UICI/011 - anno 2014 - numero 2

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Porte APERTE Poste Italiane. Spedizione in A.p. - Art.2 Comma 20/C - Legge 662/96 - D.R.T./D.C.B. Torino - n. 2/anno 2014

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UICI/011 è il notiziario della sezione torinese dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.

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PorteAPERTE

Poste Italiane. Spedizione in A.p. - Art.2 Comma 20/C - Legge 662/96 - D.R.T./D.C.B. Torino - n. 2/anno 2014

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2 UICI/011 SEZIONE PROVINCIALE TORINO

Editoriale pag. 3Pensioni e lavoro pag. 4L’I.Ri.Fo.R. nelle scuole: progetti per far incontrarei più giovani con la disabilità visiva pag. 5Vediamoci Chiaro pag. 6Lo sportello di consulenza psicologica pag. 7Albinismo: quei rischi ancora poco conosciuti pag.7UICI Torino e Lions Club insieme raccolgono occhiali per i Paesi poveri pag. 8L’U.N.I.Vo.C. Cerca volontari pag. 8Spazio tecnologia pag. 9Making Sense – Una proposta per sperimentare le capacità dei sensi pag. 9Accessibilità: la nuova area della Mole Antonelliana dedicata all’archeologia del cinema pag. 10Gli argini del tempo: la visita al lago di Viverone e a Ivrea pag. 11Juventus, gioventù: questo è il tuo nome pag. 12Un compleanno in battello pag. 13Il cake design, che passione pag. 14Dalla “Ciecagna” con ironia pag. 15

Sommario

PorteAPERTE

Poste Italiane. Spedizione in A.p. - Art.2 Comma 20/C - Legge 662/96 - D.R.T./D.C.B. Torino - n. 2/anno 2014

La copertina di questo numero

Comitato di redazione:UICI/011

Direttore responsabile:Enzo Tomatis

Autorizzazione del tribunaledi Torino n. 4803 del 07/06/1995

Redazione:Francesco Fratta, Federica Miraglia,Flavia Navacchia

Hanno collaborato:Staff I.Ri.Fo.R. Torino Alessio Lenzi Titti Panzarea Giuseppe Salatino Ivano Zardi Caporedattore: Lorenzo Montanaro

Progetto e realizzazione grafica:SGI Srl Via Pomaro, 3 - 10136 TorinoTel. 011.359908 Fax 011.3290679www.sgi.to.it [email protected]

Stampa:La Terra Promessa OnlusNOVARA

Per contattare la redazione:[email protected]

Aprire spazi, liberare energie, accrescere la partecipazione di tutti alla vita e al benessere della comunità. Niente come l’im-magine della rete ha il potere di rappresentare i tempi attua-li. Con il web 2.0 non ci si accontenta più di accedere sempli-cemente a magazzini di informazioni: si desidera esporsi, far sentire la propria voce, commentare, condividere. Non è più il tempo dei personalismi. L’icona dell’uomo solo al comando, del trascinatore, sembra entrare in crisi in tanti ambiti del vive-re: vince chi sa “fare spogliatoio”, chi ragiona con una logica di squadra. Anche l’UICI Torino, seppur con i dovuti tempi di adat-tamento, sta cercando di cogliere quest’onda nuova e rendere ancora più tangibile la sua vocazione democratica e partecipa-tiva. Nasce da qui l’idea di aprire un canale diretto con i soci e con i lettori, per raccogliere stimoli e proposte, ma anche per rivitalizzare il ruolo di questa rivista, rendendola uno strumento sempre più rappresentativo della nostra sezione. Purché si trat-ti di vero impegno e non di sterile polemica, nessuna posizione sarà censurata e nessun contributo scartato a priori.

la Redazione

IN QUESTO NUMERO

Porte aperte“

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Numero 2 - Luglio 2014 3

Ho pensato a lungo su quale argomento incentrare l’editoriale di questo numero dell’UICI/011, e devo dire che gli spunti certamente non mancherebbero. La politica nazionale e regionale, le vicende asso-ciative, episodi di presunti falsi ciechi che spuntano come funghi (un tema sul quale peraltro mi sono espresso nella campagna “Vediamoci Chiaro” di cui potrete leggere nell’articolo dedicato, sempre su questo numero) e tante altre notizie avrebbero, in altri tempi, attirato la mia attenzione.Però a me pare che il nostro giornale abbia raggiunto una “maturità” tale da consentire alla sezione – attraverso la faretra di “penne” a disposizione – di spaziare su tutti gli argomenti di interesse dei nostri associati, assistiti e tutti coloro che gravitano intorno al mondo della disabilità visiva, che ci seguono con piacere o semplice curiosità.Voi penserete che io sia di parte, che è scontato che la nostra pubblicazione mi piaccia perché sono il direttore, ma occorre ammettere che in termini di comunicazione la nostra sezione ha fatto notevoli passi avanti, anche grazie all’entusiasmo e alla ventata di freschezza portata dal nostro addetto stampa Lorenzo Montanaro.Però… c’è un però! Nel pensare all’oggetto di questo piccolo spazio che mi concedo all’interno del gior-nale, alle varie possibilità, mi sembrava tutto abbastanza “scontato”. Manca ancora qualcosa. Quando abbiamo ideato l’UICI/011 pensavamo sicuramente a uno strumento più potente di una sempli-ce miscellanea di notizie. Volevamo qualcosa di più incisivo, che vedesse i ciechi e gli ipovedenti torinesi anche protagonisti, e non solo destinatari passivi.Per questo ritengo che uno spazio debba essere dedicato ai nostri lettori, per dar voce alle loro, anzi alle vostre idee, pensieri, considerazioni e critiche. Saremmo ipocriti e oltremodo ciechi se pensassimo che l’associazione opera in modo da metter d’accordo tutti, ammesso e non concesso che esista qualcuno in grado di farlo. Però rimango della ferma convinzione che solo il dibattito, se rimane nei termini del civile confronto, possa garantire una reale crescita. Per questo tutti voi potrete scrivere alla redazione nella più classica delle rubriche, quella delle “Lettere al Direttore”, manifestando opinioni e critiche, purché costruttive, ai contenuti del giornale, alla politica associativa locale o centrale; sarà possibile avanzare suggerimenti per l’adozione di buone prassi attualmente non previste dalla sezione, o chiedere di esser coinvolti nelle attività sezionali, anche in nome del rinnovamento che deve essere assolutamente per-seguito come obiettivo primario.Le lettere più interessanti verranno pubblicate sul nostro periodico, ma possiamo garantire che tutte verranno lette e riceveranno risposta, in modo che ognuno possa comprendere il meccanismo di funzio-namento dell’associazione o del giornale stesso. Per le questioni più delicate mi farò latore in Consiglio, perché ogni istanza merita di essere trattata nei modi dovuti e nelle sedi di pertinenza. Quindi se lo desiderate potrete scrivermi al seguente indirizzo di posta elettronica:

[email protected]

Vi aspetto numerosi. Buone vacanze a tutti!

