Tutti i Matrimoni dei Grimaldi

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2 luglio 2011 Alberto e Charlene, la favola continua Tutti i matrimoni dei Grimaldi dal medioevo ad oggi 2 juillet 2011 Albert et Charlene, la fable continue... Tous les mariages de la famille Grimaldi du moyen-âge jusqu'à aujourd'hui Monte-Carlo • Berlino • Bruxelles • Ginevra • Londra • Madrid • Milano • Parigi • Roma INTERNATIONAL MAGAZINE N° 134 • LUGLIO 2011 • 5€ Il Foglio Italiano magazine per gli italiani nel mondo Anno XV n°4 • www.iliomasprone.com • Sped. in Abb. Post. 45% comma 20/b art. 2 Legge 662/96 • Filiale Poste Imperia EDIZIONE SPECIALE

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Edizione speciale de Il Foglio Italiano per il mese di Giugno 2011

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2 luglio 2011

Albertoe Charlene,la favolacontinuaTutti i matrimoni dei Grimaldidal medioevo ad oggi

2 juillet 2011Albert et Charlene, la fable continue...Tous les mariages

de la famille Grimaldidu moyen-âge

jusqu'à aujourd'hui

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EDIZIONE SPECIALE

Altezze Serenissime, l’Italia è con Voi.Il nostro Paese parteciperà con grande gioia all’evento degli eventi: la festa nuziale

del Principe Alberto II con Mademoiselle Charlène. Alberto II é un Principe regnante che convola a nozze e che celebrerà il suo matrimonio “di Stato”

accompagnato dal suo popolo con le tante delegazioni di Paesi amiciche giungeranno da ogni parte del mondo. E’ una “bella favola” che si ripete

a Monaco dopo 50 anni dal matrimonio dei Principi Ranieri e Grace Kellye che fa realizzare in questa splendida Città-Stato cosmopolita e moderna

un avvenimento di portata storica che unisce insieme cattolicesimo e mondanità, romanticismo e glamour, emozioni e raffinata eleganza. Si tratta indubbiamente anche di un evento di immensa portata mediatica che farà diventare, nei giorni

della festa, il Principato di Monaco il centro dell’attenzione di milioni di persone sparse nel globo, di televisioni e stampa mondiali, con tutti i riti che la pubblicità

delle celebrazioni del matrimonio porterà. A questa festa si aggiungeuna nota gradevole, il Principe Alberto è un Principe amatissimo dal suo popolo,

è carismatico e sa incarnare il carisma del sovrano con la modernità del suogovernare dirigendo il Principato con saggezza sulla strada del rinnovamento,

della trasparenza, dell’attenzione ai grandi temi globali, umanitari, della tutela dell’ambiente, della salute, della salvaguardia dei mari, della promozione

dello sport sano ed etico: tematiche che fanno del Principato un centroed uno “spazio globale”. Mademoiselle Charlène, dotata di bellezza, grazia

ed eleganza straordinaria, condivide con il suo Principe amore e ideali.E questo renderà la festa ancor più una festa di popolo. L’Italia, da Paese amicoe vicino, parteciperà con immensa ammirazione a questo matrimonio principesco,

in particolare con la sua grande e prestigiosa comunità residente che da semprecostituisce parte integrante ed attiva del Paese. Auguri di felicità, prosperità, salute, benessere personale, nello spirito della continuità dinastica e dei valori

della stabilità del Principato che resta nel mondo attuale un esempio di efficienza, di buon governo e di armonia tra i popoli. E ai lettori di questo“Speciale Foglio

Italiano” auguro un’entusiasmante lettura e concludo con i complimentialla redazione per la completezza di questo storico documento.

Antonio Morabito Ambasciatore d’Italia a Monaco

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Nei giardini di Peyre-Lebade, Listrac Médoc, scultura “BELU” di Zaha Hadid, 2007. Collezione Ariane e Benjamin de Rothschild.

Insieme alla Banque de Gestion Edmond de Rothschild Monaco, venite a condividere una visione della fi nanza personalizzata, intrisa di significato e proiettata nel tempo.

www.edmond-de-rothschild.mc

a propositodel Valore

Dialogo

- Valore, valore… insomma, è il corso di Borsa.- Solo questo? Il valore è anche uno sguardo! Uno sguardo rivolto al futuro!

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Nei giardini di Peyre-Lebade, Listrac Médoc, scultura “BELU” di Zaha Hadid, 2007. Collezione Ariane e Benjamin de Rothschild.

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som mairesommario69

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I Grimaldi di GenovaLe origini della discendenza

I Grimaldi di ProvenzaLe spose castellane e i loro cavalieri

L’orgoglio dei GrimaldiMatrimoni ed alleanze nell’Era moderna

Alla Corte dei tre Luigi, i Reali di FranciaLe coppie principesche

I Grimaldi ritrovatiLa “doyenne” Carolina, prima First Lady di Monaco

La visione moderna di Ranieri IIIIl Principe e il Cigno

E vissero felici e contenti...Nozze di fiaba per Alberto e Charlene

édi torialeditorialeUn’edizione da conservareMONTE-CARLO. All’annuncio del fidanzamento tra il Principe Alberto e Charlene Wittstock, l’immaginazione si è spostata immediatamente su tutte le al-tre coppie principesche che hanno fatto la storia di Monaco nel corso, non solo degli ultimi anni, ma nei secoli. L’idea era quella di realizzare uno Speciale sui matrimoni dei Grimaldi a partire dal periodo genovese del 1200 ad oggi, una monografia completa in lingua italiana e francese. Ci siamo riusciti: l’entusiasmo e le competenze di ognuno hanno sorret-to tutti noi e specialmente la nostra colla-boratrice Silvana Rivella che abilmente ha introdotto in una puntuale narrazione storica i tratti propri del romanzo senza i quali il testo sarebbe risultato mera le-zione e non la fiaba antica e appassio-nante destinata a proseguire nel tempo. Ringraziamo tutti gli amici e i colleghi che hanno avuto la bontà di leggere e rileggere il racconto in questi mesi for-nendo graditissimi consigli, precisazioni

e notizie inedite, in particolare Tiziana Danzo per le indispensabili e puntua-li correzioni della versione in francese, la direttrice editoriale Renata Rivella e un ringraziamento molto speciale al grafico Paolo Pinto per l’estrema compe-tenza nonché per la pazienza dimostrata nell’impaginare questo Speciale.Riteniamo invece doveroso segnalare che la Comunità Italiana di Monaco, ap-preso dal Principe Alberto della volon-tà di dotare la Chiesa di Santa Devota protettrice della Famiglia Sovrana di un nuovo organo, si è offerta di acquistare lo strumento musicale quale omaggio degli Italiani del Principato per le imminenti nozze. Le offerte possono essere inviate al Com.It.Es.-Nozze del Principe, pres-so l’ Ambasciata Italiana al 17, di Av. de l’Annonciade Monaco: i nominativi di tutti coloro i quali aderiranno verranno segnalati sul Libro d’Oro che verrà con-segnato a SAS il Principe Alberto e alla neo Principessa Charlene.

N.d.A. Benché la maggior parte dei caratteri descritti in questa cronistoria delle nozze Grimaldi appartenga alla storia e la genealogia del Casato Grimaldi sia quella ufficiale, la narrazione è a volte sottilmente romanzata e solo in questo caso nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti, essendo frutto dell’in-ventiva dell’autrice, vengono usati in ma-niera fittizia; pertanto qualsiasi somiglianza con persone reali, vive o defunte, fatti o luoghi è assolutamen-te casuale.

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Les Grimaldi à GênesLes origines de la progéniture

Les Grimaldi en ProvenceChâtelaines et chevaliers

L’orgueil des GrimaldiMariages et alliances à l’Epoque Moderne

Les Grimaldi à Versailles: les trois LouisPrinces et Princesses à la Cour de France

Les Grimaldi retrouvésLa doyenne Caroline, première “First Lady” de Monaco

La vision moderne de Rainier IIILe Prince et le Cygne

...et ils vécurent heureux et...Le fabuleux mariage d’Albert et Charlene

édi torialMONTE-CARLO. À l’annonce des fiançailles du Prince Albert II avec Mlle Charlene Wittstock, notre imagination est allée immédiatement vers toutes les autres couples princiers qui ont fait l’histoire de Monaco au fil des siècles. L’idée était celle de réaliser une édition spéciale sur les mariages des Grimaldi à partir de la période génoise du 1200 à aujourd’hui, une monographie com-plète en langue italienne et française. Nous y sommes arrivés : l’enthousiasme et les compétences de chacun nous ont soutenus et spécialement notre collabo-ratrice Silvana Rivella qui a habilement introduit dans une précise narration historique les traits de son roman sans lesquels le texte aurait été une simple leçon au lieu de cette fable ancienne et passionnante destiné à continuer dans le temps. Nous remercions tous les amis et les collègues qui ont eu la gentillesse de lire et relire le récit en fournissant des précieux conseils et des nouvelles

inédites, en particulier Tiziana Danzo, pour les indispensables et ponctuelles corrections de la version en français, la directrice éditoriale Renata Rivella et un remerciement très spécial au gra-phiste Paolo Pinto pour l’extrême com-pétence ainsi que par la patience mon-trée pendant l a préparation de cette édition spéciale. Nous croyons par con-tre juste signaler que la Communauté Italienne de Monaco a décidé, suite à la volonté du Prince Albert de douer d’un nouvel orgue l’Église de Sainte Dévote protectrice de la Famille Souveraine, d’acquérir le moyen musical comme hommage des Italiens de la Principauté pour les noces. Les offres peuvent être envoyées à Com.It.Es. - Noces du Prin-ce, auprès de l’Ambassade Italienne au 17, Av. de l’Annonciade Monaco : les noms de tous ceux qui participeront se-ront signalés sur le Livre d’Or qui sera délivré à SAS le Prince Albert et à la nouvelle Princesse Charlene.

di Ilio [email protected]

www.iliomasprone.com

L’autriceSilvana Rivella

N.d.A. Bien que la plupart des éléments présents dans cette description des noces Grimaldi appartienne à l’histoire et la généa-logie de la famille Grimaldi soit officielle, la narration est parfois subtilement romancée et seulement dans ce cas les noms, les per-sonnages, les lieux et les événements sont un produit l’imagina-tion de l’autrice. Toute ressemblance avec des personnes ou des situations existantes ou ayant existé n’est que fortuite.

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di Ely [email protected] Luigi Mattera

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“C’era una volta...

...Circa mille anni fa, più o meno mentre i cristiani della Prima Crocia-ta, guidati da Pietro l’Eremita, si bat-tevano ed alfine conquistavano Geru-salemme, nella cattedrale di Genova uno dei primi consoli della città, Otto Canella, battezzava il suo primogenito con il carismatico nome del mitico re longobardo Grimwald, dove grim si-gnifica elmo e wald capo, principe, potente. Mai nome fu più azzeccato perchè, essendo stato a sua volta elet-to console per ben tre volte, Grimal-do Canella decise orgogliosamente di assegnare il patronimico Grimaldi a tutta la sua discendenza. Un cognome augurale per futuri  leaders, ed oggi possiamo affermare che l’insigne an-tenato non fu deluso......Attraverso i rami di uno degli al-

beri genalogici più antichi d’Europa, la fiaba dei Grimaldi si arricchirà di un festoso capitolo nel pomeriggio del 2 luglio prossimo, quando Alberto II Grimaldi, moderno sovrano di Mo-naco, si unirà in matrimonio con la splendida Charlene Wittstock nella corte del suo Castello, gremita di mol-ti ospiti. Troppo angusta per questo avvenimento tanto atteso, chi non ri-corda però la vicina Cattedrale, dove avvennero le celebri nozze di suo pa-dre il Principe Ranieri III con Grace Kelly? Allora era la mattina del 19 aprile 1956 e la cerimonia fu seguita in diretta televisiva da ben trenta mi-lioni di spettatori, moltissimi a quei tempi; oggi i media prevedono che, oltre agli schermi giganti installati per i fortunati monegaschi che parte-

A partire dalle origini della fiaba dei Grimaldi, ricca di romantici colpi di scena, drammi ed intrighi, questa breve cronistoria annoterà le continue, importanti

e a volte quasi fatali interazioni tra Genova e i Grimaldi, tra la Provenza e i Grimaldi, tra la Francia e i Grimaldi, ed infine tra il mondo intero ed i Grimaldi.

I Grimaldi di Genova

I Grimaldi di Monaco

dal medioevo ad oggi

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7...la fiaba dei Grimaldi

“C’era una volta...

ciperanno a tutto l’avvenimento, dal matrimonio civile del giorno prima all’apparizione pubblica la sera sul porto, le nozze potranno essere visio-nate in diretta universale sui perso-nale computers degli appassionati via YouTube, App, Android eccetera.

Le originidella discendenza Ma torniamo indietro nel tempo: in quel giorno primaverile del 1210, anche la Cattedrale di Genova era sicuramen-te gremita per assistere alle nozze del Commissario della Compagnia Oberto Grimaldi, figlio ed erede dell’influente Grimaldo Canella, con la nobile Corra-dina, figlia di Oberto Spinola e di Sibilla de’Volta. Dopo i secoli bui delle invasio-ni barbariche, la fatidica data dell’anno

Mille era trascorsa senz’ombra di apoca-lisse e i feudi avevano cominciato a pro-sperare attorno a monasteri, cattedrali e castelli. Mentre frotte di amanuensi rico-piavano gli antichi testi classici e ovun-que venivano fondate scuole di pensiero ed Università, il commercio, l’artigiana-to, l’erboristeria e la medicina progredi-vano grazie ed insieme agli scambi socio-culturali tra popolazioni diverse; inoltre, il Camino di Compostela ad occidente e le Crociate ad oriente rivelavano mondi reali ed altezze spirituali che accendeva-no la fantasia degli artisti. Proprio nella prima decade del Duecento, il prudente Consiglio comunale genovese stava de-cidendo una spesa non indifferente: ma-estranze francesi sarebbero state presto chiamate ad arricchire la facciata del Duomo con due arditi campanili e con

tre portali scolpiti nel nuovo stile tanto di moda, quel francigenum opus al quale solo a metà del XVI secolo il pittore e storico dell’arte Giorgio Vasari attribuirà il nome a noi più familiare di “gotico”. Appena due o tre generazioni prima, le lotte tra le fazioni avevano provocato in-cendi devastanti in città, con gravi danni all’impianto romanico della Cattedrale che da allora, per ragioni essenzialmente economiche, era rimasta incompiuta.Nel 1210 la facciata non era quella che vediamo oggi, ma spoglia di ornamen-ti, scarna, con il solo paramento a fasce bianche e nere: un semplice eppure fon-damentale simbolo di nobiltà, in quanto a Genova solo le famiglie nobili iscritte ad un Albergo avevano diritto alle fasce bianche e nere come rivestimento dei loro edifici, e cioè i Doria e gli Spi-

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nola, ghibellini sostenitori dell’impe-ratore, e i Fieschi e i Grimaldi, guelfi sostenitori del Papa... Comunque sia, la pace regionale tra le due fazioni fu finalmente raggiunta a Genova verso la fine del secolo XIII grazie all’interven-to, ritenuto poi miracoloso, dell’arcive-scovo domenicano Jacopo da Varagine, l’attuale Varazze, autore della Legenda Aurea, narrazione assai celebre delle vite dei santi. Infine, nell’anno 1528 il celebre capitano di ventura e uomo di stato, il Doge Andrea Doria, riuscirà a mettere d’accordo le 250 famiglie più potenti di Genova dando loro il compi-to di eleggere il Maggior Consiglio, un importante risultato che fu raggiunto attraverso quasi cinque secoli, durante i quali lo scontro regionale tra guelfi e ghibellini si trasformò nella titanica lot-ta per il dominio assoluto dell’Europa intera tra il re Francesco I di Francia e l’imperatore Carlo V Asburgo. Ed è indispensabile annotare che, sulle co-ste dell’area mediterranea e al pari di Genova, solo Venezia e la Rocca dei Grimaldi di Monaco riusciranno a non cadere che incidentalmente sotto il pro-tettorato dei Grandi, riuscendo sempre a riconquistare e a mantenere la propria orgogliosa indipendenza durante i se-coli. Tornando agli eredi Grimaldi, per intanto, nove mesi dopo quelle nozze tra opposte fazioni non ci furono discussio-ni in Battistero tra Oberto e Corradina circa il nome da dare al loro neonato: ebbe quello del nonno di parte guelfa, che per tutta la sua lunga vita era stato devoto alla Chiesa ed onorato cittadino. Divenuto adulto, Grimaldo Grimaldi non smentì le capacità politiche dei suoi avi e fu eletto membro del Consiglio per ben due volte, nel 1232 e nel 1244; sua sposa diletta fu la bellissima Orietta de Castro, la cui nobile famiglia proveniva da Castres, in Linguadoca, ricca città fortificata la cui splendida cattedrale

contenente le reliquie di San Vincenzo era una delle principali tappe dei

pellegrini del Camino di Compostela.A quei tempi, il sistema feudale che im-perava in tutta Europa imponeva matri-moni tra le nobili famiglie, in modo da creare alleanze sia interregionali che internazionali. Fu così che nel 1266 il figlio di Grimaldo e di Orietta, Lanfranco Grimaldi, che era stato nominato Amba-sciatore di Genova in Provenza, si unì ad Aurelia del Carretto, giovane appar-tenente ad una ricchissima e nobile fa-miglia della Marca di Savona. Da queste nozze, nel 1267 nacque un maschio cui fu dato il nome di Rainero, e con lui ter-mina il periodo propriamente genovese dei Grimaldi.L’indiscussa perizia in mare del giova-ne Rainero lo portò a capitanare velieri francesi anche in acque nordiche, finchè la vittoria ottenuta sul nemico olandese a Zierikzee riportata nel 1304 gli valse il titolo di ammiraglio di Francia. Ma pri-ma di questa impresa, Rainero non ha ancora compiuto i trent’anni nel 1297,

una data esemplare per Monaco: infatti, contando solo su un manipolo di uomini ben armati ed assieme al cugino Fran-cesco detto “il Malizia” che si era tra-vestito da frate, era riuscito a penetrare, espugnandola, nella fortezza sulla Rocca che nel 1215 era stata costruita dai ghi-bellini liguri guidati da Fulco del Cassel-lo, rendendola dominio guelfo. L’impresa de “il Malizia” è ricordata nello stem-ma del Casato, sorretto da due monaci barbuti ed armati di spade. Nel 1304, in aggiunta all’ammiragliato e contempora-neamente alla signoria di Cagnes, viene assegnata a Rainero la co-signoria di Mo-naco da Filippo IV il Bello, re di Francia. Oltre a premiare il fatto di aver strappato a Genova uno dei più strategici attracchi esistenti nel mediterraneo, è probabile che l’investitura feudale di un Grimaldi in Provenza sia stata un’abile mossa po-litico - clientelare, poichè avvenne pochi mesi dopo l’imprigionamento del papa Bonifacio VIII nel suo palazzo.

A destra, questa incisione ritrae il drammatico istante in cui Filippo IV il Bello sta per schiaf-feggiare il Papa Bonfacio VIII.

REGNO TEMPORALEe PAPATO nella

DIVINA COMMEDIA

Un Dante fortemente impietoso nei con-fronti della sua epoca richiama il Papa e il Re di Francia al cospetto della giu-stizia divina: Dante è critico soprattut-to verso coloro che, rivestendo cariche autoritarie, avevano snaturato l’essenza originaria del Cristianesimo facendone merce di scambio.Nel Paradiso (XIX, 118-120), i primi versi sono per Filippo il Bello: «Lì si vedrà il duol che sovra Senna / induce,

falseggiando la moneta / quel che mor-rà di colpo di cotenna» dove il “colpo di cotenna” fa riferimento alla leggenda della morte di Filippo Il Bello, che morì sbalzato dalla sella durante una battu-ta di caccia al cinghiale (“cotenna”); in quanto alla “moneta” che viene “fal-seggiata”, il riferimento è in relazione ai cambiamenti di peso e di conio della moneta francese introdotti dal re, con lo scopo di accrescere le riserve auree della Monarchia. In quanto a Bonifacio VIII, questi è aspramente criticato da Dan-te in tutto l’Inferno dove gli prenotò un posto nella Bolgia dei Simoniaci. “Se’ tu

già costì ritto, / se’ tu già costì ritto, Bo-nifazio? / Di parecchi anni mi mentì lo scritto./ Se’ tu sì tosto di quell’aver sazio / per lo qual non temesti tòrre a ‘nganno / la bella donna, e poi di farne strazio?” (Dante, Inferno, Canto XIX, 52-57) Que-ste parole son messe in bocca dal Poeta a Niccolò III, anche lui condannato da Dante per simonia, che, mentre è nella terra con i piedi all’aria, non potendolo vedere, crede che Dante sia Bonifacio VIII. Grazie a questo artificio Dante quindi colloca Bonifacio all’inferno seb-bene quest’ultimo sia, in quel momento, ancora in vita.

I Grimaldi di Monaco

dal medioevo ad oggi

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• OTTO CANELLA(circa 1070-1143)Console di Genova nel 1133(La Rocca di Monaco fa parte della Pro-venza dal 975)

• GRIMALDO CANELLA(circa 1099 ?-1184)Console di Genova nel 1162, 1170 e 1184(Dà il patronimico Grimaldi alla sua di-scendenza)

• OBERTO GRIMALDI(circa 1140-1232)Commissario di Genova nel 1188

Sposa: Corradina Spinola(Monaco è assegnata a Genova nel 1191 da Enrico VI imperatore)

• GRIMALDO GRIMALDI(circa 1170-1257)Membro del Consiglio di Genova nel 1232 e nel 1244Sposa: Orietta de Castro(Monaco è confermata a Genova ghibel-lina nel 1220 e nel 1241 da Federico II imperatore)

• LANFRANCO GRIMALDI(circa 1210-1293)Ambasciatore di Genova in ProvenzaSposa: Aurelia del Carretto da Finale

GENEALOGIA DEL CASATO dal 1133 al 1314

I Grimaldi di Provenza

Il cosiddetto Schiaffo di Anagni  era stata la risposta di Filippo alla bolla “Unam Sanctam”, che imponeva la su-premazia papale su tutti i sovrani della terra, ed in particolare contestava il di-ritto del re di Francia di imporre tasse al clero francese.  Muovendo abilmente le sue pedine sullo scacchiere europeo, la Francia di Filippo IV il Bello intendeva infatti assicurare la massima fedeltà alla corona, e particolarmente quella delle famiglie di parte guelfa... ...I predeces-sori di Filippo si erano impegnati in vari tentativi di unificazione monarchica del territorio francese a danno dei possedi-menti feudali inglesi in terra di Francia e questa “reconquête” era iniziata pro-prio dall’unico feudo che Ugo Capeto non aveva riunito alla Francia secoli pri-ma: la Linguadoca. La regione, collocata nella Francia meridionale, era abitata da cattolici ma anche da numerosi eretici albigesi, la cui dottrina fondamentalista era incentrata sulla filosofia dualistica dei càtari, secondo la quale il corpo è solo un’espressione del male, e la via per vincere il male risulta risiedere nel di-spregio di ogni corporalità: nel catarismo è infatti predicata l’astinenza sessuale, e il matrimonio rimane in secondo pia-no rispetto al celibato. Inzialmente, la gerarchia ecclesiastica aveva tollerato l’eresia, cercando di contrastarla con i dibattiti e l’educazione catechistica, ma quando alcuni gruppi di fanatici estre-misti cominciarono a devastare chiese e monasteri creando disordine sociale, la repressione fu terribile, altrettanto

violenta e volta ad una soluzione finale.Comunque sia, questa narrazione vuole restare aldilà di ogni giudizio morale, e tornare al primo attore di questo trava-gliato periodo storico, il nostro Rainero I: giovanissimo, tra un’avventura e l’altra in giro per il mondo aveva concluso le nozze, arrangiate dalla famiglia, con la bella e ricca Salvatica, figlia del potente Giacomo del Carretto, Marchese di Fina-le, da cui ebbe quattro figli, tra cui Carlo I il Grande.

A sinistra, stemmi nobiliari genovesi nel Libro d’Oro.

“Amor sacroe amorprofano”Rainero I, dopo aver scacciato i Ghibel-lini genovesi conquistandone la Rocca, volle ingraziarseli combinando le nozze del figlio Carlo con la genovese Lucchi-na Spinola, la cui famiglia era di parte ghibellina; dopo aver partorito l’atteso erede, il futuro Rainero II, ed altri due maschietti, purtroppo Lucchina morì; le cronache riportano che Carlo contras-se matrimoni con altre tre signore, e ne ebbe molti altri figli. Anche suo padre, allorchè la bella ed amata Salvatica era spirata dando alla luce il loro quarto bambino, si era risposato con la genove-se Andriola Grillo. Come signore di Ca-gnes, Rainero I fece costruire un castel-lo fortezza sulle sue alture, nell’ambito

della difesa delle posizioni conquistate o da mantenere; visitandolo oggi, pos-siamo immaginare la vita di Rainero e di Andriola, castellani del tempo: una vita animata e sublimata, tra una battaglia e l’altra, dall’infinita bellezza dell’arte.E’ straordinario notare come in quel tempo, pur tra mille stragi ed indicibili orrori, sia nelle signorie che nei villaggi, miracolosamente nacque e fiorì l’amor cortese provenzale, ossia la poesia ele-vata ad arte grazie ai menestrelli, artisti che viaggiavano di città in città intratte-nendo le folle in occasione di fiere, ma-trimoni e altre feste medievali. Essendo in grandissima parte analfabeti, i popo-lani non erano che marginalmente inte-ressati ai noiosi inni durante le funzioni monacali, e ancor meno alle cronache e ai trattati scritti in latino. Queste nuove storie, invece, sono elettrizzanti: nar-rano di coraggio e di amor cortese, ma anche di satira e politica; insieme agli arazzi e agli affreschi parietali, gli stra-zianti lamenti di guerra, i malinconici canti di filatura e la poesia amorosa dei menestrelli medievali ci offrono un qua-dro molto vivido di quel tempo. In net-to contrasto con l’ascesi catara, l’amore carnale fa invece parte integrante della letteratura medievale: basti pensare al binomio Abelardo ed Eloisa, o alle ter-zine dantesche su Paolo e Francesca; e poi all’amore irrisolto del Petrarca per la bella Laura avignonese che creerà righe di eterna bellezza, mentre il Decameron del Boccaccio ispirerà una letteratura re-alistica e popolare senza precedenti.

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I Grimaldi di Monaco

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la cinturadi castita’

Si è soliti pensare alla cintura di casti-tà come allo stratagemma utilizzato da mariti gelosi nel Medioevo, ma le analisi compiute sulla cintura conservata pres-so il Museo di Palazzo Ducale a Venezia rivelano che era una specie di mini ar-matura: infatti, anche se all’interno era rivestita di velluto o pelle, poteva essere indossata al massimo per qualche gior-

no, giusto il tempo di proteggersi dagli assalti nemici o per compiere un viag-gio in tranquillità. La cintura di castità presente nel Museo veneziano è quella descritta da Konrad Kyeser, un ingegne-re tedesco del Quattrocento autore di un trattato sulle macchine d’assedio dal quale prese spunto anche Leonardo Da Vinci.Il manoscritto risale al 1405 e illustra la cintura di castità che il tiranno di Carra-ra Francesco II, questi sì marito geloso, era solito imporre alla bellissima moglie.

Sopra, in Umbria, a Gubbio, unartigiano forgia cinture di castità specialmente peril mercato estero.

A sinistra, Dante cita i simoniacinel Canto XIX dell’Inferno.

A lato, la statua è solo una delle molte opere che il Papa Bonifacio VIII fece realizzare con la sua effigie.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,mi prese del costui piacer sì forte che, come vedi, ancor non m’abbandona.

