un processo di LP-MOCVD (deposizione chimica in fase · (light-trapping). Attualmente, ... di...

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669 METODO PER LA FABBRICAZIONE IN LINEA DI STRATI SOTTILI DI ZnO:B TRASPARENTE, CONDUTTIVO E TESTURIZZATO SU LARGA AREA, E RELATIVO APPARATO. RIASSUNTO Materiale in qualità di elettrodo frontale per dispositivi opto-elettronici, con particolare riguardo alla realizzazione di celle fotovoltaiche a film sottile. Materiale costituito da uno strato sottile di ossido di zinco con proprietà di alta trasparenza nell'intervallo del visibile, di buona conducibilità e di appropriata rugosità superficiale (testurizzazione). Materiale fabbricato utilizzando un processo di LP-MOCVD (deposizione chimica in fase vapore da metallorganici condotta a bassa pressione) che utilizza, in qualità di reagenti, un metallorganico dello zinco, acqua e diborano. Materiale fabbricato con processo in linea, avente buona uniformità spaziale di deposito su substrati di larga area (almenolmxlm) traslanti in linea ed utilizzando, nella camera di processo, uno o più originali dispersori dei vapori e dei gas reagenti.

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METODO PER LA FABBRICAZIONE IN LINEA DI STRATI SOTTILI

DI ZnO:B TRASPARENTE, CONDUTTIVO E TESTURIZZATO SU

LARGA AREA, E RELATIVO APPARATO.

RIASSUNTO

Materiale in qualità di elettrodo frontale per

dispositivi opto-elettronici, con particolare

riguardo alla realizzazione di celle fotovoltaiche a

film sottile. Materiale costituito da uno strato

sottile di ossido di zinco con proprietà di alta

trasparenza nell'intervallo del visibile, di buona

conducibilità e di appropriata rugosità superficiale

(testurizzazione). Materiale fabbricato utilizzando

un processo di LP-MOCVD (deposizione chimica in fase

vapore da metallorganici condotta a bassa pressione)

che utilizza, in qualità di reagenti, un

metallorganico dello zinco, acqua e diborano.

Materiale fabbricato con processo in linea, avente

buona uniformità spaziale di deposito su substrati di

larga area (almenolmxlm) traslanti in linea ed

utilizzando, nella camera di processo, uno o più

originali dispersori dei vapori e dei gas reagenti.

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Descrizione dell'invenzione industriale dal titolo:

METODO PER LA FABBRICAZIONE IN LINEA DI STRATI SOTTILI

DI ZnO:B TRASPARENTE, CONDUTTIVO E TESTURIZZATO SU

LARGA AREA, E RELATIVO APPARATO; a nome dell'ENEA -

Ente per le Nuove Tecnologie, l'Energia e l'Ambiente,

con sede in Lungotevere Grande Ammiraglio Thaon di

Revel, 76 - 00196 - Roma.

Inventori designati: ADDONIZIO Maria Luisa e

ANTONAIA Alessandro

La presente invenzione riguarda il settore dei

dispositivi fotovoltaici a film sottile, ed in

particolare quelli a base di silicio amorfo e/o

silicio micro-cristallino.

Specificamente, la presente invenzione fa

riferimento ad un metodo di fabbricazione dello

strato di ossido trasparente e conduttivo (strato

TCO) che costituisce l'elettrodo frontale di detti

dispositivi su larga area (dove per larga area si

intende quella corrispondente alle dimensioni dei

moduli fotovoltaici commerciali a film sottili), per

ottenere strati sottili di questo particolare

materiale che offrano tutte quelle caratteristiche

richieste per un suo impiego efficace nello specifico

campo di interesse: alta trasparenza nello spettro

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solare di interesse; alta conducibilità elettrica;

rugosità superficiale appropriata; compatibilità di

materiale e di processo con gli altri strati

costituenti il dispositivo; buona uniformità di

spessore su larga area di deposizione; basso costo di

produzione.

Di fatto, in un dispositivo fotovoltaico a film

sottile a base di silicio amorfo e/o silicio

microcristallino, l'elettrodo frontale costituito

dallo strato TCO deve svolgere una serie complessa di

funzioni.

In primo luogo, lo strato frontale che costituisce

l'elettrodo del dispositivo fotovoltaico rispetto

alla luce incidente deve:

1) permettere alla luce stessa di passare

attraverso di esso senza apprezzabili assorbimenti

ottici in modo tale che la gran parte della

radiazione possa raggiungere lo strato attivo foto-

generante del dispositivo, quindi questo materiale

deve comportarsi da ottimo strato finestra;

2) deve minimizzare la quantità di radiazione

che su di esso viene riflessa all'indietro, quindi

questo materiale deve comportarsi da ottimo strato

anti-riflesso.

In secondo luogo, detto strato frontale che

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costituisce l'elettrodo del dispositivo

fotovoltaico, deve avere buona conducibilità

elettrica e contemporaneamente evitare la formazione

di barriere di potenziale a contatto con il silicio

amorfo o micro-cristallino.

Infine, lo strato frontale che costituisce

l'elettrodo deve aumentare il confinamento ottico

della radiazione incidente attraverso l'allungamento

del percorso ottico della radiazione all'interno

dello strato attivo per mezzo di scattering multiplo

della radiazione e conseguente aumento della

quantità di coppie elettrone-lacuna foto-generate

nel dispositivo fotovoltaico: questa funzione viene

svolta con efficacia solo se lo strato TCO ha una

rugosità superficiale o testurizzazione adeguata per

generare un efficace scattering multiplo della luce

(light-trapping).

Attualmente, i materiali adatti all'impiego come

elettrodi frontali trasparenti e conduttivi sono

alcuni ossidi metallici opportunamente drogati quali

ad esempio l'ossido di stagno drogato fluoro (Sn0 2 :F

, prevalentemente prodotto con tecnica CVD), l'ossido

di indio drogato stagno (In 203:Sn , prevalentemente

prodotto con tecnica evaporativa o di sputtering),

l'ossido di zinco drogato alluminio (ZnO:Al ,

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prevalentemente prodotto con tecnica di sputtering),

l'ossido di zinco drogato boro (ZnO:B

prevalentemente prodotto con tecnica MOCVD). Tutti

questi materiali si comportano da buoni conduttori

elettrici, mostrano ottima trasparenza ottica

nell'intervallo spettrale di interesse fotovoltaico

ed hanno indice di rifrazione appropriato per dar

luogo ad un efficace strato antiriflesso.

Tuttavia, per quanto riguarda la capacità di

produrre efficace scattering della luce e conseguente

multi-riflessione della stessa all'interno del

dispositivo fotovoltaico, soltanto Sn02:F prodotto

per CVD e ZnO:B prodotto per MOCVD mostrano una

rugosità superficiale o testurizzazione adatta a

questo scopo. Per questo motivo, essi sono i

principali candidati nella tecnologia del

fotovoltaico a film sottile a base di silicio amorfo

e/o silicio micro-cristallino.

Storicamente, vetri ricoperti di 5n02:F prodotto

per CVD sono stati i substrati più utilizzati come

elettrodi frontali nella tecnologia fotovoltaica del

silicio amorfo. Ciò comporta una serie di svantaggi

relativi all'utilizzo di Sn0 2 :F prodotto per CVD.

