Umbria news

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1 LUGLIO-AGOSTO 2011 CN/CONV/0969/2010 Free Service srl Edizioni - Falconara M. (AN) - Supplemento n. 3 al n. 7/8 Luglio-Agosto 2011 di Regioni&Ambiente

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N° LUGLIO-AGOSTO 2011 CN/CONV/0969/2010 Free Service srl Edizioni - Falconara M. (AN) - Supplemento n. 3 al n. 7/8 Luglio-Agosto 2011 di Regioni&Ambiente Il Salone degli Ulivi Provincia di Perugia Assessorato al Turismo - Sport - Agricoltura - Controllo costruzioni e protezione civile - Gestione e controllo ambientale Ambiente: volano per lo sport, traino per il turismo L’Assessore provinciale Roberto Bertini lancia la ricetta del turismo verde di Alberto Piastrellini p. 6

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1N° LUGLIO-AGOSTO 2011

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Lavorare senza stress dimenticando traffico erumori non è un'utopia.La Fattoria di Vibio è un country resortsituato nel cuore dell'Umbria, sulle colline vicino a Todi, facilmente raggiungibile siada Roma che da Firenze.La sua collocazione fa di questa struttura un luogoideale per società ed imprese che voglianorealizzare i propri incontri di lavoro:riunioni, workshop, aggiornamenti professionali,corsi di formazione, miniconvegni.Immersa nel verde in una zona destinata a parco naturale, con tutti i comfort di ultima generazione, permetterà a formatori e partecipanti di raggiungere quella concentrazione ideale per sfruttare al meglio le ore dedicate al lavoro e allo stesso tempo di potersi rilassare e ricaricare dopo una giornata impegnativa; dedicandosi alla cura del corpo nell’Oasi Benessere o lasciandosi trasportare dai piaceri della tavola con piatti che vi faranno riscoprire i sapori della tradizione.Il Salone degli Ulivi è una struttura polifunzionale che la Fattoria di Vibio ha attrezzato per poter svolgere riunioni all’avanguardia in un ambiente rimasto incontaminato: circondato da piante di olivo, con grandi vetrate che offrono una vista mozzafiato sulla vallata del Monte Peglia, è dotato, inoltre, di un sofisticato sistema di climatizzazione e di un suggestivo camino.La Fattoria di Vibio offre, infine, la possibilità di creare pacchetti personalizzati per le aziende in base alle loro esigenze: numero variabile di partecipanti, personale di sala, interprete, arrivi e partenze differenziate, orari elastici di colazione e cena.

Il Salone degli Ulivi

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INDICE

Regione UmbriaAssessorato alla Tutela eValorizzazione Ambientale, Infrastrutture e TrasportiTra tutela dell’ambiente e sviluppo,l’Umbria scommette sulla sostenibilitàLe sfide e le opportunità di una Regione alle prese con la tutela dell’ambiente e con le esigenze di sviluppo nell’intervista all’Assessore regionale Silvano Rometti.di Silvia Barchiesi p. 4

Provincia di PerugiaAssessorato al Turismo - Sport -Agricoltura - Controllo costruzioni e protezione civile - Gestione e controllo ambientaleAmbiente: volano per lo sport, traino per il turismoL’Assessore provinciale Roberto Bertinilancia la ricetta del turismo verdedi Alberto Piastrellini p. 6

Provincia di PerugiaAssessorato all’UrbanisticaL’urbanistica che dà valore al territorioRisparmio e riuso del territorio in un’ottica identitaria e contestualizzata. Ecco, secondo l’Assessore provincialeCarlo Antonini, le direttrici di sviluppodella pianificazione urbanistica provinciale.di Silvia Barchiesi p. 8

Comune di PerugiaAssessorato alle Politiche Energetiche ed AmbientaliVerso il 20-20-20: Perugia, città a impatto zero Ad illustrare i progetti e le iniziative sostenibili messi in campodall’Amministrazione perugina è l’Assessore Lorena Pesaresidi Alberto Piastrellini p. 10

Provincia di TerniAssessorato all’AmbienteIstituzioni-imprese-famiglie: la trilogia vincenteSinergia e collaborazione sono per l’AssessoreFabrizio Bellini alla base della strategia provincialedi Agnese Mengarelli p. 12

Minimetrò spaPer una nuova cultura della mobilitàAd illustrare i vantaggi e le opportunità del nuovosistema di trasporto pubblico urbano è Nello Spinelli,Amministratore unico di Minimetrò spadi Nello Spinelli p. 14

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RUBRICA

di Silvia Barchiesi

Le sfide e le opportunità di una Regione alle prese con la tutela dell’ambientee con le esigenze di sviluppo nell’intervista all’Assessore regionale Silvano Rometti.

Assessorato alla Tutela e Valorizzazione Ambientale, Infrastrutture e Trasporti

TRA TUTELA DELL’AMBIENTE E SVILUPPO,L’UMBRIA SCOMMETTE SULLA SOSTENIBILITÀ

REGIONE UMBRIA

Dai monti alle verdi colline, pas-sando per i piccoli borghi, tutto “in Umbria parla dell’Umbria”. Sono i segni di un territorio che si racconta attraverso la totalità del paesaggio e che attraverso le sue di-verse declinazioni (storico-culturali, ecologico-naturalistici, insediativi e sociali), crea l’identità della regio-ne. Di qui l’importanza strategica della pianificazione paesaggistica per la valorizzazione del paesaggio e la diffusione della sua qualità su tutto il territorio.Ma l’Umbria che va fiera del suo territorio è anche una Regione che guarda avanti e che punta al suo sviluppo, superando la concezione prevalentemente vincolistica che ha spesso caratterizzato l’azione dell’amministrazione pubblica.Trovare il giusto equilibrio tra le esigenze ambientali e quelle energe-tiche, urbanistiche ed infrastrutturali è la sfida attuale di una Regione che nel programmare il suo futuro deve necessariamente fare i conti con i propri vincoli.A raccontare le strategie e le politiche amministrative della Regione Umbria stretta nella morsa dello sviluppo e della tutela dell’ambiente è Silvano Rometti, Assessore regionale all’Am-biente, Territorio, Infrastrutture e Trasporti.

Nella regione “cuore verde d’Italia”, qual è il “cuore” della politica regionale ambientale?La qualità ambientale è il punto di forza della nostra regione oltre che il perno attorno a cui ruota tutta l’attività amministrativa regionale.La nostra è una scelta strategica, coerente con le impostazioni di sviluppo regionale che si basa sul potenziamento del turismo, sulla dif-fusione dell’economia verde e sulla valorizzazione-riqualificazione dei nostri centri storici.Sono questi gli assi centrali del no-stro agire amministrativo.Obiettivo della politica regionale è infatti quello di valorizzare le risorse naturali locali in un’ottica di sviluppo futuro.Fare programmazione di sviluppo in Umbria è, tuttavia, difficile.Dal punto di vista territoriale si tratta di una regione con forti potenzialità e allo stesso tempo molti vincoli a livello ambientale. Ha valli strette ed ambiti boscati estesi: caratteristiche geomorfologiche che obbligano ad una serie di atteggiamenti di tutela nei confronti della programmazione territoriale.

Tra le sue deleghe, oltre a quella relativa alla tutela dell’ambiente, c’è anche quella all’urbanistica. Tutela dell’ambiente e pianificazio-ne urbanistica vanno in direzioni opposte? Come è possibile con-ciliare le esigenze paesaggistiche con quelle legate allo sviluppo?Conciliare la tutela dell’ambiente con le esigenze di sviluppo è una grande scommessa. La stessa Presidente della Regione ha voluto riunire in unico Assesso-rato le attività di programmazione territoriale a livello ambientale, in-frastrutturale e urbanistico, proprio per cercare di conciliare e integrare le diverse esigenze.

