Un bel dì Il ritorno vedremo di Butterfly · 2019. 9. 16. · Un bel dì vedremo Lorenzo Costa...

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n. 98 - Maggio 2011 Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. Paganini Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Un bel dì vedremo Lorenzo Costa (continua in seconda pagina) F aticosamente, arrancando, siamo quasi arrivati alla pausa estiva. Si chiude la mini-stagione del Carlo Felice all’insegna di Puccini e delle piccole cose. Con un’opera, “Madama Butterfly”, che racconta di storie lontane, di mondi esotici, di passione, di fedeltà, di morte. Un’opera, tremendamente attuale, però, perché, in realtà, parla anche della mise- ria umana, della prepotenza occidentale (sono francamente pochi i personaggi più antipatici di Pinkerton), dell’egoismo eroti- co contrapposto al “bene piccolino” di una bambina che gioca ancora con l’amore. Di una piccola, grande donna che, costretta a crescere in fretta, dà una tremenda le- zione di vita, scegliendo con stupefacente dignità la morte pur di assicurare una chance di sopravvivenza al figlio. In un mondo sempre più bieco, insensi- bile ad ogni etica morale, “Madama But- terfly” con la sua purezza fiabesca, con la sua netta distinzione fra buoni e cattivi, rie- sce ancora a commuoverci. L’opera serve anche a risvegliare la nostra sensibilità, a regalarci un momento di infantile ma rige- nerante emotività. Ne abbiamo davvero bi- sogno, oggi più che mai. E pure per que- sto non possiamo fare a meno del teatro, come luogo non solo di divertimento, ma di riflessione sulle nostre fragilità e sulle grandi, irrisolte questioni della nostra vita. Arrivederci, dunque, alla prossima stagio- ne lirica. Roberto Iovino D opo pochissime sta- gioni ritorna al Carlo Felice, nella mini sta- gione 2010/11 Madama But- terfly. Il repertorio paga sem- pre evidentemente e scelta più tradizionale dell’abbinata Pa- gliacci e Butterfly per il primo semestre non si poteva con- cepire. La vicenda dell’opera giap- ponese è nota ed arcinota e non ci soffermeremo più di tanto su di essa. Ricordiamo che Puccini assiste a Londra alla rappresentazione del dramma del solito Belasco, che a sua volta lo aveva mu- tuato da un racconto dell’ame- ricano John Luther Long. In Long la vicenda ha un lieto fi- I I l l r r i i t t o o r r n n o o d d i i B B u u t t t t e e r r f f l l y y ne, che Belasco, sciagurata- mente cambia in drammatico (e scontato) epilogo con il sui- cidio. Puccini viene affascinato dal soggetto e comincia a concepirne la musica, stu- diando alcune tecniche musi- cali giapponesi ed incaricando i fidati Illica e Giacosa del li- bretto. Nel 1904 Butterfly va in scena alla Scala riportando un clamoroso fiasco, riscatta- to definitivamente tre mesi do- po dalla rappresentazione al Teatro Grande di Brescia. Da allora successo imperituro ed DINO BURLANDO ORAFO Pezzi unici di laboratorio 16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10 TEL. E FAX 010 589362 [email protected]

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n. 98 - Maggio 2011

Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. PaganiniAutorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92

Un bel dì vedremo

Lorenzo Costa(continua in seconda pagina)

Faticosamente, arrancando, siamoquasi arrivati alla pausa estiva. Sichiude la mini-stagione del Carlo

Felice all’insegna di Puccini e delle piccolecose. Con un’opera, “Madama Butterfly”,che racconta di storie lontane, di mondiesotici, di passione, di fedeltà, di morte.Un’opera, tremendamente attuale, però,perché, in realtà, parla anche della mise-ria umana, della prepotenza occidentale(sono francamente pochi i personaggi piùantipatici di Pinkerton), dell’egoismo eroti-co contrapposto al “bene piccolino” di unabambina che gioca ancora con l’amore. Diuna piccola, grande donna che, costrettaa crescere in fretta, dà una tremenda le-zione di vita, scegliendo con stupefacentedignità la morte pur di assicurare unachance di sopravvivenza al figlio. In un mondo sempre più bieco, insensi-

bile ad ogni etica morale, “Madama But-terfly” con la sua purezza fiabesca, con lasua netta distinzione fra buoni e cattivi, rie-sce ancora a commuoverci. L’opera serveanche a risvegliare la nostra sensibilità, aregalarci un momento di infantile ma rige-nerante emotività. Ne abbiamo davvero bi-sogno, oggi più che mai. E pure per que-sto non possiamo fare a meno del teatro,come luogo non solo di divertimento, madi riflessione sulle nostre fragilità e sullegrandi, irrisolte questioni della nostra vita.Arrivederci, dunque, alla prossima stagio-ne lirica.

