pericolose. E del tutto improbabile che la proposta di armonizzazione normativa tra le due parti contenuta nel TTIP possa comportare un disciplinamento restrittivo in materia di sostanze chimiche. É probabile, invece, che il TTIP imporrà una corsa verso il basso, proprio come è avvenuto con il NAFTA, che ha provocato l’indebolimento delle tutele sanitarie negli Stati Uniti 92
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Svendita dei nostri sistemi sanitari nazionali allemultinazionali statunitensi Un altro aspetto controverso dei negoziati commerciali proposti tra l'UE e gli USA è la loro intenzione di aprire tutti gli appalti pubblici – siano essi locali , regionali o nazionali - alla concorrenza estera.
TTIP obbligherebbe le pubbliche amministrazioni a un trattamento alla pari delle aziende locali e multinazionali- parità nell'ambito delle norme commerciali internazionali, tra cui l'accesso ai finanziamenti pubblici nazionali. Ciò potrebbe comportare il finanziamento dell’acquisizione del sistema sanitario nazionale da parte delle aziende private a spese dei contribuenti.
Business Europe e la Camera di Commercio degli Stati Uniti hanno concordato che ‘’la regola generale dovrà stabilire un pieno accesso del mercato e all’approvigionamento nazionale con la concessione per la fornitura di tutti i servizi forniti, compresi gli appalti pubblici nel servizio sanitario nazionale’’. 93 Una totale liberalizzazione e apertura del mercato ai sensi del TTIP comporterebbero gravi limiti per le pubbliche amministrazioni, per quanto riguarda la capacità di controllareil numero e la dimensione dei fornitori privati di servizi stranieri che entrano nel mercato europeo e nella gestione dei sistemi sanitari nazionali europei . Le grandi aziende che cercano di espandere le loro operazioni all'estero
avrebbero un vantaggio competitivo sulle piú piccole aziende locali nel rispondere ai bandi gara delle autorità pubbliche. Questo porterebbe all’esclusione dalla fornitura di servizi sanitari enti di beneficenza pubblici e locali e associazioni sociali perché TTIP obbligherebbe la pubblica amministrazionea equiparare grandi e piccoli nell'ambito delle norme commerciali internazionali. Lo stesso vale per il finanziamento pubblico del servizio sanitario nazionale. Ciò potrebbe comportare il finanziamento dell'acquisizione del proprio sistema sanitario nazionale da parte di aziende private a spese dei contribuenti 94. In Canada , per esempio , dopo l’entrata in vigore del NAFTA, gli enti pubblici che hanno tentato di proteggere il loro servizio sanitario locale da un cambio di gestione aziendale hanno dovuto affrontare azioni legali con richieste di risarcimento milionarie da parte di aziende sanitarie degli Stati Uniti, che hanno lamentato mancati profitti.95
Impedire l’accesso a farmaci economicamente accessibili agli Europei attraverso una maggiore protezione dei brevetti aziendali Oltre alla vendita dei nostri sistemi sanitari nazionali alle multinazionali americane , TTIP propone di rafforzare i diritti di proprietà intellettuale ( DPI ) , che potrebbe compromettere i diritti dei pazienti per accedere a medicinali a prezzi accessibili . Sebbene l'UE edgli Stati Uniti tutelino già i produttori di farmaci con la più forte protezione brevettuale in tutto il mondo , il TTIP potrebbe espandere ulteriormente la portata e la durata dei brevetti . Come sottolinea il Generic Medicines Association (EGA) : " qualsiasi tentativo di
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rafforzare i brevetti avrebbe un impatto negativo sulla penetrazione dei farmaci generici nei mercati "96 , sarebbe come ridurre la concorrenza per i farmaci meno costosi e più efficaci e , di conseguenza , l’accesso dei pazienti a farmaci economicamente accessibili . Nel momento in cui crescenti esigenze di bilancio ricadono sui servizi sanitari europei, i farmaci generici offrono un grande vantaggio per la società, garantendo l'accesso dei pazienti ai farmaci di qualità , riducendo i costi delle spese sanitarie 97. Quindi, permettere una concorrenza effettiva tra farmaci generici e marche originali con brevetto scaduto diventa fondamentale per ridurre i costi farmaceutici.
Nel 2000, per esempio , i farmaci anti -retrovirali (ARV ), trattamento di base per l'HIV, arrivava a costare fino a 15.000 dollari a persona all'anno , mentre ora (grazie alla disponibilità di farmaci generici) il costo è sceso a 150 dollari , una riduzione di costi del 99% 98.
Come sostenuto dall'organizzazione statunitense Public Citizen, per continuare la 'rivoluzione del trattamento ' è necessario incentivare la concorrenza e l’accesso: non solo per i farmaci con brevetto scaduto, ma anche per i medicinali protetti da brevetto e molto costosi, ai quali le aziende farmaceutiche applicano prezzi da monopolio 99. Tuttavia , qualora Il TTIP includesse un capitolo sugli investimenti , le aziende farmaceutiche sarebbero in grado di sfidare legalmente le politiche dei governi in materia di salute pubblica(e le regole sui brevetti ) -come quello che è esattamente successo in Canada a causa del NAFTA - vedi box 4. 100
Se il TTIP includesse un capitolo sugli investimenti, le aziende farmaceutiche sarebbero in grado di sfidare legalmente le politiche dei governi in materia di salute pubblica( e le regole sui brevetti ) - che è esattamente quello che è successo in Canada a causa del NAFTA - vedi box
Box 4 Le grandi compagnie farmaceutiche utilizzano norme commerciali per condizionare i Governi In materia di brevetti Nel novembre 2012, Eli Lilly , una delle maggiori aziende farmaceutiche degli Stati Uniti, ha avviato un procedimento formale in base alle tutele del North American Free Trade Agreement ( NAFTA) al fine di attacare gli standard del Canada per la concessione di brevetti sui farmaci . Le clausole a tutela degli investitori contenute nel NAFTA ed altri accordi sul libero scambio degli Stati Uniti autorizzano le imprese private a citare in giudizio direttamente le politiche dei governi davanti ai tribunali stranieri composti da tre avvocati del settore privato , a rivendicare eventuali mancati profitti degli investitori e a richiedere eventuali mancati profitti . La causa legale tra lo stato canadese ed Eli Lilly sulla base degli accordi di NAFTArappresenta solo il primo tentativo da parte di una società farmaceutica in possesso di un brevetto, di utilizzare come strumento di pressione gli enormi privilegi legali di cui gode per spingere a una maggiore protezione sul monopolio dei brevetti - che aumenterà il costo dei farmaci per i consumatori e governi101. Oltre a chiedere oltre 100 milioni di dollari a titolo di risarcimento , Eli Lilly ha effettivamente lanciato una sfida al Canada inmateria di brevettazione dei farmaci 102.
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Capitolo 6 L’ascesa delle “super banche” I mercati finanziari e gli investitori si rifiutano di imparare la lezione della crisi
‘’[Si] parla insistentemente [dei tentativi delle multinazionali di] ottenere in silenzio tramite gli accordi commerciali quello che non potrebbero ottenere apertamente sotto i riflettori dell’opinione pubblica’’. Elizabeth Warren, senatrice degli Stati Uniti Membro della Commissione sulle banche del Senato degli Stati Uniti103
Tramite il TTIP, l’Unione Europea intende proporre la liberalizzazione e la deregolamentazione di TUTTI i settori dei servizi, tra cui i servizi finanziari, nonostante la deregolamentazione del settore finanziario sia la prima causa della crisi che sta ancora avendo i suoi effetti sulle economie europea e statunitense.104 Con il sostegno della Commissione Europea e del governo britannico, il settore della finanza sta richiedendo a gran voce maggiore libertà e la rimozione di quelle norme governative che ne ostacolano i profitti – come le restrizioni sul valore totale delle transazioni finanziarie o la forma legale delle sue attività – e proteggono i contribuenti da onerosi piani di salvataggio. Per citare il deputato americano Earl Blumenauer, il TTIP potrebbe diventare “la finestra da cui far rientrare le manovre sotterranee per annullare […] le nuove norme bancarie del settore
finanziario” introdotte all’indomani del crollo finanziario per riprendere un po’ di controllo pubblico sulle arrischiate operazioni di spericolate istituzioni finanziarie.105A partire dal luglio del 2013, l’amministrazione Obama si è rifiutata di inserire nei negoziati transatlantici una cornice normativa per l’armonizzazione dei servizi finanziari, mandando su tutte le furie Wall Street, le banche europee e anche la Commissione Europea.106 In realtà, puntando alla “convergenza”, alla “compatibilità”, alla “coerenza” e al “reciproco riconoscimento” delle normative tra la UE e gli USA, il TTIP potrebbe diventare uno strumento legale grazie al quale le grandi banche potrebbero indebolire o aggirare le normative nazionali. E se il TTIP contenesse un capitolo sugli investimenti che concedesse alle banche il diritto di intentare causa ai governi, le banche straniere potrebbero addirittura eliminare norme specifiche o indebolire la cornice normativa e ricevere un risarcimento a spese dei contribuenti per la perdita di (potenziali) profitti. Per di più, le conseguenze di un’ulteriore liberalizzazione del settore finanziario nella UE e negli USA avrebbe ripercussioni che andrebbero al di là dell’Atlantico.