È un compito difficile che stiamo cer-cando di portare avanti considerando i vari aspetti della programmazione. In questo momento, infatti, abbiamo in corso la stesura del Piano Pae-saggistico Regionale (P.P.R), con cui puntiamo a stabilire criteri di gestio-ne dei beni paesaggistici in linea con la normativa nazionale. Oltre al pa-esaggio, tutto il territorio regionale sarà oggetto di specifici criteri di gestione e di utilizzo in modo che la qualità ambientale permei ogni angolo della regione. Questo obiettivo a volte si scontra con le dinamiche e le strategie di sviluppo, per via dei numerosi vin-coli ambientali presenti nella nostra regione. Trovare un equilibrio tra esigenze diverse è difficile, ma è una sfida interessante. La scelta della sosteni-bilità è una scelta premiante e deve necessariamente permeare tutte le altre scelte che si fanno in ambito territoriale e ambientale.Seppur la Regione insegua prospetti-ve di sviluppo del territorio, la strada maestra è sempre quella della so-stenibilità. La tutela del territorio a cui miria-mo è, tuttavia, una tutela attiva, una tutela che guarda allo sviluppo e non solamente a mantenere lo sta-tus quo.

Come si coniugano invece le esi-genze di tutela del paesaggio con quelle più propriamente energe-tiche?Già dal luglio dell’anno scorso esi-ste in Umbria un Regolamento che fissa le linee guida e i criteri per la realizzazione di impianti foto-voltaici, minimizzandone l’impatto paesaggistico. L’obiettivo è quello di conciliare la tutela dell’ambiente e del paesaggio allo sviluppo dell’ener-gia da fonti rinnovabili.Appena insediata, la nuova Giunta si

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è attivata per escludere la possibilità di realizzare tali impianti in tutto il territorio agricolo di pregio, ovvero in tutta la pianura umbra, con l’ec-cezione di quei piccoli impianti che possono essere realizzati solo dagli imprenditori agricoli. Per quanto riguarda invece i versanti collinari, la loro realizzazione è vin-colata al fatto che questi impianti non devono essere visibili da beni tutelati.Prima del luglio dell’anno scorso e prima della recente approvazione del Regolamento regionale per la realizzazione di impianti da energia rinnovabile, in assenza di un qua-dro normativo chiaro e vincolante si è assistito ad vero e proprio boom degli impianti. Le richieste presen-tate in quell’arco temporale, hanno potuto usufruire di una finestra priva di regole e sanzioni. Gli stessi Comu-ni non hanno avuto la possibilità di vietare queste autorizzazioni. Da un anno a questa parte sul ter-reno agricolo di pregio gli impianti fotovoltaici a terra vengono, invece, regolamentati in maniera abbastanza vincolante. Con l’approvazione, nel luglio scorso, delle linee guida per la loro realizzazione abbiamo stretto ancor di più le maglie.Ora sarà ancora più difficile realiz-zare tali impianti in aree agricole. Un’importante novità è rappresenta-ta dalla possibilità per i Comuni di indicare, entro un certo periodo di tempo, ulteriori aree che intendono escludere dalla realizzazione. La Regione sarà disponibile a recepi-re le indicazioni dei Comuni.In questo modo il fotovoltaico a terra avrà sempre meno margini di svilup-po. Piuttosto, tendiamo ad incentivare la realizzazione di impianti in aree produttive o aree compromesse, piuttosto che in aree utilizzate per depuratori, impianti di trattamento, recupero e smaltimento rifiuti.

Oltre al verde del paesaggio, un altro colore che si addice all’Um-bria è l’azzurro dell’acqua. Quale importanza riveste tale risorsa nella strategia regionale?Pur non essendo una regione bagnata dal mare, il bene acqua è per l’Um-bria è un bene fondamentale che si lega indissolubilmente al verde.Pensiamo al Lago Trasimeno, alle Cascate delle Marmore, alle acque termali e a quelle minerali (la no-stra regione vanta ben 16 imprese di acqua minerale): la risorsa acqua è un vanto e una ricchezza per la nostra regione.Per valorizzare questo bene prezio-so, alla base della nostra identità regionale, realizzeremo il prossimo anno la prima edizione dell’Umbria Water Festival, il primo festival in-ternazionale dedicato all’acqua come risorsa del pianeta da conoscere in tutte le sue varie sfaccettature e in tutti i suoi inusuali profili: da quello turistico a quello ambientale, idro-potabile e termale.Si tratta di un’iniziativa volta a fa-re dell’Umbria capitale mondiale dell’acqua.

Nel quadro bucolico di una regio-ne “cuore verde d’Italia”, i rifiuti rappresentano una macchia dalle tinte fosche. Qual è la fotografia del ciclo dei rifiuti? Sebbene l’antropizzazione della nostra regione, che conta ben 620 centri e nuclei storici, sia molto dif-fusa su tutto il territorio regionale, la maggior parte della popolazione è concentrata nei 19 Comuni sopra i 10 mila abitanti, che rappresentano praticamente i 3/4 dell’intera popo-lazione regionale e dunque della produzione totale dei rifiuti. Diventa quindi strategico la sensi-bilizzazione a pratiche virtuose di gestione dei rifiuti di queste realtà

per raggiungere gli obiettivi fissati dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti.La strada è ancora lunga e noi siamo un po’ in ritardo.La raccolta differenziata in Umbria si attesta al 32,9 % ormai da oltre due anni. Siamo in pratica in una situazione di stallo, con comuni certamente virtuosi come Gubbio e Marsciano che superano il 50 %, ma anche con realtà importanti che segnano per-centuali molto basse. Sicuramente sul fronte dei rifiuti avremmo potuto fare di meglio, ma stiamo spingendo l’acceleratore per recuperare il tempo perso.Per di più la nostra regione è in ritardo anche per un’altra questio-ne: l’Umbria non ha ancora chiuso il ciclo dei rifiuti con il trattamento termico per recuperare energia. Dopo aver recuperato materia è ne-cessario, infatti, recuperare energia. È l’Europa che ci indica la strada da seguire.Invece, per il trattamento termico la Regione si imbatte in numerose resistenze, prima ancora che venga individuato il sito.Attualmente siamo fermi alla fase del piano di fattibilità per la localizza-zione dell’impianto.Nonostante queste difficoltà, per i rifiuti c’è un piano approvato due anni fa che noi stiamo cercando di portare avanti.

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di Alberto Piastrellini

PROVINCIA DI PERUGIA

AMBIENTE: VOLANO PERLO SPORT, TRAINO PER IL TURISMOL’Assessore provinciale Roberto Bertini lancia la ricetta del turismo verde

Assessorato al Turismo - Sport - Agricoltura - Controllo costruzioni e protezione civile - Gestione e controllo ambientale

La Provincia di Perugia punta sul tu-rismo ambientale e lancia una nuova formula di promozione del territorio, quella che abbina lo sport all’aria aperta con la qualità dell’ambiente.Il “cuore verde” d’Italia, con le sue bellezze paesaggistiche si candida co-sì come nuova frontiera del turismo ambientale e meta ideale per eventi sportivi di alto livello.Insomma, il futuro del turismo pro-vinciale è verde.Ne è convinto l’Assessore al Turismo, allo Sport e alla Gestione e al Controllo ambientale della Provincia di Peru-gia, Roberto Bertini, che coglie la sfida dello sviluppo sostenibile e della tutela dell’ambiente per rilanciare il turismo attraverso lo sport.

