Un bizzarro strumento: il REMOERGOMETRO · 2019. 2. 11. · anche una palestra, sempre...

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a scuola media è tutta una scoperta per i ragazzi del- la prima classe come noi: mille nuove materie da studiare, prove pratiche da affrontare, nuo- vi professori da conoscere e dai quali farsi conoscere. L Persino la “ginnastica” non si chiama più così: quest’anno ab- biamo due ore alla settimana di “educazione motoria”, nelle quali non basta prendere un pallone e fare due palleggi, come accadeva spesso fino all’anno scorso: ora sono trascorse appena due setti- mane da quel temuto primo gior- no di scuola e l’ora di educazione motoria ci riserva una nuova sco- perta. La professoressa Corpolongo ci accompagna in palestra, dove troviamo ad attenderci un’istrut- trice di canottaggio della società sportiva “Tevere Remo” e, ac- canto a lei, un attrezzo un po' mi- sterioso che molti di noi non han- no mai visto prima: il suo nome è “remoergometro” ed è utilizzato dai vogatori per allenarsi senza corsi d’acqua né canoe. Il re- moergometro ha un binario di ferro con dei pedali fissi e sopra un sellino che scorre avanti e in- dietro per permettere al vogatore di eseguire il movimento delle gambe, un manubrio da afferrare per il movimento delle braccia e del busto e uno schermino per leggere il numero di metri ese- guiti. Vogare sembra facile, ma non lo è, perché ci vuole molta forza e coordinazione per ottenere un buon punteggio. Il suo funzionamento è abbastan- za semplice e l’istruttrice ci spie- ga le quattro fasi della vogata per poi organizzare una prova di ve- locità di 60 metri. In palio ci sono alcuni mesi di allenamento gratuito presso il circolo “Tevere Remo” e la partecipazione ad una gara che si terrà il prossimo 9 no- vembre. Mille pensieri ci passano per la testa: “saremo in grado di farce- la?”, “gli altri partecipanti saran- no più grandi e più forti di noi appena arrivati?”, “chissà dove si farà la gara!”. Ma tra tante incertezze, la curio- sità di provare questo attrezzo, che sembra tanto un gioco, ci rende tanto emozionati e sembriamo davvero pronti a metterci tutte le energie disponibili per vincere! Abbiamo provato a gruppi di tre, ottenendo tutti un buon risultato. Qualcuno potrebbe pensare che sia uno sport di potenza muscolare, nel quale i ragazzi dovrebbero avere la meglio. Ed invece hanno inaspettatamente vinto i premi anche le ragazze. Però il tempo migliore lo ottengono in pochi, che realizzano i migliori risultati, vincendo così la partecipazione alla gara e l’allenamento gratis. Questa esperienza è piaciuta a tutti, soprattutto per l’utilizzo del divertente attrezzo, che pero’ di- venta faticoso una volta che ti al- leni quasi o tutti i giorni. Il gior- no della gara è stato come un’u- scita didattica: con il pullman, lo zainetto e la merenda, e fino a qua tutto bene. Pero’ una volta saliti sul pullman un po’ di ansia è arrivata. Il circolo e’ molto bello, con campi da tennis e palestra. In più c’è “un’officina” sull’acqua: una palafitta dove ci sono le canoe, anche da riparare. A turno otto alla volta ci faceva- no salire su una canoa e remare fino a un certo punto e ritorno. La Professoressa Corpolongo ci ha fatto visitare oltre alle officine anche una palestra, sempre sul- l’acqua. Finite le piccole “gite” sul fiume, ci hanno radunato per le premia- zioni. Solo i ragazzi che sono sta- ti più abili potranno partecipare alla finale. E’ stata un’esperienza davvero istruttiva e divertente, nella quale abbiamo imparato molto su que- sto bizzarro attrezzo, utile a toni- ficare e allenare gambe e braccia e a misurarsi con i tempi quando non e’ possibile uscire all’aperto. Lo storico circolo “Tevere Remo” recluta nuovi talenti tra gli alunni della scuola secondaria Un bizzarro strumento: il REMOERGOMETRO Alla scuola Sinopoli di Roma una giornata all’insegna del canottaggio Francesca Dordoni e Sofia Baroncelli classe I A

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a scuola media è tutta unascoperta per i ragazzi del-la prima classe come noi:

mille nuove materie da studiare,prove pratiche da affrontare, nuo-vi professori da conoscere e daiquali farsi conoscere.

LPersino la “ginnastica” non sichiama più così: quest’anno ab-biamo due ore alla settimana di“educazione motoria”, nelle qualinon basta prendere un pallone efare due palleggi, come accadevaspesso fino all’anno scorso: orasono trascorse appena due setti-mane da quel temuto primo gior-no di scuola e l’ora di educazionemotoria ci riserva una nuova sco-perta.La professoressa Corpolongo ciaccompagna in palestra, dovetroviamo ad attenderci un’istrut-trice di canottaggio della societàsportiva “Tevere Remo” e, ac-canto a lei, un attrezzo un po' mi-sterioso che molti di noi non han-no mai visto prima: il suo nome è“remoergometro” ed è utilizzatodai vogatori per allenarsi senzacorsi d’acqua né canoe. Il re-moergometro ha un binario di

ferro con dei pedali fissi e sopraun sellino che scorre avanti e in-dietro per permettere al vogatoredi eseguire il movimento dellegambe, un manubrio da afferrareper il movimento delle braccia edel busto e uno schermino perleggere il numero di metri ese-guiti. Vogare sembra facile, ma non loè, perché ci vuole molta forza ecoordinazione per ottenere unbuon punteggio. Il suo funzionamento è abbastan-za semplice e l’istruttrice ci spie-ga le quattro fasi della vogata perpoi organizzare una prova di ve-locità di 60 metri. In palio cisono alcuni mesi di allenamentogratuito presso il circolo “TevereRemo” e la partecipazione ad unagara che si terrà il prossimo 9 no-vembre.Mille pensieri ci passano per latesta: “saremo in grado di farce-la?”, “gli altri partecipanti saran-no più grandi e più forti di noiappena arrivati?”, “chissà dove sifarà la gara!”.Ma tra tante incertezze, la curio-sità di provare questo attrezzo,

che sembra tanto un gioco,ci rende tanto emozionatie sembriamo davveropronti a metterci tutte leenergie disponibili pervincere!Abbiamo provato a gruppidi tre, ottenendo tutti unbuon risultato. Qualcunopotrebbe pensare che siauno sport di potenzamuscolare, nel quale i

ragazzi dovrebbero avere lameglio. Ed invece hannoinaspettatamente vinto i premianche le ragazze. Però il tempomigliore lo ottengono in pochi,che realizzano i migliori risultati,vincendo così la partecipazionealla gara e l’allenamento gratis. Questa esperienza è piaciuta atutti, soprattutto per l’utilizzo deldivertente attrezzo, che pero’ di-venta faticoso una volta che ti al-leni quasi o tutti i giorni. Il gior-no della gara è stato come un’u-scita didattica: con il pullman, lozainetto e la merenda, e fino aqua tutto bene. Pero’ una voltasaliti sul pullman un po’ di ansiaè arrivata.Il circolo e’ molto bello, concampi da tennis e palestra. In piùc’è “un’officina” sull’acqua: unapalafitta dove ci sono le canoe,anche da riparare.A turno otto alla volta ci faceva-no salire su una canoa e remarefino a un certo punto e ritorno.La Professoressa Corpolongo ciha fatto visitare oltre alle officineanche una palestra, sempre sul-l’acqua.Finite le piccole “gite” sul fiume,ci hanno radunato per le premia-zioni. Solo i ragazzi che sono sta-ti più abili potranno parteciparealla finale.E’ stata un’esperienza davveroistruttiva e divertente, nella qualeabbiamo imparato molto su que-sto bizzarro attrezzo, utile a toni-ficare e allenare gambe e bracciae a misurarsi con i tempi quandonon e’ possibile uscire all’aperto.