Il primo svantaggio è che Sn02:F prodotto per

CVD viene realizzato a temperature di processo molto

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alte ( superiore a 450 ° C). Di conseguenza il suo

costo di produzione è molto elevato e va ad incidere

significativamente sul costo finale del dispositivo.

Il secondo svantaggio è che temperature di

fabbricazione così alte dell' Sn02:F sono

incompatibili con la stabilità degli strati sottili

di silicio e rendono impossibile il suo utilizzo

nelle configurazioni di dispositivo invertite, quando

questo strato di Sn02:F è l'ultimo da depositare.

Il terzo svantaggio è dovuto al fatto che

l'avvento del silicio micro-cristallino, per la sua

alta stabilità, nella tecnologia dei film sottili ha

fatto emergere l'incompatibilità dell' Sn02:F con la

fabbricazione su di esso di strati di questo

materiale (S. Major e altri (1986)), anche se l'

Sn02:F è utilizzabile nella fabbricazione di

dispositivi fotovoltaici a base di film sottili di

silicio amorfo.

Per i motivi sopra esposti, l'utilizzo di strati

di ZnO:B prodotto con tecnica di MOCVD (deposizione

in fase vapore a partire da reagenti metallorganici)

trova sempre più spazio e, in prospettiva futura,

sembra essere il materiale più conveniente da

utilizzare come elettrodo frontale nelle tecnologie

dei dispositivi fotovoltaici a base di silicio amorfo

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e silicio micro-cristallino. Infatti, oltre alle

buone proprietà elettro-ottiche richieste, ZnO:B non

implica gli svantaggi del Sn02:F.

Infatti, ZnO:B di "qualità dispositivo" ha una

temperatura di fabbricazione compresa tra 140 ° C e

170 ° C, cioè molto bassa e di conseguenza il suo costo

di fabbricazione è decisamente inferiore rispetto a

quello del Sn0 2 :F.

La bassa temperatura di fabbricazione dello

ZnO:B rende perfettamente compatibile il suo impiego

anche nella fabbricazione dei dispositivi a struttura

invertita, laddove esso rappresenta l'ultimo strato

depositato.

Inoltre questo materiale risulta perfettamente

compatibile con la fabbricazione su di esso di strati

di silicio micro-cristallino, cioè esso può essere

utilizzato con efficacia proprio nella tecnologia

oggi più promettente.

Infine questo materiale prodotto con tecnica

MOCVD ha più alte capacità di light-trapping.

La tecnica MOCVD consente di ottenere, tramite

opportune variazioni dei parametri di processo e del

drogaggio, un materiale con differenti gradi di

rugosità e quindi con capacità di light-trapping

differenti.

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Per la fabbricazione di strati testurizzati di

ZnO:B in qualità di elettrodi frontali, viene

utilizzata la tecnica MOCVD, la quale va condotta

come segue.

Come reagenti, vengono utilizzati tre elementi:

acqua (H20) e dietilzinco ((C2H5)2Zn), entrambi in

forma di vapore, e diborano (B2H6) in forma di gas ad

alta diluizione di idrogeno o elio; detti tre

reagenti devono essere introdotti in una camera di

processo in quantità opportune, costanti e

perfettamente ripetibili, utilizzando per quanto

riguarda acqua e dietilzinco flussimetri di massa

accoppiati a vaporizzatori, mentre per quanto

riguarda il diborano un semplice flussimetro.

Considerata, anche a temperatura ambiente,

l'alta reattività dell'acqua sia con il dietilzinco

che con il diborano, devono essere predisposte fino

alla camera di processo due linee di adduzione

separate per gas e vapori reagenti: una prima linea

per il trasporto solo di vapore d'acqua, ed una

seconda linea per il trasporto di vapore di

dietilzinco insieme a gas diborano; queste due linee

di adduzione reagenti devono restare separate fino in

prossimità del substrato di deposizione (riscaldato e

mantenuto alla temperatura opportuna di processo) in

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modo tale che la gran parte della reazione di

formazione dell'ossido metallico avvenga in fase

eterogenea (sul substrato), e non in fase omogenea

(in fase gas).

Per una efficace deposizione, valori tipici di

pressione in camera di processo devono essere

compresi tra 0.5 e 10 torr; a questi valori di

pressione relativamente alti, la distribuzione dei

reagenti addotti in prossimità del substrato non è di

tipo molecolare ma di tipo laminare, cioè la

distribuzione più o meno uniforme dei reagenti verso

il substrato risente di una serie di fattori quali la

posizione di immissione, la geometria del reattore, i

moti convettivi, la posizione delle bocche di

pompaggio, ecc.; quindi, al fine di produrre un

deposito dello strato di ZnO:B spazialmente uniforme,

è indispensabile ipotizzare e progettare un

dispersore dei vapori e gas reagenti specificatamente

atto a distribuire in modo uniforme i reagenti

sull'intero substrato.

Sempre con riferimento all'uniformità di

deposito su substrato di larga area, va tenuto conto

che essa è fortemente influenzata anche

dall'uniformità di temperatura del substrato stesso.

Si è verificato sperimentalmente che differenze di

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temperatura di pochi gradi centigradi in due zone

diverse del substrato determinano consistenti

differenze di velocità di crescita dello strato di

ZnO:B. Di conseguenza, si producono apprezzabili

disomogeneità spaziali di spessore del film

depositato sul substrato. Da ciò appare chiaro. che è

di primaria importanza utilizzare un sistema di

riscaldamento del substrato tale che esso abbia la

temperatura perfettamente uniforme e costante durante

l'intero processo di deposizione del film di ZnO:B.

Per quando riguarda lo stato dell'arte relativo

alla fabbricazione di strati trasparenti, conduttivi

e testurizzati di ZnO:B mediante tecnica MOCVD,

possiamo affermare che questa è una tecnologia

consolidata. Infatti, già a partire dalla fine degli

anni '80 del secolo scorso (A.P. Roth e D.F.Williams

(1981), S.Oda e altri (1985), P.S.Vijayakumar,

R.D.Wieting e altri (1986, 1988), W.W.Wenas e altri

(1991, 1993), H.Sato e altri (1993)), è possibile

reperire nella letteratura scientifica un

considerevole numero di articoli riguardanti questa

tecnologia.

Nonostante siano state previste delle varianti,

legate ad esempio al tipo di precursore

metallorganico, alla temperatura e alla pressione

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ottimali di processo, queste non modificano mai

sostanzialmente la tipologia di processo.

La quasi totalità dei suddetti articoli

scientifici descrive esperienze di laboratorio con

fabbricazione e caratterizzazione di strati sottili

di ZnO:B depositati su substrati di area molto

piccola, cioè dell'ordine di qualche cm2 .

Invece, negli articoli in cui è stato affrontato

il problema della deposizione omogenea su larga area

(dove per larga area si intende quella corrispondente

alle dimensioni dei moduli fotovoltaici commerciali a

film sottili), i risultati sono sempre stati alquanto

scadenti.

