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TUTToBERGEGGI Associazione di Volontariato Storico Culturale Sociale Bergeggina TUTToBERGEGGI - Periodico di Informazione e Costume - Anno XXVI - N 4 - Dicembre 2018 - Direttore Resp.: Davide Pesce - Aut. Trib. di Savona 3009 n. 426/93 Associazione “L’Îzua” Via Ademaro De Mari, 28 - 17028 BERGEGGI (SV) - Impaginazione e stampa COOP TIPOGRAF Srl - C.so Viglienzoni, 78r - 17100 SAVONA Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% NO/SAVONA n° 0849/2013 - Tassa Pagata/Taxe Perçue/SAVONA CPO/Prioritario

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TUTToBERGEGGI

Associazione di Volontariato Storico Culturale Sociale BergegginaTUTToBERGEGGI - Periodico di Informazione e Costume - Anno XXVI - N 4 - Dicembre 2018 - Direttore Resp.: Davide Pesce - Aut. Trib. di Savona 3009 n. 426/93Associazione “L’Îzua” Via Ademaro De Mari, 28 - 17028 BERGEGGI (SV) - Impaginazione e stampa COOP TIPOGRAF Srl - C.so Viglienzoni, 78r - 17100 SAVONA

Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% NO/SAVONA n° 0849/2013 - Tassa Pagata/Taxe Perçue/SAVONA CPO/Prioritario

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2 Sommario Dall’archivio de “L’Îzua” 3 A scuola - Anno scolastico 1962 - 1963 - Anno scolastico 1963 - 1964 4 Comune di Bergeggi - Dal Sindaco 6 Bergeggi e dintorni - Natura matrigna 8 Attualità - Il mare a Bergeggi è di casa - Mareggiata 10 Bergeggi amore e fantasia - Luccichio negli occhi 12 U nostru dialettu - I proverbi dei nostri vecchi 14 La maggiorana persa - Canestrelli genovesi 15 Fregügge d’i tenpi andèti - Qualche San Martino fa… 16 La nostra gente - Cannoniere per caso, ma con merito - 50 anni di vita insieme 18 La nostra storia - Scoppio del Forte di Sant’Elena 19 Area Marina Protetta - Patella ferruginea: Protagonista TV e

“sorvegliata speciale” 20 NATURALmente Bergeggi Filastrocca - U Picusìn 21 Poesie L’angolo dei saluti 22 Concorso Stelle di Natale - C’era una volta - Il presepe 23 Notizie Utili 24 L’Îzua

TUTToBERGEGGI Periodico di Informazione e Costume Anno XXVI – N 4 – Dicembre 2018

Direttore Responsabile: Davide PescePresidente: Iginio Rossello

Redazione:Francesco Anaclerio, Monica Anaclerio, Elena Bellini,

Simona Ferretti, Enrico Fochi, Anna Locati, Guendalina Millelire, Gianna Terzuolo.

Hanno collaborato:Milli Amatucci, Roberto Arboscello, Sergio Bacciadonne,

Simone Bava, Fiorenzo Becchetti, Cinzia Bruzzone, Graziella Camia, Giulia Capponi, Marino Capponi,

Federica Casto, Daniela Cervetto, Franca Cervetto, Francesco Maria Cusaro, Lazzaro De Vincenti,

Maria Grazia Di Meo, Alberto Fanelli, Marino Fornace, Alessandro Genesio, Barbara Gianfranceschi, Annalisa Griffo,

Rosaria Griffo, Alberto Ivaldi, Francesca Maria Mineo, Silvia Orengo, Anita Rossello, Francesco Rovere, Olga Scorza,

Francesca Vassallo, Silvia Zamboni. Foto di copertina: Enrico Fochi.

SOMMARIO DALL’ARCHIVIO DE “L’ÎZUA”

Distribuito gratuitamente alle famiglie residenti in Bergeggi.Patrocinio: Comune di Bergeggi e Proloco Bergeggi

TUTToBERGEGGIAssociazione L’Îzua

Via De Mari, 28 (c/o Biblioteca Comunale) BERGEGGI

C.C.P. 1011092424 e-mail: [email protected]

Autorizzazione Tribunale Savona 3009 n 426/93Stampa: COOP TIPOGRAF

C.so Viglienzoni, 78 r - 17100 [email protected]

TUTELA DATITUTToBERGEGGI, periodico dell’Associazione L’Îzua, tratterà i dati per-sonali, forniti da chi riceve il giornalino, nel rispetto di quanto previsto dal Regolamento UE 679/2016 e delle disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale, al solo scopo di inviare il periodico TUTToBERGEG-GI, i relativi allegati e di gestire correttamente i contributi volontari ricevuti.

Rivolgendosi all’Associazione L’Îzua, Titolare del trattamento, ogni lettore potrà esercitare i diritti riconosciuti dagli articoli dal 15 al 22 del Regola-mento UE 679/2016, in particolare avrà la possibilità, se non interessato al ricevimento del periodico TUTToBERGEGGI, di farsi cancellare dall’elenco delle spedizioni, inviando e-mail all’indirizzo: [email protected]

Don Attilio Vezzoso intento a riparare una persiana

Con questa foto d’archivio vi auguriamo Buone Feste

Suor Maria Eulalia, aveva una voce che da sola riempiva la Chiesa

Da sinistra: i bambini Andrea Bertoni e Francesco Rovere (Franco) in processione

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A SCUOLA

Anno Scolastico 1962-63

Anno Scolastico 1963-64

In primo piano da sinistra: Daniela Guarnerio, Mirella Antognazzi, Ivana Meistro, Ivana Toro, Guendalina Millelire, Gra-ziella Camia, Franca Rebella, Marisa Faggi; in secondo piano: Sergio Bacciadonne, Giovanni Bruzzone, Antonio D’Antonio, Carmine D’Antonio, Ottorino Zini, Mario Faggi.

Da sinistra: Graziella Camia, Guendalina Millerire, Ivana Toro.

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Non era certo la prima volta. In questi ultimi anni il maltempo aveva già colpito duramente il nostro territorio ma quanto avvenuto tra il 29 e il 30 ottobre ha dello straordinario.Già nel pomeriggio la situazione appariva criti-ca. Io stesso, in prima persona, potevo constatare la furia del mare, provando ad aiutare durante i sopralluoghi alcuni proprietari di stabilimenti balneari a mettere in salvo quanto possibile, pur-troppo senza successo.Alle 20.30 circa arrivava una telefonata dalla Pre-fettura che annunciava una mareggiata straordi-naria con venti eccezionali. E così infatti è stato. Una nottata surreale: aperto il Centro Operativo Comunale, a fronte dello stato di allerta, abbia-mo iniziato con i ragazzi della Protezione Civi-le il giro sul il territorio verso le 21.30. In pochi minuti si è scatenato un vero proprio inferno, di vento e di mare. Gli alberi cadevano ovunque e il rumore del mare si distingueva chiaramente dal paese. Già la notte stessa i danni subiti appariva-

COMUNE DI BERGEGGI

Dal Sindaco

no tanti ma con la luce del giorno le previsioni si sono rivelate una triste realtà.Frane e smottamenti, alberi caduti o pericolanti, stabilimenti balneari interamente devastati così come interi tratti di spiaggia, la baracca di Pino Canùn portata via come se non fosse mai esistita, così come il Lido delle Sirene, cartelli stradali di-velti. Insomma uno scenario desolante.Una cosa però mi ha colpito da subito: le persone che il giorno dopo lavoravano, con la mareggiata ancora in corso, per rialzare la testa. Io davanti alle loro attività distrutte non avevo parole, avrei pianto per loro e invece loro stessi, con una di-gnità e una determinazione incredibile, erano già al lavoro. E’ questa la forza della nostra terra, di noi Liguri, di noi Bergeggini: la determinazione nel superare i momenti difficili, senza arrendersi. E aggiungo anche un’altra grande dote: la solidarietà. I ra-gazzi della Protezione civile, che dopo tutta una nottata di lavoro, hanno continuato a lavorare nei

giorni successivi, senza sosta, arrivando ad aiu-tare spontaneamente i gestori degli stabilimenti balneari in difficoltà la domenica, insieme ad al-cuni cittadini volenterosi. Con il Circolo Ricrea-tivo che offriva un pasto caldo ai volontari, con gli uffici comunali che lavorano senza sosta dal giorno della mareggiata per ripartire il più velo-cemente possibile.Perché in ballo non c’è solamente la prossima sta-gione balneare. In discussione c’è un intero paese, con la sua economia, ci sono posti di lavoro, ci sono aziende a conduzione famigliare che ri-schiano di vedere compromesso tutto quello a cui hanno dedicato vita intera, ci sono persone che hanno investito i loro risparmi o si sono indebi-tate per un’attività che oggi non esiste più, ci sono famiglie che ad ogni pioggia si trovano le case alluvionate, c’è la magnifica Bergeggi, la perla del ponente ligure, che era e deve continuare a essere la meta ambita da tanti liguri e da tanti turisti.E allora è necessario agire, senza eccessiva frene-sia ma celermente e con determinazione.Il giorno dopo il disastro avevo promesso con la mia amministrazione risposte concrete per il pa-ese. Come spesso accade Regione e Stato si erano subito espressi con proclami di aiuti economici che ad oggi non abbiamo ancora visto e che chis-sà se mai vedremo. Ma le promesse restano tali e allora eccoci pronti ad andare avanti con le nostre forze, per risollevarci. Ora la “ricostruzione”. E aggiungo misure preven-tive, perché temo che con questi fenomeni mete-reologicici dovremmo convivere in futuro.Una prima stima dei danni pubblici, inviata alla Regione, ammonta a circa 1 milione di euro, sud-divisi in tre categorie. La prima sono le somme urgenze, tra cui sono comprese la rimozione dei