Lo storico circolo “Tevere Remo” recluta nuovi talenti tra gli alunnidella scuola secondaria

Un bizzarro strumento: il REMOERGOMETRO

Alla scuola Sinopoli di Roma una giornata all’insegna del canottaggio

Francesca Dordoni e Sofia Baroncelli classe I A

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Lo sport per noi ragazzi rappre-senta un modo per stare insiemee allo stesso tempo divertirsi im-parando e contribuisce ad unsano sviluppo del corpo e dellamente. Proprio per questo lescuole negli ultimi anni hanno ri-servato sempre più spazio ai pro-getti sportivi. Nella nostra scuo-la, oltre ad un numero semprecrescente di progetti atletici, èstata istituita una sezione sporti-va, confermando la centralità diuna materia sempre più impor-tante. Inoltre anche nella sceltadelle uscite didattiche i nostri do-centi ci propongono mete ed atti-vità finalizzate all’apprendimen-to di attività più o meno pratica-te: dallo scii alla vela. Dalla pri-ma alla terza ci è offerta la possi-bilità di partecipare a progettisportivi selezionati con graduali-tà e obbiettivi adeguati all’età. Inprima si pratica il Kung fu, chesi è sviluppato inizialmente inCina ma che poi si è diffuso intutto il mondo, creato per adde-strare i soldati al meglio.

Il Kung fu, secondo i principidell'antichissima medicina cine-se, è un ottimo modo per rag-giungere l’equilibrio psicofisico,e tutti quei vantaggi che può darequalsiasi disciplina sportiva (con-dizionamento cardio-respiratorio,eliminazione delle tossine, rie-quilibrio ormonale, vantaggi per

l'apparato muscolo-scheletrico,miglioramento della coordinazio-ne, ecc.). La sensazione dibenessere che si diffonde nell’or-ganismo dopo una corretta prati-ca esalta la cura degli aspetti re-spiratori ed energetici che, a lun-go andare, entrano a far partedella vita quotidiana. La scuolapropone questi sport per due mo-tivi mirati: il primo è quello didare agilità ad un ragazzo, il qua-le, essendo in un momento dicrescita, deve potenziare la pro-pria muscolatura; il secondo èperché la scuola vuole insegnarealtre culture oltre a quella italia-na, così da far migliorare l’inte-grazione.

Il secondo anno la scuola propo-ne l’attività di scherma, uno sportdi combattimento, che ha comecaratteristica quella di avere unaspada come mezzo di scontro.Con la parola scherma si intendel’abilità nel saper utilizzare l’ar-ma in tutte le situazioni; oggiquesto termine indica uno sportin generale, ma ci sono varie di-stinzioni in base al tipo di arma:si passa dall’eleganza del fioret-to, alla tecnicità della spada e alladinamicità della sciabola anchese in tutte queste discipline l’ab-bigliamento è uguale. La scher-ma è uno sport che richiede con-centrazione, prontezza di riflessi,intelligenza, potenza ed elasticitàdei muscoli e un allenamento co-

stante e severo. Benché lo scher-mitore sia uno degli atleti piùcompleti e la scherma una perfet-ta scuola di equilibrio, questosport non va iniziato troppo pre-sto. Gli incontri di scherma si di-sputano su una pedana; vincel'incontro chi per primo riesce adeffettuare cinque stoccate valide:la stoccata è valida quando loschermitore colpisce l'avversarioin una parte consentita con lapunta della propria arma. Il com-battimento è diretto da quattrogiudici e da un presidente, che,per tradizione, dà gli ordini infrancese. I momenti fondamenta-li di un combattimento sono laguardia, l'attacco, la parata e larisposta. Come nel pugilato, laprima preoccupazione è di nonessere colpiti dall’avversario.L’attività è molto apprezzata da-gli alunni della nostra scuola per-ché unisce il divertimento al ri-spetto delle regole. In terza sirealizza invece il progetto del-l’hockey su prato, una disciplinasportiva che ha molte somiglian-ze con il calcio, nonostante si usiun attrezzo per colpire la palla

E’ uno sport di squadra che vienepraticato nella versione “Indoor”cioè con quattro giocatori ed unportiere, mentre nella versioneclassica sono undici giocatori.L'hockey su prato è un gioco che

Imparare per crescere

Tante attività un solo obiettivo

Federico Marcello, Valeria Salamone, Leonardo Cipolla. Classe III H

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ha origini molto antiche, si pensache i primi a praticarlo furono ipersiani; in seguito si diffuse intutto il mondo. In alcuni scavi ar-cheologici in Europa si sono ri-trovati vari resti di bastoni e dipalline, questo significa che ilgioco era molto praticato anchenei territori più vicini a noi. Unanovità di questi ultimi tre anni èil basket.

Esso nasce nella fine dell’otto-cento a Springfield e consiste nelriuscire a mandare una palla nelcanestro avversario. In questosport due squadre, formate dacinque giocatori ovvero il quin-tetto si scontrano; i giocatori po-tranno essere cambiati ad ogni fi-schio arbitrale e non vi è nessunalimitazione da questo punto di vi-sta. La scuola aderisce al proget-to dell’NBA junior che compren-de le squadre formate dai miglio-ri alunni. La selezione avvienetra i ragazzi di prima e di secon-da ma nei due anni precedentisono stati convocati due ragazzidella classe 3h nella squadra perdare il loro contributo. Negli ulti-mi due anni la scuola si è classi-ficata seconda nella graduatoriaprovinciale ottenendo risultati ot-timi. L’importante, continuiamo adimpararlo, non è vincere mapartecipare. Nello sport tantesono le regole, ma la principale èsostenere il compagno nei mo-menti di delusione e incitarlo ne-gli attimi positivi. Questo dimo-stra che per raggiunge i propritraguardi bisogna impegnarsi emantenere costanza nell’allena-mento.

