Partnership exchange report teramo ottobre 2012

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Partnership Exchange Report Teramo, Italia, Ottobre 2012

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Partnership Exchange Report Teramo, Italia, Ottobre 2012

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Indice

Sintesi Progetto ..................................................................................................................... 3

Introduzione........................................................................................................................... 4

Panoramica dei Partners Italiani ............................................................................................ 5

Evento pubblico ..................................................................................................................... 7

Seminario tematico .............................................................................................................. 15

Site Visit............................................................................................................................... 20

Conclusioni .......................................................................................................................... 28

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Sintesi del progetto

Il progetto sui piani di miglioramento dei corridoi fluviali europei è

finanziato in parte dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – FESR -

dell'Unione Europea attraverso il programma INTERREG IVC. Il

progetto ERCIP ha una durata di 3 anni (Gennaio 2012 - dicembre

2014) e si propone di fornire un modello trasferibile di agenzia comune,

efficace per la gestione dei corridoi fluviali.

Scopo del progetto è promuovere lo scambio e, congiuntamente, lo

sviluppo di esperienze maturate inerenti i piani di miglioramento dei

corridoi fluviali. Ciò sarà raggiunto attraverso l’integrazione tra le agenzie

regionali ambientali, le autorità amministrative locali e le autorità di

gestione delle acque nell’esercizio dei processi di gestione dei corridoi

fluviali, in materia di protezione dei corridoi fluviali e di sviluppo futuro dei

corridoi fluviali geograficamente sensibili.

Per raggiungere questi obiettivi i partners di progetto:

• analizzeranno e svilupperanno processi formali con le autorità

pertinenti per lavorare congiuntamente su problemi strategici;

• svilupperanno una politica ambientale di prevenzione dei rischi,

di pianificazione e progettazione con il supporto congiunto di

tutti gli attori coinvolti. Tale approccio permette tre livelli di

risultati politici incorporati:

- Impegno per un lavoro congiunto

- Preparazione e sviluppo di un piano locale di miglioramento

dei corridoi fluviali

- Adozione di un piano di miglioramento dei corridoi fluviali;

• Aumenteranno la consapevolezza dei problemi di gestione dei

corridoi fluviali in particolare delle maggiori pressioni ambientali,

dei cambiamenti climatici e dell'impatto dovuto a elementi

abitativi, industriali o commerciali che a loro volta influenzano la

sostenibilità ambientale, economica e sociale di tali aree.

• Incentiveranno le comunità locali a partecipare attivamente nei

processi di gestione e di mantenimento dei corridoi fluviali.

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Introduzione

Si è svolta a Teramo, nelle giornate del 2 e 3 ottobre 2012, con estremo successo per partecipazione e risultati acquisiti, la seconda Partnership Echange Visit tenutasi nell’ambito del progetto ERCIP, cofinanziato dalla Commissione Europea a valere sul Programma Europeo INTERREG IVC. Il progetto in parola mira principalmente alla realizzazione di Piani di miglioramento dei corridoi Fluviali che permettano alle agenzie regionali, interessate nella protezione ambientale, di lavorare in partenariato con le autorità locali. La visita di scambio, partendo dagli ottimi risultati conseguiti nel corso del primo evento organizzato nel distretto londinese di Lewisham, e propedeutica alla condivisione delle buone pratiche, è stata organizzata dalla Provincia di Teramo e dal Comune di Teramo, i quali hanno accolto e ospitato i rappresentanti dei Partners internazionali coinvolti nel progetto: London Borough of Lewisham (UK) Erftverband (DE) Rhein-Erft-Kreis (DE) Istituto di geologia della Romania (RO) Municipalità di Harsova (RO) Regione occidentale della Macedonia (EL) Municipalità di Servia-Velvento (EL) Nel corso delle due giornate sono state promosse tre differenti iniziative:

1) Convegno pubblico. “Verso il Contratto di Fiume”; 2) Seminario Tematico; 3) Site Visit.

Sopra una foto del corso del fiume Tordino.

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Panoramica dei Partners

La Provincia di Teramo è un’autorità pubblica locale. La propria area amministrativa ha un’estensione di 1.947,64 km2 e comprende 308.769 abitanti. Un’area considerevole del territorio comprende il Parco Nazionale (Gran Sasso e Monti della Laga) ed è caratterizzata dalla presenza di numerose ed importanti città storiche. Tuttavia il territorio della Provincia di Teramo comprende anche un’area costiera con località turistiche di notevole importanza. Per quanto concerne le

risorse umane, il personale impiegato nella Provincia di Teramo è di 450 unità, n. 13 persone lavorano nei settori amministrativi. La Provincia di Teramo ha partecipato ai seguenti progetti: 1. Progetto ETICA finanziato dal Programma LIFE 2. Progetto GRISI finanziato dal Programma INTERREG III C Sud 3. Progetto MARINAS finanziato dal Programma NPPA INTERREG-CARDS/PHARE 4. Progetto O.A.S.I.S finanziato dal Programma NPPA INTERREG-CARDS/PHARE 5. Progetto Parks&Economy finanziato dal Programma INTERREG IIIB CADSES 6. Progetto Ecotourism finanziato dal Programma INTERREG IIIC Sud Attualmente, la Provincia di Teramo partecipa a: 1. Wide the SEE by Succ Mod finanziato dal Programma South East Europe 2. Progetto SUSTAIN finanziato dal Programma INTERREG IV C, 3. Progetto We are the Planet, finanziato dalla Direzione Generale della