Il mare visto dal paese la sera del 29 ottobre 2018

Durante la mareggiata

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rifiuti e materiali, la sistemazione dei moli, inter-venti di ripristino della viabilità, rimozione di al-beri, pulizia e sistemazione dei rii, ripristino della rete fognaria, che cubano per 500.000 euro circa. Segue la seconda tipologia che non riveste carat-tere di somma urgenza ma che interessa inter-venti essenziali per il comune, per ripristinare le condizioni pre-esistenti e di sicurezza, che cuba per circa 350.000 euro. La terza tipologia inter-venti importanti ma non urgenti, le cui previsioni di spesa sono intorno ai 95.000 euro.E’ a causa di queste cifre drammatiche che a di-stanza di poche settimane abbiamo convocato un Consiglio comunale che deliberava all’ una-nimità una variazione di bilancio: con questa delibera l’ amministrazione comunale ha liberato un avanzo di amministrazione pari a 517.000 euro che verrà impiegato per una prima serie di interventi atti a ripristinare quanto danneggia-to dai recenti eventi calamitosi con una proce-dura di somma urgenza, quindi interventi che verranno eseguiti nel giro di poche settimane. Nello stesso consiglio è stato deliberato il rinvio della scadenza dell’ultima rata Tari 2018 per le attività danneggiate dal maltempo, spostando il termine a maggio 2019.Altro punto deliberato l’ordine del giorno, con-cordato da tutti i sindaci dei comuni costieri, in cui il consiglio impegna il Sindaco a portare e sostenere presso Regione e Governo una serie di misure a sostegno della costa e delle attività economiche balneari. Un comune di piccole di-mensioni come il nostro, fortemente colpito e con danni per oltre un milione di euro, non può e non deve essere lasciato solo. È per questo che chie-diamo allo Stato di lasciare a noi la quota Imu che i nostri contribuenti versano, per sopperire alle spese in somma urgenza. C’è poi il tema del sostegno alle imprese balneari: chi deve investire oggi decine di migliaia di euro deve necessaria-mente essere sicuro di non vedersi portare via la propria attività tra un anno e deve essere messo nelle condizioni di apportare miglioramenti alla struttura che va a ricostruire, anche in termini di riduzione del rischio. C’è poi un ultimo tema

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che riguarda la prevenzione di eventi come quello accaduto; sono necessari interventi strutturali a protezione delle nostre coste e delle strutture su esse insistenti.In conclusione mi preme dire una cosa: questa Amministrazione non è l’amministrazione delle opere pubbliche, delle inaugurazioni, dei tagli dei nastri, delle cose appariscenti. E questo per due motivi principali: la normativa economica nazio-

nale che ci impediva di usare liberamente le nostre finanze e per la scelta consapevole di questa am-ministrazione di tracciare una direzione ben pre-cisa, spinti anche dagli eventi (tutti ricorderanno la famosa bomba d’acqua del 14 agosto 2014, a due mesi dal nostro insediamento). Quella della salvaguardia del territorio e prevenzione del ri-schio idrogeologico. Insomma, in questi quattro anni abbiamo privi-legiato l’utile al bello, opere costose che magari non si vedono ma che, in virtù dei cambiamenti climatici, diventano essenziali. Non dobbiamo apparire, dobbiamo fare cose utili al paese ci sia-mo spesso ripetuti. E allora ecco che le analisi sui rischi, gli interventi consistenti già fatti sui rii e quelli progettati per il futuro, gli interventi sul litorale, diventano essenziali. Senza quegli inter-venti le recenti piogge che hanno creato situazioni critiche potevano creare situazioni drammatiche. Tanto è stato fatto in questa direzione e tanto c’è ancora da fare, ne siamo consapevoli. Ma occor-reva iniziare e ora occorre proseguire. Prima di Natale vorrei organizzare un brindisi di auguri, per riuscire a creare un momento di ag-gregazione per la nostra stupenda comunità, per passare qualche minuto tutti insieme.Buone feste a tutti voi e alle vostre famiglie. Un abbraccio.

Roberto Arboscello

I resti della baracca

di Pino Canùn

Solidarietà per ripulire la spiaggia

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Ne Il dialogo tra la Natura e un islan-dese di Giacomo Leopardi, la Natura riferisce all’uomo che “questo universo è un perpetuo circuito di produzione e distruzione, collegate ambedue tra sé di maniera che ciascheduna serve con-tinuamente all’altra e alla conservazione del mondo”.Di fronte allo sfacelo provocato dalla fortissima mareggiata di lunedì 29 otto-bre, viene subito da pensare che contro la forza della Natura, l’uomo sia impo-tente.Tutta l’Italia, da Nord a Sud, è stata messa in ginocchio dal maltempo regi-strando 18 vittime e danni che ammon-tano, secondo le ultime stime, ad almeno tre miliardi di euro.La nostra Liguria è stata colpita da piogge intense, venti tempestosi e con-seguenti mareggiate che hanno disastra-to strutture marittime, imbarcazioni e agricoltura.Bergeggi, tra gli altri comuni coinvolti, ha visto il suo territorio devastato so-prattutto sui litorali.Abbiamo incontrato Marco e Davide Lione, gestori dei bagni Lido di Tor-re Del Mare, i quali hanno risposto ad alcune domande che tutti noi in questo momento ci stiamo ponendo.Come si è innescato questo meccanismo distruttivo?C’è stato l’incontro di due venti molto

BERGEGGI E DINTORNI

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Natura matrigna

potenti provenienti da direzioni oppo-ste: il libeccio, vento freddo proveniente da sud ovest e lo scirocco, vento caldo che spira da sud est. Di solito se spira un vento non soffia l’altro; in questo caso, invece, le due forze si sono sommate contro la costa ligure. L’intensità delle correnti è stata tale da generare onde alte fino a 10 metri.Difficile da immaginare e spaventoso al solo pensiero. Una specie di tsunami.Un fenomeno così non si era mai visto prima nel nostro mare. L’ARPAL lo ha definito tifone di Livello 2, il primo nella

storia del Mar Mediterraneo. Basti pen-sare che a Bergeggi le onde arrivavano sopra l’isola e sembravano oltrepassarla, distruggendo tutto ciò che incontravano a riva, compresa la baracca di Pino Ca-nùn, che aveva resistito più di 50 anni sulle nostre spiagge e che è stata letteral-mente spazzata via dalla potenza di una mareggiata senza precedenti. Parlando di simboli, anche il famoso Pifferaio, scultura in ferro, opera dell’artista Giu-seppe Consoli, non c’è più.Si poteva prevedere una cosa del gene-re?Noi seguiamo il bollettino specializza-to di un consorzio toscano chiamato LAMMA (Laboratorio di monitorag-gio e modellistica ambientale) che si oc-cupa di previsioni sul vento e sul mare e difficilmente sbaglia. Prevedeva un vento molto forte. All’interno della scala di colori che va dal rosa al grigio per in-dicare l’intensità del vento, il bollettino LAMMA indicava la peggiore, ovvero il grigio.In quale fascia oraria è avvenuta la tra-gedia?Il picco vero e proprio della mareggiata si è verificato intorno alle 22.30. Appe-na si è potuto, intorno alle 23.30, siamo andati a vedere le condizioni del nostro stabilimento e l’impressione è stata de-vastante. Il mare non aveva avuto pietà, i magazzini non c’erano più e in compenso sulla sabbia restava una montagna di ri-fiuti. Non abbiamo potuto fare foto con quel buio e ad una certa ora siamo tor-

Pescasportiva dopo la mareggiata

Playa de Luna, Bergeggi

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nati a casa. Il giorno dopo, con la luce, ci siamo resi conto che ciò che in un primo momento avevamo definito spazzatura, era in realtà materiale proveniente da al-tri bagni marini, anch’essi devastati e con le spiagge a loro volta piene di frammen-ti delle attrezzature provenienti da altri stabilimenti. Tutti gli stabilimenti sono stati colpiti allo stesso modo? Più o meno tutti abbiamo subito danni gravissimi, che potrebbero compromet-tere la prossima stagione.Cosa avete trovato sulla spiaggia? Innanzitutto, abbiamo trovato una mon-tagna di sabbia alta tre metri. Inoltre, il mare ha portato molta legna, alluminio accartocciato, parti di lettini ecc. Nel nostro caso alcuni resti provenivano da Punta S. Antonio, stabilimento balneare di Spotorno. Abbiamo persino trovato il palo del molo antistante i Sirio, sempre a Spotorno. Per fortuna abbiamo potu-to contare sulla protezione civile che ci ha aiutato tantissimo e sulla solidarietà di molti amici e clienti dei bagni che si sono presentati spontaneamente ad aiu-tarci. Un nostro amico, Andrea Scara-mucci, dopo qualche giorno ha indossa-to maschera e tuta da sub ed è andato a vedere sott’acqua. Quando è risalito era costernato. “Sabbia non se ne vede” ha detto “il fon-do del mare è ricoperto solo da lettini, cabine e barche”.

