UMBRIA NOISE N.19

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PETRAMANTE / PERUGIA BIG BAND / HELLRAISER / JIMM BUZZ / PERUGIA HARDCORE

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..non solo musica umbra..

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PETRAMANTE / PERUGIA BIG BAND / HELLRAISER / JIMM BUZZ / PERUGIA HARDCORE

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Questo è il secondo Natale che passiamo insieme. E allora festeggiamo il doppio numero “natalizio” anche dalla copertina, sempre realizzata dagli amici del Sad (questa volta a cura di Richi Spennato e Rafael XYpsilon) che da qualche numero a questa parte ci stanno accompagnando con le loro cover-art. Dalle prime pagine inizia subito il consueto sguardo su alcune band del-la scena locale, che riguarda stavolta i Petramante (band orvietana che sta riscontrando ottimi consensi anche a livello nazionale), la Perugia Big Band (abbiamo voluto festeggiare insieme a loro i 40 anni dal primo concerto), gli Hellraiser (provenienti dalla Valtiberina e autori di un heavy metal classico ma dalle tante sfaccettature) e poi JimBuzz, alias Lorenzo Sementilli, musicista e produttore molto noto nella scena locale, che ci parla da buon artigiano del suono dei suoi maneggiamenti fatti con cura di Handel, Bach e Vivaldi.E per il nostro “VagaMente VintageNoise”, il buon Frankje dj è tornato ancora per noi “a girare i dischi” più impolverati e stavolta ci parla dei Living Group e di rimando della scena perugina degli anni ’70. Altra sce-na che abbiamo voluto affrontare in questo numero della fanzine è pure quella punk, con il Giamma dei Locked In che ci ha aperto le porte della Perugia HardCore.Spazio anche a MarteLive, con le selezioni umbre del prestigioso concor-so che hanno visto in giuria anche la redazione di Umbria Noise. E quindi la rubrica di Angie per una volta è per forza di cose al plurale: “I’m with the bands”.Uscendo dai nostri confini regionali, ma poi non più di tanto, per questo giro siamo arrivati anche agli aretini Negrita, intervistati da Michele. Li abbiamo incontrati però non ad Arezzo, ma in casa nostra, proprio in oc-casione del concerto tenuto al teatro Morlacchi per la Stagione d’Autore della Musical Box Eventi.E in tempi di regali natalizi i consigli per gli acquisti di dischi del “Lanzi” sono aumentati, con più titoli in “catalogo”, mentre in tempi di bilanci lo “straniero” del gruppo, Lazlo, ci fa un riepilogo dei migliori film della stagione, secondo i suoi indiscutibili gusti.Infine, auguriamo ancora una buona lettura, dopo l’esordio dello scorso novembre, delle nostre quattro pagine letterarie curate da Matteo. Sta-volta, oltre alle “Parole dall’underground”, i consigli per la lettura e il racconto del mese di Antonio Senatore, le “quattro noises…” sono con Marco Rufini, autore del romanzo “Quasi re”.Ci si vede a febbraio, con altre belle novità… ancora per supportare la nostra “local noise”.

Umbria Noise è stampato su carta riciclata

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Petramante ............................#4Perugia Big Band ..................#6Hellraiser ...............................#8I'm with the band ...............#10Jimm Buzz ...........................#11Negrita .................................#12Agenda .................................#14

Perugia Hardcore ...................#16Photo ........................................#18 Vaga_mente .............................#19ShortNoise ...............................#20Cortina di ferro .......................#22Cinevisioni ...............................#23 Pagine letterarie .....................#24

INDICE support your loCal NoIsE

UMBRIANOISEDirettore responsabileDANILO NARDONIRedazioneDANILO NARDONI, RIccARDO cORRADINI, cLARA VINceNTI, SARA PeTRUzzI, RIccARDO RUSPI, MATTeO SchIfANOIA [email protected] collaboratoANDReA LANzILOTTO, MIcheLe BeLLUccI, VALeRIA PIeRINI, ANGIe BAcKTOMONO, GIAcOMO cALDAReLLI, BARBARA BRAccI, GIOVANNI DOzzINI, GIULIA cOLeTTI, LUcIA MARIANI, AMeDeO feRRANTe, MIRKO NASINI, fRANceScA chIAPPALONe, ANTONIO SeNATORe, fRANceScA PANIchI, fRANceScO fIORONIPubblicità RIccARDO cORRADINI ceLL. 345.7589349 [email protected] Grafico e impaginazioneLOSTUDIO8 - [email protected]

StampaARTI GRAfIche PAcIOTTI Strada delle fratte 2/A - Perugia

Testata giornalistica registrata c/o il Tribunale di Perugia n. 3/2012 del 3 febbraio 2012Umbrianoise è un marchio registrato.Marchi - Altri prodotti e nomi usati possono essere registrati ed appartenere ai rispettivi proprietariUmbrianoise è l'organo di stampa dell'Associazione "club Noise" in collaborazione con "l'Accademia perugina della musica e della cultura Luca Marenzio".Testi e fotografie non possono essere riprodotti, neppure parzialmente, senza l'autorizzazione dei rispettivi titolari dei diritti.L'editore e la redazione sono esonerati da ogni e qualsiasi responsabilità, diretta o indiretta, verso gli organizzatori, i lettori e ogni altro soggetto a qualsiasi titolo interessato, per l'esattezza, la completezza e l'aggiornamento di dati, notizie e informazioni relativi ad eventi, manifestazioni, iniziative. Si consiglia di ottenere direttamente dagli organizzatori preventiva conferma di date, orari luoghi e programmi.

EDItorIalE DI DANILO NARDONI

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“Ciò che a voi sembra osceno a me pare cielo”. Solo il bellissimo titolo basterebbe. Ma poi all’ascolto ti si apre un altro mondo affascinante, fatto non solo di altre parole, ma anche di note e suoni difficili da sentire in giro. Con questo disco uscito nell'aprile scorso per i tipi di MarteLabel/Goodfellas, i Petramante si sono confermati una delle realtà più interessanti del panorama della nuova canzone d’autore italiana. Il loro rock ha tanti riferimenti dentro, ma anche una originalità importante. La penna di Francesca Dragoni scorre fra immagini contemporanee e ricerche esistenziali con-crete, mentre la band “diretta” dal baffuto Simone Stopponi cuce un sound incisivo ma mai invadente. Insomma, c’è tanta espe-rienza sul campo per questo quartetto um-bro che mescola sapientemente la parte più delicata dei tre componenti maschili, con la parte più forte e viscerale dell’elemento femminile, Francesca, voce e chitarra acu-stica.L'Umbria può dunque essere orgogliosa di questi suoi “figliocci”. Gli orvietani Pe-tramante, dopo la precedente tournée con più di quaranta date all’attivo, un mese fa circa sono partiti per il tour invernale, con una serie di concerti nel centro-sud Italia. A novembre, si sono esibiti anche al 909 Cafè di Castiglione del Lago, mentre a dicembre tornano in Umbria suonando stavolta proprio sot-to casa (Magazzino

delle Idee di Orvieto, 27 dicembre), per poi proseguire a gennaio, febbraio e marzo in città come Modica, Catania, Reggio Calabria e Firenze.“Sono solo otto mesi che il disco è uscito e sono stati mesi belli intensi”, spiega Fran-cesca, la quale aggiunge: “Sapevamo che sa-rebbe stato un album più difficile rispetto al precedente, un disco meno 'palese', con molti significati nascosti e una costruzione negli arrangiamenti che si svela via via con gli ascolti. Ma scrivere il disco è stato, per noi, un lavoro di una bellezza impressionante, e lo è anche suonarlo”. La passione che mettono i Petramante, ma-nifestata attraverso un personalissimo can-tautorato, e la sincerità che permea tutto questo lavoro – realizzato tra l'altro con la produzione artistica e la partecipazione di Paolo Benvegnù che prima crede nel proget-to, li guida, e poi ci mette del suo, entrando in prima persona, scrivendo e suonando in que-sto lavoro – è percepita anche dal pubblico. “Il nostro live piace, chi viene ad un nostro concerto resta colpito e abbiamo ricevuto fi-nora buone recensioni – afferma Francesca

La cantante deLLa band orvietana, Francesca dragoni, tra una tappa e L’aLtra deL tour ci apre Le porte di un mondo Fatto di deLicatezza e Ferocia

pEtramaNtE, tra l’osCENItà E Il CIElo DI DANILO NARDONI

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–, quindi andiamo avanti suonando ancora e ancora”.Hanno quindi preparato il nuovo tour “cer-cando di rendere ancora più intenso tutto questo – prosegue ancora Francesca -, gra-zie anche al confronto col pubblico e con gli ascoltatori: succede spesso che le confes-sioni fatte nei testi ci tornino indietro con confessioni personali di gente che ci scrive o che ci ferma dopo il live. È uno scambio, insomma, e i live si arricchiscono anche in base a questo”.Prima dell’inizio del tour hanno anche fat-to uscire il videoclip del brano “La Testa”, uno dei momenti più significativi del disco, mettendo in scena attraverso immagini che fluttuano nello schermo una storia poetica ed intimista, riprodotta con l’aiuto dell’ac-qua. “Di solito in sala prove – sottolinea la cantante –, durante l'esecuzione del pezzo, chiudiamo gli occhi e le immagini vengono da sole, e l'idea per ‘La testa’ è nata così: c'è un piano sequenza in cui rappresentiamo la sensazione di isolamento cantata nel brano attraverso l'acqua e lo slowmotion, riprodu-cendo una sospensione fisica e mentale”.Finora sono già usciti tre video a firma Pe-

tramante, tutti prodotti “in casa” da loro stessi: “Questo fa sì che possiamo rendere anche in immagini ciò che vogliamo dire: sono video che non sovrastano la musi-ca o raccontano una storia parallela, ma accompagnano la musica e suggeriscono l'atmosfera che volevamo descrivere con il pezzo”. Con questo ultimo album – arrivato dopo l’esordio nel 2009 con “È per mangiarti meglio”, sempre con MarteLabel – il loro personalissimo cantautorato si arricchi-sce di inaspettati echi shoegazer, e pesca tra gli episodi meno elettronici di Bjork e il Battiato de “La voce del padrone”. Anche se collocare questo lavoro in una sola cate-goria è difficile, oltre che riduttivo: è indie, melodico, musica d’autore, mainstream. È

tutto questo.Definiti spesso come appartenenti al genere ‘canzone d’autore’, rivelano anche una vena più feroce in un perfetto bilanciamento tra leggerezza e complessità. Insomma, ciò che agli altri sembra osceno… a loro pare il cielo! Lucidi nella denigrazione delle consuetudini, nella descrizione del dolore e nel racconto del sentimento, i Petramante liberano l’a-scoltatore dal pudore, dalla paura e dal sen-so dello scandalo comune, concentrandosi con forza sul presente.