Ogni anno, la nostra scuola offreagli studenti la possibilità di co-noscere e sperimentare uno sportnon molto diffuso: il canottaggio.Questo progetto nasce grazie allacollaborazione dell’istituto conuno dei circoli più importanti diRoma, il Reale Circolo CanottieriTevere Remo. Alcuni osservatoriinfatti vengono nella palestra del-la nostra struttura scolastica, percontrollare chi tra i ragazzi pos-siede una buona predisposizioneallo sport, un fisico adatto e so-prattutto chi è in grado di svolge-re, nel minor tempo possibile, unpercorso impostato, in questocaso cento metri, al remoergome-tro, uno strumento che simula laremata in barca. In base a questequalità, il circolo assegna uno opiù mesi di gratuità, per provarea remare sul fiume Tevere. Se,esauriti i mesi di prova, si vuolecontinuare, ci si può iscriverepresso il circolo e cominciare re-golarmente gli allenamenti ognisettimana: con il passare del tem-po, aumentano di intensità, pro-prio perché gli allenatori hanno ilcompito di preparare la squadraalle gare che si svolgono alla finedi ogni anno, con degli equipaggigià pronti e divisi per fasce dietà. Il canottaggio è uno sportche si basa sull’uso dei remi che,coordinati con il movimento delcorpo, muovono in avanti labarca su cui si trovano gli atleti.Per fare in modo chel’imbarcazione avanzi al massi-mo della velocità, in modo taleda essere competitivi durante legare, bisogna mantenere un ritmocostante e bilanciare sempre labarca, per prevenire eventuali ca-

dute in acqua. Parlando di tipi diimbarcazione, ce ne sono molti:il singolo con un solo atleta, cheè l’unica barca che deve averenecessariamente due remi; ildoppio con due atleti che, cometutte le altre escluso il singolo,può avere un remo per atleta (2senza) oppure due remi per atleta(2 con); il quattro, con quattroatleti, che può avere un remo peratleta (4 senza) oppure due remiper atleta (4 con); l’ultima imbar-cazione è l’otto, in cui è presenteil timoniere. Il canottaggio, fortu-natamente, ha avuto nella suastoria molti atleti italiani chesono arrivati al successo, tra cui ipiù famosi: Daniele Gilardoni,Franco e Elisabetta Sancassani,Simone Raineri, Rossano Galta-rossa, Elia Luini ed i fratelli Ab-bagnale. A settembre 2017, in oc-casione degli ultimi mondialiinoltre, sono entrati nella storiadel canottaggio italiano GiuseppeVicino e Matteo Lodo, i priminella storia della nostra nazione avincere l’oro nella categoria 2senza senior maschile. Al contra-rio di ciò che alcuni pensano, ilcanottaggio non è uno sport cherichiede solo abilità fisiche: men-tre si rema infatti, bisogna pensa-re ad andare a tempo con i com-pagni, a compiere i movimentigiusti e, se ci si trova in alcunitipi di barche,a controllare ognipoche remate la rotta, cioè in chedirezione va l’intero equipaggio.

Lo sport della III A

“Sinopoli” si rema

Classe III A

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La scuola Sinopoli offre tantepossibilità ai ragazzi, consenteloro di conoscere svariati sport,uno dei quali è il canottaggio.Abbiamo intervistato alcuni ra-gazzi che praticano questo sport.La prima ad essere stata intervi-stata è Sara Morana della classeII E.

Sara, come sei venuta a cono-scenza del canottaggio? E daquanto tempo pratichi questosport?“Questo è il secondo anno chepratico canottaggio!grazie ad unaprova di remoergometro effettua-ta in prima media.”

E’ uno sport faticoso?“Sì, molto faticoso con molte oredi allenamento”

Quante volte a settimana ti al-leni? E dove pratichi questosport?Mi alleno quattro volte a settima-na e lo pratico al Reale CircoloCanottieri Tevere Remo.

Hai mai partecipato a Campio-nati?Sì, certo molte volte e mi sonosempre classificata prima o se-conda con un tempo di 20,9 se-condi. Mi hanno anche seleziona-ta per le Nazionali Italiane.”

Complimenti Sara, e ora chesei stata selezionata per le Na-zionali dovrai allenarti ancoradi più?“Sicuramente sì e lo farò con tan-to impegno e costanza.”

Bene, allora in bocca al lupo

per le gare nazionali Sara!!!Il secondo intervistato, MarcoTrusiani, frequenta la classe IIIA.

Marco, a che età hai conosciutoquesto sport?“Ho conosciuto questo sportquando avevo 12 anni, grazie adun’opportunità offerta dalla scuo-la.Avendo fatto un ottimo tempoalla prova di remoergometro, hoavuto la possibilità di frequentareun mese gratis di prova presso ilCircolo Canottieri “TevereRemo” per constatare se facesseal caso mio!

Ti è piaciuto subito questosport?“Sì, mi ha appassionato tanto findall’inizio”.

Hai mai partecipato alle finalid’istituto di remoergometro?“Sì, ho partecipato e mi sonoclassificato secondo con un tem-po di 19,6 secondi.”

Complimenti anche a te e buonproseguimento.

Il terzo intervistato è stato Cri-sthopher Rodriguez della classeIII I.

Cristhopher, anche tu hai co-nosciuto il canottaggio graziealle iniziative organizzate pres-so la scuola Sinopoli ?“Sì, ho effettuato una prova di re-moegometro a scuola e mi hannodato la possibilità di frequentareil corso gratuitamente per seimesi a differenza degli altri ra-gazzi che hanno avuto solo unmese gratis, poi con grande sod-disfazione sono arrivato terzocon un tempo di 19,8 secondi allafinale d’istituto.”

Cosa pensi di questo sport?“E’ uno sport di squadra moltofaticoso, ma molto bello che tipermette di stare a contatto conla natura”.

Natura e sport sono davveromolto importanti. Grazie anchea te, Cristhopher.Ringraziamo tutti i ragazzi inter-vistati e auguriamo loro di rag-giungere tanti bellissimi traguar-di e di divertirsi sempre tanto.

-Che remo sei?-

Intervista ai canottieri della Sinopoli

Andrea Morgia e Simone Gulisano Classe 1 E

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L’anno scorso, noi della secondaA abbiamo aderito al progetto dibasket che la nostra scuola haproposto alle classi prime: questosport ci è piaciuto particolarmen-te, tanto che vogliamo approfitta-re del nostro giornale per condi-videre con voi qualche informa-zione in proposito. Il basket è stato ideato a fine Ot-tocento da un insegnante ameri-cano di educazione fisica; è unosport indoor, cioè si gioca nor-malmente in un campo coperto; igiocatori di ciascuna squadrasono cinque; la finalità del giocoè totalizzare punti facendo entra-re la palla nel canestro avversa-rio, collocato a più di tre metri dialtezza. I canestri possono valeredue punti se il tiro avviene dadentro l’area, tre se il tiro è effet-tuato da fuori area ed uno se è untiro libero. Si possono individua-re cinque ruoli: il playmaker, lamente della squadra, che impo-sta il gioco ed è spesso il più“piccolino” fisicamente; la guar-dia tiratrice, dotata di un ottimotiro e abile a penetrare nel campoavversario, di solito è il giocatoreche totalizza più punti; l’ala pic-cola, che marca gli avversari; l’a-la grande, un giocatore moltoalto e veloce, difficilmente mar-cabile quando si slancia per tirareed infine il pivot, il giocatore piùalto e pesante, che si muove nelcuore dell’area ed organizza ipalleggi. I fondamentali, cioè imovimenti principali, sono: ilpalleggio, il passaggio, il tiro, ilrimbalzo e la stoppata. La National Basketball Associa-tion, comunemente nota comeNBA, è la principale lega di pal-