Solo recentemente O. Kluth e altri (2005)

riportano una migliorata uniformità di deposizione di

film di ZnO:B ottenuti in un sistema batch mediante

MOCVD.

Alla luce di quanto sopra esposto, si può

affermare che, sebbene la fabbricazione di strati

trasparenti, conduttivi e testurizzati di ZnO:B

mediante tecnica MOCVD sia una linea di attività ben

consolidata, lo sviluppo e l'impiego industriale di

questa tecnica e di questo particolare materiale per

la fabbricazione di moduli fotovoltaici a film

sottile sono ancora inesistenti, poiché il problema

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della deposizione omogenea su larga area (almeno lm x

lm) non è ancora risolto in modo soddisfacente.

Una ulteriore considerazione, ma non ultima in

ordine di importanza, è relativa all'obiettivo di

conciliare l'esigenza dell'uniformità su larga area

con la necessità dell'alta produttività, cioè bassi

tempi di fabbricazione su larga area di questo

materiale.

Un primo scopo dell'invenzione è quello di

fornire un processo per la deposizione su un

substrato di uno strato sottile di ossido di zinco

drogato, ad esempio drogato boro (ZnO:B), ottenendo

un materiale con buona trasmittanza ottica in tutto

lo spettro solare di interesse fotovoltaico (da 0.3

plm a l p.m), con bassa resistività elettrica

(inferiore a i0 cm), con superficie di

appropriata rugosità (RMS compresa tra 30 nm e 100

nm).

Un secondo scopo del trovato è ottenere una

deposizione omogenea su larga area, sia in termini di

spessore spazialmente uniforme sia in termini di

proprietà ottiche, elettriche e morfologiche

spazialmente uniformi.

Un terzo scopo dell'invenzione è fornire un

processo per la deposizione del suddetto materiale

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mediante una tecnica di fabbricazione industriale "in

linea" in grado di utilizzare sia substrati singoli

(lastre di vetro) sia substrati continui (tecnica

"roll-to-roll" su nastro di metallo o rotolo di

polimero).

Un quarto scopo del trovato è fornire un

processo di fabbricazione del suddetto materiale con

alte velocità di deposizione (alta produttività) e

basso costo di prodotto.

Tutto ciò è stato ottenuto, secondo il trovato,

prevedendo un apparato di distribuzione lineare

uniforme che comprende:

- almeno un primo diffusore secondario di tipo a

sviluppo lineare per il vapore dietilzinco ed il

gas diborano;

- almeno un secondo diffusore secondario di tipo a

sviluppo lineare per il vapor d'acqua;

in cui detti primo e secondo diffusore secondario

sono collocati uno accanto all'altro lungo la

direzione della larghezza di un substrato di

deposizione, e detto substrato è atto a essere mosso

a una velocità appropriata e costante al di sopra di

detto apparato di distribuzione alla distanza minima

consentita dalle dimensioni dei fori del diffusore

secondario e dai flussi utilizzati.

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Secondo una caratteristica peculiare del

trovato, ciascuno di detti primo e secondo diffusori

secondari ha un corpo scatolare dotato di una parete

superiore costituita da una lastra forata per

consentire al reagente di fuoriuscire in modo

uniforme dai fori di detta lastra, e all'interno del

corpo scatolare è contenuto un corrispondente

elemento tubolare o diffusore primario, il quale è

atto a ricevere il reagente da una pluralità di linee

di adduzione separate ed è opportunamente forato

nella parte rivolta verso il basso per rendere il più

uniforme possibile la fuoriuscita del reagente già da

detto diffusore primario.

Al fine di massimizzare l'uniformità della

distribuzione del reagente lungo il diffusore

primario, ciascuna linea di adduzione che alimenta il

diffusore primario è dotata di una rispettiva valvola

di regolazione.

Di conseguenza, il reagente che fuoriesce

uniformemente da ciascun diffusore primario si

espande all'interno del corrispondente diffusore

secondario per poi fuoriuscire dai fori della lastra

superiore in modo distribuito ed uniforme.

Secondo la presente invenzione, il procedimento

che si descrive prevede le seguenti fasi:

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A) convogliare un flusso reagente comprendente

vapore dietilzinco/gas diborano verso una

pluralità di linee di adduzione separate atte ad

alimentare un apposito elemento tubolare o

diffusore primario a sviluppo lineare dotato di

fori di uscita del reagente stesso predisposti

nella sua parte inferiore, il quale diffusore

primario è disposto lungo la direzione della

larghezza del substrato di deposizione e

trasversalmente al moto di detto substrato;

B) regolare la quantità di reagente vapore

dietilzinco/gas diborano in ingresso a detto

diffusore primario da parte di dette linee di

adduzione mediante una corrispondente valvola

affinché il reagente si distribuisca in modo

uniforme lungo il diffusore primario stesso;

C) alimentare detto diffusore primario mediante una

quantità di reagente vapore dietilzinco/gas

diborano regolata proveniente da dette linee di

adduzione;

D) convogliare un flusso reagente vapore d'acqua

verso una pluralità di linee di adduzione separate

atte ad alimentare un apposito elemento tubolare o

ulteriore diffusore primario a sviluppo lineare

dotato di fori opportunamente predisposti; detto

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diffusore primario essendo posto lungo la

direzione della larghezza del substrato di

deposizione;

E) regolare la quantità di reagente vapore d'acqua

in ingresso a detto ulteriore diffusore primario

da parte di dette linee di adduzione mediante una

corrispondente valvola affinché il reagente vapore

d'acqua si distribuisca in modo uniforme lungo il

diffusore primario stesso;

F) alimentare detto ulteriore diffusore primario

mediante una quantità di reagente vapore d'acqua

regolata proveniente da dette linee di adduzione.

Come si è già avuto modo di accennare, detto

procedimento viene attuato mediante un apposito

apparato di distribuzione lineare uniforme che viene

realizzato affiancando un diffusore secondario avente

un corpo scatolare a sviluppo lineare con una parete

superiore opportunamente forata nel quale è contenuto

il diffusore primario per il vapore d'acqua, ad un

diffusore secondario avente un corpo scatolare a

sviluppo lineare con una parete superiore

opportunamente forata nel quale è contenuto il

diffusore primario per il vapore dietilzinco/gas

diborano al fine di costituire un apparato di

distribuzione lineare uniforme dei reagenti lungo la

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direzione della larghezza del substrato di

deposizione in movimento traslazionale su di esso.

Una migliore comprensione dell'invenzione si

avrà con la seguente descrizione e con riferimento

alle figure allegate che mostrano, a puro titolo

esemplificativo non già limitativo, una preferita

forma di realizzazione di un apparato che opera su di

un substrato di deposizione avente una larghezza pari

a 40 cm.

Nei disegni:

la figura 1 mostra schematicamente una sezione

di un diffusore primario alimentato da una pluralità

di linee di adduzione separate;

la figura 2 mostra schematicamente un diffusore

secondario che contiene il diffusore primario di fig.

l; •

la figura 3 mostra un apparato di distribuzione

lineare uniforme dei reagenti comprendente due

diffusori secondari affiancati tra loro: uno per il

vapore d'acqua ed uno per il vapore dietilzinco/gas

diborano;

la figura 4 mostra l'unita di distribuzione di

fig. 3 dotata di alette di contenimento;

la figura 5 mostra un reattore MOCVD

comprendente una pluralità di apparati di

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distribuzione lineare uniforme dei reagenti di fig.