Enzo Tomatis

UICI porte aperte EDITORIALE

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4 UICI/011 SEZIONE PROVINCIALE TORINO

Vi diamo il benvenuto a questo nuovo appuntamento con il nostro spazio dedicato alle notizie in materia previ-denziale e lavorativa. Nei mesi trascorsi dal numero precedente ci sono state numerose novità, alcune positive, altre meno, ma che per dovere di cronaca e di informazione vi riporteremo qui di seguito, sempre nei limiti dello spazio a disposizione.Partiamo dall’argomento di maggior interesse per i lavoratori che si accingono ad andare in pensione: i mesi di ab-buono. Purtroppo resta confermato quanto più volte riportato sui nostri canali informativi, ovvero che gli abbuoni hanno un peso anche nella misura della pensione limitatamente per coloro che, al 31/12/1995, possono far valere un’anzianità figurativa di almeno 18 anni. Per coloro non rientrano nel caso precedente, e cioè non rientrano nel sistema di calcolo retributivo ma in quello misto, gli abbuoni incidono nella misura della pensione per l’anzianità maturata fino al 31/12/1995, mentre per gli anni successivi valgono solo per il diritto alla pensione. Per concludere la casistica, parliamo di chi rientra nel sistema di calcolo totalmente contributivo, ovvero coloro che non possono vantare alcuna anzianità contributiva al 31/12/1995: per questi lavoratori gli abbuoni valgono solo per il diritto alla pensione ma non concorrono a farne crescere l’importo. A decorrere dal 01/01/2012, anche per i lavoratori con più di diciotto anni di anzianità maturata entro il 1995, gli abbuoni – stante la legge attualmente in vigore – non possono incidere in alcun modo sulla misura.Tutte le speranze di ridare una valenza “retributiva” agli abbuoni (a prescindere dal sistema di calcolo pensioni-stico) sono affidate all’Atto Camera 1779 di riforma della legge n. 113/85, presentato dall’UICI per voce dell’o-norevole Chiara Gribaudo, che - in quanto cuneese di nascita - abbiamo provveduto a contattare direttamente per sensibilizzarla e illustrare la situazione lavorativa dei ciechi e degli ipovedenti italiani in generale e torinesi in particolare. Tornando all’A.C. 1779, se completasse positivamente il proprio iter senza stravolgimenti, all’articolo 3 garantirebbe, con forza di legge, la copertura economica di tale beneficio previdenziale nei diversi sistemi di calcolo. Come sempre è un problema di fondi (pubblici) che potrebbero essere reperiti in modo poco sanguinoso da voci che gravano sull’Istituto Previdenziale ben più di quanto gravavano, o graverebbero, i mesi di abbuono per categorie di lavoratori in condizioni di salute tali da rendere l’attività lavorativa oggettivamente più usurante.Passiamo ora in rassegna il Decreto Legge n. 90 del 24 giugno 2014, almeno per sommi capi.In caso di mancata pronuncia della Commissione medica entro 45 giorni, e limitatamente al diritto di scelta priori-taria tra le sedi di lavoro disponibili e precedenza in sede di trasferimento a domanda di cui all’articolo 21 e diritto ai permessi assistenziali di cui all’articolo 33 della Legge n. 104/92, un medico specialista nella patologia denun-ciata - comunque appartenente al SSN - può effettuare un accertamento provvisorio, in attesa di quello definitivo che la competente Commissione deve comunque produrre entro 90 giorni. Ai minori titolari di indennità speciale o di accompagnamento sono attribuite, al compimento della maggiore età, le prestazioni erogabili ai ciechi civili maggiorenni, senza ulteriori accertamenti sanitari, ma previa domanda amministrativa (ricordiamo che presso la nostra sezione è attivo uno sportello di patronato competente in materia).

Il limite, con poche e limitatissime eccezioni, è di 65 anni di età e - misura agevolata per i lavoratori non vedenti - 15 anni di contributi. Ma questa norma credo interessi davvero pochi e oltremodo zelanti lavoratori. Interessa invece che il decreto ribadisca con forza il fatto che gli enti pubblici non si possano in alcun modo sottrarre all’obbligo di assumere lavoratori disabili nelle quote previste, neanche in caso di dissesto economico o esubero di personale. Per concludere, una nota sui trasferi-menti tra enti pubblici: per agevolare il passaggio da un ente ad un altro, in nome per esempio della prossimità geografica,

le amministrazioni pubblicano un bando rendendo note quelle che sono le posizioni vacanti per carenza d’organi-co. In via generale serve l’assenso dell’amministrazione di appartenenza, a meno che non si tratti di un passaggio tra ministeri, agenzie ed enti pubblici non economici. Concludiamo la carrellata sul Decreto n. 90 del 24 giugno 2014 con un aspetto che speriamo possa incentivare la partecipazione ai concorsi pubblici: la persona affetta da invalidità uguale o superiore all’80 per cento (quindi chiunque sia affetto da cecità totale o parziale) non è tenuta a sostenere la prova preselettiva eventualmente prevista.Sul fronte prettamente lavorativo invitiamo tutti i centralinisti a controllare sulla propria busta paga che l’indennità di mansione venga corrisposta anche nei giorni di eventuale permesso ai sensi della legge n. 104/92. Siamo dovuti intervenire nei confronti dell’ASL TO3 per chiedere l’applicazione della normativa, che abbiamo constatato venga aggirata soprattutto in caso di godimento dei giorni interi, non “spalmando” i permessi previsti su tutto l’arco del mese per anticipare la conclusione dell’orario di servizio giornaliero. Ricordiamo che per legge il lavoratore assente per permesso ai sensi della legge 104 deve essere considerato, a livello amministrativo, come se fosse in servizio.

Giuseppe SalatinoPresidente UICI Torino

“ In materia previdenziale il Decreto in parola prevede che le pubbliche amministrazioni non trattengano più il dipendente che ne faccia richiesta, nonostante i raggiunti limiti anagrafici e contributivi.