La formula che associa lo sport all’ambiente è la novità della po-litica turistica della Provincia di Perugia. Quali iniziative sono in cantiere in merito?Quest’anno sono tantissimi gli sport che hanno scelto l’Umbria e la Pro-vincia di Perugia per le loro gare più importanti, di rilevanza nazionale ed internazionale: dal pattinaggio artistico su rotelle (Palaevangelisti-Perugia), al Campionato Italiano di Mountain Bike

(Gualdo Tadino), fino ai Campionati Mondiali di Deltaplano (Monte Cuc-co-Sigillo), e al Campionato Mondiale di Pesca Sportiva (Cerreto di Spoleto, Santa Anatolia di Narco, Todi, Mon-tone e Piegaro).La qualità ambientale del territorio è un catalizzatore di eventi sportivi di questo genere e di questa caratura che a loro volta fanno da traino alla promozione del territorio.Anche lo sport attraverso l’ambiente può diventare quindi uno strumento di promozione.È dunque importante per il turismo attrarre ed intercettare il maggior nu-mero di eventi sportivi. È possibile mantenendo alta la qualità ambientale che ci caratterizza.L’Umbria è attrattiva proprio per via di una qualità ambientale rilevante. Il futuro turistico della nostra regione sarà completamente incentrato sulla politica del turismo ambientale che prende le mosse dalla ricchezza e dalla conoscenza del contesto geo-morfologico, oltre che socio-culturale di ogni realtà di cui la nostra Umbria è ricca.Insomma, c’è anche un valenza eco-nomica che ci spinge a tutelare il territorio e a promuoverlo. Quando parliamo di sport parliamo, infatti, anche di turismo, perchè ogni disciplina sportiva porta con sè un indotto fatto di familiari e appassio-nati. Numerose sono le iniziative in cantiere in questo settore.Attualmente stiamo lavorando al percorso delle Vecchie Ferrovie, un percorso di 35 km che da Norcia arri-va a Spoleto, completamente immerso nel verde, dove è possibile fare trek-king, andare in bici o a cavallo.Un’altra iniziativa di cui la Provincia è stata promotrice è la riattivazione dei comprensori sciistici.Le nostre montagne sulla fascia ap-penninica sono in grado di ospitare per oltre 40 km piste da sci di fondo.

Quest’anno siamo anche ripartiti con delle piste da sci alpino. Abbiamo un impianto in località Forca Canapine su cui è possibile fare la discesa. Altra importante meta sportiva del-la nostra Provincia è l’isola Polvese, l’isola più grande del Lago Trasimeno, che è di nostra proprietà, attualmente sede di un centro velico permanente altamente qualificato. È qui che, gra-zie ad un accordo con la Federazione Italiana di Vela, la nazionale italiana viene ad allenarsi.Sempre qui vengono organizzate campus estivi, scuole di vela, regate e meeting della FIV, Federazione Ita-liana di Vela.

Energia rinnovabile - tutela del territorio. Si tratta di un binomio possibile? Come è possibile conci-liare l’esigenza energetica da fonti rinnovabili con quella ambientale e paesaggistica? L’ambiente è il punto di forza della nostra azione politica e anche il per-no attorno cui ruotano polemiche e discussioni quando si parla di energie rinnovabili. Io stesso sono un convinto sostenitore delle rinnovabili, purché gli impian-ti si armonizzino con l’ambiente e il paesaggio.Noi stiamo facendo la nostra parte. Abbiamo autorizzato oltre 100 im-pianti in questi mesi e ne abbiamo altrettanti che sono in via di autoriz-zazione.Occorre, tuttavia, tener conto anche del contesto ambientale e del patri-monio naturale in cui questi impianti si inseriscono.Occorre conciliare il valore dell’ener-gia con il valore del territorio, proprio per non disperdere la qualità dell’am-biente di cui la nostra Provincia va fiera.Nasce da questa esigenza di tutela del territorio l’iniziativa promossa dalla

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Provincia che punta a ricoprire i tetti dei capannoni e degli stabilimenti in-dustriali con pannelli fotovoltaici.Dai nostri dati emerge, infatti, che i tetti delle nostre aziende possono ga-rantire oltre 3.000 ettari di superficie da destinare al fotovoltaico. Si tratta di una superficie più che sufficiente per soddisfare il nostro fabbisogno energetico e per raggiungere gli obiet-tivi europei, senza creare ansie legate alla tutela del territorio, ma addirittura migliorando la qualità dei tetti e degli stabilimenti, che spesso devono fare i conti con l’eternit.L’intervento di copertura con pannelli fotovoltaici avrebbe infatti il duplice vantaggio di produrre energia, boni-ficando questi tetti, contribuendo a liberarci di 500 chili di eternit che ogni cittadino ha in media sulla testa.Occorre che l’esigenza energetica ten-ga conto del patrimonio ambientale e si coniughi con le sue esigenze. Ambiente ed energia devono andare di pari passo.La Provincia tenta di tenerle insieme evitando fughe in avanti dell’una ri-spetto all’altra.

Qual è invece la situazione pro-vinciale per quanto riguarda i rifiuti?Il futuro dei rifiuti in Umbria è riposto sulla raccolta differenziata dei rifiuti su cui la Provincia ha competenze di autorizzazione e di controllo.Dai dati in nostro possesso le per-formance dei Comuni della Provincia non sono particolarmente brillanti.Il Piano Regionale dei Rifiuti prevede il raggiungimento del 65% di RD, ma noi siamo ancora lontani dall’obiettivo regionale.Alcuni Comuni hanno raggiunto il 70% di RD, mentre altri sfiorano ap-pena il 15%.Se questi territori non si mettono a correre non raggiungeremo mai l’obiettivo del 65%.

Per questo ritengo opportuno, per aumentare i livelli di raccolta dif-ferenziata, ripristinare dei criteri di premialità nei confronti dei territori più virtuosi e di penalizzazione verso i più refrattari. Chi si impegna e raggiunge risultati deve essere premiato con benefici tangibili.Chi non si attiene agli impegni deve invece essere punito.Occorre un sistema “premiante” da un punto di vista di risorse economiche per i Comuni virtuosi che possa fun-gere da incentivo anche per gli altri.Nonostante le difficolta di gestione, specie nei centri storici dove l’orga-nizzazione del “porta a porta” è più complesso, da buoni cittadini, occorre cercare di raggiungere gli obiettivi. Non è possibile che ci sia così tanta differenza nei livelli di raccolta dif-ferenziata tra Comuni della stessa Provincia.Gli scarsi risultati di alcuni vanifi-cano anche i buoni risultati dei più virtuosi.Raggiungere buoni risultati è molto difficile, ma mantenerli è ancora più difficile.

Sul fronte del risparmio energetico, quali impegni ha assunto l’ente Pro-vincia nei confronti dei cittadini?La provincia di Perugia sta esportan-do un sistema denominato “Progetto Provincia Verde. Green Public Pro-curement e Consumo Responsabile”, volto a ridurre gli impatti ambientali dell’attività dell’ente e a mettere in campo una serie di azioni per sensi-bilizzare la propria struttura e tutti i cittadini sui temi della limitazione dei consumi e sul risparmio delle risorse. Numerose sono le misure sostenibili adottate dall’ente e le iniziative pre-viste dal progetto, come l’indizione di gare d’appalto che richiedono la soddisfazione di criteri verdi, la sostituzione di lampadine a basso

consumo, l’installazione di riduttori di flusso per l’acqua nei bagni, l’atti-vazione della raccolta differenziata, la sostituzione di stampanti impostate con il sistema fronte-retro.La Provincia è molto sensibile alla te-matica energetica e si sta mobilitando a favore del risparmio energetico, ol-tre che al suo interno, anche verso la cittadinanza grazie alla collaborazione di tre importanti partner: Umbria Ac-que, Gesenu, SI(e)NERGIA Spa. Secondo i nostri calcoli, la sostituzio-ne delle lampadine a basso impatto produrrebbe nella sola Provincia di Perugia un risparmio di energia pari a 35 mila euro.Per questo abbiamo incaricato 15 dipendenti che sono dislocati nei va-ri settori per svolgere il compito di “sentinelle” per vigilare sul risparmio energetico e sensibilizzare ai compor-tamenti sostenibili il personale.L’obiettivo è, inoltre, quello di diffon-dere le “buone pratiche” sostenibili anche al di fuori delle mura della Pro-vincia, sul territorio.A settembre inizieremo l’attività di sensibilizzazione nelle scuole, una sorta di investimento nei confronti delle nuove generazioni.È importante trasmettere il messaggio che è importante investire nell’am-biente e che l’ambiente può far da traino anche all’economia. Se riuscia-mo a mantenere elevata la qualità del nostro patrimonio naturalistico saremo tutti più ricchi perché potremo usu-fruire dell’attenzione del mondo dello sport, costituire un’attrattiva per il turi-smo e, inoltre, immettere sul mercato i nostri prodotti tipici di nicchia.