4.

Con particolare riferimento alla figura l,

l'apparato secondo il trovato prevede un tubo di

distribuzione o diffusore primario 14, il quale è

dotato di fori 15 opportunamente predisposti per

consentire ad un reagente in ingresso di fuoriuscire

dai fori stessi in modo abbastanza uniforme.

Il reagente viene convogliato da un connettore

12 verso una pluralità di linee di adduzione LA

separate che immettono detto reagente nel tubo di

distribuzione 14 in corrispondenza di appositi punti.

Nell'esempio che si descrive, le linee di

adduzione LA sono tre: due linee sono atte ad

alimentare il tubo di distribuzione 14 in

corrispondenza delle sue estremità, mentre la terza

linea è atta ad alimentarlo in corrispondenza della

sua porzione centrale.

Secondo una caratteristica peculiare del

trovato, detto tubo di distribuzione 14 ha una

lunghezza leggermente superiore alla larghezza del

substrato da ricoprire e i suoi fori 15 sono uguali

tra loro, allineati lungo almeno una generatrice del

tubo 14 stesso, nonché uniformemente distanziati

affinché il reagente fuoriesca da detti fori 15 in

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modo abbastanza uniforme.

Affinché il reagente si distribuisca in modo

uniforme lungo il tubo di distribuzione 14, ciascuna

linea di adduzione è dotata di una rispettiva valvola

a spillo 13 per regolare in modo preciso la quantità

di reagente in ingresso al tubo di distribuzione 14.

È preferibile che il diffusore primario abbia un

diametro interno da 0.5 a 2.0 cm, che i fori abbiano

un diametro da 0.1 a 0.5 cm e siano posti a una

distanza uno dall'altro da 0.5 a 2.5 cm.

Detto tubo di distribuzione 14 viene racchiuso

da un diffusore secondario D2 a sviluppo lineare

(fig. 2).

Secondo una caratteristica peculiare

dell'invenzione, i fori del diffusore primario D1

sono collocati in posizione opposta a quelli del

diffusore secondario D2, ottenendosi così la massima

omogeneità di distribuzione del reagente prima che

esso finisca nel secondo diffusore D2 per raggiungere

il substrato.

Nell'esempio che si descrive, detto diffusore

secondario D2 è costituito da una scatola 21 a forma

di parallelepipedo a sviluppo orizzontale avente come

parete superiore una lastra 22 dotata di una

pluralità di linee di fori.

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Secondo un'ulteriore caratteristica del trovato,

detti fori sono distribuiti in modo uniforme per

consentire al reagente, che già esce in modo

abbastanza uniforme dal tubo di distribuzione 14, di

fuoriuscire in modo maggiormente uniforme da detti

fori, sfruttando sia l'effetto "di camera di

espansione" nel volume del diffusore secondario D2,

sia l'effetto "doccia" dato dalla lastra forata.

I fori della lastra 22 del diffusore secondario

D2 sono preferibilmente di diametro uguale o metà

rispetto a quelli del tubo di distribuzione 14.

Grazie alla particolare configurazione del

trovato, il reagente che fuoriesce dai fori 15 del

tubo di distribuzione 14 si espande e distribuisce

prima all'interno della scatola 21 e poi fuoriesce

dai fori della lastra 22.

È preferibile che detta scatola 21 abbia una

larghezza da 1.5 a 3 cm, un'altezza da 2.5 a 5 cm ed

una lunghezza leggermente superiore al tubo di

distribuzione 14.

In altre parole il diffusore secondario D2, in

combinazione con il diffusore primario 14 contenuto

al suo interno, costituisce un efficace diffusore di

tipo a doppio canale coassiale di distribuzione, dove

per secondo canale si intende la camera di espansione

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a sviluppo lineare per una distribuzione uniforme del

singolo reagente.

La figura 3 mostra un apparato di distribuzione

lineare uniforme dei reagenti che comprende due

diffusori secondari: un diffusore secondario D2 a

sviluppo lineare per il vapore dietilzinco ed il gas

diborano, ed un ulteriore diffusore secondario D2' a

sviluppo lineare per il vapore d'acqua,

quest'ulteriore diffusore affiancato lateralmente al

precedente e complanare ad esso.

L'ulteriore diffusore secondario D2' per il

vapor d'acqua è costituito da una scatola 21' atta a

contenere un tubo di distribuzione 14' forato e

avente come parete superiore una lastra 22' forata.

Il vapore dietilzinco ed il gas diborano, da una

parte, ed il vapor d'acqua, dall'altra, devono

restare separati fino in prossimità del substrato.

Il singolo reagente arriva in modo estremamente

distribuito lungo l'intera larghezza del substrato,

fino in prossimità del substrato stesso, senza che

esso incontri mai prima l'altro reagente.

Detto apparato di distribuzione è molto vicino

al substrato 52 di deposizione riscaldato, ad una

distanza preferibilmente compresa tra 1.5 e 6 cm, e

ciò tenderebbe a far salire eccessivamente la

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temperatura dell'apparato di distribuzione, e di

conseguenza il riscaldamento favorirebbe una reazione

indesiderata in fase omogenea, cioè prima dell'arrivo

dei reagenti sul substrato.

Pertanto, al fine di mantenere la temperatura

dell'apparato di distribuzione 51 e dei reagenti

uscenti da esso al di sotto di una soglia di

sicurezza (T inferiore ai 60 ° ), è previsto un box di

raffreddamento 31 atto a essere collocato

inferiormente all'apparato di distribuzione 51, a

contatto con ciascuna delle due pareti inferiori dei

due diffusori secondari D2, D2'.

In detto box di raffreddamento 31 viene fatto

scorrere un liquido refrigerante o liquido

scambiatore di calore (acqua, alcool, olio). A tale

scopo, il box 31 è dotato di un ingresso 32 e di una

uscita 33 per il fluido refrigerante.

Detto apparato di distribuzione deve essere

posto trasversalmente al substrato che è dotato di

movimento traslazionale su di esso ed a opportuna

distanza sia per evitare un eccessivo riscaldamento

sia per evitare la formazione del deposito a "cerchi

di sparo" sul substrato prodotti dai singoli fori

delle lastre 22, 22' dei diffusori secondari D2, D2'

quando la distanza fori-substrato è al di sotto di

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una certa soglia.

Al fine di limitare lo svuotamento da pompaggio

della regione di deposizione e quindi una bassa resa

di materiale depositato causata dalla distanza

obbligata tra il substrato e l'apparato di

distribuzione, quest'ultimo è dotato di una pluralità

di alette di contenimento per i reagenti atte a

creare uno spazio quasi chiuso tra detto apparato di

distribuzione lineare uniforme dei reagenti e il

substrato in moto traslazionale su di esso (fig. 4).