(Dante - Paolo e Francesca).

Quando Rainero I muore nel 1314, gli succede il figlio Carlo I, che fu detto il Grande perchè , dopo aver perso e ricon-quistato la Rocca, vi annesse i territori limitrofi di Roccabruna e Mentone, au-mentando il feudo di dieci volte e rice-vendo in cambio importanti ruoli e privi-legi alla corte del Re di Francia. Si tratta di diritti, ma anche di doveri: da valoroso combattente, Carlo partecipa infatti alla battaglia di Crécy e all’assedio di Calais, ed infine muore nel 1357 difendendo invano il porto di Monaco dall’assedio del doge genovese Simon Boccanegra. Dopo varie peripezie, la Rocca torna ai Grimaldi, ma nel frattempo, anche se momentaneamente in esilio, il figlio Rainero II eredita titoli degni di legami altolocati. Infatti, sposa in prime nozze Margherita Ruffo, dando luogo alla dina-stia di Antibes con la nascita di Antonio signore di Prats.Dopo la morte di Margherita, le crona-che riportano che Rainero II si risposò con Isabella Asinari, ma prima di lei con un’Ilaria del Carretto, omonima del-la più famosa, bellissima sposa di Paolo Guinigi signore di Lucca; quando Ilaria morì giovanissima durante il parto della seconda figlia, nel 1405, per lei il marito commissionò il famoso sarcofago, capo-lavoro di Jacopo della Quercia. Siamo così giunti agli inizi del 1400, lascian-doci alle spalle un secolo colmo di avve-nimenti fondamentali per l’Europa: per quanto riguarda la Francia, la cattività avignonese del Papa, la peste nera della metà del 1357, la lunga disobbedienza alla curia di Roma che aveva dato luogo al grande scisma d’Occidente ed infine l’estenuante guerra dei cent’anni con l’Inghilterra, le cui devastazioni interes-sarono però principalmente le regioni del nord della nazione francese. A proposito dello scisma d’Occidente, a questo punto è di essenziale importanza fare un pic-colo passo indietro per capire da dove nasca il concetto di “scomunica”: Ugo Capeto, il fondatore della dinastia fran-cese dei Capetingi, alla fine del X secolo aveva aderito al movimento della “Pace di Dio”. Fortemente voluto dai papi con l’intento di porre fine alle continue guerre senza senso di tutti contro tutti, il movimento aveva conferito alla Francia ed all’Europa un assetto ordinato, grazie ad una visione tripartita della società che confinava le guerre alla classe dei cavalieri. Allorchè, in cambio dei molti privilegi, il Codice cavalleresco impo-ne a questi ultimi di proteggere il Papa ad oltranza, la “pace di Dio” diventa in breve “la Pace voluta dal Papa”, dove questi ha il potere di rafforzare con i suoi decreti e le sue “scomuniche” i risultati ottenuti con la pace di Dio.

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• RAINERO I (1267-1314)Signore di Cagnes; Signore di Monaco con il conte di Provenza.Sposa: 1) Salvatica del Carretto, 2) Andriola Grillo.

• CARLO I il Grande(? -1357) Primo Signore di Monaco dal 1331 al 1357.Sposa: 1) Lucchina, figlia di Gerardo Spinola, 2) una Orsini, 3 e 4) nomi non pervenuti.(Muore difendendo invano la Rocca dall’assedio del doge Simon Boccanegra).

• RAINERO II(1350-1407)Secondo Signore di Monaco. Sposa: 1) Margherita Ruffo, 2) Ila-ria del Caretto, 3) Isabella Asinari.(la Rocca è persa nel 1357 e riconquista-

ta nel 1401).

• AMBROGIO e ANTONIO Co-Signori di Monaco dal 1419 al 1427 (Nel 1419, ogni legame con Genova è interrotto).

• GIOVANNI I(1382-1454)Fratello di Ambrogio e di Antonio, co-signore e poi terzo Signore di Monaco dal 1427. Sposa: Pomellina Fregoso di Campo-fregoso. (Uomo d’armi, combatte per la lega fran-cese alleata della Repubblica veneziana).

• CATALANO I(1415-1457)Quarto Signore di Monaco, figlio unico di Giovanni e Pomellina.Sposa: Bianca del Carretto, non hanno eredi maschi.

(Assicura alla Rocca il dominio del porto sottostante).

• LAMBERTO(1420-1494)quinto signore di Monaco dal 1458 al 1494.sposa:• CLAUDINA(1451-1515), figlia unica di Catalano IDama di Monaco dal 1457 al 1458.(Assicura il cognome alla discenden-za sposando il cugino Lamberto dei Grimaldi di Antibes).

• GIOVANNI II(1468-1505)Sesto Signore di Monaco nel 1494.Sposa nel 1486 Antonietta, figlia na-turale di Filippo II Senzaterra, Duca di Savoia.(Giovanni muore senza eredi per mano del fratello Luciano).

GENEALOGIA DEL CASATO dal 1314 al 1505

Accampamento con cavaliere dell’ordine religioso-militare creato dal Papato.

Il francobollo commemora le conquiste di Catalano I.

Sotto, il ricco blasone risale al Ducato di Filippo II Savoia.

Filippo il Bello di Francia, che donò la co-signoria di Monaco a Raniero I nel 1304, perì nel 1314 disarcionato durante una battuta di caccia al cinghiale.

Interessante mappa del mondo redatta dal geografo Marin Sanudo il Vecchio nel 1321.

Il Regno di Francia nel 1346, durante a Guerra dei Cent’anni (1337-1453).

Page 14: Tutti i Matrimoni dei Grimaldi

Quando il doge genovese Simon Bocca-negra aveva conquistata la Rocca, il fu-turo Rainero II aveva appena sette anni; cresciuto in esilio, pare che non abbia mai messo piede nel territorio, lascian-done comunque titoli e reggenza alla sua discendenza. Dall’inizio fino al primo quarto del 1400 si susseguono in relativa serenità nella co-signoria di Monaco al-tri due Grimaldi, Ambrogio ed Antonio, finchè Giovanni I diviene signore unico di Monaco nel 1427; nel 1414 aveva spo-sato una dama di nobilissimi natali, Po-mellina Fregoso, figlia del doge genovese Pietro Fregoso di Campofregoso; alla sua colta e coraggiosa dialettica, usata trat-tando con Filippo Maria Visconti, Duca di Milano, che deteneva prigioniero il marito, si deve il suo rilascio, poichè Giovanni era stato catturato durante la guerra che il Visconti aveva dichiarato alla Repubblica di Venezia, a quel tempo alleata di Monaco insieme alla Francia. Nel 1415 Pomellina aveva dato alla luce il loro unico figlio maschio, Catalano; la stretta alleanza dei Grimaldi con la Li-guria continuò grazie al matrimonio di Catalano con Bianca del Carretto, anche se ormai i nomi propri dei Grimaldi sono francesizzati; la morte che coglie Cata-lano nel 1457 senza eredi maschi fa per un anno della figlioletta Claudina, a soli 6 anni, la prima Signora di Monaco. La co-signoria resta vacante ma retta dalla nonna Pomellina fino a quando la bellis-sima fanciulla, all’età di 16 anni, è data in sposa al cugino Lamberto Grimaldi del ramo d’Antibes, casato di cui si è fatto cenno più sopra. Eccellente diplo-matico, Lamberto godette della fiducia del re di Francia che ne richiese sovente il consiglio; nella corrispondenza, Lam-berto usava chiudere con la frase “A Dio piacendo”, che è divenuto il motto lati-no inscritto nello stemma dei Principi di Monaco: “Deo Juvante”. Il matrimonio di Claudina con Lamberto fu molto felice e fu benedetto dalla nascita di molti figli; quando il primogenito diventò signore di Monaco con il nome di Giovanni II nel 1489, il Re Carlo VIII di Francia, rico-noscendo il valore del compianto Lam-berto, accordò la piena indipendenza alla Rocca. Intanto, nel 1486 e con la benedizione del re di Francia, splen-dide nozze erano avvenute tra l’erede monegasco e Antonietta, figlia naturale di Filippo, Duca di Savoia. Con questo matrimonio e lungo tre secoli di storia medievale i Grimaldi di Genova sono or-mai strettamente imparentati con molte grandi famiglie europee, ed ora con uno dei casati più antichi, quello dei Savoia.

“Deo Juvante...”

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La famiglia della celebre Ilaria del Carretto, immortalata da Jacopo della Quercia nel 1407, era imparentata con i Grimaldi fin dalla fine del 1200.

Lo stemma dei Visconti di Milano, la poten-te famiglia che all’inizio del ‘400 fu nemica della Francia e dei suoi alleati i Grimaldi di Monaco.

Lamberto di Monaco fu eccellente consi-gliere del re Carlo VIII di Francia.

Il raro piatto ferrarese d’epoca ritrae il re di Francia Carlo VIII.

Potrebbe essere Claudina la dama sco-nosciuta, ritratta da Leonardo attorno al 1480?

I Grimaldi di Monaco

dal medioevo ad oggi

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L’orgogliodei Grimaldi

...Con il nostro resoconto siamo così giun-ti all’Era moderna: storicamente, essa ha inizio il 12 ottobre del 1492 quando, av-vistando le coste del Nuovo Mondo, Cri-stoforo Colombo mette la parola fine al Medioevo, un cambiamento epocale che il secolo che sta per nascere non avverte però che marginalmente: in un’Europa che gravita da secoli sul Mediterraneo, le sinergie perdurano, si fanno e si di-sfano alleanze e i matrimoni consolidano i feudi o li ampliano, proprio come que-ste nozze di Giovanni ed Antonietta che, nonostante la mancanza di eredi diretti, avranno per Monaco una forte e duratura valenza politica, dovuta alla preziosa at-tenzione da parte della corona francese che ha stretti legami con i Savoia.

Fratelli coltelli:i figli di ClaudinaAlla fine del 1400, in mancanza di eredi maschi, la successione del ducato savo-iardo era retrocessa dinasticamente a Filippo II di Savoia, ed è quando entra in scena la bella e giovane Antonietta, nobildonna di casta anche se per caso: in effetti, nessuno dei due matrimoni combinati, sia quello con Margherita di Borbone che quello con Claudia di Bretagna, non dovevano essere andati molto a genio al duca sabaudo che, oltre ai nove figli legittimi, ne ebbe altri sette naturali da diverse amanti. Nell’affidare a Giovanni di Monaco l’amatissima fi-glia nata dalla sua relazione con Libera Portoneri, Filippo II aggiunse alla bel-lezza di Antonietta una cospicua dote, uguale a quella assegnata alla sua le-gittima primogenita Luisa che, andan-do sposa a Carlo di Valois, darà i natali a Francesco I re di Francia, e a quel-la data alla sua ultimogenita legittima, Filiberta, che fu maritata a Giuliano de’Medici, conte di Nemours e fratel-lo del celebre papa Leone X. Anche lo sposo, Giovanni II, i cui giorni purtrop-po finiranno tragicamente, era sovra-no per caso, grazie all’applicazione di quella legge salica risalente a Clodoveo I e usata a piacere da vari regnanti a partire dal 1300, secondo la quale le figlie femmine non avevano diritto alla successione, come stabililito nel titolo 59.5 della raccolta che recita: «De ter-ra vero nulla salica in muliere here-ditas non pertinebit, sed ad virilem sexum qui fratres fuerint tota ter-ra pertineat». ossia «Nessuna terra (salica) può essere ereditata da una donna, ma tutta la terra spetta ai figli maschi.»Dopo essere stata dimenticata per seco-li, tale disposizione fu utilizzata duran-te dispute per varie successioni al trono come argomento contrario alla discen-denza femminile nelle case regnanti.Il bisnonno di Giovanni, che si chia-

mava come lui, era stato previdente ed aveva stilato una volontà testamentaria secondo la quale, in mancanza di eredi maschi e al fine di assicurare la succes-sione al trono di Monaco, il marito o il discendente di una Grimaldi avrebbe preso il nome e lo stemma della fami-glia. Infatti, abbiamo visto come la ma-dre di Giovanni II, Claudina, sposando un cugino Grimaldi, avesse mantenuto il patronimico alla dinastia, scodellan-do poi ben quattro figli maschi e due femmine; ora, non si può immaginare quale terribile ragione, se non la sete di potere, possa aver indotto il disinvolto Luciano ad assassinare il fratello mag-giore Giovanni, interrompendo gli un-dici anni di saggia ma tiepida politica che ne avevano contraddistinto il regno; Claudina aveva già diseredato il suo secondo figlio Luigi per insanità men-tale, Agostino era un prelato, Giovanni non aveva eredi da Antonietta, quindi perchè uccidere? Alcuni ritengono che l’omicidio sia avvenuto durante un di-verbio tra fratelli, casus belli la presun-ta vendita della Rocca alla Repubblica Veneta, un progetto che si dice stesse a cuore a Giovanni e che il patriottico Luciano aborriva. Comunque sia, Lu-ciano è considerato dagli storici l’uomo adatto a gestire l’inizio della nuova era, dove muovono interessi enormi e dove si vanno formando le grandi nazioni che domineranno il mondo.

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La ricerca ha appurato che Cristoforo Colombo fece riferimento alla mappa del cosmografo Paolo del Pozzo Toscanelli, portandola con sé nel suo primo viaggio.

Il monumento a Giuliano De’Medici Ne-mours in San Lorenzo a Firenze, scolpito da Michelangelo, testimonia l’importanza del personaggio.

I Grimaldi di Monaco

dal medioevo ad oggi

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Page 18: Tutti i Matrimoni dei Grimaldi

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• LUCIANO (1481-1523)Settimo Signore di Monaco nel 1505 Sposa nel 1514 Giovanna di Pontevès (Luciano muore per mano del nipote Bartolomeo Doria di Dolceacqua)

• AGOSTINO (1479-1532)Vescovo di GrasseSignore reggente di Monaco nel 1523 (muore forse avvelenato nel 1532)

• ONORATO I (1522-1581)Ottavo Signore di Monaco nel 1532 Sposa per procura nel 1545 Isabella Grimaldi (succede al «governatore» Stefano Grimaldi)

VendettaDal 1505 fino alla morte, come vedremo orrenda, la vita di Luciano e dei suoi eredi è carica d’avventura. Nel 1506, in-fatti, la Genova ghibellina, fedele all’Im-peratore germanico e perciò contraria al potere temporale della Chiesa e dei suoi alleati guelfi, dal 1417 tornati per sem-pre in seno alla curia di Roma dopo il periodo degli antipapi avignonesi, è nuo-vamente in guerra con la Francia: mentre molti genovesi di parte guelfa sfollano a Monaco, i ghibellini inviano un esercito formato da 14.000 soldati; ma non solo la Rocca è ben difesa, il previdente Lu-ciano ha pensato a far ammassare prov-viste in quantità per l’inverno, e Monaco non sarà espugnata per fame. Dopo tre mesi di assedio, i genovesi retrocedono e da allora Luciano riuscirà a mantene-re la fragile indipendenza del territorio dalle intromissioni delle grandi potenze, tutte sempre in agguato per aggiudicarsi le sue ricche tasse portuali. Nel 1515, Luciano si vide assegnare ufficialmen-

te i diritti feudali da Francesco I

di Francia e dal Duca di Savoia anche su Menton, che rimase unita a Monaco fino al tempo delle Città Libere, mentre un’ulteriore alleanza con la Francia era avvenuta grazie al suo matrimonio, il 25 settembre del 1514, con Giovanna di Pontevès-Cabanes, che vantava un ot-timo pedigree provenzal-francese. Ma l’unione sembra maledetta: infatti tut-ti i loro figli muoiono uno dopo l’altro in tenera età, meno una Claudina, nata nel 1517 e un Onorato nato nel 1522, l’ultimogenito che, appena decenne, di-venterà signore di Monaco col nome di Onorato I nel 1532, alla morte dello zio Agostino ; questi fu proclamato reggente la notte del 22 agosto 1523, quando Lu-ciano fu trucidato dal nipote Bartolomeo Doria di Dolceaqua, figlio di una sorella di Luciano, Francesca Doria, nel Palaz-zo di Monaco. Il suo corpo fu trascinato lungo le scale del castello dagli uomini del Doria e mostrato agli increduli sud-diti monegaschi: quello che credeva un successo si trasformò allora in un incubo per Bartolomeo, che fu da loro cacciato con la stessa furia che aveva armato la sua mano omicida. Inoltre, pare che il

GENEALOGIA DEL CASATO dal 1505 al 1581

FILATELIA MONEGASCADA COLLEZIONE

Pierre Gandon, di cui è caduto nel lu-glio dell’anno scorso il ventennale della morte, è l’autore del più famoso fran-cobollo francese, quello raffigurante la Marianne. Insignito del Prix de Rome, si perfezionò all’Accademia di Villa Me-dici ed era già conosciutissimo quando, nel 1899, venne invitato dal principe di Monaco a produrre il francobollo raffigu-rante il grande antenato, Luciano I: l’in-cisione prese lo spunto dal ritratto del De Predis risalente al 1500. Inestimabile è

la collezione che si trova nel Museo Fi-latelico di Monaco, voluto da Ranieri III e dotato delle più moderne tecniche di conservazione ed illuminazione.

Le onoranze funebri di Agostino Grimaldi in un francobollo commemorativo.

Onorato I sullo sfondo del castello, in un francobollo commemorativo.

Il ritratto di Luciano,capolavorodi AmbrogioDe Predis, dipinto all’inizio del 1500e riprodottodal Gandonnel XX secolonel francobollo commemorativo.

Doria di Dolceacqua avesse coinvolto nella congiura il cugino, un forse ignaro Andrea Doria e famoso ammiraglio, che stava stazionando proprio quel giorno nel porto di Monaco con le sue truppe d’assalto. I monegaschi erano in lacri-me: doveva avere, questo Luciano, un fascino irresistibile, e ci piace immagi-nare Giovanna di Pontevès-Cabanes mo-glie devota, amante, amica e confidente di quest’uomo arrogante ed esigente; ci piace immaginarla mentre si occupa dal restauro della Rocca e mentre contem-pla il ritratto del marito, tutto preso da-gli affari e dalle lotte di palazzo, in un dipinto del 1507 attribuito ad Ambrogio di Predis e stampato nel XIX secolo dal Gandon per essere protagonista di un fa-moso francobollo da collezione. La vita del loro neonato figlioletto Onorato fu in quel frangente sottoposta ad un pericolo gravissimo: durante il colpo di stato da parte di Bartolomeo Doria, infatti, la fa-miglia di Luciano fu tenuta in ostaggio e minacciata di morte dai congiurati del duca che, con un sotterfugio, avevano allontanato le guardie del corpo di Lu-ciano. Quando Bartolomeo fu cacciato dai monegaschi, a soli 9 mesi di vita il piccolo orfano ereditò il titolo e divenne Onorato I, Signore di Monaco. Durante i dieci anni in cui fu reggente, temendo un colpo di mano, lo zio Agostino decise di tenere Monaco al riparo dalla troppo incombente sfera d’influenza francese e chiese la protezione degli Asburgo di Spagna, una dinastia ossessionata dalla discendenza dal sangue reale ancora più dei Savoia. Poichè Onorato aveva solo dieci anni quando lo zio reggente morì, forse avvelenato, la Rocca fu retta da un governatore del ramo genovese dei Grimaldi, Stefano, che riuscì a mante-nere salda l’indipendenza faticosamente ottenuta dai predecessori.

I Grimaldi di Monaco

dal medioevo ad oggi

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Con la scusa dei tempi difficili, per ol-tre venti lunghi anni Stefano non mollò la presa: quando morì, l’erede legittimo Onorato I aveva quasi quarant’anni e nessuna esperienza diretta, così scelse di seguire le tracce del suo tutore; gli Asburgo di Filippo II, che erano vicerè di buona parte del meridione italico, fu-rono contentissimi della decisione  per-chè, in cambio di qualche possedimento in Puglia e in Calabria, il sovrano mone-gasco era tenuto a sostenere a Palazzo le spese di una nutrita guarnigione spagno-la. Attaccatissimo alla Rocca, Onorato I non se ne allontanò mai, neppure per

visitare i domini spagnoli che avrebbero potuto garantirgli una qualche entrata, se ben gestiti. Tra l’altro la sua occupazione preferita era quella di rendere sempre più splendida la flotta monegasca, una passione molto costosa, tanto che alla fine dovette vendere quasi tutti i galeoni per far fronte ai molti debiti. Nel 1545, era il governatore ad occuparsi degli af-fari della Signoria e consigliò al suo pu-pillo un matrimonio per procura con la ricca genovese Isabella Grimaldi, al fine di assicurare entrate e successione. Sta-bilitasi a Monaco, in pochi anni la giova-ne diede alla luce ben quattro eredi: Car-

lo, Franesco, Orazio ed Ercole. Quando Onorato I spirò, nel 1581, il primogenito assunse il titolo di Carlo II. Questi, che non si sposò, e suo fratello minore Erco-le, governarono uno dopo l’altro in breve successione, continuando a subire il co-stoso protettorato da parte della Spagna; ma infine il re di Francia Luigi XIII si rese conto dell’importanza strategica della Rocca, mise fine al protettorato spagnolo e contemporaneamente decise di confermare la piena indipendenza del territorio, stabilendo così quell’alleanza tra i Signori di Monaco e la Francia de-stinata a durare nei secoli.

L’imponente Palazzo dei Papiad Avignone li ospitò per più di cento anni,

a volte tenendoli prigionieri.

Sopra, i due modellini in legno rappresen-tano armi di attacco tipicamente usate nel 1400 durante gli assedi a castelli fortificati.

Al centro, lo stemma degli Asburgo, che protessero Monaco nel XVI secolo, è ricca-mente decorato.

Il regno di Filippo II di Spagna,qui ritratto dal Tiziano, fu segnato da conquiste e sconfitte,lusso e rovina.

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Riconoscimento alla Professionalità Italiana nel Mondo

Venerdì 2 Settembre - Hotel de Paris(ore 20 aperitivo, ore 21 dinner gala)

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Albo d’Oro2000 Monica BELLUCCI (Artisti Internazionali) - Fernanda CASIRAGHI (Imprenditoria) - Andrè Rolfo FONTANA (Comunicazione)

2001 Katia RICCIARELLI (Artisti Internazionali) - Emilio FEDE (Comunicazione) - FIORUCCI (Imprenditoria)2002 Camilla Di BORBONE (Costume & Società) - Mike BONGIORNO (Carriera) - Ezio GREGGIO (Artisti Internazionali)

2003 Maria Franca FERRERO (Sociale) - Paolo LIMITI (Carriera) - Roberto BETTEGA (Sport)2004 Max BIAGGI (Sport) - Ornella MUTI (Artisti Internazionali) - Sergio PININFARINA (Imprenditoria)

2005 Salvatore ADAMO (Artisti Internazionali) - Giulio ANDREOTTI (Politica) - Roberto BOLLE (Danza & Cultura)Evelina CHRISTILLIN (Imprenditoria) - Gualtiero MARCHESI (Carriera) - Enzo ZANOTTI (Imprenditoria)

2006 Lorena BIANCHETTI (Costume & Società) - Marcello LIPPI (Sport) - Pierfrancesco VAGO (Imprenditoria)Umberto VERONESI (Ricerca) - Francesco ZERBI (Imprenditoria)

2007 FRECCE TRICOLORI (Istituzionale) - Caterina MURINO (Artisti Internazionali) - Alberto HAZAN (Imprenditoria)2008 Amedeo MINGHI (Artisti Internazionali) - Patrizia MIRIGLIANI (Costume & Società) - Claudio MARZOCCO (Imprenditoria)

2009 Guido BERTOLASO (Sociale) - Emanuele Filiberto di SAVOIA (Personaggio dell’Anno)Sabrina BRAZZO (Danza & Cultura) - Franco ZEFFIRELLI (Cultura) - Peppino DI CAPRI (Carriera)

Valentina VEZZALI (Sport) - Lea PERICOLI e Nicola PIETRANGELI (Carriera) - Enrico DE WAN (Imprenditoria)Melissa e John MARTINOTTI (Imprenditoria) - Banca EDMOND DE ROTHSCHILD (Fedeltà)

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Organizzazione:IL FOGLIO ITALIANO Costo di partecipazione200 Euro vini compresiInfo: +39-335.32.71.11(abito da sera)

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• CARLO II (1555-1589)Nono Signore di Monaco nel 1581 (non si sposa,gli succede il fratello Ercole)

• ERCOLE I (1562-1604)Decimo Signore di Monaco nel 1589Sposa nel 1595 Maria Landi di Valditaro (Muore per mano di cinque sicari; il marchese Grimaldi di Antibes convince l’erede ad allinearsi con la Francia)

• ONORATO II (1597-1662)Adotta nel 1612 il titolo di “Principe di Monaco”Sposa nel 1616 Ippolita Trivulzio (1600-1638), (Ippolita è la prima Principessa di Monaco)

• ERCOLE (1623-1651)Sposa nel 1641 Aurelia Spinola(Ercole muore tragicamente mentre si esercita con una pistola)

GENEALOGIA DEL CASATO dal 1581 al 1662

Rarissimo luigino del 1661 coniato dal primo Principe di Monaco, Onorato II, un anno prima della morte.

Disegno di sicario, assassino su commis-sione.

Bella ed ingenua immagine della martire Santa Devota, patrona di Monaco.

In questaantichissima mappa, il Nuovo Mondo, conquista dei porti del Nord e delle cittàanseatiche,è infatticontrassegnatoda una scrittain fiammingo,Die Nuw Welt.

Onorato II, primo Principe di Monaco, in un rittratto dell’epoca.

Il trono dei principi di Monaco si trova in una delle sale più antiche e belle del palazzo.

I Grimaldi di Monaco

dal medioevo ad oggi

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Infatti, quando Ercole I sposò nel 1595 la principessa Maria Landi di Valditaro, da questa unione nascerà il primo vero “Principe Azzurro” della dinastia, il futuro Onorato II; lui è solo un bambi-no quando suo padre viene assalito ed ucciso per strada da cinque sicari, ma al compimento  dei quindici anni Sua Maestà Cattolica il Re di Francia gli assegna ufficialmente il titolo di primo “Principe di Monaco”, assieme al di-ritto di successione; molti anni dopo lo autorizzerà a coniare luigini con la sua effigie e il suo titolo di principe mo-negasco. Onorato II prese in moglie la milanese Ippolita Trivulzio-Gonzaga, la prima consorte ad essere ufficialmente chiamata “Principessa di Monaco”; il regno fu caratterizzato da un lungo periodo di pace durante il quale, nel 1641, Onorato II riuscì a firmare un trattato atto a garantire ulteriormente la protezione della Francia e a confermare la sovranità del Principato, la sua indi-pendenza e diritti e privilegi da parte della corona, che per l’occasione as-segnò definitivamente al Principato la signoria di Roccabruna e la conferma dei diritti su Mentone. La coppia prin-cipesca fu ricevuta sovente in seno alla splendida Corte parigina del Re Sole e, grazie a quella frequentazione, possia-mo immaginare la colta Ippolita mentre si occupa, aiutata dai migliori architetti ed arredatori del tempo, dell’estensione

e del rinnovo del Palazzo monegasco, scegliendo insieme ad Onorato di-

pinti ed arazzi, antichità e cineserie. E’ infatti storicamente accertato che molti visitatori del tempo provenienti dalle diverse Corti europeee furono deliziati e meravigliati dall’eleganza delle colle-zioni. Quando il principe ereditario, la cui giovane vita sarà purtroppo spezzata da un incidente, l’allora barone Ercole, sposa nel 1641 la genovese Aurelia Spi-nola, l’Europa è ormai quella delle gran-di Nazioni; con la scoperta dell’America e le circumnavigazioni dell’Africa e del Sudamerica, il polo politico e monetario

mondiale si è irrimediabilmente allon-tanato dal Mediterraneo  e gravita sui porti atlantici e su quelli delle città an-seatiche: Francia, Inghilterra ed Olan-da, Spagna e Portogallo si contendono il Nuovo Mondo.