Roberto Iovino

Dopo pochissime sta-gioni ritorna al CarloFelice, nella mini sta-

gione 2010/11 Madama But-terfly. Il repertorio paga sem-pre evidentemente e scelta piùtradizionale dell’abbinata Pa-gliacci e Butterfly per il primosemestre non si poteva con-cepire.La vicenda dell’opera giap-

ponese è nota ed arcinota enon ci soffermeremo più ditanto su di essa. Ricordiamoche Puccini assiste a Londraalla rappresentazione deldramma del solito Belasco,che a sua volta lo aveva mu-tuato da un racconto dell’ame-ricano John Luther Long. InLong la vicenda ha un lieto fi-

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ne, che Belasco, sciagurata-mente cambia in drammatico(e scontato) epilogo con il sui-cidio.Puccini viene affascinato

dal soggetto e comincia aconcepirne la musica, stu-diando alcune tecniche musi-cali giapponesi ed incaricandoi fidati Illica e Giacosa del li-bretto. Nel 1904 Butterfly vain scena alla Scala riportandoun clamoroso fiasco, riscatta-to definitivamente tre mesi do-po dalla rappresentazione alTeatro Grande di Brescia. Daallora successo imperituro ed

DINO BURLANDOORAFO

Pezzi unici di laboratorio16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10

TEL. E FAX 010 [email protected]

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(segue dalla prima pagina)

II ll rr ii ttoorrnnoo ddii BBuutt tteerr ff llyy

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la lirica

incondizionato. Molte parole spese an-

che sul soggetto: il conflit-to tra Occidente ed Orien-te, il maschilismo coloniali-sta, fino a vedere in But-terfly una fotografia di quel-lo che oggi si chiama turi-smo sessuale, da sempree tuttora praticato.Anche su questo non va-

le la pena soffermarsi senon per precisare che Puc-cini utilizza il soggetto perla sua valenza drammati-ca, senza alcuna intenzio-ne di denuncia o roba del genere.Venendo ai valori musicali è stu-

pefacente come il mondo dell’ope-ra possa stregare ed affascinareattraverso le epoche il pubblico aprescindere dalle qualità stretta-mente musicali, mettendo in cam-po altri valori: la stimolazione delcomune sentire, della commozio-ne, delle quotidianità (tanto impor-tante in Butterfly, spessissimo in-centrata sul fotografare piccoli ge-sti anche casalinghi). Che Puccini prediliga soggetti

retrò e datati per la sua epoca ècosa assodata, e presente anchenella sua incursione giapponese. L’originalità creativa non manca,

ma la trama musicale giocata inte-ramente su una perdurante atmo-sfera intimistica, inframmezzata damomenti di colore orientale, nonarriva all’originalità sorprendente diBohème, alla potenza di certe pagi-ne di Tosca, al colore cupo di Ta-barro, alla varietà di Turandot.L’intimità domestica ed il sogget-

to dolorante si vestono musical-mente dell’arioso pur senza rinun-

ciare a qualche virtuosistica incur-sione vocale di Pinkerton e Cio CioSan nei registri acuti e sovracuti,ma l’intuizione musicale raramente

decolla giungendo adesiti realmente emozio-nanti. Il preziosismo orchestra-le, costante dote del Si-gnor Giacomo, è presen-te in tutti e tre gli atti (sinotino i bellissimi inter-venti di flauti e oboe all’i-nizio del secondo atto) esi veste sovente di “colo-re locale”.Su questo aspetto nuo-vamente tanto si è scrit-to, a proposito e spro-posito. L’esotismo musi-cale aveva affascinato

da sempre i creatori d’ope-ra di tutti i tempi ( da Ra-meau a Mozart, da Rossinia Lalo, da Weber a Masse-net, da Bizet a Saint Seans,da Mascagni a R. Strauss).Puccini adotta soluzioni“esotiche”: campanelli, tamtam, scala pentatonica e al-tre scale estranee al siste-ma tonale occidentale, marisulta difficile non localizza-re il ricorso a tali tecnichese non nel quadro del ricor-so occasionale alla neces-sità del colore orientale. Talitecniche non diventanostrutturali come avviene inaltre occasioni (Russlan eLudmilla, Sadko, i Noctur-nes di Debussy, Il canto del-la terra di Mahler) e comeavverrà in alcune pagine diTurandot.In sintesi la tragedia di