lacanestro e si trova negli StatiUniti: quasi tutti i migliori ce-stisti in circolazione vi giocanoed il livello complessivo dellacompetizione è considerato il piùalto al mondo. Le squadre sonotrenta, i giocatori più famosisono James LeBron, KevinDu-rant, Stephen Curry, James Har-den, Johnson Magic, BryantKobe e Russell Westbrook. InAmerica, il basket è un sport im-portantissimo e molto praticato,mentre in Italia non è così diffu-so. E’ meno seguito del calcio e

le sue squadre sono molto menofamose di quelle di quest’ultimosport: ma esistono molte palestredi basket in tutta Italia ed anchenel nostro quartiere, dal momen-to che questo sport si sta diffon-dendo sempre di più anche tra leragazze. Il nostro percorso, incollaborazione con il centro spor-tivo “Pass”, si è svolto in diecilezioni: una volta a settimana,durante l’ora di educazione fisi-ca, è venuto nella nostra palestraun allenatore professionista, concui inizialmente abbiamo lavora-

Lo sport della seconda A

Una “PASS”ione unica

Classe II A

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to sul palleggio, sul canestro esul passaggio, attraverso esercizie giochi. Successivamente, abbiamo impa-rato il terzo tempo ed infine ab-biamo svolto brevi “partite” indue o in quattro. Terminate ledieci lezioni, le classi prime chehanno aderito al progetto si sonorecate, l’ultimo giorno di scuola,presso la palestra “Pass”, perconcludere il progetto con una“festa” finale, durante la qualeabbiamo svolto giochi sulle atti-vità che abbiamo imparato du-rante l’anno, per esempio unastaffetta in cui bisognava palleg-giare in vari modi e tirare a cane-stro. Al termine di questo incon-tro, è stata nominata la classevincitrice: la seconda A, ex primaA, cioè noi! Pensiamo di parlare a nome ditutti dicendo che questo progettoè stato costruttivo e divertente,abbiamo appreso varie tecnichema soprattutto il lavoro disquadra. Ringraziamo gli insegnanti della“Pass” per averci regalato questabellissima esperienza e speriamodi avervi proposto una buonalettura.

Da quest’anno, nelleclassi terze dellascuola “Sinopoli Fer-rini”, il progettosportivo è una novi-tà: a differenza deglialtri anni, in cui si èpraticato l’hockey suprato, si svolgeràmolto probabilmenteil basket. Inizialmen-te le classi impareranno la tecni-ca di tiro a canestro con degliesercizi a valutazione, successi-vamente si inizierà con dei pal-leggi, fino ad arrivare a giocaredelle vere e proprie partite. La pallacanestro era già stata“accennata” negli anni preceden-ti, specialmente a coloro che lasvolgono come sport pomeridia-no, che infatti hanno partecipatoal torneo NBA Jr, una competi-zione di basket in cui le scuole sisfidano tra di loro. Ad ogni istitu-to, viene attribuito il nome di unasquadra del torneo americano

NBA. Il 28 maggio scorso, alPala Fonte di Roma Eur, si sonodisputate le semifinali e le finalidella competizione: i premi sono stati medaglie per i secondi ed iterzi classificati, anelli d’oro peri primi.La nostra scuola è statasfortunata entrambi gli anni,poi-ché siamo arrivati secondi ed ab-biamo perso in finale con pochipunti di scarto.Questo progetto ha lo scopo diinsegnare a noi ragazzi a lavora-re in squadra, facendoci nellostesso tempo divertire.

Il basket alla Sinopoli

Classe III A

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La pallavolo è uno sport di squa-dra che, dal nostro punto di vista,è molto divertente e stimolante,permette di fare nuove amicizie einsegna lo spirito di unione e disolidarietà. Ed infine, secondonoi, è lo sport nel quale, più ditutti, si trova realizzato il concet-to di squadra e non di egoismo edorgoglio personale. Ma essendouno sport di gruppo, è normaleche ci siano delle regole, a nostroparere anche più ferree di quelledi altre discipline sportive in cuisi rispetta di meno l’arbitro ed ipropri compagni. A propositodelle regole, si affrontano dueformazioni composte da sei gio-catori, più il libero, aggiunto po-chi anni fa; la palla ufficiale deveobbligatoriamente essere di cuoiosintetico e non deve pesare più di280 grammi; l’area da gioco nonè molto grande, è un rettangolodi circa nove metri per diciotto; ilcampo si divide in zona d’attac-co, nei primi tre metri dalla rete,e zona di difesa, nei restantinove. La rete a livello agonisticodeve essere posizionata a circadue metri; la partita si disputa almeglio dei tre set, ognuno com-posto da venticinque punti più unultimo da quindici, che si chiamatie-break, giocato in caso di pari-tà. Lo scopo della pallavolo è de-positare la palla nel campo av-versario senza farla cadere nelproprio, per farlo sarebbe oppor-tuno effettuare tre tocchi e la pal-la non può essere trattenuta al-l’interno delle proprie mani perpiù di un secondo, mentre si staeffettuando un palleggio. La Giro Volley nasce nel 2001,da un’idea di Nico Giunta eFranco Fronda, due amici con

conoscenze di pallavolo e tantavoglia di fare: in collaborazionecon la nostra scuola “Sinopoli”,riescono a creare due corsi, unomaschile ed uno femminile. Que-sto bellissimo progetto è portatoavanti con passione ed impegno:la Giro Volley, negli ultimi anni,è diventata un’importante realtàdel mondo sportivo e pallavoli-stico di Roma e del Lazio ed al-cuni alunni della nostra classe se-conda A vi fanno parte. La so-cietà vede ormai più di duecentoatleti indossare i colori socialiblu-arancio; gli allenatori lavora-

no con impegno ed insegnano,oltre alla pallavolo, i valori chelo sport può offrire, i caratterifondamentali di un vero sportivo,come vincere senza presunzionee perdere senza amarezza, e nontralasciano l’importanza del gio-co di squadra, fondamentale perquesto tipo di sport. La Giro fa partecipare i ragazzi avari campionati, in cui si vince esi perde, ma ‘’GRAZIE ALLECADUTE, TI RIALZI’’: a nostroparere, questo è un insegnamentomolto importante perché lo por-tiamo anche al di fuori del gioco,nella vita reale. Si comprende meglio lo spirito di

questa associazione ad esempioanche dal fatto che le magliettedella squadra hanno lo stemmacon le iniziali della ragazza dinome Valentina Col, che è pur-troppo venuta a mancare di re-cente e che era una giocatricedella Giro: la squadra diventa,per queste ragioni, importanteper le atlete e gli atleti che nefanno parte. I “coach” allenanocon grande passione, mettendo inrisalto l’azione compiuta inmodo corretto e quando sbaglia-mo, non lo fanno pesare ma sem-plicemente correggono l’erroreper farci crescere. Alla Giro Volley, la pallavolo èuno sport per tutte le età: grandi epiccini! Si può cominciare giàdai cinque anni, praticando il mi-cro volley, in cui si imparanosolo le basi (bagher e palleggio).Quando si raggiunge l’età di ottoanni, si passa al mini volley e siaccenna anche la battuta, dopoaver “studiato” meglio le basi. Inseguito, si passa in pre-agonisti-ca, primo, secondo e terzo livel-lo: gli allenamenti cominciano adessere un po’ più complicati e sipuò già intravedere la pallavolovera e propria. Andando avanti, seguono i corsiagonistici, che iniziano con l’un-der 12 fino all’under 20: in que-sta fase di crescita pallavolistica,i ruoli sono definitivi, con prima,seconda e terza divisione ed inpiù anche la serie C. La strada che ha percorso l’asso-ciazione è davvero molta ed an-cora continua a migliorare ed araggiungere nuovi obiettivi: le le-zioni si svolgono con quel sorrisoche ti dà la voglia di giocare ecrescere in questo sport.