L’interessante prospetto riporta per ordine di importanza le corone spettanti i vari gradi di nobiltà, dal cavaliere ereditario al Re.

Misteriosa illustrazione della mitica città nascosta.

Dopo Cristoforo Colombo, fu solo all’epoca di Amerigo Vespucci che ci si rese conto dell’esistenza di un nuo-vo continente. Infatti, fino al 1519, i navigatori erano attratti dall’idea di raggiungere via mare e velocemente le Indie per commerciare con l’Orien-te, in special modo con le Isole delle Spezie, che furono raggiunte da Ma-gellano attraverso lo stretto che por-ta il suo nome; il passaggio tra l’Oce-ano Atlantico e l’mmenso Pacifico fu sfruttato moltissimo dagli olandesi e dagli inglesi, che fondarono la Com-pagnia delle Indie. Molti esploratori, in special modo spagnoli e portoghe-si, come il Cabral che nel 1500 sco-

prì il Brasile prendendone possesso in nome della Corona portoghese,si avventurarono alla conquista del Nuovo Mondo; ma ce ne furono an-che inviati dall’Inghilterra, come Giovanni Caboto, che scoprì le coste della Nuova Scozia o dalla Francia, come Jacques Cartier, che tra il 1536 e il 1543 esplorò e prese possesso del Canada in nome della corona france-se. Ma ci furono anche avidi avven-turieri i quali, vedendo che gli indi-geni facevano largo uso di monili in oro, cominciarono a cercare l’“Indio Dorado”, poi abbreviata in El Dora-do. In effetti, quando Hernán Cortés e Francisco Pizarro conquistarono

Messico e Perù, entrambi si appro-priarono di grandi quantità d’oro e la leggenda di una mitica città pavi-mentata d’oro, nascosta all’interno del continente, si ingrandì, così altri esploratori occuparono gran parte della loro vita a cercare l’El Dora-do. Forse, senza l’attrazione di quel mito, la colonizzazione delle Ameri-che si sarebbe svolta in altre forme e soprattutto con altri tempi. Comun-que, in questi viaggi di scoperta i vari esploratori fornirono importanti in-formazioni per i futuri colonizzatori e mapparono un intero continente; ma senza mai trovare l’El Dorado, la cui ricerca continua ancora oggi.

Esplorando il nuovo mondo - L’Eldorado

I Grimaldi Principi di Monaco

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Ricchezze enormi affluiscono nei for-zieri delle corti che diventano sempre più sfarzose, arroganti ed insaziabili. Purtroppo, è tristemente famosa la frase attribuita al Re Luigi XV di Francia sul letto di morte “...Après moi, le délu-ge..” “...Dopo di me, il diluvio...” ed infatti, quando l’inarrestabile decadenza morale e politica della Corte francese portò alla sanguinosa Rivoluzione delle masse ed al Terrore, il Principato di Mo-naco subì durissime repressioni. Fino ad allora, grazie anche alle caratteristiche ancor oggi proprie dei cittadini mone-gaschi, quali frugalità e lavoro duro, il popolo viveva abbastanza bene ed ono-revolmente grazie agli intensi traffici marittimi e alle forti somme di denaro che entravano regolarmente nelle casse del Principato come tasse portuali, senza dimenticare i diritti feudali che venivano riscossi nei vari latifondi in giro per l’Eu-ropa. Inoltre, il Vescovado del Principato godeva di forti introiti grazie a funerali, battesimi e matrimoni, importanti dona-zioni ed indulgenze; in tal modo, in un territorio così piccolo e perciò facile da tenere sotto controllo, la Chiesa Cattolica era in grado di provvedere all’ospitalità e alla cura dei miseri, dei derelitti e dei malati.

Vita di corteMa nel XVII secolo la nobiltà “corti-giana” amava vivere splendidamente di rendita e lo stesso Luigi I, rimasto prematuramente orfano del padre Er-cole, e quindi divenuto secondo prin-cipe di Monaco alla morte del nonno Onorato II nel 1662, passò più tempo come “Principe straniero alla Corte di Francia”, titolo attribuitogli dal-la corona francese, che nel principato, insieme alla bellissima e vivace moglie Carlotta Caterina di Gramont che di-cono fosse molto “ammirata” dal Re Sole stesso... Il fratello di lei, poi, l’av-venente conte Gramont, era ancora più spregiudicato ed amava dare scandalo,

Alla Cortedei tre Luigi,i Reali di Franciacosicchè, diplomaticamente, Luigi scel-se di dedicarsi alla carriera delle armi prima di essere nominato ambasciato-re di Francia a Roma, dove poi morì, sopravvivendo per più di venti anni a Carlotta.Le fastose nozze dell’unico figlio ma-schio dei due, Antonio I, terzo principe sovrano di Monaco, con Maria di Lo-rena, furono combinate personalmente dal suo padrino, il Re Sole Luigi XIV. Naturalmente, Antonio I frequentò as-siduamente la corte: coltissimo, non solo fu un ottimo musicista e amico dei grandi compositori del tempo, ma anche valoroso uomo d’armi. Era alto e forte, tanto che ebbe il soprannome di Golia ; nacquero alla coppia una dopo l’altra sei bambine ma solo due di loro, Lui-sa Ippolita e Margareta, sopravvissero; Luigia Ippolita divenne perciò la quar-ta principessa, sovrana  di Monaco per un solo anno, dal gennaio al dicembre 1731, quando prematuramente morì, a soli 34 anni.A diciott’anni, Luigia  Ippolita si era perdutamente innamorata del sire di Matignon, Giacomo Francesco di Go-yon, un nobiluomo di principeschi na-tali, giovane, ricco e bello; quando la

passione ebbe la meglio sulle regole dinastiche famigliari, pur non essendo neppure lontanamente imparentato al casato, Giacomo assunse il patronimico Grimaldi al momento delle nozze ed il titolo di quinto Principe sovrano di Mo-naco col nome di Giacomo I quando Lu-igia morì, il 29 dicembre 1731.

Un ammiccante amorino rivela le attrattive della bella Carlotta di Gramont.

Alberto IIdiscende anche dall’ultimadei Mazarino, Luigia Felicita,qui ritrattacon la sorella,e ne haereditatoil prestigiosotitolo.

I Grimaldi di Monaco

dal medioevo ad oggi

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• LUIGI I (1642-1701)Secondo Principe sovrano alla morte del nonno Onorato, nel 1662Sposa nel 1660 Carlotta Caterina di Gramont(Fu uomo d’armi e ambasciatore di Fran-cia a Roma)

Il rarissimo luigino d’argento che porta la scritta LUD PRIM D.G.PRI.MONOECI, fu coniata dal principe Luigi I di Monaco nel 1663 e valeva 5 soldi( circa 1 euro di oggi).

• ANTONIO I (1661-1731)Terzo Principe sovrano nel 1701Sposa nel 1688 Maria di Lorena (Fu insigne musicista e valente uomo d’armi)

• LUIGIA IPPOLITA (1697-1731)Quarta principessa sovrana nel gennaio 1731(La dolce principessa regna solo un anno; passa ancor giovane a miglior vita) Sposa nel 1715 Giacomo di Goyon, sire di Matignon, che assume il nome di:

• GIACOMO I (1689-1751)Quinto Principe Sovrano dal dicembre 1731 all’ 8 novembre 1733(Vivendo a Versailles, affidò il governo di Monaco a un figlio naturale del suocero Antonio I, il Cavaliere Grimaldi)

• ONORATO Camillo III (1720-1795)Sesto principe sovrano nel 1733, titolo dichiarato decaduto nel 1793 dagli Stati GeneraliSposa nel 1757 Maria Caterina di Brignole e Sale(Ottenuto il divorzio nel 1770, lei spo-sa nel 1798 Luigi Giuseppe di Borbo-ne, divenendo l’ultima Condé)

• ONORATO IV (1758-1819)Settimo Principe sovrano, titolo resogli dal Congresso di Vienna nel 1815Sposa nel 1777 Luigia Felicita Vitto-ria d’Aumont, duchessa di Mazarino(Il Principato di Monaco è sottoposto al Protettorato del Regno di Sardegna)

GENEALOGIA DEL CASATO dal 1662 al 1815

Il piccolo busto marmoreo esalta i delicati lineamenti della bellissima principessa ligure Maria Caterina di Brignole e Sale.

Il Museo Grévin delle cere, a Parigi, è famoso in tutto il mondo per la quantità e bellezza dei caratteri esposti; qui è rappresentata la fasto-sa Corte del Re Sole, Luigi XIV di Francia.

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I Grimaldi di Monaco

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Amore e Morte,dallaspensieratezzaal TerroreIn quanto a Onorato Camillo III, figlio di Giacomo e Luigia e sesto Principe sovra-no, la fine del suo regno è segnata da uno dei più vasti cambiamenti nella storia di Francia e del mondo; quando nel 1795 lui passa a miglior vita, infatti, la Rivo-luzione francese ha già annesso al nuovo Stato francese il piccolo Principato, ha già mandato a morte il re Luigi XVI e la regina Maria-Antonietta, ha disperso i loro figli ed eredi, ed ha ghigliottinato, decimandola, una quantità di nobili.Nel 1757, ai bei tempi spensierati di Luigi XV, il futuro Onorato Camillo III, giovane di belle speranze ma, se dob-biamo dirla tutte, anche un po’ gretto ed avaro, aveva sposato la ricchissima e romantica genovese Maria Caterina di Brignole e di Sale, che gli aveva porta-to una cospicua dote. Le vicende lega-te al loro matrimonio hanno un che di balzachiano...: gli sposi vivevano non a Monaco, ma a Parigi e da lì la bella principessa dai dolci lineamenti e dal-lo sguardo di cerbiatta soleva andare a fare le cure termali a Plombières, dove avvenne il suo fatale incontro con l’affa-scinante e malinconico Luigi Giuseppe di Borbone, principe di Condé, vedovo da poco tempo. La coppia monegasca viene allora spesso invitata nel favolo-so castello di Chantilly, dimora favorita del principe francese; Onorato non so-spetta nulla, anzi è felice ed orgoglioso

di quella nobile frequentazione ma, allorchè alcune lettere anonime lo

informano della tresca, lui requisisce la moglie impedendole qualsiasi movimen-to. La colpevole dapprima non reagisce, dimostra di pentirsi, si confida con la madre; quando però il marito vendica-tivo si prende come amante un’attrice del teatro italiano, esibendola ostenta-tamente in pubblico, Maria-Caterina riprende segretamente la relazione con Luigi Giuseppe. Quando Onorato la sco-pre, sequestra nuovamente la poveretta che, mezzo ammazzata dalle botte del “coqu magnifique”, è costretta a letto; Condé è affranto ma Onorato, sempre più incollerito, non permette visite e neppure che la giovane venga curata... finchè ella riesce a fuggire e a rifugiarsi in convento.Dopo poco tempo la madre, Anna Bal-bi di Brignole, convince la disperata figliola a rientrare in famiglia, ma quan-do lei scopre che il marito intende farle lasciare Parigi (e l’adorato amante) per sempre, sequestrandola nel palazzo di Monaco, ancora una volta si rifugia in convento: da lì, con l’appoggio di Con-dé, ottiene la separazione dai magistrati,

che il 31 dicembre 1770 rendono uffi-ciale il suo divorzio da Onorato. Dopo aver vissuto nel suo Palais de Monaco che si trova a poche centinaia di metri dall’Hotel de Condé, a Parigi, nel 1780 scrive ad un’amica di essere “la felice signora di Betz”; abita infatti in una bella dimora accanto a Chantilly, ormai non le interessa altro che la devozione di Luigi-Giuseppe e non è troppo turba-ta dal fatto che i nuovi regnanti, Luigi XVI e specialmente Maria Antonietta la ricevano a corte malvolentieri, essendo “donna senza marito”.Maria Caterina e Luigi Giuseppe scam-pano entrambi alla furia del Terrore e nel 1798 lui, che era stato soprannominato “il principe degli emigrati” dai nobili francesi sfuggiti alla ghigliottina rifu-giandosi in Gran Bretagna, chiede infine la mano della ex principessa di Monaco. Maria Caterina morirà in Inghilterra, a Wimbledon, nel 1813, avendo visto ca-dere migliaia di nobili teste, tra le quali quella della nuora Teresa di Choiseul, sposa del suo figlio minore Giuseppe Maria e perciò principessa di Monaco.

La numerosa famiglia di Giacomo di Goyon-Grimaldi e della Principessa Luigia Ippolita: il futuro Onorato III è il primo a sinistra nel quadro.

Volendo limitare gli aneddoti riguar-danti Maria Antonietta alla discenden-za Grimaldi, le testimonianze circa la sua profonda amicizia con l’influente duchessa Iolanda di Polignac, trisavola di Piero di Polignac, nonno dell’attuale principe, sono assai attendibili, mentre per esempio è completamente falsa la versione offerta dalla serie dei cartoni animati  manga  “Le Rose di Versailles” di Riyoko Ikeda, dove Iolanda viene rappresentata come una donna avida e

senza scrupoli, che manipola la regina, organizza intrighi ed è persino capace di utilizzare la figlioletta Carlotta per i suoi scopi. Rimane però il mistero di questa dama, che faceva di tutto per non dare l’impressione di essere ambi-ziosa o di avere particolare desiderio di brillare, ma che deve tuttavia aver pos-seduto qualche segreta qualità per per-metterle di incantare chiunque al primo incontro, come avvenne con la regina Maria Antonietta.

Il fascino misteriosodi Iolandadi Polignac

La favorita di Maria Antonietta, indispen-sabile alla regina nei momenti in cui si sentiva straniera in Francia, qui è con la figlia Carlotta nel cartone animato Le Rose di Versailles.

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La fine di Teresa fu tremenda: per invia-re i lunghi capelli biondi ai figlioletti, era riuscita a farsi credere incinta dai giudici e a commuoverli, ritardando così l’esecuzione... Ma è l’unica dei Grimaldi a finire i suoi giorni all’ombra della ghi-gliottina, tutti gli altri si salvano, com-preso Onorato Carlo Grimaldi, l’erede di Maria Caterina e di Onorato Camillo III, che però perde ogni titolo nobiliare: dal 1789 al 1815, in veste di semplice “cittadino” vede la fine del mondo pri-vilegiato della nobiltà, il camaleontico rovesciarsi delle posizioni dagli Sta-ti Generali al Terrore e poi, in rapida successione, l’apoteosi di Napoleone, il Consolato, il Direttorio, l’Impero, la resi-

stenza inglese alle guerre di conquista fino al disastro di Waterloo, l’esilio

dell’Imperatore e infine la Restaurazio-ne, grazie alla quale recupera il titolo come Onorato IV, divenendo il settimo principe sovrano di Monaco. Anche in questo caso, la narrazione vuole restare aldilà di ogni giudizio morale su questo travagliato periodo storico che continua ad essere l’oggetto di centinaia di saggi, riduzione filmiche e romanzi, e che ha all’attivo milioni di voci su wikipedia... gli atti di miseria e di orrore come gli atti di coraggio e di abnegazione pos-sono solo essere immaginati nelle righe che seguono, che hanno la leggerezza e l’onestà proprie della pura cronaca. Que-sti i fatti principali: dopo la presa della Bastiglia del 1789 l’Assemblea Costi-tuente aveva votato la soppressione dei diritti feudali; privato di tutte le rendite

in terra di Francia, come ad esempio il ricco Ducato del Valentinato, nel 1790 il settantenne Onorato III era corso a Parigi sperando di giungere ad un compromes-so con quella parte dell’Assemblea più conciliante e che intendeva trovare un accordo con i detentori dei capitali, ne-cessaria fonte di credito per consolidare il debito pubblico e ridonare stabilità al sistema finanziario. Ma gli eventi erano precipitati ed Onorato III era tornato a Monaco a mani vuote.

La condannata regina Maria Antonietta camminò a testa alta verso il fato che l’at-tendeva sul patibolo.

Il meccanismo morboso che richia-mava le folle urlanti in piazza è lo stesso che oggi ci tiene incollati di fronte alla TV? Da un punto di vi-sta fisiologico l’angoscia è figlia della parte più antica del nostro cervello, che ci accomuna addirittura ai ret-tili, l’amigdala; ad esempio, quan-do questa entra in gioco inviando a tutte le parti del cervello messaggi di allarme durante un’esecuzione ca-pitale, il corpo reagisce secretando

ormoni, innescando diverse reazioni, trasformandosi in un sentimento che ci fa sentire più vivi e che ci fa egoisti-camente esultare. Ma può succedere che entrino in gioco sentimenti come la pietas, ma anche la soggezione o un timore superstizioso: comunque sia, a differenza di tutte le altre, l’esecuzione della regina Maria An-tonietta avvenne in un agghiacciante silenzio, in una Piazza del Carosello pur gremita di migliaia di persone.

Il diluvioLa famosa incisione con le popolane armate di armi bianche che trascinano un cannone per gli insorti: a sinistra, una nobidonna viene strattonata.

La ghigliottinacome spettacolo - Perché l’orrore attrae?

L’interessante stemma riporta i fondamenti della Francia repubblicana: Unità e Indivua-lità della Repubblica; Libertà, Uguaglianza, Fratellanza, o la Morte.

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....In breve tempo, da Parigi il fuoco della rivolta si propagò a tutta la Fran-cia, incendiandola... nel 1793 le forze rivoluzionarie assaltarono la Rocca ed occuparono il Palazzo, convertendolo in

ospedale; tutta la famiglia regnante fu incarcerata e tutti i beni messi

all’asta. Fu un periodo estremamente difficile per i principi di Monaco, fin-chè, nel 1798, allorchè la sua influen-za sulle decisioni dell’Assemblea era al massimo, un giovane generale corso, Napoleone Bonaparte, chiese ed ottenne la loro liberazione. Sposati fin dal 1777,

OnoratoIV e Luigia Felicita, che tornò in Francia dove aveva ancora famigliari ric-chi ed influenti, divorziarono; ultima del casato, più tardi la Mazarina trovò pace e sepoltura nella Cattedrale di Monaco. Nel 1799, anche il principe, dopo aver ceduto il suo malandato territorio al Bo-naparte, allora primo Console, si trasferì a Parigi, mentre molti membri della sua famiglia furono obbligati ad arruolarsi nell’esercito francese, dove si distinse-ro meritando medaglie e riconoscimen-ti presso la famiglia imperiale. Solo nel 1814 i Grimaldi poterono rientrare nel Principato, dove trovarono il Palazzo in rovina, le pendici della Rocca devasta-ta, e il popolo monegasco decimato dalle malattie e dai contagi.Nel 1810 però, quello stesso Napoleone che aveva liberato lui e i suoi famigliari dal carcere, e che si era auto eletto impe-ratore dei francesi, creò Onorato Grimal-di Cavaliere della Legion d’Onore e Ba-rone di Monaco. Nel 1815, infine, viste le condizioni miserrime in cui si trovava il piccolo ed inerme reame, il Principato fu sottoposto al Protettorato del Regno di Sardegna, per decisione unanime del Congresso di Vienna.Ed ecco che un capitolo della cronisto-ria, iniziato con un legame importante per Monaco, le nozze di una duchessi-na Savoia con un Grimaldi, dopo più di tre secoli termina con un altro legato, la forzata protezione sabauda sul Prin-cipato.

IL FALSO DELFINOALLA CORTE DEI GRIMALDI

Si narra che, molto giovane, Onorato V fece sposare una sua amante, Nicoletta Bigot, ricamatrice alla corte di Versailles, con il sarto Giovanni Hervagault, nominandolo poi suo cameriere personale; questi Hervagault ebbero un figlio, Gianmaria Her-vagault ed il ragazzo, avendo la possibilità di frequentare con i genitori le stanze dei Grimaldi, ascoltando, curiosando e leg-gendo finì per ammalarsi di mitomania, divenendo storicamen-te noto come il primo Falso Delfino: fu infatti il primo “signor nessuno” a pretendere di essere Luigi XVII di Francia, il pri-mogenito di Maria Antonietta e di Luigi XVI, da piccolo evaso dal Tempio. Ebbe un suo seguito presso la nobiltà legittimista; incarcerato dal Fouché, disse di ricordare poco o nulla della sua vita di piccolo prigioniero, inventando però molte fandonie. Resta il fatto che il romanzo “Il cimitero della Madeleine”, di uno scrittore oggi caduto in oblio, Regnault-Warin, ma diffuso a suo tempo in tutta Europa e tradotto in molte lingue, portava in prima di copertina l’incisione rappresentante la famiglia reale incarcerata: nei primi anni del 1800 il libro fece sperare nella rinascita dei gigli di Francia dopo la tempesta di sangue che li aveva recisi, creando il mito circa la sopravvivenza di Luigi XVII. Storia e leggenda si mescolarono nell’ avvincente mistero del Fanciullo del Tempio, vittima innocente dell’astio giacobino, e ad oggi si contano molti falsi delfini.

Il Delfino, che sta giocando con un cavallino all’esterno della sua pri-gione, è guardato a vista da un gendarme della Guardia Svizzera.

Intorno ad un tavolo, tutti i grandi d’Europa sono rappresentati; unica esclusa la Turchia, per opposizione della Russia che sperava di conquistare lo sbocco nel Mediterraneo. I parteci-panti al Congresso di Vienna, ispirandosi al principio legittimista, cercarono di ricostruire lo “status quo” esistente prima della Rivoluzione francese. In un’atmosfera opulenta e festaiola dominata dall’Austria, fu deciso il destino dei Grimaldi: tra gli Stati minori ed alla pari con le attribuzioni alla casa d’Orange nel Nord Europa, nel Sud la Casa Savoia ottenne Genova e i territori circostanti, il diritto Reale sulla Sardegna ed il Protettorato su Monaco.

I Grimaldi di Monaco

dal medioevo ad oggi

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Onorato Vfu scudiero dell’imperatrice Giuseppina,qui ritrattanell’intimità.

Charles Vernet ritrasse il giovane generale Bonaparte insieme al suo Capo di Stato Maggiore generale Berthier.

In questa caricatura d’epoca Talleyrand è comicamente rappresentato come colui che vuole accontentare tutti.

Riproduzione in mosaico di uno Stemma araldico dei carabinieri, l’arma fondata dal re di Sardegna Vittorio Emanuele I nel 1815.

• ONORATO V (1778-1841) (Dopo la Restaurazione, il Principato può battere nuova moneta)Ottavo Principe sovrano Muore senza eredi, ma ha una figlia naturale, la principessa Florestina

• FLORESTANO I (1785-1856)(Di salute cagionevole e dedito agli stu-di, non è portato alla politica)

Nono Principe sovrano nel 1819 Sposa  nel 1816 Carolina Gibert de Lametz

• CARLO III (1818-1889)(Fondatore della SBM)Decimo Principe sovrano, proclamato Sua Altezza Serenissima nel 1861 Sposa  nel 1846 la baronessa belga Antoinette de Mérode

 • ALBERTO I (1848-1922)(Diede vita a molte fondazioni scientifi-che, tra le quali spicca il famoso Museo Oceanografico)Sua Altezza Serenissima l’undicesimo Principe sovranoSposa: 1) nel 1869 Maria-Vttoria Douglas-Hamilton 2) nel 1889 Ma-ria-Alice Heine, duchessa di Riche-lieu, 1858-1925

GENEALOGIA DEL CASATO dal 1815 al 1922

Ritratto di Onorato V in uniforme nel franco-bollo commemorativo.

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Italiani di Monaco - Italiens de Monaco

personaggi

Quando Onorato IV morì a Parigi in circostanze drammatiche nel 1819, suo figlio Onorato gli era succeduto come Reggente di Monaco fin dal 1815, dopo essere stato creato nel 1810 Barone Gri-maldi di Monaco e Cavaliere della Le-gion d’Onore da quello stesso Napoleone Bonaparte che aveva liberato lui e i suoi famigliari dal carcere, per poi eleggersi imperatore dei francesi. Nel 1819, fi-nalmente, Onorato V potè riappropriarsi del titolo di ottavo Principe Sovrano di Monaco, grazie all’intercessione del di-plomatico francese Talleyrand che, in seguito alla caduta e all’esilio di Napo-leone ed assieme al Metternich, era stato il “regista” del Congresso di Vienna del 1815 e della Restaurazione; inoltre, nel 1826, Onorato successe alla madre Lui-gia-Felicita che, come abbiamo visto, era l’unica erede di uno dei casati più presti-giosi di Francia, i Mazarino, prendendo-ne tutti i titoli nobiliari ed il diritto alla successione. Nel frattempo, suo fratello minore Florestano era solito frequen-tare a Parigi il “Theatre de l’Ambigu-Comique”, dove recitava con successo l’affascinante Maria Carolina  Gibert de Lametz. Nel 1816 gli usi erano cambia-ti e, per la prima e non ultima volta un Grimaldi, erede diretto al trono di Mo-naco, andò contro l’etichetta del casato, sposando una comune mortale.Quando nel 1841 Onorato V morì senza eredi legittimi, il titolo di nono Principe Sovrano di Monaco passò a Florestano I; la principessa consorte Carolina gli sopravvisse fino al 1879 e fu quindi lei che nel 1861, in occasione della fine del protettorato sabaudo, poté assistere alla proclamazione del figlio Carlo III, già decimo Principe Sovrano di Monaco, ad Altezza Serenissima da parte di Napole-one III di Francia. L’imperatore era un nipote di Napoleone I e successore di due Borboni, i fratelli minori del re ghi-gliottinato Luigi XVI, Luigi e Carlo, che avevano riavuto il titolo grazie alla Re-staurazione; prima della Rivoluzione, sia i futuri Luigi XVIII che Carlo X avevano sposato due delle figlie del re di Sarde-gna Vittorio Amedeo III, avo di Vittorio

Emanuele I, che fu il primo protettore di Monaco, eletto dal Talleyrand.

Luxe et voluptéCarolina Grimaldi fu l’ispiratrice della politica del figlio come lo era stata di quella del marito, che era delicato di salute e più incline agli studi che agli affari del Principato e fu molto amata e poi compianta dai suoi sudditi; lasciò a Monaco un ricordo indelebile e forse non per nulla Carolina è il nome dell’attuale First Lady, titolo che il 2 luglio prossimo diventerà appannaggio della futura Prin-cipessa consorte Charlene Wittstock. Nel proseguire la narrazione delle vi-cende monegasche avvenute nel corso del XIX secolo, è indispensabile notare in che maniera Monaco dovette subi-re l’influenza sia della Francia che dei Savoia, che però non ne smentirono mai l’assoluta indipendenza e sovranità: nel 1848, l’allora presidente della seconda Repubblica, il futuro Imperatore Napo-leone III, aveva assegnato a Florestano il titolo di Amministratore Generale di un territorio indipendente anche se sottopo-sto al protettorato dei Savoia, un lembo di terra che ai tempi della Rivoluzione

francese non si era neppure più chiama-to Monaco ma Porto Ercole, ed ormai ri-stretto alla Rocca ed immediati dintorni. Fin dal giugno dello stesso anno, infatti, un plebiscito aveva dichiarate Mentone e Roccabruna Città Libere; la conclama-ta indipendenza fu però di breve durata, l’ordine fu ristabilito dalle truppe sabau-de e il possesso delle due cittadine passò ai Savoia, che però lo persero col Trattato di Torino del 1860. Infatti il Re di Sar-degna Vittorio Emanuele II cedette alla Francia, oltre alla montagnosa Savoia e al Protettorato su Monaco esercitato per ben 46 anni, anche i territori costieri di Nizza, Mentone e Roccabruna, in cam-bio dell’aiuto ricevuto nell’ultima guer-ra d’indipendenza che poi diede luogo, esattamente 150 anni fa, all’Unità d’Ita-lia. Tornando a Carlo III, alla morte del padre Florestano avvenuta nel 1856 egli dovette affrontare la dura realtà: il suo Principato aveva perso il 90% del ter-ritorio e nessuno poteva immaginare lo straordinario, fiabesco sviluppo che il futuro avrebbe riservato a quel villag-gio apparententemente insignificante, abbarbicato alla Rocca, stretto tra una brulla montagna e il mare... nessuno che non fosse la “doyenne”, la decana prin-cipessa madre Carolina!

