UCID Letter 2 - 2012

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2/2012 LETTER EDITORIALE Il vero motore del lavoro e dello sviluppo: la persona Essere credenti per rendere migliore la convivenza civile Lavoro: motore di sviluppo per il Bene Comune Il nostro Paese può recuperare un comportamento virtuoso CITTÀ E CHIESA LAVORO, PERSONA, SVILUPPO BANCA D’ITALIA E PAESE ITALIA

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2/2012

L E T T E R

EditorialE Il vero motore del lavoro e dello sviluppo: la persona

Essere credenti per rendere migliore la convivenza civile

Lavoro: motore di sviluppoper il Bene Comune

Il nostro Paese può recuperare un comportamento virtuoso

Città E ChiEsa

lavoro, pErsona, sviluppo

BanCa d’italiaE paEsE italia

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2/2012UCID LETTER

Periodico quadrimestrale dell’UCIDUnione Cristiana Imprenditori Dirigenti

Direttore ResponsabileGiovanni Locatelli

RedazioneSegreteria UCID Nazionale

Via della Conciliazione 15 - 00193 RomaTel. 06 86323058 - fax 06 86399535e.mail: [email protected]

site web: www.ucid.it

Anno XV 2/2012

Autorizzazione del Tribunale di Roma

N. 437/05 del 4/8/2005

Sped. in Abbon. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n° 46)art. 1, comma 2, DCB Padova

Progetto graficoEditing

Impaginazione grafica

Germano Bertin

Tipografia Nuova GrafotecnicaVia L. da Vinci 8 35020 Casalserugo - PD

Tel.049 643195 - Fax 049 8740592site web: www.grafotecnica.it

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SOMMARIO

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EDITORIALE

PARTE PRIMA: TEMI GENERALI

• CittàeChiesa di Paolo Blasi 9

• Lavoro, persona, sviluppo di Giancarlo Abete 14

PARTE SECONDA: APPROfONDIMENTI

• Bancad’ItaliaePaeseItalia di Antonio Bertani 18

• Europa:unanuovaeconomia di Attilio Pasetto 21

PARTE TERzA: RECENSIONI

• Sviluppoo e Bene Comune di G. Scanagatta, A. Pasetto 23

PARTE QUARTA

• AttivitàdeiGruppiedelleSezionidell’UCID eAttivitàInternazionaleUCID 24

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EDITORIALE

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È necessarioche ogni cristiano possa essere aiutato a raggiungere una fede approfondita e matura cosí da rappresentare una precisa identità, necessaria come testimonianza e condizione per ogni dialogo e per ogni proficua relazione

Il vero motore del lavoro e dello svIluppo:la persona

Questa è la sfidacultura,politica eorganizzativa che coinvolge quanti sentono che la propria esperienza di fede deve incidere e migliorare proprio il tessuto sociale

Apriamo questo numero di UCID Letter con uno stimo-lante intervento del Prof. Paolo Blasi, Presidente del Gruppo Regionale UCID della Toscana, sul tema “Città

e Chiesa”. Il tema è stato presentato in occasione del Comitato Tecnico Scientifico della nostra associazione che si è tenuto a Roma il 17 aprile scorso.

Il Professore Blasi si chiede cos’è la città oggi. «Oggi la città è una realtà complessa e dinamica, senza mura, una realtà aperta sia al turismo che all’immigrazione e deve cimentarsi con la sfida di integrare il nuovo e il diverso con l’antico e la sua storia. È una sfida culturale prima di tutto, poi politica e organizzativa. Nel nostro Paese in particolare ogni città ha sviluppato una sua storia, una sua cultura, e quindi oggi rappresenta una realtà specifica diversa dalle altre, anche se inserita in un contesto nazionale».

In questo contesto di Città opera la Chiesa e il Prof. Blasi si chiede come interagiscano queste due istituzioni. L’attuale grande sviluppo delle tecnologie dell’informazione e della comunica-zione (televisione, cellulari, Internet, ecc.) ha creato un mondo virtuale accessibile a tutti che ha virtualizzato il materialismo, ha creato cioè un consumo del virtuale che sostituisce e integra il consumismo materiale.

Sostituendo il virtuale al trascendente, è stato emarginato il mondo spirituale e sono stati impoveriti i rapporti umani. Il ma-terialismo ottocentesco valorizzava il possesso di beni materiali e lo sviluppo tecnologico. Ciò però non esauriva le aspettative umane. Oggi l’aggiunta alla disponibilità di beni materiali della disponibilità di un ricco mondo virtuale sembra appagare tutti, giovani compresi, e distoglie dal porsi domande di senso. Alla Chiesa nelle sue articolazioni (vescovo e diocesi, parroci e parroc-chie, conventi e religiosi, associazioni) i cittadini chiedono oggi testimonianza vissuta dei valori cristiani, dell’esempio di Cristo, educazione, formazione, promozione del Vangelo.

È necessario, secondo il Prof. Blasi, che ogni cristiano possa essere aiutato a raggiungere una fede approfondita e matura cosí da rappresentare una precisa identità, necessaria come testimo-nianza e condizione per ogni dialogo e per ogni proficua relazione. Il cristiano cosí formato potrà portare un contributo importante alla soluzione dei problemi della città.

Segue l’intervento del Presidente dell’UCID Nazionale, Dott. Giancarlo Abete, sul tema “Lavoro: dimensione costitutiva della persona e motore di sviluppo”. Si tratta della sintesi della relazione al Convegno che si è tenuto a Firenze il 10 luglio scorso, con la partecipazione dell’Arcivescovo di Firenze, Cardinale Giuseppe

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EDITORIALE

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«… la differenza tra costruzione e creazione è esattamente questa: una cosa costruita si può amare solo dopo che è stata costruita, ma una cosa creata si ama prima di farla costruire». Questo è l’impegno educativo che l’UCID è chiamato a portare avanti

L’Italia può recuperare un comportamento virtuoso attraverso un’azione sulla spesa pubblica per il suo contenimento e per l’eliminazione degli oneri impropri che gravano su cittadini e imprese

Betori, e del Dott. Carlo Costalli, Presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (MCL).

La parte degli approfondimenti è dedicata al punto di vista dell’UCID sulle Considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia, tenute il 31 maggio scorso. Essi sono curati dal Dott. Antonio Bertani e dal Dott. Attilio Pasetto. Secondo il Dott. Bertani, la sintesi che si ricava dalla lettura delle Considerazioni finali è un messaggio di fiducia: l’Italia può recuperare un com-portamento virtuoso attraverso un’azione sulla spesa pubblica per il suo contenimento e per l’eliminazione degli oneri impropri che gravano su cittadini e imprese; a questa azione si potrà far seguire una riduzione del gravame fiscale: occorre che la politica, in un rinnovato clima di concordia nazionale che riunisca tutte le forze riformiste laiche e cattoliche, stabilisca un percorso a tappe al quale concorrano tutti in modo equo.

Il Dott. Pasetto nelle sue riflessioni mette in evidenza il disegno riformista, ma anche un richiamo implicito all’etica nelle Consi-derazioni finali del Governatore Visco.

Nello spazio riservato alle recensioni, viene riportata la Prefazio-ne del Prof. Zamagni al volume di Giovanni Scanagatta e Attilio Pasetto su “Sviluppo e Bene Comune”, che fa parte della Collana UCID “Imprenditori Cristiani per il Bene Comune”, pubblicata presso la Libreria Editrice Vaticana. Il Prof. Zamagni chiude la Prefazione con un pensiero del celebre scrittore inglese di inizio Novecento Gilbert Chesterton che bene traccia la distinzione tra l’atto del costruire e quello del creare. «Tutta la differenza tra costruzione e creazione è esattamente questa: una cosa costruita si può amare solo dopo che è stata costruita, ma una cosa creata si ama prima di farla costruire».

L’impegno educativo che l’UCID va lodevolmente portando avanti tra gli imprenditori italiani è proprio quello di spingerli a essere creatori, piuttosto che meri costruttori. È questa la mira del libro che il lettore ha per mano.

L’ultima parte della Rivista è dedicata alle Attività dei Gruppi e delle Sezioni e a quella Interna e Internazionale della Presidenza e della Segreteria, soprattutto con riferimento alla Conferenza Episcopale Italiana e all’UNIAPAC. Questa parte è stata note-volmente ampliata a partire dal primo numero di UCID Letter del corrente anno, con una forte attenzione al territorio e alle sue vocazioni.

Gli amici della Presidenza Nazionale

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PARTE PRIMA

TEMI GENERALI

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CITTà E ChIESA

Prof. Paolo Blasi

essere credentIper renderemIglIorela convIvenza cIvIle

Se ha la Chiesa vuole incidere sulla Città degli uomini del nostro tempo deve formare cristiani educati, consapevoli e coscienti della propria fede, ma soprattuttodei testimoni

Il tema che mi è stato as-segnato è particolarmente vasto ed io lo affronterò da

un’ottica particolare, quella di docente ricercatore nel campo scientifico (la fisica), docente che ha contestualmente svolto fin dagli anni della giovinezza un’attività di servizio nel con-testo ecclesiale prima fiorenti-no e poi nazionale.

cosa è la cIttà oggI?

È utile ricordare che le città moderne sono nate alla fine del Feudalesimo con l’emigrazione dalle campagne per mettersi insieme e per proteggersi.

Nelle città si sono allora sviluppate tutte quelle attività necessarie a regolare la vita di una moltitudine varia di persone, e cioè i vari mestieri, gli studi del diritto, e sono nati i moderni servizi, dalla sanità alle banche, dalle scuole alle università, ecc.

Le città cosí organizzate diventano quindi un forte at-trattore per i dispersi e i diversi che vi vedono una concreta possibilità di protezione e di sopravvivenza.

Le città si difendono dai nemici e dai pericoli esterni costruendo imponenti mura intorno ad esse.

realtà complessa e dInamIca

Oggi la città è una realtà complessa e dinamica, senza mura, una realtà aperta sia al turismo che all’immigrazione e deve cimentarsi con la sfida di

integrare il nuovo e il diverso con l’antico e la sua storia.

È una sfida culturale prima di tutto, poi politica e organizzativa. Nel nostro Paese in particolare ogni città ha sviluppato una sua storia, una sua cultura, e quindi oggi rappresenta una realtà specifica diversa dalle altre, anche se inserita in un contesto nazionale.

Come fiorentino che ha vissuto sempre a Firenze pur girando il mondo sono ovviamente condi-zionato dalla mia città e ciò si rifletterà nelle considerazioni che mi accingo a fare.

Con i processi di europeizza-zione e globalizzazione le città diventano cellule di un contesto piú ampio e si relazionano anche fuori dal proprio territorio, dal proprio Paese e quindi inte-ragiscono con realtà e culture profondamente diverse.