In particolare, nell'esempio che si descrive,

sono previste quattro alette, ciascuna disposta lungo

un corrispondente lato superiore di detto apparato di

distribuzione 51: due alette longitudinali 41 in

corrispondenza dei lati lunghi di detto apparato di

distribuzione, e due alette trasversali 42 in

corrispondenza dei suoi lati corti.

È evidente che i lati lunghi di detto apparato

di distribuzione sono i lati esterni dei diffusori

secondari D2, D2' affiancati, mentre ciascun lato

corto è dato dalla somma dei lati corti di detti due

diffusori secondari.

Dette alette di contenimento sono posizionate a

sfioro rispetto al substrato, ad una distanza da 0.5

a l cm. In tal modo viene influenzata la cinetica

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chimica che, favorendo una migliore qualità

cristallina del materiale, ne migliora le sue

proprietà elettriche.

In conclusione, l'uniformità di deposito lungo

la direzione della larghezza del substrato è

assicurata dalla efficacia dell'apparato di

distribuzione, mentre l'uniformità di deposito lungo

la direzione della lunghezza del substrato è

assicurata dal moto traslazionale del substrato 52

stesso al di sopra di detto apparato di distribuzione

51.

All'interno della camera di processo sono

previsti uno o più riscaldatori 55 opportunamente

posizionati al di sopra del substrato in modo tale

che, lungo il percorso del substrato in detta camera

di processo, la temperatura del substrato sia quella

desiderata di processo, preferibilmente compresa tra

130 ° C e 200 ° C, sia per irraggiamento sia per

convezione, preferibilmente ad una pressione di

processo tra 0.5 e 10 Torr.

Secondo il trovato, all'interno della camera di

processo si prevedono uno o più apparati di

distribuzione 51 lineare dei reagenti, paralleli e

opportunamente distanziati tra loro, a seconda dello

spessore del substrato che si desidera ottenere in un

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solo passaggio.

La figura 5 mostra un reattore MOCVD,

nell'ipotesi di un substrato 52 costituito da una

lastra di vetro.

A titolo di esempio, detto reattore comprende

tre apparati di distribuzione 51 lineare uniforme dei

reagenti paralleli ed opportunamente distanziati tra

loro lungo un asse longitudinale del reattore stesso.

Il substrato 52 viene appoggiato su una cornice

motorizzata 53 con movimento traslazionale, mentre

sulla faccia del substrato, opposta a quella che

poggia su detta cornice motorizzata, è posizionata

una lastra 54, in metallo, in vetro o in altro

materiale, avente sia la funzione di proteggere detta

faccia da una deposizione indesiderata di materiale

che quella di uniformare meglio la temperatura del

substrato stesso.

Nella parte superiore del reattore è presente un

riscaldatore 55 radiante termostatato ed omogeneo.

Nel caso in cui sia necessaria una migliore

miscelazione dei reagenti in prossimità del

substrato, è ipotizzabile anche un apparato di

distribuzione lineare più complesso, composto da tre

o quattro singole linee affiancate nelle sequenze

alternate: dietilzinco-acqua-dietilzinco ovvero

24

669

acqua-dietilzinco-acqua.

In alternativa al diborano, è possibile

utilizzare trimetilalluminio, trietilgallio e

trietilindio per ottenere rispettivamente ZnO drogato

alluminio (ZnO:A1), ZnO drogato gallio (ZnO:Ga) e ZnO

drogato indio (ZnO:In), ciascuno dei quali è

utilizzabile come elettrodo trasparente e conduttivo

in un dispositivo fotovoltaico.

25

669

RIVENDICAZIONI:

1. Metodo per la deposizione chimica da fase

vapore a partire da metallorganico in processo a

bassa pressione (LP-MOCVD) di uno strato sottile di

ossido di zinco opportunamente drogato con un

elemento appartenente al 3 ° gruppo della Tavola

Periodica, caratterizzato dal fatto che prevede di

investire un apposito substrato in movimento con un

flusso di vapor d'acqua ed un opportuno flusso di

reagente, in cui detto vapor d'acqua e detto reagente

vengono miscelati solo in prossimità della superficie

del substrato stesso.

2. Metodo secondo la rivendicazione

precedente, caratterizzato dal fatto di comprendere

le seguenti fasi:

A) convogliare un flusso di reagente comprendente

vapore dietilzinco/gas diborano verso una

pluralità di linee di adduzione separate atte ad

alimentare un apposito elemento tubolare o

diffusore primario a sviluppo lineare dotato di

fori di uscita del reagente stesso predisposti

nella sua parte inferiore, il quale diffusore

primario è disposto lungo la direzione della

larghezza del substrato di deposizione e

trasversalmente al moto con cui detto substrato è

26

669

atto a spostarsi;

B) regolare la quantità di reagente vapore

dietilzinco/gas diborano in ingresso a detto

diffusore primario da parte di dette linee di

adduzione mediante una corrispondente valvola

affinché il reagente si distribuisca in modo

uniforme lungo il diffusore primario stesso;

C) alimentare detto diffusore primario mediante una

quantità di reagente vapore dietilzinco/gas

diborano regolata proveniente da dette linee di

adduzione;

D) convogliare un flusso di reagente vapore d'acqua

verso una pluralità di linee di adduzione separate

atte ad alimentare un apposito elemento tubolare o

ulteriore diffusore primario a sviluppo lineare

dotato di fori opportunamente predisposti; detto

diffusore primario essendo posto lungo la

direzione della larghezza del substrato di

deposizione;

E) regolare la quantità di reagente vapore d'acqua

in ingresso a detto ulteriore diffusore primario

da parte di dette linee di adduzione mediante una

corrispondente valvola affinché il reagente vapore

d'acqua si distribuisca in modo uniforme lungo il

diffusore primario stesso;

27

669

F) alimentare detto ulteriore diffusore primario

mediante una quantità di reagente vapore d'acqua

regolata proveniente da dette linee di adduzione;

ottenendosi così la deposizione di un materiale atto

ad essere utilizzato come elettrodo frontale per

celle a film sottile di silicio amorfo e mícro-

cristallino; detto materiale essendo depositato in

modo omogeneo su larga area, sia in termini di

spessore spazialmente uniforme sia in termini di

proprietà ottiche, elettriche e morfologiche

spazialmente uniformi.

3. Metodo secondo la rivendicazione

precedente, caratterizzato dal fatto che detto

materiale depositato sul substrato in movimento ha

una buona trasmittanza ottica in tutto lo spettro

solare di interesse fotovoltaico (da 0.3 jim a 1 pim),

una bassa resistività elettrica (< l0 cm), una

superficie di appropriata rugosità (RMS compresa tra

30 nm e 100 nm).

4. Metodo secondo la rivendicazione l o 2 o 3

caratterizzato dal fatto che in alternativa al gas

diborano per ottenere zinco drogato con boro (ZnO:B)

viene utilizzato trimetilalluminio o trietilgallio o

trietilindio per ottenere rispettivamente ZnO drogato

alluminio (ZnO:A1), ZnO drogato gallio (ZnO:Ga) e ZnO

28

669

drogato indio (ZnO:In).

