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SANITÀ La storia/2 PAOLA ITALIANO La storia/1 MARCO ACCOSSATO V oci, musiche, testi- monianze, applau- si di centinaia di persone per ri- spondere al silen- zio. I cittadini di San Salvario hanno ribadito dalla piazza il loro «no» alla riconversione dell’ospedale Valdese, destina- to a perdere il reparto di Seno- logia e a diventare struttura post-acuzie. Il quartiere è feri- to dal rischio di perdere un'ec- cellenza, ma forse ancor più dalle modalità con cui sta av- venendo: senza che si sia mai aperto un confronto. Innume- revoli le sigle, dal mondo della politica all'associazionismo, al- le comunità religiose che ieri sera sono intervenute in dife- sa della struttura sotto la tet- toia di piazza Madama Cristina. Se don Piero Gallo ha parla- to non solo da parroco ma an- che da ex paziente dell’ospeda- le, che ne apprezza il valore, il pastore valdese Eugenio Ber- nardini sottolinea gli accordi non rispettati: «La commissio- ne per lo sviluppo della pro- grammazione sanitaria non è mai stata convocata da quando si è insediata la nuova Giunta re- gionale. Temeva- mo fosse il prelu- dio di quello che poi abbiamo ap- preso solo dai giornali. Abbiamo continuato a chiedere incontri, abbiamo mandato ora anche una lettera ufficiale. Speriamo che questa volta ci ascoltino». Di lettere alla Regione, il pre- sidente della Circoscrizione Ma- rio Levi ne ha mandate almeno tre. Ha spedito l'ordine del gior- no votato in Consiglio e più di una convocazione alle Commis- sioni. Risposte, zero: «Solo una telefonata dell'assessore Monfe- rino che ribadiva che non inten- deva discuterne. L'arroganza di questi signori ha sempre impe- dito loro di venire a spiegare». Gli interventi sono stati spesso interrotti da applausi dei citta- dini, molti dei quali indossava- no le magliette con la scritta «Difendiamo il Valdese». Accla- mato soprattutto quello di Bep- pe Avogliero, medico e segreta- rio dell'Anaao, che ha riservato un ringraziamen- to speciale a un cittadino «senza volto»: si tratta di Giuseppe Rug- giero, persona che ha lanciato la petizione on-line in difesa del- la struttura, firmata da oltre 7200 persone - e nuove sotto- scrizioni si aggiungono ogni giorno - ma che a tutt’oggi non si è palesato pubblicamente. L'elenco dei grazie di Avogliero sembra quasi avere i toni com- mossi di una resa, ma lui garan- tisce: «Non ci arrendiamo. Spe- ranza è una parola grossa, spe- cie quando non hai un interlocu- tore, ma ci batteremo fino in fondo». Il quartiere in piazza “Lasciateci il Valdese” L’ ospedale Ame- deo di Savoia tra- sloca, ma potreb- be restare a Tori- no. Abbandona- ta l’ipotesi del trasferimen- to all’Hopital du Piemont di Settimo, prende corpo la nuova destinazione: l’ex isti- tuto salesiano Richelmy, og- gi in parte cantiere. Una struttura accanto al Maria Vittoria, che consentirebbe - secondo il commissario dell’Asl To2 - di portare nei nuovi spazi i 104 letti dell’at- tuale ospedale per malattie infettive, oltre ai 25 destina- ti al Day hospital. Nella sede di via Medail sarebbe possi- bile trasferire anche la divi- sione del professor Cara- mello oggi al San Giovanni Bosco, i laboratori, «e si risol- verebbe anche i problemi di spazio del Maria Vittoria dan- do una collocazione alla riso- nanza magnetica e all’Anato- mia patologica», sottolinea Manuguerra. «Secondo il piano sanita- rio - conferma il commissario - l’Amedeo di Savoia verrà presto dismes- so, molto prima dell’Oftalmico: una struttura del genere non può essere spez- zettata, ma de- ve far parte di un ospedale ge- nerale. Quindi ho preso con- tatti con la proprietà dell’ex Richelmy e lo spostamento è fattibile: anche l’Aress mi ha già dato due volte parere fa- vorevole». Il progetto riguarderebbe soltanto metà dell’intero ex istituto Richelmy. La parola ultima spetta ovviamente alla Regione, ma l’ospedale ha già detto sì: «Prima di qualsiasi decisione - prosegue il dottor Manuguerra - convocherò le associazioni, i sindacati e il personale. Ma posso dire che i capi dipartimento e i primari contattati sono favorevoli». L’idea, in realtà, non è nuo- va. Già all’epoca della direzio- ne del dottor De Intinis si pen- sò allo stesso trasloco, pro- prio per avvicinare l’Amedeo di Savoia al Maria Vittoria. Ipotesi abban- donata, perché gli ingegneri che hanno poi elaborato il pro- getto alternati- vo (mai trasfor- mato in cantiere) ritennero i 7 mila metri quadri di spazio su cinque piani del Richelmy in- sufficienti a ospitare l’intero Amedeo di Savoia. «Un solo reparto da 40 letti - osservaro- no - richiede 3560 metri qua- dri complanari, più lo spazio per le strutture tecniche di supporto». Oggi la planime- tria è stata ripresa in mano dal Commissario e il progetto considerato invece fattibile con due anni di lavori. L’Amedeo di Savoia trasloca al Richelmy Pronto il progetto dell’Asl2 per restare a Torino Centinaia di persone alla manifestazione Trasferito L’ospedale abbandona i padiglioni Riconvertito La struttura perderà tutti i reparti LE PERPLESSITÀ In passato l’ipotesi fu bocciata: «Spazi insufficienti» Verso la trasformazione Secondo i progetti della Regione, l’ospedale Valdese è destinato alla riconversione: sarà trasformata in una struttura per la riabilitazione, oltre a mantenere gli ambulatori LA POLEMICA «La trasformazione è stata decisa sulle nostre teste» L’ex scuola salesiana L’istituto salesiano di via Medail ospitava la scuola media e il ginnasio: ora è un cantiere che consentirebbe all’Asl di disegnare gli spazi secondo le esigenze dei reparti 56 Cronaca di Torino LA STAMPA SABATO 21 APRILE 2012 T1 T2 PR

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Page 1: Ilquartiereinpiazza traslocaalRichelmy “LasciateciilValdese”€¦ · TORINO torino.repubblica.it REDAZIONE DI TORINO Via Bruno Buozzi, 10 | 10123 | tel. 011/5169611 | fax 011/533327