Lo sport della seconda A

Una passione… chiamata Girovolley

Classe II A

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Una delle attività preferite dairagazzi, durante il pomeriggio, èsicuramente praticare sport. Al-l’interno della nostra classe, ab-biamo scoperto che una delleesperienze sportive più vissute ri-guarda la pallavolo, che vienepraticata dalla maggior parte dinoi presso la palestra della Scuo-la Secondaria di I grado “G. Si-nopoli”. La Giro Volley fondata nel 2001collabora dallo stesso anno conl’IC Sinopoli Ferrini. L’associa-zione coinvolge i ragazzi di tuttele età e anche adulti per avvici-narsi a questo bellissimo sportche è la pallavolo. Entrambe le squadre di pallavolo,la maschile e la femminile, sonodi un livello molto alto, soprat-tutto quella femminile.La società ha regole molto rigidesull'atleta modello, espresse in undecalogo che viene comunicatoal momento dell’ingresso nellasocietà. Elenchiamo qui alcuneregole: 1) rispettare l’avversario, l’arbi-tro e il pubblico; 2) portare illogo o il nome della società sulledivise 3) mostrare sportività nellavittoria e nella sconfitta 4) rifiu-tare i doping 5) praticare lo sportcon la giusta competizione 6) se-guire un principio di solidarietà7) non esprimere giudizi dannosi8) presentarsi agli allenamenti 10minuti prima 9) assentarsi menopossibile agli allenamenti 10) an-che se non convocati, essere pre-senti alle partite per sostenere icompagni.

La società disciplina il comporta-mento di tutti i protagonisti dellapallavolo, dall’allenatore al geni-tore dell’atleta.E' molto severa anche sul com-portamento dei genitori che nondevono sostituire gli allenatori e

non devono mettere pressioneagli atleti o alle partite arrabiarsicon l’arbitro.Inoltre la società offre dei centriestivi da inizio giugno a fine lu-glio. Si dividono in tre punti d'in-contro: alla Sinopoli, alla Anna

Sacrificio e passione

A scuola di pallavolo

Intervista all’allenatore della Giro Volley Francesco Farina

Elisa Pilotto, Riccardo Consalvi, Matteo Coticoni, Giovanni Leonetti e Elena Cacciapaglia Classe II H

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Magnani e a “Insieme per fare”.Il centro offre vari tipi di attività:il lunedì sport laboratori musicagiochi e scherma, i lunedì e mar-tedì equitazione, mercoledì pisci-na e attività in acqua, giovedì asettimane alterne si va a Hidro-mania e Eur park, venerdì un giroper le ville di Roma. L’entrata èalle 7:30 fino alle 9:00 l’uscitadalle 16 alle 17:00.

Di segiuto trascriviamo un’inter -vista al nostro allenatore France -sco Farina.

Da quanto alleni alla Giro Vol-ley?Da ormai quasi 7 anni.

Cosa pensi del comportamentoche devono avere gli atleti?Devono avere secondo me uncomportamento rispettoso versogli avversari. Anche i genitorinon devono urlare contro i geni-tori avversari, perché hanno otte-nuto la vittoria.

Perché hai deciso di fare que-sto sport?Perché inizialmente volevo fareuno sport di squadra, non classi-co come il calcio, ma che mi des-se la sensazione di adrenalina edi collaborazione tra ragazzi e ra-gazze.

Diverse ragazze nella nostrascuola giocano a pallavolo a li-vello agonistico. Le ragazze cihanno raccontato la loro espe-rienza e il loro esordio.“Ho iniziato a fare pallavolo interza elementare -racconta Elenadella 2H- pian piano sono riusci-ta a praticare la pallavolo pre-a-gonistica e dopo poco mi hannochiesto se volevo cimentarmi ad

un livello agonistico. Alla primalezione ero intimorita, perchénon conoscevo nessuno e avevopaura di non essere abbastanzabrava. Anche se ero spaventata,mi sono tranquillizzata, perchévedevo gioco di squadra anche senessuno conosceva le compagne,ed è lì che ho capito che nel miosangue c’è la pallavolo” . Elenaci confida che all’inizio era spa-ventata dagli allenamenti, pensa-va fossero troppi, ma poi si è tro-vata benissimo”.“Ho scelto di fare pallavolo allaGiro Volley -dice Giulia della IIIB- perché ho visto che era una

squadra ad un livello agonisticoalto. Ho fatto un anno di minivolley e poi all’età di otto annigli allenatori mi hanno chiesto dipassare all’agonismo. All’inizioper me non era troppo impegnati-vo, perché riuscivo facilmente adorganizzare gli impegni scolasti-ci, ma adesso è faticoso, perchéci sono partite, allenamenti e stu-dio!

Ma se ti piace questo sport af-fronti ogni difficoltà. Come du-rante la prima lezione: il senti-mento di paura era forte perchénon conosceva nessuno ed eranotutti più grandi di lei, le sembra-va una situazione impegnativa,ma poi…è andata bene! “Tutte le ragazze ci fanno capireche tengono molto a fare questosport anche se è molto impegna-tivo e faticoso, perché la pallavo-lo è un gioco di squadra in cuigrinta ed impegno fanno davverola differenza. Non è un caso chesacrificio e successo inizino conla stessa lettera.