5. Apparato per la deposizione chimica

industriale in linea su substrati di larga area

(almeno lm x 1m) di uno strato sottile di ossido di

zinco opportunamente drogato secondo il metodo di una

delle rivendicazioni precedenti, caratterizzato dal

fatto che prevede almeno un apparato di distribuzione

lineare uniforme comprendente almeno due diffusori

secondari affiancati tra loro aventi ciascuno un

corpo scatolare a sviluppo lineare con una parete

superiore opportunamente forata, i quali contengono

rispettivamente un diffusore primario per il vapore

d'acqua ed un diffusore primario per il vapore

dietilzinco/gas diborano al fine di costituire un

apparato di distribuzione lineare uniforme dei

reagenti lungo la direzione della larghezza del

substrato di deposizione in movimento traslazionale

su di esso.

6. Apparato secondo la rivendicazione

precedente, caratterizzato dal fatto che in

alternativa al gas diborano per ottenere zinco

drogato con boro (ZnO:B) prevede trimetilalluminio o

trietilgallio o trietilindio per ottenere

rispettivamente ZnO drogato alluminio (ZnO:A1), ZnO

drogato gallio (ZnO:Ga) e ZnO drogato indio (ZnO:In).

29

669

7. Apparato secondo la rivendicazione 5,

caratterizzato dal fatto che prevede un tubo di

distribuzione o diffusore primario (14) dotato di

fori (15) opportunamente predisposti per consentire

ad un reagente in ingresso di fuoriuscire dai fori

stessi in modo uniforme; il reagente venendo

convogliato da un connettore (12) verso una pluralità

di linee di adduzione (LA) separate atte ad immettere

detto reagente nel tubo di distribuzione (14) in

corrispondenza di apposite posizioni.

8. Apparato secondo la rivendicazione

precedente, caratterizzato dal fatto che prevede tre

o più linee di adduzione (LA): due linee collegate

alle estremità del tubo di distribuzione (14) e le

altre collegate alla sua porzione centrale,

equidistanti tra loro.

9. Apparato secondo la rivendicazione 7 o 8,

caratterizzato dal fatto che detto tubo di

distribuzione (14) forato ha una lunghezza

leggermente superiore alla larghezza del substrato da

ricoprire e che i suoi fori (15) sono uguali tra

loro, allineati ed nonché uniformemente distanziati

lungo almeno una generatrice del tubo (14) stesso.

10. Apparato secondo la rivendicazione

precedente, caratterizzato dal fatto che per ottenere

30

669

una fuoriuscita uniforme del reagente lungo il tubo

di distribuzione (14), ciascuna linea di adduzione è

dotata di una rispettiva valvola a spillo (13) per

regolare in modo preciso la quantità di reagente in

ingresso al tubo di distribuzione (14).

11. Apparato secondo la rivendicazione

precedente, caratterizzato dal fatto che il diffusore

primario ha un diametro interno da 0.5 a 2.0 cm, e

che i fori hanno un diametro da 0.1 a 0.5 cm e sono

posti a una distanza uno dall'altro compresa tra 0.5

e 2.5 cm.

12. Apparato secondo la rivendicazione 10 o 11,

caratterizzato dal fatto che detto tubo di

distribuzione (14) è racchiuso in un diffusore

secondario (D2) a sviluppo lineare.

13. Apparato secondo una delle rivendicazioni

da 5 in poi, caratterizzato dal fatto che i fori di

ciascun diffusore primario (D1) sono collocati in

posizione opposta a quelli del rispettivo diffusore

secondario (D2); ottenendosi così la massima

omogeneità di distribuzione del reagente prima che

esso fuoriesca dal secondo diffusore (D2) per

raggiungere il substrato.

14. Apparato secondo la rivendicazione

precedente, caratterizzato dal fatto che ciascun

31

669

diffusore secondario (D2) è costituito da una scatola

(21) a forma di parallelepipedo a sviluppo

orizzontale, avente come parete superiore una lastra

(22) dotata di una o più linee di fori.

15. Apparato secondo la rivendicazione

precedente, caratterizzato dal fatto che detti fori

sono distribuiti in modo uniforme per far si che il

reagente, che già esce in modo sostanzialmente

uniforme dal tubo di distribuzione (14), fuoriesca in

modo maggiormente uniforme da detti fori, sfruttando

sia l'effetto "di camera di espansione" nel volume

del diffusore secondario (D2) in modo da

riequilibrare tutte le perdite di carico distribuite

lungo l'asse del diffusore, sia l'effetto "doccia"

dato dalla lastra forata (22).

16. Apparato secondo la rivendicazione

precedente, caratterizzato dal fatto che i fori della

lastra (22) del diffusore secondario (D2) sono di

diametro uguale o pari alla metà di quello dei fori

del tubo di distribuzione (14).

17. Apparato secondo la rivendicazione 14 o 15

o 16, caratterizzato dal fatto che detta scatola (21)

che costituisce il corpo del diffusore secondario

(D2) ha una larghezza da 1.5 a 3 cm, un'altezza da

2.5 a 5 cm ed una lunghezza leggermente superiore a

32

669

quella del tubo di distribuzione (14).

18. Apparato secondo la rivendicazione 5,

caratterizzato dal fatto che comprende due diffusori

secondari affiancati lateralmente e complanari: un

diffusore secondario (D2) a sviluppo lineare per il

vapore dietilzinco ed il gas diborano o

trimetilalluminio o trietilgallio o trietilindio, ed

un ulteriore diffusore secondario (D2') a sviluppo

lineare per il vapore d'acqua.

19. Apparato secondo le rivendicazioni 14 e 18,

caratterizzato dal fatto che l'ulteriore diffusore

secondario (D2') per il vapor d'acqua è costituito da

una scatola (21') atta a contenere un tubo di

distribuzione (14') forato e avente come parete

superiore una lastra (22') forata.

20. Apparato secondo la rivendicazione 18,

caratterizzato dal fatto che è posizionato molto

vicino al substrato (52) di deposizione riscaldato,

ad una distanza compresa tra 1.5 e 6 cm.

21. Apparato secondo la rivendicazione

precedente, caratterizzato dal fatto che al fine di

mantenere la temperatura dell'apparato di

distribuzione (51) e dei reagenti uscenti da esso al

di sotto di un valore di sicurezza predeterminato,

per limitare reazioni in fase omogenea, è previsto un

33

669

box di raffreddamento (31) atto ad essere collocato

inferiormente all'apparato di distribuzione (51), a

contatto con ciascuna delle due pareti inferiori dei

due diffusori secondari (D2, D2').

22. Apparato secondo la rivendicazione

precedente, caratterizzato dal fatto che in detto box

di raffreddamento (31) viene fatto scorrere un

liquido refrigerante o liquido scambiatore di calore

(acqua, alcool, olio); a tale scopo il box (31)

essendo dotato di un ingresso (32) e di una uscita

(33) per il fluido refrigerante.

23. Apparato secondo la rivendicazione 18,

caratterizzato dal fatto che al fine di limitare lo

svuotamento da pompaggio della regione di deposizione

e quindi una bassa resa di materiale depositato

causata dalla distanza obbligata tra il substrato e

l'apparato di distribuzione, quest'ultimo è dotato di

una pluralità di alette di contenimento per i

reagenti atte a creare uno spazio quasi chiuso tra

detto apparato di distribuzione lineare uniforme dei

reagenti e il substrato in moto traslazionale su di

esso.