Impedire l’intervento delle autorità normative
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Per far sì che l’esito dei negoziati porti ad un affrancamento dalle rigide norme finanziarie, il settore della finanza chiede l’applicazione di una “disciplina normativa”. Innanzitutto, chiede l’introduzione di norme specifiche che limitino il numero, la portata e la durata delle normative nazionali (e dei processi normativi) che regolano il settore allo scopo di favorire il flusso di capitali attraverso l’Atlantico.107 Queste norme rappresenterebbero un grosso ostacolo, ad esempio, alla riduzione e regolamentazione delle banche troppo-grandi-per-fallire. In secondo luogo, per rafforzare questa disciplina normativa, chiede che venga inclusa la cosiddetta clausola di “trasparenza normativa”, che farebbe sì che qualunque normativa in forma di bozza debba essere resa disponibile alle “parti interessate” (ad esempio, il settore finanziario) per dar loro la possibilità di commentarla – il che, essenzialmente, trasformerebbe la “clausola di trasparenza” in un diritto a fare lobby.108 Terzo, le lobby che rappresentano i settori dei servizi europeo e statunitense, l’European Services Forum (ESF) e la US Coalition of Service Industry (CSI), allo scopo di liberalizzare il settore (e i suoi servizi/prodotti), chiedono che venga inserita la proposta della “lista nera”.109 In base a questa proposta, i servizi inseriti nella lista nera fin dall’inizio sarebbero esclusi dal trattato, mentre sarebbero automaticamente inclusi TUTTI i servizi e i prodotti NON inseriti nella lista nera, inclusi quelli che verranno sviluppati in futuro.
Il risultato sarebbe che le autorità normative avrebbero molto meno spazio di manovra per intervenire sui mercati finanziari. Alla luce della persistente crisi finanziaria – che fu causata da prodotti finanziari complessi ed estremamente rischiosi (come quelli, tristemente famosi, investiti in prestiti sub-prime e noti come obbligazioni di debito collaterale (ODC), che
erano legati al mercato immobiliare statunitense che è poi crollato) – questi prodotti dovrebbero essere automaticamente vietati o soggetti a rigide normative e non liberalizzati come invece propongono i sostenitori della “lista nera”.
Il settore bancario troverà la normativa più favorevole Le banche chiedono la costituzione di un gruppo di lavoro UE-USA il cui mandato sia quello di negoziare future “intese di reciproco riconoscimento” tra i due partner. Ad esempio, lo scorso febbraio l’americana SIFMA (Securities Industry and Financial Markets Association) e l’europea AFME (Association of Financial Markets in Europe) - le due principali lobby del settore finanziario su entrambe le sponde dell’Atlantico – hanno pubblicato un documento congiunto che esorta le due parti a “creare una cornice per sviluppare [future] intese di riconoscimento”.110 Le banche potrebbero così scegliere semplicemente di fare base ovunque la cornice legislativa risulti più conveniente per loro. Di conseguenza, qualunque nuova proposta normativa sui servizi finanziari, sia in Europa che negli USA, si rivelerebbe inefficace, poiché le banche potrebbero scegliere di operare in base alla normativa più debole. Proprio per questo, nel dicembre del 2012, il consiglio direttivo della Federal Reserve (la banca centrale degli Stati Uniti) ha presentato una proposta di legge di aumento dei requisiti patrimoniali per le filiali delle banche europee allo scopo di potenziare le misure di controllo negli Stati Uniti. La proposta è venuta dopo che la Federal Reserve ha dovuto lanciare un piano per salvare le banche straniere colpite dalla crisi finanziaria, le quali erano sottoposte ai controlli del paese
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d’origine, invece di quelli delle autorità del paese ospite.111
C’è il rischio che grazie al TTIP le grandi banche tentino di “frenare” la legislazione.
Allo stesso tempo, la Federal Reserve ha richiesto maggiori garanzie di stabilità finanziaria alle banche americane e ad altre società finanziarie operanti all’estero e impegnate in rischiose operazioni di contrattazione di strumenti derivati del valore di migliaia di miliardi di dollari. Ad ogni modo, la proposta ha incontrato una feroce opposizione da parte del settore bancario, sostenuto delle autorità europee intenzionate a proteggere gli interessi delle grandi banche europee e la potente lobby della finanza. Sebbene nel mandato negoziale, trapelato alla stampa, la Commissione Europea affermi che desidera collaborare con gli Stati Uniti alla definizione di una “normativa prudenziale” – e la proposta della Federal Reserve ne sarebbe un esempio - in realtà sia la UE che gli stati membri (specialmente la Gran Bretagna e la Germania) sono contrari alla proposta.112 Per di più, se il TTIP contenesse un “capitolo investimenti”, le banche sarebbe in grado di contestate la normativa e chiedere un risarcimento.113
Benché il settore della finanza affermi che non vuole una vera e propria “deregolamentazione”, le richieste fatte dalle lobby finanziarie chiedono in sostanza, una normativa che sposti l’attenzione dalla protezione dei consumatori e della stabilità finanziaria alla protezione degli interessi di investitori e finanzieri.114
Le banche chiedono, in sostanza, una normativa che sposti l’attenzione dalla protezione dei
consumatori e della stabilità finanziaria alla protezione degli interessi degli investitori finanziari.
Eliminare i vincoli normativi alla libera circolazione dei capitali Il TTIP prevede un capitolo che consentirebbe di liberalizzare, tranne rare eccezioni, tutte le forme di pagamento e i grossi trasferimenti di denaro. Diventerebbe molto difficile imporre restrizioni sulla circolazione dei (massicci) capitali e verrebbero aboliti i controlli sui pagamenti transatlantici di merci e servizi, royalty e dividendi e, molto più importante, sugli immensi pagamenti legati ai servizi finanziari. Eppure, anche il Fondo Monetario Internazionale (IMF) e la Banca Mondiale stanno cominciando a riconoscere che i controlli sui capitali possono prevenire e bloccare il destabilizzante flusso o fuga di capitali a fini speculativi, compreso il trasferimento nei paradisi fiscali.115 C’è il rischio, perciò, che grazie al TTIP le grandi banche tentino di “frenare” la legislazione.
Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria
È giustificabile quindi il timore degli addetti ai lavori che il settore finanziario stia tentando di sfruttare gli attuali negoziati per ottenere concessioni normative alle quali le autorità di regolamentazione finanziaria non avrebbero mai acconsentito. Infatti, se fossero inclusi tutti i punti su cui è stata fatta azione di lobbying, in futuro lo spazio politico di manovra delle autorità normative di intervenire nei mercati finanziari verrebbe gravemente ridotto lasciando le popolazioni esposte al rischio di crisi finanziarie e piani di salvataggio.
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Capitolo 7 Il Business cita il Governo in tribunale e il Contribuente paga il conto Garanzie alle Multinazionali meno diritti ai popoli.116
La proposta della Commissione Europea riguardante le disposizioni sulla cosiddette controversie Investitore-Stato iscritta nel trattato UE-USA darebbe alle aziende nuovi poteri per sfidare le politiche volte a tutelare l'interesse pubblico ; essa permetterebbe alle aziende americane che investono in Europa di aggirare i tribunali europei e sfidare direttamente i governi dell'UE in tribunali off shore fuori controllo- nel caso le leggi in materia di salute pubblica , della tutela ambientale o sociale interferiscano con i loro profitti .
Le imprese dell'UE che investono all'estero avrebbero lo stesso privilegio negli Stati Uniti.
In tutto il mondo , le grandi imprese già utilizzano questi meccanismi Investitore-Stato
per comporre le controversie commerciali e gli accordi di investimento , che permettono di reclamare somme da capogiroa titolo di risarcimento contro le leggi democratiche a tutela dell'interesse pubblico (Riquadro5).