SANITÀ

La storia/2PAOLA ITALIANO

La storia/1MARCO ACCOSSATO

Voci,musiche, testi-monianze, applau-si di centinaia dipersone per ri-spondere al silen-

zio. I cittadini di San Salvariohanno ribadito dalla piazza illoro «no» alla riconversionedell’ospedaleValdese, destina-to a perdere il reparto di Seno-logia e a diventare strutturapost-acuzie. Il quartiere è feri-to dal rischio di perdere un'ec-cellenza, ma forse ancor piùdalle modalità con cui sta av-venendo: senza che si sia maiaperto un confronto. Innume-revoli le sigle, dal mondo dellapolitica all'associazionismo, al-le comunità religiose che ierisera sono intervenute in dife-sa della struttura sotto la tet-

toia di piazzaMadama Cristina.Se don Piero Gallo ha parla-

to non solo da parroco ma an-che da ex paziente dell’ospeda-le, che ne apprezza il valore, ilpastore valdese Eugenio Ber-nardini sottolinea gli accordinon rispettati: «La commissio-ne per lo sviluppo della pro-grammazione sanitaria non èmai stata convocata da quandosi è insediata lanuova Giunta re-gionale. Temeva-mo fosse il prelu-dio di quello chepoi abbiamo ap-preso solo daigiornali. Abbiamo continuato achiedere incontri, abbiamomandato ora anche una letteraufficiale. Speriamo che questavolta ci ascoltino».Di lettere alla Regione, il pre-

sidente della CircoscrizioneMa-rio Levi ne ha mandate almenotre. Ha spedito l'ordine del gior-no votato in Consiglio e più diuna convocazione alle Commis-sioni. Risposte, zero: «Solo unatelefonata dell'assessoreMonfe-rino che ribadiva che non inten-

deva discuterne. L'arroganza diquesti signori ha sempre impe-dito loro di venire a spiegare».Gli interventi sono stati spessointerrotti da applausi dei citta-dini, molti dei quali indossava-no le magliette con la scritta«Difendiamo il Valdese». Accla-mato soprattutto quello di Bep-pe Avogliero, medico e segreta-rio dell'Anaao, che ha riservato

un ringraziamen-to speciale a uncittadino «senzavolto»: si trattadi GiuseppeRug-giero, personache ha lanciato

la petizione on-line in difesa del-la struttura, firmata da oltre7200 persone - e nuove sotto-scrizioni si aggiungono ognigiorno - ma che a tutt’oggi nonsi è palesato pubblicamente.L'elenco dei grazie di Avoglierosembra quasi avere i toni com-mossi di una resa, ma lui garan-tisce: «Non ci arrendiamo. Spe-ranza è una parola grossa, spe-cie quando non hai un interlocu-tore, ma ci batteremo fino infondo».

Il quartiere in piazza“Lasciateci il Valdese”

L’ospedale Ame-deo di Savoia tra-sloca, ma potreb-be restare a Tori-no. Abbandona-

ta l’ipotesi del trasferimen-to all’Hopital du Piemont diSettimo, prende corpo lanuova destinazione: l’ex isti-tuto salesiano Richelmy, og-gi in parte cantiere. Unastruttura accanto al MariaVittoria, che consentirebbe- secondo il commissariodell’Asl To2 - di portare neinuovi spazi i 104 letti dell’at-tuale ospedale per malattieinfettive, oltre ai 25 destina-ti al Day hospital. Nella sededi via Medail sarebbe possi-bile trasferire anche la divi-sione del professor Cara-

mello oggi al San GiovanniBosco, i laboratori, «e si risol-verebbe anche i problemi dispazio del Maria Vittoria dan-do una collocazione alla riso-nanza magnetica e all’Anato-mia patologica», sottolineaManuguerra.«Secondo il piano sanita-

rio - conferma il commissario- l’Amedeo di Savoia verràpresto dismes-so, molto primadell’Oftalmico:una strutturadel genere nonpuò essere spez-zettata, ma de-ve far parte di un ospedale ge-nerale. Quindi ho preso con-tatti con la proprietà dell’exRichelmy e lo spostamento èfattibile: anche l’Aress mi hagià dato due volte parere fa-vorevole».Il progetto riguarderebbe

soltanto metà dell’intero existituto Richelmy. La parolaultima spetta ovviamente allaRegione, ma l’ospedale ha giàdetto sì: «Prima di qualsiasidecisione - prosegue il dottor

Manuguerra - convocherò leassociazioni, i sindacati e ilpersonale.Ma posso dire che icapi dipartimento e i primaricontattati sono favorevoli».L’idea, in realtà, non è nuo-

va. Già all’epoca della direzio-ne del dottor De Intinis si pen-sò allo stesso trasloco, pro-prio per avvicinare l’Amedeodi Savoia al Maria Vittoria.

Ipotesi abban-donata, perchégli ingegneriche hanno poielaborato il pro-getto alternati-vo (mai trasfor-

mato in cantiere) ritennero i 7mila metri quadri di spazio sucinque piani del Richelmy in-sufficienti a ospitare l’interoAmedeo di Savoia. «Un soloreparto da 40 letti - osservaro-no - richiede 3560 metri qua-dri complanari, più lo spazioper le strutture tecniche disupporto». Oggi la planime-tria è stata ripresa in manodal Commissario e il progettoconsiderato invece fattibilecon due anni di lavori.

L’Amedeodi Savoiatrasloca al Richelmy

Pronto il progetto dell’Asl2 per restare a Torino Centinaia di persone allamanifestazione

Trasferito L’ospedaleabbandona i padiglioni

Riconvertito La strutturaperderà tutti i reparti

LE PERPLESSITÀ

In passato l’ipotesifu bocciata:

«Spazi insufficienti»

Verso la trasformazioneSecondo i progetti della Regione, l’ospedale Valdese è destinato alla riconversione: sarà

trasformata in una struttura per la riabilitazione, oltre a mantenere gli ambulatori

LA POLEMICA

«La trasformazioneè stata decisa

sulle nostre teste»

L’ex scuola salesianaL’istituto salesiano di via Medail ospitava la scuola media e il ginnasio: ora è un cantiere che

consentirebbe all’Asl di disegnare gli spazi secondo le esigenze dei reparti

56 Cronaca di TorinoLA STAMPA

SABATO 21 APRILE 2012

T1 T2 PR

Sabrina
Evidenziato
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TORINOtorino.repubblica.it

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SABATO 21 APRILE 2012

AO

TO

a cura di Provincia

di Torino e Arpa Piemonte

Estremi del mesedal 1753 al 2012

Limite pioggia/neve oggi

Società Meteorologica Italiana - www.nimbus.it diretta da Luca Mercalli - Elaborazione grafica: Centimetri.it

Variabile sulle Alpi e in Valle d'Aosta con nubi

più estese dal pomeriggio e rovesci

inizialmente sulle alte vallate verso la Francia,

più intensi dalla serata e nella notte tra Valle

d'Aosta e Ossola. Inizialmente soleggiato su

pianure e colline, con nubi in aumento e

qualche temporale in serata sul nord

Piemonte; rimangono maggiori schiarite a sud

del Po. Temperature in aumento.

1

2

3

4

5

Ottima

Buona

Accettabile

Cattiva

Pessima

Temperature (C˚) Umidità relativa

Ieri

Un anno fa

19.8

24.2

8.5

10.8

80%

36%

Alle 8

Alle14

Nord

Sud

1500

1800

OGGI DOMANIPrevisioni Qualità dell’aria Precipitazioni

Max. IeriMin.Torino TorinoNella notte si esauriscono i rovesci e

temporali su Valle d'Aosta e nord Piemonte,

con neve in calo fin verso i 1000-1200 metri.