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PROVINCIA DI PERUGIA

Salvaguardare, recuperare, ma anche valorizzare e ridefinire in un’ottica identitaria e rispettosa del contesto ambientale e paesaggistico: sono queste le linee guida della pianificazione urbanistica della Provincia di Perugia, che si mobilita a favore del territorio con programmi di limitazione e conservazione del suolo, politiche di riuso delle volumetrie esistenti e dei tessuti edilizi dimessi, oltre che con piani di riqualificazione urbani-stica e dai risanamento ambientale.Al centro della strategia urbanistica provinciale è la tutela del territorio: non solo quello bucolico da cartolina da valorizza-re e difendere contro l’uso sregolato di impianti da energia rinnovabili, ma anche quello “produttivo” o ambientalmente compromesso.Di qui la scelta di recuperare capannoni o aziende dismesse per nuovi insediamenti produttivi e per realizzare impianti di energia rinnovabile. Razionalizzare il prezioso suolo provinciale, limitarne l’utilizzo e riqualificarlo dal punto di vista ambientale sono gli obiettivi di una strategia urbanistica provinciale, fiera del proprio territorio e consapevole dei suoi limiti e delle sue potenzialità.A tracciare i futuri scenari di sviluppo dell’urbanistica nella Provincia di Perugia è l’Assessore provinciale, Carlo Antonini.

Nell’Umbria, “cuore verde d’Italia”, lo sviluppo urbani-stico è in armonia con l’ambiente?Nonostante l’urbanistica sia stata al centro della pianificazione regionale e provinciale a partire dagli anni ‘50 con la Carta di Gubbio di Giovanni Astengo, oggi sul territorio provinciale pe-sano problematiche piuttosto serie dal punto di vista urbanistico, poiché la prassi non è stata coerente con l’enunciato.Ne è un esempio lo sviluppo lineare lungo alcuni assi di comunicazione. Chi attraversa l’Umbria, infatti, si imbatte in zone meravigliose dal punto di vista paesaggistico, ma anche in zone critiche dal punto di vista urbanistico-architettonico, specie lungo l’asse viario principale che porta a Perugia in cui si è concentrata maggiormente la crescita delle imprese e del commercio che con i loro insediamenti hanno portato al disconoscimento del territorio e alla perdita della sua identità.Di qui la necessità di una ridefinizione identitaria del territo-

di Silvia Barchiesi

Risparmio e riuso del territorio in un’ottica identitaria e contestualizzata. Ecco, secondo l’Assessoreprovinciale Carlo Antonini, le direttrici di sviluppo della pianificazione urbanistica provinciale.

Assessorato all’Urbanistica

L’URBANISTICA CHE DÀVALORE AL TERRITORIO

rio da attuare attraverso uno sviluppo puntiforme, piuttosto che lineare.Dobbiamo stare più attenti affinché gli insediamenti produttivi, seppur collocati lungo un’arteria di scorrimento veloce, non costituiscano lesioni all’ambiente e al paesaggio.Può sembrare un eccesso di zelo per chi viene da aree seriamente compromesse dal punto di vista urbanistico-architettonica e che pensa ancora all’Umbria come ad una regione verde ed incontaminata.Eppure, l’immaginario collettivo di una visione bucolica e idilliaca dell’Umbria non corrisponde più alla realtà di una regione che invece deve fare i conti anche con campagne urbanizzate e città esplose dai confini indefiniti, alle prese con situazioni spesso compromesse.

Di fronte ad uno sviluppo urbanistico che rinnega il proprio territorio, qual è la strada da imboccare?Bisogna tornare al progetto, o meglio bisogna tornare a pro-gettare in un’ottica paesaggistica.Occorre contestualizzare gli interventi, affinché si inseriscano armoniosamente nel territorio che li ospitano.A partire dal distributore di benzina fino al capannone indu-striale. Costruire ai piedi del Subasio non è come costruire nella periferia di Milano.È necessario dare un’identità agli interventi urbanistico-archi-tettonici che si realizzano.Rendendo impersonali gli interventi si rinnega il territorio con tutte le sue specificità.Personalizzandoli si rafforza l’identità del territorio e lo si valorizza.

Quali sono le direttrici di sviluppo urbanistico a cui punta la Provincia?La Provincia ha effettuato degli studi abbastanza approfonditi dal punto di vista paesaggistico. Tuttavia, siamo in attesa del Piano Paesaggistico Regionale che probabilmente rimetterà in discussione il nostro lavoro.La strada che la Provincia intende percorrere è quella che guarda con favore alla dimensione micro, piuttosto che alla macro, diffi-cilmente compatibile con la nostra regione e il nostro territorio e che insegue la politica del riuso delle volumetrie esistenti.Queste sono le direttrici di sviluppo che stiamo applicando anche nel settore delle fonti rinnovabili, su cui stiamo attual-mente lavorando, proprio per evitare quegli effetti dirompenti che un incremento sregolato delle rinnovabili genererebbe sul territorio. Si pensi ad esempio agli effetti delle pale eoliche sui crinali. Sebbene sia profondamente favorevole alle rinnovabili, penso, tuttavia, che sia necessaria una sorta di regolazione del loro sviluppo affinché tale sviluppo non comprometta il territorio ma, piuttosto, sia conforme alle sue caratteristiche, in armonia con l’ambiente e il paesaggio.Un esempio? Il fotovoltaico a terra. Stiamo assistendo ad un’esplosione di impianti fotovoltaici

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che stanno determinando impatti ambientali e paesaggisti-ci enormi. Di qui la proposta della Provincia di riservare al fotovoltaico i tetti degli stabilimenti industriali e agricoli, nell’ottica di salvaguardare i versanti collinari e montani e il territorio agricolo di pregio.Da uno studio che abbiamo effettuato abbiamo riscontrato in Umbria la presenza di oltre 10 mila ettari di capannoni industriali, oltre che di capannoni adibiti all’agricoltura. Basterebbe che solo 1 imprenditore su 10 accettasse l’invi-to di ricoprire con pannelli fotovoltaici il tetto del proprio capannone per raggiungere gli obiettivi che ci pone Kyoto, non solo nel settore del fotovoltaico, ma in tutto il settore delle rinnovabili, senza determinare alcun tipo di impatto sul territorio.In campo urbanistico-architettonico le direttrici della Provincia sono chiare e puntano al riuso dell’esistente, alla riqualifi-cazione e al risparmio del territorio, con un uso prossimo allo zero.Ecco allora che prima di costruire nuovi capannoni e nuovi insediamenti occorre riusare gli esistenti.Guarda sempre al risparmio del territorio un progetto che stiamo sviluppando con l’Agenzia Regionale per la Protezio-ne Ambientale che punta alla riqualificazione ambientale di aree dismesse, compromesse e inquinate attraverso un mix di soluzioni, come impianti fotovoltaici per la produzione di energie alternative, piantumazione di essenze autocnone per la compensazione delle emissioni di CO

2 e impianti di

fito-depurazione per il riassorbimento dell’inquinamento del suolo.Il progetto punta alla produzione di ossigeno, all’eliminazio-ne dell’inquinamento e alla produzione di energia da fonte rinnovabile, attraverso un mix di soluzioni che risana aree dismesse, compromesse e inquinate e allo stesso tempo le riqualifica.Si tratta di un intervento intelligente che punta ad interve-

nire in aree critiche di cui attualmente stiamo procedendo al censimento. Una volta censite, verranno valutati gli aspetti specifici di ciascuna area e quindi le specifiche soluzioni necessarie a risanarla: ad esempio, le piante utilizzate nell’impianto di fito-depurazione variano in funzione delle caratteristiche del terreno e del suo inquinamento.