Commissione Europea 4. Progetto “MARLISCO” Marine Litter in Europe Seas: Social awarenesS and CO-

Responsability - 7 Programma Quadro - Commissione Europea DG Ricerca ed Innovazione

5. Progetto “LEGED”– Low Enthalpy Geothermal ENergy Demonstration cases for Energy Efficient building in Adriatic area” IPA Adriatico Adriatic Cross-Border Cooperation Programme

Project Manager “ ERCIP” - D.ssa Doriana Calilli Servizio Politiche Comunitarie della Provincia di Teramo Via Giannina Milli, 2 CAP 64100 Teramo (IT) 0039.0861.331407 E-mail [email protected]

Project Secretary – D.ssa Mara Di Berardo Servizio Politiche Comunitarie della Provincia di Teramo Via Giannina Milli, 2 CAP 64100 Teramo (IT) 0039.0861.33238

E-mail [email protected],

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Il Comune di Teramo è un’Istituzione pubblica locale riconosciuta dalla

legge Costituzionale Italiana. Nell’ambito della sua autonomia il

Comune rappresenta la comunità locale e la cittadinanza, si occupa dei

loro interessi e promuove il loro sviluppo.

I campi di attività corrispondono ai differenti settori dell’Ente: staff,

attività di produzione, Polizia Municipale, politiche e progetti europei,

contratti e procure, ufficio di registro, finanza, urbanistica, pianificazione

ambientale e territoriale, lavori pubblici, protezione civile, trasporto, istruzione,

cultura, sport, turismo, musei, attività e politiche sociali, politiche giovanili.

Il Comune di Teramo, nell’ambito di tali settori ha un’influenza diretta in termini di

processi decisionali, poiché essa adotta tutte le normative corrispondenti e gli atti

strategici.

Nel 2005 la Città di Teramo ha partecipato come partner nel progetto Hist.Urban,

finanziato dal programma FESR CADSES, 4° Invito a presentare proposte ed

attualmente partecipa, in qualità di partner nel progetto ViTo, finanziato dal

Programma FESR South East Europe primo invite a presentare proposte.

Entrambi i progetti sono implementati nel campo della rivalutazione delle città

storiche, in Hist.Urban la città di Teramo ha implementato un piano di risparmio

energetico elaborando un progetto pilota nel centro della città. in ViTo, la Città di

Teramo sta elaborando un piano di gestione secondo la Carta Leipzig.

Interscambi

I Partner lavoreranno congiuntamente per il raggiungimento degli obiettivi del

progetto ERCIP partecipando alle attività previste per la fattiva realizzazione del

Contratto di Fiume Tordino. La Provincia di Teramo, che ha tra i suoi compiti quello di

coordinare i comuni del territorio provinciale, provvederà a coordinare i comuni

coinvolti territorialmente nel Contratto di Fiume. Il Comune di Teramo avrà il compito

precipuo, tra gli altri, di sviluppare le necessarie sinergie tra le attività strettamente

collegate al Contratto di Fiume ed il Parco Fluviale che insiste in prossimità del

centro storico della Città di Teramo che gli antichi Romani chiamarono “ Interamnia

Urbs “ ovvero città tra i due fiumi, con riferimento al Tordino ed al Vezzola.

Sopra un’antica immagine della Città di Teramo.

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CONVEGNO PUBBLICO “VERSO IL CONTRATTO DI FIUME”

Martedì, 2 ottobre 2012

Ad apertura delle due giornate di meeting internazionale organizzate dalla Provincia di Teramo e dalla Città di Teramo, quale seconda Partnership Exchange Visit del progetto ERCIP, ha avuto svolgimento, presso la Sala del Consiglio provinciale, il convegno intitolato “Verso il contratto di fiume”, rivolto alla cittadinanza, ai rappresentanti delle amministrazioni comunali e ai partners internazionali del progetto provenienti da Regno Unito, Germania, Romania e Grecia.

Gli argomenti affrontati nel corso del convegno sono stati incentrati sulle tematiche inerenti la gestione dei corridoi fluviali con una specifica attenzione rivolta, per la realtà teramana, al bacino fluviale del Tordino-Vezzola, quale primo territorio utile alla sperimentazione di piani di miglioramento su un’area che coinvolge 17 Comuni all’interno del bacino idrografico, con una superficie interessata di 450 chilometri quadrati e una popolazione di circa 100 mila abitanti. L’apertura dei lavori è stata introdotta dal saluto istituzionale del Presidente della Provincia di Teramo, Valter Catarra. Contributo che è andato nella direzione di confermare e consolidare il forte impegno dell’Ente provinciale, nel perseguire l’adozione e l’attuazione di politiche che mirino a dotare istituzionalmente ed

Una foto della Sala Consiliare della Provincia durante l’evento pubblico.

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operativamente il territorio di strumenti utili al perseguimento di obiettivi di risanamento e sviluppo sostenibile dei corridoi fluviali. Impegno che si rileva sempre più fondamentale nella concreta formulazione di strategie serie e concertate alle quali tutti gli attori e stakeholders locali dovrebbero contribuire in maniera attiva e propositiva. Questo progetto nasce con la finalità di delineare con chiarezza un modello di gestione condivisa dei corridoi fluviali replicabile anche in altre realtà e permetterà di riorganizzare la gestione dei bacini fluviali del territorio concentrandosi non solo alla risoluzione di problematiche idrogeologiche ma anche ad un rilancio strategico dei bacini fluviali, indirizzando in maniera più consapevole e condivisa le attività industriali, agricole e turistiche che troppo spesso si appoggiano in maniera non sostenibile alle risorse fluviali. L’obiettivo è proprio quello di un nuovo modello di sviluppo sostenibile del territorio, declinato sotto il profilo della salvaguardia ambientale e il pino dell’alta vallata del Tordino è il punto di partenza per il progetto di miglioramento, che muove dalla valorizzazione delle buone prassi locali.