24. Apparato secondo la rivendicazione

precedente, caratterizzato dal fatto che sono

previste quattro alette, ciascuna disposta lungo un

34

669

corrispondente lato superiore di detto apparato di

distribuzione (51): due alette longitudinali (41) in

corrispondenza dei lati lunghi di detto apparato di

distribuzione, e due alette trasversali (42) in

corrispondenza dei suoi lati corti.

25. Apparato secondo la rivendicazione

precedente caratterizzato dal fatto che dette alette

di contenimento (41, 42) sono posizionate a sfioro

rispetto al substrato, ad una distanza da 0.5 a l cm;

ottenendosi così di influenzare la cinetica chimica

che, favorendo una migliore qualità cristallina del

materiale, ne migliora le sue proprietà elettriche.

26. Apparato secondo una delle rivendicazioni

da 5 in poi, caratterizzato dal fatto che all'interno

della camera di processo sono previsti uno o più

riscaldatori (55) opportunamente posizionati in modo

tale che, lungo il percorso del substrato in detta

camera di processo, la temperatura del substrato sia

quella desiderata di processo, compresa tra 130 ° C e

200 ° C, sia per irraggiamento sia per convezione, ad

una pressione di processo tra 0.5 e 10 Torr.

27. Apparato secondo la rivendicazione

precedente, caratterizzato dal fatto che all'interno

della camera di processo si prevedono uno o più

apparati di distribuzione (51) lineare dei reagenti,

35

669

paralleli e opportunamente distanziati tra loro, a

seconda dello spessore del substrato che si desidera

ottenere in un solo passaggio.

28. Apparato secondo la rivendicazione 5,

caratterizzato dal fatto che il substrato (52) è

singolo, come ad esempio una lastra di vetro, oppure

è continuo, come ad esempio un nastro di metallo o un

rotolo di polimero.

29. Apparato secondo la rivendicazione 26,

caratterizzato dal fatto che il substrato (52) è

appoggiato su una cornice motorizzata (53) con

movimento traslazionale, mentre sulla faccia del

substrato, opposta a quella che poggia su detta

cornice motorizzata, è posizionata una lastra (54),

in metallo, in vetro o in altro materiale, avente sia

la funzione di proteggere detta faccia da una

deposizione indesiderata di materiale che quella di

uniformare meglio la temperatura del substrato

stesso.

30. Apparato secondo una delle rivendicazioni

da 5 in poi, caratterizzato dal fatto che nel caso in

cui sia necessaria una migliore miscelazione dei

reagenti in prossimità del substrato, si prevede un

apparato di distribuzione lineare più complesso,

composto da tre o quattro singole linee affiancate

36

669

nelle sequenze alternate: acqua-dietilzinco-acqua,

dietilzinco-acqua-dietilzinco, acqua-dietilzinco-

acqua-dietilzinco.

Per il Richiedente,

il Rappresentante

37

LA

669

1/3

D1 14 i

FIG. 1

15 15 Il

13

12

FIG. 2

D2

669

2/3

22 22'

21' LA'

LA LA

33 31

FIG. 3

42

41 41 42

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31

FIG. 4

669

3/3

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669

CLAIMS:

1. A method far low-pressure metallorganic

chemical-vapour deposition (LP-MOCVD) of a thin layer

of zinc oxide appropriately doped with ari element

belonging to Group III of the Periodic Table,

characterized in that it envisages impinging upon an

appropriate moving substrate with a flow of water

vapour and an appropriate flow of reagent, in which

said water vapour and said reagent are mixed just in

the proximity of the surface of the substrate itself.

2. The method according to the preceding

claim, characterized in that it comprises the

following steps:

A) conveying a flow of reagent comprising

diethylzinc vapour/diborane gas towards a

plurality of separate delivery lines designed to

supply an appropriate tubular element or primary

diffusor with linear development provided with

holes far outlet of the reagent itself that are

prearranged in its bottom part, said primary

diffusor being set in ,the direction of the width

of the deposition substrate and transverse to the

motion with which said substrate is designed to

dispiace;

B) regulating the amount of diethylzinc

1

669

vapour/diborane gas reagent entering said primary

diffusor from said delivery lines by means of a

corresponding valve so that the reagent will be

distributed in a uniform way along the primary

diffusor itself;

C) supplying said primary diffusor by means of a

regulated amount of diethylzinc vapour/diborane

gas reagent coming from said delivery lines;

D) conveying a flow of water-vapour reagent towards

a plurality of separate delivery lines designed to

supply an appropriate tubular element or further

primary diffusor with linear development with

appropriately provided holes; said primary

diffusor being set in the direction of the width

of the deposition substrate;

E) regulating the amount of water-vapour reagent

entering said further primary diffusor from said

delivery lines by means of a corresponding valve

so that the water-vapour reagent will be

distributed in a uniform way along the primary

diffusor itself;

F) supplying said further primary diffusor by means

of a regulated amount of water-vapour reagent

coming from said delivery lines;

thus obtaining deposition of a material designed to

2

669

be used as front electrode for thin-film cells of

amorphous and micro-crystalline silicon; said

material being deposited in a homogeneous way aver a

wide area, both in terms of spatially uniform

thickness and in terms of spatially uniform optical,

electrical and morphological properties.

3. The method according to the preceding

claim, characterized in that said material deposited

on the moving substrate has a good optical

transmittance in the entire solar spectrum of

photovoltaic interest (from 0.3 pari to l pm), a low

electrical resistivity (< 10-3 acm), a surface of

appropriate roughness (RMS comprised between 30 nm

and 100 nm).

4. The method according to Claim 1 or Claim 2

or Claim 3, characterized in that, as an alternative

to diborane gas far obtaining zinc doped with boron

(ZnO:B) trimethylaluminium or triethylgallium or

triethylindium is used to obtain aluminium-doped ZnO

(ZnO:A1), gallium-doped ZnO (ZnO:Ga), and indium-

doped ZnO (ZnO:In), respectively.

5. An apparatus far the on-line industrial

chemical deposition on a substrate of a large area

(at least lmxlm) of a thin layer of zinc oxide

appropriately doped using the method according to any

3

669

one of the preceding claims, Gharacterized in that it

envisages at least one uniform linear-distribution

apparatus comprising at least two secondary diffusors

set alongside one another, each having a boxlike body

with linear development with an appropriately

perforated top wall, which contain, respectively, a

primary diffusor for the water vapour and a primary

diffusor far the diethylzinc vapour/diborane gas in

order to constitute an apparatus for uniform linear

distribution of the reagents in the direction of the

width of the deposition substrate in translational

motion thereon.

6. The apparatus according to the preceding

claim, characterized in that, as an alternative to

diborane gas far obtaining zinc doped with boron

(ZnO:B), ít envisages trimethylaluminium or

triethylgallium or triethylindium far obtaining,

respectively, aluminium-doped ZnO (ZnO:A1), gallium-

doped ZnO (ZnO:Ga) and indium-doped ZnO (ZnO:In).

