Siena Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali

via P.A. Mattioli, 10

9-10 dicembre 2015

Tutela, sicurezza e

governo del territorio in Italia

negli anni del centro-sinistra

Convegno di Studi

Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”

ORENT Osservatorio Rischi e Eventi

Naturali e Tecnologici

Dipartimento di Scienze Politiche e Internazionali

DISPI

Centro Interuniversitario per la Storia del Cambiamento

Sociale e dell’Innovazione

Saluto di Giovanni Pieraccini

Gentile presidente, illustri convegnisti, signori e signore, Purtroppo non mi è possibile essere presente, come avrei deside-

rato, al vostro importante convegno di studi che si svolge a Siena. è però per me molto faticoso, a 97 anni, fare il viaggio per essere con Voi.

Molte cose di questo Convegno mi interessano. Prima fra tutte la

vicenda del Vajont, che ha avuto in me, come Ministro dei Lavori Pubblici, un protagonista, e anche l'alluvione di Firenze, che a sua vol-ta mi vide presente in quella tragica notte come unico uomo di gover-no presente nel Palazzo Medici-Riccardi della Prefettura a lavorare per riallacciare Firenze a tutte le strutture nazionali.

Questi due interessi direi, sia pure brevemente e da lontano, che

sono al centro del problema della sistemazione del territorio ancora oggi e che richiedono una politica di programmazione.

Non posso qui sviluppare un ragionamento ampio, come sarebbe

necessario. Tali questioni vengono tuttavia da lontano, richiamano il famoso discorso di Filippo Turati intitolato “Rifare l’Italia”, che deli-neava una politica organica per la riforma della società italiana con la rinnovata politica dopo la guerra, attraverso una politica idrogeologica di sistemazione del territorio nazionale. Fu un discorso non ascoltato e, quindi, una politica mai applicata. La situazione drammatica attuale dimostra come questa mancanza di sistemazione idrogeologica sia stata e sia disastrosa. Penso comunque che questi problemi saranno svolti benissimo da voi e penso che di questi miei problemi parlerà lo storico Silei, che sta preparando per la Fondazione Turati proprio un libro documentatissimo, che dovrebbe uscire fra non molto, sulla politica da me sviluppata per il Vajont che, come si vedrà dallo stesso libro, è una politica concentrata sulla programmazione del Compren-sorio, guidato da grandi urbanisti come Samonà per sviluppare per la

prima volta la rinascita di un Comprensorio in modo razionale e pro-grammato. Naturalmente, dopo tante vicende e tanto tempo passato, la politica programmatoria che facemmo allora non è più esattamente quella che possiamo fare oggi.

Certamente, ormai, è tutto profondamente cambiato e siamo, addi-

rittura, in una società radicalmente nuova, legata alle grandi conquiste tecnologiche in atto e che continuano a crescere in modo rapido, da internet, alla robotica, alla biotecnologia, alla stessa politica economica che rendono obsolete le strutture in cui è tuttora organizzata la nostra politica e la nostra società.

Così, siamo immersi in una grande crisi, anche perché tutte queste

strutture sono ormai obsolete, ma siamo di fronte al fallimento delle politiche fin qui sviluppate, del predominio delle forze economiche internazionali che governano l'intera economia internazionale e siamo di fronte al fallimento della politica di austerità sviluppata in Europa alla ideologia del mercato che faceva credere che la crisi sarebbe stata risolta automaticamente dal meccanismo stesso del mercato.

Siamo di fronte a tali fallimenti politici che hanno prodotto e pro-

ducono un distacco crescente tra i cittadini di tutta l'Europa, dalla stessa Unione Europea e anche dai partiti nazionali che, tradizional-mente, continuano a governare i Paesi perché un sistema burocratico e fallimentare continua a governare e ad allontanarsi sempre di più dai cittadini. Tutto questo significa che siamo di fronte alla necessità di profonde riforme, che rinnovino e rendano contemporanea la politica del nostro nuovo tempo e che quindi ridiano fiducia nella politica ai cittadini stessi, che l'hanno perduta e la stanno perdendo giorno per giorno. Occorre, però, sottolineare, che pur diversa che sia la pro-grammazione oggi possibile in questo mondo diverso è assolutamente necessaria per dare una logica e uno sviluppo coerente all'Europa e al nostro paese.

Non posso dilungarmi oltre ma credo che questa profonda fiducia

in una politica che sia fondata sui grandi principi della libertà e della giustizia sociale debba essere una politica della programmazione.

Gennaio 1964: La diga del Vajont, intatta, dopo il disastro ripresa dall’elicottero (Fonte: Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”, Carte Pieraccini)

Gennaio 1964: Il ministro dei Lavori Pubblici Giovanni Pieraccini visita Cimolais e Longarone (Fonte: Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”, Carte Pieraccini)

11 ottobre 1963: La prima pagina dell’Avanti!, diretto da Giovanni Pieraccini, interamente dedi-cata alle prime, drammatiche cronache provenienti dalle zone colpite dagli effetti dell’onda di

acqua, fango e detriti provocata dalla frana staccatasi la sera del 9 ottobre dal monte Toc. (Fonte: Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”, Carte Pieraccini)

13 ottobre 1963: L’Avanti! descrive la condizione di incertezza che a distanza di giorni dal disastro ancora regnano sui luoghi colpiti e si interroga sulle responsabilità di quanto accadu-

to. Nell’articolo di spalla L’ora delle decisioni, il direttore Pieraccini, che di lì a poco sarebbe stato nominato ministro dei Lavori Pubblici, invoca un’azione più incisiva da parte del centro-sinistra

(Fonte: Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”, Carte Pieraccini

11-12 gennaio 1964: Il ministro dei Lavori Pubblici Pieraccini visita i luoghi del disastro (Fonte: Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”, Carte Pieraccini)

Gennaio 1964: Pieraccini e le donne di Longarone (Fonte: Fondazione di Studi Storici “Filippo Turati”, Carte Pieraccini)

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