UN MODELLO PER LA STIMA - Modello di stima della ... · Il rischio di credito non dipende dal...
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UN MODELLO PER LA STIMA
DELLA PROBABILITA’
DI DEFAULT A UN ANNO www.ratingexpress.net
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La genesi del default
In genere il default di un debitore ha luogo per una o più delle
seguenti ragioni:
a) decisione autonoma ed endogena al management;
b) fattori economici esterni (rischio sistemico);
c) fattori economici interni (rischio idiosincratico)
I fattori b) e c) possono interagire contestualmente.
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Definizioni di default
Esistono due definizioni “ regolamentari” di default:
a) PAST DUE (prestito scaduto da oltre 90 giorni)
b) Quando la banca ritiene di non potere recuperare in toto il credito. In questo caso occorre che la posizione creditizia si trovi in:
INCAGLIO ,SOFFERENZA, RISTRUTTURAZIONE PROCEDURA CONCORSUALE,FALLIMENTO.
Dal past due si può tornare in bonis. Non sempre e non necessariamente si giunge ai livelli più critici dopo essere passati dalle situazioni di past due e di incaglio.
Questo genere di default può avere luogo anche in presenza di un valore di mercato degli attivi superiore ai debiti se non vi è o non si genera liquidità sufficiente al rispetto delle scadenze.
Se vi è , o si genera, liquidità sufficiente, i debiti possono essere anche superiori al valore di mercato degli attivi .Da questo punto di vista non esiste un livello massimo (prudenziale, si) di debito in assoluto. Il rischio di credito non dipende dal livello assoluto di debito o dal suo rapporto con il patrimonio, bensì dalla capacità del debitore di generare un cash flow adeguato e stabile.
Nell’altro caso,invece, i debiti sono superiori al valore di mercato degli attivi e non vi è sufficiente liquidità (neanche di generazione prospettica) per fronteggiare i rimborsi.
I casi di PAST DUE sono legati alla instabilità dei flussi monetari,sono reversibili sotto determinate condizioni e non intaccano il valore dell’impresa.
Sofferenze, procedura concorsuale, fallimento dipendono da una perdita di valore dell’impresa e per questo sono o tendono ad essere irreversibili.
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La logica del modello
La previsione di default è riferita alla scadenza temporale di un anno.
Essa cerca :
1) di individuare la genesi di un default inteso come past due;
2) di trovare variabili riconducibili al rischio sistemico e a quello
idiosincratico;
3) di impiegare un modello econometrico quale strumento più
coerente per una previsione di carattere “cardinale” ;
4) di ricondurre le classi di probabilità di default ad una scala di
previsione ordinale (rating).
Il tipo di default ,past due, e l’orizzonte temporale di riferimento
(un anno) conducono a considerare variabili che risentano
rapidamente dei cambiamenti con una intrinseca capacità forward
e non solo backword. Necessariamente, il rating che ne
scaturisce è di tipo Point In Time (PIT)
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DEFINIZIONE
La probabilità che l’evento di default abbia luogo
dipende da una combinazione di fattori e/o
situazioni individuabili, standardizzabili, prevedibili
e determinate.
La logica del default
EBITDA e debiti delle imprese Alpha e Beta
ANNI 1 2 3 4 5
Debito in
scadenza
115 120 125 130 135
EBITDA
Alpha
150 140 160 150 150
EBITDA
Beta
120 190 125 175 140
. La deviazione standard dell’EBITDA di Alpha è pari ad appena il 7%, quella
di Beta è pari ad oltre il 31%.
Questo significa che l’EBITDA di Beta potrebbe variare tra 196 e 103 euro
scendendo sotto il livello necessario per saltare la barriera e quella di Alpha tra
160 e 139 euro, rimanendo quindi sempre con una forte capacità di soddisfare i
creditori. La variazione percentuale dell’EBITDA di Alpha è dello 0,25%,
dell’11% quella di Beta.
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Il nostro campione
Abbiamo elaborato il modello sulla base di oltre cento mila osservazioni derivanti dai bilanci di circa 10,000 imprese, per il periodo 1998-2009, estratte casualmente dalla banca dati Aida.
Classe di fatturato
Num.
assoluto
Num.
