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6 La prima età imperiale 1. Un nuovo regime a Roma: il principato PAROLE CHIAVE Osserva la carta e la linea del tempo, poi rispondi. 1. Come si concluse l’ultima guerra civile della repubblica? 2. Nel 27 a.C. il senato conferì a Ottaviano un titolo: quale? 3. Il nuovo regime venne completato nel 23 a.C. Con quale atto del senato? 4. Quanti anni durò il principato di Augusto? Provare le competenze 5. Nella linea del tempo viene citata l’Eneide: perché? Hai cinque minuti per cercare la risposta nel capitolo. 1. L’impero di Roma nella guerra civile. principato pace di Augusto tradizione impero universale mecenatismo propaganda a.C.|d.C. 15 d.C. 15 a.C. 30 a.C. 45 a.C. Principato di Augusto 37–31 a.C. Guerra civile tra Ottaviano e Antonio Virgilio scrive l’Eneide 44 a.C. Uccisione di Cesare 16 a.C. Campagne di conquista nelle Alpi 43 a.C. Secondo triumvirato 23 a.C. Augusto ottiene l’imperio proconsolare 18‑17 a.C. Leggi sulla famiglia 14 d.C. Morte di Augusto 9 d.C. Sconfitta in Germania 31 a.C. Battaglia di Azio. Ottaviano trionfa. Fine delle guerre civili 27 a.C. Ottaviano viene proclamato Augusto Roma Lione Cadice Brindisi Azio Filippi Alessandria Danubio Reno Elba MARE DEL NORD OCEANO ATLANTICO MAR ROSSO MAR NERO MAR MEDITERRANEO Macedonia Acaia Asia Cilicia Cirenaica Egitto Siria Cipro Numidia Africa proconsolare Illiria Spagna Gallia TRACIA ITALIA Territori dell’impero nel 31 a.C. Area d’influenza di Ottaviano Area d’influenza di Antonio Regno di Cleopatra

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6 La prima età imperiale 1. Un nuovo regime a Roma: il principato

PAROLECHIAVE

Dopo l’uccisione di Cesare scoppiò una nuovaguerra civile che vide antagonisti Antonioe Ottaviano, due capi dei popolari. VinseOttaviano, che non restaurò la repubblica,ma guidò lo stato verso una nuova formadi governo: il principato. Le istituzionitradizionali apparentemente restavano invigore; di fatto era un regime monarchico.

Osserva la carta e la linea deltempo, poi rispondi.

1. Come si concluse l’ultimaguerra civile della repubblica?

2. Nel 27 a.C. il senato conferì aOttaviano un titolo: quale?

3. Il nuovo regime vennecompletato nel 23 a.C. Conquale atto del senato?

4. Quanti anni durò il principatodi Augusto?

Provare le competenze5. Nella linea del tempo viene

citata l’Eneide: perché? Haicinque minuti per cercare larisposta nel capitolo.

1. Un nuovo regime a Roma:il principato

L’imperodi Roma nellaguerra civile.

principato pace di Augusto tradizione impero universale mecenatismo propaganda

a.C.|d.C. 15 d.C.15 a.C.30 a.C.45 a.C.

Principato di Augusto

37–31 a.C.Guerra civile

traOttavianoe Antonio

Virgilio scrivel’Eneide

44 a.C.Uccisionedi Cesare

16 a.C.Campagne di conquistanelle Alpi

43 a.C.Secondo triumvirato

23 a.C.Augusto ottienel’imperio proconsolare

18‑17 a.C.Leggi sulla famiglia

14 d.C.Morte diAugusto

9 d.C.Sconfitta

in Germania

31 a.C.Battagliadi Azio.Ottavianotrionfa.Fine delleguerrecivili

27a.C.OttavianovieneproclamatoAugusto

Roma

Lione

Cadice Brindisi

Azio

Filippi

Alessandria

Danubio

Reno

Elba

MARE DEL

NORD

OCEANO

ATLANTICO

MAR

ROSSO

MAR NERO

MAR MEDITERRANEO

Macedonia

Acaia

AsiaCilicia

Cirenaica

Egitto

Siria

Cipro

Numidia

Africaproconsolare

IlliriaSpagna

Gallia

TRACIA

ITALIA

Territori dell’impero nel 31 a.C.

Area d’influenza di Ottaviano

Area d’influenza di Antonio

Regno di Cleopatra

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1. Dopo Cesare:crisi finale della repubblica

Un secolo di guerre civili La violenza aveva travolto la repubbli-ca romana per quasi un secolo, dopo che erano falliti i tentativi diriforma sociale e politica dei Gracchi (133-121 a.C.). All’internodell’oligarchia senatoria si crearono due opposte fazioni: gli otti-mati, rigidamente conservatori, e i popolari più attenti alle esigenzedella plebe. Con la riforma di Gaio Mario l’esercito fu composto diprofessionisti; emersero così alcuni capi militari (Mario stesso, Sil-la, Pompeo, Cesare) che si appoggiavano all’una o all’altra fazioneper conquistare il potere.

Giulio Cesare fece un primo tentativo di rendere stabile il pro-prio potere personale, facendosi nominare dittatore a vita. L’aspraopposizione nel senato portò all’uccisione di Cesare il 15 marzodel 44 a.C. La morte del dittatore, però, non bastò a restaurare lasupremazia del senato e il potere delle tradizionali magistrature.

L’eredità di Cesare Due giorni dopo l’uccisione di Cesare, il se-nato giunse a un accordo che rese possibile evitare uno scoppio diviolenza fra opposte fazioni. Si decise di considerare validi tutti gliatti di Cesare, anche quelli non ancora resi pubblici, e in compensovenne stabilita l’amnistia per i congiurati. Gli artefici di questa scel-ta furono il console Marco Antonio, fedele luogotenente di Cesaree capo dei popolari, e Cicerone, il principale esponente degli otti-mati.

Fu lo stesso Antonio a leggere in pubblico il testamento di Ce-sare. In esso erano stabilite ricche donazioni a favore della pleberomana. Con sorpresa di molti, nel testamento Cesare dichiaravafiglio adottivo e principale erede il pronipote Gaio Ottavio (la so-rella di Cesare, Giulia, era sua nonna).

Gaio Ottavio aveva diciannove anni e si trovava in Illiria. Ri-entrò immediatamente in Italia, dove reclutò un esercito privato.Rivendicò l’eredità, assolse gli impegni nei confronti della pleberomana stabiliti nel testamento di Cesare e dichiarò di voler vendi-care l’uccisione del prozio. Cicerone e molti senatori cominciaronoa vedere in Gaio Giulio Cesare Ottaviano (questo il nome che egliassunse in seguito all’adozione) un possibile alleato contro Anto-nio, che rappresentava i popolari. [Fig. 1]

Il secondo triumvirato Per incarico del senato, Ottaviano si trovòa combattere contro Antonio in un breve conflitto (la «guerra diModena») per l’attribuzione della provincia di Gallia Cisalpina.In questa occasione Cicerone pronunciò contro Antonio una seriedi orazioni di grande aggressività, dette Filippiche, presentandolocome un pericolo pubblico.

Nella guerra morirono i consoli e Ottaviano approfittò del vuo-to di potere che si era creato. Chiese per sé il consolato e, al rifiutodel senato per motivi di età, non esitò a marciare contro Roma colsuo esercito e imporre la propria nomina. Fu revocata l’amnistiaagli assassini di Cesare: Marco Bruto e Cassio fuggirono allora inOriente, dove organizzarono il loro esercito.

Antonio e Ottaviano (insieme a un altro potente cesariano,

Cosa accadde a Romadopo la morte di Cesare?

Quali furono gli accordidel secondo triumvirato?

Come nacque il contrasto fraOttaviano e Antonio,

e quale fu l’esito?

1. Ritratto di Ottaviano del 40 a.C. circa.Il triumviro, poco più che ventenne, èraffigurato come un capo sicuro di sé erisoluto nella sua missione. Il busto èun’aggiunta posteriore.ROMA, MUSEI CAPITOLINI

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8 La prima età imperiale 1. Un nuovo regime a Roma: il principato

Marco Emilio Lepido, che era allora governatore della Gallia Nar-bonese e della Spagna) appartenevano in fondo alla stessa parte po-litica, e a tutti fu chiaro che era opportuno raggiungere un accordoe unire le forze contro i cesaricidi. L’accordo fu stipulato nell’ot-tobre del 43 a.C. e venne reso ufficiale da una legge che istituì untriumvirato per la riforma dello stato, che doveva avere durata dicinque anni. È quello che viene chiamato «secondo» triumvira-to; il primo, del 60 a.C., era un accordo privato [volume 1, p. 242]. Itriumviri avevano il diritto di convocare le assemblee, di designare icandidati alle magistrature e di promulgare editti. [Fig. 2]

Furono emanate nuove e terribili liste di proscrizione, in cuifurono inseriti non solo gli uccisori di Cesare e i loro amici politici,i vecchi amici di Pompeo e i capi dell’oligarchia senatoria, ma an-che molti detentori di grandi patrimoni. Illustre vittima della pro-scrizione, per vendetta di Antonio, fu Cicerone. Le vittime furonoforse tremila. [Come pensavano – Elogio di una donna coraggiosa]

La fine dei congiurati e la lotta per il potere Mentre Lepidorestava a Roma come console, Ottaviano e Antonio tornarono inGrecia per affrontare gli eserciti di Bruto e Cassio. Fu Antonio aottenere la vittoria decisiva a Filippi, in Macedonia, nel 42 a.C.;Cassio e Bruto si uccisero e con loro cessò ogni tentativo di resisten-za repubblicana. [Fig. 3]

Riassumere con una tabellaRileggi nelle ultime pagine del primovolume, o ricerca in maniera autonoma,le caratteristiche del «primo triumvirato».Spiega le differenze fra i due accordi,commentando la tabella.

Primo triumvirato

Anno 60 a.C.

