Tutti_gli_errori_di_Keynes

download Tutti_gli_errori_di_Keynes

of 444

Transcript of Tutti_gli_errori_di_Keynes

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    1/443

    Mercato, Diritto e LibertCollana diretta da

    Luigi Marco Bassani, Nicola Iannello,Carlo Lottieri, Sergio Ricossa

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 1

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    2/443

    I volumi della collana Mercato, Diritto e Libertsono pubblicati grazie al generoso contributodellIstituto Adam Smith di Verona.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 2

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    3/443

    TUTTI GLI ERRORIDI KEYNES

    Perch gli Stati continuano a creare inflazione,bolle speculative e crisi finanziarie

    Prefazione di Francesco Forte

    Hunter Lewis

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 3

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    4/443

    Titolo originaleWhere Keynes Went Wrong,And Why World Governments Keep Creating Inflation,Bubbles and Busts

    Traduzione dall'ingleseDiana Mengo

    ADGerardo Spera

    CopertinaTimothy Wilkinson

    2009 by Axios Press

    2010 IBL Libri

    IBL LibriVia Bossi, 110144 [email protected]

    Prima edizione: novembre 2010ISBN 978-88-6440-036-5

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 4

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    5/443

    Indice

    Prefazione di Francesco Forte 9

    Parte primaIntroduzione

    Capitolo 1Uneconomia basata sul buon senso 53

    Parte seconda

    Cosa disse davvero KeynesCapitolo 2Abbassare i tassi dinteresse 67

    Capitolo 3Spendere di pi, risparmiare meno 77e diventare pi ricchi

    Capitolo 4Limmoralista (una digressione per discutere 85dei valori personali di Keynes)

    Capitolo 5Cosa fare con Wall Street? 99

    Capitolo 6Guardare allo Stato per una leadership economica 107

    Capitolo 7Durante una crisi economica bisogna stampare denaro, 119prestarlo, indebitarsi e spendere

    Capitolo 8I mercati non si auto-correggono 127

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 5

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    6/443

    Capitolo 9S, No, e ancora S, alla globalizzazione economica 135(se vi sembra un messaggio ambiguo, beh, lo .Cercheremo comunque di chiarirlo)

    Parte terzaPerch Keynes si sbagliava

    Capitolo 10Abbassare i tassi dinteresse 145(e ottenere un vortice dinflazione, bolle speculativee fallimenti)

    Capitolo 11Spendere di pi, risparmiare meno 175e diventare pi poveri

    Capitolo 12Cosa (non) fare con Wall Street 197

    Capitolo 13(Non) guardare allo Stato per una leadership economica 209

    Capitolo 14Uno Stato in vendita. 227Una digressione per discutere della lieve corruzionedella politica statunitense durante la bolla immobiliaree delle industrie farmaceutica e automobilistica

    Capitolo 15Durante una crisi economica, stampare denaro, 251prestarlo, indebitarsi e spendere significaspargere i semi della prossima crisi

    Capitolo 16I mercati si auto-correggono 293

    Capitolo 17S alla globalizzazione economica 317

    Parte quartaAncora su Keynes

    Capitolo 18Quanto era keynesiano Keynes? 337

    Capitolo 19Keynes oratore 341

    Indice

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 6

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    7/443

    Capitolo 20Keynes scrittore 347

    Parte quintaConclusione

    Capitolo 21Leconomia alla rinfusa: 363cosa avrebbe voluto farvi credere Keynes

    Capitolo 22Cosa c di profondamente sbagliato in tutto questo: 373

    il paradosso centrale di tutto il keynesismo

    Parte sestaSaluti finali

    Capitolo 23Salutando Keynes 385

    Note di chiusura 389

    Bibliografia 435

    Indice

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 7

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    8/443

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 8

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    9/443

    1. La ragione di questo brillante e polemico libro,frutto di una scrupolosa lettura dei testi di John May-nard Keynes,1 allo scopo di metterne in luce gli errori(molti) e i meriti (pochi), racchiuso nella seguentefrase, che si trova nelle pagine conclusive: Oggi moltepersone economisti, finanzieri, investitori, titolaridimpresa e dirigenti dicono che Keynes il loro eroe

    intellettuale. Ma hanno letto la Teoria generale? Hannoletto qualcosa di pi di quei pochi passaggi chiari e bril-lanti che vengono citati cos spesso? Lhanno letta dalprincipio alla fine? E lhanno letta in et matura, e nonsolo a scuola?. Questa rilettura critica, fatta da HunterLewis, si avvale di unaltra lettura, quella della Teoria

    generale delloccupazione, dellinteresse e della moneta diKeynes effettuata da Henry Hazlitt, nel libro The Failu-

    9

    Prefazione

    di Francesco Forte

    1.John Maynard Keynes (1883-1946), a differenza della gran parte degli

    economisti suoi contemporanei, ha scritto pochi articoli teorici. La sua repu-tazione scientifica, precedente alla Teoria generale delloccupazione, dellinteres-se e della moneta del 1936, che lo rese famoso, non si deve al suo primo librodel 1913, Indian Currency and Finance, diligente e ponderoso saggio sulleco-nomia monetaria indiana, n al suo Trattato sulla probabilit, del 1921, che,nonostante il titolo, non unopera di matematica, ma di (non profonda)filosofia, bens al polemico libro del 1919, Le conseguenze economiche dellapace, riguardante il peso eccessivo delle riparazioni imposte alla Germania, aisuccessivi due libri monetari del 1923 e del 1930 ossia al piccolo, ma suc-coso, La riforma monetaria del 1923 e al massiccio Trattato della moneta del1930, in due volumi riguardanti rispettivamente La teoria pura della monetae La teoria applicata della moneta. Ma Keynes era diventato soprattutto cele-bre come brillante articolista e polemista. Per una esposizione della teoria di

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 9

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    10/443

    re of the New Economics, pubblicato nel 1959. Hazlitt scrive Lewis con ammirazione e devozione fu un genioe un vero erudito: giornalista, critico letterario, filosofoed economista autodidatta, scriveva di economia per ilNew York Times e Newsweek. Uno dei suoi libri, Economicsin One Lesson , pubblicato nel 1946, vendette pi di unmilione di copie e rimane popolare ancora oggi.

    Hunter Lewis afferma, con un eccesso di generosi-t, che Keynes [] fu un importante filosofo morale.Il suo saggio My Early Beliefs [...] una perla filosofi-

    ca. Scrisse anche un Trattato sulla probabilit (il suoprimo libro) che si guadagnato un posto nella storiadella filosofia morale. Lewis aggiunge che Keynesammetteva che leconomia non una scienza natura-le [ma] impiega [] giudizi di valore2 e che disseallarcivescovo di York che leconomia, pi propria-mente chiamata economia politica, un aspetto del-letica.3 Ci precisato, Lewis chiarisce che non si pucomprendere Keynes se non si tiene presente la suaimpostazione, che, io ritengo, si pu definire anti-vit-

    toriana e tecnocratica.Nel sistema di Keynes sottolinea Lewis il gover-no affiderebbe le redini delleconomia a degli esperti.

    10

    Tutti gli errori di Keynes

    Keynes e dei suoi critici rimando alla mia Prefazione al libro di Dudley Dil-lard, Guida alleconomia keynesiana, Milano, Etas Libri, 1980, avvertendo chein essa, data la natura del compito di introduzione a un Manuale, non pre-sentavo, oltre a quelle altrui, le mie critiche personali. Aggiungo che la affer-mazione che faccio in tale Prefazione, e riprendo qui, per cui Keynes ha dimo-strato che non esiste nelleconomia un equilibrio spontaneo di pieno impie-go soggetta a tre caveat. Il primo che egli ha omesso di tenere presente chenel mercato esistono fattori di riequilibrio spontaneo, che come spiega

    Hunter Lewis e sottolineo nelle pagine che seguono pericoloso turbare,mentre Keynes e i neo-keynesiani ignorano ci. Il secondo che gli squilibricongiunturali maggiori, come quello del 2008, non derivano dalle tendenzespontanee del mercato, ma da interventi pubblici e regole contrarie ai princi-pi del mercato. Il terzo caveat che la teoria macroeconomica keynesiana nonserve ed fuorviante, come teoria dello sviluppo economico. Anche questidue ultimi punti sono centrali nel libro di Hunter Lewis e nella presente Pre-fazione.

    2. John Maynard Keynes, Collected Writings, vol. 14, The General Theoryand After: Defence and Development, London, Macmillan; New York, St. Mar-tins Press, 1973, p. 296.

    3. Robert Skidelsky,John Maynard Keynes, vol. 3, Fighting for Britain 1937-1946, London, Macmillan, 2000, p. 264.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 10

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    11/443

    Al riguardo cita una frase di Keynes che non lasciaalcun dubbio: [Leconomia] una cosa che va lasciataagli esperti. Devono capire la macchina. Devono esserein grado di ripararla quando si rompe.4

    Keynes cercava di risolvere i problemi socialimediante una terza via fra i principi economici liberalie i principi di intervento tecnocratico ed elitario. Taleterza via comportava un legame fra classe lavoratrice emondo degli affari, per il tramite di una lite intellet-tuale di esperti. Questultima deve infatti stare al verti-

    ce delle grandi istituzioni economiche, necessarie perregolare questo nuovo tipo di economia, e deve svol-gere anche compiti nei governi e nei parlamenti nazio-nali e internazionali. Ci senza troppo sporcarsi lemani, sulla base delle proprie superiori conoscenze ecompetenze. Che, ovviamente, per Keynes derivanodalla sua teoria.

    Si tratta di una profonda convinzione che ha avutoun largo seguito e che, comunque, port Keynes aimmaginare un sistema monetario guidato da ununi-

    ca autorit monetaria mondiale, il Fondo MonetarioInternazionale. Esso doveva avere cambi fissi, perunificare le monete di tutto il mondo in un unicosistema, gestito a tavolino dagli esperti del Fondo, cheavrebbe dovuto emettere la base monetaria per tuttele valute.

