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Intervista con il presidente: «Chiederemo ai soci un voto di fiducia. Etruria e Mps? Due lezioni per il Paese» «Una banca (sana) per i toscani» B' ' Smaghi: Chic 'anca ha passato l'esame di Ba sta 'a, ora la crescita può ripartire di Paolo Ermini La valletta, Malta. Mezzogiorno . E in corso il vertice di Ecofin, il Consiglio «Economia e finanza» responsabile della politica economica, fiscale e finanziaria dell'Unione europea. Lorenzo Bini Smaghi, presidente di ChiantiBanca e di Société Generale , già membro del board della Banca Centrale Europea , fa una pausa. E, come da accordi , ci risponde al telefono. cori nua a pag na 2 <•Courorr[•wu c rc^zolr ü°r lo i io .l r ° La nnc f. slop aI il Cuui,uu,»

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Intervista con il presidente: «Chiederemo ai soci un voto di fiducia. Etruria e Mps? Due lezioni per il Paese»

«Una banca (sana) per i toscani»B' ' Smaghi: Chic 'anca ha passato l'esame di Ba sta 'a, ora la crescita può ripartire

di Paolo Ermini

La valletta, Malta.Mezzogiorno . E in corso ilvertice di Ecofin, il Consiglio«Economia e finanza»responsabile della politicaeconomica, fiscale efinanziaria dell'Unioneeuropea. Lorenzo BiniSmaghi, presidente diChiantiBanca e di SociétéGenerale , già membro delboard della Banca CentraleEuropea , fa una pausa. E,come da accordi , ci rispondeal telefono.

cori nua a pag na 2

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«Concorrenza e regoleper le no sire bancheE stop al vittiniismo»Bini Smaghi: da Etruria e Mps due lezioni per il PaeseChiantiBanca? E solida, ora può ricominciare a crescere

di Paolo Ermini

SEGUE DALLA PRIMA

Presidente , lei è uno dei banchieri più im-portanti d'Europa : perché ha deciso di imbar-carsi nell 'avventura di ChiantiBanca?

«E una domanda che mi fanno in molti. Hosempre sentito la necessità di impegnarmi per-sonalmente a servizio del mio territorio, di Firen-ze e della Toscana. L'ho fatto per un certo periododa presidente della Fondazione Palazzo Strozzi,ma dopo tre mandati era giusto passare la mano.Poi è arrivata ChiantiBanca, l'occasione di dare ilmio contributo a un territorio che ha bisogno diun nuovo modo di fare banca, anche nel mondocooperativo, dove ci sono stati molti problemi».

Quando ha accettato l'incarico a San Cascia-no si aspettava le difficoltà che poi sono emer-se nella gestione della banca?

«Francamente no. Ma che il mondo bancariostia attraversando una fase complessa è chiaro atutti, e questo è stato forse anche uno stimolo almio impegno, a dare un contributo per cercare dirisolvere una serie di problematiche».

Raccolto il miliardo di capitale che serviva,per ChiantiBanca si apre la strada nuova del-l'alleanza con i trentini di Cassa Centrale Ban-ca. Quale sarà il vostro ruolo?

«Saremo il punto di riferimento del nuovogruppo in Toscana, saremo la banca più impor-tante del gruppo. Pensiamo quindi di poter avereun ruolo importante nella definizione dell'asset-

to di quello che dovrebbe essere il sesto o Il setti-mo gruppo bancario italiano. Dopo la decisionedi restare all'interno del credito cooperativo, lascelta dell'alleanza con Cassa Centrale Banca eraper certi versi inevitabile: noi siamo il credito co-operativo più grande della Toscana e avremmorischiato una serie di sovrapposizioni con gli altriistituti se fossimo confluiti tutti nello stessogruppo (quello di Iccrea, ndr), ci saremmo trova-ti davanti a scelte molto difficili anche dal puntodi vista dell'occupazione».

Si sarebbero rischiati licenziamenti e spor-telli chiusi?