Questa contaminazione, favorita dalla mobilità delle persone e delle merci, nonché dai mezzi d’informazione (ICT) è certamente un’opportunità ma può mettere a rischio l’identità e la specificità storica, culturale e sociale di ogni città.

Il rischio è quello di perdere la ricchezza della diversità e di andare verso un’omogeneizza-zione a livello globale, e quindi un impoverimento culturale e sociale.

Come fisico potrei definire questo processo come un au-mento dell’entropia e quindi una diminuzione di potenzialità, un reale impoverimento.

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PARTE PRIMA - TEMI GENERALI

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CITTà E ChIESA

Di fatto, con la giustificazione di tutelare i diritti del singolo e di governare la crescente complessità della società, i governi pretendono oggi, imponendo nuove leggi, di sostituire i princípi morali che sempre hanno guidato i comportamenti umani.

la vita personale e privata dei cittadini fino a imporre il modo di rapportarsi con la vita e con la morte. Di fatto, con la giu-stificazione di tutelare i diritti del singolo e di governare la crescente complessità della società, i governi pretendono oggi, imponendo nuove leggi, di sostituire i princípi morali che sempre hanno guidato i comportamenti umani. Ciò ha esteso il campo d’azione di “Cesare” e ridotto sempre piú quello di Dio.

Inoltre, l’attuale grande sviluppo delle tecnologie di comunicazio-ne e informazione (televisione, cellulari, Internet, ecc.) ha creato un mondo virtuale accessibile a tutti che ha virtualizzato il materialismo, ha creato cioè un consumo del virtuale che sosti-tuisce e integra il consumismo materiale. Sostituendo il virtuale al trascendente è stato emarginato il mondo spirituale e sono stati impoveriti i rapporti umani.

Il materialismo ottocentesco valorizzava il possesso di beni materiali e lo sviluppo tecno-logico. Ciò però non esauriva le aspettative umane. Oggi l’aggiunta alla disponibilità di beni materiali della disponibi-lità di un ricco mondo virtuale sembra appagare tutti, giovani compresi, e distoglie dal porsi domande di senso.

Nello stesso tempo la parteci-pazione agli eventi di ogni parte del mondo e in particolare ai drammi e alle sofferenze umane spinge i piú a rinchiudersi nel

convinzione che il potere civile in quanto discendente da Dio debba essere legittimato dall’autorità ecclesiastica (gli imperatori vengono incoronati nelle chiese). Il potere ecclesiastico e quello civile cosí legittimato agiscono poi separatamente sulla base del principio evangelico «dai a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio».

Il palazzo comunale e la cattedrale rappresentano i luoghi e i simboli dei due poteri. I valori cristiani sono comunque base comune della vita cittadina. A Firenze, per esempio, l’anno iniziava il 25 marzo, festa dell’Annunziata, e ciò è durato fino alla fine del Settecento.

La Rivoluzione Francese ha segnato la fine del concetto di potere civile derivato da Dio e ha introdotto il concetto che il potere viene dal popolo e da esso è legittimato. La legge deve tutelare il cittadino e regolare la vita sociale in un contesto di “libertà, fraternità e uguaglianza”.

Questi valori sono certamente valori cristiani ma nei due secoli successivi l’evoluzione pratica ha visto i governi piú o meno democratici utilizzare sempre piú lo strumento legislativo e il loro potere non tanto per tutelare il cittadino quanto per condizionarlo nei suoi rapporti sociali e subordinarlo agli inte-ressi del potere stesso.

Oggi questa deriva è giunta all’assurdo che i governi vo-gliono regolamentare anche

In questo contesto dI cIttà opera la chIesa.

Per Chiesa intendo l’articola-zione istituzionale sul territorio della Chiesa Cattolica, e cioè la Diocesi con il suo Vescovo, le parrocchie con i loro parroci, i conventi con i loro religiosi, nonché le Associazioni che ri-conoscono nel Vescovo il loro referente principale. A questa realtà istituzionale si unisce la comunità dei fedeli, comunità i cui confini non sono oggi ben definiti.

come InteragIscono cIttà e chIesa?

Da Carlo Magno in poi, nel mondo occidentale, prevale la

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PARTE PRIMA - TEMI GENERALI

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Il PIL - ebbe a dire Robert Kennedy -

non misura né la nostra arguzia

né il nostro coraggio né la nostra saggezza

né la nostra conoscenza né la nostra compassione

né la devozione al nostro Paese.

Misura tutto,eccetto ciò che rende

la vita veramente degna di essere vissuta

CITTà E ChIESA

avviso un processo irreversibile e pone a Città e Chiesa una sfida nuova ma anche delle grandi opportunità.

Solo quando ci ammaliamo comprendiamo quanto prezioso sia il bene della salute e quindi utile tutto ciò che può prevenire le malattie, cosí oggi ci accorgiamo del valore di alcuni beni come la famiglia, l’educazione, il lavoro, il rispetto della vita umana, ecc., perché tali beni non sono stati piú tutelati e sono venuti meno.

È necessario recuperare la coscienza del valore sociale di tali beni e quindi recuperarli cul-turalmente e operativamente.

La crisi quindi ci chiama tutti a un nuovo impegno per un nuovo

nuova da affrontare, lasciandosi alle spalle un passato che non tornerà piú.

Dobbiamo ridurre il debito pubblico e quello privato e nel contempo “crescere”. Ma crescere cosa vuol dire? Deve voler dire a mio avviso aumentare il livello di benessere di ciascuno e di tutti e cioè migliorare la tutela della salute, usare in modo piú effi-ciente l’energia, ridurre l’impatto sull’ambiente (sia naturale che umano), accrescere l’educazione e la formazione, ecc.

Oggi siamo tutti condizionati dal PIL, questo parametro solo quantitativo che già il suo inven-tore Simon Kuznets riteneva non adeguato a definire il benessere di un Paese.

Robert Kennedy nel 1968, tre mesi prima di essere ucciso, du-rante la campagna presidenziale, affermò in proposito: «Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio né la nostra saggezza né la nostra conoscenza né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani».

Per esempio nel nostro Paese tutto ciò che è volontariato, che è servizio gratuito, non incide sul PIL, ma incide molto sulla qualità della vita, cioè sul be-nessere delle persone e sulla coesione sociale.

La crisi attuale è quindi a mio

proprio particolare, a diventare insensibili ai problemi altrui e non disponibili a qualche sa-crificio per il cosiddetto bene comune.

A ciò si aggiunge la perdita della coscienza che i propri comportamenti hanno sempre rilevanza sociale e ciò in nome di un errato concetto di libertà personale, mentre cresce la pretesa di accampare sempre nuovi diritti senza peraltro voler sottostare a doveri. La società è quindi dominata da compor-tamenti egoistici e microcor-porativi che producono gravi e inattese conseguenze sociali ed economiche e una sempre piú difficile governabilità.

dImensIone globale

Per analizzare i rapporti tra Chiesa e Città non si può oggi prescindere dal contesto nazio-nale, europeo e globale in cui ogni realtà locale è comunque immersa.

A quanto detto sopra si aggiun-ge infatti la crisi finanziaria ed economica del mondo occidentale che brutalmente ha messo tutti i paesi davanti ad una nuova realtà. Non è piú possibile continuare a crescere come fatto fino ad ora aumentando il debito pubblico e privato, ciò non ci è piú con-cesso dal resto del mondo che sta faticosamente uscendo dal sottosviluppo.

Peraltro, piú che di crisi contingente a mio avviso è ne-cessario parlare di cambio del contesto e quindi di una realtà

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inizio, cioè per trovare risposte adeguate ai nuovi problemi della società globale. Ciò è particolar-mente importante per le nuove generazioni.

Il governo della Città deve essere consapevole di tali sfide e deve studiare soluzioni innovative per migliorare la convivenza, per ridurre le situazioni di po-vertà e di disagio, per favorire le relazioni umane tanto piú necessarie per le sempre piú numerose persone anziane (vedi ciò che ha fatto Angelo Ferro a Padova con l’Opera Immacolata Concezione).

È necessario lasciarsi alle spalle le ideologie ottocente-sche che non sono piú attuali e non danno piú niente di utile cosí come lo statalismo che de-responsabilizza i singoli e che produce debiti crescenti. È necessario abbandonare l’idea che con leggi e leggi si possa gover-nare la complessità della società e i rapporti umani e recuperare invece il valore dell’educazione e della responsabilità personale e collettiva, nonché dell’impegno, dell’azione, del sacrificio.

Chi ha responsabilità di go-verno della Città in qualunque sua istituzione deve abbandonare i condizionamenti ideologici e gli interessi corporativi e ridare invece valore di verità alla realtà.

Infatti, solo dalla conoscenza della realtà e dal rispetto dei va-lori fondanti si può costruire una società giusta e fare l’interesse concreto dei cittadini.

testImonIanza e coerenza

Alla Chiesa nelle sue arti-colazioni (vescovo e diocesi, parroci e parrocchie, conventi e religiosi, associazioni) i cittadini chiedono testimonianza vissuta dei valori cristiani, dell’esempio di Cristo, educazione, formazione, promozione del Vangelo. Chi se non la Chiesa nella Città deve far conoscere Dio, deve parlare di Lui, del valore che la nostra vita ha acquistato con l’incarnazione di Cristo.

Oggi la Chiesa è spesso criticata perché troppo espo-sta solo a livello caritativo e assistenziale e nel contempo è spesso strumentalizzata invece che servita.

In sintesi, a mio avviso, è necessario che ogni cristiano possa essere aiutato a raggiungere una fede approfondita e matura cosí da rappresentare una pre-cisa identità, necessaria come testimonianza e condizione per ogni dialogo e per ogni proficua relazione. Il cristiano cosí for-mato potrà portare un contributo importante alla soluzione dei problemi della città.

È necessario aggiornare il modello pastorale, ripensare il ruolo della parrocchia e l’impegno dei parroci per una nuova evangelizzazione evitando l’appiattimento sul sociale e sull’economico.

Il modo piú efficace che ha la Chiesa se vuole incidere sulla Città è quello di formare dei cristiani piú educati, consapevoli e coscienti in quale Dio credono

Alla Chiesa nelle sue articolazionii cittadini chiedono testimonianza vissuta dei valori cristiani, dell’esempio di Cristo, educazione, formazione, promozione del Vangelo. Chi se non la Chiesa nella Città deve far conoscere Dio, deve parlare di Lui, del valore che la nostra vita ha acquistato con l’incarnazione di Cristo

CITTà E ChIESA

Chi ha responsabilità di governo della Città in qualunque sua istituzione deve abbandonare i condizionamenti ideologici e gli interessi corporativi e ridare invece valore di verità alla realtà.

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La fede non si impone, si testimonia

piú che con le parole con i comportamenti.