Butterfly (complice ancheun libretto di pessima qua-lità: “O perché mai bella But-terfly” “Bimba dagli occhi

pieni di malia ora sei tutta mia!” edaltre amenità del genere che certonon aiutano!!) viene giocata sulla di-mensione della musica intimistasenza che mai si giunga a momen-ti di potenza drammatica in cui latrama acquisisce energia e si fissaindelebile come topos irrinunciabi-le. Butterfly effettua lucidamente esobriamente il harakiri e la suamorte è salutata da accordi corru-schi, colpi di tam tam e clangori dipiatti, ultimo omaggio al necessa-rio colore locale. Nonostante l’in-trinseca debolezza però quest’ope-ra piace e continua a piacere. Au-guriamoci che il futuro riservi qual-cosa di più stimolante e non, comediceva Gavazzeni, “l’ennesimoomaggio alle bolse tradizioni”.

Lorenzo Costa

Alcune nostre proposte:– Speciale Villaggi vacanza “sardegna, Maiorca, Minorca, Ibiza, Formentera, rodi e creta” Giugno/Luglio/Agosto/Settembre 2011 da euro 498,00

– ligabue: superconcerto a campovolo 16 Luglio 2011 – Pullman dalla Riviera di Ponente e da Genova + biglietto euro 99,00

– sAn pIetroBurGo – con visita guidata “Hermitage, Fortezza ss.pietro e paolo, residenza di pushkin”

1-4 Settembre 2011 – 4 giorni/3 notti in aereo euro 698,00

– speciale crociere costa e Msc

contAttAtecI per I proGrAMMI DettAGlIAtI

Teatro Carlo Felice, giovedì 19 maggio,

ore 20,30G. Puccini

Madama Butterfly

Stefano Ranzani, direttoreIgnacio Garcia, regia e sceneBeni Montresor, scene e costumi

Hui He e Raffaella Angeletti (Cio-cio-san),Elena Cassian e Veronica Simeoni (Suzuki),Sara Cappellini Maggiore (Kate Pinkerton),Missimiliano Pisapia e Arnaldo Klogieri(Pinkerton), Geroge Petean e Luca Grassi(Sharpless), Mario Bolognesi (Goro)Repliche:sabato 21 maggio (ore 15,30, turno F),domenica 22 maggio (ore 15,30, turnoC), martedì 24 maggio (ore 15,30, turnoH), domenica 29 maggio (ore 15,30, tur-no R), martedì 7 giugno (ore 20,30, turnoB), giovedì 9 giugno (ore 20,30, turno L)

Hui He

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l’intervista

“I l mio approccio alla mu-sica è stato molto parti-colare. Da bambino ero

un “clochard”. E’ stato un gesuitaad ascoltarmi per strada a Romamentre cantavo e suonavo: DonGianfranco Nolli ha intuito le miequalità, ha voluto parlare con miamamma e mi ha condotto in uncollegio in Vaticano. Avevo 6 anni,a 9 ho cantato il mio primo asso-lo. Ora ne ho 49”. Marcovalerio Marletta, neodi-

rettore del Coro del Carlo Feliceracconta così le sue origini musi-cali.“Ho fatto il fanciullo cantore poi

sono passato all’Istituto Pontificiodi Musica Sacra dove mi sono for-mato prima di andare all’estero ediplomarmi anche in Inghilterra.Debbo molta della mia formazionea Norbert Balatsch che è statoun maestro eccezionale”.Marletta è al Carlo Felice dal

10 febbraio e il suo contrattoscadrà a giugno, alla fine cioè diquesta breve stagione. Non è ar-rivato nel momento più favorevolecon la stagione dimezzata, i con-tratti di solidarietà che limitanofortemente l’attività e le prove econ un clima interno sempre al-quanto teso, anche se la recenteprova di “Pagliacci”, unitamenteall’annuncio del reintegro del FUSha un po’ disteso gli animi.Marletta proviene dall’Accade-

mia di Santa Cecilia: Ci siamoscambiati i ruoli con Ciro Visco.Ora lui è a Roma e io sono qui, inun Teatro dove avrei voluto ap-prodare già alcuni anni fa”.