    Keynes, come osserva Hunter Lewis, aveva avutomodo di dire cose sia positive che negative sul concettodei tassi fluttuanti. In realt, ci che favoriva maggior-mente, e che aveva cercato senza successo distituire

    allinterno del sistema di Bretton Woods, era unagen-zia sovranazionale autorizzata a creare una propriamoneta cartacea di natura mondiale. Abbiamo rag-giunto uno stadio nellevoluzione della moneta in cuiuna valuta guidata inevitabile, ma [ meglio affi-dare il compito] a ununica autorit [] con il discerni-

    11

    Prefazione

    4.John Maynard Keynes, CBS Radio Broadcast, 12 aprile 1931, in Keynes,Collected Writings, vol. 21,Activities 1931-39: World Crises and Policies in Bri-tain and America, London, Macmillan; New York, St. Martins Press, 1982, p.515.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 11

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    12/443

    mento plenario e la gestione scientifica [ di] unauto-rit sovranazionale.5 I suoi esperti avrebbero dovutogestire, secondo linee guida scientifiche, non solo sal-vataggi di Stati in crisi dal punto di vista della solvibi-lit del governo o della bilancia dei pagamenti o dientrambi, come poi si di fatto stabilito, ma addiritturail governo mondiale della moneta, con una sorta disistema solare, in cui il Fondo Monetario sarebbe statola banca mondiale di ultima istanza e le singole mone-te vi avrebbero ruotato attorno come pianeti, regolate

    nei rapporti fra loro e il Fondo dai cambi fissi. Il siste-ma dei cambi fissi, utile per far ripartire leconomia, nel1945, dopo il disordine monetario generato dal secondoconflitto mondiale, e per smantellare i connessi control-li dei cambi, si rivel poi sempre pi inadeguato e crol-l nel 1971, lasciando il posto a un sistema ibrido, in cuiemergevano i cambi fluttuanti, che i governi cercavano,senza grande successo, di manipolare. Ci perch icambi delle monete sono prezzi globali che riflettonoquelli delle diverse aree di mercato. Gli equilibri fra i

    prezzi, che riguardano interi mercati, non si possonofissare in modo permanente, se i mercati sono liberi. Inuna economia libera, i cambi li pu fare solo il mercato.Oppure vengono determinati dalle autorit politicheche controllano leconomia e la societ, come in Cina.

    Keynes non immaginava che ci potesse essere ungoverno mondiale unico, governato da un parlamentomondiale eletto democraticamente, sulla base di unaconfederazione mondiale di Stati. Ma immaginava checi potesse essere una autorit monetaria mondiale

    unica sovranazionale, come se il potere monetariofosse un potere puramente tecnico e non anche politico.Come Hunter Lewis osserva, le banche centrali sonoistituzioni politiche. [...]. I banchieri centrali sono politi-ci. Non sono, e non saranno mai, gli scienziati econo-

    12

    Tutti gli errori di Keynes

    5. John Maynard Keynes, Collected Writings, vol. 4, Tract on MonetaryReform, London, Macmillan; New York, St. Martins Press, 1971, p. 159; John Maynard Keynes, Collected Writings, vol. 6, A Treatise on Money: TheApplied Theory of Money, London, Macmillan; New York, St. Martins Press,1971, pp. 268, 303.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 12

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    13/443

    mici virtuosi e onniscienti dei sogni utopistici di Key-nes. E anche quando non sono veri e propri politici siaffidano a strumenti e modelli i cui input sono talmentesoggettivi da sembrare quasi impietosamente nonscientifici. [] Concentrare tutta lautorit in ununica

    banca centrale mondiale non farebbe altro che peggio-rare le cose. Dunque si debbono dare alle autoritmonetarie delle regole, che esse debbono rispettare. Maquesto rispetto non pu essere affidato puramente allaloro reputazione. Occorre che vi sia un guardiano della

    correttezza della loro condotta, che, in democrazia, nonpu che essere il potere politico democratico, vincolatoa sua volta da una costituzione.

    Keynes alla radice della teoria presuntuosa e pre-testuosa per cui le autorit indipendenti, dotate di pote-re discrezionale, in quanto fatte di esperti, sono capacidi fare le scelte oggettivamente giuste, perch il saperee il bene, come nella filosofia politica di Platone, si iden-tificano. La possibilit che le autorit indipendenti dis-crezionali possano essere oggetto di cattura dagli inte-

    ressi costituiti sembra sfuggirgli. Eppure ci che accaduto nella grande crisi dal 2008 in poi, nellintrec-cio fra poteri bancari, in particolare (ma non solo) nel-leconomia americana.

    Manca interamente a Keynes una teoria costituzio-nale del potere fiscale e monetario, con il compito dilegare il Leviatano e di costringere sia quello fiscale chequello monetario a comportarsi in modo conforme aiprincipi del mercato. La sua la teoria per cui il Levia-tano fiscale e monetario svolge una politica discrezio-

    nale di regolazione dellintera economia. Insomma,quella keynesiana una dottrina di politica (macro)eco-nomica neo-mercantilista, non una dottrina neo-libera-le, come generalmente si sente dire.

    La Teoria generale di Keynes, come mostra Lewis, errata non solo come teoria generale, ma anche cometeoria particolare, per le situazioni di crisi economica.Ci perch costruita su basi puramente macroecono-miche al di fuori delle scelte microeconomiche del mer-cato e delleconomia pubblica e del loro contesto istitu-

    13

    Prefazione

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 13

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    14/443

    zionale. Sicch la rivoluzione keynesiana ha dato luogoa risultati spesso disastrosamente negativi, come si puconstatare con i consigli dati agli esperti, che se ne sonoavvalsi prima e durante la grande crisi iniziata alla finedel 2008. E purtroppo questa macroeconomia, priva diistituzioni e di microeconomia, continua a dilagare:nelle accademie e negli uffici studi dei governi e delleistituzioni pubbliche e private, nazionali e internazio-nali, in quanto il retaggio keynesiano ha messo ampie eprofonde radici e fa comodo.

    2. Tuttavia sarebbe riduttivo ignorare che il retaggiodi Keynes non consiste solo in una discutibile politicamacroeconomica. Dopo la Teoria generale di Keynes, lascienza economica positiva profondamente cambiata,ha subito una vera rivoluzione metodologica, di naturamacroeconomica quantitativa, che vale indipendente-mente dalla teoria di politica economica keynesiana. Daallora la macroeconomia diventata misurabile: nel suototale, nel suo tasso di crescita, nei suoi grandi aggre-

    gati dei risparmi, degli investimenti lordi e netti diammortamenti, dei consumi, nel suo valore aggiuntogenerale e settoriale, con i tre grandi operatori costitui-ti dalle famiglie, dalle imprese e dal governo ed pos-sibile rappresentare ci con modelli econometrici glo-

    bali. Ci sono nozioni come la propensione al consumo,la propensione al risparmio, il moltiplicatore, laccele-ratore. Si tratta di un progresso enorme, rispetto aitableaux dei fisiocrati, alle analisi per grandi categorie diRicardo e degli economisti classici, alle equazioni del-

    lequilibrio economico generale dei neoclassici da Wal-ras a Pareto e allo stesso edificio post-marshalliano diPigou, consistente nel passaggio dalla microeconomiaalle grandi componenti del dividendo nazionale.

    La fortuna della macroeconomia keynesiana peraltro in parte immeritata. Infatti non bisogna credereche i grandi aggregati della contabilit nazionale deri-vino da Keynes, che, come si vede dai suoi scritti, erascarsamente dotato di mentalit contabile. Anche perquesto commise molti degli errori e scrisse molte frasi

    14

    Tutti gli errori di Keynes

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 14

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    15/443

    nebulose che i critici e in parte gli stessi seguaci hannorilevato. La contabilit nazionale non un derivatodella macroeconomia keynesiana. Deriva dagli espertidi questa nuova disciplina quantitativa, di natura stati-stica e contabile, che si era sviluppata negli Usa e inGran Bretagna durante la guerra al duplice scopo dicalcolare quanto sforzo bellico fosse sostenibile daglialleati e di quanto fosse superiore la loro potenza eco-nomica rispetto a quella dei paesi avversari e in parti-colare della Germania. Gli economisti che, nel secondo

    dopoguerra, esposero la nuova macroeconomia keyne-siana in termini di contabilit nazionale, in parte pro-vennero da tale scuola a cui non pareva vero di potertrasformare la contabilit del reddito nazionale inmacroeconomia e in parte da economisti della vecchiascuola che avevano bisogno di un impianto macrocon-tabile da trasformare in diagrammi ed equazioni ele-mentari per sviluppare e predicare la macroeconomiakeynesiana come dottrina di programmazione econo-mica compatibile con il mercato e foriera di benessere

    per i lavoratori, che diversamente potevano subire ilfascino del marxismo e del collettivismo. La lezione delmarxismo, consistente nellesame critico dei fenomenistrutturali della macroeconomia, non fu recepita dallanuova macroeconomia keynesiana, che era ed troppoaggregata. Inoltre, con il passare degli anni i testi dimacroeconomia e i modelli econometrici (neo)keyne-siani si sono allontanati dalle sottigliezze della contabi-lit nazionale.

    La lezione marshalliana e della raffinata corrente

    delleconomia teorica del benessere, consistente nelle-same critico dei fenomeni strutturali della microecono-mia, non fu recepita dalla nuova macroeconomia key-nesiana, che era ed troppo aggregata. Ha ragione,dunque, Hunter Lewis nel dire che non del tutto veroche Keynes ha il merito di aver inventato la macroe-conomia, che guarda ai flussi di uneconomia piuttostoche alla microeconomia di specifiche aziende o settori.Ed ha anche ragione nellosservare che altri economistiavevano adottato un punto di vista economico ampio,

    15

    Prefazione

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 15

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    16/443

    anche se spesso facevano le loro deduzioni a partire daunimpresa o da un settore per portarle nelleconomianel suo insieme, procedimento che Keynes, a torto, cri-ticava. Ed esatto osservare che la stessa legge di Say,che Keynes critic, un esempio di macroeconomia. Sipu inoltre convenire con Lewis quando arguisce cheda un punto di vista macroeconomico rende pi facile per un esperto sofista agire in maniera fuorviante econfondere le acque.

    Ma la macroeconomia keynesiana, anche in questa

    versione troppo aggregata, ebbe ed ha un merito chenon pu essere ignorato, quello di porre laccento sulruolo della domanda nellequilibrio macroeconomico.Lo fece mediante la critica alla legge degli sbocchi diSay, per cui lofferta crea automaticamente la suadomanda. Critica che present, fra laltro, con laseguente espressione icastica, che, come fra poco spie-gher, pu dirsi vera e falsa nello stesso tempo: Unatto di risparmio individuale significa, per cos dire,una decisione di saltare il pranzo di oggi; ma non

    richiede necessariamente una decisione di pranzare odi comperare un paio di scarpe fra una settimana o fraun mese.6 Da ci si desume che, nella misura in cuirisparmiare e investire sono due attivit diverse eseparate, il risparmio non crea, necessariamente, lin-vestimento.

    Nella gran parte dei casi i due atti non sono separa-ti. Un rilevante ammontare di risparmio si traduce inreinvestimento diretto nella propria azienda. Inoltre cquello delle famiglie che risparmiano per farsi la pro-

    pria casa e avere altre propriet immobiliari. In una eco-nomia stazionaria non ci sono investimenti netti, masolo ammortamenti, e la tesi per cui i risparmi e gliinvestimenti sono atti diversi di soggetti diversi risultaerrata, in quanto coloro che decidono se effettuare gliammortamenti, cio i risparmi, sono coloro che posseg-gono i capitali. E, se si considera una economia evoluta,

    16

    Tutti gli errori di Keynes

    6. John Maynard Keynes, The General Theory of Employment, Interest, andMoney, Amherst (NY), Prometheus Books, 1997, p. 210.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 16

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    17/443

    si nota che la parte maggiore dellinvestimento non linvestimento netto, ma linvestimento lordo costituitoda ammortamenti, cio risparmio. In Italia, ad esempio,nel 2007 su una quota di investimenti fissi lordi del 21per cento del Pil, quelli netti sono solo il 5,3 per cento, eil resto sono ammortamenti.