I Grimaldiritrovati

I confini del Principato di Monaco tra il 1848 e il 1849 con Mentone e Roccabruna città libere.

I Grimaldi di Monaco

dal medioevo ad oggi

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Le entrate di Carlo erano ridotte all’osso ed il futuro del Principato era assai com-promesso, poichè non poteva certo conta-re sulla sola rendita dei pur tutt’altro che disprezzabili quattro milioni ricevuti da Napoleone III alla ratifica della cessione di Mentone e Roccabruna dai Savoia alla Francia. E la caritatevole Carolina per prima non voleva sentir parlare di un’im-posizione ai sudditi di tasse ingiuste ed impopolari da parte di suo figlio.Ma ecco che avvenne il miracolo: Napo-leone III amava le grandi imprese e ne sono esempio, tra molte altre, la realiz-zazione del Canale di Suez e l’ambizioso progetto del canale di Panama; per quan-to riguarda Monaco, ancor prima del trat-tato del 1861 con i Savoia, l’Imperatore vedeva di buon occhio il completamento della Moyenne Corniche e la costruzio-ne della ferrovia frontaliera fino a Nizza, con una stazione da costruirsi a Mona-co, di fronte al Porto Ercole; la dimani-ca Carolina, ben conscia della crescen-te moda del turismo invernale in Costa Azzurra, spinse il figlio ad approfittarne e fu così che Carlo inventò per il suo Principato un’economia terziaria fatta di “luxe et volupté”. In particolare, l’in-traprendente principe seppe far fruttare una passione, quella per il gioco della roulette, che lui aveva visto funzionare a meraviglia nella stazione climatica di Baden, frequentata dal bel mondo euro-peo. Urbanizzato il quartiere delle Spe-legues, gli diede il nome di Monte Carlo, poi strappò alla Casa di Gioco di Baden l’abilissimo gestore Monsieur Blanc, ga-rantendogli una quota della Societé des Bains de Mer, la SBM che è ancor oggi proprietaria del Casinò di Monte Carlo: una gallina dalle uova d’oro che si rivelò in breve una vera benedizione per le cas-se e l’economia del Principato.

La Bellae la ScienzaSua Altezza Serenissima Alberto I, un-dicesimo Principe Sovrano di Monaco, Gran Maestro dell’Ordine di San Carlo, Ufficiale della Regia Marina Spagno-la e perciò creato Grande di Spagna di Prima Classe nel 1868 era a quel pun-to, secondo l’ambiziosa ed instancabile nonna Caroline, uno scapolo d’oro; presi contatti con un cugino della regina Vit-toria d’Inghilterra, l’aristocratico Lord Douglas-Hamilton, undicesimo Duca di Hamilton e con sua moglie, la Princi-pessa Maria Elisabetta di Baden, questi acconsentirono alle nozze con la loro gra-ziosissima e nobile figliola, Lady Mary

Douglas-Hamilton, Purtroppo l’unione era mal assortita, tanto che in breve i loro gusti discordanti portarono prima alla separazione, e poi all’annullamento da parte della Sacra Rota, nonostante Mary fosse incinta di un piccolo erede; alcuni anni dopo, questa sentenza per-mise ad Alberto di sposare in seconde nozze l’americana Maria Alice Heine. A questo punto, è forse improprio definire madre di tutte le “soap-operas” la vita di questa signora, che fu presa a modello da Marcel Proust per il personaggio della Principessa di Luxembourg nel celebre romanzo “Alla ricerca del tempo per-duto”? In breve, ecco quel che succes-se: suo padre, il francese Michel Heine, apparteneva ad una ricca e colta famiglia di banchieri che aveva sedi a Berlino e Parigi, e si era trasferito negli Stati Uniti, in Louisiana, nel 1843; lì aveva sposato una Miltenberger, nota erede della Mil-tenberger Mansions Corporation, pro-prietaria delle lussuose residenze che il padre di lei, famoso architetto ma anche abile “palazzinaro”, aveva realizzato nella Rue Royale di New Orleans. Allo scoppio della Guerra Civile Americana, gli Heine rientrarono in Francia, dove Alice crebbe in mezzo agli agi della sua ricchissima famiglia; la sua civettuola bellezza di fanciulla sudista, tipo Ros-sella di “Via col vento” per intenderci, incantò Maria-Odet Chapelle, duca di Richelieu, la cui dipartita la rese però vedova e duchessa dopo soli cinque anni di matrimonio. Nel 1889 Alberto I di Monaco chiese la mano dell’affascinante regina dei salot-ti parigini; ma dopo i primi tempi feli-ci, durante i quali l’acume per gli affari ereditato dal padre servì ad Alice per consolidare le finanze del Principato con

lucrativi investimenti, i lunghi soggiorni per mare del principe oceanografo co-minciarono a minare il loro matrimonio. Alice non era certo tipo da restare con le mani in mano: decisa a fare di Monaco un grande centro culturale, ingaggiò un mostro sacro della danza, l’impresario russo Serge Diaghilev, e riorganizzò la stagione operistica invernale della sala da concerto del Casinò, la Salle Garnier. Vera replica in miniatura dell’Opera di Parigi, è una bomboniera dorata rivestita di rossi drappi e velluti, dove l’altissima qualità delle esecuzioni ancor oggi atti-ra fiumi di appassionati da tutta Europa. Nel 1893, Diaghilev chiamò da Londra un giovane compositore, Isidore de Lara-Cohen, che aveva un orecchio eccezio-nale per l’orchestrazione e le cui opere, creative e piacevoli, riteneva adatte alla Salle; in particolare, la sua recente opera in lingua francese, “Amy Robsart”, ave-va avuto molto successo al Covent Gar-den. A poco più di quarant’anni, Alice era ancora bellissima ed Isidore era suo coetaneo: affascinata dalla sua irruenza, la principessa non seppe resistere alla romantica corte del musicista...

Inaugurando il Museo, il principe scien-ziato Alberto I dichiarò: «Signori, voi lo vedete, qui la terra monegasca ha fondato un tempio fiero ed inviolabile, dedicato alle nuove divinità che regnano sull’in-telligenza umana». Lasciando a parte gli studi sui pesci in generale e quello sullo scheletro conservato nella Sala della Balena Blu, il più grande animale conosciuto del pianeta, il Principe s’inte-ressò alla cosiddetta balena macrocefala, cui appartiene il cervello più grande al mondo, avendone catturato un esempla-re nelle Azzorre. Valente paleontologo, seguì le tracce del nonno Florestano al quale si deve il nome di Grotta del Prin-cipe, una delle più interessanti nell’area dei Balzi Rossi; organizzò e partecipò

agli scavi dove è stato rinvenuto il più antico resto scheletrico umano di tutto il complesso, un frammento di osso iliaco destro appartenente ad un anteneander-taliano. Due stalagmiti che provengono dallo stesso strato sono state datate vec-chie di 210.000 anni.

La statua in onore di Alberto I, il Principe scienziato, domina il mare di Monaco.

IL MUSEO OCEANOGRAFICO -I BALZI ROSSI

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Antichissima mappa di Suez, disegnata traendo indicazioni da Erodoto.

Questo magnifico ventaglio provvisto di orologio, appartenuto a Napoleone III, de-nota lo splendore della Belle Epoque ed è stato recentemente battuto in asta a Honk Hong per l’equivalente di 190.000 euro.

Lo splendido palco reale della « bomboniera », la Salle Garnier di Monaco.

La giovane principessa inglese Mary Hamil-ton a passeggio nei lussureggianti giardini del Palazzo di Monaco.

L’interessante mappa con il tracciato della Moyenne Corniche: notare in basso le accoglienti rade formate dalla Rocca di Monaco.

Ritratto «boldiniano» dell’affascinante franco-americana Alice Heine di Richelieu, regina dei salotti europei.

A bordo della “Princesse Alice”, Alberto I è fotografato con un raro esemplare di balena macrocefala, catturata per studiarne l’enorme massa cerebrale.

I Grimaldi di Monaco

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31Il famoso manifesto fu disegnato per Monaco-Montecarlo da Alphonse Mucha nel 1897.

“Il ventaglio dorato”, litografia “au pochoir” dovuta a Georges Lepape (1887-1971) - Gazette du bon ton 1920.

Interessante saggio sui disastri che la Grande Guerra apportò alle popolazioni in tutta Europa.

...Alla fine dell’Ottocento, la morale cor-rente era influenzata dal “puritanesi-mo” della regina Vittoria d’Inghilterra; così, quando la relazione della Principes-sa di Monaco col compositore divenne di pubblico dominio, scoppiò lo scandalo. Alberto chiese ed ottenne la separazio-ne legale il che però non annullò il ma-trimonio religioso ed infatti nè Alice né Alberto si risposarono mai. Il Principe si dedicò allora pienamente ai suoi studi, s’impegnò ad accrescescere il prestigio del celebre Museo Oceanografico che aveva fondato nel 1889 ed intraprese lunghi viaggi ed ardite esplorazioni. Ora egli può ben permettersi questo tipo di vita e di spese perchè le entrate del Principato sono sempre più consistenti, grazie anche all’intelligente marketing innovativo dei gestori del Casinò che promuovono una miriade di attiranti attività collaterali come la Coppa del Principe, le Terme, i Tornei di tennis, di golf e di boxe, le regate veliche, le corse automobilistiche e ciclistiche ed i più disparati e curiosi concorsi, da quelli di eleganza a quelli di bellezza estesi pure a cani, felini, cappelli ed ombrelli. E’ la “Belle Epoque”, a Montecarlo si accede ormai comodamente per mezzo di treni completi di lussuose carrozze-ristorante e “wagons-lits”; specialmente in inverno, il clima temperato, la natura incantevole e il divertimento assicurato attirano personaggi famosi, teste corona-te e ricchi borghesi, attrici e cortigiane; lo champagne scorre a fiumi, attorno alla roulette si vincono e si sperperano inte-re fortune e giostrano amori fatali che a volte finiscono con un duello o addirit-tura in un suicidio. Intanto, il Principe incassa le royalties: gli investimenti in terreni e in abitazioni aumentano con la stessa progressione dei profitti del Ca-sinò e sono talmente alti da permettere non solo l’apertura di scuole pubbliche a garanzia di un progresso culturale uni-forme, ma anche l’abolizione di tutte le imposte nel Principato di Monaco, un gesto liberale e generoso che perdura tutt’oggi. L’affetto e la popolarità pres-so i monegaschi cresce poi a dismisura nel 1911, quando Alberto I decide di trasformare la monarchia assoluta del Principato in una moderna monarchia costituzionale.

Guerre mondiali, tremende e fatali Il saggio metodo di governo di Alberto I, comunque, si era da sempre basato sugli stessi principi della II Repubbli-ca francese del 1852, che prevedeva

un governo forte, il consolidamento sociale e la grandezza della nazione. Fondatore dell’Istituto Internazionale della Pace, godette presso le Cancelle-rie d’Europa di una meritata reputazio-ne di mediatore; ma quando purtrop-po gli Stati interventisti scelsero la via che portò allo scoppio della Prima

Guerra mondiale, si contarono quasi sedici milioni di caduti sui fronti euro-pei. Fortunatamente, il figlio unico di Alberto e di Lady Mary, il principe Lu-igi, che si era arruolato volontario nei ranghi degli alleati meritando la Croce di Guerra ed il grado di generale di Di-visione, rientrò incolume.

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Stampa inglese ottocentesca: la sala da gioco del Casinò di Montecarlo in alta stagione.

...Ma intanto, i cinque anni di guerra erano stati disastrosi per le finanze del-la SBM, tanto che Alberto fu obbligato a chiedere un prestito a Basil Zaharoff, il ricchissimo fabbricante di armi di origi-ne greca, che glielo concesse in cambio di un pacchetto di azioni del Casinò. La ricaduta fu drammatica anche per Sua Altezza Serenissima Luigi II, do-dicesimo Principe Sovrano di Monaco, succeduto al padre nel giugno del 1922: infatti, a Zaharoff non interessavano tan-to le entrate del Casinò, quanto lo allet-tava il pensiero di “comprarsi” pian piano l’intero territorio ed offrire così il trono del Principato alla sua adorata mo-glie! Ma il destino decise diversamente perchè la signora in questione morì im-provvisamente e Zaharoff, affranto, non pensò più al trono, vendette le sue azioni per una somma tre volte maggiore ad una

banca, ed uscì di scena. Seguono altri anni duri per il Principato quando sia la Francia che l’Italia legalizzano il gioco d’azzardo, entrando in concorrenza con il Casinò di Montecarlo, ma una nuova era di benessere e di sviluppo è alle porte. Quando in America esplodono gli anni folli del dopo-crisi del ‘29, Luigi si rende conto dell’enorme potenziale dell’“ad-vertising” all’americana e fa arrivare dagli Stati Uniti Elsa Maxwell, mostro sacro delle cronache rosa e delle pubbli-che relazioni; da Venezia a New York, da Londra a Baden, la Maxwell era sempre in mezzo ai VIP, che adoravano essere citati nei suoi articoli: così, la giornalista americana richiama e riporta tutto il bel mondo a Montecarlo, che rinasce a nuo-va vita fino al fatale anno 1939, quando la Germania dichiara la guerra e in po-che settimane occupa Parigi.

• LUIGI II (1870-1949)(Decede ottuagenario, il nipote Ranieri sale al trono nel 1951) Sua Altezza Serenissima il dodicesimo Principe sovrano nel 1922 Sposa nel 1946 Ghislaine Domman-get, Principessa Consorte

• CARLOTTA (1898-1977)Legittimata nel 1920 Principessa di Mo-naco ed erede al tronoSposa, da cui divorzia nel 1930:

• PIERO (1895-1964)Conte di Polignac e Principe di Monaco

• ANTONIETTA (1920 - 2011)Primogenita di Piero e Carlotta, Baro-nessa di Massy e Principessa di Monaco,Sposa: 1) Alessandro Attanasio No-ghès, 2) Giancarlo Rey, 3) John Gilpin (I suoi figli non possono vantare di-ritti di successione).

GENEALOGIADEL CASATOdal 1922 al 1949

Nessun altro Grimaldi ebbe a ricevere tante onorificenze e medaglie al valore come il principe Louis II, per il comportamento tenuto durante due Guerre Mondiali.

Si direbbe che la bella Principessa Grimaldi di Polignac abbia trasmesso molto del suo DNA alle attuali principesse, da Carolina e Stefania fno alla splendida adolescente Carlotta!

Basil Zaharoff fu tanto celebre da essere il protagonista del romanzo di Edgar Morris - Il Re dei mercanti di cannoni.

I Grimaldi di Monaco

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Quando i nazisti invasero l’inerme terri-torio monegasco, molti ebrei riuscirono ad evitare la deportazione grazie all’in-tervento segreto di Luigi II e del clero che, temendo feroci rappresaglie alla popolazione, a volte si finsero fedeli a Hitler; subito dopo la guerra l’anziano principe aveva sposato l’attrice Ghislaine Dommanget, forse sperando in un legitti-mo erede, ma il diritto alla successione passò invece, non senza traumi, alla sua figlia naturale Carlotta, frutto di una sua lontana relazione con la cantante Lou-vet. Nel 1920 la principessa Carlotta e il Conte Piero di Polignac, che assunse il titolo di Principe di Monaco, convolarono a nozze; purtroppo, dopo aver avuto due bambini, Antonietta e Ranieri, il matri-monio finì con un divorzio. Con la nascita di Ranieri, la linea di successione mone-gasca era assicurata, nonostante le diffi-coltà per l’adozione di Carlotta e nono-stante le controversie che Ranieri ebbe

con la principessa Antonietta, la quale rivendicò a lungo il titolo di sovrana

nei confronti del fratello. Ma infine, dopo due anni di reggenza e placate le batta-glie sulla successione, nel 1951 SAS il tredicesimo Pincipe Sovrano di Monaco salì al trono. Tutta l’educazione di Ranie-ri era avvenuta all’estero per concludersi all’Istituto di Studi Politici di Parigi; du-rante la guerra, si era distinto in Alsazia, guadagnandosi una croce di guerra, una stella di bronzo ed il titolo di Cavaliere della Legion d’Onore. Salito al trono, pur riconoscendo l’importanza della SBM per le casse del Principato, Ranieri volle diversificarne l’economia e rivalutarne il prestigio: fu perciò favorevole all’ingres-so di Aristotile Onassis nel’azionariato della SBM e gliene lasciò volentieri la gestione. Ora, i monegaschi sanno che il loro giovane sovrano è imparentato con l’alta aristocrazia di mezzo mondo, spera-no in un matrimonio consono e seguono ansiosamente il suo primo romanzo amo-roso, la relazione con un’attrice francese, che termina però drasticamente quando è accertato che lei non può avere bambini.

Ranieri, comunque, è sempre più impe-gnato nella realizzazione dei suoi obietti-vi e sembra non pensare al matrimonio, fin quando incontra la splendida attrice americana Grace Kelly, ed è per lui il colpo di fulmine. La loro romantica storia d’amore fa sognare milioni di persone: lui in alta uniforme, lei bionda ed eterea, la coppia principesca sembra uscire dalle pagine di un libro di fiabe. Nel 1955, il regista Alfred Hitchcock, che aveva di-retto Grace in tre film, l’ultimo dei quali, “Caccia al ladro”, girato nel Principato di Monaco, l’aveva definita “Ghiaccio bollente”; l’algida bellezza ed insieme la sensualità che l’attrice sprigionava dal grande schermo erano un modello da imitare per le ragazze dell’America degli anni ‘50, e lo diventò ancora di più quan-do l’ex attrice andò a vivere nelle stanze di un castello simile a quello di Ceneren-tola... lei che Cenerentola non era, per-chè la sua famiglia di origine irlandese e cattolica era tra le più in vista dell’ari-stocratica città di Philadelfia.

La visionemoderna diRanieri III

Le loro altezze serenissime Ranieri III e Grace di Monaco nella foto ufficiale delle nozze, il 19 aprile 1956.

ANTICA ONOMASTICAdi RANIERI E ALBERTO

Questo nome tanto amato dai monegaschi appare per la prima volta nell’albo dei futuri signori di Monaco nell’alto medioevo, quello cortese dei trovatori, e probabilmente fu dato a Raine-ro I Grimaldi in ricordo di un eccezionale suonatore di lira del XII secolo, benvoluto nelle corti. Il carattere di chi oggi porta il nome Ranieri è quello di un essere forte, intelligente, padrone di sè, che sa mettere gli altri a proprio agio ed intuisce al volo le situazioni, volgendole a proprio favore. Ha una volontà di fer-

ro ed una energia inesauribile: Ranieri è sicuramente un nome molto solido.Tra i vari, sant’Alberto Magno, vescovo e scienziato, è giusta-mente il più celebre. Alberto è nome di imperatori, monarchi e principi, ed indica inclinazione alle opere che esigono tenacia, capacità di analisi, senso di sintesi e adattamento ai cambia-menti. Amante dell’arte e della filosofia, ha un’animo molto sen-sibile, capace d’infiammarsi ma anche di immalinconirsi.A volte, chi porta questo nome deve lottare per decidere al me-glio in situazioni di vasto respiro: ma il suo è un carattere forte, di quelli che alla fine prevalgono su tutto e su tutti.

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• RANIERI III (1923-2005)S.A.S. il tredicesimo Principe sovrano (reggente 1949-1951) Sposa: nel 1956 GRACE PATRICIA KELLY (1929-1982)

• CAROLINA (23 gennaio 1957)Sposa: 1) Philippe Junot, 2) Stefa-no Casiraghi, 3) Ernesto Augusto di Hannover

• ALBERTO II ( 14 marzo 1958)S.A.S. il quattordicesimo Principe sovra-no di Monaco dal 2005E’ fidanzato ufficialmente con Char-lene Wittstock

• STEFANIA (1° febbraio 1965) Sposa: a) Daniel Ducruet, b) Adans Lopez Peres

GENEALOGIA DEL CASATO dal 1949 ad oggi

Quando Ranieri chiese la sua mano, la vita di Grace divenne per i rotocalchi sto-ria da raccontare giorno per giorno: il suo viaggio verso Monaco a bordo della “Uss Constitution” e Ranieri che la raggiun-ge a bordo del suo yacht... lo sbarco della coppia tra grandi festeggiamenti... il rito civile, le nozze memorabili... i servizi fo-tografici nelle sontuose sale del palazzo che Grace restaura e riarreda con gusto... Grace che accoglie alla sua corte i per-sonaggi del Jetset richiamati ancora una volta da Elsa Maxwell e poi Grace men-tre inaugura il giardino delle rose, il suo fiore preferito che diventa protagonista del famoso ballo benefico... Nel tempo, lei e Ranieri chiamano architetti di grido a costruire grattacieli e gallerie, parcheg-gi sotterranei e sopraelevate, sfruttando ogni metro dei 180 ettari del territorio; la saggia politica del principato attira capi-tali ed imprese facilitandone al massimo gli investimenti, garantendo ai residenti servizi efficienti, sicurezza e la non im-posizione fiscale; una nuova ondata di ricchi americani aumenta in modo espo-nenziale le entrate del Principato che di-

venta un regno davvero moderno quan-do, nel 1962, una nuova costituzione garantisce i principi fondamentali della democrazia. Intanto, tra la primogenita Carolina, nata nel 1957, e la principessa Stefania venuta alla luce nel 1962, l’at-tesissima nascita dell’erede al trono, l’at-tuale quattordicesimo Principe Sovrano Alberto II, viene salutata da 101 colpi di cannone il 14 marzo del 1958. Tra i mil-le impegni ufficiali, Grace non tralascia l’educazione dei figli, trasmettendo loro anche la sua “americanità” e manda la primogenita a studiare a Parigi, dove la fanciulla si laurea in filosofia alla Sor-bona. Bella ed irrequieta come tutte le adolescenti, Carolina si prende una cotta per un uomo d’affari e protagonista delle notti parigine, Philippe Junot, e lo sposa. Il matrimonio, il divorzio dopo due anni e l’annullamento dalla Sacra Rota fanno “la une” sui rotocalchi di tutto il mondo che da allora cominciano ad occuparsi stabilmente della vita sia pubblica che privata degli eredi Grimaldi. All’inizio degli anni  ‘80 anche Stefania comincia a dare qualche preoccupazione ai ge-nitori, mentre il principe ereditario Al-berto studia Economia e gira il mondo intessendo rapporti utili al suo futuro di regnante. Grace è sempre splendida, il suo portamento regale fa scuola, i suoi abiti, gli accessori e i gioielli diventano uno stile da imitare in tutto il mondo. Ma la sua famiglia è assillata dal “gossip” della stampa internazionale: Grace allo-ra si rifugia nella poesia e nell’arte e sta ripensando con nostalgia al cinema e al teatro quando, alle alle 23,45 del 14 set-tembre 1982, Telemontecarlo annuncia in un breve comunicato che Sua Altezza Serenissima Grace di Monaco è deceduta in seguito alle ferite riportate in un inci-dente automobilistico, nel quale fortuna-tamente la principessa Stefania ha ripor-tato solo lievi ferite. La notizia sconvolge il piccolo Principato e il mondo intero e da allora la morte del “cigno” fa parte della leggenda. C’è chi sostiene che la Rover si capovolse proprio nel punto in cui molti anni prima Grace aveva girato

la più famosa delle scene di “Caccia al ladro”, e chi continua a pensare che alla guida non ci fosse lei ma l’allora dicias-settenne Stefania. Le foto che ritraggono il funerale sono drammatiche: le fattezze di Ranieri e dei figli devastate dal dolore e la palpabile sofferenza dei sudditi mo-negaschi commuovono il mondo intero. Ora, la cronistoria delle nozze dei Gri-maldi non sempre ha avuto i toni sereni della fiaba, poichè il lutto non fa sconti nemmeno alla più grande dovizia, ma le iniziative benefiche di Grace e Ranieri, quelle sì hanno trasformato la vita di mol-te persone; e continuano a farlo, senza la bacchetta magica ma con l’impegno e la presenza costanti dei loro eredi. Quando, il 6 aprile del 2005, dopo ben 56 anni di regno, Ranieri si riunì all’adorata Gra-ce, lasciò al suo successore Alberto uno straordinariamente minuscolo territorio che è però uno straordinariamente gran-de reame, membro dell’ONU e dell’EU, centro della finanza internazionale e de-stinazione turistica di lusso. Per non par-lare dei titoli nobiliari e della parentela, una lista davvero impressionante.

Grace

Nel 2000, la moneta da 2 euro fu dedicata alla principessa Grace.

Piccola curiosità: il francobollo celebra la data di nascita, mentre Alberto ha almeno un anno!

Parigi 1959: in occasione della visita ufficia-le all’Eliseo, i Principi di Monaco incontrano il Presidente De Gaulle.

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Dal 6 giugno 2005, SAS Alberto II é il Principe Sovrano di Monaco; imparenta-to da secoli con il gotha internazionale, il prossimo 2 luglio sono attese alle sue nozze varie teste coronate e capi di Stato, oltre ad un numero imprecisato di VIP. Tra cronaca, scoop giornalistico e gos-sip privato, ormai il mondo comunica in modo interattivo : ma i personaggi pub-blici possono o no permettersi di adot-tare il “low profile”? Che il pettegolezzo uccida più della spada, è cosa nota, ma è anche vero che l’Inferno di Dante si legge più volentieri del noiosetto Para-diso... Comunque, come più volte sot-toscritto, questa breve narrazione vuole restare aldilà di ogni giudizio morale e indagine psicologica dei protagonisti, attenendosi il più possibile alla cronaca. Queste le ultime notizie: inseguendo la favola di Ranieri e Grace, contro i 120 metri di seta e merletto trapuntato di perle dell’abito di Grace, Charlene sarà abbigliata dalla sublime semplicità del grande Giorgio Armani. Da ex atleta, ha un fisico perfetto: alta, magra, aggraziata, ha le spalle larghe tipiche della nuotatri-ce olimpionica. In onore alle sue origini,

per il ricevimento che si terrà nelle sale del Museo Oceanografico, Al-

berto ha scelto un menù di prodotti tipi-ci, tra i quali spicca il succoso “biltong” del Sudafrica; la famiglia di Charlene vi si trasferì nel 1989, lasciando la na-tiva Rhodesia, il paese che, a seguito della guerriglia dell’attuale presidente Robert Mugabe, ora si chiama Zimbab-we. Una volta al sicuro a Johannesburg, il padre di Charlene, Mickael, riprese la sua attività di industriale tessile mentre mamma Lynette si dedicò totalmente a Charlene e ai suoi due fratellini, Gareth e Sean. La famiglia di Charlene è una tipica famiglia sudafricana: nel 1849 i loro antenati furono tra i primi europei a stabilirsi nel Natal, una provincia su-dafricana del nord est, viaggiando sulla “Unicorn” dall’Inghilterra. Come molti discendenti dai pionieri sudafricani, i Wittstock sono tradizionalisti e di poche parole; solo Gareth è stato visto sovente a Monaco e, in quanto ad una presunta presenza stabile della mamma nel Prin-cipato accanto alla figlia, un amico di famiglia ha riferito letteralmente che “...Mike non saprebbe stare senza Lynette. Hanno otto o nove cani che le danno un sacco da fare tutto il giorno...in quanto a Mike, rincasa dal lavoro tutte le sere alle sette precise e per quell’ora vuole

trovare la cena pronta in tavola !...” For-se la signora Wittstock aveva in mente la famosa frase, attribuita alla principessa Grace: “La libertà di stampa funziona in modo tale che a te ne lascia ben poca!” quando, in occasione del fidanzamento, ha rilasciato solo una breve intervista al quotidiano sudafricano “The Citi-zen”, dicendo di essere felicissima per la figlia, ma che era stata pregata da Alberto di non divulgare nessuna noti-zia sui particolari del matrimonio, nel pieno rispetto del protocollo vigente nel Principato. In quanto a suo marito, disse che Mike era parecchio stressato perchè temeva l’assalto della stampa. Durante i mondiali “The Star” ha rife-rito che, quando il principe Alberto lo chiamò al telefono per fargli gli auguri poco prima dell’inizio di Francia-Bafana Bafana, Mike chiuse la conversazione senza troppi complimenti perchè voleva vedersi la partita in pace. Ma aggiunse ridendo di essere in rapporti amiche-voli con il futuro genero, che definì “un gran bravo ragazzo, a nice chap”. Otti-mo sportivo, il Principe si è distinto in ben cinque edizioni, tra Giochi olimpici e Mondiali invernali, come componente dell’equipaggio della nazionale mone-

E visserofelici e contenti...