Il risparmio e il riuso del territorio sono il cuore della politica energetica ed ambientale della Provincia, ma come si conciliano con lo sviluppo industriale ed eco-nomico della zona?Punta a risparmiare il prezioso suolo umbro da inutili costru-zioni e a interrompere lo sviluppo lineare dell’imprenditoria e del commercio un altro importante progetto che la Provincia sta elaborando con dieci Comuni sotto i 10 mila abitanti: Beva-gna, Montefalco, Campello, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Massa Martana, Trevi, Cascia e Deruta.Il progetto punta all’individuazione di un’unica area di inse-diamento produttivo che a sua volta risulti da un’operazione di riqualificazione e di risanamento ambientale di un’area compromessa.L’idea è quella di una gestione in forma associata tra Comuni con un insediamento puntiforme collegato strategicamente con una delle tre piastre della logistica di cui dispone la nostra regione.Siamo convinti che non c’è bisogno di ampliare nuove zone industriali, quando si possono concentrare le aziende di più comuni limitrofi o, meglio ancora, si possono recuperare volumetrie di strutture in disuso.Il progetto, che muove da una politica economica di prossimità assume anche un rilevante valore ambientale e paesaggistico perché punta a salvaguardare il suolo dei Comuni e allo stesso tempo a recuperare aree o strutture abbandonate per un nuovo sviluppo economico dei territori.

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COMUNE DI PERUGIA

Energia, rifiuti e mobilità sostenibile: sono queste le direttrici su cui il Co-mune di Perugia, in marcia verso il “20-20-20”, l’obiettivo europeo di soste-nibilità ambientale fissato dall’Unione Europea, sta lavorando per conquistar-si l’ambito titolo di “smart city”. La macchina comunale si è già messa in moto.Numerosi i progetti e le iniziative che guardano a Perugia come città a “impatto zero” e a “rifiuti zero”: dal Piano Energetico Ambientale Comuna-le (PEAC) che punta alla produzione di energie alternative, passando per il “porta a porta”, fino al minimetrò: tutto concorre alla realizzazione di una “città intelligente”. L’obiettivo? La produzione di energia pulita, la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO

2. Ad illustrare il

lavoro di un’amministrazione in corsa verso il “tre volte venti” è l’Assessore comunale alle Politiche energetiche ed ambientali, Lorena Pesaresi.

La scommessa di Perugia “città a impatto zero” parte dalle energie alternative. Quali sono i progetti in cantiere sul fronte energetico?Sul fronte energetico, stiamo pun-tando sul fotovoltaico con un primo pacchetto di interventi per la copertu-

di Alberto Piastrellini

VERSO IL 20-20-20: PERUGIA,CITTÀ A IMPATTO ZERO Ad illustrare i progetti e le iniziative sostenibili messi in campodall’Amministrazione perugina è l’Assessore Lorena Pesaresi

Assessorato alle Politiche Energetiche ed Ambientali

ra dei nostri edifici comunali in grado di garantire una potenza totale di 400 kWp, una produzione di energia pulita di 500 kWh/anno e una riduzione di emissioni di 324t CO

2/anno. Il secondo

stralcio di interventi riguarderà invece gli edifici scolastici.Attualmente, stiamo inoltre proceden-do alla copertura totale del Palazzetto “Evangelisti” di Perugia con pannelli fotovoltaici in grado di garantire una potenza di 600 kWh/anno, con una produzione di energia di 700 kWh/anno che potranno assicurare una ri-duzione di emissioni pari a 500 t CO

2/

anno. Per il fotovoltaico a terra, invece, al momento non ci sono esperienze in atto, ma solo progetti, come ad esem-pio quello per la realizzazione di un parco fotovoltaico in un’area comunale adiacente alla discarica di Pietrameli-na, che è in via di esaurimento e che presto verrà chiusa, per 120 kWp, una produzione di energia di 150.000 kWh/anno e una riduzione di emissioni pari a 105.000 t CO

2/anno.

L’obiettivo a cui puntiamo con que-sto parco fotovoltaico a terra è quello di realizzare un vero e proprio po-lo didattico-scientifico ambientale, un’idea per rilanciare un’area che è stata pesantemente compromessa dalla presenza della discarica.Ma il Comune di Perugia non sta inve-stendo solo nel fotovoltaico. Il nostro Comune è infatti tra i primi 4 Comuni italiani quanto ad istallazione di super-ficie di solare termico. Merito del nostro regolamento edilizio che abbiamo aggiornato nel 2005, un regolamento edilizio-pilota a livello re-gionale perché spinge fortemente sulla sostenibilità dell’edilizia e sancisce l’obbligatorietà del solare termico nella costruzione dei nuovi edifici. Stiamo inoltre lavorando per allacciare alcune delle nostre scuole all’impianto di co-generazione di Prepo, già esistente, e stiamo mettendo a punto un progetto integrato di filiera “pubblico-privato” sul fronte delle agroenergie che pre-

vede la realizzazione di un impianto di biogas da parte del privato e la realizzazione di una rete di teleriscal-damento da parte del pubblico che punta ad alimentare gli uffici comunali e tutte le utenze possibili secondo la potenza della rete.Il nostro impegno punta a sviluppare il settore dell’edilizia ecologica attraverso la promozione di una diversa cultura dell’abitare e di una diversa concezio-ne degli edifici. L’obiettivo è promuovere la realiz-zazione di edifici che producano autonomamente energia pulita e che non consumino più energia dai de-rivati del petrolio. Occorre pertanto intervenire sull’enorme patrimonio edi-lizio pubblico e privato che abbiamo e puntare ad una loro riqualificazione energetica. Del resto, la riconversione e la moder-nizzazione ecologica dell’economia è l’obiettivo della green economy.I nostri sforzi e i nostri progetti sono proiettati in questa direzione. Sviluppo delle energie rinnovabili ed efficien-tamento energetico sono, infatti, gli obiettivi del Piano Energetico Ambien-tale di cui il Comune di Perugia si è dotato fin dal 2005. Del resto, l’atten-zione alla sostenibilità ha caratterizzato l’agire politico di questa amministrazio-ne comunale fin da subito. Ne è una prova l’istituzione a partire dal luglio 2009, da parte del Sindaco Wladi-miro Boccali, di una delega alle politiche energetiche, una vera e propria inno-vazione dal punto di vista del governo della città e delle istituzioni locali, oltre che una scelta politica, prova di un agire improntato alla sostenibilità.

Qual è il fabbisogno energetico del-la città di Perugia?Stando ai dati del 2009, l’energia con-sumata in tonnellate equivalenti di petrolio ammonta a 280.000.In particolare, il 40% dei consumi ener-getici viene assorbito dal settore dei trasporti, il 35% dall’ edilizia residen-

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ziale, il 14% dal settore terziario, il 10% dall’industria e l’1% dall’agricoltura.