A volte basta la presentazione di una reclamo- o semplicemente la minaccia di farlo -perché una legislazione sia abbandonata o annacquata. In altri casi tribunali istituiti ad-hoc (formati da un triplicie pannello di Studi Legali privati strettamente connessi- ndr con le multinazionali ?) chiamati a deliberare di fronte a una serie di conflitti di interesse hanno concesso miliardi di euro alle imprese….pagati dalle tasche dei contribuenti.
Box 5 Alcune emblematiche controversie Investitore-Stato Corporazioni contro la salute pubblica - Philip Morris contro Uruguay e Australia: Sulla base di trattati bilaterali di investimento , il gigante del tabacco statunitense Philip Morris ha citato in giudizio sia l'Uruguay che Australia per le loro leggi anti-fumo . La società sostiene che le etichette di avvertimento sui pacchetti di sigarette impediscono di visualizzare in modo efficace i propri marchi , causando una notevole perdita di quota di mercato. Corporazioni contro la tutela dell'ambiente - Vattenfall contro Germania : Nel 2012 la multinazionale dell'energia svedese Vattenfall ha citato in giudizio il governo tedesco , richiedendo € 3,7 miliardi di risarcimento per i mancati profitti relativi a due dei suoi impianti nucleari . L'azione legale é partita in seguito alla decisione del governo tedesco di eliminare gradualmente l'energia nucleare dopo il disastro nucleare di Fukushima . Corporazioni contro la tutela dell'ambiente - Lone Pine contro Canada: Sulla base del trattato North American Free Trade Agreement ( NAFTA) tra USA, Canada e Messico , la società statunitense Lone Pine Resources Inc. ha preteso dal Canada 191.000.000 € a titolo di risarcimento. La provincia canadese del Quebec aveva deciso una moratoria sul
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“fracking” , a causa dei notevoli rischi ambientali comportati da questa nuova tecnologia di estrazione di gas o petrolio dalle rocce . Corporazioni contro l'azione deligoverni contro le crisi finanziarie - sfidando Argentina e Grecia : Quando l'Argentina in risposta alla crisi finanziaria del 2001-2002 ha congelato i tassi di utilità delle rendite delle imprese pubbliche (energia , acqua , ecc ) e svalutato la sua moneta , è stata colpita da più di 40 azioni legali da parte di grandi aziende , tra cui CMS Energy ( US) , Suez e Vivendi ( Francia) , Anglian Water ( UK) e Aguas de Barcelona ( Spagna ) . Entro la fine del 2008 , le richieste di compensazioni contro il paese raggiunsero un totale di 1.15 miliardi di dollari. Nel maggio 2013, investitori Slovacchi e Ciprioti hanno intentato una querela Investitore-Stato contro la Grecia , a causa della conversione del debito che Atene nel 2012 ha dovuto negoziare con i creditori per ottenere fondi di salvataggio da parte dell'UE e del Fondo Monetario Internazionale ( FMI) . Sia le Nazioni Unite che il FMI hanno affermato che gli accordi di investimento possono gravemente limitare la capacità degli Stati di combattere le crisi finanziarie ed economiche .
Società statunitensi ed europee sono stati i principali utenti dei trattati sugli investimenti internazionali, e hanno determinato un boom senza precedenti di cause legali degli investitori contro gli Stati nel corso degli ultimi due decenni. Senza dubbio il maggior numero di queste controversie- 514-, é stato avviato dalla fine del 2012 da investitori statunitensi che ne hanno concluse il 24 % (123)
Seguono in ordine gli investitori di Olanda (50casi ) , Regno Unito ( 30 ) e Germania (27). Imprese UE e degli Stati Uniti hanno usato queste cause per sfidare le politiche energetiche per l’ambiente, le politiche mediche, la legislazione anti-fumo, il divieto di sostanze chimiche nocive , i vincoli ambientali sulle miniere, le polizze di assicurazione sanitaria e le misure per migliorare la condizione economica delle minoranze .
Le multinazionali sono evidentemente entusiasmate dalla prospettiva di un accordo UE -USA di libero scambio , il più grande affare di investimento mai negoziato .
La spinta aziendale per i diritti degli investitori La risoluzione delle controversie Investitore - Stato secondo il “diktat”TTIP scatena le aziende UE e USA in una guerra di logoramento per limitare il potere dei governi su entrambe le sponde dell'Atlantico .
Il volume enorme di investimenti transatlantici (entrambi i partner costituiscono più della metà degli investimenti diretti esteri nelle reciproche economie)- da gia accenni di litigiositá. Infatti migliaia di aziende europee e statunitensi che hanno filiali dall'altra parte dell'Atlantico, potranno usare clausole Investitore -Stato TTIP per pressare i propri Governi.
‘’Con l'importo degli investimenti che sarebbe coperto da un accordo USA-UE , (i leader di USA e EU) potrebbero incominciare a contemplare l'impatto (Investitore-Stato )sulle perdite’’.
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Simon Lester , il commercio Policy Analyst , Cato Institute
Non sorprende che le lobby aziendali , sia UE che US abbiano fatto pressioni per instaurare l'arbitrato Investitore e Stato nel TTIP . BusinessEurope , la Camera di Commercio degli Stati Uniti , AmCham EU , il Business Council transatlantico e altri pesi massimi della lobby aziendale esigono dei privilegi per gli investitori stranieri . Questo fa anche parte della speranza che un accordo UE-USA possa costituire un ' gold standard ' globale, un modello per la protezione degli investimenti per altri futuri accordi mondiali . Se le grandi imprese avranno il sopravvento , il TTIP favorirá ancora di più l'investitore di quanto sia attualmente la pratica del trattato UE e Stati Uniti.
Ad esempio, Peter Chase , rappresentante della Camera di Commercio statunitense a Bruxelles ed ex funzionario del governo degli Stati Uniti , ha incoraggiato i negoziatori a evidenziare “i pericoli delle non necessarie disposizioni di 'diritto di regolamentazione' sociale e ambientale richieste dal Parlamento Europeo " . Nella sua risoluzione dell’aprile 2011 sul futuro della politica di investimento dell'UE , il Parlamento aveva sottolineato il “diritto- da parte dei governi-di regolamentare” al fine di proteggere l' ambiente, la salute pubblica, i lavoratori ' e i diritti dei consumatori’’ .
Preparare il terreno per il gas ‘’ sporco’’ Il colosso energetico statunitense Chevron ha dato il suo totale appoggio alla consultazione TTIP con il governo degli Stati Uniti per la protezione degli investimenti - "una delle nostre più importanti richieste a livello
globale". Chevron è attualmente impegnata in una battaglia legale con l'Ecuador. La società ha avviato un arbitrato Investitore-Stato per evitare di pagare 18 miliardi di dollari necessari per ripulire la foresta pluviale amazzonica dalla contaminazione causata dalla perforazione petrolifera, come ordinato dai tribunali ecuadoriani. Il caso è stato denunciato come un “madornale un abuso” dell’arbitrato sugli investimenti per sottrarsi alla giustizia.
‘’La Chevron vede la protezione degli investimenti come " uno dei nostri problemi più importanti a
” livello globale Dichiarazione della Chevron ai negoziatori statunitensi
In Europa , Chevron vuole " ridurre i rischi connessi ai suoi progetti a grande scala a capitale intensivo e di lunga durata [ ... ] come lo sviluppo del fracking " . A causa del suo impatto ambientali e sanitario e della resistenza da parte delle comunità locali, molti governi dell'UE hanno deciso di mettere un blocco allo sviluppo del gas di scisto (“fracking”) . Il Capitolo sulla protezione dell'investimento proposto dal TTIP potenzia le aziende energetiche come la Chevron mettendole in grado di sfidare i provvedimenti cautelari obbligando i governi "a non interferire nelle legittime aspettative di investimento " come dichiarato dalla Chevron stessa.
La semplice minaccia di una causa Investitore e Stato del valore di milioni di euro potrebbe spingere i governi alla sottomissione e indebolire o impedire i divieti al fracking e la messa in atto di altre regolamentazioni rigorose.