– Come ha trovato la situazionegenovese?“L’impatto generale è stato

molto buono. Come sappiamo tut-ti quando si entra in una struttu-ra in genere gli “anticorpi” dellastruttura stessa si mettono inmoto per respingerti. Qui inveceho trovato subito collaborazione.Il coro mi è parso inizialmente al-quanto demotivato, lontano dallarealtà musicale e molto coinvoltonelle questioni politico-sindacali.Però nel giro di poco la situazioneè cambiata. Ci siamo trovati anche perché

molti hanno il mio carattere, sonocapaci e ruvidi come me. D’altraparte conoscevo questo coro datempo e da tempo avrei voluto di-rigerlo”.– Il debutto di “Pagliacci”?“E’ stata una bella soddisfazio-

ne. Il coro era fatto da personesorridenti, felici di fare questo la-voro. Un bel segnale”.– La sua prima formazione è

nel settore sacro, in un teatro de-ve dirigere di tutto. Le sue prefe-renze?“Non ne ho. E’ chiaro che amo

la musica religiosa, ma il sacro eil profano si sono sempre mesco-lati, a partire dai mottetti di Pale-strina. Mi piace in particolare ilNovecento storico, ma non facciodistinzioni di epoche nè di stili.L’importante è che la musica siascritta bene”.– In Teatro ha trovato anche un

Coro di voci bianche…“Splendido. Facendo anche il

maleducato, mi sono introdotto

Marletta, da giovane “clochard” ad affermato direttore di coro

... dal Kindergarten alla Maturità.Divertirsi da piccoli per essere internazionali da grandi

Via Mylius 1, 16128 GenovaTel. 010564334 - E-mail: [email protected] - Homepage: www.dsgenua.de

Marcovalerio Marletta

nella loro sala prova per ascol-tarli. Ero un fanciullo cantore esentire i ragazzini mi commuovesempre. Tanasini sta facendo unottimo lavoro e il mio obiettivo èquello di produrre qualcosa in-sieme. Dobbiamo creare le oc-casioni”.– Cosa Le piacerebbe fare se

Le dessero carta bianca per unconcerto a breve termine?“La Passione secondo Giovanni

di Bach, coinvolgendo anche altricori della città. E’ un progetto am-bizioso che ho già fatto in altri luo-ghi e che vorrei ripetere. Sonoabbastanza testardo e quindi ciproverò. Credo che oggi la cosapiù importante sia proporre tantamusica, tenere il teatro aperto,coinvolgere la città”.

Roberto Iovino

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l’approfondimento

I n tempi recenti la tardaproduzione di Franz Liszt hafinalmente conosciuto una

giusta considerazione. Fino a qualche anno fa, soltanto

pochi appassionati conoscevano,nonostante gli eroici sforzi di ge-nerosi interpreti, gli esiti estremidel compositore ungherese, quel-l’ultima fase creativa in cui l’espe-rienza religiosa, pur presente e vi-va sin dalla sua adolescenza, rag-giunse il culmine: armonia, dispo-sizione delle linee musicali, carat-tere della melodia, forma e strut-tura … tutto viene rimesso in di-scussione da un musicista dispo-sto persino ad essere criticato daamici ed allievi pur di non veniremeno alla propria missione artisti-ca, missione che risponde costan-temente ad un’intima esigenzaascetica, mistica, spirituale. Opere come Nuages gris, il Not-

turno En rêve, o la Lugubre gon-dola, sono riflessioni sulla caducitàdella vita, con quella mescolanzadi leggerezza e tragedia che ha se-guito Liszt in tutte le sue esplora-zioni, dai sogni faustiani all’estasireligiosa. E proprio la fede è ele-mento fondamentale e catalizzan-te, una fede fanatica ed esaltatanell’arte, nello spirito, in Dio, in unmisticismo musicale che rivesteogni manifestazione del suo esse-re uomo ed artista. Aspetti rivolu-zionari cominciano a compariregià in Weihnachtsbaum (“Albero diNatale”, raccolta pianistica pur-troppo poco conosciuta) e si ac-centuano nei piccoli pezzi pianisticiscritti negli anni successivi. È evi-dente la tendenza a concepire il