CHARLENE La “Midmar Dam Race”è un

evento benefico tra i più amati a favore degli “Special Olympics”. All’organizza-tore Wayne Ridden che l’aveva contat-tata per telefono subito dopo l’annuncio del fidanzamento, Charlene aveva detto : “Wayne, questo non cambia nulla, stai certo che alla Midmar ci sarò!”. Alla gara, la più grande al mondo in acque

aperte, hanno partecipato ben sedicimila concorrenti, tra cui parecchi olimpioni-ci, controllati da centoquaranta bagnini: il più giovane, un bambino di 5 anni e la più anziana, una signora di 87. La futura principessa, che aveva nuotato i 1500 metri assieme al gruppo dei disa-bili al mattino presto, ha poi distribuito le medaglie, conferendo la più emozio-nante alla coraggiosa ventitreenne Adri Visser, nata senza avambracci. In TV,

Charlene risponde con grazia e sicurezza ai giornalisti, come al famoso conduttore Derek Watts di “Carte Blanche”, uno dei programmi di attualità sudafricani più seguiti. Nel suo paese, Charlene ha una carica onorifica nella Nelson Mandela Foundation, oltre ad essere impegnata in cause umanitarie. A Monaco è Presiden-te onoraria delll’associazione benefica “Ladies Lunch Monte-Carlo”e partecipa regolarmente alle raccolte di fondi.

Alberto e Charlene mano nella mano nel giardinofiorito di rose.

I Grimaldi di Monaco

dal medioevo ad oggi

Page 41: Tutti i Matrimoni dei Grimaldi

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Monaco, 1958: Grace con il suo neonato, il principino Alberto, erede al trono.

Alberto con il Presidente Obama e la First Lady Michelle al Metropolitan nel 2009.

Nel 2009, Alberto II ha raccolto il grido d’allame per il futuro dell’Antartide ed ha raccontato la sua esperienza in un avvin-cente documentario.

Questo è il curioso logo della Monaco Bob Federation, lo sport preferito del Principe Alberto, con palme e ghiaccioli

Una giovanissima Charlene durante i XVI Giochi del Commonwealth nel 1998 in Malesia, a Kuala Lumpur.

Elegantissima, la futura principessa saluta i futuri sudditi dal balcone del Palazzo in occasione della Festa nazionale.

Rhodesia, 1980: Charlene a pochi mesi ride felice con papà Mike e mamma Lynette.

gasca di bob e dal 1985 è membro del Comitato Olimpico Internazionale. Ai giornalisti, Alberto ha detto di Charle-ne che “... lo sport le ha dato dei grandi valori e una forte personalità. L’interesse che dimostra per le cause umanitarie, specialmente nei confronti dei bambi-ni, esprime la sua grande sensibilità e apertura...lei ama molto Monaco e Mo-naco l’adorerà. Spero anche che il mio matrimonio servirà a far conoscere me-glio Monaco al di là degli stereotipi.” ha poi concluso il principe in riferimento all’immagine di paradiso fiscale del suo Stato. Di religione protestante, la futura principessa si è convertita al cattolice-simo ed alcune parole molto belle sono state rivolte ad una visibilmente emozio-nata Charlene, il viso incorniciato da un velo di pizzo nero, da monsignor Barsi durante la cerimonia nella basilica di Notre Dame, svoltasi in occasione della Festa Nazionale monegasca: “Signora”, ha esclamato l’arcivescovo, “vi accolgo ufficialmente nella nostra cattedrale, sappiate che il popolo monegasco vi ha già accolto nel proprio cuore”. Da tempo segretarie, dame di compagnia e consu-lenti di immagine la preparano al nuovo ruolo, mentre si susseguono vere e pro-prie “prove generali” tutte molto riusci-te, come la partecipazione a Stoccolma e a Londra agli ultimi matrimoni reali o la prima apparizione ufficiale al balcone di Palazzo Grimaldi, lo scorso novembre: era elegantissima nel suo tailleur griffa-to Armani, il biondo chignon coperto da uno straordinario cappello nero portato con uno stile che è già stato definito “ini-mitabile”... ed inevitabilmente confron-tato con la classe di Grace. Tutti dicono che la scelta del principe di una sposa così simile a sua madre è significativa: di Alberto si può dire di tutto, ma non che non ispiri tenerezza. Ma sì, anche se ha 52 anni, venti più della promessa sposa, punto primo, non li dimostra. E poi sa ridere di sè stesso, che è una gran-de qualità, basta guardare la foto scattata ultimamente al circo di Monaco, con in testa la parrucca color carota ... Alberto II ha il viso dai lineamenti poco marcati, un’incipiente calvizie, un sorriso largo da ragazzo; ma, specialmente nelle di-chiarazioni ufficiali o quando deve far fronte alle interviste più insistenti, gli occhi sono duri, senza un guizzo che de-noti vera gioia, e in qualche scatto ad-dirittura spenti. Dietro quegli occhi, da tanto, troppo tempo, c’è come un vuoto, la perdita improvvisa di un consiglio, di una conversazione intima, di un sorriso non più possibile, quello di sua madre: un grande, enorme vuoto che Charlene si è assunta il compito di colmare.Auguri, Alberto, auguri Charlene.

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...tra fiaba e realtà...

“Caccia al ladro”: se Cary Grant era all’epo-ca uno degli attori più famosi ed avvenenti di Hollywood, il portamento di Grace era letteralmente regale.“To catch a thief”: Cary Grant était célèbre, beau et plein de charme; l’allure de Grace était dèjà celle d’une princesse.

La Rover de Grace completamente distrut-ta dopo il tragico incidente avvenuto sui tornanti della Turbie.La Rover de Grace complètement détruite après le tragique accident qui s’est produit sur les courbes de La Turbie.

La celebre casa di moda Hermès disegnò per Grace una famosissima borsa che si chiamò Kelly in suo onore.La maison Hermès créa pour Grace le célèbre sac depuis nommé Kelly.

Bando ai pettegolezzi: che tenerezza!Pas plus potins: quelle tendresse!

Monaco, 1981: il giovane principe scorta la sua splendida mamma ad un ballo benefico.Monaco, 1981: le jeune prince escorte sa ravissante maman à un bal de charité.

Splendida Grace in bianco e neroRavissante Grace en noir et blanc

Ad Hollywood, mentre legge il copione che le varrà un Oscar nel 1955, Grace non immagina certo che presto sposerà un Principe.En train de lire le script qui lui apportera le prix Oscar 1955 à Hollywood, Grace n’ima-gine pas du tout qu’elle deviendra bientôt princesse.

I Grimaldi di Monaco

dal medioevo ad oggi

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...entre fable et réalité...

Andy Warhol 1984, ritratto pubblicatoa favore dell’Istituto Arte Contemporanea Università di Filadelfia, con il consensodella Fondazione Principessa Grace di N.Y.Andy Warhol 1984, portrait publié en faveur de l’Institut d’Art Contemporaine Université de Philadelphie, avec la permissionde la Fondation Princesse Grace de N.Y.

Il Principe con i figli nel 2004.Le Prince avec ses enfants en 2004.

Alberto e Charlene in Sudafrica assieme ad uno dei grandi uomini di questo secolo, Nelson Mandela.Albert et Charlene en Sud Afrique avec un des plus éminents homme de ce siècle, Nelson Mandela.

L’impeccabile inchino della futura princi-pessa all’Imperatore Akihito del Giappone.Le parfait pliant de la future princesse à l’Empereur Akihito du Japon.

Grace e Charlene coprono le belle spalle con uno scialle quasi identico.Grace et Charlene protègent le dos avec un chale presque identique.

A sinistra, una delle più sensazionali foto di Gra-ce esalta la bellezza classica dei suoi lineamenti.A gauche, une des plus belles et rares photo de Grace exalte la classique beauté de son visage.

A destra, incredibile somiglianza e stesso sguardo di Grace, qui dove la bellezza risalta anche nella semplice acconciatura.A droite, incroyable ressemblance et mêmeregard que Grace, là où la coiffure lissen’enlève rien a la beauté.

Les Grimaldi de Monaco

du moyen age À aujourd’hui

Page 44: Tutti i Matrimoni dei Grimaldi

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...Il y a presque dix siècles, tandis que les chrétiens de la première croi-sade se battaient pour conquérir Jéru-salem, l’un des premiers consuls de Gênes, Otto Canella, baptisait dans la cathédrale son premier enfant avec le prénom charismatique de Grimwald, où «grim» signifie casquet et «wald» veut dire capitaine, ou prince. Un pré-nom très approprié car, devenu adulte et à son tour élu consul pour trois fois, Grimaldo Canella décida d’attribuer le nom de famille Grimaldi à toute sa descendance. Un nom de bon augu-re pour des futurs gouverneurs, dont l’ancêtre serait très fier......A travers les branches d’un arbre généalogique parmi les plus anciens en Europe, la fable de Monaco s’en-

richira d’un chapitre festif le 2 Juillet prochain, lorsqu’Albert II Grimal-di, moderne souverain de Monaco, épousera la belle Charlene Wittstock dans la cour de son château, remplie de nombreux invités.Trop petite pour cet événement tant attendu, comme on peut oublier la Cathédrale dans la quelle fut célébré le mariage de son père, le Prince Rainier III avec Gra-ce Kelly ? Il était le 19 avril 1956 et la cérémonie fut suivie en direct à la télévision par trente millions de personnes, un nombre exceptionnel à l’époque; aujourd’hui, les médias prévoient que, grâce à internet, le mariage sera vu par des milliards de fans via You Tube, Access, Android, etcetera; en plus, des écrans géants

La fabuleuse histoire des Grimaldi est pleine de drame et d’intrigues qui la font parfois ressembler à un conte de fées:ce récit romantique nous divertira avec ses

importantes interactions entre Gênes et les Grimaldi, entre la Provence et les Grimaldi, entre la France et les Grimaldi, et enfin, entre le monde entier et les Grimaldi.

Les Grimaldi à Gênes

“Il était une fois... Les Grimaldi de Monaco

du moyen age À aujourd’hui

Page 49: Tutti i Matrimoni dei Grimaldi

47...la fable des Grimaldi

seront installés pour les chanceux qui se trouverons à Monaco et qui pourrons suivre l’événement à partir du mariage civil le jour avant jusqu’a l’apparition publique du couple prin-cier pendant la soirée qui se passera sur le port.

Les origines dela progéniture ...Il était une belle journée de printem-ps en 1210 et la cathédrale de Gênes était pleine de gens pour participer au mariage du Commissaire Oberto Gri-maldi, le fils de Grimaldo Canella, avec la noble Corradina, fille de Oberto Spi-nola et Sybil de’ Volta. Après que les siècles obscurs des invasions barbares, la date fatidique de l’année 1000 et la

peur d’une fatale apocalypse étaient passés, une vie nouvelle avait commen-cé à fleurir autour des monastères, des cathédrales et des châteaux. Alors que des hordes de scribes recopiaient les anciens textes classiques et partout éta-ient fondées des écoles de pensée et des universités, le commerce, l’artisanat et la culture des plantes avaient progressé grâce aux échanges socioculturels entre les populations; en plus, le Chemin de Compostelle à l’ouest et les Croisades en Orient révélaient soit le monde réel soit les hauteurs spirituelles, ce qui ne manquait pas d’exalter l’imagination des artistes. Juste dans la première décen-nie du XIIIe siècle, la prudente Com-mune de Gênes était en train de décider une dépense considérable: des maîtres

d’œuvre français furent appelés pour enrichir la façade de la cathédrale avec deux tours et trois portails, décorés dans le nouveau style à la mode, l’ «opus fran-cigenum» qui sera appelé «gothique» à la moitié du XVIe siècle, par le peintre et historien Giorgio Vasari. Juste deux ou trois générations avant, les luttes en-tre les factions avaient causé des incen-dies dans la ville, avec de graves dom-mages à la cathédrale romane qui avait été laissée inachevée, principalement pour des raisons économiques. En 1210, la façade n’était pas du tout celle qu’on voit aujourd’hui; elle était dépouillée d’ornements et décorée qu’avec les typi-ques bandes noires et blanches qui éta-ient un symbole simple mais fondamen-tale de la noblesse. Effectivement, que

“Il était une fois...

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les familles nobles de Gênes inscrites à un «albergo» avaient le droit de décorer leurs maisons avec des bandes noires et blanches, à savoir les Doria et les Spino-la, Gibelins et partisans de l’Empereur et les Fieschi et les Grimaldi, partisans des Guelfes du pape. Il est interessant de remarquer comment ce mariage entre un Grimaldi et une Spinola explique la capacitè d’intégration de Gênes, indi-spensable pour les commerces et le pro-grès de cette ville, exemple admirable de Libre Commun, indépendent depuis l’an 1096 et finalement République à l’époque du Doge Andrea Doria, un im-portant rèsultat atteint pendant presque cinq siècles de confrontations, durant les quelles la guerre régionale entre Guelfes et Gibelins se transforma dans la lutte titanique pour la possession de l’Euro-pe entre le roi François I de France et l’Empereur Charles V Habsburg. Et il est essentiel de remarquer que le Ro-cher des Grimaldi de Monaco, tout à fait comme Gênes et Venise, ne tombera que pour une courte période sous la protec-tion de l’Espagne, mais réussira toujours à retrouver et à garder sa fière indépen-dance au fil des siècles. Pour revenir aux premiers Grimaldi, neuf mois après l’al-liance entre les factions rivales, aucune discussion n’eut lieu dans le Baptistère entre Oberto et Corradina sur le prénom de leur enfant: on lui donna celui du grand-père. Grimaldo Grimaldi eut les mêmes compétences politiques de ses ancêtres et fut élu au Conseil à deux re-prises, en 1232 et en 1244; son épouse bien-aimée était la belle Orietta de Ca-stro, dont la noble famille était originaire de Castres, dans le Languedoc: la riche ville, avec sa magnifique cathédrale fortifiée contenant les reliques de Saint Vincent, était une des principales étapes des pèlerins du Chemin de Compostelle. A cette époque, le système féodal qui régnait dans toute l’Europe imposait des

mariages entre les familles nobles, à fin de créer des alliances interrégio-

nales et internationales. Ainsi, en 1266 le fils de Grimaldo et Orietta, Lanfranco Grimaldi, qui avait été nommé ambas-sadeur de Gênes en Provence, se maria avec Aurelia Carretto, jeune membre d’une famille riche et noble du marqui-sat de Savone. De ce mariage, en 1267 naquit un enfant auquel on donna le pré-nom de Rainer: avec lui, la période gé-noise des Grimaldi se termine. L’incon-testé expertise navale du jeune Rainier le conduit dans les mers du Nord avec le grade de capitaine de la marine françai-se, jusqu’à la victoire sur l’ennemi dans la Zierikzee, en 1304; ce succès lui valut le titre d’Amiral de France, mais Rainier n’avait pas encore atteint l’âge de trente ans en 1297, qui est une date clé pour Monaco, lorsque il arrive à conquérir la forteresse gibeline sur le Rocher et à le rendre domaine Guelfe. L’aventure put

réussir grâce à son cousin François; il fut appelé «le Malice» parce que, dé-guisé en moine, il frappa à la porte du Fort et tua habilement toutes les gardes avec le sabre qu’il avait caché dans la tunique. Le déguisement du «Malice» se retrouve dans le blason de Monaco, avec les deux moines barbus armés de sabres. En 1304, le roi de France Philippe IV le Beau, en plus de l’Amirauté, récompen-sa Rainier avec la Seigneurie de Cagnes et la coseigneurie de Monaco. Non seu-lement le roi se rendait compte que l’on avait arraché à Gênes un des ports plus stratégiques de la Méditerranée; très probablement, l’investiture féodale d’un Grimaldi en Provence fut un habile coup de patronage politique; en effet, cela ar-riva juste quelques mois après l’empri-sonnement du pape Boniface VIII dans son palais.

LE TEMPOREL ETLE SPIRITUEL DANS

LA DIVINE COMÉDIE

En mettant le pape et le roi de France face à la justice divine, Dante se mon-tre impitoyable envers son époque: le poète est particulièrement critique avec ceux qui, en occupant des postes auto-ritaires, avaient rendu fausse l’essence spirituelle originale du christianisme, en la faisant une monnaie d’échange. Dans le Paradis (XIX, 118-120), les premiè-res lignes sont pour Philippe le Beau: «

...La malheur que vous verrez à la Sei-ne, induit, faussant la pièce, celui qui va mourir d’un coup de croûte... » là où la «croûte » se réfère à la légende de la mort de Philippe le Beau, jeté de son cheval au cours d’une chasse au sanglier sauvage; pour ce qui concerne la «mon-naie» qui est «faussée», la référence est en relation avec le changement de poids de la monnaie française fait par le roi dans le but d’augmenter les réserves d’or de la monarchie. Quant à Boniface VIII, il est sévèrement critiqué par Dante dans l’Enfer, où il lui donne une place dans la «Bolgia, ou le Chahut» des simoniaques

«...Comment est-il que vous êtes dessus debout, / comment est-il que vous n’êtes pas debout, Boniface? / Par de nombreu-ses années vous avez menti. / Vous qui avez rassasié tout avoir / vous qui avez pris par tromperie / la belle femme et son malheur ... » (Dante, Enfer, XIX, 52-57) faisant parler Nicolas III, qui a également été condamné par Dante pour simonie; le pape est planté dans le sol avec ses pieds en l’air et puisque il ne peut pas le voir, il pense que Dante soit Boniface VIII. Cet artifice du grand poète place Boniface à l’Enfer, même si ce dernier était encore en vie à cette époque.

Les deux cartes des gains territoriaux font référence à l’unification de la France féodale, y compris la seigneurie de Monaco.

LES GAINS TERRITORIAUX DE PHILIPPE AUGUSTE

Domaines royales Fiefs de la Couronne Domaines ecclésiastiques Fiefs du Roi d’Angleterre

Les Grimaldi de Monaco

du moyen age À aujourd’hui

Page 51: Tutti i Matrimoni dei Grimaldi

PRINCIPATO di MONA-CO. Un giorno indimen-ticabile, quello del matrimonio. Un evento tanto atteso, un sogno che finalmente diven-ta realtà e che unisce, come in un dolce e infi-nito abbraccio, due cuo-ri, due anime. Nell’aria suoni, profumi e colori si fondono con le emo-zioni e i sentimenti più dolci, per creare un’at-mosfera magica. Proprio come quella delle fiabe più romantiche, nelle quali la protagonista è lei, la sposa, con la sua radiosa bellezza. Una felicità che traspare anche dal volto, disteso, fre-sco e tonico, ma che cela e custodisce i segreti di bellezza.. Per svelarli, abbia-mo incontrato il chirurgo Antonello Ta-teo (nella foto), Specialista in Chirur-gia Plastica Estetica e Ricostruttiva. Grazie al supporto dell’ illustre pro-fessionista, abbiamo esplorato il campo della medicina estetica, che unisce re-altà e magia e individuato i trattamenti che trasformano la sposa in una vera e propria principessa. “Tra questi - sono le parole del Dottor Tateo - consiglio un protocollo che ha un forte impatto immediato e un breve tempo di recupero chiamato anche Con-tour Lift. Si tratta di un trattamento viso a effetto volumetrico e biostimolan-te che prevede l’utilizzo di micro-can-nule con punta smussa. Una metodica iniettiva, ma in questo caso la fuoriu-scita del materiale da impianto - che de-riva dall’acido ialuronico - è dal lato della cannula, nel rispetto della cute. I tessuti profondi infatti, non vengono tagliati”.Un vero e proprio alleato di bellezza, quindi, al quale affidarsi anche solo una decina di giorni prima del grande evento.

“Per un effetto anco-ra maggiore - consiglia lo specialista - è bene iniziare il trattamen-to il mese precedente al grande evento, ter-minando una decina di giorni prima”. Più tonica, levigata e idratata, la pelle appa-re rimodellata. La bel-lezza principesca na-sconde però anche altri segreti. “Un mese prima del ma-trimonio - rivela il dot-tore - ci si può sotto-porre ai trattamenti di laser frazionato, che

portano all’esfoliazione della strut-tura superficiale della pelle. Le rughe meno profonde appaiono levigate, men-tre l’ovale acquista nuova tonicità e compattezza”. Ma i suggerimenti del chirurgo non sono finiti:“E’ bene affidarsi a professionisti esper-ti e prendersi cura del proprio corpo, anche in maniera preventiva. Per la bel-lezza della pelle è utile anche affidarsi a prodotti cosmetici che siano il frutto di ricerca scientifica”. Sul fronte dell’alimentazione invece, il consiglio è quello di prediligere frutta e verdura, fonti naturali di vitamine e sali minerali, e diminuire la quantità di carboidrati e latticini, che possono con-tribuire al gonfiore. E poi, per essere belle è importante essere felici.“La sposa - rivela il nostro intervistato - il giorno del matrimonio è sempre mera-vigliosa. La gioia e il buonumore influ-iscono positivamente sull’organismo, contribuiscono ad aumentare le difese immunitarie”. Quando si sta bene con se stessi, anche grazie all’apporto della medicina este-tica, ci si sente radiosi e il risultato è visibile a tutti.

Marichele Brusa

I segreti peruna bellezza Principesca

INFORMAZIONE PROMOZIONALE

Page 52: Tutti i Matrimoni dei Grimaldi

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• OTTO CANELLA (1070?-1143)Commissaire de Gênes en 1133(La Rocher de Monaco fait partie de la Provence depuis l’an 975)

• GRIMALDO CANELLA (1099?-1184)Commissaire de Gênes en 1162, 1170 e 1184(Il donne le nom Grimaldi à sa descen-dance)

• OBERTO GRIMALDI(1140?-1232)Commissaire de Gênes en 1188Epouse : Corradina Spinola

(En 1191, l’empereur Henry VI donne Monaco à Gênes)

• GRIMALDO GRIMALDI (1211-1257)Membre du Conseil de Gênes en 1232 et en 1244Epouse : Orietta de Castro(En 1220 et en 1241 Monaco est confir-mée aux Gibelins de Gênes par l’Empe-reur Frédéric II)

• LANFRANCO GRIMALDI(1230? - 1293)Ambassadeur de Gênes en ProvenceEpouse : Aurelia Carretto de Finale

GENEALOGIE DE LA MAISON de 1133 à 1314

Les Grimaldi en Provence

La gifle que l’on appelle de «Anagni» avait été la réponse de Philippe à la bulle «Unam Sanctam» qui exigeait la suprématie papale sur tous les rois de la terre, et en particulier contestait le droit du roi français d’imposer des taxes au clergé français. En plaçant ses pions sur l’échiquier européen, la France de Philippe IV le Beau voulait assurer la plus haute fidélité à sa couronne, et en particulier celle des familles Guelfes.Les prédécesseurs de Philippe avaient participé à diverses tentatives d’unifier la monarchie de la France au détri-ment des fiefs de l’Angleterre en terre de France et cette reconquête recom-mençait là où Hugues Capet l’avait né-gligée, le Languedoc. La région, située dans le sud de la France, était habitée par des catholiques, mais aussi par de nombreux hérétiques albigeois, dont la doctrine fondamentale était axée sur la philosophie dualiste des cathares, selon laquelle le corps n’est que l’expression du mal, et le chemin de la victoire sur le mal est au mépris du matérialisme corporel: en effet, le catharisme prêchait l’abstinence sexuelle et le mariage était éclipsé par le célibat. Initialement, la hiérarchie ecclésiastique avait toléré l’hérésie, en essayant de la contrer avec les débats et l’instruction catéchétique, mais quand certains groupes d’extrémi-stes fanatiques commencèrent à détruire les églises et les monastères en donnant lieu à l’agitation sociale, la répression fut terrible, tout aussi violente et visant à la répression totale. Cependant, ce ré-

cit veut rester au-delà de tout jugement moral, et donc on revient au leader de cette période troublée de l’histoire, notre Rainier: parmi ses aventures à travers le monde, très jeune il conclut le mariage, arrangé par la famille, avec la belle et ri-che Salvatica, fille du puissant Giacomo Carretto, marquis de Finale: avec elle, il eut quatre enfants, dont Charles qui hérita le titre comme Charles le Grand.

Dans le timbre commémoratif, FrançoisGrimaldi “le Malice” remporte le Rocher avec son cousin Rainier, fils de Lanfranco.

“Amour Sacré et AmourProfane”Après avoir chassé les Gibelins en ga-gnant la forteresse génoise du Rocher, Rainier I voulut faire la paix en arrange-ant les noces de son fils aîné Charles avec la génoise Lucchina Spinola des Gibelins; après la naissance de son héritier, le fu-tur Rainier II, Lucchina accoucha encore deux fois; lorsqu’elle meurt, Charles étant encore très jeune contracta des mariages avec trois autres dames, et eut beaucoup d’enfants. Son père aussi, lorsque la bel-le et bien-aimé Salvatica était morte en couche de leur quatrième enfant, s’était remarié avec la génoise Andriola Grillo. Comme Seigneur de Cagnes, Rainier fit construire un magnifique château fort sur ses hauteurs, pour défendre les positions gagnées, mais aussi pour y vivre; les vi-siteurs d’aujourd’hui peuvent imaginer

la vie de Rainier et d’Andriola dans ce château: une vie animée et sublimée, entre une guerre navale et un siège, par l’infinie beauté de l’art. C’est étonnant de constater comment, à cette époque de massacres démesurés et d’horreurs indi-cibles, dans les seigneuries comme dans les villages, put miraculeusement naître et prospérer l’amour courtois provençal. Grâce aux troubadours, artistes qui vo-yagent de ville en ville pour divertir les foules dans les foires, les mariages et les tournois, la poésie se fait art. Comme les villageois sont pour la plupart anal-phabètes, ils sont peu intéressés aux hymnes des chorales; ils s’ennuient pen-dant les longs services des moines et les chroniques et les traités écrits en latin ne sont pas du tout attirants. Ces nouvelles histoires, par contre, les font palpiter: elles parlent de courage et de l’amour courtois, mais font aussi de la satire poli-tique; avec les tapisseries et les fresques murales, les cris déchirants des chanson de guerre et de filature et la mélancolie de la poésie amoureuse des troubadours médiévaux nous donnent une image très vivante de cette époque.A l’opposé de l’ascèse cathare, l’amour charnel est une partie intégrante de la littérature médiévale: il suffit de penser au binô-me Abélard et Héloïse et aux versets de Dante sur Paolo et Francesca da Rimini; ou encore, à l’amour du Pétrarque pour l’inaccessible Laure qui créera des lignes de beauté éternelle, pendant que le De-cameron de Boccace inspirera une lit-térature réaliste et populaire sans pareil.