    Per altro la tesi di Lewis per cui la critica di Keynesalla legge degli sbocchi di Say sarebbe del tutto erratanon corretta. Come abbiamo visto, in una economianon stazionaria un dato di fatto che solo una parte

    degli atti di risparmio si collega ad atti di investimento.Inoltre le innovazioni e le scoperte consentono investi-menti, la cui dimensione di gran lunga superiore alrisparmio che ha consentito di generarle. Daltra partelinflazione pu generare investimenti da parte di sog-getti che non hanno compiuto atti volontari di rispar-mio, ma hanno perduto parte del potere di acquistodella propria moneta e dei propri crediti e che quindihanno subito un risparmio forzato. Infine vero chemolti risparmi si traducono in depositi bancari o addi-

    rittura nella tesaurizzazione di moneta. E, come argo-menteremo, non detto che questo risparmio vengatutto utilizzato, se i diritti di propriet sono precari, se icosti dellinformazione sono alti, se non ci sono effi-cienti intermediari finanziari, e mercati come la borsa,che collegano lofferta di risparmio con la sua doman-da. Durante la Grande Depressione degli anni Trentaappariva evidente che il denaro giaceva inoperoso nelle

    banche, perch mancava lo stimolo a investire. Il mec-canismo per cui il risparmio genera investimento si era

    inceppato, per una serie complicata di ragioni. Keynes,nella sua Teoria generale, ha teorizzato che una caratteri-stica della grande depressione , in generale, la prefe-renza per la liquidit da parte degli operatori economi-ci, che tengono i loro soldi inoperosi nelle banche. Lemisure che Keynes ha proposta per risolvere il proble-ma non erano le migliori. Vi erano altre soluzioni picorrette, dal punto di vista del buon funzionamentodelleconomia di mercato, e lo stesso Lewis ne prospet-ta alcune, sulla base di suggerimenti di critici di Key-

    17

    Prefazione

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 17

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    18/443

    nes. Ma ci non toglie che, allora, la legge degli sboc-chi di Say per cui lofferta crea la sua domanda e quin-di il risparmio fatto con il reddito ricavato dalle attiviteconomiche viene investito, per soddisfare la domanda,si fosse inceppata. Nella crisi di questi anni, viceversa,le banche sono rimaste senza adeguati risparmi e si generata una crisi di liquidit perch nessuna banca sifidava delle altre e non le prestava denaro e perch lefamiglie, indebitate, erano scarse di liquidit. Sicch laTeoria generale di Keynes non vale n a spiegare la crisi,

    n a fornire ad essa i rimedi.Tuttavia non bisogna confondere i problemi dibreve-medio periodo di equilibrio fra domanda e offer-ta, nelle depressioni economiche, con quelli che riguar-dano il ruolo della domanda nella crescita economica,come trend di medio-lungo periodo. Qui i neo-keyne-siani, se sostengono la tesi che la domanda crea auto-maticamente lofferta, sono fuori gioco. Ma vero chesenza lenfasi della macroeconomia keynesiana sulladomanda non si sarebbero sviluppate le teorie e le ana-

    lisi della crescita che ne tengono conto. Il punto crucia-le costituito dal fatto che la capacit produttiva di unsistema economico non un dato fisso, in quanto levarie risorse produttive non si combinano fra loro auto-maticamente, occorrono imprenditori che siano ingrado di farlo e che trovino i soldi per farlo. Il progres-so tecnologico e organizzativo come un elastico, cheha bisogno di essere tirato per emergere. Senza unaspinta appropriata, che venga da una domanda noneffimera, molte risorse possono rimanere non valoriz-

    zate e le innovazioni, che in parecchi modelli macroe-conomici sono esogene, non emergono.Queste risorse non valorizzate, nella grossolana

    visione keynesiana e neo-keynesiana, si chiamano dis-occupazione e sono un risparmio potenziale inopero-so, che non dipende da atti individuali di rinuncia alconsumo, per effettuare risparmi di reddito ottenuto indenaro o in natura, ma dal mancato utilizzo di qualco-sa che c e che attende di emergere. La parola disoc-cupazione e la parola peno impiego utilizzate da

    18

    Tutti gli errori di Keynes

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 18

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    19/443

    Keynes e dai suoi seguaci, e impiegate nei diagrammikeynesiani, sono suggestive ma ambigue. Infatti il lavo-ro a cui ci si riferisce quando si parla di disoccupazione solo uno dei fattori produttivi e non neppure undato fisso in quanto le competenze dei lavoratori varia-no. Il termine pieno impiego pu riferirsi al lavoro,ma anche agli altri fattori produttivi ed , comunque,una sorta di araba fenice perch la sua linea si spostanel tempo e non raggiungibile senza frizioni che gene-rano inflazione. Pertanto, a differenza che nei modelli

    keynesiani, bisogna scegliere fra pieno impiego imme-diato con notevole inflazione che danneggia quellofuturo, creando rialzi di tassi di interesse e altri proble-mi e impiego minore di quello massimo, con quasistabilit monetaria.

    A tavolino gli esperti keynesiani tracciano le lineedelle soluzioni ottimali. Ma nei mercati reali non esistela perfetta conoscenza. Conoscere come si possonovalorizzare le proprie risorse e quelle di una impresa oquelle di altri, con cui si possono fare atti di scambio,

    una scoperta che non automatica, ma che pu esseresollecitata dalle interazioni del mercato, soprattutto inuna situazione dinamica, come quella normale di unaeconomia libera. Spingendosi troppo in l, si ha perlinflazione. Occorre adottare delle regole e rinunciareagli ottimi keynesiani. La prospettiva di espansionedella domanda aggregata, sana e non frutto di azionisenza regole fisse, promuove la crescita economica, sti-molando a utilizzare meglio sia il risparmio disponibi-le e quello potenziale che le capacit a innovare. Lau-

    tomatismo della legge di Say per cui lofferta crea lapropria domanda perch i vari fattori produttivi spen-dono ci che hanno guadagnato, destinandolo in partea consumi e in parte a investimenti o in risparmi chevengono investiti , insomma, ingannevole perchriguarda un flusso circolare statico, basato sulla ripeti-zione del passato, con meccanismi istituzionali perfetti.Si pu dunque spiegare perch, come osserva Lewis,anche i maggiori critici di Keynes, come gli economi-sti Milton Friedman o Robert Mundell, mantenevano

    19

    Prefazione

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 19

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    20/443

    alcuni dei presupposti keynesiani. Non vi da stupir-sene, come fa il nostro autore.Contrariamente a quello che sostiene lautore, non

    ha neppure torto Gregory Mankiw, economista diHarvard ed ex presidente del Council of EconomicAdvisors di Bush, oltre che autore di un manuale dieconomia di successo, secondo cui se ci si deve rivol-gere a un economista per capire i problemi affrontatidalleconomia, non c dubbio che quelleconomistadebba essere John Maynard Keynes.

    3. Hunter Lewis ha invece ragione nel criticare Man-kiw, che sposa il paradosso del risparmio keynesianoe afferma che, bench [Keynes] sia morto pi di mezzosecolo fa, la sua diagnosi delle recessioni e delle depres-sioni resta il fondamento della macroeconomia moder-na in quanto la causa prima delle crisi economiche una domanda aggregata insufficiente. In realt ladomanda aggregata insufficiente non la causa, maleffetto delle recessioni, derivanti dallo scoppio di bolle

    di espansione prive di sostenibilit di lungo periodo,come quella costituita dal boom immobiliare e dallecarte di credito che sfociata nella depressione di que-sti anni. Hunter Lewis fa bene a prendersela con la tesidi Mankiw (che stata sostenuta anche dal FondoMonetario Internazionale contro le politiche anti-deficiteuropee) per cui per leconomia nel suo complesso[] le fasi di recessione non sono il momento miglioreper cercare di risparmiare qualcosa in pi. Sulla basedi questa ottica errata, gli Stati Uniti, nonostante lenor-

    me spesa in deficit fatta dal governo, lenorme sforzomonetario della loro banca centrale e le grandi risorsetecnologiche e naturali disponibili, non sono usciti rapi-damente dalla recessione, come gli economisti neo-key-nesiani speravano.

    Quel che sbagliato nella macroeconomia keynesia-na non la carenza di automatismo della legge deglisbocchi di Say. Questa legge, nonostante la difesa diLewis, non opera con automatismo, perch il sistema dimercato non un meccano. Il suo equilibrio ha luogo

    20

    Tutti gli errori di Keynes

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 20

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    21/443

    solo tramite la continua scoperta di errori e deviazioni,da parte delle sue unit, nella loro azione spontanea. Ea volte gli errori si sommano. Certo, non si pu darecolpa al mercato di depressioni come quella del 2008,dovuta alla violazione delle sue regole pi elementari,nel campo monetario, con le banche che hanno creatomoneta facendo prestiti privi di contropartita di rispar-mio e generando un boom artificiale. Le fluttuazioninelleconomia di mercato sono inevitabili, anche quan-do le istituzioni sono appropriate. Dopo una corsa, un

    organismo umano si ferma per tirare il fiato. Dopo unagiornata febbrile, viene il sonno con cui ci si ristora. Ciche errato nella teoria keynesiana e neo-keynesiana la tesi che il risparmio delle famiglie e delle imprese siastrutturalmente eccessivo, che il tasso di interesse per-ci debba essere il pi basso possibile per generare gliinvestimenti e che lespansione della domanda di con-sumi creata artificialmente, sulla base di debiti, sia unrobusto motore dello sviluppo in quanto la domandacrea lofferta, in modo automatico. La legge di Say per

    cui lofferta crea, automaticamente, la domanda ha deilimiti, ma la tesi per cui basta una domanda sostenutaper creare automaticamente lofferta e quindi loccupazio-ne una tesi da apprendisti stregoni, che non solo nonopera nel medio termine, perch lo sviluppo economico un processo di crescita complesso, fondamentalmenteendogeno, ma nemmeno nel breve, in una depressione,succeduta a un boom, perch essa il risultato di squili-

    bri endogeni al boom, che in gran parte solo il mercatopu sanare, e perch se ogni squilibrio viene sanato con

    denaro pubblico, della banca centrale o dello Stato, con-verr ripetere queste operazioni azzardate. In tal modosi creano i presupposti per nuovi squilibri e nel mercatoprevalgono non i migliori economicamente, ma i piabili e spregiudicati politicamente, e imprese pi grossedi quelle che il mercato di concorrenza selezionerebbe,in quanto dotate di maggior capacit di pressione politi-co-mediatica-finanziaria.

    Il nocciolo della genuina concezione di Keynes e deikeynesiani, la loro magica ricetta per fabbricare loro dal

    21

    Prefazione

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 21

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    22/443

    nulla, dunque la sostituzione della legge di Say (percui lofferta crea automaticamente la domanda) conquella opposta, per la quale la domanda che crea lof-ferta e quindi il consumo crea il risparmio e lo sviluppo.