suono del pianoforte come un tim-bro intermedio tra quelli dell’armo-nio e dell’arpa, strumenti ricorren-ti nelle sue composizioni religiose.L’armonia procede spesso per ac-cordi paralleli o trova talvolta ag-glomerati sonori non facilmentespiegabili in termini tradizionali,dando luogo a forme essenziali,costituite da pochi episodi e senzaripresa … forme prive di tensionedrammatica, che sembrano arre-starsi senza concludere, lasciandotrasparire prospettive nuove einattese. Non mancano, tuttavia,articolazioni di più ampio respiro.Nella Via Crucis, per coro, soli epianoforte (o organo), Liszt riescea sintetizzare esperienze apparen-temente inconciliabili, in quantoderivanti da mondi stilistici e damomenti storici molto diversi … ilcanto gregoriano, la polifonia pale-striniana, il corale di Bach. Alle vo-ci è affidato il compito di commen-tare il drammatico percorso versoil supplizio estremo, mentre la ta-stiera comunica l’atmosfera, il mo-mento psicologico-sentimentale incui la commemorazione dell’even-to viene a collocarsi. L’uso dellostrumento non indulge mai ad ef-fetti virtuosistici, ma traccia conrigorosa coerenza il legame fra in-terventi vocali tanto diversificati. La svolta stilistica dell’ultimo Li-

szt fu variamente interpretata. Seoggi appare chiaro come in questeopere l’autore abbia voluto speri-mentare le ancora ignote possibi-lità linguistiche del sistema musica-le – ma ad uno sguardo più attentosi tratta di elementi lessicali pre-senti da sempre nella sua musica,

ora portati alle estreme conse-guenze -, i contemporanei, com-presi allievi ed amici, guardaronocon imbarazzo alle composizioni delperiodo più tardo, giudicandole la-vori senili, tristi testimonianze di uningegno ormai esaurito. Tuttavia,nel rinunciare alle lusinghe del suo-no virtuosistico, Liszt conquistavaqualcosa di nuovo, ottenuto me-diante l’ascesi ed il martirio … inquelle spoglie composizioni, chenulla concedono all’autocompiaci-mento del pubblico, in quella lungaserie di melodie monodiche, chetanto caratterizzano la sua tardaproduzione, si ascolta il singolosuono ampliato, il suono della sin-gola nota nella musica … un mes-saggio per il futuro, destinato, a XXsecolo ormai inoltrato, ad offrire in-teressanti spunti ad autori comeBartok, Schönberg e molti altri.

Aureliano Zattoni

Un messaggio per il futuro

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Andar per mostre Venerdì 10 giugno,

ore 16,15Accademia Ligustica (PiazzaDe Ferrari): Pittura di pae-saggio a Genova e in Ligurianell’800

Giovedì 16 giugno, ore 16,00

Appuntamento alla StazioneFS di Nervi per la secondaparte della mostra sulla Pit-tura di paesaggio alla Galle-ria d’Arte Moderna

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dischi & libri

di Macchiavello Maura & Vescina Maria Flora s.n.c.Via Roma, 70-72 RECCO (GE) - Tel. 0185 74336

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Bigazzi, il cous cous per ricordare

Vatteone, la storia del Teatro Cavour

Carne di montone o di agnello,verdure le più varie, nutrita pre-

senza di ceci, la “harissa” la terribi-le salsa piccante a base di pepe-roncino e poi, soprattutto, la deli-catissima semola, il “cemento”, lamateria aggregante, cotta a vaporein una specifica pentola di terracot-ta. Il cous cous, piatto tipico dellacucina araba, nelle sue molteplicivarianti (di carne, di pesce, tunisi-no, marocchino, algerino), con in-gredienti che fanno parte della cul-tura mediterranea, conosce damolto tempo una diffusione anchenel nostro Paese che le recenti cor-renti migratorie certamente rende-ranno ancora più massiccia. Al cous cous è dedicato un agile,

ironico e piacevole libro di StefanoBigazzi (“Cous cous e altri raccon-ti”, edizioni Mursia).Genovese, giornalista di “Repub-