Tipo di accordo segreto

Contraenti Cesare, Pompeo,Crasso

Scopo Spartirsi il potere

Secondo triumvirato

Anno 43 a.C.

Tipo di accordo ufficiale

Contraenti Ottaviano, Antonio,Lepido

Scopo Punire i cesaricidiSpartirsi il potereRiformare lo stato

2. Monete emesse rispettivamente da Ottaviano(verso il 40 a.C.) e da Antonio (nel 42 a.C.).Il giovane Ottaviano mette in evidenza la suaappartenenza, per adozione, alla famiglia diCesare, proponendosi quindi come suo erede.Su una faccia c’è infatti l’effigie di Giulio Cesare(divus Iulius), sull’altra quella di Ottaviano stesso(Caesar Divi filius). Dal canto suo, Marco Antonio èraffigurato su una faccia come triumviro, mentresull’altra si mette in luce la sua origine semi-divina, effigiando il progenitore della gens Antonia,Ercole.

3. La piana di Filippi con il teatro e le rovine della città.FOTO L. MARISALDI

Dopo Filippi, Antonio consolidò la sua posizione di forza. Ol-tre alla Gallia Cisalpina, ebbe il governo delle province orientali,dove i Parti erano di nuovo minacciosi. A Ottaviano furono af-fidate l’Italia e le province occidentali; a Lepido restava l’Africa.I contrasti fra Ottaviano e Antonio si riaccesero ben presto, ma fu-rono poi appianati con gli accordi di Brindisi, suggellati anche dalmatrimonio di Antonio con Ottavia, sorella di Ottaviano.

Si giunse così, nel 37 a.C., al rinnovo del triumvirato per unaltro quinquennio. Quasi subito però Lepido fu emarginato; Otta-viano aveva il dominio dell’Occidente, Antonio dell’Oriente. [Car-

ta in apertura di capitolo, p. 6]

Il potere di Ottaviano in Italia era assoluto e il suo prestigio rag-giunse il culmine quando riuscì, nel 36 a.C. a sconfiggere la flottadei pirati guidati da Sesto Pompeo, il figlio di Pompeo Magno che

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si era impadronito della Sicilia e bloccava i rifornimentiverso Roma. Dopo questa vittoria, a Ottaviano furonotributati grandi onori come restauratore della pace inOccidente. [Fig. 4]

In Oriente, Antonio voleva realizzare i progetti diCesare e vendicare Crasso, il triunviro che era mortodurante una campagna militare contro i Parti. Progettòdunque una nuova campagna contro i Parti. Per raffor-zarsi cercò l’alleanza di re e principi d’Oriente, in pri-mo luogo dell’Egitto, ricco e fiorente per la produzioneagricola. Si trattenne qualche tempo ospite della reginaCleopatra e ne subì il fascino: dall’unione con lei nac-quero due gemelli.

Ottaviano cominciò a montare un’abile campagnadiffamatoria nei confronti dell’avversario, accusandolodi volere trasferire il potere da Roma ad Alessandria.

Come pensavano

Elogio di una donna coraggiosaUna lunga iscrizione sepolcrale ci porta nell’intimità di unafamiglia romana di elevata condizione sociale durante leguerre civili. Contiene l’elogio funebre (la laudatio) di unadonna di cui non sappiamo il nome, ma che viene chiamata«Turia» perché la sua vicenda ricorda quella di una donnacon quel nome, citata da alcuni scrittori romani. [Fig. A]

La vita di Turia negli anni giovanili fu assai movimenta-ta. Mentre era promessa sposa (poteva avere quindici anni)i suoi genitori furono uccisi, probabilmente da loro schiavi,e Turia dovette lottare con energia per assicurare i colpevolialla giustizia e per salvaguardare l’eredità, minacciata da varipretendenti. Si trasferì nella casa della futura suocera e que-sto atto di fedeltà viene ricordato a suo onore.

L’uomo che doveva diventare suo marito era allorain Macedonia con i pompeiani inseguiti da Cesare nellaguerra civile. Trovandosi dalla «parte sbagliata», dovetterimanere in clandestinità a lungo. Turia fece di tutto perappoggiarlo, procurandogli denaro, schiavi, provviste e pro-teggendo con decisione le proprietà di lui. Qualche annodopo (43-42 a.C.) l’uomo ebbe di nuovo bisogno dell’ap-poggio di Turia, coinvolto nelle proscrizioni del secondotriumvirato, finché un atto di Ottaviano lo riabilitò. Anchein questa occasione lei gli rimase fedele, lo appoggiò sfidan-do i pericoli e sopportando umiliazioni.

Probabilmente il matrimonio ebbe luogo nel periodo frale due proscrizioni e l’unione matrimoniale durò 41 anni. Idue vissero questo periodo in affettuosa vicinanza e fuoridalle vicende pubbliche.

Turia e il marito speravano di avere figli, ma questa gioiafu loro negata. Nel tempo la donna si dedicò ad accoglierein casa ragazze bisognose e a procurare loro una dote. A unadonna così magnanima, che per due volte gli aveva salvatola vita, il marito non chiese il divorzio per sterilità, anche selei si diceva disposta a essere ripudiata.

Turia è dotata di tutte le virtù che nella mentalità ro-mana erano tipiche delle matrone: «le virtù domestiche, lacastità, il rispetto, l’amabilità, l’arrendevolezza, l’assiduitàal telaio, la religione immune da fanatismo, la modestia deigioielli, la sobrietà del vestire» (trad. L. Storoni Mazzolani).

E tuttavia l’estensore dell’epigrafe presenta la donnaproiettata in attività che nel mondo romano erano riser-vate ai maschi e usa per lei alcuni termini mutuati dall’usomilitare: ella procurò al marito rinforzi, lo protesse, subìferite crudeli, fece la spia per il marito e lo difese. Turia simostrò dotata di coraggio, fermezza d’animo, tenacia: virtùche erano considerate tipicamente maschili, e che potevanoessere applicate alla donna solo perché essa era dotata dellevirtù tradizionali femminili.

Come molte donne della tarda repubblica e prima etàimperiale, Turia ebbe uno spazio nella vita pubblica; il giu-dizio sul suo comportamento continuava però a basarsi sul-le regole della tradizione e sulle virtù private della donna.

A. Frammento dell’iscrizione con l’elogio funebre. La donnaviene indicata semplicemente come uxor, moglie.

4. Fregio del sepolcro di Cartilio Poplicola a Ostia, finedel I secolo a.C. Il bassorilievo ricorda il magistratomentre difende la città dai pirati.OSTIA, MUSEO

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10 La prima età imperiale 1. Un nuovo regime a Roma: il principato

Ottaviano e Antonio allo scontro finale La spedizione di An-tonio contro i Parti (36-34 a.C.) ebbe scarso successo; l’unico ri-sultato concreto fu la conquista dell’Armenia. Subito dopo ebbeluogo la definitiva rottura con Ottaviano, abilmente architettata daquest’ultimo. Anziché inviare i rinforzi promessi, Ottaviano man-dò, con la sorella Ottavia, un piccolo contingente; Antonio non ac-cettò e li fece tornare indietro. In questo modo poté essere accusatodi avere respinto la moglie, una donna romana, a causa dell’amanteegiziana. Per tutta risposta, Antonio celebrò ad Alessandria la con-quista dell’Armenia, e confermò il trono d’Egitto a Cleopatra.

Per i cittadini romani, ormai, Antonio era nemico di Roma.Ottaviano voleva giungere allo scontro finale. Aveva dalla sua

parte il consenso popolare, ma il senato esitava a muovere guerracontro Antonio. Ottaviano fece allora circondare dalle sue legionila curia dove il senato si riuniva. I consoli e trecento senatori abban-donarono Roma e raggiunsero Antonio in Egitto: tanto era spacca-ta la classe dirigente romana.

Armata la flotta, Ottaviano nel settembre del 31 a.C. si scon-trò con il rivale ad Azio, di fronte alle coste dell’Epiro. Il genera-le Marco Vipsanio Agrippa, braccio destro di Ottaviano, mise infuga le navi egiziane e Antonio con la sua flotta, anziché resistere,seguì Cleopatra in Egitto. Un anno dopo, ad Alessandria, Anto-nio si uccise; presto si suicidò anche Cleopatra. Finiva così l’ultimadelle grandi monarchie ellenistiche. [Fig. 5] [PresentePassato – Mare

Nostrum, un’idea imperiale]

Nella documentazione scritta il Mediterraneo vienechiamato per la prima volta nostrum mare all’inizio delV libro del De bello Gallico di Giulio Cesare, dove il gene-rale descrive i preparativi della spedizione in Britannia:per affrontare l’oceano egli fa costruire delle navi piùrobuste e larghe di quelle che si usano in nostro mari.

La locuzione si trova poi in molti scrittori successivi:da Sallustio a Livio, a Lucano (I secolo d.C.) fino al cri-stiano Orosio (IV-V secolo d.C.). Questa espressione sidiffuse quando, dopo Azio e la sconfitta dell’Egitto, l’ideadi un impero mediterraneo divenne parte della mentali-tà comune e della propaganda del nuovo regime.

Questa idea imperiale ritornò in auge nell’Italia delperiodo fascista. La politica estera dell’Italia fascista,infatti, tese fin dai primi anni Trenta a fare del Medi-terraneo, nuovamente, un mare nostrum. In un celebrediscorso del 1926 («Roma antica sul mare») Mussoliniespresse l’idea che l’Italia fascista – consapevole di ave-re ripreso l’eredità dell’impero romano – vantava unasorta di diritto «storico» al dominio sul Mediterraneo.All’inizio le aspirazioni di Mussolini erano di allargarela sfera d’influenza geopolitica dell’Italia all’Adriatico eal Mediterraneo orientale, facendo perno sui domini delRegno d’Italia in quelle aree (la Libia e le isole del Do-decaneso, che appartenevano all’Italia dal tempo della

guerra di Libia del 1911). Più tardi, con il potenziamentodella flotta, fu chiara l’ambizione ad allargare l’influen-za italiana all’intero Mediterraneo. [Fig. A]

L’uso di «mare nostro» in chiave di imperialismo fa-scista era un’idea propagandistica di forte impatto, ches’inseriva nella lunga serie di riferimenti, più o menocalzanti, del fascismo alla romanità. In questo casonon si trattò di una forzatura e di una semplice stru-mentalizzazione, perché quell’espressione aveva già inepoca romana un forte significato imperiale.