-Set, si schiaccia!-

Interviste fuori campo

Le ragazze della squadra Sinopoli si raccontano

Eleonora Santantonio, Crystal Mendoza, Michelle Manconi Classe 1E

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La Scuola Sinopoli partecipa atti-vamente a progetti sportivi inquanto ritiene molto importantelo sport nella vita dei ragazzi siaper l’insegnamento delle regoleche per lo sviluppo motorio,quindi per il benessere psicofisi-co.La Scuola Sinopoli ha aderito aprogetti sportivi che consentonoad alcuni esperti di venire nellanostra scuola ed insegnare dellediscipline sportive: come adesempio la scherma.Queste esperienze sono moltopositive per gli studenti in quantoapprendono nuove regole e prati-cano degli sport che sono menocomuni.Iniziativa molto importante sonoi Giochi Studenteschi: torneo tragli Istituti di Roma dove una se-lezione di studenti affronta in di-verse discipline sportive, come lapallavolo, il basket ed il canot-taggio, gli altri coetanei di altrescuole romane.I Giochi studenteschi sono moltoseguiti da tutti gli alunni dellascuola, costituiscono un momen-to di conoscenza tra gli studentipiù abili, si crea una bellissimaatmosfera, perché lo sport è ag-gregazione.All’interno della Scuola Sinopolivi è una sezione con “indirizzo”sportivo: la sezione E. Quest’ulti-ma, rispetto alle altre sezioni,pone molta attenzione nel tra-smettere i valori dello sport, inse-gnare la pratica sportiva nei suoimolteplici aspetti e documentarele attività svolte attraverso gliarticoli scritti dagli alunni.A tal proposito intervistiamoun’alunna della classe 3 E per

dare voce a chi ha praticato unodei progetti scolastici e così ca-pire la sua valutazione, da stu-dentessa e da atleta.

CHE RICORDO HAI DELPROGETTO DI SCHERMA? E’STATO POSITIVO? SE SI', PER-CHE’?Un bellissimo ricordo, aspettavocon fermento il giorno in cuiavremmo fatto scherma. Inizial-mente ero un po' scettica, mi im-barazzavo, perché era uno sportnuovo, ma oggi posso affermareche è straordinario, richiedemolta concentrazione e tanta ra-pidità. Ho un ricordo molto posi-tivo

E’ STATO IMPEGNATIVO?Sì, abbastanza!soprattutto per-ché ho dovuto imparare perfetta-mente le regole del gioco sporti-vo e capire il modo più adattoper effettuare la difesa: le così

dette “parate”, davvero moltodifficili! Piano piano con co-stanza ed impegno ci sono riu-scita.

CONSIGLIERESTI QUESTASCUOLA ED IN PARTICOLARELA SEZIONE CON INDIRIZZOSPORTIVO AD ALTRI RAGAZ-ZI?Consiglierei questa scuola a tuttii ragazzi che hanno voglia difare dello sport una filosofia divita. Il clima che si crea tra icompagni è bellissimo, la scuolaè impegnativa, si studia molto,ma c’è l’aspetto ludico dellosport che riveste qui un’impor-tanza straordinaria. Credo che sport e studio possanocoesistere e questa sezione ne dàun esempio. Con i professori sicrea un rapporto forte e compli-ce, è davvero una bellissimascuola, mi dispiacerà lasciarlaquest’ anno.

A scuola di sport

Viaggio nella sezione sportiva della scuola Sinopoli

Lucrezia D'Annibale III E

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L’istituto Sinopoli-Ferrini con-sente agli studenti di praticaremolte attività sportive, ovvero:canottaggio, pallavolo, scherma,hockey sul prato e sci. Alcuni ragazzi si sono appassio-nati a questi sport e sono arrivatia dei livelli altissimi.La scuola dispone di una palestraed una parte di questa è all’aper-to: ci sono delle porte da calcio,una rete da pallavolo e un campoda corsa. Nella parte interna, cheè abbastanza ampia, c’è una reteda pallavolo, delle spalliere e unquadro svedese. Abbiamo fatto un’intervista allaprofessoressa di scienza motoriedella sezione E, Virginia Mastril-li: Alunne: Tra gli sport che inse-gna, qual è il suo preferito?Professoressa: L’hockey sul pra-to, perché sette anni fa ho comin-

ciato una collaborazione conun’insegnante delle superiori chepraticava l’hockey sul prato emisono appassionata a questo sport.Mi hanno anche chiesto di farparte della squadra.A.: Da quale anno insegna? P.: Dal 1981, trentasei anni, main questa scuola da sette.A.: Ha insegnato in altre scuoleoltre alle medie?P.: No, sempre alle medie.A.: Qual è la prima scuola in cuiha insegnato?P.: la “Puccini”.A.: Come si trova con gli altri in-segnanti?P.: Ho sempre avuto un buon rap-porto.A.: Cosa l’ha spinta a fare l’inse-gnante?P.: Il desiderio di muovermi.A.: Come si trova con le classinel complesso?

P.: Bene, ma ho dei problemi conla “parlantina” degli alunni e poialcuni ragazzi non ascoltanoquello che dicono i professori.A.: Può dare un suggerimentoalle classi per andare bene nellasua materia?P.: Solo poche semplici regole:ascoltare di più, pensare di più,parlare di meno e chiedere se nonsi capisce un esercizio.A.: Qual è la soddisfazione ognivolta che i ragazzi eseguono unesercizio fatto bene?P.: È stupendo e la cosa ancorapiù bella è vedere il sorriso sulleloro labbra. A questo proposito viinvito ad intervistare E.G. della2° D che è un esempio perfetto diquanto ho detto. Lei inizialmentenon eseguiva gli esercizi in modocorretto, ma esercitandosi è mi-gliorata tantissimo.Seguendo il consiglio della pro-fessoressa Mastrilli, siamo anda-te ad intervistarla. A.: Qual è lo sport che pratichi?E.G.: Pratico l’hip-hop.A.: Qual è lo sport che preferiscitra quelli insegnati dalla prof.ssaMastrilli?E.G.: La pallavolo, perché mi di-verte molto.A.: Come ti sentivi quando nonsapevi fare l’esercizio richiesto?E.G.: Male, perché mi sentivosenza speranze, ma provando eriprovando sono migliorata.A.: Come ti senti ogni volta cheesegui un esercizio fatto bene?E.G.: Provo dentro di me unagrande soddisfazione.Durante il mese di Maggio delloscorso anno scolastico, le classi1H e 1F hanno partecipato ad unprogetto di iniziazione alla vela.

Una voce importante

Intervista alla Prof.ssa Virginia Mastrilli

Vittoria Alemanno, Ludovica Guidobaldi, Alice Macchi Classe I E

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Il progetto è stato caratterizzatodal partecipare a delle lezioni divela, pratiche e teoriche.

Si tratta inoltre di un progettotriennale di vela che consiste nel-l’acquisire le competenze neces-sarie per diventare esperti velisti.Lo scorso anno, infatti, ci siamorecati a Bracciano per 5 giornatedurante il mese.Verso le 8:20, eravamo tutti allastazione per prendere il treno checi avrebbe condotto a Bracciano;lì poi arrivavano i ragazzi di velache ci avrebbero condotto al lagodove avremmo fatto la lezionepratica. Verso le 14:00 consuma-vamo il nostro pranzo al sacco esubito dopo partivamo con il tre-nino per Roma. Alla prima lezione eravamo tuttiansiosi, ma con il tempo e l’espe-rienza siamo diventati tranquillianche mentre facevamo manovredifficili.Anche il tempo meteorologico ciha assistito e tutto il mese lapioggia è mancata, tranne ad unalezione in cui abbiamo dedicatopiù tempo alla teoria.Eravamo divisi in due gruppi,quelli più bassi che andavanosull’Optimist e i più alti sull’E-quipe.