blica”, Bigazzi si occupa di cultura espettacoli per l’edizione ligure e ha

Satragno, voglia di cantare

Compie 140 anni il Teatro Ca-vour di Imperia, uno dei gioielli

del ponente ligure. Fu inauguratoinfatti con “Un ballo in maschera” il21 dicembre 1871. In realtà peròdieci anni prima era stato apertoun Teatro diurno. E quindi gli annisono 150 come l’Unità d’Italia. Perricordare, dunque, l’evento e rac-contare la storia di un palcosceni-co che ha svolto un ruolo impor-tante sul piano culturale, France-sco Vatteone, storico animatore eorganizzatore degli Amici della Liri-ca di Imperia, ha scritto un ap-profondito volume dal titolo “Il tea-tro Cavour di Imperia,150 anni distoria”. Sono 245 pagine con 106foto, 25 tavole e disegni, 35 copiedi documenti. Dati che rivelano il la-

“Ho impiegato ventisette annia elaborare quel metodo

completo che io stessa avrei volu-to quando ho iniziato a cantare,quando ero ancora alla ricerca del-la mia voce, della mia musica e dime stessa. Conosco le frustrazioniche talvolta ci inducono alla resa,ma conosco anche le enormi gra-tificazioni di quando invece andia-mo avanti e otteniamo un succes-so…”. Parole di Danila Satragno,la celebre cantante e vocal coachdi innumerevoli star e giovani can-tanti che ha appena pubblicato unlibro, “Voglia di cantare” nel qualeattraverso il testo e un DVD di sup-porto insegna il suo metodo “Vocalcare”.“Anni fa – ha raccontato l’artista

– ebbi un incidente che nel debili-tarmi fortemente sul piano fisico,mise a rischio anche la mia voce.Dovetti ricostruirmela: ci sono riu-scita con l’aiuto di validi fisiatri enel tempo ho sperimentato un me-todo di studio e di formazione cheè diventato il mio metodo di inse-gnamento”.

all’attivo diversi libri. Nella sua ultimafatica letteraria immagina di scrivereuna lettera a un amico per dettarela ricetta del celebre piatto arabo enaturalmente questo diventa un pre-testo per mescolare, proprio comeè nella natura del cous cous stessoricordi e osservazioni diverse.“Ho scoperto il cous cous men-

tre lavoravo nella redazione di Ro-ma: durante la pausa, a dispettodelle tante trattorie e dei tanti bar,trovavo più accogliente il chioschet-to di un egiziano in cui ero l’unicocliente italiano. Lì, con pochi soldi,gustavo un piatto rapido, saporito esempre diverso”. Il cous cous, in realtà, è un origi-

nale pretesto narrativo che Bigazziutilizza per divagare, rivivere pro-prie esperienze, anche se, tiene aprecisare, il piatto arabo lo amadavvero in quanto, “per la sua sem-plicità, risponde a ogni emergenzaalimentare”.

voro approfondito fatto negli annida Vatteone.La prima parte del libro racconta

la storia del teatro dalla sua pro-gettazione del 1861 ad oggi con imomenti di gloria, ma anche i pe-riodi di forzata inattività. Segue una galleria con i protago-

nisti più importanti (imperiesi enon) che hanno calcato il palcosce-nico del teatro. Una piccola parte èdedicata ai dilettanti locali ed aigruppi filarmonici sempre locali chevantano una lunga storia. In ultimo,il “calendario” che riporta tutte leopere (con i relativi interpreti divisiper ruolo) che sono state rappre-sentate al Cavour da “Un ballo inmaschera “ del 1871 a “Nabucco”del febbraio 2011.

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vita associativa

ALDO DABOVE & FIGLI s.n.c.

di A.F. e M. Dabove

Riparazioni - Installazioni

Riscaldamento Idraulica - Manutenzioni

16143 Genova - Via G.B. D’Albertis, 101 r. - Tel. 010.508122

I nostri concerti

Giovedì 31 marzo, nella splendida cornice dellaSala da ballo di Palazzo Reale abbiamo incon-

trato due giovani artisti, già affermati, Ermir Abeshi,violino e Giovanni Matteo Brasciolu, viola che cihanno presentato un programma che comprendeva:Capriccio n. 5 di Hoffmeister, Ciaccona di Bach, Ca-priccio n. 2 di Rolla e Duetto K 423 di Mozart.Sia nei pezzi interpretati singolarmente che nel

Duetto mozartiano i due solisti hanno dimostrato iprogressi compiuti nel corso dei loro studi e la pa-dronanza nell’espressione dell’impegnativo program-ma. Un successo meritatissimo.