%
> 50 mln 1251 12,86%
da 25 a 50 mln 1487 15,28%
da 5 a 25 mln 5711 58,69%
da 1 a 5 mln 1103 11,34%
< 1 mln 178 1,83%
Area geografica
Num.
assoluto Num. %
Italia 9730 100%
Nord-Ovest 4018 41,295%
Nord-est 3047 31,316%
Centro 1680 17,266%
Mezzogiorno 761 7,821%
Isole 224 2,302%
Settore attività
Num.
assoluto Num. %
Tutti i settori 9730 100%
Agric, caccia e pesca 212 2,179%
Commercio, alberghi e rist 2562 26,331%
Edilizia 594 6,105%
Manifatturiero 5026 51,655%
Servizi 645 6,629%
Altro 691 7,102%
Tabella 1a. Distribuzioni territoriale e settoriale
delle imprese contenute nel campione
Tabella 1b. Distribuzione percentuale delle imprese
contenute nel campione per classe di fatturato
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Margine sull’Insolvenza
Sulla base di queste premesse ,è stata elaborata una previsione di natura “ordinale” denominata:
MARGINE SULL’INSOLVENZA
Il Margine sull’Insolvenza deriva da un calcolo che combina scadenze dei rimborsi, costo del denaro,
liquidità esistente e volatilità dell’EBITDA. Quanto più alto il MsI tanto più distante è il rischio di default.
Il Margine sull’Insolvenza risulta così correlato con alcuni indicatori di rischio sistemico e di rischio
idiosincratico. Le correlazioni con gli indicatori di quest’ultima tipologia di rischio sono calcolate sulla
base delle medie annuali derivanti dal campione.
Correlazioni tra MSI e indicatori di rischio sistemico ed idiosincratiche
var % PIL (t-1) 0,700000000
Incagli (Mln €) -0,903700000
Indice Mibtel 0,441700000
Current Ratio -0,433400000
ROS 0,227000000
Ebit/OF 0,400200000
Debiti Totali/PN -0,754400000
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Alcune caratteristiche del Margine sull’Insolvenza
MsI ripropone, inoltre, le note diversificazioni del rischio di credito per settori e per aree
geografiche.
Media del MsI per Settore di Attività 2001-2011
5,7361625
5,26378755,1870125 5,1340375
6,019775 5,99943756,1261
4,6
4,8
5
5,2
5,4
5,6
5,8
6
6,2
6,4
Tutti i settori Agric, caccia e
pesca
Commercio,
alberghi e rist
Edilizia Manifatturiero Servizi Altro
Settori di attività
MsI
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Media del MsI per area geografica 2001-2011
5,7361625 5,8301875 5,86878755,5538375
5,2491875 5,2674875
0
1
2
3
4
5
6
Totale Italia Nord ovest Nord est Centro Mezzogiorno Isole
Area geografica
Ms
I
11
Distribuzione MEDIA di frequenza assoluta del MsI (2001-2011)
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
-0,25 0 0,1 0,5 5 14 50 150
valori MsI
Fre
qu
en
ze a
sso
lute
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Probabilità di insolvenza
Viene richiesta una previsione di natura “cardinale”, con un modello
econometrico dove la variabile indipendente è MsI, congiuntamente a due
costanti caratteristiche quali la Centrale dei Rischi e il tasso di decadimento
della branca economica e dell’area geografica dell’impresa esaminata.
PD = f (MsI, C.d.R., T.D)
Tale modello è in grado di elaborare dati del passato ma anche di formulare
scenari previsionali, per un singolo affidato o per un intero portafoglio,
considerato che sono liberamente variabili, Margine sull’Insolvenza, costo del
denaro, richieste di nuova finanza in aggiunta al debito preesistente,
ammontare dell’ EBITDA e / o la sua variazione. In tal modo si possono anche
effettuare casi di stress test
Relativamente alla CdR,abbiamo assegnato ad alcuni comportamenti (rate di
mutuo scadute, utilizzo/accordato, etc) dei punteggi ponderati che incidono sul
calcolo della PD.
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Il modello calcola:
• Margine sull’Insolvenza;
• Probabilità di insolvenza ad un anno
(per società di capitale e per ditte individuali);
• Perdita attesa, data una LGD del 65% (modificabile su richiesta dell’utente)
• Perdita inattesa di portafoglio (deviazione standard delle perdite attese individuali)
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Caratteristiche del modello
1) Non si pongono problemi di multicollinearità e di over lapping tra le variabili esplicative;
2) la variabile dipendente cattura molto più granularmente la realtà di quanto non faccia
una variabile dicotomica;
3) viene superato tout court il problema del tipo di distribuzione delle variabili indipendenti;
4) non si pone il problema di “ linearizzare forzatamente” rapporti che in natura non sono
lineari;
5) la PD calcolata con la funzione parametrica, regolarizza l’impatto della variabile
indipendente che, altrimenti, potrebbe condurre ad indicazioni distorte;
6) A differenza del modello logit, il nostro tende a discriminare in maniera più chiara i
soggetti ricadenti nelle classi estreme di rating;
7) Il MsI risulta rappresentativo sia del rischio sistemico che di quello idiosincratico.
8) Considerate le variabili indipendenti utilizzate, il modello funziona anche con riferimento
alle ditte individuali
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Il grafico seguente rappresenta la distribuzione delle frequenze medie di periodo (2001-2009) per gradi di
probabilità di insolvenza riferite alle corrispondenti classi di rating.