    Quando Lewis afferma, in relazione a ci, che insostanza il keynesismo lopposto di uneconomia

    basata sul buon senso non fa una osservazione banale.Keynes, con la sua impostazione macroeconomica, cer-cava di dimostrare che ci che sembra vero per il sin-golo, nel bilancio domestico, lopposto del vero per il

    tutto, e che quindi lanalogia fra la buona condotta delgoverno e quella della famiglia sbagliata. Keynes citacon grande approvazione leconomista mercantilistaBernard De Mandeville del Sei-Settecento, che nella suaFavola delle api del 1703-1714 argomentava che il lussodei ricchi genera ricchezza perch crea la domanda perle industrie di qualit, mentre la parsimonia crea pover-t. Nella sua Teoria generale , Keynes si bea di questoparadosso per sostenere che la virt privata del rispar-mio un vizio pubblico. E il vizio privato del consumo

    virt pubblica. Non si avvede per del fatto che, conquesto riferimento, si d la zappa sui piedi due volte.Innanzitutto perch se vero che i ricchi spendono in

    beni di lusso, non pi vero che nella societ, a causadel fatto che essi hanno elevati redditi, c necessaria-mente una endemica tendenza al sotto-consumo. Cidipende dalle circostanze, non una legge generale,come lui pretende. E poi dal racconto di Mandeville sicapisce che, per produrre i beni di lusso per i ricchi, inon abbienti debbono prendere il denaro a prestito per

    procurarsi il capitale fisso e circolante. Dunque usano irisparmi dei ricchi, che si bilanciano con i loro consumie creano, assieme al lavoro, il reddito dei poveri. Quin-di, pagati gli interessi sui prestiti, consumano la diffe-renza. Senza la virt del risparmio, il circolo virtuosodel processo di sviluppo non si innesca e non si perpe-tua. La sopravvalutazione da parte di Keynes dellevirt del consumo e la sua tesi, contraria al senso comu-ne, della viziosit del risparmio sono dovute, presumi-

    bilmente, ai suoi pregiudizi ideologici contro il valore

    22

    Tutti gli errori di Keynes

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 22

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    23/443

    sociale delletica della religione cristiana e della moralevittoriana. Ma derivano anche dalla sua ambizione diinventare una ricetta di politica economica di cosiddet-ta terza via, che generi la giustizia sociale attraversola redistribuzione mediante lo strumento fiscale. Lecitazioni di brani di Keynes fatte da Hunter Lewis sonoeloquenti: Da una parte, le classi lavoratrici [] pote-vano definire come propria una parte molto piccoladella torta che loro stessi e la Natura avevano coopera-to per produrre. Dallaltra parte, alle classi capitaliste

    era consentito definire come propria la parte miglioredella torta ed erano teoricamente libere di consumarla,con la tacita condizione sottostante che ne consumasse-ro poca. Il dovere del risparmio divenne i nove deci-mi della virt e la crescita della torta loggetto dellavera religione. [] E cos la torta crebbe; ma a quale finenon era chiaro. [] I risparmi erano per la vecchiaia o ifigli; ma questo solo in linea teorica la vera virt dellatorta era che non doveva mai essere consumata, n davoi, n dai vostri figli dopo di voi.7 E poi, ancora, con-

    tro letica dellepoca vittoriana: Morale, politica, lette-ratura e religione dellepoca convergevano in unagrande congiura per sollecitare il risparmio. Dio eMammona si riconciliavano. Pace in terra agli uominidi buone propriet. Il ricco poteva finalmente entrarenel regno dei cieli, purch risparmiasse.8

    Da queste considerazioni, Keynes, molto superficial-mente, ha desunto che in tutta la storia umana vi stata una cronica e tendenziale propensione al rispar-mio ben pi forte dellincentivo a investire.9 Parrebbe

    che le concezioni etiche dominanti in tutte le civilt enelle religioni che si sono succedute, dai tempi antichi aquelli attuali, siano state contrarie allo sviluppo econo-mico, anzich essere state fattori della loro fioritura. E,sempre Keynes, ha concluso che: I difetti pi evidenti

    23

    Prefazione

    7. John Maynard Keynes, The Economic Consequences of the Peace, NewYork, Harcourt, Brace & Howe, 1920, pp. 19-20.

    8. John Maynard Keynes, Essays in Persuasion, New York, W.W. Norton,1963, pp. 84-85.

    9. Keynes, General Theory, p. 347.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 23

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    24/443

    della societ economica nella quale viviamo sono lin-capacit a provvedere la piena occupazione e la distri-buzione arbitraria delle ricchezze e dei redditi.10 Da cidiscende la sua ricetta di redistribuzione dei redditi,attuata con imposte progressive sul reddito e di succes-sione, che riducono i risparmi in eccesso dei ricchi eaccrescono i redditi delle masse popolari, che li dedica-no ai consumi, e la sua ricetta di generare occupazionemediante i bilanci pubblici in deficit.

    Ma probabilmente Keynes si ricredette e non fu,

    negli ultimi anni, keynesiano, nel senso in cui lo sono ineo-kyenesiani attuali. Scrive infatti Lewis che:

    Durante la seconda guerra mondiale la maggior partedei keynesiani dava per scontato, sulla base delle ideedel loro maestro, che a guerra finita sarebbe ripresa ladisoccupazione su larga scala. E si concentrarono sulmodo per evitarla. Ma un economista americano,David McCord Wright, scrisse a Keynes per esprimerela sua preoccupazione in merito alla possibilit diuninflazione postbellica, piuttosto che di una forte

    disoccupazione; Keynes gli rispose di essere daccordocon lui.Un altro economista americano, John H. Williams, scris-se un articolo per lAmerican Economic Review nel qualeraccont di una conversazione avuta con Keynespochi mesi prima della sua morte nel 1946: Silament del fatto che la politica del denaro facile fossestata spinta troppo lontano, sia in Inghilterra che negliStati Uniti, ed enfatizz linteresse come elemento direddito e la sua importanza fondamentale nella struttu-ra e nel funzionamento del capitalismo privato. Fu

    divertito dalla mia osservazione, che fosse ora di scri-vere un altro libro, perch la politica del credito facileera stata predicata nel suo nome e mi rispose che pen-sava di doversi mantenere un passo avanti. Questaconversazione sembra ripudiare la dottrina dellabbas-samento dei tassi dinteresse o, per lo meno, del loroabbassamento a zero e, quindi, delleliminazione di unelemento sgradevole della dottrina del capitalismo.

    24

    Tutti gli errori di Keynes

    10. Keynes, General Theory, p. 372.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 24

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    25/443

    Poco dopo, leconomista austriaco Friedrich vonHayek ebbe una conversazione simile con Keynes:[Disse di] essere seriamente allarmato dallagitazioneper lespansione del credito [e del denaro] da parte dialcuni dei suoi pi stretti associati. Si spinse fino adassicurarmi che se le sue teorie, che [disse] erano stateterribilmente necessarie nella deflazione degli anniTrenta, avessero mai prodotto degli effetti dannosi,egli avrebbe rapidamente modificato lopinione pub- blica nella giusta direzione. Poche settimane dopomor e non pot pi farlo.

    In effetti, seguaci della metodologia di Keynes comeNicholas Kaldor ne hanno rovesciato limpostazione ehanno sostenuto che per avere abbastanza risparmi perfinanziare gli investimenti per una crescita economicasostenuta occorre tassare i consumi ed esonerare irisparmi. E pertanto non convincente laffermazionedi Hunter Lewis secondo cui la tesi di stimolare leco-nomia con tagli alle imposte anzich con la spesa pub-

    blica generalmente sbagliata, quando ci sia fatto in

    deficit: Questa proposta, sostenuta dai cosiddettisupply-sider e dalla maggior parte dei repubblicani, fa sche i soldi vengano spesi velocemente. Ma, rispondonoi keynesiani e la maggioranza dei democratici, cosa suc-cede se i tagli vengono messi tutti in risparmi o utiliz-zati per ripagare i debiti? Sebbene supply-sider e keyne-siani, e repubblicani e democratici, differiscano su que-sto e altri punti importanti, dobbiamo rilevare cheentrambi approvano il ricorso alla spesa in disavanzo.[...] A conti fatti, le somiglianze superano le differenze e

    i supply-sider repubblicani possono essere consideraticorrettamente degli apostati keynesiani. Non dettoche tutti gli indebitamenti pubblici siano sbagliati. Unariduzione delle imposte in deficit, come accadde conquella attuata dal presidente Reagan, pu generaredopo un po una crescita economica che riduce il rap-porto fra debito e Pil in precedenza creato, sia perch icontribuenti hanno maggiori incentivi a produrre, siasoprattutto perch c maggiore risparmio desiderosodi investimento.

    25

    Prefazione

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 25

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    26/443

    4. Nellultimo periodo il messaggio keynesiano percui il deficit crea ricchezza tramite la domanda di consu-mo, che genera investimento e occupazione e quindi cre-scita e, ex post, il risparmio con cui si ripaga quel deficit, passato dal governo alle banche, con il credito al con-sumo, effettuato senza risparmio, tramite il loro potere dicreare moneta bancaria e derivati. La grande crisi scop-piata in questi anni stata generata da tale errata ricettadi chiara origine keynesiana. Va infatti tenuto presenteche nel men keynesiano il piatto forte non il deficit di

    bilancio, ma il denaro facile: la creazione di moneta nonsolo come aggiunta, ma anche come sostituto del rispar-mio ex ante , in base al principio che anche in banca ladomanda crea lofferta, perch ci che non vero per ilsingolo sportello bancario vero per le banche nel lorocomplesso. E quando c una elevata concentrazione

    bancaria, alle banche conviene sostituirsi al governo,sostituendo il deficit spending con il deficit lending. Nelricettario keynesiano originario, come vedremo, il tassodi interesse deve essere tenuto basso, sostituendo la

    moneta al risparmio, per suscitare linvestimento, checrea occupazione e crescita e, ex post, d luogo al rispar-mio. Nel ricettario neo-keynesiano, poich i prestiti sonofatti ai consumatori, il tasso di interesse potr essere alto,in quanto essi presentano, ex ante, un rischio individualeelevato. Ma ci non ostacola il prestito, in quanto le fami-glie, quando prendono denaro a prestito non fanno uncalcolo basato su costi e ricavi, come le imprese. E le ban-che, oltrech essere convinte che non c un vero rischio,possono contare su un ribasso del tasso da parte della

    banca centrale, per soccorrerle, qualora abbiano dellesofferenze. Che la crisi possa scoppiare, perch le insol-venze possono alimentarsi reciprocamente, non sembraprevisto dai modelli econometrici keynesiani basati sulladomanda, che genera crescita.

    Ma andiamo con ordine. Anche con riguardo allapolitica monetaria si presenta lambivalenza dellamacroeconomia keynesiana, che da un lato apportainnovazioni di natura generale, dallaltro effettua inap-propriate generalizzazioni da situazioni particolari a

    26

    Tutti gli errori di Keynes

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 26

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    27/443

    tendenze generali, e introduce nella politica economicaelementi di discrezionalit basati sulla illusoria tesi tec-nocratica del decisore pubblico, che in quanto espertoilluminato fa le scelte giuste per correggere il mercato eguidarlo.