PENSIONI E LAVORO

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L’I.Ri.Fo.R. nelle scuole: progetti per far incontrare i più giovani con la disabilità visivaCome ormai è consuetudine, anche quest’anno, l’I.Ri.Fo.R. ha proposto le attività per l’integrazione nella scuola dell’obbligo, iniziative riunite nel pro-getto “Crescere in città”, in piena condivisione delle politiche educative e formative attivate dalla Città di Torino. Queste scelte scaturiscono dalla convin-zione che progetti di sensibilizzazione alla disabilità, soprattutto nelle scuole primarie, siano uno stru-mento fondamentale per contribuire a formare fu-turi cittadini di una società non solo tollerante, ma attenta ai bisogni di ognuno.Tale attività si è svolta da gennaio a maggio e ha visto la presenza dei nostri operatori nelle scuole di Torino e più specificamente in ventidue classi con il progetto “I nostri amici sensi”, percorso sulla conoscenza dei sensi e della disabilità sensoriale, e in cinque classi con il progetto “Vedo con le mani”, percorso di carattere artistico che illustra la meto-dologia del disegno in rilievo e consente ai bambini/ragazzi di sperimentarsi nella realizzazione di alcu-ne tavole tattili.L’esperienza “I nostri amici sensi” si è sviluppata in tre incontri, il primo dedicato a vista, gusto, olfat-to e udito, il secondo al tatto, il terzo incentrato su cosa voglia dire avere una disabilità sensoriale: tutti gli incontri si sono svolti con attività pratiche dalle quali i conduttori (di cui uno non vedente) hanno fatto emergere i contenuti più teorici, spesso stimo-lando gli alunni a ragionare sui vari argomenti.Il secondo percorso si è strutturato in quattro icon-tri di cui il primo per spiegare le linee generali del

disegno in rilievo e per esplorare alcune tavole tat-tili realizzate con metodologie diverse, nonché per concordare il lavoro da effettuare. Nei successivi, partendo da un racconto/poesia/luogo tratto dal percorso didattico, sono state realizzate tavole tatti-li con materiali in gran parte di recupero. Entrambi i percorsi hanno visto la partecipazione attenta dei bambini, molto disponibili a confron-tarsi e a riflettere vivendo il percorso proposto non solo come un’attività didattica, ma anche come esperienza umana, capace di contribuire alla cresci-ta e alla formazione personale e sociale di ciascuno. Infine con gli stessi obiettivi, il 29 maggio scorso, ab-biamo incontrato la scuola primaria di Busano, un piccolo comune del Canavese. Il percorso ha coin-volto tutte le cinque classi e si è articolato per l’in-tera giornata, con una presenza di un centinaio di bambini dai 6 ai 10 anni. Il programma ha ricalcato quello proposto dal pro-getto “I nostri amici sensi”. I bambini hanno risposto alla proposta con un vivo interesse, sperimentando-si nelle attività pratiche, facendo numerose doman-de, creando un bel clima di lavoro e di confronto e rivolgendo un’attenzione particolare a Berenice, il cane guida che ci ha accompagnato. I bambini han-no potuto anche conoscere le opportunità di attivi-tà sportiva per i non vedenti, nonché giocare loro stessi con il pallone sonoro. Si tratta, in sintesi, di esperienze da ripetere con il nuovo anno scolastico, estendendole anche agli altri cicli scolastici.

Staff I.Ri.Fo.R. Torino

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Vediamoci Chiaro: sei video per raccontare chi siamo. E sfatare qualche luogo comune.“Il cane che morde il padrone non fa notizia. Il padrone che morde il cane sì”. Vecchia massima da reporter consumati. Vecchia storia, ben nota a chi scrive i giornali come a chi li legge: con la vita di tutti i giorni non si fa notizia. È vero: per sua stessa natura il mondo dell’informazione ha bisogno di stimoli forti, di novità, di fatti che trascendano l’opacità quotidiana. Solo che, in certi casi, a forza di dar la caccia all’insolito e all’eccezionale, si rischia di chiudere gli occhi sulla realtà “vera”. Ne sanno qualcosa le persone cieche, che spesso sperimentano sulla propria pelle una serie di trappole comunicative. Molte volte negli ultimi anni, in un clima da caccia alle streghe, abbiamo assistito alla spettacolarizzazione delle truffe. Protagonisti i cosiddetti falsi invalidi, quelli che rubano, quelli che approfittano. Il fenomeno purtroppo è reale (ed è nell’interesse di tutti combatterlo). In molti casi però l’informazione tende ad amplificarlo e a distorcerlo, fornendo indicazioni non corrette. E le conseguenze rischiano di essere gravi. Contemporaneamente, sempre più spesso, leggiamo sui giornali cronache entusiaste che raccontano ed esaltano le potenzialità dei non vedenti, soprattutto nelle prestazioni sportive, più raramente nella vita lavorativa o in ambito culturale. Questo, in sé, è senz’altro un bene, specialmente quando si sottolineano la caparbietà e l’impegno necessari per raggiungere risultati ambiziosi.

Un esempio? Il cieco che, guidato dall’i-struttore, percorre con relativa disinvol-tura una pista da sci, si può trovare in estrema difficoltà se deve, da solo, attra-versare una strada. È alla luce di queste considerazioni che l’UICI Torino ha deciso di produrre una campagna stampa, intitolata “Vediamoci chiaro”. I contenuti riflettono l’esperien-

za e il pensiero di tanti soggetti. A stimolare la riflessione è stato soprattutto l’Ufficio di Presidenza, ma na-turalmente si è cercato per quanto possibile di portare avanti un discorso condiviso, coinvolgendo diversi membri del consiglio UICI. Dopo varie ipotesi, è stato deciso di affrontare i temi attraverso 6 brevi filmati da distribuire attraverso la rete (benché disabili visivi, sappiamo bene di essere immersi fino al collo nella civiltà delle immagini). La campagna si aprirà con uno spot (circa 30 secondi) per sensibilizzare sulla mo-bilità accessibile (anzi, in-accessibile) a Torino. Seguiranno 5 brevi interviste a tema: lavoro (con Giuseppe Salatino, presidente UICI Torino), Falsi ciechi o false idee? (con Enzo Tomatis, consigliere UICI Torino), trasporti e mobilità (con Nunziata “Titti” Panzarea, consigliera UICI Torino), vita quotidiana (con Oscar Franco, vicepresidente UICI Torino), tecnologia (con Alessio Lenzi, consigliere UICI Torino). Attualmente in fase di lavorazione, i video verranno diffusi in autunno: naturalmente non hanno la presunzione di trattare gli argomenti in modo esaustivo o di riflettere in tutto e per tutto il pensiero di ogni nostro socio (fingendo di ignorare che su moltissimi punti il dibattito è aperto e all’interno della nostra sezione, com’è naturale e sano che avvenga, convivono posizioni diverse). Piuttosto i video vorrebbero essere dei piccoli “sassi nello stagno”, capaci magari di suscitare qualche interrogativo o curiosità, soprattutto da parte di chi non conosce affatto la vita dei ciechi. Vi invitiamo dunque a seguire la campagna stampa e a farla vostra, con-dividendo pareri e proposte, ma anche aiutandoci a diffondere i video attraverso la mail e i social network. Per la realizzazione pratica dello spot e delle interviste ci siamo affidati alla professionalità dell’azienda Tekla Tv, con la quale si è stabilito un prezioso rapporto di collaborazione.

Lorenzo MontanaroAddetto Stampa UICI Torino

“ Bisognerebbe però stare attenti a non cadere nel miracolismo o nella facile retorica dei “supereroi con i superpoteri”. Anche perché spesso sono le azioni più quotidiane e in apparenza banali a nascondere gli ostacoli peggiori.