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Un concerto-evento a cui anche noi di Umbria Noise non potevamo mancare. Lo scorso 30 novembre si è infatti festeggiato in grande stile, al Teatro Bertold Brecht di San Sisto, il 40° anniversario della Perugia Big Band. Quasi a sancire l’inizio di una nuova stagione artistica per questa “big band” perugina, con il concerto è stato condiviso, insieme ai tanti appassionati intervenuti, uno spettacolo creato ad hoc a 40 anni di distanza dal primo concerto (30 ottobre 1973) avvenuto sotto la direzione del Maestro Alfio Galigani. Ambasciatrice musicale dell’im-magine della città con oltre 300 concerti nei festival e nei teatri d’Europa, la PBB ha al suo attivo tre partecipazioni a Umbria Jazz (1974, 1983, 1987), tre dischi e numerose ospitate televisive in Italia e all’estero (1995 a Buona Domenica con Maurizio Costanzo su Canale 5, Piacere Rai Uno e molte altre), e addirittura può vantare un libro che ripercorre la storia della band con aneddoti e curiosità. Nella sala concer-ti del Brecht sono riecheggiati ritmi e atmosfere swing delle grandi orchestre americane degli anni ’30 - ’60 (da Count Basie a Buddy Rich) e alcune celebri interpretazioni di Frank Sinatra ed Ella Fitzgerald, ma anche alcune delle più interessanti composizioni dei giorni nostri. Sotto la direzione del Maestro Ferdinando “Nando” Roselletti, il nuovo organico ha debuttato invece il 30 giugno di quest’anno di fronte ad una pla-tea di 500 spettatori paganti registrando il tutto esaurito all’Auditorium Vannucci. Ovviamente,

la Nuova “prImavEra” DElla

pErugIa BIg BaNDA 40 Anni di distAnzA dAl primo concerto lA formAzione peruginA, con un orgAnico rinnovAto, hA festeggiAto in grAnde stile con un concerto-evento Al teAtro Brecht

DI RICCARDO CORRADINI

non ci siamo lasciati sfuggire l'occasione di fare qualche domanda a chi sta al “timone” della formazione, il Maestro Roselletti. Quarant’anni e non sentirLi. QuaLe è iL segreto deLLa big band?

“Quarant'anni... ebbene sì, è successo. Ma un elisir di giovinezza non c'è, forse. Insieme agli eventi più naturali, gioiosi o tristi che siano, la musica non si ferma e come la vita continua, evolve, alimenta il sentimento. Con lei crescono l’interesse, la maturità e il coinvolgimento delle persone che poi di ogni storia fanno parte. Ecco, per noi oggi l'entusiasmo è lo stesso di allora, se non di più!”.neL 1996 La big band si è Fermata. Quando ha ripreso e chi è stato a riunirLa?

“Beh, l'ultimo concerto ‘ufficiale’ della band è del 23 maggio 1999 anche se poi qualcosa è succes-so fino al 2004, quasi un segno che quest’onda emotiva non poteva essere interrotta. Fermarsi no, non poteva essere. C’erano e ci sono fra noi persone che sentono molto forte, viscerale il legame con il jazz a Perugia: un’istanza diffusa e la percezione dell’affetto che ci circonda ci ha spinti a parlare con gli amici per ricostituire l’ensemble, pur consci che erano cambiati i tempi e i gusti. E così quel pizzico di stanchezza e di assuefazione alla bellezza iniziali non hanno avuto la meglio sul piacere di ridare vita a qual-cosa di grande e di bello! Detto fatto, nel febbraio di quest’anno abbiamo ripreso a provare. Il successo del concerto di debutto del 30 giugno – un omaggio ai senior da parte della nuova band

Foto di Claudio Fiocchetti

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- ci ha dato ragione, il passaggio di testimone si è trasformato in una bellissima festa”.neL 1973 iL primo concerto. anno importantissimo per iL jazz neLLa regione (nasceva anche umbria jazz). cosa secondo voi è cambiato da aLLora?

“Allora, dei musicisti appassionati diedero vita ad un’orchestra amatoriale. Queste meravigliose figure innamorate della musica degli anni 30-40 di Duke Ellington, Glen Miller, ecc… intuirono la possibilità di coinvolgere con un repertorio faci-le, vicino al gusto di un pubblico non orientato al jazz ma affascinato dalla portata evocativa dei grandi successi internazionali passati in radio. In 40 anni è cambiato totalmente lo scenario musicale internazionale, ma nel frattempo in questo sperduto angolo del mondo che è Perugia - capace però di riservarsi uno spazio di assoluta eccellenza ospitando il gotha del jazz planetario e catalizzando l’attenzione della scena globale - sono nate e cresciute potenzialità musicali di primissimo piano. Mirabassi per citarne uno su tutti. In un contesto così vivo e stimolante è ar-rivata forte la necessità, l’urgenza di esprimere il genius loci: ecco nascere così formazioni come la nostra di musicisti del 3° millennio, cresciuti e formatisi nel ‘dopo Parker’, che si presentano con le carte in regola per far parlare di sé”.“sophisticated Lady” secondo Le nostre Fonti è iL primissimo brano provato daLLa big band neLL’estate deL 1973. Lo avete ancora in repertorio?

“Forse non il primissimo ma certamente fra i primi. Fu però con quel brano che la prima big band esordì ad Umbria Jazz 1974 nella seconda edizione del festival, esibendosi sul palco di Piazza IV Novembre. Oggi il repertorio si è molto evoluto e propone arrangiamenti raffinati e ricchi di colore, sia cantati che sans vocal: Duke Ellington, Count Basie, Glenn Miller, ma anche Herbie Hancock, Don Menza, fino a GRP All Star,

Bob Mintzer, Gordon Goodwin ed altri, interes-santi per il grande pubblico quanto per i cultori. I brani ‘arrivano’ come proposte condivise e se piacciono, hanno carattere e il giusto tiro, entrano in scaletta”.iL maestro roseLLetti, neLLa primissima Formazione suonava La chitarra. ora è iL direttore. che diFFerenze ci sono tra La sua direzione e QueLLa di graziani o gaLigani?

"Domanda complessa. È la scelta delle sfumature che esistono fra persone che si sono formate e hanno sviluppato la loro cultura musicale in epoche diverse a delineare le differenze. Forse loro prediligevano più la melodia, mentre ‘Nando’ per sua indole e sensibilità si sofferma maggior-mente sugli aspetti armonici e di colore. Di certo, un tratto che li accomuna è l’amore smisurato verso la musica, coltivato e accudito con una ricerca incessante. ‘Nando’ è fine conoscitore del jazz in tutte le sue forme, un pozzo inesauribile di ispirazione, un riferimento certo e assoluto non solo per noi tutti, ma anche per parecchi musicisti della scena perugina ed umbra”.prossimi concerti? progetti per iL Futuro?

“Un po’ scaramanticamente preferiamo non an-ticipare nulla per il momento, ma possiamo dirvi che abbiamo dei bellissimi progetti in cantiere. Appena pronti, ve li racconteremo nel nuovo sito www.perugiabigband.com, intanto siamo già atti-vi con dei profili social su facebook, twitter, you-tube, ecc… Il pubblico ci segue e cresce. Ci siamo costituiti in associazione culturale proprio per sostenere ad ampio raggio ragionamenti con una valenza e una portata importanti. Il repertorio e le prossime date verranno, ora è il momento ‘della macerazione’. Insomma, per le stagioni future siamo molto motivati e ci sono segnali incoraggianti anche da parte delle istituzioni. Le premesse per una nuova primavera della Perugia Big Band ci sono tutte”.

Foto di Claudio Fiocchetti

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Gli Hellraiser nascono tra il 1999 e il 2000 da una idea di Michele Brozzi, attuale chitarri-sta della band ed unico “superstite” della pri-missima formazione. Il repertorio proposto fin dagli inizi era un chiaro omaggio all'he-avy metal anni '80 e band come Iron Maiden, Judas Priest, Black Sabbath, Dio, Mano-war, Deep Purple, Led Zeppelin sono fi-nite per segnare pro-fondamente il loro sound. Diversi cambi di line-up vedono l'avvicendarsi di molti musicisti, tra i quali Michele Mandrelli (voce), Tomma-so Guerri (basso), Alessio Zanchi (batteria) e Paolo Pedana (batteria) fino ad arrivare alla formazione attuale composta da Cesare Capaccioni (voce), Riccardo Perugini (batte-ria), Riccardo Rogari (basso), Marco Tanzi (chitarra) ed ovviamente Michele Brozzi (chitarra).Con l'organico stabilizzato il gruppo abban-dona le vesti di cover-band, e dal 2009 inizia a comporre brani originali. Pochi incontri, poche prove bastano per capire che i “nuovi” Hellraiser funzionano. Si iniziano a mettere insieme tante idee, il sound personale prende finalmente forma ed arrivano i primi pezzi. Il genere da cui traggono maggiore ispirazione rimane l'heavy metal in tutte le sue forme, anche se i diversi ascolti e le differenti in-fluenze musicali di ogni componente mixan-dosi creano un sound particolare che lo con-traddistingue dal classico hard and heavy.Tra punti di forza e difetti rivelati inizia il nostro dialogo con la band: “Il nostro punto

di forza sono i live - ci risponde Michele - dove ci buttiamo anima e corpo. La nostra passione per la musica da lì esce prorompente. Diamo sempre il meglio di noi cercando di offrire un live di alta qualità, all'altezza delle aspettative di chi ci viene ad ascoltare. Il fatto di essere

amici al di là del grup-po traspare anche sul palco: il feeling tra di noi è notevole. Abbiamo un modo non convenzionale e per nulla scontato di proporre heavy metal

classico nel 2013, cerchiamo sempre di supe-rare noi stessi ad ogni concerto. Un difetto è sicuramente la ‘lentezza’ e la calma con cui affrontiamo le scadenze, molti la scambiano per eccesso di tranquillità, invece è una cosa su cui puntiamo: siamo pignoli e le cose devo-no venire bene. Puntiamo alla perfezione e a volte preferiamo aspettare più del necessario piuttosto che tirare via e offrire un risultato non all'altezza delle aspettative”.Quanto è importante neLLa vostra musica La tecnica e Quanto La QuaLità deL suono e deLLa strumentazione?