Oggi in una società dell’immagine

l’esempio ha ancor piú efficacia cosí come il recupero delle tradizioni e delle liturgie può

favorire lo sviluppo nelle persone di

una maggiore sensibilità sociale.

CITTà E ChIESA

sibilità sociale. Il cittadino che è consapevole dell’impatto dei suoi comportamenti sulla società impara un’autodisciplina che lo rende piú rispettoso del valore della persona umana, quindi piú tollerante, comprensivo e infine piú libero.

La testimonianza di autentica spiritualità da parte dei singoli, delle comunità e delle parrocchie, rappresenta un’opportunità di esperienza nuova anche per i non credenti che spesso sono alla ricerca di sorgenti di senso per la vita.

La Città ha bisogno di cittadini “educati”, credenti e non, e la Chiesa può dare un contributo importante alla crescita umana e spirituale delle persone e quindi alla realizzazione di una città vivibile.

Non basta l’informazione che ci inonda quotidianamente, è necessario che almeno parte di essa diventi conoscenza. Ma la conoscenza è vana se non viene utilizzata per la promozione della persona umana in tutte le sue dimensioni. La società della conoscenza nella quale viviamo deve evolvere verso quella che io chiamo la società della saggezza: la Chiesa ha un ruolo insostituibile per favorire questa evoluzione. Sta a noi tutti dare il proprio personale e gratuito contributo!

Relazione al Comitato Tecnico Scientifico che si è tenuto in Roma il 17 aprile 2012.

e lasciarli poi liberi di agire nei piú diversi contesti.

Va poi affrontato il difficile problema di come trasmettere la fede alle nuove generazioni in una società che ha cancellato le tradizioni, tradizioni che han-no svolto egregiamente questa funzione nel passato.

L’uomo moderno è sostanzial-mente solo, super-impegnato, e ha perso il governo del proprio tempo e la capacità di dialogo vero e di meditazione. Vanno quindi valorizzati i momenti comunitari sia di preghiera, sia di riflessione, sia di formazione, e per ciò va recuperato il valore sia della tradizione sia della liturgia quali strumenti e simboli di testimonianza e diffusione della fede.

Vanno favorite le occasioni di incontro tra giovani, adulti e anziani, perché gli uni possano conoscere l’esperienza altrui e gli altri le esigenze delle nuove generazioni. Vanno altresí favorite le relazioni tra le diverse forme associative perché pur nella diversità delle modalità vi sia in tutti la consapevolezza di operare per il bene comune e per testimoniare il dono della fede.

La fede non si impone, si testimonia infatti, e piú che con le parole con i comportamenti. Oggi in una società dell’im-magine l’esempio ha ancor piú efficacia cosí come il recupero delle tradizioni e delle liturgie può favorire lo sviluppo nelle persone di una maggiore sen-

La testimonianza di autentica spiritualità

da parte dei singoli, delle comunità e delle

parrocchie, rappresenta un’opportunità di esperienza nuova

anche per i non credenti che spesso sono

alla ricerca di sorgenti di senso per la vita.

La Città può dare un contributo importante alla crescita umana e

spirituale delle persone

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TEMI GENERALI

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LAvORO, PERSONA, SvILUPPO

La dimensione umana e spirituale del lavoro co-stituisce uno dei grandi

fondamenti della Dottrina So-ciale della Chiesa, dalla Rerum Novarum di Leone XIII alla Caritas in Veritate di Bene-detto XVI. Giovanni Paolo II, grande Maestro di Dottrina So-ciale della Chiesa, ha dedicato la sua prima Enciclica Sociale al tema del lavoro umano: la Laborem Exercens del 1981.

dImensIone spIrItuale del lavoro

Nella Laborem Exercens si compie una distinzione fonda-mentale tra lavoro soggettivo e lavoro oggettivo: il primo riguarda l’uomo, fatto a immagine e somi-glianza di Dio, con i suoi valori di libertà, responsabilità, dignità e creatività; il secondo riguarda la dimensione economica del lavoro come fattore della produzione assieme al capitale.

Sia la prima industrializzazione, che ha creato la cosiddetta “que-stione operaia” sia le successive rivoluzioni industriali compresa l’ultima nell’era della globaliz-zazione, dimostrano chiaramente che, anche nell’epoca del lavoro sempre piú meccanizzato, è ne-cessario che «il soggetto proprio del lavoro rimanga l’uomo». Lo sviluppo dell’industria e dei diversi settori a essa connessi indica il ruolo fondamentale della tecnica, generata dal pensiero umano, nell’interazione tra il soggetto e l’oggetto del lavoro.

Essa può essere considerata

un’alleata del lavoro, in quan-to costituita da un insieme di strumenti dei quali l’uomo si serve nel proprio lavoro. È un dato di fatto però che in alcuni casi la tecnica da alleata può anche trasformarsi in avver-saria dell’uomo, come quando la meccanizzazione del lavoro soppianta l’uomo, togliendogli ogni soddisfazione personale e lo stimolo alla creatività e alla responsabilità.

È questo un rischio che viene sottolineato con forza nell’ultimo capitolo della Caritas in Veritate di Benedetto XVI, dedicato alla tecnica. Se le parole bibliche «soggiogate la terra», rivolte all’uomo fin dall’inizio, vengono intese nel contesto dell’intera epoca moderna industriale e post-industriale, allora indub-biamente esse racchiudono in sé anche un rapporto con la tecnica, con quel mondo di meccanismi e di macchine, che è frutto del lavoro dell’intelletto umano e la conferma storica del dominio dell’uomo sulla natura.

Nella Parola della divina Rivelazione è iscritta molto profondamente la verità fonda-mentale per un spiritualità del lavoro. E ciò perché l’uomo è fatto a immagine e somiglianza di Dio e mediante il suo lavoro partecipa e continua l’opera del Creatore.

La descrizione della creazione, che troviamo nel primo capitolo del Libro della Genesi, è, in un certo senso, il primo “Vangelo del lavoro”. Essa dimostra,

Giancarlo AbetePresidente Nazionale UCID

lavoro:motore dI svIluppo per Il bene comune

Sviluppo e bene comune devono procedere insieme per la crescita integrale dell’uomo nella carità e nella verità. La giustizia è la misura minima della carità

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PARTE PRIMA - TEMI GENERALI

non come potere per l’esclusiva massimizzazione del profitto, ma come servizio agli altri per lo sviluppo e il bene comune. Per questo la Centesimus Annus, che ha determinato una vera e propria svolta nella Dottrina Sociale della Chiesa, parla di economia di impresa preferendola a quella di economia capitalistica.

Il ruolo dell’imprenditore e dell’impresa nei processi di svi-luppo viene esaltato da Benedetto XVI nella Caritas in Veritate del 2009, parlando esplicitamente della responsabilità sociale dell’impre-sa non solo nel confronto degli azionisti per un giusto profitto, ma in primo luogo dei propri dipendenti, la risorsa piú preziosa per la sostenibilità dell’impresa

LAvORO, PERSONA, SvILUPPO

infatti, in che cosa consista la dignità umana, insegnando che l’uomo lavorando deve imitare Dio, suo Creatore, perché porta in sé il singolare elemento della somiglianza con lui. Giovanni Paolo II afferma la necessità che questa spiritualità cristiana del lavoro diventi patrimonio comune di tutti. Qualsiasi lavoro, sia esso manuale o intellettuale, non può essere scisso dalla fatica.

Infatti il sudore e la fatica, che il lavoro necessariamente com-porta, nella condizione presente dell’umanità offrono al cristiano e a ogni uomo la possibilità di partecipare nell’amore all’opera che il Cristo è venuto a compiere. Soprattutto la fatica del lavoro, in unione con Cristo crocifisso per noi, l’uomo collabora con il Figlio di Dio alla redenzione dell’umanità. Egli si dimostra vero discepolo di Gesú, portando a sua volta la croce ogni giorno nell’attività che è chiamato a compiere.

Giova infine ricordare che Giovanni Paolo II nella Laborem Exercens mette in guardia, in modo profetico, contro il rischio dell’economicismo, cioè il ridurre tutta la vita dell’uomo alla mera sfera economica. Questo ridu-zionismo economico ha portato all’individualismo, alla caduta dell’amore per il bene comune e al relativismo etico di cui parla spesso Benedetto XVI. Dobbia-mo invece ricordare che anche i valori spirituali hanno effetti economici e che il mercato senza una base morale comunemente

riconosciuta non può funzionare, generando disuguaglianze e ingiustizie che minano la con-vivenza umana e lo sviluppo per il bene comune.

Il lavoro è motore dI svIluppo per Il bene comune

Sviluppo e bene comune de-vono procedere insieme per la crescita integrale dell’uomo nella carità e nella verità. La giustizia è la misura minima della carità che la supera per il suo valore trascendente e teologico.

Il bene comune è bene di tutti e di ciascuno e va oltre il concetto di bene totale che risulta dalla somma del bene di ciascuno, per cui è possibile renderlo massimo ma con profonde disuguaglianze che mortifica la dignità dell’uo-mo e del suo lavoro. Il bene comune è invece un concetto moltiplicativo e tutti devono partecipare in qualche misura al processo di sviluppo, per cui se solo una persona non ha nulla tutto il prodotto è nullo e non si realizza il bene comune.

Ma chi sono i costruttori di bene comune? Non solo lo Stato come è nella concezione del Welfare State ma tutta la società civile: famiglie, imprese, enti intermedi e ciascuno di noi. L’impresa e il lavoro che in essa si realizza è un grande costruttore di bene comune attraverso lo sviluppo.

Essa, come ci ricorda Giovanni Paolo II nella Centesimus Annus del 1991, è una comunità di persone in cui l’autorità viene esercitata

Il bene comune è un concetto moltiplicativo e tutti devono

partecipare in qualche misura

al processo di sviluppo, per cui se solo

una persona non ha nulla

tutto il prodotto è nullo e

non si realizza il bene comune

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PARTE PRIMA - TEMI GENERALI

L’economia di mercato non riesce da sola a creare tutto il valore che è necessario per lo sviluppo e la costruzione del bene comune, fronteggiando il grave problema delle disuguaglianze. Come afferma la Caritas in Veritate di Benedetto XVI, c’è bisogno di una quota di economia della gratuità e del dono

LAvORO, PERSONA, SvILUPPO

pace ci pongono su un terreno comune. E in questo terreno c’è molto che può ispirare e guidare azioni future».

Per migliorare le condizioni del lavoro e del mercato, l’OIL sostiene la necessità di costruire una globalizzazione piú equa, indicando alcuni valori e obiettivi in modo preciso. A questo scopo, l’OIL ha avviato un dialogo con varie organizzazioni e comunità religiose, in particolare con il Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) e con la Chiesa Cattolica. Si legge infatti nel manuale dell’OIL che «Le co-munità religiose condividono la vita quotidiana e le preoccu-pazioni dei propri fedeli. Esse riconoscono che il lavoro è la pietra angolare della dimensio-ne umana di ogni persona. Un lavoro dignitoso - un lavoro che si svolge in condizioni di dignità e sicurezza - aiuta a sostenere gli individui e le loro famiglie, i bambini e i giovani».