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Cecità e ipovisione sono mondi complessi e vasti, fatti di mille sfumature, in generale poco conosciuti e difficili da affrontare: un’importante riduzione della capacità visiva, specie quando avviene in età adulta e in modo repentino, costringe alla costruzione di una nuova identità, un passo delicato, che coinvolge non solo il diretto interessato, ma anche le persone a lui vicine.Per questo l’Uici Torino ha predisposto uno sportello di ascolto psicologico rivolto ai soci residenti nella provincia e aperto anche ai loro familiari. L’attività è inserita nel pro-getto “Tempo… per una vita migliore: nuove esperienze!” finanziato dalla Fondazione CRT.Attraverso questa esperienza desideriamo essere ancora più vicini alla vita dei nostri soci. Rispondere a esigenze quotidiane come il lavoro, la mobilità, o l’autonomia do-mestica è fondamentale e tanti dei nostri sforzi vanno proprio in queste direzioni. Non bisogna però mai dimen-ticare che esiste un equilibrio complessivo della persona, fondamentale per un’esistenza serena e piena. In vista di tale obiettivo, può essere prezioso un percorso di autoco-scienza, che, pur senza negare gli indiscutibili limiti legati alla menomazione visiva, porti alla valorizzazione di po-

tenzialità e punti di forza. Non è la prima volta che la nostra sezione organizza per-corsi di questo genere. Recentemente abbiamo però pen-sato di rinnovare la proposta, ponendo l’accento proprio sulla dimensione familiare delle problematiche. Spesso infatti sono i parenti dei disabili visivi a richiedere il con-fronto con un professionista, che possa aiutarli a gestire dinamiche complesse e superare le inevitabili situazioni di incertezza e smarrimento. La Dott.ssa Federica Ariani, psicologa, riceverà in sezione tutti coloro che ne faranno richiesta, per alcuni colloqui finalizzati a fornire un sostegno e – qualora risultasse necessario – porre le basi per un successivo intervento di supporto psicologico, da effettuare attraverso la presa in carico al servizio di riabilitazione visiva di tipo sociale dell’Ospedale Oftalmico. Lo sportello, totalmente gratuito, è attivo ogni martedì. Gli interessati possono lasciate il proprio recapito telefonico contattando la nostra segreteria al numero 011 53 55 67.

Giuseppe Salatinopresidente UICI Torino

Lo sportello di consulenza psicologica, preziosa opportunità per i disabili visivi e le loro famiglie

Albinismo: quei rischi ancora poco conosciutiLe persone affette da albinismo (una malattia genetica consistente nella totale o parziale mancanza di melanina nella pelle, nell’iride e nella coroide, oltre che nei peli e nei capelli) vanno incontro a problematiche complesse, in molti casi ancora poco conosciute. Spesso gli albini hanno anche difficoltà visive ed è per questo che alcuni di loro sono iscritti all’UICI. Grazie a un contatto con l’asso-ciazione Albinit (punto di riferimento per gli albini italiani) e all’interessamento del nostro socio Francesco Puzzo, l’UICI Torino sta pensando di organizzare un incontro, proprio per sensibilizzare sui problemi legati a questa malattia. La prevenzione è fondamentale. Infatti oltre alla disabilità visiva ci sono i pro-blemi cutanei: l’esposizione al sole può essere molto pericolosa e se non si prendono provvedimenti adeguati, si rischia di andare incontro a gravi malat-tie della pelle. Talvolta – questa la denuncia di alcune persone albine – gli stessi medici di base non sono correttamente informati circa i rischi. Da qui la volontà di aprire uno spazio di confronto e informazione rivolto a tut-ti, soci Uici e non. L’incontro, che potrebbe svolgersi in autunno nei locali della nostra sezione, coinvolgerebbe un dermatologo della Clinica Universitaria e un rappresentante dell’associazione Albinit. In questa fase stiamo valutando il livello di interesse. Vi preghiamo dunque di diffondere la notizia presso parenti e amici. Gli interessati possono segnalare la loro adesione (per il momento anche solo indicativa) contattando la segreteria al numero 011 53 55 67.

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L’U.N.I.Vo.C. Cerca volontari

UICI Torino e Lions Club insieme raccolgono occhiali per i Paesi poveri

Attraversare la strada, prendere un autobus o un treno, fare la spesa in un supermercato, andare dal medico, in banca, alla posta o anche solo fare una passeggiata: ecco alcune attività che un vedente svolge in modo automatico e forse senza attribuire loro grande importanza. Ma per chi non vede queste semplici azioni sono in realtà tutt’altro che semplici, possono nascondere ostacoli difficili da superare, qualche volta insormontabili. Ecco allora l’importanza dell’U.N.I.Vo.C. (Unione Nazionale Italiana Volontari pro Ciechi), associazione che, grazie a una rete di volontari, offre accompagnamento ai disabili visivi, soprattutto ai più soli. Per portare avanti la sua insostituibile attività, la sezione torinese U.N.I.Vo.C. è alla ricerca di nuovi volontari, persone che vogliano condividere questo straordinario progetto di solidarietà e di incontro. Nata ad Assisi nel 1992, l’associazione U.N.I.Vo.C. organizza un’attività di accompagnamento personale e gratuito a favore dei ciechi e più in generale dei minorati della vista. E’ presente su tutto il territorio nazionale con circa 60 sezioni provinciali e 3.500 soci volontari. Non ha fini di lucro (nemmeno indiretto). Ha come unico obiettivo il supe-ramento degli ostacoli che impediscono la piena integrazione sociale, culturale e lavorativa dei disabili visivi. L’opera dei volontari, dunque, non si limita a un semplice disbrigo di faccende quotidiane, ma è orientata all’amicizia, alla condivisione e alla vicinanza (soprattutto con le persone che, per varie ragioni, trascorrono da sole gran parte della giornata). Possono diventare soci U.N.I.Vo.C i cittadini maggiorenni che facciano domanda di adesione, impegnandosi a condividere obiettivi e finalità dell’associazione e a destinare una parte del loro tempo libero al volontariato. A Torino l’U.N.I.Vo.C. si trova presso la sede dell’UICI (Unione italiana Ciechi e Ipovedenti), in corso Vittorio Emanuele II 63.

Gli interessati possono telefonare al numero 011 53 55 67 oppure scrivere una e-mail all’indirizzo [email protected]. Per maggiori informazioni è anche possibile consultare il sito www.uictorino.it

Dopo la positiva esperienza in occasione di “Un giorno per la vista”, giornata di preven-zione svoltasi in Piazza Castello il 5 aprile scorso, l’UICI Torino continua a collaborare con il Lions Club Futura Valentino, e ancora una volta per un nobile scopo.E’ infatti pos-sibile consegnare nella nostra sede di corso Vittorio Emanuele II n. 63 gli occhiali usati di qualsiasi tipo, che verranno trattati da un ap-posito laboraorio Lions, per poi essere distri-buiti nelle zone più disagiate del mondo e nei Paesi in via di sviluppo.I Lions sono particolarmente noti per l’opera che svolgono a favore dei non vedenti e delle persone con problemi di vista. Fanno parte del progetto Vision 2020, che ha l’obiettivo di

contribuire ad eliminare le forme di cecità evitabile e curabile entro l’anno 2020. Il progetto, lanciato insieme dall’Or-ganizzazione Mondiale della Sanità e dall’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB), ha coinvolto più di venti Organizzazioni Non Governative internazionali addette alla cura della vista e la prevenzione della cecità. Questa preziosa iniziativa intende – appunto entro il 2020 – impedire a 100 milioni di persone di diventare cieche.