Soleggiato in giornata salvo velature e nubi

sparse sui rilievi nel pomeriggio, più estese

tra Biellese e Ossola con possibilità di qualche

isolato rovescio. Temperature stazionarie, con

massime sui 20-21 gradi in pianura. Altri

rovesci lunedì pomeriggio.

TO

AO

Previsioni

Ieri fino alle 19

Totale del mese

Media del mese

dal 1802 al 2012

Aprile più piovoso

0,0 mm

101,6 mm

92 mm

1918 - 430 mm

04/04/1790 Min.

09/04/2011 Max.

-3.3

33.5

Tante domande senza risposta intorno al sicario col casco. Il primario: risveglio possibile ma pieno di incognite

Agguato a Musy, un mese di misteroIl consigliere resta in coma, ancora senza volto il killer mancato

AD UN mese esatto dal-l’agguato è ancora sen-za un nome e senza un

volto il misterioso sicario cheha ridotto in fin di vita il pro-fessor Alberto Musy, avvocatoe consigliere comunale delTerzo Polo. Dopo un mese diindagini pochi sono i puntichiari e ancora troppi i miste-ri, cominciando dal moventesino ad arrivare alla dinamicadella sparatoria. Musy, intan-to, resta in coma: «Il risveglio èpossibile — spiega il neuro-rianimatore Mario Illengo —ma per ora resta un’incognita.E ci vorrà tempo per valutare idanni subìti dal paziente».

PONTE E STRIPPOLIALLE PAGINE II E III

Alta tensionetra Cotae l’ateneosulla sanità

Il retroscena

Il referendum

Caccia, si cercal’intesa

per risparmiare22 milioni

VERA SCHIAVAZZIA PAGINA XI

MARCO TRABUCCO

«PROBLEMI tra noie l’Università?No, davvero non

ce ne sono. Anzi proprio inquesti giorni ci siamo in-contrati più volte, e abbia-mo avviato un confronto.Proficuo, a patto che ci sia,come sono convinto sarà,chiarezza di ruoli» dice l’as-sessore alla sanità regiona-le Paolo Monferino in mar-gine a un incontro sullariforma sanitaria organiz-zato in piazza Bernini dal-l’Ufficio Pio della Compa-gnia di San Paolo.

SEGUE A PAGINA XIV

Maroni, la scopanon ramazzain Piemonte

La lettera

DAVIDE GARIGLIO*

CARO direttore, dal cappio in mano sven-tolato in Parlamento nel

1993 al cappio al collo, solo delbuon senso per fortuna. È il per-corso della Lega che non smet-te mai di sorprendere. In nega-tivo però.

L’ultima beffa ai piemontesiè stato il voto in Consiglio regio-nale in cui la Lega si astenuta (el’astensione corrisponde a votocontrario) sull’emendamentoalla finanziaria del Pd che chie-deva che i bilanci dei gruppiconsiliari venissero “rendicon-tati” analiticamente e pubbli-cati online. Per dare un’ideadelle cifre del finanziamento,un gruppo di 12 consiglieri, co-me quello di Lega e Pd, percepi-sce circa sei milioni di euro a le-gislatura. Perché non approva-re questa proposta? Sicura-mente il gruppo consiliare del-la Lega Nord non ha investi-menti in diamanti o soldi inTanzania da nascondere, dun-que non dovrebbe avere alcunproblema a far sapere comespende i suoi soldi. Confidiamoche il nuovo corso della LegaNord, con la rottura del famige-rato “cerchio magico” in cui ilnostro presidente Roberto Cotaera immerso, possa indurre an-che i dirigenti leghisti piemon-tesi ad un ripensamento delleproprie decisioni politiche.

SEGUE A PAGINA XIV

Il personaggio

Il nuovo film di Amelio“Quel Camus sono io”GIAN LUCA FAVETTO

QUESTO è il mio Camus,dice. Gianni Amelio si ap-poggia al bracciolo e in-

dica con il dito, lassù sul grandeschermo del cinema Romano. Ilgesto è un po’ trattenuto, comese non osasse farlo completo, ri-piega il braccio, raccoglie l’indi-ce fra le altre dita, si accartoccianella poltrona in quinta fila, nelsuo fagotto di maglione e giub-bone, però gli occhi rimangonoincollati su quel volto in primopiano. Brillano e sorridono.

SEGUE A PAGINA XIX

L’inchiesta

Movida San Salvario“Avremo 250 locali”

UNA trasformazionegraduale, cominciatacirca due anni fa e che

ha fatto diventare San Salva-rio il “cuore” della movida to-rinese. Si susseguono leaperture di vinerie, bar, risto-ranti: entro l’estate, si conte-ranno, nella zona circa 250locali. L’area “calda” è quellache comprende le vie Baretti,Principe Tommaso, Berthol-let e Gioto. Ma i residenti pro-testano: «Per noi solo disagi,le nostre notti sono un infer-no».

GUIDO ANDRUETTOA PAGINA XVI

La Sabauda da riscoprire

Le due Reggee i quadri del re

ALLE PAGINE XXII E XXIII

Mostra a Palazzo Reale

BRICIOLE DI LAVOROSUL FUOCO NO TAVSALVATORE TROPEA

La maledizione Tav colpisce ancora. Po-trebbe sembrare così, se non fosse che lamaledizione, quella biblica o quella di

Montezuma o altra ancora, hanno poco da spar-tire con questa vicenda che è invece l'ennesimopasticcio di una politica che spesso guarda sen-za vedere, decide senza pensare, rende difficili

le cose semplici e si complica la vita accontentandosi del-l'effetto annuncio, salvo poi ritrovarsi travolta dall'onda diritorno di scelte pensate e realizzate da altri. In non pochi ca-si lasciati liberi di muoversi senza quella diligenza e quel-l'attento e puntiglioso controllo che dovrebbero essere laregola da non perdere mai.

SEGUE A PAGINA V

ILCOMMENTO

A Torino l’esempio opposto di quel che accade in Valsusa

Appalti a aziende localinel cantiere che costruiscela torre della Regione

IL GIORNO dopo le polemiche per le briciole assegnate alle im-prese piemontesi nei primi lavori per l’alta velocità e la secon-da canna del Frejus, da Torino arriva l’esempio che coinvolge-

re le aziende locali è possibile. Al Lingotto, dove si lavora al gratta-cielo di Fuksas, destinato a ospitare la Regione, buona parte dei su-bappalti sono finiti a ditte che hanno sede nel territorio. «Siamo unesempio virtuoso» dice l’assessore regionale al Bilancio Quaglia.