Confronto:Distribuzione Normale e Distribuzione delle frequenze
medie per gradi di probabilità di insolvenza dal 2001 al 2009
0
1000
2000
3000
4000
5000
6000
7000
8000
aaa aa a bbb bb b ccc cc c/d
Classe di rating
Fre
qu
enze
ass
olu
te m
edie Distribuzione di
frequenza
assoluta della
PD per classe
di rating dal
2000 al 2007Distribuzione
Normale
Distribuzione di frequenza della PD media
per classe di rating
PD e corrispondenti classi di rating
Classe rating Numero assoluto imprese Media imprese
2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2001-2008
AA 210 209 162 118 135 166 195 194 173,625
A 809 788 672 712 674 657 620 568 687,5
BBB 1720 1744 1664 1638 1515 1475 1461 1234 1556,375
BB 5549 5471 5494 5442 5375 5374 5328 5132 5395,625
B 1022 1029 1161 1244 1403 1397 1417 1533 1275,75
CCC 231 225 272 289 319 357 373 396 307,75
CC 114 151 169 169 178 204 214 413 201,5
C/D 75 113 136 118 131 100 122 260 131,875
TOTALE 9730 9730 9730 9730 9730 9730 9730 9730 9730
Tab.1/a:Distribuzione di frequenza assoluta delle imprese italiane per Classe di PD per anno e nel periodo (2001-2008)
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L’elaborazione della probabilità di insolvenza deve essere rapportata anche ad un intero ciclo economico.
A fronte del trend discendente i valori medi della nostra probabilità di insolvenza tendono a crescere annualmente.
Ciclo economico e PD media
Ciclo economico e PD media
8,3180%
6,2460%
6,6850%
6,0550%
6,8990%
7,1880%
7,2970%
7,4920%
1,872
1,464
3,693
1,818
0,3152
1,532
0,455
2,036
1,564
-1,04
1,401
-0,017
-4,4-4,4
-3,4
-2,4
-1,4
-0,4
0,6
1,6
2,6
3,6
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
Anni
Var
% P
IL
-11,00%
-9,44%
-7,89%
-6,33%
-4,78%
-3,22%
-1,67%
-0,11%
1,44%
3,00%
4,55%
6,11%
7,67%
9,22%
10,78%
PD
M
ed
ia
18
Matrice di Transizione
Il rischio di credito non consiste solo nell’evento della perdita ma anche nell’evento di deterioramento della posizione
affidata.
Per questo viene elaborata una matrice di transizione annuale delle probabilità di insolvenza del nostro campione.
* Modalità di aggregazione dei default per classi di rating con utilizzo di coefficienti di ponderazione come previsto dalle “Nuove
disposizione di vigilanza prudenziale per le banche” - Banca d’Italia
2001 2001-2008
2008 0,0300000000% 0,0300% 0,0307% 0,5426% 3,2319% 6,6927% 10,3720% 13,8945% >18,6168
0,03000000000000240% 0,0307% 0,5426% 3,2319% 6,6927% 10,3720% 13,8945% 18,6168%
100 22,5105% 33,3054% 25,0209% 10,7950% 4,2678% 2,0084% 1,1715% 0,8368% 0,0000%
100 9,1038% 28,5483% 29,9878% 16,6667% 8,8402% 3,9538% 1,6221% 0,8921% 0,1622%
100 2,8350% 13,4350% 29,0185% 21,0573% 12,4454% 10,6891% 7,1142% 2,5408% 0,8648%
100 0,8031% 6,3911% 20,0355% 24,0764% 15,5296% 12,5032% 12,0298% 7,1435% 1,4879%
100 0,2746% 4,1191% 14,8067% 20,1560% 18,7830% 15,7293% 12,7636% 10,9952% 2,3726%
100 0,1626% 1,7770% 12,9384% 16,5970% 15,9117% 20,2439% 16,0743% 13,1475% 3,1475%
100 0,0589% 0,8245% 7,3498% 15,3828% 13,9694% 15,7951% 23,6160% 18,4099% 4,5936%
100 0,0922% 0,4381% 2,3752% 7,7482% 9,7198% 12,1757% 16,8223% 37,7955% 10,7137%
100 0,0484% 0,4840% 1,6457% 3,4366% 3,9690% 4,7435% 9,1481% 25,7502% 20,1060%
100 0,0834% 0,0834% 0,6672% 1,6681% 2,5021% 4,6706% 7,8399% 27,5229% 25,1021%
100 0,3774% 0,8805% 3,5220% 5,9119% 4,0252% 5,4088% 9,6855% 16,6038% 35,1140%
Tabella 3n :Matrice di transizione (%) MEDIA delle aziende per intervallo di variazione valori PD
Classi di rating per PD puntuali
Classi di rating corrispondenti ad intervalli delle PD puntuali.