I valori basilari per l’OIL per un lavoro dignitoso che vede al centro di ogni processo di svi-luppo la persona umana possono essere cosí riassunti:

a) La dignità umana. L’OIL parte dal concetto che il lavoro non è una merce, come sostiene in modo incisivo la Laborem Exercens di Giovanni Paolo II. Poiché la piena occupazione e il lavoro produttivo sono fattori essenziali per garantire la dignità umana, il rispetto per i lavoratori e per il lavoro riveste un’importanza primaria e comporta una serie di

Come afferma la Caritas in Veritate di Benedetto XVI, c’è bisogno di una quota di econo-mia della gratuità e del dono. I cristiani imprenditori hanno a questo riguardo una responsa-bilità speciale.

Il lavoro dIgnItoso

L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha avviato da tempo una “Agenda per il lavoro dignitoso”, con molte iniziative. Tra queste, il 23 gennaio 2012 ha pubblicato un manuale intitolato “Convergenze. Lavoro dignitoso e giustizia sociale nelle diverse tradizioni religiose. Un manua-le”. Scopo del manuale non è quello di fornire una sintesi del pensiero, anche solo sociale, delle principali religioni, quanto di mostrare la convergenza delle loro tradizioni sul tema del lavoro. Si tratta infatti di uno degli aspetti fondamentali della vita umana, quanto mai di attualità in quanto anch’esso vittima degli squilibri causati dalla globalizzazione e dal modello di crescita econo-mica attuale.

Come sottolinea Juan Somavia, Direttore Generale dell’OIL, nella prefazione al manuale, «La spiritualità e i valori sono essenziali nella ricerca di una globalizzazione giusta. Questo manuale dimostra che in religioni e tradizioni spirituali diverse vi è una grande convergenza riguardo ai valori sul tema del lavoro. La dignità umana, la solidarietà e soprattutto la connessione tra lavoro, giustizia sociale e

nel lungo periodo, delle comunità locali, delle istituzioni locali, dei clienti, dei fornitori e di ogni altro soggetto che entra in relazione con l’azienda.

L’impresa, l’azienda, l’im-prenditore, l’imprenditorialità non erano mai stati citati cosí tante volte come nella Caritas in Veritate di Benedetto XVI. Una cinquantina di volte nella Caritas in Veritate, trenta nella Centesimus Annus e meno di quindici volte nella Laborem Exercens.

L’economia di mercato non rie-sce da sola a creare tutto il valore che è necessario per lo sviluppo e la costruzione del bene comune, fronteggiando il grave problema delle disuguaglianze.

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PARTE PRIMA - TEMI GENERALI

rozona supera ora quello della Federal Reserve americana. Il settore reale dell’economia sta subendo un forte razionamento del credito, soprattutto le piccole e medie imprese e le famiglie.

Parlare, in queste condizioni, di riavvio della crescita e dell’occu-pazione è altamente illusorio.

Dobbiamo assolutamente cambiare marcia, con una nuova governance a livello mondiale, riformando profondamente le istituzioni politiche e finanziarie internazionali nate negli anni quaranta del secolo scorso. È un errore pensare che possa essere il mercato da solo o la buona volontà dei banchieri centrali a mettere le cose a posto.

Dalla relazione del Presidente Giancarlo Abete al Convegno che si è tenuto a Firenze il 10 luglio 2012.

LAvORO, PERSONA, SvILUPPO

la crIsI non è fInIta

La crisi non è finita e potrebbe arrivare il peggio. A pagare il prezzo piú alto è certamente il mondo del lavoro e quindi la dignità della persona che lavora. I tassi di disoccupazione sono saliti molto, soprattutto nella nostra Europa con particolare riferimento al mondo giovanile. Nel nostro Paese il tasso di disoccupazione giovanile ha superato il 30% e se non diamo prospettive ai giovani non abbiamo futuro.

Per inquadrare lo stato attuale della crisi è assai utile leggere alcuni passi del recente Rapporto annuale della Banca dei Rego-lamenti Internazionali (BRI). «Sono ormai trascorsi cinque anni dallo scoppio della crisi finanziaria, eppure l’economia mondiale resta sbilanciata, forse piú di prima, dal momento che le vulnerabilità ancora presenti interagiscono fra loro, amplifi-candosi».

Molto preoccupante è la situazione delle banche centrali. In questo periodo esse hanno aumentato gli acquisti di titoli pubblici e contemporaneamente concesso molta liquidità al sistema bancario per far fronte agli impegni in scadenza e per l’acquisto di titoli pubblici. Le attività delle banche centrali ammontano a oltre 18 trilioni di dollari, pari a circa il 30% del prodotto interno lordo mondiale, il doppio rispetto a dieci anni fa.

La Banca Centrale Europea (BCE) ha un attivo che rispetto al prodotto interno lordo dell’eu-

requisiti fondamentali.b) Solidarietà e sicurezza. La

dimensione sociale del lavoro implica per l’OIL che i lavora-tori devono unirsi e cooperare per portare a termine il lavoro che devono svolgere. Il diritto fondamentale alla libertà di associazione è scritto nella Costituzione dell’OIL.

c) Giustizia sociale. L’OIL, anche prima della crisi finan-ziaria, aveva espresso le sue preoccupazioni per il modo ingiusto in cui la globalizzazione stava ridisegnando il mondo del lavoro.

Per rendere il lavoro dignito-so, dobbiamo, secondo l’OIL, sconfiggere una serie di piaghe che sono espresse con crudeltà da alcuni numeri. Nel mondo almeno 12,3 milioni di persone sono soggette a un lavoro forzato. In genere si tratta di gruppi etnici minoritari poveri, già soggetti a discriminazioni. Per quanto riguarda il lavoro minorile, si stima che ci siano attualmente 215 milioni di minori costretti a lavorare, 115 dei quali in lavori pericolosi. Le religioni sono concordi nel considerare questo fenomeno un crimine, che non è facilmente eliminabile, perché spesso è indispensabile alle fami-glie per sopravvivere. Si tratta in definitiva di trovare valori comuni e convergenze che consentano un programma di azioni concrete per affrontare le urgenze umanitarie e sociali che riguardano ormai tutto il mondo e che nessuno può risolvere da solo.

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PARTE SECONDA

APPROfONDIMENTI

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Lo scorso 31 maggio si è ripetuto in Banca d’Italia il rito ultracen-

tenario della lettura da parte del Governatore delle “Consi-derazioni Finali”: un testo, da sempre molto atteso, che rap-presenta qualcosa di piú di un documento di sintesi sull’at-tività della Banca d’Italia a chiusura della Relazione della Banca d’Italia.

Era la prima volta che il dot-tor Ignazio Visco si presentava all’Assemblea dei partecipanti e ai massimi esponenti del mondo economico, finanziario e accade-mico, nonché ai rappresentanti delle istituzioni e della società civile: un appuntamento al quale per prassi consolidata, non sono presenti membri del governo a conferma dell’autonomia della Banca Centrale del potere Ese-cutivo. L’attenzione e anche la curiosità erano palpabili nelle sale dell’austero palazzo Koch.

Il Governatore non ha deluso le aspettative mostrandosi subito all’altezza del compito allorché “fuori testo” (cosa inconsueta introdotta invero dal suo prede-cessore Mario Draghi) ha voluto sottolineare il valore non solo simbolico del documento e la sua stringente attualità citando una corrispondenza tra due suoi illustri predecessori, Einaudi e Baffi.

Di certo ogni Governatore, pur nel sostanziale rispetto di una consolidata tradizione, offre in questa sede una propria connotazione personale che si

riflette innanzitutto nello stile espositivo risultato, nel caso di Visco, piano e mai retorico, senza accentuazioni accademiche e inviti perentori.

Visco ha lasciato piuttosto parlare i fatti rappresentati con chiarezza e organicità, frutto di un rigore analitico coerente con la natura e la tradizione dell’Istituto.

Da questo punto di vista il documento presenta chiari elementi di novità pur nella continuità con i testi dei suoi predecessori.

II Governatore - che si è for-mato nella palestra di talenti che è il Servizio Studi della Banca d’Italia - del quale è divenuto peraltro direttore - ha affrontato i temi cruciali del difficile momento attraversato dal Paese con una visione prospettica sostanzialmente positiva, nel contesto nazionale ed europeo, non sottacendo quelli che sono i punti deboli del sistema e indicando “con garbo istituzionale” le priorità sulle quali è urgente intervenire, ciascuno assumendosi, nel ruolo che gli è assegnato, le proprie responsabilità.

Per la prima volta nella Relazio-ne - annuncia Visco - un capitolo è dedicato al ruolo delle donne nell’economia italiana: segno anche questo di una particolare sensibilità verso una tematica in altre sedi affrontata senza una sufficiente determinazione.

Il Governatore ha innanzi-tutto relazionato dell’opera, in corso da qualche anno, di

Il nostro paese può recuperare un comportamento vIrtuoso

Il messaggio del Governatore della Banca d’Italia esprime fiducia rispetto a un Paese che tanto ha fatto e che ancora molto può fare per uscire da una crisi che esige coraggio di cambiamento e rinnovamento

BANCA D’ITALIAE PAESE ITALIA

Antonio Bertani

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PARTE SECONDA - APPROfONDIMENTI

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Certamente i volumi di credito hanno registrato una flessione sia per effetto dell’offerta, ma anche per effetto di una minor domanda per investimenti; va notato in proposito che a fronte di una complessiva diminuzio-ne degli impieghi la Relazione registra un aumento, sia pure leggero, degli impieghi di filiali di banche estere.

La Relazione mette inoltre in rilievo un aspetto a mio avviso significativo del nostro sistema: ben il 38% degli impieghi avviene in forme tecniche con una durata inferiore all’anno, piú del doppio dello stesso dato registrato in Francia e Germania.

Il Governatore chiede con forza agli imprenditori un maggior im-

BANCA D’ITALIA E PAESE ITALIA

dotare gli intermediari di mezzi propri adeguati.

Ma non è sufficiente e non è con i soli rapporti matematici che si può condurre il sistema bancario a livelli piú affidabili di attività: anzi nel medio periodo limitarsi a provvedimenti sul capitale può ingessare le aziende bancarie in uno schema ottocentesco non piú attuale.

Il tema della semplificazione e riduzione del quadro normativo in larga parte indotto dalla legi-slazione europea - rappresenta, secondo il parere sia degli esperti sia dall’apparato produttivo - uno dei vincoli piú stringenti allo sviluppo produttivo e al dispiegarsi di energie innovative; le piccole imprese tra le quali le banche minori ne soffrono pesantemente.