«Per evitare sovrapposizioni in molti Comunidove siamo presenti insieme ad altre Bcc toscaneavremmo dovuto scegliere, con un impatto im-portante sull'occupazione e sulla crescita. La na-scita di due gruppi dà invece l'opportunità di far-si un po' di concorrenza e di salvaguardare i postidi lavoro. Essendo l'unica banca toscana che vacon il gruppo trentino abbiamo davanti moltospazio per crescere nelle aree in cui non siamopresenti - apriremo ad Arezzo, a Livorno - unospazio che non avremmo avuto se fossimo andaticon Iccrea».

La presenza di due gruppi di credito coope-rativo può comportare problemi?

«E un bene che ci siano due gruppi diversi an-che se in parte si faranno concorrenza. Mettereinsieme tutte le 30o banche cooperative sarebbestato molto complesso dal punto di vista operati-vo e anche culturale: Iccrea fa riferimento a Ro-ma, mentre il gruppo trentino ha una cultura piùnordica, più efficientista. È stata una scelta natu-

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raie: in Italia e in Toscana c'è spazio per due grup-pi, mentre sarebbe stato un problema forzaredue culture diverse a stare insieme».

Questa svolta di ChiantiBanca è arrivata do-po anni di crescita , ma anche dopo una gestio-ne che è stata duramente criticata da Banidta-lia. Dopo l 'ispezione della vigilanza ci sonostate le dimissioni del direttore generale equelle di cinque membri del Cda. Quali sono iprossimi passi per completare la svolta?

«Dopo anni di crescita è normale che ci sia unafase di assestamento, che tra l'altro coincide conl'applicazione di nuove metodologie di valutazio-ne dei crediti e delle sofferenze. Bankitalia e Bcestanno imponendo questo nuovo metodo, moltopiù rigoroso, in tutta Italia. Noi siamo tra le pri-me banche ad aver adottato questa nuova meto-dologia, ora abbiamo il "bollino" di Bankitalia epossiamo ripartire ripuliti. Lo ha fatto Unicredit,lo sta facendo Intesa Sanpaolo, dovranno farlotutti. Noi non abbiamo bisogno di un aumento dicapitale, le risorse dei soci sono protette, e con ibilanci ripuliti possiamo riprendere a crescere».

Le dimissioni di buona parte dei consiglieriaprono un nuovo scenario?

«Sono un gesto di responsabilità, da rispetta-re. E noi vogliamo rispettare i nostri soci: perquesto all'assemblea del prossimo 14 maggio an-dremo a chiedere la fiducia per tutto il consiglio,per tutti e tredici i consiglieri. Ci presenteremocon una lista integrata con i nomi di coloro chesostituiranno i consiglieri dimissionari, ma chie-deremo la fiducia per il rinnovo di tutto il consi-glio, compresi i membri che restano del vecchio.Chiederemo di essere votati tutti, vecchi e nuovi,perché riteniamo giusto fare un passaggio di de-mocrazia».

Chi sono i componenti del nuovo consigliod'amministrazione?

«Sicuramente nella lista ci sarà Lorenzo BiniSmaghi e ci sarà la professoressa Elisabetta Mon-tanaro (docente di Economia all'Università di Sie-na, attualmente vice di Bini Smaghi, ndr), e gli at-tuali consiglieri rimasti. Gli altri cinque nomi so-no in via di definizione. Per il 21, giorno della sca-denza per la presentazione, sarà completa la "listadel presidente" se vogliamo chiamarla così».

A che punto siete con la ricerca del nuovo di-rettore generale?

«Abbiamo avviato una procedura, affidandocia un cacciatore di teste».

Dopo la crisi di marzo , ChiantiBanca ha re-gistrato un ritiro dei depositi?

«Per ora non ci sono stati ritiri oltre il fisiologi-co, ci sono domande su cosa è successo e sulleprospettive. Questo è il motivo per cui andremoin assemblea a spiegare tutto e a chiedere unarinnovata fiducia per continuare a gestire la ban-ca secondo nuovi criteri di trasparenza e di rigo-re. Ci sottoporremo al giudizio dei soci, io in testainsieme a tutti gli altri componenti della squa-dra. Lo vogliamo fare rispettando la democrazia,il bello del mondo cooperativo».