7. The apparatus according to Claim 5,

characterized in that it envisages a distribution

tube or primary diffusor (14) provided with holes

(15) appropriately pre-arranged far enabling an

incoming reagent to come out of the holes themselves

in a uniform way; the reagent being conveyed by a

4

669

connector (12) towards a plurality of separate

delivery lines (la), designed to introduce said

reagent into the distribution tube (14) in

appropriate positions.

8. The apparatus according to the preceding

claim, characterized in that it envisages three or

more delivery lines (la): two lines connected to the

ends of the distribution tube (14) and the others

connected to its central portion, at the same

distance from one another.

9. The apparatus according to Claim 7 or Claim

8, characterized in that said perforated distribution

tube (14) has a length slightly greater than the

width of the substrate to be coated and in that its

holes (15) are the same as one another, aligned, as

well as being set at uniform distances apart along at

least one generatrix of the tube (14) itself.

10. The apparatus according to the preceding

claim, characterized in that to obtain uniform

outflow of the reagent along the distribution tube

(14), each delivery line is provided with a

respective needle valve (13) for regulating precisely

the amount of reagent entering the distribution tube

(14).

11. The apparatus according to the preceding

5

claim, characterized in that the primary diffusor has

an internal diameter of from 0.5 to 2.0 cm, and in

that the holes have a diameter of from 0.1 to 0.5 cm

and are set at a distance from one another comprised

between 0.5 and 2.5 cm.

12. The apparatus according to Claim 10 or

Claim 11, characterized in that said distribution

tube (14) is enclosed in a secondary diffusor (D2)

with linear development.

13. The apparatus according to any one of

Claims 5 onwards, characterized in that the holes of

each primary diffusor (D1) are located in a position

opposite to those of the respective secondary

diffusor (D2); thus obtaining the maximum homogeneity

of distribution of the reagent before it comes out of

the second diffusor (D2) to reach the substrate.

14. The apparatus according to the preceding

claim, characterized in that each secondary diffusor

(D2) is constituted by a box (21) having a

parallelepipedal shape with horizontal development,

having as top wall a plate (22) provided with one or

more lines of holes.

15. The apparatus according to the preceding

claim, characterized in that said holes are

distributed in a uniform way to cause the reagent,

6

669

which already comes out in a substantially uniform

way from the distribution tube (14), to come out in a

more uniform way from said holes, exploiting both the

"expansion chamber" effect in the volume of the

secondary diffusor (D2) so as to rebalance all the

head losses distributed along the axis of the

diffusor, and the "shower" effect as a result of the

perforated plate (22).

16. The apparatus according to the preceding

claim, characterized in that the holes of the plate

(22) of the secondary diffusor (D2) have a diameter

that is the same as or half that of the holes of the

distribution tube (14).

17. The apparatus according to Claim 14 or

Claim 15 or Claim 16, characterized in that said box

(21) that constitutes the body of the secondary

diffusor (D2) has a width of from 1.5 to 3 cm, a

height of from 2.5 to 5 cm, and a length slightly

greater than that of the distribution tube (14).

18. The apparatus according to Claim 5,

characterized in that it comprises two secondary

diffusors set alongside one another laterally and in

the same plane: one secondary diffusor (D2) with

linear development for the diethylzinc vapour and

diborane gas or trimethylaluminium or triethylgallium

7

669

or triethylindium, and a further secondary diffusor

(D2') with linear development for the water vapour.

19. The apparatus according to Claims 14 and

18, characterized in that the further secondary

diffusor (D2') for the water vapour is constituted by

a box (21'), designed to contain a perforated

distribution tube (14') and having a perforated plate

(22') as top wall.

20. The apparatus according to Claim 18,

characterized in that it is positioned very close to

the heated deposition substrate (52), at a distance

comprised between 1.5 and 6 cm.

21. The apparatus according to the preceding

claim, characterized in that, in order to maintain

the temperature of the distribution apparatus (51)

and of the reagents coming out of it below a

predetermined safety value, for limiting homogeneous-

phase reactions, there is provided a cooling box

(31), designed to be located underneath the

distribution apparatus (51), in contact with each of

the two bottom walls of the two secondary diffusors

(D2, D2').

22. The apparatus according to the preceding

claim, characterized in that made to flow in said

cooling box (31) is a cooling liquid or heat-

8

669

exchanger liquid (water, alcohol, oil); far said

purpose the box (31) being provided with an inlet

(32) and an outlet (33) for the coolant.

23. The apparatus according to Claim 18,

characterized in that in order to limit emptying by

pumping of the deposition region and hence a low

yield of material deposited caused by the obligate

distance between the substrate and the distribution

apparatus, the latter is provided with a plurality of

fins far containing the reagents, designed to create

a space that is almost closed between said apparatus

far uniform linear-distribution Of the reagents and

the substrate in translational motion thereon.

24. The apparatus according to the preceding

claim, characterized in that four fins are provided,

each set along a corresponding top side of said

distribution apparatus (51): two longitudinal fins

(41) on the long sides of said distribution

apparatus, and two transverse fins (42) on ìts two

short sides.

25. The apparatus according to the preceding

claim, characterized in that said containing fins

(41, 42) are positioned skimming the substrate, at a

distance of from 0.5 to 1 cm; thus obtaining an

effect on the chemical kinetics, which, by favouring

9

a better crystalline quality of the material,

improves its electrical properties.

26. The apparatus according to any one of

Claims 5 onwards, characterized in that provided

. within the process chamber are one or more heaters

(55) appropriately positioned in such a way that,

along the path of the substrate in said process

chamber, the temperature of the substrate is the

desired process one, comprised between 130 ° C and

200 ° C, obtained either by irradiation or by

convection, at the process pressure is between 0.5

and 10 torr.

27. The apparatus according to the preceding

claim, characterized in that provided inside the

process chamber are one or more linear distribution

apparatuses (51) for distribution of the reagents,

which are set parallel and at an appropriate distance

from one another, according to the thickness of the

substrate that it is desired to obtain in a single

pass.

28. The apparatus according to Claim 5,

characterized in that the substrate (52) is single,

such as for example a plate of glass, or else is

continuous, such as for example a strip of metal or a

roll of polymer.

10

669

29. The apparatus according to Claim 26,

characterized in that the substrate (52) rests on a

motor-driven frame (53) with translational movement,

whilst positioned on the face of the substrate,

opposite to the .one that rests on said motor-driven

frame, is a plate (54), made of metal, glass or other

material, having both the function of protecting said

face from an undesired deposition of material and the

function of rendering more uniform the temperature of

the substrate itself.

30. The apparatus according to any one of

Claims 5 onwards, characterized in that in the case

where a better mixing of the reagents in the

proximity of the substrate is necessary, there is

provided a more complex linear distribution, made up

of three or four single lines set alongside one

another in the alternating sequences: water-

diethylzinc-water, diethylzinc-water-diethylzinc,

water-diethylzinc-water-diethylzinc.

On behalf of the Applicant,

The Re esentative.

M u i kir;kARPI i i i al

(9

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• 669

11

669