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Una comunità ebraica si costituì con sede stabile in Monte San Savino dopo che nel 1627 la famiglia ebrea dei Passigli e soci ebbero sottoscritto con Bertoldo Orsini, allora marchese del Monte, dei Capitoli specifici che li autorizzavano ad aprire un banco di pegni (che oggi sappiamo essere non discosto dall’attua- le porta Fiorentina), a costruire un luogo di culto e a tenere un pro- prio cimitero (tutt’oggi ancora in situ in loc. Il Campaccio). La comu- nità si sviluppò progressivamen- te e prosperò a lungo fino allo scoppio, nel 1799, del “Viva Maria”, movimento reazionario di tipo sanfedista che, inneggiando al ritorno del granduca allontana- to dai francesi, vedeva con pro- fonda avversione l’occupazione francese nella quale la comunità ebraica aveva invece riposto speranze di emancipazione. Preoccupati dall’incalzare degli avvenimenti, alcuni ebrei savine- si lasciarono il Monte e quelli che, fra essi, si spostarono a Siena rimasero coinvolti nell’ec- cidio (23 giugno) che fu perpetra- to ai danni degli ebrei ivi residenti o rifugiatisi. L’esodo definitivo degli ebrei dal Monte (erano allora circa 130 perso- ne) avvenne nel luglio successivo, accolti e aiutati dalle comunità di Firenze e Siena. Nella comunità ebraica di Monte San Savino, della quale fu anche massaro, nacque Salomon Fiorentino (1743-1815), il «primo ebreo che figuri nella letteratura italiana» (A. S. Toaff), delicato poeta nelle sue Elegie (1789) dedicate alla moglie Laura pre- maturamente scomparsa. ASSOCIAZIONE CULTURALE SALOMON FIORENTINO www.salomonfiorentinofoundation.org UNA COMUNITÀ EBRAICA in Toscana L’attuale via Salomon Fiorentino sulla quale si affaccia l’edificio dell’ex sinagoga fu intitolata verso la metà del sec. XIX al celebre poeta ebreo savinese dopo essersi già chiamata Borgo Nuovo e, ancor prima, semplice- mente borgo del Ghetto o borgo della Sinagoga. Dal 1939 al 1981 questa via restò intitolata a Guglielmo Marconi. La costituzione del ghetto in que- sta via fece seguito all’emana- zione da parte di Cosimo III gran- duca di Toscana di uno specifico bando (10 agosto 1707) con il quale si stabiliva che gli ebrei savinesi entro il 1° novembre di quell’anno dovessero aver «sgombrato e sloggiato dalle case che abitano, e vadino tutti indispensabilmente ad abitare nella strada o borgo detto della Sinagoga degl’ebrei e nelle case in esso contenute, e non in altro luogo strada o borgo». Si veda, in proposito (qui in prima di copertina), un disegno del borgo del costituendo ghetto (2° decennio del sec. XVIII) realizza- to proprio in quell’occasione. Disegno del borgo del Ghetto (2° decennio del sec. XVIII), realizzato all’indomani del bando cosimiano del 10 agosto 1707 che impose a tutti gli ebrei di Monte San Savino di abitare esclusivamente nel borgo della Sinagoga (da allora in poi detto borgo del Ghetto). I LUOGHI EBRAICI DI MONTE SAN SAVINO COMUNE DI MONTE SAN SAVINO UFFICIO INFORMAZIONI TURISTICHE DI MONTE SAN SAVINO - Tel. 0575.849418 - [email protected] - 0575.8177231 Nel 16° dei Capitoli sopra il banco dell’ebrei del 1627 (A.PRE.M., n. 1829, c. 212) si specificava testualmente: «Detto signor marchese [Bertoldo Orsini] ordinerà alli rappresen- tanti la Comunità, che provedino a detto banchiere [Ferrante Passigli], et hebrei spatio di terra sufficiente per la loro sepultura come conviene di ragione, acciò i corpi morti non restino inhumati ...». Situato in località “parlante” Il Campaccio, a circa 1,5 km dal centro cittadino, il cimitero è pro- prietà della Comunità ebraica di Firenze sin dal 1930 (il RD n. 1731 di quell’anno “Normative sulle comunità israelitiche e sul- l’unione delle comunità” e relati- ve tabelle delle circoscrizioni riconducevano infatti il territorio del Monte nella giurisdizione della comunità israelitica di Firenze). Sorge ai piedi di una collina sulla quale si trova il più recente (1859) camposanto cri- stiano della Misericordia. Il cimi- tero, orientato con ingresso a 25° sud sud-est verso Gerusalemme, occupa parte di un bosco terrazzato delimitato nella parte bassa dal torrente Ghisi lungo il quale è un muro a retta in pietra, oggi franato in più parti. Delle 160 tombe, in maci- gno, presenti in una pianta cata- stale del 1870, se ne scorgono attualmente solo circa 25, molte delle quali lesionate, atterrate, coperte di muschio: è stata indi- viduata la principale di esse detta, nel succitato documento, “tomba di Elia” (un Passigli o un Usigli), punto di riferimento nel reticolo del sepolcreto, la cui grande lapide è atterrata. Molte delle tombe hanno iscrizioni abbastanza ben conservate con nome, data di morte del defunto, epitafi: non risultano, al momen- to, sepolture databili ante sec. XVIII. Come arrivarci: usciti da porta Fiorentina, imboccare il viale Diaz alla volta di Gargonza per- correndolo fino al cimitero della Misericordia, aggirare esterna- mente quest’ultimo fino al par- cheggio e quindi imboccare il viottolo campestre che scende al cimitero. IL CIMITERO Allegato a: “ESTATE SAVINESE 2007© COMUNE DI MONTE SAN SAVINO www.comune.monte-san-savino.ar.it - email:[email protected] PROGETTO: Renato Giulietti, Sergio Bianconcini, Laura Moretti TESTI: Renato Giulietti FOTO E DISEGNI: Sergio Bianconcini PROGETTO GRAFICO: S&M Associati - Roma STAMPA: Arti Grafiche Francini, 2007 SI RINGRAZIANO: Jack Arbib, Sergio Bianconcini, Club Fotografico Il Sansovino, Comunità ebraiche di Firenze e di Siena, Renzo Funaro, Laura Moretti, R. G. Salvadori Monte San Savino L’ANTICA COMUNITÀ Marmi e pietre naturali Pietra di Gerusalemme Marmi spagnoli e turchi Sedi in: Israele, Spagna, Turchia, California per informazione e preventivi: info@go2qm www.quarryingandmining.com IL BORGO DEL GHETTO I LUOGHI EBRAICI - MSS 8-05-2007 12:59 Pagina 1