Di concerto l'amministrazione comunale teramana, che nella figura dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Teramo, Rudy Di Stefano, ha ribadito l’importanza del progetto ERCIP da valutare quale rilevantissima occasione di tutela del patrimonio comune. Secondo l’Assessore, infatti, l’esistenza sul territorio di due parchi fluviali,

Partners Ercip e partecipanti al Convegno Pubblico “Verso il Contratto di Fiume”.

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rappresenta la struttura su cui imperniare la realizzazione di un anello verde con un sistema integrato, connettivo di funzioni urbane, ambientali, sportive, culturali che impattino positivamente sulla valorizzazione sostenibile del territorio.

La valenza e gli obiettivi che il progetto ERCIP si prefigge sono, dunque, stati ampiamente e tecnicamente presentati agli intervenuti nel corso dell’intervento del Prof. Paul Chapman, Rappresentante e Project Manager del London Borough of Lewisham, capofila del progetto. Attraverso la descrizione dei suoi punti fondamentali, Chapman ha sottolineato le opportunità e i risultati a cui Ercip può condurre in termini di:

- condivisione delle migliori pratiche amministrative ed attuative internazionali nell’attuazione del risanamento dei corridoi fluviali;

- formalizzazione di accordi stabili e collaborativi attraverso il quadro legale e regionale degli attori territoriali competenti in supporto alle tematiche ed alle strategie comuni di sviluppo sociale e economico;

- miglioramento della prevenzione sul rischio ambientale mediante pianificazione di linee guida a supporto dell’azione amministrativa locale;

- la formulazione ed implementazione di un piano di lavori trasferibile ad un modello europeo per la riqualificazione dei corridoi fluviali;

- incrementazione della consapevolezza riguardo le problematiche di gestione dei corridoi fluviali, quali effetto di cambiamenti climatici, sviluppo abitativo e

Nella foto da sinistra: Paul Chapman, Francesco Marconi, Rudy Di Stefano, Maurilio Ronci.

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industriale, insostenibilità economica e sociale; - stimolo delle comunità locali nell’essere parte attiva all’interno dei processi

decisionali ed attuativi sia in fase di valorizzazione che di gestione dei corridoi fluviali.

Ulteriore valido apporto alla discussione ha rappresentato l’intervento dell’Arch. Massimo Bastiani, Coordinatore Scientifico del Tavolo Nazionale dei Contratti di Fiume.

In Italia una spinta allo sviluppo dei Contratti di fiume è derivata dall’attività del Tavolo Tecnico Nazionale con il coordinamento nazionale A21 Italy. Giacché, infatti, le esperienze presentate fino al 2008 descrivevano ancora un fenomeno limitato esclusivamente a pochi fiumi lombardi e piemontesi, recentemente sono stati censiti oltre 60 processi sparsi in tutto il territorio italiano e che, anche se possono essere considerate esperienze ad un livello diverso di definizione, vedono almeno una ventina di queste apprestarsi a divenire Contratti di Fiume in senso pieno. A fronte di un ormai consolidato stato di degrado progressivo dei suoli, dell’abbandono del territorio, dell’occupazione dello spazio censito come a rischio, della riduzione delle zone umide, dello spostamento dei fiumi dalle aree golenali che proteggono i territori dalle inondazioni e dello sfruttamento intensivo e poco programmato del territorio, si tratta di affrontare una crisi globale e sistemica dovuta ad un modello di sviluppo, che ha causato ed in conseguenza, è destinato a subire il mutamento climatico ed i suoi effetti.

Nella foto, a destra, Massimo Bastiani durante la sua presentazione.

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Ricorda il Dr. Bastiani che la Commissione Europea con la White Paper Adapting to climate change; Towards a European framework for action (COM/2009/147) invita ad integrare l’adattamento ai Cambiamenti Climatici nell’implementazione delle politiche riguardanti le acque poiché “i Cambiamenti Climatici sono destinati a indurre con continuità, profonde variazioni alle precipitazioni e scorrimento delle acque, rischi di inondazioni e erosioni costiere, distruzione di specie ed ecosistemi, in termini stagionali ed annuali” e “…questi cambiamenti si apprestano a divenire particolarmente significativi nella seconda metà di questo secolo.”. E’ quindi sempre più necessaria una valutazione nazionale e regionale dei rischi idrogeologici e climatici che fornisca indicazioni fondamentali per la gestione dei singoli bacini fluviali.

La Commissione Europea con la Direttiva 2007/60 CE impone agli Stati Membri di fornire la valutazione preliminare del rischio di alluvioni entro il 2011, produrre entro il 2013 le mappe della pericolosità da alluvione e rischio di alluvioni ed entro il 2015 i piani di gestione del rischio di alluvioni. Nello specifico delle politiche d’intervento sui fiumi si tratta anche di constatare il fallimento di un modello “convenzionale” che prevedeva nella limitazione delle sezioni fluviali e nel contenere l’acqua entro stretti argini, il superamento del rischio. Tale modello ha dimostrato nei fatti di non essere sostenibile e l’artificializzazione dei corsi d’acqua ha di fatto aggravato notevolmente la pericolosità dei corsi d’acqua e il potenziale di esposizione al danno dei centri abitati vallivi. L’alternativa a questo modello impone di tornare a considerare i fiumi un elemento “naturale” le cui dinamiche vanno recepite all’interno di un uso del suolo e di una pianificazione territoriale più consapevoli. Si tratta inoltre di investire nelle

Nella foto a destra: un momento della relazione di Massimo Bastiani.