Qual è invece la domanda di fonti energetiche alternative da parte di imprese e cittadini?Nel Comune di Perugia la domanda di fonti alternative da parte di cittadini e imprese è in crescita.Il merito è delle campagne di infor-mazione e sensibilizzazione che il Comune di Perugia promuove in col-laborazione con SI(e)NERGIA S.p.a., società a maggioranza pubblica, par-tecipata dal Comune. Tra i progetti realizzati in collaborazione con SI(e)NERGIA figura “1.000 tetti fotovoltai-ci” che prevede l’installazione da parte della società di impianti solari fotovol-taici su edifici ad uso civile e a costo zero per i cittadini. Il Comune sta trainando la domanda di fonti alternative anche tramite altri progetti ed iniziative che puntano allo stesso tempo alla riqualificazione com-plessiva di determinate aree. Ad esempio, grazie al supporto tec-nico-scientifico dell’Università degli Studi di Perugia stiamo lavorando alla riqualificazione energetica dell’area in-dustriale di Sant’Andrea delle Fratte, il polo imprenditoriale più importante della nostre regione che comprende oltre 600 imprese, attraverso la coper-tura dei tetti delle aziende con pannelli fotovoltaici e la rimozione dell’amianto, dove necessario.Nell’ambito del progetto di riqualifica-zione dell’area di Monteluce, un’area storica della città, stiamo lavorando anche in campo energetico, in quanto verrà realizzato nell’area un impianto di cogenerazione a servizio dell’intero complesso e di altre funzioni che insi-stono nella zona, come quelle legate alle attività universitarie e alle attività cliniche, in modo da abbattere costi, consumi energetici e riduzioni delle emissioni. Sul fronte energetico puntiamo, inoltre, alla riconversione e all’efficientamen-to del nostro sistema di illuminazione pubblica, che conta attualmente 27.000 punti luce su tutto il territorio comuna-le, attraverso tecniche di telegestione che ci consentiranno di ammortizzare i costi legati alla manutenzione e di abbattere del 30% circa i costi delle bollette, oltre che di ridurre di oltre il 40% la riduzione delle emissioni in atmosfera.

In sintesi, stiamo cercando di gettare le basi concrete per fare di Perugia una città a impatto zero e per dare vita ad un bilancio energetico del Comune che possa quantificare e misurare gli effetti reali dei progetti attivati rispetto agli obiettivi che intendiamo raggiungere.

Nella costruzione della cosiddetta “smart city” o città intelligente, qua-le ruolo invece giocano le politiche legate alla mobilità?La mobilità è un altro fronte strategico su cui stiamo lavorando.Per fare di Perugia una città a impatto zero non basta produrre energia pulita. Il rischio sarebbe quello di avere in prospettiva edifici ad emissioni zero che producono energia pulita e città che funzionano a petrolio a partire dall’eccessivo uso dell’auto privata, uno dei più grandi problemi delle città italiane e anche di Perugia, oltre che dell’Umbria, una regione da sempre tenuta ai margini delle scelte nazio-nali strategiche in materia di trasporti alternativi e dunque dalle grandi di-rettrici ferroviarie italiane ed europee. Questo è anche il motivo per cui Pe-rugia, a proposito di mobilità, è tra le città italiane a più elevato rapporto auto-persone. In questo contesto, il mi-nimetrò, inaugurato a gennaio 2008, che trasporta mediamente 3 milioni e 300 mila passeggeri l’anno e che sot-trae al trasporto tradizionale oltre un milione trecento mila chilometri l’anno, è una vera e propria svolta verso la mobilità sostenibile.Al momento rappresenta solo un primo stralcio della metropolitana di superficie a Perugia e che grazie al suo successo e al valore strategico per una città complessa e a forte impronta storica come Perugia, necessita di es-sere completato ed esteso. Questo è il nostro impegno per realizzare una rete estesa in tutto il territorio comunale.A tutela della qualità dell’aria occorre segnalare numerose altre iniziative, co-me la metanizzazione di tutta la nostra flotta di autobus pubblici, l’organizza-zione di domeniche ecologiche, l’avvio di un progetto di car-sharing e car-pooling e la realizzazione del primo impianto di bike-sharing, ovvero di sei stazioni con bici a pedalata assistita, oltre che di pensiline fotovoltaiche per la ricarica delle bici nell’area di Pian di Massiano, un’area dalla valenza in-termodale strategica perché collegata

al mini metro, all’Università e ad altri centri direzionali della zona.La mobilità, così come le rinnovabili, il risparmio energetico e più in generale il vivere sostenibile sono stati i temi protagonisti di “Perugia green days”, il macro-evento di rielevo nazionale che grazie ad esposizioni, workshop, animazioni e convegni ha catalizzato nel cuore del centro storico cittadini, giovani, scuole, università ed imprese per parlare di green economy.

Perugia, città a “impatto zero”, si candida ad essere anche una città “a rifiuti zero”? Sul fronte dei rifiuti come vi state muovendo?Sul fronte rifiuti si apre un altro capi-tolo di trasformazione per il Comune di Perugia. Stiamo, infatti, cambiando radicalmente il sistema di gestione con la trasformazione del servizio del-la raccolta differenziata da stradale a domiciliare, grazie al cosiddetto “porta a porta”. Già da settembre dell’anno scorso stiamo ottenendo ottimi risul-tati perché siamo passati dal 33% di RD dei primi mesi del 2010 al 45% ad aprile 2011 con punte molto alte di RD laddove è stato avviato il porta a porta (dal 70 all’80% di RD). L’obiettivo più generale è comunque il ciclo integrato dei rifiuti, a partire dalla riduzione della produzione dei rifiuti. Su questo fronte stiamo lavorando con diverse iniziative: una tra tutte,“Fontanelle”, l’impianto di erogazione di acqua pubblica per pro-muovere l’acqua potabile della nostra condotta e allo stesso tempo spingere ad una riduzione a monte dei rifiuti in plastica. Oltre che a monte della filiera dei rifiuti, stiamo lavorando anche val-le: dalla riduzione della produzione dei rifiuti fino al loro trattamento termico. L’obiettivo non è quello di sostituirlo alla raccolta differenziata, ma di ren-derlo complementare: puntiamo a non trattare o bruciare i rifiuti tal quale, ma solo quella parte dei rifiuti che non può essere differenziata. Si tratta an-cora per la nostra regione di una tappa obbligata perché la media regionale della RD è ancora bassa. L’obiettivo comunque è quello di raggiungere il 65% di RD entro il 2012 attraverso la copertura del 70% della popolazione.

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di Agnese Mengarelli

PROVINCIA DI TERNI

Caratterizzata da un territorio essenzialmente montuoso e collinare, la Provincia di Terni è una meta turistica ir-rinunciabile all’interno del sistema regionale e nazionale, grazie alle Cascate delle Marmore, la Valnerina ternana e i centri storici di Narni, Amelia o Orvieto. Vasti prati e boschi ombrosi che in primavera si riempiono di fiori rappresentano le meraviglie di un paesaggio fiabesco, punteggiato qua e là da incantevoli cittadine medievali. Per tutelare il patrimonio ambientale della provincia sono stati istituiti i Parchi Fluviali del Nera e del Tevere. Tuttavia è anche una Provincia dove la grande industria è presente con la prima acciaieria d’Italia, l’attuale Thyssen-Krupp Acciai Speciali Terni fondata nel 1884. La struttura imprenditoriale locale ha poi continuato la sua evoluzione, puntando sul comparto del terziario, ma l’incidenza dei settori tradizionali, come quello dell’industria siderurgi-ca e chimica, rimane forte. Abbiamo incontrato Fabrizio Bellini, Assessore all’Ambiente della Provincia di Terni, per conoscere di più questo angolo d’Italia e per capire come sia possibile coniugare la tutela del paesaggio e le esigenze economiche del territorio.

Assessore, com’è la qualità dell’aria nella sua Provincia?La nostra rete di monitoraggio, composta da una decina di centraline diffuse su tutto il territorio del Comune di Terni e alcune nel Comune di Narni, compie rilevamenti quotidiani sulle particelle in sospensione, PM10 e PM5, e, attraverso un laboratorio mobile, monitoriamo la presenza di elementi altamente inquinanti, come il benzene e altri elementi tossici.Da questi monitoraggi è emerso che la qualità dell’aria all’in-terno della conca ternana dipende da tre fattori: il traffico veicolare, gli impianti termici in inverno e la presenza di siti industriali.