“La tecnica per noi è uno strumento fonda-mentale per la riuscita di un brano - continua Michele - È quello che serve per trasformare in musica quello che proviamo e pensiamo, è un mezzo indispensabile per esprimersi attra-verso i nostri strumenti. Però siamo anche convinti che lo sia finché rimane un mezzo, un tramite. Quando la perizia tecnica supera l'ispirazione, la fantasia e il ‘cuore’ del mu-sicista, diventa inutile. Paradossalmente chi studia creandosi un discreto bagaglio tecnico molto spesso viene accusato di mancanza di

La band propone ancora oggi, in maniera non scontata, deL buon sano heavy metaL cLassico e in tutte Le sue sFaccettature

I NoN CoNvENzIoNalIHEllraIsEr

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feeling. C'è chi dice che la tecnica è freddezza e si viene accusati di essere troppo minuziosi nell'esecuzione. A nostro avviso il groove e la riuscita del pezzo sono le prime cose che ar-rivano all'ascoltatore, un brano deve essere energetico e ben eseguito, la tecnica deve ser-vire a questo. Anche il suono è fondamentale, almeno il 60% del live. È difficile purtroppo far suonare i nostri brani dal vivo come in sala prove, soprattutto quando non utiliz-ziamo la nostra strumentazione personale (alle volta capita per problemi logistici). In quel caso si compensa con carisma e voglia di offrire il meglio anche se non si è a proprio agio al 100%”.parLateci, in QuaLità di autori, deL vostro uLtimo Lavoro…

“Attualmente siamo alle prese con l'ultima parte delle registrazioni del nostro primo album, un full length di 8 brani che abbia-mo composto negli ultimi anni. Il disco sarà autoprodotto (almeno inizialmente) e alcuni estratti verranno messi on-line tramite i no-stri canali. È un concentrato di heavy metal in tutte le sue sfaccettature, non è un tributo spassionato ai grandi classici, ci teniamo a restare fedeli alle nostre radici, ma il sound suonerà attuale e fresco. Speriamo che chi attende da tempo il disco degli Hellraiser sarà ripagato dell'attesa. L'obiettivo è propor-lo in zona e in tutta Italia, perché no anche fuori dal nostro paese”.La maggior parte dei brani nasce da una idea di Michele che tiene a spiegarci “siamo un gruppo alla vecchia maniera”, con gli arran-giamenti scritti in sala prove. La linea vocale viene elaborata in altra sede da Cesare che scrive anche tutti i testi. “Una volta defini-

te le linee si provano insieme e si valutano eventuali modifiche. Uno dei punti di forza è che l'arrangiamento finale viene fatto da tutti i membri della band, cosa che dona al brano freschezza e spontaneità. Il contributo di tutti aggiunge ad ogni pezzo una particolare sfuma-tura che lo rende diverso ed unico”.come venite accoLti daL pubbLico umbro?

“Solitamente in Valtiberina il pubblico è af-fettuoso e numeroso, poiché ci segue sin dai tempi delle cover. Nel perugino ultimamente il seguito è cresciuto, i consensi sono sempre di più e ne siamo piacevolmente colpiti. La sor-presa più grande l'abbiamo avuta dal pubblico numerosissimo e caldo del Camphell Metal Fest, dal quale abbiamo ricevuto un'accoglien-za e una partecipazione senza eguali. Ancora oggi, a distanza di diversi mesi, riceviamo sul web complimenti, apprezzamenti e richieste sull'uscita dell'album da chi ci ha conosciuto in quell'occasione”.dove vi sentiremo suonare Questo periodo?

“Come già detto siamo in fase di ultimazione della registrazione, quindi la nostra concen-trazione è del tutto dedicata a quello, abbiamo però deciso di suonare prima dell'uscita del disco venerdì 20 dicembre a Lama (San Giu-stino) al già rodato St. Mary Live che ci ha accolti tante volte in passato. Sarà una data interamente nostra, due ore di repertorio ori-ginale e classici, con qualche novità che abbia-mo incluso per l'occasione”.Prima di salutarci - conclude Michele – vo-gliono mandare un saluto a tutti i loro fans, e a chi potrebbe diventarlo: “Seguiteci e sup-portate l'heavy metal italiano, soprattutto umbro, che è una realtà in continua crescita e sviluppo! Un ringraziamento particolare va al Ministero del Metallo che da anni combatte per sostenere la causa”.

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IN COLLABORAZIONE CON:

MINISTERO DEL METALLOfacebook.com/ministerodelmetallo

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I'm WItH tHE BaNDs

aN EyE oN martElIvE umBrIa Forse è per la mia indole esuberante e la mia propensione alla condivisione, nel nome del rock ‘n’ roll, che hanno deciso di affidarmi la gestione dei rapporti con gli artisti del contest MArteLive: per le selezioni delle band al Loop Cafè ho trascorso ore in accordi e discussioni con ogni accento e intonazione che l’Umbria prevede all’altro capo del telefono, spesso senza associare volti alle domande, ai dubbi, alle risate; presidiato interminabili pomeriggi di soundcheck facendo la spola con i caffé take away per i fonici; controllato l’umore dei giurati tra una bevuta e l’altra e stimato il consenso dei presenti sull’unità di misura dell’andirivieni verso il bar.Ma non riesco mai a smentirmi: sono sempre in combutta con la band più sconveniente, facinorosa e irriverente di ogni serata. Mentre con Richi de Le Caramelle degli Sconosciuti passiamo in rassegna le conoscenze comuni, scopro che il suo nuovo batterista è proprio Leonardo detto Lu Liscio degli Scatramundus, il più desiderato dalle fanciulle dal Topino al Tevere. Lo staff del locale mi addita da subito come futura responsabile del frastuono atroce che questi tre sfrontati si preparano a fare mentre loro, incuranti, mi prenotano per una bevuta pre-show da Gerardo alla Bottega di Perugia. E dopo nemmeno una settimana, il venerdì sono di nuovo al bancone con Il Pinguino Imperatore, il cui frontman Narciso è senza dubbio la personalità più schiva: da poco tornato a cantare, si tramuterà sul palco in una marionetta frenetica; ma ora il suo educato riserbo è schiacciato tra la sguaiata esuberanza di Giacomo, che nessuno crederebbe essere maestro di contrabbasso, e lo Sbrollo, goliardico batterista dispensatore di tequila già al tramonto. Il colpo di grazia alla mia credibilità è sferrato sabato dai GattuZan: da oltre dieci anni ho esperienza del carisma debordante di Andrea Tocci, qui in veste di Führer; ma accasciata coi suoi complici dai nomi improbabili mentre pianifico la sua ascesa gloriosa, tra le buste di birra da due soldi, mi rendo conto che questa decade di rock stardom locale ha seriamente compromesso la nostra percezione della realtà. Mi conforta la purezza entusiasta dei The Hit, nemmeno maggiorenni o poco più, intensi già dal soundcheck: quando Federico, ciondolante col suo caschetto biondo da Thurtson Moore a kilometri zero, al concerto si apre un dito spruzzando sangue sulla chitarra, conquistano definitivamente il mio cuore. Ci sarà ancora chi crederà in questa grande illusione, per cui noi ci siamo giocati la nostra sanità mentale.

DI ANGIE BACKTOMONO

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non smette mai di stupire JimBuzz, nome die-tro il quale si “nasconde” lorenzo sementilli, produttore e musicista conosciuto nell’ambien-te musicale umbro per aver militato anche in alcuni importanti gruppi umbri. stavolta lo abbiamo incontrato per un’occasione speciale, il rework che ha fatto sui compositori Bach, handel e vivaldi, commissionato da dancity e dal titolo “handel with care”. della durata com-plessiva di 59.58 minuti può essere ascoltato a perugia come sottofondo alla mostra martinelli a palazzo della penna.“per sviluppare questo rework – spiega così lo-renzo il concetto che sta dietro al suo progetto – ho deciso di non pormi come il solito artista compositore (imparagonabile chiaramente a Bach, handel e vivaldi). in questo caso mi sen-to più un sarto artigiano che crea delle vesti più moderne. ho giocato con la tecnica ed i timbri senza alterare strumenti e composizione. da qui il titolo ‘handel with care’ coniato gentilmente da Antonio senatore”. dal punto di vista strettamente tecnico, è interes-sante capire i due metodi utilizzati da lorenzo: “nel primo – spiega – ho preso le partiture dei singoli strumenti creandone successivamente dei file midi sorgente ai quali successivamente ho assegnato i suoni che reputavo più opportu-ni con macchine come machine drum electron, clavia x2, virus ti2, moog prodigy, mentre la pre-produzione l’ho sviluppata su ableton live v 8.2 e successivamente ho mixato le tracce su proto-ols v. 8.0; nel secondo metodo (utilizzato per le composizioni con singoli strumenti) ho filtrato e

un ‘rework’ targato lorenzo sementilli, alias jimbuzz, si può ascoltare in questi giorni a palazzo della penna

BaCH, HaNDEl E vIvalDI Da trattarE CoN Curariamplificato i brani tramite moog, pre-prodotto e mixato su protools v. 8.0”. la playlist, oltre alle rielaborate composizioni classiche appartenenti a compositori come quelli citati, è caratterizzata anche da due brani originali di JimBuzz tratti dal suo primo album dal titolo “human feeling”, un concept di circa 40 minu-ti che punta a descrivere le sensazioni e gli stati d’animo di un individuo in un dato tempo (una sera, un giorno, una notte, una storia d’amore).tra studio e lavoro sul campo, è grazie all’espe-rienza passata che è arrivato oggi anche a questo risultato. come musicista ha suonato con molti gruppi, tra i quali anche la band di marco Bene-detti. Quest’ultimo è tuttora un suo collaborato-re, insieme al quale sta terminando una nuova produzione che uscirà nel 2014 a nome my dirty face (altri componenti della band sono sara Be-lia, carlo Bianconi, Alessandro massinelli).oltre ad aver collaborato come esperto del suono con artisti, band e festival come orchestra piaz-za vittorio, enrico rava, negramaro, samuele Bersani, gino paoli Jazz Quintet, umbria Jazz, Arezzo Wave, rock targato italia, A toys orche-stra, rosso fuoco e Bugo, con il suo Wlfstudio ha registrato dischi, tra gli altri, per narayan & the reptilians, sly & the spy, frost, raster, olden, Ju-lianderoom, smokestar rooster, roby folino dj, Anonima frottolisti, please diana, Kracken, The hit, leonardo malaguti, cornici, Almir da cruz.dopo “human feeling”, come progetto solista lorenzo sta ora ultimando il suo secondo album che si chiamerà “JimBuzz meets rock”.