A. Copertina di unarivista fascista: finda bambini si dovevaessere addestratialla vita militareper costruire emantenere l’impero.

PresentePassatoMare nostrum, un’idea imperiale

5. Cammeo celebrativo della vittoria di Azio.Il carro del vincitore Ottaviano viene trainatoda quattro centauri che reggono i simbolidella «restaurazione della repubblica»:a destra la vittoria con la corona d’alloro,a sinistra lo scudo d’oro in una ghirlandadi quercia.

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2. Il regime augusteoFine della repubblica La propaganda di Ottaviano celebrò la bat-

taglia di Azio come la vittoria delle severe tradizioni romane controuna monarchia orientale che minacciava di corrompere gli antichivalori e di trasformare i cittadini in sudditi. In realtà con le guerrecivili a Roma il clima politico si era profondamente trasformato.Era ormai evidente che non poteva rinascere la tradizionale costi-tuzione repubblicana basata sull’equilibrio fra nobiltà senatoria eassemblee popolari. Era inevitabile accettare qualche forma di po-tere personale. Roma e l’Italia erano stremate e sentivano un granbisogno di pace; nelle grandi famiglie dell’aristocrazia non c’erauna personalità così forte da potersi opporre a Ottaviano.

Per legittimare il proprio potere personale senza umiliare il se-nato, Ottaviano decise di restaurare le magistrature tradizionalinella forma, ma concentrare tutti i poteri sulla propria persona.Portava così a termine la lunga rivoluzione che aveva svuotato lacostituzione tradizionale della repubblica.

Ottaviano diventa Augusto In una seduta del senato nel 27 a.C.Ottaviano, con una mossa a effetto, restituì allo stato tutti i poteristraordinari che aveva ottenuto durante la guerra civile. In cambio sifece attribuire dal senato il titolo di Augusto, [*] cioè «degno di ve-nerazione», che indicava la sua superiorità su qualsiasi altra persona-lità dello stato e divenne parte del suo nome. Egli fu anche proclama-to princeps senatus. Come «primo fra i senatori» aveva il privilegiodi convocare e presiedere l’assemblea e, in concreto, di orientarne ledecisioni. [Al lavoro sulle fonti – Gli onori del senato ad Augusto]

Augusto mantenne anche il comando dell’esercito e il titolodi imperator, cioè «comandante supremo» [*] che deteneva dal 31a.C. Questa era la base concreta del suo potere. [Fig. 6]

Su quali basi Ottaviano fondòil suo potere, dopo la vittoria nella

guerra civile?

Perché si parla di principatoper definire il regime augusteo?

Quale immagine del poterevolle far passare Augusto?

Imperator / Imperatore In origineera un titolo generico per indicarei generali; divenne poi un titoloonorifico, che i generali vittoriosiassumevano per acclamazione delleloro truppe e mantenevano pertutta la durata del comando. Versola fine della repubblica, al tempodi Silla e Pompeo, questo titolodivenne il simbolo dell’autoritàmilitare. Giulio Cesare fu il primo amantenere questo titolo stabilmente.Ottaviano usò il termine imperatorcome prenome (imperator Caesar) eda allora la parola passò a indicare ildetentore del potere supremo.

Augusto In età repubblicana la parolaaugustus era usata solo in ambitoreligioso, in opposizione a humanus.Deriva da augeo, «innalzo», perindicare ciò che è superiore a tutto.Dalla stessa radice deriva anchela parola auctoritas, che indica lasuperiore capacità di influenzare ledecisioni: autorità e autorevolezzainsieme. Il titolo di Augusto vennepoi portato da tutti gli imperatoriromani (salvo Vitellio nel 69 d.C.),ma non fu mai esteso ad altri membridella famiglia imperiale. Il nomedi Augusta venne attribuito allemogli degli imperatori a partire daDomiziano (fine del I secolo d.C.).

Principe Nell’epoca repubblicanaquesta parola indicava gli uominiprincipali dello stato (fu attribuitoa Pompeo e a Cesare). Cicerone,nella sua opera sullo stato (de republica), immaginò che la repubblicapotesse essere governata da unapersonalità prestigiosa, un princeps,pur all’interno dell’ordinamentotradizionale. Nel Medioevo ilprincipe era il signore che aveva ilpotere sovrano nel suo dominioterritoriale; in questo senso lo usaNiccolò Machiavelli nella sua operaIl principe, del 1513. Oggi vengonoin genere designati come principi glieredi delle dinastie regnanti.

Le parole…del regime augusteo

6. Statua di Ottaviano Augusto come imperator dalla Villa di Livia a PrimaPorta. La decorazione della corazza si riferisce a un preciso momento storico:il re dei Parti, nel 20 a.C., restituì ad Augusto le insegne delle legioni di cui siera impossessato in una precedente vittoria su Crasso. La restituzione fu ilfrutto di una trattativa diplomatica, ma qui viene circondata da simboli di vittoriae di potenza. ROMA, MUSEI VATICANI

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12 La prima età imperiale 1. Un nuovo regime a Roma: il principato

Il principato Nel 23 a.C. l’architettura del nuovo sistema di poteresi completò. Ad Augusto fu attribuito l’imperio proconsolare pertutte le province dell’impero e senza limiti di tempo. Con questoegli acquisiva il potere di amministrare le province e di comandarele legioni che vi erano stanziate.

Per consolidare la sua posizione a Roma, Augusto si fece dare ilpotere di tribuno (la tribunicia potestas) a vita, anche se con rinno-vo annuale. In questo modo Augusto diventava il protettore dellaplebe di Roma, poteva convocare i comizi e far approvare plebisciti,porre il veto alle proposte di legge; come tribuno, la sua persona erasacra e inviolabile.

Come si vede, Augusto non ebbe alcun potere che non fosseprevisto dalla tradizionale costituzione di Roma; era però un’ano-malia che tutti questi poteri fossero detenuti contemporaneamen-te da una singola persona. Basta pensare che nell’ordinamento re-pubblicano, per esempio, non era consentito ai tribuni della plebedi comandare l’esercito; Augusto, invece, ebbe insieme il potere difar votare leggi al popolo e quello di comandare le truppe. Nel 23a.C., il nuovo regime, che gli storici chiamano principato [* p. 11],era ormai consolidato.

Completamento dei poteri di Augusto Augusto si garantì an-che la possibilità di controllare l’elezione alle principali cariche,con l’istituzione della commendatio, cioè la raccomandazione daparte dell’imperatore delle persone che dovevano ottenere le cari-che. Di fatto il ruolo delle assemblee perse rilievo; la vita politicasi basò esclusivamente sull’equilibrio fra il principe e le maggiorifamiglie senatorie.

7. Augusto col capovelato nell’attodi compiere unacerimonia religiosa.Nella mano destradoveva tenere lacoppa dell’offerta.ROMA, MUSEO NAZIONALEROMANO, PALAZZO MASSIMO

Augusto aveva ben chiaro il modo in cui voleva esserericordato dai posteri. Lo sappiamo da un documentostraordinario, una sorta di autobiografia ufficiale, chefu conservata in un tempio per tutta la sua vita e persua disposizione venne pubblicata dopo la morte: l’In-dex Rerum Gestarum Divi Augusti, cioè «l’elenco delleimprese del divino Augusto». Il testo racconta la con-quista del potere, le imprese belliche, le opere compiutea beneficio del popolo romano. Le Res gestae (questo iltitolo abbreviato) furono esposte a Roma su tavole dibronzo e replicate in varie copie nelle principali cittàdell’impero. Le tavole romane sono andate perdute, mauna copia dell’epigrafe è stata trovata ad Ankara in Tur-chia. Nel 1938, sul muro esterno dell’Ara Pacis, a Roma,venne incisa una copia su marmo, che esiste tuttora.

Nel paragrafo che riportiamo, Augusto descrive ilmodo in cui il senato gli ha attribuito il potere.

Augusto, Res gestae 34.

Durante il mio sesto e settimo consolato [28-27 a.C.] dopoaver posto fine alle guerre civili, ottenuto il potere supre-mo per consenso generale, ho trasferito lo Stato dalla miapotestà al potere del Senato e del popolo romano. In virtù

dei miei meriti, con un senato-consulto sono stato desi-gnato Augusto, le porte dei miei palazzi sono state ornatedi alloro a spese pubbliche, una corona civica fissata sullamia porta e uno scudo d’oro posto nella curia Giulia, cheil Senato e il popolo di Roma mi hanno dedicato, secondola testimonianza fornita dall’iscrizione posta su questoscudo, a motivo del mio valore, della mia clemenza, delsenso di giustizia e della devozione. In seguito mi sonofatto garante della situazione politica in virtù della miaautorità, senza peraltro essere investito di un potere mag-giore di quello dei colleghi che ho avuto durante le magi-strature. […]Trad. da L. Grossi, R. Rossi, Testi e Autori della letteratura latina, Paravia,Torino

Al lavoro sulle fontiGli onori del senato ad Augusto

Attività– Nelle prime righe Augusto indica il fondamento del

suo potere alla fine della guerra civile: in che cosaconsisteva?

– Con quale atto formale venne attribuito a Ottavianoil titolo di Augusto? Era uno strumento legislativo inuso anche nell’età repubblicana?

– Nell’ultima frase Augusto indica il fondamento delsuo potere reale: qual era?