La Banca d’Italia, anche da questo punto di vista, potrà dare molto attraverso il criterio di proporzionalità.

Solo una strada di progressiva disintermediazione può ridare al sistema maggior elasticità e affidabilità; certamente il pro-cesso necessita di tempo perché richiede riduzione di costi e investimenti in formazione del personale, ma soprattutto richiede il varo di un sistema di regole a tutela dei risparmiatori atto a prevenire il ripetersi di fenomeni del tipo “e/no bonds”.

Dalla Relazione appare come il sistema bancario, durante un anno di crisi indubbiamente ec-cezionale, sia stato comunque in grado di sostenere le imprese.

riorganizzazione dell’Istituto, di riposizionamento funzionale e operativo della rete territoriale e in un’ottica di efficienza complessiva che ha mantenuto inalterati i servizi resi all’utenza anche attraverso una appropriata politica di riqualificazione del personale.

Va dato e preso atto che in quest’opera la Banca d’Italia ha preceduto gli altri apparati statali: non v’è che da augurarsi che l’esempio possa essere seguito in modo tempestivo e concreto dalle altre amministra-zioni pubbliche e che la logica dello snellimento procedurale e normativo, finalizzato alla maggior efficienza, possa trovare applicazione anche nel potere regolamentare che la Banca ha nelle sue funzioni di Vigilanza a beneficio dell’intero sistema bancario e degli intermediari finanziari.

Dalla Relazione emerge che il sistema bancario italiano che pure sta soffrendo i contraccolpi della crisi generale di sistema con un forte incremento delle posizioni d’andamento anomalo - anche a seguito del consistente impegno di ricapitalizzazione delle Banche, si presenta pienamente rispon-dente alla imminente scadenza dell’applicazione delle regole di Basilea 3.

E, nell’attuale fase di incertezza, che si dispiega in un contesto che va al di là dei confini nazionali, è stato certamente necessario ed impegnativo misurare i rischi contenuti negli attivi bancali e

Non è sufficiente e non è con i soli

rapporti matematici che si può condurre il sistema bancario

a livelli piú affidabili di attività: anzi

nel medio periodo limitarsi a provvedimenti

sul capitale può ingessare le aziende

bancarie in uno schema ottocentesco

non piú attuale

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PARTE SECONDA - APPROfONDIMENTI

BANCA D’ITALIA E PAESE ITALIA

ai governi nazionali.In proposito c’è da osservare

che in presenza di enormi flussi di capitale, in Europa e non solo, vi è una incapacità sostanziale di convogliare i capitali in infrastrutture, condizione fon-damentale non solo per ridare slancio all’economia, ma soprat-tutto per creare le condizioni di uno sviluppo solido nel medio periodo.

L’Italia ha intrapreso un percorso di contenimento della spesa pubblica e di aumento della pressione fiscale.

Tuttavia la spesa pubblica richiede anche una riqualifica-zione, una eliminazione di pesi inutili che gravano su imprese e famiglie e l’inasprimento fiscale, osserva il Governatore, non può che essere temporaneo, a pena di compromettere lo sviluppo.

La sintesi che si ricava dalla lettura delle Considerazioni finali è un messaggio di fiducia: l’Italia può recuperare un com-portamento virtuoso attraverso un’azione sulla spesa pubblica per il suo contenimento e per l’eliminazione degli oneri im-propri che gravano su cittadini e imprese; a questa azione si potrà far seguire una riduzione del gravame fiscale: occorre che la politica, in un rinnovato clima di concordia nazionale che riunisca tutte le forze riformiste laiche e cattoliche, stabilisca un percorso a tappe al quale concorrano tutti in modo equo.

di massima incertezza nel futuro delle imprese e di aggravamento dell’onere fiscale.

Si impone in proposito una riflessione sull’adeguatezza per il nostro sistema del sistema di regole contenute in Basilea 3.

Un coraggioso impegno di capitalizzazione alle imprese si può chiedere ma, su questo punto il Governatore è stato assolutamente chiaro, occorre una semplificazione dell’ambiente normativo e amministrativo che elimini i mille costi, monetali e non, che gravano sullo svolgi-mento dell’attività e inoltre una diminuzione della tassazione che riporti l’onere fiscale a livelli competitivi, almeno con il resto dell’area euro.

Nell’affrontare il tema dell’Italia nel contesto europeo il Gover-natore ha lanciato un appello forte alla necessità di attivare velocemente un ordinato pro-cesso di integrazione politica, promovendo chiare proposte di intervento.

II Governatore ha osservato che l’Europa, considerata nel suo insieme, presenta grandezze macro-economiche che confi-gurano un’economia solida in grado di reggere positivamente il paragone con altre aree sviluppate e indica ai paesi meno virtuosi l’esempio dei Paesi che hanno saputo realizzare una concordia nazionale di fondo.

Nell’affrontare il problema dello sviluppo economico il Governatore rileva che gli stru-menti sono attualmente in mano

pegno per la patrimonializzazione delle imprese; in Italia, infatti, rispetto al resto dell’area euro e di Francia e Germania in particolare, le imprese presentano livelli di patrimonio compressi.

Non si può non osservare che queste peculiarità del nostro sistema derivano da una strut-tura tradizionale della nostra economia, in gran parte dovuta al peso e alla qualità dell’impo-sizione fiscale.

Nella piccola e media impresa italiana è pertanto normale che l’imprenditore preferisca tenere il patrimonio mobiliare e immobiliare accumulato, per quanto possibile, al di fuori dell’azienda.

Il superamento di questa prefe-renza richiede un cambiamento strutturale della nostra economia che certamente non trova un am-biente favorevole in un periodo

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PARTE SECONDA

APPROfONDIMENTI

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EUROPA: UNA NUOvA ECONOMIA

Attilio Pasetto

un dIsegno rIformIsta sostenuto da coerentI valorI e comportamentI etIcI

Le regole e le riforme sono importanti, ma non sono sufficienti, se nel mondo economico non si fa strada una nuova coscienza etica connessa a una visione di piú lungo periodo

Il 31 maggio scorso Ignazio Visco ha pronunciato per la prima volta le conside-

razioni finali nel ruolo di go-vernatore della Banca d’Italia. Dalla relazione emergono inte-ressanti indicazioni sulle ban-che, sulle imprese, sui mercati dei capitali e sull’Europa.

Il Governatore ha ricordato i notevoli progressi compiuti dalle banche sulla strada del rafforzamento patrimoniale, pur in condizioni di mercato difficili.

Tali progressi - unitamente alla bassa esposizione delle banche italiane ai derivati, all’assenza nel nostro paese di una bolla immobiliare, al basso livello del debito delle famiglie - con-sentono di assicurare al nostro sistema bancario una sostanziale stabilità.

Tuttavia - osserva il Gover-natore - la qualità del credito è peggiorata, con l’aumento delle sofferenze, il rallentamento degli impieghi e il peggioramento del rischio di credito. Il Governatore raccomanda «interventi incisivi dal lato dei costi operativi», in primis il costo del lavoro e le remunerazioni degli amministra-tori e dell’alta dirigenza.

aumentare sIgnIfIcatIvamen-te l’effIcIenza deI processI produttIvI e dIstrIbutIvI

Inoltre, occorre «aumentare significativamente l’efficienza dei processi produttivi e distributivi», valorizzando il contributo delle tecnologie informatiche, come

le operazioni bancarie online, già cresciute considerevolmente negli ultimi anni, ma destinate ad aumentare ancora di piú.

Il Governatore punta anche il dito sui processi di fusione avvenuti nel sistema bancario, che non hanno reso piú snella l’articolazione societaria dei gruppi e non hanno portato alla diminuzione del numero dei membri degli organi am-ministrativi.

Visco ricorda che i primi 10 gruppi bancari contano comples-sivamente 1.136 cariche, escluse le società estere, sottolineando l’abnormità di assetti costosi e non giustificati dalle competenze professionali necessarie a una gestione efficace.

Il divieto, recentemente in-trodotto dal Governo Monti, di detenere cariche incrociate tra imprese finanziarie potrebbe costituire un’occasione per snellire la struttura dei consigli di amministrazione.

Resta il fatto che il credito bancario da solo non basta a finanziare le imprese. Tanto meno il credito a breve. In Italia il 38% dei prestiti alle imprese ha durata non superiore ai 12 mesi, contro il 24% della media dei Paesi dell’euro e il 18% di Francia e Germania.

occorre puntare sul capItale dI rIschIo.

Le imprese - dice il gover-natore - devono disporre di un ampio mercato dei capitali, in modo da ridurre la dipendenza

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PARTE SECONDA - APPROfONDIMENTI

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Quello del Governatore è un richiamo imposto dalle necessità del momento, che risponde però anche all’esigenza di affermare un’etica diversa rispetto a quella che ha imperversato sui mercati finanziari negli ultimi decenni e che ha portato alla crisi attuale

EUROPA:UNA NUOvA ECONOMIA

menti di assistenza finanziaria agli Stati in difficoltà, avviare immediatamente progetti comuni di investimento «con particolare attenzione ai Paesi piú deboli», istituire «un fondo ove trasferire i debiti sovrani che eccedano una soglia uniforme».

Tutti strumenti e proposte che sono state portati avanti nei successivi vertici dei capi di governo e dei Ministri finanziari dell’eurozona. Ma non basta.

È necessario virare nella dire-zione di un sistema imperniato su «profitti piú bassi ma piú stabili di quelli del decennio precedente la crisi». Visco lo dice per le banche, ma è facile estendere il concetto a tutto il mondo delle imprese.

Quello del Governatore è un richiamo imposto dalle necessità del momento, che risponde però anche all’esigenza di afferma-re un’etica diversa rispetto a quella che ha imperversato sui mercati finanziari negli ultimi decenni e che ha portato alla crisi attuale.

In altre parole, le regole e le riforme sono importanti, ma non sono sufficienti, se nel mondo economico non si fa strada una nuova coscienza etica connes-sa a una visione di piú lungo periodo.

2013 e al riguardo sottolinea «la possibilità per le autorità nazionali di imporre requisiti piú stringenti di quelli minimi armonizzati su scala interna-zionale» in relazione anche alle differenze esistenti fra i sistemi bancari dei vari Paesi.

la prospettIva europea

La parte finale delle considera-zioni del Governatore è dedicata all’Europa. Visco ricorda che l’area dell’euro comprende oltre 300 milioni di cittadini e quasi 20 milioni di imprese.

Nel suo insieme l’eurozona ha conti con l’estero in equilibrio, un disavanzo e un debito pubblico pari rispettivamente al 3 e al 90 per cento del PIL.