Gabriele G. Taranto ha aperto la serie dei concertial Museo Chios-sone presen-tando la SonataHob XVI-50 diHaydn, Scherzoop. 39 n. 3 diChopin, Polac-ca n. 2 di Liszt,Vallée d’Ober-mann ancora diLiszt e Imagesdi Debussy. Il giovane musi-cista catanesegià in possessodi un curricu-lum interessan-te per Concorsipartecipati epremi vinti, hamanifestato do-ti musicali e in-terpretative ec-cellenti susci-tando nel pub-blico presenteconsensi e con-vinti applausi.

Concerto op. 64 di Mendelssohn, Légende op.17, Scherzo e Tarantella op. 16 di Wieniawskyi.

Questo era l’impegnativo programma del concerto diAdele Viglietti, violino e Irene Viglietti, pianoforte,La giovanissima Adele ha interpretato il Concerto diMendelssohn (nella riduzione per violino e pianofor-te) con una sensibilità e musicalità davvero sorpren-denti per un’artista appena sedicenne. L’accompa-gnava al pianoforte con sapiente maestria ed espe-rienza la sorella Irene.Entrambe sono state festeggiate alla fine del con-certo dal folto pubblico presente a Palazzo Spinolacon grandissimi applausi.

Manuel Pierattelli è un giovane tenore che si è di-stinto recentemente al Carlo Felice (Nemorino neL’elisir d’amore e Beppe/Arlecchino ne I Pagliacci)incontrando il favore del pubblico e della critica. Ab-biamo avuto la possibilità di ospitarlo nella nostra As-sociazione per un concerto che spaziava dall’operadel Bel canto al Musical. Pierattelli ha saputo interpretare i brani da L’elisir,Faust, Werther, Fedora, Arlesiana spiegando unavocalità chiara e musicalissima. Si è poi spinto fino

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vita associativa

I nostri concerti

ASSOCIAZIONE AMICI DEL CARLO FELICEE DEL CONSERVATORIO N. PAGANINI

Quote sociali

Socio ordinario da € 85,00

Socio sostenitore da € 145,00

Socio familiare € 50,00

Giovani € 30,00(fino al 25° anno di età)

Per coloro che desiderano iscriversi o rinnovare con bonifico:

IBAN: IT 12 V 05608 01400 000000021647

alla lirica di Webber, Memory e alla famosissima Tor-na a Surriento suscitando l’entusiasmo del pubblicoche affollava la sala del Circolo Unificato dell’Eserci-to. Lo accompagnava al pianoforte il Maestro Ar-moni che lo ha sostenuto con ammirevole guida in-terpretando, a sua volta e da par suo, l’Intermezzodel Ratcliff e Malaguena di Lecuona. Un concertobellissimo, un vero trionfo!

Trio Bnolcy, ovvero Luca Tarantino, oboe, Niki For-tunato, fagotto e Yoshua Fortunato, clarinetto.Questi i tre giovani musicisti che, a Palazzo Reale,hanno dato vita ad un concerto che comprendevaDivertimento n. 3 di Mozart, Suite di Tansman, CinqPièces di Ibert e Suite Alcolica di Cortese. Il varioprogramma, l’affiatamento dei tre artisti, la loroespressa musicalità uniti alla particolare sonoritàhanno conquistato il pubblico che li ha ricambiati congenerosi consensi.

Una scoperta e una conferma. Questa è la sin-tesi del concerto che giovedì 28 aprile ha visto

protagonisti a Palazzo Spinola Simone De France-schi, flauto (la scoperta) e Valentina Messa, pia-noforte (la conferma). Conoscevamo Valentina da alcuni anni e abbiamoavuto ulteriore conferma della grande maturità in-terpretativa; e abbiamo scoperto il suono e la musi-calità impressionante di Simone e la sua dimesti-chezza in un programma arduo che comprendeva ilConcerto di Ibert, la Sonata di Franck e la Sonata diProkofiev. Entrambi i due giovani hanno saputo incantare gliascoltatori che li hanno premiati con i più calorosiapplausi. Due giovani da richiamare per future ma-nifestazioni!

Page 8: Un bel dì Il ritorno vedremo di Butterfly · 2019. 9. 16. · Un bel dì vedremo Lorenzo Costa (cia i ecda agia) F aticosamente, arrancando, siamo quasi arrivati alla pausa estiva.