GIACOSA A PAGINA V

Catturato mentre scambiaimmagini con un agente

Il pedofilocade nella retetelematicaManettein direttaOTTAVIA GIUSTETTIA PAGINA IX

Lettera invito dell’assessore ai supermercati

“Chiudete per le due feste civili”

Battaglia su 25 Aprile e Primo Maggio IL SERVIZIO A PAGINA IX

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CRONACATORINO n XIV

SABATO 21 APRILE 2012

la Repubblica

La lettera

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(segue dalla prima di cronaca)

MARCO TRABUCCO

LO FA in un momento delicatonei rapporti tra la RegionePiemonte e l’ateneo: proprio

la riforma della sanità e ancor piùl’imminente partenza della faseoperativa della Città della Salutestanno infatti mettendo qualchegranello nell’ingranaggio delle rela-zioni tra Università e Regione. Cosìl’incontro «al vertice» di giovedì epoi le «troppo» diplomatiche paro-le scambiate ieri a suon di comuni-

cati tra Monferino e il rettore EzioPelizzetti, sono sembrate il sintomodi un disagio.

Che l’assessore non smentisce:«So che in Università sono rimastiun po’ male perché nella nuova di-visione delle aziende ospedalierevarata con la riforma è scomparsal’accezione “universitaria” alla Mo-linette. È successo perché ne abbia-mo accorpate tre (Molinette,Sant’Anna-Regina Margherita eCto ndr). Non abbiamo però nullain contrario a ripristinare quella“U”, anzi sarà fatto. Ma nel rispetto

delle rispettive competenze». Monferino le ha chiarissime: «Al-

la Regione tocca il compito di go-vernare e programmare il sistemasanitario. All’Università la forma-zione, la didattica, la ricerca e l’assi-stenza. Ed è nostro dovere metterea disposizione dell’ateneo tutti glistrumenti perché possa svolgerequel compito».

Insomma basta con le ingerenzee le resistenze che dalla facoltà diMedicina sono arrivati su piani sa-nitari, scelte edilizie e così via, sem-bra dire Monferino. E noi a quelpunto vi daremo tutta la collabora-

zione possibile e anche di più. «Soloun'integrazione tra le attività delledue istituzioni può garantire unbuon risultato - ribadisce Monferi-no - Ed è confermata la disponibilitàa ricondurre la Città della Salute diTorino a Azienda Ospedaliero-Uni-versitaria qualora siano chiariti iruoli di ciascuna istituzione, conparticolare riferimento al ruolo digoverno del Servizio Sanitario e diprogrammazione Sanitaria da par-te della Regione. Per giungere aduna soluzione condivisa, tali princi-pi dovranno essere recepiti nel pro-tocollo d'intesa tra Università e Re-

gione che stiamo predisponendo».E che dovrebbe essere pronto entrofine giugno.

A Medicina però qualche resi-stenza rimane: ad esempio per l’im-minente nomina del nuovo diretto-re generale dell’Università, mentrePelizzetti vorrebbe l’attuale diretto-re amministrativo Loredana Secre-to, il preside di Medicina Ezio Ghigopreferirebbe Giuseppe Galanzino,ex manager della Molinette, uomodi centrosinistra che potrebbe forsecontrastare «politicamente» conpiù efficacia Cota e Monferino.

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La protesta

Valdese, cinquecento in piazzacontro la chiusura dell’ospedale

RESIDENTI e medici con le t-shirtbianche “Difendiamo l’ospedaleValdese”. Bimbi con i cartelli «Se

chiudiamo distruggiamo delle vite». Cin-quecento persone si sono riunite ieri se-ra sotto la tettoia di piazza Madama Cri-stina per protestare contro la decisionedella Regione di riconvertire l’ospedalein una struttura post-acuzie. Musica eparole, carrozzine e bastoni, Don Galloper la Chiesa cattolica «Lottiamo insie-me» ed Eugenio Bernardini per quellaValdese, che porta il messaggio della “pa-stora”, la quale ha chiesto un incontrocon l’assessore. Singoli cittadini, sinda-

cati medici, sigle e associazioni femmi-nili. A sorpresa anche un intervento a di-fesa dell’ospedale di Enzo Liardo del Pdl.Che parla insieme con la collega Pd LuciaCentillo: «Non mi sento affatto a disagio- spiega il vicecapogruppo comunale delPopolo delle libertà - I partiti qui nonc’entrano, sono convinto che si debbanotagliare i rami secchi, ma il Valdese nonpuò essere considerato tale». Si è conti-nuato fino alle dieci di sera con la musicadi Luyz Destino, Marco Carena e OscarGiammarinaro degli Statuto.

(s.str.)Scene da una protesta (Foto Del Bo)

AL TIMONE

L’assessore regionalealla Sanità PaoloMonferino non vedeostacoli nei rapporticon l’università

(segue dalla prima di cronaca)

DAVIDE GARIGLIO*

CHIEDERE di renderepubblici i bilanci nonequivale a cavalcare

l’onda dell’antipolitica o delqualunquismo.

Significa al contrario appli-care un criterio di buon sensoe di responsabilità: far sapereai cittadini come si spendonole risorse pubbliche.

Provengo da un partito, laMargherita, in cui è stato fat-to un uso criminale del finan-ziamento pubblico. E’ pro-prio per questo che ritengonecessario che noi legislatorisi sia capaci di approvare re-gole che prevengano il ripe-tersi di questi comportamen-ti in futuro. La garanzia prin-cipale per evitare il malaffareè rendere trasparente e visi-bile a tutti l’utilizzo dei fondi.

Se non daremo una rispo-sta forte in tempi brevi, il fiu-me dell’antipolitica travol-gerà gli argini e l’effetto saràuno solo: i cittadini, indigna-ti dal comportamento dei po-litici, firmeranno in massaper un nuovo referendumche cancellerà del tutto il fi-nanziamento pubblico.

*L’autore è consigliereregionale Pd

Tensione tra Regione e ateneosulle competenze nella sanità

E il preside diMedicina punta suGalanzino direttoregenerale perfrenare la giunta

Dalla Lega no ai bilanci pubblici

La scopa di Maroninon fa pulizianella terra di Cota

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Sabrina
Rettangolo
Sabrina
Evidenziato
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domandea

Vito Mecca

il marito

“E’ solo ansia”, ma era un ictus

il casoMARCO ACCOSSATO

MASSIMO NUMA

Vito Mecca è il marito diGiancarla, padre dei due fi-gli della coppia. Dipendentedella Croce Rossa, una vitaintera dedicata a soccorre-re le persone in difficoltà.

Quando si rese conto chequalcosa, al Giovanni Bo-sco, non era andato per ilgiusto verso?

«Direi subito, cioè da quan-do mi raccontarono le circo-stanze del ri-covero, delledimissioni edel successi-vo ritorno inospedale. Midomandavocome fosse stato possibileinterpretare dei sintomi co-sì precisi con una crisi d’an-sia o peggio ancora, come èscritto nei referti, comeuna “crisi conversiva”.Giancarla era morta da po-che ore quando ho deciso dirivolgermi all’avvocato Lo-redana Gemelli. E’ lei cheha preso in mano la situa-zione, ha ricostruito ognipassaggio di questa vicen-da tragica e assurda. Ades-so ho fiducia nella giustizia,

possono sembrare parole re-toriche o non sincere, inveceho fiducia. Non cerco vendet-ta ma semplicemente che sia-no accertati, se sono avvenu-ti, errori da parte di chiavrebbe dovuto agire conprofessionalità e responsabi-lità. Non siamo noi a doveraccertare la verità, l’ultimaparola tocca ai periti di par-te e dell’accusa e infine algiudice. E io mi affido com-pletamente a loro»

Come stanno, ora, i vostrifigli?