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Una comunità ebraica si costituìcon sede stabile in Monte SanSavino dopo che nel 1627 lafamiglia ebrea dei Passigli e sociebbero sottoscritto con BertoldoOrsini, allora marchese delMonte, dei Capitoli specifici che liautorizzavano ad aprire unbanco di pegni (cheoggi sappiamo esserenon discosto dall’attua-le porta Fiorentina), acostruire un luogo diculto e a tenere un pro-prio cimitero (tutt’oggiancora in situ in loc. IlCampaccio). La comu-nità si sviluppò progressivamen-te e prosperò a lungo fino alloscoppio, nel 1799, del “VivaMaria”, movimento reazionario ditipo sanfedista che, inneggiandoal ritorno del granduca allontana-to dai francesi, vedeva con pro-fonda avversione l’occupazionefrancese nella quale la comunità

ebraica aveva invece ripostosperanze di emancipazione.Preoccupati dall’incalzare degliavvenimenti, alcuni ebrei savine-si lasciarono il Monte e quelliche, fra essi, si spostarono aSiena rimasero coinvolti nell’ec-cidio (23 giugno) che fu perpetra-

to ai danni degli ebreiivi residenti o rifugiatisi.L’esodo definitivo degliebrei dal Monte (eranoallora circa 130 perso-ne) avvenne nel lugliosuccessivo, accolti eaiutati dalle comunità diFirenze e Siena. Nella

comunità ebraica di Monte SanSavino, della quale fu anchemassaro, nacque SalomonFiorentino (1743-1815), il «primoebreo che figuri nella letteraturaitaliana» (A. S. Toaff), delicatopoeta nelle sue Elegie (1789)dedicate alla moglie Laura pre-maturamente scomparsa.