I danni più gravi? C’è da rifare tutto: fognature, impianti elettrici e idraulici. Ma per prima cosa bi-

sogna smaltire i rifiuti che con tanta fati-ca tutti gli stabilimenti hanno accatastato e perciò chiediamo al Comune di venirci incontro anche limitando il più possibile la burocrazia che allunga i tempi. La stagione 2019 sembra lontana ma con tutto il lavoro straordinario da fare bisogna rimboccarsi le maniche fin da subito.La conta dei danni?Si potrà fare solo dopo che verrà tolta tutta la sabbia. È stata dichiarata la calamità natura-le?Sì, lo Stato ha riconosciuto la calamità naturale ma per ripristinare il tutto en-tro la stagione 2019 dovremo farlo a no-stre spese, solo successivamente lo Stato stabilirà la cifra da erogare, le modalità e la tempistica. Ad ogni modo, questo è positivo, anche perché in casi come questo non si può contare sulle assicu-razioni.Vi ringraziamo per averci dedicato del tempo, in un momento come questo, in cui si deve lavorare molto per ripa-rare ai danni subiti.Grazie a voi per aver raccolto la nostra testimonianza.

Monica Anaclerio

Bagni Lido, Torre del Mare

Lido delle Sirene, Bergeggi

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Il mare a Bergeggi è di casa

ATTUALITA’

A Bergeggi è difficile non soffermar-si almeno per un attimo al giorno sul mare, perché ha qualcosa di magnetico che arriva a dare una sorta di dipen-denza nei suoi confronti.Ognuno ha la sua visione e le sue emo-zioni riguardanti il mare che, a seconda dei suoi colori, misti a quelli del cielo, riesce sempre a strappare un sorriso.Questo si può capire solo se si abi-ta qui, perché bisogna viverlo tutti i giorni, da quando i primi raggi del sole spuntano alle sue spalle a quando la sera gode dell’illuminazione della Luna. Ma bisogna ricordarsi della sua pe-ricolosità e costante imprevedibilità insegnati anche dai saggi racconti dei marinai.Purtroppo, ultimamente ci siamo tut-ti resi conto di come, in poco tempo, la forza del mare possa radicalmente cambiare il territorio, trasportando tonnellate di sabbia e scagliando onde

talmente alte da non poter essere para-gonate a quelle viste precedentemente qui a Bergeggi.Questa forza distruttiva del mare non ha interessato solo Bergeggi bensì tutto il nostro litorale, da ponente a levante e io mi domando se tutto ciò possa essere anche interpretato come una sorta di avvertimento.Infatti, al giorno d’oggi, il mare sta diventando sempre più inquinato e sfruttato e non ci si rende nemmeno conto che l’innalzamento del livello dovuto a una serie di fattori, tra cui lo scioglimento dei ghiacciai, sta di-ventando un grave problema e tra non moltissimi anni, dovremo affrontare le conseguenze.Con il mare non si scherza perché, come abbiamo visto, in 24 ore è riusci-to a compromettere la stagione di in-numerevoli stabilimenti balneari per non parlare degli allagamenti e dei di-sagi causati a numerose città costiere.

Colgo l’occasione per fermarmi a ri-flettere un momento sul mare e sulla sua maestosità, sottolineando però che se si continua ad abusarne, soprat-tutto riempiendolo di plastica, ci do-vremo rassegnare a quello cui stiamo andando incontro.Ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare e il Medi-terraneo sta piano piano scalando la classifica dei mari inquinati, aumen-tando la nostra possibilità di cibarci di pesce contaminato o che abbia ingeri-to oggetti di plastica e microplastiche.Io non voglio nemmeno immaginare di poter vedere il mare della nostra Ber-geggi pullulare di oggetti di plastica, perché noi tutti gli dobbiamo tanto, in quanto nostra maggiore attrazione turistica e risorsa.

Rispettiamolo!

Alberto Fanelli

ProLoco, spiaggia libera attrezzata, Bergeggi

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Mareggiata

ATTUALITA’

La tragedia che ha colpito le coste li-guri alla fine del mese di ottobre non ha risparmiato il litorale bergeggino. La mareggiata e il vento, con raffiche di velocità incredibili, sono stati causa di ingenti danni ambientali e struttu-rali. Purtroppo Bergeggi mostra an-cora oggi il conto salato di tale rovina: i segni sono tuttora visibili, tanto sulle nostre spiagge quanto nel Paese stes-so, in particolare laddove colpisce il vuoto lasciato dagli alberi caduti o ab-battuti. A differenza delle precedenti ondate di maltempo e di allerte aran-cioni, piuttosto che rosse, l’agente at-mosferico che ha provocato i maggiori

disastri non è stata come al solito la pioggia, bensì il vento unito al mare… sempre acqua è, ma era da tanti anni che non si vedeva una mareggiata di tale portata. La mia giovane età non mi consente di ricordare precedenti si-mili, ma le memorie storiche del Paese possono confermare l’eccezionalità dell’evento. Non mi voglio soffermare a lungo sui danni e sul disastro acca-duto, già trattati in altri articoli pre-senti sul giornalino. Dopo aver cerca-to nella rete internet, ho trovato una serie di poesie e aforismi da proporvi riguardanti il mare stesso e in partico-lare la sua doppia natura: tranquillo,

rassicurante e simbolo positivo per le popolazioni che vivono nelle terre affacciate sulle sue acque, ma anche tempestoso, distruttivo, vendicato-re e capace di togliere tutto quanto da esso concesso. Fin dall’antichità il mare è stato protagonista della Storia, nei romanzi e nelle poesie; allo stesso modo oggi, nell’era dei social, anche la gente comune si cimenta nel dedica-re versi all’amato mare. Perciò ne ho scelti alcuni, a mio avviso interessanti, da condividere con voi per apprezzare come il mare sia un elemento da cui prendere ispirazione, di cui godere, ma soprattutto da rispettare.

Il mare è femmina. Ti attrae a volte silenziosa a volte sfacciata, è perico-losa, e tu lo sai. Ma ti bagni e resti in balìa delle sue maree. (Archi_T_tetta, Twitter)

Si ottiene dal mare quello che ci of-fre, non quello che vogliamo. (Erri De Luca)

Il mare non è mai stato amico dell’uo-mo. Tutt’al più è stato complice della sua irrequietezza. ( Joseph Conrad)

p gg pp q p p

PAUL VERLAINEMarina L’oceano sonoro Palpita sotto l’occhio Della luna in lutto E palpita ancora, Mentre un lampo Vivido e sinistro Fende il cielo di bistro D’un lungo zigzag luminoso, E che ogni onda In salti convulsi Lungo tutta la scogliera Va, si ritira, brilla e risuona. E nel firmamento, Dove erra l’uragano, Ruggisce il tuono Formidabilmente.

DIEGO VALERIMare colore Mare fanciullo insaziato di giuoco, vecchio mare insaziato di pianto, tu che sei lampo e fango e cielo e sangue e fuoco, oggi hai lasciato alle lente rive orgoglio e forza, gaiezza e dolore: oggi non sei che colore, un bel colore che vive. (Da Poesie)

KAHLIL GIBRANPoesie del marePer sempre me ne andrò per questi lidi, Tra la sabbia e la schiuma del mare. L’alta marea cancellerà le mie impronte, E il vento disperderà la schiuma. Ma il mare e la spiaggia dureranno In eterno

KAHIL GIBRANpoesie del mare Camminavo sulla sabbia. Bassa marea. E giù, oltre, la curva, scrissi un verso sulla sabbia. E in quel verso scrissi quel che la mia mente pensava e ciò che la mia anima desiderava. E quando la marea fu alta, ritornai, ancora, su quel lido, E di ciò che avevo scritto nulla trovai. Trovai solo i segni del bastone di uno che aveva lì camminato da cieco.

Sul mare non è come a scuola, non ci stanno professori. Ci sta il mare e ci stai tu. E il mare non insegna, il mare fa, con la maniera sua.(Erri De Luca)

Il mare incanta, il mare uccide, com-muove, spaventa, fa anche ridere, alle volte, sparisce, ogni tanto, si traveste da lago, oppure costruisce tempeste, divora navi, regala ricchezze, non dà risposte, è saggio, è dolce, è potente, è imprevedibi-le. Ma soprattutto: il mare chiama.(Alessandro Baricco)

Con l’aiuto di mio papà, mi sono cimen-tato anch’io nel dedicare alcuni versi al nostro mare, decantando quanto succes-so alla fine di ottobre:Al nostro mareÈ appena finita questa lunga estatesento ancora nell’aria il tuo odore;ma tu, all’improvviso, scateni la tua forzae dall’allegria si passa al cupo dolore.Da troppo tempo ormai l’uomo distrugge… Tutto ciò che di bello la natura gli offre,ora però è lui che piange e si struggee di questo consapevolmente soffre.