Les Grimaldi de Monaco

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Page 53: Tutti i Matrimoni dei Grimaldi

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LA CEINTUREDE CHASTETE

Il est habituel de penser à la ceinture de chasteté comme à l’astuce utilisée par les maris jaloux du Moyen Age, mais l’analyse effectuée sur la ceinture con-servée au Musée du Palais Ducale de Venise a démontré que la ceinture était une sorte de mini armure: en effet, même si elle était recouverte de velours ou de cuir à l’intérieur, elle ne pouvait être por-

tée que pour quelques jours, juste assez longtemps pour se protéger des attaques ennemies ou de faire un voyage tranquil-le. La ceinture de chasteté dans le Mu-sée vénitien est celle décrite par Konrad Kyeser, un ingénieur allemand auteur au quinzième siècle d’un traité sur les sièges qui inspira le même Leonard De Vinci. Le manuscrit remonte à 1405 et décrit la ceinture de chasteté que le ja-loux tyran de Carrara Francesco II avait l’habitude d’imposer à sa trop belle et jeune épouse.

Dessus, la ceinture de chasteté était utilisé comme protection en cas d’attaques de l’ennemi. A gauche, equipement de cheva-lier au Moyen Age.

Lorsque Rainier meurt en 1314, lui succède son fils Charles I, qui a été appelé le Grand parce que, ayant re-gagné la forteresse, reçut de la cour de France les territoires de deux commu-nes voisines, Rochebrune et Menton, augmentant de dix fois la Seigneurie, accompagnée par rôles, privilèges mais aussi de devoirs: combattant courageux, Charles prit part à la bataille de Crécy et au siège de Calais mais malheureu-sement il mourut en 1357 défendant le port de Monaco du siège du Doge Gé-nois Simon Boccanegra. Après beau-coup de péripéties, le Rocher reviendra aux Grimaldi; dans l’attente, bien que temporairement en exil, le fils de Char-les, le futur Rainier II, hérite des titres digne de liens en haut lieu. En fait, tout d’abord il épouse Margurite Ruffo et de là commence la dynastie d’Antibes, avec la naissance du Seigneur Antoine de Prats. Après la mort de Marguerite, la chronique signale que Rainier II se maria deux autres fois: avec Isabelle Asinari mais après avoir pris en épou-se Ilaria del Carretto, homonyme du la bien plus célèbre femme de Paul Guini-gi seigneur de Lucques , la jeune à la-quelle, mourant très jeune à l’accouche-ment de la deuxième fille en 1405, son mari commanda le fameux monument, chef-d’œuvre du célèbre sculpteur Jaco-po della Quercia. Avec la dynastie des Grimaldi on est arrivé à la fin du 1300, un siècle fourré d’événements majeurs pour l’Europe. Pour ce qui concerne la France, on signale la captivité des pa-pes à Avignon, la peste noire en 1357, la longue désobéissance à la curie de Rome qui donna lieu au Grand Schisme de l’Occident, et enfin l’épuisante guer-re des Cent Ans avec l’Angleterre, mais dont les ravages ont intéressé surtout les régions du nord de la nation française. À propos du Schisme d’Occident, à ce stade est d’une importance essentielle faire un petit pas en arrière pour voir d’où vient le concept de «excommuni-cation». Hugues Capet, fondateur de la dynastie capétienne française, à la fin du Xème siècle avait rejoint le mouve-ment de la «paix de Dieu». Poussé par les papes avec l’intention de mettre fin aux guerres insensés de tous contre tous, le mouvement avait établi l’ordre, grâce à une vision tripartite de la société qui confinait la guerre à la classe des che-valiers. Lorsque, en échange des privi-lèges, le code chevaleresque est obligé à protéger le pape jusqu’au bout, la «paix de Dieu» deviens «la paix voulue par le Pape», où il a le pouvoir de renforcer avec ses décrets et avec l’ «excommu-nication» les résultats obtenus avec la paix de Dieu.

Dessus, les restes de Eloise et Abélard sont réunis au fameux Cimetière du Père Lachai-se à Paris. A gauche, le Pétrarque dans le fresque peint par Altichiero en 1379, juste cinq ans après la mort du poète.Dessous, le serment des Chevaliers se faisait en présence du seigneur dans les mains de l‘Eveque »

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• RAINIER I(1267-1314)Seigneur di Cagnes ; Seigneur de Mona-co avec le Comte de ProvenceEpouses: 1) Salvatica del Carretto 2) Andriola Grillo

• CHARLES I le Grand(? -1357) Premier Seigneur de Monaco de 1331 à 1357Epouses : 1) Lucchina, fille de Gérard Spinola 2) une Orsini 3 e 4) noms in-connus(Il est mort en vain, cherchant de défen-dre la forteresse du siège mené par le doge Simon Boccanegra) • RAINIER II(1350-1407)Deuxième Seigneur di Monaco Epouses : 1) Margherita Ruffo 2) Ila-ria del Caretto 3) Isabella Asinari

(Le Rocher est perdu en 1357 et repris en 1401) • AMBROISE et ANTOINE Coseigneurs de Monaco de 1419 à 1427 (En 1419, les liens avec Gênes sont in-terrompus) • JEAN I(1382-1454)Troisième Seigneur de Monaco en 1427, frère d’Ambroise et d’Antoine Epouse : Pomelline Fregoso de Cam-pofregoso (Vaillant soldat, il se bat pour la Ligue française, alliée de la République véni-tienne)

• CATALAN I(1415-1457)Quatrième Seigneur de Monaco, fils uni-que de Jean et Pomelline

Epouse : Bianca del Carretto, ils n’ont pas d’héritiers males (Il assure au Rocher le domaine du port)

• LAMBERT(1420-1494) Cinquième Seigneur de Monaco de 1458 à 1494qui épouse :

• CLAUDINE(1451-1515) fille unique de Catalan IDame de Monaco de 1457 à 1458(Elle assure le nom à la descendance en mariant son cousin Lambert des Grimal-di d’Antibes)

• JEAN II(1468-1505)Sixième Seigneur de Monaco en 1494Epouse : Antoinette, fille naturelle de Philippe II, Duc de Savoie

GENEALOGIE DE LA MAISON de 1314 à 1505

Le portrait métaphorique de Rainier I remonte au 19ème siècle; le poil est fuselé d’argent et rouge, les losanges rouges sur fond blanc sont les armoiries de Monaco.

Naïve représentation de la croisade contre les albigeois.

Chapelle Bardi, Florence: dans le fresque de Giotto «Allégorie de la chasteté», un dia-ble a attachés des coeurs à sa ceinture...

Les troubadours étaient de très doués poètes et musiciens.

Le timbre commémoratif de Jean I et Pomelline.

Le château Grimaldi de Cagnes est une destination touristique pour les amateurs d’histoire médiévale.

Les Grimaldi de Monaco

du moyen age À aujourd’hui

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Lorsque le doge génois Simon Boccane-gra avait conquis la forteresse, le futur Rainier II n’avait que sept ans; grandi en exil, il semble qu’il n’ait jamais vécu dans ses territoires, en laissant son rè-gne et ses titres à descendants. Au dé-but du 1400 deux autres Grimaldi, An-toine et Ambroise, se succèdent dans la coseigneurie de Monaco, en relative paix, jusqu’à ce que Jean devient le seul seigneur de Monaco en 1427; en 1414 il a avait épousé une dame de noble naissance, Pomelline Fregoso, fille du Doge Pietro Fregoso de Campofregoso. Sa dialectique, sa culture et son coura-ge lui seront utiles dans les discussions avec Philippe Visconti pour obtenir la libération de son mari: le duc de Milan avait capturé Jean pendant la guerre que les Visconti avaient déclarée à la Répu-blique de Venise, à cette époque alliée de Monaco et de la France. En 1415 Pomelline avait donné naissance à leur fils unique, Catalan. L’alliance avec la Ligurie va se renforcer avec le mariage de Catalan avec Bianca del Carretto; il n’ont pas un héritier mâle, et leur fille Claudine, âgée de six ans quand son père décède, devient ainsi la première Dame de Monaco. La grand-mère Po-melline gardera la régence jusqu’à ce que la belle et jeune fille, âgée de 16 ans, est mariée à son cousin Lambert de la branche Grimaldi d’Antibes, la maison dont nous avons parlé ci-dessus. Excellent diplomate, Lambert jouit de la confiance du roi de France qui tenait beaucoup à son avis; dans sa correspon-dance, Lambert signait toujours avec la phrase «...Si Dieu le veut... », les mots qui sont devenus la devise latine inscrite sur l’emblème des princes de Monaco, «Deo Juvante» et semblent vouloir ju-stifier de quelque façon les deux moines armés d’épées, éternelle mémoire du dé-guisement du «Malice». Le mariage de Claudine et Lambert fut très heureux et il fut béni par la naissance de plusieurs enfants. Quand le fils aîné devint gou-verneur de Monaco sous le nom de Jean II en 1489, le roi de France Charles VIII, en reconnaissant la valeur de Lambert, accorda à la forteresse l’indépendance totale. Cependant, en 1486 et avec la bénédiction du roi de France, un beau mariage avait eu lieu entre l’héritier de Monaco et Antoinette, la fille illégitime de Philippe, duc de Savoie. Avec ce ma-riage, et durant trois siècles d’histoire médiévale, les Grimaldi se sont liés à de nombreuses grandes familles européen-nes, et maintenant à une des plus an-ciennes Maison, celle de Savoie.

“Deo Juvante...”

Illustration française d’un siège victorieux.

Dans ce timbre poste commémoratif, Clau-dine approuve les travaux dirigés par son époux Lambert.

Le fameux Palais des Papes à Avignon a inspiré beaucoup d’artistes; ici, le pointilliste Paul Signac (Paris-Musée d’Orsay).

Ce chevalier blessé est soigné par un con-frère et il est assisté par un page.

La France des Provinces.

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L’orgueildes Grimaldi

Et voilà qu’on arrive à l’époque moderne laquelle débute historiquement le 12 Oc-tobre 1492, lorsque Christophe Colomb met fin au Moyen-âge en débarquant sur les côtes du Nouveau Monde: un change-ment radical que le siècle qui est en train de naître ne sent que très peu; dans une Europe qui depuis toujours gravite vers la Méditerranée, les synergies sont là et les mariages détruisent ou renforcent les vieilles alliances, comme ce mariage de Jean et Antoinette qui, malgré le manque de héritiers directs, aura pour Monaco une signification politique forte et dura-ble, en raison de l’attention précieuse de la couronne française qui est très liée à la Maison de Savoie. À la moitié du XVe siècle, en l’absence d’héritiers mâles, la succession du duché avait été relégué par droit dynastique à Philippe II de Savoie: c’était donc à la belle Antoinette de devenir aristocrate de rang, même si par accident; le grand duc de Savoie n’avait pas trop aimé ses deux épouses, Marguerite de Bourbon et Claudine de Bretagne et, en plus des neuf enfants légitimes, il en avait eu sept avec diverses petites amies. En confiant à Jean II de Monaco la fille bien-aimée née de sa relation avec Libera Portoneri, Philippe II ajouta à la beauté d’Antoi-nette une dot importante, égale à celle attribuée à son aîné légitime Louise qui, mariée à Charles de Valois, mettra au monde un des plus fameux monarques de la ligne, François Ier, et égale à cel-le donnée à la plus jeune de ses enfants légitimes, Filiberta, mariée à Julien de Médicis, comte de Nemours et frère du célèbre pape Léon X.

Frères ennemis:les enfants de Claudine Quant à Jean II, dont les jours se ter-minerons tragiquement, lui aussi était souverain par chance, grâce à l’appli-cation de la loi salique (depuis Clovis) et librement utilisée par les différentes monarchies depuis le XVIème siècle et

selon laquelle les filles n’ont point droit à la succession. Au titre 59.5 de la col-lection on lit la suivante déclaration: «De terra vero nulla salica in muliere hereditas non pertinebit, sed ad virilem sexum qui fratres fuerint tota terra per-tineat.» En quelques mots : «...Aucune terre (saule) peut être héritée par une femme, mais toutes les terres appartien-nent aux fils...» Après avoir été oubliée pendant des siècles, cette disposition fut utilisée pendant les conflits comme un argument contre la succession de la descendance féminine dans les familles royales. Mais le prévoyant ancêtre de Jean II, Jean Ier, avait rédigé un testa-ment par lequel, en l’absence d’héritiers mâles et pour assurer la succession au trône de Monaco, le mari ou le descen-dant d’une Grimaldi pouvait prendre le nom et les armoiries de la Maison. Nous venons tout à fait de voir que la fille de Catalan Ier, Claudine, en se ma-riant avec son cousin avait pu conser-

ver le nom de la dynastie, et lui avait donné quatre fils et deux filles. On ne peut pas imaginer quelle raison terrible, si ce n’est que la soif du pouvoir, mena Lucien à tuer son frère aîné Jean, inter-rompant les onze années de sage politi-que qui avaient marqué sa seigneurie: Claudine avait déjà déshérité son deu-xième fils Louis qui était fol, Augustin fut un évêque, Jean et Antoinette n’ava-ient pas d’enfants, alors pourquoi le tuer ? Certains croient que l’assassinat eut lieu au cours d’une querelle entre frè-res, «casus belli» la présumée volonté de revendre le Rocher à la République de Venise, un projet que Jean II aurait favorisé et qui faisait horreur au patriote Lucien. Toutefois, Lucien est considéré par les historiens comme l’homme ca-pable de gérer le début d’une nouvelle ère, où se déplacent des trésors immen-ses et d’énormes sommes d’argent, une époque dans la quelle sont en train de se former les Grandes Nations qui domi-neront le monde.Depuis 1505 jusqu’à sa mort, qui sera horrible, la vie de Lucien et de ses héritiers est pleine d’aventure. En 1506, en effet, les Gibelins de Gê-nes, fidèles à l’empereur germanique et donc contraires au pouvoir temporel de l’Église et de ses alliés les Guelfes, (qui depuis le 1417 étaient de nouveau fidèles à la curie à Rome après la pério-de avignonnaise des antipapes), étaient à nouveau en guerre avec la France: alors que beaucoup de Guelfes génois trouvaient un abri à Monaco, les Gi-belins envoyèrent une armée composée de 14.000 soldats ; mais le Rocher était non seulement bien défendu, le prévo-yant Lucien avait pensé à amasser pro-visions en grande quantité pour l’hiver, et Monaco ne sera pas pris par famine. Après trois mois de siège les Génois re-culent ; Lucien réussit à maintenir la fragile indépendance du territoire de l’ingérence des grandes puissances, qui sont attirées par les riche frais gagnés par le Port Hercule. En 1515, Lucien

A la moitié du XVI siècle la ligue de François Ier combattait les pirates de Kair En Din Barberouge qui ne cessaient de ravager les régions liguriennes et provençales.

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Les Grimaldi de Monaco

du moyen age À aujourd’hui

Page 57: Tutti i Matrimoni dei Grimaldi

obtiendra officiellement par François I et par le duc de Savoie les droits féo-daux sur Menton, qui restera unie à Monaco jusqu’à 1848. Cependant, une nouvelle alliance avec la France avait été le mariage, le 25 Septembre 1514, avec Jeanne de Cabanes-Pontevès, qui vantait un excellent pedigree provençal français.

La vengeanceMais l’union semble maudite parce que tous les enfants meurent les uns après les autres à un très jeune âge, moins une Claudine, née en 1517 et un Ho-noré, né en 1522 ; le petit aura tout ju-ste dix ans quand il deviendra Seigneur de Monaco à la mort de son oncle, le régent évêque Augustin ; mais le pe-tit Honoré avait déjà hérité le titre la nuit du 22 août 1523, lorsque Lucien fut assassiné par son neveu Bartolomeo Doria Dolceacqua, le fils d’une de ses sœurs, Francesca Grimaldi Doria, dans le Palais de Monaco. Son corps fut

traîné dans les escaliers du châte-

au par les hommes du Doria et montré aux incrédules Monégasques. Mais cet-te horreur se transforma en cauchemar pour Barthélemy, chassé par eux avec la même fureur qui avait armé sa main meurtrière. En outre, il semble que Doria de Dolceacqua avait cherché d’impliquer dans la conspiration son cousin, le célèbre amiral Andrea Doria qui était en poste ce jour-là dans le port de Monaco avec ses troupes d’assaut. Monaco était en larmes, il devait avoir, ce Lucien, un charme irrésistible... et nous nous plaisons à imaginer Jeanne de Pontevès- Cabanes, dévote femme, chère amie et confidente de cet homme arrogant et exigeant ; nous nous plai-sons à l’imaginer pendant qu’elle s’oc-cupe de la restauration du Rocher ou en train de contempler le portrait de son très occupé mari, dans une peintu-re datée 1507 et attribuée à Ambroise de Predis ; la même que sera imprimée au XIXème siècle par Gandon e qui de-viendra le protagoniste de la riche col-lection de timbre- postes monégasques. La vie de leurs enfants à ce moment fut soumise à des risques extrêmes parce

• LUCIEN (1481-1523)Septième Seigneur de Monaco en 1505 Epouse : Jeanne de Pontevès en 1514 (Lucien est assassiné par son neveu Bar-tolomeo Doria de Dolceacqua)

• AUGUSTIN (1479-1532)Évêque de GrasseSeigneur régent de Monaco en 1523 (La légende veut qu’il fût empoisonné en 1532)

• HONORE I (1522-1581)Huitième Seigneur de Monaco en 1532

Epouse : Isabelle Grimaldi, par pro-curation en 1545 (Il succède au gouverneur Etienne Gri-maldi)

• CHARLES II (1555-1589)Neuvième Seigneur de Monaco en 1581 (Il ne se marie pas, son frère Hercule lui succède)

• HERCULE I (1562-1604)Dixième Seigneur de Monaco en 1589Epouse : Marie Landi de Valditare en 1595

(Il est assassiné par cinq tueurs)

• HONORE II (1597-1662)Premier « Prince de Monaco » en 1612Epouse : Hippolyte Trivulzio (1600 - 1638) en 1616(Hippolyte devient la première Princes-se Consort de Monaco) • HERCULE (1623-1651)Epouse : Aurélie Spinola en 1641(Hercule meurt de façon tragique, en s’exerçant avec un pistolet)

GENEALOGIE DE LA MAISON de 1505 à 1662

LA COLLECTIONDE TIMBRES

DE MONACO Pierre Gandon, dont on a rappelé l’année dernière en Juillet le vingtième anniver-saire de la mort, est l’auteur du timbre français le plus célèbre, celui qui repré-sente «La Marianne»; Gandon gagna le Prix de Rome et étudia à l’Académie de la Villa Médicis; il était déjà très célèbre lor-sque, en 1899, fut engagé par le Prince Al-bert I de Monaco afin de produire un tim-bre représentant le grand ancêtre Lucien I, pour la collection qui se trouve au Musée des Timbres et Monnaies à Monaco.

Ce timbrede 2 francs avecla gravurede «La Marianne» vaut aujourd’hui 75 euros.

que, lors du coup mené par Bartolomeo Doria, toute la famille de Lucien avait été prise en otage et menacée de mort par les conspirateurs du duc qui, avec un subterfuge, avaient rejeté les gardes du corps de Lucien. Pendant les dix an-nées où il fut régent, craignant un coup d’État, l’oncle Augustin décida de tenir Monaco à l’écart de la sphère d’influen-ce française et demanda la protection des Habsbourg d’Espagne, une dynastie obsédée par la descendance de sang royal encore plus des ducs de Savoie. Honoré, comme il n’avait que dix ans quand son oncle le régent mourut, peut-être empoisonné, le château fut dirigé par un gouverneur de la branche génoi-se des Grimaldi, Etienne, qui réussit à maintenir l’indépendance durement gagnée par ses prédécesseurs. La pério-de historique étant complexe, pendant plus de vingt longues années Etienne garda le pouvoir; quand il meurt, l’héri-tier présomptif Honoré a presque qua-rante ans et aucune expérience de gou-vernement; ainsi, il choisit de suivre les traces de son mentor, et les Habsbourg de Philippe II, qui était vice-roi d’une grande partie du sud de l’Italie, en fu-rent ravis parce que, en échange de quelques territoires dans les Pouilles et la Calabre, le souverain de Monaco était astreint à supporter les coûts de maintien d’ une importante garnison espagnole. Profondément attaché au Palais, Honoré ne s’en éloigna jamais, même pas pour visiter les possessions espagnoles qui auraient pu fournir une quelque rente, si bien gérées. Entre autres choses, son occupation favorite était celle de rendre la flotte de Monaco de plus en plus belle ; une passion très coûteuse, de sorte que finalement il dût vendre presque tous les galions pour faire face aux nombreuses dettes.

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En 1545, afin de garantir des revenus ainsi que la succession, Etienne conseil-la à Honoré le mariage avec l’énormé-ment riche Isabelle Grimaldi de Gênes. En très peu d’années, ils eurent quatre enfants et, lorsqu’Honoré mourut en 1581, le fils aîné prit le titre de Char-les II ; lui, qui ne se mariera pas, et son jeune frère Hercule, seront Seigneurs l’un après l’autre sous l’onéreux pro-tectorat de l’Espagne; mais finalement Louis XIII prit conscience de l’impor-tance stratégique du Rocher, mit fin au protectorat espagnol et décida en même temps de reconfirmer l’indépendance totale du territoire, créant ainsi l’allian-ce entre les seigneurs de Monaco et la France destinée à durer des siècles. C’est lorsque Hercule se marie en 1595 avec la princesse Marie Landi de Valdi-tare, que de cette union naîtra le premier vrai «Prince Charmant» de la dynastie: le futur Honoré II n‘est qu’un enfant lor-sque son père est attaqué et tué sur la route par cinq assassins; mais, à l’âge de quinze ans, sa Majesté Catholique le roi de France lui décerne le titre officiel de premier «Prince de Monaco» ainsi que le droit de succession et, plusieu-rs années plus tard, l’autorise à battre monnaie. Honoré II épousa Hippolyte Trivulzio Gonzague, qui fut la premiè-re épouse à être officiellement appelée «Princesse de Monaco».Le royaume fut caractérisé par une longue période de

paix au cours de laquelle, en 1641, Honoré II fut capable de signer

un acte conventionnel qui garantissait la protection de la France tout en con-firmant la souveraineté de la Principau-té et son indépendance; à cette époque, les droits et les privilèges donnés par la couronne comprirent l’annexion to-tale de Roquebrune et la reconnaissan-ce des droits sur Menton. Le Prince et la Princesse de Monaco furent reçus souvent auprès de la splendide Cour du Roi Soleil à Paris, d’où ils remportèrent le style de vie. On peut alors imaginer Hippolyte qui s’occupe, aidée par les meilleurs architectes du temps, de la rénovation du Palais de Monaco pour le quel le couple princier acheta peintures et tapisseries, antiquités et chinoiseries. Des documents historiques confirment qu’un grand nombre de nobles visiteurs provenant de toute Europe furent ravis et surpris par l’élégance des collections. Lorsque le prince héritier, dont la vie fut malheureusement brisé par un accident, le jeune baron Hercule, maria la génoise Aurelie Spinola en 1641, l’Europe était devenu le continent des grandes nations. Grâce à la découverte de l’Amérique et aux circumnavigations, le pôle du monde monétaire et politique s’est éloigné de la Méditerranée, pendant que l’Angleterre, la France et l’Espagne et les villes de

la Hanse sont en lice pour la conquête du Nouveau Monde. Richesses énor-mes coulent dans les coffres de la Cour de France, qui devient de plus en plus opulente, arrogante et insatiable. Mal-heureusement, la légende veut que le roi Louis XV de France aie prononcé la phrase suivante: «...Après moi, le déluge ...» Et en effet, lorsque l’inévitable dé-cadence morale et politique conduira à la Révolution française et à la sanglante période de la Terreur, la Principauté de Monaco du subir une répression sévère. Jusque-là, grâce aux caractéristiques de toujours de ses citoyens, comme l’épar-gne et le travail acharné, à Monaco les gens vivaient bien et honorablement, grâce à l’intense trafic maritime et aux grosses sommes d’argent qui rentraient régulièrement dans les coffres de la Prin-cipauté par les frais de port, sans parler des droits féodaux qui étaient recueillis dans les domaines, un peu partout en Europe. En outre, l’évêché de la Princi-pauté pouvait compter sur d’importants revenus grâce à funérailles, baptêmes et mariages, donations et indulgences: comme ça, la zone étant petite et faci-le à garder, l’Église catholique était en mesure de fournir l’accueil et le soin des pauvres, des indigents et des malades.

Les Princes Grimaldide Monaco

Engagement entre trois vaisseaux anglais de la Compagnie des Indes et deux corsares français.

La découverte d’un nouveau conti-nent fut réalisée par Amerigo Vespuc-ci en 1519. Colomb meme avait été attirés par l’idée d’arriver en Inde rapidement par la mer pour com-mercer avec l’Orient, qui sera atteint par Magellan à travers le détroit qui porte son nom. Le passage entre l’océan Atlantique et le Pacifique fut exploité par les Hollandais et par les Anglais, qui fondèrent la Compagnie des Indes. De nombreux explorateu-rs, notamment espagnols et portu-gais, se hasardèrent à la conquête du Nouveau Monde. Mais il y eut

aussi des envoyés d’Angleterre com-me John Cabot, qui explora la côte de la Nouvelle-Écosse, et des voyageurs comme Jacques Cartier, qui prit pos-session du Canada au nom de la cou-ronne française entre 1536 et 1543. Malheureusement,il y eut aussi les plus avides que, voyant que les indi-gènes utilisaient largement les bijoux en or, se mirent à chercher le «Dora-do Indio», puis ramené à El Dorado. En fait, lorsque Hernán Cortés con-quit le Mexique et Francisco Pizarro le Pérou, les deux en revinrent com-blés d’or et de pierres précieuses:la

légende d’une ville mythique cachée à l’intérieur du continent augmenta, tant que d’explorateurs dépensèrent toute leur vie à chercher l’El Dorado. Sans l’attrait du mythe, il est possi-ble que la colonisation des Amériques aurait eu lieu en d’autres formes et en particulier plus en douceur. Tou-tefois, les voyages de découverte ont cartographié un continent entier et ont donné de très importantes reinse-gnements pour l’avenir des coloniali-stes. Mais personne n’a jamais trou-vé l’El Dorado, dont la recherche se poursuit aujourd’hui.