Il sistema creditizio toscano ha vissuto crisiprofonde , rispetto a qualche anno fa i rapportidi forza sono sostanzialmente cambiati?

«Siamo in una fase di evoluzione, dunque an-che le altre banche dovranno fare lo stesso eser-cizio nostro, cioè valutare i bilanci con questinuovi criteri molto rigorosi. Fatto questo avremodue grandi gruppi cooperativi che, ripuliti e conbilanci più sani, potranno far fronte a una do-manda forte di banca locale. Abbiamo visto i ter-

remoti che hanno colpito alcune banche locali ealtre di più grandi dimensioni che hanno sposta-to il baricentro decisionale: c'è spazio in Toscanaper una banca di dimensioni rilevanti - perchéuna banca troppo piccola non ce la farebbe a sta-re sul territorio - che però prende decisioni vi-cine al territorio con prodotti adeguati per i varisettori dell'economia toscana: penso agli orafi diArezzo, alle concerie sull'Arno, ai vivai di Pistoia,agli artigiani, al vino del Chianti e di Montalcino,tutti settori che hanno bisogno di prodotti speci-fici e di velocità nei tempi di reazione, con centridecisionali vicini al territorio. Questo è ciò chemanca oggi in Toscana e ChiantiBanca lo sta co-struendo».

Il caso del Monte dei Paschi ha cambiato de-finitivamente i rapporti tra istituti di credito epolitica?

«Il caso del Monte ha messo in evidenza che lapolitica deve stare lontana dalle banche e che lebanche devono lavorare lontane dalla politica.Questa è la lezione più importante da trarre».

La vicenda di Banca Etruria ha avuto effetti,in particolare in Toscana , anche sulla credibi-lità delle altre le banche?

A Palazzo Strozzi Lorenzo Bini Smaghi davantialla «Visitazione» del Pontormo espostaper la mostra «Pontormo e Rosso» nel 2014

In PalazzoVecchioII sindaco

Dario Nardellaconsegna

a Bini Smaghiil premio «Bel

San Giovanni»

per il 2015

%ia/i/ / `,,GíïáA Francoforte Bini Smaghi con Mario Draghi, attualenumero uno della Banca Centrale Europea. All'epocaDraghi era governatore della Banca d'Italia e BiniSmaghi membro del board delle Bce

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«Il caso Etruria deve ricordare a tutti che gliamministratori devono essere al servizio dellabanca, e non viceversa, come succede talvolta.Anche nelle popolari e nelle banche cooperativeservono criteri professionali e forti principii eticinella gestione bancaria, in particolare nell'eroga-zione del credito, perché si tratta del risparmiodei soci e dei clienti della banca».

Cosa pensano gli italiani delle banche?«Credo che l'italiano medio pensi male del si-

stema bancario, ma tende ad aver fiducia nellapropria banca. Questo lo osservo anche in Chian-tiBanca».

Si poteva fare diversamente , meglio , per ge-stire la crisi nazionale delle banche?

«Forse bisognava attivarsi prima. Troppo alungo si è detto che tutto andava bene e in questomodo si è tardato l'intervento, facendo credereche il problema riguardava tutte le banche italia-ne. In realtà alcune banche stanno bene, anchedopo le rettifiche sui crediti, come è il caso diChiantiBanca».

Alcuni osservatori ritengono che le attualiregole della Vigilanza europea siano eccessi-vamente punitive nei confronti delle bancheitaliane rispetto agli istituti di altri Paesi. Leicosa ne pensa?

«Sulla base della mia esperienza in Italia e al-l'estero sono totalmente contrario a questa valu-tazione. Questo atteggiamento vittimistico daparte del sistema bancario italiano è autolesioni-sta, perché ci fa passare all'estero come chi vuolenascondere qualcosa. Per valutare sofferenze ederivati, la Vigilanza europea sta cercando diadottare criteri di valutazione omogenei e biso-gna avere la consapevolezza che questo è l'obiet-tivo: continuare come si faceva prima ad essereaccondiscendenti ha portato il sistema bancarioa non reagire per tempo e far accumulare perditeimplicite che avrebbero dovuto essere evidenzia-te prima»

Il Credito Fiorentino di Denis Verdini, BancaEtruria, Monte dei Paschi . Destini diversi, matutte crisi legate a prestiti «facili» divenuti poiirrecuperabili anche per il tipo di rapporti in-tessuti con la politica , con il territorio. Lei cel'ha una ricetta per uscire da questo groviglio?Come si risolve il problema delle sofferenzebancarie?