    Il lato positivo delle innovazioni keynesiane sta nel-lavere posto al centro del governo della moneta il tassodi interesse, in luogo della quantit di moneta emessa edel tasso di inflazione, ossia il livello dei prezzi, insie-me al tasso di occupazione. Il lato negativo consiste

    innanzitutto nellavere supposto che lautorit autono-ma della banca centrale li possa maneggiare discrezio-nalmente, in modo flessibile, senza regole che limitinosia la sua condotta che quella del governo e del parla-mento. C un altro aspetto negativo, che consiste nellatesi per cui bene che il tasso di interesse sia basso, allimite quasi nullo o nullo, per favorire gli investimenti,e si connette alla sua tesi generale che il risparmio, incondizioni di sottoccupazione, non rilevante pergenerare linvestimento, che, ex post , lo crea automati-

    camente. Ma c un terzo aspetto negativo per cui lateoria monetaria keynesiana largamente inaccettabile,e questo rappresentato dal suo dilettantismo istituzio-nale. Keynes non si rende conto che le banche sonoorganizzazioni complesse, e che le operazioni finanzia-rie sono contratti diversi fra di loro, soggetti a continueinnovazioni e che, anche per questo, non c un solotasso di interesse, ma molti tassi di interesse. E soprav-valuta la capacit della banca centrale di governare lamoneta. La macroeconomia monetaria keynesiana cos

    un pericoloso giocattolo in mano a un apprendistastregone.Senza lintervento espansionista della banca centra-

    le, per Keynes i tassi dinteresse sarebbero quasi sempretroppo alti perch il saggio dinteresse non si adeguaautomaticamente al livello pi vantaggioso per la socie-t, ma tende costantemente a salire troppo in alto.11 Isaggi [dinteresse] sono stati [troppo alti] per la mag-

    27

    Prefazione

    11. Keynes, General Theory, p. 351.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 27

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    28/443

    gior parte della storia documentata.12

    E ancora: Che ilmondo sia cos povero di capitali accumulati dopoparecchi millenni di costante risparmio individuale una circostanza la cui spiegazione [] il saggio dinte-resse [] tenuto elevato.13

    Per Keynes i tassi dinteresse tendono a essere pialti di quello che dovrebbero in parte perch le perso-ne accumulano denaro per paura, il che genera unapenuria di fondi prestabili, e quindi fa alzare i tassidinteresse,14 e in parte perch costoso portare in

    contatto il debitore e il creditore.15

    Inoltre pu esserciun ampio divario tra le idee di chi presta e quelle dichi prende a prestito,16 con il risultato che i possesso-ri di ricchezza semplicemente non accettano tassiinferiori.17

    Keynes non fornisce per alcuna prova statistica del-leccessivo livello dei tassi di interesse per il finanzia-mento alle imprese nei vari secoli e nei vari paesi delmondo. Trascura il fatto che, nel passato, una parte rile-vante del credito stata fornita agli Stati, sicch una

    parte importante dellofferta di risparmio non andataalle imprese per lo sviluppo produttivo. Inoltre trascu-ra il fatto che i tassi di interesse, nel passato, potevanoessere resi alti dal pericolo di inflazione, connesso allatosatura delle monete e alle guerre, alle carestie, allepestilenze, ai disastri naturali. Inoltre, egli sembra tra-scurare lentit del cuneo fra tassi passivi e tassi attivi,che si determina quando i contratti privati non sonocerti, perch gli Stati non assicurano legge ed ordinee leconomia di mercato funziona imperfettamente, sic-

    ch il rischio di insolvenza elevato. In aggiunta, ilrisparmio bancario si forma e si amplia quando i tassi

    28

    Tutti gli errori di Keynes

    12.John Maynard Keynes, memorandum,Macmillan Committee Report, inJohn Maynard Keynes, Collected Writings, vol. 20,Activities 1929-31: Rethin-king Employment and Unemployment Policies, London, Macmillan; New York,St. Martins Press, 1981, p. 273.

    13. Keynes, General Theory, p. 242.14. Keynes, General Theory, pp. 174, 351.15. Keynes, General Theory, pp. 208, 309.16. Keynes, Collected Writings, vol. 6, p. 339.17. Keynes, General Theory, p. 309.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 28

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    29/443

    passivi sono sufficienti a indurre i risparmiatori a por-tare i loro denari alle banche e a impiegarli in mutui equando si sviluppa un sistema bancario efficiente. Lasua proposizione per cui i saggi dinteresse elevati[sono] il principale impedimento allaumento della ric-chezza [perch scoraggiano il ricorso al prestito e, in talmodo, scoraggiano linvestimento]18 fondata, conriguardo alle difficolt allo sviluppo delle economie inritardo o arretrate . Ma ci dipende da fattori microeco-nomici a cui non si rimedia stampando moneta, perch

    se tali fattori persistono leffetto puramente di gene-rare inflazione e quindi alti tassi di interesse.Una qualche maggiore ragione Keynes pu averla

    per le situazioni di recessione da cui sono colpite le eco-nomie sviluppate, dato che in esse ci sono imprese condifficolt e disoccupati. Ma anche qui il rischio di infla-zione esiste e inoltre se si scoraggiano i risparmi contassi troppo bassi e rischio di inflazione o si accresce ilrischio di insolvenza di chi chiede i prestiti, perch hainsufficienti garanzie patrimoniali, si pu avere carenza

    di credito. Invece per Keynes, in ogni caso, se i pos-sessori di ricchezza privati ritirano i loro fondi dalmercato del prestito o rifiutano di accettare tassi dinte-resse ragionevoli, il governo pu far s che i tassi din-teresse scendano, aumentando la quantit di fondi dis-ponibili al prestito.19 Ci possibile stampando nuovodenaro e rendendolo disponibile al prestito bancario.20Una variazione della quantit di moneta pu gi esse-re praticata dalla maggioranza dei governi. [] Laquantit di moneta [] unitamente alla [disponibilit

    del prestatore a prestare] determina il saggio dinteres-se effettivo.21Per Keynes non vi distinzione fra politica moneta-

    ria nelle depressioni e nel resto delle situazioni. La sua

    29

    Prefazione

    18. Keynes, General Theory, p. 351.19. Keynes, General Theory, pp. 167-168, 197-199, 268, 298.20. John Maynard Keynes, Collected Writings, vol. 5, A Treatise on Money:

    The Pure Theory of Money, London, Macmillan; New York, St. Martins Press,1971, cap. 2.

    21. Keynes, General Theory, pp. 167-168, 267-268.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 29

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    30/443

    una tesi di lungo periodo. Il livello a cui Keynes vor-rebbe che arrivassero i tassi di interesse dellautoritmonetaria centrale, tendenzialmente, quello dellozero, anche se questo non deve avvenire in manierarepentina. Ci si desume da questa sua affermazione,citata da Lewis: Contesterei lidea che una collettivitgovernata con un certo giudizio, [] debba essere ingrado di abbassare fin quasi a zero, nel corso di unasola generazione, lefficienza marginale del capitale [e ilsaggio dinteresse].22 Cos i risparmiatori non dovreb-

    bero pi essere premiati con il tasso di interesse e,pertanto, Keynes scrive: Potremmo dunque mirare inpratica (poich non vi nulla di tutto questo che siairraggiungibile) a un aumento del volume di capitalefinch questo non sia pi scarso, cosicch [il possessoredi risparmi] non riceva pi un premio gratuito.23 Perlui il possessore del capitale [] senza funzioni. []Pu ottenere linteresse perch il capitale scarso [].Ma [] non vi sono ragioni intrinseche della scarsitdel capitale [dal momento che il governo pu stampare

    e distribuire denaro].24

    [Rendere il capitale libera-mente disponibile] pu essere il modo pi sensato diliberarsi progressivamente di molte tra le caratteristichepi discutibili del capitalismo. [] Il redditiero [presta-tore o investitore ricco] scomparirebbe [cos come] ilpotere oppressivo e cumulativo del capitalista di sfrut-tare il valore di scarsit del capitale.25

    Nel mondo di Keynes la domanda di credito crealofferta di risparmio perch c tanta capacit produtti-va inutilizzata, sicch il risparmio fatto rinunciando a

    consumare in gran parte inutile. Daltra parte, moltirisparmiatori rinunciano al consumo presente in cam-bio di quello futuro puramente perch spinti dallavari-zia, dalla paura di rimanere poveri e dalla impossibili-t di consumare e, quindi, non hanno bisogno di uncompenso per questa loro condotta.

    30

    Tutti gli errori di Keynes

    22. Keynes, General Theory, p. 220.23. Keynes, General Theory, p. 376.24. Keynes, General Theory, p. 376.25. Keynes, General Theory, pp. 221, 376.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 30

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    31/443

    Come si pu sostenere che se il compenso del rispar-mio zero, le famiglie comunque risparmiano lo stessoammontare? Ci , se non altro, smentito dalle assicu-razioni sulla vita basate sulla capitalizzazione deipremi. E come si pu sostenere che nella societ ccapacit produttiva inutilizzata, solo perch ci sonopersone e altre risorse non utilizzate? Non conta forselinsieme di conoscenze delle persone, che comportalinvestimento nella formazione del capitale umano,non conta il fatto che senza adeguati strumenti tecnici e

    know-how non si possono utilizzare le risorse umane emateriali disoccupate? Keynes guarda solo i grandiaggregati, non si rende conto di questi elementari pro-

    blemi strutturali. Ed essi nei modelli econometrici neo-keynesiani non esistono.

    Queste sono affermazioni illogiche. Per combattere itassi di interesse troppo alti, Keynes invece che favorirelofferta di risparmio che dovrebbe generare una ten-denza a ridurli vuole la politica opposta, come se lerisorse inutilizzate fossero capaci di combinarsi da s,

    sospinte da un flauto magico. In realt ci che scarseg-gia, a parte periodi e paesi particolari, non la doman-da di risparmio, ma la sua offerta.