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Oramai si sa, il mondo dei prodotti Apple, iPho-ne, iPod e computer Mac, si è fatto strada nel mondo di ipovedenti e non vedenti.Per aiutare tutti coloro che vogliono avvicinarsi a questo mondo o per aggiornare tutti gli uten-ti circa le ultime novità della “mela morsicata”, dalla fine del 2013 è nato il sito internet www.nvapple.it.All’interno del sito, si possono trovare utili guide per l’apprendimento dei prodotti Apple quali Mac e dispositivi mobili. Il sito offre anche la possibilità di contattare il team che potrà, in ogni momento, risolvere problemi e chiarire dubbi circa il funzionamento dei di-spositivi.Il team è composto da 6 persone che sono, in rigoroso ordine alfabetico: Elena Brescacin, Vainer Broccoli, Gianluca Casalino, Simone Dalmaso, Alessio Lenzi e Vincenzo Rubano.Sono tutti ragazzi molto preparati ed attivi da anni nel mondo dell’informatica legata alla disabilità visiva.Il sito, come oramai accade per tutti i portali di questo tipo, è collegato a tutti i maggiori social network come Facebook e Twitter, così sarà possibile seguire in tempo reale ogni novità che verrà pubblicata.I materiali all’interno del sito sono ben organizzati ed è possibile anche avvalersi di un motore di ricerca interno che ne facilita il reperimento.Senza dubbio, questa nuova risorsa non potrà che far piacere a chi cerca informazione informazioni o desidera approfondire la propria conoscenza in materia di accessibilità di apparecchi Apple.

Alessio LenziResponsabile Comitato Informatico UICI Torino

SPAZIO TECNOLOGIA

Making Sense – Una proposta per sperimentare le capacità dei sensi

Il 22 maggio si è tenuta, presso il Santuario della Consolata, una cena al buio molto speciale, dal titolo “Making Sense”.Da tempo e con sempre maggiore successo le cene al buio testimoniano in modo intelligente la “normale eccezionali-

tà” della disabilità visiva, favorendo un’integrazione sana, oltre che finanziando le attività della polisportiva dell’UICI. Questa volta, però, la cena al buio è stata un’occasione di studio e riflessione, arricchita dagli interventi studiati dall’architetto Rocco Rolli, che per primo ha organizzato queste cene a Torino, e proprio nei sotterranei del chiostro della Consolata. L’insolito menù prevedeva, oltre alle normali pietanze, “co-noscenza al buio di opere d’arte contemporanea, esperien-ze sonore, letterarie, olfattive”. Accattivante, senza dubbio. Dedicarsi ai piaceri della tavola, e, insieme, parlare d’arte e mettere alla prova i sensi. Il tutto nell’oscurità totale, con-dizione naturale per chi non vede, sfida per chi è abituato ad affrontare la realtà con la vista, senso capace di sintesi. Ma per questo anche generalizzante e approssimativo, e la-sciarlo fuori, per una volta, per chi vede può diventare un modo per risvegliare i sensi residui, porgli, anzi, la sfida più grande: fare esperienza della bellezza senza vederla. L’esperimento è iniziato nel pomeriggio, con la visita al Santuario della Consolata condotta da Francesco Fratta, responsabile del settore culturale dell’UICI di Torino. Fratta

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Il 6 giugno scorso è stato presentato al pubblico il nuovo piano dedicato all’archeologia del cinema, primo risultato del progetto “Il Museo per Tutti, il Museo per Te”, realizzato con il contributo della Compagnia di San Paolo e della

Camera di Commercio di Torino. Frutto di un lungo lavoro che ha visto coinvolti specialisti del museo e professionisti esterni appartenenti ad ambiti diversi (tra i quali Rocco Rolli, Fabio Levi e Andrea Lo Cascio), il progetto è nato dalla consapevo-lezza che il Museo si rivolge non a un pubblico indifferenziato ma a pubblici diversi dalle caratteristiche specifiche. Detto altrimenti: il Museo, anzi, un Museo deve essere un luogo di partecipazione e d’inclusione che garantisce a chiunque di muoversi sempre con la massima facilità, in funzione del-le proprie esigenze e dei propri interessi, e per raggiungere questo obiettivo è fondamentale pensare alla progettazione accessibile come a una condizione di partenza necessaria sempre e ovunque, un’opportunità per tutti. Il risultato raggiunto è un piano interamente ripensato che integra suggestivi exhibit e vetrine espositive, modelli visivo-

ha raccontato al gruppo la ricchezza del Barocco custodi-ta nella celebre chiesa torinese, il tripudio di spazi su cui sono intervenuti senza risparmio Juvarra e Guarini, l’altare sontuoso. Grazie alla descrizione e a mappe tattili, l’imma-gine complessiva dell’ambiente inizia a costruirsi, sia per i partecipanti non vedenti, sia per chi aveva indossato una mascherina o occhiali che simulano patologie più o meno gravi della vista. Non vedenti reali e occasionali, dunque, insieme per speri-mentare sia le capacità dei sensi residui, sia i limiti del lin-guaggio nel passaggio dall’esperienza della visione alla cre-azione di una immagine mentale il più possibile completa e ricca. Questo è il tema di una sperimentazione iniziata a di-cembre dello scorso anno, che vede insieme al lavo-ro Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e Parco Arte Vivente, il Politecnico, Tactile Vision onlus, la curatrice Tea Taramino e l’UICI torinese che, insieme a un gruppo di vo-lontari vedenti e non, sta lavorando su come si comunica un’opera d’arte, e di cui questo giornale raccontava già l’in-contro di gennaio al PAV.L’esperienza è proseguita, sempre in condizione di depriva-zione visiva, con la descrizione efficace e suggestiva dell’e-sperto Lino Ferracin del quadro della Madonna delle Grazie e con la visita alla Torre Campanaria, e si è conclusa con la cena al buio. Quanto la vista anticipa del sapore di un cibo? Lasciato solo, il gusto è capace di riconoscere la pietanza? Ne fa esperienza in modo diverso? Alla fine della cena anche un piatto speciale di datteri e ciliegie insieme a pomodorini e

lupini, e persino, irriconoscibili, le giuggiole. E che cosa succede se, tra profumi e sapori, l’attenzione viene attirata su altri sensi? Durante la cena, improvvise, si sono sentite le voci dei celebri attori Carmelo Bene e Leo De Berardinis recitare l’Infinito di Leopardi e Illuminazioni di Rimbaud, e Piero Ciampi cantare Il vino. Piatto finale, la riproduzione tattile di un quadro di Klee, descritta dal testo-guida di Attilio Bertolucci. Esperienza bellissima e spiazzan-te. Chissà, magari un giorno scopriremo che il famoso sesto senso esiste, e che ha molto a che fare con l’arte.