«Hanno subito un fortissimochoc, hanno visto la mammastar male e uscire di casa per

andare in ospe-dale, e dopo po-che ore poi ab-biamo dovutospiegare loroche era morta.Credo sia facil-

mente intuibile il loro statod’animo. Noi, i miei familiaried io, stiamo cercando di aiu-tarli in tutti i modi, se vogliogiustizia. Mi creda, lo facciosoprattutto per loro, costrettia crescere senza la madre».

Vi siete costituiti parte civile...«Certo. Aspettiamo che la ma-gistratura faccia il suo lavoro,senza condannare nessuno apriori, senza nessun sentimen-to di odio nei confronti dei me-dici. Ma Giancarla nonmerita-va di finire così». [M. NUM.]

Il sostituto procuratoreGabriella Viglione hachiesto quattro rinvii agiudizio per la morte diGiancarla Ciorra, la

donna di 46 anni e due figlistroncata da un’emorragiacerebrale che in pronto soc-corso al San Giovanni Boscoscambiarono per uno «statod’ansia». La tragedia risale al27 luglio 2010, dopo che ladonna si era presentata perdue volte in Dea, a poche oredi distanza l’una dall’altra,tra il 21 e il 22 luglio, prima dicadere in coma. I medici sot-to accusa sono Dario Lo Ci-gno, Guido Mensi, FedericoVischia e la psichiatra MariaRosaria D’Onofrio, difesi da-gli avvocati Fulvio Gianaria,Daniele Zaniolo e Anna Ron-fani: compariranno davanti algiudice per l’udienza prelimi-nare il prossimo 4maggio. So-no accusati di omicidio colpo-so, poiché «non valutandocorrettamente né ponderan-do adeguatamente il quadroclinico» sottovalutarono se-condo l’accusa i sintomi (tre-more agli arti, difficoltà allavista, sensazione di paralisi esopore) e non diedero suffi-ciente attenzione ai soccorri-tori del 118 che portarono ladonna in ospedale, ma soprat-tutto - si legge sulla richiestadi rinvio a giudizio - chiama-rono troppo tardi il neurolo-go («e solo dopo segnalazionedi un parente dell’aggravarsidella situazione», osserva ilpm) e affidarono una consu-lenza prima agli psichiatri ri-tenendo i disturbi di originepsicologica.Giancarla Ciorra arrivò la

prima volta in ospedale il 21luglio, alle 22, in ambulanza.Venne visitata e rimandata acasa, aiutata da due infermie-ri a salire sull’auto di un’ami-ca perché non era in grado direggersi in piedi autonoma-mente. Tornò la mattina do-po accompagnata dal compa-gno con sintomi più gravi, e fi-nì in coma poche ore dopoper l’emorragia cerebrale.

La Ciorra, il mattino se-guente, avrebbe dovuto pre-sentarsi al Sant’Anna per in-terrompere una gravidanza al-l’ottava settimana di gestazio-ne, e anche per questo - forse -al San Giovanni Bosco scam-

biarono i sintomi per la pauradell’operazione.Il 10 marzo di un anno fa i

medici coinvolti sono stati in-terrogati dal pm: il dottor Men-si, psichiatra, ha sostenuto chei colleghi in pronto soccorsonon gli riferirono quanto speci-ficato dal 118 all’arrivo in ospe-dale, cioè che la Ciorra era «instato soporoso da 18 ore, ac-compagnato damal di testa e vo-mito». Il medicoafferma che, acausa di un pro-blema tecnico inospedale, nonriuscì subito ad accedere allascheda della paziente compila-ta in triage, all’arrivo in ospe-dale. Nella sua deposizioneMensi dice ancora di aver raf-forzato la propria convinzionedi una crisi d’ansia dopo cheuna blanda terapia ansioliticaaveva diminuito i sintomi. Ildottor Lo Cigno, invece, ricor-da fra l’altro - a propria difesa -

che la Ciorra «disse che volevaandarsene a casa», che «era vi-gile e orientata», ripeteva «stobene», e non aveva alcun segnoneurologico che potesse farpensare a un’emorragia o a unictus. Anche lui pensò all’ansiaper l’aborto il giorno seguente.Il dottor Vischia - che ha visita-to la Ciorra al ritorno in prontosoccorso - sostiene invece nel-

l’interrogatoriodavanti al pm dinon aver avutoalcun motivo perdubitare dellascheda di dimis-sione del giorno

precedente. Scheda che parla-va di crisi convulsiva.La famiglia è assistita dagli

avvocati Loredana Gemelli(per i due figli della vittima),Mauro Vergano (per l’ex mari-to) e Maria Sofia Sterzi (permadre e fratello della signoraCiorra). La parte civile chiedeanche all’Asl To2 un risarci-mento danni.

«I sintomi eranochiarissimi»

Una mamma di 33 anni èmorta ieri all’ospedale Val-dese. È morta dopo tre set-timane di agonia, in seguitoa un’operazione chirurgicadelicatissima eseguita allaclinica Cellini. Era affettada endometriosi. Quella ma-lattia cronica e complessacaratterizzata dalla presen-za di un tratto di utero nella

cavità addominale. Nei casipiù gravi, provoca fortissimidolori all’apparato genitale eintestinale. Può essere unamalattia invalidante. Lo erasicuramente nel caso di que-sta mamma di Carmagnola.La signora aveva deciso di

sottoporsi alla resezione diuna parte dell’intestino. Ope-razione da eseguire in lapa-roscopia, cioè con sonde otti-che. Da cinque anni, da quan-do sono state ristrutturatele sale del reparto di gineco-logia del Valdese, questo ti-po di intervento viene ese-guito alla clinica Cellini, uni-co centro di riferimento peril Piemonte. Équipe mista:

ginecologi del Valdese e chi-rurghi della Cellini. Così èstato. Ma c’è una percentua-le di casi, molto rara seppurcontemplata, in cui le suturenon si saldano perfettamen-te. Fino a produrre un pro-cesso infettivo.Però all’inizio sembrava

tutto a posto. Operata al mar-tedì, la mamma di Carmagno-la ha chiesto e ottenuto di es-sere dimessa alla domenica.Ma dopo due giorni è dovutatornare in ospedale in predaa fortissimi dolori addomina-li. È stata operata una secon-da volta, sempre per cercaredi contrastare l’infezione inatto. La sua lotta drammati-

ca è durata tre settimane.Speranza e sconforto, tenta-tivi e ricadute, fino all’epilo-go di ieri. Il peggiore. Ora iparenti sono disperati. Vo-gliono capire bene cosa è suc-

cesso. La procura ha apertoun’inchiesta.«Siamo profondamente ad-

dolorati - dice Francesco DeTetto, direttore del repartodi ginecologia dell’ospedale

Valdese - purtroppo le reazio-ni dell’organismo sono impre-vedibili. La signora era statainformato della delicatezzadell’intervento chirurgico acui si sottoponeva. Aveva de-ciso di affrontarlo proprioperché soffriva moltissimo.L’endometriosi può essere in-validante e rendere la vita uninferno, ma è una malattiasottovalutata e poco cono-sciuta. Anche se in certi casipuò essere grave quanto ilcancro».L’endometriosi colpisce il

dieci per cento delle donne.Non tutte devono essere ope-rate. Il Valdese esegue 250 in-terventi chirurgici all’anno.