Classe di rating Classificazione
interna
PD Minima PD massima
AAA-AA in bonis 0,03 0,50
A in bonis 0,51 1
BBB in bonis 1,01 2,4
BB rischio contenuto 2,41 11
B in osservazione 11,1 15
CCC anomalia 15,01 20
CC default tecnico 20,01 25
C rischio massimo 25,01 45
D insolvente > 45
PD* associate a classi di rating
Val.
S&P(Moody’s)
AAA-
AA
A BBB BB B
Media
vent.CDR
0,10% 0,25% 1% 7,50% 20%
Monitoraggio 0,80% 1% 2,40% 11% 28,60%
Intervento 1,20% 1,30% 3% 12,40% 35%
Nostri CDR
triennali
0,00% 0,13% 2,88% 8,79% 33,04%
* le PD sono calcolate sulla base di Cumulative Default Rates triennali.
Applicazione 1 Rating Express
XXXXXXXX
Area geografica: Isole Branca attività: Carta, articoli di carta, prodotti della stampa ed editoria TS: 1,0257
Dati inseriti
EBITDA ultimo anno 600 €
EBITDA penultimo anno 500 €
EBITDA terzultimo anno 380 €
DEBITI FINANZIARI B.T. 78 €
TASSO PASSIVO B.T. 6,07 %
DEBITI FINANZIARI M.L.T. 46 €
TASSO PASSIVO M.L.T. 8,04 %
ANNI A SCADERE del debito finanziario M.L.T. 60 mesi
LIQUIDITA' ESISTENTE 20 €
CLASSE DI FATTURATO 1.000 €
CENTRALE DEI RISCHI 0
NUOVA FINANZA RICHIESTA B.T. 0 €
NUOVA FINANZA RICHIESTA M.L.T. 0 €
ANNI A SCADERE della NUOVA FINANZA RICHIESTA M.L.T.
0 mesi
Applicazione 2
Risultati
Indicatori senza nuova finanza richiesta
MARGINE sull'INSOLVENZA (M.I) 14,21
PROBABILITA' DI INSOLVENZA (PD) 0,06 %
PERDITA ATTESA 0,03 €
Loss Given Default 0,65
Portafoglio
L’utente conserva in un suo proprio portafoglio le
elaborazioni effettuate sul singolo prenditore. Esse possono essere
suddivise per area geografica e per branca di attività economica.
A valere sull’intero portafoglio, possono essere elaborati
degli stress test, per capire di quanto si modificherebbero le PD
medie e la perdita inattesa ( deviazione standard delle perdite
attese individuali) in ragione di aumenti o diminuzioni dell’
EBITDA, dei tassi di interesse, della consistenza dei debiti e della
liquidità disponibile.
Il modello è applicabile anche alle ditte individuali, in quanto le
voci di input richieste sono reperibili nella dichiarazione fiscale di
tale tipologia di imprese.
Abbiamo applicato il modello a 284 imprese delle quali 142 entrate in liquidazione nel 2007. Il test
dimostra che, sia in termini di minimi e di massimi che di mediana e di media, emergono sostanziali
differenze già anni prima della liquidazione tra imprese che non vanno in liquidazione e quelle che
vi finiscono nel 2007.
Una verifica del potere discriminante
Tabella 1: Imprese non in liquidazione (142)
MSI 2004 2005 2006 2007
Min -0,4589 -0,7019 -1,0701 -10,0411
Max 32,6003 43,2593 67,7814 35,6684
Mediana 1,6548 1,8296 1,2038 1,1384
Media 4,1530 3,6147 3,5475 3,1560
PD
Min 0,0300% 0,0300% 0,0300% 0,0300%
Max 20,7140% 21,0856% 21,6615% >40%
Mediana 5,9794% 5,2664% 8,3086% 8,7147%
Media 7,3643% 7,5509% 8,6640% 9,2039%
Classe di
Rating medio
corrisp. B B B B
Anni
Tabella 2: Imprese in liquidazione (142)
MSI 2004 2005 2006 2007
Min -10,0200 -33,5785 -32,7871 -14,5459
Max 18,1850 54,4864 54,9020 16,0250
Mediana 0,6752 0,5115 0,3989 -0,1605
Media 1,8438 1,9598 1,5995 -0,4473
PD
Min 0,0300% 0,0300% 0,0300% 0,0302%
Max 41,7091% >40% >40% >40%
Mediana 12,2240% 13,7786% 14,9610% 20,2666%
Media 11,3441% 13,5585% 14,1631% 19,9511%
Classe di
Rating medio
corrisp. B CCC CCC CCC
Anni