Annamaria CilentoDipartimento Educativo Fondazione

Sandretto Re Rebaudengo

Accessibilità: la nuova area della Mole Antonelliana dedicata all’archeologia del cinema

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Una gita veramente suggestiva, quella organizzata dall’U.N.I.V.O.C. di Torino, il 6 aprile di quest’anno, dedi-cata alla bellezza paesaggistica del lago di Viverone e ai reperti paleolitici e neolitici dell’antica civiltà palafittiana sviluppatasi in quel lago, ora catalogati e conservati nel Museo Garda di Ivrea. Il bacino del lago, a circa 50 km da Torino, è compreso fra la provincia di Torino e quella di Biella e si è formato quan-do, dall’anfiteatro morenico che lo circonda, è precipita-to un grande ghiacciaio formato dalle acquee della Dora Baltea. Quando siamo saliti sul battello, la guida ha comin-ciato a descriverci la zona circostante, le specie acquatiche che popolano questo lago (coregoni, lucci e pesci gatto) e

la flora che lo caratterizza, soffermandosi particolarmente sulla vegetazione natante come ad esempio la castagna d’acqua, la ninfea e il canneto. Da non trascurare l’avifau-na; infatti il lago è popolato da numerosi uccelli stanziali e migratori come il germano reale, la folaga, lo svasso mag-giore e i gabbiani. La guida è poi passata alla rievocazione della scoperta di antiche palafitte all’interno del lago di cui emergeva-no soltanto alcuni pali di legno. Gli storici e gli archeolo-gi, esaminando tutti i reperti sopravvissuti al passare del tempo, hanno così potuto ricostruire questa antica civiltà che, avendo scelto questo territorio per l’abbondanza di acqua, di vegetazione e di fauna, costruì le proprie abita-

tattili, moderne tecnologie digitali e contenuti multimediali aggiuntivi. Si può così apprezzare la bellezza delle 600 ope-re esposte, che hanno acquisito una maggiore visibilità e re-stituito il giusto tributo a una collezione tra le più importan-ti al mondo, ma, per chi fosse interessato, è possibile anche conoscerle a fondo grazie a una migliore leggibilità del ricco apparato didascalico. Un innovativo sistema di didascalie digitali su tablet consente infatti d’ingrandire il testo e mo-dificarne il contrasto, secondo le proprie necessità. Il viaggio dentro quel meraviglioso universo della visione che diede le fondamenta alla nascita del cinema ha una serie di tappe fondamentali simbolizzate dai modelli delle più importanti macchine pre-cinematografiche che si pos-sono toccare ed esplorare con le mani per sperimentare il funzionamento e scoprirne i principi tecnici. Pannelli visivo-tattili con immagini in rilievo e testo ad alta leggibilità e in braille, tag ottici (Qr Code) e tag a sfioramento (NFC) che attivano i contenuti audio (italiano e ingle-se) dei testi presentati nei pannelli, aiutano a comprendere meglio le immagini ancor oggi stupefacenti alle quali queste macchine diedero vita. Un allestimen-to multisensoriale, che affianca ai tradizionali strumenti espositivi (scenografie e media di vario tipo) un uso attentamente studiato del suono (musica, rumori ed effetti sonori speciali), favorisce l’esperienza dell’”immersività” a tutti i vi-sitatori, qualunque sia la condizione fisica, sensoriale, cognitiva, dando loro la possibilità di sperimentare, attraverso le tecnologie odierne, quelle esperienze spettacolari che, più di due secoli fa, già ponevano lo spettatore al centro di un universo visivo artificiale, dandogli la sensazione di essere immerso in un’altra realtà. Era il caso del Panorama e dello spettacolo di Fantasmagoria. Infine, non ultimo, va segnalato che il nuovo percorso proposto offre differenti livelli di approfondimento: dalla segna-lazione delle opere più importanti per il visitatore frettoloso, alla possibilità di conoscere i tesori conservati nei depositi per il visitatore appassionato che vuole scoprire il patrimonio “nascosto” del Museo nelle postazioni video che si alter-nano alle vetrine espositive.La prossima fase del progetto, in via di definizione, prevede il riallestimento del piano dedicato a La Macchina del Cinema per consentire un viaggio multisensioriale nel mondo del cinema.

Donata Pesenti Vicedirettore Museo Nazionale del Cinema

Gli argini del tempo: la visita al lago di Viverone e a Ivrea

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zioni con la tecnica delle palafitte per proteggersi da pos-sibili inondazioni e preservare all’asciutto le provviste e le masserizie. Quando in prossimità dei resti tuttora esistenti il battello ha spento il motore, siamo stati invitati ad im-maginare la vita di allora; è stato come camminare all’in-dietro lungo gli argini del tempo: tutt’intorno un grande silenzio, rotto soltanto dal lieve sciabordio dell’acqua e dal verso sconosciuto di qualche uccello,ci sembrava che da un momento all’altro potessimo udire le voci e i richiami di quei primi abitatori del lago. Nel pomeriggio ci siamo trasferiti ad Ivrea per visitare il Museo Civico Garda, composto dalla sezione archeologica e dalle collezioni di arte orientale e Croff donate da Lucia

Guelpa ed appartenute al cognato A. Croff. Il percorso tattile, situato nella zona archeologica, ci ha permesso di esplorare alcuni interessanti reperti della civiltà neolitica, romana e me-dievale della città. Fra questi quello che assume maggiore importanza è la stele del gromatico, uno strumen-to di cui i romani si servivano per la misurazione del territorio. Con l’a-iuto e la professionalità della guida museale e dell’architetto Rocco Rolli, abbiamo potuto apprezzare la bel-

lezza di alcune lesene, resti di antiche colonne che decora-vano la città di Eporedia, oggi Ivrea, e infine un sarcofago e vari utensili legati alla vita quotidiana e al culto dei defunti. È stata un’esperienza molto interessante che oltre ad aver arricchito le nostre conoscenze storiche ed artistiche, ci ha offerto numerosi spunti di riflessione sullo scorrere del tempo e sul mutamento dei costumi, dell’arte, dei criteri di costruzione e dei materiali usati. Tutti i partecipanti sono stati concordi nell’affermare che si è trattato di un’ottima scelta che, come sempre, ha saputo coniugare lo svago e la convivialità con l’arricchimento culturale.