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Più tardi ad Augusto furono riconosciuti altri poteri: quello diresponsabile degli approvvigionamenti di Roma (curator anno-nae) e quello di censore che gli permise di intervenire sulla compo-sizione del senato. Infine, nel 12 a.C., Augusto divenne ponteficemassimo, la massima carica religiosa dello stato. [Fig. 7]

Nel 2 a.C. il senato, i cavalieri e il popolo dichiararono Augustopater patriae, «padre della patria», come omaggio per avere re-staurato lo stato. [Come pensavano – Il culto imperiale]

La «pace di Augusto» Il nuovo sistema di potere poté consoli-darsi anche grazie alla lunghissima durata del principato di Au-gusto: quarantun anni dal 27 a.C. fino alla morte, avvenuta nel 14d.C. a 77 anni di età. La propaganda augustea, attraverso l’uso dellacultura, della religione e delle immagini pubbliche, seppe orientarel’opinione pubblica a favore del nuovo regime e la società romana siabituò all’idea che a capo dello stato ci fosse una persona sola, che sioccupava del bene comune.

Il principato di Augusto fu un periodo di pace all’interno dell’im-pero, che favorì la prosperità dell’Italia e delle province. Restavanoda pacificare la Spagna e alcune parti della Gallia e Augusto por-tò a termine il compito con decisione, guidando alcune campagnepersonalmente e altre affidandole ad Agrippa. Da quel momento glieserciti furono impegnati solo nell’allargare i confini dell’impero.

Usare la cronologia per riassumereDescrivi in una relazione orale di 4-5 minutii poteri che Ottaviano Augusto ricevetteper ciascuna delle cariche elencate nellatabella. Fra parentesi gli epiteti che gli furonoattribuiti. Alla fine spiega il significato dellaparola «principato».

31 a.C.Comando dell’esercito (imperator)

27 a.C.Primato nel senato (princeps senatus)Massima autorità (Augusto)

23 a.C.Imperio proconsolare illimitatoPotestà tribunizia

12 a.C.Massima carica religiosa (pontifex maximus)

2 a.C.Padre della patria

Come pensavano

Il culto imperialeAugusto fu sempre attento a porre limiti allavenerazione della sua persona, per non entra-re in conflitto con il senato. Tuttavia la figuradell’imperatore assunse, nel tempo, contorniquasi sacri. Nell’Oriente ellenistico era conside-rato normale adorare i sovrani come esseri divi-ni e il culto imperiale si diffuse senza difficoltà.In Occidente, invece, non si poteva decretare ladivinizzazione di una persona vivente (lo stessoCesare era stato dichiarato divus dopo la mor-te). Si cominciò dunque ad associare il nome diAugusto alla dea Roma nel culto pubblico. [Fig.

A] Fu ammessa anche la venerazione dei Laridella famiglia imperiale o del Genio di Augu-sto (cioè della forza soprannaturale che lo ani-mava): erano forme di culto privato che aveva-no un’antichissima tradizione all’interno dellefamiglie romane, ma che ora venivano praticatecollettivamente dedicandole all’imperatore.

A. Tempio di Roma e Augusto a Pola (Istria,Croazia), costruito nei primi anni d.C.

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14 La prima età imperiale 1. Un nuovo regime a Roma: il principato

Per decreto del senato nel 17 a.C. si celebrò l’inizio di una nuovaepoca (un nuovo saeculum) di pace e si riprese la tradizione dei ludisaeculares, che durante la repubblica si erano tenuti ogni cent’annicon una certa regolarità, ma che nel periodo delle guerre civili nonsi erano svolti. Qualche anno dopo fu costruito nel Campo Marzioun grande altare della Pace di Augusto, l’Ara Pacis Augustae, chevenne inaugurato nel 9 a.C. [Figg. 8-9]

Il nuovo come restaurazione dell’antico Nel periodo delle lot-te civili la decadenza dello stato era comunemente attribuita all’ab-bandono delle tradizionali virtù dei Romani e alla perdita della re-ligione tradizionale. Augusto fu molto attento ad agire in accordocon questo sentimento comune: rinnovò la legislazione che proibi-va il lusso eccessivo, fece restaurare i templi di Roma, ripristinò an-tichi culti che erano stati abbandonati e sostenne il recupero dellatradizionale moralità romana.

Fra il 18 e il 17 a.C. Augusto fece approvare una serie di leggiche miravano a frenare la decadenza dell’istituzione familiare, dicui si vedevano i segni nella diffusione degli adulteri e nel calo del-le nascite. Tutti i cittadini in età fertile erano obbligati a sposarsi,o a risposarsi se vedovi. Le famiglie numerose ricevevano un sus-

Secolo

Saeculum era per i Romani un periododi cento anni, considerato come la duratamassima della vita umana. A Roma,probabilmente dal 348 a.C., l’inizio diogni saeculum era celebrato con le solennifeste dei ludi saeculares (giochi secolari),che consistevano in gare sportive erappresentazioni sceniche.

8. L’Ara Pacis, veduta d’assieme.Sul lato, di scorcio, il corteo deifamiliari di Augusto.L’Ara Pacis è costituita da una cellarettangolare contenente l’altarededicato alla Pace, alla qualesi accede per una breve rampa.Il ciclo figurativo che decoral’esterno del muro perimetraleunisce insieme gli elementi chiavedella propaganda augustea: lacelebrazione della gens Iulia (edunque della famiglia del principe)collegata alle origini di Romaperché discendente da Enea, ilrispetto della religione tradizionale,la prosperità che solo la pace(garantita però dalle armi romane)può portare alla terra.SOPRINTENDENZA BENI CULTURALI COMUNE DI ROMA– MUSEO DELL’ARA PACIS

9. La dea della Pace con i simbolidella fecondità. Ai lati si vedono lepersonificazioni dei venti di terra(la figura sul cigno, che vola suun canneto) e dei venti di mare(sul mostro marino). In basso, lafigura di un bue e di una pecorasimboleggiano la fecondità dellegreggi e la serenità della vitacontadina, resa sicura dalla pace.FOTO L. MARISALDI

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Come vivevano

La famiglia e le nuove libertà per la donnaLa famiglia, durante le guerre civili e nel principato au-gusteo, era in profondo cambiamento. La preminenza delmarito non venne mai messa in discussione e la fedeltà, laprolificità, la sottomissione al marito continuarono a esse-re considerati valori condivisi. Però si moltiplicarono i casidi donne indipendenti e capaci d’influenzare la cultura e lavita sociale.

Tra la fine della repubblica e l’età augustea l’emanci-pazione della donna fece passi avanti. Caddero in disuso imodi tradizionali di celebrare il matrimonio. Bastava or-mai che due persone decidessero di vivere insieme comemarito e moglie con una semplice cerimonia davanti a testi-moni e alle famiglie di provenienza.

Nelle famiglie della classe più colta e agiata cominciòa diffondersi un nuovo modello di rapporto fra coniugi:quello di due persone che non erano legate solo da interessiin comune e dall’allevamento dei figli, ma anche da stimareciproca, affetto e fedeltà. [Fig. A] Più tardi, questa nuovasensibilità fu rafforzata dalla religione cristiana. Con il cri-stianesimo, la fedeltà coniugale divenne un obbligo moralee il divorzio cominciò a essere considerato negativamente.Si cominciò ad ammettere che sia l’uomo, sia la donna po-tevano chiedere il divorzio. Le leggi di Augusto limitaronoanche la discrezionalità del marito nell’usare la dote por-tata dalla moglie: in particolare posero dei limiti alla pos-sibilità di vendere gli immobili di lei. Le donne, insomma,poterono disporre con più libertà dei loro beni.

Va poi ricordato che già dagli ultimi tempi della re-pubblica le donne erano state liberate da un altro vincolo,quello della tutela. La donna ormai poteva disporre deisuoi beni liberamente, farli amministrare a persone di suafiducia e lasciarli in eredità ai figli. Per le donne, il periodotra la fine della repubblica e il principato segnò l’inizio diun processo di emancipazione: vi furono donne letterate edonne che esercitarono la professione di medico o di avvo-cato. [Fig. B]

Tutto questo riguardò però, per lungo tempo, soltantole donne delle classi elevate; per quelle meno agiate la vitacontinuò come prima, nella soggezione al padre, al marito,ai fratelli. E anche nelle classi ricche il cambiamento fu assaigraduale e ancora fino al II secolo d.C. il potere del maritonella famiglia rimase molto forte.

A. Stele funeraria dellafamiglia di L. Vibius. I coniugisono raffigurati come amici,in atteggiamento sereno,coerentemente con i valoriche si affermarono nell’etàdel principato.

B. Una giovanedonna legge unvolumen di papirosvolgendolo.Affresco da una casadi Pompei.

10. Ritratto di Giulia, figlia di Augusto,trovato recentemente a Fiumicino. La giovanefu condannata all’esilio nell’isola di Ventotenenel 2 d.C. in seguito a una denuncia peradulterio (e forse anche per avere partecipatoa una congiura contro il principe).

sidio e quelle senza figli erano penalizzate; le donne con più figliacquisivano maggiori libertà giuridiche, per esempio nel disporredei loro beni. Infine, gli adultèri venivano considerati dei crimini eandavano puniti con l’esilio. [Fig. 10] I risultati di questa legislazionenon furono quelli voluti; l’applicazione di queste norme fu assailimitata e non modificò di molto il comportamento delle persone.La società romana, comunque, stava lentamente cambiando. [Come

vivevano – La famiglia e le nuove libertà per la donna]

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16 La prima età imperiale 1. Un nuovo regime a Roma: il principato

3. I confini dell’imperoPacificazione e conquiste Benché sia passato alla storia come

principe pacifico, Augusto dovette rafforzare i confini dell’imperoe pacificare le regioni conquistate di recente. Grazie all’abilità deisuoi generali (Agrippa, e poi i figliastri del principe, Tiberio e Dru-so) il territorio dell’impero fu notevolmente ampliato, nonostanteil fallimento di alcuni tentativi ambiziosi. La superficie dei territoriconquistati da Augusto superò quella di qualunque imperatore suc-cessivo. [Fig. 11]

Augusto considerò sempre di sua competenza la gestione dellapolitica estera, senza venire a patti con il senato. La sua politica nonfu difensiva; s’inserì nell’ideologia che considerava l’impero uni-versale di Roma come l’unico modo per garantire la pace. La guerraper ampliare i confini era un elemento fondamentale della missionecivilizzatrice di Roma.