Se l’Europa, o meglio l’area dell’euro, corrispondesse a un unico stato nazionale, non ci sarebbero timori per la sua tenuta né preoccupazioni per la sorte della moneta comune. Cosí non è e continuamente si avanzano interrogativi sul futuro del vecchio continente.

Il richiamo del Governatore è forte. «Si avverte - egli dice - la mancanza di fondamentali caratteristiche di una federazione di Stati: processi decisionali che favoriscano l’adozione di politiche lungimiranti, nell’inte-resse generale; risorse pubbliche comuni per la stabilità finanziaria e per la crescita; regole davvero condivise e azioni concordate e tempestive sul sistema finanziario e sulle banche».

Occorre allora attivare stru-

dalle banche e finanziare ade-guatamente gli investimenti e l’innovazione. Per arrivare a questo però anche le imprese devono dare il loro contributo, rafforzando ed equilibrando la propria struttura finanziaria.

D’altra parte, uno dei princi-pali problemi causati dalla crisi è quello dell’instabilità, che si manifesta in “forme di raccolta volatili” e «in investimenti in attività lontane dalla funzione creditizia della banca».

Di qui il richiamo a una “rego-lamentazione piú stringente”, in grado di assicurare stabilità alle banche e al sistema finanziario. Il Governatore ricorda che Basilea 3 entrerà in vigore all’inizio del

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PARTE TERzA

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RECENSIONI

G. Scanagatta, A. Pasetto,Sviluppo e Bene Comune,Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticana 2012, (Prefazione del Prof. Stefano Zamagni)

Il saggio cui va questa Pre-fazione tratta di un tema da sempre di centrale rilevanza nel dibattito sia culturale-politico sia scientifico; un tema però che in questi ultimi tempi si è imposto ancor piú all’attenzione dei piú dopo la pubblicazione dell’Enci-clica Caritas in Veritate di Papa Benedetto XVI specificamente ricolta a scandagliare i fonda-menti teologici e filosofici della relazione tra sviluppo umano integrale e Bene Comune.

Pasetto e Scanagatta meritano di essere lodati per lo stile espo-sitivo, scevro da bizantinismo della loro prosa e per l’acume con il quale hanno saputo leggere le res novae di questo nostro tempo.

Combinando opportunamente approccio storico-economico e approccio teorico-economico, gli Autori ci consegnano un testo che se, per un verso, sarà di aiuto per decifrare talune caratteristiche dell’attuale transizione dalla società industriale a quella post-industriale, per l’altro verso, spronerà a riflettere sul senso e sul modo del fare impresa in un’epoca caratterizzata da due fenomeni di portata epocale: la globalizzazione e la terza

distinzione tra l’atto del costruire e quello del creare.

«Tutta la differenza tra costru-zione e creazione è esattamente questa: una cosa costruita si può amare solo dopo che è stata co-struita, ma una cosa creata di ama prima di farla costruire».

L’impegno educativo che l’UCID va lodevolmente portando avanti tra gli imprenditori italiani è proprio quello di spingerli ad essere creatori, piuttosto che meri costruttori.

È questa la mira del libro che il lettore ha per mano.

rivoluzione industriale (quella, per intenderci, delle tecnologie info-telematiche).

Un brano di Italo Calvino, tratto da Le città invisibili, bene illustra il concetto di innovatività di impresa. «Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra. Ma qual’è la pietra che sostiene il ponte? - chiede Kublai Kan. Il ponte non è sostenuto da questa o quella pietra - risponde Marco - ma dalla linea dell’arco che esse formano. Kublai rimane silenzioso, riflettendo. Poi ag-giunge: perché mi parli delle pietre? È solo l’arco che mi importa. Polo risponde: senza pietre non c’è arco».

Innovare significa imporre agli elementi (le pietre) nuove forme e nuovi ordini.

Per creare novità occorre pen-siero pensante, un pensiero cioè che sappia indicare la direzione di marcia; non basta pensiero calcolante, che pure è necessa-rio. E occorre anche non avere paura del futuro, non temere che il ponte possa crollare.

L’imprenditore vero è un sog-getto che si nutre di speranza, che non crede affatto che il futuro sia destabilizzante solo perché non è in nostro possesso.

È questa l’idea guida che sorregge il contributo di Pasetto e Scanagatta.

Mi piace chiudere con un pensiero del celebre scrittore inglese di inizio Novecento Gilbert Chesterton che bene traccia la

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PARTE QUARTAATTIvITàNAzIONALE

E INTERNAzIONALE

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GRUPPO BASILICATASezioni

POTENZA • 11 maggio 2012 (ore 10.00), Seminario dal titolo: “Salvaguardia dell’ambiente ed impresa: il punto sulla pianificazione della dif-ferenziata in provincia di Potenza”. Il seminario ha affrontato i problemi di tutela dell’ambiente e la possibilità di sviluppare in Basilicata opportunità di impresa.• 26 maggio 2012 (ore 09.00), Ritiro spirituale presso il San-tuario della Beata Vergine del Carmine di Avigliano (Poten-za) con il secondo seminario di approfondimento sui temi della Dottrina Sociale della Chiesa.• 22 giugno 2012 (ore 17,30), Assemblea Ordinaria del Gruppo Basilicata. Apertura del nuovo Consulente Ecclesiastico del Gruppo Padre Renato D’Andrea dell’Ordine dei Predicatori. È seguita una relazione di Paolo Cuoco Presidente della Sezione UCID di Potenza sul

FIDENZA • 13 luglio 2012 (ore 19,30), presso Ristorante Romanini a Parola di Noceto, incontro della Sezione con il Presi-dente Nazionale Giancarlo Abete che ha parlato sul tema “Da cristiani per un Paese nuovo” con successivo dibattito.

FORLI’ • 15 giugno 2012 (ore 19,30), incontro presso la Chiesa di San Zenone di Cesena, sul tema: “Crisi economica e crisi di valori. La ripresa dello svilup-po come responsabilità degli imprenditori e dei dirigenti cristiani”. È intervenuto il Segretario Ge-nerale Giovanni Scanagatta. MODENA• 5 luglio 2012 (ore 17,30), presso il Centro Famiglia di Nazareth in Modena incontro sul tema: “Aziende in crisi: ruolo degli istituti di credito”. Invito esteso a tutte le Sezioni dell’Emilia Romagna. Hanno partecipato all’incontro il Presidente Giancarlo Abete, Carlo Fratta Pasini, Presidente Gruppo Banco Popolare e Pietro Ferrari, Presidente Confindu-stria di Modena.

RIMINI • 19 maggio 2012 (ore 17,30), presso gli uffici del Vicario Diocesano, relazione

convegno svoltosi a Potenza “Salvaguardia dell’ambiente ed impresa”.

GRUPPO CAMPANOSezioni

NAPOLI

• 8 giugno 2012 (ore 10,30) presso l’Unione Industriali di Napoli Palazzo Partanna, Con-vegno sul tema: “Valore sociale ed economico del salvataggio e della ristrutturazione della impresa in crisi”. Ha coordinato il Presidente del Gruppo, Aurelio Fedele.

GRUPPO EMILIANO- ROMAGNOLOSezioni

BOLOGNA • 20 giugno 2012 (ore 18), incontro con i Soci per decidere l’argomento degli incontri del prossimo ciclo.

FERRARA• 13 giugno 2012 (ore 18.00), presso l’Istituto di Cultura “Casa G. Cini”: Conferenza del Prof. Romano Prodi sul tema “C’è una luce oltre la crisi: i problemi e le prospettive della globalizzazione” .

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PARTE QUARTA ATTIvITàNAzIONALE

E INTERNAzIONALE

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sul Convegno in Fiera sulla bioedilizia e le energie rin-novabili e riflessione su S. Giuseppe • 9 giugno 2012 (ore 17,45), nella sala attigua agli Uffici del Vicario Diocesano si è tenuta l’Assemblea Ordinaria dei Soci. Relazione sul conve-gno in Fiera sulla bioedilizia e energie rinnovabili di Dino Ciammitti e Alberto Brighi. Presentazione da parte di Ce-sare Giorgetti del “Rapporto sulla povertà” nella Diocesi di Rimini curato dalla Caritas Diocesana.

GRUPPO fRIULI vENEzIA GIULIA

• 23 giugno 2012 (ore 9.30), presso la Sguassero Costruzioni a San Giorgio di Nogaro se-condo incontro aperto a tutte le Sezioni, sul tema della Dottrina Sociale della Chiesa animato da Renzo Andreello che ha introdotto il tema “Economia e civiltà”.

GRUPPO LAzIO

• 25 maggio 2012 (ore 11.00), Visita al Senato della Repubblica, sede della

GRUPPO LIGURESezioni

GENOVA • 3 maggio 2012, presso Circolo Unificato dell’Esercito in via San Vincenzo 68, per la serie di conversazioni a tema “Ieri, oggi e domani” orga-nizzati dal Gruppo Giovani, incontro con il Dr. Colonnello, Vicepresidente della Sezione, sul tema: “Internazionalizzazione: parola d’ordine per le PMI Industries. Il caso Cina”• 9 maggio 2012, presso il Circolo Unificato dell’Esercito in via San Vincenzo 68 medita-zione condotta dall’Assistente Ecclesiastico Don Stefano Olivastri sulla figura del Beato Giuseppe Toniolo. La serata si è conclusa con cena di soci e loro famigliari. • 14/18 maggio 2012, incontro di Soci e loro invitati sul tema “Smart City”.• 21/25 maggio 2012, convegno su nuove normative di legge sul lavoro (giovani, donne) organizzato in collaborazione con l’Associazione Industriali di Genova.• 6 giugno 2012 (ore 18,00), Conferenza presso il circolo

VI Commissione Finanze e Tesoro, presieduta dal Sen. Maria Baldassarri, che con alcuni funzionari ha illustra-to le competenze, il ruolo e le modalità di lavoro delle commissioni parlamentari. Dopo l’incontro con la Com-missione Finanze e Tesoro visita guidata a Palazzo Madama.

SezioniLATINA • Maggio 2012Convocazione del Consiglio Direttivo. Designazione del nuovo Pre-sidente della Sezione.• Giugno 2012Convocazione dell’Assemblea Ordinaria. Conviviale fine lavori Anno Sociale in corso.

ROMA • 20 maggio 2012 (ore 9,45), Visita guidata della zona archeologica sottostante alla Basilica di S. Giovanni in Laterano.Battistero di San Giovanni in Laterano (ore 12.00) Santa Messa per i giovani della Sezione presieduta da S. E. Mons. Paolo Schiavon.• 26 giugno 2012 (ore 17,45), Consiglio Direttivo della Sezione di Roma presso la Sede di Palazzo Alicorni, via Scossacavalli.