    Si arriva cos allaltro paradosso, messo in risalto daHunter Lewis: il rimedio allespansione eccessiva non un aumento, ma una diminuzione del saggio dinteres-se! Giacch questa diminuzione pu permettere allacosiddetta espansione di durare. Il rimedio giusto per ilciclo economico non deve trovarsi nellabolire le espan-sioni, mantenendoci cos permanentemente in una

    semi-depressione; ma nellabolire le depressioni e man-tenerci cos permanentemente in una quasi-espansio-ne.26 Questa tesi dipende dalla concezione per cui alledepressioni economiche non si giunga per una distor-sione fra investimenti per cui una parte sono eccessivi,ma da una indebita diminuzione della domanda globa-le di consumi e di investimenti dovuta, spesso, a erroridi politica monetaria, consistenti nellavere effettuato

    31

    Prefazione

    26. Keynes, General Theory, p. 322.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 31

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    32/443

    rialzi di tassi di interesse per moderare rialzi nei prezzi.Cos Keynes scrive: Attribuisco la depressione del1930 primariamente agli [] effetti del caro denaro, cheprecedette il crollo del mercato azionario [del 1929], esolo secondariamente al crollo stesso.27 La crisi del2008, con questo ragionamento, dovuta al rialzo deltasso di interesse attuato dalla Federal Reserve di fron-te allenorme rialzo del prezzo del petrolio e al raddop-pio del prezzo delle derrate alimentari sui mercati inter-nazionali, che stava generando un ciclo di aumento del

    livello dei prezzi interni, ossia una spirale di inflazione,creata dalleccesso di domanda, che, a sua volta, erastato causato dalla eccessiva espansione del credito alconsumo e di quello immobiliare a soggetti privi diadeguati criteri patrimoniali. E questi erano stati effet-tuati da banche dotate di scarsi risparmi propri, garan-tite da compagnie di assicurazione prive di adeguateriserve, ossia con una eccessiva creazione di moneta

    bancaria. Per Keynes lespansione monetaria non sem- bra creare inflazione e questa non sembra essere la

    causa del rialzo dei tassi di interesse che egli vuole com-battere con lespansione senza sosta della moneta.Keynes ammette per che ci pu essere una doman-

    da in eccesso, con pericolo di inflazione come quandoallinizio della seconda guerra mondiale leconomiadovette essere spinta ad altissima velocit. Ma, in talecaso, invece di aumentare i tassi dinteresse il governodovrebbe incrementare le imposte, sino a ottenere unsurplus di bilancio, e mantenere inoperoso il denaroextra.28 E Keynes suggerisce di aumentare le tasse in

    modo rilevante in anticipo sullinflazione, in modo dacontrollarla.29 Ma non sembra rendersi conto dellim-possibilit di aumentare le imposte progressive sul red-dito oltre un certo limite e di tassare i patrimoni senzaridurre il risparmio, che in tali casi scarseggia, e della

    32

    Tutti gli errori di Keynes

    27. Keynes, Collected Writings, vol. 6, p. 176.28. Keynes, Times, in Collected Writings, vol. 21, p. 390.29. Byrd Jones, The Role of Keynesians in Wartime Policy and Postwar

    Planning,American Economic Review, pp. 127-128, citato in Skidelsky, Figh-ting for Britain 1937-1946, p. 121.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 32

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    33/443

    impossibilit di aumentare le imposte sui consumisenza che ci generi rialzi di prezzi, che creano infla-zione. Per lui, il governo un demiurgo che pu mano-vrare a piacere le politiche fiscali e monetarie senza tro-vare limiti a ci nel comportamento del mercato, che,comunque, pu essere manipolato per ottenere i risul-tati desiderati.

    Tuttavia, sostiene Keynes, lespansione monetaria inperiodo di depressione, da sola, non basta a generareoccupazione, neanche con tasso di interesse pari a zero,

    perch se non c abbastanza domanda le imprese con-traggono la produzione e non hanno convenienza a farsiprestare denaro per aumentarla, in quanto gli investi-menti non rendono e non conviene farli neanche a tassozero. Lespansione monetaria, allora, risulta sterile, inquanto durante una depressione economica desideriamorisparmiare di pi, perch temiamo di perdere il nostro lavoro.Ci non fa altro che peggiorare le cose, perch i risparmiaggiuntivi hanno poca probabilit di trovare uno sbocconel settore degli investimenti. Questo denaro rimane

    inutilizzato, il flusso monetario delleconomia rallentaulteriormente e la depressione economica si aggrava.Dobbiamo allora capire che, in tali circostanze, quantopi virtuosi siamo, quanto pi risolutamente economi,quanto pi ostinatamente ortodossi [] tanto maggior-mente dovranno calare i nostri redditi []; con lostina-zione non pu ottenersi che una sanzione, ma nessunaricompensa, giacch il risultato inevitabile.30

    5. Ecco cos che entra in gioco la politica fiscale con il

    bilancio in deficit per fare spese pubbliche, che costitui-scono un modo per consumare i risparmi in eccesso. Igoverni possono ottenere prestiti dai ricchi. Questoassorbirebbe il loro eccesso di risparmio. E, avendo presoa prestito il denaro, il governo potrebbe spenderlo,rimettendolo in circolazione e stimolando leconomia.Cos, il governo diventerebbe quello che pu essere defi-nito uno spenditore di ultima istanza. Voglio costrui-

    33

    Prefazione

    30. Keynes, General Theory, p. 111.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 33

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    34/443

    re una societ dalla quale vengano estirpate il pi possi-bile le attuali disparit e le cause che le determinano.31Ed ancora: I difetti pi evidenti della societ economicanella quale viviamo sono lincapacit a provvedere lapiena occupazione e la distribuzione arbitraria delle ric-chezze e dei redditi.32 In questa visuale da strumentoanticiclico la politica fiscale diventa strumento di inter-vento strutturale, con ambizioni di ricetta alternativa aquelle collettiviste, in particolare riguardo alla lotta con-tro la disoccupazione come lotta contro la povert, che

    dovrebbe conservare, comunque, i divari sociali. In effet-ti del comunismo sovietico Keynes disse: Come possoadottare un credo che, preferendo il gambo alla foglia,esalta il rozzo proletariato al di sopra della borghesia edellintellighenzia, le quali, per quanti siano i loro difet-ti, sono lessenza della vita e portano sicuramente in s ilseme del progresso umano?.33

    La tesi di Keynes per cui c un ruolo della politicafiscale non solo nel breve termine, ma anche nel lungotermine, appare in conflitto con la sua, tante volte citata,

    affermazione per cui nel lungo termine saremo tuttimorti.34 Ma riduttivo considerare lafiscal policy keyne-siana come una mera strumentazione congiunturale.Abbiamo visto che Keynes ritiene che vi sia un eccessostrutturale di risparmi, un eccesso strutturale di risorseproduttive inutilizzate e un eccesso strutturale di altitassi di interesse. Questi tre eccessi, come si osservato,sono in contrasto fra di loro perch, se il risparmio abbondante, il tasso di interesse tende a scendere e nona salire, e se c un eccesso di risorse inutilizzate ci

    dipende anche dal fatto che non ci sono adeguato inve-stimenti per utilizzare e specializzare il lavoro, per valo-rizzare le risorse naturali, per accrescere il progresso tec-nologico. Ma a questo ultimo proposito Keynes introdu-ce fattori di irrazionalit riguardanti gli operatori eco-

    34

    Tutti gli errori di Keynes

    31. Robert Skidelsky,John Maynard Keynes, vol. 2, The Economist as Savior1920-1937, London, Macmillan, 2000, p. 233.

    32. Keynes, General Theory, p. 372.33. Keynes, Essays in Persuasion, p. 300.34. Skidelsky, The Economist as Savior 1920-1937, p. 62.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 34

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    35/443

    nomici nelleconomia di mercato, che comportano, ine-vitabilmente, di dare un giudizio negativo sulla suacapacit di generare crescita economica. Egli, infatti,sostiene che probabile che un operatore resti deluso,35in media, dai ritorni economici, soprattutto in rapportoalle speranze che li precedevano.36 Perch, allora, conti-nuano a voler giocare a questo gioco? Si suppone nonper freddo calcolo, ma piuttosto per spiriti animali.37

    Purtroppo, gli spiriti animali dipendono dai nervi e[] dagli isterismi, e perfino [d]alle digestioni [dei gio-

    catori].38

    Ci anche perch ci sono troppi speculatori egli speculatori possono non causare alcun male, comebolle daria in un flusso continuo dintraprendenza; mala situazione seria quando lintraprendenza diviene la

    bolla daria in un vortice di speculazione.39 Linterosistema degli investimenti privati non intelligente []non virtuoso [] e non mantiene gli impegni.40Come nota Lewis, da ci viene da concluderne che ilcompito di determinare il volume corrente degli inve-stimenti non pu, senza pericolo, lasciarsi in mano pri-

    vate.41

    Ci, per Keynes, non implica le imprese pubbli-che ma lintervento dello Stato come un fattore equili-brante.42 Con questo, egli intendeva soprattutto che loStato avrebbe dovuto incentivare linvestimento qua-lora fosse stato troppo basso. In questo senso nel 1936,nella Teoria generale , disse di essere favorevole a unasocializzazione di una certa ampiezza degli investi-menti.43 Ma, anche cos, rimarr ancora largo campoallesercizio delliniziativa e della responsabilit indivi-duale.44 Il che importante per capire le simpatie

    35

    Prefazione

    35. Keynes, General Theory, p. 150.36. Keynes, General Theory, p. 150.37. Keynes, General Theory, pp. 161-162.38. Keynes, General Theory, p. 162.39. Keynes, General Theory, p. 159.40. Keynes, New Statesman and Nation (1933), in Collected Writings, vol.

    21, p. 239.41. Keynes, General Theory, p. 320.42. Keynes, General Theory, p. 220.43. Keynes, General Theory, p. 378.44. Keynes, General Theory, p. 379.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 35

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    36/443

    spesso ricambiate di Keynes e dei keynesiani per ilmondo dei capitalisti. Come ebbe a riferire MichaelStraight, studente di economia di Cambridge, una voltaKeynes dichiar che il marxismo [] come concettoeconomico era inferiore persino alla sua reputazionesociale. Era un complicato pasticcio.45

    Il deus ex machina per conciliare i due fenomeni del-lazione pubblica e del mercato e, quindi, per fare s cheuna condotta che pu rendere povero un uomo possarendere ricca una nazione46 il moltiplicatore della

    spesa pubblica in deficit, che genera domanda per leimprese del mercato. Esso pu variare, ma, secondoKeynes, dovrebbe essere per lo meno tre o quattrovolte.47 Ci serve per giustificare le spese pubbliche didubbia utilit, dato che non conta la qualit della spesa,ma il suo effetto tonificante sul mercato. In questa dot-trina c semplicismo macroeconomico e dilettantismocontabile. Una parte del moltiplicatore della spesa pub-

    blica, man mano che esso investe tutta leconomia, va acomparti in cui lofferta , soprattutto nel breve termi-

    ne, inadeguata. E da ci nasce inflazione. Unaltra parteva a rimborso di debiti e a risparmi. Unaltra ad acqui-sti allestero e i numeri del moltiplicatore cos calano diparecchio e ridiventa importante capire se, in s, quellaspesa pubblica davvero utile.

    Lewis critica leconomista neo-keynesiano PaulKrugman, premio Nobel per leconomia, che in un arti-colo del 2008 scrisse che la spesa per opere pubbliche inGiappone, negli anni Novanta, probabilmente evit cheuneconomia debole sprofondasse in una depressione

    vera e propria e aggiunse: Vi sono, inoltre, motivi diritenere che lo stimolo attraverso la spesa pubblica fun-zionerebbe meglio negli Stati Uniti.48 Lewis ha ragionedi osservare che al contrario di quanto dice Krugman, visono anche importanti ragioni per aspettarsi che una

    36

    Tutti gli errori di Keynes

    45. Skidelsky, The Economist as Savior 1920-1937, p. 523.46. Keynes, Collected Writings, vol. 21, p. 334.47. Keynes, Collected Writings, vol. 21, p. 326.48. Paul Krugman, What to Do, New York Review of Books, 18 dicembre

    2008, p. 8.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 36

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    37/443

    spesa volta a stimolare leconomia funzioni peggio negliStati Uniti, in quanto i giapponesi sindebitarono con sestessi, e non in maniera pesante con i cinesi.