I Parti e i regni clienti In Oriente l’impero romano confinava conil regno dei Parti, potente e ben organizzato. Augusto si rese contoche era inutile tentare di spostare il confine oltre l’Eufrate; cercòinvece di assicurarsi il controllo dell’Armenia, un regno che per lasua posizione era strategico per la sicurezza delle province romanein Asia.

Nel 20 a.C., Augusto riuscì con la diplomazia a ottenere da Fra-ate IV re dei Parti la restituzione delle insegne strappate ai Romaninella battaglia di Carre del 53 a.C., mentre Tiberio intervenne inArmenia e riuscì a mettere sul trono un re filo-romano, Tigrane II.La propaganda augustea sfruttò abilmente questi successi. Infine,senza ulteriori campagne di guerra si giunse a un accordo di fatto,in cui venivano riconosciute le rispettive aree d’influenza, lascian-do aperta e precaria la questione dell’Armenia.

Quali furono le linee della politicaestera di Augusto?

Quali diverse strategie furono seguitein Oriente e in Europa?

Come venne affrontato il problemadel confine in Germania?

Roma

Ankara

Aosta

Augusta

Teutoburgo

Lione

Cadice

Alessandria

DACI

GERMANI

RETI

CAMUNI

VINDELICI

LIGURI

SALASSI

CANTABRI

Danubio

Reno

Elba

MARE DEL

NORD

OCEANO

ATLANTICO

MAR

ROSSO

MAR NERO

MAR

MEDITERRANEO

Dalmazia

Macedonia

Acaia

Asia

Mesia

Cirenaica

Egitto

SiriaNumidia

Africaproconsolare

Pannonia

Norico

Spagna

Gallia

TRACIA

ITALIA

Territori dell’impero nel 30 a.C.

Conquiste di Augusto

Regni indipendenti legati a Roma

Popolazioni nemicheDACI

11. L’estensione delleconquiste realizzatedurante il principato diAugusto.

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Nell’Asia Minore, anziché seguire una politica di conquista, Au-gusto preferì favorire con trattative diplomatiche la formazione distati vassalli come i regni del Ponto, della Tracia e del Bosforo, suiquali regnavano sovrani appoggiati da Roma e legati al principe daun rapporto di dipendenza.

Ampliamento dell’impero in Europa In Europa Augusto attuòuna politica di guerra e di conquista che ebbe importanti risultati.

Il primo settore d’intervento militare fu la Spagna, un paese oc-cupato da quasi due secoli ma non completamente pacificato; solonel 19 a.C. il generale Agrippa riuscì a mettere fine alle rivolte.

Con una dura campagna nel 25 a.C. contro il popolo dei Salassiin Val d’Aosta, Augusto si assicurò il controllo delle Alpi occidenta-li, e lo consolidò con la fondazione della colonia di Aosta (Augustapraetoria), all’incrocio delle vie che portavano nelle Gallie attraver-so il Piccolo e il Gran San Bernardo. La campagna contro i Salassifu spietata e si concluse con la deportazione in massa e la riduzionein schiavitù di oltre quarantamila uomini.

Ancora nella zona alpina, nel 16 a.C. i figliastri di Augusto, Ti-berio e Druso conquistarono il Norico, la Rezia e la Vindelicia,cioè il territorio corrispondente a Svizzera e Austria, mettendo sal-damente in mani romane l’intera regione alpina. [Fig. 12]

Negli anni successivi, Agrippa e poi Tiberio completarono laconquista dell’area balcanica e della Pannonia, portando il confinedell’impero al fiume Danubio.

La Germania Augusto cercò anche di spostare il confine in Ger-mania a est del Reno, dove si trovava dal tempo di Cesare. Druso eTiberio, avanzarono fino al fiume Elba; ma l’occupazione dei ter-ritori a est del Reno rimase sempre assai precaria per i fermenti dirivolta delle tribù germaniche. Infine, nel 9 d.C. l’incauto tentativodi avanzata del generale Varo si concluse con la distruzione di tre le-gioni romane nella foresta di Teutoburgo ad opera delle tribù gui-date da Arminio, re del popolo dei Cherusci che aveva combattutocome ausiliario nell’esercito romano. [Fig. 13] Da allora il confinefra l’impero e le popolazioni germaniche si stabilizzò in corrispon-denza del Reno, dove rimase per secoli.[PresentePassato – Tre bimillenari per Augusto]

Lavorare con l’atlante geograficoCerca sulla carta d’Europa nell’atlante lazona fra le Alpi e il Mare del Nord, nella qualesi sono svolte le guerre di conquista descrittein queste pagine. Individua i fiumi Reno edElba: quali grandi città sorgono oggi allaloro foce? Individua il Danubio: quali capitalieuropee si trovano sul suo corso? Qualistati europei attuali furono interessati dalleoperazioni militari di Augusto nelle Alpi e inGermania?

12. Il Trofeo delle Alpi, un grandiosomonumento che il senato fece costruirepresso l’odierna Nizza per celebrarela conquista delle regioni alpine.Un’iscrizione riporta il nome delle 45popolazioni sconfitte dai Romani.FOTO ARCHIVIO SCALA, FIRENZE

13. Stele funebre di un centurionecaduto nella battaglia di Teutoburgo,fatta realizzare dal fratello. Il testodell’epigrafe è molto significativo: «AMarco Celio figlio di Tito da Bologna,della tribù Lemonia, centurione nellaLegione XVIII, di anni 53 e 6 mesi. Cadutonella battaglia di Varo. È autorizzata latraslazione della salma».Evidentemente il fratello si recò inGermania alla notizia della battaglia,ma non poté dare sepoltura al mortoperché la zona era in mano ai Germani.Sappiamo dallo storico Tacito chequalche anno più tardi Germanicopenetrò in Germania per visitareil posto e dare sepoltura ai soldatiromani, ma trovò solo ossa indistintee fece fare una sepoltura comune aRomani e Germani.BONN, RHEINISCHES LANDESMUSEUM

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18 La prima età imperiale 1. Un nuovo regime a Roma: il principato

1937: la Mostra augustea della romanitàNel settembre 1937 fu inaugurata a Roma una grandemostra per il bimillenario della nascita di Augusto (63a.C.). La dittatura fascista era all’apice della potenza eaveva l’appoggio di gran parte degli Italiani: l’anno pre-cedente, dopo la conquista dell’Etiopia, era stato pro-clamato l’impero e la propaganda del regime mettevain collegamento diretto l’antica grandezza di Roma conla sua versione moderna. Come un nuovo Augusto, sidiceva, Mussolini aveva imposto la sua pace all’Italia(con la violenza ed esautorando il parlamento); comelui aveva avviato una politica a favore della natalità edella famiglia. Infine, come nuovo Augusto aveva fattorinascere un impero di Roma.

Nella mostra ebbe una posizione di primo piano lastatua di Augusto come imperator. La scena a rilievosulla corazza (i Parti che restituiscono le insegne del-le legioni) trasmetteva un messaggio di forza: i nemicisi erano piegati alla superiorità delle armi romane ele umiliazioni del passato erano riscattate. Poco im-portava che questo successo fosse frutto di trattativediplomatiche. La statua di Augusto divenne l’emblemadella mostra e la sua immagine fu riprodotta in mani-festi, francobolli, cartoline illustrate. [Figg. A-B] Copiein bronzo furono installate in varie città e nelle scuoleintitolate ad Augusto.

Aldilà degli aspetti propagandistici fu una mostra im-portante, che non si limitò all’età augustea, ma si al-largò a tutta la storia di Roma imperiale. Per avere unquadro completo della civiltà romana si fece ricorso acalchi di statue, modelli di edifici e di macchine, plasticiricostruttivi. I visitatori furono più di un milione.

2009: bimillenario di una sconfittaAd Arminio, il capo germanico che aveva sconfitto lelegioni romane a Teutoburgo, fu dedicato un grandio-so monumento presso la città di Detmold, in Renania,inaugurato nel 1875. Su un piedistallo di 18 metri svet-tava il guerriero con la spada sguainata, alto 19 metri,visibile da grande distanza. [Fig. C]

Il monumento divenne meta di pellegrinaggi daparte delle organizzazioni nazionaliste e in particolare,negli anni Venti e Trenta, dei nazisti, per i quali rappre-sentava la superiorità della «razza» germanica. Dopo laseconda guerra mondiale (1939-1945), nella Germaniache voleva superare il passato nazista, il monumento fua lungo trascurato per poi diventare di nuovo un’attrat-tiva turistica. Nel 2009, il bimillenario della battagliadi Teutoburgo è stato celebrato con feste, convegni efrancobolli celebrativi. [Fig. D]

2014: bimillenario della morteIl clima politico e culturale in cui si è ricordato il bi-millenario della morte di Augusto è molto diverso daquello della nascita. Da tempo ormai l’Italia e l’Euro-pa sono governate da democrazie e l’impero augusteonon suscita più nostalgia o velleità d’imitazione. Così lamostra che si è tenuta a Roma nel 2014 ha racconta-to la vicenda politica e il mondo culturale vivacissimodell’età augustea, raccogliendo opere preziose ancheda musei lontani.