LE NOUVEAU MONDE - L’ELDORADO

Les Grimaldi de Monaco

du moyen age À aujourd’hui

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MONTE-CARLOR • I • S • T • O • R • A • N • T • I

4/6 Av. Prince [email protected]

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La cucina toscana di Jacopo La Guardia L’Italia in tavola di Massimo La Guardia

Principato di Monaco

VecchiaFirenze SansVecchia Sans

Souci

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Les Grimaldià Versailles :les trois Louis

Au XVIIe siècle la noblesse «courtisa-ne» aimait vivre magnifiquement de ren-te: Louis I meme, qui avait perdu pré-maturément son père Hercule et qui était devenu le deuxième Prince de Monaco suite à la mort de son grand-père Honoré II en 1662, passa plus de temps comme «Prince étranger à la Cour de France», (titre que la couronne française lui avait conféré) que dans sa Principauté, avec sa charmante épouse. On dit que la belle Charlotte de Gramont était très «admi-rée» par le souverain même ... quant à son frère, le beau comte de Gramont, ses liaisons dangereuses menaçaient de don-ner scandale ...de conséquence, en bon

diplomate, Louis choisit de se con-sacrer à la carrière militaire avant

d’être nommé ambassadeur français à Rome, où il mourut, survivant pendant plus de vingt ans à Charlotte. Le som-ptueux mariage du fils unique du couple, Antoine I, troisième souverain de Mo-naco, avec Maria de Lorraine, avait été combiné par son parrain en personne, le Roi Soleil Louis XIV. Antoine fréquenta assidûment la Cour: il était très cultivé et, en tant que musicien talentueux, il était ami des grands compositeurs de l’époque. Il était grand et fort, de sorte qu’on le surnomma « Goliath » et très vaillant homme d’armes. Lui et Marie eurent six enfants, mais seulement deux d’entre eux, Margot et Louise-Hippolyte, survécurent. Louise-Hippolyte devint ainsi la quatrième princesse souveraine de Monaco, mais pour une seule année, de Janvier à Décembre 1731, quand elle décéda prématurément à l’âge de 34 ans. Quinze ans auparavant, elle était tombée

amoureuse du seigneur de Matignon, Jacques François de Goyon, jeune hom-me beau, riche et de naissance princière. La passion l’emporta sur les règles de la famille: bien qu’il n’y eut aucune paren-tèle avec la Maison de Monaco, Jacques devint un Grimaldi au moment du ma-riage et fut titré cinquième souverain avec le nom de Jacques Ier à la mort de Louise-Hippolyte. Pour ce qui concerne Honoré-Camille III, le fils aîné de Jac-ques et de Louise-Hippolyte et sixième Prince Souverain, la fin de son règne a été marquée par l’un des plus grands changements dans l’histoire de France et du monde entier. En fait, lorsqu’il dé-cède en 1795, le Révolution française lui a déjà arraché sa Principauté, a mis à mort le roi Louis XVI et la reine Marie-Antoinette, a dispersés leurs fils et leurs héritiers, et a guillotiné, en les décimant, un grand nombre de nobles.

LE CHARME MYSTÉRIEUXDE YOLANDE

DE POLIGNAC En voulant limiter les anecdotes sur Marie-Antoinette à la maison Gri-maldi, on peut faire confiance aux témoignages de la profonde amitié qui lia la reine de France à la duches-se Yolande de Polignac,(l’ancêtre de Pierre de Polignac, grand-père du prince Albert II). Tandis que la ver-sion proposée par la série de BD «La Rose de Versailles» par Riyoko Ike-da, est complètement fausse: Yolan-de y est dessinée comme une femme avide et sans scrupules, qui manipule la Reine, qui organise des complots e qui est même capable d’utiliser la fille Charlotte pour ses fins.Cependant, le mystère de cette dame, qui a tout fait pour éviter de donner

l’impression d’être ambitieuse et qui n’avait particulièrement envie de briller, est prenant; sans doute, Yo-lande possédait un charme secret

qui attirait et enchantait dès la pre-mière rencontre, comme cela s’était produit avec la Reine Marie-Antoi-nette.

Le prince Albert II descend des Mazarins, et également de la célèbre duchesse Jolande de Polignac, qui est ici avec sa petite Charlotte.

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Les Grimaldi de Monaco

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Les Grimaldi de Monaco

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• LOUIS I(1642-1701)Deuxième Prince au décès du grand-père Honoré II, en 1662 Epouse : en 1660 Charlotte-Catheri-ne de Gramont (Il fut vaillant militaire et ambassadeur de France à Rome)

• ANTOINE I(1661-1731)Troisième Prince en 1701 Epouse : en 1688 Marie de Lorraine(Il fut distingué musicien et vaillant mi-litaire)

• LOUISE-HYPPOLITE(1697-1731)Quatrième Princesse de Monaco en Jan-vier 1731Elle épouse : en 1715, Jacques-François-Léonor de Goyon, sire de Matignon

• JACQUES ICinquième Prince de Monaco (Décem-

bre 1731-1733) (En conformité avec les lois en vigueur dans la Principauté, il prend de sa femme le nom de famille Grimaldi)

• HONORE III(1720-1795)Sixième Prince en 1733, son titre est révoqué par les États GénérauxIl épouse : en 1757 Marie - Catherine de Brignole-Sale (Divorcée en 1770, en 1798 Marie-Catherine épouse Louis-Joseph de Bourbon, devenant ainsi la dernière des Condé)

• HONORE IV(1758-1819)Septième Prince, titre reconnu par le Congrès de Vienne Il épouse : en 1777 Louise -Félicité -Victoire d’Aumont, duchesse de Ma-zarin (La Principauté est soumise au Protecto-rat du Roi de Sardaigne)

GENEALOGIE DE LA MAISON de 1662 à 1815À gauche : Onorato III, sixième prince de Monaco, très élégant d À ans sa robe style Marie Antoinette dans le timbre commé-moratif.

Le Roi Soleil aimait organiser des danses « à cheval » aux quelles il invitait les Princes éuropéens.

Antoine Ier Grimaldi, habillé d’une armure et coiffé d’une perruque à grandes boucles.

Magnifique portrait de Jacques Goyon-Matignon, mari de Louise-Hippolyte et père d’Honoré III.

Louise -Félicité, duchesse de Mazarin, vécut les temps difficiles qui balayèrent la Principauté pendant la Révolution.

La princesse Hpypolite est aidée dans sa toilette par une femme de chambre noire, selon la mode de l’époque.

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L’Amour et la Mort,de l’insouciance à la Terreur En 1757, sous le règne de Louis XV, la plupart des nobles vivait dans l’insou-ciance: Honoré Camille III, prometteur héritier, avait épousé une jeune très ri-che et très romantique, la génoise Marie Catherine de Brignole et Sale qui lui avait apporté une grande dot. Les événe-ments liés à leur mariage ressemblent à un roman de Balzac... le couple ne vivait pas à Monaco, mais à Paris et de là, la belle princesse avait l’habitude d’aller aux thermes de Plombières; là bas, elle fit la fatale rencontre avec le charmant, mélancolique Louis Joseph de Bourbon, prince de Condé, qui était veuf depuis peu de temps. Ensuite, le couple moné-gasque fut invité très souvent au châte-au fabuleux de Chantilly, la demeure favorite du prince français.Honoré ne se doute de rien, au contraire, il est fier de cette noble fréquentation; mais, lor-squ’une lettre anonyme l’informe de l’affaire, il renferme sa femme dans leur Hôtel particulier de Paris, lui empêchant tout mouvement. D’abord la coupable ne réagit pas et dit à sa mère d’être repen-

tie; mais dès que le mari vengeur s’ac-compagne en public à une actrice du théâtre italien, Marie Catherine reprend secrètement sa relation avec Louis Jose-ph. Quand Honoré s’en aperçoit, il sai-sit à nouveau la pauvre femme; elle est bloquée au lit par les coups reçus par le mari, qui est de plus en plus en colère et ne permet pas de visites; le prince Louis Joseph est désespéré; personne est auto-risé à aider la souffrante... jusqu’à quand elle arrive à s’échapper et à se réfugier dans un monastère. Quelques temps plus tard, sa mère, Anna Balbi Brignole, réussit à convaincre sa fille à retourner en famille; mais, quand Marie-Catherine découvre que son mari a l’intention de quitter Paris e de la renfermer dans le palais de Monaco, une fois de plus elle se refuge dans le couvent; à partir de ce moment là, avec l’appui de Condé, elle obtient le divorce en 1770. Après avoir vécu dans son Palais de Monaco, qui est situé à quelques centaines de mètres de l’Hôtel de Condé à Paris, en 1780 elle écrit à un amie d’être «... la très heureu-

se madame de Betz...»; elle vit là, dans une belle maison à côté de Chantilly, elle n’est interessée que par la dévotion de Louis Joseph et elle n’est pas han-tés par le fait que les nouveaux régnants, Louis XVI et particulièrement la reine Marie-Antoinette, négligent de recevoir «une femme sans mari». Marie Catheri-ne et Louis Joseph évitent la fureur de la Révolution; en 1798, celui qui était sur-nommé «le prince de migrants» par les nobles survecurent à la guillotine trou-vant refuge en Grande-Bretagne, deman-de la main de l’ex-princesse de Monaco. Marie-Catherine mourut en Angleterre, à Wimbledon, en 1813, ayant vu la chute de beaucoup de nobles têtes, compris celle de sa belle-fille Thérèse Choiseul, l’épouse de son fils cadet Joseph Marie et par conséquent jugée coupable en tant que princesse.

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Dessous: le couple princier de Monaco était très souvent invité dans le splendide château de Chantilly, où demeurait le Prin-ce de Condé.

Les Grimaldi de Monaco

du moyen age À aujourd’hui

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La fin de Thérèse fut déchirante: pour avoir le temps d’envoyer ses longs cheveux blonds à ses enfants, elle fait croire aux juges d’être enceinte, la nouvelle les émeut et ils retardent l’exécution, mais elle est la seule de la famille Grimaldi à finir ses jours à l’ombre de la guillotine: tous les au-tres se sauvent, Honoré Charles Gri-maldi compris, l’héritier de Marie-Ca-therine et Honoré Camille III. Mais il perd tout titre de noblesse: de 1789 à 1815, autant que simple «citoyen», il

voit la fin de ses privilèges et les événements qui se succèdent à

partir des États Généraux jusqu’à la Terreur; et puis, en succession rapide, l’Apothéose de Napoléon, le Consulat, le Directoire et l’Empire, la résistan-ce anglaise à ses guerres de conquête jusqu’à la catastrophe de Waterloo, l’exil, et enfin la Restauration, grâce à laquelle il récupère le titre devenant ainsi le septième souverain de Mona-co, Honoré IV. Encore une fois, le récit veut rester au-delà de tout jugement moral sur cette période troublée de l’histoire qui est le sujet de centaines d’essais, de romans et de réduction pour le cinéma, et possède un actif de millions d’entrées sur Wikipedia ... les actes de misère et d’horreur, tout comme les actes de courage et d’ab-négation ne peuvent qu’être imaginé

dans les lignes suivantes, qui ont la légèreté et l’honnêteté du reportage. Tels sont les faits: après la prise de la Bastille en 1789, l’Assemblée Consti-tuante avait voté pour l’abolition des droits féodaux: privé de toutes ses pos-sessions en France, tel le riche Duché du Valentinois, Honoré III était parti à Paris dans l’espoir de parvenir à un compromis avec le côté plus conciliant de l’Assemblée qui voulait s’accorder avec les détenteurs de capitaux, né-cessaire source de crédit pour consoli-der les dettes et redonner stabilité au système financier.Mais les événements étaient préci-pités et Honoré III dut faire retour à Monaco les mains vides, auprès de sa femme et de ses enfants.

Le Déluge

Le mécanisme morbide et pathologi-que qui attirait la foule aux exécu-tions publiques est-il le même qui nous coince devant la télé aujourd’hui ? D’un point de vue physiologique, l’anxiété est la fille de la plus ancien-ne partie de notre cerveau, que nous partageons avec les reptiles, l’amyg-dale. Par exemple, lorsque cela agit en envoyant à toutes les parties du cerveau des messages d’alerte lors d’une exécution, le corps réagit en sé-crétant des hormones qui provoquent des réactions différentes et se tran-

sforment en un sentiment qui nous fait sentir plus vivant et qui nous fait égoïstement réjouir. Mais il est aussi possible l’entrée en jeu de sentiments comme la pitié ou la superstition; c’est ce qu’arriva, contrairement à toutes les autres, à l’exécution de Ma-rie-Antoinette, qui se passa dans un silence mortel et effrayant, au milieu de la Place du Carrousel remplie de milliers de personnes.

Honoré III abandonne Paris pour rentrer à Monaco: il a perdu toutes ses possessions en France et il a été déposé de son trône.

Dans l’intéressante gravure on peut lire la Déclaration des Droits de l’Homme.

La gravure peint l’exécution du Roi Louis XVI en 1793.

LA GUILLOTINE, THEATREDE L’HORREUR

Les Grimaldi de Monaco

du moyen age À aujourd’hui

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En peu de temps, de Paris le feu de la révolte se répandit à toute la Fran-ce... en 1793 les forces révolutionnai-res prirent d’assaut la forteresse du Rocher et occupèrent le bâtiment, en le transformant en hôpital ; toute la famille royale fut emprisonné et, en plus de la vaste collection d’art, les carrosses et même les vêtements fu-rent revendus. Une période terrible pour les Princes de Monaco jusqu’à quand, en 1798, un jeune général cor-se, Napoléon Bonaparte, qui était très écouté par l’Assemblée, demanda et obtint leur libération. Mariés depuis

1777, au début du règne de Lou-is XVI, les princes divorcèrent

et Félicité retourna en France, où elle avait des familiers riches et influentes. La dernière des Mazarin reviendra à Monaco et plus tard sera enterrée dans la cathédrale. En 1799, Honoré IV également, qui avait dû laisser sa Principauté au Bonaparte, à l’époque Premier Consul, s’installa à Paris, tan-dis que de nombreux membres de sa famille furent forcés de s’enrôler dans l’armée française. Seulement en 1814 les Grimaldi rentreront définitivement à Monaco, où ils trouveront le Palais en ruines, les pentes du Rocher déva-stés, et le peuple monégasque décimé par les maladie et les infections. En 1810, toutefois, le même Napoléon

qui avait libéré lui et sa famille de la prison, et qui cependant s’était élu empereur des Français, avait crée Ho-noré chevalier de la Légion d’Honneur et baron de Monaco. En 1815, enfin, compte tenu des conditions misérables dans lesquelles se trouvait le petit ro-yaume, la Principauté fut soumise au protectorat du royaume de Sardaigne, par décision unanime du Congrès de Vienne. Et si ce chapitre de l’histoi-re a commencé avec un lien important pour Monaco, le mariage d’une du-chesse savoyarde avec un Grimaldi, après plus de trois siècles se termine par un autre bond, la protection forcée de la Savoie sur le Rocher.

LE FAUXDAUPHIN

A LA COUR DES GRIMALDI

On dit que, lorsqu’il était très jeune, Honoré V arrangea le mariage d’une des ses petites amies, Nicole Bigot brodeuse à Versailles,à un tailleur, qui devint son valet de cham-bre Jean Hervagault; le fils du couple, Je-an-Marie Hervagault, ayant l’occasion de fréquenter avec ses parents la bibliothèque de l’hôtel particulier de Florestine à Paris, tomba malade de mythomanie, devenant ainsi le premier faux Dauphin de l’histoire. Pour la première fois, quelqu’un prétendait être Louis XVII de France, le fils aîné de Marie-Antoinette et de Louis XVI, l’enfant

échappé du Temple. On sait que lorsque Fouché, le ministre de l’intérieur, l’empri-sonna pour l’interroger, Jean-Marie lui dit de rappeler très peu de la vie de famille chez le Temple. Par contre, au sein d’un cercle de nobles il donna libre cours à son imagination et fut ainsi que naquit sa lé-gende. Quand Regnault-Warin, un écrivain aujourd’hui tombé dans l’oubli, publia «Le Cimetière de la Madeleine», le roman con-nut un grand succès partout en Europe et fut traduit en plusieurs langues; au début des années 1800, ce livre fit espérer dans la renaissance du lys de France après la tempête de sang qui l’avait écrasé, créant le mythe de la survie de Louis XVII. Hi-stoire et légende continuèrent à se mêler dans le mystère de l’enfant du Temple, victime innocente de la fureur jacobine, et aujourd’hui se comptent plus de quarante faux dauphins.

Dans la gravure de Lamotte, Mirabeau refuse l’ordre de se disperser que Dreux-Brézé a donné par compte du Roi Louis XVI.

Veuillez bien noter la page de l’edition 1801 du livre « Le Cimetière de la Madeleine » avec la gravure qui a pour sujet la famille royale incarcérée au temple.

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Lorsque Honoré IV mourut à Paris en 1819, son fils Honoré V lui succéda com-me régent de Monaco à partir du 1815, ayant été créé baron Grimaldi de Mo-naco en 1810 et Chevalier de la Légion d’honneur par ce même Bonaparte qui avait libéré lui et sa famille de la prison, et qui ensuite était devenu empereur des français. En 1819, enfin, Honoré V re-prit son titre légitime de huitième Prince Souverain de Monaco, grâce à l’interces-sion du diplomate français Talleyrand qui, avec Metternich, avait été le «direc-teur» du Congrès de Vienne entre 1814 et 1815 et de la Restauration, survenue après la chute de Napoléon. En 1826, succédant à sa mère Louise-Félicité (qui, comme on l’a vu, était la seule héritière d’une des familles les plus prestigieuses en France, les Mazarin) en prit tous les titres et le droit à la succession. Cepen-dant, son frère cadet Florestan fréquen-tait habituellement à Paris le «Théâtre de l’Ambigu-Comique», où jouait la charmante Caroline-Marie de Gibert La-

metz. En 1816, les mœurs avaient chan-gés et pour la première fois un Grimaldi, héritier du trône de Monaco, contraria l’étiquette de la famille en épousant une simple mortelle. Lorsque Honoré V mourut en 1841 sans héritiers mâles légitimes, il devint le neuvième Prince Souverain de Monaco. La princesse Ca-roline survécu à son mari jusqu’en 1879, lorsque leur fils Charles III, dixième Prince Souverain de Monaco, fut procla-mé Altesse Sérénissime par l’empereur Napoléon III de France; celui ci était un neveu de Napoléon I et le successeur des Bourbons. En particulier, les deux frères du roi guillotiné Louis XVI avaient été réinstallés sur le trône de France par la Restauration; soit Louis XVIII que Char-les X avaient marié deux des filles du roi de Sardaigne Victor Amédée III, dont le petit fils Victor Emanuel I fut le premier protecteur de Monaco. Caroline Grimaldi fut l’inspiratrice de la politique de son fils, comme elle avait été de celle de son mari, qui était un peu faible et plus intéressé par les étu-des que par les affaires de la Principau-té; elle fut très aimée par son peuple et laissa une mémoire ineffaçable à Mona-co; son joli prénom est le même de l’ac-tuelle First Lady Caroline, (un titre que le 2 Juillet deviendra la prérogative de la prochaine princesse consort Charlene Wittstock). Pour continuer le récit des événements qui eurent lieu à Monaco au cours du XIX siècle, il est essentiel de noter de quelle façon Monaco fut obligée à subir l’influence de la France et de la Savoie, sans pourtant jamais démentir son indépendance et sa souveraineté: en 1848, le président de la Deuxième République, le futur empereur Napoléon III, avait nommé Florestan Administra-teur Général du territoire soumis au pro-tectorat des rois de Sardaigne: un mor-ceau de terre qui pendant la Révolution française n’avait été même pas appelé Monaco mais Port Hercule, un village désormais limité au Rocher du moment que que, en Juin de cette année là, un plébiscite avait déclaré le deux anciens fiefs de Monaco, Menton et Rochebrune, «Villes Libres». Toutefois, leur indépen-

dance fut de courte durée: l’ordre fut vite rétabli par les troupes du Roi de Sar-daigne et la possession des deux villes entra dans le limbe du protectorat de la Maison de Savoie, qui ne le perdra qu’en 1860, avec le traité de Turin dans le quel le roi de Sardaigne Victor Emmanuel II céda, avec les sites montagneux de la Savoie et le Protectorat de Monaco exer-cé pendant 45 ans, les zones côtières de Nice, Menton et Rochebrune à la Fran-ce, en échange de l’aide reçu pendant la dernière guerre d’indépendance qui, il y a 150 ans, donna lieu à l’unification de l’Italie. De retour à Charles III, au mo-ment du décès de son père Florestan en 1856 il dût faire face à la dure réalité: la principauté avait perdu le 90% du terri-toire et personne ne pouvait imaginer le formidable développement que l’avenir était en train de donner à ce village ap-paremment insignifiant, coincé entre des montagnes arides et la Méditerranée, ... personne sinon la «Doyenne», la prin-cesse mère Caroline !

Très rare pièce de 5 francs, battue en 1837 par Honoré V Grimaldi.

Très beau portrait de Charles Albert de Savoie Carignan; le règne de Sardaigne fut protecteur de Monaco de 1815 à 1860.

Les Grimaldi de Monaco

du moyen age À aujourd’hui

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Les oeuvres publiques décidées par Na-poléon III, qui dans ce portrait est en train de consulter une carte topographique de la frontière France-Italie, furent fondamentales pour le futur de la Principauté.

Les Grimaldi retrouvés

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«Luxe et volupté» Avec ses recettes fortement réduites par la Révolution, l’avenir de la Principauté était très affecté: Charles pouvait com-pter uniquement sur les revenus de les quatre millions de francs que Napoléon III avait donnés au moment de la ratifi-cation de la cession de Menton et Roche-brune à la France de la part du Royaume de Sardaigne. Et bien sur, la charitable Caroline pour première ne supportait pas l’idée que son fils aurait pu imposer d’impôts injustes et impopulaires. Mais le miracle se produit: Napoléon III aimait les grandes entreprises, entre autre, la construction du canal de Suez; pour Monaco, bien avant le traité de 1861 avec la Savoie, l’empereur aimait prévoir l’achèvement de la Moyenne Corniche et la rèalisation d’un chemin de fer depuis la frontière jusq’à Nice, avec une station à construire en face du Port Hercule. Caroline, bien au courant de la mode du tourisme d’hiver en Cote d’Azur, poussa son fils à s’en avantager: c’est ainsi que Charles inventa pour sa principauté une économie tertiaire faite de «luxe et vo-lupté». En particulier, ce prince entre-preneur et plein de ressources compta sur la passion pour le jeu de la roulette, qu’il avait vu à l’œuvre dans la magnifi-que station thermale de Baden, fréquen-tée par le beau monde d’Europe. Après avoir urbanisé la zone des Spelugues, lui donna le nom de Monte-Carlo, puis il engagea la famille Blanc qu’il avait vu à l’œuvre a Baden en leur garantissant une cotation de la Société des Bains de Mer, la SBM qui possède encore aujourd’hui le Casino de Monte Carlo: une poule aux

œufs d’or qui en peu de temps se révéla être une vraie bénédiction pour l’écono-mie de la Principauté.Son Altesse Sérénissime Albert I, onziè-me Prince Souverain de Monaco, Grand Maître de l’Ordre de Saint Charles, Of-ficiel de la Marine Royale espagnole et Grand d’Espagne de première classe en 1868, était à ce point, selon son ambi-tieuse et infatigable grand-mère Caroline, un véritable prince charmant: après avoir pris contact avec l’aristocrate Anglais Lord William Douglas, onzième duc de Hamilton et avec son épouse, la princesse Marie-Elisabeth de Baden, cousins de la reine Victoria d’Angleterre, ils consenti-rent au mariage de leur gracieuse et no-ble fille Lady Mary Victoria avec le prince Grimaldi. Malheureusement, l’union était tellement mal assortie que leurs goûts di-vergeant conduisirent d’abord à la sépa-ration et puis à l’annulation par la Sacra Rota, bien que Marie fût enceinte d’un petit héritier. Quelques années plus tard, l’annulation permettra à Albert d’épouser sa seconde femme, l’Américaine Alice Heine. Arrivés à ce stade, on peut défi-nir la vie de cette dame «la mère de tou-tes les soap-opéras», célébrée même par Marcel Proust dans le personnage de la princesse de Luxembourg de son roman «La recherche du temps perdu» ? Voici ce qui se passa: son père, le français Michel Heine, appartenait à une famille riche et cultivée de banquiers avec des bureaux à Berlin et à Paris et il s’était installé aux États-Unis, en Louisiane, en 1843; là bas, il avait épousé une Miltenberger, héritiè-re de la Miltenberger Mansions Corpora-tion et fille d’un renommé architecte et

• HONORE V(1778-1841)Huitième Prince, il décède sans héritiers(Au début du XIX siècle la forteresse est en ruines)

• FLORESTAN I(1785-1856)Neuvième Prince de Monaco en 1819 Epouse : en 1816 Caroline Gibert de Lametz (Frère cadet de Honoré V, élu baron de Port Hercule par Napoléon I en 1810)

• CHARLES III(1818-1889)SAS le dixième Prince de Monaco en 1861 Épouse : en 1846 Antoinette de Mérode (La Principauté se renouvelle)

• ALBERT I(1848-1922)SAS le onzième Prince de Monaco, en 1889 Epouse : 1) en 1869 Mary Victoria de Douglas Hamilton 2) en 1889 Marie Alice Heine, duchesse de Richelieu, 1858-1925 (Vaillant homme de science, il fonda le célèbre Musée Océanographique)

GENEALOGIE DE LA MAISON de 1815 à 1922

Le frère cadet de Honoré V, Florestan, fut élu baron de Port Hercule par Napoléon I en 1810).

Le Casino de Monaco-Montecarlo fut inauguré à la fin du XIX siècle.

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Page 72: Tutti i Matrimoni dei Grimaldi

hiver, le climat tempéré, la belle nature et la joie de vivre attirent les célébrités et les nobles, les riches bourgeois et les courtisanes... le champagne coule à flots autour de la roulette, où des for-tunes entières sont gagnées et perdues, et où de fatales relations finissent avec un duel ou même avec un suicide... Cependant, la Principauté encaisse les «royalties», les investissement dans les terrains et dans les bâtiments progres-sent et les bénéfices du casino sont si élevés que permettent non seulement l’ouverture d’écoles publiques qui as-surent le progrès culturel uniforme des monégasques, mais aussi l’abolition de toutes les impôts dans la Principauté de Monaco, un geste noble et généreux qui se poursuit aujourd’hui. L’affection et la popularité du peuple croient de façon spectaculaire en 1911, quand Albert dé-cide de transformer la monarchie abso-lue de la principauté en une monarchie constitutionnelle moderne.

Guerres mondiales, terribles et fatalesLa méthode de gouvernement d’Al-bert Ier, cependant, a toujours été fondée sur les principes de la Deu-xième République française (1852), qui prévoyait un gouvernement fort, la consolidation sociale et la grandeur de la nation. Fondateur de l’Institut Inter-national de la Paix, le Prince eut un rôle important parmi les gouverneurs européens et sa réputation de média-teur fut bien méritée.Malheureusement, les nations interven-tionnistes choisirent la voie qui porta à l’éclat de la Première Guerre mondiale, avec près de seize millions de morts sur les fronts. Heureusement, le fils unique d’Albert et de Lady Mary, le prince Lou-is, qui s’était porté volontaire dans les rangs des alliés, méritant la Croix mili-taire et le grade de général de division, retourna sain et sauf de cette guerre meurtrière et insensée.

spéculateur qui était le propriétaire des bâtiments de la rue Royale à la Nouvelle Orléans. Au début de la guerre civile, les Heine firent retour en France, où Alice grandi dans le confort de sa richissime famille; sa beauté coquette de jeune fille du sud, (style la Scarlett de «Gone With the Wind») enchanta Odet-Marie Chapel-le, duc de Richelieu, dont la disparition après seulement cinq ans de mariage la rendit veuve et duchesse. En 1889, Al-bert Ier de Monaco demanda la main de la charmante reine des salons parisiens. Après les premiers jours heureux, pen-dant lesquels Alice consolida les finances de la Principauté grâce au talent pour les affaires hérité de son père.