Questo risultato è stato confermato anche da un’indagine scientifica approfondita dell’Università Politecnica di Torino, che nel 2010 ha eseguito delle campagne di rilevamento in quota con palloni aerostatici. Inoltre la morfologia del territorio non aiuta: Terni è situata all’interno di una vallata, dove insiste un ristagno d’aria che favorisce superamenti delle soglie per l’ozono.Conoscendo le cause di inquinamento del nostro territorio, stiamo cercando di realizzare un programma per le soluzioni, attraverso un gioco di squadra con Istituzioni, imprese e cittadini, perché credo che questa sia la giusta “triade” che deve colloquiare e lavorare in condivisione su progetti e obiettivi comuni.

Questo programma è già partito o è ancora in fase embrionale? Quali iniziative sta portando avanti la Provincia di Terni?Il quadro generale non è strutturato in un programma vero e proprio, ma ci sono diversi Protocolli condivisi. Attualmente stiamo lavorando per la riforestazione, per l’abbattimento del CO

2, in collaborazione con CNR, Università di Viterbo,

i Comuni di Terni e Narni e Arpa Umbria. Monitoriamo le foreste urbane e la loro capacità di assorbimento e abbat-timento di CO

2, parallelamente inseriamo i dati negativi di

produzione di CO2 e cerchiamo di individuare delle aree

che possano essere piantumate. Fra qualche mese, poi pro-porremo alle Amministrazioni locali la creazione di nuovi boschi urbani e periferici.La nostra azione programmatica si muove su diversi versanti: abbiamo realizzato delle campagne con le Scuole, visto che i ragazzi sono più attenti alle tematiche ambientali grazie alle istituzioni scolastiche che hanno fatto un buon lavoro di educazione ambientale.Su questi temi, anche attraverso lo strumento di Agenda 21, stiamo mettendo in atto iniziative in collaborazione con le Associazioni, che rappresentano un patrimonio per la nostra realtà e hanno una rete capillare molto attiva sul territorio.

Si sa che proprio il traffico veicolare è responsabile di buona parte del particolato atmosferico. Vi sono novità per quanto riguarda la pianificazione e la promozione della mobilità sostenibile?Ci sono azioni che richiedono tempi più lunghi e altre che possono essere realizzate nel breve periodo.Nel lungo periodo si possono realizzare infrastrutture che permettono di alleggerire l’ingresso delle auto in città o la promozione, sebbene la tecnologia ci presenta costi ancora troppo elevati, di una mobilità privata elettrica o ibrida. Per il breve periodo, grazie anche alla collaborazione con le Aziende di mobilità pubblica, cerchiamo di costruire un sistema di scambio tra mobilità privata e pubblica, con aree parcheggio e servizi di bus-navetta. I trasporti e la mobilità

Sinergia e collaborazione sono per l’Assessore Fabrizio Bellini alla base della strategia provinciale

Assessorato all’Ambiente

ISTITUZIONI-IMPRESE-FAMIGLIE:LA TRILOGIA VINCENTE

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sono tra le nostre deleghe più importanti ma è una questio-ne che va comunque gestita e pianificata con la Regione e soprattutto con le Amministrazioni Comunali.

Cambiamo argomento. Qual è l’attuale situazione del settore rifiuti nella Provincia di Terni?La situazione è piuttosto articolata e complicata. La nostra è una provincia asimmetrica, infatti, su 200.000 abitanti, il 50% risiede a Terni e il resto è diffuso sugli altri 32 Comuni. Alcuni Comuni si sono associati con appalti esterni, altri hanno sistemi misti, in parte a gestione diretta e in parte indiretta. Ci sono tariffe diverse da un Comune all’altro, in-somma la situazione è da riorganizzare. Sebbene la gestione dei rifiuti risulti piuttosto eterogenea, stiamo cercando di creare un sistema omogeneo che preveda un unico gestore e un unico sistema tariffario. Inoltre i numeri della raccolta differenziata sono ancora troppo bassi con una percentuale media del 30% circa, quindi ben al di sotto degli obiettivi per il 2012.Il percorso impostato, attraverso l’Assemblea dei Sindaci e la definizione di un Piano d’Ambito, dovrebbe realizzare l’analisi, qualitativa e quantitativa, della produzione dei ri-fiuti, della loro provenienza e capire i flussi e gli elementi che costituiscono il sistema di smaltimento e di recupero. Purtroppo abbiamo delle presenze che ormai sono storicizza-te, come la discarica di Orvieto, che un tempo era pubblica oggi gestita da privati, il Termovalorizzatore della conca ternana, contemplato dal Piano ma che di fatto nessuno vuole. Eppure bisogna essere razionali e obiettivi: meglio avere un impianto tecnologicamente avanzato e monitorato costantemente, piuttosto che tanti piccoli impianti meno controllati e gestiti in maniera più superficiale, come ad esempio le caldaie per gli impianti termici domestici o le stufe a pellet. Sono molto belle e funzionali ma ci stanno creando problemi devastanti dal punto di vista ambientale, in quanto producono una quantità molto elevata di particolato e le emissioni dei fumi di scarico non sono monitorati.

Che tipo di rapporti ha l’Amministrazione provinciale con le aziende che insistono sul territorio ternano? L’immagine di Terni è legata alle acciaierie, come attività indu-striale vitale per la città e tutto il territorio regionale, pertanto abbiamo impostato un rapporto di collaborazione e di reci-procità sulle problematiche aperte, senza imporci come ente di controllo che si concentra solo sull’aspetto sanzionatorio. L’impianto della TK-AST, ad esempio, rappresenta un proble-ma che deve essere affrontato con una serie di collaborazioni diffuse per evitare soluzioni a macchia di leopardo.Ci sono oltre 120 punti di emissione sia in aria che in acqua all’interno del sito; c’è una discarica che supera i 40 ettari di estensione con capacità di 6 milioni di m3: sono numeri importanti, parliamo di intere colline!

Siamo convinti che il trinomio Amministrazioni-Imprese-Famiglie sia vincente, questi soggetti devono comunicare tra loro e lavorare insieme per obiettivi comuni.Inoltre abbiamo aziende che rappresentano delle eccellenze nel panorama dell’Economia Verde, come Novamont che produce plastica biodegradabile in Mater-Bi e con la quale abbiamo organizzato delle iniziative rivolte ai commercianti e alle Associazioni di categoria per promuovere l’uso degli shoppers biodegradabili. Ci sono, infine, aziende di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che si stanno consolidando sul mercato nazionale e internazionale.Abbiamo un’attenzione particolare per il mondo del lavoro, soprattutto in questo momento di crisi economica.