DI DANILO NARDONI

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Foto di Sara Belia

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“Le band e gli artisti degli anni '60 e '70 non sono semplicemente dei ‘miti’ - esor-disce il cantante dei Negrita, appena at-terrati idealmente dopo un viaggio di 40 anni indietro nel tempo - I nomi usciti da quell'epoca significano molto anche al di là della musica. La nostra società veniva da un mondo completamente differente, quin-di nel dopoguerra è scattata una vera e propria rivoluzione: quelli saranno decenni che non potranno essere ripetuti mai più… è stato davvero l'El Dorado della musica!”. Pau cerca di non farsi distrarre dagli al-tri musicisti della band, che sono in vena di scherzi… “Visto che non sono nato ne-gli anni '40, anche io come i ragazzini di oggi sono andato a ripescare nel passa-

to, proprio in quell'epoca lì, per farmi una cultura musicale. È indubbio che pure noi, adolescenti negli anni '80, siamo stati tra-scinati in quel vortice irresistibile; era un fenomeno che abbracciava davvero tutta la società”. Ok, ma cos'è che ha rapito l'attenzione dell'autore di "Ho imparato a sognare"? “E' impossibile fare dei nomi, ce ne sono troppi e sono tutti tasselli dello stesso mosaico. Dagli Stati Uniti all'Inghilterra, dai mostri sacri ai gruppi minori: quegli anni li ripren-derei in pacchetto completo! Se poi dovessi citare qualcuno a cui sono particolarmente legato direi Steppenwolf, T. Rex e Free”. Nel cuore del rocker toscano spunta inevitabil-mente un pizzico di nostalgia, anche se a

tra fasci di luci soffuse e piccole abat-jour che sembrano provenire dall'arredamento del moulin rouge di parigi, alcuni musicisti in completo scuro si avvicinano ad una strumentazione quasi totalmente acustica. Quella patina da club d'oltreoceano, del tutto coerente all'interno di un teatro di fine '700, è l'atmosfera dalla quale parte il viaggio attraverso il passato di questo mese. non è un concerto di musica da camera, bensì l'ulti-mo live dei negrita, che hanno deciso di presentare in una veste completamente nuova i loro brani, portando a fine novembre anche a perugia (con il morlacchi completamente sold-out) il loro tour teatrale. l'inimitabile pau, leader della band aretina, ha accettato di accompagnarci indietro nel tempo… ovviamente in pieno stile rock 'n roll!

i negrita aLLe prese con un concerto daL sapore “vintage”, mentre pau ci guida in un viaggio attraverso Le radici deLLe sue passioni sonore

guar

DIamo

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allE s

pallE

ImprovvIsazIoNE, INtErprEtazIoNE E vIsCEralItà

quEsto è l'El DoraDo DElla musICa!

DI MICHELE BELLUCCI

Foto di Alessio Pizzicannella

#12

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dire il vero i Negrita sono stati sempre proiettati ver-so sperimentazioni e sound che sapessero di fresco: “In effetti al giorno d'oggi si è perso un po' il gusto di suonare e quel rapporto in-descrivibile che si crea tra musicisti sopra un palco è sempre più raro. Anche noi abbiamo ceduto in parte a questa nuo-va concezione della musica. La rivoluzione digitale ha portato a un approccio completa-mente diverso, ovvero si fa musica a casa, con un computer, c'è quasi più matematica che strumenti… è un sound molto legato ai numeri. Noi non disdegniamo affatto questo approccio, del resto negli anni '80 l'elettroni-ca già mi piaceva quindi a maggior ragione l'apprezzo ora”. Inevitabile chiedersi allora perché una rock-band a tutti gli effetti come i Negrita rinunci a tutto questo (o almeno in gran parte) per andare a suonare nei teatri: “Nel tour che stiamo portando in giro ci siamo strutturati per fare concerti alla vecchia maniera, con un approccio realmente più ‘antico’. Viene data molta libertà ai singoli musicisti e in questo modo si può ottenere un feeling che riesce ad arrivare alla gente in maniera diversa ogni sera, anche se magari c'è la stessa scaletta. Si ha sempre la sensazione di creare musica minuto dopo minuto, c'è spazio per un'interpretazione musicale più personale… questo è un tipo di approccio certamente vintage! Sicuramente c'è anche un criterio concettuale legato ad uno spazio particolare come il teatro, ci siamo adattati ad esso: i teatri sono ambienti studiati per

esprimere arte, sono Templi che stanno lì da secoli, certamente non a caso”.Sembra quindi che Pau si trovi davvero a suo agio nel passato e ci piace immaginarlo alle prese con i primi vagiti del punk-rock o addirittura con il richiamo del nascente heavy metal. Certamente nel suo spirito ribelle c'è lo stesso germe che ha spinto tanti artisti prima di lui a sperimentare e tentare strade nuove, come quelle che nei prossimi mesi intraprenderà insieme agli altri due componenti della band, Drigo e Mac: “Fino a fine anno saremo impegnati con quest'avventura, poi ci rimetteremo a lavorare sul nuovo disco d'inediti. Sarà strano rientrare nell'atmosfera elettrica dopo questo periodo acustico, siamo sicu-ri che ci torneranno utili le emozioni e le esperienze raccolte”. Questo vuol dire che i nuovi Negrita saran-no forse meno rock rispetto al passato? La risposta è tutta un programma: “In Italia a fare un certo tipo di rock siamo davvero in pochi e noi sappiamo di esserci in mezzo, quindi ci prenderemo carico di questa re-sponsabilità! Musicalmente parlando non so dove andremo a finire, ci sono almeno 4 o 5 direzioni da esplorare ma quale pren-deremo davvero non lo so”.

Michele Bellucci, giornalista e scrittore, collabora con Il Messaggero dal 2001. È direttore artistico del The Place di Roma. Molte sue interviste sono raccolte sul sito www.michelebellucci.com

NOTA SULL'AUTORE

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Foto di Francesca Panichi

Foto di Francesca Panichi

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█Sabato 7 I Live 80's - speciale Queen EditionAfterlife Club - PERUGIA

Calibro 35 / Le Chiavi del FaroUrban Club - PERUGIA

Little Blue SlimFesta Cannara - CANNARA

Nico Cansella / Toti PanzanelliCuore Piccante - FOLIGNO

Amico Fragile 'Acustico'Pub Al 55 - ACQUASPARTA

Blue Dean CarcioneLa Meglio Gioventù - MAGIONE

Big Sister & Woodstock Motel8 Ball - PERUGIA

Ground WaveLoop Cafè - PERUGIA

Mr T-Bone Bar Chupito - PERUGIA

JolebalallaRework - PERUGIA

█Domenica 8Musica Non RumoreMagazzino delle Idee - ORVIETO

Leburne MaddoxRicomincio da Tre - CORCIANO

MArteLiveBar Chupito - PERUGIA

Honorè de BalduckBad King - PERUGIA

█Martedì 1022 GrammiIl Birraio - PERUGIA

NONIn Bocca al Luppolo - PERUGIA

█Mercoledì 11aQusticoBad King - PERUGIA

Junkie Beat In Bocca al Luppolo - MARSCIANO

█Giovedì 12 Francesco Diodati - Yellow SqueedSerendipity - FOLIGNO

HEADBANGERS HALLover dead in over / strider8Ball - PERUGIA

Liga + Bar il Caffè di Notte - BASTIA

Alberto Argirò Jazz TrioIl Tagliere - PERUGIA

Carmine TorchiaAlphaville Café - PERUGIA

88 FolliPellicano Pub - CASTIGLIONE DEL LAGO

Little Girl Blue Loop Cafè - PERUGIA

█Venerdì 13Carmine TorchiaMagazzino delle Idee - ORVIETO

LevanteLoop Cafè - PERUGIA

His Electro Blue Voice / Tiger!Shit!Tiger!Tiger!Kandinsky Pub - PERUGIA

Sul VentrebiancoLa Caciara - COSTACCIARO

Ada Montellanico Quintet feat. Giovanni FalzoneRicomincio da Tre - CORCIANO

Joe Lynn Turner with Blue Jade / KpanicCharly Disco Club - GUBBIO

Creuza De MaSala Eden - PERUGIA

On the Night Caffè degli Artisti - CITTÀ DELLA PIEVE

Massimo Mocellin / Mariana ValentePix Royal Pub - PERUGIA

ShakersRework - PERUGIA

Junkie Beat 84 Music Restaurant CASTIGLIONE DEL LAGO

agenda dicembre/gennaio2014 █Sabato 14

Blessed Child OperaLoop Cafè - PERUGIA

Caveargento_ Nova MuzakHomo & The SexualTeatro di Figura Umbro - PERUGIA

#3 DIDUrban Club - PERUGIA

The Bluex MachineI Villani - PERUGIA

Electric DevilsPizzeria il Salice - PERUGIA

Heavy WoodLa Meglio Gioventù - MAGIONE

Almir Da CruzYa Basta - PERUGIA

The Noobs / FuoriskemaSiesta del Alcade - CORCIANO

█Lunedì 16Max GazzèTeatro Morlacchi - PERUGIA

█Martedì 17Rita Marcotulli - Luciano Biondini DuetRicomincio da Tre - CORCIANO

█Mercoledì 18LamuzgueleBad King - PERUGIA

█Giovedì 19 Teresa La Notte Alphaville Café - PERUGIA

British NightPellicano Pub - CAST. DEL LAGO

Nam TrioNotorius Pub - PERUGIA

Lil'Cora and the Soulful GangGingillo Lounge Cafè - PERUGIA

█Venerdì 20Jazz Club Perugia 2013/2014 the harlem gospel choirAuditorium Hotel Giò Jazz Area - PG