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UNACOMUNITÀ

EBRAICAin Toscana

L’attuale via Salomon Fiorentinosulla quale si affaccia l’edificiodell’ex sinagoga fu intitolataverso la metà del sec. XIX alcelebre poeta ebreo savinesedopo essersi già chiamata BorgoNuovo e, ancor prima, semplice-mente borgo del Ghetto o borgodella Sinagoga. Dal 1939 al 1981questa via restò intitolata aGuglielmo Marconi.La costituzione del ghetto in que-sta via fece seguito all’emana-zione da parte di Cosimo III gran-duca di Toscana di uno specificobando (10 agosto 1707) con il

quale si stabiliva che gli ebreisavinesi entro il 1° novembre diquell’anno dovessero aver«sgombrato e sloggiato dallecase che abitano, e vadino tuttiindispensabilmente ad abitarenella strada o borgo detto dellaSinagoga degl’ebrei e nelle casein esso contenute, e non in altroluogo strada o borgo». Si veda,in proposito (qui in prima dicopertina), un disegno del borgodel costituendo ghetto (2°decennio del sec. XVIII) realizza-to proprio in quell’occasione.

Disegno del borgo del Ghetto (2° decennio del sec. XVIII),realizzato all’indomani del bando cosimiano del 10 agosto 1707 che impose

a tutti gli ebrei di Monte San Savino di abitare esclusivamentenel borgo della Sinagoga (da allora in poi detto borgo del Ghetto).

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COMUNE DI MONTE SAN SAVINO

UFFICIO INFORMAZIONI TURISTICHE DI MONTE SAN SAVINO - Tel. 0575.849418 - [email protected] - 0575.8177231

Nel 16° dei Capitoli sopra ilbanco dell’ebrei del 1627(A.PRE.M., n. 1829, c. 212) sispecificava testualmente: «Dettosignor marchese [BertoldoOrsini] ordinerà alli rappresen-tanti la Comunità, che provedinoa detto banchiere [FerrantePassigli], et hebrei spatio di terrasufficiente per la loro sepulturacome conviene di ragione, acciòi corpi morti non restino inhumati...». Situato in località “parlante”Il Campaccio, a circa 1,5 km dalcentro cittadino, il cimitero è pro-prietà della Comunità ebraica diFirenze sin dal 1930 (il RD n.1731 di quell’anno “Normativesulle comunità israelitiche e sul-l’unione delle comunità” e relati-ve tabelle delle circoscrizioniriconducevano infatti il territoriodel Monte nella giurisdizionedella comunità israelitica diFirenze). Sorge ai piedi di unacollina sulla quale si trova il piùrecente (1859) camposanto cri-stiano della Misericordia. Il cimi-tero, orientato con ingresso a25° sud sud-est versoGerusalemme, occupa parte diun bosco terrazzato delimitato

nella parte bassa dal torrenteGhisi lungo il quale è un muro aretta in pietra, oggi franato in piùparti. Delle 160 tombe, in maci-gno, presenti in una pianta cata-stale del 1870, se ne scorgonoattualmente solo circa 25, moltedelle quali lesionate, atterrate,coperte di muschio: è stata indi-viduata la principale di essedetta, nel succitato documento,“tomba di Elia” (un Passigli o unUsigli), punto di riferimento nelreticolo del sepolcreto, la cuigrande lapide è atterrata. Moltedelle tombe hanno iscrizioniabbastanza ben conservate connome, data di morte del defunto,epitafi: non risultano, al momen-to, sepolture databili ante sec.XVIII.Come arrivarci: usciti da portaFiorentina, imboccare il vialeDiaz alla volta di Gargonza per-correndolo fino al cimitero dellaMisericordia, aggirare esterna-mente quest’ultimo fino al par-cheggio e quindi imboccare ilviottolo campestre che scende alcimitero.