L’Optimist è una barca più picco-la e leggera invece l’equipe è piùcompleta e “moderna”.In una lezione abbiamo provato iltrapezio: a gruppi di quattro per-sone siamo saliti sul catamarano,ovvero una nave piú grossa deisemplici Equipe che usavamo,con l’accompagnamento delmaestro. Nell’ultima lezione sono venuti igenitori ad assistere alla lezionenella quale c’era la consegna deibrevetti, con il pranzo offerto dalcentro velico e una specie di ve-rifica teorica. È stato molto divertente e inte-ressante perché tutti quanti ab-

biamo imparato delle cose nuovee poi anche il viaggio è statomolto divertente, perché siamopotuti uscire dalla classe e dallascuola per divertirci in acqua.Probabilmente ci andremo anchequest’anno, ma purtroppo abbia-mo già visto un po’ di complica-zioni, però continuiamo sempre asperare.“A me è piaciuto il fatto che fi-nalmente non ho più paura dellargo, anche se sono su una mise-ra barchetta. Dice Marco. MentreDiego dichiara: “A me è piaciutomolto quando ho scuffiato perchél’emozione è stata grande, maanche la paura”.

Vento in poppa

Oltre la scuola: Progetto VELA

La nostra avventura sul lago di Bracciano

Marco De Giorgi, Alessandro Giannuzzi, Diego Catalani, Matteo Raieli, Laura Coppola, Tommaso Battaglia classe II H

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Quest’anno nella mia scuola èstato inserito negli appuntamentidelle attività pomeridiane il cal-cio freestyle. I miei insegnantisono Dario Piantadosi e AntonioColella della Scuola Calcio Free-Style. Ci alleniamo due volte asettimana e devo dire che questosport mi entusiasma molto per-ché richiede un insieme di abili-tà, fantasia, coordi-nazione, equilibrio,stile, ma è anche esoprattutto diverti-mento, allegria, sim-biosi con il pallone.Che si tratti di pal-leggio, dribbling,controllo di palla,praticare il Freestyleè una continua spin-ta a migliorarsi, aoltrepassare la so-glia di ciò che primasembrava impossibi-le. Per riuscire a farequesto è importanteallenarsi con costan-za, osare le giocatepiù difficili, osserva-re e imparare daglialtri: dai campioniaffermati come daitalenti dei campettidi periferia. Inoltreil freestyle è un mezzo fonda-mentale per ritrovare lo spirito, ivalori e la tecnica del calcio dastrada, autentica fonte di ispira-zione per i giocatori di tutto ilmondo, dai dilettanti ai profes-sionisti più affermati. Nonostantenon si conoscano precisamente leorigini del Calcio Freestyle, leprime tracce storiche risalgonoall’inizio del ‘900 con Enrico Ra-stelli, un giocoliere fenomenale

che riuscì a eseguire alcuni trickspresenti tutt’ora nel repertoriodei freestylers. Successivamente negli anni ’80Diego Armando Maradona diedeil proprio contributo con le sueincredibili doti tecniche e la suafantasia gettando le basi per i fu-turi freestylers.L’era moderna diquesta disciplina comincia con

Mr. Woo (Seoul, Corea Del Sud),che con il suo grande controllo dipalla con ogni parte del corpo,riuscì ad alzare il livello dello sti-le. Come ogni freestyler, ancheRickardSjölanderha personaliz-zato questo sport: celebri sono ilsuo trick personale, il PATW(Palle Around The World) e lesue combo (combinazioni di gio-cate) di una difficoltà mai vistaprima eseguite con uno stile im-

peccabile. Il Freestyler quindinon è solo un abile giocatore dicalcio o un acrobata da circo, èmolto di più. E' creatore del gio-co stesso perché le giocate che sipossono fare con una palla sonoinfinite, così come infinite sonole combo possibili. E soprattutto,il freestyler si diverte e sorride,sempre!

Il Freestyle è unosport che nasce neicampetti di quartiere,praticamente ovun-que nel mondo. Latradizione del cam-petto è maggiormenteradicata nelle grandicittà, ma da nord asud, da est a ovest,praticamente dapper-tutto si troverà unapalla rotolare daqualche parte. Unadelle più grandi pas-sioni dell'uomo è si-curamente quella peril gioco del calcio.Chi di noi, almenouna volta nella vita,non è andato al parcovicino casa o neicampetti per giocare,sfidare gli amici a su-perare il record di

palleggi o tentare le giocate piùdifficili? A prescindere dal livel-lo, quasi tutti abbiamo provatoquesta esperienza. E quasi tutti,se ci passa un pallone accanto,non resistiamo alla tentazione didargli due calci. Poi c'è chi sispinge oltre, chi si scopre giàbravo ma vuole perfezionarsi edessere ancora più forte, e può conla costanza e l'allenamento di-ventare un vero freestyler.

La nuova disciplina infiamma la Scuola Sinopoli

Freestyle uno stile di vita

Francesco Sanzotta classe II E

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Il Campionato mondiale di calcio2018 sarà la 21a edizione dellaCoppa del mondo la cui fase fi-nale verrà disputata in Russia einizierà giovedì 14 giugno perconcludersi domenica 15 luglio2018.In seguito alle qualificazioni a gi-roni conclusesi nel mese di otto-bre, si sono disputati pochi giornifa i play off dopo i quali hannostaccato il biglietto per il Mon-diale quattro squadre per confe-derazione. In totale sono 32 lesquadre qualificate al Mondiale(tra cui a sorpresa Panama eIslanda che per la prima volta ga-reggeranno nel torneo), compresala Nazionale russa già ammessain quanto paese ospitante. L’Ita-lia purtroppo non è tra queste inseguito ad una clamorosa elimi-nazione dal torneo da parte dellaSvezia in uno scontro andata e ri-torno concluso con un totale di 1-0 per gli scandinavi, cosa chenon accadeva dal 1958.La FIFA ha deciso di modificarela politica della rotazione per lascelta del Paese organizzatore delMondiale tra le varie confedera-

zioni internazionali adottata sinoal 2014 al fine di assicurare alcontinente africano la possibilitàdi ospitare il Mondiale. Le nuoveregole della FIFA stabilisconoche un campionato mondiale finoalla terza edizione successiva al-l'ultima disputata, non possa es-sere ospitato da un Paese dellastessa confederazione.La scelta della Russia come luo-go in cui si svolgeranno i Mon-diali 2018 era stata presa il 2 di-cembre 2010, nella sede princi-pale della FIFA a Zurigo insiemealla decisione sul Paese cheavrebbe ospitato il Campionatomondiale di calcio 2022, ossia ilQatar.Dopo una iniziale proposta di 16stadi da impiegare per il torneoin 14 diverse città tutte situatenella Russia europea tranne Eka-terinburg, il Paese ospitante ilMondiale ha annunciato il 29 set-tembre 2012 l’elenco definitivosugli impianti da utilizzare. Ladecisione finale ha ridotto il nu-mero di città a 11 e il numero distadi a 12 con due stadi situati aMosca.Il più importante è sicuramentelo stadio Luzniki di Mosca, casadella federazione calcistica russa