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opere di manutenzione e tutela del territorio e del paesaggio, considerandole come una necessaria vera e propria grande infrastruttura nazionale. Appare inoltre necessario un coinvolgimento significativo e tempestivo degli Stakeholders per sostenere efficaci misure multisettoriali di tutela del territorio, intese anche come “investimento” nella prevenzione del rischio. Lo scopo del tavolo è di contribuire alla diffusione di un nuovo approccio non tecnocratico alla materia, al fine di contribuire all’instaurazione di una fase di dialogo, confronto e coordinamento delle politiche e dei soggetti decisionali assieme al riconoscimento di un ruolo centrale alla concertazione, scambiare buone pratiche diffondere le linee guida e lanciare un “Manifesto” per la valorizzazione dei bacini fluviali.Le esperienze Nazionali, rilevate attraverso l’attività del Tavolo, sono state raccolte in un volume che è, ad oggi, lo strumento più completo di ricognizione metodologica e di ricognizione di casi. L’ultimo intervento è stato apportato dall’Arch. Maurizio Ronci, membro del Gruppo Agenda 21 locale della Provincia di Teramo, che nello specifico ha illustrato gli elementi che entrano in gioco nel progetto del contratto di fiume: dalla comunità formata da imprese, cittadini, associazioni varie; al territorio con le proprie caratteristiche specifiche; all’insieme delle politiche e dei progetti a diverse scale e livelli.

Il relatore ha esposto il complesso processo di Multilevel governance che agisce su diverse aree in maniera simultanea: in area normativa, nel selezionare gli stakeholders da coinvolgere, i campi in cui intervenire e gli strumenti con cui

Nella foto a destra: un momento della relazione di Maurilio Ronci.

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interagire; in area tecnica, nel mettere a sistema studi e ricerche esistenti, comporre il quadro conoscitivo multilivello e costruire una banca dati relazionale; ed infine, in area di animazione territoriale, nel coinvolgere gli stakeholders, incrementare la consapevolezza degli attori locali e nel definire le responsabilità ed i benefici del Contratto. A tal proposito Ronci puntualizza le fasi di elaborazione del contratto di fiume, da intendersi giuridicamente come “Accordo di programmazione negoziata”, il quale deve essere accompagnato da un processo di partecipazione istituzionale e pubblica, finalizzato alla condivisione delle scelte strategiche, i cui passaggi formali per la sua sottoscrizione comportano la firma di un accordo preliminare ovvero di un Protocollo di Intesa, la sottoscrizione del Contratto di Fiume e la sottoscrizione del Piano di azione inteso come Piano di Miglioramento Fluviale. A chiusura del convegno la Provincia di Teramo e 17 Comuni del territorio hanno siglato il “Contratto di Fiume del Tordino”, fondamentale documento che si qualifica come strumento di pianificazione dei bacini fluviali, e attraverso il quale potrà essere sperimentata una nuova modalità di gestione e modelli più efficaci di intervento a tutela e valorizzazione del fiume teramano. La firma del protocollo di intesa è stata introdotta dall’Assessore Provinciale all’Ambiente, Francesco Marconi, che ha ribadito l’impegno da parte della Provincia e della Regione di estendere tale modello di intervento a tutti i corsi d’acqua nel territorio amministrato.

Nella foto: Davide Di Giacinto e Francesco Marconi con alcuni Sindaci dei comuni firmatari il Contratto

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E’ ormai ampiamente riconosciuto, da parte degli esperti del settore, che il contratto di fiume si qualifichi come miglior strumento per la risoluzione di problemi in ambiti fluviali in quanto riesce a superare le frammentazioni amministrative e di competenza che attualmente rendono difficoltosi sia la pianificazione territoriale che gli interventi.

In seguito a tale stipula, la predetta zona vedrà nei tempi brevi l’attuazione delle più efficaci misure ai fini del risanamento degli ambiti fluviali, secondo approcci operativi congiunti e partecipati i quali sono stati già applicati, con successo, da amministrazioni regionali quali Lombardia e Emilia Romagna.

Nella foto: la firma dell’Assessore all’Ambiente del Comune di Teramo Rudy Di Stefano.

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SEMINARIO TEMATICO PIANO DI SVILUPPO PER IL MIGLIORAMENTO DEL CORRIDOIO FLUVIALE:

L’ESPERIENZA DI TERAMO Martedì, 2 ottobre 2012

La Provincia di Teramo ha presentato, nell’ambito del convegno intitolato “Verso il Contratto di Fiume” un seminario sugli aspetti pratici per un piano di sviluppo e miglioramento del corridoio fluviale che possa essere di utilità comune. Il seminario si è svolto presso la sala conferenze dell’Hotel Abruzzi in via Mazzini 18 a Teramo. Durante gli interventi dei vari relatori partecipanti è emerso chiaramente come, con la riqualificazione del bacino fluviale e con vari progetti di miglioramento, si possa arrivare ad un più stretto rapporto di lavoro tra la varie organizzazioni e alla messa in comunione dei progetti realizzati. E’ lavorando insieme, infatti, che si possono trovare soluzioni reciprocamente vantaggiose e che sono alla base di un ottimale ERCIP locale.