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PARTE QUARTA ATTIvITà NAzIONALEE INTERNAzIONALE

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Tribunale di Novara sul tema “La ristrutturazione del debito nella legge fallimentare. I nuovi strumenti di composizione delle crisi da sovra indebitamento. Legge 3/12 – nuovi strumenti di ausilio anti-racket”; Rossana Ferrari, Giudice delle esecu-zioni Tribunale di Genova su “Il blocco delle procedure esecutive”; Massimo Ceresa Gastaldo, Ordinario Procedura Penale Università Bocconi di Milano “Profili penalistici della legge 3/12”; “Interventi del volontariato a favore delle PMI in crisi”; G.B. Canevel-lo Presidente Associazione “Pietra d’Angolo UCID Ge-nova”; Marcello Pollio, Cons. O.D.C.E.C. Genova-Delegato Commissione Crisi d’Impresa e Attività giudiziarie sul tema “Il ruolo del professionista e dell’organismo di composizione della crisi nella L. 3/12”.

GRUPPO LOMBARDOSezioni

MILANO• 30 maggio/3 giugno 2012, Partecipazione all’Incontro Mondiale delle Famiglie.

NOVARA • 23/24 giugno 2012, in col-laborazione con la Sezione di

Novara - Convegno Nazionale della Va edizione delle Giornate Wojtyla. Introduzione dell’Ing. Alessandro Crespi.Hanno partecipato: Mons. Franco Brambilla Vescovo di Novara che ha parlato sul tema “La voce della Chiesa”; l’On.le Luisa Santolini sul tema “La voce della famiglia”. È seguita una tavola rotonda con la partecipazione della Dott.ssa Linda Gilli sul tema: “La riscoperta del padre”; la Dott.ssa Pia Cittadini su “La filosofia della rete”; il Prof. Angelo Ferro sul tema “La longevità come risorsa”. Ha moderato Gianfranco Fabi de “Il Sole 24ore”.

COMO

• 28 maggio 2012, incontro con Prof. Giorgio Zampe-retti – ordinario di Diritto commerciale all’Università dell’Insubria sul tema “Il passaggio generazionale al vertice dell’impresa familiare al tempo della crisi”.

LODI • 19 maggio 2012, On.le Luisa Santolini ha parlato sul tema “Coniugare famiglia e lavoro: due pilastri per il Bene Comune”.

MILANO • 8 maggio 2012 (ore 20,00), Biblioteca Ambrosiana - In-contro Dibattito sul tema: “La

unificato dell’Esercito sul tema “Attualità del pensiero di Giuseppe Toniolo”. È intervenuto Oreste Bazzi-chi Docente della Pontificia Università Seraphicum di Roma.• 14 giugno 2012, presso il Circolo Unificato dell’Esercito incontro aperto al pubblico su Giuseppe Toniolo (la Buona Economia). Assemblea dei Soci e cena sociale.• 22 giugno 2012, La Sezione in collaborazione con CCIAA ha organizzato un incontro sul tema: “Il sovraindebitamento delle piccole e medie imprese (problematiche e nuove so-luzioni per la composizione delle crisi, nuovi strumenti anti-racket”. Oltre al Presidente della Sezione di Genova, sono intervenuti Stefano Betti, Presidente Asso-ciazione dei Master in Diritto Tributario dell’Università di Genova che ha trattato il tema “Inquadramento normativo e problematiche generali”; Gabriele Delmonte, Vice Di-rettore Generale Banca Carige; Bartolomeo Quatraro Presidente della Commissione Tributaria Provinciale di Genova e del

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sul tema del lavoro.

NOVARELLO (NO) • 23-24 Giugno 2012, Giornate Woityla, nella tradizione del Programma Nazionale delle Giornate. Convegno Nazionale della Va edizione delle Giornate Wojtyla. Introduzione dell’Ing. Alessandro Crespi. Hanno partecipato: Mons. Franco Brambilla, Vescovo di Novara che ha parlato sul tema “La voce della Chiesa”; l’On.le Luisa Santolini, sul tema “La voce della famiglia”. È seguita una tavola rotonda con la partecipazione della Dott.ssa Linda Gilli sul tema: “La riscoperta del padre”; la Dott.ssa Pia Cittadini sul tema “La filosofia della rete”; il Prof. Angelo Ferro sul tema “La longevità come risorsa”. Ha moderato Gianfranco Fabi de “Il Sole 24ore”.

GRUPPO MARChESezioni

FERMO

• 30 giugno 2012 (ore 10,30),

Migone, Università di Torino, Giorgio Sacerdoti, Università Bocconi. Ha moderato Franco Nava Presidente della Sezione.• 11 giugno 2012 (ore 20,00), Incontro conviviale sul tema “Il valore della gratuità nella crisi”. Relatore S.E. Mons. Am-brogio Spreafico Vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, Assistente spirituale Comunità di sant’Egidio• 12 giugno 2012, Biblioteca Ambrosiana - Incontro Dibattito sul tema: “Fortezza e gentilezza: il ritratto del gentiluomo che viene dalla tradizione”Introduzione e coordinamen-to: Monsignor Franco Buzzi prefetto della Biblioteca• 9 luglio 2012 (ore 18,30), Basilica di San Bassiano. Incontro pre-estivo sul tema: “Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione … perché il regno di Dio è in mezzo a noi”. Relatore il Consulente Eccle-siastico della Sezione Mons. Franco Buzzi, Prefetto della Biblioteca Ambrosiana. Visita alla Basilica, guida-ta dalla Dott.ssa Sandrina Bandera, Sovrintendente al patrimonio artistico di Mila e della Lombardia.• 26 settembre 2012 (ore 21.00), Biblioteca Ambrosiana - Primo incontro sull’impren-ditorialità cristiana e islamica

brama esclusiva del denaro, la sete del potere: trappole di peccato nella storia dell’uomo” Relatori: Avv. Francesco Santi e Dr. Carmine Infante. Introduzione e coordinamento: Monsignor Franco Buzzi• 22 maggio 2012 (ore 20,00), Incontro organizzato dalla Cooperativa Estia e promosso dalla Sezione presso il carcere di Bollate al fine di presentare l’attività della Cooperativa, nata per offrire lavoro e forme di espressione attraverso il teatro ai detenuti e favorirne, nella prospettiva della libertà riconquistata che arriverà, il reinserimento sociale e familiare.• 29 maggio 2012 (ore 14,00), presso l’Abbazia di Mirasole, Opera (Milano). Evento collaterale organizzato dalla Sezione di Milano al VII Incontro Mondiale delle Famiglie - con il patrocinio di Regione Lombardia, Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale - dal tema “Tempi del lavoro, tempi della Famiglia” • 4 giugno 2012 (ore 18.00), Presentazione del libro di Susanna Pesenti dal titolo “La politica: missione o esercizio del potere? Dag Hammarskjöld a 50 anni dalla scomparsa”. Con l’autrice ne hanno par-lato Mons. Franco Buzzi, Consulenter Ecclesiastico della Sezione, Gian Giacomo

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gno “L’istituto Famiglia nella evoluzione Etica, Giuridica ed economica” nell’Aula Magna della Corte di Palazzo Piacentini, al quale sono inter-venuti Ettori Gotti Tedeschi, Presidente IOR, e i Profes-sori Francesco d’Agostino, Giovanni Giacobbe, Sergio Belardinelli. La prolusione è stata fatta a cura di Mons. Renzo Bonetti, già deputato alla Congrega-zione Famiglia della CEI, il Professore on. Michele Vietti Vice Presidente Csm, e Man-lio d’Agostino, economista e vicepresidente nazionale dell’UCID, sul tema “La visione strategica ed il senso di responsabilità nella fami-glia: siamo chiamati oggi a progettare il futuro”• 30 maggio 2012 (ore 17,00), Incontro dibattito con la co-munità ellenica dello stretto, dal tema “Crisi a confronto Grecia – Magna Grecia. Realtà problematiche”. Aula Magna Istituto Maurolico di Messina. Intervengono Don Sergio Siracusano Consulente Eccle-siastico della Sezione; Mario Bonarrigo Presidente della Sezione; Carmelo Micalizzi Presidente CEDS, Bruno Traclò e Daniele Macris sul tema “La crisi greca”; Michele Limosani sul tema “La crisi nell’Italia Meridionale”.

• 25 giugno 2012 (ore 19,45), Festa d’estate UCID - presso il ristornate del Golf Club Stupinigi.

GRUPPO PUGLIA• 22 giugno 2012 (ore 9,30), Convegno a Lecce di APCO e co-organizzato dal Gruppo Puglia su: “Etica nel business, nelle professioni, nell’ammi-nistrazione pubblica”.

Sezioni

MOLFETTA• 11 maggio 2012 (ore 16,00), presso la Fabbrica di San Domenico. Convegno organizzato dalla Sezione in collaborazione con Ufficio Diocesano Pastorale Sociale e del Lavoro e con Azione Cattolica Diocesana “JOB DAY” dal titolo “Gio-vani ed Imprese insieme per un lavoro dignitoso”. Ha partecipato il Vice Pre-sidente Nazionale Ruggiero Cristallo.

GRUPPO SICILIANOSezioni

MESSINA

• 4-5 maggio 2012, Conve-

Convegno presso l’Auditorium di Villa Nazareth presieduto da Sua Eminenza il Card. Sal-vatore De Giorgi, Consulente Ecclesiastico Nazionale che ha parlato sul tema “Il Bene Comune, l’economia e l’etica alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa e sull’esempio del Beato Toniolo”. A seguire agape fraterna e Sant Messa.

GRUPPO PIEMONTE vALLE D’AOSTASezioni

TORINO • 7 maggio 2012 (ore 20,30), incontro conviviale sul tema: “Ho seguito il mio Maestro: un cambiamento per famiglia, lavoro e società”. Colloquio con Alessandro Meluzzi, psichiatra, scrittore, opinionista. • 14 maggio 2011 (ore 20,30), Incontro dibattito organizzato dal Gruppo Giovani UCID di Torino dal titolo “I cittadini ed il fisco. La casa di abitazione e la nuova IMU”. Relatori Dott. Avv. Michele Vaira e Dott. Marco Palestro.

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avuto come momento topico nel 2012 la pubblicazione del volume “Strategie d’Impresa per il Bene Comune”, documento che ottimamente rappresenta i princípi ispiratori dell’UCID quali la centralità della persona umana, l’equilibrato utilizzo dei beni della terra, il corret-to esercizio dell’impresa e delle professioni, l’impegno per il progresso economico sociale. In particolare si è inteso evi-denziare l’importanza della conoscenza e della trasmissione dei valori espressi nella Dottri-na Sociale della Chiesa, il cui insegnamento può costituire una significativa e per certi versi innovativa occasione di nuova evangelizzazione. La partecipazione alle riunioni della Consulta Triveneta della Pastorale del lavoro (presieduta dall’ Arcivescovo Mons. Cre-paldi) ha consentito all’UCID di formulare concrete iniziative di corsi di formazione e di diffusione della conoscenza della Dottrina Sociale della Chiesa.Tali iniziative sono state bene accolte e portate anche all’attenzione delle commis-

Nazionale Giancarlo Abete e Carlo Costalli, Presidente Nazionale MCL. Alle ore 16,30 Assemblea dei Soci.

