UN MOMENTO COMPLESSO : il colloquio di orientamento … · il colloquio di orientamento con lo ......
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COSPES -‐MI L’Orientamento come Life Skill: lo è per tutti? Spunti per riflettere sulle scelte, non solo scolastiche, per gli studenti con D.S.A.
UN MOMENTO COMPLESSO : il colloquio di orientamento con lo studente con DSA e la sua famiglia
Fabrizio Fantoni
psicologo psicoterapeuta Centro di Psicologia Clinica ed Educativa
COSPES - Milano
17 ottobre 2014
Un primo colloquio con un adolescente
Un incontro in cui deve avvenire
- l’esplicitazione di una domanda
Che cosa voglio/posso fare?
- e di una aspettativa da parte dell’adolescente verso lo specialista
Mi puoi aiutare/consigliare/confermare?
Lo specialista si propone di attivare un processo di pensiero che conduca ad una scelta corretta
Costruire un’alleanza sul processo decisionale
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Due fasi di colloquio con il ragazzo/a (1)
Perché sei venuto da me?
Che cosa posso fare per te?
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Il colloquio con i genitori L’orientamento come proiezione nel futuro.
Quale futuro i genitori immaginano?
Da un futuro come promessa a un futuro come minaccia : l’epoca delle “passioni tristi”, in cui sembrano dominare la noia, il senso di impotenza, la disgregazione, la mancanza di senso.
Più difficile pensare al futuro come opportunità. Viene meno il compito generativo della famiglia
Educare alla paura o alla speranza?
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Ansia da prestazione e autostima
! La carenza di autostima come ‘malattia endemica’
! L’eccellenza come strumento per affrontare la competizione
! La difficoltà a tollerare le frustrazioni (fobie scolari e sociali)
! Per un ragazzo/a con DSA, la difficoltà di scegliere può essere condizionata da una esperienza scolastica vissuta con frustrazione o dallo scarso senso di efficacia nello studio
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I genitori di fronte al DSA
! La famiglia necessita di essere opportunamente guidata alla conoscenza del problema.
! Non è facile accettare che il figlio abbia difficoltà particolari
⇒ rispettare i tempi della famiglia : i solerti, i temporeggiatori…
⇒ si cura, ma non si guarisce
⇒ quale impatto sul futuro?
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UNA DIDATTICA ORIENTATIVA Che pensi l’istruzione in funzione di: - un più forte accento sullo sviluppo delle competenze di base per promuovere l’imprenditorialità giovanile ; - l’apprendimento delle lingue straniere; - l’innalzamento dei livelli di apprendi-mento in ambito lavorativo; - la costituzione di sistemi di istruzione e formazione professionale di eccellenza ; - la permeabilità delle qualifiche e il rico-noscimento delle competenze acquisite fuori dai processi di istruzione e forma- zione professionale; - le tecnologie digitalizzate; - la presenza di docenti formati e motivati; - l’integrazione tra istruzione, formazione professionale (o istruzione superiore), università ed imprese.
Per tutti
ATTIVITÀ DI ACCOMPAGNAMENTO
Realizzate anche in sede extra-scolastica ed in collaborazione con i docenti, per promuovere una cultura del lavoro mediante: - La capacità di fare il punto sulle proprie abilità professionali - Ipotizzare/realizzare possibili sbocchi - Avere precise informazioni sul mercato del lavoro
Per studenti e gruppi di studenti che ne abbiano bisogno
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Diventa perciò opportuno che ogni istituto scolastico (a partire dalla scuola primaria) come ampliamento/specializzazione della funzione docente, individui specifiche figure di sistema strettamente collegate tra loro con compiti di: • organizzare/coordinare le attività interne di
orientamento e relazionarsi con il gruppo dei docenti dedicati a questo compito
• organizzare/coordinare attività di orientamento mirate, sia per studenti in situazione di disagio, sia per studenti plusdotati
• interfacciarsi con continuità con altri attori della rete di orientamento nel territorio
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Si parla di career management skill (competenze di orienta-mento al lavoro secondo la definizione dell’UE) realizzabili a scuola con:
• un potenziamento della collaborazione con il mondo del lavoro e del terzo settore
• lo sviluppo di esperienze imprenditoriali pratiche e concrete di attività autonoma
• la creazione di laboratori di career management nella scuola con anche la presenza di imprenditori
• la comparazione di modelli di certificazione delle competenze acquisite
• stage e tirocini pratici • promozione di una maggior diffusione dell’apprendistato • individuazioni delle migliori pratiche sperimentate con
successo con ragazzi in difficoltà e plusdotati.
COSPES -‐MI Nel capitolo «Orientamento e tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC)» si ricorda la necessità di sviluppare una società dell’informazione basata sull’inclusione e sull’uso generalizzato delle TIC nei diversi settori: istruzione, formazione e lavoro Viene giustamente fatto rimarcare tuttavia, che le TIC costituiscono uno strumento necessario, anche se non sufficiente nelle azioni di orientamento. Perché queste lo siano è necessario:
• garantire a tutti gli studenti accesso al web e risorse tecnologiche di qualità per favorire le competenze di orientamento al lavoro,
• promuovere la formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici in questo specifico settore,
• migliorare la progettazione di strumenti di orientamento.