Alberto Ivaldi

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BERGEGGI AMORE E FANTASIA

Qualche giorno fa ero in giro a far com-pere e camminando per le vie il mio occhio non ha potuto fare a meno di cadere su di una vetrina egregiamente e minuziosamente addobbata per le feste. Non mancava nulla: c’erano la neve finta, le luci, i bastoncini di zucchero bianchi e rossi, rami di pino e un meraviglioso tre-nino dal gusto retrò in movimento.Accanto a me, proprio in quel momento, si è fermato un nonno col suo nipotino per mano. Ho osservato i loro volti ri-flessi nella vetrina ed entrambi aveva-no gli occhi spalancati con dentro quel luccichio di chi ha visto qualcosa di bel-lissimo. Se ne stavano in silenzio strin-gendosi la mano a vicenda, osservando quella locomotiva che girava senza mai fermarsi mentre i loro respiri creavano due piccole nuvolette che appannavano il vetro.Chissà quali erano i loro pensieri, forse il bambino stava fantasticando su quali incredibili strenne gli avrebbe portato Babbo Natale, magari un trenino pro-prio come quello. Chissà quali invece i pensieri del nonno, il suo sguardo era perso e le labbra abbozzavano una specie di sorriso malinconico. Maga-ri i suoi pensieri avevano fatto un volo all’indietro nel passato quando, anche

lui fanciullo, fermandosi dinnanzi alla vetrina di una bottega aveva ammirato un trenino proprio simile a quello e ave-va azzardato il sogno irraggiungibile di possederne uno.

Spesso negli spot pubblicitari sentiamo parlare di “magia del Natale” ma la vera magia non è quella di cui parlano loro, quello è solo consumismo. Non è vero che a Natale ci si senta tutti più buoni,

anzi, a volte ci si innervosisce anche più del solito per lo stress da regali o perché, per assecondare le tradizioni, si deve trascorrere forzatamente del tempo con parenti che in realtà si detestano e ci si vede costretti a dare il via al teatrino dell’ipocrisia. La reale magia consiste invece nel fatto che durante il periodo delle feste si pos-sa tranquillamente fare emergere il bam-

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Luccichio negli occhi

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TUTToBERGEGGI / 4.2018 11

bino che si nasconde in ognuno di noi.Abbiamo avuto tutti un’infanzia, ci sia-mo stupiti tutti di fronte a cose sempli-ci come un fiammifero che si accende sfregandolo sulla parte ruvida della sua scatoletta, ammirando un giocattolo in movimento, abbiamo riso tutti quanti talmente tanto e a lungo da farci venire il mal di pancia senza riuscire a smet-tere, abbiamo fatto tutti una corsa per vedere chi sarebbe arrivato primo, siamo tutti scoppiati in lacrime per una piccola delusione o gioia che allora ci parevano enormi. Poi si cresce, si diventa adulti e ci si incupisce un po’ a causa delle pre-occupazioni, degli impegni ma a volte anche solo perché ci si vergogna e non si riesce più a lasciarsi andare, perdendo la spontaneità e l’istinto.Il periodo natalizio invece ci da ogni anno la possibilità di provare di nuovo quel senso di leggerezza, quel luccichio negli

continua da pagina 10 occhi e nel cuore perché ogni cosa intor-no a noi assume un aspetto diverso tra lucine colorate, calde atmosfere, dolciumi golosi, stelle luminose, fiocchi di neve di carta, balocchi, profumo di spezie e di scorze d’agrumi. Ci è consentito stupirci di fronte alle vetrine dei negozi, ai cumu-li di giocattoli nei supermercati, ad una leccornia proibita, ad una via solitamente anonima vestita a festa dalle luminarie.Ci si può emozionare di fronte ai primi fiocchi di neve che leggeri fluttuano dal cielo, ci si può sedere sul pavimento e giocare con un figlio o un nipotino alle costruzioni o alle bambole, si può stare intorno ad un abete ed appendere pal-line e decorazioni alleggerendo per un pochino la testa dal carico delle rogne che ogni giorno ce la riempiono fino a farcela scoppiare.

E col pretesto degli auguri alle persone alle quali vogliamo bene, possiamo ab-bracciare, baciare, commuoverci, sorri-

dere, donare, ricevere, stupire, lasciarci stupire e stare insieme.Avete presente come camminano i bam-bini? Ogni quattro o cinque passi fanno un saltello. Non dico che dovremmo an-dare in giro deambulando a passo saltel-lato perché ci prenderebbero per matti, però, almeno ogni tanto, dovremmo riuscire a spiccare un piccolo balzo con la mente proprio per ridare vita a quel bambino che siamo stati poiché quel fanciullo è ancora lì, sta solo a noi fare in modo che possa riemergere, abbiamo ancora tanto bisogno di lui.

Il mio consiglio per Natale ma anche per tutto il resto di quest’anno e per gli anni a venire è proprio quello di regalare luc-cichii negli occhi sia a noi stessi svesten-doci di tanto in tanto della maschera da adulto serioso che indossiamo troppo spesso ma anche di donarne agli altri.Tanti luccichii a tutti voi!

Elena Bellini

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TUTToBERGEGGI / 4.201812

Da questo numero, iniziando con gli speciali dedicati ai dodici mesi dell’anno, vogliamo farvi riscoprire i proverbi dei nostri vecchi. Troverete i proverbi in vernacolo bergeggino,

la traduzione letterale in italiano e, quando necessario, il significato più esteso.

Iginio Rossello

U NOSTRU DIALETTU

PROVERBI IN ITALIANO (LETTERALMENTE)

SIGNIFICATO PIÙ ESTESO

ZENÄ - GENNAIO

Se a Zenä a ciövia a china, de Setenbre u s’inpe a tina Se a Gennaio la pioggia scende, di Settembre si riempie il tino

Se Zenä u inpe e fosse, Setenbre u inpe a butte Se Gennaio riempie i fossi, Settembre riempie la botte

U freidu de Zenä u fà inpì u granä Il freddo di Gennaio fa riempire il granaio

Un bèllu Zenä u porta ’na bèlla anä Un bel Gennaio porta una bella annata

FREVÄ - FEBBRAIO

Frevä Frevajettu: meize cürtu e maledettu Febbraio, Febbraietto: mese corto e maledetto

Frevä u l’è cürtu, ma u l’è pezu de ’n türcu Febbraio è corto, ma è peggio di un turco

Frevä, frevaìn: int’a cùa u gh’ha u venìn Febbraio, Febbraino: nella coda ha il veleno

Mouxu de mä, sù de Frevä, cianze de donna: nu te fiä Onda di mare, sole di Febbraio, pianto di donna: non ti fidare

Se a Frevä ti senti u trun, l’anä a vira a-u bun Se a Febbraio senti il tuono, l’annata vira al buono

MÄRSU - MARZO

Märsu sciütu, Arvì bagnä, beätu quellu ch’u l’ha semenä Marzo asciutto, Aprile bagnato, beato quello che ha seminato

Märsu u nu gh’ha un giurnu cumme l’ätru Marzo non ha un giorno come l’altro

Quandu de Märsu u canta u ruscignö giüstu u l’è tenpu de metì i faxö

Quando di Marzo canta l’usignolo e il tempo giusto per seminare i fagioli

Quandu Märsu u nu marsezza, u sajà Arvì ch’ou parezza Quando Marzo non marzeggia, sarà Aprile che lo pareggia

Se Märsu u l’è ingögìu d’ègua e de ventu, a tèra a tenpu giüstu a dajà früméntu

Se Marzo è avvolto dall’acqua e dal vento, la terra a tempo giusto darà il frumento

Su nu ciöve de Märsu, ogni frütu d’a tèra u sià scärsu Se non piove di Marzo, ogni frutto della terra sarà scarso

Tra Märsu e Arvì u gh’è pocu da dì Tra Marzo e Aprile c’è poco da dire Tra Marzo e Aprile c’è poca differenza

ARVÌ - APRILE

Arvì bagnä, vilàn furtünä Aprile bagnato, contadino fortunato Se piove ad Aprile ci sarà maggior raccolto

Arvì u n’ha trenta e su ciuvesse trentün u nu fajeva mä a nisciün Aprile ha trenta giorni e se piovesse trentuno non farebbe male a nessuno

La pioggia nel mese di Aprile è benefica

Äta o bassa d’Arvì a l’è Pasqua Alta o bassa, Pasqua viene d’Aprile

A-u primmu d’Arvì ’na bôxìa a se pö dì Al primo di Aprile una bugia si può dire

Fra u sêi e u dexe d’Arvì u cüccu u se fà sentì Fra il sei e il dieci d’Aprile il cuculo si fa sentire

Se Arvì u trönna e u ciöve , u porta senpre bune növe Se Aprile tuona e piove, porta sempre buone nuove

Se u çé d’Arvì u s’acabanna, l’ègua ch’a vegne a l’è ’na manna Se il cielo d’aprile si rannuvola, l’acqua che viene è una manna