Il seminario hanno partecipato Funzionari esperti dei diversi Settori della Provincia e del Comune di Teramo i quali hanno rappresentato al partenariato internazionale del progetto ERCIP le diverse caratteristiche territoriali del bacino fluviale del Tordino e

I partecipanti nella sala conferenze dell’Hotel Abruzzi durante il Seminario Tematico.

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del Vezzola. Ad essi si è aggiunta la voce autorevole dell’Esperto ERCIP per della Provincia di Teramo Prof. Arch. Massimo Bastiani che ha portato l’esperienza maturata in Italia sui Contratti di Fiume.

Il seminario si è aperto con la presentazione del Dott. Maurizio Rosa, Geologo della Provincia di Teramo intitolata “Fiume

Tordino:criticità idromorfologiche e proposte di intervento”. Durante il suo intervento Rosa ha messo in evidenza come in realtà il clima nella zona di interesse non sia poi tanto al di fuori della norma

e che tra le cause principali dei disastri causati dal fiume ci sia un’urbanizzazione da lui definita “imprudente” laddove molti edifici sono stati costruiti proprio a ridosso del letto dell’alveo fluviale. Le soluzioni adottate per ovviare a tale problema come il taglio della vegetazione, gli scavi e i lavori di drenaggio sono, in realtà, delle soluzioni “illusorie” e in un certo senso addirittura controproducenti per la risoluzione delle criticità. Alla luce di tali considerazioni, la soluzione proposta da Rosa è quella di abbassare il picco dell’alveo allargandone la base ed evitando così di scavare e creare danni ambientali irreversibili con il taglio della vegetazione. Naturalmente, ha ricordato Rosa, per rendere applicabile una soluzione di questo tipo bisogna seguire un processo decisionale partecipativo che faccia emergere i conflitti per poter raggiungere una pratica comune migliore.

Nella fase successiva del seminario, i problemi causati all’habitat della zona dai vecchi metodi di contenimento del fiume sono stati elencati nella relazione “La flora e la fauna del fiume Tordino” esposta dal Dott. Giovanni Castiglione della Provincia di Teramo.

Nella foto: Maurizio Rosa durante il Seminario Tematico.

Sopra Giovanni Castiglione durante la sua relazione.

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Nel bacino idrografico del fiume ci sono differenti tipologie climatiche, nella fattispecie si tratta di un bioclima di transizione tra clima mediterraneo e clima temperato. A livello di vegetazione questa risulta essere piuttosto eterogenea e si alterna in zone ricche di verde e altre più paludose. A livello faunistico, invece, le principali macro - aree rilevate dal Piano Faunistico Provinciale sono le seguenti: le aree antropiche, quelle dei centri urbani comprese le aree periferiche industrializzate, le strade e le zone a verde pubblico. Alle periferie di tali aree permane uno stato di generale abbandono che si traduce in un degrado delle produzioni agricole di pregio in favore della pastorizia, nella creazione di discariche a cielo aperto, nella continua crescita di occupazioni abusive. Ci sono poi le aree del paesaggio rurale dominate dalle colture agricole ma con presenza di aspetti floristici spontanei. In quest’area sono presenti esemplari di fagiano, starna e quaglia, poiana, gheppio e nibbio bruno. Nelle aree agro-forestali, invece, predominano gli ambienti naturali che comprendono i boschetti, le siepi, le associazioni di cespugli, ma anche gli spazi aperti opportunamente intervallati dagli spazi chiusi. L’intervento di Castiglione si è concluso con un esame delle zone umide relative agli ambienti acquatici del fiume e dei suoi affluenti. Queste zone rivestono grande importanza per la sosta degli animali durante le migrazioni e per la riproduzione di moltissime specie di uccelli acquatici. In questi ambienti, costituiti da acqua stagnante e vegetazione spondale intricata, onnipresenti sono il Porciglione e la comunissima Gallinella d’acqua. Nelle cave abbandonate e nei laghetti collinari transitano di frequente anche altri uccelli presenti nell’area durante le migrazioni e legate alla presenza di abbondante pesce nelle acque, come gli Ardeidi, rappresenta tidalaNitticora (Nitticorax nitticorax) e gli aironi (Ardea spp.). Un ulteriore e più generale approfondimento delle caratteristiche del paesaggio del bacino del fiume è stato presentato ai partecipanti dalla D.ssa Serena Ciabò membro del Gruppo Agenda 21 locale della Provincia di Teramo, nel suo intervento“Quadro generale del paesaggio del bacino del fiume Tordino”. Per “paesaggio”, secondo la definizione data dalla Convenzione europea di Firenze nel 2000, e poi ripresa dalla legge italiana, s’intende "una zona, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere è il risultato dell'azione e interazione tra fattori naturali e / o umani". L'analisi delle interazioni naturali e antropologiche che agiscono su una superficie, prosegue Ciabò, è fondamentale per tutti i lavori in materia, che si tratti di ecologia del paesaggio o di lavori per salvare, gestire e pianificare il paesaggio.

Nella foto: Serena Ciabò la mattina del Seminario Tematico.

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Questo è di solito classificato in unità: gli attributi tipici rilevanti per la classificazione del territorio sono il clima, la litologia, la geomorfologia, le attività umane, il suolo, la vegetazione e la fauna. Serena Ciabò ha confermato, dopo un’attenta analisi di tutti questi aspetti, che il fiume Tordino è un importante corridoio ecologico e che i lavori sono necessari per il suo miglioramento.