Flavia Navacchia

Juventus, gioventù: questo è il tuo nome Domenica, 11 maggio, in un pomeriggio ventoso e pieno di sole, siamo finalmente riusciti a realizzare il desiderio di molti nostri soci. Grazie all’impegno del comitato del-le pari opportunità della sezione provinciale di Torino dell’UICI e in collaborazione con l’I.ri.fo.R., dopo gli oppor-tuni contatti con la direzione del museo, abbiamo potuto visitare il nuovo “Juventus Stadium”.Peccato che non si sia potuta realizzare, nel breve tempo a nostra disposizione, una mappa tattile che ci avrebbe si-curamente aiutato ad orientarci meglio nello spazio: tuttavia la preparazione e la disponibilità della guida che ci ha accolto, la signorina Daniela, ci hanno consentito di superare molte difficoltà. La visita è iniziata dal settimo livel-lo dello stadio, quello più alto: qui ci sono state illustrate le caratteristiche della grande copertura sospesa sopra gli spalti; essa, infatti, è stata studiata nella galleria del vento ed è sostenuta da due grandi tiranti ispirandosi al pro-filo delle ali degli aerei: si tratta di una struttura estremamente flessibile, leg-gera e trasparente, al fine di permette-re un’ottima visione del campo in ogni

condizione.La guida ci ha poi informato che la struttura esterna è composta da molti pannelli in alluminio che giocano sul-le sfumature del grigio e del bianco e che, secondo il suo designer, l’architetto Giugiaro, danno a chi vede l’effetto di una bandiera in movimento.Successivamente la guida ci ha condotto nei livelli inferiori, tutti molto interessanti e descritti con grande accuratezza. In primo luogo le tribune d’onore, in tutto otto a cui hanno

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accesso i componenti e gli amici della famiglia Agnelli e gli azionisti della società. Davvero splendida quella della famiglia Agnelli, con la grande terrazza, le piante di cedro e di limoni. Altrettanto interessante è stato visitare il livello dedicato alle conferenze e alla stampa: ogni sala è arreda-ta in modo sobrio ed elegante e la sala stampa dispone di ben 144 postazioni fruibili dai giornalisti che la rendono, in questo senso, la più grande d’Europa. Siamo poi scesi al livello degli spogliatoi che sono preceduti da una sala in cui si trovano le poltrone assegnate a ciascun giocatore, luogo questo in cui l’allenatore da i suoi ultimi consigli tec-nici primo dell’uscita in campo della squadra. Vengono poi le stanze, grandi comode e accessoriate, degli spogliatoi veri e propri. Infine abbiamo percorso il corrido-io che immette nel campo di gioco: un’atmosfera strana; un campo di gioco vuoto, infatti, è qualcosa di surreale, come una scuola senza alunni in cui, però, si può dar spa-zio all’immaginazione. Il cuore rievoca pensieri, emozioni, ricordi, gioie e rimpianti, che fanno tutti parte dell’attacca-mento e dell’amore per la propria squadra. In quel campo deserto, per provare l’efficiente tecnologia degl’impianti

acustici, abbiamo gridato tutti insieme: “VIVA JUVE” e questo saluto, questo ringraziamento era rivolto all’allena-tore Antonio Conte e a tutti i giocatori, sia ai titolari che alle riserve, in quanto l’impegno e lo sforzo comune di ognuno ha permesso, anche quest’anno, di conquistare il trentesimo scudetto (per noi il trentaduesimo). Il tutto si è concluso con la visita del museo dove si posso-no ammirare tutti i trofei ottenuti dalla Juve durante la sua lunga storia; inoltre alcuni schermi televisivi proiettano le fasi salienti di alcune partite storiche, impresse indelebil-mente nella mente dei tifosi.Si è trattato di un esperienza decisamente positiva, che sarebbe stata ancora più coinvolgente se, dopo la visita, avessimo potuto incontrare alcuni giocatori ed assistere ad una partita vera e propria, gioendo e soffrendo insieme a tutti gli altri spettatori. Un grazie riconoscente a chi ci ha concesso di accedere a questo stadio super tecnologico e di conoscerlo in tutte le sue parti.

Titti Panzarea

UN COMPLEANNO IN BATTELLOIn battello sul Po per una ricorrenza speciale. Forse nem-meno lui si sarebbe immaginato di festeggiare così il suo compleanno, guardando Torino da una prospettiva di-versa, insieme agli amici di una vita. E invece è questo il regalo che i suoi familiari hanno pensato e preparato per lui. Il protagonista è Carlo, storico volontario della sezione U.N.I.Vo.C. Torino, noto per la generosità e l’impegno con cui affianca, ormai da molti anni, le persone non vedenti. In occasione della sua festa, l’U.N.I.Vo.C., avendo ricevu-to un contributo dagli amici e dalla famiglia, ha deciso di regalargli una mini-crociera di due ore lungo il Po, a bor-do del battello Valentina. Con una particolarità: l’invito è stato esteso all’intera sezione U.N.I.Vo.C., una proposta molto apprezzata dai soci, come dimostra l’alto numero di adesioni. Così sabato 7 giugno, mentre la città si lasciava avvolgere dal primo caldo della stagione, un folto gruppo di per-sone non vedenti, accompagnatori, volontari e amici si è assiepato vici-no all’imbarco dei Murazzi, in attesa di prendere posto a bordo. L’intera imbarcazione è stata messa a di-sposizione dell’U.N.I.Vo.C., cosa che ha favorito l’instaurarsi di un clima familiare e spensierato, all’insegna della convivialità. Non appena infatti il battello ha iniziato a scivolare dolce-mente tra le onde del Po, i passeggeri hanno messo da parte le ordinarie preoccupazioni in nome di uno spiri-

to da comitiva, tra chiacchiere, risate, canzoni e gradevoli spuntini. Il tutto, naturalmente, coronato da un caloroso brindisi per il festeggiato. Grazie alla presenza di una guida turistica è stato inoltre possibile conoscere luoghi e aneddoti sulla città, cartoline color seppia di una Torino d’altri tempi, quando era pos-sibile fare il bagno nel Po e quando i canottieri del circolo Cerea, per poter entrare nel sodalizio, dovevano giurare solennemente di condurre una vita sobria e lontana da vizi, in pieno “stile subalpino”. A nome dell’intera sezione U.N.I.Vo.C., grazie a Carlo e ai suoi familiari per questa bella esperienza