Chiara VidonisMagazzino delle Idee - ORVIETO

Francesco Ponticelli QuartetRicomincio da Tre - CORCIANO

#14

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tutti gli eventi aggiornati suwww.umbrianoise.it

gennaio2014

Leo PariLa Caciara - COSTACCIARO

Soviet SovietSerendipity - FOLIGNO

Mind The GapCaffè degli Artisti - CITTÀ DELLA PIEVE

HellraiserSt. Mary Live - CITTÀ DI CASTELLO

JolebalallaFree Revolution - CITTÀ DI CASTELLO

█Sabato 21Rocket Monkeys / Four Sexy Magic PeppersAfterlife Club - PERUGIA

Nina Kraviz Dj SetSerendipity - FOLIGNO

Apres la ClasseUrban Club - PERUGIA

Blux AcousticShamrock Pub - PERUGIA

Destinazione Grigna St. Mary Live - CITTÀ DI CASTELLO

Lil'Cora and the Soulful Gang / I Bassi di MarthaRicomincio da Tre - CORCIANO

StupendoMillenovecento Pub - PIEGARO

█Domenica 22Matteo ToniMagazzino delle Idee - ORVIETO

D-ApesRework - PERUGIA

Electric DevilsBad King - PERUGIA

█Lunedì 23 Lovecraft in BrooklinLa Meglio Gioventù - MAGIONE

█Mercoledì 25Nam TrioBad King - PERUGIA

Lil'Cora and the Soulful GangUrban Club - PERUGIA

█Giovedì 26AndMassGingillo Lounge Cafè - PERUGIA

DionisoPellicano Pub - CASTIGLIONE DEL LAGO

█Venerdì 27 Poppo Matino QuartetRicomincio da Tre - CORCIANO

Le Chiavi del FaroLa Caciara - COSTACCIARO

Elena No Caffè degli Artisti - CITTÀ DELLA PIEVE

PetramanteMagazzino delle Idee - ORVIETO

GrongeRework - PERUGIA

█Sabato 28Umbria Jazz Winter 2013/2014Orvieto - ORVIETO

Mega Jam di Fine Anno bosso - marsico - minettoRicomincio da Tre - CORCIANO

PulseUrban Club - PERUGIA

Vecchia Funkeria del CorsoMagazzino delle Idee - ORVIETO

FreaktechRework - PERUGIA

█Domenica 29Umbria Jazz Winter 2013/2014Orvieto - ORVIETO

Blu Mocambo Magazzino delle Idee - ORVIETO

Nam TrioDàDàndo - PERUGIA

█Lunedì 30Umbria Jazz Winter 2013/2014Orvieto - ORVIETO

Pedro Spallati TrioMagazzino delle Idee - ORVIETO

█Martedì 31Umbria Jazz Winter 2013/2014Orvieto - ORVIETO

█Mercoledì 1Umbria Jazz Winter 2013/2014Orvieto - ORVIETO

█Sabato 4 Oh My OLoop Cafè - PERUGIA

█Venerdì 10 Joy WellboyLoop Cafè - PERUGIA

█Sabato 11A Toys OrchestraUrban Club - PERUGIA

█Giovedì 16Jazz Club Perugia 2013/2014 renzi - senni - weinsteinOratorio Santa Cecilia - PERUGIA

█Sabato 18 Malasuerte Fi SudCSA Germinal Cimarelli - TERNI

█Venerdì 24I GiuradeiLoop Cafè - PERUGIA

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Qualche anno fa la scena punk hardcore umbra era all’apice del suo fermento. poi è arrivata una breve parabola discenden-te. ma ora, dopo un periodo in cui tutto si era un po’ fermato per varie ragioni, c’è un gruppo di ragazzi che sta cercando di tener-la in vita, ed anzi, se possibile di rilanciarla con più forza. sono i tipi tosti della “perugia hardcore”.siamo nell’era dei social network e quindi perché non cominciare da una pagina face-book? e così è stato. una mattina di poco meno di un anno fa, giamma (batterista dei locked in) si è svegliato con un’idea in te-sta: “perugia si merita una pagina dedicata alla sua scena hardcore passata e presente”. da qui è partito tutto. la loro “attività” però va oltre questo, perché è rivolta alla promo-zione “sul campo” di band, all’organizzazio-ne di eventi e di concerti.“chiamare la nostra un’attività forse è fuor-viante – ci dice ridendo giamma – perché l’intento principale di perugia hardcore è quello di rendere noto a più gente possibile

pErugIa HarDCorEla Nuova froNtIEra DElla sCENa puNk loCalE i tipi tosti di Questo collettivo cercAno di tenere in vitA e rilAnciAre un circuito underground duro A morire

ciò che succede nella nostra città, far vedere che ci sono gruppi hardcore (se non stret-tamente nel genere, comunque nell’attitu-dine) che si sbattono, producono musica e girano per promuoverla, come anche ci sono persone che ancora organizzano con-certi e cercano di tenere in vita il circuito underground di perugia. tutto questo sem-pre con un occhio di riguardo verso quella che è stata la scena hardcore perugina, ma senza soffermarsi troppo malinconicamen-te sul passato”.e i progetti per il futuro sono già in cantie-re: “l’intento sarebbe quello di unire le for-ze con altri elementi e cercare di organizza-re concerti qua a perugia con più regolarità, proprio come accadeva fino a qualche anno fa. se ne è già parlato varie volte, ora si trat-ta solo di mettere giù le idee di ciascuno ed organizzarsi come si deve. la voglia non ci manca di certo”.sapreste dirci Quando Questo genere è arrivato in umbria e per mano di chi? come è cambiato poi negLi anni?

“si parla dell’inizio degli anni ’90 e io sono troppo piccolo per poterne discutere senza fare ‘torti’ a nessuno. per quanto mi riguar-da posso raccontarti quello che ho visto di persona, ossia la scena perugina da 10 anni a questa parte. Quando mi sono approccia-to all’hardcore perugia era un città che of-friva molto, la scena era viva, i concerti pie-ni di gente e passavano di qua anche gruppi internazionali di un certo livello (vedi go it Alone, crime in stereo, This is a standoff, Burning heads e questi sono solo i primi

DI DANILO NARDONI & RICCARDO CORRADINI

#16

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nomi che mi vengono in mente), per non par-lare poi dei gruppi italiani che facevano tappa fissa al csoA ex-mattatoio. col tempo pur-troppo è andato tutto un po’ affievolendosi, vuoi per la mancanza di un vero e proprio ri-cambio generazionale fra coloro che ormai da tempo portavano avanti il nome della pgxhc e le cosiddette nuove leve, vuoi per mille altri motivi che non è neanche facile star qui a ri-portare. sta di fatto che ultimamente la scena sembra essersi ripresa, nuovi volti popolano ormai già da qualche annetto i concerti, non-ché nuovi gruppi. insomma il futuro sembra promettere bene!”.Quanto è radicata secondo voi La cuLtura punk hardcore neLLa nostra regione? ci sono moLti gruppi ed appassionati?

“Quella punk è indubbiamente una cultura molto radicata nella nostra regione, anche se lo spirito che la contraddistingue penso sia cambiato molto negli anni. insomma il punk di adesso non è certo quello di 30 anni fa, il modo di viverlo è differente perché differen-te è anche la vita che facciamo oggi. ora non vorrei divagare troppo… comunque gli ap-passionati ci sono, non sono moltissimi ma

sono abbastanza affezionati alla scena. i gruppi anche non sono mai mancati, basti pensare a five Boots, ingegno, ouzo per ciò che riguarda gli anni passati, noi locked in che ci siamo trovati a cavallo tra la vecchia e nuova perugia hardcore, cayman the Ani-mal e Brave che invece sono nati più di re-cente. ma questi sono solo alcuni dei nomi che popolano la scena...”.QuaLi gruppi umbri secondo voi non possono non essere conosciuti dagLi appassionati di tutta itaLia?

“Beh, sicuramente un appassionato di hardcore italiano non può non aver mai sentito parlare degli ingegno, al tempo uno dei gruppi hardcore ‘old school’ più validi e attivi nel panorama italiano. poi i nomi sono tanti, i già citati five Boots o ouzo, gli Any good reason, i mob, gli (A)toll, e comunque basta entrare all’interno del cir-cuito underground perugino per farsene un’idea abbastanza chiara”.

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•I cani @ Urban club di Riccardo Ruspi•Marta sui Tubi @ Urban club di Riccardo Ruspi•francine & the boomers @ Rework•Meg @ Afterlife di Amedeo Ferrante•Linea 77 @ Afterlife di Amedeo Ferrante •Saroos @ Teatro di figura umbro di Valeria Pierini

In senso orario partendo da qui:

pHotos

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vivere negli anni '70 a perugia, girare per il centro e sentire musica live provenire dei piccoli fondi (spes-so vecchie legnaie) era del tutto naturale. negli scan-tinati di via della viola, via Alessi, via caporali, via Bartolo e in quelli più strutturati a discoteca come lo Yellow submarine, il st. Andrew's e lo storyteller, sia di mattina che di pomeriggio venivano fatte prove di gruppi indigeni. Anche in alcune sacrestie di parroc-chie, come quella di monteluce, venivano a provare gruppi che a quel tempo si chiamavano Beat, anche se il Beat nel mondo era già tramontato. ovviamente, come si formava un gruppo c'erano già i presupposti perché potesse sciogliersi ed ognu-no se ne andava a formare altre band con le stesse premesse. Alcuni di questi fanno ricordare quel film irlandese dei commitments di cui mustang sally può diventare insieme a “on The road Again” dei canned heat e “light my fire” dei doors, la musica da film di quell'epoca. tornando ai nostri primi anni settanta, la musi-ca che potremmo definire universale era in piazza della repubblica, da “ceccherini”, mitico negozio di strumenti musicali e dischi, vinili rigorosamen-te incellophanati a 33 giri. ognuno di noi (quelli che... ritenevano che la musica avrebbe cambiato il mondo) seguiva un suo genere in relazione a gruppi specifici. tipo: i ragazzi definiti all'epoca “della pe-rugia bene” continuarono in massima parte ad an-dar dietro ai Beatles; gli “hard rock” dimostrarono una totale fedeltà ai led zeppelin e ai Black sabbath, convertendosi successivamente al punk, e il gruppo di “sfaccendati”, nel senso che avevano una unica at-tività umana: ascoltare solo buona musica. e la loro musica era new Wave come genesis, gentle giant, King crimson e altri gruppi severamente selezionati (ognuno possedeva un impianto di hifi di alto livel-lo, alcuni di loro hanno proseguito la loro passione esoterica). si aggiungevano gli “old man” che ascol-

nel clima di massimo rigore musicale della perugia degli anni ’70 c’era un gruppo musicale che riusciva ad unire