PresentePassatoTre bimillenari per Augusto

A. Manifesto dellamostra del 1937.

B. La sala di Augustonella mostra dellaromanità.ARCHIVIO STORICO CAPITOLINO, ROMA

C. Monumento diArminio a Teutoburgo.AKG, LONDRA

D. Francobollo celebrativo delbimillenario della «strage diVaro».

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4. Il governo dello statoSenatori e cavalieri Dai tempi di Silla il senato era stato riformato

più volte e il numero dei suoi membri era aumentato mentre il suoprestigio era stato messo a dura prova durante le guerre civili. Conl’immissione di nuovi membri operata da Cesare e poi dai triumviri ilnumero di senatori era salito fino a mille. Ottaviano operò una rifor-ma del senato per restituire a questa carica maggiore prestigio. Nel28 a.C., ottenuto il potere di censore, fece una revisione delle listeespellendo tutti coloro che per origine e per censo non dovevano farparte dell’assemblea. Più tardi, nel 18 a.C., riportò il numero di sena-tori a 600, alzò il livello di ricchezza necessario per entrare in senatoe rese ereditaria la dignità senatoria. Il senato aveva ormai poteriridotti, ma ai senatori erano comunque riservate funzioni prestigio-se, le massime cariche militari e le principali magistrature giudiziarie.

Analoga cura Augusto dedicò a ristabilire i criteri dell’apparte-nenza all’ordine equestre, da cui provenivano gli amministratorimilitari e civili. I cavalieri mantennero il tradizionale controllo del-le attività finanziarie e commerciali, che grazie alla pace conobberoun notevole incremento. Tra loro furono scelti i principali funzio-nari dell’amministrazione imperiale e i gradi intermedi dell’eserci-to. A loro furono attribuiti anche due incarichi di altissima respon-sabilità: il governo della nuova provincia dell’Egitto e il comandodella guardia personale del principe (i pretoriani).

Roma e l’Italia L’imperatore dedicò molta attenzione alla riorga-nizzazione amministrativa di Roma, che da città-stato si trasformònella capitale dell’impero. Avviò un grande piano di costruzionimonumentali che dovevano celebrare la grandezza della città e lafigura del principe. [Fig. 14] Secondo lo storico Svetonio, Augusto sivantava di aver trovato una città di mattoni e di averla trasformatain una città di marmo.

L’amministrazione di Roma fu attribuita al praefectus Urbi (pre-fetto alla città), di nomina imperiale e scelto nell’ordine senatorio.Sotto la sua responsabilità operavano le diverse magistrature cit-tadine, che si occupavano della manutenzione delle strade e degli

Come venne organizzatal’amministrazione di Roma,dell’Italia e delle province?

Come furono ripartite le finanze?

Secondo quale criterio fu ordinatol’esercito?

14. Resti del Foro di Augusto, Roma.Sotto, la ricostruzione mostra come dovevaapparire il colonnato esterno, con grandesfoggio di marmi e dorature.ROMA, ARCHIVIO GRAFICO DEI MERCATI DI TRAIANO, MUSEO DEI FORIIMPERIALI

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20 La prima età imperiale 1. Un nuovo regime a Roma: il principato

edifici pubblici, dell’approvvigionamento alimentare, dell’ordinepubblico e delle distribuzioni gratuite periodiche di frumento allaplebe romana. [Fig. 15] Augusto istituì anche un corpo di vigili, conil compito di mantenere l’ordine pubblico notturno e di vigilarecontro gli incendi. [Come vivevano – I vigili del fuoco a Roma]

L’Italia non fu oggetto di molti interventi. Dai tempi dellaguerra sociale (I secolo a.C.) tutti gli abitanti della penisola finoal fiume Po erano cittadini romani. Augusto estese questo dirittoall’intera pianura padana. Le città erano governate da magistratu-re municipali. L’intervento del potere centrale si limitava alla curadelle strade e all’organizzazione di un servizio di trasporti soprat-tutto a scopi militari. Al tempo di Augusto si moltiplicarono anchenelle città italiche gli interventi di rinnovamento urbanistico, conla costruzione di porte monumentali, mura, acquedotti.

Le province L’amministrazione delle province fu rinnovata, inbase alla nuova ripartizione dei poteri fra principe e senato.

Le province «non pacificate» (o province «del principe»)nelle quali erano stanziate le legioni, erano sotto la responsabili-tà diretta di Augusto, che nominava suoi incaricati (legati) sceltinell’ambito senatorio fra ex consoli o ex pretori. Le province «pa-cificate» (o province «del popolo romano»), continuarono a es-sere governate da proconsoli scelti per sorteggio fra i gli ex consolie gli ex pretori. In tutti i casi la riscossione delle imposte era affidataa procuratori scelti nell’ordine equestre. [Fig. 16]

L’Egitto era un caso a sé, data la sua importanza per le fornituredi grano. Divenne una sorta di proprietà personale del principe inquanto erede della dinastia dei Tolemei. Il governo dell’Egitto fuaffidato a un prefetto scelto dal principe fra i cavalieri.

Le finanze e il nuovo sistema monetario La macchina dello sta-to aveva bisogno di risorse costanti e sicure, garantite dalle entratefiscali. Le imposte riscosse nelle province «del popolo» erano rac-colte nell’erario di Saturno, così chiamato perché aveva sede neltempio di Saturno.

Come vivevano

I vigili del fuoco a RomaA Roma, come in tutte le città antiche, gli incendi eranomolto frequenti. Bastava una disattenzione nell’uso del fo-colare e le fiamme si diffondevano con rapidità all’interoedificio e alle case vicine. Nel primo secolo d.C. abbiamonotizia di almeno sei incendi catastrofici, che distrusserointeri quartieri della città. Questi si erano estesi in maniera

disordinata, spesso senza rispettare le normeedilizie; ma non erano rari anche gli incendidolosi, talvolta provocati dagli stessi proprie-tari a fini speculativi.

Un servizio pubblico antincendio esiste-va a Roma fin dall’inizio della repubblica: gliedili e i tribuni si avvalevano, a questo scopo,di contingenti di schiavi; nulla sappiamo però

dell’organizzazione e del nu-mero.

Augusto istituì nel 6 d.C. la nuova milizia dei vigiles,incaricata anche del servizio di polizia notturna contro gliincendiari e i ladri. Questo corpo di polizia era costituito dicirca 7000 uomini divisi in sette coorti, le cui caserme eranopresso le porte delle mura cittadine, in modo da raggiungererapidamente le zone interessate. Era un corpo militare, i cuiufficiali potevano fare carriera nell’esercito. Nei primi tempiil reclutamento era fatto fra i liberti, che dopo sei anni diservizio potevano ottenere la cittadinanza romana.

Roma era rifornita di molta acqua, c’erano fontane pub-bliche, cisterne e pozzi. I vigili disponevano di strumentipiuttosto avanzati, in particolare di pompe in grado di sol-levare l’acqua a grande altezza (alcuni esemplari sono sta-ti trovati a Pompei, a Roma e altrove). C’erano poi asce epicconi per abbattere pareti pericolanti, scale, pertiche e icentones, grandi coperte bagnate con le quali si cercava dicircoscrivere le fiamme e di soffocare i focolai. [Fig. A]

15. Magistrati di un quartiere di Romasvolgono un sacrificio; altare del 2 d.C. Inciascuno dei 14 quartieri nei quali Augustosuddivise la città di Roma furono costruitipiccoli santuari dedicati ai Lari e al Genio diAugusto.ROMA, CENTRALE MONTEMARTINI

A. Parti di una pompa per l’acqua in bronzo.ROMA, ANTIQUARIUM COMUNALE

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Augusto istituì un’amministrazione speciale, il fisco imperiale,per raccogliere i beni privati del principe e tutte le entrate che gli de-rivavano in quanto titolare delle province «del principe». Da que-sta cassa veniva finanziata la maggior parte delle spese dello stato.

Ricordando i danni che, nell’età repubblicana, si erano verificatial momento del congedo delle truppe con l’esproprio e la redistri-buzione di terre, Augusto creò un’altra cassa, l’erario militare, chedoveva servire per pagare una liquidazione ai militari al momentodel congedo. I fondi di questa cassa derivavano dall’imposta sulleeredità, alla quale erano sottoposti i cittadini romani.

La riorganizzazione finanziaria dell’impero passò attraversodue fasi fondamentali: il censimento, per conoscere il numero deicittadini e degli abitanti dell’impero a fini militari e tributari, e larealizzazione di un catasto, per stabilire la base imponibile per ilpagamento delle tasse sui terreni.

Augusto impose un nuovo sistema monetario, che prevedevaun rapporto fisso di peso fra le monete. La moneta d’oro (che pesa-va 1/40 di libbra, cioè 8,2 grammi) equivaleva a 25 denari d’argen-to e a 100 sesterzi di bronzo.

Le monete furono uno straordinario veicolo di propaganda im-periale e diffusero per l’impero l’immagine del principe e i simbolidel suo governo (la pace e la concordia, la potenza di Roma). [Fig. 17]

La riorganizzazione dell’esercito e la guardia pretoriana Sot-to Augusto, e per il resto dell’età imperiale, l’esercito continuò aessere composto prevalentemente di volontari regolarmente retri-buiti, anche se l’arruolamento obbligatorio non venne abolito for-malmente. Il numero delle legioni fu portato a ventotto, corrispon-denti a circa 150.000 soldati: divennero venticinque dopo il disastrodi Teutoburgo. Gli organici delle legioni erano composti esclusiva-mente da cittadini romani, dunque reclutati a Roma e in Italia.

La durata di servizio militare fu portata prima a sedici, poi avent’anni. Ai legionari si affiancavano reparti di ausiliari, in nume-ro circa uguale, arruolati fra i provinciali.

L’élite dell’esercito era costituita dai pretoriani, che costituiva-no la guardia imperiale ed erano stanziati a Roma o nelle immediatevicinanze. Augusto li organizzò come battaglione permanente conun organico di circa 4500 militari, sotto il comando di due prefettidel pretorio, scelti dal principe all’interno dell’ordine equestre.