GRUPPO TRENTINO-ALTO ADIGE

TRENTO• 9 giugno 2012 (ore 12.00), presso Villa Margon di Trento - celebrazione del 20° anno di Fondazione della Sezione. Sono intervenuti S.E.R. il Card. Salvatore De Giorgi e Mons. Luigi Bressan Arcivescovo di Trento che hanno celebrato la S. Messa. Hanno partecipato molti Presi-denti delle Sezioni e il Consiglio Direttivo Nazionale.

GRUPPO vENETOIn piena continuità con l’attività svolta nel triennio di incarico dell’attuale presidenza, che si è conclusa con l’Assemblea del Gruppo il 12 maggio 2012 (rinnovo cariche), il Presidente e i Segretari hanno svolto un’intensa attività di divulgazione della conoscenza delle iniziative dell’UCID Nazionale e, in particolare, dell’attività del Consorzio Centro Cardinale Siri, che ha

GRUPPO TOSCANO• 20 maggio 2012 (ore 10,00), Incontro Regionale con la S. Messa e in prosecuzione e tavola rotonda dei Presidenti delle Sezioni UCID della Toscana, moderata da Manlio d’Agostino sul tema “Il lavoro nella società globalizzata. Da fine a mezzo di promozione della persona umana”, presso il Seminario Vescovile di Fiesole. Ha partecipato il Presidente Nazionale Giancarlo Abete.

Sezioni

FIRENZE • 25 maggio 2012 (ore 13.00), incontro al Teatro della Pergola.• 10 luglio 2012 (ore 18,00), incontro con la collaborazione di MCL Firenze a Spazio Reale a San Donnino Campi Bisenzio, sul tema “Lavoro: dimensione costitutiva della persona e motore dello sviluppo”. Hanno partecipato per i saluti Card. Giuseppe Betori, Arcive-scovo di Firenze, Guido Guidi Presidente UCID Firenze, Um-berto Viliani Presidente MCL Firemze. Ha moderatol’incontro Don Giovanni Momigli, Diret-tore Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale e il Lavoro e Consulente Ecclesiastico del Gruppo Toscano. Sono intervenuti il Presidente

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nizzato in collaborazione con FEDERMANAGER dal tema “Pensioni e previdenza in tempo di crisi: quale futuro? Una scelta di sussidiarietà”.Saluti di Amedeo Levorato Presidente UCID Sez. Padova e Vilfrido Pittoni Presidente FEDERMANAGER di Pa-dova. Con: Davide Squarzoni, Diret-tore Generale Prometeia SIM 8d.c.); Vanna Giantin Presidente Fondo di solidarietà Veneto; Vincenzo Emiliani Direttore Generale Fondo Assistenza Sanitaria Integrativa (FASI); Ernesto Burattin, Consiglio di gestione, Fondazione OIC Onlus; Angelo Ferro, Presidente Fondazione OIC Onlus.• 22 giugno 2012, Circolo Ufficiali - Assemblea sociale e chiusura d’anno - Cena dalle 19,45 e a seguire programma musicale (Gruppo giovanile della Diocesi e Orchestra di Padova e del Veneto, a sor-presa).

VICENZA • 28 maggio 2012, Incontro con la Sezione di Vicenza sul tema “Strategia d’impresa per il Bene Comune”. Relatore Giovanni Scana-gatta.• 18 giugno 2012 (ore 18,30), Assemblea Ordinaria dei Soci presso la Casa Mater Amabi-lis. Alle ore 19,30 cena sociale

di sconvolgere anche il nostro territorio).

BELLUNOLe modalità di lavoro rimangono quelle utilizzate nel 2011. Il numero di incontri è sufficiente a sviluppare qualche argomento e a creare situazioni nelle quali i partecipanti che frequentano con sufficiente assiduità si sentano a loro agio. Il numero di incontri program-mati per il 2012, è di nove. Ogni incontro comprende tre momenti: a) la riflessione spirituale e di preghiera; b) l’esposizione di un tema di ambito socio-economico a cura dell’amico Ereasmo Santesso.c) il dibattito. La durata complessiva non deve superare le 22.00. È possibile che qualche incontro venga destinato prevalente-mente alla preparazione di un evento relazionale con il territorio.

PADOVA• 3 maggio 2012, Centro Sociale ZIP - incontro sul lavoro e sulla disoccupazione con visita ad aziende con PSL e presentazione del documento UCID per la Festa del Lavo-ro.• 26 maggio 2012 (ore 9,00), Auditorium Silvano Pontello, OIC - Seminario UCID orga-

sioni preparatorie del grande incontro ecumenico delle Diocesi Trivenete Aquileia 2, che si è svolto dal 13 al 15 aprile u.s. Inoltre, sulle stesse tematiche, sono stati presi numerosi e specifici contatti (oltre 30) anche con la presidenza della Facoltà Teologica del Trive-neto, con associazioni di ca-tegoria a livello provinciale e regionale, con affermati studi professionali, con imprenditori e professionisti e sindacati di ispirazione cattolica.L’attenzione alle problematiche proposte è stata sempre note-vole, cosí che si sta creando una sorta di terreno fertile per un’iniziativa di studio/formazione. L’auspicio è che si possa pervenire entro l’autunno a risultati concreti, comunque destinati, in primo luogo, a evidenziare la centralità della persona umana (un vero e pro-prio nuovo umanesimo anche nell’ambito dell’impresa e della professione, creando esperienze e luoghi evangelizzanti inno-vativi, tanto piú necessario in presenza della gravissima crisi socio-economica che rischia

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“La voce della Chiesa”; l’On.le Luisa Santolini sul tema “La voce della famiglia”. È seguita una tavola rotonda con la partecipazione della Dott.ssa Linda Gilli sul tema: “La riscoperta del padre”; la Dott.ssa Pia Cittadini su “La filosofia della rete”; il Prof. Angelo Ferro sul tema “La longevità come risorsa”. Ha moderato Gianfranco Fabi de “Il Sole 24 Ore”.

Firenze, 10 luglio 2012 (ore 15,30)Presso Spazio Reale S. Don-nino, il Presidente Nazionale Giancarlo Abete, ha incontrato i Gruppi e le Sezioni del Cen-tro Italia:• Gruppo Lazio: Sezioni di Roma, Frosinone, Latina, Tivoli, Viterbo.• Gruppo Marche: Sezioni di Ancona, Macerata, Pesaro.• Gruppo Toscana: Sezioni di Arezzo, Fiesole, Firenze, Pi-stoia, Prato, Valdarno Inf.aAlle ore 18,30 si è tenuto un incontro sul tema “Lavoro: dimensione costitutiva della persona e motore di sviluppo”, con la partecipazione di S.E.R. il Cardinale Giuseppe Betori,

PRESIDENzA NAzIONALE

Vicenza, 28 maggio 2012Incontro dal tema “Il futuro dell’economia in un mondo plurale”. È intervenuto il Segretario Generale Dott. Giovanni Scanagatta.

Milano (Opera), 29 maggio 2012 (ore 11,00).Assemblea Nazionale Ordi-naria e Consiglio Direttivo Nazionale presso l’Abbazia di Mirasole.

Milano, 29 maggio-3 giugno 2012Partecipazione al VII Incontro Mondiale della Famiglia - con il patrocinio di Regione Lom-bardia, Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale - dal tema “Tempi del lavoro, tempi della Famiglia”

Novarello (N0), 23-24 Giu-gno 2012Giornate Woityla, nella tradi-zione del Programma Nazionale delle Giornate. Convegno Nazionale della Va edizione delle Giornate Wojtyla. Introduzione dell’Ing. Ales-sandro Crespi.Hanno partecipato: Mons. Franco Brambilla Vescovo di Novara che ha parlato sul tema

con la partecipazione di Athos Santolin, Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed esperti contabili di Vicenza che ha introdotto il tema: “Profes-sioni e Cittadinanza”. • 26 luglio 2012 (ore 16,00), BITONTO - Convegno La-boratorio dal titolo “Crisi: principio di cambiamento”. Quale lavoro per i nostri giovani. Con il patrocinio di Regione Puglia, Comune di Bitonto - Politecnico di Bari, CONFIN-DUSTRIA di Bari e Barletta-Andria-Trani - Confartigianato e Banca Popolare Etica, presso Auditorium De Gennaro. Sono intervenuti Ruggiero Cristallo, Presidente UCID Puglia; Franco Caradonna, Presidente UCID Bari; Angelo Ferro, Past President Nazionale e Presidente della Fondazione “OIC” di Padova.

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UNIAPAC

L’UCID ha partecipato, at-traverso il suo delegato Dott. Giovanni Facchini Martini, ai vari Board di UNIAPAC Europe e di UNIAPAC Inter-national che si sono svolto nel secondo quadrimestre del corrente anno. Per quanto riguarda le attivi-tà future, si ricorda che dal 22 al 26 marzo del 2013, si terranno a Beirut un Board di UNIAPAC International e un Congresso riguardante il dia-logo tra imprenditori cristiani e imprenditori islamici.

Abbiamo inoltre partecipato ai Comitati Direttivi della CNAL durante i quali sono state dibattute le linee della Consulta nei diciotto mesi che rimangono alla scadenza del mandato. Tale riflessione è stata solle-citata dalla partecipazione di Mons. Crociata, Segretario Generale della CEI, al Comitato Direttivo della CNAL del 22 giugno 2012. Si ricorda infine che il Segretario Generale ha partecipato, come invitato, alla 64a Assemblea Generale della CEI che si è tenuta in Vaticano dal 21 al 25 maggio 2012. Su questa partecipazione il Segretario Generale ha inviato una nota ai Presidenti e ai Segretari dei Gruppi e delle Sezioni.

del Presidente della Sezione di Firenze Guido Guidi, di Carlo Costalli, Presidente Nazionale MCL (Movimento Cristiano Lavoratori).

ATTIvITA’ DELL’UCID NAzIONALE

L’UCID nazionale ha parteci-pato nel secondo quadrimestre del 2012 alle diverse attività dell’Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro e della relativa Consulta di cui fa parte. In questo periodo si è svolta l’Assemblea della Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali (CNAL), dedicata in modo particolare alla cele-brazione dei cinquant’anni dall’apertura del Concilio. L’UCID ha presentato un documento sul significato del Concilio per la nostra asso-ciazione che farà parte di un volume contente i contributi delle settanta aggregazioni che fanno parte della CNAL.

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