“HI-DE-Ho” lIvINg group VAGAMENTE

VintageNoise

tavano unicamente Jazz. il dialogo fra questi estima-tori era inesistente e come hikikokomori proseguiva-no verso la politicizzazione della musica. i suddetti erano tutti refrattari alla canzone italiana e tutt'ora, credo, mantengano tale posizione. in questo clima di massimo rigore si sviluppa un gruppo musicale che riesce ad unire: i living group. ma dobbiamo allontanarci, ahimè, dal centro di pe-rugia e arrivare al vecchio cinema di parlesca, vicino a pierantonio, locale scelto per la sua grande super-ficie, che permetteva quindi di provare i concerti, e perché equidistante da città di castello, gubbio, perugia, todi. i living raccoglievano al loro interno i migliori strumentisti dell'epoca provenienti dalle varie città dell'umbria. pinuccio Blasi da città di ca-stello, lucio Bellucci (batterista) da gubbio, i fratelli ticchioni, tonino e tani e i fratelli lucattelli Beppe (voce, trombone) e vincenzo da perugia, rino ciur-nelli (sax) da marsciano, gilberto vecchietti da todi. la prima uscita dei living group fu il 29 maggio del 1970, ad umbertide, nei giardini tra piazza maz-zini e via roma. e in quella occasione memorabile rivelarono il loro talento e la capacità strutturale di aver inserito gli ottoni in un gruppo rock locale. le prime cover della band furono pezzi dei chicago e dei Blood sweet & tears oltre che i classici del soul e r&B in prevalenza James Brown e brani come “hi-de-ho” e “go down gamblin'” che hanno permesso ad un'intera generazione di giovani di ballare, ballare e divertirsi. nel 1977, con la laurea in medicina in tasca, il primo a lasciare la band è stato Beppe lucat-telli seguito nel '78 dal fratello vincenzo (laureatosi in giurisprudenza) e lucio Bellucci (laureatosi in economia pura a siena). poi sono usciti i fratelli tic-chioni. pinuccio Blasi con rino ciurnelli e gilberto vecchietti che hanno proseguito con altri musicisti la loro avventura di Jazz rock con i living group. e come dicono i Bs&t: “You've made in so very hap-py”. con “hard to say i'm sorry” dei chicago arriva la svolta del beat perugino, si iniziano a consumare le tavole delle discoteche dell'interland in primis il Black Box della trinità, in massima frequentata da post liceali del mariotti e dell'Alessi. ma questa è un'altra old story, in quanto abbiamo solo parlato dei primi anni '70... con il consiglio di rileggere tutto questo articolo con Woodstock full concert del 1969 e let's go get stoned.

DI FRANKJE DJ

#19

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l’etichetta discografica indipendente to lose la track di umbertide si è aggiudi-cata il premio mei - pimi ("premio italiano per la musica indipendente") come

migliore etichetta. A ritirare il premio, lo scorso 23 novembre al teatro Bolognini di pistoia, c'era il fondatore dell'etichetta luca Benni. la motivazione parla di un’etichetta come “faro della scena post-hardcore che da sempre presta grande attenzione al vinile”. il premio in passato è stato asse-gnato, fra gli altri, ad etichette indipendenti del calibro di 42 records, la tempesta, trovarobato, santeria e homesleep. A pistoia sono stati premiati anche i correggesi gazebo penguins, una delle band dell'etichetta, come miglior live 2013 con il disco “raudo”, sempre uscito per to lose la track a maggio 2013.

sabato 21 dicembre la Black vagina records ha organizzato un mercatino musicale di natale presso le conce della taverna del rione spada. la giornata natalizia prevede stand di associazioni ed etichette oltre che eventi tra cui il release party dello split realizzato dalla coppia Blue dean carcione / top hat sisters.

il 20 dicembre città di castello sarà, per una sera, scenario di un evento di estremo interesse sia per chi ama la musica sia per chi, invece, preferisce il mondo della pellicola. “Jamaican christmas” è la proposta di un gruppo di giovani rappresentanti di varie importanti associazioni del territo-rio, quali Arci out,politheater e rebel music, che, di concerto con l'amministrazione comunale, hanno deciso di creare un doppio appuntamento culturale interamente dedicato alla Jamaica. Alle 21, all'Auditorium di s.cecilia sede dell'Associazione teatrale politheater, si terrà la proiezione del film documentario “songs of redemption”, del regista fernando garcia guereta, vincitore del premio come miglior documentario al festival del cinema di toronto, canada, e di molti altri importanti riconoscimenti. una pellicola che si propone di far conoscere al mondo la complessa situazione della detenzione nelle carceri Jamaicane, in cui la media dell'età dei detenuti e spaven-tosamente bassa, al contrario della media di detenuti per cella, spaventosamente alta. la console italiana in Jamaica, maria carla gullotta, sarà madrina della serata presenziando alla proiezione e raccontando la sua esperienza quale fondatrice di stand up for Jamaica, un'associazione no profit nata da una costola di Amnesty international, sostenuta anche da parte delle politiche europee per i diritti umani. secondo evento della serata, sarà il concerto del ben noto ed apprezzatissimo gruppo locale Jolebalalla; si terrà alle 23.30 nel locale “free revolution” di s.secondo. la Joleba-lalla suona reggae, un genere che ha avuto i suoi natali proprio in Jamaica. il reggae è la musica della Jamaica, ma la Jolebalalla suona un reggae tutto italiano, e dimostra come gli stessi messaggi universali si possano tradurre in qualsiasi contesto geografico. i testi della Jolabalalla parlano di amore, di fratellanza, di pace; fanno sorridere mentre parlano alle nostre coscienze. diffondono amore per la vita e per l'arte, per la politica e per la partecipazione. ll concerto sarà aperto da una delle voci storiche del reggae nostrano: Adriano Bono, già leader del gruppo radici nel cemento e attualmente impegnato in vari progetti musicali, volti proprio alla riscoperta delle origini dei ritmi caraibici. la chiusura della serata sarà invece a cura di farisan hi-fi, noto dj locale che ha costrui-to artigianalmente il proprio sound system, in perfetto stile "Jamaicano" delle origini. l'evento sarà trasmesso in diretta streaming su radiophonica.com, l’emittente perugina particolarmente nota nell'ambiente universitario e giovanile.

to losE la traCk sI aggIuDICa Il prEmIo mEI - pImI ComE mIglIorE EtICHEtta INDIpENDENtE 2013

mErCatINo musICalE NatalIzIo DElla BlaCk vagINa rECorDs

pEr Il “JamaICaN Xmas” la JolEBalalla INCoNtra aDrIaNo BoNo

SHORT NOISE

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l’ostello mario spagnoli di perugia e il suo studio di registrazione cura domestica insieme all’e-tichetta indipendente la fame dischi offrono un pacchetto di servizi per la produzione e pro-mozione di album/ep. l’offerta prevede a partire da 2.550 euro iva inclusa 6 giorni in studio (dal lun. al sab. 8 ore al giorno), 2 fonici professionali a disposizione, 6 notti in ostello con pri-ma colazione, 4 mesi di ufficio stampa by la fame dischi (inclusa promoradio di un singolo). il prezzo è calcolato su un gruppo di 4 persone con soltanto pernottamento e prima colazione. il prezzo è variabile a seconda del numero di persone di cui è composto il gruppo e della formu-la di soggiorno prescelta (b&b, mezza pensione o pensione completa). l’ostello mario spagnoli, lo studio cura domestica e l’etichetta la fame dischi si trovano a perugia in via cortonese 4. per info e prenotazioni: [email protected]; www.lafamedischi.tumblr.com/servizi

la Black vagina records annuncia con autorevolezza e oscura gioia il completamento da parte de il capro della trilogia “le notti del maligno”, composta da ep rispettivamente denominati "il riflesso della morte", "la bella è la bestia" e "mefistofelica", attualmente disponibili in free strea-ming e download sul Bandcamp dell'etichetta dopo essere stati ospitati in anteprima da webzine prelibatissime quali Breakfast Jumpers, impatto sonoro, osservatori esterni, sentireAscoltare e shiver. le rivisitazioni in versione stoner/sludge-doom di famosi temi desunti dal cinema horror sono accompagnate, per quanto riguarda i primi due capitoli, da omonimi cortometraggi diretti da federico sfascia, che a sua volta reinterpreta con sguardo sardonico numerosi cliché della filmografia del terrore, raccontando le bizzarre avventure di un gruppo di ragazzi soggiogati da profezie misteriose, di cui conosceremo l'esito nel 2014, anno previsto per l'uscita del video con-clusivo. nel mentre, la Black vagina pubblica l'inquietante e graziosissimo cofanetto contenente la raccolta dei tre ep in una prestigiosa confezione in edizione limitata - costituita da contenitori di vecchie pellicole - che sottolinea le implicazioni cinematografiche del progetto nella sua inte-rezza. per info: www.blackvaginarecords.com.

la musical Academy perugia prosegue i suoi interessanti appuntamenti di letture sulla “storia del rock” a cura di stefano graziano, docente e musicista di chitarra, armonia e improvvisazione a livello internazionale con dottorato in musicologia. gli incontri ancora in pro-gramma sono previsti il 18 dicembre, l’8 e 22 gennaio 2014, ed il 4 febbraio dalle 21 alle 22. una interessante serie di letture per percorrere la storia del rock dagli anni ‘50 ad oggi sotto un profilo interdisciplinare fornendo la necessaria cornice storico-culturale e coadiuvandola con l'ascolto e la discussione dei repertori. il rock è soprattutto un fenomeno culturale: trasforma la società ameri-cana degli anni ’50, ne influenza lo stile di vita e suggerisce nuovi modelli da seguire imponendosi sulla musica di largo consumo. il contatto con il country americano, il punk, e il rock inglese, il folk irlandese e la musica colta europea ha originato stili differenti di rock come il country-rock, il punk-rock, il blues-rock e l’heavy metal.

to losE la traCk sI aggIuDICa Il prEmIo mEI - pImI ComE mIglIorE EtICHEtta INDIpENDENtE 2013

offErta targata la famE DIsCHI, ostEllo marIo spagNolI DI pErugIa E stuDIo DI rEgIstrazIoNE Cura DomEstICa

Il Capro Ha ComplEtato la trIlogIa “lE NottI DEl malIgNo”

“roCk DoCs”, la storIa DEl roCk va IN sCENa prEsso la musICal aCaDEmy pErugIaSHORT NOISE

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BITTy MCLEAN – THE TAxI SESSIONS

JONATHAN WILSON – FANFARE

DAVID RODIGAN – MASTERPIECE

NASHBORO – I HEARD THE ANGELS SINGING

MILOSH – JETLAG

Dieci tracce per unire la storia del reggae, Sly & Robbie, con uno degli artisti della nuova genera-zione con più talento e personalità, Bitty McLe-an. Rivisitazione di vecchi pezzi, sia su cd che vinile. Da avere.