Censimento

È la registrazione di alcune informazioniimportanti per conoscere la popolazione.Poteva essere universale o provinciale.Il primo serviva per conoscere il numerodei cittadini romani e la loro situazioneeconomica, in modo da tenere sottocontrollo le disponibilità militari e le risorsefinanziarie. Il censimento provinciale, invece,era limitato a singole province e serviva perdeterminare la tassazione del territorio.Augusto fece tre censimenti universali: nel28 a.C., nell’8 a.C. e nel 14 d.C. Censimentiprovinciali ebbero luogo probabilmente intutte le province dell’impero, anche se lefonti ne ricordano solo alcuni, soprattuttoquelli in cui si verificarono disordini e rivoltecontro le tasse. Uno di questi censimentiprovinciali fu effettuato in Giudea all’epocadella nascita di Gesù.Negli stati moderni il censimento è lostrumento per aggiornare periodicamente (inItalia ogni dieci anni) l’elenco dei residenti edei cittadini, con alcune informazioni sullacomposizione delle famiglie, sul lavoro e altreutili a fini statistici.

Roma

OCEANO

ATLANTICO

MAR

MEDITERRANEO

MAR NERODalmazia

Macedonia

Acaia

Asia

Mesia

Pannonia

NoricoRezia

123

1 - Alpi Pennine2 - Alpi Cozie3 - Alpi Marittime

Egitto

Siria

Giudea

Cipro

PanfiliaCilicia

Galazia

Bitinia e Ponto

Numidia

Sardegna

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AfricaProconsolare

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Aquitania

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Tracia

Cire

naica

eC

reta

ITALIA

Province del popolo

Province del principe

16. Le province romane al tempo di Augusto.

17. Aureo di Augusto emesso in Spagna nel18 a.C. L’imperatore vi appare con la coronad’alloro e la legenda Caesari Augusto («aCesare Augusto»).ROMA, MUSEO NAZIONALE ROMANO

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22 La prima età imperiale 1. Un nuovo regime a Roma: il principato

5. La cultura dell’età augusteaIl potere e gli intellettuali L’idea che con il principato di Augu-

sto fosse finalmente ritornata l’età dell’oro e che Roma fosse desti-nata dagli dei a governare il mondo non era diffusa fra i Romanisolo dalle immagini che avevano di continuo sotto gli occhi: statuedel principe, monete, monumentali edifici pubblici. Alcuni grandipoeti fecero di questi temi lo sfondo di creazioni che raggiunseroaltissimi livelli d’arte.

La durata del principato di Augusto fu così lunga da vedereall’opera due generazioni di poeti. Alla prima appartengono Vir-gilio e Orazio: costoro avevano vissuto il periodo delle guerre civilie diedero forma artistica al desiderio di ricostruzione e di pace. Piùtardi, un poeta come Ovidio, attivo quando ormai il regime era sta-bilmente instaurato, si mostrò più disimpegnato riguardo alla poli-tica e più disinvolto rispetto alla moralità ufficiale.

Augusto fu molto attento a sostenere i maggiori scrittori, adaccoglierli nel giro degli amici e far loro ottenere onori. Un ruoloessenziale in quest’opera di propaganda ebbe un suo grande col-laboratore, Gaio Mecenate, che diede vita a un circolo letterarionella sua principesca villa sull’Esquilino, dove si leggevano le nuovecomposizioni e si discutevano i valori alla base del principato augu-steo. [Fig. 18]

Virgilio, il mondo contadino e la romanità Virgilio era natonel 70 a.C. presso Mantova e aveva vissuto il dramma degli espropridi terre dopo la battaglia di Filippi. Mecenate lo invitò a scrivereun’opera didascalica sulla vita nei campi e Virgilio compose le Ge-orgiche (dal greco, «poesie contadine»), dove trovò anche spazioper una digressione sulla bellezza e produttività dell’Italia, final-mente riportata alla prosperità dalla pace di Augusto.

L’opera principale di Virgilio fu un grande poema nazionale,l’Eneide, che contribuì in maniera decisiva all’obiettivo che Me-cenate si proponeva, di dare una forma compiuta all’ideologia delprincipato augusteo. Con quest’opera, composta fra il 30 e il 19a.C. (l’anno della morte) Virgilio divenne il cantore ufficiale dellaromanità.

L’Eneide L’Eneide è un poema in dodici libri. I primi sei hannocome modello l’Odissea di Omero e narrano l’avventuroso viaggiodi Enea, fuggito da Troia con il padre Anchise e il figlioletto Iulo(o Ascanio), verso il Lazio, la destinazione stabilita dal Fato divi-no. Il quarto libro è dedicato al soggiorno dell’eroe a Cartagine eall’amore che lega a lui la regina Didone. Per seguire il suo destino,Enea abbandonerà Didone: spiegazione mitica delle radici dell’o-dio eterno dei Cartaginesi contro Roma.

La seconda parte del poema s’ispira invece all’altro poema ome-rico, l’Iliade, ed è una successione di guerre. Il re Latino accoglieEnea e gli promette in sposa la figlia Lavinia, che però è stata giàpromessa a Turno, re dei Rutuli. Ne segue una serie di battaglie chesi concludono con la morte di Turno. [Fig. 19] Enea sposa Lavinia esarà fondatore di molte città. Da suo figlio Iulo avrà origine la gensIulia, alla quale appartiene Augusto.

Nel poema, Enea ha le virtù che venivano riconosciute ad Au-

Come agì Augusto nel campodella cultura?

Quale idea del dominio di Romafu trasmessa dalle opere

dei maggiori poeti e storici?

Mecenate

Nella lingua comune si dice mecenate chiusa la sua ricchezza e il suo potere per favorirele arti; la sua benemerita attività si chiamamecenatismo.

18. Sala di recitazione della lussuosa villa diMecenate nei giardini dellÕEsquilino.FOTO SCALA, FIRENZE

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gusto: l’amore filiale, il valore guerriero, la clemenza e il senso digiustizia. La grandezza di Roma viene celebrata in vari punti, masoprattutto nel sesto libro, dove Virgilio racconta il viaggio di Eneanell’aldilà. Anchise presenta al figlio i grandi Romani del futuro:dopo Romolo segue Augusto, rifondatore di Roma, poi Cesare etanti altri esempi di virtù romane.[Al lavoro sulle fonti – L’ideologia dell’impero universale]

Livio e la storiografia Al progetto augusteo si collega anche unodei maggiori storici di Roma, il padovano Tito Livio (59 a.C.-17d.C.), che scrisse un’opera dedicata alla storia di Roma dalla fon-dazione (ab Urbe condita). Secondo Livio, la grandezza di Romaera nata grazie a una serie eccezionale di personalità che avevanoguidato Roma nelle prime guerre della repubblica. In seguito lostato entrò in crisi perché le antiche virtù furono sostituite dallabrama di potere e di ricchezza. Tutta l’opera di Livio è un’esaltazio-ne dello spirito repubblicano; Augusto benevolmente lo chiamava«il mio pompeiano». Il richiamo al costume degli antenati comebase dell’impero romano fa dell’opera dello storico un documentoprezioso per conoscere il clima di restaurazione che caratterizza l’e-poca di Augusto.

Quella di Livio è praticamente l’unica opera di storia sopravvis-suta al regime augusteo. Di alcuni storici «dissidenti», fortementepolemici nei confronti del regime imperiale, sono giunti solo pochiframmenti. Le loro opere ebbero infatti scarsissima circolazione, equesto ci fa intuire quanto fosse forte la pressione del potere sugliintellettuali dell’epoca.

19. Enea ferito viene curato da un medico,che con un ferro chirurgico estrae la frecciache ha colpito l’eroe alla coscia. È una scenadell’ultimo libro dell’Eneide, raffigurata inun dipinto trovato in una casa di Pompeie realizzato poco prima della distruzionedella città nell’eruzione del Vesuvio del 79d.C. L’immagine testimonia la popolarità delpoema virgiliano e dei temi legati alle originidi Roma.NAPOLI, MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE

Le Res gestae di Augusto si aprono con le parole «Le im-prese del divo Augusto, con le quali sottomise il mon-do all’impero del popolo romano…»: anche se volleessere eternato come principe pacifico, l’imperatore eraben conscio che la pace era il risultato della vittoria inguerra. Gli intellettuali che facevano parte della cerchiadel principe (i poeti Virgilio e Orazio, lo storico Livio)misero bene in rilievo, nelle loro opere, che Roma avevala missione divina di estendere il suo governo su tutti ipopoli, perché la civiltà coincideva con l’impero e l’im-pero aveva il dovere di estendere i confini della civiltà.

Augusto, Res gestae, 13

Il tempio di Giano Quirino, che i nostri antenati volleroche fosse chiuso quando per tutto l’impero del popolo ro-mano si fosse ottenuta la pace con le vittorie per terra e permare, e che si tramanda che dalla fondazione di Romafosse stato chiuso solo due volte, per tre volte sotto il mioprincipato il senato decretò che dovesse essere chiuso.

Virgilio, Eneide I, 279-280; VI, 851-853

Termini a Roma io [è Giove che parla] non fisso né tem-po:ho dato ai Romani un dominio infinito.

…ma tu [chi parla è Anchise, il padre che Enea incontranegli Inferi]Romano ricorda che i popoli devi al tuo cennopiegare – questa sarà la tua arte1 – e imporredi pace sicura le norme, e graziaconcedere ai vinti e debellare i superbiTrad. E. Cetrangolo, Sansoni, Firenze 1966.

Livio, Storia di Roma dalla fondazione I, 16

O Quiriti, […] Romolo mi disse2: «Vai, annunzia ai Ro-mani che gli dei vogliono che la mia Roma diventi la capi-tale del mondo. Dunque curino l’organizzazione militaree sappiano e tramandino ai posteri che nessuna potenzaumana mai potrà opporsi ai Romani»Trad. G. D. Mazzocato, Newton Compton, Roma 1997.