S’u nu ciöve d’Arvì nu s’inpe né butte né barì Se non piove d’Aprile non si riempie né botte né barile

S’u nu ciöve d’Arvì quellu ch’u nu l’è nasciüu u turna a muì Se non piove d’Aprile quello che non è ancora nato, muore

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TUTToBERGEGGI / 4.2018 13

PROVERBI IN ITALIANO (LETTERALMENTE)

SIGNIFICATO PIÙ ESTESO

MAZZU - MAGGIO

A Mazzu e frasche, a Zügnu e burasche A Maggio scrosci intermittenti, a Giugno le burrasche

Mazzu çexe asazzu, Zügnu çexe a pügnu Maggio ciliegie all’assaggio, Giugno ciliegie a pugno

Né de Mazzu, né de Mazùn, nu leväte u peliçùn Né di Maggio, né di Maggione, non ti levare il pelliccione

Anche se siamo a Maggio inoltrato, aspetta a indossare i vestiti leggeri

Quandu Mazzu u l’è sciütu e asuigiä, ghe sajà gran früta a bun mèrcä

Quando Maggio è asciutto e soleggiato, ci sarà gran frutta a buon mercato

ZÜGNU - GIUGNO

De Zügnu, pe-e fasce cu’a mesuja in pügnu A Giugno, per le fasce con la falce in pugno A Giugno si taglia il grano

Se de Zügnu u nu tîa ventu, va l’anä a sarvamentu Se a Giugno non tira vento, l’annata è salva

Zügnu freiduìn: póveou cuntadìn Giugno freddo: povero contadino

LÜGGIU - LUGLIO

A Lüggiu u cädu u a fà da padrùn, ma u fà möjä e u fà duçe u mejùn

A Luglio il caldo la fa da padrone, ma fa maturare e venir dolce il melone

Val la pena sopportare il caldo se fa maturare la frutta

Lüggiu batüggiu Luglio trebbiatore

AGUSTU - AGOSTO

Agustu u inpe a cuxina e Setenbre a cantina Agosto riempie la cucina e Settembre la cantina

Agustu u secca u custu Agosto secca il cespo Ad Agosto c’è siccità

Chi dorme d’Agustu u dorme a sö custu Chi dorme di Agosto dorme a sue spese

Un avvertimento per il contadino: d’Agosto bisogna lavorare molto e riposare poco

Chi u vö havéi du mustu, u sappe a vigna d’Agustu Chi vuol avere del mosto, zappi la vigna d’Agosto

Ègua d’Agustu: öju, amé e mustu Acqua d’Agosto: olio, miele e mosto

L’ègua d’Agustu a rinfresca u custu L’acqua di Agosto rinfresca il cespo

SETENBRE - SETTEMBRE

A Setenbre u se taggia quellu ch’u pende A Settembre si taglia quello che pende A Settembre si vendemmia

A Setenbre de früti u ghe n’è senpre A Settembre di frutta ce n’è sempre

OTUBRE - OTTOBRE

A Otubre u se dumanda: funzu, castagna e gianda A Ottobre si domanda: fungo, castagna e ghianda

Che Otubre u segge bèllu o u segge brüttu, primma de San Lüca u se semena tüttu

Che Ottobre sia bello o sia brutto, prima di San Luca si semina tutto

D’Otubre pe-e canpagne cögge meje, sciorbue e castagne D’Ottobre nelle campagne raccogli mele, sorbe e castagne

Se d’Otubre u ciöve cu’u trun, l’invernu u sajà bun Se ad ottobre piove col tuono, l’inverno sarà buono

NUVENBRE - NOVEMBRE

Nuvenbre zeä, adîu a-u semenä Novembre gelato, addio al seminato

Se a Nuvenbre nu t’hè ancùn arä, tüttu l’annu u sajà tribulä Se a Novembre non hai ancora arato, tutto l’anno sarà tribolato

DIXENBRE - DICEMBRE

Dixenbre inbacücä, gran següä Dicembre imbacuccato, grano assicurato Il freddo di Dicembre fa produrre più grano

Dixenbre u piggia e u nu rende Dicembre prende e non rende Dicembre non è un mese produttivo

Dixenbre zeä u nu va desprêxä Dicembre gelato non va disprezzato

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Canestrelli genovesi

LA MAGGIORANA PERSA

I canestrelli sono dolci diffusi in tutta Italia e hanno origini antichissime. Sem-bra che fossero offerti a Cerere, dea della terra e della fertilità, durante i riti per propiziarsi la prosperità. C’è incertezza sull’origine del nome: for-se da canesterlè, l’utensile in cui venivano cotti o da canestro, il cesto intrecciato in cui si riponevano i dolci per farli raffred-dare.I canestrelli sono molto amati soprat-tutto in Piemonte e in Liguria, dove sono apprezzati in tutta la regione! Generalmente dolci, ne esistono delle varianti salate, come quelli di Taggia, si-mili ai taralli, croccanti e con l’olio di oli-ve taggiasche al posto del burro. Parti-colari quelli di Brugnato, in Val di Vara, aromatizzati all’anice e lievitati.In provincia di Genova sono molto po-polari i Canestrelletti di Torriglia, dal marchio registrato. La cittadina, chia-mata un tempo piccola Svizzera, è famo-sa per la sua Bella, una figura tra il vero e il leggendario, anche se sembra sia real-mente esistita e che ne racconto la storia nel blog, alla quale è legato il detto:

A bèlla de Turiggia, tütti a vöan ma nisciün sa-a piggia

La bella di Torriglia, tutti la vogliono ma nessuno se la prende.

Sono tra i dolci che preparo più spesso: riscuotono sempre successo! Nel perio-do natalizio diventano dei regalini e fan-no parte della colazione della mattina delle Feste; sono il dolce da portare agli amici o da preparare per il caffè dopo un pranzo! Sembra strano, ma anche dopo il dessert al canestrello con il caffè non rinuncia nessuno!In casa li cuociamo spesso nel forno a legna, come quelli della foto! C’è sem-pre un po’ di timore a infornare i dolci così, ma dopo il pane la pasta frolla riesce benissimo e non è così delicata come certe torte!Ecco la mia ricetta!Ingredienti · Farina 00, gr. 300· Burro, grammi 200· Zucchero semolato più fine, grammi 100 · Tuorli, due Impastare velocemente gli ingredienti. Io utilizzo un vecchissimo robot e prima

verso la farina con il burro a pezzetti, poi aggiungo i tuorli e infine lo zucchero.Formare una palla, coprirla e riporla in frigorifero per mezz’ora.Stendere l’impasto a un’altezza di circa sette millimetri e ritagliare i dolci con l’apposita forma a margherita e il buco centrale.Rimpastare i ritagli e ripetere i passaggi.Porre i dolci sui tegami ricoperti da car-ta forno e riporli in frigorifero.Accendere il forno a 170 gradi e infor-nare per 15 minuti circa.Lasciarli raffreddare e spolverare con zucchero a velo.

L’idea in più. In occasione delle feste natalizie, si può aggiugere all’impasto del colorante naturale rosso!

Buone Feste!

Francesca Vassallo

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FREGÜGGE D’I TENPI ANDÈTI

Qualche San Martino fa...

L’11 Novembre è il giorno in cui si com-memora San Martino Vescovo di Tours ed è festa patronale a Bergeggi. La par-rocchia celebra il proprio patrono con una serie di iniziative e se l’11 novembre cade in un giorno feriale i festeggiamenti vengono spostati alla domenica più vi-cina.Questa festa la ricordo come la vivevo quand’ero bambino, insieme ai miei co-etanei.Alle ore 10.00 messa solenne celebrata dal parroco Don Emanuele Badoino in-sieme ad altri sacerdoti del comprenso-rio, con il coro della parrocchia accom-pagnato dall’organo suonato dalla Si-gnorina Menini o da Domenico Abrate.Alle ore 15.30 vespri con processione per la strada principale del paese, ac-compagnata dal Corpo bandistico Città di Noli, che contava tra i suoi compo-nenti il mitico “Sciu Reliu” con la sua tromba, decano della banda, subito ri-conosciuto e salutato da tutti i bergeg-gini. Nella processione veniva portata a spalle la cassa di San Martino a cavallo

che con la spada taglia il suo mantello per condividerlo col mendicante; la tra-dizione voleva che si effettuassero delle soste lungo il tragitto, in corrispondenza delle osterie del paese (a Mericäna e u