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Secondo la Chevron : "L'accesso all’ arbitrato [ ... ] aumenta le probabilitá che gli investitori e gli Stati ospitanti siano in grado di risolvere in modo efficace ed equo le controversie e le trattative. "
“Ho visto le lettere inviate degli studi legali di NuovoYork e di Washington DC in arrive al Governo canadese dopo ogni nuova regolamentazione ambientale[ ... ] . Praticamente le lettere miravano a tutte le iniziative di regolamentazione e la maggior parte di queste ultime non ha mai visto la luce del giorno” Ex funzionario del governo canadese , cinque anni dopo l’entrata in vigore dell’arbitrato Investitore-Stato previsto dal trattato NAFTA ( North America Free Trade Agreement)
Resistere l'assalto alla democrazia I cittadini e la società civile organizzata, invece si oppongono ai diritti eccessivi degli investitori. Secondo il Dialogo Transatlantico dei Consumatori il TTIP "non deve includere l’arbitrato delle controversie Investitore -Stato. Gli investitori non dovono avere la facoltà di citare in giudizio, davanti a tribunali privati e segreti, i Governi per obbligarli a mettere in atto accordi , e di aggirare il funzionamento dei sistemi giudiziari nazionali e le robuste protezioni ai diritti di proprietà negli Stati Uniti e in Europa’ . La federazione dei sindacati americani AFL- CIO , analogamente sostiene che " Dati i sistemi giudiziari avanzati di Stati Uniti e UE " la
risoluzione delle controversie Investitore -Stato è un rischio ingiustificato per le politiche nazionali, statali, federali e a livello locale ". Anche gli attivisti per i diritti digitali e ambientali sono contrari all'assalto aziendale portato alla democrazia.
La Conferenza Nazionale dei Legislatori negli Stati Uniti , che rappresenta tutti i 50 Stati degli Stati Uniti , ha annunciato che " non sosterrà nessun[accordo commerciale ] , che prevede la disputa Investitore-Stato perché interferisce con la loro responsabilità e capacità in quanto legislatori statali di emanare e far rispettare regole eque non discriminatorie, che proteggono la salute pubblica , la sicurezza e il benessere , e garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori , e proteggere l'ambiente " .
Perché i nostri rappresentanti pensano di consegnare i nostra diritti sovrani a imprese alle
quali non interessa nulla di noi ?Dichiarazione di uno dei molti cittadini durante la consultazione pubblica sul TTIP negli Stati Uniti
Anche diversi Stati membri dell'UE sembrano mettere in discussione la necessità di clausole di protezione degli investimenti . Alcuni sono preoccupati che il settore finanziario degli Stati Uniti potrebbe usarle per mettere in pericolo le politiche attuate per affrontare la crisi economica in Europa , per esempio i salvataggi bancari e la ristrutturazione del debito .
Attenzione l'agenda dell'UE
Il governo degli Stati Uniti e la Commissione Europea , d'altra parte , sembrano
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determinati a usare il TTIP per mettere gli investitori stranieri in grado di aggirare i tribunali locali e citare direttamente in giudizio gli Stati dinanzi a tribunali internazionali privati e segreti, nel caso le decisioni democratiche impedissero i loro impropri profitti .
In una versione trapelata del suo mandato negoziale , la Commissione Europea ha
formulato proposte dettagliate per un "meccanismo di attualizzazione di risoluzione delle controversie Investitore -Stato " . La proposta metterà a rischio molte politiche e molto probabilmente provocherá un effetto paralizzante sui Governi che stanno cercando di far passare nuove regole di protezione dell' ambiente e della società.
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Capitolo 8 C'era una volta il West...Riflessioni finali su un progetto di elite transnazionale
Il progressi che possiamo fare insieme [ UE e gli USA ] riguardanti l’elaborazione degli standard delle varie forme di comportamento dello " stato capitalista" possono essere visti come uno strumento per rinforzare una particolare interpretazione dell’Ordine economico liberale Globale . Commissione Europea , documento interno trapelato.117
Le prove fornite da questo rapporto suggeriscono che il TTIP puó essere inteso come il progetto politico e di classe di una elite Atlantica il cui scopo sembra essere l'inversione delle politiche sociali in Occidente e la conservazione della leadership di Stati Uniti ed Europa a livello internazionale .
Il risultato, potrebbe essere il ritorno e l'espansione di un selvaggio West spietato senza regole in cui le imprese avrebbe il sopravvento sul resto della società, sia qui che aldilà dell'Atlantico. E ' per queste ragioni che le persone in Europa negli Stati Uniti e in qualsiasi altro luogo, devono mobilitarsi per mettere fine ai negoziati TTPI e denunciare i personaggi politici responsabili dei danni che un tale accordo provocherebbe a tutti noi e al
nostro ambiente .
L'Occidente contro il resto del Mondo Dato che l'Unione europea e gli Stati Uniti Stati rappresentano circa la metà del PIL mondiale e un terzo dei flussi commerciali mondiali è chiaro che la creazione della più grande zona di libero scambio al mondo avrà un impatto al di qua e aldilà del Atlantic.118 Come spiegato in un documento interno della Commissione Europea
‘’Ciò che negoziamo non solo determinerá gli standard dei nostri futuri investimenti bilaterali e delle nostre relazioni commerciali, ma fornirá anche un contributo allo sviluppo di regole globali in aree dove finora non siamo stati in grado di accordarci a livello multilaterale . Questo è potenzialmente un laboratorio unico per colmare le lacune nel regolamento multilaterale e lo sviluppo di soluzioni regolamentari che possano essere una base per il successivo lavoro in a livello multilaterale’’. 119
Poiché gli interessi dei "Paesi Industrializzati" ( che vogliono una più profonda liberalizzazione ) e quelli dei “Paesi in via di Sviluppo " ( che vogliono revisione e risarcimento per gli accordi ‘’sleali’’ passati ) si sono dimostrati
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inconciliabili all'interno del sistema commerciale multilaterale , l'U.E. vede la negoziazione commerciale con gli Stati Uniti come un modo per aggirare lo stallo politico in seno all'Organizzazione Mondiale del Commercio ( OMC) e imporre al resto del mondo lo stesso livello di liberalizzazione degli scambi attraverso l’Atlantico.
Gli obiettivi di questo progetto sono le economie emergenti , Brasile , Russia, India , Cina e Sud Africa (definiti paesi BRIC ) , le cui economie in crescita sono visti come una minaccia per l' UE e l’egemonia globale US.120
E 'quindi importante comprendere il progetto politico che il TTIP incarna : quello delle ex potenze coloniali che lottano per conservare la leadership globale nonostante il rapido cambiamento dell'ordine mondiale .
L'utopia finale delle imprese multinazionali É importante classificare la dimensione internazionale di TTIP come progetto politico cosí come è importante riconoscere le implicazioni interne del TTIP come progetto di classe.
Come visto in precedenza il TTIP potrebbe liberare le imprese da vincoli, siano essi tariffe o regolamenti di protezione socio-ambientale e, nello stesso momento, investire le aziende con il potere, da un lato di sfidare ogni regolamentazione governativa che interferisse con la loro attività e dall'altro di chiedere il risarcimento dei contribuenti per eventuali perdite di profitto risultanti da tale regolamento.
Se l’accordo tra UE e Stati Uniti sarà raggiunto, il TTIP potrá annullare le
disposizioni di protezione socio -economiche ambientali a tutela delle persone e dell'ambiente contro le malefatte aziendali
Ad esempio, ricordando quanto espresso nelle sezioni precedenti del rapporto:
L' abbattimento di tutte le tariffe tra l'UE e Stati Uniti lascerebbe interi settori industriali esposti alla concorrenza sleale , le società transnazionali più grandi sarebbero in grado, grazie alle economie di scala, di danneggiare i piccoli concorrenti nazionali . Ciò si rivelerebbe particolarmente problematico in quei settori , come l'agricoltura , dove le differenze sono troppo ampie per consentire una concorrenza leale. Studi preliminari hanno già indicato che lo smantellamento delle tariffe attraverso l'Atlantico avrà gravi ripercussioni sull'occupazione, in particolare nell'UE ;
L'armonizzazione della regolamentazione (pensiamo agli standard di sicurezza alimentare, tra cui OGM e REACH) tra UE e USA , che comprende il riconoscimento dei reciproci quadri normativi come uguali , potrebbe rendere inefficaci le leggi di protezioni a favore dei malati dei iconsumatori e l'ambiente ;
Inoltre, la proposta TTIP di includere un capitolo di protezione degli investimenti consentirebbe alle imprese di citare in giudizio i Governi per potenziali perdite di profitti derivanti da una regolamentazione ritenuta troppo onerosa per le imprese. Ciò include divieti e moratorie imposti a nuove pericolose tecnologie, quali il fracking e le biotecnologie; il che limiterá considerevolmente lo spazio politico di intervenire efficacemente sul mercato da parte dei legislatori.Attraverso l'istituzione
Una Mirabile Partnership Trans-Atlantica
di arbitrato delle controversie tra Investitori e Stato , verrebbero garantiti maggiori diritti alle alle aziende rispetto ai cittadini , lasciando sulle spalle dei contribuenti gli oneri miliardari da pagare in seguito alle dispute; tutto questo in un momento in cui i bilanci nazionali stanno già lottando per coprire i costi dei servizi pubblici essenziali.