Laura Nanni Presidente U.N.I.Vo.C. Torino

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Il cake design è una disciplina importata dagli Stati Uniti, dove, chi ha avuto la fortuna di andarci lo può confermare, le vetrine delle pasticcerie tra-boccano di dolci colorati, torte monumentali , macarons, lollipops e piccoli cup cake, pasticcini per il tè. Un’infinita scelta di zuccherosi dolcetti che non solo sono buoni ma soddisfano il piacere della vista. Ecco appunto, il piacere di guardarli e sapere che i propri dolci sono contemplati ancor prima che gustati, la domanda viene da sé: un cor-so di cake design organizzato con l’Unione ciechi può essere una sfida raccolta dagli appassionati di pasticceria e cucina? La risposta, di un’ entusiasta Titti Panzarea non ha tardato ad arrivare: “Certo che il cake design si deve aprire al mondo dei cie-chi e ipovedenti”. Come giustamente sottolinea Titti, il piacere di stare ai fornelli e preparare per i

propri ospiti piatti succulenti non esula dalla presentazione e decorazione degli stessi. Bene, si parte! Il sostengo di Titti è fondamentale, la sfida è importante: il corso non deve essere riservato ai soli iscritti dell’Unione, devono poter partecipare tutti coloro che amano questa disciplina. È così è stato: una piacevole giornata, dove il cake designer Fabio Orlando ha insegnato a modellare la pasta di zucchero, utilizzare i coloranti alimentari e creare simpatici topper con cui decorare le proprie torte. Successo strepitoso, tanto che le opere saranno esposte in occasio-ne del concorso nazionale di cake design Les Fabiens, che si terrà a Cherasco presso la chiesa di San Gregorio dal 13 al 28 settembre. L’incontro tra Fabio Orlando e i suoi “allievi” è stato formativo e di-vertente, si considera la possibilità di continuare con altri corsi dopo la pausa estiva, perché, come spiega Fabio, la pasta di zucchero deve essere lavorata sapientemente ma con una temperatura ambientale che non comprometta l’opera ultimata. Durante la giornata, è avve-

nuto ciò che io e Titti spe-ravamo, si è trattato di uno scambio reciproco: Fabio ha messo a disposizione la sua capacità professionale e il suo sapere tecnico, gli allievi l’abilità manuale che è alla base del cake design. La disabilità visiva non ha quindi in nessun modo rappresentato un ostacolo alla riuscita del corso, anzi, il sapiente lavoro di mani, l’utilizzo degli strumenti di pasticceria hanno permesso ai partecipanti ve-denti di rendersi conto ancora una volta che non apparteniamo a mondi diversi. Il progetto nel quale abbiamo creduto era motivato da un’idea di base condivisa tra tutti. Vorremmo infatti che si superasse il concetto di cor-si destinati esclusivamente alle persone con disabilità visiva: corsi di danza, di trucco, di cucina posso essere aperti a tutti i partecipanti appassionati alla disciplina in questione. Speriamo che il progetto, il primo in Piemonte, possa trovare l’interesse del-

Il cake design, che passione. E la disabilità visiva non è un ostacolo

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Ci salverà una risata. L’ironia è una specie di interruttore: «o scatta o non scatta. Se non scatta hai tutto il diritto di arrab-biarti o di essere depresso. Però se scatta ti può cambiare la vita. Per noi è stato così». Tornano in libreria le avventure di Pipistrello, Talpa e Fanale, tre personaggi così veri da sembrare pura invenzione letteraria, picareschi antieroi dei nostri giorni capaci di mettere sottosopra, insieme alle loro stesse vite, tanti pregiudizi e stereotipi sulla disabilità visiva. Il volume Il pianeta ciecagna, edito recentemente dalla casa valdostana End (Edizioni Non Deperibili) raccoglie due libri, Cronache dalla Ciecagna e Colpo di stato a Ciecagna. Gli autori: Sergio Prelato, Marco Pronello e Sergio Polin, tre amici della nostra sezione. La loro esperienza di scrittori prende avvio una decina di anni fa, in maniera apparentemente fortuita. «Ci siamo ritro-vati a parlare dopo un allenamento di canottaggio - racconta Sergio Prelato - Era stata per tutti e tre una giornata dura, nella quale ciascuno aveva raccolto la sua “perla” dal pianeta dei vedenti. Non so, il collega che dopo tre anni di lavoro ti avvicina per dirti che “sei davvero un fenomeno a salire le scale da solo”, oppure la distinta signora che alla fermata dell’autobus vuole sapere se il tuo cane giuda sa leggere i numeri dei mezzi». Passando da una “chicca” all’altra, da una quotidiana disavventura all’altra, inizia a emergere un canovaccio elementare. Che poi nel tempo si sviluppa e si amplia. Gestire una narrazione a più mani è sempre complicato, ma «ci siamo lasciati conquistare dalla “febbre” della creativi-tà, cosa che ha ulteriormente rafforzato la nostra amicizia – prosegue Prelato – Abbiamo notato che lo stile di Marco (Pronello), più elaborato ed elegante, si sposava bene col mio, molto asciutto. Sergio (Polin), oltre che aver ispirato uno dei personaggi e scritto di suo pugno alcune parti, era soprattutto il nostro consulente». Una specie di cartina di torna-sole: «se leggendo i capitoli rideva a crepapelle sapevamo di aver fatto un buon lavoro». Il risultato è una cronaca grottesca e a tratti esilarante, che catapulta i tre disabili visivi in una loro giornata tipo, narrata dall’ora della sveglia fino a sera: i fatti sono tutti veri (o quasi), benché totalmente riplasmati dal filtro della comicità. E guardando sotto le maschere della commedia si possono scovare tanti frammenti di vita, descritti ora con bonaria ironia, ora con tagliente amarezza. Storie di battaglie degne di Don Chisciotte, ordinarie e straordinarie fatiche, vedenti più ciechi dei ciechi. Nel secondo libro, poi, il tutto diventa ancora più iperbolico, giacché i nostri tre antieroi da comuni cittadini si trasformano in spietati gangster, «anche se fin dalla prima pagina si capisce che non faranno del male a una mosca, se non altro perché sono dei polli, totalmente sprovveduti». Nelle stralunate storie di Ciecagna serietà e leggerezza, realtà e finzione si compenentrano di continuo: l’obiettivo non è banalizzare o ridicolizzare la disabilità (condizione che gli autori vivono sulla loro pelle) ma semplicemente leggerla da un’altra angolazione. La ripubblicazione dei libri porta con sé anche una nota dolorosa: Sergio Polin, in arte “pipistrello” è mancato di recente e la sua improvvisa scomparsa è stata un duro colpo per tutti, compresi ovviamente gli altri mem-bri dello storico “triumvirato”. Eppure, in qualche modo, la vita non si ferma. Ed è forse anche per non perdere i frutti di un’amicizia così preziosa che Prelato e Pronello, affiancati da un nuovo autore, Tiziano Storai, si sono rimessi al lavoro. Dobbiamo così aspettarci nuove avventure dalla Ciecagna, questa volta con l’intervento di un misterioso inquisitore.

Lorenzo Montanaro

Dalla “Ciecagna” con ironia

le altre sedi ed essere “esportato”, per cer-care di sensibilizzare la cittadinanza così che il preconcetto tra disabile e normodotato sia definitivamente superato. Ma la novità e la ricchezza del progetto proposto dall’Unio-ne e da Les Fabiens è la beneficenza: parte del ricavato è stato infatti donato a Padre Sandro Faedi, missionario della Consolata, che attualmente lavora in Mozambico, per sostenere la realizzazione di un centro in-fantile e di promozione della donna.

Federica Miraglia

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