e del CSKA Mosca, che ospiteràla finale della Coppa del Mondo.Questo stadio non è nuovo agrandi eventi; in precedenza, haospitato le Olimpiadi del 1980, lafinale della Coppa dei Campioni2008 e la finale della CoppaUEFA del 1999. Ristrutturato eingrandito, può ospitare sino a81.000 spettatori.Tra i principali stadi c’è anche laZenit Arena, situata a San Pietro-burgo che normalmente ospita lepartite casalinghe dello Zenit SanPietroburgo. Progettato dall’ar-chitetto giapponese Kisho Kuro-kawa, visto dall’alto ha l’aspettodi una navicella spaziale e ha unacapienza di 67.000 posti. Un evento importante come laCoppa del mondo di calcio inquesta situazione di pericolomondiale, richiede ovviamentemisure di sicurezza straordinarieche il presidente russo Putin hagià annunciato di voler utilizzare.L’Isis infatti, in vista del Cam-pionato mondiale 2018, ha giàminacciato alcuni giocatori attra-verso fotomontaggi pubblicatinella propria rivista ma tutti noici auguriamo che il torneo saràricordato solo per le prodezze deicampioni.

Russia 2018, conto alla rovescia

L'Italia è fuori dai mondiali

Marco Benedetti, Lorenzo Bottino, Daniele Giannoni. Classe II E

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Che cos’è per noi lo sport ?Lo sport per noi è impegno ecompetizione ma allo stesso tem-po divertimento. Seguiteci inquesto viaggio dalle origini aigiorni nostri.

LE OLIMPIADI

I primi Giochi Olimpionici sisvolsero nel 776 a C in Grecia,ad Olimpia, in onore di Zeus.

I 5 anelli simbolo delle olimpiadirappresentano i 5 continenti:il blu l’Europail nero l’Africail rosso l’Americail giallo l’Asiail verde l’Oceania.

Gli sport che sono sempre statipraticati nelle olimpiadi fino adoggi sono:ATLETICA LEGGERA NUOTO PENTATHLON (PENTATHLONMODERNO: (nuoto, scherma,corsa, equitazione, tiro a segno)LOTTA PUGILATO

GLI EROI DEGLI SPORTOLIMPICI

BASKET MICHAEL JORDANNegli anni ‘90/ 2000 era il piùgrande giocatore di pallacane-stro, esordì nella NBA, il cam-

pionato di basket più prestigiosoche esista.

CORSA WILMA RUDOLPH Da bambina ebbe la Poliomielitee i medici le dissero che nonavrebbe potuto più camminare.Lei, insieme ai sui fratelli, impa-rò di nuovo a camminare e contanto impegno e volontà diventòmolto veloce e vinse molte me-daglie.

NUOTO FEDERICA PELLEGRINIFederica Pellegrini tra il 2007 e

2009 ha vinto 11 primati nelmondo, specializzata nello stilelibero, primatista mondiale nei200 metri ed europea nei 400. LaPellegrini ha vinto tante meda-glie d'oro… E’ una campionessa mondiale.

LE EMOZIONI CHE SUSCITA LO SPORT

Ma ritorniamo a noi!Anche la nostra scuola SINOPO-LI si preoccupa di far praticaresport agli alunni organizzandocorsi di pallavolo, di basket, dicorsa, di canottaggio e di hockeysul prato.La Sinopoli, inoltre, promuoveprogetti con società sportiveesterne che danno occasione aglialunni di partecipare a gare ocorsi privati.A noi piace molto fare ginnasticanon solo perché non si sta sem-pre seduti ad ascoltare, ma ancheperché aiuta a sviluppare lo spiri-to di squadra e a “sfogarsi”.Lo sport è anche PASSIONE,IMPEGNO & COMPETIZIONELe attività sportive sono impor-tantissime per il corpo, ma ancheper la MENTE.

Passione, impegno e competizione

Lo sport: dalle origini ad oggiDario Greco, Domitilla Domigno, Federico Imbrauglio, Federico Rusticali, Francesco Madaro, MartaBianchi, Matteo Monosilio. Classe I H

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Praticare un’attività fisica è im-portante ad ogni età: il corpo, in-fatti, dall’infanzia alla vecchiaia,ha bisogno del giusto grado dimovimento per stare bene e man-tenersi sempre in salute. Se pen-siamo all’uomo nella sua evolu-zione storica, possiamo riscontra-re che si è passati da una vitamolto attiva, tipicadelle società menoevolute, basate su agri-coltura, caccia,pastorizia, fino ad ar-rivare all’industrializ-zazione moderna incui le macchine sisono sostituite alla ma-nodopera e allo sforzofisico. A tutti gli effetti, latecnologia e l’uso del-l’ingegno hanno peg-giorato la forma fisicadell’uomo contempo-raneo. Pensiamo aigiovani d’oggi, chenon praticano sempreattività sportive, tal-volta perché hannoproblemi economici osemplicemente perché,per disinteresse o perpigrizia, preferisconogadget tecnologici, nella solitudi-ne delle loro camerette.Considerando il nostro stile divita troppo sedentario, unito alleabitudini alimentari non semprecorrette, fare sport è diventatooggi un’esigenza per ritrovarel’equilibrio psicofisico e allonta-

nare il rischio di sovrappeso e lepatologie ad esso associate. Lastimolazione del fisico attraversolo sport garantisce la crescitasana di tutto il corpo e stimola lavoglia di fare. Le discipline ago-nistiche sono altrettanto indicateper sviluppare la crescita psichi-ca e fisica e stimolare la competi-

zione. L’importante è praticarlecon costanza, non solo per inse-guire il mito del vincere a tutti icosti, ma per creare gruppo ecoesione. Infatti, tra gli adole-scenti spesso manca la compo-nente sociale dello sport, quelladello stare insieme per il piaceredi fare attività fisica. Lo sport è

sempre più visto esclusivamentecome il gioco del calcio, pratica-to da chi ambisce a fama e ric-chezza. Potrebbe invece diventa-re un’occasione di condivisione eintegrazione in una società mul-tietnica e multiculturale come lanostra. Una partita di calcio puòtrasformarsi in una lezione, nel

momento in cuitrasmette le regolefondamentali dellavita sociale ededuca ai valoridella lealtà, dellospirito di squadra edella tolleranza. Lo sport riveste unruolo molto im-portante all’inter-no della nostrascuola. Abbiamo chiesto adiversi nostri com-pagni di descriverequale fosse, secon-do loro, il concettodi sport: le risposteindicano che in ge-nere allo sportvengono associati concetti positivi,quali il diverti-mento, lo spirito

agonistico, il benessere psicofisi-co, l’idea di fare squadra, il sensodi libertà. C’è ancora, però, chiassocia lo sport ad uno spiacevo-le senso di inadeguatezza di fron-te ai compagni oppure chi lovede solo come un mezzo per ot-tenere ricchezza e successo.

Benessere, salute e divertimento per tutte le età

Sport, scuola di vita

L’attività motoria non è soltanto una questione fisica ma riveste ancheun valore sociale, educativo e formativo

Lara Bryant, Lavinia Cotti. Classe III B

Illustrazione di Josè Banegas