Il nuovo lavoro del cantautore del North Carolina è uno delle migliori “eredità” lasciate dal 2013. Ricco di collaborazioni, l’album è un cre-scendo che coinvolge l’ascoltatore e lo riporta ad antiche sonorità, quando il folk incontrava la psichedelia.

Sir David Rodigan, colui che ha partecipato alla diffusione del reggae in Europa, debutterà su Ministry of Sound con una raccolta di pezzi che hanno segnato la sua carriera di dj. Tre cd, acquistabili ancora solo online e che saranno disponibili dal 27 gennaio 2014, dove potrete trovare Dennis Brown, Etta James, Lee Perry, Marvin Gaye, Bob Marley e tanti altri artisti. Per iniziare il nuovo anno all’insegna della musica che ha fatto la storia.

Il gospel è un classico nel periodo delle feste, in questa raccolta dell’e-tichetta Nashboro, il meglio da questa prodotto fra il 1951 e il 1983. La tradizione della musica black in un cofanetto che emoziona.

Per chi segue l’elettronica d’autore, l’ultima fatica di Milosh rappre-senta un punto di riferimento per questo genere, che negli ultimi tempi ha visto stravolgere alcuni suoi punti fermi. Il cantante/pro-duttore di Toronto gioca con i suoni, si potranno trovare sparsi fra le tracce dell’album, le sue dita che tamburellano sulla pancia della moglie o il tintinnio delle maglie metalliche del collare con il quale porta a passeggio il cane.

edizione natalizia per cortina di ferro, dedicata ai vostri regali, vi segna-liamo qualcosa che può far piacere a chi ascolta musica, generi e artisti per tutti i gusti, per finire ed iniziare l’anno in “armonia”.

CORTINADIFERROSCONFINAMENTI DI UMBRIA NOISE

di aNDrEa laNzIlotto

#22

Page 23: UMBRIA NOISE N.19

«ok lo faccio anch'io!». e Alla fine ho ceduto alla tentazione. se lo fanno i Cahiers, Sight & Sound, FilmTV e purtroppo anche Ciak, non vedo perché non dovrebbe Umbria Noise? e con questa motivazione del tutto aleatoria, ho iniziato a stilare la mia personale Best films of 2013. l'ho fatto alla mia maniera, senza alcuna pretesa, niente top ten né twenty, semplicemente due mezze dozzine di visioni immancabili. prima i sei film che ho visto al cinema in questo 2013, e dei quali mi sono innamorato, e poi i cinque + un film che ho visto in sedi più o meno legali e che vorrei assolutamente rivedere al cinema nel 2014. A differenza di altre classifiche, tra i già visti, non ho segnalato i film prodotti in questo anno, ma quelli usciti nelle sale italiane in questo anno. una lista, terra a terra, fatta con gli occhi di chi i film li guarda. non c'è classifica, ma solo il consiglio di vedere dodici film che mi sono piaciuti. nessun'analisi, non sarebbe giusto in così poco spazio. solo suggestioni, buone per chi ne è curioso, utili per chi non è in accordo. Avrei potuto inserire molti più titoli, non pochi sono i film che ho lasciato fuori, a cominciare da La cinquième saison di Peter Brosens, No di Pablo Larrain, Küf di Ali Aydin, L'exercice de l'Etat di Pierre Shoeller e Zero Dark Thirty di Katrhyn Bigelow. li ho esclusi perchè ne ho voluti scegliere dodici. una dozzina di film e solo per un motivo. mentre scrivevo mi passava davanti agli occhi un film di Robert Aldrich con John Cassavetes e Charles Bronson del 1967. pertanto ecco a voi (la mia) The dirty dozine.

gennaio è The master di Paul Thomas Anderson. dopo di che, per molte settimane, andare al cinema ha avuto un senso relativo. A febbraio arriva dal Sundance l’opera prima che riaccende le speranze: Beasts of southern wild di Benh Zeitlin. A conferma che il cinema indie made in USA è la dream factory che produce senza soluzione di continuità, si materializzano Ryan Goslin e Michelle Williams asfissiati nell’abbraccio Blue Valentine di Derek Cianfrance e poi a marzo quello schermo costruito ad arte oltreoceano va in frantumi sotto l’ossessiva e martellante azione di disturbo di Harmony Korine. Spring Breakers è la rivoluzione cine/comics/videogames che rappresenta alla perfezione questo tempo. A maggio si torna in Europa. l’immagine si ricompone e il non meno disturbante Leos Carax mostra finalmente anche agli italiani Holy Motors. un ritorno e una conferma: il cinema è ancora affair pour l’usine à rêves. ottobre chiude la mezza dozzina. La vie d’Adèle di Abdellatif Kechiche mette la pietra tombale su tutto il cinema che sarà da qui alla fine del 2013.

cominciamo da Edgar Reitz che al festival di Venezia ha presentato il iv capitolo di quell'Heimat iniziato nel 1984. Die andere heimat è semplicemente il cinema che vorrei sempre vedere al cinema. la seconda suggestione è Mud di Jeff Nichols. dalle fangose rive del Mississippi un romanzo di formazione che reinventa il genere. Altra necessaria visione è The broken circle breakdown di Felix Van Groeningen. un bluegrass movie sospeso tra le Fiandre e l'Appalachia. si torna negli Stati Uniti con la Fances Ha di Noah Bumbach. Bianco e nero, leggero e sconnesso. si danza, si sogna, si ride e si piange e poi c'è Greta Gerwig. stessi colori per La jalousie e la quotidianità parigina: un uomo, sua figlia, l'ex moglie e una nuova compagna. istantaneo e perfetto come quasi ogni film di Philippe Garrel. l'attesa infine è per Le meraviglie, nuovo film di Alice Rohrwacher e unico italiano a far parte di questa speciale dozzina. non l'ho ancora visto ma, conoscendo il suo cinema, mi gioco volentieri una wild card.

uNa mEzza DozzINa aNData

uNa mEzza DozzINa Da vENIrE

mIllE E pIù NoN rEplICo!!!DI LáZLó KOVáCS

Se volete, commentate o sbeffeggiate i miei pensieri su laszlokovacsblog.blogspot.it #23

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PAROLE DALL'UNDERGROUND

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SENSAZIONI

MO’ TE PASSA…/Per giorni e giorni scrivevo su fogli numeri… cifre… somme e somme… di debiti, che spesso pensavo d’in-ventarmi. …/- adesso scendi anche tu giù e ti facciamo guarire dalla Zia -/… me la presentarono e con la sua mano scarna e piena di poteri prese la mia e ci incamminammo verso l’angolo di sedie in formica verde e rosa che ancora la sala aveva come arredo. Seduti uno davanti all’altro e toccandomi il ginocchio iniziò a chiudere gli occhi… e in silenzio a facoltare. Mi toccava… riapriva gli occhi… li richiudeva… e tutto mentre dalla bocca le usci- va un sibilo leggero come quello del passaggio del vento tra il salice. Fin quando mi diede una bussatina più forte sul ginocchio e mi disse:- Fatto -. Io rimasi qualche secondo così… in silenzio e guardandola; poi mi venne da chiederle:- È grave? - Mi prese la mano e ancora seduti tutti e due uno di fronte all’altro annuendo e sorridendo mi disse:- Mò te passa.-

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Ma quelli che scrivono sopra ai giornali, non gli capita mai che gli viene il dubbio che quello che scrivono son delle cagate? Perché a leggerli sembra di no. Han sempre un tono che anche quando scrivono «Sembra che sia successa la tal cosa», tu diresti che sono sicuri al cento per cento che quella cosa lì che sembra che sia successa è successa davvero. Come se non ci pensassero, che magari non è successa e stan facendo dei danni, come se non ci pensassero. Be’, beati loro. Io invece ho avuto sempre tanti di quei dubbi, nella mia vita. Be’, beati loro. Io invece a me, non lo so. Mi verrebbe da ricominciare.

Ogni sera pioveio mi arrotolonel luccichio del fangobevo guerre limpide.

Miliano Granata, S. Feliciano (PG), da “Quello che copre dal freddo copre anche dal caldo”, 2003

Inizio del romanzo “la banda del formaggio” di Paolo Nori (marcos y marcos, 2013).