3

Giancarla Ciorra aveva 46 anni

GLI INDAGATI

Per tutti si ipotizzail reato di

omicidio colposo

Al SanGiovanni BoscoIl San Giovanni Bosco è l’ospedale cui fa riferimento l’area Nord di Torino e della prima cintura:

è una delle strutture polispecialistiche che il nuovo Piano Sanitario definisce «di riferimento»

I Giancarla Ciorra aveva46 anni e due figli adolescen-ti. E’ morta dopo essere an-data due volte in pronto soc-corso nell’arco di poche ore.

Chiesto il rinvio a giudizio di quattro medici. La donna morì poco dopo il rientro a casa

UNA DONNA DI CARMAGNOLA AFFETTA DA ENDOMETRIOSI: AVEVA 33 ANNI

Operataperuna rarissimamalattiamuore venti giorni dopo l’intervento

Alla clinica CelliniLadonnaavevadecisodi

sottoporsialla resezionediunapartedell’intestino.L’interventovieneeseguitoallaclinicaCellini,unicocentrodi riferimentoper il

Piemonte,daun’équipemista

LA DENUNCIA

«L’ho fatta soprattuttoper i nostri figli

rimasti senza madre»

I familiari voglionocapire cos’è successoe presentanoun esposto alla procura

Sulla «Stampa»

DOMENICA 22 APRILE 2012 Cronaca di Torino 59LA STAMPA

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TORINO

CRONACAn VII

DOMENICA 22 APRILE 2012

la Repubblica

“Tanti i dubbi dell’universitàsulla futura Città della salute”Roda: ma si può arrivare a un protocollo d’intesa

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MARCO TRABUCCO

«IN EFFETTI, i problemi cisono. Inutile negarli».Sergio Roda, prorettore

dell’Università di Torino, replicacosì a Paolo Monferino, l’asses-sore regionale alla Sanità che ieriaveva lanciato un appello «allachiarezza» nei rapporti tra i dueenti. Rapporti che, nei prossimianni, dovranno essere intensi, inconsiderazione della costruzio-ne della nuova Città della Salutetorinese in cui ateneo e Regionesono coprotagonisti e che cam-bierà la geografia del mondo sa-nitario nella nostra città.

«Certo non ci ha fatto piacere— dice Roda — sapere che nellanuova organizzazione delleaziende ospedaliere sia scom-parsa la denominazione “Uni-versitaria” alle Molinette. Monfe-rino ci ha assicurato che non ci sa-ranno problemi a rimettere quel-la “U”, ma siamo d’accordo conlui che la questione non è di for-ma, ma di sostanza: è cioè vannochiariti bene compiti e ambiti. Illavoro che stiamo facendo con ledue facoltà di Medicina e con laRegione va in questo senso. E ar-riveremo presto a un protocollod’intesa, da parte di tutti c’è la vo-lontà di collaborare». Parole cheripete il preside della prima fa-coltà di Medicina, Ezio Ghigo: «Lalettera che ci ha inviato l’altrogiorno Monferino ci è sembrata

conciliante e molto collaborati-va. Il problema non è la “U” in unasigla, ma mettersi d’accordo sucosa debba essere una aziendauniversitaria ospedaliera». Ghigosmentisce poi di aver appoggiatoGiovanni Galanzino per la caricadi direttore generale dell’ateneo:«Non c’è nessun contrasto con ilRettore al riguardo, anzi proprionon ne abbiamo mai parlato.Non solo: non è certo mia caratte-ristica voler condizionare politi-camente questo e quell’aspettodella vita dell’università. Sono

preside di una facoltà non espo-nente di partito. Non ho mai avu-to tessere. È vero solo che stimoGalanzino e sono suo amico».

Parole concilianti, ma nessunodei due docenti nasconde che, lanascita della Città della Salute ne-cessità ancora di alcuni chiari-menti: «Si parlava di un miliardodi euro di fondi, — dice Roda —sono meno della metà adesso.Basteranno? E per fare cosa? Èpossibile costruire le nuove torrimentre un ospedale come le Mo-linette continua a dover erogare i

per due i soldi credo ci siano già:serviranno 550 milioni di euro.Oltre 250 sono fondi statali già di-sponibili, il resto lo potremo ave-re con il project financing (cioècon l’intervento di privati che poiavranno in cambio in gestionedei servizi) che però non vogliosuperi il 20 per cento del totale, in-somma un centinaio di milioni. Egli altri soldi li troveremo valoriz-zando quella parte della attualiMolinette che dà sul Po e che è ap-petita sul mercato immobiliare».

suoi servizi ad alto livello? E poi-ché l’Università è comproprieta-ria delle Molinette stesse, comesaranno divisi proventi e oneri?».«Sono questioni sul tappeto —aggiunge Ghigo — Risolvibili apatto che si passi il più presto daun vago masterplan a un vero stu-dio di fattibilità». Che Monferinodeve già avere in mente: l’altro ie-ri infatti davanti ad alcuni opera-tori della Compagnia di San Pao-lo ha illustrato il piano di finan-ziamento del nuovo ospedale:«Sono previste tre nuove torri e

Il caso Monferino annuncia le nomine per venerdì. E tra i manager spunta il nome di Del Favero, già collaboratore di Sacconi

Sanità, via un terzo dei commissari

Alta tensione con la Regioneintervengono il prorettoree il preside di MedicinaToni concilianti ma i temiche dividono sono molti