Qual è il fabbisogno energetico nel territorio della pro-vincia di Terni?In un’ottica federalista, l’Umbria è una regione in deficit sul rapporto consumo/produzione, anche se, su un consumo nazionale di 330.000 Gwatt/ore annue, la nostra regione ne assorbe il 2% pari a 6.000 Gwatt/ore annue.Gran parte del consumo energetico deriva dalle industrie, quindi bisogna intervenire in modo massiccio su questo settore. Abbiamo un Piano Energetico Regionale, che an-drebbe aggiornato in quanto l’evoluzione è talmente veloce che la Politica non sempre riesce a stare al passo con le innovazioni tecnologiche.Abbiamo da sempre tenuto conto dell’immagine dell’Umbria e della Provincia di Terni, fregiandoci del titolo “Umbria, cuore verde d’Italia”, eppure siamo entrati in contraddizione affrontando il tema delle fonti rinnovabili. Sebbene siamo orientati verso questa frontiera con una consapevolezza più forte, emersa anche dal risultato referendario di giugno, dob-biamo trovare dei sistemi che non ci mettano in difficoltà.La Legge nazionale sulle fonti rinnovabili, che prevede l’in-stallazione di pannelli su campi agricoli senza troppi vincoli, è sicuramente un incentivo positivo, ma produce anche un impatto devastante sul paesaggio, pregiudicando certi scorci suggestivi del nostro territorio.Il fotovoltaico andrebbe installato dove non reca danni pa-esaggistici, come sui tetti delle aziende che andrebbero bonificati dall’amianto e coperti di pannelli, ottenendo così due vantaggi con un’unica operazione. Per quanto riguarda la produzione di energia da impianti idro-elettrici, ad esempio, come Amministrazione abbiamo rigettato decine di progetti, perché avrebbero compromesso il paesaggio della Val Nerina, che appartiene da sempre all’identità del nostro territorio e che rappresenta il nostro gioiello per il turismo naturalistico. Infine abbiamo scelto la strada della tutela ambientale, anche attraverso la costi-tuzione del Parco Fluviale del Nera.

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MINIMETRÒ SPA

di Nello SpinelliAmministratore Unico Minimetrò S.p.A

A livello nazionale ed internaziona-le, si rileva ormai una convergenza di pensiero sugli obiettivi prioritari che debbono ispi-rare le politiche di governo della mo-bilità urbana:• riduzione della congestione;

• miglioramento delle condizioni ambientali e sanitarie nei centri urbani;

• tutela del diritto alla mobilità anche per fasce sociali svantaggiate;

• supporto allo sviluppo socio-eco-nomico del territorio;

• riduzione dell’impegno finanziario pubblico nel settore.

Il tutto trova la sua sintesi nel concetto base “più mezzi pubblici ecocompati-bili meno mezzi privati”.Ma quando si parla di mobilità urbana sostenibile significa far riferimento ad

una città dove è possibile vivere, dove al diritto a potersi muovere rapida-mente si aggiunge il diritto a poter passeggiare, a potersi fermare senza pericoli, senza dover respirare area inquinata; significa cioè parlare di una “città armonica”.E’ un tema che ha assunto centralità in ambito europeo, con riferimento alla Carta di Lipsia, dove le indicazioni verso una nuova cultura della mobilità urbana, spingono a nuovi approcci e sperimentazioni in qualche caso anche incentivate dall’Unione Europea.Peraltro, come si sa, le città, anche per il futuro, rappresentano l’ambi-to territoriale entro il quale tendono a concentrarsi uomini ed attività; ne discende l’esigenza di una politica urbana sempre più integrata che com-prenda contemporaneamente molti aspetti da quelli ambientali a quelli economico-sociali-tecnologici.In tale contesto l’orientamento delle scelte strategiche riguardanti modelli di mobilità sostenibile, non possono

comunque prescindere dall’esigenza di superare le crisi di congestione, all’in-terno delle città, senza restringere la libertà di movimento dei cittadini.Il Minimetrò di Perugia, per le sue caratteristiche tecniche e per le mo-dalità del servizio che offre, si colloca a pieno diritto, tra i nuovi modi di trasporto pubblico urbano che pos-sono dare risposte adeguate a quegli obiettivi.Si tratta di un sistema di trasporto pub-blico urbano innovativo ed alternativo, che si integra con i sistemi tradizio-nali di mobilità urbana presenti sul territorio (autobus, ferrovia regionale, Trenitalia).Il sistema rientra nella tipologia APM (Automated People Mover), con trazio-ne a fune, mosso da un unico motore elettrico, posto nel sottosuolo della stazione di monte.Il sistema è costituito da una linea a doppio binario in acciaio, che risale con un percorso di circa 3 Km, in par-te allo scoperto e in parte in gallerie

Ad illustrare i vantaggi e le opportunità del nuovo sistema di trasportopubblico urbano è Nello Spinelli, Amministratore unico di Minimetrò spa

PER UNA NUOVACULTURA DELLA MOBILITÀ

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artificiali e naturali, con un dislivello complessivo di circa 161 m e collega, attraverso cinque stazioni intermedie, Pian di Massiano - che è la porta d’in-gresso del Minimetrò e della periferia di Perugia - alla stazione del Pincet-to, terminal di arrivo al centro storico della città.Su tale linea scorrono 25 vetture con ruote in gomma da 50 passeggeri; l’elevata frequenza delle vetture (1 mi-nuto circa tra l’una e la successiva) ed il ridotto tempo di percorrenza dell’in-tero tratto (10-12 minuti), rende tale sistema più veloce di qualsiasi altro mezzo sullo stesso percorso, sia che si tratti di auto privata, che di autobus di linea.La velocità massima è di circa 7 m/s (circa 25 Km/h), che può essere mo-dulata, così come può essere modulato il numero delle vetture in linea, in re-lazione al flusso dei passeggeri.La portata massima per senso di mar-cia è di n. 3.000 passeggeri/h.Il funzionamento è completamente automatico, con vetture senza con-ducente, guidate e controllate da un Posto di Comando centralizzato.La progettazione architettonica e di-rezione artistica della linea e delle stazioni è stata realizzata dall’Arch. Jean Nouvel.Ne è scaturita un’opera il cui stile moderno delle linee e del materiale utilizzato mettono in evidenza una

struttura architettonica di grande suggestione, che si inserisce con leg-gerezza e trasparenza nel contesto della città.Entrato in esercizio il 29.01.2008, il Minimetrò di Perugia è il più recente segmento di una strategia orientata allo sviluppo di sistemi di mobilità urbana sostenibile già avviata dall’Am-ministrazione Comunale di Perugia a partire dagli anni ’70, con la realizza-zione di una serie di scale mobili ed ascensori che collegano i parcheggi, appositamente realizzati, al centro sto-rico della città.Tale realizzazione ha fornito un con-tributo positivo al contenimento delle emissioni nocive nell’ambito del terri-torio di pertinenza. Il Minimetrò di Perugia può quindi essere assunto come “progetto pilota” che potrà sviluppare tutte le sue po-tenzialità in termini ambientali quando si completerà l’integrazione con gli al-tri mezzi pubblici di trasporto presenti sul territorio di “seconda generazione”, ovvero eco-sostenibili.Merita un approfondimento a parte il contributo che un sistema di trasporto urbano compatibile come il Minimetrò fornisce anche alla competitività del territorio.Il trasporto pubblico urbano è un vero e proprio moltiplicatore dell’economia locale nel momento in cui, orientando la mobilità verso i mezzi pubblici che

rispettano l’ambiente, produce riduzio-ne dei tempi di spostamento, risparmi di carburante, riduzione del tasso di incidentalità da traffico.Minori ingorghi, minor inquinamen-to atmosferico, concorrono altresì ad aumentare l’attrattività anche turistica del territorio, generando intuibili ef-fetti positivi per il tessuto produttivo e commerciale.Un contenimento dell’uso del mez-zo privato determina risparmi anche per la Pubblica Amministrazione ri-ducendo, ad esempio, i costi per la manutenzione delle strade.Infine, ma non per importanza, un ri-ferimento ai benefici che un sistema di trasporto pubblico urbano innovativo e funzionante genera sui risparmi delle famiglie. Ciò riguarda non solo minori spese per l’acquisto dell’auto privata, ma anche i suoi costi di mantenimento in crescita esponenziale, soprattutto in situazioni di congestione del traffico urbano.Sono stati evidenziati solo alcuni aspetti sull’impatto delle infrastrutture trasportistiche per lo sviluppo eco-nomico del territorio; tali valutazioni potranno avere sempre maggiore at-tenzione ed applicazione nel momento in cui si superi “l’approccio cultura-le” che associa solo all’auto privata la velocità e l’indipendenza anche all’interno dei centri urbani.

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