Mobilitare il 99 % Aggregando tutti questi elementi, comincia ad emergere il grande disegno di un progetto di élite transatlantica volto ad invertire molte delle grandi conquiste sociali che le persone sono riuscite ad ottenere nel corso degli ultimi decenni. Alcune fonti del settore hanno descritto TTIP come "l’estrema offensiva lobbistica ", mentre lobbisti del settore hanno già iniziato ad intraprendere una serie di navette diplomatiche tra Washington e Brussels.121
Lobbisti dell'industria hanno già iniziato ad intraprendere una serie di navette diplomatiche tra Washington e Bruxelles
Per contrastare tutto questo, diventerà vitale nei mesi prossimi garantire la crescita dell'opposizione al TTIP da parte dell’opinione pubblica e che un chiaro messaggio venga inviato ai leader e alle Istituzioni di Governo affinché venga riconsiderato il loro sostegno al TTIP . Di fronte alle paralizzanti politiche di austerità, i leader europei devono accettare
che non esiste una soluzione magica, una ´´pallottola d'argento´´ all'attuale crisi finanziaria . Al contrario l'UE deve iniziare a sviluppare, insieme ai suoi partner sociali (e non con i lobbisti dell'industria), un programma di politica economica che si basi sulla cooperazione , e non sulla competizione, che ponga le persone e il pianeta in primo piano rispetto agli interessi delle grandi imprese .
L’Alleanza ATM - Mandato per il Commercio Alternativo - é una coalizione di circa 50 organizzazioni che offre una valida alternativa all'attuale programma commerciale neoliberista 122, un’alternativa per favorire il benessere economico, sociale e ambientale, per tutti a livello globale.
Per concludere : l’ATM deve essere controllata democraticamente da parlamentari e dal pubblico , la sua visione deve essere profondamente radicata nella comprensione ecologica del nostro rapporto con la Natura , e i suoi obiettivi devono basarsi sul massimo rispetto di classe, genere e differenze etniche , al fine di promuovere la giustizia e l'uguaglianza , garantendo ampio spazio politico e libertá di scelta alle Comunità di decidere in che misura desiderano integrarsi in un'economia globale .
Un mondo con regole commerciali più eque ha il potenziale per trasformare in meglio la vita di milioni di persone. Allo stato attuale , il commercio internazionale , di cui TTIP è una parte , sta facendo l'esatto contrario .
41
Note finali
1. Il Consiglio Atlantico è un centro di ricerca con sede a Washington, istituito nel 1961 per incoraggiare la cooperazione tra Nord America ed Europa , quando la cortina di ferro ha cominciato a frapporsi tra Est e Ovest. Il rafforzamento delle relazioni commerciali transatlantiche è stata una costante attenzione del Consiglio. Nel 2007, è stato pubblicato un rapporto che delineava una ‘leadership transatlantica finalizzata ad una nuova economia globale’ , in cui l'idea di un accordo di libero scambio UE-USA veniva propagandato come risposta alla crisi finanziaria emergente. L' idea di una ' nuova partnership economica transatlantica ' fu ripresa in quello stesso anno dalla Cancelliera tedesca Angela Merkel durante la presidenza tedesca del Consiglio dell'UE come strategia per far uscire l'Europa dalla crisi . Non per caso, la relazione del Consiglio atlantico era stata finanziata dal Programma transatlantico del Ministero tedesco dell'Economia e del Lavoro, in collaborazione con il Fondo tedesco Marshall degli Stati Uniti e della delegazione della Commissione europea a Washington . Per un resoconto più dettagliato del ruolo del Consiglio nella spinta TTIP avanti , vedi l'articolo di Andrew Gavin , "Le grandi cooperazioni cercano US - ' accordo di libero scambio ' europea Ulteriori dominio globale " . http://www.alternet.org/world/large-corporations-cerca-us-european-free-trade–agreement-further-global-dominance
2. Trascrizione di una riunione ad alto livello organizzata da The Brookings Institution su ' l’ Accordo europeo di libero scambio ', a Washington , DC Mercoledì, 27 febbraio 2013
3. Commissione europea . Unione europea e Stati Uniti per lanciare negoziati per una partnership transatlantica commerciale e di investimenti . Comunicato Stampa . 13 Febbraio 2013 . http://europa.eu/ rapid/press-release_MEMO-13-95_en.htm.
4. FTI Consulting. Accordo di libero scambio UE-USA: è nell’ aria ? Briefing . 16 luglio 2012 . http://www.fticonsulting.com/global2/critical-thinking/articles/eu-us-free-trade-agreement.aspx
5. Vedi, per esempio, http://archive.corporateeurope.org/tabd/
6. Vedi i documenti sulla posizione unitaria presentati nel quadro di una consultazione pubblica della Commissione europea: http://trade.ec.europa.eu/consultations/documents/consul_146.pdf
7. Commissione europea . Nota Per all'attenzione del Comitato della politica commerciale . Bruxelles, aprile 2013 TRADE/E.1 / D ( 2013) .
8. Corporate Europe Observatory . Commissione europea prepara per l'UE -USA colloqui commerciali : 119 incontri con i lobbisti del settore. 4 Settembre 2013 , http://corporateeurope.org/trade/2013/09/ european-commission-preparing-eu-us-trade-talks-119-meetings-industry-lobbyists
9. De Gucht , K. Una prospettiva europea sul libero scambio transatlantico. SPEECH/13/178 , Discorso
tenutosi durante la Conferenza europea presso la Harvard Kennedy School , . 2 marzo 2013 . http://europa.eu/rapid/press- release_SPEECH-13-178_en.htm # PR_metaPressRelease_bottom
10. Commissione europea . Uno studio indipendente sottolinea i benefici di accordo commerciale UE-USA . Memo/13/211 . 12 marzo 2013 . http://europa.eu/rapid/press-release_MEMO-13-211_en.htm
11. Centre for Economic Policy Research ( 2013) . Ridurre le barriere nei confronti del commercio transatlantico e degli investimenti - una valutazione economica . Relazione finale del progetto . Londra . http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/march/tradoc_150737.pdf
12. George, C. e Kirkpatrick , C. (2006 ) Aspetti metodologici nella valutazione dell'impatto della politica commerciale : esperienza di valutazione dell'impatto sulla sostenibilità della Commissione europea del programma ( SIA ) . Valutazione d'impatto e la valutazione dei progetti . 24 ( 4 ) . pp 325-334 .
13. George , C. A cosa sta realmente portando l’operazione commerciale UE-USA? 8 lug 2013 . http://www.opendemocracy.net/ourkingdom/clive-george/whats-really-driving-eu-us-trade-deal
14. Valutazione d'impatto del Parlamento Europeo ( 2013) . Prima valutazione di una commissione europea di valutazione d'impatto . Proposta della Commissione europea di autorizzare l'apertura ai negoziati per una partnership sul commercio e investimenti transatlantici tra l'Unione Europea e Stati Uniti d' America. http://www. europarl.europa.eu /delegations/en/studiesdownload.html?LanguageDocument=EN&file=92710
15. Berger , J. Freihandelsstudie - Scharlatanerie im pseudowissen - schaftlichen Gewand , 18 GIUGNO 2013 (Tradotto dal tedesco ). http://www.nachdenkseiten.de/?p=17671
16. George , C. e Kirkpatrick , C. ( 2006 ) . Op. Cit .
17. La Camera di Commercio statunitense ( 2013) . NAFTA Triumphant - Valutare Due decenni di guadagni in commercio , crescita e occupazione . p . 9 . http://www.uschamber.com/sites/default/files/reports/1112_INTL_ NAFTA_20Years.pdf
18. Politica economica Institute ( EPI ) ( 2003) . NAFTA - Perdite di lavoro correlate che si sono accumulate dal 1993. http://www.epi.org/economic_snapshots/entry/webfeatures_snapshots_archive_12102003/
19. Centro per la Ricerca sulla Globalizzazione ( 2010) L'accordo di libero scambio nordamericano ( NAFTA ) ha comportato un aumento della disoccupazione negli Stati Uniti. Montreal. Canada . http://www.globalresearch.ca/the-north-american-free-trade-agreement-nafta-resulted-in-increasing-unemployment-in-the-us/20444
20. Ibid .
Una Mirabile Partnership Trans-Atlantica
21. Faux J. ( 2011) NAFTA a Seven : il suo impatto sui lavoratori in tutti e tre nazioni . Washington DC http://www.policyalternatives.ca/sites/default/files/uploads/publications/National_Office_Pubs/nafta_at_7.pdf
22. Commissione europea (2013 ) Relazione sulla valutazione d'impatto sul futuro della UE-USA relazioni commerciali tra UE e USA. pp 37-38 . http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/march/tradoc_150759.pdf
23. Ibid
24. Ibid . p . 53
25. Ibid . p . 47 .
26. EuroMemo Group ( 2013) . L'aggravarsi della crisi nell'Unione europea : la necessità di un cambiamento fondamentale . http://www2.euromemorandum.eu/uploads/euromemorandum_2013.pdf
27. Ibid .
28. Per una visione d’insieme degli attacchi ai diritti sociali nel contesto della revisione di politica economica e fiscale , si veda ad esempio: http://euobserver.com/news/32462 e http://euobserver.com/opinion/120319.