La Belleet la ScienceLe prince se consacra alors entièrement à ses études, entreprenant de longs vo-yages et des explorations audacieuses ; l’océanographie, la paléontologie, l’an-thropologie et la botanique accrurent le prestige du célèbre Musée Océanogra-phique qu’il fonda en 1889. Dorénavant, Albert peut bien se permettre ce genre de vie parce que les recettes de la Prin-cipauté sont de plus en plus importan-tes, grâce aux attirantes innovations des dirigeants du Casino, comme la Coupe du Prince, les SPAS, les Tournois de tennis, de golf et de boxe, les course de bateaux, d’automobiles et de cyclisme; les compétitions les plus sympatiques et variées, d’élégance e de beauté sont de meme étendues aux chiens et aux chats, aux chapeaux et aux parapluies! C’est «La Belle Époque»: Monte-Carlo est maintenant facilement accessible par le chemin de fer qui a de luxueu-

ses voitures-restaurants et de con-fortables «wagons-lits»; surtout en

Inaugurant le Musée, le Prince Al-bert prononça les mots suivants : «Messieurs, vous voyez que la terre, ici à Monaco, a fondé un temple fier et inviolable, dédié aux nouveaux dieux qui règnent sur l’intelligence humaine.” Laissant de côté les études sur les poissons en général et sur le squelette préservé dans la salle de la Baleine Bleue, qui est le plus grand animal existant sur la planète, le prince étudia à fond la baleine dite «

macrocéphale », qui a le cerveau plus grande au monde, après en avoir capturé un exemplaires dans les Aço-res. Paléontologue vaillant, il suivit les traces de son grand-père Flore-stan, au quel on doit le nom de grotte du Prince à une des plus importan-tes dans l’aire des Rochers Rouges ; il organisa et participa aux fouilles, ainsi qu’au retrouvement de l’hom-me de Grimaldi. Le plus ancien reste humain du complexe est un morceau

d’os de la hanche appartenant à une ante-neandertalien. Deux stalagmi-tes de la même couche ont été datées à 210.000 ans.

LE MUSÉE OCÉANOGRAPHIQUE – LES ROCHERS ROUGES

Le Prince Albert I rend visite au front à son fils Louis pendant la Guerre 1914-18.

Les Rochers Rouges à l’est de Menton dans une ancienne gravure.

Les Grimaldi de Monaco

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Il Grand Hotel del Mare è l’indirizzo più prestigioso per il vostro soggiorno nella Riviera dei Fiori. Affacciato direttamente sul mare, circondato da uno splendido giar-dino mediterraneo con piscina, l’albergo dispone di camere lussuose dalla vista impareggiabile, un’attrezzata spiaggia con scogliera e una modernissima SPA nella quale potrete rilassare corpo e mente. Preziose opere d’arte valorizzano gli ampi saloni dell’albergo. Lo chef del nostro ristorante propone un’ampia scelta di cucina mediterranea con profumi e sapori della tradizione Ligure.

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• LOUIS II(1870-1949)Son Altesse Serenessime le douzième Prince en 1922 Presque octogénaire, en 1946 il épou-se Ghislaine-Marie-Françoise Dom-manget (Militaire vaillant pendant la Grande Guerre, il maintient la neutralité à Mo-naco pendant la Seconde)

• CHARLOTTE(1898-1977)Fille naturelle de Louis II, légitimée en 1920 Princesse héritière de MonacoElle épouse en 1920

• PIERRE(1895-1964)Comte de Polignac et Prince Grimaldi de Monaco

• ANTOINETTE(1920-2011)Ainée de Pierre e Charlotte, baronne de Massy et Princesse de MonacoElle épouse : 1) Alexandre-Athanase Noghès 2) Jean-Charles Rey 3) John Gilpin

GENEALOGIE DE LA MAISON de 1922 à 1949

Une très jolie photo de Antoinette et Rainier en costume provençal.

Mannequins à la mode avant les années 1920.

Belle Epoque : jolies dames au parasol dans une ancienne Ford modèle T.

.... Mais cinq ans de guerre avaient été désastreux pour les finances de la SBM, et l’âgé prince Albert du forcement em-prunter de l’argent de Basile Zaharoff, un richissime marchand d’armes d’ori-gine grecque, qui lui accorda l’emprunt en échange d’un paquet d’actions du Casino. Depuis, S.A.S. Louis II, dou-zième Prince Souverain de Monaco, qui succéda à son père en 1922, devait fai-re face à un héritage difficile à gérer; en fait, le programme de Zaharoff était non seulement d’encaisser les recettes du ca-sino, mais il souhaitait de s’acheter pe-tit à petit la Principauté même pour en donner le trône à sa femme bien-aimée ! Mais le destin décida autrement, car la dame en question mourut subitement et Zaharoff, le cœur brisé et sans plus penser au trône, revendit ses actions

pour une somme trois fois supérieure à une banque, et quitta les lieux. La Prin-cipauté souffre encore quelques années difficiles, lorsque la France et l’Italie légalisent le jeu et entrent en concurren-ce avec le Casino de Monte Carlo, mais une nouvelle ère de développement ar-rive lorsqu’en Amérique la terrible crise de Wall Street se termine. Louis se rend compte de l’énorme potentiel de la publi-cité à l’américaine et il fait alors arriver des États-Unis Elsa Maxwell, reine des «potins» de la presse américaine: grâce à la habile et coûteuse journaliste, tout le beau monde recommence à fréquenter Monaco, qui va connaître une nouvelle ère de prospérité jusqu’au fatidique sep-tembre 1939, lorsque l’Allemagne dé-clare la guerre et en quelques semaines occupe Paris.

Les Grimaldi de Monaco

du moyen age À aujourd’hui

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L’intense portrait de Charlotte met en valeur la beauté transmise aux actuelles princesses.

Page 75: Tutti i Matrimoni dei Grimaldi

En 1956, la «doyenne» Princesse Ghislaine transmit le titre de «First Lady» à Grace, et fut sa fidèle amie et protectrice, peut etre en force du commun passé d’actrice.

Dans cette affiche des années ‘30 Roger Broders résuma de manière formidable les attrac-tions majeures de Monaco - Monte-Carlo : élégance, climat, paysage.

Mai 1949: le prince héritier Rainier, qui sera régent de Monaco jusq’au 1951, aux funérailles de son grand-père Louis II.

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Louis II put rester neutre jusqu’à ce que, en Septembre 1943, les nazis envahirent le territoire indéfendable de Monaco et débutèrent les raids déportant nombreux juifs; mais beaucoup d’eux s’échappè-rent grâce à l’intervention secrète du prince et du clergé lesquels, craignant des représailles sauvages, choisirent celui qui leur sembla le moindre mal, c’est à dire faire semblant d’être fidèles à Hitler. Immédiatement après la guerre, Louis, qui avait soixante-dix neuf ans, se maria avec l’actrice Ghislaine Dom-manget, peut-être espérant de concevoir un héritier légitime, qui n’arriva pas. Le droit à la succession passa ainsi, non sans traumatisme, à la primogéniture de sa fille légitimée Charlotte, résultat d’une distante relation avec la chanteuse Marie Juliette Louvet. En 1920, la prin-cesse Charlotte avait épousé le comte Pierre de Polignac, qui prit le nom de famille Grimaldi et le titre de Prince de Monaco. Malheureusement, après treize ans, le mariage de Pierre et Charlotte se terminera par un divorce, en dépit de la naissance de deux enfants: Antoinette et l’héritier au trône Rainier. Mainte-nant, la ligne de succession est assurée à Monaco, malgré le long différend pour adopter Charlotte et bien que l’aîné des enfants de Charlotte et Pierre, Antoi-nette*, revendiquât souvent son droit de succession contre son frère Rainier. Mais enfin, après deux années de ré-gence après la mort de son grand-père Louis, la controverse sur la succession est apaisée: en 1951, S.A.S. le treizième Souverain Prince fut installé sur le trône de Monaco. Toute l’éducation de Rainier se passa à l’étranger, en Angleterre et en Suisse et se termina à l’Institut d’études politiques de Paris. Pendant la guerre, il s’était distingué en Alsace, obtenant la Croix militaire, une Etoile de Bronze et la Légion d’Honneur.

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du moyen age À aujourd’hui

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Monté sur le trône, tout en recon-naissant l’importance de la Société de la SBM pour les caisses de la Principauté, Rainier avait l’intention d’en réévaluer le prestige en diversifiant l’économie et il est alors d’accord à faire entrer Aristote Onassis dans l’actionnariat de la SBM en lui laissant la gestion. Les monégasques savent que leur jeune roi est lié à la haute aristocratie mondia-le, il pensent à un mariage conforme et suivent avec inquiétude son premier ro-

man d’amour, la longue relation avec l’actrice Gisèle Pascal, qui se ter-

mine de façon spectaculaire quand les médecins arrivent à la conclusion qu’el-le ne peut pas avoir des bébés. Rainier, cependant, est énormément pris par la réalisation de ses objectifs et ne semble pas penser au mariage, jusqu’à ce qu’il rencontre la jeune et déjà très célèbre actrice américaine Grace Kelly, et c’est pour lui le coup de foudre. Leur histoire d’amour fait rêver des millions de per-sonnes: lui en grand uniforme, elle blon-de et éthérée, le couple princier semble sortir des pages d’un livre de contes. En 1955, Alfred Hitchcock, qui avait diri-

gé Grace dans trois films, dont le der-nier, «To Catch a Thief », tourné dans la Principauté de Monaco, l’avait nommée «hot ice»; en effet, la beauté glaciale et la sensualité de l’actrice étaient un mo-dèle en Amérique pour les jeune filles des années ‘50; et elle le devient encore plus lorsque ve vivre dans les salles du château de son Prince Charmant, tout à fait comme Cendrillon ... elle qui ne l’est pas du tout, vu que sa famille de catholiques irlandais est parmi les plus importantes de la ville aristocratique de Philadelphie.

La visionmodernede Rainier III

Rainier: ce prénom de la dynastie, très aimé par les moné-gasques, apparaît pour la première fois à l’avenir du Moyen Age chez les seigneurs de Monaco, à la mémoire d’un célèbre joueur de lyre du XIIème siècle. Le caractère de ceux qui portent ce pré-nom est celui d’un être un fort, intelligent, qui a la maîtrise de soi, qui sait comment mettre les autres à l’aise, qui com-prend les situations et sait en profiter de la ma-nière plus juste. Il a une

volonté de fer et des éner-gies inépuisables: Rai-nier est certainement un nom très solide. Albert: parmi les nombreux saints, Albert le Grand est à juste titre le plus cé-lèbre. C’ est le prénom d’em-pereurs, de rois et de princes et indique l’en-vie de travailler sur la plus grande échelle, ce qui néces-site de ténacité, capaci-té d’analyse, sens de la synthèse et adaptation au

changement. Un amateur d’art et de phi-losophie, il a une âme très sensible, ca-pable soit de s’enflammer soit de tomber

dans la mélancolie. Ceux qui por-tent ce prénom doivent savoir

prendre la meilleure dé-cision dans les cas les plus complexes: leur fort caractère l’empor-te sur tout et sur tout le monde.

La première pièce valeur 1 euro année 2001 du

Prince Rainier III et de son héritier Albert.

A gauche, l’avion dans le ciel de Monaco signifie la modernité de Rainier III.

Dans le snapshot, les jeunes mariés sont visiblement radieux aprèsla solennellecérémonie.

ONOMASTIQUE DE RAINIER ET ALBERT

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Lorsque Rainier demanda sa main, des deux côtés de l’Atlantique la vie de Grace de Monaco devint pour les ma-gazines le sujet préféré, une histoire à raconter jour par jour: la traversée à Monaco à bord de l’ «USS Constitu-tion» et Rainier qui l’accueille à bord de son yacht ...l’arrivée du couple sur le sol de la Principauté fêtés par les monégasques ... la cérémonie civile, le mariage mémorable...les photos of-ficielles dans les somptueuses salles du palais qu’elle restaure et rénove avec goût...l’inauguration du Jardin des roses, sa fleur préférée qui devient le protagoniste de la célèbre fête dan-sante caritative... Grace qui accueille à sa cour le jet-set international, appelé une fois de plus par l’infatigable Elsa Maxwell ... Au fil du temps, le couple princier dessine une ville d’une mo-dernité formidable, où les tunnels, les garages de stationnement et les routes surélevée utilisent chaque centimètre des 180 hectares du territoire. La sage politique de la principauté attire les ca-pitaux, facilite les investissements des entreprises et élimine les impôts aux résidents; les services efficaces et la sé-curité attirent une nouvelle vague de ri-ches Américains qui augmente de façon exponentielle les revenus de la princi-pauté, et celui-ci devient un royaume vraiment moderne quand, en 1962, une nouvelle constitution est promue, ga-rantissant tous les principes fondamen-taux de la démocratie.Cependant, entre l’aînée Caroline, née en 1957, et la princesse Stéphanie, née en 1962, la naissance du tant attendu héritier au trône, l’actuel quatorzième Prince Souverain Albert II, est accueil-lie par 101 coups de canon le 14 mars 1958. Parmi les centaines de rendez-vous officiels, Grace ne néglige pas l’éducation de ses enfants, leur tran-smettant un peu de son «américanité» et envoie Caroline à étudier à Paris, où la jeune fille obtient un diplôme en phi-losophie à la Sorbonne. Belle et pleine de vie comme toutes les adolescentes, Caroline tombe amoureuse d’un homme d’affaires et protagoniste des nuits pa-risiennes, Philippe Junot, et l’épouse. Deux ans après, le mariage qui finit par un divorce et l’annulation par la Sacra Rota romaine fait la «une» des maga-zines à travers le monde, qui commen-cent à s’occuper constamment de la vie

publique et privée des héritiers Grimal-di. Au début des années 80, Stéphanie aussi est motif d’inquiétude pour ses parents, tandis que le Prince héréditai-re Albert complète ses études d’écono-mie et voyage dans le monde dévelop-pant des relations et des connaissances utiles à son futur de régnant. Grace est toujours belle, son allure princière est copiée, ses vêtements, ses accessoires et ses bijoux forment un style à imiter partout dans le monde. Mais sa famille est harcelée par les po-tins de la presse internationale: Grace alors se réfugie dans la poésie et dans l’art et elle est en train de repenser avec nostalgie au cinéma et au théâtre lor-sque, à 23h15 du 14 Septembre 1982, Télémontecarlo annonce que Son Altes-se Sérénissime Grace est décédé par les blessures subies à l’occasion d’un acci-dent de voiture qui s’est passé le matin, et dans lequel la princesse Stéphanie heureusement n’a reporté que quelques blessures mineures. La nouvelle boule-verse la petite Principauté et le monde entier; depuis ce moment là, la mort tragique du «cygne» fait partie de la légende. Certains disent que la Rover s’est renversé dans l’endroit même où Grace avait tourné les scènes les plus célèbres de «To Catch a Thief» ave-cl’acteur Cary Grant , et quelqu’un croit que l’auto était conduite par Stéphanie. Les photos de l’enterrement sont dra-matiques: les visages de Rainier et des ses enfants, dévasté par la douleur, et la souffrance palpable des monégasques émeuvent le monde entier. L’histoire des mariages des Grimaldi n’a pas toujours eu les tons sereins de la fable, parce que le deuil ne fais pas de réductions, même aux plus riches. Cependant, les organismes de bienfai-sance fondés par Grace et Rainer ont transformé la vie de nombreuses per-sonnes et ils continueront à le faire, sans baguette magique, mais avec l’en-gagement et la présence constante. Lorsque, le 6 avril 2005, après 56 an-nées de son règne, Rainier se réunit à sa bien-aimée Grace, il laissa à son successeur Albert un territoire extrême-ment petit qui est aussi un domaine ex-trêmement large, membre de l’ONU et de l’EU, centre de la finance internatio-nale et destination touristique de luxe. Sans oublier une liste impressionante de titres et de liens de parenté illustre.

Grace

• RAINIER III(1923-2005)SAS le treizième Prince, régent de la Principauté du 1949 au 1951Epouse : en 1956 GRACE PATRICIA KELLY (1929-1982)

• CAROLINE(23 Janvier 1957)Epoux : 1) Philippe Junot 2) Stefano Casiraghi 3) Ernest August Hannover

• ALBERT II(14 Mars 1958)SAS le quatorzième Prince depuis 2005 Il est officialement engagé avec Mlle Charlene Wittstock

• STEPHANIE(1er Février 1965) Epoux : 1) Daniel Ducruet 2) Adans Lopez Peres

GENEALOGIE DE LA MAISON de 1949à aujourd’hui

Le timbre avec la belle rose crèe en 1981 par Louisette Meilland et nommée «Grace» en honneur de la Princesse de Monaco.

Grace avec l’Oscar gagné en 1955.

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Le prince Albert II est lié depuis des siècles avec le gotha international: têtes couronnées et chefs d’État sont attendus à son mariage le 2 Juillet prochain, plus un certain nombre de VIPs. En plus des «news» et des «rumeurs» des journali-stes, aujourd’hui le monde communique principalement de manière interactive. Est-ce que les personnalités publiques peuvent se permettre de garder un «low profile»? On sait bien que les potins tuent plus que l’épée, mais il est égale-ment vrai qu’on lit l’Enfer de Dante plus volontiers du Paradis qui parfois nous fait un peu bailler ... En tout cas, ce bref récit veut rester au-delà de toute enquête mo-ral et psychologique des protagonistes, voilà donc le bulletin des dernières nou-velles: comparativement aux 120 mètres de soie et de dentelle parsemée de perles de la robe nuptiale de Grace, Charlene sera habillée par la sublime simplicité d’Armani. En tant qu’athlète, elle a un

corps parfait: grande, maigre et gra-cieuse, elle a les épaules larges

typiques de la nageuse olympique. Pour honorer ses origines, à la réception qui se tiendra dans les halls du Musée océa-nographique Albert a choisi un menu de produits tels que le juteux «biltong», typique de l’Afrique du Sud, où la famil-le de Charlene s’est installée en 1989, laissant le Zimbabwe. A Johannesburg, le père de Charlene reprit son travail dans l’industrie du textile tandis que la mère se consacra entièrement à Charlene et à ses deux frères, Gareth et Sean. La famille est typiquement sud africaine: en 1849, les ancêtres anglais ont été par-mi les premiers européens à s’installer dans le Natal, une province du nord-est, voyageant par le «Unicorn». Comme de-scendants des pionniers sud africains, les Wittstock sont traditionalistes et peu ba-vards; des frères de Charlene, que Gareth a été vu souvent à Monaco et, pour ce qui concerne la présence dans la Principauté de maman Lynette auprès de sa fille, un ami de la famille a dit que « ... Mike ne sait pas rester sans sa femme. Ils ont neuf

Et ils vécurentheureux et ...

La «Midmar Dam Race» est un événement caritatif très appre-cié des «Special Olympics». Charlene a dit à Wayne Ridden, l’organisateur qui l’avait contactée par téléphone après l’annonce de l’engagement princier: “Wayne, cela ne change rien, je serai là!» A la compétition, la plus vaste du monde en mer ouverte, ont participé 16.000 concurrents, y compris plusieu-rs Olympiens, contrôlés par 140 sauve-teurs: le plus jeune, un enfant de 5 ans et la plus vieille, une femme de 87 ans. La future princesse, qui avait nagé les 1500 mètres avec le groupe des person-

nes handicapées en début de matinée, a distribué les médailles, dont la plus ex-citante, l’argent, est allée à Adri Visser, jeune fille de vingt trois ans qui est née sans avant-bras. Charlene est toujours gentille avec la presse, comme avec le présentateur de télévision Derek Watts de «Carte Blanche», une des plus sui-vies émissions d’actualité en Afrique du Sud. Là bas, la future princesse a un po-ste d’honneur dans la Fondation Nelson Mandela, ainsi que d’être impliqué dans des causes humanitaires. A Monaco, elle est Président d’Honneur de l’Association bénéfique «Ladies Lunch Monte-Carlo» et participe régulièrement à des collec-tes de fonds.

CHARLENE

chiens qui donnent beaucoup à faire tous les jours à Lynette ... quant à Mike, il ren-tre du travail tous les soirs à sept heures précises et il veut trouver le dîner prêt à table !” Madame Wittstock avait peut être à l’esprit la célèbre phrase attribuée à la Princesse Grace: «La liberté de la presse fonctionne de telle manière qu’il en vous laisse que très peu!» lorsque, le jour de l’engagement officiel, elle n’a eu que d’un bref entretien avec le quotidien sud africain «The Citizen», disant d’être heureuse pour sa fille, mais qu’Albert lui avait demandé de ne pas divulguer aucu-ne information sur les détails du mariage, en pleine conformité avec le protocole de la Principauté. Quant à son mari Mike, elle a dit qu’il était un peu inquiet parce qu’il craignait les assauts de la presse. Pendant la Coupe du Monde, «The Star» a rapporté que, lorsque le prince Albert l’appela au téléphone pour se féliciter peu avant le début de France-Bafana Bafana, Mike arrêta la conversation sans compli-ments parce qu’il voulait voir en tranquil-lité le début du match. Mais il ajouta en riant d’être en très bons termes avec son futur beau fils, qu’il a appelé «un très bon gars, a nice chap.» Bon sportif, le Prin-ce s’est distingué en cinq éditions de la Coupe du Monde et des Jeux Olympiques d’hiver au sein de l’équipage national monégasque de bobsleigh et depuis 1985 il est un membre du Comité international olympique. Parlant aux journalistes,

Le couple princier a été jugéle plus élegant ausplendide mariagede William et Kateà Londres.

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Albert a déclaré qu’à Charlene «... le sport a donné de grandes valeurs et une forte personnalité. L’intérêt manifesté pour les causes humanitaires, en particu-lier envers les enfants, exprime sa grande sensibilité et son ouverture ... elle aime Monaco et Monaco l’adore. J’espère aussi que mon mariage servira à sensibiliser Monaco au-delà des stéréotypes.» il a conclu, en se référant à l’image de pa-radis fiscal de la Principauté. Protestan-te, la future princesse s’est convertie au catholicisme et des mots très beaux ont été adressés à un Charlene visiblement émue, le joli visage encadré par un voile de dentelle noire, par Monseigneur Bar-si lors de la cérémonie dans la basilique de Notre-Dame, qui a eu lieu à l’occa-sion de la Journée nationale de Monaco: «Madame,» s’écria l’archevêque,«je vous souhaite officiellement la bienvenue dans notre cathédrale: le peuple monégasque il vous a déjà accepté dans son cœur. » Depuis beaucoup de temps, sécrétairs, dames d’honneur et conseillers en image la préparent au nouveau rôle; cependant, se poursuivent des «répétitions généra-les», toutes de succès, comme les appa-ritions au balcon du Palais Grimald et la participation à Londres au mariages de Wiliam et Kate: très élégante dans son pardessus dessiné par Armani, le blond chignon couvert d’un chapeau blanc en voile porté avec un style qui a déjà été décrit comme «unique» ... et, inévita-blement, mis en rapport à la classe de Grace. Tout le monde dit que le choix du prince d’une épouse tellement semblable à sa mère est significatif: on peut dire n’importe quoi à propos d’Albert, mais on ne peut pas nier qu’il inspire de l’affec-tion. Mais oui, même s’il a 52 ans, vingt de plus que l’épouse, premier point, il ne les fait pas. Et encore, il sait rire de lui-même, ce qui est une grande qualité: il suffit de regarder la récente photo au cir-que de Monaco, avec en tête une perru-que couleur carotte ... Albert II, le Prin-ce Charmant qui bénéficie d’une lignée parmi les plus anciennes au monde, a un visage aux traits peu marqués, un début de calvitie et le large grin d’un garçon; mais, particulièrement pendant les dé-clarations officielles ou face aux entre-tiens les plus insistants des journalistes, ses yeux se font durs, sans l’éclat qui est l’indicateur d’une vraie joie, et parfois il semble vouloir m ême l’éteindre. Der-rière ces yeux, depuis longtemps, il y a comme un vide, la perte soudaine d’un conseil, d’une conversation intime, d’un sourire qui n’est plus possible, celui de sa mère: un énorme vide que Charlene s’est engagée à remplir.Les meilleurs vœux à vous, Albert; les meilleurs vœux à vous, Charlene.

L’annonce de la naissance de l’héritier de la Principauté Grimaldi de Monaco.

Johannesburg, South Africa, 1993. Charle-ne en uniforme scolaire: da canard à cygne!

Université de Amherst, USA, 30 Mai 1981: le jeune prince pendant la cérémonie de graduation en sciences politiques.

Heureuse maman, Grace joue avec son petit prince.

Croquis pour la cérémonie du mariage dans la Cour d’honneur.

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ColophonNumero 134 • Luglio 2011

Magazine per gli Italiani nel Mondo fondato nel Principato di Monaco nel 1997

Direttore Responsabile: ILIO MASPRONE ([email protected])Direzione Editoriale: Renata RIVELLA ([email protected])

CollaboratoriMaria Rebecca BALLESTRA ([email protected]) • Paolo L. BONAVERI ([email protected])

Bruno BRESCHI ([email protected]) • Arianna CARACCIOLO ([email protected])Martina CHIELLA ([email protected]) • Simona DE MELAS ([email protected])Feliciana DI SPIRITO ([email protected]) • Natalia DOLCE-CAZZOLA ([email protected])

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Dall’esteroBERLINO

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Nei giardini di Peyre-Lebade, Listrac Médoc, scultura “BELU” di Zaha Hadid, 2007. Collezione Ariane e Benjamin de Rothschild.

Insieme alla Banque de Gestion Edmond de Rothschild Monaco, venite a condividere una visione della fi nanza personalizzata, intrisa di significato e proiettata nel tempo.

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a propositodel Valore

Dialogo

- Valore, valore… insomma, è il corso di Borsa.- Solo questo? Il valore è anche uno sguardo! Uno sguardo rivolto al futuro!

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2 luglio 2011

Albertoe Charlene,la favolacontinuaTutti i matrimoni dei Grimaldidal medioevo ad oggi

2 juillet 2011Albert et Charlene, la fable continue...Tous les mariages

de la famille Grimaldidu moyen-âge

jusqu'à aujourd'hui

Monte-Carlo • Berlino • Bruxelles • Ginevra • Londra • Madrid • Milano • Parigi • Roma

INTERNATIONAL MAGAZINEN° 134 • LUGLIO 2011 • 5€

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EDIZIONE SPECIALE

Altezze Serenissime, l’Italia è con Voi.Il nostro Paese parteciperà con grande gioia all’evento degli eventi: la festa nuziale

del Principe Alberto II con Mademoiselle Charlène. Alberto II é un Principe regnante che convola a nozze e che celebrerà il suo matrimonio “di Stato”

accompagnato dal suo popolo con le tante delegazioni di Paesi amiciche giungeranno da ogni parte del mondo. E’ una “bella favola” che si ripete

a Monaco dopo 50 anni dal matrimonio dei Principi Ranieri e Grace Kellye che fa realizzare in questa splendida Città-Stato cosmopolita e moderna

un avvenimento di portata storica che unisce insieme cattolicesimo e mondanità, romanticismo e glamour, emozioni e raffinata eleganza. Si tratta indubbiamente anche di un evento di immensa portata mediatica che farà diventare, nei giorni

della festa, il Principato di Monaco il centro dell’attenzione di milioni di persone sparse nel globo, di televisioni e stampa mondiali, con tutti i riti che la pubblicità

delle celebrazioni del matrimonio porterà. A questa festa si aggiungeuna nota gradevole, il Principe Alberto è un Principe amatissimo dal suo popolo,

è carismatico e sa incarnare il carisma del sovrano con la modernità del suogovernare dirigendo il Principato con saggezza sulla strada del rinnovamento,

della trasparenza, dell’attenzione ai grandi temi globali, umanitari, della tutela dell’ambiente, della salute, della salvaguardia dei mari, della promozione

dello sport sano ed etico: tematiche che fanno del Principato un centroed uno “spazio globale”. Mademoiselle Charlène, dotata di bellezza, grazia

ed eleganza straordinaria, condivide con il suo Principe amore e ideali.E questo renderà la festa ancor più una festa di popolo. L’Italia, da Paese amicoe vicino, parteciperà con immensa ammirazione a questo matrimonio principesco,

in particolare con la sua grande e prestigiosa comunità residente che da semprecostituisce parte integrante ed attiva del Paese. Auguri di felicità, prosperità, salute, benessere personale, nello spirito della continuità dinastica e dei valori

della stabilità del Principato che resta nel mondo attuale un esempio di efficienza, di buon governo e di armonia tra i popoli. E ai lettori di questo“Speciale Foglio

Italiano” auguro un’entusiasmante lettura e concludo con i complimentialla redazione per la completezza di questo storico documento.

Antonio Morabito Ambasciatore d’Italia a Monaco