Galettu), per consentire ai camalli (ad-detti al trasporto della cassa) di fermarsi un attimo e sorseggiare un bicchiere di nostralino offerto per l’occasione da-a Marìa d’u Lino e da-u Dorino.Al termine della funzione, la benedizio-ne eucaristica. Noi bambini aspettavamo questa festa perché c’erano le bancarelle (i banchetti) lungo la strada, in prossi-mità della scalinata che sale alla chiesa. Le bancarelle erano generalmente due: quella dei dolciumi ( Ditta Catalano di Savona) che vendeva noccioline, torrone, dolci vari e quella dei giocattoli. Ricordo che, nei giorni precedenti la festa, il par-roco Don Badoino telefonava a quegli stessi ambulanti, per comunicare la do-menica scelta per la ricorrenza e ricorda-re loro di non mancare. Per noi bambini la festa patronale senza bancarelle non aveva proprio il sapore della festa e la loro mancanza faceva apparire la piazza vuota e silenziosa, priva di quella tipica aria festosa che gli ambulanti riuscivano a creare. La sera precedente e durante la notte, eravamo agitati in attesa dell’alba e, quando ci svegliavamo, fatta colazione e vestiti da festa, di corsa si raggiungeva la chiesa per vedere se c’erano i banchetti. Si, c’erano! Con i nostri occhi scrutava-mo e curiosavamo i giocattoli esposti sul banco, chiedevamo al titolare della ban-carella il prezzo dell’oggetto che suscita-va in noi un certo interesse, ben sapen-do che in quel momento non potevamo comprare nulla, ma solamente guardare con tanta curiosità nell’attesa del pome-riggio quando ci sarebbero stati i genitori e i nonni... con il portafoglio. Al pome-riggio ognuno di noi sceglieva il giocatto-lo che al mattino aveva suscitato il mag-gior interesse; non doveva essere troppo costoso, perché i nostri genitori ci diceva-no che dopo poco tempo sarebbe arrivato il Natale e noi allora ci accontentavamo... Una cosa però che ci premeva comprare e non costava cara, era la famosa pallina a spicchi di vari colori, piena di segatura, con l’elastico che, fermato sul dito indice, consentiva di lanciarla sino a colpire in maniera soft la testa delle bambine per poi recuperarla velocemente, pronti per un altro tiro.Ricordi indelebili di una festa che tutti noi bambini (di allora), aspettavamo con trepidazione.

Marino Capponi

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LA NOSTRA GENTE

Cannoniere per caso, ma con meritoMario Griffo era un bambino di 12 anni che frequentava la scuo-la di avviamento professionale a Vado Ligure, quando nel 1948 si disputò la prima Coppa Chitto-lina.Non aveva mai giocato a calcio se-riamente, non si allenava e se ave-va tirato due calci ad un pallone lo aveva fatto a Bergeggi, con gli ami-ci di sempre. In paese si giocava nel campo da bocce della Società o nel tennis alla Megna con un pallone vinto alla dottrina.La scuola partecipò con una squa-dra e Mario si distinse con tantis-simi gol che portarono la sua for-mazione alla vittoria.Un talento così naturale non po-teva sfuggire ai dirigenti del Vado Fbc che si interessarono a lui e lo convinsero a firmare per loro.Da quel momento, per quasi vent’anni, Mario continuò a gio-care.Il suo ruolo era centravanti ma era bravo anche come ala destra. Una partita memorabile fu quella giocata a Vado contro la Veloce. Fu una partita dura, quando a meno di 5 minuti, con il risultato ancora sullo 0-0, in un’azione di

contropiede, Mario dribblando anche il portiere segnò il gol più bello della carriera.Nella sua carriera calcistica si è sempre rivelato una pedina essen-ziale per il Vado che, nonostante le richieste di molte squadre loca-li e nazionali, non se ne è mai vo-luto privare. Solo un anno fu dato in prestito all’Albenga e anche lì mise a segno tantissime reti.Da buon bergeggino verace è sempre stato restio ad abbando-nare il suo paese, per questo non gli è mai veramente dispiaciuto restare in una squadra che gli per-metteva di giocare vicino a casa e rinunciare a società, magari più grandi e forti, però lontane dalla sua Bergeggi.Rimangono ora tanti ricordi dei compagni di squadra incontra-ti in vent’anni di carriera e resta l’orgoglio di aver raggiunto il ter-zo posto nella classifica dei can-nonieri rossoblù di tutti i tempi. ‘Un campione è un calciatore ca-pace di fare molti gol’ Michel Platini.

Simona Ferretti

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17TUTToBERGEGGI / 4.2018

LA NOSTRA GENTE

Con gli auguri della redazione

Ottobre 1968 – ottobre 201850 anni di vita insieme

Silvia Zamboni e Enrico Vigliola19-10-1968

Mina Ponzo e Alessandro Genesio5-10-1968

Anita Rossello e Franco Giamello20-10-1968

QUESTOÈ IL RECORD

DEL BACIOPIU’ LUNGO

Olga Scorza e Giuseppe Frumento26-10-1968

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LA NOSTRA STORIA

Dal racconto di mia mamma “Lina”:La sera del 25 Ottobre 1921, a causa di alcu-ni incendi che si erano sviluppati nelle vici-nanze, saltò in aria la polveriera del Forte di Sant’Elena piena di armi ed esplosivi.Già nel pomeriggio le fiamme si erano estese paurosamente nei boschi circostanti e il ven-to che soffiava fortissimo, rendeva vani gli sforzi dei volontari che erano accorsi per do-mare il fuoco; l’incendio andava assumendo proporzioni allarmanti e le fiamme altissime sembravano ormai inarrestabili.Mio nonno Giacomo stava salendo verso il Forte con altri volontari, quando si rese conto della gravità della situazione e tornò precipitosamente verso casa. Sulla strada del ritorno incontrò Baiardo Ottavio “Tavìn” che mise a disposizione il suo carro e il cavallo per lasciare il paese e raggiungere un posto sicuro, al riparo dall’incombente pericolo. In-sieme ad altre famiglie - donne e bambini sul carro e uomini a piedi - si recarono da prima a Savona, dove trascorsero la notte, ospiti di una signora che, saputo del disastro e avendo una casa molto grande in Via Paleocapa, non aveva esitato ad accoglierli. Il giorno seguen-te lasciarono Savona e si trasferirono a Spo-

Scoppio del Forte di Sant’Elena

torno, dove furono ospitati nel palazzo co-munale che, all’epoca, era davanti alla Chiesa Parrocchiale della SS. Annunziata. In se-guito si stabilirono nella casa di una amica bergeggina, Mandraccia Cecilia “Çeçilietta”; e qui, in un unico alloggio composto da tre ca-mere e una cucina, vissero tre famiglie: i miei nonni Giacomo e Giulia, mio zio Giò e mia mamma Lina, la famiglia del fratello di mia nonna, Mandraccia Francesco “Chechìn d’u

Buccia”, sua moglie Rovere Margherita “Lit-ta” e i figli Maria “Marìa picina”, Francesca “Cecca” , Giuseppe “Pino” ed infine la famiglia di Griffo Gio Batta “Baciccia d’a Canä” con la moglie Margherita e i figli Giovanni “Cuan”, Umberto “Bèrtu”, Alfredo “Fredo”, Attilio, Italo e Duilio. Lì rimasero un po’ di tempo in attesa che le loro case, danneggiate dallo scoppio del Forte di Sant’Elena, venissero rese agibili. Nonostante le difficoltà, i bambi-

ni più piccoli riuscirono a frequentare l’Asilo “S. Filippo Neri” che si trovava dove adesso c’è la Caserma dei Carabinieri, mentre i più grandi furono accolti nelle scuole elementari “Andrea Bado”.Finalmente arrivò il giorno in cui, completata la ricostruzione dei tetti delle loro case, tutti poterono ritornare a Bergeggi: dopo lo spa-vento, la disperazione, ma anche l’aiuto e la solidarietà , ancora un po’ frastornati si ritor-nava alla vita, quella semplice, di ogni giorno, della quale non ti rendi conto di quanto sia meravigliosa, finché un evento straordinario non cerca di portartela via.

Giulia Capponi

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AREA MARINA PROTETTA

Patella ferruginea:protagonista TV e “sorvegliata speciale”Dal il nostro ultimo aggiornamento di giugno su Patella ferruginea qualche mese è trascorso, di fatto l’intera esta-te, stagione per antonomasia di vacan-ze e relax. Dunque, riposo anche per il team ReLife e le sue patelle? Niente di più sbagliato! Infatti, molti sono stati gli avvenimenti durante gli scorsi mesi estivi che hanno attivamente coinvolto sia i partner che molti siti d’interesse del progetto. Di eventi “social”, come incontri e manifestazioni, se ne po-trebbero citare diversi, ma restando nel nostro borgo non si può non ricordare la rassegna cinematografica di Bergeggi CINEmare. Giunta alla IX edizione, si è rivelata ancora un successo, con cen-tinaia di persone tra locali e turisti che sulla spiaggia, nello splendido scenario della baia al tramontare del sole, hanno goduto non solo di momenti d’intrat-tenimento ma anche di divulgazione ambientale, che quest’anno prevedeva per la serata conclusiva proprio la pre-sentazione del progetto ReLife (con grande onore della sottoscritta). Più a levante, però, dal punto di vista proget-tuale un evento alquanto cruciale era già accaduto: nientemeno che il collo-camento dei primi individui di Patella ferruginea nell’Area Marina Protetta (AMP) di Portofino! Dopo un altro prelievo e trasporto di una decina di esemplari dall’AMP sarda di Tavolara-Punta Coda Cavallo, a cui era seguito il necessario periodo di acclimatamen-to nelle vasche presso il Laboratorio a Camogli, i nostri colleghi della riserva marina e dell’Università di Genova (DiSTAV), a fine giugno, sfidando le onde, hanno posizionato alcune del-le patelle “adottate” per la prima volta in mare, nel prescelto sito ricevente di Portofino (foto). Come per le preceden-ti fasi, anche per questa si sono serviti di piastrelle di granito a supporto degli animali, protetti da un retino, assicu-randole saldamente alle rocce. Inoltre, nel frattempo all’Acquario di Genova era stata allestita una vasca espositiva ad ambientazione mediterranea al fine di supportare la sensibilizzazione alla tutela di questo animale da salvare. A quasi due anni dall’inizio del proget-

to ( L I F E 1 5 NAT / I T / 0 0 0 7 7 1 , www.re-lifeproject.eu/it/) la delicata operazione di posizionamento (e quin-di, la prima reintroduzione di P. ferru-ginea in terra ligure) non poteva ovvia-mente passare inosservata, richiamando questa volta l’attenzione non solo della stampa locale ma anche della TV na-zionale e rendendo, così, la nostra Patel-la protagonista di una trasmissione sto-ricamente dedicata (neanche a dirlo) al mare: Linea Blu! Augurandosi il meglio per le nostre patelle, che comunque dal loro ritorno in ambiente naturale ven-gono monitorate, nell’attendere nuovi aggiornamenti vi invitiamo intanto a curiosare sul nostro sito web (www.