Dopo il coffee break, il seminario è andato avanti nella sua parte più concreta con l’esposizione di alcuni metodi specifici per pianificare la realizzazione degli obiettivi da raggiungere l’Arch. Giuliano Di Flavio (foto a sinistra) della Provincia di Teramo ha illustrato, durante la sua esposizione “La zona del fiume e la sua pianificazione per lo sviluppo”, come sia possibile lo sviluppo di aree produttive

ecologiche attraverso la riorganizzazione della struttura urbana secondo un criterio di “centralità”, attraverso modelli di alta compatibilità urbanistica e di vie di trasporto alternative (piste ciclabili e pedonali), attraverso nuovi modi di fruizione dello spazio aperto (divertimento, agricoltura, turismo). L’intervento successivo è stato quello dell’Arch. Andrea Chietini (foto a destra) del Comune di Teramo intitolato “Governance del fiume a Teramo e piano di attuazione degli obiettivi per il Tordino-Vezzola”. Chietini ha ricordato come la realizzazione del parco fluviale e l'anello verde abbiano dato un contributo molto importante per migliorare la qualità della vita degli abitanti del comune di Teramo che ha puntato sul verde. L'intero

Sopra Giuliano Di Flavio durante la sua relazione.

Nella foto: Andrea Chietini.

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progetto ha coinvolto: la riqualificazione e rigenerazione dei corsi d'acqua, attraverso la disposizione dei letti dei fiumi e il reimpianto di specie autoctone secondo i principi di conservazione della biodiversità e la sostenibilità; la disposizione delle banche e il mantenimento delle diverse sezioni, mitigando così il rischio di inondazioni; la stimolazione allo sviluppo di privati sport verdi in base alle caratteristiche delle destinazioni; l’assegnazione di spazi verdi come giardini; la promozione di iniziative ed eventi; la valorizzazione e la riscoperta dei percorsi legati alla città: salita San Giuseppe, salita Fonte della Noce, Porta Vezzola, Scapriano (stadio), e così via.

L’intervento finale del seminario è stato quello di Massimo Bastiani che ha portato ad esempio le pratiche adottate e i risultati ottenuti in provincia di Lucca con il Contratto di Fiume Serchio. Sono stati riportati i temi trattati durante l’incontro di partecipazione “Verso un contratto di fiume per il Serchio. Gestione sostenibile delle aree di pertinenza fluviale” tenutosi a Lucca il 21 Febbraio scorso. Trattandosi di un accordo che permette di adottare un sistema di regole in cui i criteri di utilità pubblica, rendimento economico, valore sociale,

sostenibilità ambientale intervengono in modo paritario nella ricerca di soluzioni efficaci per la riqualificazione di un bacino fluviale, Bastiani ha riportato le pratiche adottate dal comune di Lucca affinché potessero essere di utilità al comune di Teramo per raggiungere l’obiettivo comune di protezione delle risorse idriche nel bacino fluviale del Tordino attraverso la gestione sostenibile delle acque e del territorio e la partecipazione pubblica. Fondamentale è lo strumento di co-pianificazione, in cui vengono implementati gli approcci partecipati, ai fini di gestire il conflitto tra interessi concorrenti e di governo di situazioni ad elevata complessità. Il tutto è volto al miglioramento della pianificazione e gestione strategica e sostenibile delle acque e del territorio fluviale, con lo scopo di istituire un percorso in cui vengano abbandonate gradualmente le politiche settoriali di mitigazione del rischio idraulico e del rischio di inquinamento per passare a politiche integrate di riqualificazione ecologica, fruitiva e paesistica del sistema fluviale.

Sopra Massimo Bastiani durante il Seminario Tematico.

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SITE VISIT

Fiume Tordino

Mercoledì, 3 ottobre 2012, ore 9:30

L'obiettivo della visita al fiume Tordino è stato quello di far conoscere i problemi e le criticità del luogo, ma anche i valori di un territorio la cui lunghezza è di poco inferiore ai 60 km, con un bacino idrografico che copre un'area di circa 450 kmq che coinvolge 17 comuni. Nel suo corso, il Tordino attraversa tre ambienti distinti, che possono essere suddivisi in tre rispettive zone: una di montagna (Monte Gorzano 2458 m e il Monte Pelone 2259 m), da cui discende, con valli ripide e pareti boscose che danno al paesaggio un aspetto tipico di montagna; una collinare dove la valle si allarga e il paesaggio si addolcisce; infine, una vasta area di pianura alluvionale (spostata sulla riva sinistra) e circondata da basse colline. Inoltre, dalla zona collinare alla foce del fiume, il Tordino è circondato da uno snodo quasi continuo di aree urbane residenziali, industriali e commerciali ed è attraversato e costeggiato dal traffico veicolare e dalla ferroviaria. Gli affluenti del fiume Tordino sono 3 sul lato destro (Molvese, Elce e Fiumicello) e 8 sulla riva sinistra (Fosso di Cavata, Rivettino, Castiglione, Rivoletto, Rio Verde, Pozzo dell'Inferno, Fiumicino e Vezzola). Questa rete di affluenti ha un'estensione totale di 228 km di cui 123 km sulla riva destra e 105 km sulla riva sinistra. Sono stati scelti alcuni punti di osservazione strategici che potessero dare una panoramica generale della situazione del luogo e delle opportunità che il fiume può fornire alla popolazione e agli amministratori.