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Pietro de Bonis, Roma, Lupo editore - 2012

HANNO COLLABORATO: MIRKO NASINI, BARBARA BRACCI

A CURA DI MATTEO SCHIFANOIAPAGINE LETTERARIE

#24

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C'era una volta un bambino. Aveva i capelli come vi pare e gli occhi pure. Di corpo-ratura infantile e abiti chissà, voleva solo uscire. Si sa come sono i bambini, talvolta piangono per cose senza nome. Si suppone che un adulto sappia dare un nome alle cose. Un bambino, no. Riconduce tutto a un generico star male o sentir dolore e, a

volte, piange e basta o si lamenta punto. Questo bimbo vuole uscire.C'è anche un uomo, nella storia. Con capelli, naso, orecchie, bocca e gli occhi pure, la corpora-tura e i vestiti un po' così. Si sa come sono gli adulti, sicuri di sé e capaci di gestire le emozioni. Hanno mogli, famiglie, lavori, pensieri, tasse e tanto altro, ma gestiscono tutto, si preoccupa-no, sorridono e alla fine ce la fanno, si dice.Quest'uomo non ce la fa nemmeno di striscio. Si sente inflaccidito da un malessere subdolo e strisciante, sconquassato dalle grida che si ricaccia in gola ogni volta che vorrebbe dar voce al suo disagio.Riassunto: il bambino si dimena e l'uomo sta male.Vorrebbero entrambi una donna che si chiama Serenità, e tutto ciò che ne consegue. Al solo pensiero di averla, i due si placano. Il desiderio dell'uno e il malessere dell'altro prendono una pausa. Lasciano che il sogno alimenti la speranza. È importante. Se il bambino e l'adulto non avessero la forza di tirare avanti un altro po', le emozioni morirebbero.Causa scatenante del racconto è un lavoro, che l'uomo intercetta e del quale si invaghisce, pen-sando che le cose della vita sono tutte collegate. Con un lavoro potrà preoccuparsi di meno e concentrarsi sulla donna. Per un lungo attimo l'uomo e il bambino si placano e sembra vadano anche d'accordo, perché l'impiego permette loro di cooperare e avere la mente occupata.Finisce che l'uomo ha gli occhi chiari e un bel sorriso, è alto e ben vestito, ha la fronte un po' aggrottata e sarebbe solo un dettaglio, una nota di colore, se non perdesse il lavoro all'im-provviso. Di nuovo. E ancora. E ancora. E ancora. E poi, finisce che un giorno va lo stesso in ufficio, l'ennesimo nuovo ufficio diventato vecchio di colpo, e saluta tutti come se niente fosse, anche se digrigna i denti, ha i capelli in disordine e tiene i pugni serrati. Stretti non come se fosse arrabbiato, ma come se stringesse per tenere a bada qualcosa, e di cosa si tratti lo si scopre a metà mattina, quando l'ufficio è pieno e brulicante di innocenti.L'uomo fissa imbambolato il centro dell'ufficio. Pensa che di questo passo, finché dovrà badare a stare in piedi, a respirare, arrancare, comprare, vivere, pagare, vagare, sorridere e pensare, finché dovrà fare tutto questo e altro ancora, non troverà nulla e nessuno. Accade allora, che il bambino e l'adulto si incontrano. Si studiano, si scrutano e ci girano un po' intorno, anche se la faccenda è semplice e lo sanno entrambi. L'uomo prende il bambino e tira, per farlo uscire. Si scambiano di posto e in fondo non è poi tanto male, anche se i giornali sosterranno il contrario.

Perugia, settembre 2013

l'EstasI DI saN prECarIo

il racconto del mesePAGINE LETTERARIE

SCRITTO DA ANTONIO SENATORE

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QUATTRO NOISEs CON...DI BARBARA BRACCI marCo rufINI

Quasi re (minerva edizioni) narra Le vicende di Fortebraccio da montone. come è nato Lo spunto per Questo aFFresco Letterario?

“Sono uno degli organizzatori dell’Umbria Film Festival, che si svolge ogni anno a Montone: così ho cominciato a leggere e studiare documenti su Braccio nella biblioteca comunale. Poi, all’Augusta, ho trovato molto altro con crescente interesse. Ho deciso di scrivere questa biografia romanzata quando ho capito che si trattava d’un caso paradossale: l’uomo politico e l’ammi-nistratore più importante che l’Umbria e Perugia abbiano mai avuto era ignorato e declassato, considerato come un semplice e volgarissimo soldato di ventura”. Quanto è durato iL Lavoro di ricerca? è stato diFFiciLe reperire Le Fonti?

“All’incirca cinque anni. Ho trovato facilmente una pluralità di fonti, ma l’unica di alto livello ed esauriente è il libro dell’uma-nista Antonio Campano, un professionista delle biografie che operò alla fine del ‘500. Il problema è che fu commissionata e lautamente pagata da coloro che avevano fatto fuori Fortebraccio: i Baglioni, illusi di prendere il suo posto come Signori di Perugia. Il fantasma dell’Invincibile era ingombrante e loro cercarono di farlo dipingere solo come un genio militare, obliterando il fatto che era stato a un passo dal diventare il primo italiano re d’Italia (almeno dal Po in giù)”.iL suo romanzo si basa su un’attenta documentazione, Lasciando spazio a descrizioni e aLL’approFondimento psicoLogico dei personaggi. QuaLi sono Le opportunità di Questo approccio narrativo?

“Questo è il succo del romanzo storico, in specie se una biografia di formazione: entrare nel-la dimensione privata, nella zona dei sentimenti e delle emozioni, dei gusti e delle relazioni più intime. Chiaramente devi inventarti qualcosa, come i dialoghi, i piccoli episodi basati su indizi, anche il ruolo e i caratteri dei personaggi femminili, che in questo caso sono fonda-mentali mentre la storiografia li trascura grossolanamente”.pensa che i romanzi documentati possano essere usati a Fini didattici, per integrare Lo studio deLLa storia?

“Credo di sì, servono a rendere più vivo e caldo lo studio della storia. Ma non vale solo per gli studenti: anche gli scienziati (o molti di loro) riconoscono l’utilità delle fonti letterarie ai fini della ricerca. Senza dimenticare le contaminazioni, i saggi che hanno un taglio letterario e viceversa”. a chi consigLia Quasi re?

“Non è necessario consigliarlo ai tanti appassionati del genere. Ma cerco di non essere un autore ingabbiato nel genere e in un tempo (ora sto scrivendo un fantapolitico/avventu-roso ambientato nel 2060), per cui spero che Quasi Re possa appassionare un po’ tutti, in particolare le lettrici, perché non è solo la narrazione d’un grande uomo e delle sue battaglie, ma pure un saggio sull’importanza del femminile. Senza dimenticare che parla d’amori e di famiglia, di moda e di pietanze, di religiosità e di patria”.

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CONSIGLI PER LA LETTURAUN LAMPO NELL’OMBRA – SERGIO ROSSI (Feltrinelli, 2013, p. 254)

TUTTO IN UNA NOTTE - NEIL BOORMAN-DANIEL PEMBERTON (Isbn Edizioni, 2007, p. 152)

DA DOVE STO CHIAMANDO: RACCONTI - RAyMOND CARVER (Minimum Fax, 1999, p. 582)

LE ROCKSTAR NON MUOIONO MAI - DANIELE PASqUINI (Intermezzi editore, 2013, pg. 56, e-book)

Un perugino a Bologna. Sergio Rossi se ne è andato da parecchi anni ormai, se ne è andato a lavo-rare nel mondo dei fumetti, da autore, da studioso e soprattutto da editore. Nel tempo aveva già avuto modo di cimentarsi nella narrativa per ragazzi, ma questo Un lampo nell’ombra pubblicato a inizio estate da Feltrinelli Kids rappresenta sicuramente un salto di qualità. Innanzitutto perché si fa davvero fatica a considerarlo un romanzo “per ragazzi”. Questa storia ambientata all’inizio del Novecento nella città emiliana, tra spionaggio, anarchismo e ammazzamenti, è un intreccio riuscito che ne fa letteratura pura e semplice, senza bisogno di etichette di sorta. Rossi ha avuto la grande intuizione di raccontare gli albori della polizia scientifica italiana, concedendosi così il lusso di oscillare continuamente tra storia, politica e cultura scientifica. Libro consigliatissimo, e non per campanilismo: è avvincente, e i personaggi invogliano a volerne sapere di più. E infatti il seguito è già in cantiere.

Giovanni Dozzini

Il primo vademecum di antropologia urbana sul clubbing e i suoi adepti. Questa guida illustrata, nata da una ricerca decennale nel mondo della club culture britannica esplora tutti gli aspetti della vita notturna, dal pre-serata al disagio dei superstiti alle prime luci dell’alba, passando per la famigerata fila all’entrata del locale dove è possibile assistere alla messa in atto di svariate tecniche per svoltare l’ingresso, dalle più comuni alle più spudorate. E una volta “timbrati”, eccovi nell’altro mondo stroboscopico popolato dalla multiforme fauna della notte, i cui componenti condivido-no cm di pelle e sudore, pestando la stessa fanghiglia,pur di raggiungere un paio di elettrizzanti scopi. Da non perdere i focus “Perché iclubber fanno clubbing” e “i 5 consigli per farsi sbattere fuori”, là dove regna il venditore di hot dog.

Giulia Coletti

“Se siamo fortunati[…]finiremo l'ultimo paio di righe di un racconto e ce ne resteremo seduti un momento o due in silenzio.[...]ci metteremo a riflettere su quello che abbiamo[…]letto: magari il nostro cuore e la nostra mente avranno fatto un piccolo passo in avanti.” È l'autore che, nella prefazione di questa antologia in cui raccolse, prima di morire, i suoi migliori racconti, indica la cifra della sua poetica. Storie che lasciano il lettore aperto alla riflessione, che offrono un ponte verso altri mondi, facendoli vedere da lontano, da una finestra o attraverso la lente distorta della mente dei personaggi. Uomini e donne infedeli, famiglie unite o a brandelli, rap-porti morbosi o in crisi, vita quotidiana che diventa straordinaria ed episodi straordinari nella vita di tutti i giorni. Semplicemente la vita che, alla fine del proprio racconto, lascia perplessi e colmi di interrogativi irrisolti.

Lucia Mariani

E se Elvis non fosse morto? Se le teorie sui complotti fossero vere? Se Kurt fosse ancora vivo, da qualche parte, con la sua t-shirt a righe? Il gioco del Se è un lubrificante per le storie, moltiplica le possibilità e traccia strade che solo la fantasia permette di percorrere. Daniele Pasquini gioca con un se, con la sua passione per la musica e il risultato è Joy, un rocker famoso adorato e strapagato che, proprio al culmine della sua carriera decide di accettare un'offerta molto particolare: poter scomparire, annullare l'ingranaggio della celebrità. Daniele, già autore di Io volevo Ringo Star, ci regala un racconto che si manda giù in un boccone, senza smettere di sorridere, perché non capita spesso di rincontrare Bob Dylan, in forma smagliante e anche un po' abbronzato.

Francesca Chiappalone

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