ampisolabergeggi.it, menù “attività”) la nuova sezione completamente dedicata al progetto per tanti approfondimen-ti, inclusa tutta la rassegna stampa ad oggi. A presto e… buone Feste!

Francesca Maria Mineo, Biol. MarinaComune di Bergeggi - Settore AMP Isola di Bergeggi [email protected]@gmail.com

Nella foto: Reintroduzione di alcuni degli esemplari adulti di P. ferruginea in mare a Portofino tramite ancoraggio della piastrella di sup-porto alla roccia (archivio UniGe-Distav)

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20 TUTToBERGEGGI / 4.2018

NATURALmente BERGEGGI

U PICUSÌN

Picusìn ch’u sc-ciappa e legne

vira a cärta, u se vedde e penne;

e penne sun bune pe scrive,

vira a cärta, u se vedde e furmigue;

e furmigue stan int’a täna,

vira a cärta, u se vedde a canpäna;

a canpäna a söna u duggiu,

vira a cärta, u se vedde u fenuggiu;

u fenuggiu u le bun da mangiä,

vira a cärta, u se vedde u mä;

u mä u le bun pe-i pesci,

vira a cärta, u se vedde i tedeschi;

i tedesci cu’i barbixi,

vira a cärta, u se vedde i zbiri;

i zbiri cu’a sc-ciüpetta,

vira a cärta, u se vedde a Mumetta;

a Mumetta a taggia u gran,

vira a cärta, u se vedde u can;

u can u scappa vìa,

vira a cärta, e a l’è finìa.

LA PICCOLA ACCETTA

Piccola accetta che spacca la legna

gira la carta, si vedono le penne;

le penne sono buone per scrivere,

gira la carta, si vedono le formiche;

le formiche stanno nella tana,

gira la carta, si vede la campana;

la campana suona il doppio,

gira la carta, si vede il finocchio;

il finocchio è buono da mangiare,

gira la carta, si vede il mare;

il mare è buono per i pesci,

gira la carta, si vedono i tedeschi;

i tedeschi con i baffi,

gira la carta, si vedono gli sbirri;

gli sbirri con il fucile,

gira la carta, si vede Mumetta;

Mumetta taglia il grano,

gira la carta, si vede il cane;

il cane scappa via,

gira la carta, e la storia è finita.

Sotto la pioggia che cade lieve,tra i profumi del bosco,tra i colori dell’ autunno che fa capolino...Qui, semplicemente e meravigliosamente qui.

Cinzia Bruzzone

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filastroccaDai ricordi di Giovanna Pastorino (Giuvanna a Canuna)

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21TUTToBERGEGGI / 4.2018

L’ANGOLO DEI SALUTI

POESIE

Urbana Secomandi(Mariuccia)

Salutiamo Mariuccia ricordandola come una moglie, una madre e una nonna esemplare, sempre dedita alla famiglia.Riservata, ma sempre attenta ai bisogni degli altri.

La Redazione

Il 26 settembre è volato via un angelo che ha sempre dato amore incondi-zionato alla sua famiglia, prendendosi instancabilmente cura di suo marito (il mio babbo) nella lunga strada della malattia. Una leonessa nella vita di cui ha goduto molto poco. Madre, figlia e moglie esemplare. Ha lottato contro la malattia sino alla fine dei suoi giorni, so-gnando di stare con il mio papà in un prato verde tra i pascoli e il cielo azzur-ro. Cara mamma, ora che non sei più qui con me, spero che tu raggiunga quel prato meraviglioso che mi hai descritto. Con amore, la tua bimba Daniela con il tuo bimbo Marco e le tue nipotine Mar-ta, Simona e Manuela.

Alessandra Casto

INVERNO

Ti sentiamo arrivarenel brivido dell’aria,nel cielo tersonel tuono dei fucili.Non più voli di rondini,pettirossi e merli più vicini a noi.

L’autunno ha ormaifinito il suo lavoro.Ora, spoglia, la naturaaspetta silenziosala stretta del gelido abbraccio.

Come impaurita attende,da un attimo all’altro,l’ammantonel soffice piumino della neve.

E il sonno arriverà.Un sonno lungo,scosso, tormentano,finché Principessa Primavera,non la risveglicon un caldo bacio.

Maria Grazia Di Meo

I delicati marginiSfrangiati dal vento giocoso,dalla pioggia esaustele sottili nervature….Così anch’ioDal fremere Per la vita degli altri.

Milano, dicembre ’98

Milli Amatucci

Ciao AleDue rami dello stesso albero: questo era-vamo, anzi siamo, noi. Diverse, diversis-sime, non sempre sulla stessa lunghezza d’onda ma complementari e complici nel momento del bisogno: tu c’eri per me, io c’ero per te ed insieme ci siamo state per papà. E quando in questi giorni la do-manda “perchè?” rimane senza risposta, per me, mamma ed Eugenio, il dolore per ciò che è stato trova conforto e risto-ro solo in ciò che è la parte più bella di te: Luca e Mattia. Ciao Ale.

Federica

Io e te, amiche e compagne d’asilo, di scuola. Tu, maestra di vita, fino alla fine hai anteposto la tua dignità alla morte. Parlavamo spesso della morte, ne eri consapevole, tanto che nel tuo penulti-mo giorno di vita mi hai promesso che mi verrai a prendere quando toccherà a me. Non ho paura Ale, erano anni che io e te parlavamo della tua malattia con serenità e mai una volta ti ho vista senza sorriso. Mi hai insegnato a essere forte, specie quando entrambe abbiamo perso i nostri padri, ricordi Ale? Io non ti scor-derò mai, ci siamo volute troppo bene!Ciao Ale, ragazza bellissima dagli occhi azzurri…perché tu eri così…unica, me-ravigliosa!

Un’amica di Bergeggi

Germana Oliveri

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22 TUTToBERGEGGI / 4.2018

CONCORSO STELLE DI NATALE

C’era una volta

Il Presepe

C’era una volta un uomo grande e grosso, con un baschetto perennemente in testa, mani grandi come pale e un animo da poeta.Era andato in pensione dopo una grave malattia e durante tutto l’anno creava statuette per il presepe secondo l’antica tradizione dei macachi liguri, le sta-tuette che già dal settecento le mogli dei marinai modellavano e vendevano per integrare lo scarso salario dei mariti.E c’era una donna che aveva da poco scoperto la magia dei macachi.I due si incontrarono per caso alla fiera di Santa Lucia e si scambiarono i nu-meri di telefono.Da quella volte e per molti anni a seguire, quando le giornate si facevano corte e si cominciava a sentire nell’aria l’attesa del Natale, la donna prese l’abitudine di andare a trovare l’uomo nella sua cantina, che era anche il suo laboratorio ma non solo.Infatti Mario, così si chiamava l’uomo, collezionava di tutto: antichi utensili, oggetti di vario genere e naturalmente statuine antiche del presepe, rigorosa-mente non in vendita, raccolte nei vari mercatini in Italia e nel mondo.I presepi di Mario erano stati esposti in molte mostre internazionali e addirit-tura al museo del presepe di Betlemme.Lui ne era orgoglioso, ma da vero ligure, lo diceva con una punta di vergogna, quasi a scusarsi di tale arroganza.Tutti gli anni la donna comprava le ultime produzioni di Mario e insieme fan-tasticavano su quali figure si sarebbero potute preparare per l’anno seguente.Qualche anno fa, quando la donna lo chiamò, rispose una voce femminile; Mario se n’era andato per una ricaduta della sua malattia, ma la moglie sapeva chi era la donna ed era convinta che Mario sarebbe stato contento di ricevere una sua visita.Così la donna tornò per un’ultima volta nella cantina e lì trovò i pezzi che insieme avevano ideato l’anno prima.Vide subito il maniscalco: non era finito, Mario non aveva avuto il tempo di dipingerlo, ma era lì a dimostrare che, nonostante la malattia, l’aveva pensata.Così la donna portò con sé anche i pezzi non finiti e decise di tenerli così, incompiuti, in memoria di chi li aveva creati.Da allora però divenne molto difficile per lei fare il presepe, come se non fosse più la stessa cosa dopo che lui se ne era andato.Quest’anno l’idea de L’Îzua di creare una rassegna dei presepi mi ha fatto pen-sare che fosse ora di ricominciare.Non aspettatevi che il mio presepe sia meccanizzato, è molto casalingo e le statuette non sono perfette (d’altronde non devono esserlo), ma portano con sé la magia di chi le ha create e forse anche di chi le ha amate.Così per me non si tratta di competizione, ma di poter condividere un incon-tro e una storia.Grazie.