1 Nei versi precedenti, Virgilio ha fatto dire ad Anchise che altri popoli(allude ai Greci e agli orientali) sapranno plasmare meglio il marmoe il bronzo, saranno migliori oratori e astronomi. Ma il destino deiRomani è di essere conquistatori.2 Chi parla è un personaggio che asserisce di avere ricevuto la visita diRomolo, il fondatore di Roma, dopo che era scomparso e salito al cielo.

Al lavoro sulle fontiL’ideologia dell’impero universale

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24 La prima età imperiale 1. Un nuovo regime a Roma: il principato

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I concetti essenziali1. GLI ULTIMI SUSSULTI DELLA REPUBBLICA

■ Dopo la morte di Cesare il contrasto nacque fra il suo eredepolitico, Marco Antonio, e il suo figlio adottivo ed erede reale,Ottaviano. Mentre Ottaviano, in Occidente, rafforzava il suo po-tere a Roma, in Oriente Antonio, legato a Cleopatra regina dell’E-gitto, puntava a nuove conquiste contro i Parti, ma con scarso suc-cesso. Ottaviano abilmente riuscì a presentare il rivale come unsovrano orientale, intenzionato a trasferire ad Alessandria la sededel potere. Si giunse alla guerra e Ottaviano sconfisse l’avversarionella battaglia navale di Azio (31 a.C.).

2. IL REGIME AUGUSTEO

■ Dopo la vittoria ad Azio contro Antonio e Cleopatra, Otta-viano era padrone dello stato. Nel 27 a.C. egli rimise le carichenelle mani del senato; in cambio ebbe un imperio proconsolareche lo rendeva capo dell’esercito e fu proclamato Augusto, cioè ilpiù autorevole fra i politici di Roma. Per indicare la sua posizionescelse il termine di princeps (da cui deriva il termine «principato»per indicare il regime augusteo).

■ Per rafforzare il suo potere, Augusto si fece attribuire la sommadei poteri delle principali magistrature. Ebbe quindi l’imperiumproconsolare illimitato, la potestà tribunizia e con essa le prero-gative dei tribuni di far votare leggi dal popolo. Più tardi fu anchenominato pontefice massimo e infine «padre della patria».

■ Augusto volle trasmettere l’immagine di sé come principe paci-fico e di Roma come trionfatrice universale attraverso un accortouso delle immagini, l’abbellimento della città di Roma, la prote-zione offerta agli intellettuali che celebravano il regime, la riqua-lificazione del senato e dell’ordine equestre (in termini di carichee prestigio, non di potere).

3. I CONFINI DELL’IMPERO

■ Dopo avere pacificato la Spagna e alcune zone della Gallia, Au-gusto si dedicò al consolidamento dei confini, con l’aiuto di bravigenerali come Tiberio e Druso. A Oriente trattò con i Parti unasituazione di non belligeranza e si appoggiò a regni clienti, comel’Armenia. Completò la conquista dei territori alpini e illirici, eoccupò la Pannonia in modo da portare il confine al Danubio. InGermania tentò l’espansione a est del Reno, ma rinunciò dopo unatremenda sconfitta a Teutoburgo nel 9 d.C.

■ L’ampliamento dell’impero sotto il principato di Augusto fuassai ingente, superiore in estensione a quello di qualsiasi succes-sore.

4. GOVERNO E AMMINISTRAZIONE

■ Dal punto di vista amministrativo le riforme di Augusto furonoimportanti e durature. Attribuì le province non pacificate a lega-ti tratti dall’ordine senatorio, lasciando le altre a proconsoli scelti

fra ex consoli ed ex pretori. Tutti però rispondevano all’impera-tore. Tenne per sé l’Egitto, la regione più delicata dell’impero,governandola attraverso un prefetto scelto nell’ordine equestre.Augusto riformò anche il sistema fiscale e monetario. Riorganiz-zò l’amministrazione della città di Roma attribuendo ad alti fun-zionari statali la cura urbanistica, la cura dell’approvvigionamentoalimentare e la gestione delle acque.

■ Augusto avviò un grandioso programma di costruzioni mo-numentali a Roma ed estese la cittadinanza romana a tutta la pia-nura padana al di là del Po.

■ Il numero delle legioni fu ridotto a 28 (che divennero 25 dopola sconfitta a Teutoburgo), corrispondenti a circa 150.000 soldaticon circa altrettanti ausiliari dalle province. L’élite dell’esercito eracostituito dalla guardia pretoriana, la guardia imperiale stanziataa Roma o nelle vicinanze e composta da 4500 militari.

5. LA CULTURA DELL’ETÀ AUGUSTEA

■ Augusto volle che il suo principato fosse celebrato da poeti escrittori. Fu soprattutto Mecenate a creare un circolo di letteratiprotetto dal principe. La romanità fu celebrata da Virgilio nell’E-neide, che divenne il grande poema nazionale e diede forma com-piuta all’ideologia del principato augusteo.

■ L’unico storico augusteo di cui ci è giunta l’opera è Tito Li-vio, che scrisse una Storia di Roma dalla fondazione. Augusto loapprezzò anche se tutta la sua opera era piena di esaltazione dellospirito repubblicano. Sappiamo dell’esistenza di storici critici ver-so il regime, ma delle loro opere non è sopravvissuto nulla.

Scrivi le parole che corrispondono alle definizioni.a. Attività, promossa da Augusto, di protezione

di artisti che appoggiavano il regime: .

b. Comportamenti e modi di pensare dei tempipassati, che Augusto con le sue leggi volevaripristinare: .

c. Come i monumenti e alcune opere di poeti escrittori, anche le monete potevano trasmetterel’idea della grandezza di Augusto. Erano cioèstrumenti di .

d. Idea che il potere di Roma doveva abbracciare ilmondo intero: .

e. Regime instaurato da Augusto, basato sullapreminenza della sua figura e non su carichespeciali: .

f. Ideologia trasmessa dall’Ara pacis: .

USARE LEPAROLECHIAVE

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Attività1. AL LAVORO SULLE FONTIQuesta moneta fu coniata da Ottaviano per celebrare la vittoriasu Antonio («Aegypto capta» significa «l’Egitto conquistato»).Scrivi una didascalia dell’immagine che tocchi i seguenti punti:– le radici del conflitto fra Ottaviano e Antonio,– dove e quando avvenne la battaglia decisiva,– perché viene celebrata la conquista dell’Egitto,– quale fu la sistemazione amministrativa dell’Egitto attuata da

Ottaviano Augusto.

2. AL LAVORO SULLE FONTILeggi questo brano, nel quale Augusto celebra le sue vittorie e con-quiste. Individua nella carta in apertura di capitolo le regioni di cuisi tratta e poi rispondi alle domande che seguono.

Augusto, Res gestae 26.

Ho accresciuto i confini di tutte le province del popolo romano cheavevano come confinanti popolazioni che non erano assoggettate alnostro impero. Ho pacificato le province delle Gallie e delle Spagnee la Germania che l’Oceano cinge da Gades fino all’Elba. Ho pa-cificato senza portare guerra ingiustamente ad alcuna popolazione,la regione delle Alpi, dalla parte più vicina al mar Adriatico fino almar Tirreno. La mia flotta ha percorso l’Oceano dalla foce del Renoalle regioni orientali fino al territorio dei Cimbri, che nessun romanoaveva raggiunto in precedenza né per terra né per mare. I Cimbri, iCariti, i Sénoni ed altre popolazioni germaniche che abitano lo stessoterritorio, hanno chiesto di instaurare rapporti di amicizia con me eil popolo romano. Per mio ordine e con il mio auspicio, quasi nellostesso periodo di tempo, due eserciti sono stati guidati in Etiopia enella cosiddetta Arabia Felice (l’attuale Yemen). Una grandissimaquantità di nemici, di entrambe le popolazioni, è stata uccisa incombattimento e moltissime città conquistate. In Etiopia le spedizio-ni sono giunte alla città di Nabata, vicina a Meroe. In Arabia sonoavanzate fino al territorio dei Sabei, presso la città di Meriba.Trad. da L. Grossi, R. Rossi, Testi e Autori della letteratura latina,Paravia, Torino

a. Quali popolazioni germaniche vengono nominate nel testo?b. La Germania è stata davvero (come dice Augusto) pacificata?c. Perché Gallie e Spagne sono al plurale?d. Come è avvenuta la pacificazione della regione alpina,

secondo Augusto?

3. COLLEGAMENTI / CONFRONTICompleta la tabella, inserendo nella colonna di destra un esempioper ciascuna voce. Ti servirà per riassumere le caratteristiche gene-rali del nuovo sistema di governo introdotto da Augusto.

Nuovo sistema di governo

Mantenimento di caricherepubblicane

Attribuzioni a senato e ordineequestre

Sacralità del potere

Somma dei poteri del princeps

Organizzazione dell’esercito

Rapporti fra centro e periferiadell’impero

4. IN TRE MINUTIAlcune illustrazioni del capitolo sono utili per spiegare comeAugusto utilizzò l’immagine a fini di propaganda. Prova a indivi-duarle e ad esporre in tre minuti le tue osservazioni in proposito.Dovrai utilizzare, fra l’altro, le seguenti espressioni:gens Iulia, guerre vittoriose, pace dopo le guerre civili, sacralità del-la persona del principe.

5. PAROLE PER CAPIRESpiega con brevi definizioni il significato delle seguenti espres-sioni.auctoritaspretorianimecenatismostato vassallo

In autonomiaNel 2014, in occasione del bimillenario delle morte di Augusto, èstata allestita a Roma una grande mostra. Dopo avere letto la sche-da a p. 18, individua le sedi dell’esposizione e cerca informazionisu alcune opere esposte con le relative immagini.Un’attenzione particolare è stata dedicata, in quell’occasione, an-che alla moglie dell’imperatore, Livia. In che modo? Cerca l’infor-mazione in rete e prepara una comunicazione scritta, con un brevetesto e alcune immagini significative.