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SARA STRIPPOLI

UN TERZO degli attualicommissari sarà sostitui-to. Parola di Paolo Monfe-

rino, che annuncia le nomine pervenerdì prossimo. E nel dietro lequinte del convegno organizzatoieri alla Gam dal gruppo consilia-re della Lega, per lanciare il pianosocio-sanitario, la curiosità divo-ra i presenti: tutti vorrebbero co-noscere l’identità dei magnificisei a capo delle federazioni sani-tarie, i nuovi contenitori cheavranno funzione di controllo edovranno gestire acquisti, retiinformatiche, investimenti inedilizia sanitaria, centri di preno-tazione. Un primo nome c’è. Al

piano più alto della nuova gerar-chia sanitaria, probabilmenteper la federazione Torino sud-est, potrebbe sedere Angelo DelFavero, consulente del ministe-ro, in dicastero quando al welfa-re e alla sanità sedeva MaurizioSacconi, attuale direttore in Ve-neto. Chi era ieri mattina allaGam al convegno organizzatodalla Lega per lanciare il pianosocio-sanitario, lo ha seguito nel-la sua relazione sui costi stan-dard. «Magari è molto bravo», ri-sponde alle sollecitazioni Mon-ferino. L’interessato conferma diaver presentato la domanda enon smentisce che ci siano trat-tative in corso. In sala si scom-mette su quanti altri arriveranno

potrebbe andare alla To1 a sosti-tuire Giacomo Manuguerra, silu-rato sicuro, ma altri scuotono latesta. Remo Urani, vicino ad En-zo Ghigo, segue il convegno dallaseconda fila e dovrebbe essere ri-confermato al Mauriziano, men-tre per la To2, di nuovo scorpora-ta dalla 1, il nome dovrebbe esse-re quello di Giampaolo Zanetta.Al San Luigi si scommette su Car-lo Marino, attuale direttore am-ministrativo di Asti. Intanto, il go-vernatore apre al confronto con iterritori in protesta: «Il piano sa-nitario è pronto, questo non si-gnifica che andiamo avanti allacieca — dice — Determinati madisponibili al confronto».

da fuori Regione. E nel clima ge-nerale in cui Cota ribadisce ilprincipio del «Fuori la politicadalla sanità», Monferino aggiun-ge serafico: «Posso dire di nonaver avuto alcuna pressione».Tutti presenti alla Gam i probabi-li riconfermati. Emilio Iodice,commissario della super aziendaMolinette, pare molto sereno eGiovanna Bricarello, donna dellaLega che ha preso il posto dell’in-dagato Secreto, dice di non sape-re nulla: «Certo ho lavorato mol-to e sarei felice di restare sulla miaazienda To4». Molti punti inter-rogativi su Maurizio Dell’Acqua,direttore sanitario alle Molinette,che Iodice vorrebbe restasse alsuo fianco. Le voci dicono che

L’assessore Paolo Monferino

Amministratori a un corteo contro la Tav

ALTA TENSIONE

Sopra: il prorettore Sergio RodaA sinistra: l’ospedale delle Molinette,cuore della facoltà di Medicina

E Cota aprealle aziendeche protestano:“Siamo disponibilial confronto”

Un volo per Londra da dicembre

Il retroscena

Caselle giocala carta Easy Jetper il low cost(segue dalla prima di cronaca)

MARIACHIARA GIACOSA

DIEGO LONGHIN

LA COMPAGNIA inglese,che fa base a Malpensa eche, diversamente da

Ryan Air, gode negli ultimi mesie nonostante la crisi, di ottimasalute (300 milioni di utili nel2011) potrebbe infatti fare daterzo incomodo nella trattativatra enti locali, Regione Piemon-te in testa, e la compagnia irlan-dese per l’insediamento a Tori-no della base low cost. Che il dia-logo con Ryan Air non sia sem-plicissimo non lo nasconde nes-suno: durante l’incontro di gen-naio i vertici della compagniaavevano preteso il pagamentodel comarketing fino a settem-bre come condizione prelimi-nare all’avvio della trattativaeconomica sulla base. E la Re-gione ha pagato. Tra aprile emaggio ci sarà un nuovo faccia afaccia, ma Piazza Castello pre-tende che, per quella data, RyanAir arrivi con qualche impegno.E il ritorno del principale com-petitor a Caselle potrebbe farebuon gioco. D’altra parte l’as-sessore ai trasporti Barbara Bo-nino, nei giorni del braccio diferro Torino-Dublino sullo stopalle prenotazioni dei voli, l’ave-va ripetuto più volte: «Non esistesolo Ryan Air. Se non hanno uninteresse concreto per aprireuna base a Caselle lo dicano su-bito e noi tratteremo con altrecompagnie».

Il vettore bianco arancionepotrebbe quindi diventare il sas-solino nella scarpa degli irlande-si. Non a caso ha scelto la rottamigliore da Caselle, puntando arosicchiare a Ryan Air una partedei 130 mila viaggiatori che lacompagnia irlandese ha portatoa Stansted lo scorso anno. E nel-la partita potrebbero giocare unruolo anche Comune e Provin-cia di Torino che da giugno met-teranno in vendita le quote chedetengono all’interno di Sagat,la società che gestisce lo scalo to-rinese. Un pacchetto che vale il23 per cento della società (18 incapo al Comune e 5 alla Provin-cia) per il quale ha già dimostra-to interesse Vito Gamberale, checon il suo fondo F2i possiede giàil 30 per cento di Sea, la societàche gestisce Malpensa, dove Ea-sy jet «abita» felice da anni, con 6milioni di passeggeri trasportatie un tasso di riempimento deivoli dell’89 per cento.

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La polemica “Un’opera fondamentale anche per l’ambiente: toglierà seicentomila camion dalla Valsusa”

Tav, il governo risponde a Plano“Ecco 14 buoni motivi per dire sì”

(segue dalla prima di cronaca)

«C’È VOLUTO un po’ ditempo proprio perchénon si tratta di una ri-

sposta di principio — spiega Virano— ma di un’analisi puntuale a una se-rie di obiezioni, più o meno motivate,alle quali era doveroso rispondere inmaniera precisa».

Il documento passa in rassegnatutti i cavalli di battaglia del fronte NoTav. Il traffico merci, che secondo laComunità montana non giustifica larealizzazione dell’opera, e che inveceper il Governo va letto «in un’ottica di

scala», prendendo in esame anche ledirettrici di Ventimiglia e del MonteBianco. «Le merci tra Italia e Francianon sono diminuite ma si sono pro-gressivamente spostate — sostienePalazzo Chigi — sulle direttrici più ef-ficienti, che garantivano un miglioreservizio e dei costi più competitivi, acominciare dal Sempione e dal Loet-schberg. Oggi — aggiunge — una ton-nellata portata attraverso il tunnel delFrèjus costa quasi il 50 per cento in piùdi una trasportata in Svizzera e in Au-stria».

Per il governo la Torino-Lione è an-che una controffensiva allo strapote-

re del traffico stradale. «Non si può ac-cettare — si legge — che il traffico con-tinui a privilegiare le strade, andandocosì a gravare il carico ambientale, inun momento in cui tutta Europa hapreso coscienza dell’impatto del traf-fico stradale sull’ambiente in terminidi rumore, di Co2 e di consumo disuolo». E proprio rispetto all’ambien-te, Palazzo Chigi ribadisce i suoi dati:la Tav ridurrà di 600 mila unità gli ol-tre 3 milioni di camion che attraver-sano ogni anno l’arco alpino sui vali-chi del nord ovest.

Il documento parla poi di costi eco-nomici e ambientali, finiti spesso nel

mirino dei No Tav. «Il costo energeti-co dell’opera — si legge nel docu-mento — ridurrà le emissioni per unaquantità pari a quella di una città di300 mila abitanti». Risposte anche sulrischio salute per amianto, uranio epolveri. La valutazione di 200 morti indieci anni, sostengono i tecnici delgoverno, è allarmistica e non ha ri-scontri in nessun altra opera analoga.«Comunque — ricordano — è previ-sto il monitoraggio continuo da partedel ministero e dell’Istituto superioredi Sanità».