Punto d’osservazione 1 - Aree di Mosciano stazione e di Grasciano (Comuni di Mosciano Sant'Angelo, Notaresco, Giulianova e Roseto degli Abruzzi) La sosta in questo punto è determinata dalla presenza di molteplici spunti di riflessione sull’area fluviale.

Sopra due immagini della foce del fiume nelle zone di osservazione della site visit.

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Oggi, questo ambito accoglie la presenza di uno snodo viabilistico molto

importante, strutturato con un casello autostradale, uno svincolo di arrivo di una superstrada, un raccordo tra questi due assi viari, una zona

industriale-direzionale molto

estesa, l’esistenza di un

territorio agricolo molto produttivo e sfruttato, la presenza di una discarica provinciale. A tutto ciò, d’altro canto, si contrappone la presenza di territori inedificati che esprimono ancora un senso di naturalità. La presenza simultanea di tutti questi opposti fattori (alcuni di carattere antropico ed altri di valenza naturale) rende quest’area molto interessante sia per futuri sviluppi o riconversioni dell’edificato, sia per la salvaguardia degli spazi di naturalità. In questi spazi, il Fiume Tordino ha

Sopra una foto del gruppo in visita presso la zona di Mosciano Stazione.

In alto i partecipanti in osservazione del luogo.

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ancora la possibilità di ampliare il proprio confine, di riconquistare una parte di territorio e di toglierla all’edificazione; lo conferma la presenza continua e sempre più massiccia di una popolazione di avifauna che si sta pian piano stabilendo lungo il corso del fiume. Va segnalato un ulteriore aspetto di grande interesse: sull’area centrale del Fiume Tordino esistono numerose cave di terra e breccia che oggi sono abbandonate. Su alcune di esse, sta avvenendo uno spontaneo processo di crescita della vegetazione fluviale e di presenza della fauna tipica delle zone fluviali che ridanno naturalità all’intero ambito creando altresì piccoli habitat di grande valore ambientale.

Punto di osservazione 2 - Area della foce del fiume (Comuni di Giulianova e Roseto degli Abruzzi) La scelta del punto terminale del fiume Tordino è maturata, sia perché la foce è il punto più critico di un fiume e soprattutto perché, nel caso specifico dell’area del Tordino, essa è compresa tra due centri abitati ed è attraversata da una serie di infrastrutture per la mobilità veicolare, ferroviaria e in bicicletta.

Questa situazione provoca seri problemi al contenimento delle piene. E’ stata rilevata inoltre, la mancanza di aree predisposte per l'espansione del fiume in modo da rinaturalizzare il corso d'acqua, senza tralasciare i problemi di erosione delle sponde. Un aspetto interessante relativo al futuro è la presenza della Riserva Naturale del Borsacchio, a soli 2 km dalla foce del Tordino. La qualità delle acque che si trovano in questa zona, così come lo stato generale dell'ambiente fluviale è scarsa. A causare gran parte dei problemi le esondazioni, l’urbanizzazione senza controllo e le attività turistiche come il campeggio. L’ambiente, invece, grazie alla sua fitta vegetazione è adatto ad ospitare diverse specie di uccelli acquatici e altri animali. Si

Un’immagine della foce del fiume nell’area di Roseto degli Abruzzi.

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sente, perciò, la necessità di ampliare le zone umide dopo il ponte della ferrovia, al fine di dare maggiore ampiezza alla rilevanza del fiume. La continua alternanza tra criticità e dei valori è l'obiettivo principale per pianificare questa zona.

Punto di osservazione 3 – Mulino ad acqua zona Casemolino (Comune di Castellalto) Una tappa imprevista ma molto apprezzata dagli ospiti stranieri come tipico esempio delle tradizioni teramane è stata quella al “Mulino Di Giovannantonio” in frazione Casemolino del Comune di Castellalto. Risalente al 1812, le sue grandi macine in pietra venivano anticamente azionate grazie alla forza delle acque del torrente che tutt’oggi gli scorre vicino. Gli ospiti si sono trovati di fronte a uno degli ultimi esempi esistenti di mulino a pietra della zona. L’edificio, ma soprattutto la sua funzione, ha rivestito da sempre una grande importanza per le comunità del luogo e limitrofe. Qui, infatti, il grano e altri cereali minori coltivati nelle vallate e sulle colline venivano trasformati in farina. Oggi il mulino è stato adeguato alle esigenze moderne con un impianto di tipo elettrico, ma per

cercare di alterare il meno possibile la sua originaria modalità operativa, questo è stato creato direttamente sull’impronta del vecchio mulino ad acqua. Inoltre, utilizzando ancora le macine in pietra, che girano alla stessa velocità di quando

Una foto di gruppo il giorno della Site Visit.

Il mulino di Castellalto.

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venivano azionate dall’acqua, si evita il surriscaldamento della farina e, a differenza dei moderni mulini a cilindri di metallo, il grano macinato non rischia di diventare farina mista a residui ferrosi.

Punto d’osservazione 4 – Località Travazzano (Comune di Teramo)

Il gruppo in sosta al “Mulino ad acqua Di Giovannantonio”.

Una foto della sosta in località Travazzano.