    Lewis, inoltre, ha ragione quando critica il costosoprogramma del 2008 del presidente Obama di spesapubblica in deficit per la ricerca e la produzione di ener-gie alternative volte a ridurre la dipendenza americanadal petrolio straniero, in gran parte controllato dagoverni ostili, argomentando che unidea molto popo-lare, che per si riferisce a tipi di progetti che hanno

    bisogno di molti anni per essere attuati correttamente.Egli osserva che come regola generale, pi linvesti-mento pubblico affrettato, pi probabile che si dimo-stri uno spreco di denaro stanziato per soddisfare le esi-genze di determinati politici o riversato per favorire gliinteressi di gruppi di pressione o collegi elettorali.Anche questa osservazione condivisibile.

    Non mi sembra per condivisibile la tesi estrema diLewis per cui le spese per opere pubbliche e le infra-strutture oggettivamente utili, di cui c una richiesta

    diffusa, per risolvere problemi di inefficienza, non pos-sano essere accelerate, in una depressione, come misu-re per attenuarne le conseguenze negative. Uno degliargomenti che egli utilizza che nel caso dei progettigovernativi degli Stati Uniti, in generale, solo un quar-to del denaro viene speso, in media, nello stesso anno incui il Congresso lo stanzia. Ma, come egli stresso rileva,una depressione economica, che deriva da errori disopra espansione e da una grave crisi bancaria, comequella del Giappone, pu durare parecchi anni. Inoltre,

    le imprese possono resistere per un periodo di temponotevole, in una situazione di sottoccupazione dellapropria capacit produttiva, se hanno una prospettivafutura positiva, come, appunto, commesse pubblicheimportanti da loro acquisite. La finanza di progetto, incui i privati assumono lavori in opere e infrastrutturepubbliche, contando su quote di sovvenzione e su rica-vi che esse potranno dare, pu superare le lungagginidegli appalti, mentre riduce la quota di spesa pubblicain tali opere pubbliche e infrastrutture. Ci che, per

    37

    Prefazione

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 37

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    38/443

    altro, si deve tenere presente che, in una recessione, pi facile effettuare spese in deficit per opere pubblichee infrastrutture per una nazione con un basso rapportofra debito e Pil che per una con un rapporto elevato,perch la prima ha molti meno vincoli a un aumento diindebitamento. Questo comporta che il deficit spendingpubblico sostenibile nei periodi di bassa congiuntura,ma non come politica strutturale. Esso, dunque, ha unafunzione positiva, ma limitata nel tempo e nel quantum.Si pu, dunque, convenire con Wilhelm Rpke che

    come scrive con approvazione lo stesso Lewis vuolepi stabilizzazione, meno stabilit.49 Le sue politicherivolte a ridurre le asperit della depressione, a conte-nere la disoccupazione e a sorreggere la ripresa nonvanno confuse con il ricettario keynesiano che, con lapromessa della stabilit, genera comportamenti diazzardo morale (cio la tendenza a correre rischi scon-siderati) e che con gli interventi ad hoc per evitare di dis-sesti mantiene in funzione imprese che dovrebberoessere eliminate o completamente riorganizzate. Frie-

    drich von Hayek ha sintetizzato questi due concetti conla frase: Tanto pi cerchiamo di fornire piena sicurez-za interferendo con il sistema di mercato, quanto mag-giore diviene linsicurezza.50 Rpke riassume tale con-cetto osservando che il nostro sistema economico (inultima analisi) disciplinato dalla bancarotta:51 chicommette errori gravi e corre rischi eccessivi deve falli-re e questa prospettiva induce a essere prudenti.

    Leconomista keynesiano Paul Krugman, al contra-rio, critica lidea che la recessione sia una punizione

    necessaria per sanare gli errori del boom economico.52

    Un altro premio Nobel keynesiano Robert Solow sispinge anche oltre Krugman e afferma: [Dire] che unarecessione estirpa imprese e pratiche inefficienti []

    38

    Tutti gli errori di Keynes

    49.Wilhelm Rpke, Economics of the Free Society, Chicago, Henry Regnery,1963, p. 219.

    50. Friedrich Hayek, citato in Sanford Ikeda, Dynamics of the Mixed Eco-nomy: Toward a Theory of Interventionism, London, Routledge, 1997, p. 183.

    51. Rpke, Economics of the Free Society, p. 248.52. Economist, 6 dicembre 2008, p. 94.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 38

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    39/443

    un po come dire che una peste [] ripulisce il patri-monio genetico.53 Il paragone errato in quanto travi-sa ci che accade in una recessione, quando il governoevita di effettuare il salvataggio degli operatori chedovrebbero fallire, avendo tenuto comportamentisconsiderati.

    6. La terza tesi di Keynes, che Lewis analizza critica-mente, oltre a quella sul livello del tasso di interesse e aquella sul deficit spending , riguarda i salari. La tesi di

    Keynes si pu compendiare in questa frase: Conside-rata la natura umana e le nostre istituzioni, soltanto unosciocco preferirebbe una politica salariale flessibile aduna politica monetaria flessibile [].54 Anche qui Key-nes commette lerrore di ragionare solo in terminimacroeconomici globali per grandi aggregati, in modomeccanicistico, e non in termini microeconomici, consi-derando le imprese operanti sul mercato nel loro realefunzionamento. A ci si aggiunge il fatto che egli sem-

    bra considerare uneconomia chiusa o un sistema eco-

    nomico internazionale in cui tutte le economie si trova-no, simultaneamente, in recessione.I salari flessibili verso il basso, argomenta Keynes,

    minacciano anche i profitti delle attivit economiche euna riduzione dei salari non pu risolvere la questionedella disoccupazione. Ci perch dobbiamo tenere benein mente che la spesa di un uomo il reddito di unaltro uomo.55 Il singolo imprenditore vedr gli ovvigrandi vantaggi di una riduzione dei salari che devepagare.56 Ma non vedr altrettanto chiaramente gli

    svantaggi di cui soffrir se le entrate monetarie dei suoiclienti vengono ridotte.57 Insomma, se la spesa dei con-sumatori cala con i salari, ci si trover in una situazione

    39

    Prefazione

    53. Robert Solow, New York Review of Books, 14 maggio 2009, p. 6.54. Keynes, General Theory, p. 269.55. Keynes, BBC Broadcast, 11 gennaio 1933, in Collected Writings, vol. 21,

    p. 145.56. Keynes, BBC Broadcast, 11 gennaio 1933, in Collected Writings, vol. 21,

    p. 145.57. Keynes, aggiunta alMacmillan Committee Report, in Collected Writings,

    vol. 20, p. 289.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 39

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    40/443

    in cui crollano sia la spesa che i salari, in una spiraleviziosa verso il basso. E, secondo Keynes, se inizia que-sta spirale non c nessuna ragione teorica per la qualei salari non possano continuare a precipitare illimita-tamente.58 La tesi che Lewis contrappone a Keynes quella di Henry Hazlitt,59 secondo cui Keynes confondei saggi salariali nominali con i salari guadagnati in ter-mini reali. Se i prezzi scendono senza che i salariali ven-gano ridotti, argomenta Hazlitt, le imprese dovrannolicenziare dal momento che i loro costi del lavoro sono

    aumentati, rispetto ai prezzi, in quanto i salari realisono maggiori. Dati questi licenziamenti i redditiaggregati dei lavoratori precipiteranno. Invece conti-nuano Hazlitt e Lewis sulle orme di Arthur C. Pigou edi Don Patinkin se si lascia che i salari scendano con iprezzi, i profitti saranno invariati perch lo saranno icosti unitari del lavoro e i lavoratori non saranno licen-ziati. Lo schema, analiticamente e in astratto, regge. Matrascura il fatto che le imprese, in genere, sono indebi-tate con le banche o con gli obbligazionisti e che, per-

    tanto, i loro oneri finanziari, con la discesa dei prezzi,aumentano. Lo stesso vale per le banche, che sono inde-bitate con i depositanti e con altri operatori. vero chele imprese hanno un proprio capitale reale e che essoprima della discesa dei prezzi necessariamente supe-riore ai debiti, in quanto diversamente non ci sarebbeun attivo patrimoniale. Ma questo capitale reale non liquidabile in frazioni e, come conseguenza, le impresecon una rilevante discesa dei prezzi si troveranno incrisi di liquidit. Le banche dovrebbero, allora, soccor-

    rerle fidando nellattivo patrimoniale dei clienti. Maesse, a differenza delle imprese, hanno, generalmente,un patrimonio molto inferiore ai loro debiti con i rispar-miatori e non saranno, perci, in grado di effettuarequesti maggiori finanziamenti. La banca centrale dovrdare liquidit alle banche per finanziare le imprese, rile-

    40

    Tutti gli errori di Keynes

    58. Keynes, General Theory, p. 253.59. Henry Hazlitt, The Critics of Keynesian Economics, New York, D. Van

    Nostrand, 1960, p. 5; Henry Hazlitt, The Failure of The New Economics,New Rochelle (NY), Arlington House, 1978, p. 267.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 40

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    41/443

    vandone i prestiti fatti a queste e cos, accrescendo laquantit di moneta, impedir che i prezzi scendano. Sela banca centrale non lo facesse, le imprese e le banchefallirebbero per crisi di liquidit, sebbene in astratto sol-vibili. Un tale comportamento, da parte della bancacentrale, illogico. Lo stesso Lewis lo ammette quandosi dilunga ad osservare che non bisogna considerare ilvalore di mercato del momento dei titoli, dovuto a unadomanda inaridita dalla crisi di liquidit, ma il lorovalore reale.

    La via per la riduzione dei salari, allo scopo di com-battere la disoccupazione, non questa. Lo stesso Lewisse ne rende conto e adotta una diversa linea, assai piconvincente, per dimostrare che Keynes ha torto, quel-la dei rapporti sbagliati fra i vari prezzi e quella deimonopoli. Egli scrive:

    Se uneconomia arranca e la disoccupazione elevata,questo significa che alcuni prezzi sono molto sbilan-ciati rispetto ad altri. Ad esempio, i salari potrebberoessere troppo alti in relazione ai prezzi, perch i prez-zi sono caduti sotto i primi colpi di una depressioneeconomica. Ma in tal caso il problema non sta in tutti isalari, n in tutti i prezzi.Alcune societ e alcuni settori potrebbero andar bene,mentre altri potrebbero trovarsi in condizioni dispera-te. Ci di cui c bisogno un aggiustamento di speci-fici salari e specifici prezzi allinterno delle singolesociet e, fra di esse, allinterno dei singoli settori, oltreche fra i diversi settori. Questi aggiustamenti non sonoun evento unico. Devono essere un qualcosa di conti-

    nuo, poich ogni cambiamento ne porta un altro in unampio susseguirsi difeedback.In alcuni casi i salari e i prezzi dovrebbero aumentare.In altri sarebbe meglio che calassero. Un unico aggiu-stamento uguale per tutti non funzioner mai e anzipeggiorer solamente le cose. come se Keynes consi-derasse leconomia alla stregua di un serbatoio dac-qua da riempire o svuotare fino al raggiungimento dellivello ottimale. Ma unidraulica rozza di questo tiponon sistemer, n coordiner, proprio un bel nulla.Far solo un gran pasticcio.