IL CIMITERO

Allegato a: “ESTATE SAVINESE 2007”© COMUNE DI MONTE SAN SAVINOwww.comune.monte-san-savino.ar.it - email:[email protected]:Renato Giulietti, Sergio Bianconcini, Laura MorettiTESTI:Renato GiuliettiFOTO E DISEGNI:Sergio BianconciniPROGETTO GRAFICO:S&M Associati - Roma STAMPA:Arti Grafiche Francini, 2007SI RINGRAZIANO: Jack Arbib, Sergio Bianconcini, Club Fotografico Il Sansovino,Comunità ebraiche di Firenze e di Siena, Renzo Funaro, Laura Moretti, R. G. Salvadori

Monte San Savino

L’ANTICA COMUNITÀ

Marmi e pietre naturaliPietra di Gerusalemme

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Ai numeri civici 11 e 13 di viaSalomon Fiorentino è l’edificiodell’antica sinagoga, oggi di pro-prietà del Comune, le cui partipiù antiche rimandano a unsostanziale restauro che ne fufatto negli anni 1729-32 cui neseguirono vari altri in tempi piùrecenti. Dopo l’allontanamentonel 1799 della comunità ebraica,costituitasi a Monte San Savinofin dal 1627, l’edificio della sina-goga passò all’Università (cioècomunità) Israelitica di Siena;vanificatosi, intorno al 1870, iltentativo di acquisizione dell’edi-ficio da parte delcomune di Monte SanSavino, esso divennedi lì a poco proprietàdemaniale, poi di pri-vati e finalmente nedivenne proprietarionel 1924 il Comune (che in varieoccasioni aveva comunque giàprovveduto – e provvederà inseguito - ai suoi restauri piùurgenti, l’ultimo nel 2004).

Nel complesso, costituito dadue corpi di fabbrica, avevanosede sia la sinagoga vera e pro-pria, posta all’ultimo piano, sia lascuola sia, probabilmente, lastessa abitazione del rabbino odei massari della comunità ebrai-ca: esso aveva originariamentedue piani più il pianoterra, oggiipotizzabili solo dalla posizionedelle finestre mancando attual-

mente i solai. Il primo corpo difabbrica che s’incontra al n. civi-co 13 è più basso dell’altro - que-sta parte dello stabile fu ricostrui-ta sbassata così com’è ora dopoun crollo verificatosi nel 1923 –ha una facciata irregolare con unportale bugnato e architravato,due finestre rettangolari (si intra-vede un altro portale tamponato)e tetto a singolo spiovente; all’in-terno, non pavimentato, si trova-no arcate murarie realizzate nelsec. XX per garantire stabilità aivecchi muri, e vi è esposta, per-manentemente, una mostra

documentaria e foto-grafica sulla storiadegli ebrei e dei luo-ghi ebraici del Monte.Il secondo corpo al n.civico 11, a tre piani ecopertura a capanna,

ha un portale ad arco ribassato efinestre incorniciate: al suo inter-no si notano, in alto, una finestradipinta ancora abbastanza benconservata e la nicchia con cor-nice già destinata a contenerel’aron ha-kodesh (armadio per lacustodia delle leggi) e, in basso,i resti di tubature di coccio utiliz-zate per la miqvé (bagno rituale)e della relativa vasca.Nell’attigua casa privata esisteun sedile in pietra che la tradizio-ne popolare suole chiamare “iltrono del rabbino”.

«Nel 1627 il marchese diMonte San Savino, BertoldoOrsini, autorizza l’insediamentodi un banco di prestito ebraico, dicui sono titolari FerrantePassigli, ebreo fiorentino, e alcu-ni suoi soci. Tassi di interesseannuo: 15% per i savinesi, 18%per i forestieri. Il banco come taledurerà fino al termine delSeicento ...» (R. G. SALVADO-RI). Alla morte di FerrantePassigli (ante agosto 1649) ladirezione del banco passò a suafiglia Dolce unitasi in matrimoniocon suo cugino Elia Passigli.Morto Elia, Dolce (†1700) sposòin seconde nozze Leone Usigli icui figli Ferrante ed Abramo (nel-l’insegna della ditta è l’acronimo‘FAV’ che sta per Ferrante eAbramo Vsigli) diressero il banconegli ultimi anni di attività. Lacasa/banco di pegni deiPassigli/Usigli è attualmente indi-viduabile in quella posta in corsoSangallo ai numeri civici 5 e 7,acquistata nel 1664 da DanielePassigli figlio di Elia e di DolcePassigli.

UNA COMUNITÀ EBRAICA in ToscanaL’EX SINAGOGA IL BANCO DEI PEGNI

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