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Si ribadisce tuttavia la necessità che le tecnologie, servano a: Ø “favorire un’acquisizione della capacità di orientamento
nell’arco della vita, Ø facilitare l’accesso di tutti i cittadini ai servizi di
orientamento, Ø rafforzare la qualità di questi, Ø incoraggiare coordinamento/cooperazione tra vari
soggetti a livello nazionale, regionale e locale”, come definito dalla risoluzione europea del 2008, che intende promuovere un’integrazione tra orientamento permanente e apprendimento permanente.
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Nella parte finale si auspica un’ “Integrazione tra sistemi”: • per evitare la frammentazione dei Servizi
(Coord. delle Regioni, MIUR, Min. del Lavoro, UPI, ANCI)
• per facilitare ai servizi l’accesso degli utenti
senza che siano ulteriormente penalizzati
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L’interconnessione che appare più necessaria è quella tra le politiche di governo nazionali (che intendono sempre più rifarsi a quelle europee) e quelle tecnico/operative meno centralizzate, secondo la strategia del lavoro di rete. Utile ribadire qui che: Ø nella legge 170/2010, nel D.M. 5669 e nei successivi
documenti sui DSA non è contenuto nessun riferimento all’orientamento;
Ø che nelle linee guida del 19.02.2014 si dà un forte accento all’istruzione, si enfatizza la necessità di diffondere l’orientamento alle fasce deboli, ma non si tiene conto di studenti con problematicità all’istruzione.
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Le Linee Guida …
sono pensate per tutti gli studenti, ma sembrerebbero indirizzate soprattutto a quelli che afferiscono ptituti tecnici, istituti professionali o corsi regionali di istruzione professionale
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sottintendono una teoria dell’orientamento interessante, che riporta inevitabilmente a considerare la PERSONALITÀ di chi apprende/studia
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Infatti:
presuppongono la naturale predisposizione di ognuno a immaginarsi/collocarsi in un futuro in cui si possa vivere secondo un progetto, considerando così anche il dinamismo evolutivo della personalità;
valorizzano i processi di autocoscienza, inevitabilmente necessari ad affrontare la vita e a formare un’identità
attivano i contesti di crescita (famiglia e scuola) a mettersi a disposizione dei futuri adulti per facilitare i processi implicati in una scelta
ribadiscono la portata dell’apprendimento dall’esperienza come fondamento alla promozione individuale non solo dello studente, ma anche all’identità del futuro lavoratore
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Le Linee Guida
superano le carenze dell’orientamento concepito solo come insieme di informazioni da recepire;
Il termine “orientamento” finisce per assumere, nella cultura psicologica, 2 significati:
funzione che, in un processo di crescita della mente,
permette di sviluppare la propria identità , tanto da saper prendere – nel giusto momento – le necessarie decisioni circa la propria
vita personale e professionale.
attività mediante cui lo psicologo accompagna una scelta scolastica sintonica alla
personalità di uno studente, che ha bisogno di conoscere le proprie potenzialità e le diverse
vie disponibili da percorrere.
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Le Linee Guida
prestano un’attenzione generale alle fasce deboli, ma questa attenzione è generica, perché:
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Se si vuol evitare la dispersione scolastica mediante l’istruzione, occorre considerare che, per molti studenti (es.: i DSA) essa può diventare un fattore più di rischio che di protezione.
Le competenze meta cognitive e meta emozionali (alle quali ci si appella), pur necessarie a qualsiasi processo di istruzione, non sono dati di fatto (soprattutto per studenti con DSA), ma spesso elementi da costruire.
La teoria del lavoro è poco definita: va ribadito – non solo per i DSA – che imparare un lavoro è cosa diversa dall’imparare a lavorare, e va appro-fondita l’opinione che chi non riesce a scuola, riesca invece sul lavoro (sempre che lo trovi)
• trapela un ottimismo che per chi conosce gli studenti con DSA è difficilmente condivisibile. Servirebbe un impegno culturale e civile per divulgare una loro immagine più realistica.
Infatti:
Dalle Linee Guida …
• Le fasce deboli vengono spesso nominate, ma mai ben identificate: eppure un buon orientamento si realizza meglio: 1. quando si hanno
davanti opportunità da conseguire ben definite
2. quando si conosce la personalità dello studente da orientare.
• Si fonda la scuola su TIC e su docenti formati e sul lavoro in rete, ma: 1. Il ruolo delle TIC viene
enfatizzato, senza nessuna valutazione su come renderle accessibili nell’apprendimento
2. L’uso delle TIC come strumento professionale – per le fasce c.d. deboli – andrebbe sperimentato e valutato.
3. Il lavoro in rete….?
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in buona sostanza cercano di sancire una cultura dell’orientamento valida per tutti, che richiede o presuppone una mente con capacità di:
Le Linee Guida …
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ritornare sulle
proprie esperienze, riflettendoci
saper
determinare ciò che è importante nella propria vita
saper definire i valori fondamentali che
possono consentire di compiere scelte rilevanti in ogni
momento della vita