    41

    Prefazione

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 41

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    42/443

    Proseguendo su questa linea si pu osservare che sec unalta disoccupazione ci dipende anche dalla rigi-dit dei salari, dovuta a fattori di monopolio nel merca-to del lavoro. In un regime di contrattazione salarialeflessibile, i salari nominali delle attivit marginali scen-dono, favorendo cos lentrata nellarmata del lavoro dipersone che, diversamente, sarebbero rimaste disoccu-pate, in quanto le imprese e le famiglie e gli stessigoverni non avrebbero avuto convenienza a impiegar-le. Daltra parte i salari sono un costo non in astratto,

    ma in rapporto al lavoro con essi svolto e da ci conse-gue che spesso i conti delle imprese, che hanno costi dellavoro eccessivi, si raddrizzano impiegando meglio ilavoratori, in modo da accrescere la loro produttivit.

    A queste due osservazioni si pu obbiettare, conKeynes, che se la domanda data, perch il reddito dato, non si pu accrescere la produzione con un incre-mento di occupazione a parit di produttivit o con unincremento di produttivit a parit di occupazione ocon tutte e due le modalit.

    Ma ci non vero, con riguardo a molti servizi. Se ilsalario del personale di sevizio viene abbassato, moltefamiglie si avvarranno di servizi domestici. E il salarioche esse daranno alle baby sitter, alle badanti, alle col-laboratrici domestiche consentir loro di comprare queiprodotti a cui quelle famiglie rinunciano. Loccupazio-ne e il reddito saranno aumentati. Daltra parte se iristoranti e gli alberghi possono impiegare un persona-le meno costoso, aumenteranno le persone che se neservono e la spesa dei salari che verranno pagati ai

    nuovi occupati rimpiazzer i consumi a cui hannorinunciato coloro che hanno accresciuto le loro spese inalberghi e ristoranti. Inoltre le riduzioni di costi unitaridelle imprese, dovute a incrementi di produttivit nel-limpiego del fattore lavoro, accrescendo i loro profittile indurranno a fare maggiori investimenti, a parit didomanda e, quindi, a chiedere maggiore credito alle

    banche e ci generer maggiore occupazione.In regime di economia internazionale aperta, se una

    parte delle economie del mondo non in depressione,

    42

    Tutti gli errori di Keynes

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 42

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    43/443

    la riduzione dei prezzi dovuta a riduzione dei costi dellavoro accresce la convenienza ad esportare. E, neipaesi importatori, la riduzione dei prezzi delle impor-tazioni pu rendere convenienti investimenti che diver-samente non lo erano. E cos via. Questo ragionamentofunziona in una depressione, ma, ancora di pi, per leeconomie in condizioni normali ai fini della crescitaeconomica e del pieno impiego. Ci soprattutto se loStato, con le sue spese per la legge, lordine, listruzio-ne, le infrastrutture e gli altri compiti che gli sono pro-

    pri, consente che si sviluppi lefficienza del mercato.Insomma, non lafiscal policy keynesiana, ma la finanzapubblica con le imposte, che ne sono il prezzo per ser-vizi pubblici che rendono pi di quel che costano.

    7. Forse la parte di maggiore interesse di questo librosta nella descrizione degli effetti perversi della dottrinakeynesiana di politica monetaria facile e di politicafiscale in deficit, nellintreccio fra poteri economici epolitici, che, dopo avere prodotto la crisi, producono

    anche gli interventi di salvataggio, avvallati in nomedella causa delloccupazione.Lewis fa notare che durante lautunno del 2008,

    grandi banche dinvestimento come Goldman Sachs eMorgan Stanley divennero giuridicamente delle banchevere e proprie. Questo signific che tali societ, essen-zialmente giganteschi hedge funds, poterono godere del-laccesso permanente al denaro appena stampato dalgoverno e offerto loro ai tassi pi bassi possibili, tassiche poco dopo scesero appena al di sopra dello zero.

    Tutto questo assolutamente ironico. Nel momento incui molte societ solide sulla Main Street stavano lot-tando per ottenere dei prestiti a tassi elevati, i maggiorispeculatori di Wall Street potevano attingere denarodirettamente dal governo e a prezzo stracciato.

    Inoltre, prosegue Lewis, Hank Paulson, che era statoil capo di Goldman Sachs, divenne segretario al Tesoroe mise insieme un grosso fondo federale, denominatoTARP, che erog alla societ di Paulson 10 miliardi didollari.

    43

    Prefazione

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 43

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    44/443

    La somma pi cospicua di denaro proveniente dalTARP, 173 miliardi di dollari, andato allAmericanInternational Group (AIG), un gigante del settore assi-curativo. Quando la societ ebbe i primi problemi, pergestire la situazione Paulson scelse Edward Liddy, inprecedenza direttore di Goldman Sachs. Poich lAIGdoveva denaro ad altri soggetti, gran parte del salva-taggio and ad altre societ i cui nomi il governo sirifiut di rivelare []. Tuttavia qualche nome trapele si scopr che quasi 13 miliardi di dollari del salva-taggio di AIG erano andati proprio alla Goldman

    Sachs.LAIG, tra laltro, era stata una delle principali finan-ziatrici delle campagne elettorali. Il secondo maggiorbeneficiario di questi fondi per gli anni 2003-2008 erastato il senatore Dodd; il primo, lallora senatoreObama.Nellautunno 2008, il segretario Paulson disposeanche che la Bank of America, beneficiaria di fondiTARP, salvasse la Merrill Lynch, gigante dellinvesti-mento. []Lallora capo della Merrill Lynch era stato in prece-

    denza capo della Goldman Sachs e quindi era un excollega di Paulson.

    Sin qui lintreccio fra discrezionalit dei politici edegli esperti repubblicani con il mondo degli affari. PoiLewis passa a quelli del governo democratico. Quan-do si insedi lamministrazione Obama, Timothy Geith-ner, presidente della New York Federal Reserve, bracciooperativo della Federal Reserve, assunse lincarico pre-cedentemente ricoperto da Paulson. William Dudley, ex

    economista capo della Goldman Sachs, a sua voltasostitu Geithner alla New York Fed. E allintreccio fragrandi banche, Tesoro e banca centrale si aggiungequello delle agenzie di rating:

    Laccogliente club Wall Street-Washington di cuisopra ha molte diramazioni. Una di esse il settoreriguardante le societ di rating: Standard and Poors,Moodys e Fitch. Queste societ hanno svolto un ruoloimportante nel far scoppiare la bolla immobiliare, giu-

    44

    Tutti gli errori di Keynes

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 44

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    45/443

    dicando affidabili securities ipotecarie che poi si sonorivelate tuttaltro che sicure.Come hanno fatto queste societ a ottenere cos tantopotere nel mercato delle securities? Ecco la risposta:norme e regolamenti governativi proibivano lacqui-sto (da parte di compagnie di assicurazione, banche,fondi operanti nel mercato monetario, eccetera) disecurities non valutate da queste aziende selezionate.In altre parole, il governo ha creato un cartello disociet di rating. Dal momento che il cartello eraimmune dalla concorrenza, era pi facile per Wall

    Street ottenere lapprovazione per prodotti finanziaridi dubbio valore, soprattutto considerando il fatto chela marea di titoli di questo tipo generava proventi perle stesse societ.

    Il commento di Lewis in chiusura di questo vividoritratto che il paradosso centrale del keynesismo quello di voler aggiustare il sistema dei prezzi e deiprofitti sovvertendolo. Un commento appropriato acui vorrei aggiungere che il principale errore della dot-

    trina keynesiana forse non sta nelle sue ricette, ma neimedici che suggerisce, cio gli esperti che operano inmodo discrezionale, per correggere gli errori che fa ilmercato con la sua mano invisibile, utilizzando taliricette. La mano visibile di questi esperti, che operanoal di sopra delle regole in nome della causa delloccu-pazione sulla base del credo neo-keynesiano spacciatocome scienza, si intreccia inevitabilmente con quella deipolitici e con quella degli uomini daffari. E ci generamonopoli, crisi, interventi sbagliati per combatterle che

    ingigantiscono larea di governo e generano deficit,debiti e instabilit.

    45

    Prefazione

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 45

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    46/443

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 46

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    47/443

    Tutti gli errori di KeynesPerch gli Stati continuano a creare inflazione,

    bolle speculative e crisi finanziarie

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 47

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    48/443

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 48

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    49/443

    Questo libro dedicato a Henry Hazlitt,una persona degna di emulazione pervita, carattere e idee economiche.Si raccomanda caldamente la lettura ditutti i suoi libri, ma in particolare di TheFailure of the New Economics e di Econo-mics in One Lesson.

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 49

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    50/443

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 50

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    51/443

    Parte primaIntroduzione

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 51

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    52/443

    Lewis 22-10-2010 19:41 Pagina 52

  • 8/3/2019 Tutti_gli_errori_di_Keynes

    53/443

    Come dovrebbe essere uneconomia basata sul buonsenso? Cosa avrebbe da dire sul crollo del 2008, sullacrisi economica che ne derivata, o su quale potrebbeessere la migliore risposta dinanzi a una crisi di questogenere? Potremmo cominciare rivolgendo questedomande a Timothy J. Kehoe, professore emerito dieconomia presso la University of Minnesota. Kehoe si

    definito un democratico da sempre e un elettore diObama. Egli ci dice che, se nel breve termine non si disposti a compiere sacrifici, sul lungo termine ci siritrover davanti a grandi sofferenze.

    Ci a cui si riferisce Kehoe, in particolare, il pianodi salvataggio di alcune banche, di una gigantesca com-pagnia di assicurazione e di due societ automobilisti-che, promosso dallamministrazione Bush: Il denaro scomparso, stato scandaloso. [] Le imprese impro-duttive devono morire.1

    un consiglio drastico, ma di buon senso. Non forse meglio che le imprese solide acquistino asset aprezzi modici da societ fallite, cos da poterli renderenuovamente produttivi?

    Poi, potremmo rivolgerci a Kenneth Rogoff, profes-

    53

    Capitolo 1

    Uneconomia basata sul buon senso*

    * Tutte le citazioni sono state tradotte dalle edizioni in lingua inglese utiliz-zate da Hunter Lewis. Per un elenco dei testi disponibili in edizione italianasi rimanda alla bibliografia posta al termine del presente libro. [N