29. Serra , S. ' Gli Stati sono alla ricerca di leggi per frenare il potere dei sindacati '. New York Times. 3 gennaio 2011 .
30. Vedi la pagina del AFL -CIO: http://www.aflcio.org/Legislation-and-Politics/ State-Legislative-Battles/Ongoing-State-Legislative-Attacks/Right-to-Work-for-Less e Deakin , S . ed Reed , H. ( 2000) . ' Il significato controverso della flessibilità sul mercato del lavoro '. Diritto sociale e la politica . Oxford.
31. Commissione europea ( 2013) . Valutazione dell'impatto di TTIP . p . 52 .http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/march/tradoc_150759.pdf
32. Ecorys ( 2012) . ALLEGATI - misure non tariffarie nel commercio e gli investimenti UE-USA -un' analisi economica . Relazione finale . I Paesi Bassi . p . 45 . http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2009/ december/tradoc_145614.pdf
33. Commissione europea ( 2013) . Relazione sulla valutazione d'impatto sul futuro delle relazioni commerciali tra UE-USA. p . 49 . http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/march/tradoc_150759.pdf
34. Introdotto nel periodo successivo degli effetti devastanti della 'mucca pazza' in tutta Europa nei primi anni novanta, il ' principio precauzionale' si riferisce alla tutela dell'ambiente e dei consumatori e stabilisce che i
rischi dovrebbero essere ridotti o eliminati da un’attività decisionale preventiva, anche se questo non è stato scientificamente dimostrato. http://europa.eu/legislation_summaries/consumers/consumer_safety/l32042_en.htm
35. Euroactive . Hedegaard : Forget - stile USA rivoluzione dello shale gas . 16 MAGGIO 2013 . http://www.euractiv.com/sustainability/cooperation-shale-risposta-europe-news-519803
36. E’ possibile accedere alle cosiderazioni congiunte del settore su TTIP tramite il sito web della Commissione europea : trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2012/july/tradoc_149720.pdf http://
37. Per una panoramica generale sui criteri di sostenibilità introdotti in rosso, vedi il commento dei membri del Partito dei Verdi al Parlamento europeo : http://www.greens-efa.eu/biofuels-2088.html
38. Ultimamente l'UE ha imposto dazi antidumping sull’alcol degli Stati Uniti che hanno limitato ulteriormente le esportazioni di alcol dagli Stati Uniti verso l'UE : http://www.reuters.com/article/2013/04/18/biofuels-eu-idUSL5N0D51EC20130418
39. Dichiarazione di Richard Wilkins , Vice Presidente della American Soybean Association davanti alla High Level Forum UE-USA sulla regolamentazione della cooperazione . 10 aprile 2013. http://www.soygrowers.com/ policy/041013 % 20 - % 20Wilkins % 20Statement % 20 - % 20TTIP.pdf
40. In aggiunta a questi effetti locali, lo shale gas ( come qualsiasi altro combustibile fossile ) ha anche conseguenze ambientali globali , dato che il metano che si ottiene attraverso l'estrazione e l'anidride carbonica che viene rilasciata durante la combustione del metano stesso, contribuisce al cambiamento climatico globale. http://www.foeeurope.org/shale-gas
41. Agenzia US della protezione dell’ambiente. EPA Regole finali sulle emissioni dell’industria petrolifera e del gas nell’aria. http://www.epa.gov/airquality/oilandgas/actions.html
42. ExxonMobil ha già firmato un accordo con la compagnia energetica di stato ucraina Naftogaz , mentre la texana Conoco Philips sta valutando le riserve di 1,1 milioni di acri nella Polonia settentrionale - vedi Financial Times . Ucraina firma accordo sul gas shale. 23 gennaio 2013. http://www.ft.com/cms/s/0/f2e095d4-6578-11e2- a3db - 00144feab49a.html e vedi anche il capitolo 7 della presente relazione per maggiori dettagli ed esempi sulle implicazioni sull’ambiente della proposta del TTIP di aggiungere un capitolo sugli investimenti.
43. Peterson Institute for International Economics . Liquefatto esportazioni di gas naturale : un'opportunità
43
per l'America . Policy Brief . Febbraio 2013. http://www.piie.com/publications/pb/pb13-6.pdf
44. SNL Energia Gas Utility Week. Sierra Club lotta per contenere le proposte GNL di esportazione. 24 Maggio 2013. http://www .downstreamtoday.com/ news /article.aspx?a_id=39609&AspxAutoDetectCookieSupport=1
45. Commercio mondiale on-line. Gruppi d’affari chiedono con forza le esportazioni di GNL, mettono in guardia sulle conseguenze del WTO. 30 giugno 2013. http://insidetrade.com/Inside-Trade-General/Public-Content-World-Trade-Online/business-groups-clamor-for-lng-exports-warn-of-wto-consequences/menu-id-896 . html
46. Vedi, ad esempio , la presentazione congiunta del BusinessEurope e La Camera di Commercio degli Stati Uniti sul TTIP . http://trade.ec.europa.eu/consultations/documents/consul_146.pdf
47. The Globe and Mail . L’Ontario perde il ricorso in appello al WTO sulla legge dell’energia verde. 6 maggio 2013. http://www.theglobeandmail.com/report-on-business/industry-news/energy-and-resources/onta-loses-final-wto-appeal-on-green-energy-act/article11731010
48. Ibid
49. Ibid
50. CAW. Il WTO promulga la legge sull’energia verde dell’Ontario. Bollettino del commercio sostenibile. Edizione Marzo 2013. http://www.caw.ca/assets/images/Trade_Factsheet_English2.pdf
51. Commissione europea ( 2013). Relazione sulla valutazione d'impatto sul futuro delle relazioni commerciali UE-USA. p . 49. http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/march/tradoc_150759.pdf
52. Affari UE . ' Tutto sul tavolo della questione di libero scambio tra UE-USA' . 14 febbraio 2013. http://www.eubusiness.com/news-eu/us-economy-trade.mda
53. Berthelot , J. ( 2013) . La follia pura di integrare l'agricoltura all’interno di un accordo di libero scambio transatlantico . Solidarité . Bruxelles.
54. Financial Times . 'L'agricoltura è un grande ostacolo in uno dei più grandi accordi mondiali di libero scambio'. 17 apr 2013 . http://www .ft.com/intl/cms/s/0/8d9d0c72-a6c1-11e2-885b-00144feabdc0.html # axzz2WIXJaNen
55. Ibid .
56. Si veda, ad esempio , il documento di posizione da Amici della Terra Europa su una riforma verde della Politica agricola comune : http://www.foeeurope.org/agriculture/13_reasons_for_green_CAP_reform.pdf Vedi anche il documento per un'agricoltura europea sostenibile dalla Federazione europea degli agricoltori , Confederation Paysanne: http:// www.agriculturepaysanne.org/la-Charte-de-l-agricoltura-paysanne
57. Commissione europea ( 2013). Relazione sulla valutazione d'impatto sul futuro delle relazioni commerciali UE-USA. p . 47. http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2013/march/tradoc_150759.pdf
58. All'interno US Trade. 'Stati Uniti per premere sulle
approvazioni OGM , l'accesso ai carburanti rinnovabili nei colloqui di libero scambio UE. 22 marzo 2013.
59. Affermazione di Richard Wilkins , Vice President American Soybean Association . http://www.soygrowers.com/policy/041013%20-%20%Wilkins20Statement%20-%20TTIP.pdf
60. BIO. Risposta alla richiesta dell’USTR per i commenti su TTIP . 17 maggio 2013 . http://www.bio.org/sites/default/files/BIO%20TTIP%20%presentazione20May%202013%20final%205%2010%2013.pdf
61. All'interno US Trade . ' UE, USA , pronte a preparare il lancio di negoziati di commercio bilaterale ' . 15 febbraio 2013 .