«Punto primo: ci vuole trasparenza. Punto se-condo: bisogna erogare credito non sulla base diconoscenze personali o amicizie ma sulla base dicriteri oggettivi e di conoscenza del territorio.Terzo punto: bisogna rendersi conto che il rispar-mio dei cittadini va gestito con grande attenzio-ne, i prestiti si fanno con i soldi di chi deposita,perciò servono rispetto e rigore. Questi tre puntisono la ricetta per un sistema bancario più sano epiù al servizio dell'economia e del territorio».

Il governo Gentiloni sembra fragile, ma c'èuna prospettiva di instabilità a prescindere,una fumosità sul futuro del Paese data la si-

tuazione della legge elettorale . Lei è preoccu-pato?

«Abbiamo la prospettiva di un Parlamentoche, con questa legge elettorale, rischia alleprossime elezioni di non poter esprimere unamaggioranza chiara. In un Paese che cresce po-co, con un debito pubblico al 133% del Pil chenon diminuisce e una serie di altre fragilità eco-nomiche e finanziarie: tutto questo certamentepreoccupa».

La riforma costituzionale è stata bocciata,ma ora tutti tornano a preoccuparsi della sta-bilità di governo , che era uno degli obiettividelle riforme di Matteo Renzi. Renzi dove hasbagliato?

«Il problema non è stato il referendum ma lalegge elettorale, perché la sentenza della Cortecostituzionale ci sarebbe stata comunque eavrebbe portato a dover ripensare il sistema elet-torale. Serve un governo che pensi al futuro delPaese, anche con il coraggio di fare scelte di mo-dernizzazione. Vedremo cosa succederà in Fran-cia, ma negli ultimi 4-5 mesi le elezioni in Spa-gna, in Austria, in Olanda sono state nel segnodel riformismo, della modernizzazione e dell'eu-ropeismo. Io temo che l'Italia stia andando in unadirezione diversa e si ritrovi isolata in questa po-sizione, senza la forza di riformarsi e di cambiarei meccanismi che le impediscono di crescere».

Lei ha una grande esperienza internaziona-le, pensa che i profondi cambiamenti interna-zionali ai quali stiamo assistendo saranno ge-stibili senza sprofondare nel caos?

«L'elezione di Trump negli Usa è un segnaleche il mondo va verso più rapporti bilaterali neiquali conta il più forte, e questo lo vedremo an-che nel vertice con il premier cinese. Per l'Europala scelta è chiara: o sta insieme, si unisce, rafforzala sua capacità di decisione e gestisce, o ci si sgre-tola come vorrebbero alcuni, tra i quali lo stessoTrnnp, e diventa preda facile».

Secondo lei l'Europa ce la farà?«Dopo le elezioni francesi e tedesche credo ci

saranno iniziative forti in questo senso. La que-stione sarà se l'Italia farà parte o no di questa ini-ziativa per rilanciare l'Europa. Il timore è che leelezioni non riusciranno a identificare un leaderforte italiano che potrà sedersi al tavolo con gli al-tri tre o quattro leader europei forti per definirequesto processo di integrazione e di rafforzamen-to dell'Europa. Rischiamo di non esprimere l'in-teresse italiano, la capacità italiana di contribuirea questo processo europeo di rinnovamento».

plermini@ res.it© RI P,RC DUZIONO RISERVATA

Ha detto

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Rischi int >>azionaliLe elezioni in Spagna,in Olanda, in Austriasono state all'insegnadel riformismoe dell'Europa. Io temoche l'Italia vada in unadirezione diversa efinisca per restare isolata

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Mattoni rossi La sede di ChiantiBanca a San Casciano