Silvia Orengo

La storia vuole che sia stato San Francesco d’Assisi ad inventare il presepe.In tempi antichi, a Natale, nelle case non si trovava l’albero addobbato, bensì un presepe.Il presepe di allora era molto casalingo, le statuette di certo non potevano so-migliare in bellezza e ricchezza di particolari a quelle che fanno ora, ma veniva allestito con molta cura.Il giorno della fiera di Santa Lucia (il 13 dicembre) si andava ad acquistare qualche nuova casetta o qualche pastore. Già l’anno precedente si era notato quell’angolo spoglio e bisognava porvi rimedio.Alla fiera c’erano molti banchi che vendevano i pastuì d’u prezeppiu.Per le casette si poteva rimediare andando nel bosco o nella sughereta a pren-dere pezzi di legno o di natta, si doveva cercare anche un pezzetto ricurvo per il ponticello.Pochi giorni prima poi si tornava nel bosco, nelle zone umide, a cercare il mu-schio per i prati.Alla vigilia tutto era in ordine e ben fatto. Mancava solo il Bambin Gesù che aspettava nella scatola dei pastori e sarebbe stato poi posizionato al ritorno dalla Messa di Mezzanotte nella mangiatoia.Nel periodo delle feste era bello far visita ai compaesani per rimirare i presepi nelle loro case.Per l’Epifania si aveva cura di aggiungere altri pastori: I Re Magi.Per riprendere e valorizzare questa bella tradizione fate tutti il presepe e par-tecipate al concorso “Stelle di Natale”.

Simona Ferretti

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23TUTToBERGEGGI / 4.2018

SERVIZI DI PUBBLICA UTILITA’OSPEDALE S. PAOLO Centralino 01984041Valloria (Savona) Portineria 0198404390Via Genova Emergenze sanitarie 118

OSPEDALE S. CORONA Centralino 01962301Pietra L. - Via XXV Aprile 38 Info Point 0196234266

CUP - CENTRO UNICO PRENOTAZIONI 800098543

ASL 2 – VADO LIGURE Igiene pubblica – Medicina di base 0198425400 Consultorio Familiare 0198405411

ASSISTENTE SOCIALE Lunedì 8.00-12.00 - Giovedì 14.00-16.00 Rossi Laura 01925790215

PARROCCHIA S. MARTINO VESCOVO Don Silvestro 019859010 3493763474S. Messe - orario invernaleDomenica e festivi ore 11.15Sabato ore 17.00Giorni feriali: Mercoledì e primo Venerdì del mese ore 17.00

FARMACIA Dr.ssa Nicoletta Rebagliati 019859338 Orario invernale: Feriale tranne il giovedì 8.30 - 12.30 15.30 - 19.00Sabato 8.30 - 12.30 16.30 - 19.00Giovedì 8.30 - 12.30

MEDICIDr. Vitetta Paolo Cell. 3479213454 studio 019881143

Bergeggi Lunedì 15.00 - 16.00 Giovedì 08.30 - 09.30

Vado Ligure Lunedì 17.30 - 19.30 (su appuntamento) Martedì 09.00 - 11.00 (su appuntamento) Giovedì 10.00 - 12.00 (su appuntamento) Venerdì 09.00 - 10.30 (su appuntamento)

Segno Mercoledì 10.00 - 11.00

Dr. Pozzi Enrico studio 019881143 casa 019884692

Bergeggi Lunedì e Venerdì 09.15 – 10.15

Vado Ligure Lunedì e Venerdì 11.00 – 12.30 (su appuntamento) Martedì 17.30 – 19.30 (su appuntamento) Mercoledì 10.00 – 12.00 (su appuntamento) Giovedì su appuntamento

Dr. Grandis Pierfrancesco studio 019880166 casa 0194004377Valleggia 019880021Bergeggi Martedì 16.00 – 17.00Vado Ligure Lunedì e Venerdì 16.00 – 18.00 Martedì e Mercoledì 10.00 – 12.00 Giovedì 15.30 – 17.00

CIRCOLO RICREATIVO CULTURALE E SPORTIVO 019858114Orario invernale: Lunedì chiusoMartedì e Mercoledì 7.00 - 21.00Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica 7.00 - 23.00

POSTE ITALIANE Ag. Bergeggi 019858045 fax 019858118 Da Lunedì a Venerdì 8.20 – 13.45 Sabato 8.20 – 12.45

COMUNE DI BERGEGGICentralino 019257901 - Fax 01925790220sito internet: http://www.comune.bergeggi.sv.itBiblioteca 01925790216 [email protected] invernale: Martedì - Venerdì 15.00 - 18.00 Giovedì - Sabato 9.00 - [email protected] Vilma Oliveri (Uff. Protocollo)Linee interne:

019 25790201 Elisa De Negri (Amministrazione)

019 25790201 Elisa De Negri (Ufficio scuola)

01925790202 Giovanna Pastorino (Anagrafe)

01925790203 Fulvio Ghirardo (Segretario)

01925790204 Maria Peluffo (Tributi)

01925790205 Claudia Gambarana (Personale)

01925790207 Gianni Bisio (Ragioneria)

01925790208 Assessori

01925790209 Sindaco

01925790210 Andrea Napoli (Manutenzioni)

01925790212 Laura Garello (Lavori Pubb. e Ambiente)

01925790218 Elena Taddeo (Lavori Pubb. e Ambiente)

01925790219 Simone Bava (Area Marina Protetta)

01925790213 Mauro Mazzucchelli (Edilizia Privata)

01925790222 Claudio Caddeo (Uff. Tecnico)

01925790228 AUSER – Centro Anziani

019859992 Ufficio Polizia Municipale

01925790225 Comandante E. Canepa

01925790226 Agenti – L. Tabò – I. Corallo

01925790227 Sovrintendente F. Mazzarotto

019859507 Scuola Primaria

019859167 Scuola dell’Infanzia

ESERCIZI COMMERCIALIAcconciature Maria 3466020355

Edicola Rotondo Rosa 019859613

Gianbirraska Bar - Tavola calda 3462148569

Gulliver Alimentari - consegne a domicilio 019859471

Latteria - Bar - Gastronomia Galakos 019858070

Pesce fresco Pino “Canun” 3387849421

EMERGENZENUMERO UNICO DI EMERGENZA 112

CARABINIERI Spotorno – Via Verdi 019745491

GUARDIA MEDICA 800.556688

CROCE ROSSA ITALIANA Vado Ligure 019880176

CROCE BIANCA Spotorno 019745090 019746847

CORPO FORESTALE Servizio antincendi 1515

CAPITANERIA DI PORTO GUARDIA COSTIERA Soccorso in mare 1530

PROTEZIONE CIVILE e Pronto intervento 3287645712 SQUADRA A.I.B. BERGEGGI 3497558764

POLIZIA MUNICIPALE Bergeggi 019859992

NOTIZIE UTILI

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24 TUTToBERGEGGI / 4.2018

L’ÎZUA

Il Supermercato affiliato GulliverEra il 1° settembre 2014 quando Martina e Alessandro, con il valido supporto di Marcello, raccolto il testimone da Massimo Savarese, decisero con entusiasmo e intraprendenza di portare avanti l’ultimo negozio di alimentari rimasto a Bergeggi. Da subito avevano dimostrato di tenere in particolare conto i nostri anziani e coloro che comunque avevano difficoltà a spostarsi dal paese, offrendo il servizio gratuito di spesa a domicilio per i residenti. Avevano aderito, senza esitare, all’applicazione dello sconto del 5% sulla spesa di importo uguale o superiore ai 10 Euro a tutti gli associati de L’Îzua. Oggi leggiamo nei loro occhi lo sconforto di chi non è riuscito nell’impresa ed è pronto a mollare tutto. Sarebbe una sconfitta per loro, ma soprattutto per tutti noi, che perderemmo l’ultimo negozio dove fare la spesa, o fare un salto quando ci accorgia-mo che ci manca anche solo un uovo. Scegliere il negozio in paese, volergli bene, aiutarlo ad affrontare e superare le difficoltà legate alle caratteristiche del posto, non vuol dire “salvare” un negozio, ma significa far vivere Bergeggi. È un punto di incontro, prima ancora che di acquisto. Oltre a comprare: pane, prosciutto, frutta e verdura, assicuriamo alla nostra comunità il giusto tessuto sociale dove crescere e prosperare serenamente.

La Redazione

i più sinceri auguri di

Buone Feste.

Quest’anno per i vostri auguri regalateil calendario 2019 o lo zainetto de L’Îzua