62. Antoniou, M.,Robinson , C. e Fagan , J. ( 2012) OGM Miti e verità. Fonte aperta della terra. http://earthopensource.org/index.php/2-science-and-regulation/2-1-myth-gm-foods-are-strictly-regulated-for-safety
63. Reuters. ' US OGM la campagna di etichettatura dei prodotti alimentari OGM ha bloccato appena in tempo l’ industria biotech. ' 25 aprile. 2013. http://uk.reuters.com/article/2013/04/25/us-US-ogm-etichettatura-idUSBRE93O18S20130425
64. Ibid.
65. Dow aveva sperato di avere un prodotto di mais OGM chiamato 'Enlist' sul mercato quest'anno . Ma tra l'opposizione di agricoltori, dei consumatori e dei funzionari della sanità pubblica , la compagnia si aspetta ora un ritardo di almeno un anno. Vedi Reuters . ' Controverso nuovo mais OGM. Dow ritardo tra le proteste '. 18 gennaio 2013 . http://www.reuters.com/ article/2013/01/18/dow-biotech-idUSL1E9CIBN320130118
66. Ibid .
Una Mirabile Partnership Trans-Atlantica
67. Coalizione sulla prevenzione del cancro. Manzo americano: Perché è vietato in Europa ? http://www.preventcancer.com/consumers/general/hormones_meat.htm
68. Cibo e ambiente. Relazione di reporting Network. Controversia sulla droga nei mangimi che limita le esportazioni di carne statunitense. 25 gen 2012. http://thefern . org/2012/01/dispute-over-drug-in-feed-limiting-us-meat-exports /
69. Consiglio Nazionale Produttori di maiale . Risposta alla richiesta dell’USTR relativa alle osservazioni su TTIP. 10 maggio 2013. http://www.nppc.org/wp-content/uploads/P-USTR-2012-0028-National-Pork-Producers-Council-EU- Comments1.pdf
70. Vedi, ad esempio , la posizione della Comunità europea delle cooperative di consumatori ( Euro Coop ) sulla questione. http://www.eurocoop.org/en/publications/press-releases/food-policy/153-euro-coop-supports-national-experts-rejecton-of-us-chlorinated-poultry
71. BusinessEurope e Stati Uniti Camera di Commercio presentazione congiunta alla consultazione pubblica della Commissione europea sulla TTIP . http://trade.ec.europa.eu/consultations/documents/consul_146.pdf 72
72. Der Spiegel . « Spaccature Trans-Atlantic : attivisti europei potrebbero contrastare gli interessi USA- UE sul commercio ». 26 febbraio 2013. http://www.spiegel.de/ international/world/plan-for-trans-atlantic-trade-agreement-could-eu-preoccupazioni fondatore-on-the-a-885596.html
73. Vedi, per esempio, lo stesso ' Fact Sheet ' della Commissione europea su ACTA. http://ec.europa.eu/trade/issues/sectoral/intell_property/ fs231007_en.htm , o la presentazione congiunta BusinessEurope e la Camera di Commercio degli Stati Uniti alla consultazione pubblica della Commissione europea sulla TTIP. Op. Cit.
74. Vedi due delle più grandi campagne internazionali contro ACTA : http://www.stopp-acta.info/english e http://www.stopacta.info/ , o il video esplicativo su YouTube : http://www.youtube.com / watch?v = N8Xg_C2YmG0
75. Vedi il comunicato stampa del Parlamento europeo : http://www.europarl.europa.eu/news/en/pressroom/content/20120703IPR48247/html/European-Parliament-rejects-ACTA
76. Der Spiegel International. Op. Cit .
77. Per una copia del mandato sede UE : http://www.s2bnetwork.org/fileadmin/dateien /
downloads /EU_Draft_Mandate_ - _Inside_US_ Trade.pdf
78. Come spiega il gruppo che promuove campagne con sede a Bruxelles - European Digital Rights ( EDRI ), mentre l'UE estende le regole sulla privacy per tutti i dati personali non europei sotto la sua giurisdizione, gli Stati Uniti escludono tutti i cittadini non statunitensi da tutele costituzionali, e dalla protezione significativa sotto il Patriot Act , la legge FISA , tra gli altri.EDRI. Lobbying degli Stati Uniti intensifica la riforma contro la protezione dei dati . 17 GENNAIO 2013. http://www.edri.org/us-eudatap
79. Google e Microsoft , tra tanti altri, sono state finanziatrici di associazioni di lobby industriali, come la Privacy Association ( EPA) per rinforzare gli IPRs delle compagnie e per indebolire le norme sulla protezione dei dati . Vedi IDG News Service per maggiori informazioni: http://www.infoworld.com/d/the-industry-standard/google-microsoft-and-yahoo-are-secret- backers-behind-european-privacy-association-218945 ; http://corporateeurope.org/sites/default/files/attachments/complaint_epa.pdf
80. Forum Servizi Europeo (FSE). FSE Contributo alla pubblica consultazione sulle relazioni UE -USA Gruppo ad alto livello sulla crescita e l'occupazione. 23 aprile 2012 . http://trade.ec.europa.eu/doclib/docs/2012/july/tradoc_149673.pdf
81. BusinessEurope e Stati Uniti Camera di Commercio presentazione congiunta alla consultazione pubblica della Commissione europea sulla TTIP . http://trade.ec.europa.eu/consultations/documents/consul_146.pdf
82. The Washington Post . 'Amministrazione Obama ha convinto UE ad abbandonare provvedimento che avrebbe bloccato lo spionaggio NSA. ' 12 Giugno 2013 . http://www.washingtonpost.com/blogs/worldviews/wp/2013/06/12/obama-administration- convinced-eu-to-drop-measure-that-would-have-blocked-nsa-spying/
83. European Digital Rights ( EDRI ). Protezione dei dati in TTIP/TAFTA-come rendere peggiore una brutta situazione. 13 giu 2013. http://www.edri.org/nodpinttip
84. BSA press statement. 'L’affare del CommercioTransatlantico potrebbe essere un vantaggio per i prodotti e servizi dell’era digitale ', dice BSA. 20 marzo 2013 .
85. Vedere la ' legge sulla ACTA ' campagna per una critica più dettagliata di queste disposizioni e per il testo ACTA originale : http://act-on-acta.eu /Main_Page
45
86. La Quadrature du Net , 'Nessun copyright nell’accordo commerciale tra UE-USA! ' 15 Marzo 2013. http://www.laquadrature.net/en/no-copyright-in-eu-us-trade-agreement
87. Partito d'Azione della Sanità Nazionale. Il Partito d'Azione della Sanità invita il primo ministro di esentare NHS dall’ accordo commerciale tra US e UE e fermare la privatizzazione irreversibile di NHS. 13 maggio 2013. http://www.nationalhealthaction.org.uk /nha-party-calls -on-pm/
88. New York Times. ' Tra tagli, i medici greci danno gratutamente un messaggio ai poveri: non siete soli ' . 24 Ottobre 2012 . http://www.nytimes.com/2012/10/25/world/europe/greek-unemployed-cut-off-from-medical-treatment.html?pagewanted=all&_r=0? ;The Guardian. 'Gli immigrati in Spagna perdono il diritto alla salute pubblica' . 31 agosto 2012. http://www.guardian.co.uk/ world/2012/aug/31/immigrants-spain-lose-public-healthcare
89. Financial Times. " Trattative commerciali transatlantiche vicino al decollo" . 7 gennaio 2013 . http://www.ft.com/intl/cms/s/0/089ee396-56bd-11e2-aad0-00144feab49a.html#axzz2S4Q75wlv
90. CropLife America. Risposta alla richiesta USTR per i commenti su TTIP . 5 ottobre 2013 . http://www.regulations.gov/contentStream er ? objectId = 09000064812ff3c9 & disposition = attachment & contentTy pe = pdf
91. Financial Times. ' Il Parlamento Europeo approva la legge sulle sostanze chimiche'. 13 dicembre 2006. http://www.ft.com/intl/cms/s/0/db8363ae-8aa4-11dB-8940-0000779e2340.html#axzz2UhzoPVuA
92. Huffington Post. ' Colloqui commerciali mettono in pericolo le garanzie sanitarie. ' 2 maggio 2013. http://www.huffingtonpost.com/nasima-hossain/trade-talks- put-healt-sa_b_3195225.html
93. Business Europe e la Camera di Commercio degli Stati Uniti si presentano congiuntamente alla consultazione pubblica della Commissione europea sulla TTIP. http:// trade.ec.europa.eu/consultations/documents/consul_146.pdf
94. Open Democracy . ' Le future offerte commerciali UE-USA e UE-Canada avranno gravi implicazioni per il nhs. ' 15 maggio 2013. http:// www.opendemocracy.net/ournhs/linda-kaucher/upcoming-eu-us-and-eu-Canada-trade-deals-have-serious-implications-for-nhs
95. Nel 2008, il Canada era stato colpito da tali sanzioni, che gli sono costate più di 18,5 milioni di dollari, per non parlare di 533.000.000 dollari in cause pendentidi crediti in sospeso. Ora , un gruppo di 200 investitori
privati, guidati da un imprenditore dell'Arizona, Melvin J. Howard, sta progettando di utilizzare il meccanismo di trattamento nazionale NAFTA per forzare il sistema sanitario canadese - spesso descritto come ' l'ultima grande ostrica non ancora aperta nel mercato nordamericano', contro il quale le autorità pubblica potranno fare ben poco.Per maggiori dettagli , si veda la relazione del giornale locale canadese Winnipeg Free Press. ' Suit cerca di aprire il servizio sanitario canadese alle privatizzatzioni [sic]. 24 settembre 2008. http://www.winnipegfreepress.com/historic/33080179.html
96. Un 'medicinale generico' è un farmaco che viene sviluppato per essere uguale ad un medicinale già stato autorizzato. I farmaci generici sono ampiamente utilizzati nella UE in programmi di trattamento di costo-efficacia e sono prescritti come efficace alternativa a farmaci più costosi.