(mc. g.)

Sabrina
Evidenziato
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DOMODOSSOLA. LA PROTESTA NEL GIORNO DI MERCATO

In corteo tra lebancarelle“Non tagliate l’assistenza”Gli operatori: meno servizi colpiscono anziani e disabili

RENATO BALDUCCI

DOMODOSSOLA

«No ai tagli sul sociale». La fra-se è stata scandita centinaia divolte ad alta voce delle 120 per-sone che ieri mattina sono sfi-late per le vie di Domodossolaper protestare contro i conti-nui tagli all’assistenza sociale.Fondi che Governo e Regionehanno nettamente ridimensio-nato mettendo in forse i diver-si servizi oggi garantiti dai treconsorzi che operano in pro-vincia. Il corteo è stato orga-nizzato dal comitato art.38(con riferimento alla Costitu-zione che sancisce il diritto al-l’assistenza sociale) nato dapochi mesi. Operatori dei Ciss,semplici cittadini, disabili e ungruppetto ristretto di ammini-stratori (non più di una deci-na) si sono radunati in piazzastazione alle 10,20 per formareil lungo corteo. La gran partedi loro indossava magliettebianche sulle quali era scrittoil dissenso per i tagli. Davantial gruppo, che ha percorso inlungo e in largo una città già in-vasa dal mercato del sabato,due striscioni sorretti dai lavo-ratori dei consorzi. Nel percor-so hanno incontrato anche ilconsigliere regionale MicheleMarinello, ad un gazebo dellaLega. «E’ il solo modo per farsentire la nostra voce» hannospiegato gli organizzatori del-la manifestazione. In un volan-tino i numeri dell’assistenza

fornita dal Ciss del Verbano nel2011: 353 bambini di cui 42 disa-bili, 626 anziani (338 non auto-sufficienti), 691 adulti.

Mentre la strada rimanda levoci della protesta dal consi-glio comunale il gruppo del Pdlriprende il tema dei servizi so-ciali per attaccare maggioran-

za di centrosinistra e presiden-te del consiglio, Rosario Mau-ro, per la delibera sul trasferi-mento delle funzioni del Ciss al-la comunità montana.

«Annunciamo un ricorso alTar se la delibera non sarà revo-cata» dice il capogruppo LucioPizzi. Atto già contestato la sera

del consiglio e oggetto ieri diuna lettera al prefetto al quale ilPdl ha denunciato «il mancatorispetto per il ruolo istituzionaleda parte del presidente del con-siglio domese». L’accusa è dinon essere stato imparziale nel-la discussione della delibera masoprattutto che quell’atto deveessere annullato perché non le-gittimo. I consiglieri AngeloTandurella, Franco Falciola eLucio Pizzi hanno criticato lamaggioranza «per aver violato ilregolamento che prevede che ar-gomenti così importanti vannodiscussi prima in commissione.Il modus operandi di questamaggioranza preoccupa. Su te-mi che riguardano tutta la collet-tività vanno coinvolte tutte leforze politiche».

VERBANOCUSIOOSSOLAENOVARA

VILLADOSSOLA

Oggi alla Fabbricala finale con i talentidella musicaLuca Zirotti

PAGINE 58 E 59

All’interno

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I Trentamila euro per aiuta-re le persone povere. Li ha la-sciati in eredità un domese mor-to ad agosto a Premosello. Glieredi di Renato Tioni, 63 anni,originario di Domo, hanno da-to corso nei giorni scorsi alle vo-lontà testamentarie del loro pa-

rente e devoluto la somma al Co-mune. Era quanto aveva scrittonel testamento Tioni, che volevache i suoi soldi andassero a un en-te comunale di assistenza. Lagiunta ha già deliberato destinan-do la somma a iniziative a favoredei bisognosi della città. [RE. BA.]

I Nuova tappa nel lungopercorso di sistemazione diPalazzo Flaim, dove tra alcunimesi tornerà a riunirsi il Consi-glio comunale. La giunta haapprovato il progetto prelimi-nare di rifacimento dell’im-pianto termico, anche ogget-

to di numerose polemiche inConsiglio. L’impianto sarà rea-lizzato mediante fornitura e po-sa di un sistema di riscaldamen-to a pompe di calore. Il costoprevisto è di 80 mila euro.L’opera sarà inserita nel pianoinvestimenti del 2012. [S. R.]

NOVARA

Approvatoil bilanciodel Banco PopolareServizio

PAGINA 57

MONTECRESTESE

Ghesc, il villaggiosarà recuperatodagli studentiServizio

PAGINA 55

LA STAMPA

DOMODOSSOLA

Lascia in eredità al Comunetrenta mila euro per i poveri

CALCIO

Ripartono i torneiIl Verbaniagioca a VaralloServizi

PAGINE 70-71

Tra i 28 senatori che hanno fir-mato un nuovo documentoproposto da Giuseppe Pisanuper un percorso politico che«vada oltre il Pdl» c’è ancheValter Zanetta, senatore diBaceno. Ex democristianodoc, nel Pdl sin dalla primaora, leader del partito di Berlu-sconi in questa provincia, Za-netta s’è trasferito nel gruppoche fa riferimento all’ex mini-stro dell’Interno.

Un movimento interno alpartito, che Pisanu indica chia-ramente come traghetto per«andare oltre il Pdl e unire imoderati». Zanetta l’ha firma-to con altri 27 colleghi tra cuiLamberto Dini, Ombretta Col-li, Diana De Feo (moglie diEmilio Fede). «Abbiamo crea-to un dibattito interno, non èuna fuoriuscita dal Pdl. Anzi,siamo tutti con la dirigenza delpartito e con il segretario Alfa-no» mette le mani avanti il se-natore ossolano. «Vogliamo so-lo che si concretizzi la riformaelettorale e quella Costituzio-nale con la riduzione dei parla-mentari - aggiunge -. Condivi-do la linea di chi dice che nonbisogna farsi sopraffare daglieventi ma dare credibilità allapolitica. Non siamo un gruppoa se stante, vogliamo solo crea-re un dibattito per dare rispo-ste ai cittadini che ormai guar-dano con sospetto alla politi-ca». Nessuno scossone inter-no? «No, nessun gruppo a par-te anche se questo lo addebita-no spesso a Pisanu - spiega ilparlamentare - . Occorreva pe-rò dare un’accelerazione a cer-te esigenze. Oggi c’è una note-vole fibrillazione». [RE. BA.]

POLITICA

Pdl, Zanettatra i firmataridel documentodi Pisanu

Articolo 38Sullemaglie ilrichiamoallaCostituzione

chegarantiscel’assistenzaadognicittadino

inabileallavoroe

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VERBANIA

Palazzo Flaim, al via il progettoper l’impianto di riscaldamento

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DOMENICA 22 APRILE 2012

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