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i nostri appuntamenti

Periodico d’informazione musicale

Direttore responsabileRoberto Iovino

AssociazioneAmici del Carlo Felice

e del Conservatorio N. Paganini

Presidente: Giuseppe Isoleri

Segreteria: Adriana Caviglia Maria Grazia Romano

Tel. (010) 352122 - (010) 589059Cell. 3470814676 - Fax (010) 5221808

www.AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.org

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Stampa: essegraph Genova

Si ringrazia

per la concreta collaborazione

ATTIVITA’ SOCIALE DAL 14 MAGGIO AL 4 OTTOBRE 2011Salone di Rappresentanza del Circolo Unificato - Concerti del Martedì, ore 16,00dell’Esercito - Via S. Vincenzo, 68: - Conferenze Musicali del Martedì e

- Un Palco all’Opera, ore 15,30Auditorium “E. Montale” del Teatro Carlo Felice: - Audizioni discografiche, ore 16,00Biblioteca Berio - Sala dei Chierici: - Storia del Melodramma, ore 16,00Concerti nei Musei, ore 16.30 (Galleria Spinola e Palazzo Reale) e 11 (Museo Chiossone)

Sabato 14 maggio, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: AUDIZIONI DISCOGRAFICHEMADAMA BUTTERFLY di G. PucciniRelatore Lorenzo Costa

Martedì 17 maggio, ore 16CONCERTO DEI “RAGAZZI” DI NEVIO ZANARDI

Giovedì 19 maggio, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLAVADIM BRODSKY, violino e CINZIA BARTOLI, pianoforteMusiche di Beethoven, Brahms, Paganini, Ravel, SarasateIn collaborazione con Associazione Musicale Dioniso

Martedì 24 maggio, ore 16CONCERTO DI MAURIZIO MURAMusiche di Haydn, Beethoven, Skriabin, Prokofiev, Rachmaninov, Chopin

Venerdì 27 maggio, ore 15,30PALCO ALL’OPERA: DON PASQUALE di G. DonizettiA cura di Adolfo Palau

Domenica 29 maggio, ore 11CONCERTI NEI MUSEI: MUSEO D’ARTE ORIENTALE E. CHIOSSONEMILTON MASCIADRI, contrabbasso e CINZIA BARTOLI, pianoforte Musiche di Bach, Schubert, Saint Saens, Bottesini, PaganiniIn collaborazione con Associazione Musicale Dioniso

Martedì 31 maggio, ore 16CONCERTO DI MAURIZIO BARBORO, pianoforteMusiche di Beethoven, Schumann, Chopin, LisztIn collaborazione con Associazione Musicale Dioniso

Martedì 7 giugno, ore 15,30RICORDO DI GRANDI VOCI DEL ‘900A cura di Maria Teresa Marsili

Giovedì 9 giugno, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLAJESSICA BOZZO, clarinetto, DARIO BONUCCELLI, pianoforteMusiche di Barmann, Mozart, Poulenc, Bernstein

Domenica 12 giugno, ore 11CONCERTI NEI MUSEI: MUSEO D’ARTE ORIENTALE E. CHIOSSONEFEDERICA VALLEBONA, violoncello e FUMI WASHIO, pianoforteMusiche di Schumann, Beethoven

Martedì 14 giugno, ore 15,30PALCO ALL’OPERA: ERNANI di G. VerdiA cura di Maria Luisa Firpo

Giovedì 16 giugno, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLADUO ALTERNO, soprano e pianoforteMusiche di Sinigaglia, Piacentini, Tosti, Ghedini, Berio

Domenica 19 giugno, ore 11CONCERTI NEI MUSEI: MUSEO D’ARTE ORIENTALE E. CHIOSSONEMIRELLA DI VITA, soprano, GIOVANNI PIANA, pianoforteMusiche di Bellini, Offenbach, Rossini, Donizetti, Puccini, Verdi

Martedì 21 giugno, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLAGIOVANNI PIANA, pianoforteMusiche di Liszt, Beethoven

ANNO SOCIALE 2011/2012

Sabato 1° ottobre, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLAI CENTENARI: FRANZ LISZTGiacomo Battarino, pianoforte

Martedì 4 ottobre, ore 16CONCERTO INAUGURALE DELL’ANNO SOCIALETRIO BOTERO, violino, violoncello, pianoforte

MUSEO E. CHIOSSONE