97. Der Spiegel International. ' Distrutta la rete di sicurezza sociale: l'austerità europea che costa la vita'. 27 marzo 2013 . http://www.spiegel.de/international/europe/lancet-study-european-austerity-costing-lives-a- 891308.html;Karanikolos , ' Crisi finanziaria, l'austerità e la salute in Europa' The Lancet , 381 ( 9874 ). pagg.1323 - 1331 , 13 aprile 2013. http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140- 6736 %2813%2960102-6/fulltext
98. Public Citizen . In primo luogo SOPA , poi ACTA , ora TAFTA: ci risiamo . 18 marzo 2013 . http://www.citizenvox.org/category/ pharmaceuticals/
99. Ibid .
100. Per maggiori dettagli sul capitolo di investimenti di TTIP vedere la sezione 7 della presente relazione .
101. Public Citizen. Stati Uniti. La multinazionale farmaceutica statunitense NAFTA utilizza i privilegi dell'investitore estero per attaccare il Patent Policy del Canada, chiedendo100 milioni di dollari per l' annullamento di un brevetto. Marzo 2013. http://www.citizen.org/eli-lilly-investor-state-factsheet
102. Ibid .
103. Bloomberg . ' Wall Street cerca Dodd -Frank cambia attraverso negoziati commerciali ' . 23 maggio 2013. http://www.bloomberg.com/news/2013-05-23/wall-street-seeks-dodd-frank-changes-through-trade-talks.html
104. M. Vander Stichele & R van Os. Affari come al solito? Come gli accordi di libero scambio mettono in pericolo la riforma del settore finanziario . SOMO . December 2010. p.2 http://somo.nl/publications-nl/ Publication_3611-nl
Una Mirabile Partnership Trans-Atlantica
105. Vedi le opinioni espresse dal deputato Blumenauer durante l'audizione sulla partnership USA-UE dei negoziati per il commercio e investimento davanti al S. Comm. sul commercio del H. comm. Ways & Means , 113 ° Cong . (2013) ; Vedi anche lo spazio riservato alla questione dal New York Times: http://www.nytimes.com/2013/05/01/business/banks/ criticize-strct-controls-for-foreign-bets. html?pagewanted=2& _r=0&nl=todaysheadlines&emc=edit_th_20130501&pagewanted=print
106. J. Politi, A. Barker . La Casa Bianca va verso Wall Street e si scontra sulle trattative commerciali a Bruxelles. Financial Times , 8 luglio, 2013. http://www.ft.com/intl/cms/s/0/2dfccce6-e58f-11e2-ad1a-00144feabdc0.html#axzz2YNqyEcfj
107. Vedere il FSE e il documento di posizione congiunta del CSI su TTIP. http://www.esf.be/new/wp-content/uploads/2012/11/ESF-CSI-Joint-Statement-on-Regulatory- Cooperation-Component-of-EU-US-Agreement-Final-12-Nov-2012.pdf
108. Ibid .
109. Ibid
110. SIFMA e AFME . SIFMA , AFME Consiglio europeo di sostegno per cercare un accordo dilibero scambio con gli Stati Uniti . 11 Febbraio 2013 . www.sifma.org/newsroom/2013/sifma-afme-support-european-concil-seeking-free-trade-agreement-with-u_s_/
111. New York Times. ' UE si oppone alla normativa statunitense sui requisiti patrimoniali ' . 22 aprile 2013 . http://www.nytimes.com/2013/04/23/ business/global/eu-objects-to-us-regulations-on-capital-requirements.html?_r =0
112. In riferimento alla proposta di regolamentare le banche estere operanti negli Stati Uniti, sia la Commissione europea, la Gran Bretagna e la Germania, si sono lamentati con il segretario del Tesoro statunitense Jacob J. Lew sostenendo che [ i mercati globali ] non saranno in grado di funzionare in tali condizioni normative onerose.' Invece, esse sostengono, che gli Stati Uniti dovrebbero essere d'accordo nel rispettare le leggi di ogni nazione, tenendo conto del fatto queste siano ' ragionevolmente compatibili ' .Per quanto riguarda la proposta di regolamentare le banche estere che operano negli Stati Uniti, statunitensi che si trovano all'estero, sia la Commissione E operanti negli Stati Uniti , il commissario europeo per il Mercato interno Michel Barniere , ha sostenuto che le proposte della Federal Reserve non sono riescite a riconoscere che le banche europee sono già regolate da criteri 'forti come quelli statunitensi '. The New York Times. Op. Cit
113. Vedi la sezione 7 della presente relazione per maggiori dettagli.
114. SIFMA e AFME . Op. Cit .
115. FMI. La liberalizzazione e la gestione dei flussi di capitale : un'opinione istituzionale. 14 novembre 2012 , http://www.imf.org/external/ np/pp/eng/2012/111412.pdf
116. La sezione corrente è basata sulle ricerche di un report effettuato dal Corporate Europe Observatory ( CEO) e il Transnational Institute ( TNI ) , che riconosciamo e ringraziamo per aver accettato di includerlo in questo studio . Per tutti i riferimenti , e per ulteriori informazioni su questo argomento , consultare :CEO . Un disegno di legge societaria transatlantica dei diritti. 3 giugno 2013 . http://corporateeurope.org/sites/default/files/publications/corporate-bill-of-rights.pdf
117. Commissione europea . Lettera interna trapelata da Denis Redonnet ( capo unità sulla strategia commerciale all'interno della Direzione generale Commercio ) al Comitato della politica commerciale del Consiglio europeo . Dimensioni economiche strategici del Commercio e gli Investimenti di partenariato transatlantico ( TTIP ) . 25 Marzo 2013
118. Ibid .
119. Commissione europea . Lettera interna rivelata da Denis Redonnet (capo unità sulla strategia commerciale all'interno della Direzione generale Commercio) al Comitato della politica commerciale del Consiglio europeo . Dimensioni economiche strategici del Commercio e degli Investimenti del partnership transatlantico ( TTIP ) . 25 marzo 2013 .
120. Il desiderio di vedere le TTIP fermare il loro sviluppo economico traspare nella valutazione d'impatto della stessa Commissione europea, la quale riconosce che : "mentre la maggior parte delle regioni aspetta di ottenere dei benefici da un lieve aumento delle condizioni di scambio , (in particolare la regione del Mediterraneo ), altri ci perderanno. La Cina, l'India e la regione Asiatica , si troveranno ad affrontare decrescite nelle loro relative condizioni commerciali sul mercato mondiale, in conseguenza di un ambizioso accordo di libero scambio UE-USA FTA". Commissione europea ( 2013) . Relazione sulla valutazione d'impatto sul futuro delle relazioni commerciali tra UE e USA . p.45 .
121. The Hill. Le imprese di K Street si adoperano sui colloqui commerciali tra USA-UE da entrambi i lati dell'Atlantico . 21 MARZO 2013 . http://thehill.com/business-a-lobbying/289443-k-street-working-trade-talks-from-both-sides-of-the-atlantic # ixzz2OB7kpqWR
122. Per una panoramica del mandato alternativo al commercio ( ATM) , vedi
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:http://www.alternativetrademandate.org/ Per un elenco dei membri e delle organizzazioni sostenitrici, vedi :
http:// www.alternativetrademandate.org/about-us/our-members/