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La scelta è caduta su quest’area perché rappresenta un ambito in cui sono ancora forti i valori di naturalità ed in cui l’azione di trasformazione dell’uomo non ha avuto il sopravvento. Poco più a monte, il torrente Fiumicello confluisce dentro il Fiume Tordino e molti anni fa era il “sistema di trasporto” del legname che dai boschi montani veniva portato verso valle fino alla chiesa di Ponte a Porto che rappresentava il punto di raccolta. Oggi, tutta l’area è un vero e proprio habitat naturale quasi incontaminato (solo piccole ed isolate presenze edilizie testimoniano la presenza dell’uomo nell’area). Tutto ciò a testimonianza della profonda differenza tra l’alto corso del Tordino (zona montana) ancora pieno di valenze ambientali e floro-faunistiche e il medio e basso corso dove l’azione dell’uomo è stata invasiva e le presenze di valore ambientale sono ormai ridotte nel numero e nell’estensione. La qualità delle acque assume valori discreti se non addirittura buoni.

Visita al Parco Fluviale del Comune di Teramo

Negli anni ’80 a Teramo inizia la riqualificazione delle aree fluviali dei due fiumi che attraversano la città: fiume Vezzola ed il fiume Tordino. Il progetto di riqualificazione, iniziato prima con il progetto di recupero del lungofiume Vezzola cui ha seguito il progetto sul lungo fiume Tordino e il loro collegamento a valle, ha previsto la realizzazione di un grande parco fluviale che si sviluppa lungo le aste dei due fiumi.

Il gruppo s’incammina per la visita al Parco Fluviale di Teramo.

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Il Parco fluviale del Tordino e del Vezzola è un percorso che si sviluppa lungo le due sponde degli omonimi fiumi.

Esso è stato attrezzato per potervi praticare giochi, sport e passeggiate. Nel corso degli anni il parco è stato ampliato attraverso la realizzazione di un anello verde in gran parte ciclabile che circonda tutta la città storica: nella zona di Ponte a Catena (parcheggio con area giochi per bambini) e nell’area della Cona fino alla zona di Porta Romana (ripristino della pista ciclabile). I due parchi fluviali del Tordino e del Vezzola rappresentano quindi la struttura su cui si è incernierata la realizzazione di un anello verde attorno alla città storica, tale da configurare un sistema di verde integrato, connettivo di funzioni urbane, ambientali, sportive, culturali e di valorizzazione del territorio. La realizzazione del parco fluviale e dell’anello verde hanno dato un deciso contributo al miglioramento della qualità della vita degli abitanti della città di Teramo che ha puntato sul verde, ed in particolare sulla riqualificazione delle aree fluviali, come agente fondamentale della qualità urbana e riscoprendo una parte del deposito di natura e cultura custodito nel nostro territorio.

Una foto all’interno del Parco Fluviale.

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Il progetto nella sua interezza ha riguardato:

- la riqualificazione e la rigenerazione dei corsi d’acqua, attraverso la

sistemazione degli alvei e la ripiantumazione di specie arboree autoctone

secondo i principi della conservazione della biodiversità e della sostenibilità;

- la sistemazione delle sponde e la manutenzione periodica dei diversi tratti,

mitigando così il rischio di esondazione;

- l’incentivazione dello sviluppo del verde privato sportivo in rapporto alle

caratteristiche di luoghi;

- l’affidamento di aree verdi pubbliche come orti;

- la promozione di iniziative e di manifestazioni;

- la valorizzazione e la riscoperta dei percorsi di collegamento con la città

costruita: salita san Giuseppe, salita Fonte della Noce; Porta Vezzola;

Scapriano (Palazzetto dello Sport) ecc.

Sopra i partecipanti durante la passeggiata al Parco Fluviale di Teramo.

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CONCLUSIONI

Sulla gestione dei fiumi in tutta Europa c’è un problema di eccessiva frammentazione delle competenze. Anche in Italia si assiste ad una sovrapposizione di tra vari soggetti istituzionali e non, come Regione, Province, Comuni. Una problematica che rende difficile una efficiente governance territoriale. La partecipazione al progetto nasce con la finalità di delineare un chiaro modello di gestione condivisa dei corridoi fluviali che produca un Piano di Riqualificazione Fluviale del Tordino. In tal senso il progetto ERCIP rappresenta un’opportunità, in termini di interscambio di esperienze e di apprendimento di know-how sui diversi sistemi di governance dei bacini fluviali europei. I contenuti di ERCIP News riflettono le opinioni degli autori e l'Autorità di Gestione non è responsabile dell’ uso che possa

essere fatto delle informazioni ivi contenute.

How will the ERCIP Project work?

Per saperne di più su ERCIP Tieniti aggiornato sulle attività!

Visita il sito ufficiale www.ercip.eu

Cotatti: Project Manager D.ssa Doriana Calilli Servizio Politiche Comunitarie della Provincia di Teramo Via Giannina Milli,2 CAP 64100 Teramo (IT) Tel: +39 0861 331407 E-mail [email protected]

Project Secretary D.ssa Mara Di Berardo Servizio Politiche Comunitarie della Provincia di Teramo Via Giannina Milli,2 CAP 64100 Teramo (IT) Tel: +39 0861 33238 E-mail [email protected]

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Il Programma di Cooperazione Interregionale INTERREG IVC, finanziato dall'Unione Europea Fondo di Sviluppo Regionale, aiuta le regioni d'Europa a lavorare insieme per condividere le esperienze e le buone pratiche nei settori dell'innovazione, dell'economia della conoscenza dell’ambiente e prevenzione dei rischi. Il Programma prevede un finanziamento complessivo di EUR 302 milioni di euro, ma più di questo, esso rappresenta un patrimonio di conoscenze e di possibili soluzioni a disposizione dei decisori politici regionali.